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decadenza del canto italiano fa complici in massima parte i compositori d’oggi- Ma... bisogna sentirla e perciò, come suol dirsi, bisogna comperarla per far­
giorno, i quali non si può dire davvero che per le voci abbiano pietà, nè mise­ sene un esatto giudizio.
ricordia. Ma altre ragioni vi sono, legate intimamente allo studio del canto, ac­ Sappiamo intanto che il Frontini ha consegnato all’editore Ricordi delle altre
cennate pure dal Lampcrti, e sono da una parte i maestri, più numerosi che melodie fra delle quali il Sogno malese, un canto indiano di G. A. Cesareo, — e
abili, e dall'altra gli allievi, i quali quando, senza studi elementari e senza eser­ che gustammo, se la memoria non c’inganna, in casa del poeta Rapisardi, r i ­
cizi vocali, hanno masticati e mal digeriti tre o quattro spartiti, si slanciano sulle stesso Frontini lo eseguiva; come ancora una Melodia drammatica....... Mi ren­
scene a cantare le parti più importanti c più difficili del repertorio. Non basta, derei indiscreto col dirne dì piò. — A suo tempo ne parleremo.
dice il Lamperti, che il docente sia perfetto musicista ; e qui l’ottimo professore mi L'edizione è del Ricordi, vai quanto a dire splendida e nitida; giusto di quel
fa una concessione molto ingenua, quasiché i maestri di canto fossero tutti per­ Ricordi che giorni addietro tenne lungamente occupata la stampa milanese per
fetti musicisti: e magari lo fossero, ma ce ne sono parecchi che la musica non l’inaugurazione del suo nuovo Opificio a Porta Vittoria — tanto basta. — fg .
sanno nemmeno dove stia di casa, e ringraziare Dio se possono, con un dito, (Gabella di Catania).
quando occorre, toccare il la di un pianoforte- L’ obbiettivo principale, in molti
casi, non è la respirazione, nè l’appoggio della voce, nè il solfeggio, nè il voca­ ♦ SS»»»»
lizzo, nè lo studio dei grandi modelli del canto accentuato e fraseggiato; non si
tratta che di eseguire gli spartiti in voga, e di questi spartiti gli effetti vocali,
salienti, quelli che il pubblico applaude, creando i successi effimeri e le riputazioni
usurpate.
CANARDS!...
Dopo VIntroduzione, nell’opera didattica del Lamperti, c’è la parte tecnica, di­
visa in due parti, sulla quale sorvolerò, perchè altrimenti bisognerebbe citare, o giornali francesi ci fanno passare da meraviglia in meraviglia !...
almeno parafrasare tutto il testo. Il Lamperti incomincia subito colla sua predi­
letta agilità, c non ha forse torto di concludere che uno dei più gravi danni
dell’abbandono del canto d’agilità è la perdita dell'elasticità vocale, ed anche della
voce stessa, corni avvenuto di frequente. Ricchi di buone considerazioni e precetti
n Pochi giorni fa davano ghiotti dettagli intorno all’Jago- Otello
di Verdi. Ora annunciano che a Parigi si progetta un secondo
Teatro Italiano, il quale sarebbe probabilmente FEden-Théàtre,
tecnici sono i capitoli sugli abbellimenti del canto, sull’ appoggiatura semplice e avente a direttori i signori Ricordi e C orti!!...
doppia, sul trillo, sugli abbellimenti in genere, sulla messa di voce e sui suoni Non sappiamo quali sieno i progetti dei signori fratelli Corti!...
filati. ma per strana combinazione siamo in grado di conoscere perfetta­
Tutta la seconda parte è dedicata alla pronuncia, argomento al quale il Lam­ mente i progetti del signor Ricordi. Si tranquillizzino i signori gior­
perti dà tutta Timportanza che merita e lo tratta con ampiezza, chiarezza, con
nalisti e maestri francesi!!... Non sarà mai il signor Ricordi che si
grande copia di osservazioni fine e di precetti utilissimi. Quello della pronuncia
è uno dei malanni piu seri», fra i tanti che affliggono il canto odierno. I cantanti immischierà in faccende teatrali, e tanto meno poi vorrà aiutare ad
italiani oggigiorno, per la massima parte, pronunciano in modo inintelligibile; gli infliggere loro un secondo Teatro Italiano!!... Ve n’è anche troppo
stranieri fanno udire più distinte le parole, ma coi difetti inerenti al loro linguaggio di uno, e cosi sapientemente diretto, che davvero non può invo­
natio, come gli Spagnuoli e Portoghesi che hanno le vocali troppo aperte, gli gliare a portarsi come concorrente. E poi... se ci fossero i quat­
Inglesi che cantano coi denti stretti, i Francesi col naso ed i Tedeschi colla du­
trini da buttar via, probabilmente il signor Ricordi troverebbe un
rezza delle loro aspre consonanti. I precetti del Lamperti sulla pronuncia vanno
uniti ad un continuo esame fisiologico, come nei capitoli ove parla dei movimenti modo migliore di spenderli, che non sia quello di far divertire il
delle labbra, della lingua e delle mandibole, nel modulare tanto le vocali che le rispettabile pubblico per poi vedere la pressa parisienne dir corna
consonanti. Molto ingegnose sono pure le osservazioni sui difetti delle vocali, e a dritto e rovescio di quella povera arte italiana!!... che sta loro
particolarmente quelle sulle variabilità nel suono delle vocali O , E. I difetti di sullo stomaco come dieci chilogrammi di homard à Vamericaine.
pronuncia nel canto sono molti, difficili da guarire, ed il Lamperti li indica tutti
senza escludere le affettazioni toscane e romane, quella specialmente ili mettere
un e fra le due consonanti, come faceva un più o meno celebre baritono di mia
conoscenza, il quale, quando doveva dire saltimbanco, non mancava mai di offrire
al pubblico questa cara e graziosa sillabazione: Sa-le-ti-nem-ba-ne-co!
Nella terza parte il Lamperti si occupa specialmente dellH teoria del fraseggiare,
Corrispondenze
giudicando egli a ragione che nel fraseggiare risieda tutto il bello dell’arte ed il se­
greto per impadronirsene, quando, ben inteso, natura non v i si mostri nemica. I precetti
del Lamperti per ben fraseggiare sono eccellenti, e bisognerebbe che tanto i pro­ FIRENZE, 7 Maggio.
fessori quanto gli allievi ne facessero tesoro: un assioma molto applicabile oggi-
La serata d’onore del Mefistofele alla Pergola — Cenno di concerti, funzioni re­
giorno è quello che dice: Il fiato non sia mai esaurito dalla voce e nel finire le
ligiose e radunante musicali.
frasi se ne abbia tanto da compiere quattro o più note. Questo precetto è messo
in non cale anche da artisti di talento e ben provvisti di voce, i quali si fermano
i nuove rime mi convien fa r verso, incomincio a dire col mio patriarca
tonto sulle penultime note gridate delle cadenze finali, che non resta loro più fiato
per concludere, e finiscono quasi con un rantolo.
Il libro finisce con alcuni Consigli, venti di numero, molto giusti, assennati,
I Dante, intendendo di significare che il Mefistofele mi porge ancora materia,
e materia prelibata, per comporre la maggior parte di questa mia lettera. Mi re­
adatti alle condizioni odierne del canto non solo, ma ai temperamenti, ai pregiu­ sta adunque ad informare 1 lettori della Gaietta delle serate d’onore che chiusero
dizi dei signori virtuosi e delle signore virtuose di canto. Il primo, per esempio, questa memorabile stagione del Mefistofele : sono, diremmo, gli sgoccioli, ma
che si eviti assolutamente di gridare invece di cantare, e per conseguenza quello sgoccioli preziosi c profumati che fanno corteggio ad un copioso apparecchio e
di risparmiare la voce, come facevano i cantanti di una volta, i quali conservavano sfoggio di vini, d’ambrosie e di nettari, che furono ministrati dal fischio fatato di
la freschezza e la forza dei loro mezzi vocali, anche in età avanzata. questo Mefistofele al pubblico fiorentino, c la cui memoria, starei per dire, durerò
L’egregio Lamperti fece colla sua Arie del canto un lavoro utile e nello stesso quanto il tempo lontana. Alla serata d'onore del non dimenticabile Marconi, tenne
tempo un’opera buona, semprechò vengano obbediti i suoi ottimi precetti e ascoltati dietro quella del bravo maestro Usiglio, che fu dal nòstro pubblico tenuto sem­
i saggi consigli della sua lunga e feconda esperienza. Del quale risultato, pur pre come partecipe dei segni di stima e di gradimento di tutta la compagnia, e
troppo, è lecito dubitare. quasi il braccio destro di cosi raro spettacolo. Inutile il dire gli applausi e le sa­
lutazioni festanti che lo accolsero appena egli comparve per assidersi sul suo
(La Perseveranza) Filippi.
scanno di duce, e che lo accompagnarono durame l'opera. La quale fu preceduta
dalla Sinfonia dei Lituani del maestro Ponchtelli ; un lavoro di scorrevole e
ricca vena, eseguito con vigoroso e caldo colorito e che ebbe dal pubblico ova­
zioni fitte e piene, e richiesta di replica che non venne però appagata ; forse per
Melodie per Canto e Pianoforte di F. P aolo Frontini. — (Edizioni Ricordi).
non protrarre di troppo l’opera, alla quale aggiungevasi, in quella sera, la ripe­
tizione della romanza d'Enzo nella Gioconda. Al maestro Usiglio, oltre le mani­
È con piacere che ci occupiamo dei nostri giovani artisti, quando coi loro la­
festazioni del pubblico, toccarono i particolari segni di stima della compagnia
vori si fanno grido.
degli artisti ; e il tenore Marconi gli presentò sul palcoscenico uno succio, con­
Del maestro F. Paolo Frontini abbiamo già avuto diverse occasioni di occu­
tenente non so quale oggetto prezioso. Il maestro Usiglio può ben esser lieto
parci, e si direbbe quasi soverchio il tributargli elogi, dacché le leggiadre e gen­
di questa campagna musicale aperta in Firenze insieme ad artisti di tanto valore
tili nostre lettrici, amanti della musica, ne conoscono e ne ammirano i pregi. Le
e sotto le bandiere d'uno spirito che, sebben neghi gli astri e i fio r, seppe ac­
sue melodie, già da qualche tempo apprezzate, rendono vieppiù popolare il nome
cendere di luce i primi e arricchire di profumi i secondi a onore de’ suoi fortu­
del giovane maestro; e non v’ ha dilettante che non canticchi la sua ballata nati proseliti della Pergola.
Paggio e Regina o il suo Canto di Ebe.
Alla serata del maestro Usiglio succedette quella a onore della gentile e brava
Due sue nuove pubblicazioni, La mia bionda e Ninna-Nanna, attirano la curio­
signorina Boulidoff. E qui, proseguo col mio Dante, Calliopea alquanto sorga,
sità e svegliano interesse nel mondo musicale, per la magnifica fattura di esse,
per accennare almeno gli omaggi, le feste, gli applausi, i doni, le corone, I fiori,
da dove si rivela una spiccata individualità ed una grande conoscenza dei senti­
menti umani. che le furono porti, lavorati in mazzi d’ognl foggia, d’ ogni form a, d'ogni piò
badiale misura, in canestre , in sportelle, In g M fe M e leggiadramente tessute e
La Ninna-Nanna tiene il primato per la sua cantilena diremo quasi monotona
ornate di nastri e di festoncelli e di frange ; teU M t la scena, dapprima cospersa
e per quel suo accompagnamento ondulante, ostinato, di affetto, e che ci fa cor­
d’ una pioggia di foglie e di cespi e di r*m<K*tfi è di ciocche, rimase poi in­
rere col pensiero alla donna madre intenta alla culla del suo figliuoletto.
gombra , zeppa e gremita di fiori bellissimi e vprt. Oltre ai fiori che piovevano
Quanta verità, quanta dolcezza e trepidazione «nella frase:
a diluvio, la signorina Boulidoff venne regalata di vari oggetti preziotl, fra i
s« u t«Bft di tvtfiU n t quali un elegante braccialetto tempestilo di brillanti, di cui la graziosa artista
Non frenane in m« il desio subito si ricinse il ben tornito polso. E siccome ella nella sua serata cantò,
Qntnti baci, idolo mio.
alla fine dell' opera, una bella romanza, di pin<nnri1IgailIti i stile, che il maestro
Snlls bmc* vorrei darti.
Usiglio aveva per casa composta, mentre che » g q t y g ^ l ^ a u d i r a con calore
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