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giugno 2000

I SEPARATORI
IDRAULICI
Dimensionamento
e scelta

I COLLETTORI
A PRESSIONE
CONTROLLATA
Funzioni e caratteristiche
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE
18 Sommario
giugno 2000

3 I separatori idraulici
I SEPARATORI
IDRAULICI
Dimensionamento
e scelta

4 Dimensionamento dei separatori


I COLLETTORI Metodo dei tre diametri
A PRESSIONE
CONTROLLATA
Funzioni e caratteristiche
Metodo degli attacchi alternati
Metodo della portata massima
Note in merito allutilizzo dei separatori preassemblati
PUBBLICIT 70% - FILIALE DI NOVARA
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

7 Variazioni di temperatura indotte dai separatori


Portata del primario uguale alla portata del secondario
Direttore responsabile:
Marco Caleffi Portata del primario inferiore alla portata del secondario
Portata del primario superiore alla portata del secondario
Responsabile di Redazione:
Fabrizio Guidetti

Hanno collaborato a
questo numero: 12 Schema funzionamento invernale di un impianto
Mario Doninelli, Marco Doninelli, con tre caldaie e separatore idraulico
Claudio Ardizzoia

Idraulica
Pubblicazione registrata presso 13 Schema funzionamento estivo di un impianto
il Tribunale di Novara con tre caldaie e separatore idraulico
al n. 26/91 in data 28/9/91

Editore:
Poligrafica Moderna S.p.A. Novara
14 Il separatore idraulico
Stampa:
Poligrafica Moderna S.p.A. Novara

16 I collettori a pressione controllata


Vietata la riproduzione, anche parziale, I collettori a pressione controllata negli impianti a portata variabile
di articoli, disegni e fotografie, senza
preventiva autorizzazione scritta delleditore
I collettori a pressione controllata negli impianti a portata costante
o degli autori degli articoli. Osservazioni

18 Collettori di distribuzione a pressione controllata


By-pass per collettori complanari
By-pass per collettori semplici
CALEFFI S.P.A.
S.S. 229 - Km. 26,5
28010 Fontaneto dAgogna (NO)
TEL. 0322 8491 19 Collettori di distribuzione a pressione controllata
FAX 0322 863305 By-pass automatico per kit di distribuzione per alta temperatura
Valvola di by-pass differenziale per gruppo di regolazione a punto
e-mail: info@caleffi.it
fisso per impianti a pannelli

@
Consulta il
sito Caleffi
allindirizzo:
www.caleffi.com
I SEPARATORI IDRAULICI
Ingg. Marco e Mario Doninelli dello studio S.T.C.

Nellultimo numero di Idraulica (dedicato alle Dopo aver considerato le prestazioni di questi
centrali termiche) abbiamo gi parlato dei nuovi materiali, riteniamo utile tornare in
separatori idraulici. E ne abbiamo parlato argomento per esaminare:
soprattutto per mettere in evidenza che essi sono
in grado di far lavorare ogni pompa solo ed 1. i principali metodi utilizzabili per il loro
esclusivamente per il suo circuito. dimensionamento;
I separatori idraulici consentono pertanto di
evitare azioni di reciproco disturbo tra le pompe 2. le possibili variazioni di temperatura che essi
che lavorano per circuiti diversi: azioni che, possono determinare.
come abbiamo visto, avvengono molto spesso
negli impianti tradizionali e possono: A proposito di questo secondo punto, si deve
infatti considerare che i separatori non solo
far bruciare le pompe, costringendole a fanno variare le pressioni differenziali
lavorare fuori campo; dellimpianto, ma (in alcuni casi) possono far
variare anche le temperature. Variazioni queste
rubare forza motrice alle pompe stesse, dovute al fatto che nei separatori possono aver
rendendole incapaci di fornire le prestazioni luogo significativi fenomeni di miscelazione: ad
richieste; esempio il fluido caldo di andata del generatore
pu miscelarsi (in modo significativo) col fluido
generare correnti parassite che mantengono freddo di ritorno dai terminali.
caldi i terminali anche a pompe ferme; E di tali possibili variazioni di temperatura
bisogna tener adeguatamente conto perch
far funzionare gli impianti in condizioni possono incidere sensibilmente sia sulla resa dei
diverse da quelle previste progettualmente: terminali, sia sulla scelta dei mezzi atti ad
diverse cio da quelle ottimali. evitare la condensa dei fumi.

Circuito Circuito
Primario Secondario

3
DIMENSIONAMENTO DEI
SEPARATORI

Il disegno sotto riportato rappresenta le principali

P troppo elevato
grandezze che concorrono al dimensionamento di
un separatore:

d
Rappresentazione separatore troppo stretto

Dimensioni principali di un separatore

Si tratta di grandezze che devono essere ben


correlate fra loro. Pu essere pericoloso non
solo sottodimensionarle, ma anche
sovradimensionarle.

Ad esempio se il diametro (D) del separatore


troppo piccolo rispetto al diametro (d) degli
attacchi (cio se il separatore troppo stretto),
fra gli attacchi stessi del separatore possono Rappresentazione separatore troppo largo
insorgere P troppo elevati: cosa che di fatto
annulla la stessa ragion dessere del separatore.

Se invece il diametro (D) del separatore troppo


grande rispetto al diametro (d) degli attacchi (cio Per il dimensionamento dei separatori di seguito
se il separatore troppo largo), sussiste il prenderemo in esame:
pericolo di una doppia circolazione: sussiste,
cio, il pericolo che il fluido del primario fluisca da 1. il metodo dei tre diametri,
un lato e quello del secondario dallaltro,
impedendo in tal modo allenergia termica (ad 2. il metodo degli attacchi alternati,
esempio prodotta da una caldaia o da un
refrigeratore) di raggiungere i terminali. 3. il metodo della portata massima.

4
METODO DEI TRE DIAMETRI METODO DEGLI ATTACCHI ALTERNATI

Graficamente cos rappresentabile: Graficamente cos rappresentabile:

3d 3d

3d
3d

2d
3d
d

3d
3d

2d

3d

3d

Metodo dei tre diametri Metodo degli attacchi alternati

Si pu generalmente considerare valido per Si pu generalmente considerare valido per


velocit del fluido (nei circuiti derivati) inferiori a velocit del fluido (nei circuiti derivati) inferiori a
0,9 m/s. 1,2 m/s.
Col rispetto di tale limite, infatti, si pu assicurare Questo metodo, rispetto a quello dei 3 diametri,
un P praticamente nullo agli attacchi del consente velocit pi elevate in quanto ha una
separatore e consentire sia la disaerazione configurazione che comporta minor turbolenza e
dellacqua, sia la sedimentazione delle impurit. minor rischi di doppia circolazione.

5
1. possono contare (naturalmente se il Produttore
METODO DELLA PORTATA MASSIMA serio) su una progettazione decisamente
pi evoluta di quella manuale e quindi pi
idonea a definire forme e dimensioni ottimali;
Si utilizza per dimensionare i separatori
preassemblati. 2. dispongono di sistemi pi adeguati, di quelli
un metodo molto semplice, basato unicamente realizzabili artigianalmente, per permettere
sul valore della portata massima (del primario o leliminazione automatica dellaria e la
del secondario) che pu fluire attraverso il sedimentazione delle impurit;
separatore stesso: valore riportato sulle specifiche
tecniche o sul catalogo del Produttore. 3. sono realizzati con trattamenti antiruggine
che garantiscono la completa copertura di
tutte le superfici, anche di quelle con saldature
interne: cosa ben difficile da ottenere in modo
artigianale;
Note in merito allutilizzo dei separatori
preassemblati 4. sono in genere dotati di un guscio coibente,
(facilmente applicabile e rimovibile) con
Questi separatori stanno ormai generalmente barriera al vapore, che consente un valido
sostituendo quelli artigianali dimensionati col isolamento termico (anche nel caso di fluidi
metodo dei tre diametri o degli attacchi alternati. E refrigerati) e facili interventi di ispezione e
li stanno sostituendo per diverse buone ragioni: manutenzione.

Valvola dintercettazione a sfera

Disaeratore automatico.

Corpo separatore

Coibentazione preformata

Elemento separatore impurit

Rivestimento in alluminio

Verniciatura con polveri epossidiche

Valvola dintercettazione a sfera

Zona deposito impurit

6
VARIAZIONI DI PORTATA DEL PRIMARIO
TEMPERATURA INDOTTE UGUALE ALLA
PORTATA DEL SECONDARIO
DAI SEPARATORI

Come abbiamo gi accennato sono dovute al fatto la situazione tipica degli impianti tradizionali,
che nei separatori idraulici possono aver luogo dato che in essi le pompe (o la pompa) del primario
significativi fenomeni di miscelazione. sono generalmente scelte con portate uguali a
quelle del secondario.
Pu cos, ad esempio, capitare che il fluido
caldo proveniente dalla caldaia sia
raffreddato (prima di raggiungere i terminali) dal
fluido freddo che torna dai terminali stessi.
In questo caso i terminali vanno dimensionati
tenendo conto di tale raffreddamento e non gi,
come avviene normalmente, in base alla
temperatura massima di esercizio con cui il fluido
esce dalla caldaia. T1 T3

Oppure pu capitare che il fluido freddo che


torna dai terminali sia riscaldato (prima di
raggiungere la caldaia) dal fluido caldo
proveniente dalla caldaia stessa. Possibilit
questa che pu essere adeguatamente sfruttata T2 T4
(specie negli impianti a pannelli) per innalzare la
temperatura di ritorno in caldaia al di sopra dei
valori che comportano la condensazione dei
fumi (ved. Idraulica 17).

Di seguito esamineremo le variazioni di


temperatura indotte dai separatori negli
impianti di riscaldamento (in quelli di
raffreddamento il discorso praticamente uguale) In questo caso, con buona approssimazione, si
in relazione al variare delle portate fra primario pu ritenere che le temperature del primario e del
e secondario: cio in relazione ai seguenti casi: secondario risultino cos correlate:

1. portata del primario uguale alla portata del T1 = T3


secondario;
T2 = T4
2. portata del primario inferiore alla portata del
secondario; Quindi un caso in cui il separatore non altera
le temperature normalmente in gioco. Si
3. portata del primario superiore alla portata del possono pertanto dimensionare i terminali
secondario. (come negli impianti normali) in base alla
temperatura massima di esercizio con cui il
fluido esce dal generatore.

7
Per calcolare la temperatura massima del fluido
PORTATA DEL PRIMARIO inviato ai terminali (T3) si pu considerare che in
INFERIORE ALLA genere sono noti o facilmente determinabili i valori
PORTATA DEL SECONDARIO delle seguenti grandezze:

T1 temperatura di andata del primario, C

questa una situazione riscontrabile negli Q potenza termica dellimpianto, kcal/h


impianti con una o pi caldaiette quando le loro
pompe interne (cosa che succede spesso e Gpr portata del primario, l/h
volentieri) sono troppo deboli per portare ai
terminali la potenza termica richiesta e Gsec portata del secondario, l/h
disponibile.
anche una situazione che si pu ritrovare si pu quindi procedere nel seguente modo:
negli impianti con sottostazioni a distanza (ved.
Idraulica 17, pag. 22), quando si vuole mantenere
bassa la portata del primario per contenere i 1. si calcolano dapprima i salti termici del primario
costi di realizzazione dellimpianto e di esercizio e del secondario:
delle pompe.
Tpr = Q / Gpr (1a)

Tsec = Q / Gsec (1b)

2. in base al valore del salto termico del primario,


si determina poi la temperatura di ritorno del
T1 T3 primario stesso:

T2 = T1 - Tpr (2)

3. considerando che, nel caso in esame, la


T2 T4 temperatura di ritorno del primario uguale a
quella del secondario si pu calcolare infine la
temperatura richiesta, che risulta:

T3 = T4 + Tsec = T2 + Tsec (3)

Ed questa la temperatura massima di


progetto in base a cui vanno dimensionati i
terminali dellimpianto (ved. Quaderno, n. 2).
Nel caso in esame, si pu ritenere che le
temperature del primario e del secondario siano
cos correlate: Nota:
In merito allo sviluppo di questi calcoli si rinvia
T1 > T3 allesempio di seguito riportato.

T2 = T4

Pertanto la temperatura di andata del


secondario (cio quella massima del fluido inviato
ai pannelli) risulta inferiore a quella di andata del
primario.

8
Per calcolare la temperatura di ritorno in
PORTATA DEL PRIMARIO caldaia (T2) si pu considerare che in genere sono
SUPERIORE ALLA noti o facilmente determinabili i valori delle
PORTATA DEL SECONDARIO seguenti grandezze:

T1 temperatura di andata del primario, C

Con portata del primario superiore alla portata del Gpr portata del primario, l/h
secondario si progettano soprattutto gli impianti
a bassa temperatura, ed in particolare quelli a Q potenza termica dellimpianto, kcal/h
pannelli.
Un simile accorgimento pu servire ad
innalzare la temperatura di ritorno in caldaia ed si pu quindi procedere nel seguente modo:
evitare quindi i problemi connessi alla condensa
dei fumi (ved. Idraulica 17, pag. 7).
1. si calcola dapprima il salto termico del primario:

Tpr = Q / Gpr (4)

2. in base a tale valore si determina poi la


temperatura di ritorno del primario stesso:

T1 T3 T2 = T1 - Tpr (5)

Se si vuole determinare la portata del primario


in grado di garantire (per evitare fenomeni di
condensa) un valore prefissato della
T2 T4 temperatura di ritorno in caldaia (T2), si possono
considerare noti:

T1 temperatura di andata del primario, C

T2 temperatura di ritorno del primario, C

Q potenza termica dellimpianto, kcal/h

Nel caso in esame, si pu ritenere che le si pu quindi procedere nel seguente modo:
temperature del primario e del secondario siano
cos correlate:
1. si calcola dapprima il salto termico del primario:
T1 = T3
Tpr = T1 - T2 (6)
T2 > T4

Pertanto la temperatura di ritorno del primario 2. in base a tale valore si determina poi la portata
(cio quella di ritorno in caldaia) risulta superiore richiesta:
a quella di ritorno del secondario.
Gpr = Q / Tpr (7)

9
Esempio Soluzione

Determinare la temperatura di progetto Si calcola dapprima la potenza termica totale


dellimpianto sotto schematizzato. Si consideri: richiesta, la portata del primario e la portata del
secondario. Si procede poi come indicato al
- T1 = 80C (temperatura di produzione del sottocapitolo: portata del primario inferiore alla
fluido caldo) portata del secondario:

- Caratteristiche singola caldaietta


Qc = 27.000 kcal/h Potenza termica totale richiesta
Gc = 1.600 l/h (portata massima pompa)
Si ottiene sommando la potenza termica dei singoli
- Caratteristiche circuito bollitore circuiti:
Qb = 22.000 kcal/h (potenza termica)
Gb = 2.200 l/h (portata pompa) Q = Qb + Qr + Qa + Qv = 77.000 kcal/h

- Caratteristiche circuito radiatori


Qr = 6.000 kcal/h (potenza termica) Portata del primario
Gr = 600 l/h (portata pompa)
Si ipotizza che il circuito di collegamento fra le
- Caratteristiche circuito preriscaldamento aria caldaiette e il separatore sia realizzato con basse
Qa = 22.000 kcal/h (potenza termica) perdite di carico (ad es. con perdite di carico lineari
Ga = 4.400 l/h (portata pompa) unitarie: r = 5 mm c.a./m).
In base a tale ipotesi, quale portata del primario si
- Caratteristiche circuito ventilconvettori pu assumere quella massima fornibile dalle
Qv = 27.000 kcal/h (potenza termica) pompe interne alle caldaiette. Si ottiene pertanto:
Gv = 5.400 l/h (portata pompa)
Gpr = 3 1.600 = 4.800 l/h

preriscaldamento aria

ventilconvettori
radiatori
bollitore

10
Portata del secondario Temperatura di mandata del secondario

Si ottiene sommando le portate dei singoli circuiti Si determina con la formula (3):
del secondario:
T3 = T4 + Tsec = T2 + Tsec
Gsec = Gb + Gr + Gv + Ga = 12.600 l/h
T3 = 64 + 6 = 70C
Ed in base a questa portata (essendo superiore
a quella del primario) che va dimensionato il Ed questa la temperatura massima di
separatore idraulico. progetto in base a cui vanno dimensionati il
serpentino del bollitore, i radiatori, i
ventilconvettori e la macchina per il
Salti termici del primario e del secondario preriscaldamento dellaria.

Si calcolano applicando le formule (1a) e (1b):

Tpr = Q / Gpr = 77.000 / 4.800 = 16C

Tsec = Q / Gsec = 77.000 / 12.600 = 6C

Temperatura di ritorno del primario

Si determina con la formula (2):

T2 = T1 Tpr = 80 16 = 64C

preriscaldamento aria

ventilconvettori
radiatori
bollitore

temperatura
massima
di progetto

80C 70C

64C 64C

portata primario
4.800 l/h portata secondario
12.600 l/h

11
12
SCHEMA
FUNZIONAMENTO INVERNALE
18 17 18 17 18 17
19 19 19
16 16 16
20 20 20
12 12 12

21
15
21
15
21
15

14
14
14

22
22
22

23
13
23
13
23
13
WATCH WATCH WATCH

24
12
24
12
24
12
9 3 9 3 9 3

1
1
1

11
11
11

2
2
2

10
10
10
3 9 3 9 3 9

4 6 8 4 6 8 4 6 8
5 6 7 5 6 7 5 6 7

0 120 0 120 0 120 0 120 0 120 0 120 0 120 0 120

25 0 25 0 25 0 25 0

000001

220 - 240 V 50 Hz
0 120

0 120
25
0

Prevedere dispositivi di sicurezza, protezione e 0 120

controllo richiesti dall'I.S.P.E.S.L.


N.B.
Alcuni Produttori propongono sistemi modulari di
caldaiette con dispositivi gi omologati e
l'autorizzazione (I.S.P.E.S.L.) a considerare tali sistemi
come un unico generatore di calore.
CALEFFI

IFFELAC
CALEFFI

IFFELAC
CALEFFI

IFFELAC
SCHEMA
FUNZIONAMENTO ESTIVO
18 17 18 17 18 17
19 19 19
16 16 16
20 20 20
12 12 12

21
15
21
15
21
15

14
14
14

22
22
22

23
13
23
13
23
13
WATCH WATCH WATCH

24
12
24
12
24
12
9 3 9 3 9 3

1
1
1

11
11
11

2
2
2

10
10
10
3 9 3 9 3 9

4 6 8 4 6 8 4 6 8
5 6 7 5 6 7 5 6 7

0 120 0 120 0 120 0 120 0 120 0 120 0 120 0 120

25 0 25 0 25 0 25 0

000001

220 - 240 V 50 Hz
0 120

0 120
25
0

Prevedere dispositivi di sicurezza, protezione e 0 120

controllo richiesti dall'I.S.P.E.S.L.


N.B.
Alcuni Produttori propongono sistemi modulari di
caldaiette con dispositivi gi omologati e
l'autorizzazione (I.S.P.E.S.L.) a considerare tali sistemi
come un unico generatore di calore.
CALEFFI

IFFELAC
CALEFFI

IFFELAC
CALEFFI

IFFELAC

13
IL SEPARATORE IDRAULICO
serie 548

Caratteristiche funzionali

Il dispositivo caratterizzato dalla presenza di differenti componenti


funzionali, ciascuno dei quali soddisfa determinate esigenze tipiche
dei circuiti al servizio degli impianti di climatizzazione.

Separatore idraulico
Per rendere indipendenti i circuiti idraulici collegati.

Defangatore
Per permettere la separazione e la raccolta delle impurit presenti
nei circuiti. Dotato di collegamento intercettabile ad una tubazione
di scarico.

Disaeratore automatico
Per permettere levacuazione automatica dellaria contenuta nei
circuiti. Dotato di collegamento intercettabile per eventuale
manutenzione.
ati
h i filett
cc 1/2
Atta
1 /4, 1
1, 1 nto)
lle s time
(in a
Sezioni caratteristiche e dimensioni
Caratteristiche tecniche e costruttive
separatore flangiato

Separatore
Corpo: acciaio
E

Pressione massima desercizio: 10 bar


Campo temperatura: 0 100C
Attacchi: - flangiati DN 50, DN 65, DN 80, DN 100
A

Accoppiamento con controflangia: UNI 2278

Disaeratore automatico serie 501 - vedi dp 01031


C

Corpo: ottone
Componenti interni: acciaio inox
Pressione massima desercizio: 16 bar
Campo temperatura: -20 120C
A

Attacchi: - entrata 3/4 F


- scarico 3/8 F
D

Valvola di intercettazione per sfogo aria


Corpo: ottone cromato;
Attacchi: 3/4 F x 3/4 M.
B
Valvola di scarico F

Corpo: ottone cromato;


Attacchi: 1 1/4 F.

Caratteristiche idrauliche Codice A B C D E F Peso (kg) Volume (l)

548052 DN150 1 1/4 330 341 398 350 33 15


Il dispositivo viene scelto con riferimento al valore di 548062 DN165 1 1/4 330 341 398 350 36 15
portata max consigliata allimbocco: 548082 DN180 1 1/4 450 368 419 466 49 30
548102 DN100 1 1/4 450 368 419 470 53 30
DN 50 9 m3/h; DN 80 28 m3/h;
DN 65 18 m3/h; DN 100 56 m3/h. La presente tabella annulla e sostituisce le precedenti pubblicate.

14
INFORMAZIONI
I COLLETTORI A
PRATICHE
PRESSIONE CONTROLLATA

Ingg. Marco e Mario Doninelli dello studio S.T.C.

Fino a poco tempo fa i collettori di zona potevano essere utilizzati solo per
distribuire il fluido ai terminali. Ora, invece, possono essere utilizzati anche
per tenere sotto controllo la forza (o meglio la differenza di pressione) con
cui il fluido viene distribuito.
E poter tenere sotto controllo questa forza, domarne gli eccessi, per
noi Termotecnici di grande utilit per tutti quei motivi che gi abbiamo
cercato di individuare ed analizzare nei numeri 6 e 13 di Idraulica.

Il merito di questo progresso tecnico da attribuire a due componenti (un


collettore e uno speciale by-pass di sfogo) concepiti e realizzati per vivere
fra loro in simbiosi: cio (il termine preso in prestito dalla biologia) per
vivere fra loro in stretta unione e reciproco vantaggio. E questa unione
di fatto ha dato origine ad una nuova famiglia di collettori: quelli a pressione
controllata.

Lo speciale by-pass al quale facciamo riferimento larticolo 356 della


Caleffi: un by-pass che apre la sua via di sfogo quando la pressione
differenziale tra landata e il ritorno del collettore supera i 2.000 mm c.a.:
valore questo pi che sufficiente per alimentare i terminali e pi che
sicuro per evitare fenomeni di rumorosit.

Corpo by-pass

Rubinetti automatici di
Codolo con calotta per intercettazione per valvole
collegamento collettore sfogo aria

Accoppiamento smontabile
Inserto by-pass per controllo inserto

16
I collettori a pressione controllata
Osservazioni
negli impianti a portata variabile

In questi impianti (con valvole termostatiche o Va inoltre considerato che i collettori a pressione
termoelettriche) i nuovi collettori possono aiutare controllata:
a risolvere molti problemi. Ad esempio, negli
impianti autonomi, possono servire a: sono molto compatti e non richiedono
cassette di zona pi larghe o pi profonde di
integrare lazione, non sempre sufficiente, dei quelle richieste dai collettori normali;
by-pass interni alle caldaiette;
non risultano starabili in quanto non hanno
minimizzare i pericoli relativi al possibile organi di regolazione accessibili;
incollaggio di tali by-pass ad opera del calcare;
non temono lazione del calcare perch
rendere meno pericolose (ved. Idraulica 6 e lavorano lontano dai generatori di calore, cio
13) le possibili inesattezze dei diagrammi dalle zone pi esposte al deposito del calcare;
portata/prevalenza forniti dai Produttori di
caldaiette. non presentano praticamente alcuna
controindicazione al loro utilizzo;
Negli impianti centralizzati a portata variabile, i
nuovi collettori possono invece servire a: costano decisamente poco.

completare il lavoro delle normali Ed proprio perch costano decisamente poco


apparecchiature di compensazione, quali ad che abbiamo scelto di utilizzare questi nuovi
esempio: variatori di velocit per pompe, collettori in ogni caso: cio sia negli impianti a
regolatori a membrana, valvole di sfioro; portata variabile, sia in quelli a portata costante.
In pratica (con un costo molto limitato, specie se
garantire un funzionamento meno dannoso valutato nel contesto generale) possiamo cos
dellimpianto, in casi di avarie o starature ottenere impianti tecnicamente pi evoluti e pi
delle apparecchiature di cui sopra. adatti ad affrontare le mutevoli situazioni reali a
cui gli impianti sono sempre esposti.

In particolare possiamo ottenere impianti a


I collettori a pressione controllata
portata variabile in grado di minimizzare (se non
negli impianti a portata costante
proprio annullare) le anomalie di funzionamento
connesse ad avarie, starature o insufficienze di
Anche in questi impianti (con valvole normali o base delle altre apparecchiature di
termostatizzabili) i collettori a pressione compensazione (ved. discorso by-pass interni alle
controllata possono essere molto utili, in quanto caldaiette, Idraulica 6 e 13).
sono in grado di:
Possiamo inoltre ottenere impianti a portata
rendere pi semplice e facile la costante in grado di semplificare notevolmente
trasformazione dellimpianto da valvole possibili evoluzioni future degli impianti stessi,
normali o termostatizzabili a valvole come ad esempio il passaggio dalle valvole
termostatiche o termoelettriche; termostatizzabili a quelle termostatiche.

proteggere le pompe ed evitare rumorosit E tutto questo grazie ad una piccola valvola di
quando sono chiuse le valvole di alcuni locali o by-pass, che svolge il suo lavoro con encomiabile,
disattivate zone dellimpianto; disarmante facilit e che per la sua discrezione
corre addirittura il rischio di passare
impedire la rumorosit delle valvole poste inosservata: esempio significativo del fatto che
nelle immediate vicinanze del collettore. raramente il progresso tecnico dovuto a
grandi e rivoluzionarie scoperte, ma piuttosto a
tanti piccoli passi che vanno nella giusta direzione.

17
COLLETTORI DI DISTRIBUZIONE
A PRESSIONE CONTROLLATA

ESIGENZA

Negli impianti di climatizzazione, i circuiti di distribuzione del fluido termovettore ai terminali di scambio termico possono
venire intercettati totalmente o parzialmente a seguito dellintervento delle valvole di regolazione. Queste ultime, sia
termostatiche che elettrotermiche, operano in modo tale da mantenere la temperatura ambiente ai valori impostati al
variare del carico termico.
A seguito della riduzione di portata, la pressione differenziale nel circuito pu aumentare fino a valori in grado di generare
problemi di rumore, di alta velocit del fluido, di erosione meccanica.
Occorre quindi inserire dei dispositivi in grado di controllare automaticamente tali incrementi di pressione, per permettere
ai componenti dellimpianto di funzionare nelle condizioni ottimali.

Serie 356 Caleffi


By-pass per collettori complanari
2 3 4 2 3 4

Il dispositivo collegabile direttamente


sui collettori di tipo complanare, sia
con attacchi monolaterali che bilaterali.
Il valore di pressione differenziale di
intervento fisso, pari a 2.000 mm c.a. (20 kPa). 2 3 4

Valvola termostatica

CALEFFI
Mod. Dep.
356

CALEFFI Mod. Dep. CALEFFI Mod. Dep.

357 357

2 3 4

Serie 663 Caleffi


By-pass per colletttori
semplici
Il dispositivo CALEFFI

collegabile direttamente
ai collettori di tipo
semplice, sia per
CALEFFI

CALEFFI

circuiti radiatori che per


pannelli radianti.
Il valore di pressione
differenziale di
intervento fisso, pari a
2.000 mm c.a. (20 kPa). CALEFFI

18
COLLETTORI DI DISTRIBUZIONE
A PRESSIONE CONTROLLATA

Serie 160 Caleffi


By-pass automatico
per kit di distribuzione
per alta temperatura
CALEFFI
CALEFFI
40
20 60

Il kit utilizzato per la 0

C
80

distribuzione di fluido

CALEFFI

CALEFFI
ad alta temperatura in CALEFFI

abbinamento al gruppo CALEFFI 10


8
6
4
10
8
6
4
10
8
6
4
10
8
6
4
10
8
6
4
10
8
6
4
2 2 2 2 2 2

di regolazione termica
0 0 0 0 0 0

40
20 60
CALEFFI

per pannelli radianti. 80 CALEFFI


0

Il valore di pressione
differenziale di
intervento fisso, pari

a 2.000 mm c.a.(20 kPa).


Kit di Gruppo di regolazione Collettori di
distribuzione a punto fisso distribuzione
per alta impianti a
temperatura pannelli

Serie 519 Caleffi


Valvola di by-pass differenziale per gruppo
di regolazione a punto fisso per impianti a
pannelli
La valvola indispensabile nel caso in cui i
circuiti di alimentazione ai pannelli radianti
siano intercettati mediante le valvole
elettrotermiche incorporate nel collettore di
ritorno.
Il valore di pressione differenziale di TA
intervento del dispositivo regolabile
tra 1 e 6 m c.a. (1060 kPa).
CALEFFI
CALEFFI
40
220 V - 20 60

2-
3W

80
65610

CALEFFI C
CALEFFI

CALEFFI

CALEFFI

10 10 10 10 10 10
CALEFFI 8 8 8 8 8 8
6 6 6 6 6 6
4 4 4 4 4 4
2 2 2 2 2 2
0 0 0 0 0 0

40
20 60
CALEFFI
80 CALEFFI
0

TA
2 3 4

19

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