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SANGUE E TESSUTO LINFOIDE

TESSUTO CONNETTIVO SPECIALIZZATO


Tessuto connettivo specializzato caratterizzato da
una matrice extracellulare fluida che scorre in un
in un SISTEMA CIRCOLATORIO CHIUSO

-TRASPORTO O2 DAI POLMONI AI TESSUTI E DI CO2


DAI TESSUTI AI POLMONI
-FUNZIONE TROFICA
-TRASPORTO ORMONI
-TERMOREGOLAZIONE
-TRASPORTO SCARTI VERSO ORGANI ESCRETORI
-DIFESA specifica e aspecifica
-OMEOSTASI
Di colore variabile dal rosso rubino al rosso violaceo a
seconda della quantità di ossigeno legato all'emoglobina;

Il sangue è formato
da una parte liquida, detta plasma
da una parte corpuscolata, costituita da cellule o frammenti di
cellule

La percentuale corrispondente alla parte corpuscolata è detta


ematocrito ed è legata, in condizioni normali, al numero e al
volume dei globuli rossi (eritrociti) circolanti.
PLASMA sostanza intercellulare liquida non elaborata
dalle cellule del sangue, in costante scambio con i
liquidi interstiziali di tutti i tessuti del corpo formato per
il 90% da H2O contiene proteine (albumina, globuline,
fibrinogeno le principali)oltre a glicoproteine,
lipoproteine, aa, glucosio, urea, trigliceridi,
colesterolo, ormoni, enzimi, vitamine, ferro e iodio,
elettroliti.

ELEMENTI FIGURATI la loro formazione (emopoiesi)


avviene nel midollo osseo (nella fase embrionale e
fetale fegato, timo e sacco vitellino fungono da
organi emopoietici, divisi in globuli rossi, bianchi e
piastrine.
PIASTRINE O TROMBOCITI sono frammenti
citoplasmatici senza nucleo dei
MEGACARIOCITI hanno forma di piccoli dischi
e una vita media di 10 gg.
L’attivazione delle piastrine avviene quando
un danno alla parete vasale espone i
componenti sub endoteliali specialmente il
collagene.
Le piastrine aderiscono all’area danneggiata
e diventano coesive ad altre piastrine.
Questa aggregazione porta alla formazione di
un tappo piastrinico o coagulo che impedisce
ulteriore perdita di sangue e l’inizio del
processo di riparazione attivando fibrinogeno
che diventa fibrina.
Globuli rossi o Eritrociti o Emazie

-uomo circa 5milioni/mm3 – donna circa


4.5milioni/mm3
-In tutti i mammiferi hanno forma di disco biconcavo,
sono privi di nucleo e di organelli citoplasmatici.
-Flessibili e deformabili, passano attraverso i capillari.
-Vita media 120gg, durante i quali diventano meno
deformabili e tendono ad assumere forma sferica.
-Gli eritrociti vecchi lasciano il circolo sanguigno e
passano nella milza (organo di smaltimento)e in
misura minore nel fegato.
EMOGLOBINA

Il citoplasma degli eritrociti contiene una soluzione concentrata di


Emoglobina Hb, in equilibrio osmotico con il plasma circostante.
E’una cromoproteina formata da 4 subunità formate GLOBINE ed
un gruppo EME contenente al centro un atomo di Fe2+.
Negli alveoli polmonari l’Hb lega in modo reversibile l’ossigeno O2
agli atomi di ferro (ossiemoglobina) nei capillari arteriosi l’O2 si
stacca e diffonde attraverso il plasma e fluisce in tutti i tessuti.
La CO2 proveniente dal metabolismo delle cellule diffonde nella
direzione opposta dai tessuti al sangue ed è trasporata ai polmoni
in 3 modi diversi:
1) legata all’Hb libera nel plasma
2) sotto forma di bicarbonati
3) legata ai globuli rossi
Nel midollo osseo gli eritroblasti nucleati
hanno intensa attività di sintesi proteica.
Perdono quasi tutto il citoplasma prima di
essere immessi nel circolo.
Gli eritrociti immaturi immessi nel circolo
sono detti reticolociti, conservano per circa
24 h i ribosomi e l’mRNA residui, in modo da
sintetizzare emoglobina.
GLOBULI BIANCHI o LEUCOCITI

Il loro numero è più alto alla nascita, sono


cellule complete ed hanno funzioni di difesa
dell’organismo che svolgono nel tessuto
connettivo.
Utilizzano il circolo sanguigno come mezzo di
trasporto
I leucociti invecchiati sono eliminati dal
torrente circolatorio tramite i macrofagi
localizzati nella milza e nel fegato, ma i
leucociti morti nel tessuto connettivo
vengono fagocitati dai macrofagi in loco.
Sulla base della morfologia del nucleo e del
tipo di granuli citoplasmatici presenti si
distinguono due tipi di globuli bianchi:

GRANULOCITI:
neutrofili 55-70% (fagociti), acidofili 2-4
%(fagociti), basofili 0.5-1% (esocitosi eparina
e istamina)
AGRANULOCITI:
monociti ,linfociti
AGRANULOCITI
Cellule capaci di dividersi, non possiedono granuli
specifici.
MONOCITI
Costituiscono il 3-8% dei gl.bianchi
Sono le cellule più grandi del sangue.
Nucleo eccentrico e reniforme, citoplasma abbondante
Cellule mobili e fagocitarie
Richiamate dalla presenza di materiale necrotico
(spazzano i detriti cellulari derivanti dalla distruzione nei
tessuti in seguito ad infezione)e microrganismi invasivi
QUANDO ARRIVANO NEL TESSUTO CONNETTIVO MUTANO
IN MACROFAGI in grado di rilasciare citochine dopo
l’attivazione, coordinano le reazioni infiammatorie e
difensive e la riparazione tissutale.
LINFOCITI
rappresentano il 20-40% dei leucociti circolanti.
Sono cellule mobili
Entrano nel connettivo e nel tessuto epiteliale NON
FAGOCITANO.
In grande quantità negli organi e tessuti linfoidi e nella
linfa.
Sono responsabili dei meccanismi di difesa immunitaria
Originano nel midollo osseo (precursori) ma si
differenziano e maturano negli organi linfoidi centrali timo
(T) e midollo osseo (B e NK)
B e T presentano sulla membrana plasmatica RECETTORI
PER L’ANTIGENE i B creano milioni di cloni di se stessi.
LINFOCITI B
Cellule effettrici dell’immunità umorale o mediata da
anticorpi.
Quando attivati dallo specifico antigene, subiscono una
serie di divisioni cellulari formando PLASMACELLULE che
producono anticorpi (immunoglobuline) che si legano
all’antigene che li ha indotti.
Il legame antigene anticorpo facilita l’azione delle
cellule fagocitarie che distruggono l’antigene.
Gli altri linfo B differenziano in cellule B memoria.
Successive esposizioni delle cellule memoria allo
specifico antigene inducono una risposta più veloce e
maggiore (principio del vaccino).
LINFOCITI T
Sono cellule effettrici dell’immunità cellulo-
mediata, a differenza dell’immunità umorale
implica l’interazione diretta dei linfociti con
l’antigene di membrana della cellula estranea.
T-HELPER aiutano le altre cellule del S.I. ed i
macrofagi a svolgere le loro funzioni effettrici
T-CITOTOSSICI secernono sostanze che uccidono
le cellule bersaglio infettate
NK non presentano recettori per l’antigene ma
attaccano cellule infette già riconosciute dai
linfociti B
ORGANI EMOPOIETICI ED ORGANI
LINFOIDI NELL’ADULTO
Il termine EMOPOIESI si riferisce alla
formazione e alla maturazione degli
elementi corpuscolati del sangue a partire
dai loro precursori.

I globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine derivano da un'unica cellula


staminale emopoietica pluripotente. La cellula staminale pluripotente
può seguire linee di maturazione morfologicamente e funzionalmente
diverse, a seconda del condizionamento determinato dal tipo di stimolo
o di mediatore presente.
Questa procede verso due direzioni principali:

LA LINFOPOIESI linfociti B, T e NK
LA MIELOPOIESI processo che porta alla produzione di granulociti,
monociti, megacariociti-piastrine, globuli rossi maturi.
Il MIDOLLO OSSEO è un tessuto molle che occupa i canali delle ossa lunghe e la fascia
centrale delle ossa piatte. È formato da midollo osseo giallo e da un tessuto emopoietico
rappresentato dagli elementi precursori delle cellule ematiche midollo osseo rosso.

Due tipi di midollo osseo: il midollo osseo rosso (costituito principalmente da tessuto
mieloide) e il midollo osseo giallo (costituito soprattutto da tessuto adiposo che ne
determina il colore).

Globuli rossi, piastrine e la maggior parte dei leucociti sono prodotti nel midollo rosso,
alcuni leucociti si sviluppano nel midollo giallo.
Entrambi i tipi di midollo osseo contengono una grande quantità di vasi sanguigni.

Il midollo osseo, alla nascita, è costituito completamente da quello di tipologia rossa.


Crescendo, gran parte di questo viene convertito in midollo osseo giallo.

Il midollo osseo rosso si trova principalmente nelle ossa piatte come il cranio, vertebre,
scapole, e nel tessuto spugnoso delle epifisi delle ossa lunghe, come il femore e l'omero.

Il midollo giallo si trova invece nella diafisi delle ossa lunghe.

Nel caso di una grave emorragia, l'organismo è in grado di riconvertire il midollo giallo in
quello rosso, al fine di incrementare la produzione delle cellule del sangue.
Sistema linfoide
Il sistema linfoide fa parte del sistema
circolatorio e del sistema immunitario;
comprende una rete di vasi linfatici che
trasportano verso il cuore un liquido chiaro
chiamato linfa.

IL SISTEMA LINFATICO NON È UN


SISTEMA CHIUSO

ll sistema linfatico ha molteplici funzioni


interdipendenti:

- Rimozione del liquido interstiziale dai


tessuti
- Assorbimento e trasporto degli acidi
grassi dal sistema digestivo
- Trasporto dei globuli bianchi da e verso i
linfonodi
- La linfa trasporta cellule presentanti
l'antigene, fino ai linfonodi dove è
stimolata la risposta immunitaria.
TESSUTO MUSCOLARE
È responsabile dei movimenti volontari ed involontari
del corpo, ed è composto da tessuto liscio e striato
volontario.

3 tipi di tessuto muscolare

- Il tessuto muscolare striato o scheletrico, di tipo


volontario.

- Il tessuto muscolare liscio, di tipo involontario.

- Il tessuto muscolare cardiaco, striato ma di tipo


autocontrattile.
MUSCOLO STRIATO
SCHELETRICO

Il tessuto muscolare striato


scheletrico forma i muscoli
inseriti sullo scheletro ed è
costituito da grossi elementi
polinucleati sinciziali (massa
citoplasmatica unica che
funziona sinergicamente)
denominati fibre muscolari.

È innervato dal sistema


nervoso cerebro-spinale e si
contrae sotto il controllo
della volontà.
I muscoli striati sono costituiti
da fasci di fibre muscolari
associati tra loro per mezzo
del tessuto connettivo.
Il muscolo nel suo insieme è avvolto da una
lamina connettivale, denominata epimisio o
perimisio esterno, che si continua con il tendine.
Il connettivo interstiziale in continuità con
l’epimisio che avvolge i fasci di fibre muscolari
prende il nome di perimisio; dal perimisio si
distaccano setti di connettivo reticolare che
inguainano ciascuna fibra muscolare
costituendo l’endomisio, costituito da connettivo
reticolare commisto a sostanza fondamentale
ricca di mucopolisaccaridi.

L’impalcatura connettivale consente ai fasci e


fascetti il reciproco scorrimento ed eventuali
contrazioni parziali e indipendenti; inoltre, essa
fornisce gli spazi connettivali idonei al
passaggio dei vasi e dei nervi propri del
muscolo; i vasi si risolvono in una ricca rete
capillare che avvolge ciascuna fibra
muscolare.
Le fibre collagene dei vari involucri si fondono
insieme alle due estremità del muscolo per
formare i tendini.
Un muscolo è formato da tante fibre
muscolari, che sono formate da tante
miofibrille, la cui unità funzionale è il
SARCOMERO
Una miofibrilla è costituita da una ripetizione longitudinale di unità funzionali
contrattili note come sarcomeri. Un sarcomero è la porzione di miofibrilla
compresa tra due linee Z, lunga 2-3 µm. La linea Z è una stretta banda
trasversale elettrondensa visualizzabile al microscopio elettronico, così
chiamata perché ha un caratteristico aspetto zigrinato. Sulla linea Z si
attaccano i filamenti di actina, cioè i filamenti sottili formati da actina, una
proteina filamentosa Durante la contrazione le linee Z si avvicinano al centro
del sarcomero. I filamenti spessi di miosina si trovano tra un filamento sottile e
quello sottostante e costituiscono la porzione centrale del sarcomero. Nella
porzione centrale del sarcomero non vi sono filamenti sottili, ma solo filamenti
spessi
Una miofibrilla è un aggregato di filamenti spessi e sottili, spesso 1-3 µm, disposto lungo l'asse
longitudinale di una fibra muscolare che ne rispetta la striatura trasversale e ne costituisce quella
longitudinale.

Dal punto di vista funzionale possiamo dire che esistono 2 tipi di fibre muscolari: lente e veloci (o
rapide).
Le prime sono anche dette fibre rosse perché i muscoli in cui prevalgono si presentano di colore
rosso scuro, a causa dell'abbondanza in questo tipo di fibre di mioglobina e dell'elevato livello di
capillarizzazione. Si presentano inoltre ricche di mitocondri.
Hanno la caratteristica di avere una maggior quantità di alfa actinina e delle altre proteine a
costituire linee Z ed un'"impalcatura" sarcomerica più abbondante.

Le fibre veloci sono invece dette bianche perché i muscoli in cui prevalgono si presentano più
chiari rispetto a quelli prevalentemente "rossi". Presentano quindi scarsa mioglobina e
capillarizzazione, oltre ad minor numero di mitocondri. Le fibre bianche hanno inoltre maggior
diametro e dimensioni maggiori delle rosse, come anche le loro giunzioni neuromuscolari. Dal
punto di vista enzimatico possiamo distinguere, in base all'attività ATPasica:

fibre di tipo 1: corrispondono alle fibre rosse, sono caratterizzate da bassa attività ATPasica. Si
contraggono lentamente e poco intensamente e tollerano maggiormente la fatica (sono dunque in
grado di mantenere la contrazione per un periodo piuttosto lungo). Presentano grandi quantità di
enzimi mitocondriali e producono ATP prevalentemente tramite la glicolisi aerobica e la
fosforilazione ossidativa ad essa associata.
fibre di tipo 2: corrispondono in generale alle fibre bianche, sono caratterizzate da elevata attività
ATPasica. Si contraggono rapidamente ed intensamente ma tollerano poco la fatica. Presentano
grandi quantità di enzimi glicolitici e producono prevalentemente ATP tramite la glicolisi
anaerobica.
Filamenti sottili:

G-ACTINA
TROPONINA I – C – T
TROPOMIOSINA
Miosina

CATENE LEGGERE
CATENE PESANTI
CODE
SITO DI ATTACCO ATP
SITO DI ATTACCO ACTINA
La muscolatura striata si contrae in
risposta ad uno stimolo volontario, lo
stimolo è trasmesso alla fibrocellula
mediante una particolare sinapsi tra
l'assone del neurone motore e la
fibrocellula, tale sinapsi si dice sinapsi
neuromuscolare o placca motrice.

In assenza di stimolo il muscolo si


rilascia.

UNITA’ MOTORIA costituita da un


motoneurone e dall'insieme delle
fibrocellule innervate dallo stesso; il
numero di fibrocellule costituenti l'unità
motoria può variare da muscolo a
muscolo. I muscoli volontari spesso
agiscono in coppie dette antagoniste,
vale a dire che un muscolo si contrae e
l'altro si rilassa (come ad esempio il
bicipite ed il tricipite nel braccio) ma
può darsi il caso che ambedue i muscoli
di una coppia si contraggano per
rendere stabile una articolazione.
Il sarcolemma delle fibre muscolari striate presenta invaginazioni, dette tubuli T, strettamente
associate al reticolo sarcoplasmatico e fondamentali per la contrazione muscolare.

l reticolo sarcoplasmatico circonda ciascun gruppo di miofibrille all'interno del sarcoplasma


ed è il principale deposito di Ca2+ intracellulare. Il reticolo sarcoplasmatico è così
strutturato: a livello della giunzione tra la banda A e la I è presente una cisterna, detta
terminale, dalla quale si dipartono tubuli (disposti longitudinalmente) che confluiscono in
una cisterna fenestrata centrale. Alla confluenza di due cisterne terminali è presente una
formazione tubulare detta tubulo T, ovvero una invaginazione del sarcolemma il cui lume
comunica con l'ambiente extracellulare,
Lo stimolo alla contrazione, propagato attraverso le fibre nervose, giunge al bottone sinaptico dove determina il
rilascio del neurotrasmettitore (solitamente acetilcolina).

L'acetilcolina funge da ligando per alcuni canali del Na+ ligando dipendenti; causandone l'apertura, determina una
depolarizzazione della membrana plasmatica della fibra.

Questa prima depolarizzazione, detta potenziale di placca (70 mV), causa a sua volta l'apertura di canali ionici per il
Na+ voltaggio-dipendenti, quindi l'insorgere del potenziale d'azione.

Il potenziale d'azione, propagandosi lungo la membrana della fibra muscolare, causa l'apertura dei canali a livello
dei tubuli T.

L'apertura dei canali diidropiridinici causa, tramite cambiamenti conformazionali, l'apertura dei recettori rianodinici,
canali ionici del Ca2+ situati a livello del reticolo sarcoplasmatico (compartimento cellulare in cui il Ca2+ è
solitamente sequestrato tramite apposite proteine).

Dal reticolo sarcoplasmatico il Ca2+ diffonde per tutta la cellula, raggiungendo ogni miofibrilla

Il Ca2+ va a legarsi alla troponina, sulla subunità C; così facendo determina un cambiamento conformazionale che
causa il trascinamento della subunità T, legata a sua volta alla tropomiosina.
Questo movimento lascia libero il sito d'attacco per la miosina sull'actina, prima occupato dalla tropomiosina.

La liberazione del predetto sito sull'actina dà il via alla fase di contrazione vera e propria. Lo scorrimento della miosina
ed i suoi cambiamenti conformazionali, cause primarie della contrazione del muscolo, sono essenzialmente dovute
alla diversa affinità della proteina per actina, ATP e ADP.

Durante lo scorrimento le teste di miosina si legano a quelle di actina con una precisa angolazione di 45°. Nella fase
di rilassamento, invece il procedimento sarà il contrario.
Possiamo suddividere la contrazione e il
rilassamento muscolare in tre fasi principali,
la contrazione
il rilassamento
la fase latente: fase che segue lo stimolo, ma
nella quale non c'è risposta.

Questo complesso sistema di reazioni chimiche


determinerà lo scorrimento di un filamento
sull'altro, e quindi la contrazione del sarcomero.
A seguito della contrazione la troponina rilascia
ioni Ca2+ che tornano nel reticolo
sarcoplasmatico.

VIDEO: CONTRAZIONE MUSCOLARE


Il tessuto muscolare cardiaco è composto da particolari cellule
dette 'cardiomiociti', che non sono sincizi come nel caso delle
fibre muscolari striate ma elementi cellulari più piccoli e
generalmente mononucleati con nucleo disposto centralmente
ma striatura analoga alle fibrocellule scheletriche. La forma del
cardiomiocite è cilindrica ma le cellule spesso si biforcano alle
estremità formando una rete tridimensionale. I siti di attacco tra
le cellule muscolari cardiache sono detti dischi intercalari. I
costituenti maggioritari della componente trasversale del disco
intercalare (che attraversa le fibre ad angolo retto) sono dei
complessi giunzionali detti fasciae adaerentes, le quali tengono
unite le cellule muscolari cardiache alle estremità per formare le
fibre muscolari cardiache funzionali.

Nei cardiomiociti la contrazione non è volontaria ma spontanea,


cosicché la funzione del sistema nervoso autonomo che innerva
il cuore è esclusivamente legata alla modulazione della
frequenza della contrazione che è trasmessa da una particolare
formazione detta nodo seno-atriale ed è trasmessa all'intero
miocardio dal sistema di conduzione del cuore.

Nei cardiomiociti il reticolo sarcoplasmatico assume una


struttura leggermente diversa rispetto a quella presente nel
tessuto muscolare striato scheletrico; mancano, infatti, le
cisterne terminale e fenestrata centrale ma sono presenti tubuli
longitudinali che tramite delle estroflessioni si affrontano ai tubuli
T formando le diadi del reticolo.
Differisce dal muscolo scheletrico per diversi aspetti. Le cellule
del muscolo cardiaco mancano del sistema a "T" e non esiste un
diretto accoppiamento fra la membrana plasmatica ed il
reticolo sarcoplasmatico.

La membrana plasmatica contiene molti canali del calcio, che


si aprono e permettono al Ca 2+ di entrare nella cellula e
attivare la contrazione anche se la quantità non è sufficiente.

Il potenziale d'azione cardiaco varia nella sua configurazione


nelle diverse parti del cuore

Questo iniziale ingresso di Ca2+ permette ad una molecola


diversa da quella del muscolo scheletrico di liberare Ca2+ dal
SR, dando origine a un'onda secondaria e di maggiori
dimensioni di Ca2+ libero.

Poiché queste molecole sono attivate, esse stesse da CA2+ La


contrazione cardiaca può essere considerata un evento di tipo
rigenerativo "tutto o nulla" e perciò definito "Liberazione del
Calcio mediata da Calcio".

L'ingresso iniziale di Ca2+ che attiva questa situazione è


dipendente dalla durata del potenziale d'azione e dal
funzionamento dei canali del tipo L di membrana.
La maggior parte del miocardio è contrattile, ma circa l'1% delle cellule miocardiche è specializzato
nel generale spontaneamente potenziali d'azione. Queste cellule sono responsabili della proprietà
caratteristica del cuore di contrarsi in assenza di uno stimolo esterno.

Il segnale per la contrazione del miocardio non proviene dal sistema nervoso, perciò miogeno, ma da
cellule miocardiche specializzate dette cellule autoritmiche.

Quest'ultime sono anche definite pacemaker perché controllano la frequenza del battito cardiaco.

Queste cellule, però, sono anatomicamente distinte dalle cellule contrattili in quanto sono molto più
piccole e contengono una quantità minore di fibre contrattili. Di conseguenza e dal momento che non
possiedono sarcomeri organizzati, le cellule autoritmiche non contribuiscono alla forza contrattile del
cuore.

Le cellule contrattili, invece, sono tipiche cellule muscolari striate, con fibre contrattili organizzate in
sarcomeri.

Le cellule muscolari cardiache, però, differiscono per diversi aspetti da quelle del muscolo scheletrico,
mentre presentano alcune proprietà del tipiche del muscolo liscio.
MUSCOLO LISCIO

è composto da fibre muscolari molto


più piccole rispetto alle fibre del
muscolo scheletrico e fusiformi
Il muscolo liscio contiene filamenti sia
di actina sia di miosina con simili A
quelle del muscolo scheletrico ma in
quantità differenti (miosina più scarsa
nella muscolatura liscia rispetto a
quella scheletrica). Non contiene
invece il complesso delle troponine,
necessario per il controllo della
contrazione del muscolo scheletrico
per cui il meccanismo di controllo
della contrazione è diverso ed è
affidato all'azione della
CALMODULINA, una proteina
regolatrice che attiva i ponti
trasversali della miosina.
Actina e miosina sono disposte in lunghi fasci che si estendono in diagonale
alla periferia cellulare, formando una struttura a rete intorno al nucleo centrale.
Questa disposizione intrecciata e obliqua degli elementi contrattili al di sotto
della membrana cellulare fa sì che le fibre muscolari divengano globulari
durante la contrazione, invece di accorciarsi semplicemente come succede
nel muscolo scheletrico. I filamenti lunghi di actina nel muscolo liscio si
attaccano ai corpi densi formati da proteine citoplasmatiche e le loro estremità
terminano in placche di attacco proteiche poste sulla membrana cellulare. I
filamenti di miosina, invece, meno abbondanti, sono presenti in fasci tra i lunghi
filamenti di actina e sono disposti in modo che la loro superficie sia interamente
coperta dalle teste della miosina.
due gruppi principali rappresentati:

dal muscolo liscio multiunitario


dal muscolo liscio unitario.

Il muscolo liscio multiunitario è costituito da fibre muscolari ben


distinguibili e separate l'una dall'altra da uno stato costituito da
glicoproteine e collagene.
Ciascuna fibra è indipendente nella contrazione ed innervata da
una singola terminazione nervosa. Ne sono esempi i muscoli
erettori del pelo, il muscolo ciliare dell'occhio, i muscoli dell'iride.

Il muscolo liscio unitario è costituito da fibre che si contraggono


simultaneamente grazie alla presenza sul sarcolemma di queste
cellule di giunzioni comunicanti (gap junction), e perciò viene
anche chiamato muscolo liscio sinciziale. Possiedono membrane
spesso adese le une alle altre che le rendono meno distinte rispetto
al muscolo liscio multiunitario. Questo tipo di muscolo si trova nelle
pareti della maggior parte dei visceri del corpo, come il tratto
gastrointestinale, i dotti biliari, gli ureteri, l'utero e in molti vasi
sanguigni.
Nel muscolo liscio sotto controllo nervoso, il neurotrasmettitore è rilasciato in prossimità
delle varicosità dal neurone autonomo in prossimità delle fibre muscolari e diffonde
semplicemente fino a raggiungere un recettore, in quanto non vi sono regioni specializzate
ricche di recettori

Parlando di unitario, le singole fibre muscolari si contraggono come se fossero una sola
entità. Il muscolo liscio unitario è detto anche muscolo liscio viscerale perché entra nella
costituzione delle pareti degli organi interni (viscerali). Tutte le fibre muscolari sono
accoppiate elettricamente, così che un potenziale d'azione in una cellula può propagarsi
rapidamente attraverso le giunzioni comunicanti alle altre cellule e provocare la
contrazione dell'intera lamina di tessuto.

Nel muscolo liscio multi-unitario composto da cellule che NON sono accoppiate
elettricamente: ogni fibra è strettamente associata a un terminale o a una varicosità
assonica e può essere stimolata indipendentemente. Questa disposizione consente un
controllo fine della contrazione del tessuto muscolare.
Nel muscolo liscio, infatti, la contrazione inizia quando la concentrazione di Ca2+ nel citoplasma
aumenta in seguito all'ingresso dello ione dal liquido extracellulare e al suo rilascio del reticolo
sarcoplasmatico. Gli ioni calcio si legano alla calmodulina (CaM).

Il complesso Ca2+-calmodulina attiva poi un enzima chiamato chinasi della catena leggera della
miosina. Questo enzima aumenta l'attività ATPasica della miosina tramite la fosforilazione delle
catene leggere della miosina.

Quando l'attività ATPasica della miosina è elevata, il legame con l'actina e il ciclo dei ponti
trasversali aumentano la tensione nel muscolo. Quindi la contrazione del muscolo liscio è
controllata principalmente da processi regolatori legati alla miosina, piuttosto che alla regolazione
dell'actina come avviene nel muscolo scheletrico.

Il rilasciamento della fibra muscolare liscia, invece, è un processo multifasico. Come nel muscolo
scheletrico, il Ca2+ libero è rimosso dal citosol quando una Ca2+-ATPasi lo pompa nel reticolo
sarcoplasmatico. Inoltre una parte del calcio è pompato fuori dalla cellula, tramite un antiporto
Ca2+-Na+. Per la legge di azione di massa, la riduzione di Ca2+ libero nel citosol provoca il
distacco del calcio alla calmodulina. Questo processo rende inattiva la chinasi della catena
leggera della miosina. La tappa ulteriore del rilasciamento del muscolo liscio è la defosforilazione
della catena leggera della miosina, che riduce l'attività ATPasica della miosina. La rimozione del
gruppo fosfato è portata a termina da una miosina fosfatasi.
Come abbiamo visto, un aumento della concentrazione citoplasmatica di Ca2+ è il segnale di inizio
della contrazione

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