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trovabilità
Organizzare l'informazione
per renderla (ri)trovabile
La peculiarità di questi sistemi è che tutte le possibili classi in cui gli oggetti sono ripartiti
devono essere specificate (enumerate) a priori (di qui la definizione di sistemi
gerarchico-enumerativi). Ciò rende questo tipo di classificazioni molto rigido e
conservativo, perché strutturalmente chiuse, istituzionalizzate e centralizzate: tali schemi
non consentono infatti, in fase di indicizzazione, l’inserimento da parte del classificatore
di una nuova categoria (cf. Marino 2004 [http://www.aib.it/aib/contr/marino1.htm] ).
Viceversa nei sistemi a faccette (detti anche analitico-sintetici - e fra questi potremmo
includere le strutture a grafo) le classi non rappresentano contenitori fisici ma descrittori
(ovvero concetti e proprietà di concetti) e la loro relazione è anzitutto semantica. In virtù
di questa caratteristica, tali sistemi abbandonano l’idea di un’enumerazione a priori di
tutte le classi, a favore di una metodologia che consente di creare le classi ‘on the fly’
partendo da alcuni elementi preventivamente decisi (le faccette e i fuochi). Essi
permettono quindi di associare un elemento a più categorie o parametri, ciascuno
rappresentante un aspetto o faccia dell’oggetto. È per questo che i sistemi
analitico-sintetici risultano estremamente aperti e flessibili, dando piena libertà
all’utente di generare di volta in volta le classi di cui ha bisogno attraverso la
combinazione di concetti (isolati) primari e delle loro proprietà o relazioni con altri
concetti.
we have called our prototype Platypus Wiki because the platypus is a strange
animal which challenges attempts at classification
(Campanini/Castagna/Tazzoli, 4 - grassetto mio).
L’ornitorinco ha creato infatti non pochi problemi al sistema di Linneo (il sistema di
classificazione utilizzato in biologia - sistema di tipo gerarchico enumerativo).
Quest’animale infatti, pur allattando i piccoli come i mammiferi, depone le uova e le cova
come gli uccelli: si capisce quindi che queste caratteristiche rendono lo stravagante
ornirorinco difficile da collocare. In un sistema a faccette, viceversa, tutto è più facile: si
può scegliere di rappresentare con una faccetta autonoma ogni aspetto chiave di questo
animale (ad es. nascita della prole: uova; allevamento della prole: allattamento etc.) la cui
combinazione potrà descrivere senza problemi la specie ornitorinco. (A tale proposito il
gruppo del Platypus Wiki cita il libro di Umberto Eco, Kant e l’ornitorinco).
The first thing to consider is the decision to represent every RDF resource in
the same way as a Wiki page. […] The idea is to enable metadata
aggregation by specifying for every Wiki page where to find the RDF
metadata (other than on the local host) to merge when users ask for the page.
[…]
While relations between pages in a standard Wiki are HTML links, Platypus
Wiki uses RDF properties between resources to construct labeled HTML links.
The information architecture in Wikis is an organic structure similar to a
directed graph: a node is a Wiki page and a link represents a directed arc
between two pages. In Platypus Wiki, RDF statements construct a directed
labeled graph: a node is an RDF resource and a link is a RDF property. We
have chosen to allow the user to select any RDF resource: subjects,
objects or predicates. When the user clicks on a resource, it becomes the
current resource and its RDF metadata is used to construct the navigation and
presentation (Campanini/Castagna/Tazzoli, 4.1 - grassetto mio)
I actually agree with Mark that users “don’t care where they are” on a site -
they care about where to go to achieve their current goal. However, in order
for a single system to enable thousands of different users to achieve their
hundreds of different goals, it needs navigation system to support this
unknown range of desires.
Viceversa, se l’architettura non è di tipo gerarchico, ha ragione Hurst, e si può solo parlare
di obiettivi dell’utente:
On any given Web page, users will either - click something that appears to
take them close to the fulfillment of their goal; - or click the Back button on
their Web browser.
Sembra, in effetti, che le due posizioni riflettano le due domande chiave che
soggiacciono ai due rispettivi sistemi di classificazione: “Dove posso collocare x?”, sistemi
gerarchico enumerativi e posizione di Merholz; “Come posso descrivere x?”, sistemi
analitico-sintetici e posizione di Hurst.
In realtà, anche nel caso dei sistemi analitico-sintetici, non è tanto il concetto di percorso a
venir meno, quanto il carattere prestabilito di quest’ultimo: è infatti l’utente a stabilire il
proprio percorso attraverso la aggregazione/sintesi di vari parametri. In sintesi
potremmo rappresentare le due prospettive in questi termini:
sistema di
sistemi gerarchico-enumerativi sistemi analitico-sintetici
organizzazione
modalità di
browsing filtering o zoom
navigazione
concetto di spazio come
briciole di pane o concetto di
concetto di spazio spazio come posizione relazione semantica fra
concetti
Ecco: proprio quest’ultima accezione di spazio come relazione semantica fra concetti
ci sembra l’approccio corretto al concetto di spazio e movimento all’interno di grafi: in
questi contesti il concetto di spazio non viene meno, ma si modifica: non più
bidimensionale e gerarchico ma pluridimensionale e relazionale. La posizione dell’utente,
in tal caso, è cioè espressa da una relazione di concetti (ovvero nel linguaggio del RDF da
soggetti, predicati e oggetti): io sto visionando un certo concetto che ha certe relazioni con
altri concetti.
In questo senso, mi pare che il Platypus Wiki offra una elegante interpretazione di questo
nuova accezione di spazialità, non solo a livello concettuale (di architettura
dell’informazione) ma anche a livello visuale (di information design). Scrive il gruppo
dell’Ornitorinco:
hierarchies are not natural concepts for most people when it comes to storing
and retrieving arbitrary information. […]
In the current desktop metaphor used by most window systems, you can nest
folder within folder ad infinitum. It’s no wonder most computer neophytes get
confused when confronted with this paradigm. […]
Computer science gives us hierarchical structures as tools to solve the very real
problems of managing massive quantities of data. But when this
implementation model is reflected in the manifest model presented to users,
they get confused because it conflicts with their mental model of storage
systems. […]
In other words, rather than forcing users to navigate deep, complex tree
structures, give them tools to bring appropriate information to them (A.
Cooper, R. Reimann, About Face 2.0 - The Essentials of Interaction Design,
Wiley, 2003, p. 156).
Studi come quello appena citato di Cooper, ma anche gli studi sulla metafora di Lakoff e
Johnson sembrano suggerire che l’approccio analitico sintetico funzioni meglio proprio
perché riflette modalità associative proprie della mente umana. Mancano studi specifici
sul rapporto classificazione/mente, ma questi già forniscono indizi utili. Non è un caso
che molte realtà software si stiano muovendo oggi proprio verso approcci
analitico-sintetici:
Il risultato è che una stessa risorsa, indipendentemente da dove fisicamente sia collocata,
e dalla applicazione che l’ha generata, possa essere di volta in volta recuperata attraverso
percorsi differenti e classificata contemporaneamente in più cartelle virtuali.
Lo stesso Paolo Castagna mi ha comunicato a voce che, se il Platypus Wiki non permette
ancora fino in fondo questo tipo di versatilità nella aggregazione dei concetti (soggetti,
predicati e oggetti RDF), tuttavia è sicuramente questo l’obiettivo verso cui l’Ornitorinco
tende con forza. E chissà che la teoria delle faccette non possa dare una mano.
Ingredienti: xhtml (eXtensible HyperText Markup Language) 1.0 strict, css (Cascading
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