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L’Unione Europea

L’Unione Europea è “figlia degli Stati” che mediante l'intesa e la loro volontà di aggregarsi
attorno a dei principi fondativi hanno istituito tra loro un'Unione, alla quale attribuiscono
competenze per conseguire i loro obiettivi comuni, così come sancito nell’art.1, TUE.
Per altro, ha anche personalità giuridica (TUE, art. 2), per cui gli sono riconosciute delle
prerogative, a partire dal nome, così come per quanto riguarda l’autonomia decisionale,
ovvero la possibilità di impegnare il complesso di stati in una serie di attività e di materie di
competenza.
Gli Stati sono consapevoli di aver dato vita ad una struttura non facilmente etichettabile: è un
organismo composito, atipico, assolutamente diverso dallo stato federale. E’ un qualcosa
di nuovo sullo scenario internazionale, in continua costruzione, un “work in progress”.
Il processo di creazione di un'unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa (TUE,
art.2) → natura evolutiva dell’Unione.
L’Unione sostituisce e succede la Comunità europea, e si basa su due Trattati: quello
sull'Unione Europea (TUE) e al Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea
(TFUE). Si noti intanto che non c'è gerarchia tra i due documenti, sono complementari.

Nella dinamica interna dei poteri degli stati dell'Unione Europea, è un organismo molto
attento, dimostrando originalità del sistema rispetto alla divisione tradizionale dei poteri.

I valori (art. 2 TUE)

I valori scaturisocno dalla tragica consapevolezza della Seconda Guerra Mondiale e della
Shoah
“L'Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della
democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti
delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società
caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla
solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.”
- dignità umana
- libertà
- democrazia (rappresentativa)
- uguaglianza ( → art. 3 Cost. italiana)
- stato di diritto (l’agire politico deve essere adattato ai dettami dei Trattati dell’Unione)
- rispetto dei diritti umani (che deve essere vincolato da una magistratura indipendente, che
oltre ai cittadini, deve vincolare anche le istituzioni)

Non bisogna dimenticare che nel 2012, l’Unione Europea sia stata insignita del Premio
Nobel, proprio per la sua capacità nel conseguimento della Pace e nel rispetto dei diritti dei
cittadini.

Come avviene la difesa dei valori?


Articolo 7 (ex articolo 7 del TUE)

1. Su proposta motivata di un terzo degli Stati membri, del Parlamento europeo o della
Commissione europea, il Consiglio, deliberando alla maggioranza dei quattro quinti dei suoi membri
previa approvazione del Parlamento europeo, può constatare che esiste un evidente rischio di
violazione grave da parte di uno Stato membro dei valori di cui all'articolo

2. Prima di procedere a tale constatazione il Consiglio ascolta lo Stato membro in questione e può
rivolgergli delle raccomandazioni, deliberando secondo la stessa procedura.

Il Consiglio verifica regolarmente se i motivi che hanno condotto a tale constatazione permangono
validi. [...]

Le prime vicende che hanno rappresentato un campanello d'allarme, per la tutela dei diritti,
sono state quelle che si sono registrate in Austria, con l'entrata nell'area di governo, nei primi
anni 2000, dei partiti di ispirazione neonazista, o comunque fortemente sospetti di voler
riportare in auge una ideologia che naturalmente l'unione nel suo complesso ripudia
radicalmente. Questa vicenda ha portato a delle prime attivazione di un sistema che però si è
rivelato alquanto fragile perché ha visto i paesi europei muoversi in maniera poco coordinata
e solidale. Continuano a registrarsi situazioni anche in Ungheria e Polonia, e ciò a cui si
aggrappa l’Unione è l’art. 7 TUE:
- in caso di evidente rischio di violazione grave da parte di uno Stato membro, si ricorre
alle raccomandazioni, ma che risultano essere una soluzione eccessivamente blanda
- in caso di esistenza di una violazione grave e persistente, invece, si ricorre alla
sospensione dei diritti degli Stati in seno all’Unione, come ad esempio il diritto di
voto. Tuttavia, anche questa difesa risulta un poco debole.

La democrazia è un principio base del funzionamento dell'Unione e si esplica in due


direzioni:
- da un lato la rappresentanza dei cittadini, concretizzatasi a partire dal 1979 con la
prima elezione a suffragio universale diretto del Parlamento Europeo (rappresentanza
diretta) e il diritto di ogni cittadino di partecipare alla vita democratica dell’Unione;
- dall’altro i partiti politici a livello europeo (rappresentanza indiretta)

C'è poi una dimensione generale della partecipazione democratica/civica, non mediata
dai partiti(art. 11 TUE), che è quella che si attua attraverso comportamenti e diritti dei
singoli cittadini all'interno della vita degli organi dell'Unione, permettendo un'integrazione
orizzontale, mediante:
- la possibilità di conoscere e scambiare pubblicamente opinioni
- dialogo aperto, trasparente (Parlamento e Commissione dispongono di registri utili
alla costruzione di norme e per l'assunzione di decisioni responsabile regolate con le
associazioni rappresentative (e attività lobbistica: attività di pressione) e la società
civile dando luogo ad ampie consultazioni)
- diritto di iniziativa (1 milione di cittadini): possibilità molto macchinosa che
permette ai cittadini di proporre, nella fattispecie alla Commissione, iniziative
(proposte appropriate, secondo il Trattato) che non automaticamente devono essere
accettate come chiave per l’elaborazione legislativa.
Un'iniziativa che ha unito un gran numero di cittadini è quella relativa alla
reclamazione della risorsa idrica venga considerata dall’Unione come un bene
comune, diritto di accesso eguale (Right2Water: la prima iniziativa europea ad avere
compiuto il suo percorso, e ad essere giunta ad una assunzione di posizioni sia da
parte della Commissione Europea, sia dal Consiglio Europeo).

La democrazia viene espressa anche attraverso l'azione degli Stati. Questo secondo binario
conferisce agli organi parlamentari (in base ai vari ordinamenti) di ogni Stato membro (art.
12 TUE) di contribuire al funzionamento dell’Unione:
“[...]
a) venendo informati dalle istituzioni dell'Unione e ricevendo i progetti di atti legislativi dell'Unione
in conformità del protocollo sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea;
b) vigilando sul rispetto del principio di sussidiarietà secondo le procedure previste dal protocollo
sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità (possibilità di esprime un punto di
vista che può anche stoppare l’Unione prima che intervenga con atti che possano ledere la sfera delle
competenze statali);
c) partecipando, nell'ambito dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (sul piano dell’azione
nazionale ma anche sul controllo politico della polizia europea e l’esame delle attività degli organi di
giustizia collaborativa), ai meccanismi di valutazione ai fini dell'attuazione delle politiche
dell'Unione in tale settore, in conformità dell'articolo 70 del trattato sul funzionamento dell'Unione
europea, ed essendo associati al controllo politico di Europol e alla valutazione delle attività di
Eurojust, in conformità degli articoli 88 e 85 di detto trattato;
d) partecipando alle procedure di revisione dei trattati ()in conformità dell'articolo 48 del presente
trattato (→ i parlamenti erano tenuti all’oscuro dei lavori di revisione riservati solo ai presidenti di
stato. Dal tentativo fallito della costituzione europea, sono stati chiamati al tavolo delle trattazioni,
ma da allora devono ancora attendere nuovo appello)
e) venendo informati delle domande di adesione all'Unione in conformità dell'articolo 49 del
presente trattato;
f) partecipando alla cooperazione interparlamentare tra parlamenti nazionali e con il Parlamento
europeo in conformità del protocollo sul ruolo dei parlamenti nazionali nell'Unione europea.”

- informazione
- vigilanza
- partecipazione
- revisione dei trattati e controllo politico

Costruzione di uno spazio comune di libera circolazione, per qualsiasi motivo,


oltre a carattere economico. Il ripiegamento dei singoli paesi in questo periodo di crisi, dona
maggiore valore alla libertà di circolazione : “L’Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di
libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle
persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l’asilo,
l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima” (TUE, art. 3, c. 2)

Il nodo principale dell’Unione: si è passati dal piano economico al piano politico. Si vuole
costruire un ordinamento a tutto tondo, anche se l’economia è il quadro fondamentale da cui
si dipartono le varie politiche messe in atto (finanza, ambiente, salute, relazioni esterne,
sicurezza, giustizia, immigrazioni). Il fattore di pace, stabilità (moneta unica), garanzia di
mobilità e strumento di crescita, è apprezzato dai cittadini europei, anche se per ottenere la
quiete si ha dovuto sormontare anche diversi ostacoli.
Rispetto a queste politiche, due sono i versanti principalmente significativi:
- energia, in quanto il suo trasferimento, la messa in comune e delle politiche
energetiche è un segnale molto forte e sinergico con l’istituzionalizzazione del
mercato unico
- e la problematica della conoscenza rispetto alla quale una istituzione era nata
sostanzialmente estranea o poco coinvolta, poiché distante dalle dinamiche dalla
formazione, istruzione ricerca. L’Unione si è trovata, invece, in posizione di leader
della conoscenza fortemente integrata → necessità della condivisione del mercato
dei cittadini europei.

Il mercato comune è obiettivo primario dell’Unione, ma ciò richiede un chiarimento, poichè


la nozione di mercato non è una nozione naturale. Come dice Natalino Irti, il mercato è un
luogo artificiale, frutto dell'esercizio di tecniche di diritto che rispondono a obiettivi di
carattere economico, e sostanzialmente, rappresentano l’ordine imposto da un certo genere di
ideologia. Nel caso dell’Unione, si tratta di connotati misti, di carattere privatistico e
sociale, si ha, infatti, l'orientamento verso una economia sociale, di mercato fortemente
competitiva. Non è economia pura ma un modello di sviluppo che garantisce, al contempo,
la libertà di mercato e giustizia sociale (si cerca di armonizzare i due valori). Mentre
all'inizio si puntava solo all'obiettivo di una crescita economica, (che è rimasto obiettivo
tendenziale), la crescita distribuita e stabile deve garantire, al tempo stesso, una crescita
sociale bilanciata.

“L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile


dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su
un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e
al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità
dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico” (TUE art. 3.3)

Nella seconda parte dell’art 3.3 si vede come si siano aggiunti due profili particolari non
erano originariamente nel mandato: la problematica ambientale e il tema del progresso
scientifico e tecnologico.
Entrambi i casi sono questioni attorni a cui la consapevoleza è mutata nel corso del tempo.
Negli anni 50, ai tempi della stesura del Trattato di Roma, l’ambiente non era una
priorità. Lo è diventata al punto di vedere assegnate all'Unione delle competenze
preminenti in questo campo, così come un ruolo principale nel sostegno alla ricerca
tecnologico-scientifica.
→ La Commissione della Von der Leyen si è fatta promotrice dell’economia
green: Green New Deal, presentato al Parlamento europeo, segno di un cambiamento
generale di strategia dell’Unione.

“L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e


la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela
dei diritti del minore.”(TUE art.3.3)

L’approccio sociale è particolarmente sottolineato dai principi generali enucleati dal


Trattato. Si tratta di contrastare i fenomeni di esclusione sociale e marginalizzati, e attivare
misure di protezione sociale. Le politiche sociali sono ancora appannaggio delle politiche
nazionali ma L'unione è garante di tali politiche avverse alle discriminazioni (gender gap
principalmente), così come la promozione di una solidarietà fattiva tra le generazioni (idea
nata negli anni successivi agli ‘80: rispetto dei diritti delle generazioni future tra cui rientra
una visione solidale dei rapporti tra giovani e anziani).

“Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli


Stati membri” (TUE art.3.3)
Si deve porre attenzione sul termine coesione da confondere con unione: significa
avvicinamento, coerenza e armonia nei rapporti, in modo che l'avvicinamento di paesi e
regioni che fanno parte di un unico spazio economico e sociale, non sia marcato da troppe
differenze; la coesione evita disparità territoriali troppo marcate. Si tratta di tenere un
complesso di economie, assetti sociali e territori.

“Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla
salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo” (TUE art. 3.3)

Tenere presente il rapporto dell’Unione con la complessa diversità linguistica:


comportamento dell’Unione è quello di rispettare (attenzione al linguaggio: promuove la
coesione). La politica di promozione culturale e linguistica è competenza e cura nazionale.

Art. 6 TUE
Diritti e libertà che fanno oggetto dell’articolo radicalmente modificato dopo il Trattato di
Lisbona, è segno riassuntivo del percorso della, prima Comunità e poi Unione, attraverso
l’azione penetrante della Corte di Giustizia si è sviluppato con un catalogo di diritti che nel
2000 ha preso corpo nella Carta dei diritti fondamentali. Tra il 2000 e il 2007, questa carta è
stata semplicemente giustapposta ai trattati, non avendo la stessa valenza, ma con l’articolo 6
TUE, ora ha identico valore giuridico.
Con la Carta di Nizza, poi diventata parte del TUE, non si è andato ad estendere il campo
delle competenze, ma si è voluto precisare che i diritti fondamentali son un criterio di
interpretazione dell’azione degli organi dell’Unione. La carta si è affiancata alla carta
contenuta nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, adottata nell’ambito del
Consiglio d’Europa.

Uno dei principi generali a cui si può fare ricorso è quella che riguarda le “tradizioni
costituzionali comuni ” richiama la possibilità di riconoscere in questo patrimonio di
decisioni consolidate all’interno degli ordinamenti giuridici dei singoli paesi dei tratti comuni
che devono essere mantenuti e protetti ( e.g. accesso al giudice, difesa del giudizio, diritto al
giusto processo, diritto di proprietà e a non essere discimiat per orientamento sessuale).

Ultimo profilo da analizzare è il seguente: art TFUE, art 15 e 16


- trasparenza: concetto che l’ordinamento italiano ha fortemente mutuato. Implica
l’obbligo di attuare ogni azione in sede pubblica (art.15);
- ogni cittadino può accedere ad ogni documento delle istituzioni, organi e organismi
(art.15)
- privacy: estesa in maniera molto ferma, e l’UE è stata l'apripista per questa tutela:
ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano
(art.16)

Si individuano, ora, alcuni dei criteri con cui vengono definiti i principi di competenza
dell’Unione (artt. 4 e 5 TUE).
Gli stati fondatori dell’Unione sono stati preoccupati dal rischio che essa assorbisse delle
competenze che non gli spettavano attraverso la teoria dei poteri impliciti ( caso che accade
in alcuni stati federali). Rispetto a questo pericolo, gli stati membri hanno voluto essere
espliciti. Le competenze non attribuite all'ente appartengono agli Stati membri.

Accanto al principio di competenza vi sono anche ulteriori principi pregnanti tra cui:
- rispetto dell’uguaglianza degli Stati membri, nessun potere è conferito in maniera
non omogenea ( certo, ci sono attribuzioni a livello numerico: parlamentari per
densità di popolazione, sia di ponderazione per le decisioni da prendere) ma ogni
Stato membro si vede attribuire una quota di potere equo (principi di rotazione),
l’identità nazionale, viene considerata in senso costituzionale → l’Unione non
deve falsare gli assetti interni dei paesi e le funzioni essenziali dello Stato, tra cui la
sicurezza nazionale;
- leale cooperazione è un principio classico dei sistemi federali (e.g Bundestreue, in
Italia riforma Titolo V/2001). Per quanto riguarda l’Unione, vi è reciproco sostegno
tra ente e stati membri.
- obbligo di esecuzione da parte degli stati membri degli obblighi derivanti dai
trattati o conseguenti agli atti delle istituzioni dell’Unione (che all’interno degli
ordinamenti dei 27 paesi non ha un’azione esecutiva diretta sul territorio → si deve
fidare)

In tema di esercizio delle competenze le due parole chiave che vanno approfondite sono:
- sussidiarietà, meccanismo in base al quale l’Unione opera solo se e in quanto gli
obiettivi della sua azione non siano raggiungibili dagli Stati. Non deve amplificare le
proprie competenze, e in caso abbia questa propensione, i parlamenti nazionali
devono vigilare affinché ciò non avvenga;
- proporzionalità, strumento di valutazione degli interventi necessari e opportuni
ma che devono essere limitati al conseguimento degli obiettivi dei Trattati
Questi due concetti trovano maggiore specificazione nel Protocollo allegato al Trattato.

L’unione costituisce un insieme economico-commerciale (libero scambio interno e


liberalizzazione del commercio mondiale) di portata ampia: è il più grande blocco
commerciale del mondo, in quanto esportazione di beni manifatturieri, e sviluppo di servizi;
tuttavia è carente di una corrispondente forza militare (gli Stati non sono aperti all’idea di
lasciare potestà all’Unione in politica estera).
Incidenza dell’azione di aiuti umanitari che si è sensibilmente arricchiti su diversi piani
d’azione.

Relazioni con i paesi limitrofi (art. 8 TUE): instaura relazioni attraverso programmi di varia
natura (cultura, arte, facilitazione degli scambi economici etc), basando il tutto su pace e
cooperazione, anche e soprattutto, con stati desiderosi di una ventura inclusione all’ente.

Le criticità:
- Un dato emerge su tutti ed è la debolezza del Parlamento europeo e la questione del
deficit demografico. Il Parlamento pur rappresentando i cittadini europei rimane in
posizione sostanzialmente marginalizzata nella maggior parte dei processi decisionali
(vedi politica estera).
- Scarsa coerenza istituzionale del sistema, persistenza di meccanismi confederali
(intergovernativi)
- Necessità di completamento di unione economica e monetaria e di rafforzamento
del bilancio: si necessita della costruzione di strutture per gestire le politiche
monetarie e le finanze dell’unione in maniera coerente.
- Dissensi sulla vocazione federale dell’Unione e sulla gerarchia delle norme
comunitarie:: chi vorrebbe arrivare a assetto federale e altri che non vogliono tale
dimensione; per quanto riguarda le gerarchie delle fonti, molti Stati non desiderano
subordinare il proprio ordinamento a quello dell’Unione (v. Regno Unito e non solo)
- Oltre alla crisi economica anche crisi migratoria,negli ultimi anni: unione sovente
non in grado di individuare soluzioni in grado di contrastare i ripiegamenti sovranisti

Articolazione delle sedi:


Legislativo: Bruxelles
Giustizia e finanza: Lussemburgo
Rappresentanza popolare: Strasburgo
Finanze e moneta: Francoforte
24 lingue ufficiali, due lingue di lavoro (inglese e francese): 4300 traduttori, 800 interpreti
che “costano” solo l’1% del bilancio totale europeo

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