Sei sulla pagina 1di 4

Il volto della misericordia rivelato dal Figlio.

La conversione dellInnominato
(A. Manzoni, Promessi Sposi, capitoli XXI-XXIII)
Mha fatto troppa compassione
[] Intanto lInnominato, ritto sulla porta del castello, guardava in gi; e vedeva la bussola
venir passo passo, come prima la carrozza, e avanti, a una distanza che cresceva ogni
momento, salir di corsa il Nibbio. Quando questo fu in cima, il signore gli accenn che lo
seguisse; e and con lui in una stanza del castello. Ebbene? disse, fermandosi l. Tutto a un
puntino, rispose, inchinandosi, il Nibbio: lavviso a tempo, la donna a tempo, nessuno sul
luogo, un urlo solo, nessuno comparso, il cocchiere pronto, i cavalli bravi, nessun incontro:
ma.... Ma che?. Ma... dico il vero, che avrei avuto pi piacere che lordine fosse stato di
darle una schioppettata nella schiena, senza sentirla parlare, senza vederla in viso. Cosa?
Cosa? Che vuoi tu dire?. Voglio dire che tutto quel tempo, tutto quel tempo... Mha fatto
troppa compassione. Compassione! Che sai tu di compassione? Cos la compassione?.
Non lho mai capito cos bene come questa volta: una storia la compassione un poco come
la paura: se uno la lascia prender possesso, non pi uomo. Sentiamo un poco come ha
fatto costei per moverti a compassione. O signore illustrissimo! tanto tempo...! piangere,
pregare, e far certocchi, e diventar bianca bianca come morta, e poi singhiozzare, e pregar di
nuovo, e certe parole.... Non la voglio in casa costei, pensava intanto lInnominato. Sono
stato una bestia a impegnarmi; ma ho promesso, ho promesso. Quando sar lontana....
Dio perdona tante cose, per unopera di misericordia!
[] Mhanno presa a tradimento, per forza! perch? Perch mhanno presa? Perch son qui?
Dove sono? Sono una povera creatura: cosa le ho fatto? In nome di Dio. Dio, Dio,
interruppe linnominato: sempre Dio: coloro che non possono difendersi da s, che non
hanno la forza, sempre han questo Dio da mettere in campo, come se gli avessero parlato.
Cosa pretendete con codesta vostra parola? Di farmi...? e lasci la frase a mezzo. Oh
Signore! pretendere! Cosa posso pretendere io meschina, se non che lei mi usi misericordia?
Dio perdona tante cose, per unopera di misericordia! Mi lasci andare; per carit mi lasci
andare! Non torna conto a uno che un giorno deve morire di far patir tanto una povera
creatura. Oh! lei che pu comandare, dica che mi lascino andare! Mhanno portata qui per
forza. Mi mandi con questa donna a *** dov mia madre. Oh Vergine santissima! mia madre!
mia madre, per carit, mia madre! Forse non lontana di qui... ho veduto i miei monti! Perch
lei mi fa patire? Mi faccia condurre in una chiesa. Pregher per lei, tutta la mia vita. Cosa le
costa dire una parola? Oh ecco! vedo che si move a compassione: dica una parola, la dica. Dio
perdona tante cose, per unopera di misericordia!.
Sentiva una tristezza, quasi uno spavento de passi gi fatti
[] Senza che saffaticasse molto a rintracciare nella memoria, la memoria da s gli
rappresent pi dun caso in cui n preghi n lamenti non lavevano punto smosso dal
compire le sue risoluzioni. Ma la rimembranza di tali imprese, non che gli ridonasse la
fermezza, che gi gli mancava, di compir questa; non che spegnesse nellanimo quella
molesta piet; vi destava invece una specie di terrore, una non so qual rabbia di pentimento.
[] Pensando allimprese avviate e non finite, invece danimarsi al compimento, invece
dirritarsi degli ostacoli (ch lira in quel momento gli sarebbe parsa soave), sentiva una
tristezza, quasi uno spavento de passi gi fatti. Il tempo gli saffacci davanti voto dogni

intento, dogni occupazione, dogni volere, pieno soltanto di memorie intollerabili; tutte lore
somiglianti a quella che gli passava cos lenta, cos pesante sul capo.
[] Il tormentato esaminator di se stesso, per rendersi ragione dun sol fatto, si trov
ingolfato nellesame di tutta la sua vita. Indietro, indietro, danno in anno, dimpegno in
impegno, di sangue in sangue, di scelleratezza in scelleratezza: ognuna ricompariva allanimo
consapevole e nuovo, separata da sentimenti che lavevan fatta volere e commettere;
ricompariva con una mostruosit che que sentimenti non avevano allora lasciato scorgere in
essa. Eran tutte sue, eran lui: lorrore di questo pensiero, rinascente a ognuna di
quellimmagini, attaccato a tutte, crebbe fino alla disperazione. Salz in furia a sedere, gett
in furia le mani alla parete accanto al letto, afferr una pistola, la stacc, e... al momento di
finire una vita divenuta insopportabile, il suo pensiero sorpreso da un terrore, da
uninquietudine, per dir cos, superstite, si slanci nel tempo che pure continuerebbe a
scorrere dopo la sua fine.
Oh se le avesse per me le parole che possono consolare!
[] Ed ecco, appunto sullalbeggiare, pochi momenti dopo che Lucia sera addormentata,
ecco che, stando cos immoto a sedere, sent arrivarsi allorecchio come unonda di suono non
bene espresso, ma che pure aveva non so che dallegro. Stette attento, e riconobbe uno
scampanare a festa lontano; e dopo qualche momento, sent anche leco del monte, che ogni
tanto ripeteva languidamente il concerto, e si confondeva con esso. Di l a poco, sente un altro
scampanio pi vicino, anche quello a festa; poi un altro. Che allegria c? Coshanno di bello
tutti costoro?. Salt fuori da quel covile di pruni; e vestitosi a mezzo, corse a aprire una
finestra, e guard.
[] Al chiarore che pure andava a poco a poco crescendo, si distingueva, nella strada in
fondo alla valle, gente che passava, altra che usciva dalle case, e savviava, tutti dalla stessa
parte, verso lo sbocco, a destra del castello, tutti col vestito delle feste, e con unalacrit
straordinaria. Che diavolo hanno costoro? Che c dallegro in questo maledetto paese? Dove
va tutta quella canaglia?. E data una voce a un bravo fidato che dormiva in una stanza
accanto, gli domand qual fosse la cagione di quel movimento. Quello, che ne sapeva quanto
lui, rispose che anderebbe subito a informarsene. Il signore rimase appoggiato alla finestra,
tutto intento al mobile spettacolo. Erano uomini, donne, fanciulli, a brigate, a coppie, soli;
uno, raggiungendo chi gli era avanti, saccompagnava con lui; un altro, uscendo di casa,
suniva col primo che rintoppasse; e andavano insieme, come amici a un viaggio convenuto.
Gli atti indicavano manifestamente una fretta e una gioia comune. [] Guardava, guardava; e
gli cresceva in cuore una pi che curiosit di saper cosa mai potesse comunicare un trasporto
uguale a tanta gente diversa.
[] Poco dopo, il bravo venne a riferire che, il giorno avanti, il cardinal Federigo Borromeo,
arcivescovo di Milano, era arrivato a ***, e ci starebbe tutto quel giorno; e che la nuova
sparsa la sera di questarrivo ne paesi dintorno aveva invogliati tutti dandare a veder
quelluomo; e si scampanava pi per allegria, che per avvertir la gente. Il signore, rimasto
solo, continu a guardar nella valle, ancor pi pensieroso. Per un uomo! Tutti premurosi, tutti
allegri, per vedere un uomo! E per ognuno di costoro avr il suo diavolo che lo tormenti. Ma
nessuno, nessuno navr uno come il mio; nessuno avr passata una notte come la mia!
Cosha quelluomo, per render tanta gente allegra? Qualche soldo che distribuir cos alla
ventura... Ma costoro non vanno tutti per lelemosina. Ebbene, qualche segno nellaria,
qualche parola... Oh se le avesse per me le parole che possono consolare! se...! Perch non
vado anchio? Perch no?... Ander, ander; e gli voglio parlare: a quattrocchi gli voglio
parlare. Cosa gli dir? Ebbene, quello che, quello che... Sentir cosa sa dir lui, questuomo!

Gli and incontro, con un volto premuroso e sereno, e con le braccia aperte
[] Il cardinal Federigo, intanto che aspettava lora dandar in chiesa a celebrar gli ufizi
divini, stava studiando, comera solito di fare in tutti i ritagli di tempo; quando entr il
cappellano crocifero, con un viso alterato. Una strana visita, strana davvero, monsignore
illustrissimo!. Chi ? domand il cardinale. Niente meno che il signor... riprese il
cappellano, e spiccando le sillabe con una gran significazione, profer quel nome che noi non
possiamo scrivere ai nostri lettori. Poi soggiunse: qui fuori in persona; e chiede nientaltro
che desser introdotto da vossignoria illustrissima. Lui! disse il cardinale, con un viso
animato, chiudendo il libro, e alzandosi da sedere: venga! venga subito!.
[] Appena introdotto linnominato, Federigo gli and incontro, con un volto premuroso e
sereno, e con le braccia aperte, come a una persona desiderata, e fece subito cenno al
cappellano che uscisse: il quale ubbid. I due rimasti stettero alquanto senza parlare, e
diversamente sospesi. Linnominato, [] alzando gli occhi in viso a quelluomo, si sentiva
sempre pi penetrare da un sentimento di venerazione imperioso insieme e soave, che,
aumentando la fiducia, mitigava il dispetto, e senza prender lorgoglio di fronte, labbatteva,
e, dir cos, glimponeva silenzio. La presenza di Federigo era infatti di quelle che annunziano
una superiorit, e la fanno amare. [] Tutte le forme del volto indicavano che, in altre et,
cera stata quella che pi propriamente si chiama bellezza; labitudine de pensieri solenni e
benevoli, la pace interna duna lunga vita, lamore degli uomini, la gioia continua duna
speranza ineffabile, vi avevano sostituita una, direi quasi, bellezza senile, che spiccava ancor
pi in quella magnifica semplicit della porpora.
Dio vha toccato il cuore, e vuol farvi suo!
[] Oh! disse: che preziosa visita questa! e quanto vi devo esser grato duna s buona
risoluzione; quantunque per me abbia un po del rimprovero!. Rimprovero! esclam il
signore maravigliato, ma raddolcito da quelle parole e da quel fare, e contento che il cardinale
avesse rotto il ghiaccio, e avviato un discorso qualunque. Certo, m un rimprovero, riprese
questo, chio mi sia lasciato prevenir da voi; quando, da tanto tempo, tante volte, avrei
dovuto venir da voi io. [] Linnominato stava attonito a quel dire cos infiammato, a quelle
parole, che rispondevano tanto risolutamente a ci che non aveva ancor detto, n era ben
determinato di dire; e commosso ma sbalordito, stava in silenzio. E che? riprese, ancor pi
affettuosamente, Federigo: voi avete una buona nuova da darmi, e me la fate tanto
sospirare?. Una buona nuova, io? Ho linferno nel cuore; e vi dar una buona nuova?
Ditemi voi, se lo sapete, qual questa buona nuova che aspettate da un par mio. Che Dio
vha toccato il cuore, e vuol farvi suo, rispose pacatamente il cardinale.
Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov questo Dio?. Voi me lo domandate?
voi? E chi pi di voi lha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che vopprime, che vagita, che
non vi lascia stare, e nello stesso tempo vattira, vi fa presentire una speranza di quiete, di
consolazione, duna consolazione che sar piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo
confessiate, limploriate?. Oh, certo! ho qui qualche cosa che mopprime, che mi rode! Ma
Dio! Se c questo Dio, se quello che dicono, cosa volete che faccia di me?. [] Cosa pu
Dio far di voi? E perdonarvi? e farvi salvo? e compire in voi lopera della redenzione? Non
son cose magnifiche e degne di Lui? Oh pensate! se io omiciattolo, io miserabile, e pur cos
pieno di me stesso, io qual mi sono, mi struggo ora tanto della vostra salute, che per essa darei
con gaudio (Egli m testimonio) questi pochi giorni che mi rimangono; oh pensate! quanta,
quale debba essere la carit di Colui che minfonde questa cos imperfetta, ma cos viva; come
vi ami, come vi voglia Quello che mi comanda e mispira un amore per voi che mi divora!.

Dio grande e buono!


A misura che queste parole uscivan dal suo labbro, il volto, lo sguardo, ogni moto ne spirava
il senso. La faccia del suo ascoltatore, di stravolta e convulsa, si fece da principio attonita e
intenta; poi si compose a una commozione pi profonda e meno angosciosa; i suoi occhi, che
dallinfanzia pi non conoscevan le lacrime, si gonfiarono; quando le parole furon cessate, si
copr il viso con le mani, e diede in un dirotto pianto, che fu come lultima e pi chiara
risposta. Dio grande e buono! esclam Federigo, alzando gli occhi e le mani al cielo: che
ho mai fatto io, servo inutile, pastore sonnolento, perche Voi mi chiamaste a questo convito di
grazia, perche mi faceste degno dassistere a un s giocondo prodigio!. Cos dicendo, stese la
mano a prender quella dellinnominato. No! grid questo, no! lontano, lontano da me voi:
non lordate quella mano innocente e benefica. Non sapete tutto ci che ha fatto questa che
volete stringere. Lasciate, disse Federigo, prendendola con amorevole violenza, lasciate
chio stringa codesta mano che riparer tanti torti, che sparger tante beneficenze, che
sollever tanti afflitti, che si stender disarmata, pacifica, umile a tanti nemici. troppo!
disse, singhiozzando, lInnominato. Lasciatemi, monsignore; buon Federigo, lasciatemi. Un
popolo affollato vaspetta; tantanime buone, tantinnocenti, tanti venuti da lontano, per
vedervi una volta, per sentirvi: e voi vi trattenete... con chi!. Lasciamo le novantanove
pecorelle, rispose il cardinale: sono in sicuro sul monte: io voglio ora stare con quella
chera smarrita [].
Cos dicendo, stese le braccia al collo dellInnominato; il quale, dopo aver tentato di sottrarsi,
e resistito un momento, cedette, come vinto da quellimpeto di carit, abbracci anche lui il
cardinale, e abbandon sullomero di lui il suo volto tremante e mutato. Le sue lacrime ardenti
cadevano sulla porpora incontaminata di Federigo; e le mani incolpevoli di questo stringevano
affettuosamente quelle membra, premevano quella casacca, avvezza a portar larmi della
violenza e del tradimento. LInnominato, sciogliendosi da quellabbraccio, si copr di nuovo
gli occhi con una mano, e, alzando insieme la faccia, esclam: Dio veramente grande! Dio
veramente buono! io mi conosco ora, comprendo chi sono; le mie iniquit mi stanno davanti;
ho ribrezzo di me stesso; eppure...! eppure provo un refrigerio, una gioia, s una gioia, quale
non ho provata mai in tutta questa mia orribile vita!. un saggio, disse Federigo, che Dio
vi d per cattivarvi al suo servizio, per animarvi a entrar risolutamente nella nuova vita in cui
avrete tanto da disfare, tanto da riparare, tanto da piangere!. Me sventurato! esclam il
signore, quante, quante... cose, le quali non potr se non piangere! Ma almeno ne ho
dintraprese, dappena avviate, che posso, se non altro, rompere a mezzo: una ne ho, che
posso romper subito, disfare, riparare.

Potrebbero piacerti anche