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1. La trasfigurazione dell’esistenzialismo
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Antonio Quarta
tuito dal mito romantico della Ragione contro il quale Abbagnano condu-
ceva una coerente e dura battaglia, marcando decisamente le ragioni che
dividevano il proprio esistenzialismo come “filosofia positiva” dal
Romanticismo4. Alla concezione romantica dell’uomo garantito in modo
infallibile da una forza infinita capace di “sopperirne le deficienze, di ret-
tificarne le deviazioni, e di indirizzarlo inevitabilmente al trionfo definiti-
vo del bene”5, Abbagnano opponeva un’idea dell’uomo costruttore di un
ordine possibile che non garantisce la riuscita finale delle sue azioni; alla
libertà “infinita, assoluta, creatrice”, il senso del limite e del condiziona-
mento delle situazioni nelle quali l’uomo si trova concretamente ad ope-
rare; all’infallibilità dell’idea di progresso, certi aspetti dell’esperienza
umana che il Romanticismo, come filosofia retta da un principio infinito,
considera insignificanti.
Pur evidenziando gli aspetti della realtà umana meno riducibili alla
razionalità, l’esistenzialismo, lungi dal porsi come ingenuo irrazionali-
smo, doveva aprire la strada ad una considerazione piú ricca e piú profon-
da della ragione stessa6. Dal riconoscimento delle condizioni reali del-
l’uomo, del peso che l’esteriorità, la materialità, la mondanità esercitano
sull’esistenza, l’esistenzialismo positivo si disponeva ad offrire “qualsiasi
mezzo, strumento, tecnica o atteggiamento atto ad affrontare l’instabilità
delle vicende umane, a consentire di guardare al futuro con ragionevole,
se pure guardinga fiducia7.
Questa disposizione alla ‘ragionevolezza’ umanizza il messaggio filoso-
fico rendendolo piú credibile ed efficace. Il filosofo non si atteggia a pro-
feta né a portatore di messaggi consolatori, ad annunciatore di verità asso-
lute ma si presenta come “uomo che parla ad altri uomini e cerca di chiari-
re, di risolvere con essi, le difficoltà che un mondo non benigno frappone”8.
La filosofia come “sapienza terrestre” che cerca costantemente di cor-
reggere, affinare gli strumenti di cui dispone, elaborando progetti realiz-
zabili, indicando mete possibili da raggiungere, mai definitivamente
immuni dal rischio e dalla perdita. Costruzioni della ragione intesa come
“una forza umana diretta a rendere piú umano il mondo”9, in sintonia con
quanto, negli stessi anni, proponeva un filosofo come Ludovico Geymonat
pur cosí diverso da Abbagnano per formazione e temperamento: fare della
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