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metà del conceno (dico alta metà perchè Punico inconveniente fu la lunghezza
dei programmi) di fronte ad un avvenimento realmente artistico: il tono lagri­
moso, melanconico, si cambiò in tono giulivo, direi quasi glorioso, e mille palme
batterono entusiasticamente all' indirizzo di un drappello di poveri infelici reietti
dal mondo che facevano provare emozioni nuove, soavissime, ad un pubblico
avvezzo al pepe, al chiasso, alle incongruenze di spettacoli quotidiani i più vari
ed i più bizzarri.
I particolari di questo trionfo sono stati narrati in cronaca : ma anche col di­
fetto di spazio che ne affligge o g g i, non può stare la critica senza ritornare su
queste interessanti audizioni, oggetto di tanta commozione e, lo dico schietto, di
tanta meraviglia.
IL VIOLINO DEL DIAVOLO
La commozione si riferisce piuttosto alla parte orchestrale : quel semicerchio
di ciechi col maestro Peliosanto, povero cieco ancor esso, che li guidava in modo
quasi magnetico volgendo le pupille prive di luce or di qua or di là come se in­
dicasse tutte le entrate di strumenti a professori che lo vedessero, formava uno
spettacolo pietoso. L’orchestra dei ciechi è completa, ed ha dato prova di poter
eseguire musica di qualunque genere : ha perfino suonato le Datile ungheresi di
Brahms che appartengono al genere scapigliato e che non sono fatte per lei. Na­
turalmente ciò che eccelle nel complesso è il quartetto d’ archi : sembra che in
quei concavi legni i poveri ciechi versino tutu la loro anima e tutte le grada­
zioni di sonorità, tutti gli accenti, tutti i colpi d’arco emergono con grande chia­
rezza da quella unanimità assoluta. Anche le arpe sono ottime, ed i punti salienti
del successo, per ciò che riguarda gli strumenti, sono suti i pezzi appunto per
archi e quelli dove le arpe avevano parte.
Come compositore si è prodono anche il maestro Peliosanto con una Ouver­
ture assai spigliata, e l’Ascenso, altro maestro cieco, con una Cantata per voci
di donne ed orchestra, di buon effetto complessivo ; i punti maggiori di merito
però da questo lato della composizione li darei al Parolini, un cieco quattordi­ (Da una pagina di uri antica
cenne, che dimostra ingegno, buon gusto, ed una speciale disinvoltura nel muo­
vere le parti ncWadagio e nello schermo per archi che si esegui al secondo concerto.
Essendo la musica la piu grande consolazione pei ciechi, non vi sono esclu­
sioni per l’orchestrina, tutti sono utilizzati gli elementi dell’ Istituto; il flautista,
per esempio, è un tal Buselli, cieco, che è maestro della prima classe elemen­
tare, e che è ricoverato da oltre quarantanni nel pio collegio. Chi fosse il vero mio padre, non mi è
Se l’esecuzione orchestrale è lodevole, se essa fa molto onore ai docenti e
stato mai noto; ben so che era uomo di
specialmente al maestro Bastoni che istruì gli archi, la pane corale è apparsa il
primo giorno e si è riconfermata ¡I secondo assolutamente meravigliosa. gran valore, e che m’aveva comperato da
E qui bisognerebbe scrivere a lettere di scatola il nome del modesto ed ope­ giovinetto e lanciato nel m ondo, allorché
rosissimo maestro Galletti Salvatore, pel quale questa scuola è destinata ad es­ io appena ne aveva intraveduto la prima luce.
sere un titolo di gloria, e del cav. Benaglia, lo zelante presidente dell’Istituto che Il mio secondo padre, invece, vulgo pa­
ebbe fede nel valente professore e lo prepose all’ insegnamento che dà frutti su­
trigno, mi voleva un gran bene, eravamo sem­
periori ad ogni aspettazione.
Dico che il coro dei ciechi dev’essere un titolo di gloria pel maestro Galloni, pre vicini, tanto che ci chiamavano gli in­
perchè esso è assolutamente il più perfetto di quanti io ho inteso nella mia ormai separabili.
non tanto breve carriera di musicofilo : non so metterci a lato che i cori inglesi Una sera, egli prese il mantello e mi ap­
che udii nell’estate del settantotto a Parigi. E qui la sorpresa è tanto più potente poggiò dolcemente al suo cuore.
in quanto che le condizioni dell'insegnamento sono sfavorevoli: il Galloni non
Poco appresso, avevamo varcata la porta del parco del conte P ...
dà lezioni tutti i giorni, ha il tempo limitato, e poi si deve sapere che la disgrazia
della cecità trae seco un mondo di imperfezioni fisiche, di malattie, e special­ La luna splendeva in tutta la sua chiarezza; regnava intorno in­
mente l’ allievolimento delle corde vocali e la debolezza di petto. Ed il Galloni torno un sacro silenzio. — T utto sembrava nuotare in un magico
ha tutto calcolato, tutto ordinato, tutto limitato, tutto proporzionato, in modo velo di celeste poesia. Con devoto
che il complesso ci presenta una varietà stupenda di tinte, messa in rilievo dalla raccoglimento egli diè di piglio all’arco
precisione degli attacchi c dalla pronuncia chiara. Basta citare i nomi degli au­
e lo fece scorrere con infinita dolcezza
tori eseguiti per vedere quali basi di solidità abbia dato alla scuola l’ ottimo
maestro ; ho udito un Salmo di Marcello, un Mottetto di Victoria, Cori di Haydn, sulle mie corde.
di Wagner, di Gounod, di Delibes, ed in tutti ho ammirato un colorito adatto O r vedi ! Al balcone a noi vicino
e non c’ è proprio stato il più piccolo néo in nessun punto : ripeto ancora una apparve la giovine contessa, figlia del
volta, a giudizio di tutti, l’esecuzione è stata veramente meravigliosa. padrone di casa ; essa gettò all’indietro
É peccato che i ciechi non abbiano potuto dare un terzo concerto magari in
il velo e volse la pallida faccia verso
teatro, perché la voce del loro valore ornai è risuonata dovunque e tutti sareb­
bero stati lieti di recarsi ad applaudirli. il luogo donde partivano i suoni tratti
Io non posso conchiudere che felicitando nel modo piu esplicito allievi e dal suo amante.
maestri ed i patroni di quell’istituto, dove sul terreno della carità l’ albero del­ Fu allora un delirio, un turbinio, una
l’arte dà risultati cosi eccellenti. — V alletta. vertigine di note scroscianti, da spez­
zarmi fra le sue mani ; indi nuova­
mente sospiri melodiosi, come susurri

Notizie Italian e di zefiro, che andavano mollemente


languendo, sinoarendersi impercettibili.
Poi ch’ebbe finito, mi appese ad un
albero ; e allora fu uno scambio ar­
CATANIA. — Riceviamo la seguente circolare: dente di baci mandati colle dita l’una
Preg.mo Signore, all’ altro, allorché si udì lo sparo di
Mi onoro parteciparle che, per le cure assidue del signor Vincenzo Maugeri c un arme da fuoco. La contessa mandò
mie, si è costituito un Circolo Musicale nominato D onizzetti. un grido straziante e mio padre cadde
fi scopo del Circolo incoraggiare alla bella Arte e diffondere la cultura di essa; riverso vicino a me. Egli si era dato
a) istituendo scuole semigratuite ;
la morte da sé stesso ed io rimasi
b) aprendo concorsi ;
c) tenendo conferenze ; orfano.
J) pubblicando un giornale dal titolo : L a L ira. Un anno dopo, vittima di un fatale
Dev.mo accidente, mori anche la contessa. Mani
F rancesco Allegra di V. scellerate mi strapparono senza pietà
I nostri auguri al nóo-Circolo : e lo preghiamo a voler adottare dal queto asilo, che avevo trovato
la giusta ortografìa nel nome dell’ immortale compositore berga­ presso a le i, e mi diedero in balia
masco, che firmava Donigetii. di due sorellucce della povera morta,
le quali sfogavano sopra di me i loro

ñ petulanti capricci.
Una di queste vandale mi spezzò
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