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La gestione sovietica della Corea del Nord sarà più brillante di quella americana nel Sud.
Gli americani in Estremo Oriente, oltre a perdere la Cina (libro bianco di Marshall),
gestiscono con poca lungimiranza la Corea (Dean Acheson con il discorso del Gennaio
1950 colloca la Corea del Sud fuori dal perimetro difensivo americano).
L’iniziativa di Stalin poteva essere giustificata da una sicurezza che veniva da diversi
fattori:
- segnali di desistenza dati dagli americani
- presenza sovietica che voleva avere un significato politico proprio
- primo test nucleare sovietico nel 1949
- vittoria cinese (i sovietici, sorpresi della vittoria comunista, ripongono ogni possibile
spirito di competizione con i cinesi) e totale fiducia nei confronti del nuovo alleato.
Tuttavia i documenti riveleranno che l’iniziativa è stata coreana: Kim Il-sung insisteva con
Stalin che diede inizialmente una risposta negativa, dimostrando un grande realismo
politico anche nella gestione di questa prima fase di Guerra Fredda (se gli americani
erano giunti a una forma di containment, i sovietici non volevano fare nulla per superare il
limite che avrebbe portato allo scontro diretto tra Stati Uniti e Unione Sovietica).
Il realismo da parte di entrambi le parti ha garantito una certa stabilità e i sovietici si sono
presi dei rischi solamente perché si sono presentate delle occasioni in un mondo che
stava cercando un nuovo equilibrio, favorivano un ricollocamento della potenza sovietica
su scenari nuovi, come il Medio Oriente, o su scenari in linea con le vecchie politiche di
espansione russe, come l’Estremo Oriente.
-> inizialmente Stalin non vuole provocare con un intervento che potrebbe portare a uno
scontro diretto tra Unione Sovietica e Stati Uniti, e nega a Kim qualsiasi sostegno (Kim
non poteva pensare di intervenire senza un sostegno politico e materiale dei sovietici).
La chiave di lettura del Dipartimento di Stato dell’operazione della Corea del Nord è quella
che questa sia ispirata e voluta da Mosca (secondo le logiche semplificatorie della Guerra
Fredda) e la logica dell’intervento statunitense è di contenimento: per prima cosa isolano
Formosa con l’invio della Settima Flotta, con l’intento di non permettere che il conflitto
diventi globale (per evitare il rischio di uno scontro diretto tra sovietici e americani è
fondamentale tenere lontano la questione cinese dalla vicenda della Guerra di Corea).
Fin dall’inizio, inoltre, l’amministrazione Truman sceglie di riportare la situazione allo status
quo, senza varcare il 38° parallelo.
-> logica di contenimento in cui non si deve lasciare che i sovietici acquistino ulteriore
spazio (che significherebbe una drammatica perdita di credibilità per gli americani, che si
sono già lasciati sfuggire la Cina).
Scontro Truman-MacArthur
Sugli obiettivi politici del conflitto si scatena l’acceso scontro tra il Generale McArthur
(eroe della Seconda Guerra Mondiale, che aveva costruito la sua autorevolezza anche a
livello politico, avendo un’azione totalmente discrezionale nella pace col Giappone) e
l’amministrazione Truman: la visione di MacArthur, che era al comando delle operazioni in
Corea, è militarmente efficiente che necessariamente a coinvolgere la Cina.
L’intervento cinese rimette in forse l’esito del conflitto, che sembrava deciso dopo
l’intervento degli americani, ma soprattutto lo mette a rischio di globalizzazione
(facendolo diventare un conflitto tra sovietici e americani).
La crisi coreana aiuta a fare una maggior chiarezza su dei possibili equilibri.
I due regimi rispecchiano perfettamente il quadro della guerra Fredda: quello nordcoreano
è totalmente asservito alle logiche di Mosca e quello sudcoreano ripropone la solita
immagine dell’alleato difficile per gli americani (Syngman Rhee non è un leader
particolarmente amato).
Nazioni Unite
La Guerra di Corea inoltre mette alla prova le Nazioni Unite e il loro funzionamento: nella
fase iniziale gli Stati Uniti sembravano poter fare i padroni nel Consiglio di Sicurezza,
soprattutto finché i sovietici sono assenti, ma nel momento in cui l’Unione Sovietica
rientra nel Consiglio di Sicurezza comincia il gioco dei veti incrociati.
-> con la Risoluzione 377 (Uniting for peace) vengono dati maggiori poteri all’Assemblea
Generale in assenza di capacità decisionale da parte del Consiglio di Sicurezza.
Rapporto sino-sovietico
La Guerra di Corea rappresenta anche un banco di prova dell’alleanza sino-sovietica,
caratterizzata da un rapporto che diventerà molto difficile negli anni successivi: i limiti del
sostegno sovietico all’azione cinese prefigurano un primo elemento di parziale diffidenza
della Cina (che ancora soggiace totalmente a Mosca dal punto di vista ideologico).
Europa
La crisi in Corea evoca per gli europei ovviamente uno scenario analogo sulla Germania:
ci si interroga sul futuro e sull’effettività dell’ombrello difensivo americano in Europa. Sono
ancora aperte le discussioni sull’eventualità di un autonomo riarmo europeo integrato
(CED) che verranno poi interrotte da Dulles che, minacciando gli angosciosi ripensamenti,
porterà nel ’55 all’ingresso della Germania Ovest nella NATO e alla piena effettività di un
riarmo efficace.
Corea
Permane tutt’oggi e sembra ancora impossibile mettere in discussione (se non a prezzo di
una conflittualità troppo densa di rischi e incognite) il 38° parallelo, la cui origine è frutto
dell’Armistizio di Panmunjom.