Carlo Dri
Dipartimento di Fisica
Universit degli Studi di Trieste
This work is licensed under the Creative Commons Attribution-NonCommercialNoDerivatives 4.0 International License. To view a copy of this license, visit
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/.
Indice
I.
Introduzione
1. Le misure
1.1. Sistemi di misura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2. Multipli e sottomultipli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3. Analisi dimensionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4. Conversioni fra unit di misura . . . . . . . . . . . . . . . .
1.5. Errori nelle misure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.5.1. Cifre signicative . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.5.2. Arrotondamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.5.3. Cifre signicative nel riportare il risultato di calcoli
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7
8
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17
II. Meccanica
19
2. Cinematica
2.1. Le grandezze che descrivono il moto dei corpi . . .
2.1.1. Posizione, spostamento e spazio percorso . .
2.1.2. Velocit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.1.3. Accelerazione . . . . . . . . . . . . . . . . .
2.2. Moto di un corpo in una dimensione . . . . . . . . .
2.2.1. Il moto rettilineo uniforme . . . . . . . . . .
2.2.2. Il moto rettilineo uniformemente accelerato
2.3. Moto di un corpo in due dimensioni . . . . . . . . .
2.3.1. Posizione, velocit e accelerazione . . . . . .
23
23
23
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25
25
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29
29
3. Dinamica
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33
4. Lavoro ed energia
35
4.1. Energia cinetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
4.2. Il lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
Indice
37
5. Il principio di Pascal
39
6. La legge di Stevino
41
7. Il teorema di Bernoulli
43
8. Fluidi reali
45
8.1. La viscosit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
8.2. La legge di Stokes . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45
IV. Termodinamica
47
9. La termometria
49
10. Calorimetria
51
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57
57
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60
Parte I.
Introduzione
1. Le misure
Il 23 settembre 1999 i tecnici del Jet Propulsion Laboratory della NASA stanno seguendo
lingresso del satellite Mars Climate Orbiter nellorbita di Marte: come da programma
alle 2,00 am ora locale si accendono i motori principali del mezzo per rallentare la
sua discesa e permettergli di entrare nellorbita pressata. Un istante dopo il mezzo
scompare dietro Marte, ma i tecnici attenderanno invano la sua ricomparsa allaltro
lato del pianeta.1 Il satellite si schiantato su Marte.
Il 10 novembre dello stesso anno, una commissione incaricata di valutare le cause della
perdita del satellite pubblica un resoconto in cui nota che stato commesso un errore
nel software di simulazione delle traiettorie del mezzo: il team inglese incaricato dello
sviluppo software ha utilizzato inavvertitamente le libbre-forza (lbf) invece dei newton
(N) nella simulazione delle forze, provocando un errore di un fattore 5 nellaltitudine di
ingresso nellorbita.2 Questa inavvertenza nelluso delle unit di misura costata alla
NASA qualcosa come 330 milioni di dollari.
In sica, cos come nella vita di ogni giorno, lutilizzo corretto delle unit di misura
fondamentale: un numero con lindicazione errata dellunit di misura viene associato
da chi lo legge a una grandezza sica completamente diversa da quella corretta, oppure
il suo ordine di grandezza viene completamente travisato. Pertanto per comunicare o
annotare quasiasi grandezza in modo non ambiguo o parziale indispensabile conoscere
le convenzioni con cui vengono universalmente scritte.
Le regole generali per la scrittura delle unit di misura sono:
le unit non si scrivono in corsivo
i simboli derivati da nomi propri di scienziati si scrivono con la lettera maiuscola,
mentre quando ci si riferisce allunit di misura il nome completo dello scienziato
va scritto in minuscolo (e.g. A, K per ampere e kelvin)
Vediamo ora quali sono i principali sistemi di misura.
1 http://mars.jpl.nasa.gov/msp98/news/mco990923.html
2 ftp://ftp.hq.nasa.gov/pub/pao/reports/1999/MCO_report.pdf
1. Le misure
lunghezza
massa
tempo
corrente elettrica
temperatura assoluta
quantit di sostanza
intensit luminosa
N SI
S SI
metro
kilogrammo
secondo
ampere
kelvin
mole
candela
m
kg
s
A
K
mol
cd
le unit che indicano un numero di giorni, di ore, di minuti, indicati rispettivamente con i simboli d, h e m;
la tonnellata (simbolo t) una misura di massa, denita esattamente come
1 t 1 103 kg = 1 106 g, e corrisponde, nel sistema SI, a 1 Mg;4
3 Bench
lunghezza
lunghezza
massa
massa
volume
volume
tempo
pollice
piede
libbra
once
once uidea
once uideb
secondo
in o
ft
lb
oz
oz
oz
s
25,4 mm
12 in
0,453 592 37 kg
1
16
lb
28,41 mL
29,57 mL
-
Sopratutto in Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti e alcuni altri paesi, invece del sistema internazionale si utilizzano il Sistema Imperiale e il Sistema Consuetudinario
Statunitense.5 Le unit pi utilizzate sono elencate in Tabella 1.2
Ricordiamo inne che esistono grandezze adimensionali cio senza unit di misura
(nel corso della dispensa vedremo degli esempi).
5 Questi
due sistemi in realt hanno delle leggere dierenze nella denizione di alcune unit, in
particolare per quanto riguarda i volumi.
1. Le misure
N P P 10
exa
peta
tera
giga
mega
kilo
etto
deca
deci
centi
milli
micro
nano
pico
femto
atto
1018
1015
1012
109
106
103
102
101
100
101
102
103
106
109
1012
1015
1018
E
P
T
G
M
k
h
da
d
c
m
n
p
f
a
0,4 pF = 0,4 10
m
12
0,001 mV = 1 V = 1 10
10
m
s
6 Per
11
1. Le misure
mentre quello a sinistra
[ ] [h] =
m
m
s2
r
m
m
,
m
s
s2
Pertanto lequazione sbagliata perch le dimensioni a destra delluguale non corrispondono a quelle a sinistra: lequazione corretta potr essere invece (ed di fatto
corretta)
q
=
2 h
760
101 325 Pa
mmHg
760 mmHg
760
mmHg
cio che
101 325 Pa
=1
(1.2)
760 mmHg
Pertanto, dato che il rapporto a sinistra delluguale pari a 1, posso moltiplicare i
233 mmHg per questo rapporto senza cambiare di fatto la misura che sto convertendo
(sto moltiplicando per 1!):
x=
12
101 325 Pa
= 31 064 Pa
760 mmHg
(150,4 0,2) mm
oppure
150,40(2) mm
13
1. Le misure
commetto il massimo errore in positivo su entrambe le misure, quindi le vere
misure dei lati del foglio sarebbero 210,5 mm e 297,5 mm, cio 62 623,7580 mm2
commetto il massimo errore in negativo, cio il foglio misurerebbe 209,5 mm
e 296,5 mm, cio 62 116,7270 mm2
Avrei pertanto un errore massimo (incertezza) sullarea pari alla met della dierenza tra questi due estremi, cio: 253,5155 mm2 250 mm2 = .
Nellesempio appena visto, dovrei pertanto scrivere che larea pari a 62 369,99 mm2
250 mm2 . La conoscenza dellerrore associato a questa misura (250 mm2 ) ci indica anche
il numero di cifre con cui corretto riportare larea A: non ha senso riportare con due
cifre dopo la virgola un dato che soggetto ad una incertezza pari a 250 mm2 , e pertanto
tale misura andrebbe scritta come A = 62 370 mm2 250 mm2 Sarebbe frustrante se per
ogni calcolo si dovesse svolgere tutto questo processo per sapere a quante cifre devo
arrotondarlo. Dopo aver introdotto il concetto di cifre signicative e di arrotondamento
vedremo un metodo pratico per determinare a grandi linee quante cifre corretto
mantenere nellesprimere il risultato di un calcolo.
14
stesso dicasi per tutte le altre cifre decimali che non sono riportate.
1.5.2. Arrotondamenti
Supponiamo di avere una torta che, pesata su una bilancia precisa al grammo, risulta
pesare 1,145 kg, e supponiamo di dover trovare quanto pesa 1/3 della torta. Il risultato che la calcolatrice d digitando 1, 145/3 0, 38166667. Tuttavia, sarebbe assurdo
riportare il peso con tutte le 8 cifre dopo la virgola come se fossero tutte signicative:
da dove verrebbe infatti la precisione ulteriore rispetto alla sensibilit della bilancia
di 1 g? Detto in altro modo, riportando il risultato come 0,381 666 67 kg, staremmo
implicitamente aermando che conosciamo il peso di un terzo della torta con una
15
1. Le misure
precisione di 10 g (precisione corrispondente alla cifra 7)! chiara lassurdit di una
tale aermazione. Pertanto, nel riportare il risultato nale necessario arrotondare il
numero che otteniamo dal calcolo in modo da non aumentare o diminuire articiosamente la precisione con cui eettivamente possiamo conoscerlo. Nellesempio in
questione, sar ragionevole limitare il risultato no alla cifra corrispondente ai grammi.
Ci sono delle regole precise per arrotondare il risultato di un calcolo, che non signica
semplicemente troncare il numero alla cifra desiderata (anzi, nel 50% dei casi un
errore). Usualmente, quello che succede che mi trovo davanti ad un numero dato
dalla calcolatrice con molte cifre, e devo riportarlo con il corretto numero di cifre
signicative.8 Il metodo per arrotondare il seguente:
1. decido il numero di cifre signicative a cui devo arrotondare
2. conto le cifre da sinistra verso destra, a partire dalla pi signicativa no al
numero di cifre a cui devo arrotondare, identicando cos la posizione di quella
che sar la cifra meno signicativa
3. devo considerare ora la cifra che segue immediatamente a destra quella meno
signicativa:
a) se inferiore a 5, allora la cifra meno signicativa non va modicata
b) se superiore a 5, la cifra meno signicativa va aumentata di 1
c) se uguale a 5, la cifra meno signicativa va aumentata di 1 solo se pari 9
4. per nire, il numero va troncato alla cifra meno signicativa.
Vediamo alcuni esempi di applicazione di queste regole.
E 1.4: arrotondamenti
N
0,381 666 67
13,453 103
112,297
0,379 995 2
0,5555
8 Vedremo
3
4
5
4
2
0,382
13,45 103
112,30
0,3800
0,56
in seguito le regole per sapere qual il numero di cifre signicative con cui riportare il
risultato di un calcolo.
9 Ricordiamo che lo zero un numero pari.
16
17
Parte II.
Meccanica
FiXme Note:
aggiungere
introduzione
21
2. Cinematica
La cinematica si occupa di studiare il moto del punto materiale senza preoccuparsi delle
cause che producono il moto.
Partiamo dal caso pi semplice, che la descrizione del moto di un punto lungo una
retta (cio un moto in una dimensione).
-4
-3
-2
-1
x [m]
La posizione del punto allistante ti individuata dal vettore in gura, che in pratica
mi rappresenta di quanto mi sono spostato (x (ti ) = 2 m nel caso in gura), in quale
direzione (lungo la retta in questione) e in quale verso (verso destra nel caso in gura,
cio nel verso positivo dellasse x).
Supponiamo ora che il punto passi dalla posizione x (ti ) = 2 m alla posizione x (t f ) =
1 m, come in gura 2.2.
Allora il suo spostamento sar dato dal vettore rappresentato in rosso, che sar
lungo esattamente
x = x (t f ) x (ti )
cio x = 1 m
(2 m) = 3 m.1
importante ricordare che quanto si scrive k, con k una qualsiasi grandezza sica, si intende la
variazione di tale grandezza, cio sempre la dierenza tra il valore di k nale a cui va sottratto il
23
2. Cinematica
x
x (t f )
-5
-4
-3
-2
-1
x (ti )
0
x [m]
2.1.2. Velocit
La velocit pu essere genericamente denita come lo spazio percorso nellunit di
tempo. Tuttavia, basta immaginare un semplice esempio per capire che una denizione
di velocit deve essere pi precisa. Supponiamo di andare da Trieste a Milano, che
distano circa 400 km e di impiegare circa 4 h per il viaggio. Allora la nostra velocit
sarebbe pari a 100 km/h. Ma chiaro che non abbiamo fatto tutto il viaggio andando
a 100 km/h: in ogni istante di tempo la nostra velocit cambiava, come indicato dal
tachimetro. La velocit indicata sopra pu essere denita una velocit media, ma
ancora non basta, perch diverso considerare nel calcolo della velocit lo spazio
percorso e lo spostamento.
Si denisce velocit scalare media la grandezza:
h si =
spazio percorso
t
(2.1)
x (t ) spostamento
=
t
t
(2.2)
t!0
x (t ) dx (t )
=
t
dt
24
dx (t )
dt
(2.3)
2.1.3. Accelerazione
Laccelerazione esprime quanto rapidamente varia la velocit. Ad esempio, alcuni
modelli si auto sono in grado di portare la loro velocit da 0 km/h a 100 km/h (cio
accelerare) in 4,0 s: la variazione di velocit, pari a 100 km/h, avviene in 4,0 s. Pertanto,
si denisce laccelerazione media come:
a =
(2.4)
2. Cinematica
In particolare, dalla conoscenza della funzione x (t ), cio della posizione in funzione
del tempo in un dato sistema di riferimento (vedi sezione 2.1.1), posso ricavare la velocit
(t ) (calcolando la derivata di x (t )) e laccelerazione a(t ) (calcolando la derivata di (t )).
La funzione x (t ) chiamata legge oraria.
ti
= [ c t]tif
=
c (t f
ti )
domanda corretta sarebbe di quanto mi sar spostato, ma in questo caso i concetti di spostamento
e spazio percorso sono uguali a meno di un possibile segno negativo dello spostamento dovuto ad un
moto nel verso negativo dellasse su cui avviene il moto.
3 Ricordiamo che
Z b
dF (x )
f (x ) dx = [F (x )]ba
dove
= f (x )
dx
a
La funzione F (x ) detta una primitiva di f (x ). Nel caso specico che stiamo trattando, abbiamo che
dx (t )
dt = (t ), da cui discende immediatamente il risultato dellintegrale.
4 chiaro che se due funzioni sono uguali, anche i loro integrali fra gli stessi estremi saranno uguali.
26
x (t ) = x (ti ) +
8
>
>
>
< (t ) = c
>
>
>
: a(t ) = 0
c (t
ti )
(2.7)
dove abbiamo chiamato listante di tempo t f con il generico nome t, e abbiamo calcolato
anche laccelerazione che ovviamente, se la velocit costante, sar uguale a zero.5 Per
nire, se per convenzione nel sistema che stiamo studiando abbiamo posto ti = 0 s, le
equazioni 2.7 diventano:
x (t ) = x (0) +
8
>
>
>
< (t ) = c
>
>
>
: a(t ) = 0
ct
(2.8)
tf
ti
a(t ) dt = [ (t )]tif = (t f )
(ti ) =
(ti )
ti )
(2.9)
dove come sopra abbiamo chiamato listante t f con il generico nome t. Ora poniamoci
unultima domanda: di quanto si spostato il corpo che si muove con accelerazione
ac , tra listante ti e listante t f ? Sappiamo gi che la risposta a tale domanda data
dallintegrale di (t ) tra ti e t f (che d come visto x (t f ) x (ti )), e pertanto, integrando
5 Essendo
a zero.
che a(t ) =
d (t )
dt ,
27
2. Cinematica
lequazione 2.9, otteniamo
x (t f )
x (ti ) =
=[
tf
[ (ti ) + ac (t
ti
t
(ti )t]tif
= (ti )(t f
ti )] dt
"
!# tf
t2
+ ac
ti t
2
ti
1
ti ) + ac (t f ti ) 2
2
ti ) 2
(2.10)
ti ) 2
(2.11)
1
8
>
x (t ) = x (0) + (0)t + ac t 2
>
>
>
2
>
<
(t
)
=
(0)
+
a
t
>
c
>
>
>
> a(t ) = a
c
:
(2.12)
Dallinsieme delle equazioni 2.11 possibile anche ricavare unequazione molto utile
nella soluzione dei problemi, che lega fra loro, accelerazione, velocit e posizione senza
una dipendenza esplicita dal tempo. Dallequazione per (t ) otteniamo infatti
t
ti =
(t )
(ti )
ac
(t )
(ti )
ac
1
+ ac
2
(t )
(ti )
ac
!2
28
x (ti ))
(2.13)
(ti ) 2
= x (t )
x (ti )
cio che un corpo in moto uniformemente accelerato con accelerazione ac , tra un istante
2
2
ti e un istante t compie uno spostamento pari a (t ) 2ac (ti ) .
A(x a ;
a)
~r
O
rx
Come indicato in gura 2.3, il punto A di coordinate (rx , r ) individuato univocamente dal vettore ~r , che caratterizzato da tre propriet:
29
2. Cinematica
modulo la lunghezza del vettore, che si indica con |~r | o semplicemente
a e pu
q
2
2
facilmente essere calcolata con il teorema di Pitagora: |~r | = rx + r ;
direzione langolo in gura 2.3, cio langolo che forma la retta su cui giace il
vettore rispetto alla direzione positiva dellasse delle ascisse;
verso indicato dalla punta del vettore.
Il punto O in gura 2.3, chiamato punto di applicazione del vettore ~r e in questo
caso coincide con lorigine degli assi. Tuttavia, il punto di applicazione pu essere un
punto qualsiasi nel piano. Bisogna tenere presente che, quando si descrive il moto di
un punto nel piano, in generale ho che ~r una funzione del tempo, cio
~r = ~r (t )
Come mostrato in gura 2.3, il vettore ~r univocamente denito dalle sue componenti rx e r , che non sono altro che le proiezioni di ~r lungo gli assi cartesiani. A
partire dalla conoscenza di |~r | e di , possibile ricavare le componenti del vettore dalle
semplici relazioni trigonometriche:
(
rx = r cos
r = r sin
Un vettore si pu rappresentare anche tramite i versori degli assi cartesiani:
~r = rx i + r j
La gura 2.4 mostra come denito lo spostamento ~r di un punto nel piano, cio,
analogamente al caso unidimensionale:
~r = ~r (t f )
~r (ti )
~r (t f )
tf
~r (ti )
~r
=
ti
t
Anche nel caso del moto in due dimensioni, la velocit scalare media denita
dallequazione 2.1, ed pertanto uno scalare con segno sempre positivo. Lo spazio
percorso, nel caso del moto rappresentato in gura 2.4, corrisponde alla lunghezza della
linea tratteggiata compresa tra A e B, mentre lo spostamento corrisponde al vettore ~r .
La velocit istantanea si denisce come
~r
~ = lim
t!0 t
e da questa denizione chiaro che il vettore velocit diretto come il vettore spostamento ed ha il suo stesso verso.
30
~r
~r (t f )
A
~r (ti )
O
31
3. Dinamica
33
4. Lavoro ed energia
Senza inoltrarci in denizioni astratte di energia, partiamo dallaermare che lenergia
semplicemente una grandezza sica che misura la capacit di un sistema di compiere
del lavoro.
4.2. Il lavoro
Consideriamo ora una massa m che viene trascinata su un piano senza attrito da una
~ come mostrato in gura 4.1.
forza F~ per un tratto d,
F~
m
Fx
d~
F~:
Scriviamo prima di tutto la seconda legge di Newton per la componente x della forza
Fx
m
mentre nella direzione supponiamo che non vi sia alcuno spostamento (supponiamo
cio che F sia pi piccola di P = m ). Scriviamo poi la legge che regola il moto
uniformemente accelerato della massa m:
da cui
Fx = ma
2
f
2
f
a=
+ 2ad
35
4. Lavoro ed energia
Sostituendo laccelerazione trovata sopra in questultima equazione e riarrangiando i
termini troviamo che:
1 2 1 2
m
m = Fx d
(4.2)
2 f 2 i
~ Pi
La quantit Fx d chiamata lavoro compiuto dalla forza F~ lungo lo spostamento d.
in generale, il lavoro compiuto da una qualsiasi forza costante F~ che agisce per un tratto
d~ dato da
L = F~ d~ = Fd cos
lavoro di una forza
(4.3)
dove il simbolo denota il prodotto scalare dei due vettori e rappresenta langolo tra
~ La gura 4.2 mostra geometricamente come il lavoro corrisponda alla prodotto
F~ e d.
della proiezione della forza nella direzione dello spostamento (F cos ) e del modulo
dello spostamento stesso (d).
F~
d~
Fx = F cos
1 Nella
risultante delle forze vanno incluse tutte le forze che agiscono sul corpo, incluse eventualmente
forze di attrito.
36
Parte III.
Statica e dinamica dei fluidi
5. Il principio di Pascal
39
6. La legge di Stevino
41
7. Il teorema di Bernoulli
43
8. Fluidi reali
8.1. La viscosit
8.2. La legge di Stokes
45
Parte IV.
Termodinamica
9. La termometria
49
10. Calorimetria
51
T !T + T
(11.1)
e sappiamo che per una trasformazione isocora E int = Q, dato che L = 0. Per un gas
perfetto monoatomico, sappiamo che E int = 32 nRT per cui anche
3
E int = nR T
2
(11.2)
(11.3)
(11.4)
53
nR T
relazione di Mayer
(11.5)
54
12.1.2. Isobara
La pressione rimane costante e pertanto
L amb = p(Vf
Vi ) = nR(Tf
Ti )
nR T
p V
12.1.3. Isoterma
Se la temperatura costante, allora E int = 0. Pertanto, dal primo principio possiamo
dire che Q = L amb . Il lavoro pu essere facilmente calcolato come
Z Vf
L amb =
p dV
Vi
ottenendo
!
Vf
L amb = nRT ln
Vi
La legge di Boyle mette in relazione le variazioni di pressione con quelle di volume:
pV = costante.
55
12.1.4. Adiabatica
Per denizione ho Q = 0 e quindi E int = L amb . Pressione, volume e temperatura sono
legati dalle relazioni:
pV = costante
TV
56
= costante
(13.1)
|Q f |
< 1.
|Qc | |Q f |
Lm
=
=1
|Qc |
|Qc |
|Q f |
|Qc |
(13.2)
57
C
V
58
L gas = 0
L gas |Q c | |Q f |
=
=1
|Q c |
|Q c |
|Q f |
|Q c |
(13.3)
e ora dimostreremo che tale rendimento, nel caso della macchina di Carnot, pari a:
c
=1
Tf
Tc
(13.4)
|Q f | =
!
!
VD
VC
= nRTc ln
= nRTc ln
VC
VD
(13.6)
dove con L(g) abbiamo indicato il lavoro fao dal gas nelle rispeive trasformazioni. Il rapporto
fra le equazioni 13.5 e 13.6 ci d:
!
VC
ln
VD
|Q f | Tf
!
=
(13.7)
|Q c | Tc
VB
ln
VA
Consideriamo ora le due adiabatiche, dove possiamo scrivere che:
TcVB
= TfVC
TcVA
= TfVD
(13.8)
59
VC
=
VD
VB VC
=
VA VD
(13.9)
Considerando quanto appena oenuto nellequazione 13.9, dallequazione 13.7 si vede immediatamente che i due logaritmi sono uguali e che pertanto
|Q f | Tf
=
|Q c | Tc
(13.10)
Inserendo questa relazione nel rendimento dato dallequazione 13.3, oeniamo immediatamente
la 13.4.
13.5. Lentropia
FiXme Note: Todo
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