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GLI IMPIANTI CON VALVOLE TERMOSTATICHE la regolazione termostatica parziale, quella degli impianti autonomi con caldaie murali e quella con caldoie a terra DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBLICA 26 agosto 1993, n.412 Regolamento recante norme per la progetiazione, l'insiallazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del conienimento dei consumi di energia (prima parte) CONTATORI DI CALORE STATIC! DIRETTI Sistema di contabilizzazione TERMICAL Caleffi ‘MODULO DI CONTABILIZZAZIONE E TERMOREGOLAZIONE Caratteristiche e funzioni essenziali del modulo Caleffi IL LABORATORIO. Studi e ricerche: investimento per il futuro. TABELLE UTILI Segni grafici di apparecchiature per il trattamento e la disiribuzione del'aria - Norma UNI 9511 IDRAULICA GLI IMPIANTI dello studio tecnico 8.T.C.) Lentrata in vigore della legge 10 dara sicuramente un notevole impulso alla realizzazione di impianti con valvole termostatiche, Va subito evidenziato che questi impianti non sono cosi semplici e facili da realizzare come certi articoli tecnici possono indurre a credere. ‘Al contrario essi richiedono un‘attenta analisi progettuale e un'accurata scelta dei ‘component principali. E motto rischioso fidarsi di soluzioni confezionate a tavolino e non adeguatamente verificate. Tra le pieghe di un’apparente facilita questi impianti infatti, possono nascondere insidiose “appole' e riservare amare sorprese. CON VALVOLE TERMOSTATICHE (Ing. Mario Doninelli e Ing. Umberto Bianchini Ed @ proprio per queste ragioni che riteniamo possa essere ci qualche uliit& presentare ai colleghi le nostre esperienze in merito. Pid che una rigorosa e completa trattazione tecnica quanto segue vuol essere una chiaccherata tra amici: in pratica @ la presentazione del lavoro che abbiamo svolto Per cercare tipologie e soluzioni tecniche in grado di assicurarci il corretto funzionamento di questi impianti Forse, ed @ proprio questo il nostro intento, ripercorrere insieme la stessa strada pud semvire ad evitare gli inconvenienti e i disagi con cui abbiamo dovuto fare i conti Regolazione termostatica parziale Fino ad alcuni anni fa, abbiamo utilizzato le valvole termostatiche solo per integrare i tradizionali sistemi di regolazione. Per la loro messa in opera seguivamo questi criteri (1) negli impianti con regolazione a punto fisso, le termostatiche non dovevano essere installate su pili de! 40% dei radiatori; (2) negli impianti con regolazione climatica, tale limite poteva invece essere portato fino al 50%. Con impianti cost realizzati non abbiamo mai avuto problemi, Evidentemente 'elevata percentuale ci valvole “normal (cioé ai valvole sempre aperte) era in grado di assicurare il regolare funzionamento degli impianti ‘Avevamo perd ben chiaro che solo ricorrendo ad una regolazione termostatica globale - cioe solo controllando l'emissione termica di tutti (0 quasi tutti) i corpi scaldanti - avremmo potuto realizzare impianti ad elevato livello di parmio. energetico e di comfort termico, Sembrava imminente, inolte, fuscita di leggi che di fatto avrebbero imposto tale tipo di regolazione Decidemmo, quindi, di proporre e di realizzare questi nuovi impianti Decidemmo anche di procedere con molta cautela. Eravamo ben consci, infalt, che la messa a punto di nuove soluzioni pud comportare rischi non sempre faciimente prevedibil Per la realizzazione dei nuovi impianti, due erano (e restano tuttora) i principal problemi da risolvere: entrambi legati alla chiusura (parziale totale) delle valvole termostatiche. Il primo dipendeva dal fatto che, con portate insufficienti, il calore residuo (cioé il calore lasciato dal bruciatore nel corpo caldaia) poteva facilmente mandare in eboliizione acqua deltimpianto. I secondo problema riguardava, invece, le elettropompe, Con piccole portate, infatti, esse potevano lavorare fuori curva e determinare Pressioni differenziali troppo elevate, in grado di causare rumorosité in corrispondenza delle valvole termostatiche. IDRAULICA Era questo il tipo di impianto che ritenevamo a maggior rischio. Une caldaia murale & infati costituita dall'insieme di pid’ materiali: lo scambiatore di calore, il bruciatore, le apparecchiature di funzionamento, gli strumenti di controllo, il circolatore, ec... . E ‘questo insieme ha un suo preciso equilibrio di funzionamento che dipende dalle scelte progettuali del costruttore: scelte che portano a prestazioni non sempre individuate con chiarezza e sicuramente affidabil La buona riuscita del nostro lavoro era quindi condizionata da informazioni che non eravarno in grado di verificare a priori Volevamo, inoltre, realizzare impianti che tisutassero semplici e facili da gestire. Gli impianti autonomi, infatti, non possono contare su qualificati interventi di conduzione ¢ manutenzione. Dopo aver esaminato diverse possibilita, la soluzione che ritenemmo pid corretta fu quella di adottare una “buona” murale con fiamma modulante e by-pass differenziale interno. La fiamma modulante, essendo una fiamma graduale e ‘dolce’, poteva limitare inerzia termica della caldaia e quindi evitare pericoli di surtiscaldamento dell'acqua. Il by-pass differenziale interno veniva, invece, dichiarato dal produttore sicuro mezzo per “evitare, al chiudersi delle valvole, aument della pressione differenziale e rumori dovuti al flusso’. E questa affermazione era confermata anche dal diagramma (fig. 1) riportato sul catalogo che illustrava le caratteristiche tecniche della caldaia. VERIFICHE DI FUNZIONAMENTO In vero non pensavamo di correre eccessivi rischi con questi impianti. Ci sembrava gi aver adottato soluzioni material! affidabil. E stato, quindi, con una certa sorpresa che abbiamo accolto le segnalazioni di chi ci informava che “ie valvole dei radiatori erano rumorose" Dopo aver verificato la corretta esecuzione degli impianti, ritenemmo opportuno effettuare alcune misure di verifica. In particolare effettuammo misure di pressione agli attacchi (di andata e ritorno) delle caldaie, passando gradatamente da valvole aperte a valvole chiuse Per piccole portate, tali misure evidenziarono pressioni differenziali motto elevate (da 6.000 a 8,000 mm c.a), nettamente superiori a quelle segnalate (circa 2.500 mm c.a.) dal produttore. Ed erano chiaramente queste pressioni a causare rumorosita in corrispondenza delle valvole termostatiche. Chiamati a dare spiegazioni in merito, i tecnici della casa produttrice ammisero che il loro diagramma portata-prevalenza ‘non era del tutto esatto, specie in corrispondenza delle piccole portate" Giudicarono corretti_ i nostri rilievi, ci ringraziarono di aver segnalato il problema e ci lasciarono da soli @ fare i conti con utenti che poco apprezzavano i fischi e gorgoglii del loro impianto, e a cui non importava nulla delle nnostre buone ragioni Da tale diagramma si poteva dedurre che razione equilibratrice del by-pass differenziale, interno alla _caldaia, aveva inizio con una portata di circa 1,040 litri @ proseguiva poi (al ridursi della portata) mantenendo costante il valore della pressione differenziale a 250 mbar (circa 2.500 mm c.a.). a & g Prevolenen in mbor Utilizzando la caldaia murale scelta, decidemmo di far realizzare due impianti campione e di verificarne il funzionamento. Fig. 1 Diogramma portate;prevalenza ol i “400600 800 1000 1200 200° 1400. 1600 Peni in I/ IDRAULI ICA Prima di analizzare soluzioni alternative, decidemmo di verificare se in commercio esistevano caldaie murali capaci di tener sotto controllo le pressioni differenziali. Capaci, cioa, di dare le prestazioni promesse e non mantenute dal produttore delle _caldaie installate negli impianti di prova. Poter far gestire direttamente alle murali il controllo delle pressioni differenziali era senza dubbio (e lo € tuttora) la soluzione ideale. Valeva, quindi, la pena di esaminare pid a fondo quanto il mercato poteva offre RICERCA DI NUOVE CALDAIE MURALI Ci siamo rivolti direttamente ad una decina di produttori richiedendo li effettivi diagrammi portata-prevalenza agli attacchi delle loro caldaie murali, specificando che tale informazione ci serviva per realizzare impianti a regolazione termostatica globale. Le risposte non sono state molto entusiasmanti Circa la meta dei produttori si é limitata ad inviarci generiche dichiarazioni in cui si sosteneva che le loro caldaie funzionavano regolarmenite con qualsiasi tipo di impianto, Non era certo questo il tipo di informazione Tichiesto e necessario per fare scelte ben vagliate e ponderate, Gi altri produttori, invece, ci hanno mandato diagrammi che evidenziavano lincapacita dei loro gruppi termici (anche quelli con by-pass intern) a tener sotto controllo le pressioni ditferenziali con portate piccole, Quindi, in base a questi riscontri, se non volevamo correre il rischio di nuovi insuccessi, era necessario trovare soluzioni capaci di Qarantife una portata minima neltimpianto anche a vaivole termostatiche chiuse. Dal diagrammi ottenuti, per murali con by-pass interno, mediamente tale portata poteva essere valutata in circa 250-300 In. SSOLUZIONE ADOTTATA Dapprima abbiamo pensato di installare una valvola di sovrappressione (0 di sfioro) fra gli attacchi di andata e di ritorno della caldaia murale (fig. 2). Nella cucina o nel soggiorno di Un alloggio, tale valvola poteva perd risultare ingombrante, rumorosa e facilmente starabile. Fig. 2. Gruppo termico con valvola di foro ‘Abbiamo preso in considerazione anche la possibilita di ricorrere a valvole termostatiche del tipo a tre vie con tubo estemo di by-pass (fig. 3) Temevamo perd che simile soluzione, pur essendo abbastanza comune in altri paesi, fosse difficile da far accettare esteticamente ai IDRAULICA Pur essendo consigliato da aloune riviste, di ben poco interesse ci sembrava, invece, Yespediente di togliere le valvole termostatiche da qualche radiatore (ad esempio nei bagni € negli ingressi). Si tratta ci un‘operazione senz'altro in grado di assicurare una certa portata nell'mpianto, ma anche di trasformare i locali senza termostatiche in piccole saune, on buona pace del comfort termico e del risparmio energetico. Infine, la soluzione che abbiamo ritenuto pid promettente e valida é stata quella di affiancare alle termostatiche una minizona con valvola di regolazione a tre vie, secondo lo schema funzionale ilustrato dalla figura quattro. La minizona (due caloriferi potevano bastare), con valvole normali sui radiatori, poteva assiourare la portata minima richiesta sia con valvola a tre vie aperta, sia con valvola chiusa ‘sul by-pass. Dal punto di vista del risparmio energetico del comfort termico, questa soluizione non imponeva particolari pedaggi. Infati, i caloriferi della minizona potevano essere scelti in uno stesso locale (ad esempio un soggiorno telativamente grande) oppure in locali con apporti energetici gratuiti molto modesti (ad ‘esempio locali ciechi o con esposizione nord). Di_conseguenza neli'alloggio non potevano verificarsi signicative differenze di temperatura sprechi energetici Inoltre, simili impianti non richiedevano interventi esteticamente discutibil | dubbi riguardaveno soprattutto i! modo in cui regolare la portata della vaivola a tre vie chiusa sul by-pass. Per non ‘rubare acqua" agii altri corpi scaldanti, volevamo consentire solo il Passaggio della portata minima richiesta. Prowidenziale @ stata in merito la messa in commercio dei regolatori automatici di portata AUTOFLOW. Un by-pass con AUTOFLOW ci dava la possibilita di far fluire attraverso la valvola solo la portata minima voluta. E questo senza richiedere interventi, non sempre facili, di taratura ¢ senza esporre ad alcun pericolo di staratura, Potendo contare su tali nuovi prodotti la soluzione con minizona é diventata la nostra Tisposta agli impianti con caldaie murali regolazione termostatica globale. Fig. 4 Schemo tipo di regolazionetermesttca con minizona di by pass FW tmonsts D4 ols ms prea BI Vetcls cr econ by poss rege con AUTOROUY E00 V/A IDRAU ICA La realizzazione di questi impianti si presentava meno rischiosa di quella con caldaie murali, in quanto potevamo contare su materiali ed apparecchiature di cui ben conoscevamo le caratteristiche. Nessun atto di fede ci era richiesto. Non dovevamo accettare solo sulla fiducia, come ad esempio nel caso delle caldaie dichiarazioni e diagrammi che descrivevano T'azione combinata fra citcolatore e by-pass differenziale interno, Con le caldaie a terra eravamo noi a scegliere le elettropompe del circuit, le valvole di sfioro e tutti gli altri elementi necessari a tener sotto controllo linerzia termica e le pressioni differenziali dellimpianto, Per questi motivi, non abbiamo ritenuto necessario realizzare impianti di prova. Sostanzialmente due sono stati i casi che abbiamo preso in considerazione: ona 2: Vertlcoowe Fig. 5 Dishibuzione tipo per reglazione fermosttca di impiont medio-piccolt Rodioteri con sohole lemosttche Coat do: ‘el ogeloine a quot vio | “Rego cimesco | Bleteponpe ‘oho io gli impianti_medio-piccoli (da circa 40.000 @ 30.000 kealh) per case singole. utenze artigianali, studi, uffici, ecc..; 2. gli impianti medio-grandi (oltre le 30.000 kcalh) per edifici muitifamiliari, scuole, ‘ospedali, alberghi, eco... IMPIANTI MEDIO-PICCOLI Per questi impianti abbiamo ritenuto opportuno adottare una regolazione climatica di base a supporto delle valvole termostatiche. Con una regolazione climatica di base, infatti, & possibile —limitare —l'intervento delle termostatiche solo ai casi in cui si verificano locaimente apporti gratuiti di calore. In pratica, quindi, @ da escludere che esse possano chiudersi contemporaneamente e determinare sensibili riduzioni di portata: caso, invece, molto frequente con una regolazione @ punto fisso. In vero questa soluzione ci @ parsa convincente solo quando @ siato possibile trovare sul mercato sistemi assemblati in grado di assicurare una regolazione climatica a basso costo. Troppo elevata, infatti, poteva fisultare incidenza di una _climatica tradizionale sui costitotali dellimpianto. | sisterii assemblati di regolazione sono essenzialmente composti da una valvola a quattro vie, un servomotore, una centralina di comand, tre sonde (esterna, di mandata e dilimite), un circolatore una valvola di sfioro il cul intervento & praticamente limitato solo a casie situazioni del tutto Particolari. Sono sistemi che possono essere installati e messi in funzione motto semplicemente. Non richiedono speciali collegamenti elettici, ne Vintervento di collaudatori e programmatori. S- Con un certo interesse abbiamo esaminato anche la possibilita di realizzare impianti con circolatori a velocité variabile. Sicuramente questi circolatori ci garantivano il controllo delle Pressioni nellimpianto. Con portate piccole 0 nulle, temevamo, perd, problemi di surriscaldamento dell'acqua, tenuto conto che attualmente il mercato non offre una valida scelta di caldaie a terra con fiamma modulante. IDRAULICA 7 IMPIANTI MEDIO-GRANDI Per questi impianti non abbiamo ritenuto necessario definire “nuove” soluzioni Negliimpianti medio-grandi,infatti, le valvole di sfioro possono svolgere egregiamente il loro. compito, garantendo portate di by-pass tali da consentire il regolare funzionamento degli impianti Inoltre, se installate in centrale termica o in cassette insonorizzate sopra le colonne, quest valvole non sono facilmente starabili, non risultano ingombranti e neppure sono causa di rumorosita allinterno dei local. Caratteristiche queste temibili, come gia accennato, soprattutto negli impianti_ con gruppi termici autonomi La soluzione con valvole di sfioro ci lasciava, perd, un problema iisolto: quello degli impianti a pits zone ee con lizzazione diretta ‘Ad ogni zona di questi impianti bisogna infatti assicurare costantemente una portata, compresa nel campo di lavoro dei contatori Per risolvere tale problema non ritenevamo corretto mettere in opera valvole di sfioro a valle dei contatori. Queste valvole non sono infatti in grado di assicurare (come necessario, in questi casi) un buon controllo della portata e, inoltre, montate nelle cassette di zona, sono troppo esposte a pericoli di staratura, NB: air seo srr dt dole reste Abbiamo quindi pensato di tener sotto controllo le pressioni dell'impianto con valvole di sfioro poste in centrale edi garantire la portata. minima di zona con Bose suet com AUTORON una delle. _ seguenti soluzioni: 1. dotare ogni derivazione di una minizona uguale a quella adottata per gli impianti autonomi; 2. prevedere, a valle del contatore, un by-pass sempre aperto con un AUTOFLOW, capace di garantie la portata minima richiesta anche a valvole termostatiche chiuse (fig. 6). Va rilevato che questa configurazione non & consigliabile per un impianto autonomo con. caldaia murale, perché il by-pass sempre aperto pud indebolire troppo le prestazioni del circolatore. In entrambe le soluzioni, che a nostro parere sono pil 0 meno equivalenti, conviene installare una valvola di zona a tre vie asservita ad un orologio programmatore. Serve per attivare 0 escludere la zona secondo le esigenze degli utenti. Conclusion Certamente le scelte adottate non sono definitive né assolute. Il continuo evolversi de! ‘mercato termotecnico potra senz’altro indurci a rimetterle in discussione. Sono perd scelte che riteniamo abbastanza soddisfacenti ‘Ad esempio la realizzazione di impianti autonomi con caldaia murale e minizona di by-pass, @ efficace e progettualmente semplice: (1) si basa su una tecnica realizzativa ampiamente collaudata, (2) non richiede elevati costi, (3) non comporta alcun sensibile peggioramento delle prestazioni delimpianto, (4) non costringe a soluzioni antiestetiche. £ questa soluzione non abbandoneremo fin tanto che, con certezza, i gruppi termici autonomi ‘non _sapranno cavarsela da sol” nel controllare la prevalenza dei circolatori al chiudersi delle valvole termostatiche. Riteniamo poi particolarmente soddistacente realizzare impianti medio-piccoli con caldaia a terrae regolazione climatica di base a supporto delle valvole termostatiche. Questo consente (1) di utilizzare senza inconvenient! le valvole termostatiche @ (2) di aumentare sensibilmente, rispetto ad un sistema @ punto fisso, le prestazioni degli impianti Come gia accennato, tale soluzione é stata resa possibile dai costi contenu e dalla facilita di messa in opera dei nuovi gruppi assembiati di regolazione Dunque, in queste pagine abbiamo voluto riportare i nostri insuccessi e le sceite imposte dalle dificolta incontrate. Ci auguriamo che questo possa servire a segnalare situazioni di pericolo, ad evitare scelte non coerenti, a dare un consiglio. A volte raccontare Ia storia di un insuccesso pud essere pit significative ‘che raccontare quella di un successo. IDRAULICA PROMOZIONALE CALEFFI 1994 4 oy Nel pratico ed elegante BAULETTO, porta attrezzi o per il tempo libero 30 coppie di valvole e detentori Rispondenti alla normativa della legge 10/91 per il risparmio energetico @ CALEFFI componenti idrotermici impianti termici degli e dei consumi di energia, NORMATIVE DA CONOSCERE * te * Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 Regolamento recante norme per la progettazione, linstallazione, l'esercizio e la manutenzione degli ici ai fini del contenimento attuazione dell'art. 4, comma 4, della Legge 9 gennaio 1991, n.10. ‘Sul supplemento ordinario n. 96 alla "Gazzetta Ufficiale’ n. 242 del 14 ottobre 1993 & stato wubblicato il decreto del Presidente della epublica 26 agosto 1993. n. 412. I decreto in precedenza indicato stabilisce le nuove norme per la progettazione, Finstallazione, lesercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia. IID.PR. n, 412/93, emanato su proposta del Ministero delindustria in attuazione dellarticolo 4, comma 4 della Legge n. 10/91, ccosiituisce un riferimento legisiativo di primaria importanza, considerati sia gli aspetti disciplinati che il vasto ambito di applicazione delle norme in esso contenute. Sono infatti soggetti alle disposizioni del Decreto in questione gli impianti di riscaldamento e di produzione ai acqua calda sanitaria posti a servizio di edifici sia pubblici che privati, qualunque ne sia la destinazione dluso: abitativo, industriale, commerciale, agricolo o sportivo, Cio premesso, riportiamo di seguito un ampio estratto del DPR. n. 412/93, Art 1 (Ceirizion) * 1 i fia del applicazione de! presente regotamento slimendes @) per ‘edicio di uova cosiruzione’, salvo quanto prewsto dalfartool 7 comma 3, un edie per Quale fa richiesta dt concessions edlizia sia stata Breseniata successivamente alla deta dl enteta in ‘igore dal ragolamento stesso; 1) per ‘mpanto termico" un imeianto tecnologice Gebiinao ela chmaizeavione degh ambien con o Sonza produzione di aoqua celda per Ws gion @ Saniar oa Sola procitone convaizzala i acqua ald por al steseiusi, comprendente | sister dt ‘procudiong, cisiibuzione 6 uthazazione cel calor Fonche gh organ dl regolaare 2 Sona; sore inal Sompresi neg wnpvant formic) gh rmpiant {haivisval"al rscaldamenio,. menire ‘non "sono tf Implant termi apparecchi qual: sure, ‘adiatonindilaual, Sealdacgu 9) per ‘implanto termico at nuova instalzione’, un Iimplanto Termico wnstalato in un ediicio di nuova Castruzone 0 in un edifcio o porzione cl edificio ‘ntecedenternente privo di impranio ternico; 1) per manutenzione ordinaria deltimpianto termico’, te loperacon! specicamente, pews. more fuso. a imanutenzione deg apparecchi € ‘Component! che possono essere affeltuata in Iuogo on’ strumenti ed attezzature di corredo agi arecch)e component stessi e che comportina Fimpago oh alvezzalure@ ci mater di concumo 1), per ‘manutenzione staordinariadel'impianto formico’, gl interventi atta ricondutre 7 Tunsondmento dolimpianto. # quello previsio dal pprogetio a/o dalla normaiva, vigente mediante 1 corso, in tutto 0 in parte, 2 mez, alrezzalure, ‘Srumentazion!, nparazion,ricamet oh part ipristy, ‘ovisions 0 éostiuziona at apparecch © component Geltimpranto terme; ‘omissis 1) per ‘ristruturazione ai un impianto,termico’, of Inersenii vot a. wastormare’ Fimpianto.termico ‘meoiante un insieme sistematico "of opere che Comportna la modiiea sostanziale sia del sistem dt produzione che & distriburione dei calore:nentrano ‘in questa categoria anche la taslormazione di un Implanto termieo centralizzato (a implant) termict indiduali-nonche ia. rsisiemazione, imolantisica ‘ela singole units imrmobilan © part df edifcio in (easo di instalazions dl un mplanfo. termico Individuale previo distacco daiimpianto termico contrakezate 1) per ‘esercizio @ manuienzione dun impianio Termnico’, i complesso di operazion! che comporia Taseutclon a researsabite tnalzcata ale goatone jagh Implaniineladante: condueione, manvlenzione inaia 6 staordinaria © canta, nel rspetio dele, rnorme in materia of sicurezza, ci contenimento dei Concumi gnergetici @ di salvaguarcia ambiental; ©) per “terz0 regponsabile dolasercizio © della manutenzione delimpianto formic. la_ persona {isica 0 glurdiea cho, essendo In possesso del ‘equi previsu dalle normative vigent © comungue Gi" "idonea capacra fecrice, econamica, Organizzatva, 8. delegaia dal proprietano ad ‘aseumere ia resoonsaniita -dev'esercizo, della manitonzione "“e dei'adozicne elle misure ‘hecessaro al contenimenio dei consumi energetic omissis. 1 IDRAUL CA Tra le definizioni riportate nelfarticolo 1 si ritengono particolarmente importanti quelle i ‘edificio di nuova costruzione'® (lettera d “impianto termico di nuova installazione" (ettera )¢ ristrutturazione di un impianto termico™ (bree 0. ottolineamo inoltre che, in base alla definizione di ‘impianto termico™ (letera f), “non sono considerati impianti termici apparecchi Quali: stufe, caminetti, radiator’ individual, scaldacqua unifamiliar’. Per tali apparecchi Quindi non si applicano ie norme det regolamento che stiamo analizzando. An.2 (individuazione dla zona climatica e el gradi giorno) “ptt ta ae aeeeeerane actin ES Sate Zona A: tipnoro dl dal goo ron Spores & 600: Zona B: —comuni che presentano un maggie of'600. nen Spore a $00 comuni che pregentano un rma grag ga ere dh 800. non Siperioe a 1.400; ‘comuni che presentano un humero dh gradi giorno imaggiore I 1.400 8 ren superiors a 2.100; Zona C: Zona 0: ca on prune aes pane Been dias OS 8 ‘comuni che presentano un umero ‘al grad giormo maggiore ci omissis E opportuno precisare che per ‘gradi - giornot di una localita si intende: ‘la somma, estesa a tutti giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle sole ditferenze positive giornaliere tra la temperatura dell'ambiente, convenzionalmente fissata a 20°C, ¢ la temperatura media esterna giornaliera’ gradi - giorno di ogni comune italiano sono indicati, Con Valtitudine della casa comunale & la zona climatica di appartenenza, in una tabella riportata nelfallegato A del D.P.R. 412/93. NORMATIVE DA CONOSCERE Att 3 (Classiicazione generale degi ecific por categorie) Gii_ediicl sono classincati in base alla oro destinazione uso. in offo. diverse categorie. @ ‘Procisamente: CATEGORIA —_DESTINAZIONE D'USO et Eddi! adit a residenza e ‘assimilabil £2 Edifcl adioti a utici & assimiabih ES Eadiici adibit_ a ospedali, linicne “0 case di cura é ‘ssimiabi £4 Ecdificl adit ad. attvta ‘oreative, associative od Cato e assimiabit és Ediiol acti ad _auivta commercial © “assimilabil £6 Edlich aati ad anivta ‘Sportive E7 Edifich adi a attivita ‘scolastiche 0 asermilabth Ediioi acti ad attvta es ‘industrial ed. artgienall & ‘assimiaoih An 4 (Valor! massimi deta temperatura ambiente) “1, Durante It periodo in cui & in funzione Fimplanto di colinatzzazione invernale, la media animetica delle femperature del'ala del Singoll ambient! Gegi edlfic, dente e misurate come indieato al comma 1 letra w elVaricolo 7, non deve superare i sequent valor! con fe tolerance a fanco indicate: 3) 186 + 20 di loleranza per of ei ienvart ela Calogoria 8) 20°C + 2C ai toteranza per of edt rentrant nelle. Categorie diverse da &.& 2.11 mantenimento, dela temperatura deffaria sgh ‘ambient ent | lt fssat al comma 1 devo essere atlenuto can accorginen che on comportino spreco enero. Al comma 1 deltarticolo 4 é citato il termine “temperatura delfria dei singoli ambient" peri quale 'articolo 1 del regolamento fornisce la seguente definizione: temperatura dell'aria misurata secondo le modalta prescritte dalla norma tecnica UNI 5364" La norma UNI 5364, con riferimento agli impianti di riscaldamento ad acqua calda, datta le regole per la presentazione deliotterta @ per il collaudo. (fine prima parte) IDRAULICA STATICI DIRETTI Sistema di contabilizzazione TERMICAL CALEFFI Il contatore di calore statico diretto tileva la differenza di temperatura e la portata e fornisce la misura di energia di utenza, assicurando un’equa ripartizione delle spese di fiscaldamento fra gli utenti di un impianto centralizzato, Impiegabile per la contabilizzazione di centri commerciali, di processi industriali e nel teleriscaldamento. Caratteristiche + Precisione di misura inalterata nel tempo. % Aulotaratura periodica. % Cosrezione error di deriva termica % Misura of portata effettuata tramite un dispositive statico autopulente a tubo Venturi * Nessuna manutenzione. + Perdite ol carico estremamente limitate (max 450 mm H20 ). Le serie 7003/7013 CALEFFI denominate CRT sono in grado di effettuare oltre alla contablizzazione alcune funzioni aggiuntive come la trasmissione analogica-digitale dei dati e controll di regolazione per impiego nel teleriscaidamento, CONTATORI DI CALORE ERIC AN Visualizzazione consumi Visualizzazione consumi mediante totalizzatore meccanico a 7 digit posizionato a bordo contatore. II totalizzatore iporta energia consurata in kWh, Sulla base di questo dato si effettua la ipartizione delle spese di « tiscaldamento, Il totalizzatore @ inazzerabile & fornito di serie. La lettura dei consumi pud anche essere effettuata tramite altri dispositivi opzionali 1 Totalizzatore centralizzato, Ii collegamento tra contatore @ totalizzatore a distanza awiene mediante cavo elettrico atre vie (3x 1,5 mma.) meceanico su quadro 2 Display a cristalli liquidi (LCD), con visualizzatore dei velori_totalizzati- ed istantanei (Portata, AT, Potenza istantanea, Temperatura fluid). Distanza max tra contatore e display: 10 m, 3A distanza mediante modem e linea telefonica per la gestione remota con verifica funzionale e lettura dei consumi Installazione | contatori TERMICAL CALEFFI vanno installati sul tubo di ritorno preferibilmente in posizione orizzontale rispettando il senso del flusso. Per le serie 7002-7003 la posizione della valvola di zona deve essere come nello scheme sotto riportato, ‘Schoma d’installazione tipo sorte 700277003, ‘Schema d'installazione tipo serie 701217013, Sonda tomo TA IDRAULICA MODULO DI CONTABILIZZAZIONE E TERMOREGOLAZIONE Uno degli aspetti pit appariscenti che ha interessato e condizionato limpiantistica i riscaldamento @ condizionamento civile negli ultimi anni & stato certamente il bisogno di autonomia dellutente. Proporte un modulo completo, che associ le funzioni essenziali ci termoregolazione, distribuzione e relativa | contabilizzazione per la ripartizione delle spese @ una naturale evoluzione tecnica dei sistemi termici centralizzati per edilizia civile residenziale Cosi strutturato, limpianto centralizzato € in grado di offrire la stessa autonomia che caratterizza gli impianti con caldaiette autonome a gas, senza peraltro presentare gli inconvenienti che sono propri di questi impiant. MODULO DI DERIVAZIONE I modulo @ collegato in derivazione dalle colonne montanti principal e viene anche chiamato “CALDAIETTA AUTONOMA SENZA COMBUSTIONE® E costituito da un contenitore in lamiera verniciata, disponibile in tre dimensioni diverse, atto ad essere inserito nelle strutture murarie. Al suo interno viene alloggiata la componentistica per gli organi di termoregolazione di zona (valvola a tre vie e relativo servomotore), di distribuzione (tramite collettore semplice a pid attacchi) e di contabilizzazione diretta Alcuni naturali_ vantaggi del modulo CALEFFI sono i seguenti © viene preventivamente prevista_ la collocazione nelle opere murarie con criteri razionali di spazio e ubicazione @ tempi di installazione notevolmente ridotti © componenti del sistema affidabili e garantiti di produzione CALEFFI @ comodi allacciamenti elettrici raggruppabili in un'unica scatola di derivazione Posizionabile internamente al_ modulo. LE FUNZIONI ESSENZIALI DEL MODULO CALEFFI Contabilizzazione © dell'energia termica prelevata dalla rete dellimpianto centralizzato per: - utllizzo riscaldamento / condizionamento - utilizzo produzione dell'acqua calda sanitaria su accumula individuale © dell'acqua della rete idrica sanitaria calda / fredda tramite contatore volumico (letture dei contatori concentrate in un unico punto). Regolazione © ‘temperatura ambiente regolabile con termostato 0 cronotermostato con comando sulla valvola di zona a tre vie @ temperatura di erogazione dell'acqua calda, sanitaria tramitetermostato bollitore agente su comando elettrotermico valvola adue vie. Distribuzione © Icollettore semplice permette di realizzare ogni tipo di impianto: @ due tubi,monotubo, a pannelli, ecc. IDRAULICA VIAGGIO NEL’ INDUSTRIA Studi e ricerche: In un'industria costruttrice di medio-alta tecnologia, la ricerca di soluzioni prodotti di avanzate, 0 studio dei nuovi materiali lapprofondimento delle proprie conoscenze tecniche, rivestono un‘importanza sempre determinante. Da qui scaturisce la necesita di avere al proprio interno un laboratorio all'avanguardia che risponda alle seguenti esigenze: + Sviluppare e dare corpo alle idee innovative attraverso la ricerca, - Cettilicare la reale consistenza della qualita dei propri prodotti - Arricchire la propria competenza tecnica per avere un peso sempre maggiore nel contronto on il mercato 8 con gli enti normativ IL LABORATORIO investimento per il futuro Nel nostro "VIAGGIO NELL'INOUSTRIA’, una visita al laboratorio diventa una tappa obbiigata. i laboratorio € una struttura fortemente radicata nella realta aziendale, che lavora in stietto contatto sia con ['ufficio tecnico di progettazione, sia con la produzione, sia con il cliente per la soluzione di problemi tecnici particolar E un ambiente affascinante dove annoiarsi @ impossibile, infatti quello che vede nascere ogni nuovo prodotio e che sperimenta continuamente nuovi materiali @ soluzioni tecniche Con lo sviluppo della politica della qualita il cui obbiettivo @ la "GARANZIA DELLA QUALITA’, il laboratorio riveste un ruolo sempre pit strategico in quanto @ lorganismo che pud cettificare nei rapporti_ con la struttura aziendale, con i clienti ed i fornitori, ¢ con gli enti esterni di uniticazione e controll, tutti gli aspetti tecnicirelativi al prodotto. IDRAULICA COMPITI SPECIFIC | A laboratorio sono assegnati dei compiti ben precisi. lI pid’ importante la RICERCA, che si coneretizza nello studio di nuovi prodotti con Tobiettivo ai raggiungere prestazioni sempre pitt elevate, che soddisfino in maniera completa i bisogni dell utente finale La capacita dell'ndustria di proporre in modo continuo dei prodotti innovativi é un fattore determinante, che fichiede limpiego di molte risorse, ma é sicuramente lo strumento pit incisivo per imporsi sul mercato. La RICERCA é rivolta anche al miglioramento dei prodotti esistenti, attraverso lo studio di nuovi material e di soluzioni tecniche pit affidabili, al fine di ottenere uno standard di qualita che si posizioni ai vertici di quanto viene proposto sul mercato, Un secondo compito del laboratorio é l'esecuzione delle PROVE DI CERTIFICAZIONE E DI OMOLOGAZIONE Tutti i prodotti, prima di essere immessi sul mercato, vengono sottoposti a severe prove per determinare le caratteristiche e ('affidabilté. Parte di essi inoltre devono essere omologati da appositi organi di controllo nazionali ed. internazionali Le specifiche di questi prodotti sono stabilite da precise normative che indicano le prove alle quali vanno sottoposti. Prima di fichiedere qualsiasi omologazione il laboratorio esegue sui propri prototipi tutte le prove stabilite per verificarne la conformita Su ichiesta degli altri enti aziendali, oppure per esigenze proprie, il aboratorio pud effettuare delle PROVE SPECIALI, non di tipo standard, che richiedono in alcuni casi la costruzione di apposite attrezzature. I laboratorio collabora infine con la produzione e con il controllo qualita nella definizione delle prove di accettazione dei prodotti semilavorati sia interni che esterni del prodotto finito prima della ‘consegna al cliente, Untulteriore attivita dei tecnici det laboratorio é la partecipazione alle riunioni e ai convegni per lo studio delle normative del settore. IDRAULICA 15 DESCRIZIONE DELLE PROVE Diamo uno sguardo infine alle prove specifiche che pud fare un laboratorio di una industria che lavora nel campo dell'draulica. PROVE DI PORTATA. Vengono svolte su appositi impianti_ per tracciare la curva PORTATA / PERDITE Dl CARICO. Le misure vengono effettuate con strumenti elettronici che consentono i acquisire automaticamente i dati nelia memoria di un computer e di stampare la curva su un grafico in tempo reale. | valori della portata devono risultare maggiori 0 uguali a quelli previsti dalle norme. PROVE DI RESISTENZA ALLA CORROSIONE. Vengono effettuate per verificare la resistenza alla corrosione dei materiali costituenti il prodotto, alle sostanze che sono contenute nel fluido di lavoro. Llapparecchio viene posto a contatto per un certo tempo con soluzioni contenenti ipociorito di sodio e permanganato di potassio ad una determinata pressione. Non si devono rilevare segni di corrosion. PROVE DI FATICA. Hanno lo scopo di verificare la durata dell'apparecchio alle sollecitazioni meccaniche. | componente viene sottoposto ad una serie di cicli di funzionamento in condizioni limite. Al termine delle prove non si deve filevare la presenza di anomalie o rotture. PROVE DI SHOCK TERMICO. Servono per verificare la resistenza dei componenti a improwise variazioni di temperatura. Vengono effettuate facendo circolare nell'apparecchio del fiuido ad alta temperatura. e successivamente del fluido a temperatura prossima a 0°C. Dopo la prova non deve essere riscontrata nessuna anomalia PROVE DI TENUTA. Hanno lo scopo di verificare la tenuta dellapparecchio ad una determinata pressione. Per eseguire la prova, si alimenta la camera interessata con il fluido ad una determinata pressione per un tempo stabilito. Dopo la prova si verifica l'assenza di Perdite, deformazioni 0 danni che ne impediscono il funzionamento, IDRAULICA PROVE DI RESISTENZA MECCANICA. Servono per verificare la resistenza dell'apparecchio ad una pressione e ad una temperatura massima prestabilta La prova viene effettuata portando lentamente la pressione e la temperatura allinterno deli'apparecchio ai valori massimi. L'apparecchio & lasciato in queste condizioni per un certo periodo di tempo. Si deve Verificare l'assenza di deformazioni o rotture, e 'assenza di fuoriuscite di acqua 0 trasudamenti del corpo. PROVE DI RUMOROSITA. Si eseguono per veriticare il livello di emissione acustica dell'apparecchio quando @ attraversato dal fluido alla portata @ pressione previste Con apposita apparecchiatura si misura lintensita delle ‘onde sonore emesse, che deve risultare inferiore ai valor previsti dalle norme. PROVE DI COLPO D'ARIETE. Hanno lo scopo di verificare la resistenza meccanica dell'apparecchio agii sbalzi di pressione provocati dal colpo diariete. Una apposita apparecchiatura consente di creare il colpo dlatiete e di misurare l'andamento della pressione nel tempo. I componente in prova viene sottoposto ad un ciclo di sollecitazioni. Dopo Ia prova si verificano la mancanza di rotture, deformazioni e danneggiamenti PROVE A BASSA TEMPERATURA. Vengono effettuate per verificare la resistenza dell'apparecchio alle basse temperature. L'apparecchio - viene installato in apposito circuito in cui sia il fluido che Tambiente possono essere portati fino a - 20°C. Dopo la prova si verifica 'assenza di rotture 0 guasti che ‘compromettono il funzionamento, ANALISI FISICO CHIMICHE. Hanno lo scopo di studiare le caratteristiche fisiche € chimiche dei material. Queste prove sono indispensabili sia per verificare la conformita dei materiali, sia per svolgere attivita di ‘ricerca e sperimentazione. IDRAULICA Norma UNI 9511 SEGNI GRAFICI Apparecchiature per il trattamento e la distribuzione dell'aria Fino per ao, segnd gicico generale Fito @ tosche Fillo rotaivo Umidiicatore Separotere di gocce —6-

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