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Sonata en re minor op.

61 - Joaquín Turina

Composta nel 1930, la Sonata en Re minor op.61 di Joaquín


Turina è uno dei pezzi più pregiati del novecento chitarristico ed uno
degli esempi migliori della musica nazionale spagnola, in particolare
del flamenco.  Anche se non scrisse mai per questo genere
musicale, il suo stile compositivo impressionista ne è chiaramente
influenzato. La Sonata è in forma ciclica, ovvero molti elementi
della prima parte si riscontreranno successivamente. Turina cerca di
rievocare lo spirito e l’atmosfera dello stile di vita andaluso usando
tradizionali ritmi flamenco, armonie, cadenze melodiche e altri effetti
tipici.

Primo movimento – Allegro.

Il primo movimento della Sonata è in 3/4 ed è in forma tripartita (A –


B – AI).
Ha un incipit decisamente virtuosistico che rende difficile, per tutta la
durata delle sue sei battute, l’individuazione di una tonalità:
Tuttavia, quest’ambiguità iniziale è subito dissipata con l’inizio vero
e proprio della Sonata sotto l’indicazione Allegro, a battuta 7, che
non lascia alcun dubbio sulla tonalità del movimento, che già ci è
stata fornita dall'autore: Re minore.

Viene disegnata una linea melodica grave sulla sesta corda che
l’esecutore avrà cura di far crescere d’intensità fino a battuta 11,
dove viene interrotto il pattern ritmico delle terzine di crome utilizzato
finora e si torna a duine regolari di crome che stavolta disegnano la
melodia sulla prima corda; sono indicativi il Si ♭ e il Do# che
affermano la tonalità:

Questo periodo viene riproposto subito dopo, variando la


melodia sull'acuto per potersi collegare alla seconda idea tematica,
sotto l’indicazione di tempo Allegretto tranquillo e in 2/4, basata sul
materiale della scala spagnola ottatonica (7° modo), mentre la
melodia enuncia una scala esafonica:

Questo tema verrà riproposto per tutto il movimento e addirittura nel


terzo movimento dellaSonata, trasposto e di poco modificato.
La prima parte termina alla fine della pagina, dopo aver giocato sulla
melodia e sul ritmo del tema.

La seconda parte (B) inizia a battuta 51, con il ritorno


dell’indicazione di tempo Allegro, del pattern ritmico a terzine di
crome dell’inizio del movimento e del tempo 3/4:

È lo stesso schema iniziale trasposto una sesta sopra, il che cambia


la tonalità provvisoriamente in quella di Si minore, per poi
riaffermarsi definitivamente in Re minore a battuta 61, che possiamo
considerare un breve interludio fino alla 74, dove viene riproposto il
periodo iniziale che annuncia la ripresa (AI).
Mentre nella prima parte (A) la sezione sotto l’indicazione Allegretto
tranquillo era in Sol, questa volta, a battuta 87, modula in Re
maggiore e così rimane fino alla fine del movimento, compresa
la Coda, che lo conclude ricorrendo ad un golpe (colpo sulla cassa
armonica) prima dell’accordo finale:

Primo movimento della Sonata eseguito da Gabriel Blanco


Secondo movimento – Andante.

Il secondo movimento si presenta con la classica forma tripartita


secondo lo schema A – B – AI, in 3/4, in modalità di
Re frigio/dominante e la sesta corda viene di nuovo accordata in Mi.
Anche in questo movimento i segni dell’influenza del flamenco ed in
generale della musica nazionale spagnola si riscontrano in più
momenti.
Anche quando Turina non usa una particolare forma o un particolare
ritmo di danza spagnoli, il suo approccio strutturale è chiaramente
ispirato al flamenco; si basa quasi interamente sulla
tessitura lirica (quindi a melodie ispirate al canto), su scale veloci o
breve melodie inframmezzate da accordi, successioni di note o
accordi ritmate che si verificano periodicamente per enfatizzare il
ritmo della forma, come ad esempio quelle che inquadrano le frasi
ispirate al flamenco. Un esempio di ciò sono le prime nove battute
dell’esposizione (A), e quindi del movimento:

A battuta 18 inizia lo sviluppo (B), che è suddiviso a sua volta in


due parti: la prima parte, in La minore, è estremamente ritmica:
La seconda parte dello sviluppo, in Do, è invece molto lirica e si
basa più sulla melodia che sul ritmo:

Le prime due battute sono ricavate dalla scala spagnola


ottotonica (2° modo):

A battuta 36 avviene la ripresa (AI), riproposta quasi identica; alla


fine della ripresa vi è una Coda posta per terminare il pezzo che
prende elementi da entrambe le sezioni dello sviluppo. Il pezzo
termina con un accordo di La maggiore:
Secondo movimento della Sonata eseguito da Marisa Gomez

Terzo movimento – Allegro vivo.

Il flamenco vede la sua quintessenza nel terzo movimento di


questa Sonata; è anch'esso in forma tripartita secondo lo schema A
– B – AI ed è in .
L’ascoltatore entra subito con la prima parte (A) in un clima
velocissimo e potente marcato infatti dall'indicazione ff,
contrassegnato da una rievocazione dell’inizio del primo tempo,
essendoci l’accordo arpeggiato di Re minore con l’omissione della
terza e il movimento melodico simile, ma con un ritmo leggermente
diverso:

Già a battuta 5 si vede la prima forma di rasgueado (tecnica


chitarristica che si effettua partendo con la mano destra chiusa a
pugno, dove le dita vengono aperte in rapida successione in modo
che le unghie eseguano tre o quattro strappate sulle corde in rapida
successione), tipicamente flamenco, che vivacizza ancora di più il
tempo già rapido:

A seguire vi è un’ulteriore rievocazione del primo tempo con la frase


decisamente virtuosistica che caratterizzava i primi due periodi del
primo movimento.
La prima parte si conclude a fine pagina con l’indicazione cediendo,
parola che in spagnolo significa letteralmente “dando”, che viene
interpretato come una diminuzione graduale di velocità per
prepararsi alla seconda parte.
La seconda parte (B) inizia a battuta 38 con un incedere più dolce,
caratterizzato infatti dall'indicazione con garbo e da un materiale
musicale prettamente accordale:

Modula in Fa maggiore (lo si


evince dall'andamento melodico/armonico e dalla presenza del Si ♭)
e la si può considerare un piacevole intermezzo fra la prima e
l’ultima parte.
La terza e ultima parte (A I), a battuta 67, riprende la prima e la
ripropone quasi identica, salvo alcune rare eccezioni, per poi tornare
a far sentire la seconda idea musicale del primo movimento basata
sulla scala esafonica, sotto l’indicazione Allegretto:
Torna l’Allegro vivo a battuta 115 e porta con sé nuovamente
l’atmosfera del flamenco e il virtuosismo in Re minore, per poi
arrivare alla maestosa Coda finale, di ben 33 battute che con
rievocazioni dell’inizio del movimento e tecniche spagnoleggianti,
conclude il pezzo con tre battute di potentissimo rasgueado in Re
maggiore.

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