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Silvestro II, nato Gerberto di Aurillac (Aurillac, 940-950 circa

Roma, 12 maggio
1003), fu il 139 papa della Chiesa cattolica dal 999 alla morte. Fu il primo pap
a francese.
Prolifico studioso del X secolo, introdusse le conoscenze arabe di aritmetica e
astronomia in Europa, dimostrando grande versatilit sia nelle scienze applicate,
che in quelle teorico-filosofiche. Dopo essere entrato in contatto con la cultur
a araba, Gerberto d'Aurillac si fece conoscere da papi e imperatori per la sua c
ultura, insegnando prima a Reims e poi raggiungendo i pi alti vertici ecclesiasti
ci a Reims (il cui arcivescovado fu per contestato canonicamente), a Ravenna, e p
oi a Roma quale sommo pontefice. Guida ed educatore del giovane imperatore Otton
e III, cerc insieme a lui di restaurare l'ordine politico e religioso nell'Europa
del Saeculum obscurum, idealizzando una renovatio imperii. Il suo pontificato,
per quanto breve sia stato, fu estremamente attivo dal punto di vista missionari
o, nelle disposizioni canoniche relative alla morale religiosa, e nella difesa d
ella cristianit in generale. Considerato, a causa di scritti calunniatori, un mag
o che vendette l'anima al demonio per ottenere abilit e conoscenze sovrumane, fu
riabilitato da Cesare Baronio nei suoi Annales Ecclesiastici, permettendo agli s
tudiosi e al clero stesso di riscoprire l'alto valore intellettuale e politico d
i cui si fece portavoce papa Silvestro.
Le umili origini e la prima istruzione
Gerberto, figlio di Agilberto secondo una lezione del Liber Pontificalis[1], nac
que in una famiglia umile tra il 940 e il 950 nell'attuale regione francese dell
'Alvernia[N 1][2], allora parte del Ducato d'Aquitania[3][4]. A tredici anni[5]
Gerberto entr nel monastero benedettino di San Geraldo di Aurillac[N 2] in qualit
di oblato, e fu allevato e istruito nelle arti liberali[6]: la conoscenza della
grammatica, della retorica, degli antichi classici (in special modo dell'Ars Don
ati), impartiti dal maestro Raimondo di Lavaur, resero il giovane Gerberto dotat
o di una cultura assai avanzata[3]. Il periodo nell'abbazia fu molto importante
per Gerberto non solo per l'istruzione che vi ricevette, ma anche per le persone
che conobbe: rest legato agli abati Geraldo e Raimondo da vincoli di stretta ami
cizia, come dimostrano varie lettere che scrisse loro[7]. Qui, inoltre, il giova
ne fu ordinato monaco benedettino[8][9].
Gerberto d'Aurillac, De geometria, fol 12v, Baviera, copia manoscritto del XII s
ecolo. Le conoscenze di Gerberto gli facilitarono la carriera ecclesiastica e la
stima di pontefici e imperatori.
Il soggiorno in Spagna e la cultura araba
Nel 967 il duca[10] Borrell II di Barcellona, potente feudatario ispanico cristi
ano, visit il monastero e l'abate gli chiese di portare con s Gerberto, che gi allo
ra mostrava grande attitudine agli studi[3]. L'abate Geraldo e i suoi confratell
i acconsentirono alla richiesta di Borrell il quale, a sua volta, port il giovane
in Catalogna (in mano cristiane), ove a sua volta raccomand Gerberto ad Hatto, i
l vescovo di Vic, perch vi studiasse anche la matematica[11][12]. Negli anni segu
enti Gerberto studi nella citt di Barcellona ove entr cos in contatto col mondo isla
mico, data anche la prossimit al confine con la Spagna islamica[2]. In questa cit
t cos fervida culturalmente, Gerberto conobbe il canonico della cattedrale Sunifre
d Lobet, autore del trattato De astrologia[3]; sempre in Catalogna, inoltre, si
trovava l'abbazia di S. Maria di Ripoll, contenente codici di Boezio, di Isidoro
di Siviglia, di trattati musicali, e opere di autori classici latini e greci[3]
. Insomma, nel giro di pochissimo tempo, il giovane Gerberto divenne un prodigio
di conoscenza e di scienza[13], fattori che dopo la sua morte, nel corso del Ba
sso Medioevo, favoriranno la nascita del mito secondo cui Gerberto fosse un mago
o al servizio del demonio[14][N 3].
Protetto papale
A Roma da Giovanni XIII
La svolta, nella vita di Gerberto, giunse nel 970, allorch il conte Borrell e il

vescovo Hatto compirono un pellegrinaggio a Roma, portando Gerberto con s[14]. Sc


opo della missione era in realt soprattutto politico: Borrell e Hatto non desider
avano che la diocesi di Vic divenisse suffraganea di quella di Narbona, e per qu
esto si recarono da papa Giovanni XIII (965-972) per scongiurare che ci non avven
isse[3]. Se la missione politica fin in modo fallimentare (Borrell ritorn in Catal
ogna deluso, mentre Hatto fu assassinato), la conoscenza di Gerberto col papa e
l'imperatore Ottone I fu invece determinante[3]. Richerio di Reims racconta, inf
atti:

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