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Sistema di conduzione
Lo stimolo elettrico nasce dal nodo del seno o nodo seno atriale, che si
trova nell’atrio destro in corrispondenza della vena cava superiore. Viene
chiamato nodo perché gli elementi muscolari che lo costituiscono presentano
una disposizione a gomitolo o a nodo. Gli stimoli elettrici si trasmettono
successivamente al tessuto muscolare dell’atrio provocandone l’attivazione e la
contrazione dell’atrio. L’eccitazione raggiunge quindi il nodo atrio-
ventricolare, situato nel setto interatriale. Da qui parte un nuovo impulso
elettrico che si propaga attraverso delle fibre specializzate appartenenti al
fascio di His, situato nel setto interventricolare. Il fascio di His si divide in due
branche destra e sinistra che sotto l’endocardio ventricolare formano una rete
detta rete di Purkinje.
Una volta che l'impulso si è generato nel nodo seno-atriale passa direttamente
alle fibre atriali investendole in maniera simultanea. A questo punto attraverso
le fibre internodali, il segnale viene trasmesso al nodo atrioventricolare. Dalla
generazione del segnale sono passati 0,02 secondi. È in questo punto del
sistema di conduzione, quello che trasferisce il segnale dagli atri ai ventricoli,
che troviamo un ritardo di trasmissione. Questo ritardo è necessario affinché
l'impulso cardiaco non possa propagarsi dagli atri ai ventricoli in maniera
troppo veloce. Se questo accadesse, infatti, sarebbe impossibile per i ventricoli
un perfetto riempimento e da questo si arriverebbe ad un non perfetto
rendimento della pompa cardiaca. La prima struttura che provoca questo
ritardo è il nodo A-V, e subito dopo il passaggio attraverso il nodo
atrioventricolare abbiamo un ulteriore ritardo dovuto ad una parte del fascio
fibroso che separa atri e ventricoli. Subito dopo questa parte "ritardante"
troviamo le fibre del Purkinje, che dal nodo A-V si portano ai ventricoli
passando attraverso il setto ventricolare. Queste fibre sono a conduzione molto
veloce. Questa velocità di trasmissione permette di avere una trasmissione ai
ventricoli praticamente immediata e simultanea.
Diversi fattori possono influenzare il nodo del seno, provocando variazioni della
frequenza cardiaca, in primis i due sistemi di innervazione cardiaca. Il sistema
parasimpatico è responsabile dell'inibizione della frequenza cardiaca, infatti
tagliando il nervo vago si ha una accelerazione del cuore fino ai massimi livelli
fisiologici raggiungibili. Il sistema parasimpatico agisce usando uno specifico
neurotrasmettitore: l'acetilcolina. Essa determina due importanti effetti sul
cuore: deprime la frequenza di scarica del nodo S-A e diminuisce l'eccitabilità
delle fibre giunzionali poste tra il miocardio atriale ed il nodo A-V. La
stimolazione ortosimpatica provoca effetti opposti a quelli dell'azione vagale,
anche se comunque i due effetti sono sempre compresenti. Il
neurotrasmettitore attraverso il quale il sistema ortosimpatico agisce è la
noradrenalina, che viene rilasciata nelle sinapsi che interessano le terminazioni
nervose cardiache e che, come l'acetilcolina, determina delle variazioni a livello
delle conduttanze nelle cellule miocardiche. La soppressione dell'attività
ortosimpatica determina una diminuzione della frequenza, che però non è
rilevante come l'azione del nervo vago.
Le cellule del nodo del seno (pacemaker) sono sede di un’attività spontanea e
sono quindi in grado di auto-eccitarsi. Esse non possiedono un vero e proprio
potenziale di riposo, ma hanno un potenziale di membrana instabile che
durante la diastole va incontro ad una spontanea progressiva diminuzione fino
a raggiungere un valore soglia che determina l’apertura di canali per il calcio e
porta alla genesi di un potenziale d’azione che propagandosi dà inizio alla
sistole (vedi figura). Raggiunto il massimo di depolarizzazione le cellule del
nodo del seno si ripolarizzano (tramite la fuoriuscita di ioni K+). La velocità
della depolarizzazione diastolica determina la frequenza cardiaca e il controllo
nervoso fa variare la frequenza cardiaca agendo sulla rapidità di questa
depolarizzazione. L’impulso viene condotto prima ai miocardiociti atriali, quindi
giunge al nodo atrio-ventricolare. Man mano che l’impulso avanza si
depolarizzano tutte le cellule eccitabili del sistema di conduzione e i
miocardiociti di lavoro atriali e ventricolari.
Un miocita che sia stato depolarizzato non sarà più disponibile per un nuovo
potenziale d'azione fino a che esso non si sia ripolarizzato parzialmente,
l'intervallo fra il potenziale d'azione e il momento in cui il miocita è disponibile
per un nuovo potenziale è definito Periodo Refrattario Assoluto. La completa
eccitabilità non viene ristabilita fino a quando non si ha completa
ripolarizzazione del miocita, questo intervallo è chiamato Periodo Refrattario
Relativo. Questo periodo è indispensabile per il corretto funzionamento del
cuore, poiché permette un alto rendimento della funzione di pompa del cuore,
in quanto il ventricolo può riempirsi completamente di sangue prima di
eseguire un'altra contrazione; inoltre permette di avere una netta distinzione
tra fase pulsoria (sistole) e fase di riposo (diastole), in maniera tale da
permettere l'apporto di sangue attraverso le coronarie, che può avvenire solo
in fase diastolica.
Il ciclo cardiaco