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Lamberto Aliberti – Roberto Moro

Dove ci porta l’economia?


un modello matematico
spiega l’emergenza del declino
e i limiti dello sviluppo del sistema Italia

“Nel prossimo quinquennio le ore lavorate per occupato diminuiranno del –


0.54% all’anno, la produttività di un –0.07, al capolinea del 2010 il PIL
nazionale dopo una fase di stagnazione è destinato a registrare una caduta
del –0.36%”

INDICE
1. l’emergenza del declino; 2. al capolinea del 2010; 3. scenari,
aree e modalità di intervento.

APPENDICE.
4. lo strumento di indagine: il modello matematico; 5. i limiti dello
sviluppo: le traiettorie; 6. i limiti dello sviluppo: le tendenze e le
interazioni.

maspa italia- gennaio 2005 - ISI

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1 – l’emergenza del declino

Dove ci porta l’economia? La nostra economia è in crisi o ha una pausa


temporanea, ovvero, come si usa dire, congiunturale?
La grandezza economica che può restituirci al meglio il film della nostra
situazione passata, presente e futura, è indubbiamente l’andamento del PIL,
Prodotto Interno Lordo (GDP per gli anglosassoni). Espresso in dollari, a prezzi
costanti, calcolato a parità del potere d’acquisto (PPP), rispetto agli altri paesi,
le sue più recenti dinamiche sono le seguenti:
GDP
anno milioni di US $ PPP
assoluti var. % anno 1991 = 100
1991 938522 1,39 100,00
1992 945660 0,76 100,76
1993 937303 -0,88 99,87
1994 957993 2,21 102,07
1995 986004 2,92 105,06
1996 996782 1,09 106,21
1997 1016980 2,03 108,36
1998 1035224 1,79 110,30
1999 1052447 1,66 112,14
2000 1084305 3,03 115,53
2001 1103435 1,76 117,57
2002 1107470 0,37 118,00
2003 1110295 0,26 118,30

GDP US $ PPP / milioni


1125000

1100000

1075000

1050000

1025000

1000000

975000

950000

925000
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

Sull’arco di 13 anni la crescita del PIL (18.30%) non è stata


sufficiente per assicurare gli investimenti necessari allo sviluppo di una
società avanzata (il sistema Italia ha subito continui arretramenti nelle
varie classifiche mondiali). A partire dal 2001 i valori del PIL sono
praticamente caduti a livello di stagnazione. La serie storica dimostra che
il declino del sistema è un dato di realtà.

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2 – al capolinea del 2010

A fronte di questa evidenza, risulta ormai indispensabile, da parte


della classe dirigente (in primis di quella politica, soprattutto di quella di
governo) un atto di lealtà nei confronti del Paese: la denuncia del declino,
come fatto strutturale che precede qualunque programma e politica di
intervento (delle forze di governo, come di quelle della opposizione), la
sua messa all’ordine del giorno in quanto emergenza nazionale e il
richiamo del Paese alle sue responsabilità di collaborazione di fronte alla
gravità del problema.
Solo così sarà possibile fare chiarezza e richiamare fiducia nei
confronti della classe politica e di governo. Dissimulare il problema
significa solo fare confusione e provocare il disorientamento collettivo, le
fughe reali e psicologiche dai doveri politici e civili del cittadino, una
generalizzata crisi di fiducia.
Sul breve termine, questa tendenza pare infatti irreversibile e
richiede tutta la consapevolezza e l’impegno che sono dovuti ad ogni
emergenza nazionale.
Lo certifica, sulla base di un approccio sistemico, l’analisi di
tendenza dei tre fattori cardine del PIL: occupazione, ore lavorate,
produttività; grandezze non sempre considerate nelle loro reciproche
relazioni sistemiche dal dibattito politico ed economico in corso.
L’analisi che viene qui proposta è stata condotta sulla serie storica
1971/2003 dei dati forniti dal Groningen Growth and Development Centre
and The Conference Board, Total Economy Database, August 2004 (per la
popolazione i dati di riferimento sono quelli ONU), mediante l’adozione di
un modello matematico che consente una solida diagnostica e un
ragionevole livello di previsionalità.
Dall’elaborato emerge che: il PIL, nel periodo 2005/2010 (misurato
a prezzi costanti e a parità di potere d’acquisto), è destinato a crescere
mediamente dello 0.37% all’anno fino al collasso del – 0.36 nel 2010.

1.175.000 GDP

1.150.000
US $ PPP
1.125.000 /
milioni
1.100.000

1.075.000

1.050.000

1.025.000

1.000.000

975.000

950.000

925.000
1990 1994 1998 2002 2006 2010

3
(vedi appendice)

Questa tendenza di un negativo sviluppo dipende dal fatto che:

• la continua crescita degli occupati (circa l’1% medio), punto di forza


attuale del sistema, è destinata ad incontrare una soglia nella
progressiva riduzione della forza lavoro (fenomeno demografico ben
noto), che continuerà a scendere di un -0.20% medio all’anno;
frazione attiva livello di occupazione persone / 1000
70,00
69,00
68,00
67,00
66,00
65,00
64,00
63,00
62,00
61,00
60,00
59,00
58,00
57,00
56,00
55,00
1990 1994 1998 2002 2006 2010

(vedi appendice)

• questa crescita è inoltre fin d’ora in parte vanificata dalla notevole


riduzione delle ore lavorate per occupato, che sembrano destinate a
diminuire mediamente di -0.54% all’anno;

ore lavorate / occupato /


1670
1660
1650
1640
1630
1620
1610
1600
1590
1580
1570
1560
1550
1540
1530
1990 1994 1998 2002 2006 2010

(vedi appendice)

4
• il sistema soffre di una preoccupante riduzione della produttività per
ora lavorata; produttività dunque che, con molto ottimismo, si può
prevedere al massimo stagnante.
occupati ore lavorate pro capite produttività 1991 =100
120
119
118
117
116
115
114
113
112
111
110
109
108
107
106
105
104
103
102
101
100
99
98
97
96
95
94
93
92
91
1990 1994 1998 2002 2006 2010

(vedi appendice)

Che queste linee di tendenza realizzino radicali inversioni sul breve


termine appare molto improbabile, in quanto le grandezze esaminate, per
loro stessa natura, sono soggette a una forte componente inerziale.
A quella intrinseca spesso si aggiungono altri fattori di inerzia,
dovuti alle articolazioni e alle difficoltà decisionali del nostro sistema
politico e di governo: una adeguata analisi dei problemi reali del paese,
quali emergono dai dati della presente indagine, il dibattito che ne
consegue e la raccolta del consenso, le procedure di intervento si
sviluppano necessariamente su tempi medi, quelle applicative spostano
ulteriormente in avanti i risultati. Il capolinea del 2010 potrebbe essere
un orizzonte temporale alquanto stretto.
Di queste inerzie si deve dunque tenere conto nelle necessarie
politiche di intervento per le seguenti ragioni:

1. se gli esiti operativi tendono fatalmente a realizzarsi sul medio-lungo


termine, si esige un dispiego di strategie più pronto che mai e una
chiara consapevolezza del ciclo di declino a breve;
2. le strategie debbono essere individuate e definite sulla base di analisi,
che tengano conto della complessità del sistema nella sua dinamica;
3. debbono dunque contenere obiettivi precisi e raggiungibili, nel
rispetto di un adeguato rapporto costi/benefici, sociali ed economici:

5
disperdersi in una pluralità di azioni rischierebbe infatti di rendere
ancor più fragile l’intero sistema;
4. non possono essere ancorate ad attese miracolistiche del positivo
impatto di fattori esogeni al sistema (crescita delle domanda
mondiale), imprevedibili, improbabili e incerti negli effetti sulla nostra
economia (la crescente debolezza delle imprese).

Risulta pertanto opportuno, nell’immediato, predisporre una


strategia del declino, per evitare che scompensi dell’intero sistema,
sotto il profilo politico e sociale, possano compromettere le future
strategie dello sviluppo.
Ciò comporta automaticamente, non solo un adeguato realismo nel
dibattito sui temi centrali del Paese (da quelli politico-istituzionali a quelli
economico-sociali), ma anche la consapevolezza che, per affrontare la
complessità del mondo attuale, occorre un approccio sistemico nell’analisi
dei punti di forza e di debolezza dell’economia nazionale. Solo questa
modalità di approccio permetterà di generare interventi e politiche tali da
agire sui tempi brevi e con adeguata efficacia nei settori che si giudicano
trainanti per il futuro sviluppo.
Lo strumento di analisi adottato, un modello matematico, è in
grado, proprio a partire da questa prima analisi, di verificare ipotesi
alternative e indagini circostanziate (per sottosistemi o localizzate sui
singoli fattori) sulle quali definire obiettivi e testare politiche di intervento.

3 – Scenari, aree e modalità di intervento

I dati sui quali occorre riflettere come emergono dal modello


matematico, che rappresenta le dinamiche dei fattori costituivi del PIL
(GDP), consentono di offrire uno scenario di previsione sul breve ciclo di
un quinquennio che non hanno nulla di confortante.
Il trattamento dei dati storici offre una pluralità di traiettorie,
racchiuse però in un campo di variazione decisamente limitato, spesso
addirittura angusto. Segno che gli andamenti di un prossimo futuro
difficilmente riveleranno cambiamenti significativi. Inoltre le grandezze
prese in considerazione soffrono, come si è detto, di un accentuato grado
di inerzia: per cambiare traiettoria, in sostanza, si richiedono spesso
sforzi immani, risulta evidente inoltre un elevato grado di interazione, per
cui la modifica positiva di una qualunque delle traiettorie, quasi sempre,
si ottiene a scapito della modifica negativa di un’altra.
Basandoci sul campo di variazione delle traiettorie e sulle inerzie
ravvisate, senza supporre nessun intervento correttivo di diverso tenore
rispetto a quelli che si sono avuti finora, è possibile ottenere, per ogni
fattore del PIL, una tendenza.
Ciascuna di queste offre uno scenario possibile, ma da tenere in
seria considerazione.

6
Scenario - La popolazione è stagnante e in potenziale declino; la
frazione attiva continuerà a decrescere con ritmo accelerato per effetto
dell’invecchiamento; di conseguenza la forza lavoro è in discesa; il livello
di occupazione sul breve recupera, ma le ore lavorate per occupato sono
in forte costante discesa; la produttività per ora lavorata scende, quando
in tutto il mondo si assiste a uno sforzo di vaste proporzioni per farla
salire.
Ne deriva che il PIL (GDP) crescerà pochissimo e quello pro capite
in modo men che sufficiente per assicurare stabili basi di sviluppo e
garantire un duraturo benessere.
Tale scenario e gli interrogativi che suscita, è certamente
discutibile: traiettorie, tendenze e interazioni possono cambiare. In
particolare ci si può aspettare una crescita molto più vivace di
occupazione e ore lavorate. Ciò potrebbe accadere, se la domanda interna
ed internazionale crescessero più di quanto sta accadendo in questi anni e
se, contestualmente, la nostra competitività crescesse, anziché diminuire.
Di fatto da qualche anno viviamo nell’attesa di eventi esterni che offrano
un antidoto al declino e alla sua vieppiù evidente emergenza. Una
aspettativa che oltretutto non mette in conto il rischio che proprio
dall’esterno (vedi la struttura della competitività e gli altri nodi della crisi
industriale) potrebbe venirci anche il peggio.

Le aree di intervento - Quali sono le leve sulle quali si può agire per una
strategia della crisi, che apre la strada a una strategia dello sviluppo?
Tutto è già stato detto, per lo meno a livello verbale. Miriadi di
proposte, ipotesi, opzioni e priorità affollano il dibattito quotidiano sino a
trasformarsi in luoghi comuni. Tuttavia, osservate dal punto di vista
dell’andamento delle grandezze del PIL, le leve essenziali, sulle quali si
sarà costretti ad agire nell’immediato, dovrebbero essere:

• la domanda, che apre due questioni separate: il mercato da un


lato, quello mondiale prima di tutto, poi quello interno; dall'altra la
competitività delle nostre imprese, che significa chiamare in causa
concetti, quali: la redditività, gli investimenti, l'innovazione, le
competenze delle risorse umane, le tecnologie e quant'altro; questi
fattori indubbiamente possono incidere in modo significativo, fino a
cambiare le tendenze di occupazione e produttività per ora lavorata.
• l’immigrazione quale fattore di manovra e riequilibrio nell’ambito
delle traiettorie di popolazione, frazione attiva, occupazione.
Nessun argomento meno trattato e sentito a livello di opinione
pubblica.
• l’innalzamento delle competenze, prodotte dalla scuola e
dall’università e dalla formazione. Solo con questo mezzo si può
integrare la leva dell’immigrazione per far crescere il livello di
occupazione, all’interno della frazione attiva, facendo entrare nel
mercato del lavoro persone attualmente assenti.
• l’innovazione di sistema è leva essenziale, a detta di tutti, per
riequilibrare e governare la produttività. Su questo tema centrale

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il dibattito rischia ormai di divenire un susseguirsi ripetitivo di luoghi
comuni: si esige invece di affrontarlo con metodo e con sistema.

Queste paiono in prima istanza le aree di intervento prioritarie per


correggere, sul medio termine, le tendenze al declino dell’intero sistema e
tali sono, del resto, generalmente indicate dal dibattito politico economico
in corso.

Modalità di intervento. Quel che forse manca è una adeguata modalità


di analisi dei problemi. Sulla scorta dell’esperienza dei paesi più avanzati
in tema di gestione dell’innovazione, sembra giunto il momento di
realizzare anche in Italia una cultura della complessità e della
collaborazione capace di realizzare un approccio sistemico alla loro
possibile soluzione e strumenti di indagine sofisticati in grado di calcolare
l’insieme di variabili interagiscono in un sistema complesso.
Questo è un compito della classe dirigente a tutti i suoi livelli. E’
infatti evidente che l’adozione di interventi (l’adozione di scelte
strategiche) su una delle grandezze qui analizzate nelle loro reciproche
relazioni, produce effetti su tutte le altre creando cerchi virtuosi o viziosi.
Si deve perciò tenere in debito conto la direttiva dell’Unione europea che
raccomanda l’uso “di modelli sistemici che devono essere sviluppati al fine
di comprendere non soltanto l’innovazione tecnologica, ma anche ogni
altra forma di innovazione e di intervento” (com/2003 112 def).
Il modello qui adottato costituisce un contributo per l’analisi del
sistema Italia a partire dalla consapevolezza delle sua attuale fase di
declino. Ma esso è anche la punta di un iceberg di una nova modalità di
approccio e di analisi. Può, come si è detto, sin da ora testare ipotesi
alternative e circostanziate. Nel suo ulteriore sviluppo, per effetto di
disaggregazioni e approfondimenti, può offrire, generando altri modelli (, il
punto di riferimento per testare le politiche di intervento nell’insieme degli
effetti che esse producono sui punti di forza e debolezza del sistema Italia
in vista di una reale strategia dello sviluppo.

APPENDICE

4 – lo strumento di indagine: il modello matematico.


È possibile coglierne tutti gli aspetti, le implicazioni e le tendenze
in una prospettiva di breve e lungo termine con un esercizio che metta in
relazione il PIL con i fattori che lo determinano. E ciò in base alle seguenti
equazioni:

8
popolazione x frazione attiva =
forza lavoro x livello occupazione =
occupati x ore lavoro pro capite =
ore totali lavorate x produttività =
PIL (GDP)
(somma di tutta le produzioni finali, espresse in valori monetari,
cioè la reale ricchezza del paese)

Queste equazioni sono alla base del modello adottato.

Il modello adottato consente, mediante un approccio sistemico, di


realizzare una rappresentazione della realtà nell’insieme delle complesse
relazioni che la determinano. Si sviluppa a partire da una base dati e dalle
ipotesi logiche che la loro osservazione consente di produrre. Qui viene, in
particolare, presentata la fase di analisi, che relativa a traiettorie,
tendenza, interazioni, rilevate per ciascuna delle grandezze costitutive
del PIL, su un arco temporale rilevante (1971/2003).
Le traiettorie esprimono le regole (funzioni matematiche)
attraverso cui le grandezze si sviluppano nel tempo. Si sono ottenute
innanzitutto da due orizzonti temporali: il breve periodo (bp), serie
storica 1991-2003; il lungo periodo (lp), serie storica 1971-2003. Per
evitare il rischio di privilegiare o il breve o il lungo termine, è parso
ragionevole adottare due forme di rappresentazione matematica: quello
del trend dei valori assoluti (TREND) e quello del trend delle loro
variazioni annuali (TVANN). Attraverso le traiettorie è emerso che i
fattori del PIL tendono a condizionarsi reciprocamente (interazioni),
dando luogo a nuove regole di sviluppo temporale. Sulla base di esse e
delle traiettorie si sono calcolate delle curve di tendenza.
Traiettorie, tendenze e interazioni danno luogo a un modello
estremamente aggregato nella fase attuale di sviluppo. Mentre si procede
al suo ampliamento, esso tuttavia fin da subito può essere messo a
disposizione degli esperti, al fine di formulare proprie previsioni o,
meglio, individuare obiettivi, vincoli, verifiche sulle politiche di intervento
da adottare per fronteggiare l’emergenza declino.
La base dati del modello presenta dunque le seguenti serie:

1. anno di riferimento; 2. serie storica (1991/2003); 3. serie di


lungo periodo, in termini di trend/tvann; 4. serie di breve periodo,
in termini di trend/tvann.

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4 – i limiti dello sviluppo: le traiettorie.

Le tabelle e i grafici che seguono sono relativi alle traiettorie delle


grandezze cardine del PIL (GDP) nazionale.

Tabella e grafico 1: Popolazione

Popolazione
lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend tvann
1991 56747 56988 57408 56709 56747 59000 popolazione
1992 56841 57081 57504 56813 56870
persone
1993 57027 57174 57591 56917 56989 / 1000
1994 57179 57267 57671 57021 57106 58500
1995 57275 57360 57744 57124 57219 storia
1996 57367 57453 57809 57228 57328 trend lp
1997 57479 57546 57866 57332 57435 58000 tvann lp
1998 57550 57639 57916 57436 57538 trend bp

1999 57604 57732 57958 57540 57638 tvann bp

2000 57719 57825 57992 57644 57734 57500


2001 57844 57918 58019 57748 57827
2002 57943 58011 58037 57852 57917
2003 58045 58104 58048 57955 58003 57000

2004 58197 58052 58059 58086


2005 58290 58047 58163 58166
2006 58383 58035 58267 58242 56500
1990 1995 2000 2005 2010
2007 58476 58015 58371 58315
2008 58569 57988 58475 58384
2009 58662 57952 58579 58450
2010 58755 57909 58683 58450

Popolazione. Persone residenti sul territorio, comprendenti somma


algebrica di immigrati ed emigrati. Non inganni il grafico. Nonostante le
immigrazioni, la popolazione è stagnante. Anzi, più di una traiettoria
suppone una prossima svolta, con l'inizio di un pur lento declino. Così
come appare del resto in molte previsioni ufficiali.

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Tabella e grafico 2: Frazione Attiva

Frazione attiva (% popolazione)

lungo periodo breve periodo


anno storia
trend tvann trend tvann 71 fraz.
attiva
1991 69,89 69,88 69,89 70,14 69,89
1992 69,64 69,63 69,63 69,89 69,64 70
%
1993 69,39 69,38 69,38 69,64 69,39 popolazione
69
1994 69,14 69,13 69,13 69,39 69,14
1995 68,89 68,88 68,87 69,14 68,89
68
1996 68,64 68,63 68,62 68,89 68,64
storia
1997 68,39 68,38 68,36 68,64 68,38
67 trend lp
1998 68,14 68,13 68,11 68,38 68,12
tvann lp
1999 67,89 67,88 67,85 68,13 67,86 trend bp
66
2000 67,64 67,63 67,59 67,88 67,59 tvann bp
2001 67,38 67,38 67,34 67,63 67,32
65
2002 67,13 67,13 67,08 67,38 67,06
2003 66,82 66,88 66,82 67,13 66,78 64
2004 66,63 66,57 66,88 66,51 1990 1995 2000 2005 2010
2005 66,38 66,31 66,63 66,24
2006 66,13 66,05 66,38 65,96
2007 65,88 65,79 66,13 65,68
2008 65,63 65,54 65,87 65,40
2009 65,38 65,28 65,62 65,12
2010 65,13 65,02 65,37 65,12

Frazione attiva. S'intende la popolazione superiore a 14 anni e inferiore


ai 65 compiuti, in % sul totale. La discesa presente nelle traiettorie non è
di pochissimo conto: circa 5 punti. E' l'effetto dell'invecchiamento della
popolazione. Le persone con capacità lavorativa, in senso stretto,
diminuiscono di più di quanto diminuiscano le altre classi d’età.

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Tabella e grafico 3: Forza Lavoro

Forza lavoro (persone/1000)


lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend tvann
39659
1991 39659 39825 40122 39777 40250 forza
1992 39582 39747 40042 39707 39605 lavoro
40000
1993 39569 39669 39957 39637 39547
39750 persone
1994 39532 39590 39866 39566 39485 /
1995 39454 39511 39769 39495 39418 39500 1000

1996 39375 39432 39666 39423 39347 39250


1997 39308 39352 39558 39350 39273 39000
1998 39213 39271 39444 39278 39194
38750 storia
1999 39105 39190 39324 39204 39110 trend lp
38500
2000 39039 39109 39199 39130 39023 tvann lp
2001 38975 39027 39068 39056 38932 38250 trend bp
2002 38900 38944 38932 38981 38837 38000 tvann bp
2003 38788 38862 38790 38905 38737
37750
2004 38778 38643 38829 38634
37500
2005 38695 38491 38753 38527
1990 1995 2000 2005 2010
2006 38610 38333 38675 38416
2007 38526 38171 38598 38301
2008 38440 38003 38520 38182
2009 38355 37831 38441 38059
2010 38269 37653 38362 38059

Forza lavoro. Prodotto di popolazione per frazione attiva. Uno dei drammi
del nostro paese è che a una popolazione praticamente stabile,
corrisponde una forza lavoro in notevole discesa.

12
Tabella e grafico 4: Livello Occupazione

Livello occupazione (% forza lavoro)


lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend tvann
1991 58,08 55,95 55,53 55,92 58,08 82,50 livello
occupazione
1992 57,91 56,32 56,00 56,21 57,59 80,00
1993 56,48 56,69 56,48 56,51 57,29
77,50 %
1994 55,69 57,05 56,97 56,80 57,18 forza
75,00 lavoro
1995 55,74 57,42 57,49 57,09 57,24
1996 56,20 57,79 58,02 57,39 57,48 72,50
1997 56,52 58,16 58,57 57,68 57,90 70,00
1998 57,25 58,53 59,14 57,97 58,51
67,50
1999 58,04 58,89 59,72 58,27 59,31 storia
65,00
2000 59,24 59,26 60,33 58,56 60,30 trend lp
2001 60,46 59,63 60,96 58,85 61,50 62,50 tvann lp
2002 61,41 60,00 61,60 59,15 62,92 trend bp
60,00
tvann bp
2003 62,18 60,37 62,27 59,44 64,57
57,50
2004 60,74 62,96 59,73 66,46
55,00
2005 61,10 63,67 60,03 68,62
1990 1995 2000 2005 2010
2006 61,47 64,40 60,32 71,07
2007 61,84 65,16 60,61 73,82
2008 62,21 65,94 60,91 76,91
2009 62,58 66,74 61,20 80,37
2010 62,94 67,57 61,49 80,37

Livello occupazione. Percentuale di forza lavoro. Dal 1991 al 1995,


discesa di oltre un paio di punti. Successivamente recupera. Forse stanno
funzionando gli innumerevoli provvedimenti varati nel periodo.

13
Tabella e grafico 5: Occupati

Occupati (persone/1000)
lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend tvann
1991 23032 22282 22281 22243 23032
1992 22920 22385 22422 22320 22809 31000
occupati
1993 22348 22487 22566 22397 22658
30000
1994 22017 22588 22713 22473 22576 persone
29000 /
1995 21993 22688 22862 22549 22562 1000
1996 22130 22788 23014 22623 22617 28000
1997 22215 22886 23168 22697 22740
27000
1998 22448 22984 23326 22770 22932
1999 22697 23081 23486 22843 23196 26000 storia
2000 23128 23177 23649 22914 23532 25000 trend lp
2001 23566 23272 23814 22985 23945 tvann lp
24000 trend bp
2002 23887 23366 23983 23055 24437
2003 24118 23460 24155 23125 25013 23000 tvann bp

2004 23552 24329 23194 25678


22000
2005 23644 24507 23262 26438
2006 23734 24688 23329 27300 21000
1990 1995 2000 2005 2010
2007 23824 24871 23395 28273
2008 23913 25058 23461 29366
2009 24001 25249 23526 30590
2010 24088 25442 23590 30590

Occupati. Prodotto di forza lavoro per livello di occupazione. Crescono,


sia pure non troppo rapidamente.

14
Tabella e grafico 6: Ore Lavorate anno / Occupato

Ore lavorate (per occupato/anno)


lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend tvann
1670 ore
1991 1668 1658 1641 1663 1668
1660 lavorate
1992 1631 1652 1635 1658 1660
1650 /
1993 1637 1645 1630 1653 1653
1640 occupato
1994 1634 1639 1625 1647 1646 /
1630 anno
1995 1635 1632 1620 1642 1639
1620
1996 1636 1626 1615 1637 1632
1610
1997 1640 1619 1611 1632 1626
1600
1998 1638 1613 1607 1627 1620
1590
1999 1616 1606 1603 1622 1614 storia
1580
2000 1612 1600 1600 1617 1608 trend lp
1570 tvann lp
2001 1600 1593 1597 1612 1603
1560 trend bp
2002 1598 1587 1594 1607 1598
1550 tvann bp
2003 1590 1580 1592 1602 1593
1540
2004 1573 1590 1597 1589
1530
2005 1567 1588 1592 1585 1990 1995 2000 2005 2010
2006 1560 1587 1586 1581
2007 1554 1586 1581 1577
2008 1547 1585 1576 1574
2009 1541 1585 1571 1571
2010 1534 1585 1566 1571

Ore lavorate anno per occupato. Ore effettivamente lavorate (media


annuale) dall'occupato medio. Dal 1997 sono in forte caduta. È l'altra
faccia della questione occupazionale. Guadagniamo posti di lavoro, ma
perdiamo in ore lavorate. Sul piano sociale, se avviene a parità salariale, il
fenomeno è benefico. Sul piano della ricchezza del paese è invero
preoccupante.

15
Tabella e grafico 7: Totale Ore Lavorate

Totale ore lavorate (milioni)


lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend
tvann
1991 38418 36951 36573 36985 38418
49000 ore
1992 37383 36975 36671 37000 37869 totali
48000
1993 36584 36997 36779 37013 37448 lavorate
47000
1994 35976 37016 36898 37025 37150
46000 milioni
1995 35958 37032 37027 37034 36973 45000
1996 36205 37046 37167 37041 36913 44000
1997 36433 37057 37318 37047 36970 43000
1998 36770 37065 37479 37051 37144 42000
1999 36679 37070 37651 37052 37436 41000 storia
2000 37282 37073 37835 37052 37850 40000 trend lp
2001 37706 37074 38030 37050 38388 39000 tvann lp
2002 38172 37071 38236 37046 39055 38000 trend bp

2003 38348 37066 38454 37040 39857 tvann bp


37000
2004 37059 38684 37032 40802 36000
2005 37048 38926 37022 41899 35000
2006 37035 39180 37010 43158 1990 1995 2000 2005 2010

2007 37020 39447 36997 44592


2008 37002 39726 36981 46214
2009 36981 40018 36964 48042
2010 36958 40323 36945 48042

Totale ore lavorate. Prodotto di ore lavorate per numero di occupati. Il


bilancio è complessivamente positivo, negli anni più recenti. Tuttavia non
si può non osservare che la crescita dell'occupazione è sul piano
economico in parte vanificata dalla riduzione delle ore lavorate pro
capite.

16
Tabella e grafico 8
Produttività. Espressa come PIL (GDP), per ora lavorata. Il periodo oltre il
2000, presenta forse la nota più sinistra di ogni indagine sulla ricchezza
nazionale: la produttività infatti scende, quando in tutto il mondo c'è uno
sforzo di proporzioni immani per farla salire, attuato attraverso
l'innovazione, la ricerca e quant'altro. E c’è da sottolineare che per la
crescita del benessere complessivo, questa variabile appare la più positiva:
non ha i costi sociali di ingenti correnti immigratorie, dell’aumento
dell'occupazione (precarizzazione) e degli orari di lavoro

17
Tabella e grafico 9: PIL (GDP)

GDP (milioni 1990 US$ PPP)


lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend tvann
1991 938522 916149 936308 908830 938520
1250000 GDP
1992 945660 934247 954760 925360 951185
1993 937303 952299 972749 941853 964226
1200000
US $ PPP
1994 957993 970300 990235 958307 977635
/
1995 986004 988247 1007177 974720 991404 1150000 milioni
1996 996782 1006136 1023536 991090 1005525
1997 1016980 1023964 1039272 1007413 1019986 1100000
1998 1035224 1041727 1054348 1023688 1034778
1999 1052447 1059422 1068726 1039912 1049888 1050000
storia
2000 1084305 1077044 1082371 1056082 1065305
trend lp
2001 1103435 1094592 1095248 1072196 1081015 1000000
tvann lp
2002 1107470 1112060 1107324 1088252 1097003
trend bp
2003 1110295 1129445 1118568 1104248 1113253 950000 tvann bp
2004 1146745 1128950 1120180 1129750
2005 1163956 1138443 1136047 1146475 900000
2006 1181074 1147021 1151846 1163409 1990 1995 2000 2005 2010
2007 1198095 1154661 1167575 1180532
2008 1215018 1161341 1183232 1197822
2009 1231837 1167043 1198814 1215255
2010 1248550 1171750 1214318 1215255

PIL (GDP). Calcolato come prodotto di totale ore lavorate per


produttività. Se si preferisce, con lo stesso risultato, è calcolabile come
prodotto di forza lavoro per ore lavorate pro capite per produttività. Dal
2000 in poi cresce pochissimo, molto meno dei tassi, già insufficienti,
degli anni 90.

18
Tabella e grafico 10: PIL (GDP) pro capite

GDP pro capite (1990 US$ PPP)


lungo periodo breve periodo
anno storia
trend tvann trend tvann
1991 16539 16076 16310 16026 16539 21500 GDP
1992 16637 16367 16603 16288 16726 pro capite
21000
1993 16436 16656 16891 16548 16919
20500
1994 16754 16944 17170 16806 17120 US $ PPP
1995 17215 17229 17442 17063 17327 20000

1996 17376 17512 17705 17318 17540 19500


1997 17693 17794 17960 17571 17759
19000
1998 17988 18073 18205 17823 17984
18500
1999 18270 18351 18440 18073 18215 storia
2000 18786 18626 18664 18321 18452 18000
trend lp
2001 19076 18899 18878 18567 18694 17500 tvann lp
2002 19113 19170 19079 18811 18941 trend bp
17000
2003 19128 19438 19270 19053 19193 tvann bp
16500
2004 19705 19447 19294 19450
2005 19968 19612 19532 19710 16000
1990 1995 2000 2005 2010
2006 20230 19764 19768 19975
2007 20489 19903 20003 20244
2008 20745 20027 20235 20516
2009 20999 20138 20465 20792
2010 21250 20234 20693 20792

PIL (GDP) pro capite. Rapporto fra prodotto totale e


popolazione. E' il vero indice della ricchezza del paese. Con una
popolazione che cresce pochissimo, i tassi sono pressoché
uguali a quelli del totale, quindi, da un po' di tempo, men che
sufficienti.

19
5 - I limiti dello sviluppo: le tendenze e le interazioni

Un modello matematico non è, già lo si è detto, né una sfera di cristallo,


né un prodotto alchemico. È una rappresentazione sistemica della realtà,
fondata su ipotesi, la cui maggiore o minor fondatezza è funzione della
affidabilità delle fonti e della capacità, propria dei supporti più avanzati, di
farsi contestualmente carico di una pluralità di interazioni fra le variabili
trattate. Nel presente esercizio abbiamo assunto come ipotesi una delle
traiettorie (tendenza), scelta su base probabilistica, cioè quella che
meglio approssimasse la serie storica osservata, privilegiando il breve sul
lungo periodo. Quando il legame fra traiettoria e storia fosse
insoddisfacente, abbiamo scelto un mix di traiettorie, pesando sempre il
breve più del lungo periodo. Ma, se disponibili, abbiamo fatto ricorso a
previsioni ufficiali. Ci si è fatti inoltre completamente carico delle
interazioni, menzionate più avanti, variabile per variabile. Infine,
attraverso le equazioni ricordate in precedenza, si è calcolato il PIL totale
e successivamente il PIL pro-capite. Ogni assunto può essere approfondito
e rivisto, secondo un corretto criterio di impiego del modello, che, lo
ribadiamo, resta comunque a disposizione di tutti, per esaminare altre
ipotesi o diverse interazioni.

Ne risulta un plausibile scenario dell’orizzonte temporale 2005/2010. sul


quale occorre riflettere (esso è infatti la base per ulteriori e più articolate
analisi). Con esso vengono posti in evidenza i punti critici del sistema
Italia, certificando sia l’emergenza del declino, sia i limiti stessi del suo
sviluppo, in assenza di adeguate politiche di intervento.

20
Tabella e grafico 11: Popolazione

Popolazione
anno persone / 1000
popolazione persone / 1000
assoluti var. % anno 1991 = 100 58800
1991 56747 0,01 100,00
58600
1992 56841 0,16 100,16
1993 57027 0,33 100,49 58400

1994 57179 0,27 100,76 58200


1995 57275 0,17 100,93
58000
1996 57367 0,16 101,09
57800
1997 57479 0,20 101,29
1998 57550 0,12 101,41 57600
1999 57604 0,09 101,51 57400
2000 57719 0,20 101,71
57200
2001 57844 0,22 101,93
2002 57943 0,17 102,11
57000

2003 58045 0,18 102,29 56800


2004 58145 0,17 102,46 56600
2005 58242 0,17 102,63 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2006 58332 0,15 102,79
2007 58409 0,13 102,93
2008 58475 0,11 103,04
2009 58527 0,09 103,14
2010 58565 0,06 103,20

Popolazione. La tendenza adottata è la stima media dell'ONU. Elaborata


un paio di anni fa, offre un ventaglio di ipotesi (alta, media, bassa), basate
sull'andamento dei tassi di natalità e mortalità. La stima media li valuta
entrambi sostanzialmente stabili. Include il saldo migratorio (immigrazioni
– emigrazioni) basato sugli anni 1995-2000 (per alcuni la stima è in
difetto). Ci è sembrata da accettare, perché è l’ipotesi più impiegata sul
piano ufficiale. Oltretutto la variabile è così lenta a modificarsi, che un
errore difficilmente produce conseguenze significative.. Nel periodo
2005/2010 la crescita è talmente limitata da confondersi con la
stagnazione.

21
Tabella e grafico 12: Frazione Attiva

Frazione attiva
anno % popolazione
1991 = 100
assoluti % anno
frazione attiva % popolazione
1991 69,89 -0,35 100,00 70,0
1992 69,64 -0,36 99,64 69,5
1993 69,39 -0,36 99,28
1994 69,14 -0,36 98,93 69,0

1995 68,89 -0,36 98,57 68,5


1996 68,64 -0,36 98,21
68,0
1997 68,39 -0,37 97,85
1998 68,14 -0,36 97,50 67,5
1999 67,89 -0,37 97,14
67,0
2000 67,64 -0,37 96,78
2001 67,38 -0,38 96,41 66,5
2002 67,13 -0,36 96,06
66,0
2003 66,82 -0,46 95,62
2004 66,57 -0,38 95,25 65,5
2005 66,23 -0,50 94,77
65,0
2006 65,92 -0,47 94,33 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2007 65,74 -0,28 94,07
2008 65,60 -0,21 93,87
2009 65,45 -0,24 93,65
2010 65,31 -0,21 93,45

Frazione attiva. In assenza di stime ufficiali, si assume come proiezione


una delle traiettorie calcolate, che ha la peculiarità di conservare in larga
misura i tassi di variazione (molto costanti) registrati nell'orizzonte di
breve periodo (1991-2003). Nel periodo 2005/2010 si registra un
costante regresso.

22
Tabella e grafico 13: Dinamiche Popolazione e Frazione
Attiva

frazione
anno popolazione
attiva

1991 100,00 100,00 1991 =100


Popolazione Frazione attiva
105,00
1992 100,16 99,64
1993 100,49 99,28 104,00
1994 100,76 98,93 103,00
1995 100,93 98,57
102,00
1996 101,09 98,21
1997 101,29 97,85 101,00
1998 101,41 97,50 100,00
1999 101,51 97,14
99,00
2000 101,71 96,78
98,00
2001 101,93 96,41
2002 102,11 96,06 97,00
2003 102,29 95,62 96,00
2004 102,46 95,25
95,00
2005 102,63 94,77
2006 102,79 94,33 94,00
2007 102,93 94,07 93,00
2008 103,04 93,87 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2009 103,14 93,65
2010 103,20 93,45

Dinamiche popolazione e frazione attiva. Ecco uno dei grandi punti di crisi.
A una popolazione sostanzialmente stabile, corrisponde una decisa caduta
della sua frazione attiva. E' l'invecchiamento.

23
Tabella e grafico 14: Forza Lavoro

Forza lavoro
anno persone / 1000
forza lavoro persone / 1000
assoluti anno 1991 = 100 39700
1991 39659 -0,35 100,00 39600
1992 39582 -0,19 99,81 39500
1993 39569 -0,03 99,77 39400
1994 39532 -0,09 99,68 39300
1995 39454 -0,20 99,48 39200

1996 39375 -0,20 99,28 39100

1997 39308 -0,17 99,11


39000

1998 39213 -0,24 98,88 38900


38800
1999 39105 -0,28 98,60
38700
2000 39039 -0,17 98,44
38600
2001 38975 -0,16 98,28
38500
2002 38900 -0,19 98,09
38400
2003 38788 -0,29 97,80
38300
2004 38705 -0,21 97,60
38200
2005 38576 -0,33 97,27
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2006 38455 -0,32 96,96
2007 38399 -0,14 96,82
2008 38362 -0,10 96,73
2009 38305 -0,15 96,59
2010 38250 -0,14 96,45

Forza lavoro. Prodotto di frazione attiva per popolazione. Importare


braccia (immigrazione) sembra ineludibile. Un'operazione certamente non
indolore sul piano sociale, ma forse anche su quello economico.

24
Tabella e grafico 15: Popolazione e Forza Lavoro

forza
anno popolazione
lavoro

1991 56747 39659 persone / 1000


Popolazione Forza lavoro
1992 56841 39582 60000
1993 57027 39569 58000
1994 57179 39532
1995 57275 39454 56000
1996 57367 39375 54000
1997 57479 39308
52000
1998 57550 39213
1999 57604 39105 50000
2000 57719 39039
48000
2001 57844 38975
2002 57943 38900 46000
2003 58045 38788
44000
2004 58145 38705
2005 58242 38576 42000
2006 58332 38455 40000
2007 58409 38399
2008 58475 38362 38000
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2009 58527 38305
2010 58565 38250

Popolazione e forza lavoro. Il divario nelle dinamiche dovrebbe dare


grande evidenza a una situazione che si può sanare solo con interventi
drastici e funzionanti sui tempi lunghi. Esattamente il contrario di
tutte le misure finora adottate che risultano attenuate al massimo e
orientate solo sul breve periodo.

25
Tabella e grafico 16: Livello di Occupazione

Livello occupazione
anno % forza lavoro
livello occupazione % forza lavoro
68,0
assoluti % anno 1991 = 100
1991 58,08 2,22 100,00 67,0
1992 57,91 -0,29 99,71 66,0
1993 56,48 -2,46 97,25 65,0
1994 55,69 -1,39 95,90 64,0
1995 55,74 0,09 95,98
63,0
1996 56,20 0,83 96,78
62,0
1997 56,52 0,55 97,31
61,0
1998 57,25 1,29 98,57
1999 58,04 1,39 99,94
60,0

2000 59,24 2,07 102,01 59,0


2001 60,46 2,06 104,11 58,0
2002 61,41 1,56 105,73 57,0
2003 62,18 1,26 107,06 56,0
2004 62,96 1,26 108,41
55,0
2005 63,67 1,13 109,63 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2006 64,40 1,15 110,89
2007 65,16 1,17 112,20
2008 65,94 1,20 113,54
2009 66,74 1,22 114,92
2010 67,57 1,24 116,35

Livello di occupazione. A differenza di popolazione e forza lavoro, qui la


previsione è veramente difficile. La traiettoria adottata, attraverso i criteri
menzionati in precedenza, riduce di poco i tassi di incremento degli anni
2000. Recenti segnali ce la fanno ritenere alquanto ottimistica. In effetti
la complessità del problema è di tutta evidenza. Basta pensare al ruolo che
può avere su questo piano la domanda, sia interna che internazionale,
nonché lo sviluppo delle competenze, prodotte dalla scuola e
dall'università, senza contare vincoli sociali, a causa dei quali il nostro
paese ha ancora una quota di persone disposte a lavorare decisamente
più bassa di quanto si registra nelle economie avanzate.

26
Tabella e grafico 17: Frazione Attiva e Livello di
Occupazione

livello frazione
anno
occupazione attiva

1991 69,89 58,08 frazione attiva livello di occupazione


1992 69,64 57,91 persone / 1000
70,00
1993 69,39 56,48
69,00
1994 69,14 55,69
1995 68,89 55,74 68,00
1996 68,64 56,20
67,00

1997 68,39 56,52 66,00


1998 68,14 57,25 65,00
1999 67,89 58,04 64,00
2000 67,64 59,24 63,00
2001 67,38 60,46 62,00
2002 67,13 61,41 61,00
2003 66,82 62,18 60,00
2004 66,57 62,96 59,00
2005 66,23 63,67 58,00
2006 65,92 64,40 57,00
2007 65,74 65,16 56,00
2008 65,60 65,94 55,00
2009 65,45 66,74 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2010 65,31 67,57

Frazione attiva e livello di occupazione. In anni stagnanti, come i più


recenti, il tasso di occupazione ha continuato a crescere per effetto della
sua frantumazione e a scapito della produttività. Nella prospettiva del ciclo
temporale 2005/2010 l’occupazione potrà ancora bilanciare la discesa
della frazione attiva della popolazione?

27
Tabella e grafico 18: Occupati

Occupati
persone / 1000
Anno
occupati persone / 1000
1991 = 26000
assoluti % anno 100
1991 23032 1,87 100,00 25500
1992 22920 -0,49 99,51
25000
1993 22348 -2,50 97,03
1994 22017 -1,48 95,59 24500
1995 21993 -0,11 95,49
1996 22130 0,62 96,08 24000

1997 22215 0,38 96,45


23500
1998 22448 1,05 97,46
1999 22697 1,11 98,54 23000
2000 23128 1,90 100,41
22500
2001 23566 1,90 102,32
2002 23887 1,36 103,71 22000
2003 24118 0,97 104,71
21500
2004 24369 1,04 105,80
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2005 24561 0,79 106,64
2006 24766 0,83 107,53
2007 25020 1,03 108,63
2008 25295 1,10 109,82
2009 25565 1,07 111,00
2010 25845 1,10 112,21

Occupati. Prodotto di forza lavoro per livello di occupazione. Gli occupati,


misurati in teste, ha tutto sommato un andamento soddisfacente.

28
Tabella e grafico 19: Dinamiche Occupati e Livello di
Occupazione

livello
Anno occupati
occupazione

1991 100,00 100,00 1991 =100


Occupati Livello occupazione
1992 99,71 99,51 117,00
116,00
1993 97,25 97,03 115,00
1994 95,90 95,59 114,00
113,00
1995 95,98 95,49
112,00
1996 96,78 96,08 111,00
1997 97,31 96,45 110,00
109,00
1998 98,57 97,46 108,00
1999 99,94 98,54 107,00
2000 102,01 100,41 106,00
105,00
2001 104,11 102,32 104,00
2002 105,73 103,71 103,00
102,00
2003 107,06 104,71
101,00
2004 108,41 105,80 100,00
2005 109,63 106,64 99,00
98,00
2006 110,89 107,53 97,00
2007 112,20 108,63 96,00
2008 113,54 109,82
95,00
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2009 114,92 111,00
2010 116,35 112,21

Dinamiche occupati e livello di occupazione. La presentazione


congiunta delle due tendenze ci mostra distintamente che il tasso di
occupazione cresce di più del numero degli occupati, cioè che la
riduzione della forza lavoro attenua, e probabilmente a lungo periodo mina,
la crescita del livello di occupazione. Insomma, pur prendendo atto della
positiva ricaduta dei provvedimenti in materia di occupazione, non
possiamo non ravvisare la presenza di un’inquietante soglia di
sviluppo.

29
Tabella e grafico 20: Occupati, Forza Lavoro e
Popolazione

occupati

forza
anno popolazione
lavoro

1991 56747 39659 23032 Popolazione Forza lavoro Occupati persone / 1000
1992 56841 39582 22920 60000

1993 57027 39569 22348


55000
1994 57179 39532 22017
1995 57275 39454 21993
50000
1996 57367 39375 22130
1997 57479 39308 22215 45000
1998 57550 39213 22448
1999 57604 39105 22697 40000
2000 57719 39039 23128
2001 57844 38975 23566 35000

2002 57943 38900 23887


30000
2003 58045 38788 24118
2004 58145 38705 24369
25000
2005 58242 38576 24561
2006 58332 38455 24766 20000
2007 58409 38399 25020 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2008 58475 38362 25295
2009 58527 38305 25565
2010 58565 38250 25845

Occupati, forza lavoro e popolazione. Il confronto evidenzia ancora che un


attuale punto di forza (gli occupati) va incontro a un limite. L’attuale crescita
del tasso di occupazione può tenere ancora a lungo?

30
Tabella e grafico 21: Ore Lavorate Anno per Occupato

Ore lavorate
anno per occupato / anno
assoluti % anno 1991 = 100
1991 1668 -0,36 100,00
1992 1631 -2,22 97,78
1993 1637 0,37 98,14
1994 1634 -0,18 97,96
1995 1635 0,06 98,02
1996 1636 0,06 98,08
1997 1640 0,24 98,32
1998 1638 -0,12 98,20
1999 1616 -1,34 96,88
2000 1612 -0,25 96,64
2001 1600 -0,74 95,92
2002 1598 -0,12 95,80
2003 1590 -0,50 95,33
2004 1583 -0,46 94,88
2005 1577 -0,37 94,54
2006 1571 -0,35 94,20
2007 1564 -0,49 93,74
2008 1556 -0,50 93,26
2009 1549 -0,42 92,87
2010 1532 -1,08 91,86

Ore lavorate anno per occupato. Previsione, anche questa, difficile.


Certamente sulla complessità del fenomeno giocano non soltanto problemi
di domanda, sia interna che internazionale, ma anche ricadute degli
interventi politici a livello di occupazione, che tendono a produrre
conseguenze opposte: si fa più occupazione, a scapito delle ore
lavorate.

31
Tabella e grafico 22: Dinamiche Occupati e Ore Lavorate
Pro Capite

ore
lavorate
anno occupati
pro
capite

1991 100,00 100,00 1991 =100


Occupati ore lavorate pro capite
1992 97,78 99,51 113,00
112,00
1993 98,14 97,03 111,00
1994 97,96 95,59 110,00
1995 98,02 95,49 109,00
108,00
1996 98,08 96,08 107,00
1997 98,32 96,45 106,00
105,00
1998 98,20 97,46
104,00
1999 96,88 98,54 103,00
2000 96,64 100,41 102,00
101,00
2001 95,92 102,32 100,00
2002 95,80 103,71 99,00
98,00
2003 95,33 104,71
97,00
2004 94,88 105,80 96,00
2005 94,54 106,64 95,00
94,00
2006 94,20 107,53 93,00
2007 93,74 108,63 92,00
2008 93,26 109,82 91,00
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2009 92,87 111,00
2010 91,86 112,21

Dinamiche occupati e ore lavorate pro capite. La fragilità della


crescita dell'occupazione è ben evidenziata dal confronto con le ore
lavorate pro capite: si è ottenuta una crescita per teste, a scapito, in
parte, di una forte riduzione di ore lavorate

32
Tabella e grafico 23: Totale Ore Lavorate Anno

Totale ore lavorate/anno. Prodotto di occupati per ore lavorate pro capite. Il
bilancio occupazionale è indubbiamente positivo, negli anni più recenti.
Tuttavia, espresso in ore complessivamente lavorate, mostra tassi di crescita
via via più lenti, molto probabilmente destinati a fermarsi. Solo grandi
rivolgimenti, forse una vera e propria esplosione della domanda, potrebbe
cambiare questa tendenza.

33
Tabella e grafico 24: Dinamiche Ore Lavorate: Totali e
Pro Capite

ore
ore lavorate
anno lavorate totali
pro capite
Totale ore lavorate ore lavorate pro capite1991 =100
104,00
1991 100,00 100,00
103,00
1992 97,78 97,31
1993 98,14 95,23
102,00

1994 97,96 93,64 101,00


1995 98,02 93,60 100,00
1996 98,08 94,24 99,00
1997 98,32 94,83
98,00
1998 98,20 95,71
97,00
1999 96,88 95,47
2000 96,64 97,04 96,00
2001 95,92 98,15 95,00
2002 95,80 99,36 94,00
2003 95,33 99,82
93,00
2004 94,88 100,39
92,00
2005 94,54 100,81
91,00
2006 94,20 101,29
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2007 93,74 101,83
2008 93,26 102,43
2009 92,87 103,08
2010 91,86 103,08

Dinamiche ore lavorate: totali e pro capite. Il confronto delle


dinamiche segnala un nodo di crisi che forse non è tenuto abbastanza in
considerazione negli interventi e nel dibattito politico odierno. Certamente
lavorare di meno è positivo sul piano sociale. Quanto lo è sul fronte
economico?

34
Tabella e grafico 25: Produttività

Produttività
anno GDP per ora lavorata
produttività / occupato / ora
assoluti var. % anno 1991 = 100 29,5
1991 24,43 -0,11 100,00 29,0
1992 25,30 3,55 103,55
28,5
1993 25,62 1,28 104,88
1994 26,63 3,93 109,00 28,0

1995 27,42 2,98 112,25 27,5


1996 27,53 0,40 112,70 27,0
1997 27,91 1,39 114,27
26,5
1998 28,15 0,86 115,25
1999 28,69 1,92 117,46 26,0

2000 29,08 1,36 119,05 25,5


2001 29,26 0,62 119,79
25,0
2002 29,01 -0,86 118,76
24,5
2003 28,95 -0,20 118,52
2004 29,18 0,80 119,46 24,0
2005 29,25 0,21 119,72 1990 1994 1998 2002 2006 2010

2006 29,28 0,10 119,84


2007 29,27 -0,01 119,82
2008 29,23 -0,13 119,67
2009 29,16 -0,24 119,38
2010 29,06 -0,36 118,95

Produttività. Forse questa è la previsione più difficile di tutte. Abbiamo


usato ancora una volta una traiettoria che privilegiasse le variazioni
annuali più recenti. La produttività appare essenzialmente stagnante.
Come mai? Per una diagnosi occorre sicuramente mettere in campo il mix
di settori che determinano il prodotto interno lordo. Dagli ultimi andamenti
sembrerebbe che i settori a minore produttività sopravanzino quelli a
maggiore. Nonostante il consistente dispiego di interventi a livello di
innovazione, stiamo ottenendo gli effetti contrari. Certo li abbiamo
varati con molta superficialità, senza fissarne obiettivi e traguardi, senza
progetti che si addentrassero nel sistema dei settori economici (industria
e servizi), osservandone i condizionamenti rispetto alla domanda
internazionale e interna, i processi di investimento, la disponibilità e
l’opportunità di innovazione. Forse è il caso di cambiare.

35
Tabella e grafico 26: Dinamiche occupati, ore lavorate
pro capite, produttività

ore
lavorate
anno occupati produttività
pro
capite

1991 100,00 100,00 100,00 occupati ore lavorate pro capite produttività 1991 =100
1992 97,78 99,51 103,55 120
119
1993 98,14 97,03 104,88 118
117
1994 97,96 95,59 109,00 116
1995 98,02 95,49 112,25 115
114
1996 98,08 96,08 112,70 113
112
1997 98,32 96,45 114,27 111
110
1998 98,20 97,46 115,25 109
108
1999 96,88 98,54 117,46 107
2000 96,64 100,41 119,05 106
105
2001 95,92 102,32 119,79 104
103
2002 95,80 103,71 118,76 102
101
2003 95,33 104,71 118,52 100
2004 94,88 105,80 119,46 99
98
2005 94,54 106,64 119,72 97
96
2006 94,20 107,53 119,84 95
94
2007 93,74 108,63 119,82 93
92
2008 93,26 109,82 119,67 91
2009 92,87 111,00 119,38 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2010 91,86 112,21 118,95

Dinamiche occupati, ore lavorate pro capite, produttività. La


crescita dell'occupazione oltre a penalizzare le ore lavorate
potrebbe anche incidere in modo inverso sulla produttività.

36
Tabella e grafico 27: PIL (GDP)

GDP
anno milioni di US $ PPP
assoluti % anno 1991 = 100
1991 938520 1,39 100,00 1.175.000 GDP
1992 945671 0,76 100,76
1.150.000
1993 937315 -0,88 99,87 US $ PPP
1994 958005 2,21 102,08 1.125.000 /
1995 986020 2,92 105,06 milioni

1996 996779 1,09 106,21 1.100.000


1997 1016991 2,03 108,36
1.075.000
1998 1035242 1,79 110,31
1999 1052451 1,66 112,14 1.050.000
2000 1084278 3,02 115,53
1.025.000
2001 1103430 1,77 117,57
2002 1107456 0,36 118,00 1.000.000
2003 1110279 0,25 118,30
2004 1125544 1,37 119,93 975.000

2005 1132691 0,64 120,69


950.000
2006 1139217 0,58 121,38
2007 1145107 0,52 122,01 925.000
2008 1150350 0,46 122,57 1990 1994 1998 2002 2006 2010
2009 1154935 0,40 123,06
2010 1150816 -0,36 122,62

PIL (GDP). La tendenza è la soluzione dell’equazione: GDP (PIL) = ore


lavorate per produttività. I tassi di variazione annuale che si prospettano
appaiono quanto mai preoccupanti. Gli andamenti di questi ultimi anni, da
tutti reputati insufficienti, sembrano apparire nei prossimi addirittura
miracolosi. E verso la fine del decennio si prospetta addirittura un
valore negativo che in una serie così lungamente intonata alla
stagnazione non può che ribadire il declino in atto.

37
Tabella e grafico 28: PIL (GDP) pro capite

GDP pro capite


anno US $ PPP
assoluti % anno 1991 = 100 20000 GDP
1991 16539 1,38 100,00 pro
capite
1992 16637 0,60 100,60 19500
1993 16436 -1,21 99,38
1994 16754 1,93 101,30 19000 US $ PPP

1995 17216 2,75 104,09


18500
1996 17375 0,93 105,06
1997 17693 1,83 106,98
18000
1998 17988 1,67 108,77
1999 18271 1,57 110,47 17500
2000 18785 2,82 113,59
2001 19076 1,55 115,34 17000
2002 19113 0,19 115,56
2003 19128 0,08 115,66 16500
2004 19357 1,20 117,04
16000
2005 19448 0,47 117,59
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2006 19530 0,42 118,09
2007 19605 0,38 118,54
2008 19673 0,35 118,95
2009 19733 0,31 119,32
2010 19650 -0,42 118,81

PIL (GDP) pro capite. La sostanziale stabilità della popolazione cambia


poco rispetto a quanto si è visto nei valori assoluti, semmai li peggiora

38
Tabella e grafico 29: Dinamiche PIL (GDP): totale/pro capite

GDP
GDP
anno pro
totale
capite

1991 100,00 100,00 GDP GDP pro capite 1991 =100


1992 100,76 100,60 124
123
1993 99,87 99,38 122
1994 102,08 101,30
121
120
1995 105,06 104,09 119
118
1996 106,21 105,06 117
1997 108,36 106,98 116
115
1998 110,31 108,77 114
1999 112,14 110,47 113
112
2000 115,53 113,59 111
110
2001 117,57 115,34 109
2002 118,00 115,56 108
107
2003 118,30 115,66 106
2004 119,93 117,04 105
104
2005 120,69 117,59 103
2006 121,38 118,09 102
101
2007 122,01 118,54 100
99
2008 122,57 118,95
1990 1994 1998 2002 2006 2010
2009 123,06 119,32
2010 122,62 118,81

Dinamiche PIL (GDP): totale/pro capite. Un gap ridotto, ma


significativo

39
Tabella e grafico 30: Dinamiche fattori

ore
GDP
forza lavorate
anno popolazione occupati produttività pro
lavoro per
capite
occupato

1991 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00


1992 100,16 99,81 99,51 97,78 103,55 100,60
1993 100,49 99,77 97,03 98,14 104,88 99,38
1994 100,76 99,68 95,59 97,96 109,00 101,30
1995 100,93 99,48 95,49 98,02 112,25 104,09
1996 101,09 99,28 96,08 98,08 112,70 105,06
1997 101,29 99,11 96,45 98,32 114,27 106,98
1998 101,41 98,88 97,46 98,20 115,25 108,77
1999 101,51 98,60 98,54 96,88 117,46 110,47
2000 101,71 98,44 100,41 96,64 119,05 113,59
2001 101,93 98,28 102,32 95,92 119,79 115,34
2002 102,11 98,09 103,71 95,80 118,76 115,56
2003 102,29 97,80 104,71 95,33 118,52 115,66
2004 102,46 97,60 105,80 94,88 119,46 117,04
2005 102,63 97,27 106,64 94,54 119,72 117,59
2006 102,79 96,96 107,53 94,20 119,84 118,09
2007 102,93 96,82 108,63 93,74 119,82 118,54
2008 103,04 96,73 109,82 93,26 119,67 118,95
2009 103,14 96,59 111,00 92,87 119,38 119,32
2010 103,20 96,45 112,21 91,86 118,95 118,81

popolazione forza lavoro 1991


occupati ore lavorate per occupato
produttività GDP pro capite =100
121
119
117
115
113
111
109
107
105
103
101
99
97
95
93
91
1990 1994 1998 2002 2006 2010

Dinamiche fattori. Leggendo insieme le dinamiche dei macro fattori del


GDP emerge la specificità del problema della produttività. Gli altri
fattori infatti tendono ad elidersi l'uno rispetto all'altro. Quest'ultima tende
a connotare più di tutti il nostro potenziale di sviluppo

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