Sei sulla pagina 1di 1

RELAZIONE CICLO DEL CARBONIO

VALERIO CAPILLI

Nel brano tratto dal romanzo “Il Sistema Periodico”, Primo Levi spiega, in maniera molto
affascinante e letteraria, il ciclo del carbonio. Levi non ne dà una spiegazione scientifica, ma
divulgativa, e anzi “romanzata”: il carbonio diventa il protagonista di imprese grandiose, che
attraversano il tempo e lo spazio, in un ciclo interminabile e meraviglioso che è la vita.
Perciò l’elemento del carbonio assume i tratti di un eroe, che compie azioni epiche e rende partecipe
il lettore di questa sua unica avventura.
Il carbonio, innanzitutto, nella sua prima forma è legato a 3 atomi di ossigeno e a uno di calcio
(formando il carbonato di calcio) ed è presente all’interno delle rocce. In questa forma è rimasto per
molti milioni di anni (in una sorta di stato di “prigionia […] degna dell’inferno cattolico”, come la
definisce letterariamente Levi).
Dopo un po’ di tempo, il carbonio si è scisso dal calcio e, restando legato a due soli atomi di
ossigeno, sottoforma di CO2, “prese la via dell’aria” (volendo dare una valenza narrativa alla storia,
l’autore fissa questo avvenimento nel periodo della Prima Rivoluzione Industriale, epoca in cui il
mondo, per la prima volta, conobbe la massiccia produzione artificiale di anidride carbonica, che
ancora oggi rimane un grave problema per il nostro ambiente). Con questo cambiamento, “la sua
storia, da immobile, si fece tumultuosa”.
Ma il carbonio, successivamente, passò ad uno stato superiore, andando a formare le molecole
organiche. Infatti, “il carbonio […] è un elemento singolare: è l’unico che sappia legarsi con se
stesso in lunghe catene stabili senza grande spesa di energia”. Perciò il carbonio, da atomo inerte,
diede origine alla vita.
Come molecola della vita, entra a far parte dei cicli metabolici di tutti gli organismi, primi fra tutti
quelli vegetali: “entra nella foglia, collidendo con altre innumerevoli […] molecole di azoto e
ossigeno. Aderisce a una grossa e complicata molecola che lo attiva, e simultaneamente riceve il
decisivo messaggio dal cielo sotto la forma folgorante di un pacchetto di luce solare”.
Il carbonio, per rendere possibile la fotosintesi, deve formare “una bella struttura ad anello, un
esagono quasi regolare […]. È entrato a far parte di una molecola di glucosio, tanto per dirla
chiara”.
A questo punto, il carbonio passa a uno stato successivo: entra nel ciclo vitale degli animali, uomo
compreso, ed è qui che raggiunge la vetta del suo ciclo. Quando però entra nell’organismo umano,
la molecola di glucosio viene demolita: “questo viene trascinato nella corrente del sangue fino alla
fibrilla muscolare di una coscia, e qui brutalmente spaccato in due molecole di acido lattico, il tristo
araldo della fatica: solo più tardi, qualche minuto dopo, l’ansito dei polmoni poté procurare
l’ossigeno necessario ad ossidare con calma quest’ultimo. Così una nuova molecola di anidride
carbonica ritornò all’atmosfera”.
Ed ecco che la molecola ritorna nell’atmosfera e ha completato il suo ciclo.
L’autore fa ancora altri esempi di come il carbonio sia presente nella nostra vita e nella natura: nella
corteccia degli alberi, nella corazza degli insetti, nel petrolio (indispensabile all’uomo di oggi), nel
latte, alimento primario nella crescita dell’essere umano.
Il carbonio è dunque la molecola più importante per gli esseri viventi, una molecola che è inscritta
in un ciclo perenne, vario e fondamentale per la sopravvivenza di tutti gli organismi. È dunque il
nostro “eroe”, autore di imprese “epiche”, quell’atomo che ci consente di vivere e prosperare, e che,
attraverso i suoi mille percorsi nella catena organica, continua a nutrirci e a sostentarci.
Perciò non c’è da stupirsi se l’autore mette consapevolmente da parte i freddi termini scientifici per
parlarne con toni poetici: il suo intento è proprio esaltarlo, renderlo il protagonista della storia
dell’umanità e degli esseri viventi.
Il carbonio è la molecola della vita.

Potrebbero piacerti anche