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IL PROCEDIMENTO DI PREVENZIONE

La legislazione speciale negli ultimi anni ha rafforzato il corpo del diritto della
prevenzione, il quale è divenuto un microsistema, differenziato dal macrosistema del
diritto penale, con la previsione di fattispecie non tipizzate e di mero sospetto. In
sostanza vi sono misure sostanzialmente repressive, irrogate, senza le minime
garanzie, dal momento che la prova è assunta senza contraddittorio dalla polizia o
dal p.m. con un giudizio caratterizzato da scorciatoie probatorie. Inoltre quando
esiste la prova sufficiente per il processo penale il soggetto è sanzionato due volte
per lo stesso fatto, cioè sia con la pena detentiva per il reato, sia con la misura di
prevenzione. Il sistema di prevenzione dovrebbe mirare a tutelare la sicurezza
pubblica ma si tratta di una sanzione quanto "senza colpa e senza processo". La
materia è disciplinata dalle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, introdotte
dal D. Lgs. N.159.
Le misure tipiche di prevenzione possono essere personali o patrimoniali. Oltre le
misure tipiche vi sono anche misure di prevenzione atipiche perché non ricomprese
nel codice delle leggi antimafia e soggette ad una diversa disciplina. Esse sono:
divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive, obblighi e
divieti che il questore prescrive ai condannati, per reati contro la persona, contro il
patrimonio.
PERSONALI PATRIMONIALI sono: sorveglianza speciale di pubblica
sicurezza, eventualmente aggravata dal
divieto o dall'obbligo di soggiorno. Il provvedimento del tribunale che accoglie la proposta stabilisce
la durata della misura di prevenzione personale, che non può essere inferiore ad un anno nel
superiori a 5. Nel provvedimento che dispone la misura sono determinate anche le prescrizioni che
la persona sottoposta deve rispettare. A tale scopo, qualora la misura applicata sia quella della
sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e si tratti di persone indiziate di vivere con il provento
di reati, il Tribunale prescrive di darsi, entro un congruo termine, alla ricerca di un lavoro, di fissare
la propria dimora, di farla conoscere nel termine all'Autorità di Pubblica Sicurezza di non
allontanarsene senza preventivo avviso all'autorità medesima. In ogni caso, si prescrive di vivere
onestamente, di rispettare le leggi di non allontanarsi dalla dimora senza preventivo avviso
all'autorità locale di pubblica sicurezza;

Sono: la confisca, la cauzione, l'amministrazione giudiziaria dei beni


personali del proposto e dei beni connessi ad
attività economiche.

Sequestro: il tribunale anche d'ufficio ordina con decreto motivato il sequestro dei beni qual'è dei
quali il proposto per la misura di prevenzione risulti di cui poter disporre, direttamente o meno,
quando il loro valore risulta sproporzionato al reddito dichiarato o all'attività economica svolta
ovvero quando, sulla base di sufficienti indizi, si ha motivo di ritenere che gli stessi siano il frutto di
attività illecite o ne costituiscono il reimpiego. Può essere revocato dal tribunale quando ha
respinto la proposta di applicazione della misura di prevenzione oppure risulta che ha per
oggetto beni di legittima provenienza. È previsto anche il sequestro anticipato rispetto all'udienza
quando vi sia concreto pericolo che i beni di cui si prevede debba essere disposta la confisca
vengano dispersi, sottratti od alienati. Il presidente del tribunale provvederà con decreto motivato
entro cinque giorni dalla richiesta di non associarsi abitualmente a persone che hanno subito
condanne o sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza; il divieto di avvicinarsi a
determinati luoghi frequentati abitualmente da minori. Il tribunale,
inoltre, può disporre tutte quelle prescrizioni che siano necessarie, avuto riguardo alle esigenze di
difesa sociale. Qualora venga applicata la misura dell'obbligo di soggiorno nel comune di
residenza di dimora abituale o del divieto di soggiorno, può essere prescritto di non andare lontano
dall'abitazione senza preventivo avviso all'autorità preposta alla sorveglianza e/o di presentarsi
all'autorità di pubblica sicurezza preposta alla sorveglianza nei giorni indicati o a chiamata della
stessa.
CAUZIONE: Il tribunale con l'applicazione della misura di prevenzione dispone che la
persona sottoposta a tale misura versi presso la cassa delle ammende una
somma a titolo di cauzione che costituisca una efficace remora alla violazione delle prescrizioni
imposte. In caso di violazione degli obblighi e divieti derivanti dall'applicazione della misura
di prevenzione, il tribunale dispone la confisca della cauzione oppure che si procede ad
esecuzione sui beni costituiti in garanzia, fino a concorrenza dell'ammontare della cauzione.

AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARI DEI BENI: Il tribunale può aggiungere alla misura di prevenzione
della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza quella dell'amministrazione giudiziaria dei beni
personali esclusi quelli destinati all'attività professionale E produttiva, il sequestro eventualmente
perde efficacia se non convalidato dal tribunale entro 30 giorni dalla proposta. E' anche previsto il
sequestro urgente disposto nel corso del procedimento, su richiesta dei soggetti legittimati, nei casi
di particolare urgenza dal presidente del tribunale con decreto motivato e perde efficacia se non è
convalidato dal tribunale nei 10 giorni successivi.

Confisca: Il tribunale dispone la confisca dei beni sequestrati di cui il proposto non possa
giustificare la legittima provenienza e di cui risulti essere titolare o avere la disponibilità. Il decreto
di confisca può essere emanato entro un anno e sei mesi dalla data di immissione in possesso dei
beni da parte dell'amministratore giudiziario. Sequestro e confisca possono essere adottati su
richiesta dei soggetti legittimati alla proposizione quando ne ricorrano le condizioni anche
dopo l'applicazione di una misura di prevenzione personale. Sulla richiesta provvede lo stesso
tribunale che ha risposto quella personale. E ha messo anche il sequestro confisca per
equivalente. Il tribunale quando accerta che sta con i beni sono statisticamente intestate trasferita
a terzi con il decreto che dispone la confisca dichiara la nullità dei relativi atti di disposizione. Si
presumono fittizi fino a prova contraria ai trasferimenti infestazioni anche a titolo oneroso effettuati
nei due anni antecedenti la proposta della misura di prevenzione nei confronti dell' ascendente,
del discendente, del codice della persona stabilmente convivente, non crede ai parenti entro il
terzo degli affini entro il quarto grado, si trasferimenti le intestazioni a titolo gratuito fiduciario
effettuati nei due anni antecedenti la proposta della misura di prevenzione.
Ciò che sconcerta è che in materia di misure patrimoniali 'antimafia', la legge italiana
prescinde dal requisito della pericolosità sociale del proposto e rilevi la sola quando ricorrono
sufficienti indizi che la libera disponibilità dei medesimi agevoli comunque la condotta pericolosa. Il
tribunale può applicare da sola l'amministrazione giudiziale se ritiene che sia sufficiente ai fini della
tutela della collettività. pericolosità intrinseca propria della res confiscata e non quella del soggetto
che di quella cosa ha la disponibilità. Un' ablazione patrimoniale nei confronti di un soggetto che
potrebbe anche essere estraneo al sodalizio criminoso e perfino in buona fede, quindi una vera e
propria sanzione patrimoniali in fretta senza contraddittorio ad un soggetto incolpevole.
Rendendosi conto della sicura incostituzionalità della legge, le Sezioni Unite Spinelli del 2015
hanno offerto un'interpretazione costituzionalmente e convenzionalmente orientata dell'Istituto,
ribadendo in maniera chiara la necessità dell' accertamento della pericolosità sociale al momento
dell'acquisto del bene, anche se non più attuale al momento della decisione.
In altre parole è richiesto un legame logico e temporale che deve intercorrere tra emergere della
pericolosità e il momento di acquisizione dell'utilità da ablare. Il presupposto della confisca e quindi
la precedente commissione di condotte criminose, finendo così per ammettere che ai
fini della confisca non rileva tanto la pericolosità sociale in senso stretto, cioè una
prognosi di futura commissione di reati, quanto piuttosto la sussistenza di indizi di reati già
commessi e perciò della provenienza delittuosa dei beni.

L’AZIONE L'azione di prevenzione può essere esercitata davanti al tribunale anche


indipendentemente dall'esercizio dell'azione penale. Emergono così i caratteri della
discrezionalità ed indipendenza dell'azione di prevenzione rispetto a quella penale,
per cui il procedimento di prevenzione è considerato autonomo rispetto a quello
penale. Per l'applicazione delle misure personali occorrono proposte motivate, per
quelle patrimoniali invece anche d'ufficio con decreto motivato che dispone il
sequestro dei beni. La proposta di una misura di prevenzione è da considerarsi immodificabile nel
corso del giudizio.
SOGGETTI ATTIVI La proposta di applicazione della misura di prevenzione deriva
della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza del obbligo di soggiorno nel comune di residenza
e dimora abituale può essere avanzata dal procuratore nazionale
antimafia e antiterrorismo, dal procuratore della Repubblica presso il Tribunale del
capoluogo del distretto ove dimora la persona, dal questore o dal direttore della
Direzione investigativa antimafia e antiterrorismo. L'applicazione delle misure ante
delictum personali del foglio di via obbligatorio dell'avviso orale, invece, ricadono in
capo all'Autorità di Pubblica Sicurezza.

SOGGETTI PASSIVI Le misure di prevenzione personale possono essere applicate:


alle persone pericolose per la sicurezza pubblica. Vi è stata un' estensione dei
soggetti passivi delle misure, per gli appartenenti alle associazioni di tipo mafioso
anche straniere cioè agli indiziati del delitto di partecipazione alle omonime
associazioni, a coloro che debbano ritenersi, sulla base di elementi di fatto:
abitualmente dediti a traffici delittuosi, che per la condotta il tenore di vita debbano
ritenersi vivere abitualmente con i proventi di attività delittuosa e di coloro che per il
loro comportamento debba ritenersi che sono dediti alla commissione di reati che
offendono o mettono in pericolo l'integrità fisica o morale dei minorenni, la sanità, la
sicurezza e la tranquillità pubblica, coloro che pongono in essere atti preparatori,
diretta sovvertire l'ordinamento dello Stato, e reati terroristici ecc.
Quelle patrimoniali: a coloro nei cui confronti possono applicarsi le misure di
prevenzione personale, a cui si aggiungono le persone fisiche e giuridiche segnalate
al Comitato per le sanzioni delle Nazioni Unite, o ad ogni organismo internazionale
competente per disporre il congelamento di fondi o di risorse economiche, quando vi
sono fondati elementi per ritenere che i fondi e le risorse possono essere dispersi,
occupati o utilizzati per finanziare organizzazione attività terroristiche anche
internazionali. In passato si esigeva sempre un accertamento della pericolosità
sociale del proposto per poter applicare queste misure, oggi invece è possibile
procedere alla loro applicazione: per le misure personali disgiuntamente dalla
pericolosità sociale e per le misure patrimoniali indipendentemente dalla pericolosità
sociale, al momento della richiesta della misura, del progetto proposto per la loro
applicazione. Inoltre le misure di prevenzione patrimoniali possono essere disposte
anche in caso di morte del soggetto proposto per la loro applicazione, il
procedimento prosegui in tal caso nei confronti di eredi o comunque degli aventi
causa.

FASE ISTRUTTORIA - Misure patrimoniali: I soggetti titolari dell'azione di


prevenzione procedono anche a mezzo della Guardia di Finanza e della polizia
giudiziaria, ad indagini sul tenore di vita, sulle disponibilità finanziarie e sul
patrimonio dei soggetti destinatari della proposta nei cui confronti potrebbe essere
proposta la misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica
sicurezza con o senza divieto od obbligo di soggiorno, nonché avvalendosi della
Guardia di Finanza della polizia giudiziaria ad indagini sull'attività economica
facente capo agli stessi soggetti allo scopo anche di individuare le fonti di reddito. Gli
stessi titolari dell'azione di prevenzione accertano se dette persone siano titolari di
licenze, autorizzazioni, concessioni o abilitazione all'esercizio di attività
imprenditoriali e commerciali. Le indagini sono effettuate anche nei confronti del
coniuge e dei figli o di coloro che nell'ultimo quinquennio hanno convissuto con i
soggetti destinatari della proposta nonchè nei confronti di persone fisiche o giuridiche, società,
consorzio di associazioni, del cui patrimonio i soggetti risultano
di poter disporre in tutto in parte.
-Misure personali: Nessuna disposizione regola invece le indagini personali che
sono pertanto tutte sempre ammissibili senza alcuna indicazione di modalità, tempi,
soggetti e oggetto.
Per entrambi i tipi di indagine manca qualsiasi garanzia difensiva in contrasto con
l'art 24 cost. e con il principio del giusto processo che prescrive il contraddittorio
nella formazione della prova. Si devono osservare pertanto per analogia le almeno le
garanzie difensive stabilite per le indagini preliminari. Inoltre la circostanza che le
indagini non abbiano una durata massima vanifica la ragionevole durata del
processo. Nonostante ciò la Corte costituzionale ha ribadito la conformità ai principi
costituzionali del procedimento di prevenzione.
Pur non essendo prevista si deve ritenere che il pm che al termine delle indagini
ritenga gli elementi acquisiti non idonei a sostenere la proposta in giudizio, debba
richiedere al tribunale della prevenzione l'archiviazione della notitia periculi.
Se anche l'azione di prevenzione è obbligatoria, deve esserci un controllo
giurisdizionale sul mancato esercizio di tale obbligo; il presidente del collegio sentito
il pubblico ministero può dichiarare con decreto motivato l'inammissibilità della
richiesta quando la stessa appare manifestamente infondata per difetto delle
condizioni di legge ovvero costituisce mera riproposizione di una richiesta già
rigettata, basata sui medesimi elementi.

GIUDIZIO Nel giudizio di prevenzione manca la garanzia dell'udienza preliminare


ma nonostante ciò è individuabile una fase degli atti preliminari all'udienza. Devono
operare le disposizioni dettate per l'omonima fase degli atti preliminari al
dibattimento. Il giudizio di prevenzione si svolge con una tipica udienza camerale ovvero con la
garanzia della pubblicità in seguito alla richiesta dell'interessato. L'udienza dovrebbe
svolgersi entro 30 giorni dalla data di ricezione della proposta. Il presidente
all'apertura dell'udienza accerta la regolare costituzione delle parti, dichiarando
l'eventuale nullità degli avvisi, delle notificazioni e comunicazioni. Come per
l'imputato, anche il proposto nel procedimento di prevenzione non ha obbligo ma
solo diritto di presenziare all'udienza, ma se l'interessato non interviene e occorre la
sua presenza per essere interrogato, presidente del tribunale lo invita a comparire
e può disporne l'accompagnamento a mezzo della forza pubblica se egli non
ottempera all'invito. L'udienza si svolge con la partecipazione necessaria del difensore e pm.
Trattandosi di un caso di contraddittorio necessario, essi devono parteciparvi a pena di nullità
dell'udienza. Non essendo prevista la formazione del fascicolo per i procedimenti di
prevenzione, tutti i verbali delle indagini confluiscono nel fascicolo a disposizione del
giudice. Non è previsto nulla circa la possibilità di ammettere nel procedimento di
prevenzione un rito speciale. Nulla è inoltre previsto per quanto riguarda il diritto
alla prova in capo alle parti, essendo solo stabilito che ''l'interessato può presentare
memorie’'. Gli atti di indagine compiuti segretamente è unilateralmente dagli uffici di polizia o
dal pm sono inutilizzabile ai fini della decisione, per cui è violato il principio del
contraddittorio nella formazione della prova. Trovano anche applicazione gli istituti
dell'incompatibilità dell' astensione e della ricusazione del giudice. Applicabile anche la rimessione
del procedimento di prevenzione. La decisione del Tribunale di prevenzione è adottata con la
forma del decreto motivato, entro 30 giorni dalla ricezione della proposta, ma, trattandosi di
termine ordinatorio, la sua inosservanza non comporta alcuna conseguenza processuale. La
decisione emessa dal tribunale può essere di rigetto e di accoglimento della
proposta. Si tratta di un provvedimento con contenuto decisorio pur avendo una
forma di decreto ed ha natura sostanziale ed efficacia di sentenza. Per cui la sua
motivazione deve presentare il carattere della completezza in ordine sia alla
dimostrazione della sussistenza o meno dei presupposti della misura applicata, sia
delle ragioni che giustificano il contenuto. Per cui è inoltre soggetta agli stessi mezzi
di impugnazione cui è soggetta una sentenza.

REGIME PROBATORIO Nel giudizio di prevenzione manca qualsiasi riferimento alle


regole generali sulla prova e ai divieti probatori che regolano il processo penale di
cognizione. Si prevede solo la possibilità dell'esame a distanza dei testimoni. Questa
lacuna legislativa consente che gli atti di indagine del p.m. e della polizia siano
destinati a essere sempre e comunque ammissibili anche se assunti in segreto e
unilateralmente ai fini dell' applicazione della misura di prevenzione. Si conclude che
le norme dettate per il processo penale in materia probatoria devono operare, in
quanto applicabili, nel giudizio di prevenzione.

IMPUGNAZIONI Si osservano in quanto applicabili le norme del c.p.p. riguardanti


la decisione dei ricorsi relativi all'applicazione delle misure di sicurezza, ma solo in
caso di lacuna, vista la disciplina specifica che è dettata nel ricorso alla C. d'App. e
alla C. di Cass. nelle misure di prev. Quì vige il principio di tassatività delle
impugnazioni, per cui si esclude che possano essere impugnati provvedimenti diversi
da quelli specificatamente dichiarati impugnabili.
Si ritiene applicabile l'istituto dell'appello incidentale anche nel procedimento di
prevenzione al fine di deflazionare il ricorso ad impugnazioni pretestuose.
Legittimati al ricorso solo il procuratore della Repubblica, il procuratore generale
presso la Corte d'Appello e l'interessato, mentre la titolarità del ricorso in Cassazione
spetta al p.m. e all'interessato. L'interessato ha un diretto ed immediato potere
dispositivo sul meccanismo delle impugnazioni perché può togliere effetto
all'impugnazione proposta dal difensore, sia nominare un nuovo difensore al solo fine
di impugnare. Per proporre ricorso è necessario ''interesse ad impugnare'' come
generale regola. L'interessato quindi ha interesse ad impugnare solo i provv di
accoglimento, mentre il procuratore della Repubblica e il procuratore generale
possono impugnare sia i provv di accoglimento della proposta sia quelli di rigetto.
Legittimato di impugnare può essere anche il terzo che vanti un po' un potere di
fatto sul bene confiscato il quale deve dimostrare la propria legittimazione affermando il proprio
diritto sulla cosa. Anche in questo procedimento il ricorso ha
effetto devolutivo, pertanto l'impugnazione attribuisce al giudice di secondo grado la
cognizione del procedimento limitatamente ai punti della decisione i quali si
riferiscono i motivi proposti e di conseguenza la Corte d'App può riesaminare il
decreto impugnato limitatamente ai punti della decisione oggetto dell'impugnazione.
Invece è controversa l'applicabilità del divieto della reformatio in peius della
decisione di primo grado. La corte di Cass ne ha riconosciuto l'operatività, in quanto
consiste in un generale principio del processo. Per la proposizione la decisione dei
ricorsi si osservano, in quanto applicabili, le norme del c.p.p. riguardanti la
proposizione e la decisione dei ricorsi relative all'applicazione delle misure di
sicurezza.
Quanto ai termini e alle modalità per le impugnazioni, la presentazione del ricorso in
appello e in Cassazione deve avvenire entro 10 giorni dalla comunicazione o
notificazione del provvedimento, termine da intendersi appena di inammissibilità. La
proposizione deve avvenire a pena di inammissibilità nella cancelleria del giudice
che ha emesso il provvedimento impugnato. L'impugn. deve essere comunicato al pm
e notificata alle parti private senza ritardo, al fine di consentire una conoscenza
dell'intervenuto gravame pure alla controparte anche se come abbiamo detto deve
escludersi la proponibilità dell'appello incidentale. L'impugnazione deve essere
motivata a pena di inammissibilità e deve essere supportata dai motivi che la
sostengono i quali devono essere specifici sempre a pena di inammissibilità deve
esserci l'indicazione delle ragioni di diritto ed elementi di fatto che sorreggono la
richiesta. L'impugnazione è inammissibile se è presentata da chi non è legittimato o
non ha interesse, quando il provvedimento non è impugnabile.
• Legittimati a proporre appello sono il procuratore della Repubblica, il
procuratore generale e l'interessato anche per il merito, entro 10 giorni dalla
comunicazione con atto depositato nella cancelleria del tribunale. Non ha
effetto sospensivo per quel che riguarda le misure personali mentre le misure
interdittive e la confisca divengono esecutivi e quando sia divenuto tale il
decreto che le dispone. Si applicano in quanto applicabili le disposizioni di cui
all'art 666 cpp.
• Avverso il decreto della Corte d'appello è ammesso ricorso in cassazione per
violazione di legge da parte del p.m., dell'interessato e del suo difensore, entro
10 giorni dalla comunicazione o notificazione dell'avviso di deposito del
provvedimento. La modalità di presentazione o di spedizione del ricorso sono
quelle previste in via generale per le impugnazioni. Secondo alcune pronunce
il ricorso per Cassazione è previsto anche nel caso di vizio di motivazione nei
limiti consentiti nel giudizio di cassazione quindi per mancanza,
contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione. Una tesi restrittiva
invece considera che non vi possa essere alcun controllo da parte della Corte di
Cass. dando luogo ad un procedimento non certamente 'giusto'. La corte di
Cass provvede in camera di consiglio nel termine ordinatorio di 30 giorni con
sentenza di rigetto oppure di annullamento con o senza rinvio.

GIUDICATO Il decreto, se non impugnato o non più impugnabile, diviene


irrevocabile ed è assistito dal principio di intangibilità del giudicato. L'inderogabilità
del decreto di rigetto comporta la cessazione delle misure di prevenzione
eventualmente applicate in via provvisoria, mentre il decreto irrevocabile che applica
la misura di prevenzione diventa esecutivo. I provvedimenti relativi alle misure di
prevenzione hanno natura sostanziale di sentenza ed è applicabile il principio
d'intangibilità relativa, divenendo suscettibili di costituire ostacolo all'instaurarsi di
ulteriore e analogo procedimento. Secondo le Sezioni Unite il principio
dell'intangibilità della decisione non troverebbe applicazione in materia di
prevenzione, in quanto non potrebbe verificarsi una situazione di cosa giudicata in
senso proprio, dal momento che sulla base di nuovi elementi di pericolosità potrebbe
instaurarsi un nuovo, diverso procedimento di prevenzione, alla stregua di una nuova
considerazione della situazione di fatto di entrambi i profili, personale e
patrimoniale. In altre parole una volta divenuto definitivo il decreto che decide
sull'applicazione di una misura di prevenzione, contro la stessa persona non può
essere avanzata proposta per l'irrogazione di ulteriori misure di prevenzione basata
sui medesimi elementi. Solo il sopravvenire di fatti nuovi e diversi può giustificare
l'apertura di un altro procedimento a carico dell'interessato.
Non bisogna confondere la revocabilità del decreto conclusivo del processo di
prevenzione con la revocabilità della misura, infatti il decreto che applica una misura
di prevenzione, concluso il termine per impugnarlo o esauriti i gravami, diventa
irrevocabile, ma gli effetti della misura restano condizionati al permanere della
pericolosità sociale del proposto, per cui il venir meno di questa comporta la revoca
della misura, cioè il provvedimento resta irrevocabile anche se viene revocata la
misura.
Una volta divenuto definitivo il decreto che ha applicato la misura di prevenzione
questo acquista l'esecutività e in caso di confisca il bene viene devoluto allo Stato e
affidata all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni
sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata al fine di assicurare allo stesso
una destinazione sociale. Ai fini della restituzione del bene confiscato resta invece
ragionevolmente irrilevante la sopravvenuta cessazione della pericolosità del
soggetto per morte o risocializzazione. Il giudicato comporta diversi effetti:
definitività del decreto di accoglimento della proposta della misura di sorveglianza
speciale, aggravamento delle sanzioni penali in caso di commissione di reati da parte
del soggetto sottoposto al provvedimento, diniego delle autorizzazioni di polizia
prescritte in materia di armi, diniego e revoca della patente di guida per autoveicoli
e imbarcazioni da diporto, perdita dell'elettorato attivo finché durano gli effetti dei
provvedimenti, la decadenza dagli uffici politici, la cancellazione dall'albo nazionale
dei costruttori.

REVOCA e MODIFICALa misura di prevenzione anche se definitivamente applicata può essere


revocata. La misura personale su istanza dell'interessato è sentita l'autorità di pubblica sicurezza
che la propose può essere revocata o modificata dall'organo che la dispone quando sia mutata la
causa che l'ha determinata. Il provvedimento può essere inoltre modificato anche per
l'applicazione del divieto del l'obbligo di soggiorno, su richiesta delle autorità proponente, quando
ricorrono gravi esigenze di ordine e sicurezza pubblica e quando la persona sottoposta la
sorveglianza speciale abbia ripetutamente violato gli obblighi inerenti alla misura.
Il ricorso contro il provvedimento di revoca di modifica non ha effetto sospensivo.
Anche la confisca di prevenzione definitivamente applicata può essere revocata.
All'istituto della revocazione della confisca consente di far venir meno l'efficacia del
provvedimento ablatorio definitivo allorquando si dimostra il difetto originario dei
presupposti per l'applicazione della misura. Può venire comunque in caso di ipotesi
tassative onde evitare il ricorso troppo ampio a questo strumento. La richiesta deve
pervenire alla Corte d'Appello competente entro sei mesi dalla data in cui si verifica
uno dei casi previsti e a pena di inammissibilità a meno che l'interessato non
dimostri di non averne avuto conoscenza per causa a lui non imputabile. Se la
richiesta di revocazione viene accolta la Corte d'Appello trasmette gli atti al
tribunale che ha emesso il decreto di confisca affinché provveda alla restituzione per
equivalente.

RIABILITAZIONE Si prevede che dopo tre anni dalla cessazione della misura di
prevenzione, l'interessato può chiedere la riabilitazione. Quando invece la misura di
prevenzione personale è applicata nei confronti di determinati soggetti il termine
aumentato di 5 anni. La riabilitazione è concessa se il soggetto ha dato prova
costante ed effettiva di buona condotta, dalla Corte d'Appello nel cui distretto ha
sede l'autorità giudiziaria che dispose l'applicazione della misura. La riabilitazione
comporta cessazione di tutti gli effetti pregiudizievoli connessi allo stato di persona
sottoposta a misure di prevenzione ,nonché la cessazione di tutti i divieti previsti. Il
procedimento di riabilitazione è disciplinata dall'art 666 cpp in virtù del richiamo alle
disposizioni del ccp riguardanti la riabilitazione penale. Il procedimento si conclude
con ordinanza. Contro l'ordinanza possono ricorrere per cassazione le parti e il
difensore dell'interessato ai quali il provvedimento è comunicato e notificato senza
ritardo. La riabilitazione riservata alle sole misure di prevenzione personale.

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