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La Cristologia di San

Tommaso D'Aquino (TO159)


Ignacio E. Andereggen
Esame Orale sui testi che commentiamo per poi esprimere una riflessione
personale.
Contesto per uno studio di STA:
-

Aeterni patris (Leon XIII).


Punto di riferimento per lapprofondimento della sua dottrina, ma anche della
tradizione della chiesa. Padri Latin (Agostino) e Padri Orientali E un ponte
tra il primo millennio e il secondo.
Carisma di chiarezza e razionalit vera, profonda, contemplativa verso la
razionalit moderna derivata dallidealismo, razionalismo, empirismo, che
sono eredi del nominalismo che ha frammentato loccidente.
Gravis Educationis (CVII), il dialogo tra le scienze e la fede deve essere
guidato da STA.
Lumen Ecclesiae (Paolo VI) [professore raccomanda di leggerlo], da una
idea chiara della funzione di STA nel contesto della situazione culturale,
filosofica, teologia contemporanea.

Testo principale: S. THOMAS, Summa Theologiae, III pars e luoghi paralleli

MISTERO DIVINO

STORIA

DELLA

SALVEZZA

Connessione tra il mistero divino e la storia della salvezza. Questo significa


uninterazione tra spirito e nature, con altri uomini, con altre circostanze. Perci il
ruolo della teologia specialmente sottolineata in questa parte della Somma.
chiaro gi dalla prima questiona, STA tiene molto presente lo sviluppo storico
(anche se non usa la parola storia). Tuttavia il concetto molto presente
specialmente perch questa parte della Somma un grande commento i vangeli
che narrano i misteri della vita di Cristo.
Metodo:
1. Si approfondisce nella Sacra Scrittura. Bisogna spiegare i testi sacri secondo
lusanza dei medioevali.
2. Riflette su di essa, una riflessione che non aprioristica, ma una che deriva
dalla tradizione patristica, specialmente quelli che avevano sintetizzato quella
tradizione (Lombardo Le Sentenze).
3. Esperienza Spirituale
Lesperienza spirituale molto importante per la sua teologia, perch ricordiamo

quando lui nella prima seconda della Somma spiega la grazie, i vangeli, la legge
evangelica dice che il Vangelo consiste principalmente nella grazie, quindi
immediatamente connesso con lesperienza spirituale. Non si pu capire il mistero
divino nel senso teologico che supera la ragione senza unesperienza spirituale.
Perci il culmine della vera teologia sempre la teologia mistica. La teologia mistica
non una parte separata della teologa come la si concepisce nella modernit,
soprattutto negli ultimi due secoli, ma parte intrinseca della teologia. Il termine, il
fine, la perfezione della teologia. Questa teologia mistica comporta
necessariamente unesperienza spirituale.
Perci non si pu ricevere la verit dei vangeli semplicemente guardando il testo, o
analizzando razionalmente il testo, ma si deve avere la stessa esperienza che ha
prodotto i vangeli, che esperienza delle grazie vissuta nella Chiesa.

3 Temi
1. Convenienza della Incarnazione: qui si vede dallalto perch si fatto
uomo, non soltanto supponendo chi luomo, ma le circostanze proprie della
vita umana, il suo peccato. Si guarda da la prospettiva della bont divina che
si manifesta nel contesto del peccato dellumanit.
a. Non una deduzione apriori dellincarnazione, cio unanalisi della
natura di Dio e la natura delluomo per dedurre la convenienza
dellIncarnazione, ma piuttosto una visione realista di Dio e delluomo.
La realt di Dio compara meglio quando si guarda la sua azione sulla
realt delluomo che include la deficienza, la privazione del peccato.
2. Lunione ipostatica: questa analisi suppone la lettura della SS e
laccoglienza delle verit di fede, quelle proposte dei padri e dei concili.
3. I misteri della vita di Cristo: dalla questione 40 e poi, la considerazione
della vita, dei miracoli, etc., per poi finire con i sacramenti che continuano la
presenza di Cristo.

Prospettiva particolare di STA:


ORGANIZZAZIONE FILOSOFICA

GIURIDICA

Lavora in un modo spiccatamente razionalmente che corrisponde alla configurazione


della cristianit in cui il pensiero filosofico acquista unimportanza sempre
crescente, ma anche lorganizzazione giuridica data dalla mentalit Roma.
Acquista uno sviluppo sempre maggiore, pi dettagliato, pi organizzato.
Due fattore sempre presenti, la cui importanza per sempre cresce dopo il
medioevo. Laspetto pratico derivato dalla mentalit romana e poi laspetto
speculativo che deriva dallapprofondimento di certi tratti della tradizione
filosofica greca.
Lui naturalmente un erede di questi fattori culturali. Sviluppa con molto sapienza
questi fattori. Questi per dopo lepoca di STA, specialmente attraverso quel
cambiamento di atteggiamento che significa il nominalismo, questi due fattori

hanno continuato una evoluzione che arrivano fino ai nostri giorni. E hanno avuto
diverse forme di crisi profonde, fino ai nostri giorni. Questi crisi hanno segnato la
vita della Chiesa.
Protestantismo. Le forme filosofiche, culturali dei ultimi secoli.

VISIONE

DI

CHIESA: MONACHESIMO, FAMIGLIA SPIRITUALE

Visione della chiesa pi centrata sulle le verit di fede, non tanto


sullorganizzazione, sulla vita pratica e sullapostolato che in certo modo si
collega allorganizzazione. E poi era legato ad una forma di vita ecclesiale generata
da monachesimo. Il monachesimo che aveva permeato lo sviluppo della Chiesa
durante secoli.
Il monachesimo costituiva una forma di collegamento vitale con il pensiero, ma
soprattutto i modi di vita dei padri della Chiesa. Non basato su grandi
organizzazioni di tipo moderno (Azione Cattolica o i movimenti attuali). Pensiamo
alla centralizzazione della vita della chiesa con il ruolo sempre crescente della curia
romana, etc. tutte queste forme di organizzazione allepoca non esistevano.
Per diversi secoli, la Chiesa si basava su famiglie spirituali che erano monasteri e
sulla paternit spirituale. STA riflette questo tipo di vita, lui stesso era monaco,
prima un benedettino e poi un domenicano. I domenicani volevano continuare la
vita monastica. La teologia era profondamente connessa alla spiritualit (per loro,
la mistica), con una forma ecclesiale profondamente segnata dal monachesimo
orientale (Regola di Basilio). Lo stesso ha fatto San Benedetto seguendo Basilio, un
po pi organizzato a secondo della cultura romana. Anche un gran Papa, Gregorio
Magno, aveva questa concezione spirituale e ecclesiale basta sulla paternit
spirituale. Cera un padre spirituale che confluisce con il presbitero.

Testo Commentato
Prologo
Poich il nostro Salvatore, il Signore Ges Cristo, "salvando il suo popolo dai suoi
peccati", secondo la testimonianza dell'Angelo [Mt 1, 21], ci mostr in se stesso
la via della verit, seguendo la quale possiamo giungere risorgendo alla
beatitudine della vita immortale, necessario, per condurre a termine tutto il
corso teologico, che alla considerazione del fine ultimo della vita umana e delle
virt e dei vizi, faccia seguito lo studio dello stesso Salvatore di tutti e dei
benefici da lui apportati al genere umano.

Cristo il cammino. In questo cammino, considerato come la teologia stessa.


Cristo il cumine della teologia. La teologia una entrata nel mistero di Cristo,
nella persona di Cristo attraverso la sua umanit. La perfezione della teologia si
trova in Cristo.

1. In Cristo come persona, perch lui il primo teologo, secondo la sua umanit
2. Nella considerazione di Cristo, nella trattazione sul mistero di Cristo, perch
la teologia un esercito per arrivare alla beatitudine.
Questa beatitudine si trova in Cristo. Lui il primo beato, possiede la beatitudine e
attira noi verso questa beatitudine. Si potrebbe considerare la teologia per entrare e
trovare la beatitudine in Cristo, per anticipare la beatitudine in questa vita. Quando
esercitiamo la teologia in senso spirituale, ritroviamo la beatitudine e si trova nella
mente di Cristo come possibile in questa vita, per poi ritrovarla nella vita eterna.
In tale studio tratteremo: primo, direttamente del Salvatore; secondo, dei suoi
sacramenti, mediante i quali conseguiamo la salvezza [q. 60]; terzo, del fine
della vita immortale, al quale giungiamo risorgendo per opera sua [cf. Suppl., q.
69]. Il primo trattato si divide in due parti: nella prima studieremo il mistero
stesso dell'incarnazione, secondo il quale Dio si fatto uomo per la nostra
salvezza; nella seconda invece esamineremo che cosa lo stesso nostro Salvatore,
cio il Dio incarnato, ha fatto e patito [q. 27].

La parte anteriore, nella prima seconda, aveva gi considerato il fine della


beatitudine in quanto possiamo considerare da questa vita in quanto la conosciamo
adesso. Le prime 5 questioni della prima seconde riguardano la beatitudine. E poi
indica quali sono i temi contenuti nella trattazione su lo stesso Cristo. Lincarnazione
stessa e poi quelle cose compiute dal Salvatore (i misteri della vita di Cristo).

Questione 1: La Convenienza dellIncarnazione


Qui si considera il mistero di Cristo a partire di ci che si considerato su Dio, nella
prima parte, e sulluomo, nella prima e nella seconda parte. Supponendo il dato
rivelato dalla SS, che Cristo Dio uomo ed uno solo. Si comincia a vedere
perch Dio si fatto uomo (pur Deus uomo), che c nella Divinit e nella umanit
che fa diventare conveniente lincarnazione.

CONVENIENZA

VS

NECESSIT

Questa convenienza corrisponde al metodo centrale della teologia, perch la


teologia non pu spiegare i misteri divini razionalmente perch superano la
mente umana, ci si pu unire ai misteri (congiungimento mistico, modo pi
alto, Dionigi). Quanto pi ci si congiunge, tanto pi si vede la loro convenienza. I
misteri di Dio da una parte corrispondono a ci che si conosce di Dio grazie alla
Rivelazione e da una altra para a ci che si conosce grazie alla ragione.
Questa convenienza non significa necessario nel senso creato del termine.
Necessario ci che non pu essere altrimenti. Invece molti misteri pu essere
altrimenti, specialmente lincarnazione. Effettivamente Dio potrebbe non essersi
incarnato. STA suppone che questa convenienza spiega di pi ci che significa
lincarnazione che non la necessit.
Supponendo la realt della vita umana, della costituzione delluomo, ma anche
supponendo il peccato dellumanit, ci detto di pi sullincarnazione quando

pensiamo sulla convenienza. Corrisponde alla bont e alla misericordia di Dio, pur
non essendo necessaria. Perfino nella supposizione che Dio non si sarebbe incarnato
se non ci fosse il peccato, cos si manifesta di pi la sua libert, la sua misericordia.
una argomentazione molto contemplativa. Ricordiamo
connessione con la tradizione, la vita spirituale, la vita monastica.

il

sottofondo,

convenientissimo che le realt visibili mostrino quelle divine invisibili; per


questo fine infatti stato creato il mondo, come asserisce l'Apostolo [Rm 1, 20]:
"Le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con l'intelletto nelle
opere da lui compiute".

Una considerazione molto affine al pensiero di STA che tratta della Sacra Scrittura,
ma sulla base della teologia patristica, specialmente di Dionigi. Le cose visibili sono
fatte per mostrare le cose invisibili. Tutto il fine della realt creata servire al
raggiungimento della beatitudine, orbene, nella realt creata ci sono delle cose
visibili, materiali e cose invisibili immateriali. Le cose materiali sono fatte per quelli
immateriali, in cui trovano il loro senso pieno. Succede gi cos dentro lordina
intracreatoriale, ma succede ancora pi profondamente quando si considera il
rapporto tra creatura e Dio. Tutto per raggiungere la conoscenza di Dio.
Il corpo serve per avere una immagine, limmagine serve per avere una conoscenza
intellettuale, che serve per avere la fede, per avere beatitudine eterna che una
conoscenza spirituale, immateriali.
Le cose visibili sono simboli di quelli invisibili. Dietro ogni realt materiale,
considerata in profondit, in modo contemplativo, c sempre una realt spirituale,
pi alta, partecipata da questo. Ci si vede soprattutto nei sacramenti, che sono
segni di realt immateriali, anzi divine, segni della grazia, soprattutto lEucaristia,
che il come il centro della teologia.
Nella Eucaristia si accede visibilmente alla realt invisibile della sostanza del corpo
di Cristo che appartiene alla realt invisibile della sua persona. Perci la Eucaristia
lanticipazione del futuro, ossia della contemplazione del Verbo Incarnato. il
pane degli angeli, in quanto la partecipazione, comunicazione di quella
contemplazione che gli angeli hanno.
Questo pensiero deriva dalla tradizione anteriore, formulata da Dionigi e poi
trasmesso a tutto il pensiero posteriore (SC CVII: liturgia terrenale una
continuazione della liturgia celeste, contemplazione del Verbo).
LIncarnazione fatta per mostrare il Verbo Incarnato, e poi insieme a lui tutta la
Trinit. Questa dimostrare la Trinit la comunicazione della bont divina.
Il bene diffusivo di se steso (Dionigi). Nella Incarnazione si vede
specialmente la diffusivit del bene divino. Dio la realt ultima che si
comunica per la forza della sua stessa pienezza. La soprabbondanza della realt
divina rivelata nei vangeli, questa misura traboccante (parabole evangeliche).
Questa la manifestazione centrale della bont di Dio.

Ma il mistero dell'incarnazione, dice il Damasceno [De fide orth. 3, 1], "rivela


insieme la bont, la sapienza, la giustizia e la potenza di Dio: la bont, poich
egli non disdegn la debolezza della sua creatura; la giustizia, poich fece
sconfiggere il demonio proprio da colui che ne era stato vinto, e strapp l'uomo
dalla morte senza forzare la sua libert; la sapienza, poich trov la soluzione pi
adatta in una situazione difficilissima; l'infinita potenza o virt, infine, poich non
c' nulla di pi grande di un Dio fatto uomo". Era dunque conveniente che Dio si
incarnasse.

Una sintesi di tutto quanto, sar il percorso di STA in questa parte della Somma.
Damasceno fondamentale, una specie di scolastica greco che sintetizza la
tradizione anteriore e la trasmette alla posteriorit, non solo greca ma anche latina.
Legge la tradizione latina di Burgundio di Pisa e imposta non solo la parte
cristologica, ma anche il resto della Somma, sul tratto Della Fede Ortodossa del
Damasceno.
Il Damasceno nella vita di Cristo considera le perfezioni divine. Dunque la bont, la
sapienza, la giustizia, la potenza resto contenuto nel testo di San Paolo citato.
Queste perfezioni divini si manifesta non soltanto nellIncarnazione ma anche nella
sua vita, specialmente la passione e la risurrezione che connettano la vita di Cristo
con la nostra. Si prolungano nel corpo di Cristo che la Chiesa. Chiesa per che
non consiste nei fedeli separati dal mondo, ma nei fedeli di Cristo che sono inseriti
nel mondo e dunque che convivono con il peccato, lazione diabolica che viene
sconfitta dalla Passione e Risurrezione del Verbo.

La bont divina significa la diffusivit del essere di Dio che raggiunge


anche la debolezza umana.
La giustizia di Dio se manifesta nel fatto che Ges non vince non per la
fora, se non per la stessa giustizia, essendo fedele al mandato divino.
La sapienza si manifesta perch si trova la soluzione al problema
impossibile da risolvere razionalmente.
La potenza perch non c nulla di pi grande di Dio fatto uomo. Se si
considera bene che Dio infinito e luomo finito. LIncarnazione supera
la ragione e suppone una potenza infinita.
Rispondo: A ciascuna cosa conveniente ci che secondo la sua natura: come
all'uomo il ragionare, essendo egli per sua natura ragionevole. Ma la natura di
Dio la bont stessa, come spiega Dionigi [De div. nom. 1]. Perci conviene a
Dio tutto ci che proprio della bont.

Questo riferimento alla bont strutturale della Somma, le tre cominciano con la
bont.
1. Bont in quanto prima perfezione di Dio, fonte di ogni bont e essere.
2. Bont in quanto perfezione e desiderio ultimo delluomo.

3. Bont divina che si ricongiunge con la bont umana nella Incarnazione. La


bont umana consiste nel unirsi con Cristo che manifesta la bont divina.
Ora, la bont tende a comunicarsi, osserva ancora Dionigi [ib. 4]. Di
conseguenza alla somma bont si addice di comunicarsi alla creatura in modo
sommo.

Sempre la bont si comunica. Dio essendo la somma perfezione si diffonde


sommamente, perfettamente.
E ci avviene precisamente quando Dio "unisce a s una natura creata in modo
che una sola persona risulti di tre elementi: il Verbo, l'anima e la carne", come
dice S. Agostino [De Trin. 13, 17]. chiaro dunque che l'incarnazione di Dio era
conveniente.

Persona, qui, significa la totalit, un tutto. Questa questiona sar approfondita


nella questione seconda.
Obiezioni corrispondono alla rivolta razionale al mistero. Tende a spiegare le cose
secondo lo stato del mondo presente, questo molto diverso della realt divina.
Perci per arrivare alla conoscenza dei misteri divini ci vuole una purificazione. La
luce divina quando viene comunicata: purifica, illumina, ed unisce.
il centro della teologia come la scrittura un raggio di Luce. Si unisce alla mente
di Cristo (San Paolo). La prima cosa purificare la mente per unirsi a Cristo, per
conoscere a Cristo e poi conoscere Dio per Cristo.
Mutazione di Dio
1. Essendo Dio dall'eternit lo stesso bene per essenza, cosa ottima che
rimanga quello che da sempre stato. Ma Dio sempre stato assolutamente
immateriale. Sarebbe stato dunque convenientissimo che egli non si fosse unito
alla carne. Perci l'incarnazione divina non era conveniente.

Due problemi: il primo effettivamente non capire come ci pu essere


lincarnazione senza che Dio cambi. Poi c un altro, capire come Dio non cambia.
Infatti ci sono le due obiezioni. Se seguendo ad Aristotele, Dio immutabile,
sembra che non ci pu essere lIncarnazione. Prima Dio non aveva la natura umana,
poi ce lha.
Poi c un problema susseguente, Dio ha cambiato. Dio mutevole. Quindi non
Dio, acquisisce nuove perfezioni che prima non aveva.
STA risolve il problema sul livello metafisico. La metafisica inclusa nella teologia.
Bisogna conoscere Dio come Dio come causa del mondo, di tutta la realt mutevole.
Dio non muta perch perfetto, perch possiede la perfezione dellessere. Quando
Dio sincarna, comunica la sua bont, non prende niente di nuovo. Anzi comunica
quello che ha gi.
Leffetto di questa comunicazione avviene fuori Dio, la realt nuova non la realt

divina, appunto la realt nuova umana del Verbo. Lumanit del verbo non una
realt divina, veramente umana. una realt creata. assunta:
1. La consistenza di questa umanit dipende dalla comunicazione dellessere
divino. Esiste con lessere divino, non con un essere creato.
2. Questa umanit, il Verbo la unisce a s. congiunta con la persona. Dunque
inclusa nellunit della persona, una totalit. Come si dir nella questione
seconda.
La persona una totalit, ma in Dio ce ne sono tre. Per questo motivo, lumanit di
Cristo non appartiene al Padre o al SS, soltanto al Figlio. Come ci sono tre persone
in un solo Dio (formula del mistero che supera la ragione), per lo stesso motivo per
il caule lunione dellumanit con una sola persona e non tutte tre supera la ragione.
Intravediamo nellumanit di Cristo scopriamo il mistero della Trinit.
La distinzione tra le persone immediatamente accessibile dallumanit del Verbo.
Il Padre non uomo, lo Spirito non uomo, Il Figlio uomo. Ma tutte tre sono Dio.
Anzi ogni persona identica a Dio perch ogni persona una con la realt, la
natura Divina.
1. Il mistero dell'incarnazione non si attuato per un qualche cambiamento
nell'eterna condizione di Dio, ma in quanto egli in modo nuovo si un alla
creatura, o meglio un a s la creatura.
La creature la umanit di Cristo. Ma la umanit di Cristo non consiste per la
partecipazione di unessere come succeed nelle alter creature, ma susiste nella realt
divina. Non ha un essere creato ma un essere divino nella sua umanit. Umanit esiste
con lo stesso esere co
Ora, conveniente che la creatura, mutevole di per se stessa, non si mantenga
sempre nel medesimo stato. Come quindi fu prodotta nell'essere non essendo
esistita prima, cos fu conveniente che non essendo stata prima unita a Dio, in
seguito fosse a lui unita.

La mutazione avviene nel creato, non in Dio quando si incarna. la mutazione pi


profonda che avviene nel creato. La mutazione pi profonda:
1. La creazione stessa non una mutazione, la donazione dellessere. Non cera
niente prima.
2. Una volta che esistono le creature, il cambiamento pi profondo che Dio
comunica di nuovo il suo essere in modo tale che la creatura che unita a
tutte le altre. Cominciano ad essere con il essere divino. La creazione
acquista una nuova realt attraverso lumanit di Cristo. un avvenimento
metafisico. La creazione consiste nella donazione dellessere che viene
partecipato, viene dato lo stesso esser di Dio alla creature per lumanit di
cristo. Attraverso la umanit di Cristo tutto luniverso viene inserito in una
nuova condizione. (St. Paolo Primogenito di tutta la creazione).
La immutabilit di Dio, per STA, una caratteristica negativa. Togliamo da Dio ci

che corrisponde alla creatura. Per la creatura significa imperfezione. Dio non
immutabile come una pietra o un essere inerto qualsiasi perch non si muovo.

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