Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Idraulica 18 It PDF
Idraulica 18 It PDF
giugno 2000
I SEPARATORI
IDRAULICI
Dimensionamento
e scelta
I COLLETTORI
A PRESSIONE
CONTROLLATA
Funzioni e caratteristiche
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
18 Sommario
giugno 2000
3 I separatori idraulici
I SEPARATORI
IDRAULICI
Dimensionamento
e scelta
Hanno collaborato a
questo numero: 12 Schema funzionamento invernale di un impianto
Mario Doninelli, Marco Doninelli, con tre caldaie e separatore idraulico
Claudio Ardizzoia
Idraulica
Pubblicazione registrata presso 13 Schema funzionamento estivo di un impianto
il Tribunale di Novara con tre caldaie e separatore idraulico
al n. 26/91 in data 28/9/91
Editore:
Poligrafica Moderna S.p.A. Novara
14 Il separatore idraulico
Stampa:
Poligrafica Moderna S.p.A. Novara
@
Consulta il
sito Caleffi
allindirizzo:
www.caleffi.com
I SEPARATORI IDRAULICI
Ingg. Marco e Mario Doninelli dello studio S.T.C.
Nellultimo numero di Idraulica (dedicato alle Dopo aver considerato le prestazioni di questi
centrali termiche) abbiamo gi parlato dei nuovi materiali, riteniamo utile tornare in
separatori idraulici. E ne abbiamo parlato argomento per esaminare:
soprattutto per mettere in evidenza che essi sono
in grado di far lavorare ogni pompa solo ed 1. i principali metodi utilizzabili per il loro
esclusivamente per il suo circuito. dimensionamento;
I separatori idraulici consentono pertanto di
evitare azioni di reciproco disturbo tra le pompe 2. le possibili variazioni di temperatura che essi
che lavorano per circuiti diversi: azioni che, possono determinare.
come abbiamo visto, avvengono molto spesso
negli impianti tradizionali e possono: A proposito di questo secondo punto, si deve
infatti considerare che i separatori non solo
far bruciare le pompe, costringendole a fanno variare le pressioni differenziali
lavorare fuori campo; dellimpianto, ma (in alcuni casi) possono far
variare anche le temperature. Variazioni queste
rubare forza motrice alle pompe stesse, dovute al fatto che nei separatori possono aver
rendendole incapaci di fornire le prestazioni luogo significativi fenomeni di miscelazione: ad
richieste; esempio il fluido caldo di andata del generatore
pu miscelarsi (in modo significativo) col fluido
generare correnti parassite che mantengono freddo di ritorno dai terminali.
caldi i terminali anche a pompe ferme; E di tali possibili variazioni di temperatura
bisogna tener adeguatamente conto perch
far funzionare gli impianti in condizioni possono incidere sensibilmente sia sulla resa dei
diverse da quelle previste progettualmente: terminali, sia sulla scelta dei mezzi atti ad
diverse cio da quelle ottimali. evitare la condensa dei fumi.
Circuito Circuito
Primario Secondario
3
DIMENSIONAMENTO DEI
SEPARATORI
P troppo elevato
grandezze che concorrono al dimensionamento di
un separatore:
d
Rappresentazione separatore troppo stretto
4
METODO DEI TRE DIAMETRI METODO DEGLI ATTACCHI ALTERNATI
3d 3d
3d
3d
2d
3d
d
3d
3d
2d
3d
3d
5
1. possono contare (naturalmente se il Produttore
METODO DELLA PORTATA MASSIMA serio) su una progettazione decisamente
pi evoluta di quella manuale e quindi pi
idonea a definire forme e dimensioni ottimali;
Si utilizza per dimensionare i separatori
preassemblati. 2. dispongono di sistemi pi adeguati, di quelli
un metodo molto semplice, basato unicamente realizzabili artigianalmente, per permettere
sul valore della portata massima (del primario o leliminazione automatica dellaria e la
del secondario) che pu fluire attraverso il sedimentazione delle impurit;
separatore stesso: valore riportato sulle specifiche
tecniche o sul catalogo del Produttore. 3. sono realizzati con trattamenti antiruggine
che garantiscono la completa copertura di
tutte le superfici, anche di quelle con saldature
interne: cosa ben difficile da ottenere in modo
artigianale;
Note in merito allutilizzo dei separatori
preassemblati 4. sono in genere dotati di un guscio coibente,
(facilmente applicabile e rimovibile) con
Questi separatori stanno ormai generalmente barriera al vapore, che consente un valido
sostituendo quelli artigianali dimensionati col isolamento termico (anche nel caso di fluidi
metodo dei tre diametri o degli attacchi alternati. E refrigerati) e facili interventi di ispezione e
li stanno sostituendo per diverse buone ragioni: manutenzione.
Disaeratore automatico.
Corpo separatore
Coibentazione preformata
Rivestimento in alluminio
6
VARIAZIONI DI PORTATA DEL PRIMARIO
TEMPERATURA INDOTTE UGUALE ALLA
PORTATA DEL SECONDARIO
DAI SEPARATORI
Come abbiamo gi accennato sono dovute al fatto la situazione tipica degli impianti tradizionali,
che nei separatori idraulici possono aver luogo dato che in essi le pompe (o la pompa) del primario
significativi fenomeni di miscelazione. sono generalmente scelte con portate uguali a
quelle del secondario.
Pu cos, ad esempio, capitare che il fluido
caldo proveniente dalla caldaia sia
raffreddato (prima di raggiungere i terminali) dal
fluido freddo che torna dai terminali stessi.
In questo caso i terminali vanno dimensionati
tenendo conto di tale raffreddamento e non gi,
come avviene normalmente, in base alla
temperatura massima di esercizio con cui il fluido
esce dalla caldaia. T1 T3
7
Per calcolare la temperatura massima del fluido
PORTATA DEL PRIMARIO inviato ai terminali (T3) si pu considerare che in
INFERIORE ALLA genere sono noti o facilmente determinabili i valori
PORTATA DEL SECONDARIO delle seguenti grandezze:
T2 = T1 - Tpr (2)
T2 = T4
8
Per calcolare la temperatura di ritorno in
PORTATA DEL PRIMARIO caldaia (T2) si pu considerare che in genere sono
SUPERIORE ALLA noti o facilmente determinabili i valori delle
PORTATA DEL SECONDARIO seguenti grandezze:
Con portata del primario superiore alla portata del Gpr portata del primario, l/h
secondario si progettano soprattutto gli impianti
a bassa temperatura, ed in particolare quelli a Q potenza termica dellimpianto, kcal/h
pannelli.
Un simile accorgimento pu servire ad
innalzare la temperatura di ritorno in caldaia ed si pu quindi procedere nel seguente modo:
evitare quindi i problemi connessi alla condensa
dei fumi (ved. Idraulica 17, pag. 7).
1. si calcola dapprima il salto termico del primario:
T1 T3 T2 = T1 - Tpr (5)
Nel caso in esame, si pu ritenere che le si pu quindi procedere nel seguente modo:
temperature del primario e del secondario siano
cos correlate:
1. si calcola dapprima il salto termico del primario:
T1 = T3
Tpr = T1 - T2 (6)
T2 > T4
Pertanto la temperatura di ritorno del primario 2. in base a tale valore si determina poi la portata
(cio quella di ritorno in caldaia) risulta superiore richiesta:
a quella di ritorno del secondario.
Gpr = Q / Tpr (7)
9
Esempio Soluzione
preriscaldamento aria
ventilconvettori
radiatori
bollitore
10
Portata del secondario Temperatura di mandata del secondario
Si ottiene sommando le portate dei singoli circuiti Si determina con la formula (3):
del secondario:
T3 = T4 + Tsec = T2 + Tsec
Gsec = Gb + Gr + Gv + Ga = 12.600 l/h
T3 = 64 + 6 = 70C
Ed in base a questa portata (essendo superiore
a quella del primario) che va dimensionato il Ed questa la temperatura massima di
separatore idraulico. progetto in base a cui vanno dimensionati il
serpentino del bollitore, i radiatori, i
ventilconvettori e la macchina per il
Salti termici del primario e del secondario preriscaldamento dellaria.
T2 = T1 Tpr = 80 16 = 64C
preriscaldamento aria
ventilconvettori
radiatori
bollitore
temperatura
massima
di progetto
80C 70C
64C 64C
portata primario
4.800 l/h portata secondario
12.600 l/h
11
12
SCHEMA
FUNZIONAMENTO INVERNALE
18 17 18 17 18 17
19 19 19
16 16 16
20 20 20
12 12 12
21
15
21
15
21
15
14
14
14
22
22
22
23
13
23
13
23
13
WATCH WATCH WATCH
24
12
24
12
24
12
9 3 9 3 9 3
1
1
1
11
11
11
2
2
2
10
10
10
3 9 3 9 3 9
4 6 8 4 6 8 4 6 8
5 6 7 5 6 7 5 6 7
25 0 25 0 25 0 25 0
000001
220 - 240 V 50 Hz
0 120
0 120
25
0
IFFELAC
CALEFFI
IFFELAC
CALEFFI
IFFELAC
SCHEMA
FUNZIONAMENTO ESTIVO
18 17 18 17 18 17
19 19 19
16 16 16
20 20 20
12 12 12
21
15
21
15
21
15
14
14
14
22
22
22
23
13
23
13
23
13
WATCH WATCH WATCH
24
12
24
12
24
12
9 3 9 3 9 3
1
1
1
11
11
11
2
2
2
10
10
10
3 9 3 9 3 9
4 6 8 4 6 8 4 6 8
5 6 7 5 6 7 5 6 7
25 0 25 0 25 0 25 0
000001
220 - 240 V 50 Hz
0 120
0 120
25
0
IFFELAC
CALEFFI
IFFELAC
CALEFFI
IFFELAC
13
IL SEPARATORE IDRAULICO
serie 548
Caratteristiche funzionali
Separatore idraulico
Per rendere indipendenti i circuiti idraulici collegati.
Defangatore
Per permettere la separazione e la raccolta delle impurit presenti
nei circuiti. Dotato di collegamento intercettabile ad una tubazione
di scarico.
Disaeratore automatico
Per permettere levacuazione automatica dellaria contenuta nei
circuiti. Dotato di collegamento intercettabile per eventuale
manutenzione.
ati
h i filett
cc 1/2
Atta
1 /4, 1
1, 1 nto)
lle s time
(in a
Sezioni caratteristiche e dimensioni
Caratteristiche tecniche e costruttive
separatore flangiato
Separatore
Corpo: acciaio
E
Corpo: ottone
Componenti interni: acciaio inox
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo temperatura: -20 120C
A
14
INFORMAZIONI
I COLLETTORI A
PRATICHE
PRESSIONE CONTROLLATA
Fino a poco tempo fa i collettori di zona potevano essere utilizzati solo per
distribuire il fluido ai terminali. Ora, invece, possono essere utilizzati anche
per tenere sotto controllo la forza (o meglio la differenza di pressione) con
cui il fluido viene distribuito.
E poter tenere sotto controllo questa forza, domarne gli eccessi, per
noi Termotecnici di grande utilit per tutti quei motivi che gi abbiamo
cercato di individuare ed analizzare nei numeri 6 e 13 di Idraulica.
Corpo by-pass
Rubinetti automatici di
Codolo con calotta per intercettazione per valvole
collegamento collettore sfogo aria
Accoppiamento smontabile
Inserto by-pass per controllo inserto
16
I collettori a pressione controllata
Osservazioni
negli impianti a portata variabile
In questi impianti (con valvole termostatiche o Va inoltre considerato che i collettori a pressione
termoelettriche) i nuovi collettori possono aiutare controllata:
a risolvere molti problemi. Ad esempio, negli
impianti autonomi, possono servire a: sono molto compatti e non richiedono
cassette di zona pi larghe o pi profonde di
integrare lazione, non sempre sufficiente, dei quelle richieste dai collettori normali;
by-pass interni alle caldaiette;
non risultano starabili in quanto non hanno
minimizzare i pericoli relativi al possibile organi di regolazione accessibili;
incollaggio di tali by-pass ad opera del calcare;
non temono lazione del calcare perch
rendere meno pericolose (ved. Idraulica 6 e lavorano lontano dai generatori di calore, cio
13) le possibili inesattezze dei diagrammi dalle zone pi esposte al deposito del calcare;
portata/prevalenza forniti dai Produttori di
caldaiette. non presentano praticamente alcuna
controindicazione al loro utilizzo;
Negli impianti centralizzati a portata variabile, i
nuovi collettori possono invece servire a: costano decisamente poco.
proteggere le pompe ed evitare rumorosit E tutto questo grazie ad una piccola valvola di
quando sono chiuse le valvole di alcuni locali o by-pass, che svolge il suo lavoro con encomiabile,
disattivate zone dellimpianto; disarmante facilit e che per la sua discrezione
corre addirittura il rischio di passare
impedire la rumorosit delle valvole poste inosservata: esempio significativo del fatto che
nelle immediate vicinanze del collettore. raramente il progresso tecnico dovuto a
grandi e rivoluzionarie scoperte, ma piuttosto a
tanti piccoli passi che vanno nella giusta direzione.
17
COLLETTORI DI DISTRIBUZIONE
A PRESSIONE CONTROLLATA
ESIGENZA
Negli impianti di climatizzazione, i circuiti di distribuzione del fluido termovettore ai terminali di scambio termico possono
venire intercettati totalmente o parzialmente a seguito dellintervento delle valvole di regolazione. Queste ultime, sia
termostatiche che elettrotermiche, operano in modo tale da mantenere la temperatura ambiente ai valori impostati al
variare del carico termico.
A seguito della riduzione di portata, la pressione differenziale nel circuito pu aumentare fino a valori in grado di generare
problemi di rumore, di alta velocit del fluido, di erosione meccanica.
Occorre quindi inserire dei dispositivi in grado di controllare automaticamente tali incrementi di pressione, per permettere
ai componenti dellimpianto di funzionare nelle condizioni ottimali.
Valvola termostatica
CALEFFI
Mod. Dep.
356
357 357
2 3 4
collegabile direttamente
ai collettori di tipo
semplice, sia per
CALEFFI
CALEFFI
18
COLLETTORI DI DISTRIBUZIONE
A PRESSIONE CONTROLLATA
C
80
distribuzione di fluido
CALEFFI
CALEFFI
ad alta temperatura in CALEFFI
di regolazione termica
0 0 0 0 0 0
40
20 60
CALEFFI
Il valore di pressione
differenziale di
intervento fisso, pari
2-
3W
80
65610
CALEFFI C
CALEFFI
CALEFFI
CALEFFI
10 10 10 10 10 10
CALEFFI 8 8 8 8 8 8
6 6 6 6 6 6
4 4 4 4 4 4
2 2 2 2 2 2
0 0 0 0 0 0
40
20 60
CALEFFI
80 CALEFFI
0
TA
2 3 4
19