Berta Martini
• Argomentazioni: il problematicismo e le
teorie sulle emozioni
• «La problematicità della vita affettiva riflette l’antitesi tra momento egocentrico e
momento eterocentrico della vita personale come antitesi tra la tendenza del
soggetto a chiudersi nell’universo del piacevole o della soddisfazione emotiva, e la
tendenza ad andare oltre di esso, verso altri, con l’ammirazione, la simpatia, la
compassione, l’amicizia, l’amore, ecc.» (p. 162/1995)
• Definisce l’inconscio «l’insieme dei contenuti non ancora risolti nel divenire del
pensiero», ossia non ancora assoggettati alla razionalizzazione del pensiero e alla
sua azione ordinatrice.
T1 T2 T3
che condividono alcuni postulati fondamentali del programma di ricerca.
forza=f(libido)
Concezione determinista
Postulato topico
connessione con la filosofia antica:
Postulato dinamico il pensiero di Platone in particolare (Fedro e
Repubblica) fornisce a Freud le matrici
Dualismo pulsionale metafisiche dell’euristica del suo
programma di ricerca.
la connessione con la filosofia antica
postulato economico: considera i processi psichici in base alla circolazione della
libido.
•La libido è pensata sul modello dell’Eros platonico (Simposio): mito platonico della
nascita i Eros , figlio di Povertà e di Risorsa; forma di energia connessa all’ “amore”.
•Nella Repubblica, Platone parla del desiderio come di un “fiume” che può essere
“canalizzato” verso una meta. L’idea dell’energia erotica (libido) come di un fluido in
movimento trova corrispondenza nelle immagini platoniche (oltre che nei
fondamenti scientifici positivisti).
Abbiamo bisogno di una differente teoria delle emozioni che includa un rapporto più
con la ragione più affine ai fondamenti del razionalismo problematicista.
una teoria cognitiva delle emozioni
Se il rapporto tra ragione–emozione è concepito come un rapporto tra forze ⇒
l’educazione è concepita come una possibilità di dominare e reprimere le emozioni,
cioè come un rafforzamento dell’Io. E poiché nell’età evolutiva l’Io è ancora debole,
allora spetterebbe all’educatore fungere da “domatore” e reprimere le passioni.
Per gli stoici vivere in modo saggio significa vivere secondo ragione.
Fare il male o il bene dipende dall’uomo, mentre le cose che non dipendono
dalla nostra volontà non sono qualificabili né come bene né come male.
Rispetto a queste il saggio è indifferente perché non sono cose in suo potere.
Ciò vale anche per le passioni: non essendo dipendenti da noi, dovremmo
esser loro indifferenti.
“La passione è un impulso eccessivo che infrange i limiti della ragione, oppure è un
impulso deviante che sfugge al controllo della ragione” e produce turbamento
dell’animo.
La passione è caratterizzata:
•dalla esagerata intensità dell’impulso verso un oggetto esterno (non dipende da
noi)
• è estranea a ciò che è conforme alla ragione (a causa dell’intensità dell’impulso)
provoca un turbamento dell’anima (sofferenza o disagio)
•le passioni sono presentate come giudizi errati della parte razionale dell’anima, o
conseguenze di giudizi
«Ciò che turba gli uomini non sono le cose, ma i giudizi che essi formulano sulle
cose» (Epitteto)
la teoria stoica delle passioni
La parte razionale dell’anima, giudicando in modo erroneo la rappresentazione subisce
una deviazione che la mette in balia della passione.
L’errore del giudizio consiste nel valutare come oggettivo ciò che non lo è; o nel
giudicare come un bene o un male ciò che non dipende da noi.
presente futuro
bene piacere desiderio
male dolore paura
Dal momento che le passioni sono giudizi errati (in quanto valutano come bene o male
oggetti che non dipendono da noi ) le passioni devono essere estirpate così da
raggiungere l’impassibilità del saggio.