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Cittadinanza europea, migrazione e asilo

Il concetto di ​“cittadinanza” è la ​condizione giuridica di un individuo, che ha un rapporto


speciale con uno Stato, che gli riconosce una pienezza di diritti civili e politici​: quindi, la
cittadinanza è uno​ ​status​ ​e anche una ​relazione​ con un ordinamento.
Un cittadino europeo, avendo una cittadinanza nazionale in seno all’ente, acquisisce
automaticamente la cittadinanza europea, per effetto delle disposizioni adottate nei trattati di
Maastricht e di Amsterdam in cui viene perfezionata, nel 1997.
E’ un tema strategico di solidarietà e coesione tra gli stati, tuttavia, la cittadinanza UE non è
sotitutiva delle costtizuini nazioanl​i, bensìè un complemento natuale, oggettivo e necessario
alla citatdinanaza nazioanle. ​Non è possibile disgiungere quella nazionale da quella
europa.
La cittadinanza europea, da ciò che si legge nel ​TUE, all​’art. 3.2 ​si muove in uno “​spazio di
libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne”​ .
Inoltre, i tratti caratteristici sono iscritti in maniera complessiva nel​l’art.9 TUE

“L'Unione rispetta, in tutte le sue attività, il ​principio dell'uguaglianza dei cittadini​,


che beneficiano di uguale attenzione da parte delle sue istituzioni, organi e organismi. È
cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro​. La cittadinanza
dell'Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce​.” ​→ carattere
additivo e non sostitutivo

Nell’art. 20 TFUE, ​si prende questi conetti e si aggiunge che c’è una dimensione soggezione
alla sovranità dei tratti, quindi i cittadini non acquisiscono solo diritti ma diventano titolari
anche di alcuni ​doveri​, ovviamente minori rispetto a quelli che si hanno in rispetto agli
ordinamenti degli stati di appartenenza, ma che acquisiscono una determinata importanza,
come ad esempio, i ​doveri tributari​, che non spettano solo allo stato, anche all'Unione, nella
misura in cui si è tenuti a concorrere nella gestione di questa dimensione sovrastatale.

Quindi le caratteristiche in sunto sono:

- isonomia1
- la corrispodenza obbligatoria con la cittadinanza nazioanle
- carattere addizionale e non sostitutivo o alternativo

Le implicazioni generali (sia di diritti politici, sia di diritti civili):

- godimento dei diritti e soggezione ai doveri previsti dai trattati


- libertà di circolazione e soggiorno nei territori dell’Unione;
- diritti politici: voto e elettorato
- petizione al PE e ricorso al Mediatore europeo

1
L'eguaglianza di fronte alla legge: principio fondamentale della democrazia fino dalle esperienze
politiche degli antichi Greci.
- godimento di una tutela diplomatica e consolare

Si deve anche tenere presente, che la c​ondizione complessiva non è cristallizzata in


maniera assoluta​, ​perché c’è anche una dimensione dinamica esistendo una clausola
evolutiva che consente al ​Consiglio dell'Unione​, su proposta della Commissione e previa
consultazione del Parlamento, di adottare ​all'unanimità ​delle disposizioni che accrescono il
bagaglio di diritti dei cittadini dell’Unione. (​art. 25, c.2 TFUE​). E’ possibile, dunque
affermare, che i diritti dei cittadini europei non sono un numero chiuso, bensì’ suscettibili di
ampliazione.

La prima dimensione da esaminare nei diritti del cittadino, è quella politica, perché ha già
preso corpo prima ancora di essere ufficializzata nei trattati di Maastricht e Amsterdam,
poiché già nel ​1979​, i cittadini avevano partecipato all’​elezione diretta del PE (art. 14.2
TUE). Questa elezione è funzione di un diritto di rappresentanza, all'interno del Parlamento,
che nizialamete era delle popolazioni ora è dei cittadini degli stati. Inoltre, introduce la
possibilità di ​elettorato attivo e passivo​: ogin cittadini, fatte salve eventuali limitazioni, è
titolare della duplice condizione di​ elettore ed eleggibile.

Si aggiungono il ​diritto a partecipare alla vita democratica dell’Unione, che si possono


esplicitare nel ​diritto di essere associati in partiti politici ​a livello europeo (che possono
magari essere, anche, deviati dall’attività di gruppi a livello regionale, che a loro volta
prendono diretto contatto con i partiti a livello sovranazionale).
Il cittadino, inoltre, non ha solo dei diritti legati all'istituzione del Parlamento, ma anche nei
confronti delle Istituzioni nel complesso dell’Unione, che si configurano come ​diritti di
informazione, consultazione e di scambio pubblico delle opinioni, e sono diritti tutti
protetti dai Trattati, il che genera anche la possibilità di ottenere ​protezione attraverso
l’azione giurisdizionale della CGE​. Ci son anche ​diritti politici di iniziativa, ovvero
l’avviamento di procedure giuridiche complesse.

I diritti elettorali

I ​diritti elettorali prevedono una doppia strada, molto simili tra loro, ma una a ​livello più
alto ​e l’altra a ​livello più basso dell’organizzazione politica in seno all’Unione. Il più alto
appartiene al ​PE e quello più basso, ovvero più vicino ai cittadini, alle ​elezioni comunali​, ma
troviamo la stessa condizione ​isonomica ​(attivo e passivo).
Nel concreto, questo diritto attivo e passivo, vuol dire che un cittadino dell’Unione, ovunque
si trovi, ma sempre in Europa​, ha il diritto di esercitare il voto, e anche di essere candidato
nelle liste elettorali di quel paese; al contempo, ci si può candidare al Parlamento europeo ed
eletto all’interno di quel paese.
Come si struttura l'esercizio del diritto ca livello comunale?
Un cittadino ​legalmente residente nel comune​, può esercitare il diritto comunale come i
cittadini che provengono da quel comune, e candidarsi in quanto ​sindaco o consigliere pur
non avendo la cittadinanza​ di quello stato.
Da questa doncidizione isonmica (rinocosicmonweto egualitario di diritti) rimane esclusa
una fascia d​i livello istituzionale degli stati e delle regioni: non vi è risarcimento di diritto
elettorale per persone che non hanno la cittadinanza di dato paese.

Un'altra forma di coinvolgimento dei cittadini europei è connotata dal diritto di petizione​, al
possibilità di presentare istanze al Parlamento europeo​, così come di fare ricorso al
mediatore europeo a tutela dei propri diriti nei confronti dell'amministrazione dei
proorpiodiritit, al contempo, il cittadino può comunicare direttamente con le istituzioni
dell'Unione, anche con l’​uso della propria lingua purché riconosciuta dai trattati istitutivi
dell'Unione europea.

Iniziativa dei cittadini europei (ICE)

Nel quadro dei diritti politici rientra la facolta di carattere fortemente innovativo voluto in
occasione del ​Trattato di Lisbona del 2007, accogliendo una sollecitazione del PE che ha
sempre ritenuto una ​dinamica partecipativa ​dei cittadini, un qualcosa di ​fondamentale per
l’integrazione europea​, ha portato alla possibilità dei cittadini di far attivare alcuni organi
dell’Unione mediante sollecitazione di ​almeno un milione di persone​, che abbiano la
cittadinanza di un numero significativo di Stati membri (ad oggi, almeno ​¼ degli Stati,
affinché l'iniziativa ​non assuma valore unilaterale​), possono prendere iniziativa d​i invitare
la Commissione europe​a, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta
appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico
dell’Unione ai fini dell’attuazione dei trattati​. L’iniziativa dei cittadini è regolamentata
sulla base giuridica dell’art. 11.4 TUe, art. 24.1 TFUE, i regolamenti UE n. 211/2011 e
2019/788, gli artt. 229 e 230 del regolamento del PE.
Si è obbligatoriamente nello spettro delle competenze dell’Unione, quid regolamentata dai
trattati, all’interno dei quali si tratta di attivare una azione politica o politico legislativa da
parte delle Commissione europea. Si può sollecitarla, ma non è obbligo della Commissione
farlo, tuttavia la si mette con le spalle al muro e la si obbliga, quantomeno ad approfondire la
questione, a pronunciarsi su come vuole o perché non voglia attivarsi sulle determinate
questioni.
Questa proposta appropriata può avere uno sviluppo di carattere legislativo (proposta di
direttiva, regolamento) o semplicemente di orientamento e posizione politica assumibile
attraverso una decisione.

Procedura ​(simile a quello di presentazione di referendum in Italia)

A. ​Comitato dei cittadini​: minimo di 7 persone che deve risiedere in almeno 7 Stati
diverse, che compongono il comitato, e devono avere almeno 18 anni (età per votare al PE,
25 per voto passivo) e presentano un documento con titolo, la materia e breve descrizione
dell’iniziativa e indicando, sempre, la ​base giuridica proposta per il provvedimento
normativo che viene suggerito e viene integrato, se del caso, con una serie di indicazione
circa le fonti di finanziamento (principio di trasparenza) e di eventuale integrazione del
materiale necessario.

B. ​Registrazione dell’iniziativa (connotati simili alla ​declaratoria di ammissibilità ​di un


referendum nel nostro ordinamento) : la Commissione entro due mesi deve decidere se
registrare o meno. on ha un carattere meramente burocratico, ma deve valutare se
effettivamente sono rispettati i criteri di tipo procedurale, ma anche questa iniziativa rientri
nei criteri di competenze proprie della Commissione. Nel merito della proposta, viene
aggiunto un sindacato di concreta utilità della proposta stessa La proposta inoltre, non deve
essere futile o contraria ai valori dell’Unione e tanto meno vessatoria. Le decisioni della
commissione in questa sede è comunque impugnabile davanti alla CGE​, quindi non si
tratterà di decisioni che hanno un carattere partigiano o discriminatorio nei confronti dei
proponenti.

C. ​Raccolta delle dichiarazioni di sostegno ​(raccolta delle firme nel nostro ordinamento,
50.000) ​(​entro 12 mesi​, un milione di dichiarazioni di sostegno) la sottoscrizione della
condivisione da parte del singolo cittadino europeo. La raccolta di un milione di firma è
molto complessa, di fatto vengono dati 12 mesi per mettere insieme in f​ormato cartaceo o
elettronico ​l’insieme di firme. Negli anni si è sviluppato una raccolta di firme online,
certificato delle autorità competenti nazionali e poi confluite in una raccolta complessiva
europea. Le sottoscrizioni in una fase successiva vengono verificate dagli stati nazionali.

D. ​Verifica e certificazione​: il vaglio avviene attraverso il paese membro (ministero


dell'interno ed equivalenti, assieme a organi anagrafici)

E. ​Presentazione ed esame​: il comitato di presentazione lo porta alla Commissione europea,


che ​lo pubblica immediatamente ​e dà corso ad un i​ncontro con gli organizzatori ​che deve
avere luogo ad un livello appropriato. Non è un'audizione con l’intera commissione, ma ci
sono dei delegati della commissione che prendono conoscenza della proposta. E’ interessante
vedere come viene concessa la possibilità di essere ascoltati e tanto di più di avere
un’​audizione pubblica ​di fronte al PE, cosa non attuabile, invece, nell’ordinamento italiano.
L’UE instaura un rapporto diretto.
Entr 6 mesi, la Commmsione deve rispodnere ad un’iniztiava validamnete depositata: si
espreime dìmedidinate la comunicazione (esternaizone dei una oposizine politcia) ceh cintine
le conslusinimo giuridice e olitiche rigaurdanit l’inzinativa e inclune anche se
c’èaccolgiimento partziale dell’inziativa, le azin ceh la Comssmione vuile attuare, includendo
alcneh il claendiario di attuazione.
Il parlamento non rimane escluso: anzi è destinatari di una oinuiziona e della porsta. Può
svolgere una discussione in aula, data la mobilitazione massiccia, e può al termine di questa
discussione, in sessione plenaria​, ​adottare una ​risoluzione ​che valuta la natura e entità dei
sostegni politici che il PE intende dare a questa iniziativa.
Si tratta anche di u​n dialogo integrato tra PE e Commissione: quindi non sono responsi
distinti​. Il PE esamina esplicitamente le azioni annunciate dalla Commissione e quindi anche
le comunicazioni che ha dato a questo proposito.

E’ utile avere un'idea dell​e iniziative esperite ed in corso dalla cittadinanza europa. I quattro
principali argomenti che hanno raggiunto il numero di firme:

- la prima in assoluto la ​Right2water ​(diritto all’acqua)


- One of us​, che punta a bloccare i finanziamenti europei a ricerche scientifiche che
comportano la ​distruzione di feti umani
- Stop vivisection​, tema socialmente sensibile
- Ban glyphosate ​per proteggere le persone e l’ambiente dai p​esticidi tossici che punta
a riformare la procedura di acquisizione di pesticidi e bloccare la loro compravendita
all’interno dell’Unione.
Aiutano a formare una coscienza europea sulla dimensione di questi problemi creando
una forma di integrazione maggiore all'interno della cittadinanza dell’Unione.

Tutela diplomatica e consolare

Ogni cittadino al di fuori di un territorio al di fuori dell’Unione, grazie a quanto previsto dal
Trattato di Maastricht​, gode di una ​tutela particolare da parte anche della autorità
diplomatiche e consolari degli altri stati membri ​(se un italiano si trova in un paese non
UE in cui non ci sono nè ambasciata e consolati italiani, può ricorrere alle corrispondenti
autorità di altri paesi dell’Unione: solida cooperazione degli stati, che permette un aiuto
maggiore ai cittadini).
Nel caso della protezione diplomatic​a, lo Stato UE surroga il paese d'origine nel protegge i
cittadini perché son stati oggetto della ​violazione del diritto internazionale, e.g. azioni
illegittime o criminali che hanno gravemente leso un cittadino nell’esercizio di azioni
riconosciute dal diritto internazionale.
Mentre, nella ​protezione consolare​, lo Stato UE surroga il paese di origine nel sostenere il
cittadino nel far valere i propri ​diritti (diritti sociali, sanitaria, educativa etc) in base
all’ordinamento giuridico del Paese ospitante​. Ad esempio, se intendo poter far valere
questi diritti nella ricerca di un lavoro, o nell’avvio di un'attività economica, se non ho al mio
fianco un consolati del mio paese, posso fare ricorso ad un altro consolato di un paese
dell’Unione, che giova a paesi piccoli che non hanno una sufficiente rappresentanza nel
mondo.

Tra le conquiste più rilevanti, vi è il diritto di circolare e soggiorno all’interno degli altri
stati membri dell’Unione: ci sono, ovviamente, delle limitazioni stabilite in questo senso, ma
la ​base giuridica è molto forte (art. 21 TFUE, art 3.2 TUE, art 45 CDFUE) e siamo ad una
espansione della condizione di libera circolazione originariamente prevista dal trattato
della ​Comunità europea​, che disponeva solo per i lavoratori dipendenti e prestatori di servizi
(quindi solo in relazione all'​attività lavorativa​). Con ​Maastricht si è esteso tutto ai cittadini e
anche ai loro familiari​.
La circolazione delle persone, distinta dal momento lavorativo: lo spazio di integrazione,
Schengen​, sappiamo che è nata in forza di impegni di ​cooperazione intergovernativa​, che
ha avuto nel tempo, un'espansione fino a quasi coincidere con il territorio interno
dell’Unione. 22 Stati membri ne fanno parte, oltre a ​4 partner​, che hanno voluto
consentire la mobilità facilitata all'interno dei territorio anche fuori dai confini extra unione
europea (​Norvegia, Islanda, Svizzera e Liechtenstein​) per un totale di 26 membri a pieno
titolo​.
Le conquiste dell’accordo di Schengen hanno fatto un aquis generalizzato che tiene fuori solo
i paesi che hanno avuto prima del ​Trattato di Lisbona la facoltà di opting out, di rimanere
fuori dall’applicazione di questa disposizione. I paesi di futuro ingresso nell'UE saranno
automaticamente integrati​, è quindi un principio integrativo dell'Unione a tutti gli effetti.

Questa libertà si è fortemente avvalsa del lavoro della CGE che ha sancito la connaturalità di
questo diritto, alla vocazione stessa dell’Unione. In tempi più ravvicinati, le regole sono state
regolate in maniera regolare: direttiva 38 del 2004​, compiuta per incoraggiare la mobilità
riducendo al minimo e indispensabile le procedure burocratiche, e vessazioni
amministrative che impedivano il libero insediamento all'interno del territorio dell’Unione.
Aiuta a fornire anche una migliore definizione dello status di “familiare” (poiché è possibile
coniugarsi o avere comunque membri familiari di diversa nazionalità europea) e limitare le
possibilità di rifiuto dell’ingresso o di estinzione del diritto di soggiorno.
Il concetto di ​familiare,​ è un concetto ​non sempre uniforme ​e coerente a un ordinamento
giuridico all’altro: la stessa nozione di matrimonio è oggetto di regole diverse, così come il
problema che riguarda i matrimoni LGBT, e per questo è stata utile la posizione presa dalla
BCE con la ​sentenza Coman C-673/16​, per cui si è stabilito che i matrimoni omosessuali
fossero possibili, in termini del diritto dell’unione europea.
Il ​partner​, anche se non coniugato legalmente, deve avere una registrazione ufficiale, e
questo limita la libera circolazione dei questo partner al seguito, perché deve essere
equiparata dalla legislazione dello stato ospitante, in seno all’Unione.
Il problema dei discendenti viene risolta in maniera estesa: i discendenti diritti hanno
possibilità di muoversi finché hanno ​21 anni​, o sono a carico, così come quelli del coniuge o
partner registrato; gli ​ascendenti diretti a carico e di quelli del coniuge o partner registrato. Il
diritto è allargato inglobando anche la dimensione più vasta del suo rapporto familiare.

Diritti e obblighi:

- soggiorni inferiori a tre mesi​: possesso di documento di identità o passaporto (può


essere imposto l'obbligo di registrare presenza nel Paese)

- soggiorni superiori a tre mesi​: disporre di risorse sufficienti e di un'​assicurazione


sanitaria (assicurare di non gravare sul sistema sanitario del paese accogliente, per
quanto riguarda situazioni di malattia). Non necessario permesso di soggiorno, ma
può essere imposto obbligo di registrazione.
Per i familiari che non sono cittadini di uno Stato membro: obbligo di permesso di
soggiorno.

- oltre 5 anni​: diritto di ​soggiorno permanente legale​, dopo cinque anni di ininterrotta
residenza legale. Scatta, quindi, il diritto di mantenere la condizione anche per il
periodo successivo.

Tuttavia, la situazione di soggiorno è reversibile, poiché i cittadini o i loro familiari possono


essere espulsi dallo Stato membro ospitante, per motivi di o​rdine pubblico, pubblica
sicurezza o sanità pubblica​. Non è una discrezionalità piena e totale, bensì subordinata al
rispetto del ​principio di proporzionalità,​ e in riferimento al comportamento personale:
l’espulsione, non può essere soggetta ad una questione pretestuosa, marginale, o semplice
contravvenzione, ma deve seguire a dei reati gravi. E’ anche significativamente vietato che le
persone siano espulse per ragioni economiche​, cioè la loro incapacità di essere
autosufficienti dal punto di vista economico.

“​Le s​ ocietà c​ ostituite conformemente alla legislazione di uno Stato membro e aventi la sede
sociale, l'amministrazione centrale o il centro di attività principale all'interno dell'Unione,
sono equiparate,​ ai fini dell'applicazione delle disposizioni del presente capo (= Diritto di
stabilimento), alle persone fisiche aventi la cittadinanza degli Stati membri …”​ (art. 54
TFUE). ⇒ le società (persona giuridica, contenente ​persone fisiche​) possono operare qualora
ci sia un trasferimento di attività da uno stato all’altro.

Il fenomeno migratorio
Per analogia dei fatti, si analizza ora il fenomeno dell’immigrazione, che risulta essere un
fenomeno recente per il complesso dell’Unione: molti paesi hanno fatto oggetto di
migrazione, in seguito alla colonizzazione, per effetto di vicinanza territoriale, ma l’​impatto
su scala continentale e in riferimento all'Unione, ​inizia nel 2013​, che vede come soggetti,
sia rifugiati, sia migranti (diversi quadri giuridici). Il fenomeno è diventato estremamente
acuto nel corso del 2015​: circa un milione di persone, di cui maggior parte dalla zona bellica
siriana.
Che cosa dicono i tratti, che hanno subito una serie di modifiche legate al fenomeno: è
inquadrato tra gli obiettivi di una politica precisa. Si cera una politc acumene
dell’immigrazione, non è stata trasferita la competenza di flussi migratori, ma dare una
risposta comune alla grande emergenza. L’idea di fondo, consacrati negli ​artt. 79 e 80
TFUE​, puntano ad instaurare u​n approccio equilibrato​, ​per ​trattare la migrazione legale e
per​ contrastare l'immigrazione illegale​.
Per approccio equilibrato si intende una vasta gamma di equilibri da raggiungere,
specialmente nei territori che sono più o meno sollecitati dal flusso, sia nel senso
dell’accoglimento, sia nel senso della redistribuzione, e d equilibrio delle misure adottate per
evitare che ci siano delle tendenze troppo marcate ad incidere su alcuni paesi piuttosto che su
altri, Inoltre l’UE ha stabilito che si ounto ad avere un ​trattamento equo dei paesi: no
vantaggio id popolazioni a detrimento di altri, senza discriminazioni di professione religiosa,
è non a vantaggio o svantaggio di determinate categoria come genere e età. Si deve operare
con una visione globale ed equilibrata.
Il ​contrasto all'immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani​, devono essere
oggetto di confronto e di condivisione affinché si limitino se non annichilire. Inoltre, l'UE si
propone di diventare interlocutore con tutti i paesi nei confronti dei quali, si deve r​elazionare
affinché il fenomeno sia gestito e contenuto, ​di cui deve trattare e cooperare per questioni di
problemi connessi, come ad esempio, una cooperazione economica per prevenire, se
adeguatamente risolti, le generazioni di queste migrazioni, i problemi di ​sicurezza nel
trasporto,​ forme di cooperazione per ​l’integrazione​ delle persone.
Si ha, anche, sviluppato un livello uniforme di diritti e doveri per gli immigrati legali​, al
fine di creare delle condizioni omogenee per il loro ingresso e soggiorno nel territorio
dell’Unione.

La ​chiave di lettura in relazione alla gestione dei fenomeni migratori si riassume


nell​'espressione di solidarietà e equa ripartizione della responsabilità​: dei valori molto
generali, ma che ispirano le politiche dell’unione relative al tema, che nella sua attuazione
deve essere governato dal principio di solidarietà ed equa distribuzione responsabilità tra gli
stati: non tutti gli stati hanno la possibilità di lavorare nello stesso modo, ma deve esserci un
equilibrio, nel sacrificio che sopportano alcuni territori più esposti, di frontiera di primo
approdi in termini organizzativi e finanziari. quindi, Gli atti devono contenere misure
appropriate per l'applicazione di tale principio. Sappiamo come il tema sia delicato in termini
politici e quanto l'appropriatezza di queste misure debba essere ​adottata caso per caso​, e con
una visione generale senza dimenticare nessun aspetto della maggior o minor fragilità e
capacità di assorbimento dei paesi principalmente colpiti da questo fattore.
Tuttavia, ci accorgiamo che i casi devono essere valutati caso per caso,

Quali sono le competenze demandate all’UE in termini di immigrazione?


La migrazione può essere legale o clandestina, e in base al tipo l’UE è chiamata ad adottare
politiche e competenze differenti. I trattati si muovono, dunque, in maniera differenziata e
riconoscono diverse competenze all’Unione.

Immigrazione legale (art. 79 TFUE)​: dei versanti competenziali

- definire le condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di paesi terzi che entrano
e soggiornano legalmente in uno degli Stati membri, anche a fini di ricongiungimento
familiare. Requisiti che devono essere presenti affinché le persone, lavoratori o
meno, possano legittimamente entrare e soggiornare all’interno degli stati membri, sia
per cercare o esercitare un lavoro, o per migrazione di ricongiungimento familiare.
Nel caso della migrazione che si è sviluppata dal 2013 (migrazione di emergenza) non
facilmente arginabile, il numero di persone mosse in assenza di precise condizioni
lavorative, in quanto persone assorbibili dal mercato del lavoro dell’Unione, è
aumentato sensibilmente ( → tanti “parassiti” o obbligati a scappare).

- definizione dei diritti ​dei cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti in uno
Stato membro, comprese le condizioni che disciplinano la libertà di circolazione e di
soggiorno negli altri Stati membri. Si parla di diritti fondamentali per quanto riguarda
l’esercizio e definizione degli ulteriori diritti riconoscibili, e.g. di circolazione e si
sgonfiano non solo all’interno del paese di arrivo (regolato dall'ordinamento del
paese stesso), ma anche la possibilità di esercitare la mobilità pari a quella dei
cittadini dell’UE, dopo essersi insediati legalmente. → isonomia: non ci sono migranti
di serie A o B. Questo è il mandato dell’Unione che assolve in ​procedura legislativa
ordinaria​: dopo il trattato di Lisbona, il PE è stato chiamato a cooperare con il
Consiglio per definire questi due aspetti (soggiorno e diritti). Vas subito detto, (​art.
79.5​) che gli stati membri non hanno demandato all’Unione il compito di stabilire i
volumi di ammissione per le persone provenienti da paesi terzi in cerca di lavoro
(manodopera, o intellettuale): rimane appannaggio la quota di immigrazione agli Stati
membri. L’UE può fornire strumenti e concorrere, ma è il singolo stato membro a
rimanere libero alla loro definizione.

Le ​competenze dell’UE si restringono nel campo dell’integrazione​, poiché gli stati


membri hanno voluto definire la sovranità. L'UE non si può sostituire allo stato.
L’UE, però, può fornire incentivi e sostegno economico a favore di misure adottate
dagli Stati membri, per promuovere l’integrazione di cittadini di paesi terzi, che
soggiornano legalmente nel paese.
Tuttavia, sono esclusi interventi di armonizzazione degli ordinamenti e delle
regolamentazioni degli stati membri: qui, non sarà possibile che siano emesse delle
direttive vincolanti su come affrontare il problema della migrazione (e.g. istruzione ,
servizi socio assistenziali che sono già vietati, in generale alle competenze dell’UE
anche per i cittadini UE).
La tematica è anche in questo caso, la questione viene trattata secondo la procedura
legislativa ordinaria​, che fa notare il potere ottenuto sempre più dal PE e della sua
attuale potenza politica.

La lotta all'immigrazione clandestina​:


si ha una precisa configurazione del mandato ricevuto dell'Unione, in termini di ​prevenzione
e riduzione dell’immigrazione irregolare​. Il migrante, per oggettiva impossibilità o
situazioni di emergenze complesse, è sovente, portato alla non osservanza delle procedure
legali per la migrazione.
L’attenzione dedicata dai tratti è alta per i termini fondamentali, specialmente, per ​donne e
bambini​, categorie più vulnerabili, nei confronti delle quali, la politica di tutela si deve
esprime in maniera più concreta.
Oltre ai problemi di classificazione, vi son anche ​problemi di rimpatrio​, in maniera
coordinata ​(e sempre in rispetto dei diritti fondamentali) tra i paesi dell’UE, ad evitare si
profilano delle situazione di reiterazioni di comportamenti illegali​, qualora questa pratica
non fosse gestita in maniera corretta.
All’UE è richiesto, anche, di stipulare degli ​accordi di riammissione​, di negoziare, a nome
dei 27 paesi, le condizioni alle quali questi migranti ​vengono reinseriti nel loro paese di
origine, o paese di ultimo transito, prima dell’approdo in Europa.
Se andiamo a vedere concretamente che ha fatto l’UE, anche prima del trattato di Lisbona,
che ha meglio definito le sue competenze, troviamo una serie di atti normativi fondamentali,
eg. ​pacchetto conie di favoreggiamento dell'ingresso, transito e soggiorno legale del
2002​, e inoltre si ha una ​decisione quadro ​(atto di posizione comune) per quanto riguarda le
sanzioni penali nei confronti di tale condotta.
L​'omogeneità giuridica ​è fondamentale a fronte di un problema che riguarda diversi stati, e
che potrebbe presentare profili di reiterazione, o profili anche di orientamento di scelta
dell’operato, anche clandestino, di determinati soggetti, a benefici di certe rotte piuttosto che
altre, dell'afflusso clandestino ( ⇒ ​se non ci fossero regole omogenee, tutti si sposterebbero
dove ce ne sono di meno.​).
L’UE si è mostrata decisa anche mediante la direttiva che ha riguardato la prevenzione e
protezione della tratta degli esseri umani del 2011​, e un ​quadro normativo comune
81/2004 per quanto riguarda il ​titolo di soggiorno alle persone vittime di tratta ​di persone,
meritevoli di una tutela particolare. Infatti, esse sono agevolate al libero permanere in UE ed
è per questo, fondamentale, che l’azione dell’UE sia comune.
A spingere in questa direzione è anche il PE che ha dimostrato una sensibilità molto elevata
dei diritti fondamentali e al sostegno delle azioni assistenza umanitaria, con una risoluzione
anche molto forte del 2018 per prevenire la criminalizzazione di questi comportamenti (e.g.
conflitto in Italia per le autorità interne e di frontiera, e le organizzazioni umanitarie (e.g.
Rakete​) che hanno operato nel . il PE si è schierato in maniera molto netta contro ogni forma
di criminalizzazione di azioni di aiuto umanitario).
E’ stata molta forte l'azione di raccordo tra gli stati, coordinata anche dall’Unione, per
armonizzare le procedure in tema di rimpatri dei migranti illegali​, così come il “​Return
handbook​” elaborato e utilmente utilizzato, che consentono di gestire l'operazione nel rispetto
dei diritti fondamentali, e in maniera corretta e ben ordinata, regolata alcune dal ​regolamento
1953/2016​, che si concretizza in un ​documento di viaggio (identificativo della persona)
europeo del rimpatrio​, ​che viene dato ai cittadini nel ritorno del paese di provenienza o di
ultimo soggiorno, poiché i migranti devono spesso passare per altri paesi europei, ed è quindi
necessario avere un documento per assicurare il corretto rimpatrio.

Sui temi particolarmente delicati, quali sulla concezione di ​asilo politico, protezione
sussidiaria e protezione temporanea​, l’​UE non è detentrice di una competenza normativa
vera e propria, bensì, s​viluppa solo una politica comune​.
Si vuole che ci sia uno status appropriato per i cittadini di paesi terzi che affluiscono nel
territorio UE, e che necessitano di una particolare forma di tutela, ma no si è stabilito che si
disciplinata direttamente dell’Unione.
Vi sono, però, sullo sfondo dei trattati internazionali, che intervengono in maniera
significativa, quali la convenzione di Ginevra del 1951​, e il protocollo del 1967 sullo status
dei rifugiati​ e altri trattati pertinenti. sullo status

Quali misure può adottare l’UE?


Dovendo dare corpo ad un sistema comune di asilo, l’UE deve individuare uno status
omogeneo che valga per l’intera Unione di detenetore di rinocscnirtpre di staus do asilo, deve
sviluppare un sistema comune per la protezione sussidiaria e temporanea dei migranti.
Inoltre, deve canalizzare in maniera omogenea anche le procedure per il conseguimento di
questo status per arrivare al riconoscimento, ma anche criteri e meccanismi concreti di
determinazione di decisioni di assumere. Si tratta di evitare il fenomeno di ​asylum shopping​:
scelta di approdo nel luogo più conveniente che assicura paesi che rendono più facile
l'ottenimento di tali status. L’UE deve evitare gli squilibri.
Inoltre, bisogna anche tenere presenti le norme in materia di accoglienza e protezione e utilità
di un’azione attiva di costruire un partenariato ​con i paesi terzi (di provenienza o semplici
paesi di transito) anche loro investita da questi flussi.
C’è anche la possibilità, in casi estremi, che la ​situazione di emergenza avvenga con
virulenza, con un afflusso improvviso​, per il quale l’​art.78 TFUE mette in campo una
valvola di emergenza, dove il Consiglio, su proposta della Commissione, previa semplice
consultazione del PE, può adottare misure temporanee per lo/i Stato/i membro/i in
emergenza, s​enza seguire quindi la procedura ordinaria​.

Asilo politico​: è garantito anche costituzionalmente nel nostro ordinamento. E’ una


protezione accordata in una situazione in cui un individuo si trova perseguitato per motivi
politici, religiosi, razziali, di nazionalità etc, e che si rifugia in un Paese estero.. E’ una misura
individuale​, che permette riconoscimento di una serie di opportunità che avvicinano la
condizione del detentore dello status simile a quello di cittadino dell’UE. In Italia​, chi ha tale
status può:

- Svolgere ​attività lavorativa​ sia autonoma che subordinata


- Accedere al pubblico impiego
- Accedere al servizio sanitario nazionale
- Accedere alle prestazioni assistenziali
- Avere accesso allo studio
- Titolo di viaggio ​(equipollente al passaporto)
- Ricongiungimento familiare
- ​Cittadinanza ​(in tempo normalmente dimezzati): con un canale preferenziale

Protezione sussidiaria​: collegata alla situazione per cui, un soggetto che non ha una
condizione di persecuzione analoga a richiedente d'asilo (quindi non dimostra una
persecuzione personale ai ​sensi dell’art. 1 della Convenzione di Ginevra​) ma si trova
comunque in una situazione rischiosa, e.g condanna a morte o di essere sottoposto a minacce
gravi. E’ comunque una protezione ampia che permette l’accesso, anche se in maniera più
limitata rispetto al detentore di asilo politico, a certe opportunità.

In Italia, il permesso (5 anni rinnovabile)​ dà diritto a:

- Svolgere attività lavorativa sia autonoma che subordinata


- Accedere al pubblico impiego
- Accedere al servizio sanitario nazionale
- Accedere alle prestazioni assistenziali
- Accesso allo studio
- Titolo di viaggio (a determinate condizioni)
- Ricongiungimento familiare, anche senza dover dimostrare requisiti di alloggio e di
reddito

Protezione temporanea​: fenomeno che ha avuto una forte crescita negli ultimi anni. Non è
una ​protezione individuale, bensì collettiva che ha come presupposto un afflusso molto
massiccio di persone da paesi terzi, che si registra quando questi cittadini o apolidi​, abbiano
dovuto abbandonare il loro Paese o regione d'origine o che siano stati evacuati, ​fuggiti da
zone di conflitto armato o di violenza endemica​, o soggetti a rischio grave di violazioni
sistematiche o generalizzate dei diritti umani​, o già vittime di siffatte violazioni.
Bisogna ricordarsi che ci sono fattori estremamente importanti, come i ​rifugiati economici
che non hanno risorse per vivere,e ultimamente anche​ rifugiati climatici​.

Lo strumento complessivo con il quale è stato affrontato il tema delle procedure per le tutele
nei confronti delle migrazioni irregolari, è stato stabilito dal ​Regolamento di Dublino, del
2013 che ha stabilito i criteri e meccanismi per la determinazione dello stato membro
competente ad esaminare la domanda di protezione presentata ad un qualsiasi degli Stati
membri​. E’ stato oggetto di forti critiche perché addossa una grossa parte di responsabilità
sugli stati facilmente da approdare dalle tratte, come Italia, Malta Grecia, che non è stato
reputato equo. L’UE deve dare delle risposte omogenee a questa grande emergenza.

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