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Willy)
Regista
cinematografico
tedesco, di famiglia
ebrea, naturalizzato
statunitense, nato a
Mulhouse (Alsazia) il
1 luglio 1902 e
morto a Los Angeles il
desunto da lavori
teatrali o da classici
della narrativa, negli
ultimi anni della sua
vita venne quasi
dimenticato, o
considerato
l'emblema di un gusto
sorpassato e di
eleganti operazioni
dell'American Film
Institute conferitogli
nel 1976.
Della sua origine
europea e della sua
nascita in una zona di
confine W. non si
sarebbe mai
dimenticato; figlio di
Leopold,
commerciante
svizzero, e di Melanie
Auberbach ricevette
una raffinata
educazione francese.
Dopo essersi
dimostrato mediocre
allievo di una scuola
commerciale e
commesso poco
zelante in un negozio
parigino, nel 1920 fu
mandato a New York
dalla famiglia, presso
la Universal dello zio
Carl Laemmle, dove si
limit inizialmente a
modeste funzioni,
lavorando soltanto
occasionalmente in
produzioni pi
impegnative. W. si
fece subito
un'esperienza con i
two-reelers, western
a due rulli,
dirigendone almeno
una ventina tra il
1925 e il 1927; dal
successo personale
con il western Hell's
heroes (Gli eroi del
deserto), da un
fortunato racconto di
P.B. Kyne, The three
godfathers, storia di
banditi in fuga nel
deserto dopo un colpo
in banca, che fra i
suscit notevole
interesse. Il finale, in
cui un solo bandito
superstite si trascina
stancamente, venne
ripreso dal regista in
modo ellittico, in una
panoramica sulla
sabbia del deserto:
del protagonista si
vedono solo le
impronte lasciate sul
terreno (soluzione
felice per una scelta
obbligata in quanto
l'interprete, Charles
Bickford, aveva
abbandonato il set
insofferente al
perfezionismo del
director). Spesso
etichettato come
regista di
melodrammi borghesi
di gusto europeo e di
women's films, W. in
realt appare a suo
agio nel western,
tanto che uno dei suoi
film pi belli anche
da un lavoro teatrale
di E. Rice e, sia pure
in modo cauto ed
edulcorato, da una
commedia, audace
per quegli anni, di L.
Hellman. Anche in
questi film le
immagini appaiono in
modo parziale,
angoscioso ed
ellittico: W. utilizz lo
schermo
cinematografico come
anticipazione e
possibile rivelazione
di quanto si nasconde
al di l di esso, inteso
come soglia rispetto a
un'altra scena
nascosta e segreta.
Nello studio degli
avvocati Simon &
Tedesco, dove si
svolge tutta l'azione
del primo film, si
avverte in modo via
via pi preciso il
dramma dell'America
del 1929 colpita dalla
problematici: fra il
1936 e il 1939, il
produttore, oltre a
obbligarlo a terminare
(e a firmare) un film
di Howard Hawks di
cui W. era
insoddisfatto, Come
and get it (1936;
Ambizione), e a
impedirgli di sfiorare
il tema omoerotico in
These three, gli
impose di girare in
studio, invece che sui
luoghi dell'azione
come il regista
avrebbe voluto, sia la
versione
cinematografica di
temporaneamente
dalla Warner Bros.
agli studi di Goldwyn
per interpretare la
spietata Regina in The
little foxes (Piccole
volpi), fedele
riduzione di un
polemico dramma
della Hellman.La
Seconda guerra
mondiale, cui pure W.
partecip
combattendo, non
interruppe la sua
carriera, anzi gli offr
l'occasione di
ottenere i suoi
massimi successi di
pubblico e di critica.
la produzione, troppo
preoccupata del
mercato europeo per
poter inserire nel film
un perfido aviatore
nazista catturato
dall'indomita eroina e
un discorso finale del
parrocco del villaggio
che incita alla
resistenza contro il
nemico, e che
sarebbe divenuto
magna pars della
propaganda
americana per
l'apertura del
'secondo fronte'.
Subito dopo la fine
della guerra, W.
torn ai classici e
all'epoca fine
Ottocento-primo
Novecento con The
heiress (1949;
L'ereditiera), dal
romanzo Washington
Square di H. James,
con Olivia de
Havilland, Ralph
Richardson e
Montgomery Clift, e
Carrie (1952; Gli
occhi che non
sorrisero), ispirato al
romanzo di Th.
Dreiser Sister Carrie:
fra l'uno e l'altro
diresse il meno
impegnativo
Detective story
(1951; Piet per i
giusti), da una
commedia di
Kingsley, ambientato
con unit di tempo e
di luogo in una
stazione di polizia e
centrato sulla figura
di un funzionario
blocc a lungo la
distribuzione e la
consent solo dopo
aver eliminato alcune
scene relative al
degrado economico
del protagonista
(Laurence Olivier) e al
suo suicidio finale,
approfittando del
dettami della
produzione (tanto da
poter offrire una
collaborazione sia
pure ufficiosa a
Dalton Trumbo e ad
altri sceneggiatori al
bando perch accusati
di comunismo: un
gesto coerente con la
coraggiosa battaglia
che W. aveva
personalmente
combattuto per
difendere, fin
dall'inizio, i colleghi
finiti sulle liste nere).
Con la sola eccezione
di The collector
(1965; Il
collezionista),
inquietante vicenda di
un sequestro di
persona tratta da un
romanzo di J. Fowles,
che a W. concesse
inedite variazioni sullo
spazio e si tradusse in
una moderna e
ossessiva metafora
del cinema come
impotenza
dell'erotismo visivo,
gli ultimi film del
regista, realizzati fra
il 1955 e il 1970,
spaziano in aree e
generi diversi e
vengono per lo pi
considerati
rivisitazioni tardive di
formule risapute. The
desperate hours
(1955; Ore disperate)
un bel poliziesco
che diede vita a una
serie di imitazioni
televisive; Friendly
persuasion (1956; La
grande paese) un
western che contiene
una metaforica
apologia della non
violenza. Del 1959 il
colossale remake di
Ben Hur le cui scene
migliori non sono
per firmate da W.
ma appartengono alle
un milione di dollari e
vivere felici) e
addirittura un
musical, che lanci
Barbra Streisand
(Funny girl, 1968).
Anche se W. si
conged dal suo
pubblico con un film
tutt'altro che
compiacente sul
razzismo nel Sud (The
liberation of L.B.
Jones, 1970, Il
silenzio si paga con la
vita), le incursioni nei
generi pi collaudati
non gli furono
perdonate dalla
critica, che cancell o