Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Introduzione
Schede di approfondimento
La strategia europea per un mercato unico digitale (Digital Single Market)
LUnione Energetica Europea
COP21
Immigrazione
INTRODUZIONE
Poteri e strumenti
Il Parlamento europeo
1. non ha potere di iniziativa legislativa;
2. ha dei limiti sulle materie di competenza;
3. non esprime, con una sua maggioranza, un esecutivo di governo.
Queste le principali differenze tra le due istituzioni, e questi anche i motivi per cui si
considera generalmente il Parlamento europeo un parlamento di serie B.
La questione , per, pi articolata. Intanto, le evoluzioni delle istituzioni comunitarie sono
rapidissime e il PE sta continuamente accrescendo il proprio ruolo.
In secondo luogo, i margini di esercizio effettivo dei poteri possono essere larghissimi, sia
in positivo sia in negativo.
Andando in ordine per fare chiarezza, dunque:
1. vero che il PE non ha potere di iniziativa legislativa, ma ha alcuni strumenti, come
i rapporti di iniziativa e le risoluzioni parlamentari, con cui indirizzare le azioni della
Commissione. In pi, questo limite non va sovrastimato: sapete, infatti, quante delle
leggi italiane sono effettivamente di iniziativa parlamentare? Nel mio caso, sono
riuscita a portarne ad approvazione ben due (la legge n. 120/2011, che istituisce
quote di genere nei cda, e la legge n. 238/2010, chiamata anche Controesodo) ma
come potrete vedere dai numeri non un fenomeno tanto frequente.
2. Sulle materie di competenza, vero che sono limitate. Ad esempio, su alcuni
argomenti di forte attualit, come le migrazioni, la politica estera, loccupazione
e il fisco non abbiamo poteri effettivi. Possiamo, tuttavia, svolgere unazione di
pressione e sensibilizzazione sulla Commissione - ad esempio con lo strumento
della risoluzione parlamentare, cos come abbiamo recentemente fatto proprio in
merito alla risposta europea alle tragedie del Mediterraneo.
3. Il Parlamento europeo, secondo i trattati, non nomina un esecutivo (che nel sistema
comunitario la Commissione) attraverso lespressione di una maggioranza. Tuttavia,
in occasione delle scorse elezioni europee, con una scelta politica si deciso che
i gruppi politici maggiori individuassero un candidato (Spitzenkandidaten), che
sarebbe stato il Presidente della Commissione. Il PPE (Partito Popolare Europeo)
propose Jean-Claude Juncker, S&D (Socialisti & Democratici) Martin Schulz.
Anche se nessun gruppo ha ottenuto una maggioranza e si dovuta creare una
grande coalizione tra i maggiori gruppi (S&D, PPE, ALDE - Alleanza dei Liberali
e dei Democratici per lEuropa) il principio rimasto valido e il Presidente della
Commissione diventato Juncker, perch candidato del partito che ha ottenuto
la maggioranza relativa dei voti in tutta Europa. Questo rende la Commissione pi
politica e meno tecnica perch deve rispondere a una maggioranza parlamentare.
Il risultato che il Parlamento europeo ha un potere maggiore di influenza sulle
scelte del governo, anche se non ha modificato formalmente i suoi poteri.
Composizione e organizzazione
MATERIALI
LUnione Europea ha concluso o sta negoziando il maggior numero al mondo di FTA, la sfida dunque
di fare in modo che questi siano efficaci e portino benefici per tutti. LUE dovr assicurarsi che i propri
partner rispettino gli impegni presi, che tutti gli Stati membri siano in grado di beneficiare delle
opportunit create, infine, che le aziende si impegnino ad evitare pratiche scorrette, dal punto di vista
sociale e ambientale, quando operano al di fuori dalla UE.La riduzione delle asimmetrie informative,
specialmente per le PMI, un altro degli obiettivi che la Commissione si posta. Sono, infatti, gli attori
economici pi piccoli quelli che incontrano maggiori difficolt ad accedere ai mercati internazionali.
Seguendo la stessa filosofia, si provveder ad una revisione del funzionamento del Fondo Europeo
di Adeguamento alla Globalizzazione per offrire soluzioni efficaci per i lavoratori di quei settori che
potrebbero risentire negativamente dellapertura dei mercati.
Trasparenza e partecipazione sono altri due temi che la Commissione ha voluto ribadire nella sua
strategia per il 2016. Lobiettivo dunque quello di aumentare i momenti di confronto con il Parlamento
Europeo, gli Stati membri e la societ civile in ogni fase dei negoziati commerciali. Inoltre, si stabilisce
che per ogni nuova iniziativa di una certa rilevanza si effettuino valutazioni dimpatto.
Questo nuovo spirito di partecipazione e trasparenza dovrebbe portare maggiore fiducia tra i cittadini
rispetto allimpegno che non si modifichino in negativo gli standard di protezione dei consumatori,
dei lavoratori e dellambiente, che nessun meccanismo di protezione degli investimenti possa
danneggiare il diritto degli Stati di legiferare nel pubblico interesse e che si promuovano nei paesi
terzi politiche concrete per lo sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti umani, il buon governo e una
crescita inclusiva.
Infine, lidea di proseguire nella fitta attivit di negoziati internazionali seguendo due direttrici
parallele. Da un lato, rilanciare il sistema multilaterale, proponendo alla conferenza di Nairobi che in
ambito WTO si possano creare dei gruppi ristretti che vadano avanti nellintegrazione su specifiche
materie; dallaltro, proseguire nei negoziati bilaterali di nuova generazione, prevedendo che possano
essere estesi ad altri partner a livello regionale.
Di seguito lagenda dei negoziati bilaterali previsti nella strategia commerciale.
Australia
EU-india
Nuova Zelanda
EU-Malesia
Filippine
EU-Tailandia
Indonesia
TTIP
Messico
EU-Giappone
Cile
Mercosur
FTA da modificare
Hong Kong
Taiwan
Alessia Mosca
Commissione per il Commercio Internazionale - Parlamento Europeo
Bruxelles, 27 novembre 2015
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Qual la controversia?
Negli ultimi anni, la Cina ha ripetutamente dichiarato che il Protocollo daccesso al WTO le garantirebbe
il riconoscimento automatico del MES da parte degli Stati membri allo scattare dei 15 anni dallingresso
nellorganizzazione, l11 dicembre 2016.
Lultima consultazione con la Cina riguardo allargomento del riconoscimento risale al giugno 2012 e
la Repubblica Popolare non ha fornito prove, confidando nella propria interpretazione del protocollo.
Linterpretazione cinese non per condivisa da tutti i membri del WTO. Coloro che credono che non
sussista un obbligo legale a concedere il MES alla Cina, partendo dalla lettera del protocollo daccesso,
giudicano la posizione cinese in contrasto con i dettami interpretativi applicati solitamente dal WTO e
con gli interessi degli Stati membri al momento della stesura dellaccordo.
Lart. 15 (d) del protocollo daccesso, infatti, recita:
Una volta che la Cina avr dimostrato, secondo le leggi degli stati importatori membri del WTO,
che uneconomia di mercato, le previsioni del comma (a) (cio lutilizzo di prezzi non cinesi per
determinare il normal value NdA) smetteranno di essere in vigore.
LUnione Europea lunico partner a dover adottare un atto formale prima della scadenza del
dicembre 2016, per esplicitare il nuovo status che intende riconoscere alla Cina. Questo significa che
nei prossimi mesi Commissione, Parlamento e Consiglio dovranno decidere che posizione prendere,
per poi tradurla in un atto legislativo.
Gli USA hanno gi dichiarato che non riconosceranno lo status di economia di mercato alla Cina nel
2016 e sembra chiaro che Brasile, India, Messico, Canada e molti altri saranno sulla stessa linea.
Sarebbe opportuno che il riconoscimento avvenisse soltanto previo coordinamento con i
maggiori partner commerciali, in primis gli USA. Se lUnione Europea fosse lunica grande realt
economica a garantire il MES, le esportazioni cinesi verso gli altri partner commerciali sarebbero
deviate verso lUE, con effetti ancora non prevedibili per la nostra economia.
Si tratta di una faccenda estremamente delicata, dove la nostra priorit la tutela delle imprese e
dei lavoratori europei. La Cina, infatti, non operando in condizioni di libero mercato, ha una politica
di prezzi alla vendita molto aggressiva, con la quale i nostri produttori, che rispettano una serie di
standard e regole, non potrebbero competere.
Questo la prima e pi importante conseguenza negativa che dobbiamo scongiurare. Allo stesso
tempo, non si pu ignorare la fortissima presenza cinese nei maggiori fondi di investimento europei
e, dunque, necessario scongiurare anche un eventuale loro ritiro che potrebbe accadere in caso di
chiusura totale alle loro richieste.
I prossimi mesi vedranno un grande lavoro su questo tema, che ci auguriamo possa vedere una stretta
collaborazione di Commissione, Parlamento e, soprattutto, i Governi degli Stati membri.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
La revisione dellaccordo
In ottobre, la Commissione Europa ha ufficialmente proposto una revisione dellaccordo alla controparte
sudcoreana. In particolare, lipotesi di modifica riguarderebbe lestensione del regime di non tassazione
a tutti quei beni che rientrano in Corea dopo un periodo di manutenzione in Europa. I negoziatori
europei proporranno, poi, un emendamento alla clausola di trasporto diretto. Infatti, il trattamento
preferenziale , al momento, riservato alle sole merci che giungono direttamente dallUE escludendo,
quindi, tutti i prodotti che transitano attraverso i porti del sud est asiatico. I nuovi negoziati dovranno,
inoltre, predisporre labbattimento delle barriere non tariffarie emerse durante gli anni di applicazione
dellaccordo. Infine, la controparte coreana ha proposto linserimento di norme volte alla protezione
degli investimenti. Al momento delle negoziazioni, infatti, la Commissione Europea non disponeva del
mandato, ottenuto con il Trattato di Lisbona, necessario per disporre di questa questione.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
nuove denominazioni, anche se la protezione verr accordata, inizialmente, solo a 171 (nellaccordo
con il Canada si era ottenuta protezione solo per 145 IG). Le IG, i cui nomi sono marchi dimpresa
precedentemente registrati nel paese, potranno mantenere la propria denominazione, cos come gli
omonimi marchi dimpresa. Per quanto riguarda i nomi di alcuni formaggi (ad es. Asiago, Gorgonzola e
Fontina) che nel lessico vietnamita sono diventati nomi comuni, questi potranno continuare ad essere
usati ma in buona fede, in altre parole senza aggiungere riferimenti fuorvianti al presunto paese
dorigine (bandiere italiane, immagini del Colosseo o associarli a localit italiane, tipo Gorgonzola
Milano).
Sembra inoltre che a proposito delle importazioni europee di riso ci sar solo un lieve aumento delle
attuali quote, ma non una liberalizzazione dellaccesso del riso vietnamita in Europa. Il problema per
potrebbe riproporsi con gli accordi di partenariato economico (gli EPA sono molto simili a forme di
assistenza alle economie meno sviluppate) con Cambogia e Myanmar.
A proposito dellaccesso al mercato degli appalti pubblici vietnamiti, sono stati fatti importanti passi
avanti per quanto riguarda gli appalti gestiti dal governo centrale e dalle municipalit di Hanoi e Ho
Chi Minh City (circa il 50% del totale). Ma gli ultimi dettagli tecnici sono ancora da limare. Si riusciti,
inoltre, ad assicurare un livello di concorrenza accettabile con le aziende pubbliche locali.
Per quanto riguarda il capitolo su Commercio e Sviluppo Sostenibile, TSD, ci si impegna al rispetto dei
principi dellOrganizzazione Internazionale del Lavoro sui diritti fondamentali dei lavoratori. Saranno
presenti, inoltre, impegni per quanto riguarda la protezione e lutilizzo sostenibile delle risorse naturali.
Altri accenni interessanti sono quelli alla Responsabilit Sociale dImpresa e al commercio equo ed
etico.
Nel testo dellaccordo saranno descritte anche le strutture dedicate a garantire la piena attuazione
del capitolo TSD, compresi i meccanismi per garantire la partecipazione della societ civile. Infine, la
clausola di collegamento con il PCA servir a garantire che i diritti umani, la democrazia e lo Stato di
diritto rappresentino elementi essenziali delle relazioni commerciali tra UE e Vietnam.
Infine, nei primi mesi del 2017, il testo dellaccordo verr inviato al Parlamento Europeo e al Consiglio
che dovranno esprimere con una procedura legislativa lapprovazione o il rifiuto dellaccordo.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Laccordo UE-Canada
In queste settimane si parla sempre pi spesso di TTIP, in particolare dopo la proposta della Commissaria
Malmstrom di una corte permanente per la risoluzione delle controversie nel settore degli investimenti
esteri, ma soprattutto dopo che i governi di USA, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia,
Messico, Nuova Zelanda, Per, Singapore e Vietnam hanno raggiunto uno storico accordo per la
conclusione della Trans-Pacific Partnership.
LUE impegnata in ben 18 negoziati commerciali. Uno dei pi importanti il Comprehensive Economic
Trade Agreement (CETA) tra UE e Canada, firmato il 26 settembre 2014, a Ottawa. Sar il primo accordo
dellUE per facilitare lacceso al mercato per beni, servizi e investimenti con un altro paese altamente
industrializzato, il primo con un ambizioso capitolo sulla protezione degli investimenti, infine, il primo
che includa la protezione di 145 alimenti a Indicazione Geografica (IG).
Le elezioni politiche canadesi del 19-20 ottobre 2015 hanno dato la maggioranza al Liberal Party di
Justin Trudeau, convinto sostenitore degli accordi di libero scambio. Trudeau, pur essendo molto
favorevole al CETA, ha espresso in campagna elettorale alcune preoccupazioni sulla mancanza di
un dibattito pubblico sia in Europa sia in Canada sullargomento. Il neo Primo Ministro si era inoltre
schierato a favore delle province, contro il governo federale, per chiedere maggiori fondi per fare fronte
alle perdite che potrebbe dover affrontare il settore della pesca.
Servizi Pubblici
Nel CETA, come negli altri accordi commerciali, lUE non ha preso nessun impegno sulla gestione dei
beni e dei servizi pubblici. Gli Stati membri potranno continuare a gestire in piena autonomia, ed
eventualmente anche in monopolio, la fornitura di beni e servizi pubblici ai propri cittadini. Il CETA,
quindi, non impone nessun obbligo di privatizzare o liberalizzare i servizi di fornitura dellacqua,
listruzione o il servizio sanitario nazionale.
avvocati; una lista predefinita di arbitri qualificati; la trasparenza degli atti processuali; il rispetto dei
principi del chi perde paga e dellimpossibilit di rivolgersi ad un tribunale nazionale se il processo
in corso con lISDS, e viceversa; infine, il diritto esclusivo degli Stati di legiferare nellinteresse dei
cittadini, dellambiente e dei diritti dei lavoratori.
Bisogner, inoltre, capire se la Commissione Europea riuscir a convincere i partner canadesi a riaprire
questo capitolo per sostituire lISDS con lICS. LInvestment Court System, proposto dalla Commissaria
Malmstrom come strumento per la risoluzione delle controversie nel TTIP, una vera e propria corte
permanente per gli investimenti, con giudici di carriera, esplicita menzione del right to regulate degli
Stati e un meccanismo dappello, maggiormente in grado di soddisfare quel bisogno di trasparenza e
legittimit richiesta dal Parlamento e dallopinione pubblica.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
LE CRITICIT
Da parte giapponese le spinte maggiori verso un abbassamento delle tariffe si registrano
nel settore automobilistico, con i negoziatori comunitari decisamente chiusi su questo
punto, soprattutto per una mancata reciprocit nei regolamenti relativi alla messa
in circolazione (molto pi stringenti in Giappone). Di fatto, una riduzione delle tariffe
comporterebbe un aumento delle importazioni di auto giapponesi in Europa senza reciprocit, in virt
dei blocchi in entrata al mercato giapponese causati dalle barriere di natura non tariffaria.
Per quanto riguarda laccesso al mercato, il Giappone ha criticato leccessivo numero
di categorie di merci che lUE vorrebbe introdurre nelle trattative; di contro per i
negoziatori comunitari sono troppe le categorie di prodotto fuori dallaccordo
(intorno al 12%) ed eccessiva la durata del periodo transitorio che anticipa lentrata in
vigore dellabbassamento tariffario, come proposto dalla controparte giapponese.
Inoltre, poich le negoziazioni stanno procedendo parallelamente a quelle del Trans Pacific
Partnership, sar importante mantenere alta la pressione sul Giappone per quanto riguarda le
Indicazioni Geografiche. Su questo punto infatti gli Stati Uniti stanno premendo per arrivare ad una
loro esclusione dallaccordo, influenzando cos in maniera indiretta anche gli altri trattati commerciali
al momento negoziati dal Giappone.
CONCLUSIONI
Il negoziato fra Unione Europea e Giappone ad oggi una delle trattative cruciali, sia economicamente
che politicamente.
Nonostante le trattative stiano procedendo piuttosto velocemente, si pu ancora lavorare per
cercare di influenzare il negoziato. Proprio per questo motivo necessario che le preoccupazioni e
le esperienze concrete vengano espresse in modo chiaro e deciso in tempi brevi.
Daltra parte sar mio impegno come parlamentare cercare di individuare forme di promozione e
sostegno soprattutto nei confronti dei settori che hanno potenzialmente pi opportunit di entrare
nel mercato giapponese.
necessario infatti non solo essere coscienti delle opportunit che si potrebbero aprire, ma anche
essere attrezzati per quando queste opportunit si saranno effettivamente aperte.
forte la richiesta e la voglia di prodotti italiani, non solo nellagro-alimentare, ed
fondamentale che il nostro Paese agisca sistematicamente per lanciare i prodotti pi
richiesti e dare sostegno a quelli in difficolt.
Il Sistema Italia ha le potenzialit per aiutare le imprese e il supporto alla promozione
dei nostri prodotti deve essere una delle principali priorit.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
RisoluzionedellecontroversietraStatoeInvestitore:
una proposta di riforma
Il 16 settembre la Commissione Europea ha reso pubblico un documento molto dettagliato che esprime
le idee, venute fuori dal dibattito nella societ civile e al Parlamento Europeo, su come riformare il
meccanismo di risoluzione delle controversie tra Stato e investitore straniero. Il meccanismo, noto
come ISDS, era il punto pi critico delle discussioni sul trattato transatlantico sul commercio e gli
investimenti, TTIP.
Un meccanismo dappello
La proposta della Commissione permetterebbe, inoltre, al TTIP di essere il primo accordo commerciale
della storia ad avere anche un meccanismo dappello in secondo grado.
La corte dappello ricalcherebbe perfettamente il tribunale di prima istanza, ma con sei giudici (2 USA,
2 UE e 2 terzi), piuttosto che quindici. Potr adire alla corte ognuna delle parti e la sentenza di primo
grado potr essere modificata o completamente ribaltata dal giudizio di secondo.
Alcune precisazioni
Nel preambolo, inoltre, la Commissione accoglie una preoccupazione molto forte venuta dal
Parlamento Europeo e dalla societ civile ed inserisce un passo che ribadisce il diritto degli Stati di
legiferare per attuare obiettivi legittimi di politica pubblica.
La formulazione seppur vaga comunque unimportante vittoria di chi temeva che le multinazionali
potessero piegare le legislazioni nazionali ai propri interessi, attraverso lISDS. Si precisa, inoltre, che
non pu considerarsi legittima alcuna pretesa degli investitori che le legislazioni restino immutate nel
tempo.
Altre due importanti disposizioni prevedrebbero che eventuali ristrutturazioni del debito pubblico
non possano essere contestate e che gli Stati mantengano il loro diritto di sospendere o eliminare gli
aiuti di Stato per le aziende.
Infine, sono state previste alcune clausole per favorire lutilizzo di questo nuovo sistema anche da parte
delle PMI. Nello specifico, tempi certi per la conclusione dei procedimenti (18 mesi per il primo grado
e 6 mesi per lappello), un meccanismo volontario di mediazione per risolvere la disputa prima che si
apra il procedimento presso la corte e la previsione che alcune categorie di PMI, in caso di giudizio
avverso dei giudici, non siano costrette a pagare tutte le spese processuali, ma soltanto una quota.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Mantenimento degli standard: non negoziabilit degli standard relativi a sicurezza degli
alimenti, benessere, salute degli animali, protezione dei lavoratori, dellambiente, dei dati
personali e delle diversit culturali.
Sostegno alla crescita: creazione di nuove opportunit di sviluppo per le aziende europee,
in particolare le PMI, e creazione di nuovi posti di lavoro qualificati.
Globalizzazione 2.0: viene chiesto che il TTIP sia unopportunit per dare una forma pi
democratica e inclusiva alla globalizzazione.
Piena sovranit degli Stati: deve essere salvaguardato il diritto degli stati, della pubblica
amministrazione e degli enti locali di introdurre, adottare, mantenere o abrogare qualsiasi
misura nellinteresse del bene pubblico.
Piena mobilit dei lavoratori: il TTIP dovrebbe accelerare il mutuo riconoscimento delle
qualifiche professionali e una piena reciprocit nella politica di concessione dei visti, in
modo da facilitare la mobilit di investitori, professionisti, tecnici e lavoratori qualificati tra
le due sponde dellAtlantico.
Appalti pubblici: questi devono avere un pari livello di apertura in Europa e negli Stati
Uniti.
Protezione dati personali: il riferimento indicato a questo riguardo larticolo XIV del
GATS, che corrisponde pienamente allattuale sistema di tutela previsto dallUnione
europea.
Diversit culturale: il Parlamento chiede che vengano garantite la protezione e la
promozione della diversit culturale, riconoscendo alle parti di adottare qualsiasi misura
necessaria alla promozione della diversit linguistica e culturale.
Energia: con le minacce che lEuropa ha subito questanno, in merito alla fornitura di
energia, non sorprende che la relazione chieda specificamente che i negoziati si occupino
anche di trovare soluzioni per facilitare la diversificazione degli approvvigionamenti
energetici.
Propriet intellettuale e certificazioni alimentari: laccordo dovr assicurare unadeguata
protezione dei diritti di propriet intellettuale, includendo un pieno riconoscimento del
sistema europeo delle Indicazioni Geografiche degli alimenti e dellIndicazione di Origine
dei prodotti.
Lavoro e diritti: il Parlamento chiede un impegno, da parte degli Stati Uniti, a ratificare e
applicare le convenzioni ILO sui diritti e la sicurezza dei lavoratori.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
pazza gli USA hanno bandito le importazioni della carne europea per molti anni e oggi ancora
molti salumi e insaccati non possono penetrare il suolo statunitense. In questo senso il TTIP
aiuter a gestire in maniera scientificamente pi razionale questioni di questo genere, a tutto
vantaggio dei nostri produttori di qualit.
Il TTIP solo un pretesto per affievolire le norme europee, dato che i dazi doganali tra UE
e USA sono gi molto bassi.
vero che i dazi sono gi bassi, ma questo non vuol dire che non abbiano un effetto. La media
delle tariffe si aggira attorno al 4%, ma alcuni settori come lalimentare e il tessile - strategici per
le esportazioni italiane - sono gravati da dazi ben pi alti, con picchi rispettivamente del 35% e
del 27%. Questa situazione rende i prodotti europei meno competitivi sul mercato americano.
Il TTIP ridurr sensibilmente quasi tutti i dazi rimasti producendo risparmi per i produttori e
ampliando il potere di scelta dei consumatori.
Il TTIP permetter alle grandi multinazionali di citare in giudizio gli Stati?
La questione dellISDS (il meccanismo arbitrale di garanzia per gli investimenti) di certo La
questione dellISDS, il meccanismo arbitrale di garanzia per gli investimenti, di certo la pi
dibattuta. I paesi dellUE hanno gi firmato oltre 1400 accordi commerciali che prevedono
un meccanismo di ISDS, in modo da incoraggiare gli investimenti diretti dallestero. vero
che questi accordi nascevano in un contesto completamente diverso, ed vero anche che
lISDS ha in alcuni casi (ad onor del vero una esigua minoranza) portato ad abusi. Per questa
ragione, si sta studiando un meccanismo che possa tutelare gli investimenti, ma al tempo
stesso eliminare ogni possibilit di trattamento iniquo. Intanto limitando i casi per i quali si
possa adire a tale corte ai soli episodi di esproprio, rendendo pi trasparente tutto il processo,
predisponendo un registro di arbitri che non possono contemporaneamente esercitare come
avvocati, e aggiungendo la possibilit di un meccanismo di appello. Questo sistema non potr
inoltre in alcun modo influenzare la potest legislativa dello Stato. Nella ultima proposta della
Commissione si individua anche un percorso di medio periodo, con lobiettivo di costituire una
corte permanente.
Il TTIP obbligher i governi europei a privatizzare i servizi pubblici?
In ogni accordo commerciale lUE lascia in capo agli Stati membri di decidere come gestire al
meglio per i propri cittadini i servizi pubblici, come scuole, ospedali, distribuzione dellacqua.
Questa garanzia espressamente prevista nei testi dei vari accordi e noi stiamo chiedendo
che lo sia anche nel TTIP. Dopo la firma del trattato, gli Stati saranno titolati senza limitazione a
decidere la definizione di servizi pubblici, a mantenere pubblico il monopolio della fornitura di
un determinato servizio, a rinazionalizzare un servizio precedentemente privatizzato o a non
rinnovare, senza pericolo di essere citato in giudizio, i contratti stipulati con societ private per
lesternalizzazione di determinati servizi pubblici.
Il TTIP stato chiesto dalle multinazionali e i cittadini e i governi non sanno nulla di
quanto stanno discutendo i negoziatori.
I negoziati sul TTIP sono i pi trasparenti di sempre e i Parlamenti nazionali e il Parlamento
Europeo sono attori cruciali in questa partita poich dovranno approvare o respingere la
ratifica dellaccordo. La Commissione Europea ha reso pubblico il mandato negoziale (votato
allunanimit dei ventotto Stati membri dellUE), divulga regolarmente un resoconto dei round
negoziali e i testi delle proprie proposte, produce documenti esplicativi e infografiche sui vari
capitoli dellaccordo, infine rende disponibili per tutti i membri del Parlamento Europeo, in
apposite reading room, i documenti considerati riservati. Inoltre la Commissione organizza
innumerevoli incontri con i rappresentati delle aziende, delle associazioni dei consumatori, i
sindacati, le ONG, governi e parlamenti nazionali e gli eurodeputati per discutere degli ultimi
sviluppi e ascoltare il punto di vista di ognuno.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Le criticit
Intanto, i tempi. Al momento non esiste un testo dellaccordo, in quanto i negoziati sono ancora in
corso. Infatti, nonostante i sette round negoziali alle spalle, il TTIP non ancora concluso, come
anticipato, e le posizioni delle controparti sono ancora relativamente distanti. In pi, due prossimi
avvenimenti rappresentano unincognita sul proseguimento dei negoziati: da parte europea, lentrata
in carica della nuova Commissione e, da parte statunitense, le imminenti elezioni per il rinnovo del
Senato (4 novembre) - che potrebbero portare a una Camera Alta a maggioranza repubblicana.
Verosimilmente, la prima finestra per un eventuale raggiungimento di un accordo potrebbe aprirsi
dopo le elezioni statunitensi per poi chiudersi nella seconda met del 2016, con la campagna elettorale
per le Presidenziali USA.
Ci che si conosce per certo il contenuto del mandato negoziale della Commissione europea, reso
pubblico grazie alle pressioni del nostro vice-ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Il
mandato negoziale rappresenta i confini allinterno dei quali si pu muovere la stessa Commissione
durante i negoziati: cosa pu accettare e cosa no, innanzitutto. Quando il testo stato messo a
disposizione di tutti, dunque, stato possibile accertare, senza timore di fraintendimento, che non
saranno oggetto dei negoziati gli OGM, le misure relative al sostegno del settore culturale, il
livello di diritti dei lavoratori e delle regole ambientali, la gestione dei beni pubblici (pp. 4, 6, 8,
11).
Il mandato, quindi, prevede:
la riduzione a zero delle barriere tariffarie;
lallineamento delle regolamentazioni tecniche (come per esempio i crash test per le autovetture:
nonostante gli standard di sicurezza siano elevati e simili nei due Paesi, per poter esportare le
loro macchine i produttori devono rifare i test per soddisfare gli standard di misurazione del
Paese importatore. Se USA e UE riconoscessero i crash test e i relativi standard gli uni degli altri,
le stime dicono che il risparmio sul prezzo finale dellauto potrebbe arrivare sino al 7 per cento);
lapertura del mercato degli appalti pubblici, superando cos il Buy American Act (una
legge risalente alla presidenza Roosevelt e ancora in vigore, volta a proteggere le imprese
manifatturiere nazionali limitando lacquisto di prodotti finiti stranieri per commesse pubbliche
allinterno del territorio nazionale);
Come pi volte ricordato, non c ancora niente di chiuso, per cui sar nostro impegno
insistere con grande forza sul punto del riconoscimento delle indicazioni geografiche. La
nostra speranza quella di poter ottenere un risultato simile a quello raggiunto nellaccordo
recentemente concluso (e in corso di verifica) con il Canada, dove lUnione europea ha ottenuto
il riconoscimento di quasi 200 prodotti con indicazione geografica.
Il nostro lavoro sar focalizzato anche sul contrasto al fenomeno dellItalian sounding,
ossia lutilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano lItalia per la
promozione e la commercializzazione di prodotti in realt per niente riconducibili al nostro
Paese.
Infine, fra le questioni pi spinose resta la presenza nellaccordo dellISDS (Investor-State Dispute
Settlement), un meccanismo di risoluzione delle controversie su investimenti distinto rispetto alle
Corti dei Paesi coinvolti, da alcuni accusato di essere uno strumento in mano alle multinazionali. La
posizione italiana ha riconosciuto fin dallinizio dei negoziati la necessit di prevedere un sistema
quanto pi trasparente e democratico possibile, la riduzione al minimo dei casi in cui sia possibile
adire a tale organo e altre disposizioni che stanno emergendo da unampia consultazione pubblica,
proprio su questo tema, che la Commissione ha recentemente lanciato. Anche su questo punto, gli
avanzamenti ottenuti nellaccordo con il Canada potrebbero essere una strada perseguibile.
I possibili vantaggi
Il TTIP rappresenta allo stesso tempo unopportunit economica e una sfida per la politica
commerciale dellUnione Europea, con evidenti implicazioni geopolitiche,
la creazione di un mercato unico fra UE e USA porterebbe a un aumento del PIL comunitario
stimato intorno allo 0.5% circa (media fra le previsioni di impatto di Bertelsmann Foundation,
CEPR e ECIPE), con punte particolarmente positive per i settori meccanico e manifatturiero, fra
le eccellenze del sistema produttivo del nostro Paese.
LItalia al momento uno dei Paesi maggiormente colpiti dalle barriere tariffarie e non
tariffarie degli Stati Uniti sarebbe, sempre secondo studi di impatto, uno dei Paesi europei
maggiormente favoriti da un accordo che darebbe alle piccole e medie imprese la possibilit
di accedere al mercato statunitense, al momento caratterizzato da alte barriere tariffarie e,
specialmente, non tariffarie (basti pensare che nonostante gli evidenti ostacoli rappresentati
dalle divergenti disposizioni regolamentari, lItalia il 13 fornitore e il 23 cliente degli USA,
mentre gli USA sono l8 fornitore e il 3cliente del nostro Paese - Osservatorio Economico Mise).
I prodotti italiani di tecnologia avanzata (ATP) nel 2012 hanno coperto il 10% delle importazioni
USA con un valore di 3,9 miliardi di dollari (+17% rispetto al 2011) ma ancora con grandi
potenzialit di crescita; per il comparto italiano della nautica da diporto gli USA rappresentano
un mercato ben pi rilevante di quello domestico (lItalia il secondo fornitore dopo il Canada,
con esportazioni per 271 milioni di dollari nel 2012, in crescita del 38% su base annua).
Per quanto riguarda le barriere tariffarie, al momento sono alte nel settore delle infrastrutture
e in particolare delle ferrovie, dellacciaio di elevata qualit, ma anche dove le PMI italiane sono
forti come nel settore tessile, abbigliamento e calzature, alcuni tipi di veicoli, delle turbine e
alimenti come le marmellate, il cioccolato e i prodotti caseari.
Lincremento di costo dovuto allesistenza di barriere non tariffarie ha valori significativi:
oltre ai macchinari e alle biotecnologie, alledilizia, ai prodotti chimici (+19,1%), farmaceutici
e cosmetici, anche in settori come laeronautico/aerospaziale che per noi particolarmente
importante.
La crisi ucraina ha comportato un danno ingente, specialmente ai produttori italiani, che, con
lapertura di nuovi sbocchi commerciali, potrebbero avere un bilanciamento delle perdite
subite.
Il Meeting ASEM che si svolto a Milano la scorsa settimana ha dimostrato che siamo in una fase in cui
c spazio per nuove opportunit di scambio e confronto con Paesi che nella percezione tradizionale
erano finora visti come lontani o pericolosi per il nostro sistema commerciale e che, oggi, invece
rappresentano una risorsa importante.
Conclusioni
Resta prioritario lavorare perch non venga in alcun modo indebolita la politica commerciale comune
dellUnione Europea, che alcuni vorrebbero addirittura smantellare per tornare ad accordi bilaterali dei
singoli Paesi membri: uno scenario in cui lItalia si troverebbe ad affrontare, sola, la Cina o gli Stati Uniti
in un tavolo negoziale. I nostri produttori sanno bene che non possiamo permetterci di rinunciare
allexport come canale di crescita, ancora non completamente sviluppato se consideriamo quanto
forte sia la domanda di Made in Italy in tutto il mondo.
Per questo dobbiamo adoperarci per contribuire a rendere quanto pi concrete possibili e prive di
rischi le opportunit che ci si presentano in questi anni e nel prossimo futuro, preservando ovviamente
il controllo costante sul fatto che le premesse di un buon accordo per lEuropa e gli europei vengano
mantenute. Dallentrata in vigore del Trattato di Lisbona, che ha dato vita alla politica commerciale
comune rendendola di competenza dellUnione europea e non pi dei singoli Stati membri, la
Commissione porta avanti i negoziati commerciali ma il Parlamento europeo ha il potere di confermare
o rifiutare il testo dellaccordo: potere che intendiamo esercitare pienamente.
Per esempio, uno degli sforzi che ancora non sono stati compiuti sino in fondo, e su cui il Parlamento
europeo potrebbe fare la differenza, quello di raccogliere dati utili a ottenere valutazioni di impatto
occupazionale e sulla competitivit relativamente ai diversi settori merceologici, che siano quanto pi
accurate possibile, in modo da poter prevedere aggiustamenti e sostegni mirati ai settori o alle regioni
pi deboli, attraverso una nuova e pi adeguata allocazione delle risorse.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
TPP (TransPacific
Partnership)
dellesito dei negoziati, dovr, inoltre, affrontare lo scetticismo da parte di alcuni democratici, Hillary
Clinton compresa. In ogni caso, per la portata dellaccordo e il numero dei paesi partecipanti la pi
ottimistica delle previsioni indica gennaio 2017 come mese di probabile entra in vigore del trattato.
Alcune considerazioni
Alla luce di questi elementi, necessario riconsiderare le politiche commerciali dellUnione.
Diventa anzitutto urgente chiarire come poter proseguire il negoziato con gli USA (TTIP). Parallelamente
si deve rafforzare limpegno nelle trattative con quei paesi con cui gli accordi commerciali sono
gi conclusi ma non ancora ratificati (Canada, Singapore) o molto vicini alla conclusione (Vietnam,
Giappone). Solo cos sar possibile recuperare la centralit europea riducendo limpatto economico
negativo che lentrata in vigore del TPP potrebbe determinare.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
La Convenzione di Cotonou
La Convenzione di Cotonou lultimo e il pi comprensivo trattato di sviluppo siglato dallUE e da
78 paesi provenienti dalle regioni di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP), nonch il pi ampio accordo
quadro a disciplina dei rapporti fra sud e nord del mondo. La convenzione figlia del Trattato di Roma
del 1957 e dei successivi accordi di sviluppo e, in particolare, sostituisce il regime impostato dalla
Convenzione di Lom. La collaborazione e il sostegno ai paesi ACP sono, infatti, uno dei principali
e pi vecchi pilastri dellazione esterna dellUnione Europea. Nata come forma di partenariato post
coloniale, la collaborazione si , sin da principio, basata su una nuova forma di parit delle parti e
sulla commistione di aiuti economici e forme di cooperazione commerciale, finanziaria e politica con
lobiettivo di ridurre il livello di povert. La Convenzione di Cotonou, in accordo con gli obiettivi di
sviluppo del Millennio, stata firmata nel 2000 e regoler i rapporti fra UE e ACP fino al 2020. Il tratto,
prevedendo un meccanismo si revisione quinquennale, da considerarsi vivente.
Ambito politico
La forte dimensione politica degli accordi, spesso tramite lapplicazione della Convenzione di Cotonou,
si traduce nella cooperazione su un ampio spettro di questioni e nella previsione di procedure
sanzionatorie, fino alla completa sospensione degli accordi, nel caso di gravi violazioni in materia
di diritti umani e buon governo, termine che definisce chiaramente le linee rosse sulla conduzione
degli affari pubblici. Un grave caso di corruzione pu, ad esempio, determinare linterruzione del
trattato. Laccordo promuove, inoltre, un regolare dialogo politico volto a rafforzare il multilateralismo
e la concertazione con le parti sociali. Attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni regionali e
internazionali, come lUnione Africana e la Corte Penale Internazionale, Cotonou promuove la pace e
la stabilit dei paesi ACP.
la tecnologia europea maggiormente accessibile per il settore industriale. Le temute perdite fiscali,
dovute allabbassamento dei dazi, sono state molto contenute e hanno determinato una maggiore
disponibilit economica da parte dei consumatori e dei produttori. Infine, linvasione dei beni europei
non si , ad oggi, verificata a causa della bassissima elasticit di questi mercati.
Accordi asimmetrici
Al fine di garantire accordi su misura rispetto alle diverse esigenze e ai vari contesti dei partner, non
esiste un modello unico di partenariato economico. Tutti gli accordi, tuttavia, sono rigorosamente
asimmetrici e prevedono pacchetti di aiuti finanziari che ne facilitino limplementazione, per esempio
migliorando le infrastrutture e fornendo consulenza alle imprese. Fra il 2008 e il 2013, i fondi destinati
agli ACP hanno raggiunto i 20 miliardi di euro. In primo luogo, gli accordi favoriscono, infatti, lo
sviluppo economico-sociale della controparte. Gli accordi prevedono unapertura immediata ed
integrale del mercato unico ma, al contrario, stabiliscono una parziale e graduale liberalizzazione
delle economie ACP, che provveda unadeguata protezione ai settori sensibili. Gli accordi prevedono,
inoltre, la creazione di istituzioni comuni che ne monitorino limplementazione, che stabiliscano una
cooperazione di ampia portata sullarmonizzazione di standard, ad esempio sanitari e qualitativi, e
che promuovano una governance economico-giuridica che favorisca lafflusso di investimenti esteri
e la crescita interna. Gli APE prevedono, infatti, specifiche clausole su protezione della propriet
intellettuale, assicurazione degli investimenti ed equa competizione.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Vino e commercio
Il vino, un interesse offensivo per lUnione Europea
Rappresentando il 45% delle coltivazioni di vite, il 65% della produzione, il 57% del consumo e il 70% del
totale delle esportazioni, lUnione Europea il leader mondiale nel settore vinicolo. La viticoltura, come
pilastro delleconomia agricola europea e come custode di valori e tecniche produttive tradizionali,
svolge un ruolo socioeconomico importante.
Nel 2014, il peso del settore vitivinicolo sul totale della produzione agricola europea si attestato al
5,4%. In Italia, il settore contribuisce con il 10% circa al totale realizzato dallindustria agroalimentare.
Con una bilancia commerciale nettamente positiva, le esportazioni di vino rappresentano il 16% circa
delle esportazioni del settore agro.
In Europa, la coltivazione e la produzione coinvolgono tre milioni di persone, pari al 20% della forza
lavoro impiegata nel comparto agricolo. Il settore, soprattutto nel nostro paese, appare particolarmente
frammentato. Le microimprese, quelle aziende con meno di nove dipendenti, rappresentano, infatti,
l87% del totale. La struttura delle microimprese, spesso a gestione familiare, favorisce la valorizzazione
delle tradizioni e dei metodi produttivi locali, ma costituisce un ostacolo per le esportazioni. Le stesse
realizzano, infatti, solo il 7% del loro fatturato grazie alle esportazioni contro il 26% delle grandi imprese
e il 23% delle piccole e medie imprese (PMI).
In questottica, i principali ostacoli al commercio sono rappresentati dalle barriere non tariffarie e dalla
struttura della grande distribuzione. Lincertezza, le lungaggini burocratiche e laggravio dei costi dovuti
alle diverse certificazioni e procedure doganali richieste, rappresentano, infatti, un grande deterrente,
spesso decisivo, per le piccole aziende che dispongono di ridotte risorse umane e personale non
qualificato a livello amministrativo-internazionale.
Un ulteriore svantaggio competitivo causato dalle dimensioni delle aziende, spesso anglosassoni, del
settore distributivo. La macrostruttura nella quale operano le spinge, infatti, a un rapporto privilegiato
con i grandi gruppi agroindustriali dei nuovi paesi produttori, come Cile, California e Australia. Gli stessi,
poi, realizzando imponenti economie di scala godono di una maggiore disponibilit per le campagne
marketing. Inoltre, la protezione dei grandi marchi risulta, a livello legale, di pi facile applicazione
rispetto a quella delle indicazioni geografiche. La frammentazione del settore garantisce, per, unalta
differenziazione dei prodotti, che, forte di una qualit in grado di resistere al susseguirsi delle mode, si
rivolge ad una clientela ad alta capacit di spesa. In questo contesto, emerge, quindi, limportanza di
una politica commerciale orientata alla protezione della micro, piccola e media impresa. La tutela delle
indicazioni geografiche e labbattimento delle barriere non tariffarie sono, quindi, i principali obbiettivi
della strategia commerciale europea in materia.
sono cresciute, nel primo anno di implementazione (2011-2012), del 46%. Rimangono
alcune barriere non tariffarie. In particolare, le procedure doganali coreane comportano
un alto dispendio temporale per gli esportatori europei.
Singapore
Laccordo di libero scambio con Singapore, principale porto dingresso per le esportazioni
verso i paesi ASEAN, come Malesia, Indonesia o Vietnam, particolarmente importante
per la protezione delle indicazioni. Singapore dopo gli Stati Uniti, il primo mercato,
soprattutto a causa dei transiti, dei prodotti a indicazione geografica protetta. I controlli
doganali garantiranno la protezione di 196 indicazioni, come Chianti, Asti e Barolo, su
tutta la merce in ingresso e in transito.
Vietman
Il Vietnam, con cui lUE ha raggiunto un accordo di massima sul lancio di una area di libero
scambio, applica una tariffazione del 50% sul vino. Laccordo commerciale, avendo come
obiettivo labbattimento del 50% del livello dei dazi sui prodotti vinicoli, aumenterebbe
la competitivit europea rispetto ai concorrenti di Cile e Australia, che, avendo ottenuto
riduzioni tariffarie, godono di un accesso privilegiato al mercato. Laccordo prevede,
inoltre, il riconoscimento e la protezione di 169 indicazioni geografiche europee, come
Prosecco di Valdobbiadene, Franciacorta o Barbaresco. In aggiunta, un meccanismo di
revisione permetter linclusione di ulteriori indicazioni.
Canada
Con grande soddisfazione da parte dei gruppi dinteresse, il CETA, laccordo commerciale
fra UE e Canada che consolida i risultati, ottenuti con laccordo sul Vino del 2004, eliminer
tutti i dazi sulle importazioni di vino, smanteller le principali barriere non tariffarie e
confermer il riconoscimento di tutte le indicazioni geografiche vinicole. Considerando
i volumi coinvolti, laccordo sar particolarmente benefico. Quello canadese , infatti, il
quarto mercato desportazione per i vini europei. Nel 2013 il giro di affari si attestato a
768 milioni di euro registrando una crescita del 27% rispetto al 2007.
Stati Uniti
Oggi, i riflettori sono puntati sul TTIP. Per i prodotti vinicoli europei, gli Stati Uniti sono il
primo mercato di esportazione, il 28% del totale. Il vino , infatti, al secondo posto, dopo
i superalcolici, fra i prodotti agroalimentari pi esportati, e il suo consumo, negli USA, in
continua crescita.
Nel 2005, Stati Uniti e UE hanno firmato un accordo sul commercio di vino. stato il primo
passo verso lottenimento di maggiori garanzie, come il riconoscimento dei rispettivi
metodi produttivi, per gli esportatori europei. Lo stesso, tuttavia, presenta evidenti difetti,
in particolare riguardo al riconoscimento delle indicazioni geografiche. Le denominazioni
europee sono, infatti, considerate dai legislatori americani come semi-generiche. Il
risultato che, oggi, un produttore della Napa Valley pu produrre e commercializzare vini
come lo Champagne Californiano o il Chianti di Napa, arrecando un evidente pregiudizio
agli interessi dei produttori europei.
Unazione che pu essere intrapresa dai consorzi produttori la registrazione di un
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
mediamente tre volte superiore a quella applicata agli altri beni. In Cina, per esempio, la tassazione
doganale si attesta al 5,3%. Un accordo, quindi, andrebbe nella direzione di aumentare la competitivit
delle aziende nostrane rendendo allo stesso tempo pi accessibili ed economiche le tecnologie e i
prodotti pi avanzati.
Tuttavia, i dazi non costituiscono lunico ostacolo alla diffusione di tecnologie pulite. Le cosiddette
barriere non tariffarie potrebbero costituire un fortissimo disincentivo alle importazioni anche in
assenza di tassazione sullimport. Ad esempio, la percentuale della tariffa doganale indiana sul valore
di una lampadina a bassi consumi rappresenta circa il 30% del suo prezzo, la stessa percentuale riferita
alle barriere non tariffarie corrisponde al 106%. Questo tipo di ostacolo pu assumere diverse forme,
come sussidi allindustria nazionale, differenze normative, diversi regolamenti riguardanti limballaggio
o misure di protezione come lantidumping. Al momento i negoziati si sono limitati allaspetto tariffario
e, in particolare, alla redazione di una lista dei beni da includere nel trattato. , tuttavia, necessario
che laccordo, affinch ne sia garantita leffettivit, anche con riferimento al risultato ambientale,
preveda un impegno relativo alleliminazione di queste ostruzioni e allinclusione dei servizi. Questi
ultimi, infatti, costituiscono una larga percentuale del costo effettivo dei beni ambientali. Ad esempio,
i costi di manutenzione di un impianto eolico corrispondono al 40% del suo costo effettivo. LUE, sin
dallinizio dei negoziati, si battuta affinch questi venissero inclusi gi nella prima bozza. Purtroppo,
non ottenendo il sostegno delle controparti, largomento sar discusso nella seconda fase delle
negoziazioni.
Criticit
Al loro sesto incontro, le parti hanno contribuito alla definizione della bozza di un elenco di oltre 650
prodotti la cui inclusione sar oggetto di discussione e mediazione. A destare alcune preoccupazioni
la presenza di diversi beni di disputato interesse ambientale fra cui: turbine a gas, bacchette di bamb,
reattori nucleari e condizionatori. La categoria prodotti e tecnologie energeticamente efficienti ,
infatti, ambigua. Oltre a incorporare quei beni volti a un miglioramento dellefficienza energetica,
include, invero, articoli preferibili ad altri perch pi efficienti (la turbina di un jet rispetto a unaltra).
Linserimento a cascata di questi elementi costituisce una fonte di forte preoccupazione per le industrie
pesanti, tradizionalmente sensibili al problema della delocalizzazione. Come gi citato in precedenza,
affinch i mercati si aprano effettivamente al commercio dei beni ambientali, necessario che siano
presi seri impegni circa labbattimento delle barriere non tariffarie. LEuropa non pu, infatti, permettersi
di aumentare la propria esposizione alla competizione internazionale sul mercato domestico se non
ottenendo eguale accesso ai mercati esteri. Le varie proposte saranno oggetto delle negoziazioni, ed
, quindi, troppo presto per formulare un giudizio a riguardo. A tal scopo, per, sarebbe sicuramente
utile coinvolgere attori non governativi come rappresentanti del comparto industriale e ONG.
Obiettivo ambiente
Lattuale contesto ambientale indica limperativo categorico di unazione concreta e globale contro
il cambiamento climatico. Nellottica di un accordo alla conferenza di Parigi, lEGA si pone come un
tassello di una pi grande presa di coscienza globale. I due ambiti sono strettamente legati e spesso
convergenti. Gli obiettivi sono molto ambiziosi e il percorso ancora lungo ma il messaggio che
laccordo deve rappresentare che gli accordi commerciali possano avere un impatto positivo anche
sotto una lente ambientale.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Il dossier in Parlamento
In Parlamento, la Commissione responsabile di questo progetto di regolamento la Commissione
Commercio Internazionale (INTA) e il relatore Iuliu Wincler, deputato del Partito Popolare Europeo.
La persona responsabile per il Gruppo dei Socialisti&Democratici Marie Arena.
La relazione di Wincler ha, di fatto, accettato in toto la proposta della Commissione apportando
modifiche marginali.
Il 14 aprile la Commissione INTA ha votato la relazione e gli emendamenti a essa presentati: il testo
risultante sostanzialmente vicino alla proposta originaria di Wincler.
Si mantiene ampiamente il carattere volontario della proposta. Viene, infatti, introdotto un obbligo di
trasparenza solo per le fonderie e raffinerie dellUnione europea (in tutto, 20).
Su scala mondiale, queste sono responsabili solo del 5% del commercio mondiale.
Regolamentare soltanto 20 fonderie e raffinerie dellUE (sulle 450 mondiali) comporterebbe gravi
risvolti negativi per leconomia europea.
Un obbligo unicamente a carico degli attori a monte (fonderie e raffinerie) rischia di:
innescare una concorrenza sleale a danno delle fonderie e raffinerie dellUE che subiranno
una concorrenza non regolamentata, principalmente dalla Cina e dal Sud Est asiatico;
delocalizzare alcune attivit economiche a valore aggiunto, collegate alla realizzazione di
componenti di produzione, a causa della pressione sullindustria metallurgica europea;
aumentare la dipendenza dagli importatori extra-UE. La proposta creer una maggior
domanda di prodotti semilavorati, componenti e prodotti finiti esterna allUnione europea;
penalizzare le PMI, che si trovano tutte a valle della catena di approvvigionamento e
che sarebbero, di conseguenza, colpite dalla maggior domanda di componentistica e
prodotti semilavorati esteri. Inoltre, le PMI intenzionate a conformarsi su base volontaria
incontreranno difficolt maggiori rispetto alle grandi aziende. Questo a causa del fatto che
la due diligence funziona quando coinvolta una massa critica di attori lungo tutta la catena
di approvvigionamento. Gli attori non conformi sarebbero esclusi di fatto dai meccanismi
degli incentivi.
Il voto in plenaria
Il Parlamento riunito in seduta plenaria ha approvato, mercoled 20 maggio, un emendamento alla
proposta della Commissione, con il quale si istituisce lobbligo di due diligence per le imprese a valle
della catena di produzione: in questo modo la proposta della Commissione stata radicalmente
trasformata grazie a una forte presa di posizione che il Parlamento riuscito ad assumere mostrando
non solo la sua forza ma anche la volont di affrontare seriamente e nella maniera pi efficace le gravi
violazioni dei diritti umani che lestrazione di questi minerali comporta. Ora si avvieranno i negoziati
con il Consiglio: per lesito di questi ultimi sar fondamentale la posizione che ogni singolo Stato
membro decider di assumere e difendere.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Le Indicazioni geografiche
Perch sono importanti le indicazioni Geografiche
Le Indicazioni Geografiche sono state regolamentate dallUnione europea per la prima volta nel 1970:
si iniziato con i vini per poi includere, nel 1992, tutti i prodotti agricoli e alimentari.
Una Indicazione Geografica (IG) un nome utilizzato nei casi di beni con una determinata provenienza
geografica e che possiedono delle qualit, caratteristiche o la reputazione essenzialmente attribuibili a
quel luogo di origine. , insomma, quella certificazione che ci fa essere sicuri della bont e delleccellenza
di un prodotto al momento dellacquisto, come nel caso del Prosciutto di Parma o del Barbera dAsti.
Attraverso questo sistema, i prodotti con Indicazione Geografica godono di unampia protezione
unitaria in tutta lUnione europea. Per dare unidea della portata di questo settore, basta ricordare che
il valore delle Indicazioni Geografiche europee nel 2010 stato pari a 54,3 miliardi, compresi 11,5
miliardi di prodotti esportati.
Non sorprende, evidentemente, che il sistema di protezione delle IG per i prodotti agricoli UE sia
generalmente considerato un successo. Ha portato benefici tangibili per i consumatori (come ad
esempio informazioni dettagliate e garanzia di qualit) e per i produttori (margini di profitto pi stabili,
una migliore visibilit, laccesso a nuovi mercati, un pi efficace accesso ai fondi di promozione e aiuti
agli investimenti).
Sono 14, attualmente, gli Stati membri che hanno introdotto sistemi specifici volti a fornire la protezione
delle IG per prodotti non agricoli: di conseguenza oggi, per proteggere le IG non agricole della UE, le
uniche possibilit sono la registrazione del prodotto in ogni Stato membro in cui esiste tale possibilit
o fare affidamento su altri strumenti come le azioni legali attraverso le autorit amministrative in caso
di pratica commerciale sleale o inganno del consumatore.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
2_ Allinterno dellarea dei marchi sono ricomprese anche le Indicazioni Geografiche (IIGG),
tema particolarmente sentito nel nostro Paese considerando la quantit di eccellenze
agroalimentari che annoveriamo nella nostra produzione. La protezione e la valorizzazione
delle IIGG da sempre una delle priorit italiane nella definizione delle politiche europee e
risultati rilevanti in materia sono gi stati raggiunti negli accordi bilaterali con la Corea del
Sud e con il Canada. Attualmente, il lavoro che stiamo facendo su questo tema finalizzato
allinserimento della protezione delle IIGG nei prossimi accordi commerciali (in particolare
quelli con USA, Vietnam e Giappone) e alla continuazione delle trattative specifiche sul
tema con la Cina, interrotte nel 2014 dopo tre round negoziali.
3_ Nellambito dei medicinali lUnione europea da sempre molto attenta a bilanciare la
necessit di garantire ai produttori un ritorno sugli investimenti e tutelare un ampio accesso
ai medicinali stessi. La Commissione europea ha promosso laccesso ai medicinali nei Paesi
in via di sviluppo attraverso linclusione di una prospettiva legata alla salute in tutte le
politiche e supporto finanziario.
La mia proposta
Come gi accennato, il Parlamento europeo ha deciso di promuovere una relazione di iniziativa
legislativa, di cui sono relatrice, per commentare la Comunicazione della Commissione. Riassumo qui
i punti principali:
Il dibattito sui diritti di propriet intellettuale deve necessariamente partire da una
riflessione sulle esperienze passate, mantenendo una necessaria coerenza tra aspetti interni
ed esterni, distinguendo tra ambienti fisici e digitali, tenendo conto delle preoccupazioni di
tutte le parti interessate, comprese le PMI e le associazioni dei consumatori. Lo scopo finale
di questo mio lavoro dovrebbe essere quello di poter garantire un giusto equilibrio tra gli
interessi dei titolari dei diritti e quelli degli utilizzatori finali;
Sono anche partita dalla considerazione di alcuni fenomeni molto diffusi nella societ
attuale: prendiamo, ad esempio, la contraffazione. Un tempo era circoscritta ai soli prodotti
di lusso, oggi interessa invece anche beni di uso corrente quali giocattoli, medicinali,
cosmetici e prodotti alimentari con pericolose ricadute, in termini di rischio, per la salute e
la sicurezza di tutti i cittadini e consumatori europei e per la tutela dellambiente;
Considerando poi il crescente coinvolgimento della criminalit organizzata nel commercio
di beni e merci contraffatte, ritengo sia necessario adottare una nuova strategia europea in
materia di tutela dei diritti di propriet, che sia capace di svolgere un ruolo importante nella
lotta contro la criminalit organizzata, il riciclaggio di denaro e levasione fiscale. A questo
scopo, auspico una stretta collaborazione tra le autorit doganali nellottica di garantire
politiche coerenti di controllo alle frontiere UE;
Con lo sviluppo e la diffusione del mercato digitale, risulta quanto mai necessaria una
distinzione tra la contraffazione fisica di marchi e brevetti e le violazioni dei diritti di autore;
Ritengo fondamentale lanciare un dibattito pubblico su questo tema, allo scopo di
sensibilizzare i consumatori, garantire il pieno coinvolgimento di tutte le parti interessate
ed ottenere il massino sostegno alle nostre proposte;
Quanto alla tutela delle indicazioni geografiche in internet, ritengo sia necessario proporre
obiettivi concreti e un sistema di tutela specifico. Questo sar possibile solo chiedendo
alla Commissione Europea di collaborare con lICANN (Internet Corporation for Assigned
Names and Numbers) e con lOrganizzazione mondiale della propriet intellettuale
(OMPI). Si potrebbe pensare allintroduzione di un obbligo per le banche di sanzionare
automaticamente le frodi in Internet;
Credo sia fondamentale favorire una convergenza tra gli interessi degli Stati membri e quelli
dei Paesi terzi, favorendo la definizione di standard sempre pi elevati. Per questa ragione,
il testo invita la Commissione a prestare assistenza tecnica sotto forma di programmi di
sensibilizzazione, assistenza sul piano legislativo e formazione dei funzionari;
Sar necessario affrontare anche il problema complesso e multidimensionale dellaccesso ai
medicinali. La relazione chiede che venga instaurato un dialogo costruttivo che coinvolga
tutti i soggetti interessati: le imprese dovranno essere incoraggiate a cooperare con le
autorit pubbliche. Vorrei porre laccento sulla questione irrisolta dei medicinali generici e
della difesa della ricerca farmaceutica: sar fondamentale tutelare le imprese dellUnione,
adeguando i prezzi dei medicinali al livello economico del Paese in cui sono commercializzati
e tenendo altres conto delle distorsioni del mercato generate dalla rivendita di medicinali
nei Paesi terzi;
LOsservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di propriet intellettuale dovr essere dotato
delle risorse necessarie a garantire il suo pieno funzionamento e la totale indipendenza di
gestione;
Per garantire una tutela internazionale dei diritti di propriet, chiediamo alla Commissione
di adoperarsi affinch nel sistema dellOrganizzazione Mondiale del Commercio siano
inclusi gli accordi internazionali in materia di diritti di propriet intellettuale che non ne
sono ancora parte. Chiediamo, inoltre, che nei negoziati per gli accordi bilaterali di libero
scambio sia conferita priorit ai capitoli sulla propriet intellettuale e che le parti negoziali
debbano riconoscere che la libert dimpresa deve presupporre il rispetto dei diritti di
propriet intellettuale. Sarebbe opportuno, quindi, istituire un centro di assistenza e di
contatto che permetta, in qualsiasi Paese terzo, agli operatori economici e ai consumatori
europei di ottenere unassistenza tecnica e una protezione specifica in caso di violazione.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
MATERIALI
I rischi
Come, tra gli altri, il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha sottolineato, lintegrazione
dei mercati dei capitali comporta, in s, anche un maggior rischio di contagio. Rischio di cui lUnione
europea dovr tenere conto e immaginare meccanismi di tutela, come la creazione di unautorit di
supervisione con poteri adeguati.
Su questo e su altri nodi fondamentali relativi alla creazione e allimplementazione della CMU si
pronunciato il Parlamento europeo con una risoluzione nel luglio di questanno.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Obiettivi
Saranno sostenuti soprattutto:
gli investimenti strategici, ad esempio nella banda larga e nelle reti energetiche.
le imprese di dimensioni pi piccole che contano un massimo di 3.000 dipendenti.
Il Fondo, che avr una durata di tre anni (rinnovabile), finanzier progetti dal profilo di rischio pi
elevato, in modo da massimizzare limpatto della spesa pubblica e da sbloccare gli investimenti privati
(ci a differenza dei Fondi della BEI gi esistenti). Saranno finanziati, quindi, progetti infrastrutturali,
progetti pilota ad alta tecnologia, sovvenzioni simili a titoli, raccolta di fondi pubblici e privati (jointventures), integrazione dei prestiti gi forniti dalla BEI.
Strategia per progetti/piattaforma di assistenza tecnica: verr creato un nuovo organo di assistenza
tecnica che indicher i progetti migliori da finanziare, in modo da fornire la necessaria assistenza
tecnica ad enti ed autorit locali.
Approfondimento/completamento del mercato interno: i nuovi investimenti dovranno essere
accompagnati da un spinta verso lintegrazione del mercato interno nel digitale, nellenergia, nella
cooperazione inter-istituzionale.
Modalit di contribuzione
Gli Stati membri potranno contribuire al fondo in garanzie o in denaro liquido, mentre altri soggetti
potranno investire solo denaro liquido. Qualsiasi forma di contribuzione non potr influire sulle
scelte dei due comitati, che resteranno completamente indipendenti. In questo contesto, potranno
intervenire anche terze parti, come le banche di investimento nazionali. Importante la decisione di
escludere dal Patto di Stabilit la contabilizzazione dei contributi al piano versati dagli Stati e dalle
loro banche pubbliche di sviluppo, anche nel caso questi vadano non al fondo di garanzia ma alle
piattaforme di investimento settoriali e nazionali.
Alessia Mosca
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Il rapporto GIEGOLD
Il Regolamento (CE) n.184/2005 relativo alle statistiche inerenti alla bilancia dei pagamenti (BdP), agli
scambi internazionali di servizi (SIS) e agli investimenti diretti all'estero (IDE) fa parte del quadro generale
dell'UE volto a monitorare gli sviluppi economici in ciascuno Stato membro e nell'Unione nel suo
complesso. L'elaborazione di statistiche affidabili in tali ambiti essenziale soprattutto per verificare
aspetti chiave, quali gli sviluppi in materia di conti correnti e flussi finanziari all'interno e all'esterno
dell'UE. Pertanto, esse contribuiscono a garantire la coerenza delle politiche economiche degli Stati
membri con gli ampi orientamenti dell'Unione, come pure con gli obblighi giuridici derivanti dal
quadro di governance economica dell'UE. Pi in particolare, la disponibilit di statistiche attendibili
essenziale ai fini del processo di monitoraggio istituito nell'ambito delle procedure per gli squilibri
macroeconomici.
Dopo l'adozione del regolamento iniziale e i successivi aggiornamenti, i flussi finanziari internazionali si
sono intensificati e sono diventati pi complessi. Nello specifico, il maggiore utilizzo di societ veicolo e
di costruzioni giuridiche per il trasferimento di flussi di capitali sia in entrata che in uscita ha reso pi
difficile monitorare questi flussi per garantire una loro adeguata tracciabilit ed evitare una
contabilizzazione doppia o multipla, rendendo pertanto pi complicata la lotta all'evasione fiscale e alla
pianificazione fiscale aggressiva.
In questo contesto, opportuno riesaminare le disposizioni del regolamento (CE) n.184/2005 in modo
che soddisfino un duplice obiettivo.
In primo luogo, la revisione del regolamento (CE) n.184/2005 rappresenta un'autentica occasione per
aumentare la trasparenza e la granularit delle statistiche per quanto riguarda la BdP, il SIS e gli IDE,
nonch per trarre vantaggio dalle recenti innovazioni giuridiche e rendere tali statistiche uno strumento
pi affidabile ai fini delle decisioni in materia di politica economica.
In secondo luogo, come sottolineato in effetti dalla Commissione, il regolamento (CE) n.184/2005 deve
essere aggiornato per garantirne l'allineamento alle norme contenute nel TFUE, conferendo alla
Commissione i poteri necessari per adottare atti delegati e/o di esecuzione.
Occorre, quindi, garantire:
un'adeguata tracciabilit,
evitare una doppia o multipla contabilizzazione,
lottare contro l'evasione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva.
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
SEMESTRE EUROPEO
_ settembre 2015
Non il semestre di Presidenza dell'Unione europea, diventato famoso sui giornali italiani lo scorso anno
quando toccato al nostro Paese, ma uno strumento di coordinamento economico, nato in seguito alla
recente crisi economica che ha trovato l'Europa incapace di reazioni efficaci e tempestive, a causa
dello stato tuttora "incompiuto" del processo di integrazione europea. Gli Stati Membri hanno, dunque,
concordato di aver bisogno di una pi forte governance economica e di un migliore coordinamento
delle proprie politiche, per sostenere l'uscita dalla crisi e la ripresa.
Una volta condiviso l'impegno alla realizzazione degli obiettivi della "Strategia Europa 2020", gli Stati
membri hanno tradotto questi ultimi in obiettivi nazionali. Tuttavia, per raggiungere la massima efficacia,
gli sforzi individuali di tutti i Paesi dovevano essere inseriti in un quadro comune ed proprio per
questo che l'Unione europea ha istituito un ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche, il
semestre europeo appunto.
La base giuridica del processo il cosiddetto "Six-Pack" - ovvero sei atti legislativi che hanno riformato
l'esistente "Patto di Stabilit e Crescita". Il primo ciclo del Semestre Europeo si svolto nel 2011. Da allora,
ogni anno, la Commissione Europea compie un'analisi dettagliata dei programmi di riforma finanziaria,
macroeconomica e strutturale degli Stati membri dell'UE e rivolge a ciascuno di essi delle
raccomandazioni per i successivi 12-18 mesi.
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Per attuare le necessarie politiche e garantire un'ampia partecipazione, viene mantenuta una
stretta collaborazione con il Parlamento Europeo, gli organi consultivi dell'UE (Comitato delle
regioni, Comitato economico e sociale europeo) e gli Stati membri.
Il secondo punto preso in esame dalla nuova Comunicazione sulla flessibilit sono i contributi al Fondo
Europeo per gli Investimenti Strategici (il cosiddetto Piano Juncker) e ai progetti co-finanziati
dall'Unione europea. Per quanto riguarda i Paesi compresi nella procedura del braccio preventivo, infatti:
Anche nel caso di Paesi che si trovano in un processo di attuazione di riforme strutturali, stata
prevista una forma di flessibilit: la Commissione pu, infatti, concedere una deviazione dal percorso di
risanamento verso l'obiettivo a medio termine (che non deve, comunque, superare lo 0,5% del Pil n
comportare il superamento del limite del 3% nel rapporto deficit/Pil). Le riforme a cui si fa riferimento
devono essere rilevanti, portate a termine entro i termini previsti e avere un impatto positivo sul bilancio
pubblico di lungo periodo.
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
I contributi che essi verseranno al Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici saranno
esclusi dal calcolo del deficit: se, dunque, a causa di questi contributi un Paese supera il limite del
3%, esso non sar tuttavia sottoposto alla procedura di deficit eccessivo da parte della
Commissione;
SCHEDE DI
APPROFONDIMENTO
_ ottobre 2015
L'economia globale sta rapidamente diventando digitale. L'Information and Communications Technology
(ICT) non rappresenta pi un settore specifico ma il fondamento di ogni moderno e innovativo sistema
economico. Questo cambiamento sta avvenendo con un ritmo tale da offrire enormi opportunit per
l'innovazione, la crescita e l'occupazione. Allo stesso modo, questo cambiamento rappresenta anche una
sfida per le istituzioni pubbliche e richiede un approccio coordinato al livello di Unione Europea.
Il Digital Single Market (DSM) un mercato in cui il libero movimento dei beni, dei servizi, dei dati e dei
capitali assicurato, per gli individui e le aziende, in condizioni di concorrenza, di protezione dei
consumatori e della privacy, a prescindere dalla loro nazionalit o dal luogo in cui si trovano.
Barriere e frammentazioni che sono state superate dal mercato unico europeo si ripropongono in quello
digitale. Eliminando questi ostacoli l'Europa potrebbe accrescere il proprio PIL di 415 miliardi, ampliando i
mercati per le nostre aziende, fornendo migliori e pi convenienti servizi per i consumatori e creando
nuovi posti di lavoro.
La strategia per il DSM, che la Commissione Europea ha presentato a maggio 2015 (facendo seguito al
discorso di insediamento del Presidente Juncker, che indicava il DSM come la seconda priorit della sua
Commissione), costruita su tre pilastri:
Migliore accesso per consumatori e aziende all'acquisto/utilizzo di beni e servizi online in
ogni angolo d'Europa.
Creazione di condizioni ottimali per lo sviluppo di reti e servizi digitali.
Massimizzazione del potenziale di crescita dell'economia digitale in Europa.
La strategia e la relazione incardinata nelle commissioni parlamentari IMCO e ITRE serviranno da
inquadramento generale per 16 azioni concrete che la Commissione intende portare avanti per realizzare
il DSM.
Ricadono all'interno del primo pilastro, Better access for consumers and businesses to digital goods and
services across Europe, 8 azioni.
Una delle ragioni per cui i consumatori o le PMI evitano di acquistare o vendere su internet in altri paesi
la complessit e la variet delle legislazioni nazionali in materia. Alcune forme di armonizzazione esistono
gi, ma per alcuni beni prettamente digitali, come gli e-book, non esiste ancora nessuna normativa. Entro
la fine del 2015, la Commissione presenter delle proposte per rendere pi semplici, certe e
armonizzate le normative sull'e-commerce.
Allo stesso modo, e negli stessi termini, per rendere la protezione dei consumatori sempre pi efficace,
anche nel mercato digitale, la Commissione proporr delle modifiche all'attuale Regolamento in
materia di Cooperazione per la Protezione del consumatore.
Inoltre, spesso l'e-commerce visto con sospetto a causa di costi di spedizione relativamente alti a fronte
di ordini di piccola entit e della mancanza di trasparenza sulle condizioni e i tempi del servizio di
spedizione. Nella prima met del 2016, la Commissione attuer delle misure per rendere pi
trasparente il mercato dei servizi di spedizione e avvier delle consultazioni con le aziende del settore
per vedere come poter arrivare ad offrire dei prezzi pi competitivi.
Altre volte invece gli utenti non riescono neanche ad effettuare acquisti su siti stranieri o vengono
reindirizzati su siti con prodotti o prezzi diversi. Questa pratica, spesso ingiustificata, si chiama
geo-blocking ed una forma di discriminazione, sulla base del paese in cui ci si trova, e serve a
segmentare il mercato. La Commissione far, nella prima met del 2016, delle proposte legislative per
porre fine al geo-blocking ingiustificato. Il 56% degli Europei usa internet anche per fini culturali e per
il proprio intrattenimento. Purtroppo, per, vista la natura fortemente territoriale delle normative sui
diritti d'autore e di riproduzione, molto spesso non possibile usufruire di contenuti on-demand o
legalmente acquistati e scaricati al di fuori del proprio Paese. Anche questi sono considerati fenomeni di
geo-blocking, legati alle normative sul copyright. La Commissione lavorer su alcune proposte
legislative per assicurare l'accessibilit e la portabilit dei contenuti legalmente acquistati.
Sempre per facilitare l'accesso a contenuti digitali online la Commissione proporr delle modifiche alla
Direttiva in materia di Cavi e Satelliti per allargarne le definizioni e gli scopi alle trasmissioni
on-line.
Altrettanto gravoso, pi per le aziende che per i cittadini, l'obbligo di ottemperare agli obblighi legati
alle imposte sul valore aggiunto in ognuno dei paesi in cui stata effettuata una vendita. A questo
proposito la Commissione studier e proporr nel 2016 delle misure per ridurre il carico di burocrazia
riguardo al pagamento delle imposte sul valore aggiunto per le imprese che fanno e-commerce.
Infine verr lanciata un'indagine di settore per valutare se nel mondo dell'e-commerce viga un'equa
concorrenza.
Per quanto riguarda il pilastro Creating the right conditions for digital networks and services to flourish la
Commissione Europea metter in campo 5 azioni concrete.
Le infrastrutture, o reti, che permettono la trasmissione dei dati sono la spina dorsale dell'economia
digitale. Questo settore, che necessit di continui e cospicui investimenti, soffre a causa della
frammentazione del mercato, della poca prevedibilit e coerenza delle legislazioni nazionali e a causa
dell'arretratezza delle aree periferiche. Per porre rimedio a questa situazione la Commissione proporr
l'adozione di un pacchetto sul mercato unico delle telecomunicazioni, in modo da armonizzare le
legislazioni vigenti, garantire la neutralit della rete, eliminare le tariffe di roaming per il traffico
dati e favorire gli investimenti attraverso partenariati pubblico-privati.
Inoltre, dall'inizio del ventunesimo secolo ad oggi, abbiamo assistito ad un profondo mutamento del
settore dei media e della distribuzione di contenuti audiovisivi (tv on-demand e accessibilit da
smartphone e tablet). Per garantire i consumatori e le aziende nate da questi mutamenti la Commissione
rivedr la Direttiva sui Servizi di Media Audivisivi, concentrandosi su attori, scopo della norma,
protezione dei minori e regole sulla pubblicit.
Oltre ai media, altri grandi attori del panorama digitale contemporaneo suono le piattaforme online
(motori di ricerca, social media, piattaforme di e-commerce, app stores, piattaforme per la comparazione
dei prezzi). Queste piattaforme acquisiscono e processano ogni giorno miliardi di dati, acquisendo un
potere di mercato sempre pi incisivo. Allo stesso tempo queste piattaforme sono uno dei motori
principali della sharing economy. Per capire come regolamentare il settore, la Commissione inizier
un'analisi approfondita sul ruolo delle piattaforme online e la gestione dei contenuti illegali.
Inoltre l'enorme mole di dati sensibili trasmessi attraverso la rete rende piattaforme e database dei target
molto sensibili per ragioni di sicurezza. Nella prima met del 2016 la Commissione avvier la creazione di
partenariati pubblico-privati in materia soluzioni tecnologiche per la sicurezza informatica.
Contemporaneamente alla ricerca di sicurezza dalle minacce esterne si lavorer per rendere sicuri i nostri
dati anche sul fronte interno, ovvero per quanto riguarda l'acquisizione, il trattamento e la cessione. A
questo proposito verr aggiornata la Direttiva 'ePrivacy' sulla protezione della privacy nel settore
delle comunicazioni elettroniche.
Infine, a proposito del pilastro Maximising the growth potential of the Digital Economy, la Commissione
Europea proporr 3 azioni.
Come gi stato detto, un mercato europeo frammentato in 28 piccoli mercati nazionali, cos come in 28
differenti sistemi legali, non un contesto favorevole agli investimenti, in particolare per quanto riguarda
le tecnologie di cloud computing (che consentono di usufruire, tramite server remoto, di risorse software
e hardware), i Big Data (raccolte di dati cos estese in termini di volume, velocit e variet da richiedere
tecnologie e metodi analitici specifici per l'estrazione) e Internet of Things (possibile evoluzione dell'uso
della Rete in cui gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter
comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri. Es. Le sveglie suonano
prima in caso di traffico, le scarpe da ginnastica trasmettono tempi, velocit e distanza per gareggiare in
tempo reale con persone dall'altra parte del globo). Proprio per favorire lo sviluppo di queste applicazioni
la Commissione lancer nel 2016 un'iniziativa sulla libera circolazione dei dati ed un'iniziativa europea
sui cloud, in modo da poter studiare e affrontare le sfide del settore.
Le comunicazioni tra diversi dispositivi digitali, ovvero l'interoperabilit, e l'utilizzo di standard condivisi
sono elementi imprescindibili per l'ulteriore sviluppo dell'economia digitale, in particolare per quanto
riguarda lo sviluppo delle connessioni 5G, della sicurezza informatica, dei rapporti con la pubblica
amministrazione e dei pagamenti online. Proprio per questo la Commissione sta lavorando a un piano
integrato per la standardizzazione e alla revisione dello European Interoperability Framework del
2010.
Sempre a proposito del rapporto con la pubblica amministrazione, seguendo il principio 'Once-only'
(principio secondo cui se un documento stato fornito gi una volta ad un qualsiasi ufficio della P.A., il
cittadino non pi tenuto a presentarlo ed la P.A. a doverselo procurare dal proprio data base) la
Commissione presenter un nuovo piano d'azione per l'e-Government 2016-2020.
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Tutte le 16 azioni saranno accompagnata da misure che rendano il Digital Single Market una realt
inclusiva, in cui i cittadini e le aziende possiedano le necessarie competenze per godere dei benefici che
ne deriveranno. Pertanto un'attenzione costante sar riservata anche all'adattamento dei sistemi di
istruzione e apprendistato alla rivoluzione digitale.
LUnione Energetica Europea la strategia presentata dalla Commissione, nel 2015, che mira a ridisegnare
lo scenario energetico comunitario. Il risultato dovrebbe garantire agli stati membri unenergia pulita,
competitiva, conveniente e sicura da interruzioni.
Lazione dellorgano esecutivo dellUnione Europea si concerter su cinque diverse aree dintervento:
sicurezza nellapprovvigionamento, integrazione dei mercati nazionali, efficienza energetica,
abbattimento delle emissioni e ricerca e innovazione.
Con 420 miliardi di euro dimportazioni complessive annue, lEuropa, parlando con una sola voce ed
esercitando un fortissimo potere negoziale congiunto, sarebbe in grado di ottenere migliori condizioni
dai paesi esportatori. Considerando che le strategie energetiche di un paese condizionano in modo
rilevante quelle dei partner confinanti, una migliore armonizzazione delle stesse rappresenta un evidente
vantaggio sia in fase di pianificazione sia a livello negoziale. Listituzione di riserve energetiche comuni
garantir, nel caso occorrano shock geopolitici, una maggiore efficienza e un incremento del livello di
garanzia della fornitura agli utenti europei.
Un altro obiettivo fondamentale del piano si basa sulla diversificazione delle fonti di
approvvigionamento. LEuropa soffre, infatti, di unelevata dipendenza dalle importazioni da paesi ad alto
rischio geopolitico. Le recenti turbolenze diplomatiche con la Russia hanno, per esempio, evidenziato il
rischio connesso alla sostanziale dipendenza dal gas siberiano. La strada proposta indica un aumento
sostanziale della produzione di energia da fonti rinnovabili, una maggiore integrazione dei network
distributivi europei e investimenti mirati allaumento dellefficienza energetica. Tassello fondamentale
nella diversificazione il potenziamento della rete distributiva domestica. A livello intraeuropeo si
registra, infatti, la presenza di colli di bottiglia infrastrutturali che inibiscono le potenzialit di una
gestione europea degli approvvigionamenti. In un recente incontro presso il Parlamento Europeo,
Claudio Descalzi, AD di ENI, illustrando le potenzialit energetiche del continente africano come fonte
alternativa al gas russo per i paesi dellEuropa Centrale, ha rimarcato la necessit di connettere i vari
gasdotti europei.
Per il 2030, i target ambientali europei fissano al 45% il consumo di energia rinnovabile sul totale
prodotto. Lambizioso traguardo, da sostenere tramite politiche che orientino gli investimenti nel settore
della green technology, vuole conciliarsi con le strategie di re-industrializzazione catalizzando la notevole
crescita, nonostante la crisi, registrata dal settore.
Lenergia pi pulita quella che non si consuma, un miglioramento sostanziale dellefficienza
garantirebbe unottimizzazione di costi e consumi generando ricadute positive in ambito sia ambientale
che sociale. Investimenti pubblici volti allisolamento termico delledilizia popolare sinserirebbero, infatti,
anche nella guerra alla povert energetica.
In questo contesto si inserisce la necessit di creare uno spazio energetico unico anche a livello
economico. La frammentazione dei mercati energetici europei causa grandi differenze fra prezzi offerti ai
diversi consumatori e industrie nazionali. La riforma si rende altres necessaria di fronte allinelasticit dei
prezzi che riflette i diversi regimi fiscali. La creazione di un mercato energetico unico rappresenta
unottima opportunit anche in materia di diritti dei consumatori. Laccesso a unofferta pi ampia
assicurerebbe, infatti, un miglioramento dei prezzi e della trasparenza.
Il gruppo dei Socialisti e dei Democratici ha accolto con entusiasmo i progetti presentati dalla
commissione rimarcando i propri valori in materia di occupazione, ambiente, crescita e armonizzazione
europea. Il piano dovr rappresentare un nuovo modello energetico a livello globale.
Dinteresse prioritario per il gruppo, nellottica di abbassare fabbisogno e importazioni, sono gli obbiettivi
riguardanti le fonti rinnovabili e il miglioramento dellefficienza energetica. Gli impegni ambientali
andrebbero, infatti, rafforzati con lobiettivo di transitare verso uneconomia carbon-light nel 2050. La
strategia suggerita da S&D approva listituzione di target dinterconnessione energetica fra stati membri,
nella direzione di unottimizzazione della gestione di scorte e approvvigionamenti.
Gli obiettivi, comportando forti investimenti infrastrutturali in smart grid1, ricerca e investimenti nel
settore green, per essere credibili necessitano di immediati finanziamenti. Questi ultimi sarebbero
ottenibili tramite laggiornamento della lista delle opere chiave e apportando una riforma alla procedura
di selezione/erogazione dei progetti. Il concetto chiave che i costi che sosterremmo oggi rappresentano
un quarto di quelli che ci si presenterebbero fra 20 anni. Considerando questi aspetti, il piano
dinvestimenti da 315 miliardi di euro proposto dalla Commissione appare non sufficiente. Come da
precedente proposta, i socialisti e democratici auspicano la creazione di un nuovo meccanismo,
lEuropean Investment Instrument, dotato di una capacit finanziaria di 400 miliardi di euro da
raggiungere attraverso un piano di sei anni. In questo scenario gli stati membri dovrebbero contribuire
con 100 miliardi di euro, da escludere dal calcolo di deficit e debito pubblico, e i restanti 300 miliardi
potrebbero essere reperiti sui mercati attraverso lemissione di bond.
Nel processo di omogeneizzazione dei mercati il consumatore deve essere al centro della prospettiva:
bisogner assicurare una maggiore elasticit dei prezzi al dettaglio e un accesso trasparente alle offerte
che assicuri agli utenti la migliore tariffa disponibile. In questottica la sconfitta della povert energetica
deve essere elevata a massima priorit. Recenti studi, infatti, indicano che, nei paesi membri, le fasce pi
vulnerabili sostengono prezzi energetici proporzionalmente pi alti.
A livello industriale la posizione dei socialisti e democratici chiara nel sostenere un rafforzamento del
segnale di prezzo del mercato ETS2. Un innalzamento in tal senso, insieme allabolizione dei sussidi alla
produzione di combustibili fossili, darebbe una chiara indicazione agli investitori andando a guidare i
flussi verso i comparti delle industrie green. Il sistema, delegando al mercato la definizione dei prezzi dei
titoli di emissione di CO2, rappresenta la soluzione pi efficiente in materia di costi per il taglio delle
emanazioni e per lincoraggiamento al risparmio energetico.
, tuttavia, innegabile che lindustria pesante possa inizialmente soffrire della concorrenza proveniente da
industrie operanti in paesi con regolamentazioni pi blande. A tal scopo, il gruppo, nellattesa che i
partner internazionali simpegnino ad adottare a loro volta politiche ambientali vincolanti, raccomanda
alla commissione lo studio un meccanismo doganale di adeguamento del prezzo dei prodotti importati a
protezione della concorrenza sleale, una sorta di anti-dumping ambientale.
Infine, il gruppo propone una riforma dellimpianto informativo che vada nella direzione di una maggiore
condivisione strategica che rafforzi il ruolo della commissione e indebolisca la capacit di minaccia dei
paesi esportatori. In questo contesto di condivisione, lS&D guarda ad una modifica del regolamento del
2010 in materia di riserve di gas, con lobbiettivo di aumentare le riserve e istituire scorte comuni.
1. Network distributivi.
2. ETS: Emission Trading Scheme. il sistema di controllo delle emissioni: definisce un tetto massimo e predispone aste e piattaforme finanziarie
per la compravendita di permessi di emissione di CO2
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
_ ottobre 2015
Introduzione
La convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) il trattato
internazionale avente ad oggetto lambiente ad avere maggiore legittimit essendo ladesione
virtualmente globale. Ufficialmente adottato nel 1992, laccordo, prevedendo un incontro annuale fra le
parti (COP-Conference of the Parties), ha funto da cornice per ogni successiva negoziazione o trattato.
Come estensione dellUNFCCC, il protocollo di Kyoto, adottato nel 1997, pone limiti vincolanti
allemissione di CO2 da parte dei firmatari (alcuni paesi occidentali). La prima fase del protocollo si
conclusa nel 2012. La seconda fase dimpegni (2013-2020), concordata alla conferenza di Doha, non
entrata in vigore a causa del mancato raggiungimento della soglia minima di ratifiche. Alla conferenza
COP21 sar, quindi, necessario che lUE, gli stati membri e i partner internazionali simpegnino a una pi
rapida diminuzione delle emissioni di gas serra rispetto a quella prevista dalle attuali politiche ambientali.
Punti Chiave
Pur fallendo nel realizzare un accordo globale e legalmente vincolante, la conferenza di Lima stata utile
nellelaborare una serie di punti accettati da tutte le parti che indirizzeranno la conferenza di Parigi.
CBDR: common but differentiated responsibilities and respective capabilities. Laccordo dovr
riconoscere le differenti capacit nazionali e le diverse responsabilit nei confronti del
riscaldamento globale. Laccordo avr il compito di porre un piano vincolate di lungo
periodo in modo da rispondere alla tardiva responsivit delle politiche di mitigazione. Lo
stesso dovr, altres, riconoscere le diverse esigenze evolutive e le differenti capacit di ogni
parte con il fine ultimo di assicurare il raggiungimento dei target posti.
Pacchetto Finanziario: particolarmente caro ai Small Island Developing States(SIDS), la cui
responsabilit nei confronti del cambiamento climatico nulla ed i primi a doverne
affrontare gli effetti, il fondo sar una pietra miliare dellaccordo. Basato in Corea del Sud il
fondo ha gi ricevuto diversi finanziamenti anche da 8 paesi emergenti (assente la Cina che
sostiene che il fondo debba ricevere liquidit esclusivamente dalle potenze occidentali). La
pi grande contirbutrice stata lUnione attraverso investimenti operati da 12 stati membri.
INDCs: intended national determined contributions. Rappresentano le misure che i governi
intendono adottare per limitare il cambiamento climatico. Impegni che devono essere pi
ambiziosi di quelli attuali e da sottoporre allUNFCCC prima dellinizio di COP 21.
Ostacoli
Tutti gli ostacoli incontrati a Lima dipendono dalla distanza di vedute fra paesi in via di sviluppo e quelli
sviluppati.
INDCs: il testo finale della conferenza di Lima non ne chiarisce lo scopo, non fissa una deadline
formale4, non ne definisce la forma tecnica (sta ai singoli governi decidere cosa e come pubblicare),
non predispone alcun organismo di analisi degli stessi in grado di garantire che lo sforzo globale sia
sufficiente (come richiesto dal blocco dei paesi sviluppati). I paesi occidentali chiedono che gli sforzi
determinati negli INDCs si riferiscano alle sole politiche di mitigazione, al contrario quelli in via di
sviluppo chiedono che comprendano le politiche di adattamento e definiscano i contributi al Green
Climate Fund (GCF).
Pacchetto Finanziario: I partner occidentali chiedono risultati nellambito della mitigazione prima
di predisporre i flussi. Questa posizione ha minato la fiducia dei paesi in via di sviluppo su una
effettiva erogazione degli stessi.
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
_ dicembre 2015
Un fatto storico
Dopo ventanni di logoranti trattive, il 12 dicembre abbiamo assistito a un momento storico che
determiner il futuro delle prossime generazioni. Per la prima volta, infatti, i leader di 195 paesi si sono
impegnati congiuntamente a contenere il cambiamento climatico, tramite il rispetto dei piani di
contribuzione nazionale, e a porre le basi per la transizione delleconomia globale verso un modello pi
sostenibile. Laccordo rafforza il sistema delle Nazioni Unite la cui credibilit, dopo tanti accordi falliti, era
a rischio. Daltra parte, una sfida mondiale non poteva prescindere da un impegno condiviso e ambizioso.
A questo scopo, le parole di Mandela, gi citate dal Presidente della Conferenza, sono particolarmente
significative: Nessuno di noi agendo da solo pu raggiungere il successo, il successo portato da tutte le
nostre mani riunite.
I negoziatori sono riusciti a superare e ricucire le distanze e le differenze fra paesi sviluppati, in via di
sviluppo e meno sviluppati. Il conflitto Nord-Sud era stato, infatti, determinante nel fallimento della
Conferenza di Copenaghen, la cui conclusione stata dominata da una profonda e amara delusione. Al
contrario, i rappresentanti presenti a Parigi sono stati protagonisti di lunghi applausi, frutto di un accordo
che lancia un messaggio di vita, particolarmente importante se raffrontato allorrore e al senso di morte
che ha pervaso la stessa citt a novembre 2015.
I dettagli
Laccordo raggiunto sancisce limpegno dellintera comunit globale a contenere laumento della
temperatura globale entro la soglia limite di 1,5, obiettivo molto pi ambizioso rispetto ai
precedentemente previsti 2. Il testo finale pone, poi, le basi per un modello economico, a partire dal
2050, non pi dipendente dai combustibili fossili, particolarmente inquinanti e principale fonte di energia
per giganti economici come Cina e India. Il superamento dei dissidi fra le parti stato possibile, anche
grazie allistituzione di un fondo Nord-Sud per la lotta al cambiamento climatico. Il fondo, che sosterr la
battaglia al riscaldamento globale nei paesi in via di sviluppo, sar dotato annualmente di una cifra di 100
miliardi di dollari. La cifra al momento stipulata sar, in realt, la base per un obiettivo finanziario ancora
pi ambizioso. La convenzione sar, infatti, dotata della dinamicit necessaria per rispondere al
mutamento delle condizioni ambientali tramite un meccanismo di revisione quinquennale. Lo stesso
permetter, quindi, un confronto sui risultati raggiunti e, qualora le evidenze scientifiche lo richiedano, un
eventuale innalzamento del livello di ambizione. Laccordo, molto importante per la definizione degli
obiettivi e per gli strumenti materiali forniti alle nazioni pi povere, vincolante ma non prevede misure
sanzionatorie nel caso i singoli target nazionali non siano rispettati. La mancanza di pene risponde, in
parte, alla necessit dellamministrazione Obama di evitare lapprovazione del Senato, a maggioranza
repubblicana, necessaria per un trattato provvisto di strumenti di esecuzione forzata.
In questo contesto, lUE ha giocato un ruolo di primissimo piano, ottenendo una grande vittoria
diplomatica e favorendo linserimento della proprie priorit, come la clausola di revisione quinquennale,
nel testo finale. Il conseguimento degli obiettivi stato raggiunto grazie, anche, al fronte unico costituito
assieme a 79 paesi delle aree africana, caraibica e del pacifico. .
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
IMMIGRAZIONE
Negli ultimi 5 mesi sul fronte immigrazione e crisi dei rifugiati in Europa si sono susseguite numerose
azioni, prese dalle tre istituzioni principali (Parlamento, Commissione e Consiglio), e non sempre stato
facile capire cosa stesse succedendo e cosa fosse effettivamente, definitivamente approvato.
Ci sono state due risoluzioni parlamentari, due proposte della Commissione (l'Agenda sulla migrazione di
maggio e la proposta annunciata nel Discorso sullo Stato dell'Unione di Juncker a settembre) ma il luogo
politico dove le cose si sono complicate (con un susseguirsi di passi avanti e indietro) stato il Consiglio
europeo, ossia il vertice di Capi di Stato e di Governo.
L'ultimo si tenuto dopo che, durante il mese di settembre, per ben due volte si riunito il Consiglio dei
Ministri della Giustizia e Affari Interni dell'Unione (in occasione delle quali sono state prese, di fatto, le
decisioni sui ricollocamenti).
Ecco, per cercare di fare un po' di chiarezza, le decisioni prese fino a questo momento:
"Chi non condivide i valori europei e non vuole rispettare questi principi deve porsi la questione della
sua presenza in seno all'Ue" - Franois Hollande
A inizio settembre c' stato l'accordo per un primo trasferimento di 40.000 migranti da Italia e
Grecia verso gli altri Stati europei, a cui, due settimane dopo, seguito il via libera per
un'ulteriore quota di 120.000 ricollocamenti (in entrambi i casi senza obbligatoriet per gli Stati
chiamati ad accogliere i rifugiati trasferiti). Quest'ultima decisione stata presa non all'unanimit
ma a maggioranza qualificata, con il voto contrario di Romania, Ungheria, Repubblica Ceca e
Slovacchia. Condizione necessaria per l'inizio di questi trasferimenti la creazione, negli Stati
coinvolti, di hotspot di identificazione dei migranti.
I fondi
"Sarebbe completamente sbagliato per l'Unione europea dire che non possiamo farcela. Dobbiamo
impegnarci di pi sul fronte esterno" - Angela Merkel
La Commissione europea ha presentato una serie di azioni prioritarie, da adottarsi nei prossimi
sei mesi, che interessano sia il livello operativo sia quello finanziario. Per quanto riguarda
quest'ultimo, la Commissione ha proposto una serie di aumenti nei contributi, sia per il 2015 sia
per il 2016, che dovranno essere approvati da Parlamento e Consiglio. In particolare:
l'allocazione di 1,8 miliardi di euro come capitale iniziale per la creazione di un "Fondo
fiduciario di emergenza per l'Africa", volto ad affrontare alle radici le cause della migrazione
irregolare proveniente da questo continente;
l'aumento di ulteriori 100 milioni del finanziamento di emergenza per gli Stati membri pi
colpiti, finanziamento che era stato gi raddoppiato per l'anno 2015, rispetto alle previsioni
iniziali;
l'aumento di ulteriori 200 milioni per gli aiuti umanitari (destinati a World Food Programme,
Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite e altre organizzazioni impegnate
nell'aiuto immediato dei rifugiati) nel 2015 e di 300 milioni nel 2016;
l'aumento del finanziamento per tre agenzie europee (Frontex, Ufficio europeo di sostegno
per l'asilo - EASO, Europol) di 1,3 milioni di euro per il 2015 e di 600 milioni per il 2016;
il rafforzamento dello European Neighbourhood Instrument (ENI) attraverso un nuovo
contributo di 300 milioni per il 2015;
lo stanziamento di 1 miliardo di euro per la Turchia e di 17 milioni per Serbia e Macedonia
come aiuto ai Paesi confinanti con l'Unione europea nella gestione della crisi dei rifugiati.
"Nonostante la nostra fragilit e la nostra percezione di molte debolezze, oggi all'Europa che si
guarda come un luogo di rifugio e di esilio. Questo qualcosa di cui andare fieri, anche se non privo
di sfide" - Jean-Claude Juncker
evidente a tutti come, parallelamente alla previsione di aiuti e stanziamenti immediati, sia
necessaria una riforma profonda del sistema di asilo europeo, che preveda regole comuni e
condivise. Anche su questo fronte la Commissione europea ha avanzato delle proposte
concrete:
un rafforzamento di Frontex e la creazione di una Guardia Costiera Europea (una proposta
su questo sar presentata a dicembre di quest'anno);
una proposta, che vedr luce a marzo 2016, di un sistema permanente di ricollocamento
dei migranti e di una riforma del Regolamento di Dublino;
la piena attuazione delle misure contenute nel recente piano presentato dalla
Commissione in materia di rimpatrio;
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Equit di genere in
Europa
MILAN
NOVEMBER 5, 2015
Saluti istituzionali
Valeria Fedeli
(Vice Presidente del Senato)
Grazie,
sono onorata di portare il mio saluto a questa importante iniziativa.
L'adozione della strategia per la costruzione del digital single market e'
un'ottima notizia per tutta l'Unione Europea, ha un potenziale di sviluppo
incredibile e a ragione rappresenta una delle priorit del mandato di junker
come presidente della commissione.
Il lavoro da fare per l'implementazione e' molto lungo, le azioni descritte
nella strategia, che intervengono sui tre pilastri sono azioni che necessitano
di un lasso di tempo abbastanza ampio, e prevedono una serie di interventi
degli stati membri a supporto della costruzione sia della rete su cui il
mercato dovr innestarsi, che del mercato stesso per adeguare normative e
creare un contesto legislativo adeguato.
E' un'urgenza lavorare su questo, l'Europa come unit politica ha
accumulato un ritardo troppo grande sugli Stati Uniti e sta diventando una
Introduzione ai lavori
Alessia Mosca
(Membro del Parlamento europeo)
Buongiorno a tutti,
vi ringrazio molto di essere qui oggi e in modo particolare vorrei ringraziare tutti i nostri
relatori, venuti da diverse parti dEuropa e non solo, e il Centro Congressi Stelline, che ci
ospita.
Internet una tecnologia general purpose, come lelettricit e il vapore: vengono chiamate
cos le tecnologie strumentali utilizzabili in tutti i diversi settori della produzione. Questo, a
mio modo di vedere, lelemento che pi di ogni altro ci fa parlare oggi di rivoluzione
digitale. La nascita di Internet e del digitale, in senso pi ampio, e, via via, la loro sempre
maggiore capillarit nelle quotidianit delle nostre vite cos come nelle metodologie
produttive, ci impongono una riflessione, a cui dobbiamo fare seguire azioni concrete,
coerenti e soprattutto lungimiranti.
Una rivoluzione, per definizione, un avvenimento che cambia paradigmi e dinamiche di
funzionamento di un dato sistema, per modificarlo profondamente, innovarlo. Pu essere una
grande opportunit, cos come un grande rischio. La differenza tra questi due esiti antitetici
sta in noi: nelle nostre capacit di interpretazione dellesistente e di immaginazione delle sue
potenzialit ancora inespresse e, soprattutto, nella nostra capacit di regolazione. Tutte cose,
del resto, strettamente legate: non si pu regolare efficacemente un fenomeno se prima non lo
si compreso profondamente.
Durante questa giornata vi verranno presentati molti dati, ricerche, testimonianze dirette
legate al mondo del digitale e, soprattutto, allesperienza delle donne al suo interno.
Mi permetto di metterne sul tavolo qualcuno anche io, da offrire alla discussione: oggi, in
Italia, solo il 49 per cento delle donne lavora. E una cifra tristemente nota, che ciclicamente
ricompare in un servizio al telegiornale, causata da una serie di problemi che sappiamo, di cui
abbiamo discusso molte volte.
Allo stesso tempo, e forse questa cifra la si conosce meno, attualmente nel nostro Paese il 22
per cento delle posizioni aperte legate alle ICT Information & Communications Technologies
non trova candidati allaltezza.
Nel 2020 in tutta Europa potrebbero esserci, a seconda degli scenari economici, da 730.000 a
oltre 1,3 milioni di posti di lavoro vacanti.
Abbiamo un disperato bisogno di formazione, e formazione digitale in modo particolare,
proprio perch questa presenza orizzontale di Internet nel prossimo futuro render
necessarie le competenze digitali non solo in settori legati alle ICT ma in tutti gli ambiti di
lavoro. Ecco la prima occasione che abbiamo per trasformare la rivoluzione digitale in una
rivoluzione in rosa.
La seconda occasione, importante tanto quanto laumento dei posti di lavoro per le donne,
riguarda quale tipo di lavoro vogliamo avere in futuro.
Fino a questo momento, gli strumenti digitali sono stati un vincolo pi spesso che una risorsa:
le email ci raggiungono ovunque, accade sempre pi spesso che ci portiamo il lavoro a casa
eppure, allo stesso tempo, troviamo mille ostacoli se chiediamo una giornata di lavoro da casa
per esigenze personali. O si fa formale richiesta di telelavoro, con tutti gli oneri che
questultimo comporta, oppure si deve prendere un giorno, o mezza giornata, di ferie. Pur
lavorando.
E notizia recente la presentazione da parte del Governo di un ddl sullo smartworking.
Leggendo il testo, ho notato con piacere che riprende in gran parte quello presentato da me
insieme alle colleghe Saltamartini e Tinagli nel gennaio del 2014 quasi due anni fa. Fa
piacere sapere che, alla fine, le buone idee trovano sempre unoccasione di diventare
concrete!
Non solo il contenuto ma anche il metodo di quella proposta era stato innovativo. Abbiamo
organizzato dei gruppi di consultazione delle parti interessate: lavoratori, dirigenti dazienda,
avvocati di diritto del lavoro, e cos via. Abbiamo ascoltato necessit e perplessit, analizzato
opportunit e rischi, per poi tradurre questo lavoro durato circa tre mesi in una proposta di
legge. Sono felice di rivedere oggi in sala alcuni dei partecipanti a questo percorso.
Lopportunit del digitale rivoluzionaria perch ci permette, invece di cambiare singoli
elementi allinterno del quadro, di modificarne la cornice, di creare regole nuove che diano
spazio a esigenze nuove.
Lobiettivo deve essere una societ sostenibile e soprattutto inclusiva: se il digitale pu essere
lo strumento chiave di questa rivoluzione, non ho dubbi sul fatto che debbano essere le donne,
che nellinclusivit sono maestre e dellesclusivit le prime vittime, a guidarla.
Fabrizio Spada
(Head of Milan Representation, European Commission)
PREMESSA
L'ICT rappresenta oggi il pilastro di qualunque sistema
economico moderno e le opportunit da esso oferte in termini
di innovazione, crescita e occupazione sono enormi.
innovazione
aumento investment
aumento efcienza
diminuzione cost
concorrenza leale
crescita economica
PRINCIPALI OSTACOLI
Molteplicit normatve
Disparit nelle opportunit a disposizione dei consumatori
online (v.geo-blocking, accesso a internet ecc.)
FACTS&FIGURES:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Josephine Wood
(Political Advisor, S&D Group, European Parliament)
S&D
MAY 2015
TOWARDS A DIGITAL UNION - OUR PROGRESSIVE VISION
The European Union is undergoing a digital revolution that impacts on our daily, political, social, economic
and cultural lives. As European Socialists and Democrats we welcome the opportunities this revolution offers
for all European citizens and want to tackle head on any potential challenges. New technological
developments must help tackle social inequalities and discrimination, create jobs, and promote openness,
fairness, transparency, sustainability and accountability in our society.
The internet allows more open communication and better access to information - contributing to a growing
global participative community. It is no longer a mere technical platform: it drives social, cultural and
technological innovation. Internet and digital policy must serve to benefit us all, increase societal and civic
participation and improve our quality of life. For this reason, EU digital policies need to be reviewed
carefully so that all Europeans can benefit from the growing digital economy. The European Union's ability to
recover from the economic crisis and its future competitiveness will depend largely on its capacity to
promote and implement an ambitious Digital Strategy and lead in the development of digital content.
For most European citizens, using this form of communication and accessing new sources of information
from across Europe and beyond is already an integral part of everyday life. It changes the way we live, learn,
work and communicate. It is important to acknowledge positively the speed of digital and technological
change, develop a better understanding about the potential risks associated with digitization, and ensure
that this revolution truly serves our citizens and our economy so that everyone can benefit from it.
The S&D Group wants to ensure that digitization is a tool that complies with and respects our fundamental
values and in particular the protection of freedom, justice, pluralism, accessibility, and solidarity. It must
develop in ways that will help communities prosper, and promote human dignity, self-determination, the
rule of law, privacy, ethnic and cultural diversity, free speech and democracy.
We believe that Europe needs a balanced digital policy to ensure that basic values are respected. Because of
the modernising and potentially disruptive nature of digitization, digital policies need to be shaped in order
to achieve Europe's true potential and ensure that the digital opportunity is accessible to all and not only
reserved for the powerful and wealthy. The benefits of the digital economy must benefit all our communities
collectively both in Europe and globally. We need to support weaker and non-digitally literate disadvantaged
citizens in our society and increase access to digital public services in remote locations and ensure that
citizens (including people with disabilities), who cannot access the internet are not left behind.
Digitization is also a tool to help implement sustainability and sustainable growth. Smart Information and
Communications Technology (ICT) solutions will connect countries, regions, cities, rural communities,
businesses and citizens across Europe to improve the quality of lives of our citizens in resource efficient
ways. As digital policies are cross-cutting and touch many policy fields, including single market and industrial
policies, our Group calls on all policy makers, trade unions, social and cultural partners, civil society and
entrepreneurs to work together to address the different aspects of the digital economy in line with our
social democratic values and our vision. Europe's policies must reflect the latest innovations and ensure that
they create the foundations to build a properly functioning, inclusive, digital society both in Europe and
across the world.
1|P age
2|P age
More digital start-ups should be created and retained in Europe, which implies creating favourable
framework conditions, with new sources of financing, business support, fairer taxation, pan-European
interoperability standards, strong digital competences and a wider-reaching entrepreneurial culture. Our
Group will work for a closer cooperation between already established companies and new start-ups that
could promote an integrated and competitive new model of "digital manufacturing". To support new startups, the Commission and Member States should support the development of innovative hubs, geographical
locations with a rich presence of skills and businesses to create new jobs and opportunities. We must also
ensure that we create the best business environment to allow start-ups and micro enterprises to scale up
their businesses. Developing start-up accelerator programmes to allow start-ups the time and space to grow
their business models is vital to ensuring this.
We need to turn the EU's high-level industrial and end-user protection into a real comparative advantage.
Europe needs to overcome the innovation gap and promote new European industrial digital champions.
Europe's businesses need to develop their knowledge base in cutting edge technologies such as the Internet
of Things (IoT), big data, cloud computing and 3D printing and in game changing digital opportunities such as
the digitization of our cultural heritage, media and education; e-health, and games technologies. Europe
must also play a role in determining its own approach, by combining excellence in manufacturing with digital
solutions that take into account data security and protection of personal data, and more generally the
potential impact (positive and negative) on society of these digital innovations and industrial applications. In
the ICT manufacturing sector, Europe should support innovative digital manufacturing sectors, such as the
production of cable (be they copper or fibre, including the huge submarine cables), network equipment and
'chip and pin' cards, microchips which are major components of future digital machinery.
Digitization is also helping to reduce the environmental footprint of what we do. It is facilitating the
networks, partnerships and actions we need to work things out in a complex and connected world.
Industries are developing business models that are no longer only based on physical products but also
towards business models based on services. Smart solutions must be found to address the challenge of
climate change, environment, and transport and energy policies to improve environmental performance,
enhance energy efficiency, eradicate energy poverty and improve sustainable resource management. ICTenabled applications for sustainable management of natural resources and materials in production, use and
end-of-life phases should be actively encouraged. This principle should also apply to the footprint of ICT
related materials and hardware such as data centres and smartphones.
The Commission should also continue to work on creating a functioning and trusted environment for crossborder research and development (R&D) co-operation between businesses, research institutions and public
bodies. European measures such as the state aid regime and the research programme "Horizon 2020"
should be used carefully. Funding should be targeted to support innovative ICT solutions, especially for
SMEs. Regions have to focus on their productive strengths and strengthen developments by smart
specialisation, smart chains and cluster. European cooperation has to be enhanced in order to stabilize the
EU-wide value chain.
In addition, since industry and research is globally connected, it will require the development of new value
chains between companies. Cross border industrial and intellectual property protection will need to be
clarified. European companies will also need to be protected against digital industrial espionage, theft, and
sabotage more than ever. Standardization of components, including strict standardisation of the data
streams and processing technologies, will be also key.
3|P age
seek closer cooperation between already established companies and new start-ups in Europe that
could promote an integrated, sustainable and competitive new industrial model of "digital
manufacturing"
promote start-up accelerator programmes to help start-ups to grow and develop
support the development of innovative cross-border European hubs, geographical locations with a
rich presence of skills and businesses to create new jobs and opportunities.
create technology centres in less industrialised European regions in order to reduce regional
disparities, to support the wide diffusion of innovation, and to guarantee access to information for
start-ups and SMEs from regions all over Europe.
support open standards, in order to help collective work on innovation. Open source and open
access accelerate innovation processes and improve research and development. Interoperability,
openness, independence, technology neutrality and portability should be promoted in the
development of new ideas, products or services, as a sponsor and an innovation driver.
prioritize the development of European interoperability solutions and frameworks and ensure that
pan-European interoperability standards are agreed.
speed up efforts in Europe to digitize its immense capital in terms of cultural heritage and make it
available to all. It is essential for the cultural sector to make use of every opportunity offered by
new technologies, especially in the development of cultural products, and by using funding
provided by the Creative Europe Programme (2014-2020).
ensure that ICTs promote sustainable growth, enhance quality of life, tackle climate change and
energy efficiency, promote coherent environment-friendly and sustainable R&D, design,
production, use and disposal of ICTs, and extend their working life wherever environmentally
efficient.
employment and poses serious challenges for the occupational health and safety of workers. This also
presents an additional new challenge for older women and men re-entering the work force in later life. We
must ensure that any future policy framework takes this into account and seeks to mitigate, or at least
manage, this challenge.
Because our Group wants to ensure that these technologies can help develop sustainable, quality jobs, we
call on the Commission to assess the qualitative and quantitative effects of the digital economy on
employment, and to take steps to shape it in a way that is beneficial for workers. In particular we call for
more research on new forms of employment arrangements and how to safeguard job quality in such
processes of change. We also propose a debate between Member States concerning necessary adjustments
in social security systems as well as the extension of labour law to new and growing forms of employment in
order to ensure high levels of protection for employees in new forms of employment. This must also involve
discussions between social partners on how to modernise social dialogue and collective bargaining and
adapt it to new employment arrangements.
In the long term, unless Europe's leads the way in the development of innovative employment
arrangements, all these developments may put welfare systems and the quality of employment in Europe
under strain by undermining existing collective bargaining practices, eroding revenues in tax and social
security systems, and hollowing out worker's rights and mechanisms of worker participation.
By 2020, it is estimated that 90% of jobs will require digital skills in the EU. We call on the Commission to
support and prepare our workforce, through financing training and retraining actions, to take on this new
opportunity. The Commission and Member States must work to raise skill levels and increase the interest of
our young people to use their new knowledge to adapt in the new workplace. Training must also include
entrepreneurial skills in order encourage creative and innovative application of these skills. The revenue or
'digital dividend' created by the gains in digital productivity should be fairly shared along the value chain and
reinvested and used to provide public and private investment to create employment, especially in social,
health and other public services where more capacity is needed.
The S&D Group calls for Commission and Member States to:
provide ongoing assessments of the qualitative and quantitative effects of the digital economy on
employment - the digital dividend from gains in digital productivity should benefit all, not just the
employers.
support and prepare our workforce, through financing training, retraining and life-long learning ,
to take on this new opportunity.
undertake more research on new forms of employment arrangements and how to safeguard job
quality in such processes of change.
encourage social partners to become a bridge in this digital transformation of the economy and
the workplaces, in particular by providing basic assistance and support to workers and people in
need
ensure that a transition towards a digital working environment does not undermine European
working and employment standards
discuss, along with social partners, appropriate ways to address new and growing forms of
employment, possible adjustments to modernise social security systems, labour law, social
dialogue and collective bargaining, whilst continuing to ensure high levels of protection for
employees.
promote a stronger and more resilient EURES: Encourage and assist intra-EU fair mobility of
workers and its benefits.
5|P age
Our Group continues to support the goal of achieving fast broadband connections for all citizens and ultrafast connections for at least the half of all European citizens by 2020. In particular, by 2020, 30 Mbps should
be available to all Europeans regardless of where they live, and particularly in our rural and peripheral
communities. More than half of European households should have access to at least 100 Mbps. Europe also
needs to establish EU standards for state of the art 4G+ and 5G, and make sure that the EU leads the way.
The S&D Group urgently calls on the Commission to review state aid rules to allow further funds to be
invested into fixed and mobile broadband and 4G deployments. We also call for more investments at EU and
national level in research and development in the area of IT security, as well as modern encoding
technologies. The EU must help to develop public and private investment strategies to bring coherence
between national investment plans, ICT research excellence and generate a new wave of growth and jobs
connected to the new digital investments.
The European Strategic Investment Fund plan is an opportunity for coordinated investments across Europe,
developing a new role for Europe in digital innovation and in the market for products, operating systems
(OS) and services.
Investment in connectivity is potentially an instrument for convergence. It needs to be inclusive and fair and
also include full coverage of rural, remote, outermost and disadvantaged areas, to ensure that high speed
connectivity can be enjoyed by all EU citizens, businesses, public administrations, schools and other
organisations. Where there is market failure, public support and funding should be made available via all EU
instruments such as the European Strategic Investment Fund (EFSI) and the Cohesion and Investments Funds
(Cohesion Fund, ERDF, EARDF, ESF).
The S&D Group calls for Commission and Member States to:
3.2
prioritise the use of public and private financing for inclusive digital infrastructure allowing high
speed connectivity for all, covering all parts of the European Union including rural and remote
areas.
Our Group will push for the modernisation of national and European public administrations, starting with egovernment and e-democracy, but also focusing on areas such as digital public procurement, digital
healthcare, digital civil registry, public transport, electronic invoicing and digital justice at EU and Member
State level. The public sector needs to develop fully open e-public administrations that should also be made
available to citizens living in remote areas, and those living with disabilities. Digitization should help make
government procedures and legislation more efficient, and contribute to further reducing administrative
6|P age
costs without losses for the quality of services for citizens and business. Governments and the Commission
should also consider if legislation is 'digitally modern' and assess the impact if it is not. Our Group will
continue to push to make e-public administration services available for citizens travelling or residing in
another EU country than their own by ensuring the cross-border interoperability of electronic identification.
The S&D Group calls for Commission and Member States to:
3.3
Our Group favours measures to combat the steadily widening digital divide in access to the internet, e-skills,
and literacy, in order to include all citizens and give them the right to information, regardless of income,
social situation, disability, geographical location, health, age, gender or sexual orientation. In the digital era,
European citizens need to adopt 'digital worklife balance' strategies where they are able to work and live
with digital technologies in a balanced and a beneficial way.
The Commission and Member States should in particular set out measures and share best practice to
support digital skills training for micro, small and medium sized enterprises (SMEs) and citizens (particularly
for children, people with disabilities, and the elderly) and to improve e-learning models and educational
platforms (with special emphasis on tools that will engage girls at an early age) .
At school, digital skills and coding must be taught to all children and should be introduced into national
education curricula. These skills will allow our children to be creative and be ready to operate in our digital
society. And crucially, these skills will help children to protect themselves.
To support access to digital skills, we want all people to have open access to digital educational media
without barriers. Open educational resources and the further development of digital learning and teaching
materials under free licences, could contribute decisively towards achieving equal opportunities in
education. This is also strongly supported by the European Programme for Education, training, youth and
sport - Erasmus+ Programme.
In addition, all generations should be enabled to use the possibilities of the digital world independently,
critically and responsibly and be able to protect themselves from abuses or associated risks. EU citizens have
to be made aware of their digital rights. Advanced training and continuing education have become crucial
because of digitization's quicker innovation cycles. Cyberbullying, fraud, online grooming, hate speech and
hate crimes, and harassment present growing threats to vulnerable citizens in the online community, and in
particular have made the internet an increasingly unsafe space.
Online communication platforms and the wider internet should be encouraged in any future policy
framework to address these issues and respond to legitimate complaints of online behaviour which
threatens, bullies, or harasses.
7|P age
Finally, globally, digitization is a tool that could help developing countries out of poverty. The S&D group like
to see a digital literacy development target.
The S&D Group calls for Commission and Member States to:
support micro, small and medium enterprises and citizens, the elderly and people with disabilities
to have access to digital services across borders
develop digital educational IT courses adapted to girls and boys
include digital skills in the school curriculum from primary level upwards
promote STEM (Science, Technology, Education and Mathematics) subjects in higher education
guarantee open access to digital education and ICT tools
work with digital companies to prevent cyberbullying and promote 'online best behaviour'
promote digital literacy development targets at global level
guarantee online protection of the vulnerable - children in particular must be a priority, especially
when it comes to abuse online. An open and free Internet for all does not mean an Internet
without rules. We also call for more funding to go into this aspect of digital work and more
analysis of the cultural and societal impact of a digitised society on our citizens.
It is essential to establish trust in digital solutions for citizens, consumers and companies. Europe's digital
strategy must balance ICT innovation with the need to protect citizens' personal data, and privacy. We want
to work with Member States to conclude negotiations on the Data Protection Package so that a final
agreement with high protection standards is reached soon. All new digital technologies that collect, store
and use big data (including algorithm development) must respect personal privacy,
The security of electronic communications and networks is fundamental if they are to ensure that this
technology is fully trusted by citizens and companies, especially SMEs. More EU coordination and
operational cooperation (and swift adoption of the "cybersecurity" Directive) and European industrial
leadership is also needed to prevent and counter growing cyber-attacks and to ensure high and
homogeneous levels of security across the whole European territory.
The S&D Group calls for Commission and Member States to:
agree the Data Protection Package which must include a high level of protection for citizens.
ensure that the use of digital technologies that enable to collect, store and use big data (including
algorithm development) respects personal privacy.
build trust by guaranteeing the security of electronic communications and networks technologies,
especially SMEs and micro businesses.
agree the Network Information Security (cybersecurity) directive, in order to ensure better
cooperation to prevent and deal with unwanted cyber-attacks.
8|P age
4.2
Our Group wants an electronic communication network to provide services to businesses and customers
that are fair, accessible (including across borders), affordable, connected and coordinated. The regulatory
framework for electronic communications needs to be updated take into account digital innovation, evolving
customer digital needs, updated consumer protection, cross border competition, and support Europe's
digital needs.
The S&D Group calls for Commission and Member States to:
4.3
Consumer rules and fundamental rights for online digital provision of goods and services must be promoted,
respected and defended. There should be a fair and transparent digital environment. It is crucial to combat
geographical discrimination against consumers, different conditions of access based on the nationality or the
place of residence of goods and service recipients within the Digital Single Market.
The S&D Group calls for Commission to:
consider reviewing the e-commerce directive and its impact on consumer protection and ensure a
fairer and innovation friendly online environment.
consider introducing an e-commerce trustmark, update the enforcement directive and monitor
closely the functioning of the recently implemented Consumer Rights Directive in the digital
economy.
strengthen the rules on "cookies" to give consumers actual information of the possible risks so
that they can provide informed consent
establish a European-wide labelling scheme to inform consumers about receiver-performance in
mobile phones.
ensure that the Alternative Dispute Resolution Directive is implemented correctly by the Member
States, taking into account language diversity, and set up the Online Dispute Resolution Platform
as soon as possible.
propose an e-delivery services driven towards innovative and interoperable solutions for a truly
European delivery market and ensure that a more transparent calculation of delivery costs while
online purchasing is undertaken.
enforce EU competition rules in order to prevent excessive market concentration and abuse of
dominant position, to monitor competition with regard to bundled content and services, and if
necessary consider establishing a legislative framework for unbundling search engines from other
commercial services.
9|P age
4.4
The EU needs a regulatory framework which promotes a fair, open and transparent competitive
environment for all economic actors in Europe.
The S&D Group calls for Commission and Member States to:
4.5
review business practices of platforms in the so-called "sharing economy," and consider the
possibility of a framework for the operation of platforms in the digital economy.
insist on the application and enforcement of existing regulation in the areas of labour law, health
and safety regulations, data protection and consumer protection standards.
consider that so called 'Over The Top (OTT)' providers should be subject to the same regulation
when it comes to content, access or privacy and data protection, and when they provide
comparable telecoms services to those currently covered by the electronic telecommunications
frameworks.
ensure a coordinated, fair and sustainable taxation policy in the digital economy
align tax rates for digital content and similar physical goods such as e-books.
Adapting legal rules to the digital world:
Europe's creative and cultural industries play an essential role in promoting cultural diversity, and are a
major factor of growth and job creation: they are an important player in the EU's economic recovery. The
S&D Group will push for the right balance to be found between authors, artists, producers, distributors
(online and offline), and users with regard to the tension between access/circulation and protection of
creative content online.
Whilst EU copyright rules are central to the promotion of creativity and innovation, they also regulate access
to knowledge and information to protected content. Digitization has opened up access to protected content
without proper remuneration, and our Group believes that any new proposal must properly recognise the
critical importance of creators' rights in guaranteeing cultural diversity and fair remuneration and in
encouraging investment in the creative industries.
In addition, geo-blocking in itself hampers the digital economy, but even more importantly it incites EU
consumers to use circumvention tools which may push them into criminality. At the same time, exclusivity
and territoriality are a fundamental part of each Member State's cultural policy, allowing equitable
remuneration of right holders.
The S&D Group calls for Commission to:
review European copyright laws at EU level to ensure that they will support public access to
cultural goods while finding balanced solutions to guarantee creators' rights and user access, fair
remuneration and promote investment in the cultural sectors.
ensure that creative workers and artists keep hold on their intellectual property with the
advancing commodification of art and culture.
review market practices that abuse dominant positions to distributing content without proper
remuneration to the creators.
Solve the problem of geo-blocking fairly, a business practice which prevents access to paid content
or information in another EU country. Geo-blocking in itself hampers the digital economy, but
even more importantly it incites EU consumers to use circumvention tools which may push them
into criminality.
10 | P a g e
4.6
The Internet is by definition global and can benefit all its citizens. Digitization is a tool that could help
developing countries out of poverty. The European Union must ensure that its internal policies also reflect
on global actors and partners. The issue of standards is also a key issue in global competition.
The Commission and Member States should:
promote at all levels and strengthen a more inclusive, open, transparent model of global internet
governance which is multi-stakeholder and accountable. The ICANN system must be more
accountable and transparent and ensure that it operates in the overall public interest and is not
influenced by private or national interests.
develop a coordinated strategy to promote European standards in international standardization
committees
ensure that affordable access to broadband infrastructure, access to the open internet and the
provision of digital skills should be part of the UN Millennium Sustainable Development goals.
11 | P a g e
CONCLUSIONS
Digitization will bring new opportunities and challenges for European citizens in the form of new skills,
jobs and economic growth, and could help Europe's long awaited economic recovery, enhance EU internal
and external competitiveness, and ensure that the digital revolution promotes social cohesion and
inclusion. As policymakers, our Group recognises this and will fight to ensure that digitization is a tool that
can reinforce our values and policy priorities.
The S&D Group calls on the Commission and Member States to include the following points in upcoming
legislative and funding proposals to ensure the completion of a Digital Union:
1. Support to adapt the EU's changing industrial and innovative base.
2. Invest in digital infrastructure, e-government, and e-skills.
3. Commit to creating jobs for all - building on the existing social and employment rules to adapt to
the new ways of working and promote funding for training and retraining.
4. Make EU law digital, trusted, fair and responsible by agreeing the data protection regulation.
5. Build trust by ensuring that citizens are protected online and there is security of electronic
communications and networks technology, especially SMEs and micro businesses.
6. Review European copyright laws at EU level to ensure that they will support public access to
cultural goods while finding balanced solutions to guarantee creators' rights and user access, fair
remuneration and promote investment in the cultural sectors.
7. Find a fair EU level solution to geoblocking.
8. Propose a fair competitive and consumer friendly framework for all businesses who operate in the
European digital market.
9. Affordable and accessible connectivity for all across the whole of the European Union
10. Ensure a coordinated, fair and sustainable taxation policy in the digital economy
12 | P a g e
Gianna Martinengo
(Entrepreneur Didael KTS; Chairperson
Women&Technologies)
INNOVATION
With innovation activities we mean all steps (scientific,
technological, organizational, financial and commercial )
enabling the implementation of innovation.
Some innovation activities are themselves innovative, others
are not new, but they are necessary for the implementation
of innovation, such as R & D.
We know the importance that innovation plays in
competitiveness of firms and nations. States should
undertake policies to stimulate innovation processes in
companies with incentives to research funding and
improvement of human capital.
2015 Didael KTS S.r.l. Gianna Martinengo All rights reserved
Digital Inclusion
ST EAM Vs ST EM
2015 Didael KTS S.r.l. Gianna Martinengo All rights reserved
Barbara Bontempi
(CEO & partner DigitalBees)
Connectivity:
an index of ecosystem health
Transilvanian
WiFi
Connectivity:
an index of ecosystem health
Milan
countryside
WiFi
Digital advertising:
another index of ecosystem health
Digital advertising:
another index of ecosystem health
Casaleggio e Associati
BUT
Italian local market is
dominated by international
marketplaces
Casaleggio e Associati
Big businesses /
markeplaces
Small boundaries
Small businesses
Big boundaries
Michele Colajanni
(Responsible for "Ragazze Digitali")
Numero 1
Creatore software
Numero 2
Commercialista e revisore
Numero 3
Analista di mercato e
specialista di marketing
Numero 4
Analista di sistemi
informatici
Numero 5
Specialista in risorse umane
e in relazioni del lavoro
Numero 6
Amministratore di
reti e di sistemi
Percorso
Ada (coding)
Percorso Lisbeth
(autodifesa)
Scuole di provenienza
2015
Provenienza:
Terzo e quarto anno superiori
Area Modena e Reggio Emilia
9% 7%
42%
42%
Liceo Classico
Liceo Scientifico
Istituti Tecnici indirizzo informatico
2014
11% 5% 8%
76%
2014
2015
Edizione 2015
Edizione 2014
Presente
Futuro
Garantito dal cofinanziamento della Regione Emilia
Romagna per il periodo 2016-2018
Realizzare un vero camp
Estensione del camp a ragazze provenienti da altri Paesi
europei
Contatti
http://www.ragazzedigitali.it
http://www.ragazzedigitali.it/digital-girls-2015-edition/
michele.colajanni@unimore.it
Antonella Ninni
(Coordinator "Eccellenze in Digitale", Chamber of
Commerce Florence)
Chi sono
Da Studi Internazionali al
made in Italy, ho scoperto
la bellezza delle piccole
aziende italiane
Cosa fa un
digitalizzatore?
Studia
Ricerca le aziende deccellenza
Concorda un primo incontro in bottega
Semplifica (niente sigle e inglesismi)
Crea un piano di lavoro graduale e
sostenibile nel lungo termine
Fa da tutor con incontri 1:1
Misura e confronta i risultati
Realizza workshop tematici e
formazione di gruppo
Collabora con gli stakeholder locali
Racconta le storie degli artigiani e le
best practice via blog e social
La
storia
di
Silvia
e
Daniela
La storia di Silvia e Daniela, Nerdi Orafi Firenze
La
storia
di
Chiara
La storia di Chiara, Sbigoli Terrecotte
Anna Puccio
(Secretary General, Fondazione Italiana Accenture)
Anna Puccio
Segretario Generale
67% donne
occupate nel terzo settore
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
e
ai concorsi VideomakARS & Share in Action
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
900 partecipanti
concorso WE-Women for Expo
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
In Accenture
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
100.000 donne
su un totale di 358.000 dipendenti
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
The Digital Single Market: a revolution en rose? | Anna Puccio | Segretario Generale Fondazione Italiana Accenture | 5 novembre 2015
Mina Pirovano
(President of Lombardy Committee for Female
Entrepreneurship)
Imprese femminili
+0,6% in Italia e +1,4% in Lombardia in un anno
LICT rosa
+2,3% in un anno (dato nazionale)
+3,2% (dato lombardo)
Commercio all'ingrosso di
apparecchiature elettroniche per
telecomunicazioni e componenti
elettronici +21,3%
Fonte: elaborazione dellUfficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza (dati settembre 2015)
Posta elettronica
Microblog e blog aziendali
Social network
Wiki, siti web per condividere contenuti multimediali tra
gli utenti che lo utilizzano
Blog, canali social
Sito web
Nessuno
Lombardia
77,4%
1,7%
9,0%
2,7%
11,6%
38,1%
3,2%
Fonte: elaborazioni dellUfficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Ministero dello Sviluppo economicoe Infratel Italia
1.Corea 10,70%
%
12
2.Giappone 7,02%
3. Irlanda 6,99%
Software publishing
IT and other information services
10
8
6
4
2
Italia 3,72%
La rivoluzione digitale
Quali opportunit per le donne?
1.
Creazione di nuove
professionalit nel
mercato
2. Miglior qualit del
lavoro e realizzazione
professionale
3. Strumento di work-life
balance
Professioniste digitali
Donne occupate nel settore ICT
36,1% in Italia
35% in Lombardia
Occupati nelle imprese dei settori ICT in Italia
TOTALE Occupati
Fabbricazione di computer e prodotti di
elettronica e ottica, apparecchi
elettromedicali, apparecchi di misurazione e di
orologi
Edizione di software
Telecomunicazioni
Produzione di software, consulenza informatica
e attivit connesse
Attivit dei servizi d'informazione e altri servizi
informatici
Riparazione di computer e di beni per uso
personale e per la casa
TOTALE
Donne
Totale
% donne
36.633
762
33.880
116.951
2.742
98.763
31,3%
27,8%
34,3%
73.383
256.007
28,7%
79.403
126.705
62,7%
10.143
234.204
48.012
649.180
21,1%
36,1%
Fonte: Elaborazione Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza su dati Istat - ASIA 2011
Assunzioni
previste
TOTALE ICT
Fabbricazione di computer, unit periferiche,
componenti e schede elettroniche
Servizi informatici e delle telecomunicazioni
RIPARTIZIONE TERRITORIALE
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud e Isole
CLASSE DIMENSIONALE
1-9 dipendenti
10-49 dipendenti
50-249 dipendenti
250 dipendenti e oltre
Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2014
uomini
ugualment
e adatti
donne
16.010
12,8
7,8
79,5
1.090
14.920
38,5
10,9
6,1
7,9
55,4
81,2
6.050
3.030
4.180
2.750
10,7
14,3
18,1
7,6
7,2
11,4
5,3
8,8
82,1
74,4
76,6
83,7
4.870
2.410
2.740
5.990
23,9
19,1
6,5
4,0
16,8
9,1
2,2
2,4
59,2
71,8
91,3
93,6
Smart working
Nuove
tecnologie
Cambiamenti
sociali
Ripensamento
delle politiche
e dei modelli
di
organizzazione
del lavoro
Miglioramento
della vita e
benessere
collettivo
Circolo virtuoso di
comportamento
nelle imprese e
nelle persone
Roberta Cocco
(National Plan Director, Microsoft Western Europe)
Nuvola Rosa
Donne, Scienza e Tecnologia
Roberta Cocco
National Plan Director
Microsoft Western Europe
@robi_cocco
Nuvola Rosa
Iniziativa socio-culturale ideata da Microsoft Italia nel 2013
Obiettivo
Colmare il digital gender gap nei campi della scienza,
tecnologia, matematica e ingegneria
Target
Ragazze italiane e straniere tra i 17 e i 24 anni
Scenario
Il percorso
Firenze
2013
Roma 2014
Milano 2015
I Partner
Sinergie tra settore privato
e settore pubblico
Endorsement internazionale
grazie al sostegno
delle principali
organizzazioni internazionali
UNWomen | ITU |
UNRIC | UNESCO
Il format
Conferenza stampa
di lancio
In concomitanza con
il GIRLS in ICT Day
promosso da ITU, per
presentare liniziativa alla
stampa, influencer, istituzioni
3 giorni di
formazione gratuita
sulle digital skills
Eventi collaterali
Piattaforma digitale
e campagna social
Notizie sugli eventi
in programma,
approfondimenti, video
e molto altro
www.nuvolarosa.eu
La formazione
La formazione
Oltre 150 workshop, tenuti da volontari Microsoft e dei partner,
oltre a numerosi collaboratori e speaker internazionali
Pink Teens
Pink Academics
International Pink
Coinvolgimento delle Universit
sia per ospitalit che per recruiting delle ragazze
I risultati
Roma 2014
+ 700 ragazze
Firenze 2013
+ 400 ragazze
+ 1500 tweet
+ 40 corsi
+ 7500 tweet
+ 50 corsi
Milano 2015
+ 1900
ragazze
# 18
nazionalit
+ 11500 tweet
+ 150 corsi
+160 articoli
Verso il futuro
Computer Science
can unlock
the best opportunities
in the World
Satya Nadella
Grazie!
Chiara Bisconti
(City councilor)
12
13
14
18 Febbraio 2016
Luisa De Vita
(Research fellow, Sapienza University)
Flessibilit
Innovazione
Internazionalizzazione
Cambiamento dei modi e dei mondi della
produzione
Ridefinizione dei tempi e dei ritmi
Complessi e multifattoriali
Aumento et media
Aumento instabilit lavorativa
Aumento della vulnerabilit e delle situazioni di dipendenza
Maggiori necessit legata alla conciliazione
In cambiamento rispetto
Alla situazione economica, sociale, politica
Alle caratteristiche personali e familiari
Al momento del ciclo di vita
Al ruolo ricoperto
Le risposte
diventano strategiche
nella erogazione di servizi e/o dispositivi
nella predisposizione di interventi di riorganizzazione
lavorativa: smart working e co-working
Elementi di innovazione
Possibilit di ragionare:
sul tema della qualit del lavoro
sullimportanza di attivare politiche per il complesso dei
dipendenti
riducendo:
Lottica quantitativa e strumentale:
Es. politiche di pari opportunit che hanno promosso loccupazione femminile
senza pero domandarsi pi donne ma dove? Con quali condizioni lavorative?
Supportate da chi?
Opportunit
Rischi
Prospettive future
luisa.devita@uniroma1.it
Riccarda Zezza
(Social Entrepreneur, founder PianoC)
Investigating (three)
words
Riccarda Zezza, Piano C
October 2012
December 2012
June 2013
Word number 1
Culture = (?)
Culture: noun
the beliefs, customs, arts, etc., of a particular society,
group, place, or time
a way of thinking, behaving, or working that exists in a
place or organization (such as a business)
Culture = (?)
Word number 2
Innovation = technology
Innovation: noun
1: the introduction of something new
2: a new idea, method, or device
Innovation = technology??
Word number 3
Technology = ?
Un aumento del PIL europeo del 5 per cento e oltre 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro: questi i benefici previsti, nei
prossimi 8 anni, se saranno raggiunti gli obiettivi dellAgenda Digitale europea.
Una grande opportunit, dalla quale, se non cambiamo qualcosa ora, rimarr ancora una volta esclusa la met della
popolazione mondiale: le donne.
Tra i dati relativi alla sotto-rappresentazione delle donne nel settore ICT (Information & Communication
Technologies), vale la pena citare:
su 1.000 donne laureate in Europa, solo 29 hanno fatto un percorso di studi in ICT e di queste solo 4
lavorano poi effettivamente nel settore;
le donne lasciano il lavoro a met della loro carriera: se, infatti, il 20 per cento delle donne di trent'anni
con una laurea ICT lavora nel settore, la percentuale crolla al 9 per cento per le loro colleghe sopra i 45
anni;
questa scarsa presenza di donne nel campo ICT si rileva anche, e a maggior ragione, nei ruoli manageriali:
solo il 19 per cento dei lavoratori ICT ha un capo donna.
Quali sono le cause? Tre le pi rilevanti:
Tradizioni e stereotipi culturali riguardo il ruolo delle donne nella societ e riguardo l'area delle nuove
tecnologie.
Fattori sociopsicologici che respingono le donne dall'ambito ICT e soprattutto dalle sue posizioni apicali
(barriere interne). Ad esempio: mancanza di fiducia in se stesse, di abilit di negoziazione, avversione al
rischio e un atteggiamento negativo verso la competizione.
Elementi intrinsechi al settore ICT che rafforzano il gap di genere (barriere esterne). Ad esempio: un
ambiente fortemente maschile, una difficile conciliazione tra la vita professionale e quella privata,
mancanza di modelli di ruolo nel settore.
Una piena partecipazione delle donne nel mondo delle tecnologie e del digitale, tuttavia, porterebbe significativi
benefici anche per l'economia dei nostri Paesi e delle aziende. Infatti:
se le donne occupate nell'ambito ICT fossero lo stesso numero degli uomini, il PIL europeo ne
guadagnerebbe 9 miliardi all'anno;
le aziende con un pi alto numero di donne nel proprio livello di management raggiungono il 35 per
cento in pi di redditivit sul capitale proprio e il 34 per cento in pi del reddito totale per gli azionisti;
Oggi, in Italia il 22% delle posizioni aperte legate alle ICT non trova candidati allaltezza. Nel 2020 in tutta Europa
potrebbero esserci, a seconda degli scenari economici, da 730.000 a oltre 1,3 milioni di posti di lavoro vacanti:
un'occasione unica per aggredire concretamente il fenomeno della disoccupazione femminile (ricordiamo che in
Italia quasi una donna su due senza lavoro). Dobbiamo agire ora: serve soprattutto formazione adeguata, una
politica ragionata riguardo la diffusione di e-skills. Ma serve anche un sostegno all'imprenditoria femminile con
linee di finanziamento dedicate e, infine, sono prioritarie misure volte a cambiare la cultura e ad avvicinare le
ragazze alle materie STEM, ad appassionarle al digitale e all'informatica e, soprattutto, a dimostrare loro che
possono affrontare questo mondo senza mai dover avere la paura di sentirsi inadeguate.
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
le donne che lavorano nelle ICT guadagnano circa il 9 per cento in pi delle donne che ricoprono ruoli
simili in altri settori.
EUROPA:
FEMMINILE PLURALE
Women on Board in Italia e in Europa
9.12.2014 | Parlamento europeo
Evento organizzato da Alessia Mosca, MEP - coautrice della legge italiana n. 120/2011
www.alessiamosca.it - email@alessiamosca.it
Saluti istituzionali
On. Patrizia Toia - MEP
On. Sylvie Goulard - MEP
On. Lella Golfo - Presidente Fondazione Marisa Bellisario
On. Viviane Reding - MEP
Introduzione
On. Alessia Mosca - MEP
ALESSIA MOSCA
ALESSIA MOSCA
PATRIZIA TOIA
SYLVIE GOULARD
Grazie Alessia. Inizio dicendo che non possiamo
fare questa battaglia senza gli uomini. Ci sono due
livelli. La prima ragione per cercare di raggiungere
pi uguaglianza proprio il tema dei diritti, quelli
della carta dei diritti fondamentali - ma non voglio
sottolienarlo troppo perch conosciuto. Non
accettabile dal punto di vista dei valori che ci siano
ancora tante differenze.
Non stiamo parlando di una battaglia teorica, gi
nella legge europea e nazionale. Cerchiamo ora di
mettere davvero la realt su un piano legale.
La seconda cosa molto importante che sottolinerei
che non una battaglia dei diritti, ma una battaglia per
la crescita e per la competitivit. E questo mi sembra
molto importante ripeterlo, perch se a un governo
europeo dite: Ti do una soluzione per fare crescere
il tuo PIL, ognuno dir che sar molto interessato:
Dimmi, come si fa? Quale piano di investimento?
No, non un piano, sono gli studi OCSE sulla mancanza
di uguaglianze! Ecco cosa significa (la disuguaglianza)
per la crescita, lo spreco della met delle risorse umane
in paesi europei dove queste stesse ormai sono pi
difficili da trovare per ragioni anche demografiche.
Non dobbiamo esitare a usare questo argomento.
So che in Italia c Valore D, organizzazione molto
attiva con le imprese. Per dire in modo provocatorio:
non chiediamo lelemosina per le donne, chiediamo
solo il riconoscimento del contributo possibile nella
societ.
LELLA GOLFO
VIVIANE REDING
ALESSIA MOSCA
Grazie per il racconto di una storia che abbiamo,
come avete sentito, condiviso perch tanti di questi
passaggi li abbiamo vissuti in Italia, in Europa,
contemporaneamente, segno che stata davvero,
e continua a essere una battaglia da compiere a tutti
i livelli.
Uso questi due minuti prima di dare la parola a tutti
gli altri speaker che sono previsti, per dire qualche
cosa di pi sul motivo che mi ha spinto a organizzare
questa chiacchierata di oggi, che viene proprio da
questi racconti di introduzione a questa nostra serata.
MONICA PARRELLA
soltanto pi inclusivo, ma anche un paese che cresce, Il secondo elemento questa interazione tra pubblico
un paese migliore.
e privato. importante che la legge si applichi non
solo alle quotate, ma anche alle societ controllate
pubbliche. C poi un elemento di gradualismo perch il primo target il 20% e poi si arriva a un terzo
- e, ancora, lelemento delle sanzioni, anche questo
importante perch una legge forte che va rispettata
Continuiamo anche oggi nella mappatura e come per non arrivare alla decadenza.
viene implementata la legge. Lo diciamo spesso, in
Italia e anche in Europa purtroppo, non viene seguito Per quanto riguarda i primi risultati. Fino
liter di una legge, non si segue limpatto che ha. In allapplicazione della legge, c un trend di crescita
questo caso stiamo invece assistendo a un buon lentissima, quando poi invece viene introdotta c un
esempio anche in questo senso di come si possa salto in avanti considerevole.
studiare limpatto per vedere che aggiustamenti, in Per quanto riguarda le analisi pi specifiche che
caso, possano essere fatti.
abbiamo condotto come universit e anche in
ALESSIA MOSCA
ALESSIA MOSCA
MARIA LATELLA
Intanto grazie ad Alessia Mosca perch il motore
di questo incontro e ci vogliono le persone che
diventano motore delle cose.
Siccome abbiamo i tempi stretti e ci sono tante cose
da dire, vorrei iniziare subito con Tommaso Arenare,
di Egon Zhender. Dal mio punto di vista mi preme
dire che le cose si fanno perch ci sono le persone che
le fanno, Tommaso uno che ha fatto s che le cose
succedessero.
Quando sento dire che ci sono delle separazioni
tra il modo di pensare di uomini e di donne e che
sono mondi che non comunicano, io sorrido perch
da 4 anni tutte noi con Tommaso comunichiamo
benissimo!
TOMMASO ARENARE
La prima cosa che vorrei sottolineare che per tutti
noi fondamentale imparare a scegliere le persone
superando pregiudizi inconsapevoli. Lo dico sempre,
ma fondamentale: lessere umano ha un cervello
che sceglie male, inconsapevolmente sceglie persone
simili. Guarda prima di tutto a questo e lo fa perch
lo stesso cervello di quando vivevamo nelle savane in
piccoli gruppi familiari ed era una questione di vita o
di morte capire se avevamo di fronte una persona e se
questa persona era simile a noi, o se era un animale o
unaltra persona pericolosa da cui scappare.
Questo quello che ha frenato il ricorso alla diversit
di genere che oggi, per fortuna, si riusciti a cambiare.
Dico per fortuna perch c voluta tanta fortuna.
LItalia era distratta e in un momento di distrazione
ha fatto una legge che un capolavoro. Ricordo che
quando stata fatta questa legge la Confindustria
e lAbi, lassociazione delle banche italiane, due
grandissime istituzioni, si sono pronunciate insieme
contro di essa. Non era mai successo nemmeno
MARIA LATELLA
Vorrei che Monica Pesce ci presentasse il progetto di Il tema della tavola rotonda mi piaciuto molto
PWA che ha ottenuto un finanziamento importante. perch cosa fare con il potere una volta conquistato
un tema molto ottimista. E allora mi sono posta
la domanda: cosa vuol dire potere? Sono andata a
vedere il significato di potere e sono andata a vedere
[slides di presentazione]
letimologia della parola. Nasce dal verbo potere dal latino -, da lidea della possibilit, potere come
Vi parlo di questo progetto: ME-TOTEM - MEntoring as capacit. Poi da capacit si trasformato in forza, in
TOol Towards Empowerment, che si muove su 3 livelli e dominio, e poi un po alla volta diventato privilegio.
va nella direzione di quello che stato discusso oggi. Quindi in realt la parola potere per noi oggi vuol dire
Si verificato quello di cui tutti noi eravamo convinti pi privilegio che non possibilit. Siamo passati dalla
a tutti i livelli: cambiare i numeri nei board avrebbe possibilit di far qualcosa alla possibilit di imporsi
generato un impatto sugli executive allinterno delle sugli altri. Mi sono domandata se noi donne arrivando
aziende, o quantomeno che lo avrebbe generato al potere non possiamo fare ritorno a quella che
pi velocemente. Ci siamo resi conto a partire dalla lorigine etimologica del potere, che proprio il senso
Norvegia, ma ci aspettiamo che un risultato simile di possibilit. Un ritorno indietro.
si verifichi in Italia e in altri paesi europei e questo Con la mia societ abbiamo iniziato una ricerca 2 anni
non sta accadendo perch non c una cinghia di fa e abbiamo trovato uno studio su donne leader
trasmissione tra quello che avviene a livello di board e americane, un nutrito numero di donne in altissime
quello che avviene a livello di aziende. Men che meno posizioni di leadership. Si investigava il tema della
quello che avviene a livello di ingresso delle donne leadership al femminile.
nel mondo del lavoro.
Non era ricercato il tema della genitorialit per le
Si laurea il 60% di donne, entra il 60% di donne nel donne hanno iniziato a parlare di leadership in un
mondo del lavoro, quando poi saliamo i numeri modo che non si era mai sentito prima.
crollano. C bisogno di fare cultura, di fare role model Vi riporto un po di virgolettati dove si vede per
(un tema di cui parliamo tantissimo) c bisogno di esempio che per loro la leadership la capacit di
fare cultura nel senso di awareness affinch le cose abilitare gli altri a fare cose. Quindi vediamo che si
cambino.
sente un po come un genitore che non ti trattiene ma
Come PWA insieme al nostro network di Bruxelles e ti lascia libero e ti mette nelle condizioni di fare, che ti
alla federazione europea, abbiamo deciso di lavorare dice: Tu puoi.
con lo strumento del mentoring partendo dal livello
dei board, cio uomini e donne che oggi siedono in Altro concetto che emerso e che prima non era
un board che si faranno sponsor di donne ready for mai emerso associato alla leadership, stato quello
board but not yet in a board e a cascata queste donne della creazione. Quindi la leadership come guida,
saranno mentor allinterno delle aziende per lavorare come il potere di avere cura. Abbiamo allora iniziato
sul middle management; ancora, a loro volta queste a sviluppare il tema della leadership generativa,
ultime saranno mentor/sponsor delle neo laureate. completamente diverso dal senso di potere come
Lo scopo di cominciare a creare una cultura del dominio che quello che normalmente troviamo.
percorso professionale. Altro aspetto che abbiamo Il terzo tema interessantissimo che uscito da questa
verificato che le donne non hanno labitudine di ricerca che questo tipo di leadership queste donne
pianificare, di costruire un percorso professionale che americane si trovavano a praticarlo quotidianamente.
punti verso una posizione di executive, una posizione Per loro la maternit, cio trovarsi a casa, gestire i
di vertice, una posizione di board.
figli, marito, baby sitter eccetera, era una palestra
Lelemento cardine che sfruttando linternazionalit quotidiana di leadership. Loro dicevano appunto: se
oggi, ma soprattutto limprinting europeo della nostra sei una brava madre riesci assolutamente a gestire
associazione, tutto questo lo si faccia e lo vogliamo bene anche un gruppo di burocrati.
fare a livello europeo.
Hanno quindi dovuto fare una seconda ricerca in
Abbiamo lavorato tanto per la legge in Italia e per cui sono andati a investigare proprio la maternit
le donne nei board. Vogliamo portare quello che come palestra di leadership - non se laspettavano. Si
abbiamo imparato e stiamo imparando anche a sono accorti che quando le donne sono abbastanza
un livello europeo. Vogliamo che questa diventi importanti da permetterselo, cambiano le parole.
unesperienza europea.
Quindi proprio una questione di definizione. Il potere
MONICA PESCE
MARIA LATELLA
Vorrei aggiungere una cosa, sul tema del potere. Sono
stata qualche giorno fa a un convegno e quando
una delle manager ha parlato di potere c stata
una sollevazione nella platea perch tutte le donne
presenti rifiutavano lidea dellassociazione tra donne
e potere. Io credo che invece, come Riccarda abbia
dimostrato, il potere abbia una etimologia e una
chiave proprio nella nostra natura.
Proporrei a Ciro Imparato di darci una delle sue
chiavia sorpresa! Credo sia curioso vedere come
un comunicatore professionale veda la leadership
femminile.
CIRO IMPARATO
La leadership femminile una nuova frontiera che pu
portare a una perfezione evidentemente superiore.
Nella leadership femminile esiste lintelligenza. Ho
capito veramente questo aspetto quando insieme a
Giampiero Quaglino ebbi la possibilit di creare un
corso che si chiamava La voce della leadership.
Che cos la voce della leadership? Significa che
esistono dei tratti distintivi che caratterizzano uomini
e donne e questi tratti distintivi una volta applicati,
una volta utilizzati, sono in grado di far s che in due
maniere completamente differenti si possano guidare
le persone. Perch poi al di l del potere, parliamo di
leadership come guida, come gestione, come idea di
far s che le persone seguano qualcuno perch questo
qualcuno in grado di fare in modo che tutti possano
credere in lui/lei.
Che cos la leadership al femminile? un modo
diverso di ottenere lassertivit. Un modo pi gentile,
se vogliamo, pi democratico, che tenga conto di
ci che si vuole dire e che tenga conto anche delle
altre persone oltre che di quelle che guidano, perch
la cosa pi importante fare in modo che si capisca
laltro. Se di diversit bisogna parlare, bisogna parlare
dellaltro. Non si pu far nientaltro che capire laltra
persona. Quindi prima lempatia, la conoscenza
dellaltro. Quando abbiamo negoziato le nostre
specifiche diversit, allora s che possiamo fare in
modo che si possa creare qualcosa di comune.
Apparentemente quindi la leadership al femminile
rappresenta un lavoro in pi. Ovvero tener conto non
solo di chi parla ma anche di chi ci ascolta. In realt
alla lunga si tratta di un lavoro risparmiato perch
consente di eliminare ogni forma di resistenza,
di conflitto, di incomprensione. Quante riunioni,
quanti consigli di amministrazione si fondano su un
conflitto? Quanto viene perso tutti i giorni in tutta
Europa perch manager uomini e donne confliggono
costantemente?
Entriamo meglio in cosa possa essere questo senso
di leadership al femminile. Intanto la leadership
al femminile la leadership di ogni donna?
Incredibilmente e forse anche inspiegabilmente la
risposta no.
Perch la leadership al femminile non la leadership
di ogni donna? Perch il modello quello maschile.
E perch per lungo tempo per tantissime occasioni il
modello di riferimento non ha potuto essere altro che
quello con il quale e contro il quale combattere. Non
perch le donne non abbiano il desiderio di esprimere
questi tratti caratteriali e di personalit. Al contrario.
MARIA LATELLA
La differenza rispetto al passato, rispetto agli anni
80 per esempio, che negli anni 80 nessuno ci
avrebbe detto che nella leadership c anche il cuore.
Sicuramente la concretezza che viene riconosciuta ai
leader di tutti i sessi. Ma che ci voglia anche il cuore
qualcosa di nuovo ed molto bello diventi una cosa
condivisa perch fa la differenza anche rispetto a una
concezione che io trovo vecchia della leadership,
quella tutta narcisismo per intenderci.
Vorremmo ora sentire Joanna Maycock.
JOANNA MAYCOCK
I am the Secretary General of the European Womens
Lobby, which is a pan-european network of women
organization representing about 2500 women
organizations in civil society.
We work on women in leadership.
First of all we need to get more women into power, but
the question is what do we do when we get in power?
What kind of new leadership we want to bring?
I want to talk about feminist leadership - we havent
spazi di leadership.
Non sono daccordo con Alessia, io credo che abbiamo
invece bisogno di creare qualche club delle ragazze
e non dobbiamo farlo escludendo gli uomini, ma
assolutamente abbiamo bisogno di creare qualche
spazio solo per le donne.
Se siete in una posizione di leadership vi dico di creare
degli spazi solo per le donne nella vostra organizzazione,
nel vostro ufficio per permettere alle donne di parlare tra
di loro sulle sfide che affrontano. Resterete sorprese.
Bisogna rafforzare il networking tra le donne tra i diversi
settori, partiti politici, le organizzazioni. Abbiamo
ascoltato storie davvero importanti sul networking tra
la politica, i media e la societ civile.
Unaltra cosa che si pu fare dare alle giovani donne
dei lavori impegnativi, compiti onerosi da fare e
supportiamole affinch abbiano successo nel compierli.
Penso che questo sia un tema sottovalutato e ancora
troppo stereotipate le figure delle assistenti giovani.
Diamo alle giovani donne lavori davvero impegnativi,
ma aiutiamole in modo determinante a completare con
successo quello che gli abbiamo dato da fare.
Abbiamo poi bisogno di sollevare il tema del sessismo,
delle molestie sessuali, del patriarcato. Abbiamo
bisogno di una politica di tolleranza zero in ogni posto
di lavoro su questi temi.
Abbiamo parlato nella Lobby del fare una campagna
a Bruxelles di tolleranza zero al sessismo. Abbiamo
fatto molto lavoro sulle donne nella politica e il tema
delle molestie sessuali e del sessismo che le donne
sperimentano in politica si rivelato cruciale come
limite nel farle accedere alla politica o addirittura farle
considerare questa come una possibile carriera.
CRISTINA ROSSELLO
MARIA LATELLA
Mi veniva da riflettere e citare Viviane Reding e una
delle cose che ha detto: non diamo per garantito che
le nostre conquiste vengano percepite dalle nuove
generazioni. Forse le ragazze danno per scontato
cose che vanno difese. Ed esattamente lo stesso
concetto che ho sentito oggi enunciare anche da
Cristine Lagarde...
Passo la parola a Maria Silvia Sacchi.
MARIA LATELLA
Stavo facendo una riflessione. Sono le nove di sera,
molti di noi hanno preso un aereo, son venuti qui,
sono rimasti fino ad ora qui. Questa cosa secondo
me ha un significato, un peso. Siamo qui tutti perch
siamo consapevoli che non pi come prima.
Occuparsi e riflettere delle cose di cui abbiamo
parlato oggi qui, non pi una questione marginale
o secondaria. una Questione e quindi un altro
motivo per il quale sono molto contenta di aver preso
laereo e di essere qui oggi.
Grazie a tutte e grazie a tutti.
Settimanale
Data
Pagina
Codice abbonamento:
045689
Foglio
08-12-2014
6
1
Eurodeputati
Women Directors
216 mm x 138 mm
CONTENTS
1. Introduction
2. The International Scenario on Gender
Gaps
3. Quotas in Boards: Evidence from the
Literature
4. Gender Quotas in Boards across Countries
5. The law 120/2011
6. Key Actions and Actors leading to the Law
Implementation
7. First Evidence
8. A comparative Evaluation of the Italian
Experience
9. Key Learnings from Italy to Other
Countries
10. What is Next?
Marilisa D'Amico is Full Professor of Constitutional Law and Constitutional Justice at the
University of Milan, School of Law, Department of Public Italian and Supranational Law. She is
Director of the Division of Constitutional Law. She is also Vice-President of the Council of
Presidency of Administrative Justice and barrister before the Supreme Court. She is scientific
coordinator of two Specialization courses at the Faculty of Law of the University of Milan:
'Equal Opportunities and Discrimination', 'Women and Corporate governance' ('Corporate
governance, rules, meritocracy', Academic Year 2013/2014). Together with Professor Bianca
Beccalli, she is also scientific coordinator of the course, 'Women, politics and Institutions.
Marilisa was President of the Equal Opportunities Committee at the University of Milan and
delegate of the Dean of the University of Milan for Disability.
Anna Puccio is Senior Executive Director for multinational corporations - Microsoft, Procter and
Gamble, Sony Ericsson, Accenture - internationally, in countries including the US, Italy,
Germany, the UK and Switzerland. She is Secretary General of Accenture Italian Foundation,
director of the board of Luxottica Group listed in Italy and Nasdaq, and director of the board of
WWF Italy. She is Professor Adjunct in Women's Participation and Leadership in Economic and
Political Affairs at the University of Milan, Italy.
About the book
A recent Italian law mandates a temporary increased representation of women on boards of publiclylisted and state-owned companies. While traditionally a poor performer on gender issues, this new law
has the potential to make Italy a prominent world player in equality between the sexes.
Women Directors analyzes the Italian law on gender quotas in boards as a vital opportunity for the
country and a key international case. It provides a broad perspective of the new Italian experience,
which has the potential to influence the way of addressing gender quota issues worldwide. The key
elements of the Italian approach, which include the interaction between public and private spheres,
the prompting of an intense debate, the promotion of meritocracy consistently with the emergence of
female talents, contribute to spread the impact of the Italian law beyond the country, beyond the
period of implementation of the law and beyond the mere increase of the number of women in
boards.
To order your copy at this special price, visit www.palgrave.com and quote discount
code PM14THIRTY, or email your order to the address below
UK, Europe, & ROW (excl. Australia & Canada):
Direct Customer Services,
Palgrave Macmillan,
Publishing Building,
Brunel Road, Houndmills,
Basingstoke, RG21 6XS, UK
Tel: +44 (0)1256 302866
Fax: +44 (0)1256 330688
Email: orders@palgrave.com
USA:
Palgrave Macmillan, VHPS,
16365 James Madison Highway
(US route 15), Gordonsville,
VA 22942, USA
Tel: 888-330-8477
Fax: 800-672-2054
Email: sales@palgrave-usa.com
Australia:
Customer Services,
Palgrave Macmillan,
Level 1, 15-19 Claremont St,
South Yarra
VIC 3141, Australia
Tel +61 3 9811 2555 (free call)
Email: orders@unitedbookdistributors.com.au
Monica Parrella
Director General
Department for Equal Opportunities
Presidency of the Council of Ministers
Italy
December, 9 2014
Brussels
The context
Gender balance models
Law Golfo-Mosca: the impact on
the Italian context
Indirect effects
Critical issues
Challenges
Monica Parrella Director General, Department for Equal Opportunities
http://www.pariopportunita.gov.it/
According to the 2014 Global Gender Gap index of the World Economic Forum
(WEF), Italy ranks 69th out of 136 countries and, specifically:
The main models used to deal with the women's under-representation in economic
decision making can be classified in three types:
A. Model based on gender quotas (for example: Norway Italy France Spain )
B. Model based on self-regulation (for example: Sweden U.K. Finland Germany*)
C. Model based on transparency and merit in the selection process (no quotas) - (for example the
Proposal for European Directive Women on boards)
* Gender quotas will be
introduced by 2016
Monica Parrella Director General, Department for Equal Opportunities
http://www.pariopportunita.gov.it/
A. Model based on gender quotas (for example: Norway Italy France Spain )
Binding regulation that provide the inclusion of gender quotas on boards
Different percentages of
gender quotas
- Spain
40%
- Italy
- France
Application context
- Warning mechanism
- Norway 40%
and third
Enforcement
measures and
sanctions
20% by 2014
40% by 2017
Monica Parrella Director General, Department for Equal Opportunities
http://www.pariopportunita.gov.it/
- Listed companies
- State-owned companies
(in Italy both)
The compromise proposal presented by the Italian Presidency introduces the conditions for
which a Member State may suspend the provisions of the Directive, being able to show that
nationally there are measures or factual conditions for as the objectives of the Directive may be,
however, achieved
The EPSCO Council could adopt the Proposal at the next 11 December European Council.
Otherwise Italian Presidency will deliver a progressive report to the incoming Presidency.
Monica Parrella Director General, Department for Equal Opportunities
http://www.pariopportunita.gov.it/
Source: Consob
The Introduction of Law 120/2011 (or Golfo-Mosca law) h as led to a significante
increase in the percentage of female positions on listed companies and state - owned
companies
Monica Parrella Director General, Department for Equal Opportunities
http://www.pariopportunita.gov.it/
Project website:
www.womenmeanbusiness.it
@WMeanBusiness
The share of women on boards of directors now is 19,54% out of 4.000 public companies
The share of women on new boards of directors after the first renewal is 23,8%
The share of women on boards of directors that havent had the first renewal is 13.3%
In order to reach the target of 20% of women on corporate boards that will raise to 33% by
the third renewal the state-owned companies will recruit about 2.700 more women in their
boards (boards of directors and boards of auditors) in the next years.
69 proceedings started
38 proceedings started
Results
Compliance: almost every warned company
A few companies currently under scrutiny
No cases of dissolution of the board
Results
Compliance : almost every warned company
A few companies currently under scrutiny
No cases dissolution of the board
Challenges
Monica Parrella
Director General
Department for Equal Opportunities
Presidency of the Council of Ministers
m.parrella@governo.it
Cons:
They harm women: it is the proof that women would never
make it on their own. Negative externality on women (Coate
and Loury, 1993)
They are not based on merit, but they are just a present
to the underrepresented. The average quality could be
undermined. This has never been proved empirically.
On the contrary, in the context of politics Baltrunaite,
Bello, Casarico and Profeta (2014) showed that gender
quotas may be associated with an increase of the quality of
representatives, due to more qualified men
Its a matter of time
Negative reactions on the market if women are not experienced
(Ahern and Dittmar, 2012).
November 2014
20.00%
15.00%
Law 120/2011
10.00%
5.00%
0.00%
1934 1951 1962 1970 1978 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
Source:
From 1934 to 1998: Gamba,M. & Goldstein,A. (2009). The gender dimension of business elites:
Italian women directors since 1934, Journal of Modern Italian Studies, 14(2),199-225.
From 1998: Authors elaboration on Consob
Palgrave
MacMillan
Step 1: Selection
0.242
0.346
0.412
Main findings
Not only the number, not only the women
Women are increasingly represented in boards (and audit
committees): More than the quota threshold!
GROUP 1: 24,9%, GROUP 2: 15%, GROUP 3: 12,6%
Board members are younger after the reform, especially women
Quotas are associated with more educated members: more
educated women AND more educated men (with post-graduate
degrees)
Members in more than one board decrease after quotas (not in
group 2)
Quotas are not associated with more female members belonging
to the family (yes in group 2)
Conclusions
The Italian gender quota law increases female
presence in boards, and starts a new selection process
Next steps: The relation between selection and
outcomes
PWA Milan
MENTORING TOOLKIT
Awareness and
dissemination through:
2 conferences in
Milan and Brussels
to present the
initiative and collect
feedback
Lack of mentoring, exclusion from networks, and absence of women role models are
continually cited as key barriers to career advancement for women.
ME-TOTEM proposes to develop three parallel and interconnected Mentoring Toolkits based
on the core concept that top level mentees (from WS 1 and WS 2) will be engaged as
mentors under WS 3.
WS 1 - Ready-for-board Women
mentoring and sponsoring tool
The core objective of this workstream is to create a toolkit, to be spread among EuropeanPWN
City Networks, that supports the process of engaging top men around the need to increase the
% of women represented on European boards
Related goals are listed below:
generate a virtuous sponsoring cycle, where board men start proactively promoting
board-ready women
create a culture that looks into not only gender diversity but also cultural diversity by
promoting cross-country mentoring
increase a gender-supportive culture that will flow backwards into the pipeline
Make junior professional women aware of the importance of career planning and of
finding a mentor and sponsor as soon as they start their career path and support them
through role models
Source: Wellesley
(2006) Paper No. 425
A training
model
A book
A campus
Background slides
solving".
Source: Wellesley report on
critcal mass, 2006 USA
and problems
less likely
brushed
better
The
r
e
d
a
e
L
is..
Passion, creativity,
flexibility and
humilty are the
secret ingredients
for a female
leadership?
Patrizia Ravaioli EUROPE:FEMALE AT PLURAL
Woman on Board in Italy and Europe
European Parlament Bruxelles 9th December 2014
SAMANTHA CRISTOFANETTI
THE FIRST ITALIAN ASTRONAUT
ELINA CHAUVET
THE FIRST MEXICAN
ARTIST TELLING
THROUGHT THE
INVASION OF RED
SHOES THE
PHENOMENO OF
FEMINICIDE
MY HISTORY
It's
In particular:
Take care and protect health and life
Support vulnerable people to facilitate social inclusion
Community Emergency and Disaster preparedness
IHL Dissemination and promoting International Cooperation
Youth Commitment in activities and initiatives aimed to facilitate social and cultural
changes within their communities
HAD 32
WHICH
TODAY
N 1 GENERAL DIRECTOR
N. 1 HEAD OF DEPARTMENT
N. 10 HEADS OF UNITS
N. 6 HEALTH DIRECOTRS
N. 1 PRESIDENT OF THE AUDIT COMMITEE
N. 1 MEMBER OF THE AUDIT COMMITEE
N. 2 (for the frst tme in 2013) VICEPRESIDENTS
N. 5 REGIONAL PRESIDENTS
Zone
Zone
President
Europe and
69
31
Central Asia
Middle East
88
6
6
and North
Africa
Totale
74
23
Segretari
Generali
Asia/Pacifc 66
34
Europe and 50
46
4
Central Asia
Middle East 94
6
and North
Africa
Totale
62
36
VOLUNTEERING
Volunteers most commitmed?Students and well-of
Figures raised up by a Research ISTAT, CSVnet- Natonal Coordinaton of
Services and Volunteers centers and Volunteers and partcipaton
Foundaton (year 2013):
6,63 millions Italian Volunteers
4,14 millions those who are actve in organized organizatons
3 millions individual volunteers
From the research a strong relaton between volunteering, educaton and
economic situaton raised up
Students are most commiteed in volunteering (9,5%) and the level of
educaton most common among volunteers is the degreee (13,6).
35,6% of volunteers trust others more than the 20,9% of common citzens.
The same trend in optmism toward the future: 30,3% optmistc volunteers
compared to 24% of the overall populaton.
Volunteer Nurses
11,829
A LONG WAY
WILL BE REACHED IN:
2037 equality of presence of head of units in Ministries;
2052 equality of presence in universities;
1968 Dagenham . Sciopero delle 187 operaie alla macchina da
2087 equality of presence in health system;
cucire della Ford.
2138 equality of presence of male and female ordinary professors;
KEY WORD
AWARNESS
LACK OF AWARENESS make me think that at home there can be only one general
director: my housband
WE NEED DO BE AWARE
only deeply knowin ourselves we can hope to give the correct value to our job keeping as polar starthe merit, without a cold and
sterile egalitarianism
To.. BE AWARE
I we do not deal some battles, nobody will!
RASHIDA MANJOO, special speaker at United natons on violence against
women recalled:
Feminicide is a crime of State proteced by public insititutions for incapacity to
prevent and protect life of women who live different types of discrimination and
violence in their lives. In Italy efforts have been done from the Governement adopting
laws and policies, including a national Plan of Action against violence, recognizing this
results have not takennto a dicreasing of feminicides or have been translated in
improvement of child and women life conditions impromevent.
INSTANBUL CONVENTION (LAW N. 77 OF 27 JUNE 2013) RATIFICTION AND ESECUTION OF THE CONVENTION
ON PREVENTION AND FIGHT AGAINST VIOLENCE AGAINST WOMEN AND DOMESTIC VIOLENCE, ISTANBUL 11TH MAY
2011:
To.. BE AWARE
THAT WE CAN CONCILIATE FAMILY
AND WORK..
WORK
On the basis of the last Global Gender Gap of the
World economic Forum, Italy jumped from the 71 to
69 position among 142 countries for gender balance.
THEN
TRIBALISM, BELONGING TO A CLAN
MOVING FROM HUNTING TO AGRICOLTURE
FIRST FACTOR
RICHNESS
ULISSE: CLEVER MAN, GREAT COMMUNICATOR AND ABLE TO TOUCH
INTELLIGENCE
Fonte: Mark Vsn Vugt e Anjana Ahuja, Docent di Psicologia allUniversit Di Amsterdam
LEADER PERSONALITY
LEADER INVESTITURE CAN BE ANALIZED:
BOTTOM
SPOKESPERSON
UP
ALFA MALE
IS A ADRENALINE ADDICTEDAND SUFFERS OFTEN OF HIGH PRESSURE AND INCONVENIENCE
RELATED TO STRESS.
OGM
IS TRANSGENDER
FUTURE LEADER IS A
+ FEMALE SKILLS
- MALE SKILLS
Administrative Structure
STRATEGy
MANAGEM
ENT
CRITICISM
DISPERSIVE CHAIN OF COMMAND
BUDGET AUTHONOMY OF EACH PRESIDENT
BALKANIZATION RISK
LIMITED RESOURCES
LOW PROFESSIONALITY
STRATEGY
Administrative structure
MANAGEMENT
FACILITATE ORGANIZATION
DEVELOPMENT?
FEMALE LEADERSHIP FACILITATE
THE CHANGE PROCESS?
2010
TERRITOR STRUCTURE:
Regional Branches
21
Provincial Branches
Local Branches
103
536
1 JANUARY 2013
1 JANUARY 2014
FEMINISM 2.0
WOMEN AGAINST
FEMINISM
Patrizia Ravaioli
Italian Red Cross
General Director
patrizia.ravaioli@cri.it