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Lipotesi di questo saggio - perch si tratta di una ipotesi e si tratta proprio di un saggio - che la parola

moderno definisce due gruppi di pratiche completamente diverse che, per conservare efficacia, devono
restare distinte, mentre da qualche tempo non sono pi tali. Il primo insieme crea, per traduzione, un
miscuglio tra tipi di esseri affatto nuovi, ibridi di natura e di cultura. Il secondo per depurazione, produce
due aree ontologiche completamente distinte: quella degli umani da un lato e quella dei nonumani
dallaltro (p.23). La critica moderna depura ci che la traduzione ha creato: le reti. Le reti sono i
collegamenti, le mediazioni tra le aree ontologiche che considerano tutto ci che non solo cultura o solo
natura: gli ibridi. Queste due attivit vanno insieme - senza traduzione non ci sarebbe nulla da depurare -,
ma la modernit si ostina a considerarle separatamente.

La modernit non lumanesimo, non corrisponde alla laicizzazione della societ, non nasce con le nuove
scienza secentesche o con la meccanizzazine del mondo. Considerare lemancipazione delluomo dalla
natura come principio della modernit un atteggiamento autoreferenziale che si accontenta di una analisi
parziale e asimmetrica della realt. Affianco alluomo - considerato, in senso moderno, come matres et
possesseurs de la nature - bisogna considerare anche la nascita congiunta dei nonumani - le cose, gli
oggetti, gli animali - e dei quasi-oggetti, tutti quegli aspetti della realt che sono mescolanze di natura e
cultura, difficili da classificare e che fluttuano ignorati nel grande Impero di Mezzo delimitato dai due poli
dellumano e del non umano. La pompa ad aria di Boyle un esperimento fisico o una minaccia per il
potere assoluto del Leviatano? La televisione solo tecnologia o anche politica? Il buco dellozono solo
scienza o anche coscienza? Il contraccettivo medicina o libert? religione o capitalismo? Il turbine delle
commistioni ci assale ogni mattina che apriamo un giornale.

Cos la nostra vita intelletuale decisamente malfatta. Lepistemologia, le scienze sociali, le scienze del
testo funzionano in modo impeccabile, ma solo a condizione di essere distinte. Se gli esseri che seguite le
attraversano tutte e tre, non vi capiscono pi (p.16); perch gli ibridi proliferano a velocit esponenziale e
non sono un po natura e un po cultura - scomponibili per essere filtrati dalla pi consona forma di critica -,
bens sono natura e cultura insieme.

Secondo Latour, ci che caratterizza davvero la modernit la sua Costituzione, la quale prevede quattro
articoli/garanzie:

1. Non sono gli uomini che creano la natura, essa esiste da sempre, c sempre stata: non facciamo
altro che scoprirne i segreti (p.49); la studiamo per comprenderla e riuscire a controllarla. La
natura nonumana.

2. Sono gli uomini e solo gli uomini che costruiscono la societ e che decidono liberamente del
proprio destino (p.50). La societ umana.

3. La natura e la societ devono rimanere assolutamente distinte; il lavoro di depurazione deve


restare assolutamente distinto dal lavoro di mediazione (p.52).

4. Dio barrato. Allontanato dal gioco delle leggi della scienza e della Repubblica, gli si concede asilo
solo in uninteriorit spirituale che salva la facciata della devozione senza inceppare i meccanismi
laici del progresso.

Il problema la terza garanzia. Le prime due, abbiamo visto, possono (devono) coesistere, ma la terza crea
un paradosso che sancisce lerrore intrinseco della modernit. Lopposizione che vuole la natura da una
parte e la cultura dalla parte opposta, non risolve la realt, non pu pi rappresentare i due poli coi quali
orientarsi nel mondo. La moltiplicazione dei quasi-oggetti aumenta la distinzione tra quei due poli, i quali
non saranno pi (perch non lo sono mai stati) i punti di riferimento della critica, ma diventernno due tra le
innumerevoli possibilit di mediazione.

Latour sostiene che gli occidentali non sono contemporanei a se stessi. Si dicono moderni, o post-moderni,
ma in realt non lo sono davvero, anzi, non lo sono mai stati. La depurazione la bandiera dei moderni, ma
la depurazione sopravvive grazie alla mediazione e moltiplica essa stessa gli intermediari. La bandiera ha
dunque sempre avuto una faccia in ombra, nascosta o autocelata: non siamo mai stati moderni e non lo
siamo a maggior ragione ora che gli ibridi godono di una salute quasi sovrumana. la doppia
contraddizione che moderna: contraddizione tra le due garanzie costituzionali da una parte e tra la
Costituzione e le pratiche di mediazione dallaltra (corsivo dellautore, p.82).

Dalla disputa tra Boyle e Hobbes alla cupa disperazione dei postmoderni, Latour passa rapidamente in
rassegna la storia della filosofia moderna per confermare retrospettivamente la sua ipotesi, con
unapprossimazione che non ha altre scusanti al di fuori della brevit (p.25).

Hobbes e Boyle furono i primi a discutere del prolema. Boyle speriment il vuoto in laboratorio e Hobbes
non volle accettare che non esistesse il vento detere, il quale aveva le sue importanti implicazioni politiche.
La passione dello scontro rivela, secondo Latour, lingenuit della distinzione: da una parte i nonumani, da
unaltra i cittadini consapevoli - ma tutto ancora vago.

A rompere gli indugi arriva Kant che canonizza la Costituzione attuando la sua rivoluzione copernicana. La
separazione netta e totale: il soggetto trascendentale infinitamente lontano dalle cose in s. Gli ibridi si
chiamano fenomeni e hanno diritto di cittadinanza, ma esclusivamente in quanto miscele delle forme pure
in eguale proporzione (p.76).

La dialettica va oltre il kantismo, risolvendo la prima contraddizione, ma non la seconda. Hegel crede di
abolire la separazione kantiana quando in realt non fa che esasperarla e elevarla a rango di
contraddizione, facendo della sua estremizzazione e del suo superamento il motore della storia (p.77).
Intanto le rivoluzioni industriali alimentano la proliferazione degli ibridi e cominciano a scombinare le
critiche.

La contradddizione diventa tensione insormontabile con la fenomenologia che ha davvero la sensazione di


non parlare daltro che di mediazioni, senza che la mediazione si agganciata ai poli. Eppure essi tracciano
semplicemente un tratto tra poli ridotti pressoch a niente (p.78). Coeva, la doppia opera di Bachelard
rappresenta il simbolo di questa impossibile crisi, di questo squartamento (p.79).

Una nota a parte per chi ha dimenticato lessere. Heidegger e i suoi epigoni non si aspettano di trovare
lessere se non sui sentieri che non portano da nessuna parte delle Foresta Nera. Altrove c il deserto. [...]
E tuttavia anche qui sono presenti gli dei: nella centrale idroelettrica sulla riva del Reno, nelle particelle
subatomiche, nelle calzature Adidas come nei vecchi zoccoli fatti a mano, nellagrobuisines come nellantico
paesaggio, nei conti del bottegaio come nei versi strazianti di Hlderlin (p.87,88). Per Latour Heidegger
gioca col suo ombelico, perch ha davvero dimenticato lessere solo chi crede che lessere sia stato
dimenticato. Un po Heidegger e un po la mamma di Forrest Gump.

E si arriva ai postmoderni, ai quali Latour si dedica con pi attenzione. Habermas prepostmoderno:


opera una transizione tra la difesa del progetto moderno e la denuncia ironica della sua scomparsa. Egli
vuole rendere incommensurabili i due poli nel momento della massima moltiplicazione dei quasi oggetti:
se qualcuno si mai sbagliato di avversario proprio questo kantismo fuori posto in pieno XX secolo
(p.80).

E Lyotard consuma labbandono definitivo del progetto (vedi Lyotard, La condizione postmoderna): non ho
trovato una parola abbastanza volgare per definire questo movimento, o meglio questa immobilit
intellettuale, che abbandona umani e non umani al loro destino. Non si tratta pi di incommensurabilit,
ma di iper-incommensurabilit (p.81). I postmoderni hanno avvertito la crisi ma ci sono rimasti imbrigliati,
non superano la modernit, rimangono fedeli alla Costituzione. Di essi Latour salva solo il loro estremismo:
dopo di loro non c pi nulla, non si pu pi passare oltre. Le critiche si sono succedute passando oltre,
ora che non c pi alcun oltre, ritorniamo sui nostri passi. Smettiamola di passare (p.83). Donde:
nonmodernit.

Lincapacit moderna di trattare gli ibridi ha implicazioni anche sul modo di concepire il tempo.
Lasimmetria tra natura e cultura si riflette sullasimettria passato/futuro e ogni nuova irruzione degli ibridi
- impossibile da spiegare con la Costituzione che li nega - viene spiegata per mezzo di una rivoluzione
radicale. La Costituzione costringe a sentire il tempo come una successione continua di rivoluzioni perch
cancella gli annessi e connessi degli oggetti della natura e rende un miracolo il loro improvviso emergere
(corsivo dellautore, p.93). I moderni hanno trasformato la linea del tempo in una freccia che indica il
futuro; la temporalit nonmoderna torner ad essere una linea: Non siamo mai andati avanti o indietro.
Abbiamo fatto sempre una selezione accurata di elementi che appartengono a tempi diversi. Possiamo
continuare a farla. la cernita che fa il tempo, non il tempo che fa la cernita (p.101).

Latour prevede e innesca una controrivoluzione copernicana. LImpero di Mezzo non pu pi essere il
punto di clivaggio, deve diventare il punto di partenza della ciritica, e la depurazione sar un caso
particolare di mediazione. La natura ruota s, ma non intorno al soggetto/societ. Ruota intorno al
collettivo che produce umani e cose (p.105).

La vecchia edizione italiana del libro riportava il sottotitolo Saggio di antropologia simmetrica, perch
Latour un antropologo e il suo obiettivo finale poter studiare il mondo moderno, ma per farlo il modello
antropologico deve smettere di essere asimmetrico. Lasimettria antropologica sta nellapproccio di
studio che si concentra esclusivamente sulla cultura senza applicarsi alle scienze esatte, alle tecniche e agli
oggetti della natura. E c anche unasimettria ulteriore tra gli studi antropologici esotici e quelli
autoctoni: gli antropologi che visitano trib isolate negli angoli meno ospitali del pianeta riescono a
studiarne la cultura e la natura insieme, la civilizzazione come il rapporto coi nonumani - questo perch lo
studio limitato, la difficolt minore rispetto al fittissimo groviglio di mediazioni che loccidente ha creato
- mentre gli studi antropologici del mondo moderno, gli studi interni, rimangono parziali, si concentrano
solo su alcuni particolari culturali, senza neanche tentare di dipanare quel groviglio. Risulta cos che
paradossalmente ne sappiamo di pi sugli Achuar, sugli Arapesh, sugli Alladiani che su noi stessi. Finch si
tratta di piccole cause locali che comportano effetti locali, siamo capaci di seguirle. Ma perch non
dovremmo riuscire a seguire i mille percorsi, dalla strana topologia, che portano dal locale al globale e poi
riornano al locale? Lantropologia forse limitata per sempre ai territori e non in grado di seguire le reti?
(p.152).

questa asimmetria che determina il problema del relativismo: porre lOccidente in una posizione
privilegiata rispetto agli altri perch solo noi occidentali gestiamo la natura in s - depurata -, e non una
sua rappresentazione simbolica offuscata; la nostra cultura sarebbe lunica a potersi permettere di
mandare esploratori nel cuore dei popoli rimasti allo stato di premodernit per studiarli dallalto piedistallo
della Costituzione. Ma se la Costituzione solo uno tra gli altri tratti distintivi della nostra natura-cultura, il
piedistallo si sgretola, e solo allora lantropologia comparata pu diventare simmetrica e studiare le reti del
mondo nonmoderno esattamente come studia gli Achuar o gli Arapesh. Lantropologia faceva
affidamento sulla scienza, o sulla societ, o sul linguaggio: alternava sempre universalismo e relativismo
culturale e alla fine ci insegnava ben poco sia di Loro sia di Noi (p.170). Ora invece avrebbe la possibilit di
comprendere, soprattutto Noi.

La Costituzione della nonmodernit prevede le quattro garanzie che seguono (dallo schema p.186):

1. Non separabilit della produzione comune della societ e delle nature;

2. Seguito ininterrotto della messa in natura, oggettiva, e della messa in societ, libera. In fin dei conti
esistono davvero la trascendenza della natura e limmanenza della societ, ma le due non sono
separate;

3. La libert ridefinita come una capacit di selezione delle combinazioni degli ibridi che non
dipende pi da un flusso temporale omogeneo;

4. La produzione di ibridi, diventando esplicita e collettiva, diventa anche oggetto di una democrazia
allargata che ne regola o ne rallenta la decadenza.

Nel parlamento mondiale bisogner dare posto ufficiale anche ai quasi-oggetti, e ascoltarli prima di
prendere le decisioni capitali. In questa volont di aggiornamento, espressa in parole e in pubblico,
continuiamo a riconoscerci nellintuizione dellIlluminismo. Ma questa intuizione non ha mai avuto
unantropologia della propria ambizione (p.186,187). I Lumi trovano dimora nellImpero di Mezzo e le reti
dei quasi-oggetti vengono convocate in parlamento. E Latour pu intraprendere la sua spedizione
scientifica nella terra incognita delloccidente contemporaneo.

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