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I primi Monti frumentari nacquero nelle regioni centrali italiane in epoca

tardomedievale, verso la fine del sec. XV1; in seguito questo istituto si diffuse anche a nord
e a sud dello Stato pontificio, specialmente nel Regno delle due Sicilie 2. Complementari ai
Monti di Pietà e sorti per iniziativa dell’ordine francescano, essi svolgevano la propria
opera assistenzialistica fornendo orzo e grano per la semina ai contadini che ne fossero
rimasti privi, evitando così che questi ultimi facessero ricorso al prestito ad usura.
Piuttosto che una restituzione del dovuto ad un interesse a percentuale prestabilita come i
Monti di Pietà, i Monti frumentari prevedevano un calcolo più intuitivo, e contingente, al
momento del prestito: rispetto all’unità di misura, il grano era prestato a raso (a livello) e
doveva poi essere restituito a colmo (misura piena, con una lieve eccedenza). I Monti
frumentari prevedevano per la comunità contadina delle giornate di lavoro gratuite nei
periodi della semina e del raccolto; l’esito andava a costituire la riserva del Monte stesso.
Istituti di microcredito ante litteram, i Monti frumentari ebbero una vita lunga ma non
esente da problemi, soprattutto nel Regno delle due Sicilie, legati sia all’insolvenza dei
beneficiari (il raccolto ottenuto con le sementi prese in prestito, a seconda delle annate,
poteva non essere sufficiente a ripagare il Monte) sia alla correttezza della loro gestione da
parte prima di ecclesiastici, poi di un Tribunale Misto di laici ed ecclesiastici 3, poi di un
amministratore eletto dal Consiglio comunale4.
La storia di questa istituzione termina in sordina qualche decennio dopo l’unità d’Italia;
accorpati nel mare magnum delle Opere Pie dal 18625, i Monti frumentari videro a poco a
poco mutare la propria natura in casse di credito agrario sottoposte alla Banca d’Italia,
come previsto dalle ultime misure che li riguardarono6.

Gabriele Roccella

Nota bibliografica
- Novissimo digesto italiano, X, Torino, UTET, 1964, ad vocem Monte di soccorso, pp. 889 – 890.
- Garrani, G. – “Gli antichi istituti di credito agrario. I monti frumentari”, in Economia e credito, 1966,
anno VI, XVII, pp. 3 – 38.
- Ghinato, A. – “I primitivi Monti frumentari di fra Andrea da Faenza” in Antonianum. Periodicum
philosophico-theologicum 33, 1958, pp. 423 – 442; 34, 1959, pp. 32 – 72.
- Pretelli, S. – “Il credito dai Monti frumentari alle casse rurali”, in Proposte e Ricerche 27, 1991.
- Sensi, M. – “Tre monti frumentari del secolo XV” in Studi maceratesi anno V, 1971, pp.285 – 305.

1
A Rieti e Foligno nel 1488, l’anno successivo a Sulmona.
2
Nel 1767 un editto ne sancì l’istituzione in ogni comune del Regno di Napoli.
3
Così fu disposto nel Regno delle due Sicilie nel 1741.
4
Sempre nel Regno delle due Sicilie, con un decreto regio del 1826 emanato da Francesco I.
5
Art. 23 della legge 3 Agosto 1862.
6
Testo Unico del 9 Aprile 1922 n. 932 e il regio decreto 29 Luglio 1927, n. 1509, convertito in legge 5 Agosto
1928, n. 1760.

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