Non è nostra intenzione fare pubblicità a tale opera, ma, nostro malgrado,
stiamo costretti a parlarne, data l’importanza degli argomenti esposti.
Il libro non è altro che il resoconto fedele delle conversazioni – come dice lo
stesso titolo – che il vaticanista americano ha avuto con il teologo Jacques
Dupuis, poco prima della morte di questi, avvenuta nel 2004.
Chi è questo teologo? È un gesuita belga il cui “caso” fece molto scalpore negli
anni ’90.
Dupuis insegnò nell’università Gregoriana, quella retta
proprio dalla Compagnia non si sa più di quale Gesù, fino
al 17 ottobre del 1988, quando la Congregazione per la
Dottrina della Fede lo sollevò dai suoi incarichi a causa
delle sue «opinioni pericolose», nonché dei suoi «gravi
errori» e delle sue «ambiguità dottrinali».
Diciamo che egli è stato il “pioniere” del Documento sulla Fratellanza umana per la
pace mondiale e la convivenza comune – firmato ad Abu Dabhi dal Grande Imam
e addirittura da un Vicario di Cristo, l’attuale pontefice Francesco, confratello
di Dupuis – secondo cui «il pluralismo e le diversità di religione, di colore, di
sesso, di razza e di lingua sono una sapiente volontà divina, con la quale Dio ha
creato gli esseri umani»[1]. Quest’espressione è inaccettabile[2], perché si tratta di
una vera e propria eresia[3], a cui il confratello vestito di bianco di Dupuis non
ha voluto rettificare, anzi ha, come si suol dire, “rincarato la dose”[4].
Con un altro motivo, il papa regnante prenderà, come si suol dire, “due piccioni
con una fava”: proseguire lo smantellamento dell’ex Sant’Uffizio[10], per secoli
il baluardo della difesa della Fede, e minare le figure dei suoi immediati
predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, molto amati dai fedeli
cattolici, a cui rispettivi magisteri fanno ancora riferimento. In che modo?
È vero che Dupuis affermava che «Gesù Cristo è stato l’unica passione della mia
vita», ma questa frasetta ad affetto, da telenovelas latino-americana, sarebbe
stata sottoscritta anche da tutti gli eresiarchi, dal presbitero Ario (256-336) al
monaco Martin Lutero[20](1483-1546).
Del resto, di quale Gesù Cristo si sta parlando? Forse quello del blasfemo
musical Jesus Christ Superstar, la cui trasposizione cinematografica è stata
influenzata proprio da alcuni gesuiti americani[21]?
Come se non bastasse, il “caso Dupuis” servirà al Gesuita vestito di bianco anche
per avere maggiore autorevolezza nello smantellamento della Congregazione
per la Dottrina della Fede, di cui si è parlato proprio in questi giorni[22], e da
noi anticipato il 18 febbraio del 2018. In quella data, infatti, pubblicammo una
lettera di una dipendente del Vicariato[23], inviataci nel maggio del 2017, in cui,
tra le altre notizie – in seguito tutte verificatesi – veniva comunicato che papa
Francesco voleva trasformare la Congregazione per la Dottrina della Fede in
una specie di congregazione per “la pastorale della fede”.
NOTE
[2] Il pluralismo e la diversità di religione sono voluti da Dio nella sua sapienza? (D.
Alfredo Morselli, Cooperatores-Veritatis.org, 17-02-2019)
[6] Notificazione a proposito del libro Verso una teologia cristiana del pluralismo
religioso di P. Jacques Dupuis SJ (Congregazione per la Dottrina della Fede, 24-
01-2001)
[7] Perché non sono eretico. Teologia del pluralismo religioso: le accuse, la mia
difesa (Jacques Dupuis, SJ, EMI, 2014).
[8] Sul rapporto fra papa Francesco e i coniugi O’Connell-Piqué abbiamo già
brevemente accennato in occasione dell’uscita di un altro libro di O’Connell
dedicato al conclave del 2013 (Al conclave del 2013 lo Spirito Santo trovò il papa già
eletto?, 14-04-2019)
[9] “Così cambierò la Chiesa” (Papa Francesco a colloquio con Eugenio Scalfari, la
Repubblica, 01-10-2013).
[10] Fu papa Paolo VI, quando riformò la Curia romana negli anni ’60, a
dimezzare i poteri del Sant’Uffizio, che prese l’attuale nome di Congregazione
per la Dottrina della Fede. Il card. Giuseppe Siri ha raccontato che, negli ultimi
anni, vedendo la deriva dottrinale del clero, Paolo VI gli confidò che avrebbe
voluto rifare «il Sant’Uffizio come prima. Anzi, peggio!» (cfr. Il papa non eletto.
Giuseppe Siri, cardinale di Santa Romana Chiesa, di Benny Lai, Laterza, 1993).
[11] «Il mio caso non è chiuso». Conversazioni con Jacques Dupuis (quarta di
copertina).
[13] «Il mio caso non è chiuso». Conversazioni con Jacques Dupuis (quarta di
copertina).
[14] Ibidem.
[15] “Il nome della rosa”? Un romanzo ideologico! (Corrado Gnerre, Il Settimanale di
Padre Pio, 17-03-2019).
[17] Il “caso gesuiti”. Una riunione segreta in Vaticano (estratto del libro I Gesuiti e il
tradimento della Chiesa di Roma di padre Malachi Martini, riportato dal
sito Cooperatores-Veritatis.org).
https://cronicasdepapafrancisco.com/2019/04/29/attacco-a-wojtyla-e-a-ratzinger-la-
vendetta-dei-gesuiti-quarantanni-dopo/