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CLUB ALPINO ITALIANO

Sezione Aspromonte – Reggio Calabria


DOMENICA 16 Febbraio 2020
La valle di Fossato tra uliveti e frantoi
In collaborazione con l’Associazione Fossatesi nel Mondo
Organizzatori ed accompagnatori: Concetta Romeo 329.2028712 - Rocco Romeo 328.7631398

SCHEDA INFORMATIVA
Comune: Montebello Jonico
Acqua: Non presente lungo il percorso
Tipologia difficoltà: T
Dislivello Totale: 400 mt circa
Lunghezza percorso: ad anello di circa 6Km
Tempi di Percorrenza: 5 ore compresa la sosta per il pranzo

INFORMAZIONI TECNICHE
Equipaggiamento obbligatorio: scarponi da trekking, abbigliamento a strati, borraccia, giacca
a vento, mantella per la pioggia, sacchetto per rifiuti, acqua.
Equipaggiamento consigliato: bastoncini da trekking, cappellino da sole/lana, macchina
fotografica.

PROGRAMMA
Orario e punto d’incontro: ore 07:30 parcheggio Viale Europa
Partenza: 07:45. Si raccomanda massima puntualità.
Dopo aver organizzato gli equipaggi, si parte alla volta della strada S.S.106 direzione Melito Porto Salvo.
Superato il porto di Saline Joniche uscire al bivio a destra per imboccare la provinciale n. 22 direzione
Montebello – Fossato.
Raduno dei partecipanti sulla Fiumara S. Elia in località “Pirara Papala” - visita all’affresco Bizantino di
Santastasi, tempo massimo 45 minuti.
L'area archeologica si estende per circa 100 mq, delimitata da una rete metallica. La costruzione della
piccola chiesetta, lunga quasi 8 metri e larga circa quattro risalirebbe secondo gli esperti a circa l'anno
1000, epoca in cui tanti monaci eremiti, provenienti dalla Grecia e dalla Turchia, trovarono rifugio e luogo di
meditazione nelle nostre terre. La parte absidale è formata da tre nicchie, due laterali di circa 50 cm di
larghezza per un'altezza di 130 cm e quella centrale di circa 110 cm di larghezza e circa 150 cm di altezza.
Nelle due nicchie laterali sono presenti ed ancora ben visibili tracce di affreschi rappresentanti figure
maschili, presumibilmente icone di santi del culto orientale bizantino portato dai monaci basiliani. Una
tettoia in tegole rosse, sostenuta da quattro centine in ferro, preserva dalla pioggia tutto il rudere.
L'affresco di destra, quello meglio conservato, con l'immagine di S. Anastasio o di un Cristo Pantocratore, ha
dimensioni dipinte di circa 35x45 cm così come conservatosi nel tempo nella parte superiore della parete
leggermente concava. La nicchia di sinistra in condizioni molto precarie, fa intravedere solo la figura
stilizzata in linee curve che partono dalla base fino alla sommità della stessa. Nella nicchia centrale, quella
più rovinata, restano solo pochi indizi di una volta celeste costellata di piccole stelline bianche. La parte
verso il basso crollata è stata ricostruita alla meglio con materiali reperiti sul posto, pietre dello stesso tipo
e colore di tutta la costruzione.
Alle spalle dell'edicola i ruderi un vecchio "Trappitu", di proprietà famiglia Crea, all'interno del quale sono
presenti, coperti dalla ruggine alcuni vecchi macchinari: una pressa a vite azionata dalle braccia dei
"Trappitari", una vite senza fine sempre in ferro e delle ruote in pietra bianca in posizione verticale adibite a
macina, anzi ad elemento schiacciatore, se si può definire così, sopra un supporto in muratura "schedha".
Le ruote fissate su un asse centrale fatto girare a trazione animale, una vacca, un asino o un mulo, con il
loro movimento roto/traslatorio schiacciavano le olive con il loro peso, poi il pastaccio inserito in
contenitori circolari fatti di corda grezza "Le sporte" veniva pressato a forza di braccia facendo circolare su
di un perno a vite, "la Pressa", che comprimeva il pastaccio, da cui fuoriusciva olio e morchia (Murga) che
poi per decantazione veniva separato. L'olio con peso specifico minore di quello dell'acqua, restava nella
parte alta dei contenitori (tinedhi) e facilmente travasato nei "bumbuluni" con il "micagno”, misura di
capacità di circa due litri e mezzo.
Inizio escursione. Si sale verso la località “Ramundino” lungo la strada sterrata (carrozzabile), la
salita, pur presentando un dislivello abbastanza consistente, consente piccole soste lungo i tornanti per
prendere fiato. Si attraversa un territorio con uliveti di I^ categoria, dalla spremitura delle olive si ottiene
un ottimo olio dalle proprietà organolettiche eccellenti, dal gusto fruttato e di minima gradazione di acidità.
Man mano che si sale la vista della valle di Fossato comincia a rivelarsi nella sua grandiosità. Sulla
sinistra le Frazione Serro, Rovere, San Luca e Fossatello, di fronte il centro del paese. Da Ramundino,
deviando a destra si prosegue fino a raggiungere il punto più alto dell’escursione: “Puntu d’Argentu”,
chiamato così perché nel periodo invernale, quando l’aria fredda è molto tersa, durante le notti di
plenilunio assume una colorazione particolare di colore argento. La luce lunare illumina gli uliveti di colore
verde grigiastro e la luce riflessa dagli alberi sembra quasi argento ovattato. Da Puntu d’Argentu la strada,
agevole, in falso piano porta alla località “Fasulari, un tempo ricca di vigneti da cui si otteneva un rinomato
vino rosso, corposo e con gradazione alcoolica intorno ai 14 gradi. Gli antichi vigneti ora hanno lasciato il
posto alle piantagioni di giovani uliveti. La strada, ora in discesa porta abbastanza rapidamente all’abitato di
Santalena. Il panorama si estende lungo tutto lo stretto di Messina dominato dall’Etna innevato e dal
maestoso monolite della “Rocca di Santa Lena” e dalla possente “Rocca di Pentidattilo”. A sinistra la vista si
estende lungo la costa e il suo entroterra fino a Bova Marina.
Ore 12:00 - Arrivo alla Rocca di Santa Lena, sosta per rifocillarsi e ammirare la natura, i verdi prati il cui
colore contrasta con il bruno delle numerose formazioni rocciose presenti. Una antica leggenda racconta
che la Rocca di Santa Lena ospitava nei suoi anfratti una chioccia con i suoi pulcini, nati da uova d’oro,
covate in buco inaccessibile del monolite. Invano, si dice, le persone del luogo sono andate alla
ricerca di queste uova d’oro, senza mai trovarle.
A valle del monolite, verso destra, si elevano numerosi pinnacoli di roccia calcarea che il corso del tempo, la
pioggia ed il vento hanno eroso producendo cavità di media grandezza. Nelle notti di ventose la furia del
vento sbattendo sulle pareti di queste cavità produce un caratteristico suono somigliante ad un mormorio
quasi umano, per questo vengono definite come le rocce parlanti.
Si segue la strada in discesa attraversando l’abitato di Santa Lena fino a raggiungere il ponte sul Torrente
S.Elia, che porta a Montebello per ammirare dall’alto il Canyon dello Stretto e l’abitato di Montebello
Si raggiunge il greto del torrente e percorre per qualche centinaio di metri il Canyon dalle alte pareti
rocciose a picco, alte in alcuni punti quasi 80 metri. Si ritorna verso Fossato lungo il torrente, ricco di acqua
anche nella stagione estiva e dopo circa un km si raggiunge la località “Nunziata”, questo luogo,
nonostante, l’altezza sul livello del mare di circa 400 metri, probabilmente favorito da un particolare
microclima, vegeta e produce frutti di ottima qualità il bergamotto. Si segue un piccolo sentiero che porta
alla chiesetta patronale dell’Annunziata, che ha dato il nome alla stessa. Agrumeti rigogliosi e vigneti di
ottimo “Niredhu” nel passato erano le coltivazioni più ricche del posto. La chiesa patronale dell’Annunziata
costruita a metà del diciottesimo secolo dalla famiglia Manti di Montebello dedicata all’Annunciazione, si
trova su un piccolo pianoro che sovrasta la campagna verde e lussureggiante.
Ogni anno si rispetta una antica tradizione religiosa tra le popolazioni di Fossato e di Montebello. Una
processione a piedi lungo il torrente di fedeli montebellesi porta il quadro dell’annunciazione che viene
consegnato ai fedeli fossatesi per portarlo in solenne processione all’interno della chiesetta. Viene
celebrata una santa messa a propiziare i raccolti della campagna. Fino alla fine degli anni ’50 si effettuava
una ricca fiera del bestiame.
Ore 13.30- 14.00 Arrivo al Frantoio Billari, visita e dimostrazione del ciclo dell’olio, dalla pesatura, lavaggio e
frangitura e l’olio extra vergine. Degustazione dei prodotti tipici locali.
Al temine dell’escursione i rappresentanti dell’Associazione Culturale “I Fossatesi nel Mondo “si esibiranno
in alcune dimostrazioni di giochi tradizionali fossatesi.

Giovedì 13 Febbraio 2020 gli organizzatori Concetta Romeo e Rocco Romeo saranno in sede
per raccogliere le adesioni e dare maggiori informazioni.

I non soci sono tenuti a pagare una quota individuale di € 10 per la copertura assicurativa.
Si ricorda inoltre che le spese per la benzina dovranno essere divise tra i partecipanti di ogni
equipaggio.
Organizzatori ed accompagnatori
Concetta Romeo, Rocco Romeo

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