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narranti
nel Parco
con il contributo di:
Introduzione
La sua memoria inesauribile abbracciava con lo sguardo la citt,
la valle del fiume e tutto il circondario; sapeva orientarsi dappertutto, conosceva strade e vie fluviali, paesi, villaggi, poderi, ricoveri
accoglienti per la notte. Riflett intensamente e ide litinerario del
prossimo viaggio. H.Hesse
Lo scopo fondamentale di questo opuscolo di suggerire ad
altri quanto abbiamo sfiorato, toccato, udito, provato.
Non ci accontentiamo di emozionarci, ma nostro desiderio
condividere quello che abbiamo scoperto.
Itinerari narranti nel Parco rappresenta dunque un invito a riscoprire quelle emozioni che giacciono impolverate in noi, promuovendo una dimensione turistica conviviale e un rapporto
con il territorio autentico e dinamico.
Itinerari narranti nel Parco nasce dallesigenza che tutti abbiamo di sfuggire, almeno per un giorno ai ritmi frenetici e caotici
della nostra vita, per gustarci una passeggiata avvicinandoci alla
natura.
Percorriamo sentieri, pi o meno conosciuti, guardando non
solo il paesaggio per il suo aspetto naturalistico, ma scoprendone le tradizioni, le storie pi o meno fantastiche.
Siamo convinti che la riscoperta di antiche storie e leggende del
territorio in cui viviamo aumenti il senso di appartenenza ad
esso e stimoli un incontro profondo tra l uomo e la natura.
Itinerari
GAIBOLA
La Buca di Gaibola
IDICE
Settefonti e dintorni
SETTEFONTI
SPIPOLA
La Buca di Gaibola
Percorso geologico-naturalistico
modalit
Percorribile a piedi
difficolt
tempo
circa 4 ore
circa 3 km
percorribile in tutte le stagioni,
indirizzi utili
Percorso:
In auto e a piedi
Da Bologna superato labitato della Pulce e terminato il lungo
rettilineo che fiancheggia Villa Salina, dopo una curva a sinistra,
raggiungiamo la localit Farneto e i nostri occhi si aprono sulla
collina incantata del Farneto, con in primo piano la suggestiva chiesa di San Lorenzo, mentre sullo sfondo appaiono i contorni delle Doline di Gaibola e dellInferno.
La chiesa di San Lorenzo del Farneto stata edificata nel 1733,
mentre il campanile del 1500. Allinterno (chiedere al custode
se chiusa) merita particolare attenzione la pregevole tela daltare, opera del 1600 di un artista della Scuola del Guido Reni, che
rappresenta Ges crocifisso affiancato dai Santi Lorenzo e Lucia,
racchiusa in una ricca cornice in legno. Sulla parete sinistra si
nota il dipinto della Madonna della Cintura con Ges bambino.
Al Farneto presente il Centro culturale Don Giulio Salmi
luogo di accoglienza e di incontro fra generazioni ospita iniziative culturali, sociali, ricreative e formative.
Nei campi antistanti il complesso parrocchiale e il Centro
G.Salmi, si sta sviluppando il Parco di San Lorenzo.
La localit Farneto prende nome da alberi di farnia, una variet
di querce che popolavano le colline circostanti. Per ricordarne la
presenza, stato messo a dimora un esemplare di farnia di 40
anni di et, alto 10 metri. Poco oltre, in via Jussi 171, si raggiunge
il Centro Parco Casa Fantini, al cui interno sono a disposizione dei visitatori allestimenti, attrezzature multimediali e materiale informativo sulle particolarit geologiche e naturalistiche
del Parco. Un ideale anticipo alla visita speleologica della Grotta del Farneto.
cosa vedere
collegamento alla citt, In auto o linea ATC 126 fino al Centro Parco-Casa Fantini
come raggiungere
In auto
A piedi
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modalit
difficolt
tempo
lunghezza del percorso
stagione consigliata
collegamento alla citt,
cosa vedere
Percorso:
La prima parte del percorso, fino alla passerella pedonale-ciclabile sul Torrente Idice, percorribile anche in auto.
Il percorso comincia dallarea di sosta di via Pedagna, in prossimit dellarea attrezzata, sotto una grande quercia, nei pressi
del torrente.
Percorriamo il ponte sul Torrente Idice e la strada che passa ai
piedi della collinetta di Pizzocalvo (122 m slm) sulla cui sommit si erge la chiesa di S. Maria Assunta, raggiungibile sia dalla
strada asfaltata che anche tramite un sentiero alberato.
Superato lincrocio tra via Fond e via Tomasella, proseguiamo
a sinistra per via Montebello, lasciamo alla nostra destra Via
Gaibola, che sale verso lomonima dolina (sentiero CAI 806) e ci
inoltriamo per la strada sterrata fra campi coltivati e roverelle,
costeggiando il Torrente Idice.
Un cartello ci segnala che recenti scavi archeologici hanno portato alla luce una villa romana.
A 1400 m dallinizio del percorso, da un alto argine sul torrente, possiamo osservare un tratto particolarmente spettacolare
dellalveo fluviale, costituito da rocce di gesso levigate dallo
scorrere dellacqua.
La strada prosegue ai piedi di alte pareti rocciose in parte coperte di vegetazione, con evidenti formazioni in gesso e cespugli
di ginestre.
Sul lato sinistro della strada, un cartello segnala un innovativo
intervento realizzato nellambito del Progetto Pellegrino Life Natura 98 finalizzato al ripristino della continuit fluviale prima interrotta dalla briglia, tramite una rampa che permette ai pesci di
risalire il fiume. Poco dopo giungiamo alla passerella pedonaleciclabile (sentiero CAI 801D) che attraversa il torrente Idice.
A questo punto termina la parte del percorso che possiamo
compiere in auto; proseguiamo a piedi o in bicicletta. (via Montebello prosegue verso Mercatale, sentiero CAI 817 contrasse8
come raggiungere
indirizzi utili:
B&B fattorie didattiche
ristoro
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Settefonti e dintorni
modalit
difficolt
Percorso storico-naturalistico
tempo
stagione consigliata
cosa vedere
Percorso:
Da Bologna seguiamo la via Emilia Levante direzione di Imola.
Dopo Ozzano seguiamo le indicazioni per Settefonti e percorriamo via dei Billi e via Tolara di Sopra, strada il cui tracciato
esisteva gi in epoca Medievale, probabilmente un ramo della
mitica Flaminia Minor.
Passiamo davanti alla Facolt Universitaria di Medicina Veterinaria, allinterno della quale un museo ospita pi di 4.300 preparati, disegni a colori, modelli in gesso, creta e cera, che riproducono fedelmente reperti patologici ed anatomici.
Proseguiamo per via Tolara e sulla sinistra notiamo un viale di
pini domestici che porta al Palazzo del Collegio di Spagna o
del Conte Bianchetti. La costruzione del XVI secolo si sviluppa
su tre piani e presenta una facciata maestosa ed aristocratica.
Dopo circa 4 km, sulla destra visibile il Palazzo Guidalotti di
sotto, una corte fortificata del XVI secolo, dove sono presenti
grandi esemplari di quercia.
A sinistra si dirama via delle Armi, dove si trova la suggestiva
Fontana delle Armi, di probabili origini romane. Si pu quindi
raggiungere in breve il borgo medioevale di San Pietro, con la
bella torre e uno scavo archeologico nel quale sono state ricostruite case medioevali. Ritornati su via Tolara di Sopra incontriamo sulla sinistra una parete di sabbia gialla dove in estate
nidificano i gruccioni, piccoli e variopinti uccelli.
Dopo circa 5 km, troviamo Villa Favorita o Palazzo Guidalotti
di Sopra un fabbricato del XVI secolo.
leggende
collegamento alla citt, Da Bologna seguire la Via Emilia Levante direzione Imola;
come raggiungere
ad Ozzano seguire le indicazioni per Settefonti
(Via dei Billi e Via Tolara di Sopra)
Bentivoglio Societ Agricola - Caseificio produzione latte
indirizzi utili:
di bufala (chiuso la domenica) Via Tolara di Sopra,73
B&B fattorie didattiche
Ozzano
ristoro
Agriturismo Dulcamara Via Tolara di Sopra,78 Settefonti
Ozzano
B&B Calanchi Via del Pilastrino,7 Settefonti Ozzano
Azienda Agricola - trattoria La Palazzina Via Bianchina,1
Ciagnano Ozzano
Osteria San Pietro - S.Pietro di Ozzano
Sulla destra, i ruderi della Pieve di Pastino, 284 m slm., in splendida posizione panoramica sulla pianura. Si dice che la Pieve sia
stata eretta sopra un preesistente tempio pagano eretto in onore del dio degli armenti e della pastorizia - Pan o Pastus o Pastenus, ma non si trovata documentazione certa. tuttavia noto
che nel 1077 la chiesa era gi pieve ed era chiamata S. Johannis
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alla zona A - protezione integrale del Parco). Nelle limpide giornate invernali non raro scorgere allorizzonte le cime innevate
dellarco alpino.
Proseguiamo fino allincrocio con via Bianchina, oltrepassato il
quale si raggiunge la localit Ciagnano; su strada asfaltata si arriva al piccolo Oratorio della Madonna delle Grazie.
Questo oratorio venne fatto costruire nel 1677 a seguito di una
prodigiosa apparizione della Madonna, che sarebbe avvenuta
nelle vicinanze di un pero. Oggi a testimonianza dellevento,
sono esposti allinterno delloratorio limmagine sacra e un tronchetto dellalbero.
Da qui torniamo indietro verso Ciagnano e, imboccando a sinistra la strada asfaltata, incontriamo i resti di un piccolo cimitero di fronte al quale, sulla cima di un poggio, sorgeva la Chiesa
Parrocchiale di Ciagnano, definitivamente distrutta durante la
seconda guerra mondiale.
Scendiamo quindi verso Ozzano, percorrendo via del Poggio,
strada stretta e ombreggiata durante lestate, fino allincrocio
con via San Cristoforo. Svoltando a sinistra, dopo aver percorso da Ciagnano circa 3 km, incontriamo a destra il podere Ca
Bassa e arriviamo in breve ad Ozzano, dove si conclude il nostro
percorso.
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Descrizione:
La Dolina della Spipola unarea carsica, fra le pi estese in Europa. Litinerario proposto consente di percorrerne tutta la circonferenza toccando numerose localit di interesse sia storico
che naturalistico.
Dal parcheggio di Madonna dei Boschi, dal quale possiamo ammirare uno splendido panorama della citt di Bologna, parte un
sentiero che costeggia le abitazioni fino ad arrivare ad uno dei
pi antichi fronti di cava della zona, la Palestrina, probabilmente
di epoca romana, cos chiamata in quanto utilizzata come palestra di roccia per arrampicata.
Osservando la parete di cristalli di gesso, si comprende come
possa essere stato imponente nel tempo il fenomeno di deposizione e sedimentazione dei sali.
Proseguiamo verso il Buco delle Candele, il cui nome prende
origine dagli effetti provocati sul gesso dall erosione verticale;
Le acque, che vengono assorbite in questo inghiottitoio, alimentano il sistema Spipola-Acquafredda.
Proseguiamo, quindi, verso la localit Palazza dove, di fronte a
due antichi edifici rurali, si trovano una fontanella e alcuni pannelli informativi. Dalla Palazza seguiamo a destra la strada asfaltata fiancheggiata da un filare di cipressi, che in breve diventa
modalit
difficolt
Percorribile a piedi
Facile
tempo
Km 4
percorribile in tutte le stagioni
Altopiano di Miserazzano
Buco delle Candele
Palestrina
Oratorio di Madonna dei Boschi
Chiesa e convento di S.Cecilia alla Croara
Valle cieca dellAcquafredda
Ex Cava Filo
collegamento alla citt, Auto, da San Lazzaro o Rastignano
cosa vedere
come raggiungere
indirizzi utili
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Percorribile a piedi
difficolt
Facile
tempo
Circa 3 ore
Km 6 circa
percorribile in tutte le stagioni
Altopiano di Miserazzano
Dolina della Spipola
Cavaliere di Miserazzano
leggende
collegamento alla citt, Auto
come raggiungere
Bus urbano ATC 11B
cosa vedere
e upupe e, con un po di fortuna, avvistare caprioli. Costeggiamo quindi in frutteto e giungiamo ad una strada sterrata che percorriamo verso destra, fino ad incontrare un sentiero che scende sulla sinistra inoltrandosi di
nuovo nel bosco, tra grandi massi gessosi. I
colori nel periodo primaverile sono innumerevoli: spiccano i fiori azzurri di damigella e
lilla di cicerchia.
Percorriamo un fitto bosco di rovi, corniolo,
sorbo, asparagina, biancospino al cui interno
si intravedono affioramenti gessosi. In primavera si notano le fioriture di pervinche.
Arrivati, infine, presso alcune abitazioni, oltrepassiamo una cancellata grigia e la localit denominata Siberia; raggiungiamo Ponticella, percorriamo via Spipola, via Benassi
e quindi via Edera dove termina il nostro
percorso.
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La leggenda del povero Azzano
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modalit
difficolt, tempo e lunghezza
stagione consigliata
cosa vedere
Percorso naturalistico
Abbiamo individuato, allinterno del Parco, alcuni alberi che ci sembrano interessanti per let, la dimensione e perch si trovano in
luoghi di particolare rilievo storico o naturalistico.
Vi sono particolari esemplari di querce che troviamo isolati o nei
boschi. Esistono diverse specie: tra quelle a foglia caduca troviamo
la Farnia, con le ghiande appese ad un peduncolo, la Rovere con le
ghiande sessili (senza peduncolo), il Cerro con le ghiande protette
da una cupola frangiata e la Roverella con le foglie tomentose (ricoperte da una sottile peluria) nella lamina inferiore. Il Leccio invece
una quercia sempreverde, tipica dei climi temperati, la cui ghianda
di color marrone allungata e la foglia coriacea.
Presso Villa Salina troviamo un solitario esemplare di albero di castagno, insolito sia perch generalmente queste piante si trovano
allinterno di vasti castagneti, sia perch questa specie tipica di
altitudini maggiori.
Lolmo assume nel periodo primaverile una tonalit rosata e successivamente si copre di piccoli frutti (samare) quasi tondi i quali,
distaccandosi quando sono maturi, volano via portati dal vento.
Lolmo, insieme al gelso e al pioppo, tra gli alberi che pi caratterizzavano il paesaggio agrario padano.
Lulivo presente nel Parco con alcuni esemplari secolari che
spesso sono ubicati presso i giardini di ville private.
Il cipresso, con le foglie lievemente profumate, i cui frutti (coccole)
sono arrotondati a forma di uovo, conferisce al paesaggio del Parco
una caratteristica fisionomia dal sapore mediterraneo.
Il gelso bianco originario della Cina, produce frutti simili a more di
colore bianco ed stato importato per nutrire con le foglie i
bachi da seta. Tutti gli anni veniva regolarmente potato per accrescere lo sviluppo di rami e foglie. Una legge del 1930 impediva labbattimento di tale albero.
Il giuggiolo originario della Siria, dove viene coltivato da oltre
4000 anni. In Italia venne importato dai Romani, ma oggi viene
considerato un albero dimenticato anche per il suo scarso rendimento.
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cipresso Palazza
quercia Madonna dei Boschi
cipressi Monte Calvo
ulivi Monte Calvo
quercia Giardino San Camillo
castagno Villa Salina
ulivo Coralupi
ulivo Casola Canina
quercia Ponte Idice
cipressi Mulino Grande
querce Mulino Grande
quercia torrente Centonara
pini Palazzo di Spagna
querce Palazzo Guidalotti
leccio S. Andrea
mandorli Dulcamara
quercia Villa Torre
gelso Villa Torre
giuggiolo Villa Torre
BIBLIOGRAFIA
Le Chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, ritratte e
descritte. Bologna Litografia di Enrico Corty. Tipografia
di San Tommaso dAquino 1847, ristampa anastatica di
Arnaldo Forni Editore. San Giovanni in Persiceto - BO1997
Giuliano Serra, Adriano Vason, Itinerario storico-turistico
del territorio ozzanese, San Lazzaro di Savena, Lions club
Ozzano-Valle dellIdice, 1992
Giuliano Serra, Adriano Vason, Borghi e Parrocchie Ozzanesi (fra memorie storiche, tradizioni e costumanze-cronache e documenti su uomini e fatti fino al XIX secolo)
Bologna TIPOARTE 1991
Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dellAbbadessa, a cura del Centro Villa Ghigi, Editrice Compositori,
Bologna 1999
Stefanelli d.Evaristo, Bologna: Polifonia di voci, Libricooper 1981
Claudio Negrelli, La fontana dallArmi a San Pietro di Ozzano - ricerche archeologiche e documentarie Ed. Allinsegna del Giglio, Firenze 2004
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Il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dellAbbadessa comprende sistemi territoriali di grande valore
naturale, scientifico, storico-culturale e paesaggistico. Una realt gestita e organizzata in modo unitario allo
scopo di conservare, ripristinare e migliorare lambiente naturale, sviluppare attivit umane compatibili con la
protezione degli ecosistemi, svolgere attivit di ricerca scientifica, didattiche e ricreative.
Il territorio del Parco stato suddiviso in diverse zone con specifiche destinazioni duso e differenti zone di tutela
e protezione.
ZONA A
Zona di protezione integrale
comprende territori di grande interesse naturalistico e altamente vulnerabili, nei quali lambiente naturale
protetto nella sua integrit. Qui sono consentite esclusivamente attivit di tipo scientifico.
ZONA B
Zona di protezione generale
sebbene siano presenti ambiti naturali di elevato interesse la cui protezione prioritaria, sono compatibili attivit
di tipo agricolo e silvo-pastorale tradizionali e una fruizione escursionistica e ricreativa regolamentata.
ZONA C
Zona di protezione ambientale
sono consentite le attivit agricole, forestali, zootecniche e altre attivit compatibili con le finalit istitutive del
Parco.
ZONA di pre-parco
costituita da aree maggiormente modificate dai processi legati alle attivit delluomo, nelle quali possono essere svolte attivit compatibili, finalizzate al miglioramento socio-economico delle comunit locali e alla fruizione
del Parco, coerentemente con le sue finalit.
RISPETTA LE NORME DEL PARCO
Si invita ad attenersi alle norme seguenti e si ricorda che il mancato rispetto comporta una sanzione amministrativa
Mantenersi sul tracciato del sentiero
Non accedere con mezzi motorizzati
Non inoltrarsi nelle cavit naturali
Non abbandonare rifiuti
Non raccogliere fiori e altre piante, prodotti del sottobosco, frammenti di roccia e fossili
Non disturbare in alcun modo gli animali selvatici
Tenere i cani al guinzaglio
Non urlare o produrre rumori inutili
Non invadere le aree di pertinenza delle abitazioni private e le zone coltivate
Non campeggiare e non accendere fuochi
Pubblicazione realizzata nel Giugno 2011 dal Parco Regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dellAbbadessa
Coordinamento generale: Arch. Lucia Montagni - Direttore del Parco
Ideazione, testi e immagini a cura di: Associazione Selenite - Bologna - www.selenitebo.it