RONAGO '88 arriva anche per Pasqua nelle nostre case
per portare un augurio sincero e fraterno a tutti. Vuol essere un augurio di pace e di speranza per chi ha nel cuore tanta tristezza e amarezza. Vuol essere un augurio di perdono per chi ha subito delle offese e per chi oggetto di cattiverie. Vuol essere un augurio di fraternit per chi nella solitudine e per chi tentato di non credere pi all'amore e all'amicizia. Questo augurio affidato a ciascuno di noi, perch possa vivere in pienezza la Pasqua, ma anche perch sappia portarlo nelle propria casa, alla, propria moglie, al proprio marito, ai figli, ai bambini e agli anziani. Pu bastare una parola, un sorriso, un saluto, un incontro occasionale, una preghiera. Davanti a un Dio che niente tiene per s, che si fa vicino a ciascuno, presente nella vita, che non chiede ma d, che trasforma l'errore e la miseria, che sa trarre fiori dal deserto pi arido, che rinnova la vita che incontra, apriamoGli la nostra vita, la finestra del nostro cuore, della, nostra mente. Guarisci, Signore, la. nostra incredulit. Dona Luce al nostro cuore, perch, in questi giorni, sappia aprirsi a Te e a tutti i nostri fratelli che metti sul nostro cammino. Fa' che ci possiamo fermare, che troviamo la capacit di ascoltarti, di lasciarci prendere dal tuo amore, di fare un'esperienza forte di Te, che tocchi il cuore in profondit e vinca l'indifferenza e il vuoto. Solo con Te e attraverso di Te possiamo ricominciare di nuovo. Signore, la tua Pasqua raggiunga ogni persona, ogni dolore, ogni situazione. Trasformaci in annunciatori gioiosi della tua risurrezione, come Maria Maddalena; che aveva portato a tutti, l'annuncio del sepolcro vuoto dell'incontro avuto con Te. nsegnaci a credere, a perdonare, a donare la vita. 2 parola di vita siamo gi risorti " Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lass, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio." (Col 3,1) Questa Parola di vita ci sprona a non ac- contentarci di una vita mediocre, fatta di mezze misure e compromessi, ma a conformarla, con la grazia di Dio, alla legge di Cristo. Ci spinge a vivere e ad impegnarci a te- stimoniare nel nostro ambiente i valori che Ges ha portato sulla terra: potr essere lo spirito di concordia e di pace, di servizio ai fratelli, di comprensione e di perdono, di onest, di giustizia, di cor- rettezza nel nostro lavoro, di fedelt, di purezza, di rispetto verso la vita, ecc. Pasqua la festa della primavera; una settimana di vacanza dalla scuola. Ma che cosa significa per noi il ripresen- tarsi della Settimana Santa, col ricordo della morte e della risurrezione di Ges? A pensarci bene, forse ci accorgiamo che il nostro Cristianesimo, addomesti- cato dal "buon senso", ha bisogno dav- vero di una conversione, ridotto com' spesso ad una morale blanda che aiuta ad essere "un po' bravi", molto distante dalla realt esplosiva innescata dal Cro- cifisso Risorto. Egli muore per amore e, da quel mo- mento, tutti noi siamo chiamati a "morire per amore" del prossimo, sperimentando cosi la rinascita ad una pienezza di vita mai provata prima. Se incominceremo dalle piccole cose della nostra giornata, a casa, a scuola, al lavoro, sulla strada, a servire Ges nei fratelli, la lavanda dei piedi diverr lo stile della nostra vita, il comandamento nuovo il nostro rapporto abituale, la Co- munione il nostro modo di essere, la Croce la chiave pi preziosa, la nostra vita una Pasqua perenne. Tutto questo non utopia: purch cre- diamo che Ges risorto e che con lui anche noi siamo gi risorti, fatti nuovi, capaci di amare pi di quanto noi stessi non ci immaginiamo. 3 l'augurio del papa risorga tutto il mondo con lui Cristo risorto in un preciso momento della storia, ma attende ancora di risorgere nella storia di tanti uomini, nella storia dei singoli e in quella dei popoli. risurrezione, questa, che richiede la collaborazione di tutti gli uomini. Ma risurrezione nella quale sempre si manifesta quella vita che inizi dal sepolcro in un mattino di tanti secoli or sono. Ovunque un cuore, superando l'egoismo, la violenza, l'odio, si china in un gesto d'amore verso chi nel bisogno, l Cristo ancora oggi risorge, Ovunque, nell'impegno fattivo per la giustizia, emerge una vera volont di pace, l la morte indietreggia e la vita di Cristo s'afferma. Ovunque muore chi ha vissuto credendo, amando, soffrendo, l la risurrezione di Cristo celebra la sua definitiva vittoria. L'ultima parola di Dio sulla vicenda umana non la morte, ma la vita; non la disperazione, ma la speranza. A questa speranza la Chiesa invita anche gli uomini di oggi. M essi ripete l'annuncio incredibile, eppur vero: Cristo risorto! Risorga tutto il mondo Lui! Alleluia! preghiera di pasqua Signore dei cieli, Padre Misericordioso degli umili, tu che con una sola, parola, hai risuscitato Laz- zaro alta vita, fa' dono a quanti ti hanno preceduto di contemplare la luce del tuo volto. Facci grazia di vivere in pace il nostro tempo e di rassegnarci alla morte che ci hai riservato, per essere guidati, tanto nella vita quanto nella morte, dalla tua volont. Accenna un semplice gesto, una parola, o Signore, ed gi la salvezza, Tu non abbandoni chi ti ama, ma gli conservi la vita e lo chiami a te risorto. Tu sei la risurrezione e la vita. 4 GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo GOVED SANTO 31 marzo ORE 20 S. MESSA della Cena del Signore ORE 21 momento di adorazione VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile VENERD SANTO 1 aprile ORE 15 Celebrazione della morte del Signore ORE 20 -Via Crucis per le vie del paese SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile SABATO SANTO 2 aprile ORE 21 Solenne Veglia di Pasqua rinnovo delle promesse del Battesimo presentazione dei ragazzi della Cresima DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile DOMENCA D PASQUA 3 aprile ORE 7.30 S.MESSA ORE 10.30 S.MESSA SOLENNE ORE 15 LODE VESPERTNA la benedizione delle case Anche quest'anno, dopo la Pasqua, Don Antonio passer nelle nostre famiglie per la benedizione delle case. un gesto attraverso il quale possiamo rin- novare la nostra fede in Dio, ringraziarlo per la sua bont, affidarci alla sua Provvidenza. La benedizione delle case inoltre un'occa- sione per ogni famiglia di rinnovare la pro- pria unit, attraverso la preghiera. Nell'ambito dell'Anno Mariano che stiamo celebrando, la Madonna, indicandoci suo fi- glio Ges, ci invita ad accoglierlo nella no- stra vita, a fargli posto nella nostra famiglia, perch in essa possa regnare un clima di comunione, amore e fraternit. E il sacerdote che entra nelle nostre case, ci porta la benedizione di Dio, condivide i nostri problemi, rinnova l'amicizia con ogni persona che fa parte della comunit. Don Antonio comunicher la data e l'ora del- la benedizione delle case con apposito avvi- so. Benedizione deIIa famigIia Sac. l Dio dell'amore che riempie di speran- za e di pace i suoi figli, sia con tutti voi Tutti E con il tuo spirito Sac. Preghiamo: O Dio di immensa bont ricco di misericordia e perdono mostraci il tuo volto di Padre, dona a questa famiglia che t'invoca la grazia del Tuo amore e la gioia di crescere ogni giorno nella serenit e nella pace. Per Cristo nostro Signore. Tutti Amen! Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le nostre suppliche mentre siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. 5 dal GAM il "decalogo" del cristiano All'inizio del mese di marzo, si tenuto a Lier- na, un paese sulle rive del lago dopo Lecco, un convegno organizzato dalla Commissione Mis- sionaria Diocesana, sul tema "cristiano e mis- sionario nel quotidiano". Non deve trarre in. inganno la parola "missiona- rio" e far pensare: non mi riguarda. L'essere missionario gi compreso nel fatto di essere cristiano. II tema va inteso: come essere cristiani, total- mente, nella vita di ogni giorno. Tutti i partecipanti, giovani, giovanissimi e quelli un po' meno giovani, in un clima di serena sem- plicit, hanno ascoltato la parola di Dio, pregato e si sono scambiati esperienze e idee. La presenza di missionari e missionarie tornate dal Camerun, dall'Argentina, dal Brasile ci ha dato la possibilit di una severa verifica del "no- stro cristianesimo europeo" e ci ha fatto toccare con mano la grande gioia che Dio dona a chi vive cristianamente, nonostante le grandi diffi- colt che si affrontano in quei paesi. Don Bruno Maggioni, nella sua conversazione, ci ha proposto il DECALOGO DEL CRISTIANO missionario nella vita di ogni giorno. Sono dieci punti che ci interrogano e ci propon- gono una meta da raggiungere, senza perdere tempo e contro corrente. un cammino da fare insieme, per un impegno rinnovato e sempre pi consapevole nella vita della nostra comuni- t. 1. l cristiano fa propria la tensione profonda espressa dall'apostolo Paolo quando fu im- prigionato: "sono pronto a tutto purch Cri- sto sia annunciato." Per fare ci, occorre la gioia della fede, che un dono ed un'esperienza. C' chi ha una fede che si trovato da sempre, ma che ha via via imparato a conoscere, ad approfon- dire e quindi l'ha gustata; c' chi ha una fede che da sempre sotto la fatica della ri- cerca, dell'interrogativo. 2. l cristiano parla di Ges Cristo; egli racconta ci che Dio ha operato. 3. l cristiano porta un annuncio che salva, an- che se l'annuncio pi ampio della salvez- za dell'uomo. Si annuncia Ges per far conoscere Dio; il cristiano, nella famiglia, nel mondo del lavo- ro, nella scuola, suscita domande, sempre rispetta e accompagna fraternamente chi in ricerca. 4. l cristiano sa che Dio ama tutto l'uomo e si impegna per liberare l'uomo dalla fame, dall'oppressione, dalla solitudine, dalla ma- lattia ovunque si trovi, con le sue possibilit piccole o grandi. 5. l cristiano vive l'universalit evangelica; ha la passione della solidariet, della conoscenza di ogni persona e di ogni problema; appro- fondisce la parola di Dio. 6. l cristiano, dovunque viva, si preoccupa di tutti, non solo di alcuni; in parrocchia, si pre- occupa di tutti i fratelli e aiuta la comunit con le sue proposte, a valutare i problemi, a prendere decisioni. Sostiene le iniziative che intendono stabilire relazioni con altre Chiese, con le missioni, con gli altri popoli. 7. l cristiano ama tutti, ma rivolge un'attenzione particolare agli ultimi, ai poveri, come ha fatto Ges. 8. l cristiano si sforza di compiere un cammino che parte dall'aiuto, passa attraverso lo scambio e si conclude nella missione. 9. cristiano consapevole di correre il rischio del "martirio": l'incomprensione, la derisio- ne, la solitudine e qualche volta anche la violenza. Egli trova il coraggio nella comunione con Dio e nella solidariet dei fratelli. 10. l cristiano consapevole del dovere della coerenza e sa di poter contare sulla fedelt di Dio. "Quello che Dio vuole non mai troppo" ci di- rebbe il nostro Padre Giuseppe, per darci il co- raggio di vivere questo decalogo. 6 una bella notizia madre Maddalena di Canossa Santa Rev. Don Antonio, la raggiungo con una bella notizia, di cui alcuni giornali hanno gi parlato. L'11 di- cembre scorso, alla presenza del S. Padre, stato promulgato il decreto riguardante il miracolo attribuito all'intercessione di Mad- dalena di Canossa e, nella novena di Nata- le, la Segreteria del Vaticano ha ufficialmen- te comunicato la data della Sua Canonizza- zione: domenica 2 ottobre 1988. Gi fin da ora,dunque, possiamo chiamare Maddalena Santa. Pensi che gioia! E non solo della grande Famiglia Canossiana, perch fra pochi mesi tutta la Chiesa la chiamer cos. l Papa, proponendola come modello a tutti fedeli, proclama ancora una volta che possibile vivere in modo radicale il Vangelo: il Cristianesimo. Cos stato l'impegno della mia Fondatrice e Madre: Ella, scegliendo Cristo e Cristo Crocifisso, ha subordinato a Lui ogni altro bene, ogni altro valore, vivendo in grado eroico la sequela. La Canossa Santa perch si identificata con l'ideale evangelico, vivendolo nelle sue esigenze di radicalit. Commento vivente, testimonianza privile- giata del Vangelo, Maddalena precede ed invita tutti (le Canossiane in particolare, ovvio) a fare lo stesso, ad andare alla radi- ce, a riscoprire le motivazioni profonde della vita, a percorrere il cammino della persona- le santificazione, in modo totalitario, come ha fatto Lei. La novella Santa propone dei valori, dei doni, delle ricchezze evangeliche che susci- tino esperienze di vita analoghe alla Sua, in forme stimolanti per la Chiesa, e per la so- ciet di oggi. Mi affido alle sue preghiere ed a quelle della nostra Comunit Parrocchiale, della quale mi sento cellula viva, in profonda comunio- ne di preghiera, di oblazione e di operativit apostolica. giorni scorsi ho letto con vera commozio- ne, su "mondo e missione", il servizio spe- ciale riferito ad "Ambrosoli d'Uganda". Gi il titolo "una stella per l'Uganda" richiamava la luce diffusa in questo Stato dal nostro indi- menticabile Padre Giuseppe, del quale ave- vo seguito, tramite stampa, le ultime tragi- che vicende che stroncarono, in terra di Lira, la sua Santa vita. Mi sento orgogliosa di Padre Giuseppe! Le sar grata se trover il modo di portare a conoscenza della Chiesa che in Ronago la notizia della canonizzazione, di Maddale- na di Canossa. Grazie! Un cordiale saluto a tutti i Ronaghesi M.ANTONETTA CORT 7 la pagina della vita alla scoperta della vita Guardando i bambini, anche noi talvolta ritorniamo col pensiero alla nostra infan- zia, ai primi ricordi belli, o meno belli, e quasi sempre ci prende quella sensazio- ne di rimpianto per le emozioni che s provavano di fronte alle quotidiane sco- perte della vita. l consumismo non dettava ancora leg- ge, i genitori erano socialmente meno "coinvolti", per bastavano le loro poche parole per introdurci nelle nuove espe- rienze che ci attendevano e qualsiasi novit veniva accolta con ingenua sor- presa. Oggigiorno si parla tanto di figli, di fami- glia, di educazione e, malgrado tanti di- scorsi, molte volte noi adulti ci ritroviamo spiazzati davanti alle prese di posizione dei nostri bambini, Sembrano (o sono?) disincantati di fronte a qualsiasi argo- mento o proposta. Pare che nulla rivesta pi alcun mistero per loro o gli infonda ti- more o soggezione. Sempre pi rari sono i momenti in cui spalancano i loro occhi alla meraviglia e alla sorpresa. Hanno fretta. Assimilano tutto con straordinaria rapi- dit e raramente si soffermano a contem- plare quello che hanno appena scoper- to. Forse il discorso troppo pessimista. O forse ho generalizzato, almeno lo spero. Ma... le favole non le raccontiamo pi neanche ai nostri bambini. Sembra quasi che vogliamo vederli gi adulti, pronti a capire tutto al volo, senza metafore e senza "zuccherini". Sar, anche giusto, ma poi di "zuccheri- ni" gliene diamo altri e di ben altro peso. Rinunciamo al dialogo, alle spiegazioni, alle chiarificazioni: tanto per questo c' gi l'asilo, la scuola, la parrocchia e, per- ch no? anche "mamma TV". Forse ci stiamo dimenticando che chi si affaccia alla vita va preso per mano e non spinto ( e che talvolta necessario adeguare il proprio passo al suo. un cammino difficile, che ci impone scelte e testimonianze ben precise, ma il viaggio resta comunque affascinante, specialmente se vogliamo e riusciamo a, viverlo nel segno della gioia e della spe- ranza Pasquali. Cristo risorto e non ci lascia soli; allora anche noi, come bambini, affidiamogli fi- duciosi la nostra e la loro vita. 8 dall'oratorio costruiamo la magnificasa Nell'anno centenario di Don Bosco parlare o scrivere dell'Oratorio quasi scontato, per- ch la figura del grande Santo gi stato detto e scritto tutto. Tra tutto ci che ho letto di questo animato- re ed educatore e dell'oratorio da lui creato, alcune parole mi hanno colpito profonda- mente, inducendomi ad un'attenta riflessio- ne su ci che l'oratorio rappresenta o do- vrebbe rappresentare:... "l'oratorio di Don Bosco un proliferare di iniziative, che of- frono ad ognuno il modo di collaborare e di sentirsi partecipe della vita di tutto l'ambien- te. l ragazzo scopre cos il gusto di darsi per gli altri, di donarsi. La gioia nasce, si diffonde ed contagiosa per il nuovo arrivato che si sente subito ac- colto e si inserisce fino a considerare l'ora- torio come una seconda casa. rapporti di fiducia, apertura, interesse e partecipazione rendono effettivamente l'ora- torio come una grande famiglia in cui tutti sono stimati ed amati..." Certamente l'oratorio non qui inteso solo come il momento di ritrovo per bambini e ra- gazzi, ma come l'insieme di tante iniziative per giovani e adulti, piccoli e grandi; tutta- via queste parole invitano alla riflessione anche: chi, come me, vive una specifica di- mensione della vita d ! oratorio: quella rivolta ai bambini e ragazzi della nostra comunit. Anche noi cerchiamo di vivere in questo modo la domenica pomeriggio e spero che il gruppo di ragazzi che vive questa avven- tura si senta veramente partecipe, amato e stimato da chi, con lui, condivide questa esperienza, pur tra mille difficolt e qualche sbaglio. l nostro sogno sempre quello di far s che tanti ragazzi (e con essi i loro genitori) sco- prano questa bella realt; e quale occasio- ne pi favorevole di quest'anno dedicato a chi, per primo l'ha realizzata? n queste domeniche, in oratorio, cerchere- mo di costruire la magnificasa, un laborato- rio fatto di giochi e simboli , che pu aiutare a pensare e discutere sull'ambiente ideale, che ogni comunit parrocchiale dovrebbe mettere a disposizione dei ragazzi. Vuoi saperne di pi e costruire con noi? L'appuntamento gi fissato: domenica pomeriggio, alle 14.30, in orato- rio. erminia g. 9 la giornata mondiale della giovent non solo una festa Giornata Mondiale della Giovent: semplice ri- correnza senza senso, poco sentita, una delle tante "feste" di cui costellata la nostra vita? o qualcosa di pi, un "celebrare" significativo che motiva e rilancia nel quotidiano i valori che da sempre fondano il nostro essere cristiani? Pro- pendo per questa seconda ipotesi. Non penso proprio che il Papa perda del tempo per indire occasioni festaiol-ludiche come gi tante esistenti (pur con tutte le loro positivit). Mi sembra ben pi importante rilanciare una di- mensione di testimonianza, soprattutto verso il mondo giovanile, oggi cosi spesso in ricerca di valori saldi che possano dare un senso ad una vita spesso vuota e vissuta nel "tirare sera", soddisfacendo ogni capriccio che passa per la testa. Questo forse il primo senso di un manifestare, anche esternamente, al mondo, le convinzioni, che dal profondo informano la vita cristiana di tanti giovani. Vorrei in particolare cogliere due motivi, due "abbinamenti" che mi sembrano significativi. La giornata celebrata nella Domenica delle Palme, memoriale di una grande accoglienza, di una grande festa, di un riconoscimento di Ges come persona importante nella vita di quella gente che lo acclamava, testimoniata nella gioia esplosiva di quell'... "osanna al Figlio di David" e nell'agitar fronde. Mi sembra di vedere la curva di uno stadio che esplode in urla di gioia tra lo sventolio delle bandiere dopo il goal. E se la festa deve essere tipica dei giovani (se ta set ma cuntent m che ta set giuin...) infatti spesso testimonata, anche se in modi episodici di breve durata: una discoteca, una corsa in macchina, una pizza... Ma gioia finita, consu- mata brevemente. Dovremmo avere in noi, proprio perch cristiani, una gioia "infinita", esplosiva, da gridare nelle piazze, da testimoniare in ogni attimo della no- stra vita, in ogni nostro gesto: dalla stretta di mano ad un sorriso, da un lungo discorso ad un semplice "ciao, come stai?". la gioia della Buona Novella che ci stata donata e da gene- razioni in generazioni giunta a noi insieme all'impegno di testimoniarla. E dovrebbe traboccare, frizzantissimo e sempre giovane, da ogni cuore l'"Alleluia" pasquale: gri- do di gioia, di risurrezione. Un altro particolare che diventa motivo di rifles- sione che il Papa domanda la celebrazione ad ogni singola comunit locale. forse un ambito che va valorizzato, soprattut- to dalla presenza giovanile, una presenza capa- ce di renderlo vivo. Come giovani, vale forse la pena di ripensare agli impegni nella Chiesa lo- cale in tutte le sue articolazioni: Diocesi, Zona Pastorale, Parrocchia. Mi sembra che spesso si assenti o si risponde solo se invitati. Manca, a mio avviso, la "corresponsabilit", che un passo in pi rispetto alla collaborazione. Questo non vuol dire che tutti debbano fare tut- to; anche la specializzazione ha i suoi vantaggi. C' un posto per tutti ed ognuno ha il suo posto specifico. Perch anche nella Chiesa esploda l'Alleluia giovane! felice g. 10 fate quello che egli vi dir Ricorderete tutti il bellissimo racconto delle nozze di Cana. l vino, venuto improvvisamente a mancare, viene riportato sulla mensa per l'intervento di Ges. La festa salva, e salva la gioia di tutti. Noi sappiamo come la Madre del Si- gnore svolse un ruolo molto importan- te in questa occasione, ed il Papa, traendo spunto da questo miracolo e proponendo lo alla meditazione di tut- ti i giovani, ha voluto che fosse Maria la figura centrale della ^ Giornata Mondiale della Giovent. L'occasione di quest'Anno Mariano ha sicuramente determinato la deci- sione del Papa. Egli vede nella Madonna innanzi tutto una maestra, e il suo essere tale lo dimostra in un modo molto bello ri- spondendo ai servitori preoccupati per l'assenza di vino: ella disse loro infatti: "Fate quello, che vi dir". n queste parole si esprime il segreto pi profondo della sua vita e cio la sua totale donazione a Dio secondo un programma che ella realizz come prima discepola del Signore, Un pro- gramma che ha Ges coree proprio fondamento. Uno dei drammi maggiori che caratte- rizzano il mondo in cui viviamo sicu- ramente la perdita, in molti, del vero senso della vita. Tanti oggi non sanno quale risposta dare ad interrogativi quali, ad esem- pio, su che fondamento costruire e come vivere la propria vita affinch sia veramente felice. Di fronte a queste domande, Maria ri- pete a noi ci che disse a Cana: "fate ci che vi dir" e cio ponete Ges al centro della vostra vita. questo l'unico modo per poter realizzare una vita riuscita e felice per davvero. La lettera del Papa un accorato in- vito alla meditazione dell'esempio la- sciatoci da Maria, ed alla preghiera ri- volta a lei in modo particolare, affin- ch ciascuno di noi possa essere sempre pi condotto ad ascoltare e seguire fedelmente la Parola di Dio resasi visibile in Ges di Nazareth. 11 dal consiglio parrocchiale per gli affari economici anno 1987 una generosit che continua Mentre rileggo le cifre del bilancio parroc- chiale per l'anno 1987, mi vengono alla mente tutti i lavori che sono stati fatti in que- sti ultimi tempi nella nostra comunit parroc- chiale per la sistemazione della chiesa, del centro parrocchiale, della piazza, della casa parrocchiale, della scuola materna e mi ren- do conto ancora una volta che molto vivo il senso della solidariet, della condivisione in mezzo a noi. La "chiesa", come tanti chiamano il complesso parrocchiale, sen- tita dalla maggioranza come qualcosa che appartiene alla propria famiglia, vista con tanto affetto e tanta comprensione. Ma forse questo attaccamento non solo frutto di "tradizione", ma nasce anche da una visione di fede della propria vita, del proprio lavoro, di quello che uno possiede, della collaborazione che ci sentiamo di dare per una realt che un po' nostra, perch in essa, siamo nati, cresciuti e viviamo. questo il motivo per il quale quest'anno ho voluto commentare il bilancio con la frase "UNA CHE CONTNUA" Vorrei poter ripetere ancora per tanto tempo questo motto, perch i cristiani di Ronago crescono e maturano nella loro fede e nella loro solidariet, e si sentono quindi impe- gnati e attenti verso la propria comunit e verso chi nel bisogno o meno fortunato di noi. per questo allora che guardo con molta fi- ducia e serenit al domani, a tanti imprevisti che spesso potrebbero togliere la tranquilli- t a far dire... "ma come faccio?...", perch non mi sento solo e perch sono convinto la "chiesa" di Ronago non solo del prete, ma di tutti, e tutti si sentono coinvolti, secondo le loro possibilit, a fare o dare qualcosa. Grazie! d. A. entrate OFFERTE S. 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A dicembre il soffitto e il tetto aveva- no dato segni paurosi di cedimento per cui abbiamo dovuto deciderci a cambiare le "cannette", le travi, e le tegole. Abbiamo poi anche dato una mano alla facciata della sacrestia cos da renderla ben inserita nel complesso della .chiesa. All'interno della sacrestia abbiamo ri- cavato nel locale dove i chierichetti si vestivano una stanza che servir per la celebrazione della confessione non solo degli uomini, ma anche di tutti coloro che lo desiderano, in modo che il confessarsi sia un incontro fa- migliare e cordiale. 14 ZONA PASTORALE PREALPI Per vivere insieme L'ANNO MARIANO e prepararci aII'incontro di Zona Maccio 12 Maggio 1988 Chierichetti: ALBIOLO - Marted 5 apriIe Tutto il giorno con S. Messa Coordinatore: don Luigi Savoldelli, Maccio, tel. 480182 ReIigiose: SOLBIATE - Sabato 9 apriIe Presso l'stituto "Fatebenefratelli" - Suore Missionarie di N.S. degli Apostoli; al mattino, inizio ore 9,30 Guider l'incontro don Pietro Rossi Al termine S. Messa Coordinatore: don Antonio Arrighi, Solbiate, tel. 840382 Cresimandi: UGGIATE Domenica 17 apriIe Sono invitati tutti i ragazzi che riceveranno la S. Cresima nel corrente anno Ritrovo: ore 14,30 - termine ore 18,30 Non prevista la S. Messa Coordinatore: don Gerardo Bernasconi, Uggiate, tel. 948747 Catechisti: DREZZO Santuario - MercoIed 20 apriIe Ritrovo: ore 20 Coordinatore: don Adolfo Bernasconi, tel. 983133 Giovani: Drezzo Santuario - Sabato 30 apriIe Ritrovo verso sera ad ora che verr comunicata, marcia di collegamento con tutte le parrocchie della zona per inizio dei "Mese di Maggio" Coordinatore: don Luigi Savoldelli, Maccio, tel. 480182 FamigIie: OLGIATE COMASCO - Domenica 8 maggio Ritrovo zonale alle ore 15 presso l'Oratorio maschile Riflessioni su: "La famiglia, luogo di crescita netta fede" Momento d! condivisione Non prevista la S. Messa Coordinatore: don Lorenzo Calori, Olgiate, tel. 944384 CoraIi: Gironico - 8 maggio Ritrovo ore 10, S. Messa ore 10,30 Coordinatore: don Lui- gi Savoldelli Anziani: PAR - MercoIed 25 maggio Ritrovo ore 15 presso l'Oratorio prevista la S. Messa Coordinatore: don Carlo 8roggi, Par, tel. 440193 Domenica 12 giugno a Maccio CELEBRAZIONE CONCLUSIVA domenica 20 marzo la prima confessione La celebrazione della Prima Confessione una tappa molto importante nel cammino di fede dei bambini che si preparano al primo incontro con Ges Eucaristia. Ed sempre con una certa trepidazione che ci si accosta all'animo di questi ragazzi, per aiutarli a prepararsi ad incontrare il Padre Misericordioso che, mediante il sacerdote, accoglie e perdona. Nella nostra comunit, abbiamo vissuto l'esperien- za della prima confessione domenica 20 marzo, dopo un periodo di intensa preparazione, che ab- biano condiviso con don Antonio. Fin dal venerd, all'incontro della Via Crucis, i bambini hanno commentato, con semplici pensie- ri, le stazioni della passione di Ges, riflettendo cos sul grande amore che lo ha portato a morire per darci la vita. Domenica, alla celebrazione del Sacramento, ab- biano notato attenzione, impegno e... un po' di emozione in tutti i ragazzi. 'Sei salone dell'asilo, abbiamo poi fatto festa con genitori, parenti e amici: un semplice rinfresco che per ha aiutato a creare un clima di amicizia, co- munione e gioia. 15