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CAPITOLO III “Cortesia” e “gentilezza”, dai poeti provenzali allo Stil novo 1
PAROLE Dante, nel De vulgari eloquentia [L’eloquenza in lingua volgare], collega i temi più impegnati e alti della poesia lirica
alla canzone, assegnandole un primato fra tutte le forme metriche e codificandone la struttura. La canzone ha avu-
to come modello la cansò provenzale: entrambe le forme erano inizialmente destinate all’esecuzione musicale; que-
sta caratteristica si è progressivamente perduta nella cultura letteraria italiana, e il testo letterario ha acquistato au-
tonomia artistica già a partire dai poeti della Scuola siciliana.
La canzone classica (o antica o petrarchesca) è formata da un numero variabile di *stanze (o strofe), in genere
tra cinque e sette; tali stanze sono tutte uguali tra loro per numero, disposizione e tipo di versi (per lo più *en-
decasillabi e *settenari) e intreccio delle rime; quando le rime si ripetono identiche in tutta la canzone (fatto mol-
to raro nella canzone italiana a differenza della cansò provenzale) si hanno *coblas unissonàns, termine proven-
zale che significa “stanze di uguale suono”.
La stanza è divisa normalmente in due parti: la *fronte e la *sirma, collegate tra loro dalla *concatenazione (o
*chiave), ovvero dalla rima tra l’ultimo verso della fronte e il primo della sirma. Questo collegamento, raro prima
di Dante, diventa norma in Petrarca. La fronte è a sua volta divisibile in due *piedi (i quali sono rimati tra loro se-
condo schemi diversi); la sirma può essere strutturata in due volte. La canzone può essere chiusa da una strofa
ridotta detta *congedo o commiato che riprende in genere lo schema della sirma o parte di esso.
Nel corso della tradizione lirica italiana, si sono formate alcune varietà di canzone, quali la canzone pindarica (na-
ta nel Cinquecento su imitazione dell’ode greca) e la canzone libera o leopardiana (nata nel Seicento, ma por-
tata da Leopardi alla forma più alta) che presenta un’alternanza libera di metri (in genere endecasillabi e sette-
nari) e rinuncia all’ordine fisso delle rime e non di rado alla rima stessa, sostituita da assonanze e consonanze.
Vediamo tre esempi di canzone classica: una stanza con fronte e sirma indivisa, una con fronte e sirma divisa e
una seguita da congedo.
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]
PARTE SECONDA La letteratura italiana nell’età dei Comuni (1226-1310)
CAPITOLO III “Cortesia” e “gentilezza”, dai poeti provenzali allo Stil novo 2
Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese LETTERATURA STORIA IMMAGINARIO [G. B. PALUMBO EDITORE]