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SPUNTI PER OTTIMIZZARE LA

TERAPIA PARODONTALE NON


CHIRURGICA
AUMENTARE IL TASSO DI SOPRAVVIVENZA DEGLI ELEMENTI DENTARI
SPUNTI PER OTTIMIZZARE LA
TERAPIA PARODONTALE NON
CHIRURGICA

Sopravvivenza di denti e impianti va letteralmente bombardato da informazioni con-


trastanti su di una opzione clinica che, va detto,
ha comunque raggiunto risultati di eccellenza.
Ci preme fare questa premessa perché è il punto
da cui partire per sottolineare l’importanza della
terapia causale all’interno dello studio odontoia-
trico.
Alla base del mantenimento degli elementi denta-
li c’è un’opera di prevenzione e profilassi che pas-
sa necessariamente per la terapia parodontale
non chirurgica.
Diversi studi hanno indagato la sopravvivenza a
lungo termine di elementi dentali sani ed impian-
Continuamente all’odontoiatra accade di essere ti, riconoscendo ai primi un primato nel tasso di
interpellato dai propri pazienti sull’opportunità sopravvivenza anche a follow-up davvero lun-
di evitare le terapie a carico di un elemento denta- ghi, 50 anni. Per quanto elevati in termini assolu-
le per sostituirlo con un impianto. ti, i dati di sopravvivenza di un impianto non so-
Nell’epoca in cui internet rappresenta il principa- no in grado di pareggiare quelli di un dente sano.
le veicolo di informazione per i pubblico generali- Per questo, è corretto definire l’impianto come
sta, anche per quanto riguarda tematiche delicate un’alternativa in caso di mancanza del dente e
di ambito medico, per i clinici è importante rista- non al dente stesso[1]
bilire con autorevolezza il primato delle evidenze
scientifiche. L’importanza della terapia parodontale
L’elemento dentale è di certo un bene prezioso ed
non si vede solo in bocca
insostituibile pur considerando tutti i progressi
fatti dalla moderna implantologia. Quando possi-
La perio-medicine è quella disciplina che studia
bile (e qui andrebbero elencate le variabili che gui-
le possibili correlazioni tra la malattia parodonta-
dano il decision making), è sempre preferibile
le e alcune patologie. La ricerca in questo ambito
mantenere un elemento naturale. È però impor-
è fra le più sviluppate del settore. Tra le condizio-
tante chiarire il perché al paziente, il quale si tro-

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ni di maggiore interesse si ritrovano aterosclerosi patia cronica ostruttiva (BPCO) e alle polmoniti
e relative sequele cardio e cerebrovascolari, diabe- extraospedaliere in ambiente comunque protetto
te mellito, artrite reumatoide e pneumopatie, ol- e, soprattutto, a quelle ospedaliere (hospital-ac-
tre alle problematiche della gravidanza, parto pre- quired pneumonia, HAP).
termine in particolare. Emerge inoltre da una revisione del 2016 che la
Una revisione di pochi mesi fa, pubblicata su Pe- terapia parodontale sia in grado di ottimizzare
riodontology 2000, fornisce un aggiornamento l’eradicazione e la prevenzione di recidiva del-
delle evidenze riguardo alla tematica in oggetto. l’infezione da Helicobacter pylori, principale
Vediamo le correlazioni tra terapia parodontale e agente responsabile della gastrite cronica [2,3].
condizioni sistemiche
Per quanto riguarda il periodo gestazionale, le
evidenze si limitano ad assicurare la sicurezza e
l’efficacia della terapia non chirurgica, senza con-
fermare il possibile effetto preventivo sulle com-
plicanze della gravidanza stessa.
Gli Autori non hanno ritrovato risultati esaustivi
per quanto riguarda gli effetti della terapia paro-
dontale su patologia aterosclerotica e artrite reu-
matoide, le quali sono state pertanto escluse dalle
conclusioni della review, come anche malattia di
Sierologia nello studio della perimplan-
Alzheimer, malattia renale cronica e patologia on-
cologica. tite in soggetti obesi
Pare invece che la malattia diabetica migliori nel
compenso glicemico in quei pazienti parodonta-
L’obesità rappresenta una delle cause primarie di
li trattati per patologia parodontale con terapia
morbilità e mortalità, soprattutto nel contesto dei
parodontale non chirurgica.
paesi occidentali, e rientra quindi di diritto nel-
Particolarmente interessanti sono le indicazioni
l’ambito delle condizioni cui si è fatto riferimento
quando si vanno ad analizzare le patologie del-
in precedenza.
l’apparato respiratorio. Rimuovere placca e tarta-
I dati sperimentali attestano come l’obesità sia
ro e operare controllo chimico del biofilm contri-
connessa con uno stato cronico di infiammazio-
buirebbe alla prevenzione delle infezioni respira-
ne basale a livello sistemico, in grado, fra l’altro,
torie. Si fa riferimento in modo particolare ai qua-
di interferire con la normale funzionalità delle cel-
dri maggiormente insidiosi, cioè alle infezioni che
lule immunitarie e di accelerare il riassorbimento
insorgono nel paziente affetto da broncopneumo-
dell’osso alveolare. La proteina C reattiva (PCR)

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rappresenta un marcatore di infiammazione siste-
mica di basso grado, associato sia all’obesità che
alla malattia parodontale. Livelli elevati di PCR
implicano l’aumentata produzione.
Già nel 2016, uno studio che aveva indagato il
sondaggio perimplantare e la perdita di osso mar-
ginale in pazienti obesi e non, aveva riscontrato
delle differenze significative. Di recente, Vohra e
colleghi hanno ipotizzato come i parametri in-
fiammatori perimplantari possano aggravarsi con
l’aumento della PCR, quindi nelle forme di obesi-
tà più severe. Nel loro studio sono dunque stati
vagliati i parametri clinici e radiografici della pe-
rimplantite in pazienti con diversi livelli di obesi- La parodontopatia è caratterizzata da un quadro
tà, correlandoli con i relativi livelli sierici di PCR. infiammatorio, dovuto alla presenza di specifici
I gruppi 1-3 corrispondevano alle classi di obesità batteri ed ad una cascata di processi immnitari.
I-III determinate sulla base del body mass index Per analizzare ed individualizzare diagnosi e tara-
del paziente. A questi si aggiungeva un gruppo 4 pia, una possibilità è rappresentata dal prelievo
di soggetti non obesi. della sostanza biologica che si trova immediata-
I parametri parodontali considerati sono stati in- mente a contatto con la tasca parodontale, fluido
dice di placca,  sanguinamento al sondaggio,  pro- crevicolare.
fondità del sondaggio e, radiograficamente, perdi- Attraverso l’impiego di un cono di carta possono
ta di osso marginale. La PCR serica è stata defini- essere raccolti i campioni di fluido crevicolare. I
ta attraverso la metodica ELISA. vengono dunque sottoposti al test ELISA test per
Tutti i parametri clinici sono risultati significativa- valutare i parametri flogistici. Diversi studi si so-
mente superiori nei gruppi 1-3 rispetto al gruppo no serviti di questo metodo per confermare il fat-
4, in altre parole nei pazienti obesi rispetto ai non to che tutti i tutti i parametri infiammatori scendo-
obesi, dato già di per sé rilevante. Un ulteriore dif- no in seguito a terapia nel caso di pazienti affetti
ferenza statisticamente significativa è stata osser- da parodontopatia cronica.
vata in favore dei gruppi 2 e 3 rispetto ai pazienti Recentemente, il gruppo di Nimcharoen si è con-
soggetti a obesità di grado minore[4]. centrato sulla valutazione di una singola sostan-
za, sempre nel fluido crevicolare. Si tratta di una

Aspetti biomolecolari della risposta alla glicoproteina transmembrana, ADAM8, il cui an-
damento è stato confrontato però rispetto a pa-
terapia parodontale non chirurgica
zienti con gengivite. Lo studio ha dimostrato co-

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me la molecola vada incontro a decremento signi- 1."l’informazione sulla storia naturale della ma-
ficativo dopo terapia non chirurgica, in pazienti lattia
con parodontite di grado moderato o severo [5-8] 2."l’istruzione del soggetto alle corrette manovre
di igiene orale,sull’uso degli strumenti (spazzo-
I risvolti della terapia parodontale non lino e scovolini) e dei relativi adiuvanti (colluto-
ri quando indicati
chirurgica
3."l’attività di counseling sui principali fattori di
rischio.
Il passaggio fondamentale da condurre alla pol-
trona consiste invece nella rimozione dei fattori
causali e predisponenti della patologia. L’asporta-
zione di placca, tartaro, sopra e sottogengivali, la
rimozione del cemento radicolare contaminato
vengono condotte mediante sistematiche a ultra-
suoni o strumenti manuali (curette).
Il controllo meccanico della placca sopragengi-
vale può essere affiancato dall’uso di agenti chi-
Il trattamento della malattia parodontale, una vol- mici antiplacca. Il più diffuso è senza dubbio la
ta inquadrato accuratamente il paziente dal pun- clorexidina, il cui impiego trova indicazione qua-
to di vista clinico ed eventualmente radiografico, lora il paziente non sia in grado di eseguire le ma-
con particolare attenzione per i soggetti a rischio novre meccaniche di igiene orale in maniera com-
(fumatori e diabetici), passa necessariamente per pleta.
la terapia causale, ovvero per l’approccio non chi- E’ importante indicare al paziente modalità e tem-
rurgico. pi di utilizzo di questo presidio per evitare che
Nelle sue linee guida, l‘American Academy of Pe- egli incorra negli effetti collaterali quali macchie a
riodontology sottolinea come, in un complesso di danno degli elementi dentali, alterazioni del gu-
opzioni terapeutiche ampio, e a fronte di una pa- sto, alterazione del colore e dell’aspetto della mu-
tologia che interessa per definizione più di un si- cosa della lingua.
to dentale, sia possibile attuare procedure diverse La terapia non chirurgica viene finalizzata con la
nel contesto di uno stesso paziente. lucidatura delle superfici dentali ad opera di cap-
La parodontologia necessita di grande complian- pette e polishing.Tra i risultati attesi della terapia,
ce e alleanza terapeutica tra clinico e paziente una riduzione significativa e stabile degli indici
Non a caso, rappresentano fattori chiave in que- di placca, da riportare al di sotto del 30%, e l’eli-
sto tipo di terapia: minazione dei segni infiammatori – l’indice corri-

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spondente è in questo caso il sanguinamento al informazione sull’età, la scolarità e la posizione
sondaggio. lavorativa del paziente. Importantissimo il dato
La terapia causale presenta comunque dei limiti. delle abitudini viziate, in primis il fumo.
Qualora non risulti possibile raggiungere la sa-
lute dei tessuti parodontali, a causa di una scor-
retta anatomia dei tessuti di supporto del dente, a
seguito di esiti di malattie, il piano di cure può
proseguire con i trattamenti di tipo chirurgico[9]
La chirurgia rappresenta però sempre un punto
di arrivo e non di partenza, è necessario conosce-
re il paziente, conoscere la sua motivazione e lavo-
rare insieme per una risoluzione ottimale del qua-
dro patologico.

Seguirà, ovviamente, un’attenta indagine del-


Scopi e regole di compilazione della car- l’anamnesi patologica prossima e remota. È man-
tella parodontale datorio indagare anche l’anamnesi farmacologica.
Il clinico può decidere di effettuare un esame di
La cartella clinica in ambito libero professionale screening – quale può essere, ad esempio, il PSR
non è normata in maniera chiara, in quanto la sua – da allegare alla cartella nel caso di pochi siti che
realizzazione non viene uniformemente definita destino sospetto di patologia parodontale. In co-
come obbligatoria. Cosa diversa accade in ambito loro i quali evidenziano segni evidenti di paro-
pubblico dove questo documento diviene un atto dontopatia, si passerà alla cartella parodontale ve-
obbligatorio, la cui veridicità è un obbligo di leg- ra e propria. Andranno innanzitutto indicati gli
ge. A prescindere da questo discrimine la compila- elementi mancanti e gli eventuali impianti inseriti
zione della cartella clinica in ambito medico è in sostituzione. Dopo aver descritto lo stato clini-
una fase di importanza centrale nel contesto di co dei tessuti molli (gengive color rosa pallido o
qualunque presidio sanitario, sia esso una struttu- rosse edematose), si potrà passare al sondaggio
ra pubblica o privata. vero e proprio.
La cartella parodontale presenta una struttura pe- Verranno valutati gli indici di placca e quelli di
culiare e la sua compilazione è fondamentale in sanguinamento, successivamente saranno sonda-
tutti quei casi in cui il paziente mostri segni e sin- ti tutti i siti. Oltre ai valori in millimetri della pro-
tomi da indagare e associabili alla parodontite. fondità di sondaggio è utile segnalare con un colo-
Essendo la malattia del parodonto una patologia re diverso tutti i valori superiori a 4. Si passa poi
multifattoriale, non si dovrà sottovalutare alcuna alla valutazione delle forcazioni, anche a queste

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viene assegnato un valore da 0 a 3 attraverso l’uti- quella antimicrobica: detossificante, analgesico,
lizzo della sonda di Nabers. L’ultima prova da fa- antipossico e immunostimolante.
re riguarda la mobilità dentaria. In ambito dentale, è stato proposto come antisetti-
La compilazione della cartella parodontale può co e anche nel trattamento delle lesioni da demi-
essere piuttosto lunga, il rischio di creare un docu- neralizzazione, sulle quali sembrerebbe esercitare
mento confuso e poco chiaro potrebbe vanificare un’azione selettiva, quindi protettiva del tessuto
parte degli sforzi fatti. sano.
L’utilizzo di software per la compilazione in digi- In materia di malattia parodontale esistono degli
tale della cartella migliora l’ergonomia del lavoro studi interessanti sugli effetti dell’ozono. A tale
in queste fasi, permette una migliore compilazio- proposito, un studio microbiologico giapponese
ne e conservazione. Sarà anche più semplice in (Fukui 2014) ha valutato l’azione di gel ozonizza-
questo modo associare alle misurazioni le radio- ti su una varietà di specie microbiche, con partico-
grafie dello status parodontale. lare riguardo per quelle parodontali. Il lavoro ha
La cartella parodontale contiene anche segnalazio- osservato un’azione battericida nei confronti
ne dei miglioramenti del paziente, l’aderenza alle di Porphyromonas gingivalis, Prevotella interme-
indicazioni fornite e l’attitudine a presentari ai dia, Fusobacterium nucleatum, Aggregatibacter
controlli di follow-up. Per queste ragioni questo actinomycetemcomitans ed Eikenella corrodens.
documento rappresenta anche un valido ausilio Gli effetti antimicrobici si confermano per batteri
dal punto di vista medico-legale. aerobi e anaerobi, gram positivi e con un efficacia
che segue la crescita della concentrazione e sem-
Ozonoterapia: effetti e prospettive in brerebbe quindi favorire il gel rispetto ad altre so-
luzioni. L’ozono può essere somministrato attra-
ambito parodontale
verso diversi mezzi:
-" acque ozonizzate
Negli ultimi anni l’impiego di composti ozonizza-
-" gel ozonizzati
ti è stata variamente proposta in vari campi di ap-
-" oli ozonoizzati
plicazione in odontoiatria. L’ozono è un gas inco-
Srikanth nella sua review si sofferma in particola-
lore, forte ossidante, universalmente conosciuto
re sull’utilizzo dell’acqua ozonizzata (4 mg/L),
per il suo ruolo di filtro per la radiazione ultravio-
come alternativa o adiuvante agli antisettici tradi-
letta a livello dell’atmosfera terrestre.
zionalmente impiegati nella terapia causale paro-
La sperimentazione di fluidi ozonizzati a uso me-
dontale. Pur ammettendo la necessità di imple-
dicale – come antisettici nel controllo delle infezio-
mentare le evidenze sulla tematica, gli autori for-
ni e nella guarigione delle ferite – va avanti in
niscono indicazioni promettenti. Un altro studio
realtà da mezzo secolo. L’ozono avrebbe poi una
del 2016 propone l’ozonoterapia locale come adiu-
serie di effetti biologici sull’organismo, oltre a

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vante della terapia meccanica, la quale rimane sviluppo di microrganismi infettivi o comunque
dunque il trattamento di base. Nuovi studi longi- patogeni, concetto questo che secondo alcuni pre-
tudinali paiono necessari al fine di mettere a pun- senterebbe una sfumatura diversa rispetto quello
to protocolli d’impiego dell’ozonoterapia in paro- di disinfezione, al pari della differenza tra azione
dontologia, individuandone indicazioni e limita- batteriostatica e battericida di un antibiotico. Per
zioni d’uso[10]. comodità espositiva, è possibile comunque usare
i due termini come sinonimi.
Collutori e antisettici orali: cosa dice la Dal punto di vista della formulazione, sono state
proposte diverse soluzioni, domiciliari o alla pol-
letteratura
trona: la modalità più comune è lo sciacquo
con collutorio.
La clorexidina è senza dubbio la molecola più uti-
lizzata e rappresenta il vero e proprio standard su
cui testare le alternative. Le prime alternative, a
onore del vero, si basano comunque sullo stesso
composto, somministrato in gel o proposto anche
sotto forma di chip (contenenti 2.5 mg di clorexi-
dina) da alloggiare direttamente nella tascaparo-
dontale. Tra le due opzioni, la prima appare mag-
giormente consigliabile (tra gli articoli più recenti
sul tema, si confrontino quelli di Vadiati del 2017
e di Medaiah del 2014).
Tornando sulla forma del collutorio, una meta-a-
nalisi, pubblicata nel 2017 da Costa sul JADA, ha

La terapia non chirurgica continua a costituire, stabilito che l’aggiunta induce un miglioramento

per efficacia, la prima linea nell’approccio alla ma- statisticamente significativo, anche se clinicamen-

lattia parodontale attraverso il controllo della te ridotto, di alcuni indicatori parodontali, rispet-

placca. Al fine di prolungare gli effetti sul micro- to alla sola terapia meccanica. Nella definizione

biota orale, questa può essere addizionata a tera- del protocollo da attuare sul singolo paziente,

pie di supporto di vario tipo. La più comune tra queste evidenze lasciano, al momento, una discre-

queste consiste senza dubbio nella somministra- zionalità per quanto concerne la posologia di som-

zione di antisettici ad azione topica. ministrazione.

Si definisce antisettico una sostanza chimica (o I possibili effetti collaterali – pigmentazione den-

un mezzo fisico) in grado di rallentare o inibire lo tale e linguale, disgeusia – legati principalmente

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a un impiego eccessivamente protratto dei collu- meccanismi ormonali e immunitari. Nel 2016, la
tori a base di clorexidina, hanno indotto i produt- Food and Drug Administration (FDA) statuniten-
tori a prendere in considerazione altri composti. se ha, di fatto, ritirato il prodotto dall’impiego cli-
Antisettici orali più diffusi e possibili componenti nico comune. L’indicazione è quella di accodarsi
aggiuntivi al consenso raggiunto nel 2016 e firmato a Firen-
I collutori più diffusi sul mercato sono quelli a ze, da più di 200 studiosi internazionali.
base di oli essenziali. Si tratta di prodotti consi- Da ultima, si riferisce un’opzione particolare, pro-
gliabili per l’igiene orale quotidiana. Le evidenze posta nel 2017 da Malik e colleghi e basata sull’im-
supportano tale indicazione (di tipo preventivo) e piego di una sospensione orale contenente probio-
l’eventuale impiego in presenza di quadri paro- tici, da abbinare alla terapia non chirurgica. Il ra-
dontali modesti. Nel caso di parodontopatia croni- zionale è quello di favorire un corretto, graduale
ca, uno studio di Das (2018) non osserva riduzio- ripopolamento del sito parodontale, migliorando
ne significativa della carica batterica, a differenza di conseguenza l’outcome clinico[11-14].
di quanto osservato con la clorexidina e con un
altro prodotto, che può essere addizionato a que- Razionale dell’antibiotico-terapia nel
st’ultima: il cloruro di cetilpiridina. Il CPC è una
trattamento parodontale
molecola di tipo cationico in grado di esercitare
un’azione sia batteriostatica sulla placca immatu-
Ad oggi il semplice approccio non chirurgico (sca-
ra che battericida.
ling e root planing, SRP) costituisce la prima e ir-
Un effetto analogo (interferenza con l’adesione
rinunciabile linea terapeutica nella malattia
batterica) è quello dell’etil lauroil arginato (LAE),
parodontale. I diversi protocolli disponibili, poi,
che un articolo a marca italiana (Pilloni 2018) ha
prevedono la somministrazione di varie terapie
proposto, in soluzione allo 0.147%, come alternati-
adiuvanti, tipicamente a somministrazione
va alla clorexidina allo 0.12%. Gli autori parlano
topica: antisettici orali, laser, terapia fotodinami
di miglioramento microbiologico più stabile in
ca e anche antibiotici, metodica questa molto do-
assenza di effetti indesiderati.
cumentata anche nel trattamento delle perimplan-
Un prodotto su cui è doveroso fare un aggiorna-
titi. Accanto a queste opzioni, in letteratura si è
mento è il triclosan, che negli anni ha trovato lar-
dibattuto sull’impiego della terapia antibiotica
ga diffusione, non solo in campo odontoiatrico (e
nella convenzionale forma sistemica.
sanitario in generale). L’uso di questo composto è
Tale eventualità rappresenta un’indicazione clini-
stato messo in forte discussione, sia per il suo po-
ca interessante, peculiare fra tutte le terapie non
tenziale impatto dal punto di vista ambientale,
chirurgiche in odontoiatria, eccezion fatta forse
sia, più recentemente, per le possibili interferenze
per la gestione dell’ascesso alveolare acuto.
con l’organismo, in modo particolare con alcuni

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La prima revisione sulla parodontite cronica ha
incluso un totale di 43 studi e, come dati clinici,
ha considerato: riduzione di PPD in tasche mode-
rate e profonde – su questa variabile viene ritrova-
to un vantaggio statisticamente significativo della
terapia combinata, massimamente entro il primo
anno – guadagno di CAL negli stessi casi e varia-
zione di BOP. La variabilità di molecole e posolo-
gie proposte è un altro dato importante.
Il secondo studio, dedicato alla parodontite ag-
Vediamo alcune indicazioni di comportamento gressiva, ha incluso 14 lavori, riportando anche
riguardo all’utilizzo degli antibiotici in parodon- conclusioni analoghe e un forte trend positivo a
tologia. Già nel 1996 l’American Academy of Pe- favore della cosomministrazione di amoxicillina e
riodontology raccomandava la somministrazione metronidazolo. Dal punto di vista clinico, sarebbe-
dell’antibioticoterapia adiuvante secondo i criteri ro questi ultimi l’indicazione e il protocollo mag-
della “good medical practice”. giormente supportati dalle evidenze scientifiche
Nel 2015, il gruppo di Keestra ha pubblicato sul attuali in accordo con la più recente meta-analisi
Journal of Periodontal Research, due revisioni si- di Zhang del 2016 [15-17].
stematiche con meta-analisi consecutive sull’argo-
mento, la prima dedicata al paziente affetto da pa- Take Home message
rodontite cronica, la seconda a quello con paro- 1. Tutti i pazienti dovrebbero essere inquadrati
dontite aggressiva. Per completezza, va ricordato dal punto di vista parodontale, nel caso si ri-
come le indicazioni debbano essere rilette alla lu- scontrino criticità è opportuno compilare l’inte-
ce della nuova classificazione della malattia paro- ra cartella parodontale ed associarla a status-ra-
dontale, introdotta successivamente alla pubblica- diografici per una valutazione più completa. Il
zione delle revisioni stesse. tutto va conservato nel tempo come ausilio sia
I due studi hanno seguito un metodo comune, in clinico che medico-legale.
accordo alle indicazioni Cochrane Collaboration e 2. La terapia parodontale non chirurgica rappre-
PRISMA, al fine di rispondere a due domande senta l’elemento alla base del mantenimento
precise: gli antibiotici sistemici combinati alla dello stato di salute degli elementi dentali
SRP hanno effetto additivo sugli outcome clinici 3. Qualora non risulti possibile raggiungere la sa-
rispetto alla sola SRP, rispettivamente nella paro- lute dei tessuti parodontali è opportuno chie-
dontite cronica e in quella aggressiva non tratta- dersi se è possibile raggiungere migliori risulta-
te? ti attraverso interventi di chirurgia parodontale

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4. La patologia parodontale è correlata a diversi
quadri patologici sistemici, alcuni dei quali mi-
gliorano quando viene trattato il paziente affet-
to da parodontite.
5. L’utilizzo di collutori e ausili come l’ozono ad
applicazione topica può migliorare gli outcome
nei casi evidenziati dalla letteratura.
6. L’utilizzo di antibiotici in caso di parodontiti
aggressive o croniche può portare a migliori ri-
sultati rispetto al solo SRP.

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/

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