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WILLIAM FORMICOLA*
* Centro Altamurano Ricerche Speleologiche
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
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William Formicola
valorizzazione del sito poiché fortemente convinto che tali interventi avrebbero
rappresentato un importante investimento con sicure ricadute turistiche, tali da
produrre grandi opportunità di carattere economico in tutta la zona.
Il primo documento riguardante le Grotte di Castellana che si conserva
nell’Archivio della Provincia di Bari, è a firma del Podestà del tempo, il Cav. Ing.
Vincenzo Dell’Erba il quale, a meno di dieci giorni dalla scoperta del sistema ipo-
geo, in data 3 febbraio 1938 (Anno XVI° dell’Era Fascista)5, scriveva così al
Preside dell’Amministrazione Provinciale di Bari:
ILL.mo Signor Preside
dell’Amministrazione della Provincia
BARI
Sono lieto di comunicare a V.S. ILL.ma che in seguito ad esplorazioni eseguite in
una voragine esistente in questo territorio, sono state scoperte parecchie gallerie
ricche di stalattiti e stalagmiti di pregevole fattura.
La scoperta, che si presenta molto importante, verrà ad arricchire la nostra
Provincia di nuove bellezze turistiche, e a tal scopo questo Comune saprà affron-
tare ogni sacrificio finanziario.
Con l’occasione La ringrazio anche della promessa fatta al Podestà Grand. Uff.
Michele Viterbo di far provvedere entro l’anno alla bitumatura della strada
Castellana-Putignano.
Con molti ossequi.
IL PODESTA’
Il Podestà di Castellana probabilmente, mentre scriveva alla Provincia di Bari,
non possedeva ancora un quadro chiaro della situazione poiché, riguardo alla sco-
perta parla solo di “parecchie gallerie ricche di stalattiti e stalagmiti di pregevole
fattura”. Ciò induce ad ipotizzare che il Podestà non avesse avuto ancora piena
consapevolezza della grandiosità del sistema ipogeo scoperto. Del resto è fondato
supporre che la prima relazione del Prof. Anelli non fosse ancora giunta sul tavo-
lo del Podestà poiché datata 4 febbraio 1938, cioè redatta un giorno dopo quello in
cui il Podestà scrive all’Amministrazione Provinciale di Bari per metterla a cono-
scenza -anche se solo sommariamente- dell’importanza della scoperta. Quasi sicu-
ramente il Podestà era in possesso soltanto di notizie informali comunicategli diret-
tamente dal Prof. Anelli prima ancora della consegna ufficiale della relazione.
Con la nota del 3 febbraio il Podestà di Castellana, oltre ad assicurare alla
Provincia che il Comune avrebbe affrontato “ogni sacrificio finanziario” per gli
imminenti progetti di valorizzazione che aveva in animo di intraprendere, chiedeva
di provvedere in tempi rapidi al completamento della bitumatura della strada provin-
ciale Castellana-Putignano nei cui pressi si trovava la voragine ispezionata dal Prof.
5
La nota del Podestà di Castellana, pervenne alla Provincia di Bari in data 4 febbraio 1938, come si
evince dal timbro di arrivo appostovi in calce. Cfr. Archivio Storico della Provincia di Bari, Cat.
Sport e Turismo, b. 1, f. 6.
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Fig. 1 - Lettera del 3 febbraio 1938 inviata dal Podestà di Castellana alla Provincia di Bari (ASPBa,
Categoria Sport e Turismo, Busta 1, Fasc. 6).
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William Formicola
Anelli. Sempre dalla nota del Comune di Castellana emerge anche come, per questa
faccenda, si fosse provveduto ad interessare anche il Podestà di Bari, Michele Viterbo
(già Preside dell’Amministrazione Provinciale di Bari), grazie alla cui intercessione
presso la Provincia era riuscito ad ottenere assicurazioni a che i lavori stradali fosse-
ro completati entro l’anno. Il ruolo di Michele Viterbo, che in quel periodo era
Podestà di Bari, sarà determinante anche per il prosieguo delle successive fasi del-
l’iter procedurale riguardante le attività progettuali sulle le grotte; ciò, oltre che per i
sui natali nella città di Castellana, anche perché -senza ombra di dubbio- la figura di
Michele Viterbo giocava un ruolo di primo piano nel panorama istituzionale del capo-
luogo e della regione pugliese.6
La nota che il Podestà di Castellana scrisse in data 3 febbraio del 1938
all’Amministrazione Provinciale di Bari, rappresentava dunque una mera informa-
tiva dal carattere piuttosto generico e sommario sulla scoperta, a cui sembra debba
essere seguito soltanto un riscontro di cortesia con cui il Preside esprimeva sem-
plicemente il suo compiacimento7 per la scoperta, ma nulla più di tanto.
Il Podestà di Castellana tornò nuovamente a scrivere all’Amministrazione
Provinciale circa due mesi dopo, inviando una lettera formale con notizie più pre-
cise e circostanziate della precedente, ed allegando a quest’ultima della documen-
tazione di corredo.8 Con questa seconda nota il Podestà chiedeva espressamente un
“congruo contributo” per l’esecuzione di alcuni primi ed immediati interventi di
sistemazione del complesso carsico, supportando la sua richiesta con una ampia e
dettagliata relazione a firma del Prof. Franco Anelli riguardante lo sviluppo del
sistema carsico sotterraneo, ed un primo elenco di opere ritenute necessarie per
intraprendere la valorizzazione turistica delle grotte.
Così dunque scriveva9 il 14 aprile 1938 (Anno XVI° E.F.) alla Provincia di Bari
il Podestà di Castellana, Ing. Vincenzo Dell’Erba:
6
Nativo di Castellana, Michele Viterbo fu dal 1927 al 1929 Commissario dell’Amministrazione
Provinciale di Bari, e dal 1929 al 1931 fu Preside del Rettorato dell’Amministrazione Provinciale di
Bari; fu fondatore e presidente dell’Ente Pugliese di Cultura Popolare e di Educazione Professionale
fino al 1944; fu anche Consigliere Provinciale dal 1952 al 1960. Cfr. M. Fantasia, Michele Viterbo
Amministratore della Provincia di Bari, in “La rivalutazione del Risorgimento Pugliese e
Meridionale attraverso l’opera di Michele Viterbo”, Levante Editore, Bari 1988, pp. 39-64. Michele
Viterbo fu inoltre Podestà di Bari dal 1935 al 1943. Cfr., V. A. Melchiorre, Il Comune di Bari e
l’Amministrazione Viterbo, Ibidem, pp. 65-78.
7
La minuta di riscontro del Preside dell’Amministrazione Provinciale non è conservata agli atti, ma
sull’originale della lettera del Podestà di Castellana giunta alla Provincia, figura in calce la testuale
annotazione manoscritta: “Gab (Gabinetto ndr) compiacersi”. Cfr., ASPBa, Ibidem.
8
In allegato alla nota vi è la Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della grave di
Castellana e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici redatta dal Prof. Anelli, ed il
Preventivo sommario di spesa per l’accesso e la sistemazione ai fini turistici delle Grotte a firma
dell’Ing. Vincenzo Mininni.
9
La nota del Comune di Castellana del 14 aprile 1938 prot. n. 1722, e diretta all’Amministrazione
Provinciale di Bari, ha per oggetto: Contributo per i lavori delle Grotte. Cfr., ASPBa, Ibidem.
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Fig. 2 - Lettera del 14 aprile 1938 inviata dal Podestà di Castellana alla Provincia di Bari, alla
quale è allegata la relazione del Prof. Anelli (ASPBa, Categoria Sport e Turismo, Busta 1, Fasc. 6).
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William Formicola
IL PODESTA’
(Cav. Ing. Vincenzo Dell’Erba)
La nota del Podestà insiste molto sull’enorme importanza della scoperta facen-
do fortemente leva sulla relazione del Prof. Anelli, della quale il Comune di
Castellana fa proprio il convincimento e l’entusiasmo sulle enormi potenzialità di
sfruttamento turistico del sito. Secondo le previsioni del Podestà, infatti, la valo-
rizzazione delle grotte avrebbe determinato importanti ricadute sul territorio per il
numero di visitatori che si sarebbero irradiati “dal Capoluogo in tutti gli altri cen-
tri turistici dei Comuni”, vedendo nell’attrattiva turistica del complesso ipogeo un
vero e proprio volano per lo sviluppo dell’interland barese. Ma il bilancio del
Comune di Castellana -veniamo a sapere dalla nota- non consentiva la disponibi-
lità della somma preventivata per i primi interventi di sistemazione secondo il pro-
getto che era stato predisposto. Il Comune era inoltre in disavanzo, e per questa
ragione non poteva neppure accedere ad un mutuo da contrarre presso la Cassa
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Depositi e Prestiti per riuscire a finanziare gli interventi iniziali, la cui spesa
ammontava a 450.000 lire10 del tempo.
La richiesta di contributo11 motivata dall’impossibilità del Comune di
Castellana a provvedere in proprio all’intero ammontare delle spese mirava anche,
con molta ambizione in termini di tempo, a procedere velocemente nella realizza-
zione dei lavori che nelle intenzioni del Comune si sarebbero voluti addirittura
completare in tempo utile per l’inaugurazione della Fiera del Levante, in maniera
da consentire l’accesso ai visitatori che sarebbero giunti numerosi per l’evento fie-
ristico, come lo stesso Prof. Anelli aveva voluto suggerire nella sua relazione che
qui di seguito si trascrive:
Nel territorio del Comune di Castellana di Bari, a circa 1500 metri dal centro abita-
to, sulla strada vicinale per Putignano, si apre una grandiosa voragine, nota da anni
anche nella letteratura geografica e geologica della regione con la denominazione di
“GRAVE”, scandagliata dai vari autori sino ad una profondità di 50 Metri.
Non risulta che sia stata esplorata precedentemente alla prima visita compiuta
dallo scrivente in 25 gennaio corr. anno, in occasione di un sopraluogo alla grot-
ta di Putignano e alle altre grotte della interessante regione carsica vicina, per
incarico dell’Istituto Italiano di Speleologia di Postumia espressamente invitato
dal Presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo di Bari.
Tradizione locale vorrebbe che sul fondo della “GRAVE” si fossero calati alcuni
decenni fa degli operai per recuperare il corpo di un suicida.
La grande voragine rappresenta indubbiamente per se sola un interessantissimo
fenomeno naturale di una grandiosità e bellezza non comune; si tratta infatti di una
cavità il cui asse maggiore del fondo (A-B della planimetria annessa)13 è lungo
oltre 100 metri, l’asse minore C e B una quarantina.
10
L’importo complessivo delle opere è quantificato nel Preventivo sommario di spesa per l’accesso
e la sistemazione ai fini turistici delle Grotte, datato 13 aprile 1938, a firma dell’Ing. Vincenzo
Mininni, ed allegato alla nota del Podestà di Castellana. Cfr., ASPBa, Ibidem.
11
Sulla nota trasmessa dal Podestà compare una sottolineatura a lapis di colore rosso, in corrispon-
denza delle parole “congruo contributo”. Cfr., Ibidem.
12
Nella trascrizione del dattiloscritto del Prof. Anelli (ma anche degli altri documenti d’archivio) si
è cercato di mantenere per quanto possibile la fedeltà alla formattazione originale del testo (caratte-
ri maiuscoli e minuscoli, sottolineature, ecc.).
13
La planimetria cui fa riferimento il Prof. Anelli non risulta né allegata alla relazione, né conservata
agli atti all’interno del fascicolo. Ove pervenuta, essa avrebbe rappresentato il primo rilievo realizzato
in assoluto del complesso carsico, addirittura anteriore a quello realizzato unitamente ad Antonio del
Giudice redatto nel periodo marzo-settembre del 1938. Cfr. A. del Giudice, Nelle Puglie è la nuova
Postumia dell’Italia, in “Grotte e dintorni”, Anno V, n. 10, dicembre 2005, pag. 31.
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William Formicola
La profondità massima dall’orlo alla bocca superiore al punto più basso è poco meno
di sessanta metri. Visto dall’alto la voragine dà già un idea della sua vastità, ma è par-
ticolarmente all’interno che offre un importante spettacolo delle cospicue sue dimen-
sioni, senza contare poi il pittoresco e suggestivo effetto dell’apertura superiore fra-
stagliata da alberi di leccio che si protendono dall’orlo verso l’interno.
Dal cono detritico accumulato sul fondo della “GRAVE” emergono stalagmiti verdi
scure, nerastre, che attestano l’origine della voragine per l’avvenuto crollo della volta
di una preesistente cavità carsica; concrezioni stalagmitiche, stalattiti e veli e drap-
peggi pendono dall’alto lungo le alte pareti offrendo motivo di ammirazione.
Nell’angolo orientale del fondo si apre un passaggio lungo 50 metri che dà acces-
so alla prima cavità sotterranea del sistema, “La Sala delle Statue”, un cavernone
di notevolissimo sviluppo, lungo 65 metri, largo 35, in cui la volta raggiunge l’al-
tezza massima di 30 metri. Sul fondo si elevano grandi formazioni concrezionate
stalagmitiche singolarmente allineate lungo l’asse maggiore.
Un passaggio secondario riccamente e graziosamente adorno di formazioni cri-
stalline purissime si dirama da questa prima sala per riunirsi con la sala seguen-
te, dopo un tratto di qualche decina di metri.
Il percorso principale segue invece un altro corridoio ricco esso pure di caratteristi-
che formazioni che dà accesso alla seconda importante cavità del vasto sotterraneo.
Il rimanente della grotta è costituito da tutto un succedersi di caverne varie, di
passaggi ricchi tutti di belle forme concrezionate di notevolissimo effetto. Dopo
un percorso di oltre 200 metri dalla “GRAVE” si dirama, parallelo all’asse prin-
cipale un ramo laterale riccamente decorato esso pure di formazioni stalagmiti-
che e stalattitiche. A 300 metri dall’ingresso si stacca in senso opposto un ramo
secondario di non facile percorso ma oltremodo ricco di formazioni alabastrine
splendenti.
Oltrepassata poco avanti una depressione, lunga una trentina di metri, profonda circa
sei, e superata una ripida parete alta 10 metri, la grotta prosegue ancora vasta.
Proseguendo lungo l’asse principale del sistema si raggiunge poi una vasta caver-
na il cui asse maggiore si aggira sulla 40 di metri di lunghezza, ne segue la secon-
da caratterizzata soprattutto da un abbondante decorazione di formazioni concre-
zionate, stalattiti e stalagmiti con esili colonnine alte parecchi metri, non sempre
frequenti nelle grotte carsiche.
Sempre lungo l’asse principale si raggiunge una caverna nella quale si apre un
passaggio di notevole lunghezza: a oltre 100 metri dall’ultima caverna si apre sul
fondo del suddetto passaggio un pozzo naturale scandagliato sino alla profondità
di quattro metri circa, che impedisce senza particolari apprestamenti tecnici di pro-
seguire oltre.
La linea di frattura principale accenna a proseguire ulteriormente. Rami laterali
paralleli o quasi al principale si avviluppano con notevole estensione in lunghezza
ma su presentano pressoché interamente ostruiti dall’esuberanza delle concrezioni
e sono pertanto di accesso difficile.
Un ramo di grotte parallelo al ramo principale raggiunge dopo breve tratto una
caverna centrale “La Caverna delle Fontane” ricca di formazioni; da essa si dira-
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Le opere di accesso
Rettifica della strada vicinale nel tratto che da Castellana conduce alla “GRAVE”,
sistemazioni varie per renderla atta ad un traffico intenso di autoveicoli. Creazione
di un parco per la sosta dei visitatori, autoveicoli ecc., costruzione di un edificio sia
pure di modesta proporzione per i servizi inerenti al movimento dei turisti (bigliette-
ria, bar, luogo di vendita di cartoline o ricordi locali, ecc.) per la discesa nell’inter-
no della “GRAVE” o da questa al rimanente delle grotte, dovrebbe essere compiuta
mediante una galleria in dolce pendio, di conveniente sezione utile, che si aprirebbe
all’esterno nella vicina cavità doliniforme (a 100 metri dall’orlo della voragine) e
che sboccherebbe all’interno della parete Nord della “GRAVE”.
Tale accesso consente un facile e comodo ingresso ai visitatori qualunque possa
essere il numero, particolarmente alle comitive che numerose potrebbero affluire,
particolarmente durante il periodo della massima manifestazione pugliese, la
Fiera del Levante.
Escluderei la discesa con mezzo meccanico in considerazione della spesa di eser-
cizio del mezzo meccanico stesso e soprattutto del pericolo di intenso affollamento
di turisti in occasione di comitive, specie se numerose. Desterebbe preoccupazione
pure l’eventualità di possibili guasti che impedirebbero o renderebbero oltremodo
difficile l’uscita dei visitatori dal fondo della “GRAVE” qualora il mezzo meccani-
co fosse l’unico prescelto.
VIABILITA’ INTERNA
È indispensabile lo spianamento parziale del cono detritico accumulato sul fondo
della “GRAVE” per la creazione di un piazzale di sufficienti proporzioni adatto a
raccogliere i visitatori scesi all’interno che sostano in ammirazione della maesto-
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William Formicola
sa voragine per avviarsi poi, col personale di guida, a visitare il vasto sotterraneo.
Un facile sentiero raggiungerebbe il punto di ingresso alle grotte e da qui, attra-
verso il corridoio naturale, di facile sistemazione, il cavernone delle Statue. In que-
sta prima immensa cavità sotterranea l’itinerario per il percorso di andata dei visi-
tatori dovrebbe scendere dalla sommità dell’attuale accumulo detritico per acco-
starsi al passaggio minore ricco di formazioni delicate, e seguire poi l’asse princi-
pale del sistema; tale tracciato consentirebbe la facile visione di questo ramo
minore di sorprendente effetto per la ricchezza delle formazioni concrezionate. Lo
escluderei senz’altro dalla visita del pubblico per il pericolo di inevitabili danni ai
quali sarebbe esposto anche con la massima sorveglianza.
Per il percorso dell’itinerario del ritorno bisogna seguire in questo primo salone
un sentiero da ricavare dal lato opposto della serie di grandi stalagmiti, le cosid-
dette STATUE allineate lungo l’asse maggiore della caverna, e riunirsi al percor-
so di andata presso il corridoio d’ingresso; tale sistemazione consentirebbe un
gradevole diversivo al pubblico dei visitatori, ed offrirebbe inoltre una duplice
visione dell’imponente prima sala sotterranea, la maggiore di tutte dopo la
“GRAVE”.
Il sentiero seguirà poi il grande corridoio di accesso alla seconda sala, dove giu-
dicherei opportuno un parziale spianamento della frana che si eleva nell’angolo
sud orientale, per non dare al pubblico l’impressione di possibili nuovi crolli dalla
volta. Nel resto delle grotte, il sentiero dovrebbe seguire approssimativamente l’as-
se principale sino alla depressione di sei metri, all’orlo superiore della quale
sarebbe opportuno creare un posto di sosta per il pubblico, affinché gli sia consen-
tito di ammirare convenientemente illuminato, il rimanente delle grotte (la cui
sistemazione farà parte di un secondo piano di opere) e la cavernetta ricca di sta-
lattiti che si apre in questo punto.
Una galleria artificiale di pochi metri di lunghezza, attraversando il diaframma
roccioso che separa il tronco principale dalla diramazione laterale della fonta-
na monumentale, consentirà la visita di un ulteriore tratto laterale di grande
interesse per l’abbondanza delle decorazioni naturali stalagmitiche e stalattiti-
che.
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
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William Formicola
Fiera del Levante, manifestazione che avrebbe garantito la presenza sul territo-
rio di comitive tali da poter determinare un importante flusso turistico. Le opere
di viabilità interna prevedevano in primo luogo la sistemazione del cono detriti-
co della Grave e quindi la realizzazione di un percorso che sfruttasse sia lo svi-
luppo naturale del sistema, che la realizzazione di piccole gallerie artificiali nei
punti in cui si rendevano necessarie per il superamento di alcuni diaframmi roc-
ciosi. Il Prof. Anelli aveva previsto ogni aspetto della percorribilità delle grotte,
ivi compresi itinerari di ritorno diversi da quelli di andata, e zone di staziona-
mento dei visitatori da cui avrebbero potuto ammirare la bellezza di alcuni
determinati ambienti.
Una particolare attenzione è dedicata anche alla realizzazione di opere protet-
tive all’interno delle grotte (“opportune ringhiere di ferro”), sia per evitare l’even-
tuale allontanamento dei visitatori dal percorso turistico, sia per preservare le deli-
cate concrezioni. Parimenti, risultava necessario provvedere anche in superficie,
per ragioni di sicurezza, a delimitare l’imbocco della Grave, mantenendo la vege-
tazione esistente sviluppata sull’orlo dell’apertura, e che nello stesso tempo con-
sentisse ai visitatori di poter ammirare anche dall’alto, senza alcun rischio, le
dimensioni di questo spettacolare ambiente.
Le opere di illuminazione avrebbero dovuto essere realizzate tenendo conto di
alcuni particolari accorgimenti fra cui la collocazione della rete elettrica che andava
nascosta il più possibile, in maniera da determinare un impatto minimo all’ambien-
te e non arrecare disturbo alla vista del turista. Il prof. Anelli suggeriva inoltre il
posizionamento delle fonti di illuminazione ed il dosaggio della luce in maniera che
si tenesse conto soprattutto degli effetti scenografici da conferire agli ambienti, per-
ché venisse messa in risalto la maestosità delle formazioni, in maniera da offrire agli
ambienti zone di luce e tratti in penombra.
Le indicazioni ed i suggerimenti del Prof. Anelli, come si avrà modo di rileva-
re in seguito, furono recepiti nel piano di interventi di cui al preventivo di spesa
redatto dall’Ing. Vincenzo Mininni divenendo, inoltre, impostazioni cardine del
programma progettuale del Comune di Castellana come dimostra un interessante
articolo pubblicato nel luglio del 1938 sul “Popolo di Roma” dal titolo
“Valorizzazione delle Grotte a Castellana” (Fig. 14).
È ovvio come, sia riguardo il felice intuito avuto sulle potenzialità turistiche
del sito, e sia per gli interventi di sistemazione turistica che erano stati proposti,
avesse giocato un’importanza fondamentale, oltre che il bagaglio di conoscenze
scientifiche in campo speleologico del Prof. Anelli, anche l’esperienza che questi
aveva acquisito sul campo come direttore delle Grotte di Postumia che avevano al
loro attivo un rilevante flusso di visitatori, ed erano ormai un modello di esperien-
ze consolidate per quanto atteneva l’infrastrutturazione delle grotte a fini turistici.
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Fig. 3 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 1 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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William Formicola
Fig. 4 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 2 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Fig. 5 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 3 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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Fig. 6 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 4 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Fig. 7 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 5 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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William Formicola
Fig. 8 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 6 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Fig. 9 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 7 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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William Formicola
Fig. 10 - Prof. F. Anelli “Relazione sullo sviluppo del sistema sotterraneo della Grave di Castellana
e delle opere per una valorizzazione ai fini turistici” - Pag. 8 (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta
1, Fasc. 6).
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Il preventivo di spesa redatto dall’Ing. Vincenzo Mininni allegato alla nota del
Podestà (e che faceva da corollario alla relazione del Prof. Anelli), era articolato
in undici punti dei quali, solo tre riguardavano opere da realizzarsi in grotta men-
tre tutti gli altri concernevano interventi da eseguirsi all’esterno, fra cui gli espro-
pri dei terreni circostanti (sia per la sistemazione dell’area che per l’allargamento
della strada di accesso), le recinzioni, la realizzazione di fabbricati, ecc. Le opere
riguardanti il sistema ipogeo erano sostanzialmente tre: gli scavi della trincea e
della galleria di accesso alle grotte, la sistemazione interna della Grave, e l’im-
pianto di illuminazione delle vie di accesso e del percorso interno. Tali spese
ammontavano complessivamente a meno di un terzo dell’importo totale del pre-
ventivo, mentre la gran parte dei costi riguardava le opere di superficie:
COMUNE DI CASTELLANA
===================
“LE GROTTE”
119
William Formicola
Fig. 11 - Preventivo sommario di spesa per l’accesso e sistemazione ai fini turistici allegato alla
relazione Prof. F. Anelli (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta 1, Fasc. 6).
120
La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Alla nota del Podestà di Castellana del 14 aprile 1938 diretta all’Ammi-
nistrazione Provinciale di Bari, fecero eco in breve tempo diverse sollecitazioni da
parte di altre istituzioni pubbliche, fra cui quella dell’Ente Provinciale per il
Turismo inoltrata in data 15 aprile ed -a distanza di dieci giorni- quella della Regia
Prefettura di Bari del 25 aprile. Entrambe miravano a sostenere la richiesta del
Comune di Castellana per l’ottenimento del necessario sostegno finanziario da
parte dell’Amministrazione Provinciale di Bari.
La nota dell’Ente Provinciale per il Turismo,14 a firma del suo presidente On.
Avv. C. Schirone, caldeggiava vivamente l’accoglimento dell’istanza del Comune
di Castellana proprio per favorire l’incremento turistico della zona, e ciò anche in
considerazione del fatto che era stato proprio l’Ente Provinciale per il Turismo di
Bari ad invitare il Prof. Anelli ad effettuare i sopralluoghi ricognitivi nelle grotte
del territorio, per verificarne le potenzialità di sfruttamento turistico dell’area:
Al Ill/mo Preside
dell’Amministrazione Provinciale
Bari
121
William Formicola
Fig. 12 - Nota del Ente Provinciale per il Turismo di Bari del 15 aprile 1938 prot. n. 3352 (ASPBa,
Cat. Sport e Turismo, Busta 1, Fasc. 6).
122
La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Alla richiesta dell’Ente Provinciale del Turismo seguì a breve, il 25 aprile, una
nota della Regia Prefettura di Bari diretta al Preside dell’Amministrazione
Provinciale, con cui il Prefetto scriveva: “Mi viene riferito che il Podestà del Comune
di Castellana ha chiesto alla S.V. un sussidio per concorrere alla spesa della sistema-
zione delle “Grotte”. Nulla osta da parte mia per il favorevole accoglimento della
richiesta in parola”.16 Probabilmente, sia alla richiesta dell’Ente Provinciale del
Turismo che a quella della Prefettura non giunse alcuna risposta, tanto che il 2 giu-
gno il Prefetto tornò a scrivere, questa volta indirizzando la nota anche al Consiglio
Provinciale delle Corporazioni ed alla Fiera del Levante chiedendo, con tono abba-
stanza perentorio, di conoscere quali decisioni la Provincia avesse assunto: “Con rife-
rimento alla mia lettera pari numero del 25.4.u/s., prego far conoscere la Vostra deci-
sione in merito alla richiesta del Podestà di Castellana e relativa all’oggetto”.17
Solo dopo quest’ulteriore sollecito, poco meno di una settimana, in data 8 giu-
gno18 la Provincia si decise a rispondere al Prefetto, purtroppo in termini negativi:
Prefetto
Bari
A S.E. sono note le condizioni del bilancio di quest’Amministrazione, come pure
sono note le falcidie dovute apportare a parecchie spese anche di carattere obbli-
gatorio, per contenere quest’anno l’aumento della sovrimposta nei limiti di due
milioni di lire.
Devo però aggiungere che per i lavori in corso per la manutenzione dei tronchi
di strade provinciali già bitumati quest’Amministrazione dovrà andare incontro ad
una rilevante spesa che supera la somma prevista in bilancio, per cui sarà neces-
sario ricorrere alla utilizzazione di tutte le risorse disponibili.
In conseguenza, pur plaudendo all’iniziativa, mi rincresce far presente che per
la sistemazione delle grotte di Castellana quest’Amministrazione non può concede-
re alcun contributo.
Trattandosi di una scoperta di importanza nazionale sia dal lato turistico che
speleologico, dovrebbe essere richiesto l’intervento governativo, data la entità
della spesa che non potrebbe essere coperta i con contributi degli enti locali.
IL PRESIDE
16
La nota della Prefettura di Bari del 25 aprile 1938-XVI° prot. n. 889 Gab., diretta al Sig. Preside
dell’Amministrazione Provinciale, ha per oggetto: Castellana - Sistemazione delle Grotte. La nota per-
venne alla Provincia in data 27 aprile 1938, come dal timbro di arrivo, ed assunta al protocollo al nr.
7622. Sulla nota è riportata una annotazione con inchiostro rosso: “Coi precedenti conferire”.
17
Quest’altra nota della Prefettura reca la data del 2 giugno 1938-XVI° e stesso protocollo della pre-
cedente (889 Gab.), ed è diretta all’Ill.mo Sig. Preside dell’Amm/ne Prov.le, all’Ill.mo Sig. Direttore
Consiglio Prov. Corporaz., ed all’On. Sig. Presidente della Fiera del Levante con lo stesso oggetto
della nota precedente.
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La nota dell’Amministrazione Provinciale è dell’8 giugno 1938-XVI° prot. n. 9909; è diretta al
Prefetto di Bari, e reca annotato in calce, a lapis rosso: “al Rettorato dopo che Comune avrà man-
dato delibera”.
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William Formicola
Fig. 13 - Minuta della nota della Provincia dell’8 giugno 1938 prot. n. 9909 indirizzata al Prefetto
di Bari - Prima pagina (ASPBa, Cat. Sport e Turismo, Busta 1, Fasc. 6).
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
CASTELLANA, 30. - Dopo alcuni mesi, da quando il dr. Anelli, del R. Istituto
Speleologico di Postumia, scoprì il vasto sistema di «Grotte», l’Amministrazione podesta-
rile ha approntato i vari progetti delle opere che sono necessarie per renderle accessibili
ai visitatori, assecondando in ciò i desideri della popolazione, che nella, valorizzazione
delle bellezze naturali nascoste nel sottosuolo può trarne benefici economici insperati. I
progetti sono stati compilati dal valoroso ing. Vincenzo Mininni, che con genialità ha
risolto le varie difficoltà che presentano la profondità delle Grotte e la natura calcarea del
terreno.
Scartato l’accesso diretto dalla bocca della voragine, che sarebbe stata deturpata, si
è progetta la costruzione di una galleria sotterranea da scavarsi nella roccia compatta del
sottosuolo, iniziando lo scavo da una naturale dolina che ha una depressione di circa nove
metri rispetto alla bocca della voragine. Un tratto della galleria segue in trincea con la
pendenza del 25 per cento e un altro in galleria con dolce pendio, superando nella lun-
ghezza 84 metri il dislivello di oltre 27 metri.
La galleria verrà a sboccare su una delle pareti della voragine, presentando così al
visitatore la prima grande visione nella sua grandiosa e rude bellezza.
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William Formicola
Mentre riguardo a questa fase le carte della Provincia di Bari si fermano alla
nota di diniego del contributo dell’8 giugno 1938, è interessante notare quante
importanti informazioni è in grado di fornirci l’articolo sull’evoluzione che ebbe
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
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William Formicola
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Così, guidati dal fioco lume di una lanterna da minatore il Matarrese vi guida attra-
verso il tunnel fino al fondo della «Grave», un larghissimo cratere a forma d’imbuto che
lascia lo spettatore giù, piccino, piccino, al cospetto dell’immensità, che mentre si allar-
ga al fondo, discopre alla sommità le graziose creste degli arbusti di lentisco e di querce
che coronano la voraggine ed un grazioso spiraglio di luce opalino, il solo, perchè in tutto
il resto le grotte sono dominate da un buio pesto. Il paesaggio dantesco è qui largamente
rappresentato.
Dopo i primi momenti di smarrimento il visitatore cerca di riaversi dalle prime sensa-
zioni e si orienta, la voce della guida, vi ammonisce -di qui- non vi siete ancora orienta-
to ed egli vi mostra una larghissima fenditura rocciosa di colore nerastro: -È l’ingresso
delle «grotte»- immensa ferita prodotta nel duro sasso, che dopo un breve tratto si restrin-
ge. Siamo in pieno buio, ove la luce della lanterna e quella dei bengala sembra una irri-
sone, si è avvolti nelle tenebre più fitte.
Ma dopo aver superato questo breve andito si è al cospetto di una meravigliosa sala
tutta rivestita di stalagmiti emergenti nelle forme più varie, alcune tozze, alte, a forcella,
a candelabro, a forma umana, ad arabesco, la natura si è sbrigliata nella maniera in con-
creta, le pareti sono spoglie, ma dei massi enormi sporgenti ostruenti i passaggi e le feri-
toie v’incutono un senso misterioso di godimento e di paura favorito dal buio che innan-
zi si distende lungo, interminabile, infinito.
Poi il viottolo si restringe, un passaggio obbligato costringe il visitatore a piegarsi, si
pensa che le meraviglie siano finite, si tornerebbe indietro, se dopo pochi i(s)tanti un feno-
meno tutto nuovo e diverso viene offerto allo sguardo, un’altra grotta immensa, tutta luc-
cichii, come lucciolette, e poi grappoli infiniti di stalattiti e stalagmiti concertati insieme
in forme inafferrabili. Una selva di punte emergenti e discendenti sorprendono, così di
subito, si ha quasi paura di avventurarsi in quella selva di punte aguzze che si parano
davanti ai vostri passi mentre in altri sembrano come se volessero ferirvi, la guida ricor-
da che in questa sola le formazioni stalagmitiche erano tante che per creare il viadotto è
stato indispensabile sacrificarne parecchie mentre in fondo la sala è ornata da un larghis-
simo tappeto trapunto finemente da dare l’impressione che toccandone possa disfarsi.
Più in là ci si immette in un’altra sala, anch’essa ricchissima di meraviglie natura-
li, sempre creazioni operate dalla infiltrazione attraverso le pareti, ma nuovissime, sono
grappoli di stalattiti a forma di nastri uniti assieme come un nodo di trine aggroviglia-
te di una tenuità diafana e di un roseo evanescente tanto che la guida contrappone lo
scarso lume della lanterna attraverso i crepacci della roccia e la luce filtra e s’illumi-
na di colori svariati, poi le creazioni sono intercalate da alcune formazioni aghiformi di
una bellezza ammirevole, e qua e là crepacci e fenditure improvvise che vi lasciano pen-
sare come se attraverso quelle meraviglia dovesse da un momento all’altro affacciarsi
di sorpresa il visino di una graziosa fatina o il corpo di qualche piccolo gnomo abita-
tore del regno incantato.
Ma ancora una sorpresa corona, la fatica, spesso invincibile del venturoso, un laghet-
to dai margini di smalto e dalle acque cristalline.
Ne riparleremo ancora sicuri di far cosa gradita ai lettori del nostro giornale ferman-
do le impressioni di meraviglia che i cento visitatori hanno oggi riportate.
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William Formicola
È impressionante pensare come, dalla scoperta del sistema carsico avvenuto alla
fine di gennaio del 1938, si sia giunti in soli nove mesi alla -pur se parziale- fruibi-
lità del sito: in pochi mesi fu dunque realizzato il tunnel di accesso lungo quasi cento
metri che, a novembre dello stesso anno era già agibile, tanto da permettere la visi-
ta delle autorità. Non sembra fosse stato ancora realizzato l’impianto di illuminazio-
ne, come si evince dalla narrazione del giornalista (che afferma essere già sceso in
precedenza, diverse volte, con Vito Matarrese), dove viene riferito l’uso di “lanter-
ne” e “bengala” per l’illuminazione degli ambienti durante il sopralluogo.
Si tratta di una descrizione sicuramente dai toni enfatici, appassionata e molto
suggestiva, ricca di rievocazioni dantesche, similitudini con ambienti fantastici,
immaginifici e meravigliosi, ma in grado di fornirci comunque un quadro chiaro
della situazione: il percorso interno alle grotte era quasi del tutto completato; viene
addirittura riferito della creazione di un viadotto artificiale realizzato sacrificando
alcune concrezioni, poiché indispensabile per consentire il passaggio dei visitatori.
La visita del Prefetto, ma soprattutto la presenza del Segretario Federale dei
Fasci di Combattimento di Bari, Giovanni Costantino, fu la chiave di volta per lo
sblocco delle situazioni di stallo che vertevano sui diversi fronti sui quali era
impegnato il Comune di Castellana per l’ottenimento dei finanziamenti necessa-
ri alla realizzazione delle opere previste dal progetto di valorizzazione nel suo
complesso.
Immediatamente, con impressionante tempestività, il giorno dopo la visita alle
Grotte, il 26 novembre 1938 il Segretario Federale dei Fasci Giovanni Costantino
scriverà19 al Preside dell’Amministrazione Provinciale Avv. Antonio De Palma
sollecitando la concessione di un contributo di 100.000 lire per la sistemazione
delle Grotte:
Al Fascista Avv. ANTONIO DE PALMA
Preside Amministrazione Provinciale
BARI
IL SEGRETARIO FEDERALE
(Giovanni Costantino)
19
La nota della segreteria politica della Federazione dei Fasci di Combattimento di Bari del 26
novembre 1938-XVII° prot. 873/38.3, diretta al Preside dell’Amministrazione Provinciale cui giun-
se il 30 novembre, ha una sottolineatura a lapis rosso, ed una annotazione: “Bilancio ‘39”.
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
Fig. 16 - Nota della Federazione dei Fasci di Combattimento di Bari del 26 novembre 1938 (ASPBa,
Cat. Sport e Turismo, Busta 1, Fasc. 6).
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William Formicola
Poche, scarne righe, molto lapidarie, ma scritte in uno stile inequivocabile che
non concedeva difetti di interpretazione: questa volta era il segretario federale dei
fasci che si rivolgeva in primo luogo al “Fascista” Avv. Antonio De Palma, e quin-
di solo in seconda istanza anche al “Preside dell’Amministrazione Provinciale”.
Nessun giro di parole, ma una richiesta chiara al “Fascista” De Palma, di esami-
nare “con ogni benevolenza” la concessione di un contributo finanziario la cui
richiesta -per la prima volta negli atti- veniva anche quantificata nel suo importo.
Il Segretario Federale restava, dunque, in attesa di “cortesi notizie” che non pote-
vano lasciare equivoci su come dover procedere.
È inutile dire quale effetto ebbe la lettera del Federale Costantino sulle determi-
nazioni che l’Amministrazione Provinciale andò ad assumere di lì a poco: inverten-
do completamente la tendenza manifestata con le lettere di diniego inviate l’estate
precedente sia al Podestà di Castellana che al Prefetto, pur senza non poche difficol-
tà e ritrosie, la Provincia concederà il contributo di 100.000 lire che il Comune di
Castellana riuscirà ad avere, solo a titolo di anticipazione, nella metà del 1939. Del
resto, l’annotazione a lapis sulla nota “Bilancio ‘39” era già il segno tangibile della
ineluttabilità della decisione che la Provincia sarebbe andata ad adottare.
L’abilità del Comune di Castellana a saper tessere e coltivare contatti istituzio-
nali stava premiando gli sforzi che la collettività locale aveva intrapreso sin dal
momento della scoperta delle Grotte. È davvero curioso leggere sulla carta inte-
stata della Federazione dei Fasci su cui aveva scritto il Federale Giovanni
Costantino, una frase impressa sullo sfondo: si tratta di uno dei tanti motti attri-
buiti a Mussolini che il fascismo aveva coniato per alimentare la propaganda: “Se
mi spaccherete il cuore troverete scolpita una parola sola: VOLONTÀ”. E fu pro-
prio quella forte volontà e tenacia, non senza intuito e lungimiranza, che contrad-
distinse l’azione del Comune di Castellana dopo la scoperta delle grotte, risorsa
che caratterizzò così intensamente lo sviluppo di quel territorio tanto da determi-
nare circa dieci anni dopo, nel 1950, la modifica della denominazione del
Comune, da “Castellana” in “Castellana Grotte”.
Ma non fu solo questa la più importante novità: già nel corso del II° Congresso
Nazionale di Speleologia, svoltosi nell’ottobre del 1948 ad Asiago, venne accolta
favorevolmente la proposta del Prof. Anelli di ricostruire l’Istituto Italiano di
Speleologia in una regione del mezzogiorno di particolare importanza per gli studi
sul carsismo superficiale e sotterraneo; ciò in quanto era necessario ricostituire la
prestigiosa istituzione italiana in altra sede, a seguito delle vicende dell’occupazio-
ne tedesca di Postumia avvenuta nel 1943. La proposta trovò conferma anche nel
successivo Congresso del 1949, anno in cui le Grotte di Castellana iniziavano una
rapida ascesa che le fecero meritare l’appellativo di “Nuova Postumia d’Italia”:
nessun’altra sede avrebbe trovato un consenso così generale come Castellana,
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La scoperta delle Grotte di Castellana nei documenti dell’Archivio Storico della Provincia di Bari
anche in ragione della vicinanza al capoluogo, sede universitaria con una prestigio-
sa Facoltà di Scienze. Fu così che il 21 ottobre del 1950 nel corso della solenne riu-
nione del IV° congresso di Speleologia, tenutosi a Bari in quell’anno,20 con voti
unanimi fu approvata la proposta del Sen. Prof. Michele Gortani -Presidente del
comitato scientifico del convegno- di costituire presso le Grotte di Castellana la
sede dell’Istituto Italiano di Speleologia.
Riferimenti iconografici
Figure 1-16: Archivio Storico della Provincia di Bari (Foto: William Formicola).
Figura 17: Archivio Storico del CARS.
20
Cfr., F. Anelli, Per la ricostruzione presso le Grotte di Castellana dell’Istituto Italiano di Speleologia,
in Atti e Relazioni dell’Accademia Pugliese delle Scienze, Vol. XI parte II, Anno 1953, pp. 31-40.
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