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Pedagogia sociale

Berta Martini

Educatore sociale e territoriale (III anno),


Scienze e tecniche psicologiche (I anno)

II semestre: 24 febbraio 2010- 05 maggio 2010


Testi
M. Baldacci, La dimensione emozionale del curricolo, Franco
Angeli, Milano, 2009

B. Martini, Affettività e modello dell'arricchimento culturale, in


M. Baldacci (a cura di) I profili emozionali dei modelli
didattici, Franco Angeli, Milano, 2009, pp. 60-86

J. Dewey, Arte come esperienza e altri scritti, La Nuova Italia,


Firenze, 1995, pp. 43-122

F. Antinucci, Comunicare nel museo, Laterza, Roma-Bari, 2004


programma delle lezioni
Settimana Argomento

1a 24-25 febbraio Dimensione emozionale del curricolo (parte prima)


2a 03-04 marzo Dimensione emozionale del curricolo (parte prima)

3a 10-11 marzo Dimensione emozionale del curricolo (parte


seconda); Affettività e il modello dell’arricchimento
culturale

4a 17-18 marzo Arte come esperienza


5a 24-25 marzo Arte come esperienza

6a 31 marzo Arte come esperienza

7a 14-15 aprile Comunicare nel museo


8a 21-22 aprile Comunicare nel museo

9a 28-29 aprile Sintesi e prova formativa


struttura del volume: La dimensione
emozionale del curricolo
• Problema: l’educazione affettiva nella scuola

• Argomentazioni: il problematicismo e le
teorie sulle emozioni

• Tesi: modello di educazione affettiva per la


scuola
Il problematicismo e le teorie sulle emozioni

Educazione affettiva definita nell’àmbito di una educazione alla ragione

Analisi dell’idea di educazione affettiva di Bertin


Sartre

Disomogeneità tra le concezioni psicanalitica e problematicista

Ricorso alle teorie cognitive sull’emozione (impostazione neo-stoica)


la concezione di G. M. Bertin dell’educazione
affettiva
In Educazione alla ragione (1968/1975):
L’educazione affettiva è parte integrante dell’educazione etico-sociale

• «La problematicità della vita affettiva riflette l’antitesi tra momento egocentrico e
momento eterocentrico della vita personale come antitesi tra la tendenza del
soggetto a chiudersi nell’universo del piacevole o della soddisfazione emotiva, e la
tendenza ad andare oltre di esso, verso altri, con l’ammirazione, la simpatia, la
compassione, l’amicizia, l’amore, ecc.» (p. 162/1995)

• La razionalizzazione dell’esperienza affettiva: «Compito dell’educazione è


recuperare il momento di problematicità affettiva in direzione positiva, e cioè far sì
che l’antitesi fra la tendenza a strumentalizzare o ad ignorare gli altri e la tendenza
ad identificarsi agli altri non ripieghi nell’ambito egocentrico, ma si svolga (...)
secondo l’esigenza dell’integrazione razionale» (p. 163)
la concezione di G. M. Bertin dell’educazione
affettiva
• Tra le direzioni dell’educazione affettiva Bertin indica l’educazione alla sensibilità:
«nel procedere all’educazione dell’affettività conviene inculcare l’avversione per la
“volgarità” (delle idee, dei sentimenti, dei modi) (...).
• Ai fini di uno “stile” personale occorre lasciar fiorire il momento demonico
individuale (...): educando la sensibilità , intesa come partecipazione profonda alla
vita della natura (...); ed educando il gusto, inteso come attitudine a scoprire e ad
apprezzare il valore dell’estetico ovunque trovi espressione (...). L’educazione alla
sensibilità e al gusto, nel mentre lotta contro la volgarità della vita affettiva, contro
il suo schematizzarsi e il suo intorbidarsi, arricchisce il momento demonico della
personalità acuendo la sua possibilità di percezione e dilatando la sua potenza di
immaginazione al di là di ogni riduzione e deformazione cui inducono i possenti
strumenti dell’industria culturale» (pp. 164-165)

Finalità “preventiva” dell’educazione affettiva: evitare che la personalità


subisca deformazioni sia in senso egocentrico, sia in senso eterocentrico.
la concezione di G. M. Bertin dell’educazione
affettiva
In Educazione alla socialità (1962)
• Ribadisce che il principio fondamentale della formazione della personalità
nell’integrazione razionale tra momento egocentrico e momento eterocentrico;
• Individua nella coscienza il momento in cui le varie istanze della personalità, quelle
che provengono dall’io e quelle che provengono dal mondo, divengono
consapevoli;

• Definisce l’inconscio «l’insieme dei contenuti non ancora risolti nel divenire del
pensiero», ossia non ancora assoggettati alla razionalizzazione del pensiero e alla
sua azione ordinatrice.

Inconscio ≡ subconscio ≈ preconscio


Il termine inconscio è utilizzato per designare una qualità di certi contenuti
psichici;
rifiuta l’idea di inconscio dinamico (contenuti psichici non disponibili alla
coscienza perché rimossi attivamente da un’azione di difesa del soggetto.
la concezione di G. M. Bertin dell’educazione
affettiva
Affinità con la posizione di J. P. Sartre.
•Per Sartre la vita psichica coincide con la coscienza.
Coscienza riflessiva: riguarda il conoscere qualche cosa (cogito)
Coscienza preriflessiva: riguarda il vissuto, anziché il
conosciuto ≈ preconscio di Bertin
•Il momento preriflessivo è concepito come un’attività di
giudizio implicito;
•consiste in una valutazione implicita della situazione e in una
scelta immediata. Tale valutazione/scelta spontanea e
immediata è consapevole solo implicitamente, ossia si sottrae ad
una chiarificazione riflessiva che la renderebbe esplicita.
la vicinanza a J.P. Sartre
Intenzionalità della coscienza: la coscienza è sempre
coscienza-di-qualcosa e pertanto non può costituire il
fondamento per un ritorno spiritualistico all’interiorità né
essere sostanzializzata in principio metafisico separato.
Anch l’io è un referente dell’attività intenzionale della
coscienza.
L’emozione e l’immaginazione sono tipi organizzati di
coscienza, un particolare modo di rapportarsi al mondo e di
conferirgli un significato globale, una forma dell’esistenza
umana.
Essere “per sé”: essere della coscienza come libertà assoluta
che dà significato ai dati della situazione.
Essere “in sé”: essere del mondo come realtà fattuale che è il
supporto e il residuo irriducibile dell’attività intenzionale
della coscienza.
la vicinanza a J.P. Sartre

Hp.: l’attività del momento preconscio di Bertin è


assimilabile alla coscienza preriflessiva di Sartre.

Momento preconscio (i cui contenuti sono la forma


preliminare di quelli coscienti) è legato a giudizi
immediati e impliciti che diventano nel momento
della coscienza oggetto di un processo di
razionalizzazione che li chiarisce e li rende espliciti.
la vicinanza a J.P. Sartre
La concezione anti-determinista dell’uomo.
Ciò sancisce la distanza dal paradigma psicanalitico. Per
Freud ogni evento psichico è causato da altri eventi
psichici; quando gli antecedenti non sono
rintracciabili si ricorre a dati mentali inconsci.

Per Sartre la coscienza è libera dalla causalità: si


autodetermina spontaneamente senza bisogno di
antecedenti. L’autodeterminazione della coscienza è
legata alla libertà stessa dell’uomo e alla sua
autotrascendenza.
la concezione di G. M. Bertin dell’educazione
affettiva
Coscienza pre-riflessiva
Preconscio (Bertin) Due generi di
processi di
(Sartre)
subconscio
elaborazione
dell’informazio Momento del vissuto pre-
Ragione riflessiva ne
riflessivo

Le nostre emozioni spontanee sono legate al vissuto, alle valutazioni implicite e


immediate; la ragione riflessiva sottopone questi contenuti a un processo di
chiarificazione e di esplicitazione. Ne fa oggetto di giudizio meditato e consapevole.

La ragione è momento di autocomprensione emotiva e di giudizio razionale sugli eventi


emozionali.

Anziché in termini di un rapporto di forze (come è nella psicanalisi) la manifestazione e


il controllo delle emozioni sono concepiti come un rapporto tra valutazioni implicite e
giudizi riflessivi.
Passaggio da un punto di vista dinamico a un punto di vista cognitivo
prospettiva cognitiva
Momento pre-riflessivo: momento in cui la
valutazione è legata ad un’elaborazione
dell’informazione di tipo tacito ed è correlata
a reazioni emotive;
Momento razionale: momento in cui la
valutazione è legata alla formulazione verbale,
nella forma del linguaggio interiore, ed è in
grado di influire sulle emozioni stesse.
il programma di ricerca psicanalitico
Analisi teorica della prospettiva psicanalitica secondo la concezione della
metodologia dei programmi di ricerca scientifica di Lakatos

T1 T2 T3
che condividono alcuni postulati fondamentali del programma di ricerca.

Struttura di un programma di ricerca Nucleo: postulati di natura metafisica


Concezione determinista
Cintura protettiva: ipotesi ausiliarie Concezione anticoscienzialista
e modelli di supporto. Postulato biologico
•Modello delle pulsioni: Postulato economico
pulsioni dell’io vs pulsioni sessuali Postulato topico
Eros vs tanatos Postulato dinamico
Dualismo pulsionale
•Modello topografico:
Conscio-preconscio-inconscio
Ego-Es-Super ego (modello
strutturale)
le componenti del nucleo del programma di
ricerca psicanalitico
La concezione determinista: gli eventi psichici non sono casuali, sono
determinati da altri eventi che li hanno preceduti e che ne costituiscono
la causa. Anche eventi accidentali (lapsus) ha cause ben precise (per es.
un desiderio inconscio).

L’anticoscienzialismo: la vita mentale non può essere ridotta alla


coscienza. Gli atti della coscienza presentano infatti delle discontinuità,
per poterli spiegare in senso deterministico occorre supporre l’esistenza
di atti inconsci.
Il postulato biologico: la funzione fondamentale dell’apparato neurale è
quella di scaricare gli stimoli che riceve dall’esterno (ambiente) e
dall’interno (organismo) mantenendosi al livello più basso possibile di
eccitamento.
le componenti del nucleo del programma di
ricerca psicanalitico
Il postulato dinamico
Pulsioni (stimoli interni all’organismo
caratterizzate da una certa forza)

forza=f(libido)

Rappresentazioni ideative dotate di una certa


carica energetica e di un dato “affetto”.

dispiacere ⇒ difesa (tiene


lentana ldalla coscienza la
rappr.ne) rimozione della
rappresentazione ⇒
contropressione
le componenti del nucleo del programma di ricerca
psicanalitico
postulato topico: riguarda la suddivisione dell’apparato
psichico in sistemi funzionalmente differenziati e connessi tra
loro secondo una certa logica, che sono metaforicamente
rappresentati da spazi psichici diversi, ma collegati.

postulato economico: è un correlato del postulato dinamico.


i processi psichici sono interpretati nei termini di circolazione
di energia (libido). Alla carica della rappresentazione inconscia
disturbante sia opposta una controcarica operante nel
preconscio di forza pari o superiore a quella così da impedirne
l’accesso alla coscienza.
la parabola del pensiero di Freud
nucleo metafisico che si mantiene costante lungo la parabola:

Concezione determinista

Concezione anticoscienzialista connessione con la scienza


positivista:
Postulato biologico innesto sul programma del
programma del Circolo fisico di
Postulato economico Berlino.

Postulato topico
connessione con la filosofia antica:
Postulato dinamico il pensiero di Platone in particolare (Fedro e
Repubblica) fornisce a Freud le matrici
Dualismo pulsionale metafisiche dell’euristica del suo
programma di ricerca.
la connessione con la filosofia antica
postulato economico: considera i processi psichici in base alla circolazione della
libido.
•La libido è pensata sul modello dell’Eros platonico (Simposio): mito platonico della
nascita i Eros , figlio di Povertà e di Risorsa; forma di energia connessa all’ “amore”.
•Nella Repubblica, Platone parla del desiderio come di un “fiume” che può essere
“canalizzato” verso una meta. L’idea dell’energia erotica (libido) come di un fluido in
movimento trova corrispondenza nelle immagini platoniche (oltre che nei
fondamenti scientifici positivisti).

postulato topico: considera l’apparato psichico suddiviso in regioni funzionali.


•Nella Repubblica, Platone aveva suddiviso l’anima in tre parti: la parte razionale, la
parte irascibile e la parte aggressiva-concupiscente, individuando una struttura
triadica dell’apparato psichico.
•Per Platone, così come una città giusta richiede il governo degli uomini di ragione
sulle classi dei guerrieri e dei produttori, la salute dell’anima esige che la parte
razionale diriga quella irascibile e quella concupiscente: ne scaturisce una lotta
interiore dove la parte razionale, con l’aiuto di quella irascibile, tenta il predominio
sulla parte concupiscente.
la connessione con la filosofia antica
postulato dinamico: vede i fenomeni psichici come l’esito di un conflitto tra forze.
Oltre a quanto detto sulla Repubblica, nel Fedro Platone paragona l’anima ad una
biga alata. L’auriga rappresenta la ragione. I due cavalli rappresentano la parte
irascibile, ma obbediente ai comandi della ragione (cavallo bianco); la parte
concupiscente e ribelle (cavallo nero).

In sintesi: le parti del proprio programma da salvaguardare in qualità di postulati sono


quelle che trovano simultaneamente coerenza con i fondamenti del Circolo di Berlino
e un equivalente metafisico nella filosofia platonica; quest’ultima agisce, inoltre, da
fattore di riformulazione di tali fondamenti a livelli più astratti.

psiche ≡ sistema di spazi tra i quali si muove l’energia psichica

vita psichica ≡ sistema di forze distribuite tra questi spazi

postulato dinamico postulato topico postulato economico


disomogeneità tra i fondamenti della prospettiva
psicanalitica e quella problematicista
psicanalisi Razionalismo problematicista
Il rapporto ragione-passione è assimilato L’opposizione non è tra forze, ma tra
ad un gioco di forze (analogia cavaliere- giudizi. la problematicità della vita
cavallo ; Io-Es) personale è concepita come
un’antinomia: un giudizio contraddice
un altro giudizio.
La vita emotiva è basata su giudizi
impliciti che devono essere chiariti dal
pensiero riflessivo
Il rapporto tra ragione e emozione è Il rapporto è di tipo logico: un giudizio
dinamico: una forza si oppone all’altra ne nega o ne conferma un altro
Il conflitto è dovuto a un confronto di La problematicità deriva dalla tendenza
forze che se sono prossime all’equilibrio all’indecidibilità delle antinomie sul
rendono incerta la contesa. piano del puro pensiero

Abbiamo bisogno di una differente teoria delle emozioni che includa un rapporto più
con la ragione più affine ai fondamenti del razionalismo problematicista.
una teoria cognitiva delle emozioni
Se il rapporto tra ragione–emozione è concepito come un rapporto tra forze ⇒
l’educazione è concepita come una possibilità di dominare e reprimere le emozioni,
cioè come un rafforzamento dell’Io. E poiché nell’età evolutiva l’Io è ancora debole,
allora spetterebbe all’educatore fungere da “domatore” e reprimere le passioni.

Ma educazione non è addomesticamento. Un’educazione vede l’esperienza affettiva


come parte integrante della crescita umana e richiede che la sfera emozionale sia
estesa in direzione razionale.

Il razionalismo problematicista interpreta la ragione come esame dell’esperienza e


giudizio razionale sull’esperienza. Affinché questo giudizio possa comporsi con
un’emozione occorre che anche questa sia vista come giudizio.

Ciò significa connettere il rapporto ragione-emozione al paradigma dell’elaborazione


dell’informazione (o della creazione di significato) e questo significa avere necessità di
una teoria cognitiva delle emozioni.

Concezione stoica antica teoria neo-stoica (M. Nussbaum)


la teoria stoica delle passioni
La filosofia stoica elabora la prima concezione razionale delle passioni.

Per gli stoici vivere in modo saggio significa vivere secondo ragione.

Fare il male o il bene dipende dall’uomo, mentre le cose che non dipendono
dalla nostra volontà non sono qualificabili né come bene né come male.
Rispetto a queste il saggio è indifferente perché non sono cose in suo potere.

Ciò vale anche per le passioni: non essendo dipendenti da noi, dovremmo
esser loro indifferenti.

Le passioni sono dunque errori e come tali da estirpare così da raggiungere


una vita saggia.
la teoria stoica delle passioni
Al problema delle passioni sono connessi i concetti di “rappresentazione” e di
“assenso”.

rappresentazione :“un’impronta nell’anima”, cioè una sua alterazione dovuta ad un


oggetto reale.

rappr.ne catalettica: è una rappresentazione evidente che spinge


all’assenso. (Esse sono il fondamento della
conoscenza e il criterio della verità).
rappr.ne acatalettica: rappresentazione non conforme alla realtà o non evidente

assenso: la facoltà razionale di accettare o respingere la rappresentazione (⇒ la


rappresentazione non è causa sufficiente dell’assenso: è l’uomo che decide se
accogliere o meno l’impressione che prova il suo animo). L’assenso dato alla
rappresentazione costituisce la “comprensione” con la quale la rappresentazione
viene integrata nell’anima.

libertà: potere dell’uomo di dare o meno l’assenso alle proprie rappresentazioni

La rappresentazione non dipende da noi ma il potere di concedere ad essa il nostro


assenso, sì.
la teoria stoica delle passioni
Determinate rappresentazioni suscitano “impulsi”.
l’impulso è un movimento (di attrazione o repulsione) della mente verso un qualche
oggetto esterno a noi.

“La passione è un impulso eccessivo che infrange i limiti della ragione, oppure è un
impulso deviante che sfugge al controllo della ragione” e produce turbamento
dell’animo.

La passione è caratterizzata:
•dalla esagerata intensità dell’impulso verso un oggetto esterno (non dipende da
noi)
• è estranea a ciò che è conforme alla ragione (a causa dell’intensità dell’impulso)
provoca un turbamento dell’anima (sofferenza o disagio)
•le passioni sono presentate come giudizi errati della parte razionale dell’anima, o
conseguenze di giudizi

«Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma i giudizi che essi formulano sulle
cose» (Epitteto)
la teoria stoica delle passioni
La parte razionale dell’anima, giudicando in modo erroneo la rappresentazione subisce
una deviazione che la mette in balia della passione.

L’errore del giudizio consiste nel valutare come oggettivo ciò che non lo è; o nel
giudicare come un bene o un male ciò che non dipende da noi.

presente futuro
bene piacere desiderio
male dolore paura

Dal momento che le passioni sono giudizi errati (in quanto valutano come bene o male
oggetti che non dipendono da noi ) le passioni devono essere estirpate così da
raggiungere l’impassibilità del saggio.

terapia delle passioni


la teoria stoica delle passioni
cura delle passioni (ovvero il giudizio secondo ragione)

disciplina della allenamento eliminazione di principi


rappresentazione: la dell’anima: esercizi contraddittori: rimozione
rappresentazione deve spirituali volti a di convinzioni infondate o
essere vagliata prima di fortificarsi contro irragionevoli responsabili
darle il nostro assenso. abitudini di di errori di giudizio
I fase: arrestare l’effetto giudizio
della rappr.ne irragionevoli
mettendone in dubbio doppio giudizio: che una certa cosa è
l’adeguatezza; male e che sia giusto o appropriato
discorso interiore

II fase: giudizio patire per questo male.


razionale della rappr.ne:
è oggettiva? è legata a “la tristezza è la convinzione della
qualcosa che dipende presenza di un mal, nella quale
da noi? convinzione è compresa anche l’idea che
in seguito a questa questa tristezza vada fatta propria”
valutazione riceve o (Zenone)
meno l’assenso.
la teoria stoica delle passioni

eupatheia: passione positiva (passione che si accompagna al giudizio di ragione)

presente futuro Giudizio secondo


ragione

bene piacere desiderio gioia


buona volontà

male dolore paura prudenza

Le passioni positive , anziché costituire turbamento dell’anima sono espressioni di


fermezza derivante dall’impulso guidato dalla ragione. Se il giudizio è conforme ala
ragione, l’impulso verso un oggetto, anziché essere smodato e creare turbamento si
mantiene misurato e genera fermezza.
la teoria stoica delle passioni: limiti e aporie
1. Logocentrismo: le passioni sono giudizi errati e il giudizio è
una finzione del discorso razionale (del logos).

2. Rigorismo: le passioni sono errori di giudizio che turbano


l’anima. Il saggio, grazie alla propria capacità di giudizio ne è
immune. Le passioni anziché moderate devono essere
estirpate.

3. Capacità esplicativa della teoria: la teoria stoica non


spiega due tipi di fenomeni.
• Il progressivo scemare dell’intensità della passione
con il passare del tempo.
• Il mantenimento dell’intensità della passione in
presenza di un cambiamento di giudizio.
teoria stoica delle passioni e problematicismo
«Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma i giudizi che essi formulano sulle
cose» (Epitteto)

Modello a due fasi:


1. “vedo” una cosa in un certo modo, cioè me nefaccio una rappresentazione
che è responsabile dell’insorgere di una passione.
2. Formulo un giudizio sulla rappresentazione in conseguenza del quale nego o
concedo l’assenso. L’assenso dà corso all’emozione, il rifiuto impedisce
l’insorgere dell’emozione o la modera.

La relazione tra ragione e passione anziché come un rapporto di forze è concepita


come un rapporto tra giudizi di ordine differente (la rappresentazione e l’assenso)

•La rappresentazione è una forma di giudizio implicito (analogo alla coscienza


preriflessiva di Sartre)

•L’assenso è un giudizio del secondo ordine in quanto è una valutazione sul


particolare giudizio implicito che è la rappresentazione. E’ formulato dalla parte
razionale dell’anima attraverso il discorso interiore.
teoria stoica delle passioni e problematicismo
Coscienza:Inconscio = Assenso : Rappresentazione

Omogeneità di presupposti paradigmatici tra la concezione stoica e del


razionalismo il problematicista in quanto il rapporto tra ragione ed emozione è
visto come una relazione tra due ordini di giudizi: tra un giudizio implicito,
immerso nel vissuto preriflessivo e un guidizio su tale giudizio, inerente la
ragione riflessiva.

L’esistenza di aporie ci induce a optare per una concezione neo-stoica che


risolvendo le anomalie possa costituire una base teorica per un’educazione
affettiva di tipo razionale.

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