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homolaicus.

com
Prima edizione 2014
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XEPEL
VALORE, CRISI, TRANSIZIONE
La teoria marxista e lultimo capitalismo
-i pu( ragionevolmente ritenere che chi pensa che il denaro possa tutto
sia egli stesso disposto a tutto per il denaro.
.en/amin 0ran1lin
Per contattare l&autore$ csepel.12!34gmail.com
5ui il suo sito$ 666.7epel.altervista.org
4
Premessa
8epel ha contribuito notevolmente alla realizzazione del sito
homolaicus.com e non solo con articoli di economia politica# in cui
eccelle# ma anche di storia 9persino di storia del cristianesimo:# di fi*
losofia 9sui rapporti# p.es.# tra materia e coscienza: e di critica artisti*
ca 9p.es. su ;ohn <ennon# sui Clash# sui =irvana# su >ol1ien e persi*
no su ?iaboli1:. <o ritengo un trots1ista intelligente e non dogmati *
co$ " un grande conoscitore dei classici del mar7ismo. Per formazio*
ne " un economista e si occupa professionalmente di banche e stabi*
lit% finanziaria. I suoi interessi prevalenti sono l&economia interna*
zionale# la metodologia della scienza economica e la storia economi*
ca antica.
In 'uesto libro vi " il meglio di 'uanto abbia scritto in cam*
po economico.
e. galavotti
!
Introu!ione "enerale
Il capitale non mi far% guadagnare abbastanza per pagare i sigari che ho
fumato mentre lo scrivevo. 9@ar7:
<a teoria mar7ista " onnipotente perch) " giusta. 9<enin:
<a storia " diventata frettolosa# molto piA frettolosa del nostro pensiero.
9>rots1i/:
5uesta serie di saggi# 'ui presentati in veste unitaria ancor*
ch) sostanzialmente nella loro stesura originale# da cui le numerose
ripetizioni e difformit% stilistiche delle 'uali mi scuso# ha la pretesa
di affrontare alcuni temi fondamentali dell&economia contemporanea
alla luce della teoria mar7ista.
Anzitutto si affrontano le controversie legate alla teoria del
valore e in particolare al noto Bproblema della trasformazioneC so*
stenendo che la principale funzione della teoria del valore non " for*
nire indicazioni sulla formazione dei prezzi relativi ma analizzare il
processo di sviluppo economico# partendo dall&assunto che sono i
profitti a far muovere il mondo e che l&andamento della profittabilit%
settoriale decide dei cicli di investimento e delle crisi ricorrenti del
sistema. Di " dun'ue un legame analitico in 'uanto reale tra la teoria
della crisi e la teoria del valore.
Il secondo aspetto che viene affrontato " l&utilizzo degli
Bschemi di riproduzioneC per analizzare lo sviluppo e le crisi del ca*
pitalismo. Il concetto dell&economia come flusso circolare e propor*
zionato di risorse# creato da @ar7 partendo da suggerimenti fisiocra*
tici# " talmente potente da essere poi stato applicato da economisti in
svariati ambiti. Citiamo per tutte la teoria delle interdipendenze set*
toriali di <eontief e la teoria del circuito monetario di Eraziani. -i
tratta di un modello proficuo che permette di approfondire con parti*
colare efficacia la dinamica economica e la teoria della crisi.
Fno specifico scritto tratta del tema della moneta e del ruolo
delle banche centrali nell&economia contemporanea. Dengono poi af*
frontati alcuni aspetti di metodo concernenti la natura della teoria
economica nell&ambito della complessiva ideologia borghese. In
'uesto contesto si analizzano alcune critiche sia storiche sia recenti
3
al pensiero di @ar7. Infine# due saggi si occupano della pianificazio*
ne economica e dei problemi della transizione a un&economia piani*
ficata.
5uesti scritti sono stati composti lungo un decennio 9Bthe
great moderationC: in cui gli economisti erano particolarmente sod*
disfatti e ottimisti sul futuro del loro sistema. =onostante alcune tur*
bolenze# come il crollo delle Btigri asiaticheC o l&11 settembre# tutto
sembrava funzionare a meraviglia e 'ualun'ue critica al capitalismo#
per 'uanto flebile# veniva sepolta sotto il @uro di .erlino. <a crisi
che da ormai molti anni attraversa l&economia mondiale ha cambiato
tutto# riflettendosi sulle politiche economiche cosG come sull&atteg*
giamento dei media borghesi# sino ad arrivare a copertine come il
BHe are all socialist no6C di Newsweek all&inizio del 2002. ?a allo*
ra la borghesia ha recuperato parte del proprio autocontrollo# ma i
problemi sono solo stati messi sotto al tappeto e torneranno fuori.
Ancora una volta# la teoria economica borghese si dimostra
inutile per capire le cose. Ancora una volta# gli eventi dimostrano la
necessit% di ripartire dalla teoria mar7ista per capire il mondo e tra*
sformarlo. Ci auguriamo che la lettura di 'ueste pagine stimoli i let*
tori ad approfondire i classici del mar7ismo e a impegnarsi nella
causa piA importante della nostra epoca$ dare un futuro socialista al*
l&umanit%. Come disse un giovane @ar7# Bla teoria si realizza in un
popolo solo in 'uanto corrisponde alla realizzazione dei suoi biso*
gniC.
Milano, settembre 2014
I
Alcuni appunti su
Per la critica delleconomia politica i #arl $arx
Per la critica delleconomia politica affronta due punti chia*
ve della concezione materialistica della storia$ il rapporto tra valore e
moneta e il concetto di produzione. Il testo risente ancora di una cer*
ta dispersivit%$ occorrer% aspettare il Capitale per vedere come @ar7
non solo sappia maneggiare con compiuta maestria la storia del pen*
siero economico e le connessioni organiche tra le diverse categorie
del modo di produzione borghese# ma sappia anche disporre della
materia con chiarezza e rigore. Ad ogni modo# vengono 'ui gi%
esposti il funzionamento della teoria del valore# la teoria dei prezzi# i
punti di forza e di debolezza della scuola classica e la pochezza della
gran parte dei suoi critici# seppure si registri la mancanza di organi*
cit% espositiva. =on a caso# otto anni dopo @ar7 ricomincer% tutto da
capo. Il capitale non sar% la seconda parte di 'uesto libro# come pro*
grammato inizialmente# ma esporr% nuovamente la materia dal prin*
cipio.
Pre%a!ione
=ella prefazione# @ar7 spiega innanzitutto perch) decise di
non pubblicare l&introduzione$
B-opprimo una introduzione generale che avevo abbozzato
perch)# dopo aver ben riflettuto# mi pare che ogni anticipazione di ri*
sultati ancora da dimostrare disturbi e il lettore che avr% deciso di se*
guirmi dovr% decidere a salire dal particolare al generale.C
<&Introd!ione del &!I era troppo astratta# troppo puramente
epistemologica# di metodo# per trovare posto 'ui. Jssa condensava la
concezione materialistica della storia senza dimostrarla e dun'ue
BdisturbavaC. Con ci(# @ar7 fornisce una lezione di metodo$ si parte
dal particolare 9astratto: e si giunge al generale 9concreto:. Per
esporre il metodo occorre partire dalla scienza concreta sviluppata a
partire dallo stesso# uno Bscritto di metodoC rischia di condurre fuori
strada. =on a caso# @ar7 non pubblic( l&Ideologia tedesca n) l&In"
trod!ione.
K
-ubito dopo 'uesto accenno# @ar7 fa la storia di 'uindici
anni di studi che sintetizza nel passo celeberrimo che commentere*
mo sotto. Lra# si pu( obiettare che anche 'ui @ar7 anticipi risultati
da dimostrare. Che cosa c&" dun'ue di diversoM Il livello di astrazio*
ne. 5ui si sintetizza la concezione materialistica della storia# non il
suo metodo.
@ar7 spiega che tali considerazioni sono Bil risultato genera*
le al 'uale arrivai e che# una volta# ac'uisito# mi servG da filo condut*
tore nei miei studiC a indicare che la concezione materialistica della
storia avrebbe effettivamente preceduto le principali scoperte teori*
che di @ar7 in campo economico ma significa anche che senza 'uel*
le ricerche concrete# di storia# economia# filosofia# la concezione ma*
terialistica della storia non si sarebbe mai sviluppata. Infine# occorre
osservare che immediatamente prima del brano @ar7 parla di Negel#
e immediatamente dopo cita Jngels. Lvviamente non " un caso. 0u*
rono le due fonti principali da cui attinse nello sviluppare la sua con*
cezione filosofica.
Nella prod!ione sociale della
loro esisten!a gli omini entrano
in rapporti determinati, neces"
sari, indipendenti dalla loro vo"
lont#, in rapporti di prod!ione
c$e corrispondono a n determi"
nato grado di svilppo delle loro
%or!e prodttive materiali.
Per comprendere ci( che l&uomo
" in ogni epoca dobbiamo partire
da ci( che fa$ l&esistenza dell&uo*
mo si sostanzia nella produzione
delle condizioni materiali di tale
esistenza. =on si tratta di studia*
re il processo produttivo come
strumento di produzione di beni#
'uanto piuttosto come produttore
di rapporti 9Bl&economia politica
non " tecnologiaC avverte @ar7
nell&Introd!ione:. <a produzio*
ne sociale " la riproduzione so*
ciale del modo di produzione do*
minante.
I rapporti tra gli uomini dipendo*
no dal livello di sviluppo delle
forze produttive# vi Bcorrispon*
donoC. <a volont% dell&uomo
non pu( decidere degli uni e del*
2
le altre# ne " invece determinata.
Ci( che l&uomo " dipende dai
rapporti che instaura con gli altri
uomini# il che# in ultima analisi#
dipende dal livello raggiunto dal*
le forze produttive.
&insieme di 'esti rapporti di
prod!ione costitisce la strtt"
ra economica della societ#, os"
sia la base reale slla 'ale si
eleva na sovrastrttra giridi"
ca e politica e alla 'ale corri"
spondono %orme determinate
della coscien!a sociale.
Il modo di prod!ione della vita
materiale condi!iona, in gene"
rale, il processo sociale, politico
e spiritale della vita.
5ui @ar7 introduce la divisione
tra struttura 9l&insieme dei rap*
porti di produzione: e sovra*
struttura. 5uest&ultima si BelevaC
a partire dalla base materiale# si
sviluppa in accordo con essa# ed
" formata dai rapporti giuridici#
politici e anche ideologici 9le
forme della coscienza sociale:.
@ar7 non parla di subordinazio*
ne di 'ueste forme alla struttura
economica# ma spiega che tale
struttura fornisce la base# la fonte
di 'ueste forme.
BIn generaleC 9@ar7 stempera
l&apoditticit% del brano: " la
struttura# cio" il modo con cui
l&uomo sviluppa le condizioni
materiali della propria esistenza#
che condiziona la sovrastruttura.
>uttavia il legame non " estrin*
seco ma organico# dialettico. <a
sovrastruttura non viene BdopoC
ma nasce dalle e con le condizio*
ni materiali di vita dell&essere
sociale. =ell&Introd!ione @ar7
si esprime cosG$ Bogni forma di
produzione produce i suoi propri
rapporti giuridici# la sua forma di
governoC e spiega anche che si
tratta di aspetti Bconnessi organi*
10
camenteC che non si possono ri*
durre a una Bconnessione nella
menteC.
Non ( la coscien!a degli omini
c$e determina il loro essere, ma
(, al contrario, il loro essere so"
ciale c$e determina la loro co"
scien!a.
5uesto " il cuore della concezio*
ne materialistica della storia. Ci(
che gli uomini sono# o pensano
di essere# " determinato dalle
condizioni reali della loro esi*
stenza 'uali articolazioni di un
determinato modo di produzione.
In 'uanto la socialit% del lavoro
umano " un dato di partenza#
persino ontogenetico# del cam*
mino dell&uomo# anche la co*
scienza degli uomini non pu(
che essere originariamente socia*
le. <&essere non esiste se non
come essere sociale# cui " con*
nessa una coscienza# anch&essa
sociale# fatta di relazioni.
) n dato pnto del loro svilp"
po, le %or!e prodttive materiali
della societ# entrano in contrad"
di!ione con i rapporti di prod"
!ione esistenti, cio( i rapporti di
propriet# *c$e ne sono soltanto
lespressione giridica+ dentro i
'ali tali %or!e per linnan!i si
erano mosse.
Come nel caso del legame strut*
turasovrastruttura# la relazione
tra le forze produttive e i rapporti
di produzione " dialettica. <e
forze produttive esistono all&in*
terno# come sostanza# di determi*
nati rapporti di produzione 9cio"
anche di propriet%:# che le strut*
turano e le sviluppano fino al
punto in cui divengono da stru*
menti di sviluppo a ostacoli per
lo sviluppo stesso.
,esti rapporti, da %orme di svi"
lppo delle %or!e prodttive, si
convertono in loro catene. - al"
lora sbentra nepoca di rivo"
5uando si realizza 'uesto rove*
sciamento storico# si apre un&e*
poca di cambiamenti. @ar7 uti*
lizza un termine che intende un
11
l!ione sociale. lungo lasso di tempo# non limita*
to al momento in cui un&insurre*
zione politica rovescia l&apparato
statale. Il punto fondamentale "
che le epoche di rivoluzione so*
ciale sono processi obiettivi# ra*
dicati nella struttura produttiva
della societ%# all&interno dei 'ua*
li si svolge la lotta di classe.
Con il cambiamento della base
economica si sconvolge pi. o
meno rapidamente ttta la gi"
gantesca sovrastrttra.
5uesta affermazione si riferisce
a ci( che avviene dopo l&epoca
di rivoluzione sociale# 'uando il
rovesciamento dei precedenti
rapporti di produzione consente
una nuova fase di sviluppo delle
forze produttive a cui deve corri*
spondere una nuova forma di re*
lazioni politiche# artistiche# cul*
turali# ideologiche. <a sovra*
struttura# BpiA o meno rapida*
menteC cambia anch&essa.
,ando si stdiano simili scon"
volgimenti, ( indispensabile di"
stingere sempre %ra lo sconvol"
gimento materiale delle condi"
!ioni economic$e della prod"
!ione, c$e p/ essere constatato
con la precisione delle scien!e
natrali, e le %orme giridic$e,
politic$e, religiose, artistic$e o
%iloso%ic$e, ossia le %orme ideo"
logic$e c$e permettono agli o"
mini di concepire 'esto con%litt"
o e di combatterlo.
<&analisi dei processi rivoluzio*
nari deve partire dalle condizioni
materiali che li hanno determina*
ti e che si possono studiare Bcon
la precisione delle scienze natu*
raliC. Accanto a 'uesta analisi#
occorre approfondire lo studio
delle forme sovrastrutturali che
danno corpo alla lotta di classe.
<e ideologie sono strumenti del*
la lotta di classe# sorgono inevi*
tabilmente da essa per la necessi*
t% delle classi di spiegarsi il con*
flitto# farsene una ragione e tro*
varvi il proprio posto. -e si com*
prende 'uesto legame tra ideolo*
12
gia e storia# tra idee e lotta di
classe# diviene possibile com*
prendere la parabola# i successi e
le eclissi di 'uesta o 'uella con*
cezione del mondo. <a storia del
pensiero filosofico# scientifico#
politico " la storia delle rappre*
sentazioni filosofiche# scientifi*
che# politiche dei rapporti di pro*
duzione dominanti e# in ultima
analisi# del livello di sviluppo
delle forze produttive.
Come non si p/ gidicare n
omo dallidea c$e egli $a di se
stesso, cos0 non si p/ gidicare
na simile epoca di sconvolgim"
ento dalla coscien!a c$e essa $a
di se stessa1 occorre invece spie"
gare 'esta coscien!a con le
contraddi!ioni della vita mate"
riale, con il con%litto esistente
%ra le %or!e prodttive della so"
ciet# e i rapporti di prod!ione.
Abbiamo dun'ue tre livelli di
comprensione del processo stori*
co. Il livello fondamentale "
'uello dello sviluppo delle forze
produttive# che a un dato mo*
mento entra in contrasto con i
rapporti di produzione 9e dun*
'ue# anche con i rapporti giuridi*
ci# politici# le forme ideo*
logiche:. <&espressione sociale
di 'uesta crisi " la lotta di classe.
<&espressione politica della crisi#
ovvero il fatto che le classi pren*
dano coscienza della propria fun*
zione storica# " la battaglia ideo*
logica. ?ietro lo scontro delle
idee sta il ruolo delle classi 'uali
rappresentanti di diversi gradi di
sviluppo delle forze produttive.
=ei periodi di transizione# sorge
una coscienza che riflette le con*
traddizioni# lo sconvolgimento
dell&epoca. <a coscienza# che
normalmente riflette i passati
cambiamenti# ed " dun'ue in ri*
1O
tardo rispetto alle effettive con*
dizioni materiali# si porta al pas*
so con i tempi# li supera.
2na %orma!ione sociale non pe"
risce %inc$3 non si siano svilp"
pate ttte le %or!e prodttive a
ci p/ dare corso1 novi e s"
periori rapporti di prod!ione
non sbentrano mai, prima c$e
siano matrate in seno alla vec"
c$ia societ# le condi!ioni mate"
riali della loro esisten!a.
<a crisi subentra 'uando non "
piA possibile alle forze produtti*
ve svilupparsi in base ai rapporti
di produzione dominanti. =on
solo# ma i Bnuovi e superiori rap*
porti di produzioneC sorgono
dalla crisi della vecchia societ%#
la accelerano. Il livello di svilup*
po delle forze produttive ha rag*
giunto un nuovo stadio dei rap*
porti di produzione che coesisto*
no con i vecchi ma la cui espan*
sione " ostacolata dal dominio
dei precedenti rapporti. Proprio
lo sviluppo dei nuovi rapporti di
produzione rende lo sviluppo
delle forze produttive incompati*
bile con i vecchi.
-cco perc$3 lmanit# non si
propone se non 'ei problemi
c$e p/ risolvere, perc$3 a con"
siderare le cose dappresso, si
trova sempre c$e il problema
sorge solo 'ando le condi!ioni
materiali della sa sol!ione
esistono gi# o almeno sono in
%orma!ione.
Fna volta che sono poste le basi
materiali per la trasformazione
rivoluzionaria della societ%# ov*
vero si " aperta Bun&epoca di ri*
voluzione socialeC# sorgono an*
che la coscienza del problema# le
forme ideologiche e politiche
che prospettano la sua soluzione.
Jcco che @ar7 amplia 'ui l&af*
fermazione precedente circa il
rapporto tra struttura e sovra*
struttura. =on solo le forme
ideologiche seguono gli sconvol*
gimenti della base materiale# ma
iniziano a muoversi anche 'uan*
do si entra in una fase di cambia*
14
mento# ossia le basi materiali
della rivoluzione sono Bin forma*
zioneC.
5uesta osservazione si applica al
mar7ismo stesso. Il pensiero so*
cialista# prima dell&organizzazio*
ne storica della classe operaia# ri*
maneva una aspirazione essen*
zialmente morale e religiosa 9si
pensi alle correnti radicali della
riforma luterana o della rivolu*
zione inglese:. <o sviluppo del
capitalismo implica lo sviluppo
di una coscienza rivoluzionaria#
che pone all&ordine del giorno il
Bproblema da risolvereC# l&ab*
battimento del capitalismo. Il so*
cialismo si fa da utopia scienza.
) grandi linee, i modi di prod"
!ione asiatico, antico, %edale e
borg$ese moderno possono es"
sere designati come epoc$e c$e
marcano il progresso della %or"
ma!ione economica della socie"
t#. I rapporti di prod!ione bor"
g$ese sono lltima %orma anta"
gonistica del processo di prod"
!ione sociale... con 'esta %or"
ma!ione sociale si c$ide dn"
'e la preistoria della societ#
mana.
I ragionamenti svolti sin 'ui de*
rivano dallo studio dei modi di
produzione dati storicamente.
<&elencazione che fa @ar7 vuole
essere una semplice classifica*
zione storica# ma ha invece dato
luogo# a chi era interessato a ve*
dervi una se'uenza obbligata#
come socialdemocratici e stalini*
sti# a una interpretazione mecca*
nicista# mentre la deduzione che
si deve trarre dall&elenco " che
prima del modo di produzione
asiatico non si poteva parlare di
rapporti di produzione# perch)
non vi era alcuna struttura statale
o mercantile di accumulazione
del sovrappiA# e che il capitali*
smo " la forma finale dell&econo*
1!
mia mercantile# la societ% che
chiude la fase iniziale della vita
sociale# 'uella in cui si sono
create le condizioni del pieno
sviluppo umano# il contrario di
'uanto pretendono i millenaristi
di ogni epoca.
<a summa della concezione materialistica della storia che
emerge da 'uesto brano " mirabile. In poche frasi# @ar7 delinea le
leggi di movimento della storia in tutte le sue componenti$ la struttu*
ra sociale# lo scontro politico# le forme ideologiche. Allo stesso tem*
po# nella sua sintesi# 'uesto brano " indubbiamente deterministico
oltre il necessario. ?&altra parte# se pensiamo a ci( che si considera*
va storia 9o filosofia della scienza: all&epoca# tale enfasi era inevita*
bile# per rimarcare i capisaldi della nuova concezione. Il necessario
e'uilibrio viene dalla lettura complessiva dell&opera dei fondatori
della concezione materialistica della storia ed " esplicitata in diverse
lettere di @ar7 e di Jngels.
?opo 'uesto brano# @ar7 descrive la sua produzione scienti*
fica precedente e spiega che lui ed Jngels lasciarono volentieri Balla
rodente critica dei topiC l&Ideologia tedesca scritta soprattutto per
chiarirsi le idee# sottolineando nuovamente lo scarso peso attribuito a
opere BideologicheC# di metodo.
Per la critica elleconomia politica
@ar7 parte dalla merce. <a struttura cellulare del mondo
borghese " fatta di merci. Lgni merce ha una duplice natura$ " valore
d&uso per le sue caratteristiche 'ualitative 9soggettive# diverse per
persone diverse: ed " valore di scambio come porzione del lavoro
sociale erogato complessivamente. Il valore d&uso di una merce non
ha una connessione necessaria con le caratteristiche sociali della pro*
duzione. Il grano " lo stesso sia falciato dagli schiavi che da operai
salariati# mentre come merce esso esprime un determinato rapporto
di produzione. =el capitalismo il valore di scambio rappresenta una
'uantit% di lavoro sociale oggettivato. -i tratta di lavoro astrattamen*
te generale# che non considera le caratteristiche peculiari del singolo
13
produttore per poter permettere lo scambio. -ulla bilancia# venti chili
d&oro# di gomma o di piombo si e'uivalgono. P il peso che uguaglia
differenti oggetti. Allo stesso modo il tempo di lavoro astratto ugua*
glia le diverse merci# Ble merci non sono che misure di tempo di la*
voro coagulatoC. Lvviamente# nella realt% i lavori sono differenti.
Jssi vengono ridotti non nella mente dell&economista ma nella realt%
a lavoro uguale. <a riduzione " dun'ue Bun&astrazione che nel pro*
cesso sociale della produzione si compie ogni giornoC.
Anche se storicamente il capitalismo distrugge il lavoro 'ua*
lificato# incorporandone il sapere nel lavoro morto# nelle macchine#
in ogni momento vi " lavoro di diverso valore. Come le varie merci
che a parit% di peso occupano un diverso volume# il lavoro 'ualifica*
to " Blavoro semplice a potenza piA elevataC. Anche 'uesta riduzione
ha luogo# attraverso la legge del valore. =on " il carattere sociale del
lavoro a distinguere il capitalismo da altre societ%. In ogni epoca il
lavoro ha un carattere sociale. <a differenza " che nel capitalismo il
suo carattere sociale " riconosciuto e7 post# perch) i mezzi di produ*
zione sono privati. -olo nel confronto del mercato il lavoro singolo "
riconosciuto 'uale lavoro sociale e dun'ue ha titolo a parte del pro*
dotto sociale nella misura di una porzione dell&e'uivalente generale.
Proprio per la natura non immediatamente sociale del lavoro
nel capitalismo# i rapporti tra gli uomini sono cristallizzati in merci#
cio" in cose# dun'ue il valore di scambio# che rappresenta la divisio*
ne sociale del lavoro# il rapporto tra individui " Bcelato sotto il velo
delle coseC.
@ar7 spiega che il valore di scambio rappresenta 'uesto rap*
porto tra i lavori dei singoli individui# li parifica. P dun'ue tautologi*
co dire che il lavoro " l&unica fonte del valore di scambio# perch) "
in realt% l&unica cosa che deve regolare. P solo in 'uanto rientra nel*
la sfera del lavoro umano che la materia entra nel computo dei valori
di scambio. @ar7 critica chi prova a difendere la teoria del valore
lavoro per via concreta$ se prendo una pagnotta e gli tolgo tutti i la*
vori singoli 9fornaio# mugnaio# falciatore# ecc.: mi rimane un ciuffo
di grano. =on " 'uesto il punto perch) 'ui ci limitiamo a considerare
il lavoro 'uale produttore di valori d&uso. -e la pagnotta cadesse dal
cielo# dice @ar7# avrebbe lo stesso valore d&uso# ma non dovendola
produrre# perderebbe valore di scambio. P dun'ue errato dire che il
lavoro " l&unica fonte di ricchezza. <a natura produce ricchezze im*
1I
mense# dalla frutta degli alberi ai minerali# dall&irradiazione solare al
vento che spinge le navi. Il punto " che il lavoro " l&unico strumento
per appropriarsi dei risultati della produzione e dun'ue rende l&azio*
ne della natura valore.
Il tempo totale del lavoro sociale impiegato in un determina*
to periodo crea il complesso delle merci di una certa societ%. <a
grandezza di valore di una merce " la parte ali'uota di 'uesto tempo.
?un'ue in astratto# senza considerare il funzionamento specifico del
capitalismo# parti ali'uote uguali hanno lo stesso valore. 5uesta re*
gola generale " corretta# a 'uesto livello dell&analisi. 5uando la mer*
ce# in 'uanto " di utilit% a 'ualcuno# viene venduta# dimostra di esse*
re parte della produzione sociale e riceve il suo corrispettivo in e'ui*
valente generale. Il valore d&uso " dun'ue un presupposto per il va*
lore di scambio. 0inch) il lavoro sociale rimane chiuso nelle merci#
esso " latente. ?iviene reale all&atto dello scambio e le condizioni
dello scambio possono alterarne e4 post la 'uantit%. Il lavoro sociale
non " perci( un presupposto ma un risultato dello sviluppo sociale.
5uando lo sviluppo degli scambi raggiunge un&ampiezza sufficiente#
sorge dal mondo delle merci l&e'uivalente generale# una merce che
si pone come peso fisso su un piatto della bilancia. Infatti# tornando
all&analogia del peso# " sempre possibile mettere due oggetti sui piat*
ti della bilancia e verificare 'uale pesa di piA. @a per giungere a cal*
coli piA raffinati# conviene utilizzare un oggetto avente un peso noto
e confrontarlo con 'uello di cui voglio conoscere il peso. <&oggetto
fisso diviene l&e'uivalente generale e la natura di e'uivalente si lega
'uale attributo all&oggetto usato come termine di paragone. Poniamo
di usare come oggetto fisso dei cubi di ferro. 5uando si confronta il
peso di due oggetti# tale peso viene misurato in cubi di ferro 9un og*
getto pesa 2 cubi# l&altro 4 cubi# dun'ue uno pesa la met% dell&altro:.
I cubi di ferro divengono dun'ue l&oggettivazione del peso di tutti
gli oggetti# il peso Bin s)C per cosG dire. Lgni oggetto# nel suo peso#
non " che un certo 'uantitativo di cubi di ferro. I cubi di ferro ac'ui*
siscono come valore d&uso 'uello di servire alla misurazione del
peso 9cio"# mutatis mutandis# del valore di scambio: altrui. =ella cir*
colazione mercantile# 'uesta merce particolare " il denaro. In esso si
cristallizzano i valori di scambio delle merci. Per le loro caratteristi*
che fisiche e chimiche# hanno assunto 'uesto ruolo i metalli preziosi.
1K
-toricamente# lo scambio nasce ai margini della comunit% e
ac'uisisce via via un peso crescente# distruggendo l&agricoltura e
l&artigianato di sussistenza. Il mercantilismo# con la sua ossessione
per il tesoreggiamento dell&oro# riflette la fase dell&accumulazione
primitiva# 'uando il capitalista non era ancora signore della produ*
zione ma piuttosto si arricchiva nel commercio# negli imbrogli# nelle
scorrerie.
5uando i rapporti di produzione borghesi si sviluppano# si
sviluppa anche la teoria del valore. Il primo a esporre chiaramente il
rapporto tra lavoro e denaro 'uale 'uantum di lavoro sociale fu .en*
/amin 0ran1lin nel 1I20# anche se la connessione che istituG tra lavo*
ro e denaro era ancora estrinseca. ?opo di lui# i classici# soprattutto
-mith e Ricardo# descrivono con attenzione la grandezza di valore#
anche se ne estendono la 'ualificazione alle societ% BpreadamiticheC.
Come osserva ironicamente @ar7$ Bsembra che i primi pescatori e i
primi cacciatori... consultino le tabelle degli interessi correnti per la
.orsa di <ondraC. Con Ricardo si ha l&apogeo dell&economia politica
classica. <e critiche mosse da -ismondi e altri a Ricardo servono a
@ar7 come spunti per completare la teoria del valore 9rendita fon*
diaria# concorrenza# circolazione del capitale:# ma nel complesso
@ar7 accetta la teoria della grandezza di valore di Ricardo.
<a circolazione delle merci impone lo sviluppo di un e'uiva*
lente generale# il denaro. Con il denaro si comparano i valori di
scambio nella circolazione. @a in 'uanto tali valori appaiono come
prezzi# essi non esistono piA come valori per la societ%. <a legge del
valore si esprime attraverso i prezzi$
BIl prezzo " la forma mutata nella 'uale appare il valore di
scambio delle merci in seno al processo di circolazioneC 9p. 4I:
Parlare di prezzi significa parlare di moneta. =el libro @ar7
si occupa a lungo della teoria 'uantitativa della moneta. Che cosa
rappresenta 'uesta teoriaM Jssa fornisce al denaro un ruolo indipen*
dente# originario. <e variazioni del denaro producono i cambiamenti
nella ricchezza di una nazione. Il denaro non " piA un e'uivalente#
ma sono le merci a dipendere dal suo valore. 5uesta teoria " dun'ue
l&espressione massima del feticismo delle merci# della reificazione
cui sottost% la mente dell&intellettuale borghese. <a base del capitali*
smo " l&alienazione del lavoro# cio" la necessit% dei possessori di for*
zalavoro di vendersi 9alienarsi# nel suo significato giuridico: ai pro*
12
prietari dei mezzi di produzione. 5uesta " l&essenza dei rapporti bor*
ghesi di produzione. <&alienazione giuridica 9cio" la vendita del pro*
prio tempo in cambio di salario: crea una sovrastruttura ideologica
nella forma del feticismo delle merci# dell&idea che i rapporti econo*
mici non siano rapporti tra uomini ma tra cose. 5uesta " l&alienazio*
ne filosofica# la reificazione cui pone capo il sistema capitalistico.
Il feticismo delle merci "# come detto# massimamente espres*
so dall&idea che la moneta sia completamente disgiunta dal processo
di produzione e scambio delle merci# che sia solo un nome# un nu*
merario# un velo. =on a caso tra i primi a sviluppare 'uesta teoria vi
fu il vescovo .er1ele,# massima espressione del suo tempo dell&i*
dealismo filosofico. @a il primo a esporre con chiarezza la teoria
'uantitativa fu Nume# nel 1III. A 'uesto proposito# @ar7 osserva
che Nume formul( 'uesta teoria generalizzando unilateralmente al*
cuni fatti# in contrasto totale con la sua filosofia antiinduttiva. <a
critica principale che si pu( fare a 'uesta teoria# che peraltro " in
voga tuttora# " che fa circolare valori d&uso e non valori di scambio.
=on riconosce la natura di merci delle articolazioni dello scambio di
'uesta societ%# inducendo cosG a invertire i nessi causali tra ciclo
economico e circolazione monetaria. Lsserva infatti @ar7$ Bi prezzi
non sono 'uindi alti o bassi perch) circola piA o meno denaro# bensG
circola piA o meno denaro perch) i prezzi sono alti o bassi.C 9p. K3:.
Ci( significa che il denaro# 'uando Bi prezzi sono bassiC# ovvero c&"
crisi economica# si ritrae dalla circolazione# viene utilizzato in altro
modo 9all&epoca tesoreggiato# oggi finisce 'uale capitale fittizio nel*
la finanza e in ogni altra forma di speculazione improduttiva:. -e i
dirigenti sindacali comprendessero 'uesto assunto non avrebbero
fatto propria l&idea che stroncare i salari possa rilanciare la produzio*
ne.
<&esplorazione dei legami tra valore e lavoro diede subito
adito a conclusioni politiche. I socialisti ricardiani usarono la teoria
del valore per difendere le ragioni del proletariato. ;ohn Era, fu il
primo# nel 1KO1# a proporre la teoria della riduzione diretta del prez*
zo a lavoro. Disto che i prezzi non sono altro che lavoro socialmente
necessario# perch) non eliminarliM Ad esempio# perch) non stabilire
che un chilo di pane costa 20 minutiM Il punto " che i prezzi non rap*
presentano direttamente lavoro# in 'uanto il lavoro erogato nel capi*
talismo " solo indirettamente sociale. In concreto ci( significa che
20
ogni lavoratore ha una diversa produttivit% determinata dalla compo*
sizione organica del capitale del proprio settore. Azionando un&enor*
me macchinario# un operaio pu( produrre piA merci e dun'ue valore
di cento braccianti che raccolgono fieno con un attrezzo agricolo. -e
nel costo del prodotto che essi creano non si riflettessero 'uesti di *
versi gradi di sviluppo# di applicazione della scienza e della tecnolo*
gia# di conoscenze# la produzione di merci collasserebbe. ?&altra
parte# non " nemmeno possibile utilizzare il tempo immediato di la*
voro come metodo di regolazione della produzione di una societ%
non mercantile# socialista# come peraltro ipotizzavano i socialisti ri*
cardiani# se non 'uando lo sviluppo delle forze produttive rende irri*
levante lo stesso calcolo del tempo di lavoro. @a finch) prevale il
capitalismo# il denaro rimane# come dice @ar7# la Bforma generale
del lavoro borgheseC# Bvalore di scambio fattosi indipendenteC. 5ue*
sta indipendenza " necessaria al raccordo degli sforzi di lavoratori a
loro volta indipendenti# che non producono in base a un piano socia*
le.
Con due semplici forme @ar7 esprime il cambiamento stori*
co profondo indotto alla produzione dal modo di produzione borghe*
se. Prima del capitalismo conta la metamorfosi 'ualitativa del valore
d&uso @?@ 9merce contro denaro contro altra merce:. =el capita*
lismo conta l&accumulazione del capitale# cio" di denaro ?@?&.
=on si scambia per consumare# ma si scambia per accumulare dena*
ro. ?a dove viene la differenza tra ? e ?&M 5uesto la circolazione
delle merci non pu( dircelo. Perci( non pu( dircelo la teoria econo*
mica borghese. In ?@?& abbiamo lo scambio di non e'uivalenti.
@a come pu( lo scambio avvenire tra non e'uivalentiM =on pu(. -ul
mercato si scambiano solo e'uivalenti.
Il denaro " e'uivalente generale perch) " innanzitutto una
merce particolare. @a non appena arriva a rappresentare i valori di
scambio di tutte le merci# tende irresistibilmente a diventare simbo*
lo# a Bentrare in conflitto con la sua esistenza realeC. <e esplosioni
cicliche delle bolle speculative non sono che l&ultimo prodotto di
'uesto processo. <&astrazione del denaro contiene in nce la finan*
ziarizzazione del capitalismo# il suo dimenticare la produzione# l&i*
deale utopico del denaro che produce se stesso. <&oro gi% dall&anti*
chit% diviene puro simbolo# il cui valore " stabilito dalla legge. @a
nessuno -tato# per 'uanto potente# ha mai potuto impedire i movi*
21
menti dei metalli preziosi. Lggi# che la produzione capitalistica "
troppo sviluppata per potersi accontentare dell&oro# oltre al tesoreg*
giamento di metalli preziosi abbiamo i movimenti dei tassi di cam*
bio# delle borse# degli spread sulle obbligazioni statali. =on appena
un simbolo circola 'uale oro# " posta la possibilit# e subito dopo li"
nevitabilit# del distacco tra simbolo e realt%. Il potere dello -tato di
dare valore al denaro B" semplice parvenzaC# come i molteplici pro*
cessi inflattivi del ventesimo secolo dimostrano bene. <a carta mo*
neta incorpora un&ulteriore reificazione. <&oro circola per il suo va*
lore# ma la carta assume valore solo in 'uanto circola. -embra cosG
rovesciare le leggi economiche# e alla mente forzosamente fenome*
nica dell&economista appare come monetavelo# moneta puro nume*
rario. <e crisi economiche si incaricano di dimostrare che 'uesto
BveloC nasconde alla mente apologetica dell&economista il vero fun*
zionamento del modo di produzione borghese.
=on appena il denaro assume un&esistenza indipendente dal
suo valore metallico# divenendo l&autorit% indipendente delle merci#
si origina la possibilit% di dividere il momento della vendita e del*
l&ac'uisto. P possibile ac'uistare o vendere una merce che ancora
non esiste# pu( esistere una merce senza compratori. 5uesta spacca*
tura crea le figure di debitore e creditore ed " la Bbase naturale del si*
stema del creditoC. In un certo senso il credito nasce dal matrit5
mismatc$ degli agenti. <a massa dei pagamenti fornisce la base ini*
ziale della massa del denaro circolante# ma l&uso del credito spezza
'uesto rapporto# lo rende flessibile. Il capitalismo si dilata dun'ue
per effetto del volano del credito# ma anche accrescendo la divisione
internazionale del lavoro che conduce a livello planetario le contrad*
dizioni della natura solo indirettamente sociale del lavoro erogato
nel capitalismo. =ello scambio internazionale vengono a interagire
societ% a diverso grado di sviluppo delle forze produttive# le cui ore
di lavoro si oggettivano dun'ue in masse diverse di merci e di dena*
ro. CosG# tramite il denaro# le societ% piA evolute aspirano il plusvalo*
re delle nazioni arretrate. In 'uesto senso il cardine dei rapporti im*
perialistici " contenuto gi% nella forma di denaro. -tudiando il dena*
ro si pu( anticipare lo sviluppo del mercato mondiale. In proposito
@ar7 cita uno scritto di @ontanari del 13KO 96ella Moneta: in cui
'uesto economista parla del mondo come Buna sola citt%# in cui si fa
perpetua fiera di ogni mercanziaC.
22
@a il denaro incorpora anche la necessaria astrazione su cui
il capitalismo deve basarsi per la circolazione del lavoro sociale.
=on esistono due monete fisicamente identiche# o due banconote
identiche# ma circolano come e'uivalenti. <o scambio dun'ue si ac*
contenta di uno standard medio# ideale. Per garantire la circolazione#
il capitalismo astrae dalle differenze individuali. 5uesto vale per il
denaro perch) vale innanzitutto per il lavoro. ?i conseguenza vale
per ogni merce 9si pensi ai contratti standard dei commodit5 deriva"
tives:. <avoro# valore# denaro. 5uesto " il triangolo aureo della valo*
rizzazione del capitale# 'ueste sono le coordinate della sua accumu*
lazione.
Introu!ione el &'
-i tratta del testo di metodo forse piA famoso che @ar7 ab*
bia mai scritto. <&autore inizia cosG$ Bil nostro tema " innanzitutto la
produzione materialeC# Bil punto di partenza " costituito naturalmen*
te dagli individui che producono in societ%... dalla produzione degli
individui socialmente determinataC. 5uesto ha diverse implicazioni$
* sottolinea le peculiarit% dell&uomo 'uale animale che pro*
duce in societ% e la societ%# ovvero che crea le condizioni materiali
della propria esistenzaQ
* evidenzia la necessit% di partire dalla produzione materiale#
esponendo il materialismo come posizione filosofica non astratta o
pregiudiziale ma storica# evolutiva# BnaturaleCQ
* spiega che l&individuo isolato non esiste e che dun'ue il
rapporto tra societ% e individuo " 'uello di una legge generale rispet*
to a una sua specificazione concreta.
<a produzione " sempre produzione giunta a un certo stadio
di sviluppo. @a le esigenze politiche degli economisti postricardia*
ni hanno fatto tornare di moda il povero Robinson sull&isola deserta.
>uttavia# sebbene la storia sia divisa in epoche distinte# con proprie
leggi# Btutte le epoche della produzione hanno certi caratteri in co*
muneC. P il famoso e importante concetto di Bproduzione in genera*
leC. @ar7 spiega che esiste un elemento comune nei diversi modi di
produzione che# messo in evidenza# Bci risparmia una ripetizioneC.
Lra 'uesta espressione potrebbe suonare a prima vista come un cu*
rioso nderstatement# ma in realt% si riferisce a un&idea molto preci*
2O
sa. Come aveva osservato <eibniz nel 6iscorso di meta%isica del
13K3# una teoria deve essere piA semplice dei dati da essa spiegati#
deve appunto risparmiarci ripetizioni# altrimenti si riduce a una mera
elencazione di fatti. @ar7 'ui riprende 'uesta idea di <eibniz 9la ci*
tazione " probabilmente diretta# data la stima sconfinata che @ar7
aveva per 'uesto filosofo: e spiega che la concezione materialistica
della storia " appunto una teoria# pone capo a leggi# non " solo la sto*
ria dell&uomo sulla >erra. <a produzione in generale " dun'ue un
astrazione scientifica e in 'uanto tale Bci risparmia una ripetizioneC.
<&astrazione sulla base della 'uale " possibile giungere al
concetto di produzione in generale "# come detto# un&astrazione rea*
le. <a generalizzazione della produzione di merci getta ogni cultura
e civilt% nel calderone del mercato mondiale. <o sviluppo della pro*
duzione mercantile " storicamente un potente livellatore di condizio*
ni# tradizioni# specificit%. In 'uanto esiste una produzione generale#
esiste una produzione in generale# cio" una produzione che tende
prepotentemente ad astrarre dalle condizioni del singolo lavoro# set*
tore o paese. <a produzione in generale " dun'ue il dominio del mer*
cato mondiale# del lavoro astratto# del capitale. Ci si pu( domandare
se a partire da 'uesto aspetto di metodo @ar7 esponga 'uale legge
ritiene valere nella Bproduzione in generaleC. @ar7 ne parla meglio
nel paragrafo di metodo# ma alcuni aspetti li espone anche in 'uesta
prima parte. -piega infatti che la produzione "# in primo luogo# Bap*
propriazione della natura da parte dell&individuo entro e mediante
una determinata forma di societ%C. P dun'ue# in primo luogo# un rap*
porto di propriet%. Lriginariamente 'uesta appropriazione avviene in
forma di propriet% collettiva da cui poi si sviluppa la storia 9cio" il
modo di produzione asiatico# prima forma statale:. 5uanto piA le for*
me di propriet% si specificano per tenere dietro allo sviluppo della
produzione# tanto piA la legge del valore# ovvero il risparmio del
tempo di lavoro necessario# viene a regolare coscientemente il pro*
cesso produttivo# fino alla societ% socialista in cui la legge diviene
dominio dell&uomo sulla produzione# viene realizzata fino a sparire.
@ar7 chiude il paragrafo sintetizzando cosG$ BPer riassume*
re$ esistono determinazioni comuni a tutti gli stadi della produzione#
che vengono fissate dal pensiero come generali# ma le cosiddette
condi!ioni generali di ogni produzione non sono altro che 'uesti mo*
24
menti astratti con i 'uali non viene spiegato alcuno stadio storico
concreto della produzione.C
<eggendo 'uanto precede 'uesto brano si comprende il sen*
so profondo del concetto di produzione in generale che " 'uesto$ la
produzione capitalistica# forma piA astratta e perfetta di economia
mercantile# nasconde lo sfruttamento sotto una veste di eguaglianza#
apparenza che pu( essere superata analizzando le leggi generali della
produzione# o le leggi della produzione in generale. <&astrazione pu(
essere fatta solo sulla base di un determinato sviluppo economico
della societ%# e in 'uesto senso " determinata.
=el secondo paragrafo @ar7 si occupa dell&analisi dei rap*
porti organici tra produzione# circolazione# scambio e consumo delle
merci. <a produzione produce le merci 9Bun oggetto per il soggettoC:
e i bisogni 9Bun soggetto per l&oggettoC:. Di " dun'ue identit% tra
produzione e consumo# ma " un&identit% dialettica. <e leggi della
produzione si impongono alla distribuzione. ?a 'ui l&insulsaggine
dei riformisti# dice @ar7 riferendosi a -tuart @ill# che danno per
eterne e naturali le leggi della produzione# per storiche e modificabili
'uelle della distribuzione. Il rapporto tra produzione e distribuzione
consumo non pu( essere estrinseco ma organico. Produrre significa
consumare e predisporre i mezzi per la produzione. ?&altronde la
produzione crea il materiale per il consumo e gli stessi consumatori
9paga i salari# crea le mode:. Per 'uesto @ar7 pu( concludere che Bla
produzione " immediatamente consumo# il consumo " immediata*
mente produzione# ciascuno " immediatamente il suo oppostoC. Di "
reciproca indipendenza e necessariet%. ?a 'ui nulla di piA semplice
che parlare di identit% di produzione e consumo# alla -a,.
Parlando di distribuzione# la cui struttura B" interamente de*
terminata dalla struttura della produzioneC 9e basta entrare in un
ipermercato per capirlo:# @ar7 espone un concetto che poi amplier%
nel Capitale# ossia il concetto di duplicit% del lavoro e dello stesso
capitale. 5uesta duplicit% 'ui attiene ai rapporti tra produzione e di*
stribuzione. <&idea " 'uesta$ la produzione " produzione di un bene
specifico# di un valore d&uso. =ella distribuzione# si scambia denaro
contro valore d&uso. Ci( che rileva " dun'ue la determinazione del
valore di scambio# il capitale e il salario come distribuzione del pro*
dotto sociale. In 'uesto senso# la distribuzione " astratta e la produ*
zione " concreta# anche se non nel senso banale dell&economia bor*
2!
ghese secondo 'ui la produzione " eterna e la distribuzione ha una
storia. Il processo produttivo modifica# plasma il modo di distribu*
zione e di scambio. <o scambio generalizzato presuppone la divisio*
ne del lavoro e la propriet% privata. In definitiva# si tratta di momenti
di una totalit% organica.
<a terza parte della Introd!ione " dedicata al Bmetodo del*
l&economia politicaC. Fna definizione che va compresa nel contesto
della critica della teoria economica che @ar7 andava facendo. -i
tratta dun'ue di una critica del metodo della scienza borghese per far
risaltare il corretto metodo scientifico. -piega @ar7$
B-embra corretto cominciare con il reale ed il concreto# con
l&effettivo presupposto# 'uindi per esempio nell&economia con la po*
polazione# che " la base e il soggetto dell&intero atto sociale di pro*
duzione. @a ad un piA attento esame# ci( si rivela falso. <a popola*
zione " un&astrazione# se tralascio ad esempio le classi da cui essa "
composta. A loro volta 'ueste classi sono una parola priva di senso
se non conosco gli elementi su cui esse si fondano... -e cominciassi
'uindi con la popolazione# avrei una rappresentazione caotica del*
l&insieme e# ad un esame piA preciso# perverrei sempre piA# analitica*
mente# a concetti piA sempliciQ dal concreto rappresentato ad astra*
zioni sempre piA sottili# fino a giungere alle determinazioni piA sem*
plici. ?a 'ui si tratterebbe poi# di intraprendere di nuovo il viaggio
all&indietro# fino ad arrivare finalmente di nuovo alla popolazione#
ma 'uesta volta non come a una caotica rappresentazione di un in*
sieme# bensG come a una totalit% ricca# fatta di molte determinazioni
e relazioni. <a prima via " 'uella che ha preso l&economia politica
storicamente al suo nascere... non appena 'uesti singoli momenti fu*
rono piA o meno fissati e astratti# cominciarono i sistemi economici
che salgono dal semplice come lavoro# divisione del lavoro# biso*
gno# valore di scambio allo -tato# allo scambio tra le nazioni e al
mercato mondiale. 5uesto ultimo "# chiaramente il metodo scientifi*
camente corretto. Il concreto " concreto perch) " sintesi di molte de*
terminazioni ed unit%# 'uindi# del molteplice. Per 'uesto esso appare
nel pensiero come processo di sintesi# come risultato e non come
punto di partenza# bench) sia l&effettivo punto di partenza e perci(
anche il punto di partenza dell&intuizione e della rappresentazione.
Per la prima via# la rappresentazione piena viene volatilizzata ad
astratta determinazioneQ per la seconda# le determinazioni astratte
23
conducono alla riproduzione del concreto nel cammino del pensie*
ro.C
5uesto importante brano contiene l&esposizione piA ampia
del metodo dell&astratto e del concreto lasciataci da @ar7# la cui es*
senza " dun'ue l&astrazione# il riconoscimento che occorre partire
dalle determinazioni astratte# le leggi di movimento del reale# le cau*
se da cui poi muove il processo che conduce al concreto# alla sintesi
di tutte 'ueste leggi# Bl&unit% del moltepliceC. In tal modo al pensiero
" dato di seguire la strada percorsa dallo sviluppo del reale.
=aturalmente# " sempre la coscienza che astrae. =ulla di piA
facile# dun'ue# che concepire il prodotto della coscienza# l&idea#
come motore primo$ Bper la coscienza... la coscienza filosofica... il
mondo pensato " la sola realt%C. ?a 'uali categorie partire allora per
esporre la scienzaM -i sarebbe tentati di dire$ dalla categoria piA sem*
plice. @a il rapporto tra denaro e capitale " un esempio di categoria
semplice# il denaro# preesistente alla categoria piA complessa e re*
cente# il capitale# che per( adesso la subordina e la determina. <a ca*
tegoria piA concreta# dun'ue# come il capitale# imprime il corso di
sviluppo alla categoria piA semplice e astratta. BIn 'uesto senso
spiega @ar7 il cammino del pensiero astratto che sale dal semplice
al complesso# corrisponderebbe al processo storico realeC. J subito
dopo @ar7 fa l&esempio della categoria del lavoro. Cosa c&" di piA
immediato e antico del lavoroM -mith compG un enorme progresso#
spiega @ar7# generalizzando l&attivit% produttrice di ricchezza# il la*
voro. 5uesto progresso nel pensiero fu il risultato del cammino del
reale$
B<&indifferenza verso un lavoro determinato corrisponde a
una forma di societ% in cui gli individui passano con facilit% da un
lavoro ad un altro e in cui il genere determinato del lavoro " per essi
fortuito e 'uindi indifferente.C
?un'ue il lavoro astratto non " un prodotto della mente del*
l&economista# ma del capitalismo. -ebbene il lavoro sia una catego*
ria primigenia# nella sua forma moderna " Bil prodotto di condizioni
storicheC e dun'ue " valido come categoria pienamente sviluppata
solo nella societ% borghese. <&analisi della categoria moderna di la*
voro getta una luce sul suo sviluppo complessivo. J 'ui giungiamo
ad un punto chiave del metodo mar7ista$
2I
B<a societ% borghese " la piA complessa e sviluppata orga*
nizzazione storica della produzione. <e categorie che esprimono i
suoi rapporti e che fanno comprendere la sua struttura# permettono
'uindi di capire al tempo stesso la struttura e i rapporti di produzione
di tutte le forme di societ% passate# sulle cui rovine e con i cui ele*
menti essa si " costruita# e di cui sopravvivono in essa ancora residui
parzialmente non superati# mentre ci( che in 'uelle era appena ac*
cennato si " svolto in tutto il suo significato ecc. <&anatomia dell&uo*
mo " una chiave per l&anatomia della scimmia.C
Ci( significa che lo sviluppo del processo pone capo a una
astrazione reale$ il lavoro astratto# la generalizzazione dello scambio
di merci# il dominio del valore di scambio. Ci( crea le condizioni per
lo svilupparsi di categorie astratte# attraverso le 'uali " possibile stu*
diare anche le societ% precedenti$ Bl&economia borghese fornisce la
chiave per l&economia anticaC# se per( si evitano le robinsonate degli
economisti borghesi. @ar7 mette infatti in guardia contro una distor*
sione in senso teleologico e funzionale 9la storia come progressiva
realizzazione di un disegno preordinato: di 'uesta concezione. Il
punto centrale " invece che le forme piA sviluppate consentono di
comprendere meglio le leggi di sviluppo dei processi. 5uesto ci per*
mette anche di comprendere meglio il concetto di produzione in ge*
nerale. -i pu( parlare di produzione in generale proprio a partire dal*
le forme piA sviluppate che generalizzano le leggi di funzionamento
embrionalmente presenti in societ% precedenti$ realizzano la produ*
zione in generale generalizzando la produzione. Inoltre# 'uesta legge
spiega anche da dove partire nell&analisi di una materia.
B-arebbe dun'ue inopportuno ed erroneo disporre le catego*
rie economiche nell&ordine in cui esse furono storicamente determi *
nanti. <a loro successione " invece determinata dalla relazione in cui
esse si trovano l&una con l&altra nella moderna societ% borghese# e
'uest&ordine " esattamente l&inverso di 'uello che sembra essere il
loro ordine naturale o di ci( che corrisponde alla successione dello
sviluppo storico.C
Con il che @ar7 fornisce anche il metodo con cui esporre la
materia economica# oltre che studiarla.
Chiude l&Introd!ione una breve disamina del rapporto tra
arte e societ%. @ar7 spiega che esiste una relazione ma non " affatto
diretta. Di sono periodi di fioritura dell&arte senza rapporto con lo
2K
sviluppo della societ%. @a se " vero che l&arte greca# l&arte classica
per eccellenza# " legata alla mitologia greca# perch) suscita ancora in
noi godimento esteticoM Perch) vi riconosciamo per molti aspetti
Buna norma e un modello inarrivabiliCM Proprio perch) essendo la
societ% poco sviluppata# l&arte era libera dalla necessit% di compren*
dere# la natura dominava la coscienza# la tecnologia era subordinata
alle forze naturali. Come si pu( concepire Achille con la polvere da
sparoM <&arte greca " l&arte di un passato che non pu( tornare# e per
'uesto c&interessa.
Appenici
=ell&appendice al libro sono riportate le recensioni di Jngels
e il carteggio intercorso tra @ar7 e vari esponenti socialisti sui temi
del libro. >ra le cose interessanti che emergono# la principale riguar*
da il rapporto tra @ar7 ed Negel. I fondatori del mar7ismo trovarono
il metodo dialettico buttato nella soffitta della filosofia# lo liberarono
della polvere e delle ragnatele# ne sottoposero a critica gli aspetti de*
boli legati all&idealismo hegeliano liberandone il potenziale euristico
e rivoluzionario# dimostrando la necessit% di un metodo dialettico
per comprendere la storia e anche la storia del pensiero# aspetti ine*
vitabilmente connessi$ Bil lavoro... " in pari tempo esposizione del
sistema e critica dello stesso per mezzo dell&esposizioneC# dice @ar7
in una lettera a <assalle.
22
Ancora una (olta sulla teoria el (alore
=onostante si discuta da sempre# nell&ambito del mar7ismo#
di teoria del valore# rimangono alcuni punti non del tutto chiariti. A
livello generale# la struttura della teoria appare definita# cosG come il
suo ruolo euristico# le sue conseguenze politiche e le sue debolezze
tecnicheQ tuttavia ci sono ancora diverse incertezze su 'uanto andare
in l% nella critica alle specifiche scelte compiute da @ar7 nella tratta*
zione di 'uesti temi. 5ui ne discuteremo alcuniQ nell&appendice cite*
remo brevemente dei lavori ad essi relativi# a partire dalla sezione
del III libro del Capitale dedicata a 'uesto punto.
Introu!ione
7 la legge del valore c$e determina i pre!!i di prod!ione.
9@ar7:
<a teoria del valore " il cuore dell&analisi economica del ca*
pitalismo condotta da @ar7 e dai mar7isti dopo di lui. -ulla base di
'uesta teoria# il mar7ismo ha analizzato le tendenze di fondo del si*
stema capitalistico# dedicandosi soprattutto a studiare i legami tra
economia e lotta di classe e l&esito che le lotte operaie possono avere
sulla possibilit% di sostituire all&attuale modo di produzione un siste*
ma di pianificazione cosciente del processo produttivo. =ei testi in*
troduttivi di economia mar7ista si legge spesso che il valore delle
merci " la somma del lavoro direttamente e indirettamente impiegato
per crearle e che 'uesto vale anche per la merce che produce tutte le
altre# la forzalavoro# il cui valore 9il salario: pu( essere concepito a
sua volta come insieme di merci. Il profitto del capitalista deriva dal*
la propriet% peculiare che ha la merce forzalavoro di valorizzare il
capitale investito producendo piA valore di 'uello in essa incorpora*
taQ 'uesta propriet% " il riflesso di una condizione storica# per cui alla
classe lavoratrice " impedito l&accesso dei mezzi di produzione# e
che la costringe dun'ue a vendersi alle condizioni stabilite dalla con*
troparte. -i spiega anche che ai fini della determinazione del valore
conta esclusivamente il lavoro astratto 9cio" la capacit% lavorativa
O0
genericamente in possesso di ogni lavoratore: e solo per il tempo di
lavoro socialmente determinato 9ovvero# nelle condizioni tecniche
medie di produzione:. <e diverse merci si scambiano sulla base della
comparazione delle diverse grandezze di valore# ovvero del lavoro
complessivo necessario per produrle.
5uesta sommaria descrizione contiene in s) elementi corret*
ti# e permette di capire molti aspetti del capitalismo# ma allo stesso
tempo rischia di fuorviare e nascondere altrettanti aspetti centrali.
Affrontando le debolezze di 'uesta visione riduttiva della teoria eco*
nomica mar7ista# cercheremo di fornire un 'uadro di 'uesta teoria
piA vicino al suo spirito e al suo compito.
Valore, natura e societ)
Lccorre cominciare 'uesta indagine dal problema della spe*
cificit% o meno della legge del valore nell&ambito del modo di produ*
zione capitalistico. Come vedremo meglio dopo# alcuni autori# di cui
il piA noto " forse <ippi# accusano @ar7 di BnaturalismoC# cio" di ri*
durre la formazione dei prezzi in 'uesta societ% all&applicazione di
leggi naturali# alla cosiddetta Bproduzione in generaleC. A nostro
giudizio# @ar7 ritiene che esista realmente una legge generale della
produzione$ essa " la modalit% con cui ogni formazione sociale prov*
vede alla riduzione del tempo di lavoro necessario.
PiA in generale# il materialismo storico spiega che la creazio*
ne e la gestione dei mezzi di produzione sono la base della compren*
sione di ogni periodo storico e devono perci( costituire il fulcro di
ogni spiegazione dello sviluppo sociale. I rapporti di produzione pla*
smano le epoche storiche.
A ci( si aggiunge la fondamentale osservazione di @ar7 sul
rapporto tra successione delle epoche# sviluppo delle tendenze del
processo produttivo e chiarificazione teorica. Il capitalismo rappre*
senta il culmine di tutti i processi sociali# di tutte le tendenze operan*
ti con gradi diversi di profondit% e rilevanza nelle altre epoche stori*
che 9storiche# cio" venute dopo la nascita della propriet% privata:.
Per 'uesto " il modo di produzione piA dinamico# piA contraddittorio
e piA rivoluzionario della storia. PiA che della produzione in generale
occorre dun'ue parlare della produzione al suo culmine. Il capitali*
smo " come uno specchio che ingrandisce# ma insieme deforma# le
O1
relazioni sociali come anche il funzionamento della legge del valore
di ogni altra epoca# consentendo di analizzare tutto ci( con molta piA
chiarezza# ma in forma rovesciata. Il primo rovesciamento sta pro*
prio nel contenuto della legge che sembra incentrata sullo scambio#
mentre rappresenta determinate relazioni nel processo produttivo#
sembra delineare un 'uadro di uguaglianza mentre incorpora la real*
t% brutale dello sfruttamento.
Lccorre dun'ue partire da 'uesto$ la legge del valore 9lo
scambio di merci: " una relazione sociale fra le classi. In particolare
" la forma che la divisione sociale del lavoro tra le classi prende in
una societ% in cui la produzione si svolge in unit% indipendenti non
coordinate ma concorrenti tra loro.
Per @ar7 la grande!!a di valore " sempre e solo il lavoro in*
corporato# la sostan!a il lavoro astratto. @a 'uesta posizione non "
n) BfisicalistaC n) BadditivaC. Ci spieghiamo.
5uesta posizione non " basata tanto su aspetti fisici 9solo il
lavoro umano accresce la ricchezza materiale:# infatti non ci volle
nessun lavoro per creare giacimenti di minerali# n) " il lavoro umano
che produce l&energia solare# le maree# i venti ecc. PiA in generale#
non esiste alcun ramo dell&industria 9o dell&agricoltura: che non ab*
bia componenti BnaturaliC nel senso di non create dal lavoro umano
diretto. Il lavoro umano dun'ue# non ha l&esclusiva della creazione
%isica del valore. Allo stesso modo# 'uesta posizione non si basa sul*
l&addizione del valore delle merci. <a direzione non " dalla singola
merce alla societ%# ma dal lavoro sociale alla singola merce. P il velo
che la produzione mercantile fa calare sulla scienza che conduce a
ritenere che il senso della connessione tra le unit% produttive vada
dal singolo al tutto. -eguendo 'uesta idea# la scuola classica di teoria
economica ragionava cosG per spiegare il valore delle merci$ la sinte*
si che il mercato compie dell&operare delle unit% produttive trasfor*
ma il lavoro speso nella produzione da ciascuna di esse in un valore
sociale 9il tempo di lavoro sociale# o# a 'uesto livello dell&analisi " lo
stesso# il prezzo di produzione:. <e unit% produttive meno efficienti
della media scompaiono# 'uelle piA efficienti si espandono e in 'ue*
sto modo si sviluppano i diversi settori della produzione. -ebbene
'uesta prospettiva contenga elementi di verit%# parte da un punto di
osservazione errato per spiegare le cose. 5uesto perch) anche gli
economisti borghesi migliori rimangono impigliati alla superficie dei
O2
fenomeni e non riescono a penetrarne l&arcano. CosG# in 'uesto cam*
po# arrivano a negare# o comun'ue a trascurare# l&inevitabile natura
sociale della produzione solo in 'uanto 'uesta socialit% non " imme*
diata# non " visibile in superficie# di piA# perch) la superficie dei fe*
nomeni 9il mercato: nega la forma sociale della produzione. In real*
t%# il valore non si produce fondamentalmente per l&aggregazione dei
valori individuali ma per la scomposizione del valore sociale com*
plessivo.
-econdo @ar7 il valore " una relazione sociale. -otto il pia*
no delle merci vi sono le necessit% di riproduzione del sistema che si
esprimono attraverso lo scambio di merci non sono scambio di mer*
ci. =el valore si esprime una 'ualit% sociale# precedente allo scambio
di 'uella singola merce e delle merci tot cort. 5uesta 'ualit% so*
ciale " la capacit% lavorativa# il lavoro inteso come mezzo di appro*
priazione della ricchezza esistente da parte della specie umana. Il la*
voro non crea ttta 'uesta ricchezza# ma la mette a disposizione del*
la societ%. -enza il lavoro umano potrebbe esistere la ricchezza in s"#
ma non esisterebbe per lomo# proprio come i giacimenti di carbo*
ne# d&oro e di petrolio esistevano da millenni ma non costituivano al*
cunch) di utile prima che il lavoro umano li conducesse nell&orbita
del processo produttivo
1
. 5uesta considerazione vale per ogni epoca
storica. <a legge del valore non " che la forma assunta dal metodo di
appropriazione di ogni ricchezza nelle societ% mercantili. =on esiste
dun'ue nient&altro che lavoro nelle merci perch) l&uomo non ha altri
modi di produrre le condizioni della propria esistenza che tramite il
lavoro. Per far 'uesto# l&uomo si serve di strumenti 9che in determi*
nati contesti divengono capitale:# ma 'uesti strumenti non mutano se
non l&efficacia con cui il lavoro umano produce. Il feticismo deri*
vante dalla produzione di merci rovescia 'uesto rapporto e rende
1
5uesta " la ragione per cui il lavoro animale non produce valore seppure#
ovviamente# produce ricchezza. -arebbe possibile dimostrare che una cop*
pia di buoi che tira l&aratro# ad esempio# mangia meno calorie di 'uelle che
aiuta a produrre. 0isicamente# l&uomo estrae dun'ue un sovrappiA da 'uesti
buoi 9se no non li utilizzerebbe:# ma 'uesta ricchezza entra nel computo
della ricchezza sociale solo in 'uanto vi sono degli uomini che se ne appro*
priano. I buoi# al pari di ogni altro mezzo di produzione# non valorizzano il
capitale# non sono che strumenti della divisione sociale del lavoro# la loro
ricchezza appartiene all&uomo.
OO
'uesti strumenti produttivi in s)# fa dell&uomo il carburante per la
produzione di 'uesti mezzi. Lra# " anche vero che i mezzi di produ*
zione sono opera del lavoro umano e di altri mezzi di produzione e
cosG via sino al solo lavoro. @a non " in 'uesto senso BfilologicoC
che la teoria del valore fornisce una spiegazione della divisione so*
ciale del lavoro nel capitalismo. P ovvio che sia il lavoro umano a
produrre tutto. L si trovano forse alberi di computerM di automobiliM
di mattoniM# ma non " 'uesto il cuore dell&analisi del valore. <&aspet*
to vitale non " la creazione %isica di nuovi beni ma il modo con cui le
classi producono e si appropriano di tali beni.
Contrariamente all&idea di <ippi e altri# in @ar7# nel mate*
rialismo storico# non c&" traccia di BnaturalismoC# se con 'uesto ter*
mine s&intende la tendenza a considerare una certa condizione natu*
rale# normale e valutare le altre per differenza. Al cuore dell&analisi
mar7ista c&" una visione dialettica della realt%. 5uesta visione ci
consente di dire che il capitalismo ( e non ( la continuazione storica
delle epoche precedenti# lo " in una forma rovesciata ed insieme
estremizzata. Ftilizzando la logica classica# dobbiamo dire che una
forma " la continuazione delle precedenti o ne " la negazione 9! piA
! fa 10 e 10 " il risultato dell&addizione# nient&altro:. @a la storia
non funziona cosG. Il materialismo storico riconosce la profonda con*
traddittoriet% dello svolgersi concreto della storia e sottolinea 'uesta
legge$ la forma di sviluppo superiore conserva e insieme nega la for*
ma precedente. =on ci sono contrapposizioni assolute# ma un pas*
saggio rivoluzionario 9e per inciso# 'uesta legge di sviluppo vale an*
che per le teorie scientifiche:. Il capitalismo sta alle epoche storiche
precedenti come la pianta al seme$ per crescere ha dovuto negare le
sue forme precedenti 9i semi che restano semi non diventano piante:#
ma ne " anche la continuazione rivoluzionaria
2
.
2
A 'uesta posizione# che " appunto storica e dialettica# non BnaturalistaC#
potremmo contrapporre# 'uale alternativa# l&idea che il capitalismo ha pro*
dotto una tale frattura nello sviluppo sociale da creare nuove leggi di fun*
zionamento della societ%# senza alcun rapporto con le leggi del passato. In
'uesto senso# si potrebbe dare l&idea che in passato c&era sfruttamento 9d&al*
tronde la sua visibilit% rende difficile negarlo: e oggi non c&" piA ecc. 5ue*
sta frattura si sarebbe originata# presumiamo# con il sorgere delle condizioni
della produzione capitalistica 9essenzialmente l&espropriazione dei contadi*
ni:# dato che altri aspetti del capitalismo non sono nuovi nella storia 9il mer*
O4
-e si accetta 'uesta impostazione dialettica e rivoluzionaria
dello sviluppo storico non si ha difficolt% a comprendere che nella
legge del valore# in tutte le sue diverse realizzazioni concrete# " con*
servata e insieme negata la realt% della produzione sociale. ?&altra
parte# le leggi che si impongono all&uomo# che esso non controlla#
cio" le leggi di movimento della produzione capitalistica# possono
essere definite leggi di natura solo all&interno di un determinato gra*
do di sviluppo delle forze produttive. <a legge del valore esprime le
necessit% di sviluppo delle forze produttive ed " solo in 'uesto senso
che " BnaturaleC. CosG nella Erecia classica era BnaturaleC la schiavi*
tA e oggi " BnaturaleC il lavoro salariato. <a sostanza comune di 'ue*
sta naturalit% sta nella divisione sociale del lavoro e nell&appropria*
zione dei risultati di 'uesto lavoro. P in 'uesto senso che @ar7 parla
di Bleggi di naturaC.
Al contrario# gli economisti borghesi utilizzano l&idea del
BnaturalismoC come forma di apologetica 9la storia " sempre stata
cosG# dun'ue non c&" da lamentarsi# oppure# rovesciando 'uesta idea
per arrivare agli stessi risultati spiegano$ il capitalismo " del tutto di*
verso dalle societ% precedenti ecc.:. 5ueste due visioni metafisiche#
ugualmente inconcludenti# definiscono per differenza la posizione
teorica mar7ista.
<o si vede chiaramente nella distinzione tra valore di scam*
bio e valori d&uso. Contro gli economisti borghesi# occorre spiegare
che il valore d&uso " totalmente subordinato alle leggi di scambio ba*
sate sul tempo di lavoro necessario. @a contro metafisici di altro ge*
nere occorre ribadire che il valore d&uso " ineliminabile da ogni
scambio umano e che per 'uanto si possa deprecare il concreto uso
che si fa di un bene# l&appropriazione umana avviene se e solo se "
rivolta a un 'ualsivoglia so di 'uel bene. <a legge del valore nega
9in 'uanto subordina: il valore d&uso ma insieme lo conserva 9perch)
'uesto " ineliminabile:. -i tratta di una concezione BnaturalistaCM#
non pensiamo lo sia piA di 'uella che riconosce l&uomo come un es*
sere vivente che " passato attraverso l&evoluzione biologica al pari di
ogni altro. =on si pu( negare che l&evoluzione specifica dell&uomo
abbia posto capo a fatti straordinariamente nuovi# almeno per 'uesto
angolo di universo# come la coscienza# il linguaggio ecc.# ma 'uesto
non pu( farci cadere in una posizione BisolazionistaC 9che sarebbe il
cato# la democrazia# ecc.:.
O!
preludio inevitabile di una visione metafisica religiosa del tipo l&uo*
mo " diverso perch) ha l&anima o cose del genere:. Possiamo dire
che il capitalismo sta alla storia come l&uomo alla natura. Proprio
come l&uomo per vivere deve rispettare talune leggi biologiche# cosG
vale per il capitalismo. Anche in un raffinato ristorante alla moda#
l&uomo assume proteine e lipidi come un leone che divora una preda
nella savana# seppur senza contorno di sangue e ruggiti. Fn raffinato
corteggiamento fatto di fiori# sguardi e passione pone capo comun*
'ue alla riproduzione generazionale della specie# proprio come per
ogni altro mammifero. -e si nega 'uesta semplice constatazione ci
resta# come unica alternativa# il primo capitolo della 8enesi.
>utto 'uesto d% senso alla nota affermazione di @ar7 nella
lettera a Rugelmann$ le leggi di natura non possono essere abolite.
Possono invece mutare forma secondo le modalit% specifiche di ogni
epoca. 5uesta " la produzione in generale. Perch) possiamo adope*
rare il concetto di valore per analizzare ogni societ% mercantileM Per
la stessa ragione per cui le leggi dell&evoluzione spiegano la sorte di
ogni animale. ?ire che l&ameba# l&elefante e il delfino si evolvono
sulla base delle stesse leggi non significa negare che ognuno ha una
propria storia biologica specifica# che merita di essere studiata e de*
scritta. Alle leggi dell&evoluzione " dedicato il primo libro del Capi"
tale# alla storia specifica del capitalismo il resto dell&opera. J 'ual*
cuno ciancia di contraddizione tra primo e terzo volume...
Valore e la(oro
-e si comprende il senso della Bproduzione in generaleC# si
comprende anche il senso del rapporto tra valori e prezzi. Partiamo
da 'uesta domanda$ nel capitalismo esistono i valoriM L esistono
solo i prezziM 0arsi 'uesta domanda e'uivale a chiedersi$ esistono gli
animali o esistono le specie animaliM ?etto altrimenti# implica una
confusione di piani euristici. -e d&altra parte il valore " una categoria
che ha una portata generale# ha anch&esso una vita piuttosto breve sul
piano storico 9!I.000 anni# propone Jngels nella prefazione al terzo
libro del Capitale:. C&" invece una categoria che " ancor piA genera*
le. Infatti# prima della nascita della produzione di merci# i beni non
hanno valoreQ vengono appropriati direttamente dalla societ%. <a fa*
mosa immagine ricardiana dei cacciatori che si scambiano le rispetti*
O3
ve prede in base al lavoro contenuto non ha ovviamente senso# per*
ch) richiede appunto l&esistenza di scambi generalizzati# una fase
successiva della storia umana.
@a anche prima dello scambio non si potr% negare che esi*
stesse il lavoro umano. Come infatti poteva l&uomo appropriarsi dei
frutti 9suoi e della natura: se non tramite lavoroM Persino la terra piA
fertile deve essere seminata# anche l&animale piA lento va catturato e
ucciso. Il lavoro precede dun'ue lo scambio di merci. Anzi# storica*
mente parlando# la porzione Bsenza merciC costituisce gran parte del*
la storia umana. Il punto "$ esistevano leggi di funzionamento di
'ueste economieM Lvvero# in sostanza# esistevano dei metodi sulla
base dei 'uali i membri della societ% suddividevano compiti e risul*
tatiM .asandoci sulle conoscenze disponibili non possiamo che ri*
spondere affermativamente$ in 'ueste societ% esiste una divisione del
lavoro e del prodotto. -i tratta di una divisione collettiva# regolata# e
non si basa sullo scambio di merci ma sul lavoro collettivo e imme*
diatamente sociale di tutto il gruppo# che poi divide al suo interno i
risultati di 'uesto lavoro. Anche in 'ueste epoche il lavoro " alla
base della produzione sociale 9nel senso spiegato:. =on si pu( dun*
'ue identificare valore e lavoroQ occorre invece comprendere che il
lavoro " una modalit% generale con cui l&uomo si appropria della ric*
chezza e che il valore " la forma che 'uella modalit% assume nelle
societ% mercantili# con delle ulteriori diverse specificit% storiche
9come i prezzi di produzione:. B>eoria del valorelavoroC " dun'ue
una definizione assai imprecisa# sviante della concezione mar7ista.
Fna formulazione piA corretta sarebbe 'uella di teoria del lavoro. Il
lavoro " l&elemento decisivo# il valore " la a forma presa dal lavoro
per un breve tratto storico. =on si tratta 'ui di lavoro salariato vis #
vis capitale# non si tratta della 'uestione se il capitale sia produttivo
o lo sia solo il lavoro 9nel senso del lavoro degli operai salariati:# una
'uestione ben piA limitata in sede storica. -i tratta della forma uni*
versale di contatto tra uomo e natura
O
. A dimostrazione che @ar7
dava importanza decisiva a 'uesto aspetto e non gi% al micragnoso
calcolo del lavoro fisicamente incorporato nella singola merce sta
O
=on discuteremo oltre di 'uesta tesi# peraltro ben nota ed esposta# ad
esempio# nell&Ideologia tedesca. ?&altra parte# ci sentiamo di dire che l&o*
nere della prova di una possibile altra forma di contatto spetta a chi nega
'uesta posizione.
OI
l&affermazione nella nota lettera a Rugelmann in cui difende la teoria
del valore con 'uesto argomento$ 'uando la classe operaia sciopera#
il paese si ferma e con ci( si ferma tutto# la valorizzazione del capi*
tale e la possibilit% per tutta la societ% di produrre alcunch). Jcco il
senso del rapporto tra lavoro e valore# " un senso sociale. <a teoria#
anche metodologicamente parlando# va dal sociale al particolare# dai
rapporti tra le classi al prezzo relativo e non viceversa. =on " l&ag*
gregazione di migliaia di ore di lavoro contenute nelle singole merci
a darci l&idea della produzione sociale# " il lavoro collettivo della
classe lavoratrice che costituisce il fondo da cui ogni capitale attinge
e da cui# alla fine di tutte le beghe tra capitalisti# emergono i prezzi
relativi.
Il lavoro " la sostanza del valore delle merci in 'uanto " il
mezzo di appropriazione di ogni ricchezza materiale o meno# Bnatu*
raleC o BsocialeC
4
. Per poter essere efficace come mezzo di appro*
priazione# esso deve essere diviso in modo efficiente. <e diverse rea*
lizzazioni storiche della legge del valore sono altrettanti casi concreti
con cui si sviluppa la divisione del lavoro in una certa epoca. A ogni
livello di sviluppo delle forze produttive corrisponde un metodo di
divisione del lavoro. 5uello specifico metodo incorpora il funziona*
mento dei rapporti di produzione dell&epoca# ovvero# in ultima anali*
si# il livello raggiunto dalle forze produttive. Incorpora inoltre lo spe*
cifico operare delle leggi di funzionamento dell&appropriazione so*
ciale della ricchezza# leggi specifiche di ogni epoca come l&uniformi*
t% del saggio del profitto ecc.# che per( possiamo compendiare anche
'ui con una legge$ la legge del risparmio del tempo di lavoro. Jssen*
do il lavoro la sostanza di ogni rapporto uomonatura# il suo uso e il
suo risparmio costituiscono l&essenza di ogni sistema economico.
Come diceva @ar7# il risparmio di lavoro " l&essenza dell&economia.
Come si vede# noi proponiamo l&estensione del rapporto la*
voroproduzione ben oltre l&ambito della societ% mercantile# ritenen*
4
Poniamo 'uesti termini tra virgolette perch)# per 'uanto andiamo spiegan*
do# non c&" nessuna divisione tra 'ueste specificazioni. -e una tribA primiti*
va entra in una valle dove mai uomo ha messo piede e inizia a cibarsi dei
frutti che pendono dagli alberi# trasforma 'ueste ricchezze 9certo non create
dal lavoro umano: in ricchezza sociale per l&appunto nell&atto di appropriar*
sene. Allo stesso modo# anche il settore piA BumanoC della produzione si
basa su leggi naturali non prodotte ma utilizzate dall&uomo.
OK
do il lavoro la fonte non solo e non tanto dei prezzi delle merci ma
della possibilit% stessa della produzione e dell&appropriazione dei
prodotti.
Con il generalizzarsi degli scambi# la societ% deve trovare un
metodo di divisione sociale e tecnica del lavoro coerente con lo svi *
luppo della produzione delle merci. Poich) il modo di distribuzione
e di scambio rappresenta la realizzazione del processo produttivo#
nello scambio non possono che essere verificate e convalidate le leg*
gi della produzione. <a legge del valore rappresenta 'uesto passag*
gio. Jssa ci parla infatti dello scambio 9spiegando come avvengono
gli scambi di merci: per rappresentare in realt% le leggi di movimen*
to della produzione. <a legge del valore dun'ue " solo secondaria*
mente una teoria degli scambi# mentre " nella sostanza una teoria
dello sviluppo storico dell&epoca della propriet% privata. <&inversio*
ne scambioproduzione non " casuale# rappresenta invece fedelmen*
te 'uanto avviene da un punto di vista storico# reale. 5uando i pro*
dotti nascono come merci# la loro produzione " effettuata con il fine
dello scambio. <o scambio realizza la produzione# la produzione "
indirizzata allo scambio. -e uno scambio avviene liberamente# senza
coercizione# " perch) si scambiano e'uivalenti. -u un mercato im*
personale avvengono scambi di e'uivalenti sociali. @ar7 spiega al*
l&inizio del Capitale che cosa ci sia di e'uivalente in due merci di*
verse$ il lavoro astratto in esse contenuto. Lccorre sottolineare che il
metodo prescelto per 'uesta BdimostrazioneC " assai problematico
9una sorta di eliminazione successiva:. A nostro giudizio# sarebbe
stato meglio spiegare piA semplicemente il ruolo del lavoro nel pro*
cesso storico complessivo# sottolineando che il modo con cui la so*
ciet% scambia i prodotti non pu( essere separato dal modo in cui li
produce# dal modo di produzione dominante. Fn determinato rappor*
to di produzione determina il carattere di un&epoca e dun'ue# tra le
altre cose# il metodo con cui si scambiano le merci. 5uesto implica
che anche prodotti posti al di fuori della sfera dominante sono ricon*
dotti ad essa. -e# ad esempio# una determinata societ% ha raggiunto il
grado di sviluppo che prevede uno scambio di merci# anche la produ*
zione non mercantile verr% attratta ineludibilmente da 'ueste leggi$
BIn seno ad una societ% dominata dalla produzione capitali*
stica# anche il produttore non capitalista " dominato dalle idee capi*
talistiche.C 9@ar7# Il capitale, III# p. 3!:
O2
Jcco perch) il movimento cooperativo non " mai stato alter*
nativo alla societ% esistente# ma ne ha invece riprodotto le logiche#
ecco perch) lo sviluppo del capitalismo comporta la rovina della pic*
cola azienda a conduzione familiare ecc. <a legge del valore rappre*
senta un certo grado di sviluppo sociale dell&umanit%# non il lavoro
che fisicamente " contenuto in una merce e nemmeno nell&insieme
delle merci.
Il so(rappi*
Per sopravvivere# una societ% 9ma anche una specie:# deve
trovarsi almeno nelle condizioni che @ar7 chiama di riproduzione
semplice. Che trovi 'ueste condizioni# come succede a piante e ani*
mali# o che le crei# come fa l&uomo# poco importa. <a riproduzione
richiede talune condizioni biologiche inevitabili# come la disponibili*
t% di cibo# condizioni climatiche e cosG via. 5uesto vale per tutti gli
animali# compreso l&uomo. <a riproduzione semplice richiede che
non mutino le condizioni in cui si svolge il processo.
<o stato di riproduzione semplice per la specie umana che
non trova le condizioni della propria esistenza nell&ambiente# ma le
crea richiede che la produzione avvenga con le medesime tecniche#
con l&impiego delle identiche 'uantit% e 'ualit% di lavoro ecc. Lvvia*
mente# lo stato di riproduzione semplice implica l&assenza di ogni
sviluppo. -e si d% uno sviluppo# anche solo 'uantitativo# " perch) la
riproduzione ha superato lo stadio dell&e'uilibrio e produce o si ap*
propria di piA risorse di 'uante ne consumi. 5uesta eccedenza# che
pu( essere in termini fisici o monetari# costituisce il fondo da cui la
societ% preleva per lo sviluppo ulteriore. Proprio come per ogni altra
parte del prodotto sociale# 'uesto sovrappiA seguir% le leggi preva*
lenti di 'uell&epoca. -e la produzione avviene in modo direttamente
collettivo tramite l&appropriazione di gruppo dei beni# l&eventuale
sovrappiA verr% utilizzato collettivamente per lo sviluppo del benes*
sere del gruppo ecc.
<a nascita del sovrappiA ha avuto effetti sconvolgenti sulla
storia umana# che da allora diviene la lotta per l&appropriazione di
'uesto sovrappiA. Per molto tempo il sovrappiA viene appropriato da
una classe o casta che se ne serve per migliorare le proprie condizio*
ni materiali distaccandosi al contempo dalla partecipazione al lavoro
40
materiale. In ogni modo di produzione il sovrappiA costituisce il mo*
tore dello sviluppo storico# rappresenta l&efficienza con cui 'uel
modo di produzione " in grado di svilupparsi nel tempo. 5uesta veri*
t%# che vale anche per i tempi antichi# non poteva per( essere com*
presa al tempo. -ebbene i padroni degli schiavi estraessero sovrap*
piA sotto forma di lavoro coatto dalla massa degli schiavi e con 'ue*
sto sovrappiA vivessero meglio di 'uesti ultimi# l&impiego del so*
vrappiA nella produzione# pure ovviamente presente# non ne costitui*
va il fine. Avveniva e basta. -enz&altro# i padroni delle miniere e i la*
tifondisti capivano che frustando di piA gli schiavi potevano estrarne
piA lavoro# ma non era 'uesto il punto chiave# come anche dimo*
strano le scarse interazioni tra la scienza e la produzione. 5uesto di*
pendeva dalla profonda socialit% nelle condizioni di vita della classe
dominante nelle epoche precapitalistiche. I patrizi romani non erano
in competizione tra loro sotto il piano economico. C&erano# ovvia*
mente# degli scontri tra 'uesta o 'uella cricca# ma 'uesti scontri non
concernevano tipicamente la lotta per i mercati di produttori indipen*
denti.
<a contraddizione del capitalismo " che i singoli capitalisti
sono insieme nemici e alleati l&un l&altro. -ono nemici per i mercati
e sono alleati contro la classe lavoratrice. Il singolo schiavista non
avrebbe ricavato che benefici marginali dallo sviluppo di nuove tec*
niche produttive# senza contare che era molto piA semplice procurar*
si nuovi schiavi. 5uesto rendeva la societ% molto piA statica. Il so*
vrappiA galleggiava# finendo spesso in usi del tutto improduttivi# che
garantivano la sopravvivenza dei rapporti di produzione dominanti
proprio impedendone lo sviluppo. Il capitalismo " sorto 'uando l&ac*
cumulazione di capitale# cio" del sovrappiA del passato iscritto nelle
nuove forme produttive# ha raggiunto un tale livello da produrre
cambiamenti 'ualitativi# non solo nella produzione# ma nella co*
scienza delle classi. <a lotta per il sovrappiA " divenuta cosciente.
<&economia politica classica rappresenta al meglio la coscienza della
natura e del ruolo di 'uesto sovrappiA.
=elle epoche precedenti# la lotta per il sovrappiA aveva altre
forme. CosG# i contadini che durante tutto il @edioevo combattevano
contro i feudatari non pensavano di lottare per avere meno obblighi
di lavoro gratuito# ma per cause morali# religiose. <e loro opinioni
individuali per(# nulla ci dicono sulle reali ragioni per cui si determi*
41
narono 'uesti conflitti. =el capitalismo la lotta per il sovrappiA di*
viene la motivazione dietro a ogni azione umana. <a massimizzazio*
ne dei profitti non " solo lo scopo dell&uomo in 'uanto proprietario
dei mezzi di produzione# ma legittima ogni attivit% umana. <&arte# la
scienza# i rapporti personali si reggono sulla capacit% di valorizzare
il capitale. <&utile diviene misura di tutte le cose. <&uomo viene ri*
dotto a un automa che massimizza la propria utilit%# cio" i profitti# in
ogni frangente. <a lotta accanita per il plusvalore# cio" la forma mo*
netaria del sovrappiA# diviene il motore scoperto della storia# con il
suo riflesso$ la lotta di classe. Il capitalismo ricapitola e chiarifica
tutta la storia umana e @ar7 pu( dire# alla luce dello sviluppo ca*
pitalistico# che tutta la storia " storia di lotta delle classi.
CosG# lavoro e sovrappiA costituiscono le pietre angolari di
un determinato processo produttivo. Possiamo dire che un rapporto
di produzione " in ultima analisi un metodo sociale di ripartizione
del lavoro e del sovrappiA tra le classi. <a legge del valore assolve
precisamente 'uesto ruolo$ ci spiega come vengono suddivisi il lavo*
ro e il plusvalore nella societ% mercantile.
Il la(oro proutti(o
Per completare la discussione sul presunto BnaturalismoC di
@ar7 ci rimane da discutere della concezione di lavoro produttivo.
Anche in 'uesto caso dobbiamo ricorrere alle leggi di sviluppo della
produzione$ il lavoro produttivo nel capitalismo " una forma specifi*
ca di lavoro produttivo che rende macroscopica e insieme rinnega
l&essenza del lavoro produttivo in generale. Jsiste un lavoro produt*
tivo prima del valoreM Lvviamente sG# dato che il sovrappiA esiste
anche prima dello scambio di merci e il lavoro produttivo " il lavoro
che accresce il sovrappiA. In una societ% di cacciatori e raccoglitori#
" produttivo il lavoro di un uomo che raccoglie dieci chili di frutta
consumandone solo cin'ue# mentre " improduttivo il lavoro di un ti*
zio che viene nutrito per elevare preghiere agli animali totemici per*
ch) facilitino la caccia. >rattandosi di una societ% in cui il lavoro "
direttamente sociale# il lavoro " anche facilmente distinguibile per la
sua natura di lavoro produttivo o meno. <a cosa " molto meno chiara
nel capitalismo# a causa dell&operare delle leggi della concorrenza.
Fn capitalista vale esclusivamente in base alla propria 'uota di capi*
42
tale e null&altro. Che il capitale abbia una determinata composizione
o determinate 'ualit% concrete# nulla toglie alla parit% di trattamento
che ogni capitalista deve ricevere. 5uesta legge# che " essenziale per
il funzionamento del capitalismo# nega ma insieme conserva la realt%
del lavoro produttivo. 5uesto significa# in concreto# che essa opera a
danno di alcuni capitalisti ma a favore della classe capitalista tutta.
@ar7 spiega che nel capitalismo " produttivo il lavoro che valorizza
il capitale# indipendentemente dalla sua caratteristica di lavoro effet*
tivamente produttivo. -enza 'uesta contraddizione il capitalismo non
funzionerebbe. Jppure nemmeno il capitalismo pu( violare le Bleggi
di naturaC. Per argomentare la posizione appena descritta possiamo
descrivere un esempio molto chiaro. Poniamo la situazione di un ca*
pitalista che affitta determinati attrezzi a dei ladri che se ne servono
per rapinare banche. Il capitalista spende una somma di denaro per
ac'uistare 'uesti mezzi di produzione e ne ricava una somma mag*
giore. Il lavoro dei ladri accresce il so capitale ed " dun'ue produt*
tivo. @a 'uesto lavoro accresce il sovrappiA socialeM =aturalmente
no# il furto non fa che trasferire il valore del bene sottratto# non lo
moltiplica. Fn altro esempio del tutto analogo " il gioco d&azzardo.
P sin troppo ovvio che lotterie e giochi sono semplici movimenti di
denaro# non creazione di nuovo valore# eppure il croupier o l&addetto
alla ricezione delle schede del lotto sono produttivi# assai produttivi
in effetti# per i loro padroni. Prendiamo ora il caso del sistema credi*
tizio. Ai tempi di <utero l&idea che si potesse ricavare un profitto
semplicemente prestando a interesse soldi altrui era ritenuta immora*
le e fonte di corruzione. Jffettivamente non si vede 'uale contributo
dia il semplice prestito di denaro alla produzione. ?&altra parte# le
banche potrebbero obiettare di essere fondamentali selezionando i
progetti imprenditoriali# fornendo servizi di li'uidit% e dun'ue rego*
larizzando il processo produttivo ecc. -e poi entriamo nel settore
della circolazione delle merci# distinguere 'uale lavoro accresca il
sovrappiA sociale e 'uale no " difficile a dirsi# anche perch) la forma
produttiva capitalistica fa sembrare produttivo e necessario del lavo*
ro che non lo " 9si pensi al personale addetto alla difesa delle merci e
della propriet% privata in genere# agli addetti al mar1eting ecc.:. Ad
ogni modo persino il capitalismo riesce a capire 'uali siano i lavori
davvero produttivi e come spieg( .aran$ Bsebbene non esiste una
netta linea divisoria tra il lavoro produttivo e improduttivo eseguito
4O
nella societ% capitalistica ma piuttosto uno spettro che corre dal lavo*
ro completamente improduttivo da un lato al lavoro completamente
produttivo dall&altro# in periodi di emergenza# 'uesto problema " ri*
solto piA o meno felicemente. I lavoratori improduttivi sono arruolati
nell&esercito mentre i lavoratori produttivi ottengono il rinvio.C 9P.
.aran# 9aggi mar4isti# p. 230:
Il punto " che comun'ue esiste una differenza teorica e an*
che reale tra lavoro produttivo e lavoro produttivo in senso capitali"
stico. ?i nuovo# la differenza " una negazionecontinuazione. Lgni
societ% ha il lavoro produttivo piA idoneo al suo sviluppo. =el capi*
talismo# l&applicazione della legge del lavoro produttivo BdirettoC sa*
rebbe nefasta# distruttiva e peraltro anche concettualmente impossi*
bile# perch) la produzione e il lavoro nel capitalismo non sono diret*
tamente sociali. P il confronto con il mercato# dun'ue la trasforma*
zione del lavoro in valore# che dimostra se e 'uanto il lavoro erogato
e la produzione effettuata sono socialmente necessari.
<o stesso ragionamento valido per il lavoro produttivo e im*
produttivo si applica al lavoro complesso. >ecnicamente# " facile
concepire il lavoro complesso come multiplo del lavoro semplice e
descrivere 'uesto multiplo con una matrice di coefficienti di produ*
zione. In un&economia pianificata# le risorse che la societ% mette a
disposizione di ogni mestiere sono gi% 'uelle finali e dun'ue sono
immediatamente 'uantificabili# consentendo una computabilit% dei
coefficienti e4 ante. @a nel capitalismo# la validazione sociale delle
merci# comprese le diverse forzelavoro# dipende dal mercato. -e
uno ha speso dieci anni per diventare medico ma poi rimane disoc*
cupato e deve accettare il lavoro di operaio generico# che ne " del
BmultiploCM -e gli idraulici sono introvabili e dun'ue si fanno pagare
salati# di nuovo# che ne " del loro BveroC coefficienteM <a divisione
del lavoro# che " anarchica# rende il calcolo dei coefficienti impossi *
bile e soprattutto inutile# perch)# per riprendere l&esempio visto pri*
ma# il medico divenuto operaio non pu( pretendere# sulla base dei
costi effettivamente sostenuti per la propria istruzione# di essere pa*
gato piA dei suoi colleghi. Poich) 'uesti BerroriC influenzano la pro*
duzione di tutte le merci# l&eventuale cognizione dei costi storica*
mente sostenuti per produrre lavoro 'ualificato nulla ci dice sul suo
effettivo valore# proprio come succede per tutte le altre merci.
44
La teoria el (alore
&a 'antit# di lavoro non $a n valore, non ( na merce,
ma ( ci/ c$e tras%orma le merci in valore. 9@ar7:
A 'uesto punto dovrebbe essere chiaro che il materialismo
storico non " affatto BnaturalistaC# e che il rapporto contraddittorio
che c&" tra legge di funzionamento e sua forma storicamente specifi*
ca non implica una societ% astratta# ideale a cui rapportare per diffe*
renza 'uesta o 'uell&esperienza storica. Il capitalismo " invece l&epo*
ca in cui le leggi di funzionamento sono piA visibili proprio per il
loro operare distorto# rovesciato.
Possiamo ora finalmente porci 'uesta domanda$ che cos&"
che d% valore a una merceM <a risposta del mar7ismo " che la do*
manda " sbagliata. Il processo individuale di valorizzazione di un
singolo prodotto 9mettiamo un pezzo di ferro che diviene un motore
di automobile: " solo un processo tecnico. -i dimostra# e in un certo
senso diviene# un processo sociale 'uando " connesso al processo
generale della produzione capitalistica. Che cos&" che permette 'ue*
sta connessioneM Il mercato. Per 'uesto il tempo di lavoro oggettiva*
mente contenuto in una merce non ci dice nulla sul suo prezzo. 5ue*
sta differenza tra valori e prezzi a livello individuale viene ricono*
sciuto da tutti senza problemi. <a trasformazione consisterebbe pro*
prio nel passaggio del singolo valore al singolo prezzo sulla base del
mantenimento# a livello sistemico# del valore creato.
Lra# sebbene 'uesta idea vada gi% della direzione corretta
9un&analisi sistemica:# " da considerarsi ancora imprecisa# ancora in*
centrata sulla logica BaggregativaC anzich) sociale. <a connessione
del mercato ha lo scopo di verificare il livello di sviluppo tecnico
della produzione. @a la produzione nel capitalismo non " produzio*
ne di oggetti in s) ma produzione di piA denaro con meno denaro per
mezzo del lavoro umano. <a produzione di una certa merce ha im*
piegato obiettivamente una determinata serie di materie prime e di
lavori. 5uesto valore speso obiettivamente per una merce " per( una
'uestione ancora tecnica 9i coefficienti di produzione alla <eontiev:.
<a merce viene condotta sul mercato e confrontata innanzitutto con
le condizioni tecniche degli altri produttori 9si crea cosG una sorta di
coefficiente medio di produzione# che premia i capitalisti piA innova*
4!
tivi: e in secondo luogo si confronta la produzione con la domanda.
<a domanda per 'uella merce determina il valore che la societ% ritie*
ne BgiustoC spendere per la sua produzione. Poich) tale valore e4
post coincide solo per caso con l&effettivo valore speso# una 'uota di
risorse spese materialmente per la produzione di un bene sono di
troppo. In altri casi# una merce particolarmente richiesta creer% valo*
re Bdal nullaC per i suoi venditori. Ad esempio# 'uando un produttore
introduce sul mercato una merce particolarmente ambita# pu( rifarsi
piA rapidamente dei costi di ricerca vendendola a prezzi molto eleva*
ti# anche perch) di solito 'uesta merce interessa la fascia piA ricca
della popolazione. P inutile dire che a livello aggregato# non c&" nes*
suna creazione dal nulla$ se una merce viene venduta ben oltre i pro*
pri costi di produzione significa che alcuni produttori stanno venden*
do sotto costo. 5uesta ovvia osservazione non implica per( alcun
e'uilibrio. Proprio perch) il capitalismo " anarchico# l&idea che 'ue*
sti flussi da una merce all&altra si pareggino " del tutto illusoria.
<&e'uilibrio " impossibile anche perch) la composizione
BottimaC della produzione " legata alla distribuzione del reddito. Eli
operai non comprano limousine# comprano utilitarieQ " perci( lecito
attendersi una riduzione della vendita di limousine e un aumento del*
la vendita di utilitarie all&aumentare dei salari. <&andamento della
contrattazione salariale " dun'ue decisivo per discutere di domanda
e offerta. @a non basta# perch) l&esito finale della distribuzione del
reddito dipende anche dalle scelte di politica economica. -e ad
esempio il governo aumenta la tassazione sul capitale per pagare i
servizi sociali# oppure se la banca centrale aumenta l&offerta di mo*
neta per tenere alti i profitti# muta la distribuzione del reddito. P da
tutto il complesso dei rapporti tra le classi che discende la divisione
della ricchezza prodotta e dun'ue la domanda di ogni singola merce.
Poich) l&esito finale di 'uesta serie di relazioni non " conoscibile a
priori# la produzione capitalistica soffre sempre di problemi di pro*
porzioni. @a soprattutto# 'uando lo sviluppo dei nuovi settori si con*
clude nel sovrainvestimento# producendo una recessione# 'uesta
sproporzione esplode con violenza. P in 'uesti frangenti che si vede
come nonostante le sue peculiarit%# anche il capitalismo " sottoposto
alle leggi della produzione in generale
!
.
!
<e bolle speculative che ricorrono sui mercati finanziari esprimono 'uesta
tendenza al suo meglio. <e prospettive di profitti futuri conducono i titoli
43
Il senso ella tras%orma!ione+ tecnolo"ia e con%litto socia,
le
=el terzo libro del Capitale# @ar7 espone un&analisi com*
plessiva del processo produttivo capitalistico e tenta di portare l&ana*
lisi condotta fino a 'uel punto in termini astratti 9cio" di merci# di
valori: dentro il concreto funzionamento di 'uesta societ%. Cerca
cosG di trasformare l&analisi dei valori in analisi dei prezzi. Lra# cer*
chiamo di capire il perch) di 'uesta operazione. Che cosa aggiunge
l&uso dei prezzi all&analisi mar7ianaM -erve per BdimostrareC l&esi*
stenza dello sfruttamentoM Certamente no# lo sfruttamento non " pe*
culiare del modo di produzione capitalisticoQ 'uello che " peculiare "
che " nascosto dallo scambio di merciQ l&uso dei prezzi serve invece
a spiegare 'uali specificit% introduce la concorrenza capitalistica
9cio" la forma contraddittoria con cui si relazionano l&un l&altro i
proprietari dei mezzi di produzione: nella legge del valore. Ei% nel
Mani%esto# @ar7 ed Jngels spiegavano che il capitalismo non pu(
sopravvivere se non rivoluzionando continuamente i mezzi di produ*
zioneQ l&analisi dei prezzi di produzione serve a chiarire 'uesta intui*
zione$ l&appropriazione da parte dei capitalisti piA innovativi di plu*
svalore proveniente dai rami e dai capitalisti meno innovativi. 5ue*
sto " il ruolo della teoria dei prezzi di produzione. <a trasformazione
ha senz&altro anche una connotazione storica# nel senso che ci sono
state epoche in cui le merci non si scambiavano in base alla legge
del saggio uniforme del profitto 9perch) la mobilit% dei capitali era
troppo bassa ecc.:# ma come detto# anche in 'uelle epoche non ave*
vamo di fronte il valore sans p$rase ma sue specifiche forme stori*
che# seppure di minore complessit% rispetto ai prezzi di produzione.
Ad ogni modo 'uesta visione storica della trasformazione non " cer*
BcaldiC a schizzare verso l&alto# anche se il valore effettivamente creato da
'uesti " spesso ancora ridotto se non nullo. Ad esempio# tra il 122K e il
2000# i titoli azionari legati a Internet sono aumentati del 2O00S# mentre i
profitti di 'ueste aziende rimanevano bassi o addirittura diminuivano. Alla
fine# il tracollo dei corsi azionari ha ricondotto# ancora una volta# le fantasie
alla realt%. Anche in 'uesti casi# " una ricomposizione violenta a connettere
valori e prezzi# nulla che rientri nell&armonia ottimizzante della teoria orto*
dossa dell&e'uilibrio economico generale.
4I
to 'uella che interessa l&analisi. Il capitalismo trasforma l&operare di
tutte le leggi economiche# per renderle conformi alle proprie necessi*
t% specifiche.
<a trasformazione ha soprattutto un aspetto analitico# nel
senso che nel terzo libro si passa a un altro livello di analisi del pro*
cesso produttivo# si passa dall&astratto al concreto. Jssa non ha un
senso reale in cui i valori e i prezzi coesistono in fasi diverse della
produzione 9come valori individuali e sociali: e vengono poi connes*
si dalla ridistribuzione del plusvalore 9che rappresenterebbe dun'ue
il processo di trasformazione reale:. Che avvenga una ridistribuzione
del plusvalore " indubbio# ma in 'uale fase del processo esisterebbe*
ro nella realt# i valoriM Anche l&azienda piA isolata e verticalmente
integrata del mondo utilizza strumenti ac'uistati sul mercato e i la*
voratori verranno pagati al salario monetario prevalente sul mercato.
?ove sarebbero i valoriM
-e non ha senso dun'ue discutere di valori reali 9occorre in*
vece considerarli come rappresentazione astratta della divisione so*
ciale del lavoro in societ% mercantili:# lo stesso pu( dirsi per il plu*
svalore. Il lavoro non pagato degli operai si esprime in merci e in
null&altro. <e merci hanno un prezzo ancor prima di nascere. Che
differenza c&" tra le merci che costituiscono il lavoro pagato e 'uelle
che costituiscono il lavoro non pagatoM =essuna# si tratta di prodotti
aventi un prezzo di produzione ab origine. <a somma del plusvalore
prodotto dalla classe operaia " un insieme di merci. 5uesto insieme
di merci avr% un valore complessivo somma dei prezzi per le 'uanti*
t%. A 'uale stadio i valori BdiventerebberoC prezziM Il motivo per cui
@ar7 distingue tra plusvalore e profitto " perch) il profitto# in 'uanto
forma specifica e rovesciata del plusvalore# risulta inintelligibile se
non a partire dalla categoria astratta di pluslavoro. -arebbe certo
possibile calcolare il lavoro non pagato in ogni singola branca pro*
duttiva# ma 'uesta somma di ore non ha significato nel capitalismo
se non sotto forma di merci# ( rappresentata da merci. 5uesta# ap*
punto# " l&essenza del feticismo delle merci# che i rapporti di subor*
dinazione tra le classi si esprimono in denaro# attraverso il prezzo di
prodotti in cui " incorporato del lavoro che i capitalisti non hanno
mai comprato.
Avrebbe senso occuparsi di 'ueste ore di lavoroM Che esista*
no " inevitabile 9senza lavoro non c&" produzione:# 'uante siano di*
4K
pende dal grado di sviluppo delle forze produttive# ma la loro esi*
stenza reale ha la forma di merce. Allo stesso modo# per usare l&e*
sempio di @ar7# il peso di un oggetto non esiste separato dall&ogget*
to medesimo. >utti gli oggetti hanno un peso# ed " possibile classifi*
carli tramite 'uesto parametro# cosG come " possibile immaginare il
peso come misura astratta di ogni cosa# ma il BpesoC non si vede#
non c&". Il peso " l&oggetto che abbiamo di fronte. J 'uando lo com*
pariamo 9ad esempio su una bilancia:# lo compariamo sempre ad al*
tri oggetti 9un pezzo di piombo# ad esempio: e non a una forma ge*
nerale di peso# che# per 'uanto detto# " un&astrazione necessaria ma
invisibile# e dun'ue inesistente# per chi# come l&economista# si ferma
alle cose che vede immediatamente davanti a s). <a trasformazione#
intesa in senso analitico# " il passaggio ad un&analisi concreta dell&o*
perare della legge del valore. -i tratta della trasformazione# del rove*
sciamento# delle leggi della produzione causato dall&operare della
concorrenza.
Come si svolge# nel concreto# la trasformazioneM -i svolge
trascurando l&estrazione fisica di sovrappiA del singolo produttore
9cio" ignorando la composizione organica individuale: e re*
munerando allo stesso modo ogni capitale di eguale dimensione.
=ell&illuminante analogia di @ar7# ogni padrone " l&azionista di una
immane societ% per azioni# da cui trae un dividendo pari alla 'uota
che detiene del capitale sociale. 5uale sia la forma concreta della sua
'uota di capitale sociale " indifferente. Proprio come un azionista
che ha il 10S di una societ%# ha il 10S di tutto 9macchinari# edifici#
contanti ecc.:# cosG ogni capitalista " come se possedesse una 'uota
di tutte le aziende# sue e dei propri concorrenti. <a dimensione del
proprio capitale decide di 'uanta parte del risultato finale della pro*
duzione finir% nelle sue tasche. 5uesto meccanismo 9che si realizza
nella realt## ad esempio in borsa: rende indifferente# per il singolo
capitalista# la composizione organica del proprio capitale# mentre lo
spinge ad investire nei settori piA innovativi# dove il saggio del pro*
fitto " maggiore. Il punto nodale " che la ridistribuzione del plusva*
lore sulla base del capitale posseduto avviene senza l&intervento del*
la Btrasformazione dei valori in prezziC. I valori# anzi# non compaio*
no mai# per il semplice fatto che le merci nel capitalismo possiedono
un prezzo prima ancora di venire alla luce$ " il prezzo dei mezzi di
produzione e della forzalavoro mediamente necessari per produrle#
42
trasportarle e distribuirle. In nessuna fase del processo di produzione
di 'uesta epoca osserviamo i valori diventare prezzi. Lsserviamo# se
mai# un processo continuo di investimento e disinvestimento che#
avendo di mira la massimizzazione del profitto# produce il suo livel*
lamento attorno alla media. -e si vuole fornire una sintesi aritmetica
del problema della trasformazione# la si deve cercare 'ui$ nel passag*
gio dalla estrazione BtecnicaC# BfisicaC del plusvalore# alla sua distri*
buzione sociale.
-otto il profilo evolutivo# la trasformazione 9cio" la ridistri*
buzione del profitto: " necessaria per la sopravvivenza del sistema# e
se a ogni capitalista rimanesse in mano l&effettivo controvalore delle
ore non pagate estorte nelle proprie aziende# il capitalismo non po*
trebbe esistere. ?etto diversamente# 'uando la societ% mercantile
raggiunge il grado di sviluppo e di dinamicit% insiti nel capitalismo#
la legge del valore deve tramutarsi nella legge del rendimento uni *
forme del capitale investito.
<&innovazione tecnologica " attuata allo scopo di ridurre il
costo individale della merce. -e l&introduzione di una nuova mac*
china avvenisse sempre contemporaneamente ad opera di ogni pro*
duttore# l&innovazione non converrebbe mai a nessuno. P proprio
perch) uno fa la prima mossa che costringe gli altri a seguirlo. Come
pu( una macchina ridurre il costo individuale di produzioneM Perch)
produce di piA nello stesso tempo# ad esempio meccanizzando pro*
cessi prima manuali# rendendo piA veloci alcuni processi# suddivi*
dendoli in piA fasi e cosG via. In definitiva aumenta la produzione
consentendo di automatizzare e standardizzare dei processi 9la routi*
ne di cui parlava gi% -mith:. P del tutto ovvio che il singolo produt*
tore si serve del nuovo macchinario se il guadagno aggiuntivo che ne
ricava supera il costo complessivo dell&innovazione. -ul mercato ar*
rivano le merci prodotte con i diversi metodiQ se escludiamo diffe*
renze 'ualitative 9cio" ipotizziamo che tutti i metodi produttivi pro*
ducano merci identiche:# sul mercato si former% un unico prezzo per
ogni singola merce# a prescindere dai metodi produttivi con 'ui vie*
ne prodotta 'uesta o 'uella sua proporzione. Lgni produttore riceve*
r% lo stesso controvalore indipendentemente dall&effettiva struttura
produttiva prescelta. -e l&automobile " prodotta da cento robot e un
uomo o da cento uomini e un robot# avr% lo stesso prezzo. Il fatto che
il padrone dei cento uomini abbia il merito storico di aver estratto la*
!0
voro non pagato a cento persone " cosa che non riguarda il mercato
che gli riconoscer% un prezzo derivante dal metodo di produzione
dominante. -e l&uso di robot consente un risparmio di costi 9e se no
perch) introdurliM:# il prezzo che si forma sul mercato premier% l&in*
novatore. Lvviamente# nessun capitalista accetterebbe di vedersi pa*
gare meno il proprio capitale# come avverrebbe al capitalista dei cen*
to operai 9che pure aveva originariamente estratto piA ore non pa*
gate:. 5uel signore ac'uisterebbe immediatamente robot# o si ritire*
rebbe da 'uel settore. In ogni caso# nel tempo# si arriva ad una situa*
zione in cui tutti i produttori adottano metodi produttivi simili e a
'uel punto ce n&" gi% uno che sta introducendo un nuovo metodo.
<&innovazione rappresenta l&operare della concorrenza tra i
singoli capitali. <a concorrenza sembra ed " la realt% immanente del
sistema e tutto ruota attorno ad essa. @a essa non " che la forma con
cui si presenta la legge del valore. <a concorrenza non pu( creare
valore dal nulla# proprio come nessun mago " davvero in grado di
produrre il coniglio che estrae dal cappello. Per accettare i diversi
piani su cui operano la legge del valore e le leggi della concorrenza
si deve essere pronti ad ammettere la storicit% del capitalismo. =on "
un problema di BnaturalismoC# 'uanto# se mai# di senso storico. -e si
accetta che il capitalismo " una fase storica al pari delle altre# che ha
avuto un inizio e avr% una fine# si pu( distinguere produzione di plu*
svalore e distribuzione del profitto# lavoro produttivo in senso capi*
talistico e vera creazione di nuovo valore. -e si rifiuta 'uesta posi*
zione# si deve accettare l&apparenza per realt%# negando ogni validit%
scientifica a 'uello che esiste dietro ai prezzi# dietro alla concorren*
za.
Il senso della trasformazione# che " insieme un processo sto*
rico che ripercorriamo analiticamente# e un metodo scientifico# con*
siste nel rappresentare il modo con cui nel capitalismo si sviluppa il
processo produttivo# descrivere le sue leggi di movimento specifi*
che.
=el capitalismo i valori assumono la forma di prezzi. 5uesto
significa che i valori non esistono nel capitalismo se non sotto %orma
di pre!!i.
Perch) allora @ar7 non introduce subito nella discussione il
concetto di prezzoM Perch) le specificit% che il prezzo attribuisce alla
legge del valore possono essere in'uadrate correttamente solo aven*
!1
do presente la legge nel suo funzionamento astratto. In poche parole
si tratta della discesa dall&astratto al concreto che attraversa tutte le
elaborazioni teoriche di @ar7. Innanzitutto occorre spiegare come
opera la legge del valore# poi si pu( passare alle modificazioni che
essa subisce per lo sviluppo del capitalismo
3
.
<a trasformazione# tuttavia# non deve essere intesa come il
processo per cui dal valore si passa# a un dato momento# ai prezzi.
-arebbe come dire che da una societ% mercantile astratta si passa al
capitalismo# o anche che dall&animale si passa all&uomo. Fn essere
vivente BanimaleC non " mai esistito# l&antenato dell&uomo non " un
generico animale ma una specifica forma di animale# il cui sviluppo
ha dato origine all&uomo. Prima dei prezzi non c&erano dun'ue i va*
lori# ma c&era un&altra determinazione storica dei valori. I valori in
'uanto tali stanno dietro a ogni specificazione storica 9compresa
'uella dei prezzi di produzione: ma non compaiono all&evidenza em*
pirica in nessna di esse. -ono su un piano logico diverso# proprio
come BanimaleC e BuomoC. @olti hanno invece interpretato# sulla
scorta di una tesi engelsiana# valore e prezzo come antenato e suc*
cessore 9anche se in 'uel brano di Jngels " meno ingenuo di 'uanto
si possa credere:
I
.
@ar7 parla del valore come forma astratta# generale# assunta
dal lavoro nella societ% mercantile. Introducendo 'uesta forma# si "
in grado di comprendere ogni singola epoca storica. @ar7 spiega#
per(# che oltre alla legge generale occorre ridiscendere al concreto#
arricchendo l&analisi generale dei particolari di 'uel concreto modo
3
@olti processi economici possono essere compresi discutendo solo di va*
lori e non gi% di prezzi# come mostra in modo lampante il caso degli schemi
di riproduzione$ Bil BgrossolanoC modello mar7iano in cui le merci si scam*
biano ai loro valori coglie assai piA profondamente la dinamica del sistema
che non il piA BraffinatoC modello in cui le merci si scambiano ai loro prez*
zi... la decisione mar7iana di partire dal livello di astrazione secondo il 'ua*
le le merci si scambiano ai loro valori non " frutto di ingenuit% nel ma*
neggiare le categorie economiche# o di ignoranza dell&algebra delle matrici#
ma una precisa scelta... delle condizioni ottimali in grado di mettere in evi*
denza l&origine del profitto# e perci( la natura del processo di accumulazio*
ne del capitale.C 9@. Cini# Mar4 n secolo# p. I1:.
I
Jngels tratta infatti del problema della complessit% crescente della forma
valore nella sua concreta realizzazione fenomenica# una considerazione di
per s) corretta.
!2
di produzione. =ello specifico# 'uesto significa che la legge del va*
lore nel capitalismo deve passare attraverso la concorrenza# cio" at*
traverso l&uguaglianza del capitale di fronte alla distribuzione del
plusvalore. <a trasformazione " dun'ue sia una singolarit% storica
data una volta per sempre# sia un processo che realmente si d% nel
capitalismo in ogni singolo momento. 5uesto si pu( comprendere
partendo dalla distinzione che abbiamo fatto tra lavoro produttivo e
lavoro improduttivo nel capitalismo. Ipotizziamo che esistano solo
due tipi di capitalisti$ i proprietari delle industrie in cui si producono
le merci BnormaliC e i proprietari di bordelli e case da gioco in cui
operai e capitalisti lasciano parte del loro reddito. -e i due settori
sono in concorrenza# il saggio del profitto sar% uniforme. Euardando
alla catena capitaleprezziprofitto# 'uesti due tipi di imprenditori
sono identici. Per le leggi del capitalismo sono indistinguibili. -e
per( ci fermiamo 'ui# dobbiamo concludere che la roulette e il furto
aumentano il sovrappiA sociale# il che appare semplicemente un&as*
surdit%. Euardando ai valori# scopriamo che il sovrappiA sociale vie*
ne aumentato solo dal settore realmente produttivo 9l&industria# l&a*
gricoltura# i trasporti# ecc.: e che gli altri imprenditori si appropriano
di una 'uota di 'uesto sovrappiA n) piA n) meno che se rapinassero i
loro colleghi pistola alla mano. ?&altronde# 'uesti ultimi non hanno
di che lamentarsi# perch) le leggi della concorrenza impongono che
tutti i capitalisti siano trattati allo stesso modo# a parit% di capitale
posseduto. =el caso del lavoro produttivo# l&operare della ridistribu*
zione intersettoriale " piuttosto chiaro. <a trasformazione si applica
con la stessa logica relativamente alla diversa composizione organi*
ca del capitale.
Il fatto che solo il lavoro vivo possiede la 'ualit% di valoriz*
zare il capitale 9in 'uanto manifestazione del rapporto lavoronatura
di cui si " detto: nulla pu( contro le leggi di sviluppo del capitali*
smo# o meglio# in 'ueste leggi la verit% eterna deve rappresentarsi
nella forma rovesciata# necessaria allo sviluppo di 'esto sistema. <a
concorrenza " indifferente alla natura viva o morta del capitale. 5ue*
sta indifferenza# sta 'ui il punto centrale# " necessaria allo sviluppo
del capitalismo. In 'uanto consente di non distinguere tra le compo*
sizioni dei diversi capitali# " un invito all&innovazione tecnologica#
alla sostituzione del lavoro vivo con 'uello morto. In 'uesto modo
realizza# in modo del tutto inconsapevole# ad una velocit% mai vista
!O
prima# la legge del risparmio del tempo di lavoro. Il singolo capitali*
sta trae un vantaggio dall&aumento della composizione organica del
suo capitale# appropriandosi di pluslavoro estratto# in verit%# ai lavo*
ratori dei suoi concorrenti piA pigri.
P possibile una rappresentazione matematica di 'uesto pro*
cessoM Na senso che in una stessa e'uazione ci siano valori e prezziM
=on " un po& come un&e'uazione di 'uesto tipo$ somma del numero
di cavalli# cani# gatti# scimmie# delfini... T somma del numero dei
mammiferiM <&idea che avevano i primi economisti neoricardiani
9?mitriev# .ort1ie6icz# per intenderci: " che i valori esistono real*
mente presso la singola unit% produttiva e che sarebbe teoricamente
possibile farne una somma per calcolare il valore 9e il plusvalore:
complessivo prodotto dalla societ% in un dato periodo 9come somma
del lavoro diretto e indiretto necessario alla riproduzione delle con*
dizioni sociali di esistenza della societ% in 'uell&istante:. A 'uesto
punto# sulla base della diversa composizione organica# i singoli valo*
ri si muterebbero nei singoli prezzi di produzione# mantenendo inal*
terato il valore complessivo pari alla somma totale dei prezzi. 5ua*
lun'ue siano le difficolt% tecniche dell&operazione# Bi conti devono
tornareC# secondo l&espressione di @ar7# e peraltro# le difficolt% tec*
niche sono state superate. @a inutilmente. P solo se si concepiscono
il valore e il prezzo come due concetti aventi la stessa natura episte*
mologica# solo a diverso stadio del processo complessivo della pro*
duzione# se# cio"# si rimane all&impostazione ricardiana della misura
invariabile del valore# 'uesta soluzione " accettabile. @a si " detto
che non " 'uesta l&idea mar7iana.
A nostro giudizio# l&errore di @ar7 non consiste nel formula*
re malamente 'uesta o 'uella e'uazione# ma nel tentativo di schiac*
ciare la rappresentazione in valori 9e dun'ue astratta: da cui parte
l&analisi# sulla rappresentazione in prezzi 9e dun'ue concreta: a cui si
arriva. <a cosa colpisce perch) lo stesso @ar7# presentando i diversi
esempi della trasformazione# spiega che non " possibile partire dai
valori e finire ai prezzi# per il semplice fatto che nel capitalismo i va*
lori non compaiono mai# essendo ogni merce scambiata al suo prez*
zo ab origine. 5uesta osservazione impedisce ogni meccanismo arit*
metico in cui vengano posti da una parte dell&e'uazione i valori e
dall&altra i prezzi. Ripetiamo che se fosse cosG# 'uesto implicherebbe
l&esistenza reale del valore. Il sistema dei valori sarebbe determina*
!4
bile a prescindere da 'uello dei prezzi. CosG un economista potrebbe
BvedereC i valori con un&indagine dei coefficienti di produzione di
ogni merce. @a pensiamoci un attimo$ 'uesti coefficienti hanno una
struttura fisica 9come nei bilanci materiali dell&Frss# o nell&esempio
granoporciferro di -raffa:# che per( nulla ci dice sui loro valori#
cosG come gli ingredienti di una torta non ci dicono nulla sul costo
della torta. =on appena passiamo a valutare l&effettivo costo di ogni
merce dobbiamo sostituire alle 'uantit% fisiche i loro prezzi. ?i nuo*
vo# i valori non compaiono mai. ?alle 'uantit% fisiche si passa alla
valutazione sociale di tali 'uantit%# e la valutazione sociale che il ca*
pitalismo fa di 'ueste merci ha la forma di prezzo. P solo l&indagine
dell&analista# la mar7iana Bforza dell&astrazioneC# che scova dietro e
dentro ai prezzi i valori# cio" il lavoro# la subordinazione della classe
operaia ai proprietari dei mezzi di produzione.
Il motivo per cui @ar7# pur consapevole dell&impossibilit% di
eguagliare epistemologicamente prezzi e valori# indirizz( l&analisi
successiva per 'uella strada " che temeva di lasciare aperta la strada
a un&interpretazione del plusvalore diversa dal lavoro non pagato
alla classe operaia. P innegabile che gli economisti borghesi abbiano
usato le aporie della teoria del valore per giustificare il ruolo neces*
sario# benefico# del capitalista nella produzione# ma non " risolvendo
matematicamente 'uesto punto che si evitano le critiche. <e critiche
sarebbero rimaste# semplicemente si sarebbero aggrappate ad altroQ
in compenso non si sarebbe fatta avanti l&idea che una certa confor*
mazione di una matrice possa BdimostrareC la validit% del mar7ismo.
<e preoccupazioni di @ar7 erano comun'ue legittime# so*
prattutto se si considera che la teoria dello sfruttamento ha una base
immediata reale 9il lavoro erogato dalla classe operaia che non viene
remunerato:# ma non si ferma a 'uesta visione meramente fisica#
proprio perch) si basa sulla visione di una teoria generale del lavoro
del tipo di 'uella delineata poc&anzi. <o stesso @ar7 nei 8rndrisse#
nel famoso passo sul macchinismo# spiega che non " solo in 'uanto
fisicamente creatore del plusprodotto che il lavoro umano " produtti*
vo# " sfruttato# " alienatoQ al contrario# il furto di ore di lavoro appare
una base produttiva ben misera in confronto alle scoperte della
scienzaQ il problema " che 'ueste scoperte# la BnaturaC in senso lato#
si connette all&umanit% solo in 'uanto passa per il lavoro# ovvero en*
tra a far parte della divisione sociale del lavoro. Per 'uanto il vento
!!
sia BgratisC# le centrali eoliche consumano una 'uota di forzalavoro
sociale e di altre merci a cui la societ% deve far fronte se vuole usu*
fruire del vento# dono della natura. <a legge del valore ci spiega
come la societ% pu( appunto far fronte a 'ueste esigenze. <a ridistri*
buzione del plusvalore sulla base del saggio del profitto uniforme ci
spiega come la legge del valore si modifica per permettere lo svilup*
po del capitalismo.
I capitalisti sfruttano i lavoratori estraendo da essi lavoro
non pagato ed estorcendo loro la capacit%# che solo essi hanno# di
mettere in grado la societ% di appropriarsi di ogni tipo di ricchezza#
anche 'uelle originariamente prodotte dalla natura. Per consentire
l&ordinato sviluppo del capitalismo# la distribuzione dei risultati del*
lo sfruttamento avviene sulla base della dimensione relativa del ri*
spettivo capitale e non sulla base del lavoro non pagato da ogni sin*
golo padrone ai propri dipendenti. Il problema della trasformazione
"# in ultima analisi# il problema dell&analisi delle condizioni di sfrut*
tamento della classe operaia nelle condizioni poste dal capitalismo.
Ai critici che vorrebbero eliminare le sofisticherie del valore per li*
mitarsi al mondo feticistico dei prezzi non possiamo che rispondere
che si fanno paladini di una scienza inutile# in cui sostanza e superfi *
cie delle cose sono uguali. Pensando invece a 'uegli studiosi che non
comprendono perch) il terzo libro del Capitale venga dopo il primo#
non si pu( che concordare con @ar7$ 'uesti signori vorrebbero che
si desse la scienza prima della scienza.
La riprou!ione allar"ata el pro-lema ella tras%orma,
!ione
=ella sua forma storica# la trasformazione implica il progres*
sivo allargamento delle condizioni capitalistiche di produzione. <&al*
largamento riguarda i diversi settori 9agricoltura# industria# ecc.:# le
diverse aree geografiche e le diverse categorie di produttori 9piccola
produzione# grande industria ecc.:. >ale allargamento prende essen*
zialmente la forma di lotta per il profitto# anzi si svolge per 'uesto.
Fn&azienda entra in un settore# apre una fabbrica in 'uesto o 'uel
paese# modifica le tecniche produttive ecc.# perch) ritiene di ottenere
un piA alto saggio di profitto. Poich) anche tutti gli altri concorrenti
fanno lo stesso# l&esito finale# dopo la ridistribuzione operata dal
!3
mercato del plusvalore prodotto nella produzione# " un aggravamen*
to delle condizioni di accumulazione capitalistica per il futuro.
-toricamente parlando# la lotta per il profitto# e dun'ue la
trasformazione# nasce all&interno di una particolare industria tra i di*
versi metodi produttivi. -i allarga ai vari settori industriali con diver*
se composizioni organiche e anche al rapporto tra capitale industria*
le e altre forme di capitale 9commercio# sistema creditizio e finanzia*
rio# ecc.:. Infine# si arricchisce del rapporto tra paesi avanzati e colo*
nie. <a cosa interessante " che se svolgiamo le tendenze di fondo in
'uesti processi emerge un&analoga necessit% politica$ l&imperialismo.
Che sia per la caduta tendenziale del saggio di profitto# che sia per lo
sproporzionamento dei diversi rami produttivi# che sia per l&anar*
chia# tutti 'uesti processi ci parlano della crisi e anche del tentativo
di uscirne man militari.
.na /solu!ione01
Centinaia di economisti# matematici e altri scienziati si sono
concentrati sull&idea di fornire una BsoluzioneC 9nel senso dell&alge*
bra matriciale: al problema della trasformazione. Per noi 'uesti ten*
tativi non hanno senso. Il motivo per cui possiamo escludere l&utiliz*
zo di un metodo matematico che permetta il passaggio dai valori ai
prezzi deriva dal fatto che 'uesto passaggio non esiste nella realt%
del capitalismo. Il passaggio " gi% avvenuto con il definitivo domi*
nio del capitalismo sul mondo intero. In 'uale fabbrica# settore# pae*
se esisterebbero i valori accanto ai prezzi di produzioneM In nessuna
concretamente# in tutte analiticamente. <a trasformazione " un pro*
cesso storico dinamico# che sta ad indicare le tendenze immanenti
della produzione capitalistica e dun'ue della lotta di classe in 'uesta
epoca.
-ottolineando il furto di plusvalore che avviene ai danni dei
capitalisti meno innovativi 9sia tra settori# sia tra paesi# sia all&interno
dello stesso settore: si spiega la spinta costante a rivoluzionare i me*
todi di produzione. In 'uesta corsa rimangono indietro i capitalisti
che non hanno sufficienti capitali da gettare nella competizione. Il
sistema finanziario# e in particolare la borsa# consentendo una circo*
lazione estremamente rapida del denaro# cio" dell&esito finale del
processo di produzione capitalistico# rendono il furto# cio" la ridistri*
!I
buzione# tecnicamente efficiente. 5uesta efficienza non " per( un&ef*
ficienza assoluta# ma un&efficienza che rimane nel perimetro capita*
listico. Ci( significa che non sempre conduce ad una effettiva ridu*
zione del tempo di lavoro necessario. =onostante le raffinatezze del*
la finanza# occorre perci( un metodo piA brutale per ricondurre l&a*
narchia della produzione alle leggi di natura che non possono essere
annullate. 5uesto metodo " la crisi. ?urante le crisi 9economiche ma
anche politiche e sociali: si regolano bruscamente i conti tra capitali*
sti. Interi settori vengono spazzati via# i produttori piA inefficienti
vengono comprati o distrutti# guerre commerciali o scontri militari
veri e propri distruggono forze produttive e insieme rami secchi. In*
somma# le sproporzioni tra i vari settori# l&anarchia con cui si svilup*
pa il sistema# vengono ricondotte alle necessit% dello sviluppo gene*
rale in uno scontro violento# in una guerra di tutti contro tutti che si
svolge non solo tra classe operaia e capitalisti# ma anche tra paesi e
tra settori. =on a caso le grandi crisi del capitalismo sono periodi in
cui sorgono nuove branche della produzione# e insieme sono periodi
di guerre# rivoluzioni e controrivoluzioni. 5ual " dun'ue la Bsoluzio*
neC cui il capitalismo ricorre per ricondurre i prezzi ai valori# se cosG
vogliamo dire# cio" per eliminare le distorsioni piA patenti del siste*
maM <a crisi economica.
Lgni crisi sviluppa su scala piA ampia le caratteristiche in*
trinseche del capitalismo$ concentra i mezzi di produzione in meno
imprese# aumenta la composizione organica del capitale# allarga la
divisione internazionale del lavoro. <e crisi# ovviamente# non risol*
vono che in modo provvisorio l&anarchia della produzione# rinvian*
dola semplicemente al futuro# come un debitore che continua a ri*
mandare i propri debiti contraendo altri debiti.
In tutto 'uesto# 'uale ruolo rimane al problema dei prezzi re*
lativiM 5uesto sembra al centro dell&attenzione di buona parte della
letteratura su 'uesti temi. -econdo noi# invece# " un ruolo al'uanto
secondario# del tutto dipendente dai problemi di sviluppo economico
anarchico che si sono descritti. In sintesi# l&andamento dei prezzi re*
lativi riflette lo sviluppo diseguale dell&innovazione tecnologica tra i
vari settori# e dun'ue# in ultima analisi# la velocit% con cui ogni set*
tore accumula e investe. =on c&" altro che rilevi su 'uesto punto.
!K
Conclusioni
<a teoria del valore spiega lo sviluppo di un sistema produt*
tivo anarchico# in cui la divisione del lavoro deriva dall&incontro sul
mercato di produttori indipendenti anzich) dalla pianificazione co*
sciente. I diversi lavori sono sussunti dai valori delle merci. -torica*
mente# il valore si " manifestato in diverse forme# corrispondenti alle
peculiarit% delle specifiche epoche storiche. =el capitalismo i valori
esistono sotto forma di prezziQ hanno cio" un&esistenza monetaria
che elimina# se si rimane alla superficie del fenomeno# il legame con
il lavoro sociale. <a scienza ha invece il compito di svelare il doppio
piano di esistenza dei prezzi. >ale duplicit% deriva dal fatto che il la*
voro# nel capitalismo# non " direttamente sociale. P il mercato che
trasforma in sociale il lavoro 9e dun'ue il valore: individuale. Il de*
naro# in 'uanto merce delle merci# astrazione per eccellenza# fa
scomparire 'ualsiasi legame tra lavoro e valore. 5ualun'ue sia la
sua origine il denaro vale lo stesso. CosG# con il denaro# il tempo di
lavoro necessario scompare dalla superficie e dun'ue dall&analisi
economica borghese. Perdendo di vista la duplicit% del valore mone*
tario 9cio" dei prezzi:# ci si impedisce di comprendere le leggi di
funzionamento del capitalismo. <a duplicit% di valori e prezzi " una
duplicit% analitica# non BindustrialeC. =on si tratta di contrapporre
valori e prezzi come entit% esistenti# rispettivamente# prima e dopo il
passaggio per il mercato. I valori hanno forma di prezzi# ma i prezzi
non esauriscono la spiegazione economica necessaria per compren*
dere la dinamica economica# poich) nascondono l&origine del profit*
to$ il lavoro sociale. <a trasformazione in @ar7 " la spiegazione del *
l&operare specifico della concorrenza sulla legge del valore# un ope*
rare che implica il rovesciamento e insieme l&ipostatizzazione delle
caratteristiche precipue della teoria del valore.
=ella maggior parte degli interpreti# invece# il problema del*
la trasformazione " un problema di algebra matriciale dovuto ad al*
cuni disguidi aritmetici negli schemi del @ar7 delle BtavoleC della
trasformazione del III libro. -e si concepisce il rapporto tra valori e
prezzi come un diverso livello di analisi 9riflesso# in ultima analisi#
di un progresso reale delle forze produttive# dello sviluppo del capi*
talismo a livello mondiale:# la BsoluzioneC del problema risiede nelle
modalit% concrete con cui il capitalismo " condotto a risolvere vio*
!2
lentemente i suoi s'uilibri piA patenti# ovvero le crisi economiche.
Attraverso il meccanismo del ciclo economico# i prezzi# il denaro# e
le altre forme fenomeniche di esistenza dei valori vengono ricondot*
te all&operare della legge del valore# le cui dinamiche# seppure solo
in ultima istanza# si impongono sulle tendenze di ogni epoca storica#
comprese 'uelle indotte dalla concorrenza capitalistica. Il problema
della trasformazione ci parla dello sviluppo del capitalismo e dei
suoi riflessi sulla lotta di classe.
Appenice
1. Lori"ine marxiana el pro-lema, il III li-ro el Capi-
tale
@ar7 si occupa di prezzi soprattutto discutendo della trasfor*
mazione del plusvalore in profitto. Che tra la discussione sulla legge
in generale 9il I libro: e la sua forma capitalistica 9il III libro:# ci sia
una contraddizione 9almeno nell&apparenza fenomenica della discus*
sione: " @ar7 il primo ad osservarlo# tanto " vero che# introducendo
il saggio medio del profitto# scrive$ B-embra 'uindi che la teoria del
valore sia in 'uesto caso inconciliabile con la reale fenomenologia
della produzione# che bisogna perci( rinunciare a comprendereC
9@ar7# Il capitale, III, p. 12O:.
Il profitto# che " la forma che il pluslavoro assume 'uando il
capitale " BricompensatoC uniformemente# d% l&impressione che tutto
il capitale sia parimenti produttivo# nascondendo l&origine del so*
vrappiA che va dun'ue scoperto per mezzo dell&analisi. <&economia
borghese spiega che non esiste altro che la forma fenomenica e cosG
esclude ogni possibilit% di comprendere le leggi di movimento del
capitalismo. Purtroppo# anche alcune correnti di economisti radicali
hanno suggerito una simile BcorrezioneC al mar7ismo.
<&origine del plusvalore non " nascosta solo dall&uniformit%
del saggio del profitto# ma anche dal fatto che# poich) il pluslavoro
non " pagato# la diversa composizione organica non pu( entrare
come elemento di discriminazione nel processo di ridistribuzione del
plusvalore tra i capitalisti. <a legge fenomenica di funzionamento
del capitalismo# la parit% di trattamento tra possessori di capitale# na*
sconde alla vista la legge del valore# cosicch) il lavoro produttivo#
30
ma non pagato# non si vede# il capitale improduttivo ma remunerato
si vede. Poich) ai capitalisti non interessa che la loro societ%# che
anzi eternano ideologicamente# estendendone l&esistenza in ogni
tempo passato e futuro# per loro esiste solo il livello fenomenico#
solo il profitto$ B... in realt% " il saggio del profitto che storicamente
ha costituito il punto di partenza. Plusvalore e saggio del plusvalore
sono# in senso relativo# linvisibile# l&essenziale da scoprire# mentre il
saggio del profitto e 'uindi il profitto# %orma del plsvalore# si mo*
strano alla superficie del fenomeno.C 9Ib.# p. 32# corsivi aggiunti:
Come si vede da 'uesta citazione# @ar7 concepisce il profit*
to come la forma capitalistica del plusvalore. Il plusvalore nel capi*
talismo esiste come profitto. Dediamo un altro passo che conferma
'uesta interpretazione$ Bil profitto " non di meno una %orma mtata
del plsvalore# una forma in cui viene dissimulata e cancellata l&ori*
gine del plusvalore... in realt% il profitto " la %orma %enomenica del
plsvalore# il 'uale ultimo deve essere enucleato dal primo mediante
un processo di analisi.C 9Ib.# p. I4# corsivi aggiunti:
5uest&idea " perfettamente simmetrica a 'uella che indica
nel prezzo la forma fenomenica del valore. In 'uesto modo nel capi*
talismo non esisterebbe che il binomio profittoprezzo# potendosi di*
scernere la loro forma BrealeC 9plusvalorevalore: solo con un&anali*
si scientifica.
Ci si potrebbe allora chiedere a che cosa servano gli schemi
della trasformazione# in cui @ar7 pone valori e prezzi sullo stesso
piano. @i sembra che si debba arguire che @ar7 vuole mantenere di*
stinti i due piani proprio per non confondere le leggi di funziona*
mento specifico del capitalismo con la legge del valore in generale.
Jsiste una differenza e 'uesta differenza spiega come il capitalismo
si muove giorno per giorno# ma anche perch) esso " ricondotto vio*
lentemente alla realt% della legge del valore 9tramite le crisi:. Che
per( la trasformazione sia anche un processo storico " indubbio# leg*
giamo infatti$ B=ei libri I e II abbiamo studiato soltanto i valori delle
merci... mentre assistiamo allo sviluppo di una nuova forma del va*
lore# il prezzo di produzione della merceC 9Ib.# p. 204:
J in un altro passaggio @ar7 sembra dare ragione all&idea
esposta da Jngels nell&introduzione al III libro e osserva che lo
scambio ai valori richiede un grado di sviluppo inferiore di 'uello ri*
chiesto dai prezzi di produzione. -embrerebbe dun'ue che la forma
31
storica che ha preceduto i prezzi# se non proprio rappresentata da va*
lori tot cort# fosse comun'ue assai piA vicina all&idea di lavoro so*
cialmente necessario.
5uando si forma il saggio medio del profitto 9analiticamente
e storicamente:# profitto e plusvalore e non solo il loro saggio Bsono
grandezze effettivamente differentiC. J cosG il processo di produzio*
ne del valore " del tutto nascosto e rovesciato. Con lo sviluppo della
produttivit% del lavoro# diviene difficile capire il fatto che il valore
delle merci " determinato dal lavoro in esse contenuto. =egarlo non
significa solo accettare per buono il feticismo capitalistico# negando
l&esistenza della realt% della produzione# ma soprattutto significa ne*
garsi la possibilit% di comprendere i processi basilari di sviluppo del
capitalismo# le sue caratteristiche piA importanti# prima fra tutte le
sue crisi cicliche. Alla scienza occorre l&essenza e il fenomeno# il I e
il III libro.
-ebbene 'uesta sia la ragione per cui# secondo noi# @ar7 di*
scute delle tabelle# occorre ribadire che l&idea delle somme totali "
incompatibile con i passi sui prezzi di produzione come forma ulti*
ma dei valori. @ar7 costruisce le tabelle per istituire un ponte tra es*
senza e fenomeno e scrive che il livellamento al saggio medio pro*
voca$ B... la tendenza a fare dei prezzi di produzione semplicemente
%orme tras%ormate del valore o a trasformare i profitti in semplici
parti del plusvalore# che per( non sono distribuite in proporzione al
plusvalore prodotto in ogni particolare sfera della produzione# ma in
proporzione alla massa di capitale impiegato in ciascuna di esse.C
9Ib.# p. 213# enfasi aggiunta:
Lvvero# se la trasformazione " anche un processo storico 9la
sussunzione reale della forzalavoro# l&astrazione come forma con*
creta dello sviluppo tecnologico: esistono solo i prezzi di produzio*
neQ il saggio di profitto uniforme esiste come tendenza immediata
del capitalismo# perch) le merci hanno forma di prodotti di capitale e
'uesto " piA e diverso che essere semplici merci.
<&ultima parte di 'uesta sezione del III libro " dedicata da
@ar7 a discutere dell&influenza del mercato. Che ruolo hanno do*
manda e offerta nel muovere i prezzi di produzioneQ se concepiamo i
redditi come merci# il paniere di merci consumato a diversi livelli di
reddito " concepibile come un insieme di semilavorati atti a produrre
'uella particolare forzalavoro. Per 'uesto# 'uando varia il rapporto
32
salari+profitti# muta anche la composizione della produzione 9e i
prezzi relativi:. <a composizione e il livello della domanda dipendo*
no dalla distribuzione del reddito 9@ar7 ce lo ha insegnato egregia*
mente con gli schemi di riproduzione:. -enz&altro# possiamo acco*
gliere l&idea di non occuparsi delle oscillazioni# l&importante " capire
che la lotta di classe spiega la distribuzione del reddito e la domanda
poich) " la connessione tra produzione e consumo. Per 'uesta via# il
conflitto sociale entra anche nella spiegazione del problema della
trasformazione.
2. $arxisti sra%%iani e sra%%iani
Il contributo di -raffa " stato letto# da alcuni# come l&ultimo
chiodo sulla bara della teoria del valore di @ar7# da altri come un
suo positivo sviluppo. <a cosa interessante " che nonostante le diver*
sit% teoretiche e ideologiche di 'ueste due scuole 9chiamiamole$
mar7isti sraffiani e sraffiani:# i loro strumenti analitici sono presso*
ch) identici 9riducendosi poi all&algebra matriciale:.
Fno dei lavori piA noti e incisivi# pur nella sua sinteticit%# "
rappresentato dall&articolo di A. @edio BProfits and -urplusDalue$
Appeareance and Realit, in Capitalist ProductionC.
5uesto lavoro si basa sull&idea che il valore " una relazione
sociale con i mezzi di produzione e che il lavoro " il contributo del*
l&uomo alla produzione. <a teoria del valore di @ar7 non " perci(
una teoria dei prezzi relativi n) un lamento morale per il furto di la*
voro non pagato# " il tentativo di spiegare le leggi di funzionamento
delle societ% produttrici di merci# a partire da 'uella di esse piA evo*
luta. <a caratteristica precipua di 'ueste societ% " che le relazioni so*
ciali ac'uistano la forma di scambio di merci$ per il mercato passano
anche i rapporti di produzione.
I neoricardiani risolvono il problema matematico di far de*
rivare dal rapporto salariprofitti i prezzi relativi ma non spiegano
perch) nel capitalismo " possibile per la classe che detiene i mezzi di
produzione trarre un profitto. -e partiamo dalla considerazione vista
prima 9il mercato come luogo in cui si scambiano merci come rap*
porti sociali: capiamo che la teoria del valore " una teoria dello sfrut*
tamento$ lo scambio di merci nasconde lo sfruttamento di una classe
da parte di un&altra. <a specificit% del capitalismo " che lo sfrutta*
3O
mento non assume forme scoperte# dirette# ma assume la forma di
merce# lo sfruttamento si concreta in un insieme di merci.
A 'uesto punto# @edio introduce il suo modello matematico
9che poi non " altro che il Bsettore tipoC: partendo da due proposizio*
ni di @ar7$
1. i prezzi di produzione e il saggio uniforme del profitto pos*
sono essere determinati come funzioni dei valori delle mer*
ciQ
2. esiste una merce BmediaC il cui prezzo corrisponde al valore
per ogni saggio del profitto.
Lra# la seconda proposizione " un trucco algebrico per risol*
vere l&annosa 'uestione di Ricardo della misura invariabile 9non per
nulla @ar7 diceva che il Capitale# in 'uanto lavoro analitico# era la
continuazione necessaria dell&analisi dei classici:# un trucco peraltro
piuttosto carente# come spiegher% -raffa. <a prima proposizione non
" una proposizione che possa essere inserita in un&e'uazione piA di
'uanto lo possa l&idea che l&evoluzione animale dipende dalla lotta
per la sopravvivenza.
A dimostrazione che la prima proposizione non ha senso
matematico vediamo come 'uesto filone procede per trasformare i
valori in prezzi. Parte da coefficienti simili a 'uelli della matrice tec*
nica di <eontiev. Ci dice cio"$ per produrre un&unit% del bene i ci
vuole un tot di 'uantit% di merci 1#2#...nQ una certa 'uantit% di lavoro
e infine il paniere di merci ricomprese nel salario. @a 'ueste 'uanti *
t% sono 'uantit% fisiche# il cui valore non pu( che essere espresso in
un prezzo# tanto " vero che l&impresa potrebbe comprare la merce sul
mercato piuttosto che fabbricarla autonomamente. Che senso ha
dun'ue parlare di 'ueste cose in termini di valore# per poi# con 'ual*
che ingegnoso meccanismo# passare ai prezziM Il valore della forza
lavoro nel capitalismo non esiste# esiste il suo prezzo di produzione.
<a dimostrazione che " possibile scovare una merce BmediaC e un
settore BmedioC# da usare come leva per la trasformazione# ci dice
solo che " possibile dimostrare matematicamente che in un sistema
di prezzi relativi salari e profitti sono inversamente correlati. P un ri*
sultato importante# che estende l&intuizione di Ricardo valida in
un&economia con un solo settore# ma non ci dice nulla sul funziona*
mento dinamico del capitalismo. Il ruolo della legge del valore " ben
altro.
34
-ul versante degli sraffiani potremmo citare i lavori di Eare*
gnani# -teedman e altri. @a 'ui " d&uopo invece concentrarsi sul li*
bro di @. <ippi# Mar4. Il valore come costo sociale reale# per il suo
legame con i temi trattati prima.
<ippi parte dal concetto di costo sociale reale inteso come la
misura necessaria alla produzione di un bene in 'anto prodotto#
cio" a prescindere dai costi che in esso sono incorporati in 'uanto
merce. Il problema di 'uesto concetto " che alcune spese sono sen*
z&altro facili da BeliminareC 9mar1eting# stipendi delle guardie e dei
manager ecc.:# ma nel capitalismo vi sono intere branche inutili# sen*
za contare che l&inutilit% " 'ualcosa che muta nel tempo. 5ual " il
costo sociale reale di una RollsRo,ceM L di uno ,achtM L di uno
spot che pubblicizza uno ,achtM
Ad ogni modo si coglie l&essenza del programma di @ar7$
dietro alle diverse forme assunte dal valore effettivo di scambio delle
merci sta il lavoro sociale# i prezzi ridistribuiscono il plusvalore.
In 'uesto senso# <ippi dice che la conservazione delle 'uan*
tit% ha un ruolo centrale 9come il passaggio delle forme di energia:.
-econdo noi# invece# occorre tenere distinti i piani$ l&aspetto centrale
" la %onte del nuovo valore# non la conservazione degli stessi. -e il
programma riesce$ Bil prezzo di produzione e il profitto vengono
mostrati come modi in cui il lavoro e il pluslavoro si manifestano
nella produzione capitalistica.C 9Mar4. Il valore come costo sociale
reale# p. 12:
Con il che# scompare la possibilit% che si manifesti anche
un&altra forma di valore 9se non forse in altri regimi storici:. J 'ui
<ippi propone la sua idea che la teoria del valore di @ar7 B" domi *
nata# in tutte le sue ramificazioni# da un elemento Unaturalistico&C che
va eliminato. ?i 'uesto presunto elemento naturalistico si " gi% detto
sopra# e non ci torniamo in sede di critica. <ippi giunge a 'uesta
conclusione analizzando il problema del lavoro produttivo. L " pro*
duttivo tutto il lavoro che si scambia con capitale 9e allora non ha
senso distinguere tra lavori produttivi di un tipo e dell&altro:# o esiste
una forma naturale di lavoro produttivo da cui per differenza emerge
la forma capitalisticamente distorta della stessa. Come detto# appare
agevole distinguere 'uelli che @ar7 chiama i costi puri della circola*
zione 9ma lo stesso vale per le funzioni del capitale bancario:. @a
nello specifico della produzione# la cosa " assai piA difficile. Ad
3!
esempio# " produttivo l&impianto che produce acciaio che serve per
scopi legati ai costi puri di circolazioneM P produttivo il lavoro im*
piegato a costruire un palazzo che ospiter% una bancaM Partendo dal*
l&aspetto della singola operazione non ne usciremo mai. <&unica so*
luzione " concepire la legge del valore come un rapporto sociale.
B... vi sono in @ar7 due concetti di Ufalso costo&$ falso costo
in relazione ad una data merce# il lavoro speso direttamente e indiret*
tamente per la pura circolazione di 'uella merceQ e falso costo in ge*
nerale# nel senso di dispendio di lavoro che " inerente alla societ% ca*
pitalistica# come tale# ma non " necessariamente imputabile# come
falso costo# ad una merce particolare.C 9Ib.# p. 23: Che " un&analisi
che si avvicina all&idea del valore come rapporto sociale.
<ippi analizza poi la ben nota lettera a Rugelmann in cui
@ar7 parla appunto di legge di natura e spiega che attraverso il lavo*
ro necessario# gli uomini non fanno che distribuirsi il lavoro sociale#
e# occorre aggiungere# i risultati di tale lavoro. =on si tratta per( di
Blegalit% naturaleC come dice <ippi# bensG di materialismo storico e
dialettico# di analisi dello sviluppo delle formazioni sociali in cui si "
evoluta la storia umana.
Parlando del noto passaggio sul ruolo dello sviluppo del
macchinismo# <ippi spiega il problema della necessit% eterna della
misurazione delle merci tramite lavoro$ B@ar7 sostiene che# essendo
il valore la forma in cui il costo in lavoro si presenta entro la produ*
zione di merci# la misura in lavoro dei prodotti continua a svolgere
un ruolo centrale# a causa del permanere della produzione di merci#
anche 'uando la produttivit% del lavoro " divenuta tale da rendere
del tutto inutile la considerazione sociale di 'uel costo.C 9Ib.# p. 3O:
<a conclusione che si trae dall&analisi matematica della tra*
sformazione " che le due uguaglianze non possono essere mantenute
e che dun'ue la teoria del valorelavoro " da buttare. @a niente pau*
ra# ci assicurano gli sraffiani# con i nostri modelli si mantiene l&origi*
ne del profitto nel plusvalore e cosG la nozione di sfruttamento. <&er*
rore della costruzione mar7iana starebbe nello Bsfondo naturale della
produzioneC da cui parteQ nel capitalismo prevalgono solo leggi capi*
talisticheQ per 'uesto possiamo servirci dei prezzi senza nemmeno
nominare i valori. Il lavoro incorporato nelle merci ci dice ormai
poco del loro prezzo di mercato. @a @ar7 " anche il teorico della
crisi e dell&anarchia capitalistica$ B@ar7 " il solo tra gli Ueconomisti&
33
che abbia posto la crisi al centro della rappresentazione. J ci( " per*
ch) pensa la societ% capitalistica# al contempo# come manifestazione
e come negazione della produzione in generale.C 9Ib.# p. 1!2:
O. Pre!!i come %orma el (alore
<&opera che forse meglio rappresenta l&interpretazione del
III libro corrispondente a 'uella adottata nella presente ricerca# "
cio" che i prezzi sono la forma monetaria del valore# " &avoro e ca"
pitale nella teoria di Mar4 di E. Carandini. In particolare# nell&ap*
pendice che tratta del problema della trasformazione# l&autore spiega
che nel sistema capitalistico le merci si scambiano ai loro prezzi. <a
situazione " perci( 'uesta$ Bper scoprire l&essenza della Bforma con*
cretaC realmente operante negli scambi di merci prodotte capitalisti*
camente# che " il prezzo di produzione# @ar7 ha dovuto mettersi alla
ricerca della sua originaria Bforma astrattaC. Pervenuto per via di
analisi fino all&elemento piA semplice# piA astratto# cio" alla merce e
al suo valore di scambio# ha dovuto poi spiegare come il tempo di la*
voro necessario dal punto di vista sociale# che ne costituisce la misu*
ra# in un sistema produttivo fondato sulla divisione non pianificata
del lavoro# si manifesti contraddittoriamente nella opposizione dia*
lettica di valorelavoro individuale e valorelavoro sociale# la 'uale
si estrinseca nella opposizione reale di merce e denaro.C 9&avoro e
capitale nella teoria di Mar4# p. 230:
J ancora$ Bla legge del valore si afferma... con tanto maggio*
re forza 'uanto piA diviene dominante la legge del capitale che ne
costituisce la negazioneC 9Ib.# p. 3K:.
@ar7# per cercare di non recidere il legame tra forma con*
creta e astratta Bha compiuto una operazione illegittima ipotizzando#
nel procedimento della trasformazione# che possano coesistere due
forme concrete del rapporto di scambio reciprocamente incompatibi*
li.C# con ci( indirizzando i suoi successori verso Ricardo# anzich)
verso la dialettica. CosG# l&idea dei conti che devono tornare " di nuo*
vo errata# perch) Bla composizione della domanda non "... in genera*
le indipendente dal valore delle merci e viceversaC. Possiamo accet*
tare che in societ% precapitalistiche la forma concreta fosse piA simi*
le al valore di 'uanto accada nel capitalismo# ma 'uesto non rende
vera l&idea che sia esistito un tempo in cui il valore era la forma fe*
3I
nomenica del reale. Invece l&astrazione " il procedimento logico con
cui possiamo scoprire sotto i fenomeni la loro realt% essenziale.
B... se i valori di scambio sono la verit% nascosta dei prezzi
di produzione# e se i primi sono conoscibili solo per via di astra!io"
ne# la loro esistenza reale non pu( essere accertata ponendoli sullo
stesso piano dei secondi. In 'uanto categoria astratta i valori di
scambio sono infatti gli Belementi sempliciC della complessa realt%
del mercato capitalistico.C 9Ib.# p. 2I0:
Per cercare di mantenere la verit% che il valore si crea nella
produzione# @ar7 da l&avvio a un problema senza soluzione. In pro*
posito# vale la pena citare anche il lavoro di <unghini contenuto in
9aggi di economia politica che " un incisivo racconto della storia del
problema della trasformazione. -piega <unghini$ BIl lavoro# in gene"
rale# " la principale attivit% materiale con la 'uale l&uomo si pone in
rapporto con la natura# al fine di cavarne valori d&uso. Per @ar7 il
processo capitalistico di produzione " per( una forma storicamente
determinata del processo di produzione sociale in generale.C 99ag"
gi...# p. O!:
5uesti passi chiariscono il rapporto che c&" tra valore e prez*
zo e anche la completa inutilit% di procedere ad una loro trasforma*
zione aritmetica. <&unico processo che# pur nella sua banalit%# pu(
essere interessante rappresentare in modo formale " il passaggio dal*
la produzione materiale di plusvalore alla distribuzione sociale dello
stesso. <&ultima sezione di 'uesto lavoro sar% dedicata ad illustrare
matematicamente 'uesto processo.
4. Plus(alore pri(ato, pro%itto pu--lico, una rappresen,
ta!ione matematica ella meta%ora marxiana el ser-atoio
Anche se non riteniamo che la rappresentazione matematica
di un processo economico sia dirimente n) che sia superiore# per
oscure ragioni ontologiche# ad altre forme euristiche# riteniamo utile
proporre 'uesto semplice modello che descrive la nota metafora di
@ar7 sul passaggio dal plusvalore al profitto in forme aritmetiche.
Partiamo proprio dalla notissima figura mar7iana introdotta nella di*
scussione sulla trasformazione$ B-ebbene i capitalisti delle diverse
sfere di produzione ritraggano i valoricapitale consumati nella pro*
duzione delle loro merci dalla vendita delle merci stesse# non ritirano
3K
per( il plusvalore# e 'uindi anche il profitto# prodotto nella loro pro*
pria sfera durante la produzione di 'ueste merci# ma soltanto il plu*
svalore# e 'uindi il profitto# corrispondente a 'uella parte di plusva*
lore complessivo o di profitto complessivo 9prodotti dal capitale
complessivo della societ% in un determinato periodo di tempo nel
complesso di tutte le sfere di produzione: che# per effetto di una
eguale ripartizione# tocca a ogni ali'uota del capitale complessivo.
Lgni capitale anticipato# 'ualun'ue sia la sua composizione# ritrae in
un anno o altro periodo di tempo la percentuale di profitto che " in
esso prodotta da un&ali'uota 100 del capitale complessivo. Per 'uan*
to riguarda il profitto i vari capitalisti si trovano nelle condizioni di
semplici azionisti di una societ% per azioni in cui le 'uote di profitto
sono egualmente ripartite per 100# e differiscono 'uindi per i vari ca*
pitalisti solo a seconda dell&entit% del capitale con cui ciascuno di
essi ha concorso al complesso dell&impresa$ cio" a seconda della loro
proporzionale partecipazione all&impresa stessa# ossia del numero
delle loro azioni.C 9Il capitale, III# p. 122:
Alla stessa conclusione @ar7 giunge in tutt&altra parte della
sua opera# a dimostrazione che 'uesto punto " centrale ben oltre la
teoria dei prezzi$ B<a classe dei capitalisti distribuisce dun'ue in una
certa misura il pluslavoro globale# in modo da parteciparvi# in una
certa misura# uniformemente secondo il rapporto di grandezza del
suo capitale anzich) secondo i plusvalori realmente creati dai capita*
li nelle singole branche della produzione.C 98rndrisse# vol. II# p.
42:
5uesto processo ha delle conseguenze politiche di primaria
importanza. Come osserv( Rosa <u7emburg$ Bl&odierno capitalista
industriale " una persona collettiva# composta da centinaia# e magari
da migliaia di persone... la stessa categoria dei BcapitalistiC nella cor*
nice della economia capitalistica " diventata una categoria sociale# si
" sociali!!ata.C 9R. <u7emburg# :i%orma sociale o rivol!ione;# p.
K3:.
J 'uesto significa che ogni tentativo di distinguere una cate*
goria di capitalisti BsaniC# BdemocraticiC da contrapporre ai Bparassi*
tiC# agli BspeculatoriC non ha nessun appiglio nella realt% dell&econo*
mia capitalistica.
Il processo di ridistribuzione si pu( rappresentare in formule
come segue.
32
Abbiamo$
6$ i salari
m$ i macchinari
p$ il profitto prodotto materialmente
r$ il saggio di profitto
t$ il profitto BfinaleC
1$ i costi di produzione 9cio" 6Vm:
A 'uesto punto# definiamo il saggio di profitto del singolo
settore come$
r
p
k
i
i
i
=
5uesto " il saggio di profitto BmaterialeC# 'uello che prevar*
rebbe se ogni settore fosse isolato dagli altri. -e invece consideriamo
assieme tutti i settori# otteniamo il saggio di profitto aggregato$

=
=
=
n
<
<
n
<
<
k
p
r
1
1
A 'uesto punto manca l&esito finale della ridistribuzione$
r k p
k
k
i i
n
<
<
n
<
<
i
i
= =

=
=
t t
1
1
Il settore i ha prodotto materialmente il profitto p9i:# ma ot*
tiene in realt% t(i). Il senso della ridistribuzione diviene chiaro se
ipotizziamo# come fa @ar7# che il profitto si produce materialmente
in misura del lavoro vivo consumato 9pT6:. 0atta 'uesta ipotesi# si
capisce che il flusso della ridistribuzione va dal capitalista meno in*
novatore a 'uello piA innovatore.
0acciamo un banale esempio numerico a due settori.
Il settore I " molto meccanizzato$
I0
w
m
1
1
10
20
=
=
=e deriva$
p
r
1
1
10
1
10
=
=
Il settore II " meno meccanizzato " ha dimensioni maggiori
9" come se rappresentasse il resto dell&economia:$
w
m
2
2
100
100
=
=
=e deriva$
p
r
2
2
100
1
2
=
=
Per ipotesi# il settore piA meccanizzato produce meno profitti
e ha costi medi maggiori# perci( ha un saggio materiale di profitto
minore. <&e'ualizzazione del saggio di profitto conduce verso 'ue*
sto settore profitti creati materialmente altrove. Il saggio di profitto
medio "$
r
p p
k k
=
+
+
=
1 2
1 2
110
O00
J al settore I andr%$
3 # O3
O
110
: 9
2 1
2 1
1
1
~ = +
+
= p p
k k
k
t
Com&" ovvio# la dimensione della ridistribuzione dipende
dalla proporzione dei capitali# mentre la sua direzione dipende dalla
composizione organica dei diversi settori$ tanto piA un settore pesa
sul totale dell&economia tanti piA profitti gli spettano. >anto piA un
settore " meccanizzato# tanti piA profitti estorcer% agli altri settori 9o
produttori o paesi:.
!. Il pro-lema ella tras%orma!ione el (alore in pre!!i
in $arx2 .n i-attito promosso a /Proteo
I1
5ualche anno fa Proteo# rivista teorica legata alla federazio*
ne sindacale R?.# ha promosso un meritorio dibattito sul problema
della trasformazione e della teoria del valore in @ar7. Di hanno par*
tecipato teorici della cosiddetta interpretazione temporale del siste*
ma unico 9>--I: che nega l&esistenza stessa del problema# teorici
che vogliono eliminare la teoria del valore dall&ambito del mar7ismo
e altri. =el rimandare 'ui agli articoli originali# cercheremo di trarne
le idee principali. Come si vedr% leggendo i testi# le parti in causa
riescono a fare entrambe una magra figura. Eli uni# riducono cento
anni e passa di dura battaglia teorica a incomprensioni e tradimenti.
Eli altri si vantano di aver ridotto il mar7ismo a una sciapa etica
blandamente riformista. Diene alla mente l&affermazione di >rots1i/$
B@ar7 ha fatto del socialismo una scienza. 5uesto non impedisce a
'ualcuno di fare del mar7ismo un&utopiaC. Inutile dire che 'ueste
posizioni teoriche hanno nefaste conseguenze politiche$ le prime# ri*
ducono i mar7isti a una setta ai margini del movimento operaioQ le
seconde relegano la lotta di classe a una denuncia morale delle in*
giustizie sociali.
<&epoca della crisi del capitalismo in cui abbiamo la ventura
di vivere necessita ben altri teorici e ben altre teorie. In 'uesto senso#
l&ultimo articolo che citeremo va nella direzione corretta$ la contrad*
dizione come sviluppo reale del valore nel capitalismo e dun'ue uni*
ca soluzione al problema della trasformazione.
Il primo articolo " Il problema inesistente= la tras%orma!ione
dei valori in pre!!i in parole semplici# di Euglielmo Carchedi
3
che
introduce al problema sintetizzandolo cosG$ Bla trasformazione dei
valori in prezzi " tutta 'ui$ " una redistribuzione del plusvalore totale
prodotto tale che i settori a basso tasso di profitto vendono ad un
prezzo che assicura il tasso medio di profitto e i settori ad alto tasso
di profitto vendono ad un prezzo che riduce il loro tasso alla mediaC.
Fn tema caro a Carchedi come agli altri teorici del >--I " la dimen*
sione temporale. Respinge le accuse di circolarit% mosse alla teoria
di @ar7 proprio grazie al tempo$ il prezzo di input e output " diverso
perch" " passato del tempo$ Bconcludendo# ridotta alla sua essenza#
la 'uestione " semplice. In una concezione in cui il tempo non esiste#
la teoria di @ar7 " incoerente. @a in una teoria in cui il tempo esiste
K
666.proteo.rdbcub.it+article.phpOMidWarticleT1OI.
I2
" la critica a @ar7 che " incoerente. Ciascuno faccia la sua sceltaC.
Il secondo articolo di cui trattiamo " 9e ( corretto, non cor"
reggetelo di Andre6 Rliman
2
# seguace del socialismo umanistico
della ?una,evs1a,a e uno dei fondatori della >--I# l&autore rifiuta
ogni critica di contraddizione tra I e III volume del Capitale# ritenen*
do che non ci sia nulla da cambiare dell&analisi dei valori se si vuole
salvare la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto. In
realt% " proprio la differenza tra prezzi di produzione e prezzi indivi*
duali# ossia tra produzioni che incorporano una minore o maggiore
composizione organica del capitale# che spiega la dinamica del siste*
ma. Il simultaneismo " da rifiutare# la contraddizione non sussiste se
si considera che passando il tempo i prezzi degli input che diventano
output possono essere differenti perch) cambia la produttivit%.
Il terzo saggio " >alore e Mar4= perc$3 sono importanti# di
Alan 0reeman. <&autore critica la visione ingenuo*etica del mar7i*
smo che emargina la parte propriamente economico*analitica delle
concezioni di @ar7. <a spiegazione della trasformazione " invece
del tutto coerente# mentre i neo*ricardiani hanno svilito il mar7ismo
a un sottoprodotto della teoria di Halras dato che# osserva giusta*
mente# Bla teoria dell&e'uilibrio elimina la possibilit% della crisiC.
=el 'uarto saggio# >alore e s%rttamento= n approccio con"
tro%attale di Jrnesto -crepanti
10
# si criticano i teorici precedenti e si
'ualifica la teoria del valore*lavoro come inutile metafisica incapace
di dimostrare l&esistenza di sfruttamento. -i noti per( 'uesta affer*
mazione$ Bse il saggio di profitto " positivo# i prezzi di produzione
non coincidono coi valorilavoroC. -i tratta di una affermazione al*
'uanto problematica. Infatti i valori*lavoro esisterebbero senza per(
coincidere con i prezzi di produzione. ?ove -crepanti veda valori*la*
voro che non siano prezzi di produzione in un&economia capitalista "
un mistero insolubile. -i noti anche 'uesta affermazione$ Bn) si pu(
ripiegare sulla tesi secondo cui non " necessario che il saggio di
sfruttamento in valorilavoro sia uguale a 'uello in prezzi. Infatti#
poniamo che il secondo sia superiore al primo. P possibile misurare
il monte salari in modo da farlo coincidere con il valore della forza
lavoro. @a allora il plusvalore in prezzi sarebbe superiore al plusva*
2
666.proteo.rdbcub.it+article.phpOMidWarticleT1O2
10
666.proteo.rdbcub.it+article.phpOMidWarticleT1!4
IO
lore in valorilavoro. =e deriva che esisterebbe una parte di profitto
che non " stata prodotta dal pluslavoro. CosG risulterebbe che possa
esserci profitto senza sfruttamentoXC. -i tratta di una colossale confu*
sione di piani analitici. Per il singolo capitalista " non solo possibile
ma inevitabile per il funzionamento del capitalismo che ritragga pro*
fitto senza pluslavoro# altrimenti che ne sarebbe del riproporziona*
mento determinato dall&ugual saggio del profittoM P per il sistema
nel suo complesso che il profitto deriva dallo sfruttamento del lavo*
ro. Poi l&autore si perde parlando di BFtopiaC controfattuale e ritorna
a -mith$ Bsi verifica sfruttamento capitalistico dei lavoratori 'uando
il salario " inferiore alla produttivit% media del lavoroC.
5uinto e ultimo contributo che trattiamo " >alori e pre!!i=
n ?non problema@ o na contraddi!ione;# di <uigi Cavallaro
11
che
difende meritoriamente il ruolo della dialettica in @ar7# osservando
che Bdisgraziatamente# la dialettica " difficile# perch) urta con il
buon sensoC. -enza dialettica si perde anche il nesso valoriprezzi.
Parlando di valori si arriva al problema chiave. Il valore in termini di
lavoro contenuto " esso stesso un insieme di prezzi. Ci( che conta "
dun'ue che si scambia meno lavoro contenuto dei settori a maggior
intensit% di capitale ossia maggiore composizione organica con
meno lavoro contenuto# ma sempre in termini monetari non di tem*
po. -i tratta di una contraddizione reale e monetaria. <&autore ricor*
da che per @ar7 il lavoro nel capitalismo non ha natura immediata*
mente sociale# e la mediazione " per l&appunto data dalla moneta. In*
fatti# si nota$ Bil valore della merce# insomma# non soltanto non pu(
manifestarsi se non nella forma del valore di scambio# ma per giunta
anche in 'uesta sua forma non pu( mai essere eguale ad un determi*
nato U'uantum& di ore di lavoroC. ?a 'ui comun'ue segue una condi*
visibile critica alla >--I
4i-lio"ra%ia
.ohm.a6er1 J.# Nilferding R. e altri# -conomia borg$ese ed eco"
nomia mar4ista# <a =uova Italia# 0irenze
Carandini E.# &avoro e capitale nella teoria di Mar4# Jinaudi# >ori*
no
11
666.proteo.rdbcub.it+article.phpOMidWarticleT1!O
I4
<ippi @.# Mar4. Il valore come costo sociale reale# Jtas# @ilano
<unghini E.# 9aggi di economia politica# Fnicopli
@ar7 R.# Il capitale# Jditori Riuniti# Roma
@ar7 R.# Critica al programma di 8ot$a# Jditori Riuniti# Roma
@ar7 R.# &ettere a Agelmann# Jditori Riuniti# Roma
@ar7 R.# 8rndrisse# <a =uova Italia# 0irenze
@edio A.# Pro%its and 9rplsB>ale= )ppeareance and :ealit5 in
Capitalist Prodction# in a cura di Nunt e -c6hartz# BA criti'ue of
Jconomic >heor,C
Rosdols1, R.# 8enesi e strttra del ?capitale@ di Mar4# <aterza#
.ari
-6eez, P. @.# e altri &a teoria dello svilppo capitalistico# .orin*
ghieri# >orino
Digods1, D.# Introd!ione ai ?8rndrisse@ di Mar4# <a =uova Ita*
lia# 0irenze.
I!
Economia -or"5ese e economia marxista2
6li austriaci e la critica alla teoria marxista el (alore
Ctto 'ello c$e ( ac'isi!ione e ttto 'ello c$e costitisce
%ondi e ricc$e!!e, non proviene c$e dal lavoro dellomo... 9en!a il
lavoro 'este occpa!ioni non darebbero alcn pro%itto. 9Ibn Rhal*
dun# filosofo arabo del 8ID secolo:
Introu!ione
<a teoria del valore " l&asse portante di ogni teoria economi*
ca e in particolare della teoria economica mar7ista. Eli economisti
borghesi# sin dall&affacciarsi del mar7ismo nell&agone scientifico#
hanno tentato in ogni modo di dimostrare le incongruenze logiche
della teoria del valorelavoro. <a 'uestione non risultava facile# per*
ch) la teoria mar7ista era presentata dallo stesso @ar7 come il ne*
cessario sviluppo della teoria borghese
12
. @ar7 dimostr( che se si
prendevano gli economisti classici sul serio e si portavano alle logi*
che conclusioni le loro tesi# si doveva necessariamente giungere a di*
fendere il punto di vista della classe operaia nel conflitto che la op*
poneva alla borghesia
1O
. Fna simile conclusione# talmente intrinseca
alla struttura della teoria che lo stesso Ricardo non vi and( lontano
9nel famoso capitolo B-ulle macchineC della sua opera piA nota:#
rendeva inevitabile un cambio di strategia. J cosG fu. Come era pos*
sibile che la scienza che costituiva e costituisce il fulcro stesso
12
B<a mia teoria del valore# del denaro e del capitale era nei suoi tratti fon*
damentali il necessario svolgimento ulteriore della dottrina dello -mith e
del RicardoC# Poscritto alla seconda edizione del Capitale.
1O
Ci( non significa che @ar7# come pretesero schiere di economisti Bdi
sinistraC# sia stato semplicemente un economista classico. Il rapporto tra
classici e @ar7 " piuttosto di una continuazione dialettica# cio" una
negazione che per( coglie e mantiene i tratti euristicamente fecondi della
vecchia teoria# come# in altro campo# il mar7ismo fa con la dialettica
hegeliana. Per una posizione che privilegia l&aspetto della rottura su 'uello
della continuit% si veda N. Erossman# Mar4, leconomia politica classica e
il problema della dinamica.
I3
dell&agire borghese# la sua forma ideologica# dimostri che i salariati
hanno ragione e i loro padroni tortoM Per 'uesto# Bil pensiero econo*
mico successivo ai classici gradualmente abbandona la teoria del va*
lorelavoro in concomitanza delle prime manifestazioni della lotta
operaiaC
14
.
Come vedremo meglio in un saggio successivo# la scienza
economica venne rifondata su un piano completamente differente#
tanto che ne cambi( addirittura il nome# da political econom5 a eco"
nomics. Che la scuola ricardiana avesse incontrato difficolt% insor*
montabili gi% a partire dagli anni venti dell&Lttocento fu lo stesso
@ar7 a osservarlo# ma 'ueste difficolt% furono appunto superate dal*
l&analisi mar7iana. CosG# dopo 'ualche decennio di Bsincretismo esa*
nimeC# in cui gli economisti cercarono a tentoni un&alternativa alla
scuola classica# dopo l&episodio della Comune di Parigi# l&economia
rinac'ue con la scuola soggettivista# declinata nelle diverse tradizio*
ni nazionali$ Halras a <osanna# gli austriaci# gli inglesi. =on si trat*
tava di idee nuove# dato che l&utilitarismo " il filo rosso di buona
parte del pensiero borghese sin dalle origini. In effetti# si trattava di
teorie scartate dagli stessi studiosi borghesi 'uando si trattava di ana*
lizzare le basi reali del modo di funzionamento del capitalismo. @a
ora tornavano utili. Rifondata la scienza economica in chiave sogget*
tivista# occorreva a 'uesto punto attaccare il mar7ismo. Per due otti*
me ragioni. Innanzitutto# era l&erede# ancorch) indesiderato# della
scuola economica classicaQ in secondo luogo# era la spina dorsale
scientifica del movimento operaio. Per 'uesto# buona parte degli
economisti BneoclassiciC# secondo la definizione ufficiale# ovvero
aderenti ai diversi filoni della scuola soggettivista# si dedic( ad attac*
care il mar7ismo. 5uesti furiosi tentativi di scomunica scientifica si
ponevano 9e si pongono: a livelli diversi di profondit% teorica e one*
st% intellettuale. <&ansia politica di arginare la crescente forza del
movimento socialista condusse# nella gran parte dei casi# a una scar*
sa o nulla comprensione delle tematiche mar7iste. @a l&incapacit% di
capire le basi scientifiche# o il loro travisamento# non sono frutto ne*
cessariamente di cattiva fede. <a filosofia della scienza parla di in"
tradcibilit# delle diverse teorie scientifiche per descrivere 'uesto
fenomeno di effettiva difficolt% nel trasferire i concetti di una teoria
nei termini di una teoria rivale. Ci( si verifica anche nella fisica o
14
E. Carandini# &avoro e capitale nella teoria di Mar4# p. 12.
II
nella biologia# ma " tanto piA vero in 'uesta circostanza in cui la
nuova teoria nasceva esattamente allo scopo di nascondere# elimina*
re i risultati# i metodi e persino l&oggetto di studio della tradizione
precedente# classica e poi mar7ista.
>utto ci( non ha certo impedito a uno stuolo di professori
borghesi di dichiarare confutato @ar7 dopo averne costruito un&im*
magine farsesca# confacente ai propri pregiudizi. >ra le scuole che
piA si distinsero nella professione di confutazione del mar7ismo me*
rita una particolare attenzione la scuola austriaca# che gi% con il suo
fondatore Hieser cerc( di criticare le basi scientifiche del mar7ismo.
=on fu a caso che l&attacco cominci( in 'uel periodo$ B" a partire dal
1K2! che il numero degli scritti accademici consacrati a @ar7 e al
mar7ismo aumenta rapidamente 920 prima del 1KKOQ 33 tra il 1KKO e
il 1K2!Q 214 tra il 1K2! e il 1204:. P evidentemente l&ascesa del mo*
vimento operaio che spiega 'uesto sforzo di riappropriazioneC
1!.
.
=egli ultimi vent&anni del 8I8 secolo# la classe operaia eu*
ropea# ripresasi dalla sanguinosa sconfitta della Comune# aveva ri*
creato le proprie organizzazioni. <o sviluppo del movimento operaio
fu impressionante# particolarmente in Eermania e Austria. <a cre*
scita rigogliosa delle organizzazioni socialiste segn( anche il trionfo
del mar7ismo# simboleggiato dall&apparizione trionfale di Jngels al
congresso dell&Internazionale socialista del 1K2O. -e 'uando uscG Il
capitale l&intellettualit% borghese poteva permettersi di passarlo sotto
silenzio# 'uesta tattica non funzionava piA perch) il mar7ismo aveva
comun'ue con'uistato i cuori e le menti della classe operaia euro*
pea. .isognava passare all&attacco$ B@ar7 doveva essere confutato# e
la storia# dopo aver passato in rassegna tutti i possibili candidati#
scelse appunto .Yhm.a6er1 come colui che dava maggiore affida*
mentoC
13
.
Il celebre economista austriaco decise di partire all&attacco
della teoria del valore mar7ista. Eiustamente# poich)# se si accetta
'uella teoria# il resto viene piA o meno da s)# tanto che un economi*
sta tedesco scrisse# l&anno dopo la pubblicazione del Capitale$ Bil ri*
fiuto della teoria del valore " il solo compito di chiun'ue combatta
@ar7Q giacch)# una volta ammesso 'uesto assioma# bisogna conce*
1!
J. @andel# &a %orma!ione del pensiero economico di Mar4# p. 1K1.
13
P. @. -6eez,# Presenta!ione a -conomia borg$ese ed economia mar4i"
sta# p. 8I.
IK
dere a @ar7 'uasi tutte le conseguenze tratte con la logica piA rigo*
rosaC
1I
. <o stesso .Yhm.a6er1 spiega$ BI pilastri fondamentali del
sistema mar7iano sono il suo concetto di valore e la sua legge del
valore. -enza di essi# come lo stesso @ar7 ripet) piA volte# sarebbe
impossibile 'ualsiasi conoscenza scientifica degli avvenimenti eco*
nomici.C
1K
-ebbene l&economista austriaco si rivel(# e in un certo senso
fu costretto ad esserlo# tra i piA seri critici della teoria economica
mar7ista# non bisogna sopravvalutare la sua capacit% di approfondi*
mento. .Yhm.a6er1 non riesce comun'ue ad andare oltre gli argo*
menti soliti della scuola neoclassica. >ipico del metodo di .Yhm
.a6er1 e dei suoi simili " valutare @ar7 come uno di loro# come un
economista borghese con idee curiose che vanno confutate. >uttavia#
a differenza di molti altri# .Yhm.a6er1 tratt( @ar7 con rispetto e
si rifiut( di scendere ai livelli infimi# cosG usuali della marmaglia
scientifica che# non potendo confutare il mar7ismo# si accanisce su
aspetti del tutto secondari
12
'uando non sulla vita personale delle fi*
gure storiche del movimento operaio. 5ui siamo a un altro livello
anche se# ovviamente# traspare la ragione politica della critica$ l&at*
tacco di .Yhm.a6er1# come lui stesso riconosce 'ui e l%# " un atto
di lotta di classe.
La(oro contro utilit)
Nella teoria socialista del valore 'asi ttto ( errato. -ssa
non riconosce lorigine del valore, c$e sta nella tilit# invece c$e
nel lavoro. 90. Hieser:
1I
Cit. in D. D,gods1i/# Introd!ione ai 8rndrisse# p. 31.
1K
J. .Yhm.a6er1# &a conclsione del sistema mar4iano# ora in -cono"
mia borg$ese ed economia mar4ista# p. I. >utto il dibattito di cui si parla
in 'uesto scritto " stato pubblicato in italiano nel libro citato -conomia bor"
g$ese ed economia mar4ista nel 12I1. In particolare il libro contiene# oltre
a una presentazione di -6eez, del 1242# l&articolo di .Yhm.a6er1 del
1K23# la risposta di Nilferding del 1204 9da 'uesti due sono tratte# salvo
'uando diversamente specificato# le citazioni: e infine un saggio di <. .ort*
1ie6icz del 120I di cui in 'uesta sede non ci occuperemo.
12
>ipico# in 'uesto senso# il caso dell&economista italiano -,los <abini# che
nel libro Carlo Mar4 ( tempo di n bilancio ritiene confutato @ar7
essenzialmente sulla base di brevi estratti da tre lettere personali di @ar7.
I2
=el primo capitolo del Capitale in forma di ragionamento
logico e altrove con spiegazioni storicosociali# @ar7 analizza il ca*
pitalismo 'uale raccolta di merci# di prodotti cio" creati per lo scam*
bio in un regime di divisione inconsapevole del lavoro. @ar7 ben sa*
peva che 'uel capitolo sarebbe stato il piA ostico del libro# cosG nella
Prefazione avverte il lettore che si tratta del problema centrale e che
" di difficile comprensione.
=el capitalismo# la produzione ha come scopo la massimiz*
zazione del profitto dei proprietari dei mezzi di produzione che agi *
scono in concorrenza tra loro. ?ato che lo scopo della produzione "
l&accrescimento del capitale e dun'ue del denaro del capitalista# il
valore di scambio di una merce sussume completamente il suo valo*
re d&uso. -in dai classici era stato osservato che vi sono merci con
grande valore d&uso ma basso 9o nullo: valore di scambio# cosG come
l&esistenza di beni senza alcun valore di scambio eppure indispensa*
bili all&uomo# come l&aria 9almeno per ora gratuita:. 5uesta obiezio*
ne fu mossa anche dall&economista austriaco Rnies a @ar7$ la teoria
classica e mar7ista del valore sarebbe errata in 'uanto non considera
beni 'uali un prato. In realt%# si tratta di un&obiezione molto debole#
affrontata gi% agli albori della teoria classica. @ar7 vi torna critican*
do il programma lassalliano con cui nac'ue la socialdemocrazia te*
desca# che confonde il lavoro e la ricchezza 9cio" appunto i valori di
scambio e il valore d&uso:$ Bla natura " la fonte di valori d&uso... al*
trettanto 'uanto il lavoro... e il lavoro dell&uomo diventa fonte di va*
lori d&uso# e 'uindi anche di ricchezza# in 'uanto l&uomo " fin dal
principio in rapporto# come proprietario# con la natura# fonte di tutti i
mezzi e oggetti di lavoro# e li tratta come cosa che gli appartieneC
20
.
@a sul punto aveva gi% detto 'ualcosa nel Capitale stesso.
Infatti# nel primo capitolo# dove spiega che il valore d&uso " il conte*
nuto materiale della ricchezza @ar7 sostiene$ B=ella sua produzione
l&uomo pu( solo operare come la natura stessa# cio" soltanto modi%i"
care le %orme dei materiali. @a vi " di piA. In 'uesto stesso lavoro di
formazione l&uomo " costantemente assistito da forze naturali. ,in"
di il lavoro non ( lnica %onte dei valori dso da esso prodotti, del"
la ricc$e!!a materiale.C
20
R. @ar7# Critica al programma di 8ot$a# p. 2O.
K0
Lgni produzione si serve di processi naturali che il proprie*
tario dei mezzi di produzione si appropria senza compenso 9dal mie*
le delle api all&energia solare# dai giacimenti di minerali al vento:#
incorpora dun'ue una parte di ricchezza che non deriva dal valore
umano. Il punto " che 'ualun'ue processo naturale# per entrare nella
produzione umana# cio" nella divisione sociale del lavoro# deve esse*
re appropriato da 'ualcuno e nel momento in cui viene appropriato#
la ricchezza si trasferisce dalla natura all&uomo# appunto tramite il
lavoro. <e api producono il miele ma senza l&apicoltore che lo racco*
glie# la ricchezza miele non esisterebbe per la societ%. Il lavoro uma*
no non " il creatore di ogni ricchezza# ma " creatore del valore# ov*
vero del lavoro socialmente necessario per riprodurre e sviluppare la
societ%. <a legge del valore " la legge che divide il lavoro in una so*
ciet% in cui il processo produttivo " distribuito anarchicamente tra
produttori indipendenti. I prezzi sono il mezzo con cui si pu( suddi*
videre la forzalavoro nella proporzione 'uali'uantitativa necessa*
ria al processo produttivo.
<ungi dall&essere in contraddizione con la teoria mar7ista
del valore# il rapporto tra ricchezza e lavoro ne costituisce l&aspetto
centrale per comprendere la parabola dei modi di produzione nella
storia. Fna simile analisi " del tutto persa in un contesto teorico in
cui il valore di scambio " identificato con l&utilit% marginale di un
bene# il mantra della scuola soggettivista.
<&essenza della svolta data da 'uesta scuola alla teoria eco*
nomica " l&idea che il valore d&uso sia ci( che decide del consumo e
pertanto della produzione dei beni. Il valore di scambio# dun'ue in
ultima analisi il prezzo di un bene# sarebbe determinato dall&utilit%
marginale 9cio" dell&ultima unit% consumata: 'uanto al lato della do*
manda e dal costo marginale 9cio" dell&ultima unit% prodotta: 'uanto
al lato dell&offerta.
Il ragionamento di @ar7 pu( sembrare astratto ed essere pre*
so per deduttivo$ tutte le merci# se si toglie ci( che " inessenziale#
hanno una 'ualit% in comune# essere il prodotto del lavoro umano.
.Yhm.a6er1 critica @ar7 perch) 'uesta tesi non presenta dimo*
strazioni empiriche n) convincenti dimostrazioni teoriche# " come
una deduzione ma fallisce proprio nel suo carattere definitorio per*
ch) l&utilit% " una propriet% piA estesa del valore.
K1
B?ue vie naturali si aprono spontaneamente a chiun'ue vo*
glia provarsi realmente a fondare la tesi in 'uestione$ un modo empi*
rico e un modo psicologico. L si osservano semplicemente i rapporti
effettivi di scambio delle merci e si controlla se riflettono una pro*
porzionalit% tra la grandezza del valore di scambio e la erogazione di
lavoro. L# procedendo simultaneamente per induzione e per deduzio*
ne come si fa spesso nella nostra scienza si analizzano i motivi
psicologici che guidano le persone# da una parte# nel corso dei loro
scambi commerciali e nella fissazione dei prezzi# dall&altra# nella
loro partecipazione alla produzione. 9...: @ar7 non ha seguito n) l&u*
na n) l&altra di 'ueste due vie. 9...: Il suo procedimento consiste in
una dimostrazione puramente logica# in una deduzione dialettica che
ha il suo punto di partenza nella natura dello scambio.C
21
-i noti come l&economista austriaco non sia in grado di stac*
carsi dal soggettivismo e riduca l&analisi non empirica ai Bmotivi psi*
cologiciC. Invece# il ragionamento di @ar7 non " BpsicologicoC ma
storico. <o si vede con chiarezza nella celebre lettera a Rugelmann
dell&11 luglio del 1K3K in cui @ar7 sembra 'uasi rispondere all&obie*
zione di .Yhm.a6er1$ Bl&analisi dei rapporti reali# data da me#
conterrebbe la prova e la dimostrazione del reale rapporto di valore
anche se nel mio libro non vi fosse nessun capitolo sul Uvalore&.C
J va avanti$ BIl cianciare sulla necessit% di dimostrare il con*
cetto di valore " fondato solo sulla piA completa ignoranza# sia della
cosa di cui si tratta# sia del metodo della scienza. Che sospendendo il
lavoro# non dico per un anno# ma solo per un paio di settimane ogni
nazione creperebbe# " una cosa che ogni bambino sa. J ogni bambi*
no sa pure che la 'uantit% di prodotti# corrispondenti ai diversi biso*
gni# richiedono 'uantit% diverse# e 'ualitativamente definite# del la*
voro sociale complessivo. Che 'uesta necessit% della distribuzione
del lavoro sociale in proporzioni definite# non " affatto annullata dal*
la forma definita della produzione sociale# ma solo pu( cambiare il
suo modo di apparire# " self evident. <e leggi di natura non possono
mai essere annullate. Ci( che pu( mutare in condizioni storiche di*
verse non " che la forma in cui 'uesta distribuzione proporzionale
del lavoro si afferma# in una data situazione sociale nella 'uale la
connessione del lavoro sociale si fa valere come scambio privato dei
21
J. .Yhm.a6er1# &a teoria dellinteresse di Mar4# ora in AA.DD.# &a
teoria dello svilppo capitalistico# cit.# p. O10.
K2
prodotti individuali del lavoro# " appunto il valore di scambio di 'ue*
sti prodotti.C
<a funzione necessaria del lavoro come elemento di valoriz*
zazione del capitale non deriva solo dalle ore non pagate# pure ne*
cessarie# ma da tutte le ore lavorate. -enza lavoro non c&" movimen*
to dei mezzi di produzione# non c&" produzione# non c&" capitalismo.
Al contrario# si pu( ben dare utilit% senza produzione. Che la produ*
zione sociale necessiti di una determinata composizione 'ualitativa
data dei mezzi di produzione e della forza lavoro " ovvio. Altrimenti
non vi sarebbe neppure divisione del lavoro o scambio di merci# il
'uale implica divisione del lavoro non cosciente. Che cos&" " dun*
'ue una merce# la cellula della societ% borgheseM P 'ualun'ue bene
che soddisfi un bisogno 9reale o fantastico# diretto o indiretto:# essa "
dun'ue immediatamente un oggetto utile. 5uesto immediato si rife*
risce a due aspetti parimenti importanti. Innanzitutto# significa che il
valore " 'ualcosa che la merce ac'uisisce solo mediatamente e in
particolare solo 'uando la validazione del mercato ne sancisce il
contenuto in termini di lavoro sociale. In secondo luogo significa
che il valore d&uso esiste in 'uanto c&" l&uso# ovvero esiste solo per il
consumo. -e la merce non " usata ma venduta# il valore d&uso# la sua
'ualit% immediata# scompare dalla vista. Il valore delle merci ne con*
sente la circolazione e# come atto finale# l&uso# il consumo. Per aver*
si la circolazione occorre che tutte le merci partecipino di una so*
stanza comune. @a 'uesta sostanza non " BtrovataC escludendo ci(
che non le accomuna# come pensano gli austriaci. P invece la forza
reale che le genera# il lavoro umano# senza il 'uale i valori d&uso non
diventano merci. Il lavoro sociale 9medio: " ci( che riconduce a uni*
t% i valori d&uso che esistono in 'uanto sono appunto oggettivati da
lavoro sociale. @ar7 sa bene che l&insieme dei valori d&uso " piA va*
sto# ma la maggiore vastit% " irrilevante senza l&intervento umano$
BFna cosa pu( essere valore dso senza essere valore di scambio.
Ci( accade 'uando la sua esistenza per l&uomo non " mediata attra*
verso il lavoro... Fna cosa pu( essere utile e pu( essere prodotto di
lavoro umano senza essere merce.C
22
Come succede# ad esempio# con i lavori domestici e l&auto
produzione. P dun'ue il lavoro sociale oggettivato nella merce che
ne decide la natura. @a 'uesta natura " duplice. Il carattere duplice
22
R. @ar7# Il capitale# I# cap. 1.
KO
della merce deriva dal fatto che essa non " immediatamente sociale.
Jssendo la divisione del lavoro non pianificata# la socializzazione
del lavoro " 'ualcosa di non diretto. <a merce diviene sociale# pas*
sando per lo scambio. <a duplicit% deriva anche dalla duplicit% del
lavoro. Il lavoro con cui vengono prodotte le singole merci " un la*
voro concreto# ma la sua natura di lavoro sociale generale viene rico*
nosciuta# 'uantitativamente# 'uando la merce arriva sul mercato. A
'uesto aspetto della misurazione era gi% arrivato anche Aristotele
che spiegava# come riportato da @ar7$ per aversi scambio si deve
avere e'uivalenza e dun'ue commensurabilit%. =on basta perci( ri*
conoscere una identica sostanza in tutte le merci# il lavoro astratto#
esso va anche misurato e tale misura il tempo di lavoro necessario
medio costituisce la grandezza di valore. A 'uesta analisi# che ap*
punto era gi% nel pensiero del grande filosofo greco# @ar7 aggiunge
la dialettica. <a duplicit% delle merci non sta nell&aversi due aspetti
coesistenti# semplicemente paralleli. 5uesti due aspetti sono tra di
loro in un rapporto di unit% dialettica# si negano dun'ue vicendevol*
mente e insieme si coimplicano. <a natura di oggetto concreto della
merce deve essere negata per aversi lo scambio# cosG come il lavoro
concreto che l&ha creata " negato dalla sua dimensione metrica di la*
voro astratto. <o scambio oggettiva la duplicit% e incorpora il fetici*
smo. -e la merce " per sua natura duplice# la duplicit% genera inevi*
tabilmente reificazione# ovvero la negazione della sua natura sociale#
la convinzione feticistica che si tratti di un puro oggetto. Il carattere
feticistico delle merci " appunto 'uesto$ l&idea che si tratti di beni e
che gli uomini se li scambino in 'uanto beni# laddove ci( che gli uo*
mini davvero scambiano sono i rapporti tra di loro# la vita stessa. <a
strada intrapresa dalla teoria borghese era dun'ue obbligata.
@ar7 spiega perch) essa ha preso la strada del soggettivismo
psicologista# delle apparenze$ BIl senso della societ% borghese consi*
ste appunto in 'uesto# che a priori non ha luogo nessun cosciente di *
sciplinamento sociale della produzione. Ci( che " razionale " neces*
sario per la sua stessa natura# si impone soltanto come una media che
agisce ciecamente. J poi l&economista volgare crede di fare una
grande scoperta se# di fronte alla rivelazione del nesso interno# insi*
ste sul fatto che le cose nel loro apparire hanno un altro aspetto. In*
fatti egli " fiero di attenersi all&apparenza e di considerarla definiti*
va. A che serve allora una scienzaM
K4
@a 'ui la faccenda ha ancora un altro sfondo. Assieme alla
introspezione nel nesso crolla# di fronte alla rovina pratica# ogni fede
teorica nella necessit% permanente delle condizioni esistenti. 5ui vi "
dun'ue l&assoluto interesse delle classi dominanti di perpetuare la
spensierata confusione.C
2O
Impigliata nelle apparenze# la scienza borghese rinuncia a
spiegare la radice dei processi sociali e rimane alla loro superficie.
Poich) la legge del valore non si pone come oggetto immediato della
conoscenza# la ignorano e si limitano a studiare i prezzi# la Blegge
della domanda e dell&offertaC# l&utilit%. 5uesta confusione di metodo
e di sostanza degli economisti non " solo un problema di reificazione
scientifica. P anche un problema politico. -coprire il funzionamento
della legge del valore al di sotto della superficie della societ% bor*
ghese significa scoprire il segreto dell&evoluzione storica e dun'ue
anche della caducit%# della contingenza di 'uesta societ%. Diceversa#
l&utilit% " un concetto totalmente generale e astratto tanto da poter
ben racchiudere ogni forma di vita. Ad esempio# la propensione in*
coercibile delle piante a orientare le radici verso il centro della >erra
e il fusto verso il -ole " indubbiamente un processo definibile come
la massimizzazione dell&utilit% che luce e terreno forniscono alla
pianta. <a pianta ottimizza le proprie risorse come 'ualsiasi consu*
matore ligio all&economia neoclassica. -econdo la logica di .Yhm
.a6er1# l&utilit% in 'uanto piA generale fornisce una base BmiglioreC
per comprendere la societ%. Al contrario# ne impedisce ogni com*
prensione. .Yhm.a6er1 critica l&astrazione fatta da @ar7# ma non
la capisce. =on comprende infatti che una merce non " un 'ualsiasi
prodotto# ma il prodotto della divisione sociale del lavoro giunta a un
certo grado di sviluppo. ?un'ue sostenere che l&utilit% ha un&esten*
sione euristica maggiore non implica nulla. In primo luogo perch)#
come visto# l&utilit% non implica scambiabilit% e nemmeno un valore.
Di sono molteplici beni e servizi utili senza valore. In secondo luo*
go# perch) non si analizzano i rapporti che nelle societ% mercantili vi
sono tra valori d&uso e di scambio. Ad esempio# il fatto che si di *
struggono derrate alimentari per tenere alti i profitti mentre milioni
di persone muoiono di fame " una prova definitiva del dominio del
valore di scambio sul valore d&uso. Che 'uesti alimenti abbiano un
valore d&uso per gli indigenti " autoevidente# eppure 'uesti beni non
2O
R. @ar7# &ettera a Agelmann dell&11.I.1K3K.
K!
possiedono valore di scambio# o meglio non permettono al comples*
so della produzione agroalimentare di possederne a sufficienza.
?un'ue sono buttati. <&economista austriaco# insistendo sul valore
d&uso rimane invischiato nel feticismo delle merci$ i rapporti tra uo*
mini schiacciati dai rapporti tra beni.
Alle posizioni austriache rispose un giovanissimo Nilferding
9sia Il capitale %inan!iario che la risposta a .Yhm.a6er1 furono
scritti prima che compisse 2! anni:
24
. <&esponente socialdemocratico
comincia dimostrando l&inutilit% di una teoria del valoreutilit%$
'uando si scambia una merce significa che essa ha sG un valore d&uso
per altri ma anche che non ne ha piA per il suo possessore$ BChe tale
merce sia utile ad altri " una premessa della sua scambiabilit%Q ma
essendo per me inutile# il valore d&uso della mia merce non " in al*
cun modo una misura neppure della mia valutazione individuale#
tanto meno poi una misura per una grandezza oggettiva di valore.
=on serve a nulla dire che il valore d&uso risiede nella capacit% di
'uesta merce di esser scambiata con altre merci. Infatti# ci( significa
che la grandezza del Bvalore d&usoC " data ora dalla grandezza del
valore di scambio# non gi% che la grandezza del valore di scambio "
data dalla grandezza del valore d&usoC
2!
.
Jcco perch) una teoria che si basi sul valore d&uso per spie*
gare l&economia capitalistica non ha alcun senso$ che utilit% ha per il
proprietario della fabbrica di scarpe il milionesimo paio di scarpeM
=essuno e perci( non dovrebbe costare niente# se si producesse ai
fini dell&utilit% che ricava dal bene. Il fatto " che storicamente avvie*
ne Bla separazione fra l&utilit% delle cose per il bisogno immediato e
la loro utilit% per lo scambio. Il loro valore d&uso si separa dal loro
valore di scambioC 9cit.# p. 11K: e lo sussume completamente.
24
Il comportamento risoluto e brillante di Nilferding in 'uesta circostanza
non pu( farci dimenticare che Bla sua attivit%# cosG come 'uella dello stesso
Partito socialdemocratico fu un ininterrotto fallimentoC 9P. @. -6eez,#
Presenta!ione# cit.# p. 8DII:# come si vide anche nella sfortunata esperienza
ministeriale 6eimeriana che corrispose all&iperinflazione# un episodio che
ebbe non poco peso nel favorire l&ascesa nazista# ascesa che peraltro# ancor
piA colpevolmente# Nilferding sottovalut( sino al giorno in cui venne
arrestato dalla Eestapo finendo torturato e ucciso.
2!

Cit.# p. 11I.
K3
5uanto alla critica di aver escluso le altre propriet% delle
merci# osserva Nilferding$ B=ella maggior parte dei casi# le cose
debbono essere prima lavorate per diventare utili. All&inverso# per
giudicare dell&utilit% di una cosa " indifferente sapere se " costata la*
voro e 'uanto. Il fatto di essere un prodotto del lavoro non fa ancora
di un bene una merce. @a soltanto come merce un bene " determina*
to in modo antitetico come valore d&uso e come valore. @a un bene
diviene merce soltanto 'uando entra in relazione con altri beni# rela*
zione che diviene visibile nello scambioQ e la valutazione 'uantitati*
va appare come il valore di scambio del bene. CosG la propriet% di
fungere da valore di scambio crea il carattere di merce del bene. Fna
merce non pu( tuttavia riferirsi da sola ad altre merci$ 'uesta reci*
proca relazione oggettiva dei beni pu( soltanto essere espressione
del rapporto personale dei loro possessori. Come possessori di mer*
ci# essi sono per( anche portatori di determinati rapporti di produzio*
ne. 9...: <a merce " dun'ue espressione economica# cio" espressione
di relazioni sociali di produttori indipendenti gli uni dagli altri# nella
misura in cui tali relazioni sono mediate dai beni. Lra la contrappo*
sta determinazione della merce come valore d&uso e come valore# il
suo contrasto 'uando si manifesta come forma naturale o come for*
ma di valore# si dimostra ora un contrasto tra la merce che si presen*
ta da un lato come cosa naturale e dall&altro come cosa sociale. 9...:
<a merce " una unit% di valore d&uso e di valore# soltanto il modo di
giudicare " duplice$ in 'uanto cosa sociale " oggetto di una scienza
sociale# cio" dell&economia politica. ?un'ue oggetto dell&economia
politica " il lato sociale della merce...C 9cit.# p. 120:.
Il prezzo contiene valore nel senso che esprime determinate
relazioni sociali. <a teoria del valore " l&espressione di tali rapporti.
A prescindere dal Blavoro contenutoC originariamente nella merce#
senza lavoro la merce non ricade nella divisione del lavoro$ Bla mer*
ce pu( essere espressione di rapporti sociali soltanto in 'uanto essa
stessa viene considerata un prodotto della societ%# una cosa sulla
'uale la societ% ha impresso il suo sigillo. 9...: i membri della societ%
possono avere tra di loro una relazione economica soltanto se lavora*
no gli uni per gli altri. 5uesta relazione materiale si esprime come
forma storica nello scambio di merci. Il prodotto totale del lavoro si
rappresenta come valore totale# che nella singola merce appare 'uan*
titativamente come valore di scambio.
KI
-e la merce per la societ% " un prodotto del lavoro# tale lavo*
ro ora ac'uista per 'uesta via il suo preciso carattere di lavoro so*
cialmente necessario 9...:. CosG dal punto di vista economico i lavori
privati appaiono piuttosto il contrario$ cio" lavori sociali. <e condi*
zioni del lavoro creatore di valore sono dun'ue determinazioni so*
ciali del lavoro ossia determinazioni di lavoro sociale.C 9cit.# p. 121:
J dun'ue$ Bil lavoro " il principio del valore# e la legge del
valore " una realt% perch) il lavoro " il legame sociale che tiene in*
sieme la societ% scomposta nei suoi atomi# e non perch) sia il fatto
tecnicamente piA rilevante. Prendendo come punto di partenza il la*
voro socialmente necessario# @ar7 " in grado di scoprire il meccani *
smo interno di una societ% basata sulla propriet% privata e la divisio*
ne del lavoro.C 9cit.# p. 124:
<a teoria del valore serve dun'ue a capire come la societ%
divide il proprio lavoro complessivo tra le produzioni dei vari beni.
>ale divisione implica scambi regolari# ma per scambiare occorre un
terreno comune$ i lavori privati vengono considerati solo se creano
valore sociale# solo in 'uanto sono specificazioni del lavoro sociale
complessivo. Jcco perch) la merce " un prodotto sociale$ " il risulta*
to della divisione sociale del lavoro e dei rapporti di produzione. Per
'uesto# la teoria del valore " l&essenza stessa della teoria economica$
Bdacch) il lavoro nella sua figura sociale diviene misura del valore#
l&economia si costituisce come disciplina storica e come scienza del*
la societ%.C 9cit.# p. 12O:. 5uando l&economia ha rifiutato la teoria del
valorelavoro# " finita come scienza.
<e altre obiezioni mosse da .Yhm.a6er1 alla teoria del
valorelavoro dimostrano sempre la confusione tra il concetto di va*
lore d&uso e di valore di scambio. <&economista austriaco contesta
l&idea mar7iana 9e aristotelica: dello scambio come relazione tra
e'uivalenti. Per .Yhm.a6er1 non c&" e'uilibrio perch) parte# da
bravo neoclassico# dal valore d&uso$ Bl% dove regnano l&uguaglianza
e l&e'uilibrio perfetto non subentra# di solito non avviene alcuna va*
riazione dello stato di 'uiete esistenteC 9cit.# p. 3O:. P ovvio che se si
scambia un orologio per un paio di scarpe c&" una modificazione nel
valore d&uso del bene scambiato# altrimenti non si scambierebbe. @a
il punto " che se le scarpe non valessero obiettivamente# socialmen*
te# come l&orologio# il proprietario dell&orologio non accetterebbe lo
scambio. Per usare la famosa formulazione di @ar7# il capitalismo "
KK
dominato dallo schema ?@?& e non piA @?@# dun'ue# " ov*
vio che si scambiano non cose 'ualitativamente uguali ma merci
e'uivalenti in valore$ l&uguaglianza " tra valori sociali delle merci#
non tra utilit% o 'ualit% concrete della cosa.
<&economista austriaco contesta anche il concetto di lavoro
complesso come lavoro semplice BmoltiplicatoC. -econdo @ar7# il
lavoro 'ualificato " pagato di piA perch) il costo sociale della sua ri*
produzione " maggiore 9per i costi di formazione# ad esempio:. A
'uesta idea# a dire il vero abbastanza ovvia# .Yhm.a6er1 fa una
curiosa obiezione$ il lavoro complesso non vale come lavoro sempli*
ce moltiplicato perch) valere non " essere e Bla teoria mira all&essen*
za delle coseC. >ale affermazione contiene una contraddizione e un
errore. <a contraddizione " l&essenzialismo che suona stonato in boc*
ca a un economista neoclassico che critica la teoria del valore mar*
7iana perch) non si riduce all&analisi dei prezzi# alla superficie delle
cose
23
. <&errore " l&identificazione delle 'ualit% di una merce 9sia
essa anche il lavoro: con il suo valore. -e un chiodo vale un euro# "
un euroM Che significa in concretoM -arebbe come dire che un chilo
di grano deve costare come un chilo d&oro perch) sono tutti e due un
chilo. ?i nuovo# anche 'uesta critica si riduce alla totale confusione
che gli economisti borghesi fanno tra valore d&uso e valore di scam*
bio.
Il primo e il ter!o li-ro el Capitale2 Valori, pre!!i e il
sa""io meio el pro%itto
=on fu dato a @ar7 di rifinire e pubblicare il III volume del
Capitale. -ebbene schiere di studiosi abbiano criticato i criteri reda*
zionali di Jngels# e pur dando per scontato che il lavoro finito di
@ar7 sarebbe stato migliore# rimane il fatto che ci( che @ar7 voles*
se dire nel rapporto tra valori e prezzi " chiarissimo# per chiun'ue
voglia comprenderlo e abbia letto non solo il III libro ma la comples*
siva opera mar7iana in argomento
2I
. Ribaltando l&osservazione fatta
per criticare @ar7 su un altro punto# e cio" che Bla teoria mira all&es*
23
=on a caso " @ar7 a dire che la scienza sarebbe inutile se la superficie
delle cose coincidesse con la loro essenza.
2I
=on ci soffermeremo a lungo su 'uesto punto che abbiamo gi% trattato in
altri saggi presenti in 'uesto scritto.
K2
senza delle coseC# su 'uesto punto .Yhm.a6er1 non si occupa af*
fatto dell&essenza del problema# preferendo rimanere alla contraddi*
zione del nesso esterno tra valori e prezzi. Digono i prezzi di produ*
zione# ovvero il fatto che nel capitalismo a ogni 'uota di capitale# a
prescindere dalla sua composizione# spetti un identica remunerazio*
ne# e dun'ue massa di profitto e che ci( cozzi prima facie con l&ori*
ginaria estrazione di plusvalore. Accontentandosi di rilevare la con*
traddizione# .Yhm.a6er1 osserva che Bla teoria del saggio medio
del profitto e dei prezzi di produzione non si concilia con la teoria
del valore. 5uesta " un&impressione che# a mio parere# chiun'ue ra*
gioni secondo la logica non pu( non ricavareC 9cit.# p. 2I: e da tale
considerazione ricava la famosa predizione$ BIl sistema mar7iano ha
un passato ed un presente# ma non ha un futuro durevole. 9...: <o spi*
rito umano pu( lasciarsi suggestionate momentaneamente ma non in
modo permanente da un&abile retorica. A lungo andare# riac'uistano
validit% soltanto e sempre i dati di fatto# cio" una solida concatena*
zione non di parole e di frasi ma di cause e di effetti.C 9cit.# pp. 10K
102:
Lra# n) @ar7 ne i suoi successori scientifici hanno mai ne*
gato che la contraddizione esista# al contrario# essa " indispensabile
al funzionamento del capitalismo. -enza tale contraddizione non vi
sarebbe innovazione tecnologica e il sistema sarebbe crollato da
tempo. <a teoria della conoscenza borghese nega l&esistenza di con*
traddizioni che vengono relegate nel campo delle aberrazioni logi*
che. Per i mar7isti invece anche le cose piA semplici e scontate come
la vita e il movimento sono un insieme di contraddizioni# che la logi*
ca formale non pu( risolvere. @ar7 trov( la contraddizione# non se
la invent(. <a contraddizione " il risultato di un processo storico rea*
le# non il cozzare di idee contrapposte nella mente di uno scienziato#
sia pure geniale. In 'uanto reale la contraddizione viene risolta# ov*
vero superata# nel reale ed " da lG che occorre partire$ la teoria deve
vedere come la storia e la societ% hanno concretamente superato# sin*
tetizzato la contraddizione e registrarlo. >entare di eliminare la con*
traddizione pu( darci una teoria piA logica# ma sbagliata. P vero$ va*
lore e prezzo di produzione sono due realt% differenti. Il valore deter*
mina il movimento generale della societ%# i prezzi di produzione il
riproporzionamento del profitto tra i settori.
20
<o stesso .Yhm.a6er1 sintetizza abbastanza correttamen*
te il ragionamento di @ar7 come segue$ B<a legge del valore deter*
mina il valore complessivo di tutte le merci prodotte nella societ%Q il
valore complessivo delle merci determina il plusvalore complessivo
in esse contenutoQ 'uest&ultimo# ripartito tra il capitale sociale com*
plessivo# regola il saggio medio del profittoQ 'uesto# applicato al ca*
pitale impiegato per la produzione di una singola merce# frutta il pro*
fitto medio concreto che# finalmente# entra come elemento nel prez*
zo di produzione della suddetta catena.C 9cit.# p. !1:
-econdo l&economista austriaco ci( significa che siccome il
prezzo di produzione diverge normalmente dal suo valore# Bnella de*
terminazione del plusvalore complessivo interviene perlomeno una
causa determinante estranea alla legge del valoreC 9cit. p. !O:. Al
contrario# la legge del valore# nell&epoca della concorrenza capitali*
stica# " la legge dell&uguaglianza del saggio 9tendenzialmente calan*
te: del profitto. Il modo di esistere della legge del valore ne " una ne*
gazione# per certi versi# ma una negazione dialettica# cio" una nega*
zionecontinuazione. Alla base del funzionamento della legge vi " la
concorrenza tra i molti capitali. Lvviamente non si pu( comprendere
tale funzionamento se si riduce la concorrenza a una specie di istin*
to# come fa .Yhm.a6er1 che dice$ Bla BconcorrenzaC... " una sorta
di nome collettivo per tutti gli impulsi e i motivi psichici che regola*
no il comportamento delle parti sul mercato e che perci( influenzano
la fissazione dei prezziC 9cit. p. KO:# una sorta di pulsione dun'ue e
non# come per @ar7# un processo sociale in base al 'uale funziona
una societ% in cui i mezzi di produzione sono nelle mani della classe
borghese. CosG interpretata la concorrenza " davvero BesternaC# come
la Bdomanda e l&offertaC# 'uesto binomio con cui si spiega tutto e
niente# alla legge del valore. Il problema invece " di comprendere lo
sviluppo della societ% mercantile 'uando la produzione viene piegata
all&unico scopo di massimizzare i profitti. Poich) i capitalisti stanno
di fronte tra loro in base al capitale posseduto# la concorrenza# 'uan*
do funziona liberamente# ridistribuisce tra di loro il plusvalore origi*
nariamente creato nella produzione. Il plusvalore esiste in potenza
nella singola merce# ma viene validato socialmente 'uando 'uesta
viene venduta e il prezzo di mercato# pur senza oscillazioni# deriva
dalla massa del capitale impiegata.
21
.Yhm.a6er1 rifiuta tutto ci( e sostiene che alla fine @ar7
scelse il lavoro come fonte del valore prima di ogni indagine indutti*
va o deduttiva per ragioni politiche e ideologiche. Poi partG alla ricer*
ca delle pezze d&appoggio che fra l&altro non trov(. -i dimentica che
@ar7 aveva preso il lavoro come fonte del valore e dun'ue sua mi *
sura in prima approssimazione dai classici# ed " ridicolo sostenere
che -mith e Ricardo avessero formulato la teoria del valorelavoro
mossi da intenti anticapitalistici.
?i nuovo# a tali argomentazioni risponde il giovane Nilfer*
ding che inizia spiegando che 'uando @ar7 pubblica il primo volu*
me del Capitale aveva gi% scritto anche il terzo$ B5uanto alla ritirata
Zdi @ar7[# coloro che ne parlano dimenticano che il primo volume fu
pubblicato soltanto dopo che era stato terminato il capitolo del terzo
volume contenente il punto in discussione. 9...: Parlare 'uindi di una
ritirata significa attribuire a @ar7 di aver proceduto per un miglio e
'uindi di essere arretrato di un miglio# per poter rimanere in un de*
terminato punto. @a " proprio 'uesta la concezione che l&economia
volgare ha dell&essenza del metodo dialettico che rimane per essa un
mistico abracadabra# giacch) non riesce mai a vedere il processo
bensG soltanto il risultato finito.C 9cit.# p. 140:
<a contraddizione tra la teoria del valore tot cort e i prezzi
di produzione non " comprensibile# come si " detto# senza capire la
dialettica. Il fatto che solo la parte variabile del capitale crei valore "
vero ma inopponibile tra capitalisti. 5uesto implica che i settori in
cui la composizione organica del capitale " piA alta saranno premiati
da 'uesta BindifferenzaC. @a l&aspetto decisivo# spiega Nilferding# "
che la teoria dei prezzi di produzione non viola la legge della produ*
zione del valore# che sancisce che il profitto nasce nella produzione.
Il prezzo aggregato " uguale al valore aggregato proprio come il pro*
fitto aggregato corrisponde al plusvalore aggregato. -emplicemente$
B<a ripartizione del plusvalore non avviene secondo la spesa si lavo*
ro che il singolo produttore ha impiegato nella sua sfera per produrre
plusvalore# ma si regola sull&entit% del capitale anticipato.C 9cit.# p.
141:
5uesto cambiamento " decisivo per comprendere lo svilup*
po del capitalismo ma non modifica in nulla l&origine del valore e sa*
rebbe anche superficiale parlare di BdeviazioneC della legge del valo*
re imposta dal capitalismo# come se esistesse una legge pura# pre
22
esistente storicamente. Il capitalismo nega e insieme conduce al suo
massimo grado di funzionamento la legge del valore. >ale sviluppo
della legge del valore nella legge dei prezzi di produzione non " ov*
viamente casuale# ma indispensabile per lo sviluppo delle forze pro*
duttive# anzi " 'uesto stesso sviluppo che fa sG che il capitale nel
senso di macchine e mezzi di produzione ac'uisti un peso crescen*
te# il che si riflette nel metodo con cui la societ% BpremiaC il produt *
tore piA innovativo# 'uello a composizione organica maggiore. =on
a caso# nella critica a @ar7 .Yhm.a6er1 astrae sempre dalla com*
posizione organica del capitale e cio" dal fatto che il capitale ha due
componenti delle 'uali solo una " produttrice di valore. -eguendo
tale strada# si impedisce la comprensione del ragionamento mar7iano
e soprattutto dello sviluppo del capitalismo.
I /i%ensori0 i $arx e la crisi ella teoria -or"5ese
0inora# come visto# non abbiamo trovato alcun punto di ac*
cordo con le argomentazioni dell&economista austriaco. 5ui dobbia*
mo citare l&unico$ la critica alla BdifesaC del pensiero di @ar7 opera*
ta da -ombart e altri teorici idealisti. -ostennero infatti# 'uesti teorici
vicini al neo1antismo# che la teoria del valore vale come concezio*
ne e non come dato di fatto empirico. @a giustamente .Yhm.a*
6er1 rileva che @ar7 stesso non potrebbe che rifiutare una simile in*
terpretazione idealista. -e la teoria del valore non corrisponde a pro*
cessi economici reali a che servirebbeM
B... nella scienza anche le BideeC e la BlogicaC non possono
con tutta disinvoltura astrarre dai dati di fatto. 9...: " lecito ogni volta
astrarre soltanto dalle peculiarit% irrilevanti per l&esame del feno*
meno da studiare# ma sottolineo# realmente ed effettivamente irrile*
vantiC 9cit.# p. 101:.
-iamo d&accordo# a parte la fiducia positivista nei BfattiC# e
pur tenendo conto che la concezione mar7iana del rapporto tra fatti e
teoria 9la famosa dialettica dell&astratto e del concreto# l&astrazione
determinata: " infinitamente superiore e piA complessa di simili ba*
nalit%. Il problema " che l&economista austriaco non " la persona piA
indicata per difendere il metodo scientifico dal soggettivismo. Infatti
osserva$ B5uesti Z-ombart[ vorrebbe in ultima analisi ricondurre ad
una polemica metodologia di principio il contrasto che sussiste tra il
2O
sistema mar7iano da un lato e le concezioni del sistema teorico op*
posto e segnatamente dei cosiddetti economisti austriaci dall&altro.
@ar7 sarebbe infatti sostenitore di un estremo oggettivismo mentre
noi propugneremmo un soggettivismo che sfocia nello psicologi*
smo.C 9cit.# p. 10!:
Per lo stesso economista austriaco 'uesta " un&osservazione
Bsottile e intelligenteC ma inadeguata# nel senso che riducendo la po*
lemica a diatriba di metodo ne perde la sostanza. ?al canto suo# con*
tro -ombart# Nilferding ribadisce come Bil livellamento dei diversi
saggi del profitto ad un solo saggio del profitto sia il prodotto di un
lungo processoC. =on " dun'ue un BconcettoC nel senso di un&inven*
zione della fervida mente di @ar7# " un fatto e per comprenderlo oc*
corre analizzare il capitalismo come una totalit% organica$ BProprio il
fenomeno delle variazioni del prezzo di produzione ci ha dimostrato
come i fenomeni della societ% capitalistica non possano essere com*
presi se la merce o il capitale vengono esaminati isolatamente. -ol*
tanto il rapporto sociale che intercorre tra di essi e le sue modifica*
zioni dominano e chiariscono i movimenti dei singoli capitali che
sono unicamente parti del capitale sociale complessivo.C 9cit.# p.
13!:
.Yhm.a6er1# al contrario# subordina le sue analisi Balla
propria mentalit% individualistica# e perviene cosG a contraddizioni
che attribuisce alla teoriaC. Per .Yhm.a6er1 il lavoro crea valore
nel senso che nel determinare la valutazione delle merci si fa una
specie di valutazione# di stima del lavoro occorso per produrle# tor*
nando cosG a -mith. @a seguendo 'uesta interpretazione inevitabil*
mente si arriva alla conclusione che la teoria sia incoerente$ B-e si
identifica il valore delle merci con la valutazione che di tali merci
danno gli individui# appare arbitrario assumere proprio il lavoro
come l&unico fondamento di tale valutazione. ?al punto di vista sog*
gettivistico# che " 'uello su cui .Yhm fonda la sua critica# la teoria
del valore del lavoro appare 'uindi invalidata a priori.C 9cit.# p. 133:
P 'uesta impostazione che impedisce all&austriaco di vedere
che Ba @ar7 non importa nulla della motivazione individuale della
valutazione# perch) i proprietari dei prodotti non hanno fatto nessuna
fatica# mentre hanno fatto fatica coloro che li hanno fabbricati ma
non li possiedonoC. <&idealismo impedisce agli economisti di com*
prendere la teoria del valore# e il legame che sussiste tra teoria e sto*
24
ria$ Bsecondo il metodo dialettico# lo sviluppo teorico procede do*
vun'ue parallelamente a 'uello storico# in 'uanto lo sviluppo della
forza produttiva sociale nel sistema mar7iano si presenta una volta
nella sua realt% storica e una seconda volta come rispecchiamento
teorico.C 9cit.# p. 1I4:
All&epoca# 'uando era ancora mar7ista# Nilferding sapeva
ben comprendere che il soggettivismo non era un&opzione teorica
come un&altra# ma l&essenza della crisi del capitalismo# della parabo*
la discendente della borghesia e parlando delle concezioni di .Yhm
.a6er1 sostiene$ B'uesta teoria economica e'uivale alla negazione
dell&economiaQ l&ultima replica dell&economia borghese al sociali*
smo scientifico " l&autodistruzione dell&economia politicaC. >ragica*
mente# per s) e per il proletariato europeo# negli anni a venire non ne
trasse le dovute conclusioni politiche.
La critica alla teoria so""etti(ista
@entre i teorici socialdemocratici giustificavano ideologica*
mente le stragi della prima guerra mondiale# la tradizione di critica
scientifica all&economia borghese ricadde sulle spalle dei bolscevi*
chi. Per l&argomento della discussione risulta di particolare interesse
un notevole libro di .ucharin scritto nel 1214 ma poi pubblicato solo
nel 1223# &economia politica del rentier. In 'uest&opera il dirigente
rivoluzionario analizza approfonditamente i temi centrali della teoria
austriaca dimostrandone la miseria e l&incoerenza teorica. .ucharin
si pone l&obiettivo di analizzare 'ueste teorie in 'uanto gli austriaci
erano ritenuti Bi piA forti avversari del mar7ismoC. Il fatto che la piA
coerente teoria economica borghese sia tenacemente soggettivista ri*
flette un cambiamento profondo nella natura della borghesia che in
'uanto ormai parassitaria# non sa nulla e non vuole sapere nulla della
produzione# " individualista# odia la classe operaia e tutto ci( che sa
di materiale e di obiettivo. P dun'ue soggettivista.
.ucharin spiega che# storicamente parlando# 'uesti economi*
sti non inventarono nulla. >utto 'uello che dissero lo aveva gi% anti*
cipato addirittura il sensismo di Condillac# che nella sua opera &e
commerce et le governement consid3r3es relativement ln # la"
tre# uscita a Parigi nel 1I2!# parla gi% di utilit% e rarit% e distingue i
beni a seconda che assecondino utilit% presente o futura. ?opo l&aba*
2!
te francese# ripetono 'uei concetti molti altri# tra cui# curiosamente il
padre di Halras# Auguste# che pubblica nel 1KO1 6e la natre de la
ric$esse et de lorigine de la valer nonch) l&economista tedesco
Eossen che d% alla teoria del valoreutilit% una formulazione rigoro*
sa gi% negli anni &!0. -olo che nessuno li prese sul serio. Il perch)
non ha ovviamente a che vedere con la teoria# ha a che vedere con la
storia.
<a critica agli austriaci concerne la teoria del valore e la
conseguente teoria del profitto# dato che lo stesso .Yhm.a6er1#
correttamente# osserva che Bla teoria del valore forma il centro del*
l&intera dottrina dell&economia politicaC. .ucharin " anche consape*
vole del tema dell&intraducibilit% teorica che anticipa osservando$ Bse
la concezione del valore " completamente differente in tutti gli
aspetti... se non ha affatto punti di contatto con 'uella di .Yhm.a*
6er1# come sar% possibile formularvi delle criticheMC. il teorico bol*
scevico analizza il cuore idealista della dottrina austriaca# mostrando
'uanto il soggettivismo si insinui ovun'ue nei loro ragionamenti a
partire dagli esempi. Eli austriaci iniziano a discutere della teoria del
valore con esempi tipo Bun uomo " seduto in una sorgenteC 9cosG ini*
zia letteralmente .Yhm.a6er1:# oppure# come fa Rarl @enger con
Bgli abitanti delle foresteC# o Buna citt% assediataC# robinsonate senza
capo n) coda. =on si rendono conto che senza merci non c&" valore.
-ociet% mercantile significa organizzazione della produzione. =es*
sun problema di 'uesto tipo pu( sorgere in societ% senza merci# sia*
no esse dei cacciatori primitivi o lo B-tato socialistaC di cui parlano
gli austriaci. <a teoria economica sorge solo con lo sviluppo delle
societ% mercantili e# sostiene .ucharin# muore con esse$ Bin una so*
ciet% socialista# l&economia politica perder% la sua ragion d&essere$
rimarr% solo Bgeografia economicaC# essendo scomparso ogni fetici*
smo. Il capitale# per @ar7# " una relazione sociale che appartiene a
un determinato grado di sviluppo della societ%# ha un carattere socia*
le definito. =on " la somma dei mezzi di produzione. Al contrario#
.Yhm.a6er1 parla di capitale come di Buna somma di prodotti che
servono come mezzi per l&ac'uisto di merciC. Eli austriaci sono cosG
costretti a distinguere tra un valore soggettivo# che attiene l&opinione
del soggetto# e il valore oggettivo che riguarda il Brisultato obiettivoC
che si ottiene con una merce. @a che rapporto c&" tra soggettivo e
oggettivoM ?a dove vengono i BbisogniCM J come misurare l&utilit%
23
marginale 9ordinale e individuale:M .ucharin ritiene che 'uesta diffi*
colt% non possano essere superate. Lttanta anni e passa di teoria eco*
nomica gli hanno dato ragione. Il problema rimane irrisolto.
In base a 'uesta teoria del valore# del tutto vacua# sorge una
teoria del profitto altrettanto astratta e astorica# in cui il capitale " il
fondo con cui ac'uistare mezzi di produzione dun'ue eterno. Il pro*
fitto deriva dal fatto che il capitalista pu( attendere che la produzio*
ne si compia# l&operaio no. Insomma# il capitalista guadagna antici*
pando i soldi e i profitti derivano dalle imperfezioni del mercato del
credito# a pensarci bene. Il bene futuro 'uota a sconto. Jcco la pro*
fonda innovazione di .Yhm.a6er1# 'uella che lui stesso chiama Bil
nucleo e centro della sua teoria dell&interesseC. Lvviamente " spaz*
zatura. <a produzione non " se'uenziale ma si trova in ogni stadio
possibile nello stesso tempo. -e gli austriaci usassero un decimo del
rigore con cui pretendono di analizzare @ar7 nel dare un&occhiata
alle proprie teorie# ne constaterebbero la totale incongruenza.
Jngels spieg( che la storia della filosofia poteva sintetizzarsi
in una lotta tra materialismo e idealismo# con una serie di scuole
9agnostiche# sincretiche: a cercare un&impossibile mediazione. <o
stesso succede nella storia della teoria economica. .ucharin analizza
la scuola del cosiddetto mar7ismo legale russo# che ha prodotto eco*
nomisti di grande rilevanza tra cui il piA famoso " forse >ugan.a*
ranovs1, il 'uale sostiene una teoria duplice$ Ble due teorie investi*
gano due fasi diverse dello stesso processo di valutazione economi*
ca. <a teoria dell&utilit% marginale spiega i fattori soggettivi della va*
lutazione economica# mentre la teoria del valorelavoro spiega i suoi
fattori obiettiviC. Lvviamente 'uesto Eiano bifronte teorico non va
da nessuna parte. @a criticando il soggettivismo nemmeno basta#
come fanno alcuni sedicenti mar7isti# sostenere che per @ar7 la teo*
ria del valore " BobiettivaC in 'uanto non si occupa del perch) uno
scambia# cio" delle ragioni del soggetto. P una ben misera replica. Il
punto " che il processo produttivo crea le ragioni stesse per cui un
individuo ritiene di scambiare liberamente. <a societ% non decide
solo del valore dei beni ma anche dei valori che circolano nella testa
delle persone. Il soggettivismo " un processo obiettivo. Come le pre*
ferenze# l&utilit%# la Bscarsit%C. Per 'uesto# .ucharin pu( concludere
che la teoria soggettiva del valore riflette l&epoca della trasformazio*
ne della borghesia in classe di rentier$ Bla teoria BaustriacaC esprime#
2I
secondo noi# l&ideologia del borghese eliminato dal processo produt*
tivo# del borghese sul viale del tramontoC
2K
.
<a produzione e dun'ue il lavoro# scompaiono dall&analisi
perch) i rentier non sono legati alla produzione. Con la nascita delle
societ% per azioni# dei trust# della borsa# tutti i capitalisti divengono
Bpigri e oziosiC# tutti ac'uistano la psicologia del rentier. =on cerca*
no piA legami obiettivi tra le classi 9il valore: e tra di loro 9i prezzi:#
ma solo di eternare la loro posizione soggettiva. In 'uesto ambito#
l&incomprensione del mar7ismo " implicita# inevitabile. Il materiali*
smo rifiutato. Lvviamente# anche se il soggettivismo " un processo
obiettivo non si deve per ci( stesso accettarlo. -e pure l&incompren*
sione delle ragioni della classe operaia costituiscono un fatto e non
un vezzo# pure non stiamo parlando di una legge ineluttabile 'uasi si
trattasse del movimento dei pianeti. Con un po& di onest% 9e la fortu*
na di avere genitori che conoscevano e apprezzavano il mar7ismo:#
il grande economista contemporaneo Hilliam .aumol pot) giungere
a comprendere che i pregiudizi degli economisti 'uando si occupano
del Capitale Bsono solo un riflesso dei nostri pregiudizi come bor*
ghesiC
22
# ma si tratta di eccezioni# peraltro svanite dopo la caduta del
@uro di .erlino.
>uttavia# occorre una considerazione finale. -ebbene sia cor*
retto sostenere# come fanno in periodi diversi Nilferding e .ucharin#
che l&economia borghese diviene idealista seguendo la parabola di*
scendente della classe di cui rappresenta la religione# " altrettanto
vero che tutta la teoria economica rimane impigliata nel feticismo#
non riesce a comprendere il fondo della 'uestione# la duplicit% delle
merci# del valore# del lavoro$ anche nel periodo di ascesa del capita*
lismo# vi erano limiti obiettivi alla comprensione che i suoi rappre*
sentanti scientifici avevano del sistema. Come osserva @ar7# anche
Ricardo ha le sue robinsonate.
2K
=. .ucharin# &economia politica del rentier# 91223:# p. !2. C&" da ricor*
dare che# sebbene solo con la prima guerra mondiale la natura parassitaria
della classe borghese sia divenuta manifesta anche ai meno accorti# i mar7i*
sti lo avevano osservato da molto prima$ Bil capitalista non ha piA nessuna
attivit% sociale che non sia l&intascar rendite# il tagliar cedole e il giocare in
borsaC 90. Jngels# )nti"6D$ring# 1KIK# p. O0O:.
22
H. .aumol# Eages, virte and vale= w$at Mar4 reall5 said# in AA.DD.#
Mar4 and Modern -conomic )nal5sis# 91221:# p. !2.
2K
4i-lio"ra%ia
.Yhm.a6er1 J.# Nilferding R.# -6eez, P. @.# -conomia borg$ese
ed economia mar4ista
.Yhm.a6er1 J.# &a teoria dellinteresse di Mar4
.ucharin =.# &economia politica del rentier
Erossman N.# Mar4, leconomia politica classica e il problema della
dinamica
@ar7 R.# Il capitale1 &ettere a Agelmann1 Critica al programma di
8ot$a
Hieser 0.# Il valore natrale
22
La composi!ione or"anica el capitale
come principio uni%icatore ella realt) economica
Il concetto di composizione organica del capitale " un ele*
mento fondante dell&analisi economica mar7ista ed entra# diretta*
mente o indirettamente# in tutti i temi centrali del suo dibattito teori*
co# dal problema della trasformazione alla caduta tendenziale del
saggio del profitto. Cercheremo di argomentare come la composizio*
ne organica sia rilevante anche per approfondire aspetti storici del
capitalismo# 'uali l&imperialismo e il fascismo. <a tesi di fondo che
vorremmo argomentare in 'uesto scritto " che la composizione orga*
nica del capitale sia la singola determinante piA importante della sto*
ria del modo di produzione capitalistico. In ltima analisi decide di
tutto il resto# compresi i grandi mutamenti politici e l&intonazione di
fondo delle politiche in un certo periodo.
7e%ini!ione e inamica ella composi!ione or"anica el
capitale
<a teoria economica mar7ista distingue il capitale in costan*
te e variabile. ?efinisce capitale costante il capitale che non incorpo*
ra la capacit% di valorizzare se stesso in 'uanto costituito da lavoro
BmortoC 9macchine# prodotti semilavorati# materie prime ecc.:# il cui
valore entra pro 'uota nel valore della merce finale
O0
. ?efinisce capi*
tale variabile il capitale che si scambia contro forzalavoro e dun*
'ue# estraendo alla classe dei produttori tempo di lavoro senza e'ui*
valente 9pluslavoro:# si valorizza# si accresce. @ar7 definisce infine
il rapporto tra 'uesti due capitali composi!ione organica del capita"
le$
BIn 'uesto capitolo trattiamo dell&influenza che l&aumento
del capitale esercita sulle sorti della classe operaia. Il fattore piA im*
O0
-tiamo 'ui descrivendo l&operare complessivo della legge. Per tutti gli
aspetti connessi all&evoluzione tecnologica# al ruolo della scienza e del ge"
neral intellect# affrontati da @ar7 soprattutto nei 8rndrisse# si rimanda a
)ncora na volta slla teoria del valore.
100
portante di 'uesta indagine sono la composi!ione del capitale e le
variazioni che essa subisce nel corso del processo d&accumulazione.
<a composizione del capitale " da considerarsi in duplice
senso. ?al lato del valore essa si determina mediante la proporzione
in cui il capitale si suddivide in capitale costante... e in capitale va*
riabile... ?al lato della materia# 'uale essa opera sul processo di pro*
duzione# ogni capitale si suddivide in mezzi di produzione e in
forzalavoro viventeQ 'uesta composizione si determina mediante il
rapporto fra la massa dei mezzi di produzione usati da una parte e
della 'uantit% di lavoro necessaria per il loro uso dall&altra. Chiame*
r( composi!ione del valore la prima e composi!ione tecnica del capi*
tale la seconda. 0ra entrambe esiste uno stretto rapporto reciproco.
Per esprimere 'uest&ultimo# chiamer( la composizione del valore del
capitale# in 'uanto sia determinata dalla sua composizione tecnica e
in 'uanto rispecchi le variazioni di 'uesta$ la composi!ione organica
del capitale.C
O1

?efiniamo dun'ue# senza ulteriori precisazioni# la composi*
zione organica del capitale come$
91:
>
C
= e
Il mar7ismo prevede che tale rapporto debba tendenzialmen*
te accrescersi. 5uesta tendenza storica# come tutte le leggi di movi*
mento del capitalismo# si incarna nella concorrenza tra i molti capi*
tali# esiste attraverso 'uesta. <a concorrenza tra capitalisti# che si
esprime essenzialmente in una lotta per i mercati# e dun'ue per la
produttivit%# li spinge all&innovazione tecnologica# che si esprime# in
sintesi# nell&incorporazione di sempre maggior lavoro e conoscenze
nella macchina# nel capitale morto. Eli investimenti aumentano la
scala degli impianti# aumentano il capitale a disposizione di ogni sin*
golo addetto. In 'uesto modo riducono il costo unitario del prodotto#
aumentano il saggio del profitto. Il meccanismo dell&unico prezzo
rie'uilibra la suddivisione del plusvalore# dando l&impressione che
O1
5uesto passo si trova all&inizio del capitolo 2O\ del I libro del Capitale#
intitolato Bla legge generale dell&accumulazione capitalisticaC. <a lettura
del capitolo# forse il piA importante dell&opera# mostra 'uanto per @ar7 fos*
se importante la composizione del capitale come motore dello sviluppo ca*
pitalistico.
101
anche il capitale costante sia produttivo di sovrappiA
89
. Fn capitalista
utilizza una tecnica a maggior composizione organica per vincere la
sfida della concorrenza. Il suo successo innescher% la reazione dei
suoi concorrenti. Che falliscano nel tentativo o riescano nell&emula*
zione# l&esito sar% un innalzamento della composizione organica me*
dia del settore. <a storia di ogni settore industriale " dun'ue la storia
della vittoria di metodi produttivi a sempre maggior intensit% di capi*
tale
88
. Per 'uesto# si pu( dire# analizzando un particolare comparto
dell&economia# che la sua composizione organica riflette la sua ma*
turit%. I settori giovani sono caratterizzati da innumerevoli piccole
aziende# con bassa composizione organica e notevole variet% dei me*
todi produttivi. -ettori maturi sono caratterizzati da poche grandi
aziende# con alta intensit% di capitale e pochi metodi produttivi. Au*
mentano dun'ue di pari passo le economie di scala# di variet% e di
rete# sottoprodotto dell&aumento della composizione organica del ca*
pitale. 5uesto vale anche per ogni singolo paese. Eli -tati imperiali*
sti sono caratterizzati da una piA elevata composizione organica e
possono estrarre pluslavoro agli -tati coloniali e postcoloniali attra*
verso il principio dello scambio diseguale.
5uesta tendenza non implica# ovviamente# che in tutti i set*
tori economici o paesi la composizione organica del capitale sia piA
elevata di settori piA giovani. Implica per( la sua inesorabile crescita
nel tempo. P chiaro che vi sono settori in cui la tecnica produttiva ri*
chiede da subito un&intensit% di capitale maggiore. @a 'ualun'ue sia
il punto di partenza# essa crescer%.
<&esito finale della concorrenza# che " appunto la propria
stessa tendenziale eliminazione# non sempre conduce a un monopo*
lio in senso proprio 9ovvero al predominio di un solo produttore:. <e
forme possibili sono molteplici$ cartelli# spartizione dei mercati#
<oint ventres ecc. Lvviamente# il punto non " se il settore maturo "
governato da O o K o 20 aziende a livello mondiale. 0a ben poca dif*
ferenza. Il punto " che 'uelle K o 20 non diventeranno mai piA 100 o
1000. -emmai ! o O. Fna volta aumentata la composizione organica
del capitale# le Bbarriere all&entrataC# come le definG l&economista
O2
Per una disamina del problema si rimanda al citato )ncora na volta sl"
la teoria del valore.
OO
P 'uesta una definizione superficiale di composizione organica del capi*
tale# tipica della scienza economica borghese.
102
.aumol# sono tali da impedire il ricambio. Di possono essere casi in
cui una radicale svolta tecnologica consente l&ingresso in un settore
di nuovi soggetti 9tipicamente gi% colossi in altri settori:# ma l&aspet*
to decisivo " che# attraverso la concorrenza# ogni settore economico
pone capo alla concentrazione e alla centralizzazione del capitale. Il
flusso di nuovi entrati si fermer% e 'ueste reclute verranno nuova*
mente decimate. 5uesta selezione implica ed " prodotta dall&accre*
scimento della composizione organica.
La struttura ei pre!!i, la crisi economica
<&aumento della composizione organica del capitale ha un
effetto anche sul meccanismo di fissazione dei prezzi. Per la teoria
classica del valore# una merce viene venduta# in media# al suo costo
di produzione# il tempo socialmente necessario per produrla in termi*
ni di altre merci 9forzalavoro# semilavorati# la sua 'uota di macchi*
nari# ecc.:
8:
. Per la teoria neoclassica il prezzo corrisponde al costo
marginale della produzione di un bene# ovvero al consumo dei fattori
produttivi remunerati in base alla loro produttivit% marginale. Lra# "
chiaro che tanto maggiore " il capitale costante come proporzione
dei costi# tanto piA il prezzo della merce sar% indipendente dai costi
variabili e dipender% invece sempre piA strettamente dalla scala della
produzione. Ad esempio# la dimensione ottima di un campo da fal*
ciare a mano pu( essere anche di pochi metri 'uadrati# perch) basta
poco per ammortizzare il costo di una falce. @a se il produttore ac*
'uista una mietitrebbia moderna# risulter% efficiente utilizzarla su ap*
pezzamenti ben piA vasti. Fna volta ac'uistata la mietitrebbia# gli al*
tri costi diventano secondari. ?un'ue conviene trebbiare ettari ed et*
tari vendendo il grano a un prezzo unitario inferiore a prima 9rica*
vando per( una massa di profitti maggiori: per ammortizzare il costo
fisso della macchina. <o stesso meccanismo opera per i grandi stabi*
limenti industriali# le spese per lo sviluppo di un farmaco e cosG via.
<a tendenza di sviluppo di tutti i settori economici " verso
una sempre minore indifferenza# diciamo cosG# del costo finale ri*
spetto al costo marginale. Il costo reale dell&ultima unit% prodotta "
O4
-orvoliamo 'ui sul problema delle diverse tecniche e del progresso tecni*
co stesso. Ricordiamo solo che 'uanto piA concentrato " un settore# tanto
meno variet% di tecniche produttive vi esiste.
10O
in realt% prossimo a zero nella misura in cui# se la produzione " suffi*
cientemente elevata# i costi fissi sono diluiti all&infinito. In alcuni
settori 'uesto conduce a una struttura dei prezzi che tiene conto di
'uesta realt% attraverso prezzi BflatC# prezzi cio" che tendono a co*
prire i costi fissi preponderanti con l&aggiunta di una piccola 'uota di
copertura dei costi variabili.
In sintesi# 'uando i costi fissi# che " il modo con cui l&econo*
mia borghese definisce sostanzialmente il capitale costante# diventa*
no la parte preponderante del prezzo di una merce# risulta efficiente
aumentare senza sosta la scala della produzione. @atematicamente
la cosa " ovvia. Infatti# se il costo di una merce ha una parte fissa 0 e
una parte variabile D# il suo costo di produzione totale "$
92:
>' F CCot + =
-i vede subito che il costo medio di 'uesta merce decresce
all&infinito. Infatti# dividendo la 92: per ' 9la 'uantit% prodotta:# otte*
niamo$
9O:
>
'
F
CMe + =
>anto piA ampia " ' 9la produzione totale:# tanto meglio si
ammortizza il costo fisso. Per 'uesto la presenza di costi fissi rende
inefficiente la concorrenza per la stessa scienza economica borghe*
se
8&
.
Fna volta che la struttura dei costi e dun'ue dei prezzi# si
modifica come descritto per l&accrescersi della composizione organi*
ca del capitale# e dun'ue della concentrazione del capitale# muta
completamente il rapporto tra capitalisti e mercato# e dun'ue# in se*
guito# tra capitalisti e -tato. -e in 'uel particolare settore esistono
migliaia di piccole e medie aziende con un ridotto peso dei costi fis*
si# l&adattamento alle fluttuazioni della domanda pu( avvenire in ma*
niera rapida e senza eccessive conseguenze. Ci sar% un ricambio
continuo di operatori e cosG via. @a non appena nel settore rimango*
no pochi colossi# che hanno giganteschi costi fissi e che dun'ue de*
O!
<a teoria economica parla di Bnon convessit% fondamentaliC 9vds.# ad
esempio# @asColell et alii# Microeconomic C$eor5# cap. 11# pp. OI4 e ss.:.
>ecnicamente parlando# in 'uesti casi il costo medio " sempre superiore al
costo marginale a cui tende asintoticamente 9infatti il costo marginale " D
e# ovviamente# > > ' F > + :.
104
vono vendere 'uantit% crescenti di merci per ammortizzare gli inve*
stimenti# l&eventuale calo della domanda ha effetti disastrosi. 5uesti
colossi devono assicurarsi in ogni modo un costante flusso di ac'ui*
sti. ?a 'ui la nascita del mar1eting# la prostrazione dell&arte alla
pubblicit%# l&intervento pubblico nell&economia# le guerre per ac*
caparrarsi il mercato. In una parola$ l&imperialismo.
5uesto sviluppo cambia anche la flessibilit% dei prezzi. <a
teoria economica borghese attribuisce ai sindacati e dun'ue alla rigi*
dit% salariale il motivo per cui i prezzi dalla fine del 8I8 secolo sono
divenuti piA rigidi che in passato. -i tratta ovviamente di una scioc*
chezza# se cosG fosse 'uesta rigidit% scomparirebbe nei paesi e nei
periodi in cui la forza dei sindacati viene spezzata# mentre l&unica
cosa che si riduce in 'uei periodi sono i salari. Il problema " invece
la struttura dei costi. 5uando i costi fissi rappresentano# ad esempio#
due terzi del totale# ci( significa che la variazione nella produzione
di una merce pu( incidere solo per un terzo sui costi complessivi che
l&azienda affronta. I costi fissi dovranno comun'ue essere recuperati#
pena il fallimento. Jcco che i prezzi diverranno sempre piA rigidi. <a
scarsa flessibilit% dei prezzi riflette dun'ue una fase del capitalismo
in cui dominano le grandi aziende multinazionali. <addove i sinda*
cati operai riescono a incidere sulla distribuzione del reddito# 'uesta
rigidit% si trasmette anche al prezzo della merce forzalavoro# l&uni*
ca per la 'uale i costi fissi non aumentano nel tempo# visto che la
tecnologia per produrre nuovi lavoratori non " migliorata da che esi*
ste il capitalismo.
@an a mano che un settore matura# e che matura il capitali*
smo nel suo complesso# la concorrenza delle mille aziendine viene
sostituita dalle guerre tra colossi dell&industria e della finanza. Il ca*
pitale industriale e bancario si fondono# nasce il capitale finanziario#
spina dorsale economica dell&imperialismo. -compare la concorren*
za# il Bgioco della domanda e dell&offertaC.
#e;nesismo e imperialismo
<a struttura dei costi ha anche riflessi sulla politica economi*
ca e sulla politica tot cort. Cominciamo con la politica economica.
Re,nes " stato il primo economista borghese a riconoscere la neces*
sit% di un intervento pubblico organico per la stabilizzazione dei
10!
mercati e dun'ue dei profitti. <&interventismo statale riflette anche la
nuova composizione della borghesia. Ai tempi del capitalismo Blibe*
raleC# lo -tato era sG guidato dai settori trainanti dell&economia# ma
con legami piA indiretti. Aumentando la composizione organica del
capitale e dun'ue riducendosi il numero delle aziende# si modifica la
natura del rapporto che la borghesia ha col suo -tato. Jsso non si
rapporta piA alla borghesia in 'uanto massa indistinta di proprietari
dei mezzi di produzione# ma cade sotto il completo controllo dei mo*
nopoli# dei cartelli# delle banche ad essi legati. <o -tato non ha piA
solo un ruolo generale di coadiuvante del processo di accumulazione
del capitale. ?eve concretamente sostenere i profitti delle grandi
aziende# ovvero tenere elevata la domanda. Al di l% dun'ue delle
tendenze di breve periodo della politica economica# lo -tato moder*
no ha un ruolo necessario nell&economia# determinato dalla struttura
dei costi dei settori dominanti del capitalismo. -econdo la stessa teo*
ria economica borghese# come visto# laddove esistono costi fissi# e
dun'ue l&accrescimento senza sosta della dimensione dell&azienda "
ottimale# si ha una situazione di monopolio naturale. <a presenza di
enormi 'uantit% di costi fissi in settori 'uali i trasporti e la fornitura
dei pubblici servizi " stata la giustificazione teorica che la stessa teo*
ria economica ortodossa dava per il mantenimento in mano pubblica
di 'uesti settori# prima dell&orgia privatizzatrice degli ultimi decenni#
che ha creato oligopoli privati al posto dei monopoli BpubbliciC. -i
potrebbe arguire che# in 'uanto i costi fissi non sono sconosciuti a
nessun settore economico# " giustificato un intervento pubblico in
tutta l&economia. J cosG " successo nei periodi piA traumatici della
storia del capitalismo. <e tendenze pianificatrici e nazionalizzatrici
classiche del dopoguerra riflettevano appunto l&esperienza di crisi
del capitalismo tra le due guerre# la necessit% della stessa borghesia
di rilanciare l&accumulazione di capitale in un contesto in cui nessun
capitalista avrebbe avuto i fondi per farlo.
<a struttura dei costi ha inciso sulle politiche degli -tati bor*
ghesi anche in un altro senso. 5uando la dimensione minima effi*
ciente di un&azienda diventa tale che persino l&intera nazione " un
mercato troppo ristretto da risultare conveniente# 'uando la divisione
internazionale del lavoro si accresce# 'uando insomma sorge l&impe*
rialismo# nasce la necessit% di un intervento politicomilitare da par*
te dello -tato. =ell&Lttocento# le spese militari erano considerate da*
103
gli economisti improduttive al pari di 'uelle statali tot cort e poi*
ch) ancora non se ne capiva l&utilit%. Alla fine del 8I8 secolo# 'ue*
sta posizione relativamente pacifista della borghesia europea cam*
bi(. <o sviluppo del movimento operaio# il suo organizzarsi politica*
mente spinse il padronato a riarmarsi. A ci( si aggiunse il coloniali*
smo. I paesi europei si accorsero dell&enorme vantaggio che l&impero
coloniale dava alla Eran .retagna e si affrettarono a correrle dietro.
@a per con'uistare le colonie# almeno all&inizio# ci vogliono canno*
niere e fanteria. >utto ci( crebbe nelle proporzioni che conosciamo
fino all&esplosione delle due guerre mondiali e del riarmo del dopo*
guerra. Il colonialismo " un tratto essenziale della fase imperialista
del capitalismo. Cambiano le forme giuridiche con cui viene eserci*
tato# ma alla sua base rimane il meccanismo dello scambio diseguale
con cui le multinazionali dei paesi avanzati controllano interi conti*
nenti. -ono spinte a farlo per la necessit% di trovare sbocchi dove ri*
versare l&immane 'uantit% di merci prodotte con elevati costi fissi.
Per ridurre i costi sono spinte a delocalizzare la produzione in 'uesti
paesi# tal ch) l&imperialismo si caratterizza piA per l&aumento dei
flussi di denaro che per 'uello di merci. Per 'ueste stesse ragioni le
potenze imperialiste sono spinte a chiudere i propri mercati 9sia me*
tropolitani che coloniali: agli altri paesi. 5uando ci( si interseca con
una crisi generale di profittabilit%# abbiamo periodi di guerre# rivolu*
zioni# controrivoluzioni.
<o -tato diventa dun'ue il depositario della crescita della
composizione organica del capitale. <a sua aggressivit% nei periodi
di crisi " un portato della 'uantit% di capitale fisso installato# che
manda in rovina il suo proprietario se inoperante. Il Blibero giocoC
del mercato diviene peggio che inutile. -i sviluppano le pulsioni au*
toritarie# l&imperialismo genera guerre coloniali# il fascismo e il nazi*
smo. Lvviamente sarebbe oltremodo schematico sostenere che il na*
zifascismo sia una conseguenza diretta della crescita della composi*
zione organica del capitale. @a non si pu( comprendere la spavento*
sa crisi sociale ed economica degli anni &O0 da cui poi si generarono
'uegli esiti politici senza tener conto del crollo della profittabilit% in*
dotto dall&aumento della composizione organica.
<&interventismo economico# il sorgere della Bmacroecono*
miaC# il 1e,nesismo# le pulsioni piA direttamente autoritarie del capi*
tale sono dun'ue l&esito del processo della concentrazione dei mezzi
10I
di produzione in sempre meno mani# con un contestuale aumento
della composizione organica.
<a concorrenza non passa piA solo n) tanto per i mercati ma
per l&intervento pubblico in difesa dei propri confini e per l&accresci*
mento delle sfere d&influenza politicocommerciale. @asse sempre
piA ingenti di capitale rischiano di essere distrutte dall&innovazione
tecnica# che viene dun'ue a essere completamente controllata dal ca*
pitale finanziario# per i suoi scopi# come ad esempio -chumpeter
mise bene in luce. Allo stesso tempo# nessuna azienda ha sufficienti
risorse interne per competere# occorre far ricorso al capitale esterno#
che sia sotto forma di prestiti o di mercati di capitale. -i rafforza in
mille modi il legame tra aziende e banche. I settori e i produttori che
rimangono indietro# attraverso il meccanismo dell&uniformazione del
saggio del profitto# cedono sovrappiA ai capitalisti che hanno innova*
to ovvero che hanno introdotto tecniche a maggior composizione or*
ganica. ?eperiscono# muoiono. I colossi si rafforzano. Il capitalismo
nel suo complesso diviene BregolatoC# produce istituzioni che cerca*
no di imbrigliare le sue stesse leggi di funzionamento per non crolla*
re sotto il peso dell&accrescersi della composizione organica# ossia
per rimediare al ridursi del saggio di profitto. Contro le correnti 1e,*
nesiane del movimento operaio occorre ricordare che l&intervento
pubblico nell&economia " un aspetto della crisi del capitalismo# non
del suo sviluppo. <a borghesia non pu( piA affidarsi al Blibero
giocoC del mercato per fare profitti# deve ricorrere allo -tato. @a la
spesa pubblica non " produttiva di sovrappiA se non nella misura in
cui si scambia contro lavoro salariato. Per 'uesto l&economia BmistaC
ha portato all&esplosione del debito pubblico# dell&inflazione o di tut*
ti e due. -olo il boom venticin'uennale del dopoguerra ha permesso
di nascondere 'uesta realt%# riesplosa con gli shoc1 petroliferi# il
crollo di .retton Hoods# la stagflazione. <o -tato borghese non pu(
superare le leggi di funzionamento del capitalismo# pu( solo cercare
di rimandare i problemi# presentando al momento opportuno il conto
alla classe lavoratrice.
Conclusioni
<a crescita della composizione organica del capitale# essenza
distillata delle leggi di movimento del capitalismo# esprime# in ulti*
10K
ma analisi# la contraddizione chiave di 'uesto sistema$ la crescente
socializzazione del processo produttivo a fronte del permanere della
propriet% privata dei mezzi di produzione e dun'ue dell&appropria*
zione privata dei risultati dello sviluppo delle forze produttive. <o
sviluppo della concentrazione del capitale# sottomettendo sempre piA
il lavoro a livello mondiale e in ogni settore# lo rende sempre piA so*
ciale. Come osserv( .ettelheim$ B'uasi ogni prodotto " il risltato
del lavoro della societ# interaC. >utto ci( rende# tra l&altro# tecnica*
mente inutile ogni discussione sia sul lavoro contenuto dei classici
sia sulla produttivit% marginale dei neoclassici. Il capitalismo non
funziona cosG. Il processo di socializzazione " immanente a 'uesto
modo di produzione# lo pervade e lo domina# ma non lo trasfigura. A
differenza dei riformisti di ieri e di oggi# i mar7isti sanno che 'uesto
processo pone solo capo alla necessit% della trasformazione sociali*
sta# non risolve tale necessit%. 0in 'uando il dominio politico ed eco*
nomico del capitale finanziario non viene spezzato# le gocce di so*
cializzazione rimarranno sempre soffocate nell&oceano del profitto.
<a composizione organica del capitale "# alla fine# la miglior dote
che il capitalismo porta in dono all&umanit%# come nella leggenda
Prometeo fece regalando all&umanit% il fuoco. @a il fuoco pu( arro*
stire la carne o distruggere citt%# riscaldare le notti invernali o brucia*
re gli eretici. 0inch) il fuoco del progresso tecnico rimarr% nelle
mani della borghesia# nulla di buono potr% venirne per il proletariato.
102
La ri(incita anticomunista2
Critica a Marxs Revenge, i $2 7esai
=el 2002 il noto economista Bmar7istaC ?esai ha pubblicato
'uesta voluminosa sintesi del suo pensiero scientifico e politico. ?i
seguito ne facciamo un&analisi critica.
In due parole# " un libro disgustoso. Per certi versi# non vale
la pena nemmeno di leggerlo. .asta affidarsi alla copertina per com*
prendere tutto. C&" un montaggio fotografico in cui @ar7 ha una
mazzetta di dollari in mano# simbolo evidente di corruzione da parte
della borghesia. -iccome nemmeno il piA disonesto storico antico*
munista ha mai potuto scovare un simile comportamento nella vita di
@ar7# a chi si potr% mai riferire 'uesta rappresentazioneM <a risposta
viene da s). All&autore# che cosG ammette# senza troppi fronzoli# da
che parte sta. @a allora# vista la sua 'ualit% davvero bassa# si potreb*
be pensare$ a che serve analizzare a fondo un&opera che non ha avuto
un impatto di rilievo nel movimento operaio e nemmeno sulla stam*
pa borgheseM ?i per s) a nulla. Il fatto " che molte delle falsit% e del *
le interpretazioni distorte del libro si possono sentire facilmente an*
che tra persone di sinistra. Pu( essere dun'ue utile rispondervi.
-cientificamente parlando il libro non "# come si potrebbe
pensare# la difesa del socialismo riformista# specialit% dei professori
Bmar7istiC. Lgni facolt% di economia che si rispetti ha un Bmar7istaC
il cui compito non " avvicinare gli studenti alla teoria mar7ista ma
rappresentarla in modo talmente caricaturale o sterile da allontanarli
per sempre da essa. Di sono lodevoli eccezioni# ovviamente. ?esai
non " tra 'ueste. -ebbene alla fine del libro# come vedremo# vi siano
alcuni vaghissimi accenni a una sorta di terza via# il libro non "#
come detto# pensato per difendere la socialdemocrazia. P invece
pensato per difendere la versione piA cruda possibile di capitalismo.
<&eroe 'ui non " Re,nes# " la >hatcher. Fno si potrebbe chiedere
perch) allora 'uel titoloM Probabilmente perch) ?esai " conosciuto
come un intellettuale di sinistra e se avesse intitolato il libro con la
sua vera idea 9'ualcosa come B@ar7 " morto. Diva Adam -mith#
viva la >hatcherC:# non avrebbe attirato l&attenzione di nessuno.
110
In tutti i libri di economia che si rispettino# il pensiero di
@ar7 " oscenamente distorto o impoverito# ma 'uesto libro segna un
nuovo traguardo. Per mezzo di interpretazioni barbare# mezze verit%#
dosi massicce di menzogne# @ar7 non " il teorico della rivoluzione
socialista# e nemmeno un profondo critico del capitalismo# @ar7 vie*
ne dipinto come un liberale# entusiasta di ogni aspetto del capitali*
smo# appena sciupato da una gioventA hegeliana e ribelle. -iamo
dun'ue oltre alla distinzione revisionista tra un @ar7 scienziato e un
@ar7 politico. Il @ar7 politico non c&" mai stato.
<&inevitabile contorno di 'uesta missione " un attacco fron*
tale non solo allo stalinismo# che ?esai e'uipara sostanzialmente al
pensiero di <enin e >rots1i/# ma a ogni sorta di applicazione politica
del mar7ismo. -e uno si avvicinasse a 'uesto libro cercandone infor*
mazioni su @ar7 che cosa ne deriverebbe dun'ueM Che @ar7 era en*
tusiasta del capitalismo# che ogni azione politica di sinistra 9rivolu*
zionaria o riformista: " destinata a soccombere di fronte alla borghe*
sia e che la globalizzazione salver% il mondo.
Per sostenere 'ueste tesi ?esai conduce il lettore lungo una
breve storia del capitalismo dalle origini ai giorni nostri# con alcuni
detour su dibattiti teorici delle varie epoche. @a alla fine# per giun*
gere alle sue conclusioni basta leggere 'ualche editoriale dell&-co"
nomist. A scusante di chi avesse comprato il libro si pu( dire che
nella seconda di copertina si spiega che 'uesto " un Bprovocative
and enthusiasticall, revisionist boo1C. Che sia un libro revisionista
non c&" dubbio# su cosa provochi " meglio stendere un velo pietoso.
Il libro si apre cercando di spiegare lo scopo del libro. ?esai
spiega che 'uale iscritto al partito laburista# ha vissuto la sconfitta
elettorale del 12KI come la fine$ Bthe 12KI defeat of the <abour Par*
t, 6as prett, final. It 6as the end of the road for democratic sociali *
sm. >he collapse of the -oviet s,stem onl, confirmed the need to
ree7amine m, ideasC 9p. DII:.
-i tratta di una causa davvero peculiare. Perch) la sconfitta
dell&KI dovrebbe segnare la fine del Bsocialismo democraticoC piA di
'uella dell&KO o del &22M J la vittoria laburista del &2I ne segnerebbe
la rinascitaM -i noti poi 'uel Bonl, confirmedC che lega il crollo del*
l&Frss alla sconfitta elettorale del partito laburista. 5uale connessio*
ne c&" tra i due eventiM Lvviamente nessuna. @a " creata ad arte per
connettere tutto ci( che odora di sinistra in un unico calderone. @a
111
non solo ci( che puzza di sinistra. ?esai avvicina pianificazione e
terrore$ Bit 6as fascism that based its criti'ue of capitalism on a mar*
1etfailure notion# and pushed the need for planning in a mar1et eco*
nom,.C 9p. I8:
<&idea che i nazifascisti si trastullassero con concetti teorici
come i fallimenti del mercato " ovviamente comica. @erita invece
una considerazione il fatto che per non screditare il capitalismo agli
occhi del lettore# ?esai nomina fascismo assieme a pianificazione#
cosG che sfugga l&aspetto principale del fenomeno fascista$ la difesa
della propriet% privata dei mezzi di produzione.
Il crollo dello stalinismo e del capitalismo 1e,nesiano ha se*
gnato una vittoria storica del profitto# della borghesia# si direbbe. =o#
spiega ?esai$ B6ho is vindicated is Rarl @ar7... modern libertarians
6ould be shoc1ed as modern socialists to find @ar7 on the side of
the mar1et... @ar7 did not advocate nationalization of industries# or
the replacement of the mar1et b, central planningC 9p. O:
5uale migliore esempio di mezze verit% e bugieM @ar7 Bsta*
va dalla parte del mercatoC certo# contro le vecchie classi feudali# i
latifondisti# la Chiesa. @a una volta che Bil mercatoC# cio" il capitali*
smo# giunge a dominare un paese# da che parte del BmercatoC si pone
@ar7M Con i venditori di forzalavoro o con i proprietari dei mezzi
di produzioneM ?al libro non " dato saperlo. <a seconda affermazio*
ne " semplicemente falsa. Di sono almeno tre opere in cui @ar7 ed
Jngels parlano esplicitamente di pianificazione. <a prima " ovvia*
mente il Mani%esto# dove @ar7 ed Jngels descrivono un rapido pro*
gramma d&azione in cui leggiamo tra l&altro$ B1. Jspropriazione della
propriet% fondiaria# impiego della rendita fondiaria per la spesa pub*
blicaQ 2. Centralizzazione del credito in mano allo -tato# mediante
una banca nazionale con capitale di stato e monopolio esclusivo 9...:Q
3. Centralizzazione dei mezzi di trasporto in mano allo -tatoQ I. Au*
mento delle fabbriche nazionali# degli strumenti di produzione# colti*
vazione e miglioramento dei terreni secondo un piano generaleC.
<&espropriazione della terra# delle banche e dei trasporti
sembra ampiamente sufficiente per dire che @ar7 Badvocates nazio*
nalizationsC# contrariamente all&affermazione dell&autore. Come si
vede# infatti si parla esplicitamente sia di nazionalizzazioni che di
piano. <a seconda " la Critica al programma di 8ot$a 9che lo stesso
?esai cita nel libro:. <a terza e l&)ntiB6D$ring. 5uest&ultima contie*
112
ne i passi piA chiari$ Bl&anarchia all&interno della produzione sociale
viene sostituita dall&organizzazione cosciente secondo un piano.C
9ediz. it.# p. O0K:
BIl piano# in ultima analisi# sar% determinato dagli effetti utili
dei diversi oggetti di uso considerati in rapporto tra di loro e in rap*
porto alle 'uantit% di lavoro necessario alla loro produzione. Eli uo*
mini sbroglieranno ogni cosa in modo assai semplice senza l&inter*
vento del famoso Uvalore&.C 9ediz. it.# p. OO3:
Ricordiamo che 'uesta parte dell&opera di Jngels venne
scritta o 'uantomeno riletta da @ar7 9per evitare eventuali risapute e
false distinzioni tra i due:. Appare pacifico# anche senza andare a
prendere i passi del Capitale o di altre opere in cui @ar7 ed Jngels
trattano della 'uestione# che ?esai ha detto una bugia. Lra# interpre*
tare un autore# anche in modo BrevisionisticoC e BprovocatorioC
come pretende fare 'uesto libro " un conto# mentire " un altro.
Andiamo avanti.
BZ@ar7[ did not advocate the monopol, of onepart, rule#
and never said that the Communist Part,... 6ould lead the proleta*
riat. Ne did not found a political part, and# 6hile often insufferable
and undemocratic in his dealings 6ith his fello6 socialists# he never
harmed a fl, in his life. >he use of terror# of cli'uisch part, rule to
gain po6er# 6as to him anathema$ .lan'uismC 9p. O:.
Dediamo ancora una volta mezze verit% e semplici bugie.
@ar7 " presentato come una sorta di spirito libero# insofferente di
ogni costrizione# magari un po& brusco ma gentile...
<e cose stanno molto diversamente. Appena @ar7 ed Jngels
giunsero ad una certa maturit% scientifica# ovvero alla concezione
materialistica della storia# parteciparono attivamente alla vita politi*
ca. Jntrarono nella democratica B<ega dei giustiC# che grazie al loro
ruolo venne trasformata nella B<ega dei comunistiC# la prima orga*
nizzazione mar7ista della storia. 5uesto partito partecip(# con le sue
forze limitate# alla rivoluzione del &4K e ne subG la repressione. =el
periodo di profonda reazione politica e ideologica che segue ogni
sconfitta del proletariato# @ar7 ed Jngels rimasero isolati per anni#
finch) lo sviluppo della lotta di classe condusse alla nascita della
Prima Internazionale in cui# di nuovo# i due parteciparono attivamen*
te. 0orse persino ?esai sa che @ar7 scrisse praticamente tutti i docu*
menti politici della Prima Internazionale. J se avesse letto o non si
11O
fosse scordato l&analisi che @ar7 fa della Comune di Parigi si sareb*
be accorto che la totale mancanza dell&Buso del terroreC fu esatta*
mente la principale critica che @ar7 mosse ai comunardi# la cui in*
genuit% democratizzante li lasci( indifesi di fronte ai cannoni della
reazione. <a classe operaia pag( un prezzo altissimo per 'uesta inge*
nuit%# venendo annientata fisicamente dall&esercito controrivoluzio*
nario entrato a Parigi.
Certo# @ar7 ha sempre criticato l&idea di .lan'ui che bastas*
se avere una setta di spiriti decisi per prendere il potere. @a @ar7 ed
Jngels hanno sempre rispettato .lan'ui per la sua devozione e one*
st% rivoluzionaria. <a stessa cosa non si pu( dire di 'uei BsocialistiC
che temono il BterroreC rivoluzionario# salvo dimenticarsi che cosa
succede 'uando la classe operaia manca il suo compito storico di
prendere il potere# aprendo un periodo di controrivoluzione. -oprat*
tutto# @ar7 ed Jngels hanno anche sempre onestamente riconosciuto
che nel periodo di transizione la classe operaia deve mantenere il po*
tere con tutta la fermezza necessaria. ?ice ad esempio @ar7 nella
Critica al programma di 8ot$a$ B>ra la societ% capitalistica e la so*
ciet% comunista vi " il periodo della trasformazione rivoluzionaria
dall&una nell&altra. Ad essa corrisponde anche un periodo politico di
transizione# il cui -tato non potr% essere altro che la dittatra rivol"
!ionaria del proletariato.C 9ediz. it. p. 44:
5uanto al fatto che il partito comunista non debba BguidareC
il proletariato# anche 'ui il fraintendimento " voluto. Lvviamente i
mar7isti non sono per il partito unico# n) per il partito monolite# ri*
tengono invece che la democrazia operaia richieda la piena libert% di
critica e di azione per tutti i partiti# purch) essi non rivendichino il
rovesciamento militare del governo rivoluzionario. <o stesso# d&altra
parte# vale nel capitalismo# dove i gruppi BsovversiviC sono ovvia*
mente illegali. P dun'ue ovvio che @ar7# Jngels e gli stessi dirigenti
bolscevichi avrebbero guardato con orrore al ruolo che i partiti Bco*
munistiC avevano nei regimi stalinisti. @a che c&entra 'uesto con il
Bguidare il proletariatoCM 5uesto " 'ualcosa che spetta al proletariato
stesso decidere. -e i comunisti fanno il loro mestiere di rivoluziona*
ri# la classe lavoratrice tender% ad accettare la loro guida. -pesso#
nella storia 'uesto " accaduto nonostante le politiche del tutto cata*
strofiche della direzione dei partiti comunisti# per la semplice man*
canza di alternative# soprattutto nei paesi arretrati. 5uanto a @ar7 ed
114
Jngels# gi% nel Mani%esto spiegano che i comunisti non sono altro
dal movimento operaio# di cui costituiscono per( la parte piA co*
sciente e attiva e dun'ue rivoluzionaria. Ancora una volta# dun'ue#
?esai procede con distorsioni e calunnie.
Per che cosa lottava dun'ue @ar7 secondo l&autoreM =on "
molto chiaro# essendo cosG entusiasta del capitalismo. <&unica cosa
certa " 'uesta$ B>he idea that socialism 6ould be brought about b,
the state 6as alien to ever,thing he stood for.C 9p. 4:
CosG @ar7 diviene un anarchico da salotto# buono per con*
versazioni tra intellettuali annoiati. <a realt% " che @ar7 ed Jngels
hanno sempre avuto una posizione assai chiara su 'uesto$ la rivolu*
zione crea un nuovo -tato# uno -tato operaio. 5uesto -tato si pone il
compito di sviluppare le forze produttive in modo da creare le condi*
zioni per la sua stessa estinzione. ?un'ue dire che il socialismo B"
portato dallo -tatoC sarebbe falso. @ar7 spiega bene che la prima
fase della societ% di transizione ha ancora forti residui di capitali*
smo. Allo stesso tempo# senza lo -tato operaio non si pu( dare alcu*
na transizione. Infatti 'uale sarebbe l&alternativaM =on si sa# ma ?e*
sai ci informa che B@ar7 had the idea that there 6as something
be,ond this final stage something that 6ould go be,ond individua*
list# privatepropert, based capitalism# as 6ell as parliamentar, de*
mocrac, based on classbased parties 6ith inherent ine'ualit, in the
distribution of po6er. >his 6as communismC 9p. !:
?un'ue @ar7 sentiva che c&era 'ualcosa# ma non aveva idea
di che cosa fosse. In 'uesto modo l&analisi scientifica che @ar7 com*
pie del processo storico diviene una premonizione. Ad ogni modo
nulla ci viene detto di 'uello che @ar7 scrisse sulla Comune# che
chiam( la forma Bfinalmente disvelataC del potere operaio. In com*
penso si spiega che i socialisti europei erano BimpatientC ma che
per( tradirono la classe operaia votando la prima guerra mondiale#
mentre non si sa come# i bolscevichi giunsero al potere# e trasforma*
rono il mar7ismo 9secondo ?esai# analisi del capitalismo: nel mar7i*
smo esaltatore della violenza e il BveroC mar7ismo fu sepolto cosG
dal tradimento della socialdemocrazia e del leninismo. -istemato in
tal modo# per ora# il 88 secolo# ?esai si avventura ad analizzare
-mith e Negel# uno scialbo riassunto che possiamo sorvolare.
-i viene dun'ue alla storia di come @ar7 divenne mar7ista#
e del movimento operaio fino al 121I. Per cercare di porre @ar7
11!
contro la rivoluzione# si cita il famoso passo della Pre%a!ione a per
la critica delleconomia politica in cui @ar7 spiega che nessuna so*
ciet% scompare prima che abbia sviluppato tutte le forze produttive a
cui pu( dar corso e che un nuovo e superiore modo di produzione
compare solo 'uando ne sono maturate le condizioni materiali di esi*
stenza. -e ne deduce che$ B-ocialism 6as premature# since capitali*
sm had not as ,et e7hausted its capacit, for development. He lost
sight of this simple truth onl, because of the contingent factors
no6# fortunatel, removed that characterized the short t6entieth
centur,$ 1214K2. In order to see the relevance of @ar7# 6e must get
that sorr, episode out of our minds# and use @ar7&s theor, for the
purpose for 6hich it 6as intended$ as a 6a, of stud,ing the d,na*
mics of capitalism# its strengths and its limitsC 9pp. 44*4!:
P cosG semplice... " stato tutto un 'i pro 'o. ?ue guerre
mondiali# venti anni di nazifascismo# Bcontingent factorsC che Bper
fortunaC non ci sono piA. <a cosa che stupisce di piA di fronte a tali
enormit% " perch) l&autore senta la necessit% di usare @ar7 per dirle.
Che cosa c&" di diverso tra 'ueste assurdit% e ogni altro libro antico*
munistaM In realt% 'uesto " molto peggio. <o scopo " infatti di con*
fondere le ac'ue# di far apparire @ar7 non come l&ideologo dei gu*
lag# un trucco che non funziona piA# ma un inutile intellettuale che
magnificava le sorti del capitalismo. A che pro essere mar7isti se il
mar7ismo si limita a Bstudiare la dinamica del capitalismoCM =on lo
fanno forse gi% tutti gli altri scienziati socialiM
@a oltre a 'uesto aspetto politico# particolarmente orribile# "
l&analisi storica a risultare di infimo livello. Che tipo di analisi "
'uella che considera Bfattori contingentiC gli episodi piA importanti
degli ultimi secoliM ovvero la rivoluzione russa# le guerre mondiali#
la rivoluzione cinese# le lotte di liberazione nazionale dei popoli co*
loniali# il nazifascismoM Che cosa rimane del ventesimo secolo se to*
gliamo ci( che da 'uesti processi " scaturitoM Che cosa sono 'uesti
processi se non# appunto# le conseguenze della Bdinamica del capita*
lismoCM
<a citazione da @ar7 " intesa per dimostrare che @ar7 non
pensava affatto al socialismo in tempi brevi. @a come mai# negli
scritti sulla Comune di Parigi# @ar7 non spiega agli operai francesi
che erano dei poveri illusi a ribellarsi contro il capitalismo# dato che
'uesto poteva ancora sviluppare le forze produttiveM Perch) invece il
113
consiglio che d%# dall&inizio alla fine dell&insurrezione# " di usare la
forza militare per espropriare la borghesia e schiacciare la controri*
voluzioneM J se nel 1KI1 per @ar7 il problema del rovesciamento
del capitalismo era un problema di cannoni# non di astratti schemi
storici# che cosa avrebbe detto di fronte alla prima guerra mondialeM
Che cosa altro era 'uel conflitto se non una dimostrazione storica
definitiva dell&impasse del capitalismoM Certo# dopo diversi milioni
di morti e feriti# dopo la repressione nel sangue del proletariato# dal*
l&Fngheria alla Eermania# dalla Cina alla -pagna# dopo che l&isola*
mento della rivoluzione russa condusse alla controrivoluzione stali*
nista# dopo gli orrori del nazifascismo e infine dopo il piA grande
massacro di vite umane della storia# il capitalismo si " ripreso. Come
@ar7 e i mar7isti spiegano# il capitalismo non muore per consunzio*
ne# pu( essere rovesciato solo dalla forza cosciente della classe lavo*
ratrice. @a che cosa possiamo dire di chi considera una Bsemplice
verit%C che O0 anni di spaventose carneficine# due guerre mondiali# i
lager# i bombardamenti di interi continenti# siano Bfattori contingen*
tiCM
-i passa dun'ue all&analisi che @ar7 fa della fonte dei pro*
fitti che @ar7 scoprG nella forzalavoro# la 'uale come ogni merce "
pagata per il suo costo di produzione. Correttamente si nota$ B=ote
that for nonlabour inputs# @ar7 assumes that use value e'uals e7*
change value. >his is because in the e7change of nonlabour inputs#
both the bu,er and the seller are capitalistsQ so an, surplusvalue
6ill be e7tracted b, the seller over the entire econom,. 0or labour
po6er# use value e7ceeds e7change value. >his is because the capi*
tal+labour e7change is across a class divide bet6een capitalists and
6or1ers. >hus 6hile all inputs contribute vale to output# onl, la*
bourpo6er contributes srplsBvale.C 9p. !K:
-i accenna poi al problema della trasformazione e ai suoi
problemi aritmetici. <&analisi delle basi della teoria economica mar*
7ista " anche apprezzabile# ma conduce a un risultato comico. =el
paragrafo Bstanding @ar7 on his headC# con l&aria di aver fatto una
scoperta portentosa# ?esai ci informa che il ragionamento di @ar7
sullo sfruttamento della classe lavoratrice a opera della borghesia
pu( essere rovesciato come segue. Poich) il capitalista assume solo
un lavoratore che produca profitti per lui# B6or1ers 6ould 6ant to
coBoperate 6ith emplo,ers in 1eeping profits high.C 9p. 3!# corsivo
11I
nel testo:. 5uale idea originale e brillanteX =on " forse la base di
ogni concezione puramente sindacalista del movimento operaio da
200 anni in 'uaM @a che cosa significa concretamente BcooperareCM
Accettare salari piA bassiM @a se 'uesta pratica si generalizza# crolla
la domanda e i capitalisti dovranno licenziare o tagliare nuovamente
i salari. Almeno# i teorici del sindacalismo aziendale erano e sono un
po& piA furbi di ?esai e hanno sempre posto la 'uestione a livello di
singola unit% produttiva. -e ci sono 100 aziende che producono scar*
pe e in una gli operai accettano salari inferiori# 'uel capitalista potr%
ridurre il prezzo# vendere di piA# fare piA profitti e magari dare anche
un premio di produzione ai Bsuoi ragazziC. @a se tutte e 100 le
aziende riducono i salari# il vantaggio competitivo scompare. <o
stesso vale nell&introduzione di nuove tecniche produttive. <&essenza
dell&analisi dello sviluppo capitalistico fatta da @ar7 sta appunto
nella distinzione tra il capitalista e i Bmolti capitaliC# come li defini*
va. ?esai non solo riduce il mar7ismo ad analisi economica# ma ri*
duce l&analisi economica mar7ista al nulla.
?esai descrive anche il funzionamento degli schemi di ripro*
duzione. Correttamente nota la genialit% di 'uesto strumento teorico
e la loro funzione di descrivere le proporzioni della crescita econo*
mica. Allo stesso tempo# ne falsifica completamente il contenuto
scientifico. Eli schemi di riproduzione ci dicono che per svilupparsi
il capitalismo ha bisogno di un determinato e'uilibrio. ?icono anche
che 'uesto e'uilibrio esiste# ma che nulla garantisce che venga tro*
vato. -ugli schemi di riproduzione si sviluppa una furiosa polemica
in seno al mar7ismo
O3
. P facile approcciare 'uesto strumento in
modo unilaterale# pretendendo da esso 'ualcosa di diverso da 'uanto
pu( dare. P errato# come fa la <u7emburg# sostenere che la costru*
zione degli schemi " inficiata da errori teorici e che dun'ue il capita*
lismo non pu( svilupparsi endogenamente. P errato anche ritenere
che gli schemi BdimostrinoC che il capitalismo pu( svilupparsi senza
sosta. ?esai ovviamente lo crede. ?i nuovo# senza molta originalit%
fa proprie le posizioni del revisionismo socialista di fine =ovecento.
Arriva dun'ue alla solita classica posizione revisionista che il Capi"
tale " l&opera dello scienziato maturo# il Mani%esto la boutade di un
giovane radicale alle prime armi. Il Mani%esto sarebbe Bthe millena*
rian vision that gives him his prophetic imageC# che ovviamente fa a
O3
Dedi piA avanti lo scritto sulla teoria della crisi.
11K
pugni con il rigore analitico dato che Ba piece of rhetoric# sits un*
comfortabl, 6ith the anal,tical parts of CapitalC e ovviamente le
due cose stridono perch) Bthe scientific parts do not# in m, vie6#
'uite fit in 6ith this apocal,ptic vision# since the anal,sis does not
lead to this conclusionC 9p. K1:. -i tratta di un punto centrale# come
lo stesso autore riconosce$ B>hese thoughts are not incidental to our
discussion. >he, are central to it# because @ar7ism got hoo1ed on
the revolutionar, message 6hile giving as its scientific basis the
much more comple7 and# in m, vie6# innovative and uni'ue anal,*
sis of capitalism# 6hich does not lead to such revolutionar, conclu*
sions. -o a tension remains. .ut the tension is in @ar7&s o6n 6or1#
not merel, in the minds of his follo6ers.C 9p. K2:
Per una volta dun'ue# il male non " opera di <enin. Il pecca*
to rivoluzionario " in @ar7 stesso. -otto il profilo storico# 'uest&idea
del dualismo non " certo una novit%. <a vediamo ben piA profonda*
mente argomentata# ad esempio# nel Capitale %inan!iario di Nilfer*
ding. <a funzione ideologica che 'uesta concezione assolve " fin
troppo ovvia. -iccome l&analisi che @ar7 compie del capitalismo "
troppo accurata per essere semplicemente nascosta# si cerca di pren*
derne una parte# sterilizzarla di ogni contenuto politico# scientifico# e
di renderla con ci( accettabile# come fosse un vaccino con cui preve*
nire infezioni rivoluzionarie. -arebbe fin troppo facile osservare che
nelle opere o nella corrispondenza di @ar7 non si trova un accenno
che sia uno a una riforma delle idee contenute nel Mani%esto. ?&al*
tronde# lo stesso ?esai " costretto ad ammetterlo. @a la cosa che sor*
prende " come 'ualcuno possa essere interessato ad un autore cosG
schizofrenico e anche tonto da non rendersi conto di aver scritto cose
che facevano a pugni tra loro# piene di conclusioni logiche cosi de*
boli. -e per 'uasi 40 anni# la mano sinistra di @ar7 non sapeva cosa
scriveva la destra# non varrebbe la pena di disturbarsi a studiare 'ue*
st&uomo. Lccorrerebbe lasciare 'uesta sorta di dottor ;e1,ll e @ister
N,de del movimento operaio al suo destino e cercare altrove. @a per
le ragioni che abbiamo gi% spiegato# liberarsi di @ar7 non gioche*
rebbe a favore dello status 'uo. -ignificherebbe infatti anche liberare
@ar7 dall&abbraccio mortale di 'uesti suoi BestimatoriC. @olto me*
glio fare finta di aver trovato dei tesori preziosi nelle sue analisi# pre*
sentando cosG il 'uadro di un povero demente che al mattino era uno
scienziato ottimista e la sera# magari dopo 'ualche birra di troppo#
112
profeta di sventure# cosG rendendolo impresentabile alla nuova gene*
razione che si affaccia alla politica oggi. =on a caso 'uesto libro non
" rivolto al movimento operaio classico ma a sbeffeggiare il movi*
mento Bno globalC 'uel confuso# incerto insieme di correnti anticapi*
taliste che si muove sulla scena mondiale all&inizio del nuovo secolo.
?esai costruisce 'uesto deforme pupazzo di @ar7 filocapitalista e
cerca di convincere 'uesti giovani che 'uando @ar7 parlava di rivo*
luzione era un povero pazzo e 'uando parlava di capitalismo descri*
veva il migliore dei mondi possibili. In definitiva# ?esai dice che "
inutile che si cerchi conforto nell&analisi mar7ista.
-istemata cosG la parte analitica# ?esai passa a una breve de*
scrizione della storia mondiale dalla morte di @ar7 in poi. <a nascita
della -econda Internazionale# il revisionismo. <a prima guerra mon*
diale# il tradimento della socialdemocrazia# la rivoluzione russa e
l&ondata di rivoluzioni in Juropa. @a a parte 'uesto o 'uel giudizio#
il punto " che manca totalmente un&analisi# non gi% mar7ista# ma
'ualsiasi# sullo sviluppo storico. Perch) ci fu la guerraM Perch) ci fu
la rivoluzioneM @istero. <&unica cosa che ?esai " in grado di dire# "
che i bolscevichi vinsero perch) erano spietati 9Bsapevano come
mantenere il potereC:# mentre negli altri paesi i rivoluzionari vennero
spazzati via dallo -tato.
<&analisi del processo rivoluzionario russo " insignificante.
@a di nuovo# emerge il vero scopo del libro. Poich) lo stalinismo
non " piA una forza significativa nei paesi avanzati# la polemica si ri *
volge contro il trots1ismo dato che Bthe <eninist torch in Hestern
Jurope passed to the >rots1,ist groups after 12!3C 9p. 11O:. 5uesto
" falso# dato che ancora negli anni &I0 i gruppi trots1isti erano forze
insignificanti di fronte ai partiti stalinisti in 0rancia# Erecia# Italia#
Portogallo 9tutti paesi dell&Juropa occidentale# se non ricordiamo
male:# e persino in Inghilterra il partito comunista aveva piA consen*
si nella classe operaia dei pur forti gruppi trots1isti. Ad ogni modo
l&intento di ?esai " burlarsi dell&analisi che >rots1i/ fa della degene*
razione della rivoluzione russa 9un BtruccoC:. Per costatare la seriet%
di 'uesta analisi basti pensare alla prima domanda che ?esai si pone$
Bho6 could the revolution be betra,ed b, an individual# ho6ever po*
6erfulMC. Lvviamente# domandarsi 'uesto significa non aver mai
neppure sfiorato i libri di >rots1i/. =on possiamo sapere se ?esai ha
trovato il tempo di farlo. Certo colpisce che nella pur vasta biblio*
120
grafia finale non compaiano testi di >rots1i/ mentre compaiono i li*
bri di >on, Cliff# sedicente trots1ista# teorico dell&Frss paese a capi*
talismo di stato# analisi del tutto aliena a 'uella che >rots1i/ fece di
'uel fenomeno. Come con @ar7# ?esai si costruisce un pupazzo tro*
ts1ista che " poi assai agevole distruggere. ?esai arriva a dire che
B-tate capitalism 6as later to become a pe/orative label 6ith 6hich
>rots1,ism characterized -talinist social formation in the -oviet
FnionC 9p. 1O!:# ma il trots1ismo non ha mai caratterizzato l&Frss
come capitalismo di stato. ?esai non sa nemmeno 'uesto.
?esai ci informa che Bthe Lctober Revolution 6as a peasant
revolution led b, a @ar7ist part, 6hich could see revolutionar, po*
tential onl, in the 6or1ing classC 9p. 113:. P stupefacente 'uante
menzogne possano concentrarsi in cosG poco spazio. =on " nemme*
no necessario rispondere nei dettagli a simili BanalisiC. Per fortuna ci
ha pensato assai meglio di noi >rots1i/ nella 9toria della rivol!ione
rssa. Il partito bolscevico era un partito eminentemente urbano# con
poche centinaia di militanti nelle immense campagne russe. Come
avrebbe potuto prendere il potere se fosse stata una rivoluzione con*
tadinaM ?esai spiega che Btheir polic, of land# bread and peace# 6ith
elements of the -R programme# did the tric1C 9p. 113:. @a perch)#
se 'uesto era il programma degli -R# partito assai piA forte dei bol*
scevichi nelle campagne# gli -R non presero il potereM Inutile dire
che in tutto ci( non c&" traccia# nemmeno critica# della teoria della ri*
voluzione permanente di >rots1i/ che propose# oltre dieci anni prima
della rivoluzione d&ottobre# l&idea della rivoluzione operaia con l&ap*
poggio dei contadini poveri. -econdo ?esai non solo non si trattava
di una rivoluzione operaia# ma lo -tato era uno -tato contadino che
presiedette alla distruzione della classe operaia. Che cosa ne fu di
'uesto -tato contadino con l&eliminazione dei 1ula1i come classe e
la collettivizzazione forzata non " dato saperlo. Per la prima volta
nella storia# evidentemente# lo -tato di una classe presiedette al suo
annientamento fisico.
=on " molto chiaro nemmeno come una rivoluzione contadi*
na possa poi propagarsi a paesi capitalisti avanzati e per giunta nelle
stesse forme# dato che lo stesso ?esai descrive i soviet nella rivolu*
zione tedesca del 121K. Per lui# il fatto che la socialdemocrazia man*
tenesse il controllo sulla classe operaia " indice delle illusioni demo*
cratiche del proletariato e della sua volont% di preservare il capitali*
121
smo. In 'uesto c&" un fondo di verit%. <enin e >rots1i/ spiegarono
piA volte che per i lavoratori russi era stato piA facile BiniziareC# ov*
vero rovesciare il capitalismo# che non aveva mai fatto nulla di buo*
no per loro# ma che senza i lavoratori occidentali sarebbe stato im*
possibile BfinireC# ovvero costruire la societ% socialista. Allo stesso
tempo ?esai stesso ci parla di soviet. J di certo la -P? non costruiva
soviet# erano i lavoratori a farlo e ad imporli ai loro dirigenti riformi *
sti. ?un'ue le contraddizioni in seno al movimento operaio tedesco
erano notevoli. Fna cosa comun'ue " certa$ se il capitalismo non fu
rovesciato in Eermania nel 121K non fu perch) Bpoteva ancora svi*
luppare le forze produttiveC ma perch) i dirigenti della -P? avevano
disertato. Certo# a sua volta la forza del riformismo affonda le sue ra*
dici nello sviluppo del capitalismo e cosG via# ma nel momento deci*
sivo# conta l&azione degli uomini. Jd infatti cont(. I dirigenti rifor*
misti di tutta Juropa agirono per difendere il capitalismo# uccisero e
fecero uccidere comunisti# aiutarono lo -tato a riprendersi# permise*
ro la prima guerra mondiale. Alla fine# durante le occasioni rivolu*
zionarie# " la lotta delle forze vive in campo che decide l&esito della
battaglia e conta ogni singolo uomo. =ella visione di ?esai i bolsce*
vichi# in preda al piA soggettivista dei piani# presero il potere e lo
conservarono col terrore# la -P? difese lo -tato borghese limitandosi
ad attendere l&occasione buona. Il soggettivismo come malattia dei
rivoluzionari.
Ad onor del vero ?esai tenta in un capitolo l&analisi dei per*
ch) della guerra e parla dell&Imperialismo di <enin# che peraltro de*
scrive come teoricamente poco rigoroso. In generale si parla del ruo*
lo dell&imperialismo# ma non " molto chiaro che cosa sia. ?esai lo ri*
duce al colonialismo# infatti# parlando dello sviluppo delle potenze
europee# ci imbattiamo per la prima volta nell&analisi della societ%
americana# che ?esai descrive in termini entusiastici$ Bthe Ameri*
cans 6ere also naivel, committed to the democratic principle in in*
ternational affairsC e anche BAmerica sta,ed liberal and capitalist. Its
politics continued to be an ideolog,free zone# as the, do to this
da,C 9p. 1O2:. <a cosa curiosa " che nell&analisi di <enin# l&imperia*
lismo non " affatto un fenomeno bellico. Ci( che caratterizza la fase
imperialista del capitalismo non sono i conflitti# che in Juropa ci
sono sempre stati# ma i monopoli e l&esportazione di capitali. Lra
precisamente nel periodo in cui negli -tati Fniti si andavano costi*
122
tuendo i piA giganteschi trust del pianeta e 'uando il paese comincia*
va a esportare capitale# abbiamo 'uesta esplosione di democrazia e
internazionalismo... 5uale maggiore smentita alla teoria mar7ista
dell&imperialismo. Lvviamente le cose non stavano cosG. Prima che i
cannoni d&agosto aprissero la piA grande carneficina mai registrata
fino ad allora# gli -tati Fniti avevano gi% combattuto diverse guerre
su scala ridotta per 'uestioni territoriali# con ci( dimostrando di
avanzare a passi da gigante sulla scena delle grandi potenze. Il moti*
vo per cui gli -tati Fniti potevano criticare il colonialismo europeo "
perch) rappresentavano una versione superiore di imperialismo#
'uella che non doveva controllare direttamente le colonie ma le tene*
va schiave con la maggior produttivit%. -olo negli anni &40 e &!0 i
paesi europei capirono che il colonialismo non funzionava piA. @a
da 'uesto a credere a un Hilson BinternazionalistaC ce ne corre. J
che dire dell&affermazione che l&America non avrebbe un&ideologiaM
Curiosa davvero. Per ?esai " chiaro cosa siano le ideologie# infatti
proseguendo 'uella stessa frase dice$ B>his is not to sa, that there
are no differences among parties# but political theor, @ar7ist# so*
cialist# fascist has not had an, lasting impactC 9ivi:. Chiaro noM
@ar7ismo# socialismo e fascismo sono le BideologieC# mentre 'uello
che c&" in America " sano# rigoglioso buon senso. Anche in ci( di*
mostra di aver completamente smarrito ogni pretesa di mar7ismo. Il
concetto mar7iano di ideologia venne sviluppato per definire esatta*
mente 'uesto buon senso borghese che nasconde sotto il velo dell&e*
guaglianza formale i rapporti di sfruttamento. =on ci vuole un genio
del socialismo per capire che il fascismo " un&ideologia# ma solo chi
ha perso ogni ritegno pu( dire che nel ventesimo secolo la politica
americana " stata Bideolog,freeC. =on solo 'uesto vale# ovviamen*
te# per le politiche economiche di volta in volta utilizzate all&interno#
ma nella politica orrendamente reazionaria che ha caratterizzato
l&imperialismo americano dalla guerra di Corea in poi. .asta solo
pensare a 'uel colossale impianto di propaganda che " Noll,6ood
per ridere dell&idea del paese Bideolog,freeC. @a naturalmente# c&"
poco da ridere# pensando alle conseguenze che 'uesto ha avuto per
le masse oppresse del terzo mondo. Fna visita in Centroamerica# in
@edio oriente# nel -udest asiatico potrebbe chiarire a ?esai 'uanto
Bits vigorous democratic tradition and sociall, egalitarian ethosC 9p.
21O:# sia la piA barbara e reazionaria ideologia del nostro tempo.
12O
=el suo racconto aneddotico dei mali del comunismo e della
futilit% del socialismo# ?esai ritorna nuovamente sul @ar7 anarchi*
co$ BIn @ar7&s 6ritings... there is no doubt that it is societ, that ta*
1es selfconscious control# not the state. >here 6as to be a trans*
itional stage 6hile the proletariat too1 po6er and abolished class dis*
tinctions. >here is a strong anarchist strand in @ar7&s vision of so*
cialism.C 9p. 143:
5uesta visione anarchica dell&estinzione dello -tato c&" in
ogni mar7ista degno di 'uesto nome. <enin ne fa il perno di 9tato e
rivol!ione. Allo stesso tempo non basta dire 'uesto. @ar7 ed Jn*
gels spiegarono molto chiaramente la necessit% di esercitare per un
periodo# seppur limitato# una coercizione politica sulle classi spos*
sessate# periodo che definirono dittatura del proletariato# in termini
moderni# democrazia operaia. =essuno di 'uesti termini# ovviamen*
te# compare in 'uesto libro. @ar7 appare dun'ue come il solito intel*
lettuale visionario che costruisce castelli in aria# che pensa che nel
momento della rivoluzione si aboliscono le classi e lo -tato e la so*
ciet% prende il controllo cosciente del suo futuro.
?el partito bolscevico e dell&Internazionale Comunista ?esai
racconta# ovviamente# ogni sorta di nefandezze. @a " costretto ogni
tanto ad ammettere aspetti che sembrerebbero progressisti# come
l&internazionalismo inflessibile e la loro Bposizione senza compro*
messi contro l&imperialismo e il colonialismoC. In 'uesto caso per
screditare il mar7ismo basta dimostrare che l&imperialista era @ar7
in persona che avrebbe accolto il ruolo del capitalismo britannico in
India come agente di sviluppo.
5uesta posizione fu tipica della -econda Internazionale 9la
famosa Bpolitica coloniale socialistaC:# ma non ha nulla a che vedere
con il mar7ismo. =e costituisce la diretta negazione. =on a caso di*
versi dirigenti fascisti# tra cui @ussolini stesso# vennero fuori dalle
correnti socialiste filocoloniali. In primo luogo# @ar7 ed Jngels
non BaccolseroC mai le gesta barbare dell&imperialismo britannico.
-piegarono invece che per necessit% storica 'uesto avrebbe prevalso.
Il fatto che il capitalismo come forza storica sia ovviamente progres*
sista rispetto al feudalesimo o alle societ% schiaviste non significa
che i mar7isti appoggiano ogni nefandezza dell&imperialismo. 5ue*
sta idea dimostra una forma di razzismo culturale ripugnante. I nativi
americani non hanno avuto nessun Bprogresso storicoC con l&arrivo
124
dei coloni bianchi. =e sono stati annientati. <o stesso " avvenuto per
molti altri popoli.
-iamo cosG giunti all&appuntamento con la grande crisi. Ci
viene spiegato che negli anni &20 venne distrutta l&integrazione eco*
nomica mondiale# vennero varate misure protezioniste e cosG via# ma
senza dirci perch) ci( avvenne. Incredibilmente# ?esai arriva alle
stesse conclusioni degli economisti borghesi di destra e cio" che la
depressione fu causata da errori di politici incapaci$ B6e 1no6 no6
that a depression could have been avoided b, follo6ing Re,nesian
policiesC 9p. 130:. CosG " stato tutto un pasticcio evitabile# il nazi*
smo# la seconda guerra mondiale...
0atto sta che nasce il nazismo. Lvviamente ?esai non si fa
sfuggire l&occasione di paragonare il nazismo al comunismo$ Bthere
is an uncann, parallel bet6een the Lctober 121I Revolution in Rus*
sia and the =ational -ocialist ta1eover in Eerman, 12OO. in both ca*
ses# the 6inning part, came to po6er b, chance# and fe6 thought it
6ould survive.C 9p. 132:
5uale sia 'uesto parallelo " difficile capirlo# visto che i nazi*
sti furono Binvitati al potereC# come dice lo stesso autore# mentre i
bolscevichi fecero una rivoluzione. @a per evitare di disgustare trop*
po eventuali lettori di sinistra ?esai sostiene$ B<enin and Nitler are
not# of course the same# <enin# despite his penchant for violent prose
and use of the =RD?LEPF# never caused the carnage that Nitler
did. <enin genuinel, thought Russia 6as /ust a /unior partner in a
6orld6ide revolution that 6ould be led b, Eerman,. >here is no ra*
cism or anti-emitism in <enin&s rhetoric against capitalists and
ban1ers.C 9ivi:
Chiaro dun'ue# <enin era un macellaio# ma onesto. -orvolia*
mo sul piccolo particolare storico che per un morto " difficile usare
alcunch)# e 'uando <enin faceva politica la B=RD?LEPFC non
era ancora nata
OI
.
Parlando degli anni &20# ?esai ci informa che B6or1ers cho*
se to re/ect the communist alternative# and stuc1 to reformist so*
cialismC 9p. 1KI:. -e fosse cosG# come mai in 'uegli anni nac'uero
partiti comunisti di massa in molti paesi europeiM Come mai in 0ran*
cia la maggioranza del partito socialista vot( per entrare nell&Inter*
OI
<a LEPF nac'ue nel &2O# 'uando <enin era gi% malato. <a =RD? nel
&O4# 'uando <enin era morto da dieci anni.
12!
nazionale ComunistaM Perch) il partito socialista italiano rest( un
partito simpatizzante della >erza InternazionaleM Allo stesso tempo#
la legge storica che i lavoratori tendono a servirsi delle proprie orga*
nizzazioni tradizionali per fare politica " alla base della teoria del
fronte unico proposta dai bolscevichi# che ovviamente ?esai non no*
mina. @a la cosa piA scandalosa " che ?esai trae una conclusione
del tutto indebita e cio" che se i lavoratori restavano nei partiti socia*
listi allora significa che appoggiavano il capitalismo. P totalmente
falso# come l&esempio del P-I mostra in modo chiarissimo. ?a dove
verrebbero se no i soviet tedeschi e i consigli operai nel biennio ros*
so italianoM ?a dove verrebbe la spinta a sinistra in tutto il movimen*
to operaio europeoM
Proseguendo per la descrizione storica# si giunge alla crisi
degli anni &I0 e alla fine del 1e,nesismo come teoria e come politica
economica. ?esai sostiene giustamente che secondo @ar7 il settore
statale " in gran parte improduttivo e dun'ue " un fardello sui profit*
ti. ?a 'uesto l&autore ne deriva che @ar7 era a favore delle privatiz*
zazioni...$ Ball these Zpublic[ 6or1ers 6ere unproductive in @ar7&
sense. >he, 6ere not useless in terms of people&s 6ell being... @an,
of the =e6 <eft 6ere classic unproductive 6or1ers... >hus their nor*
mal instinct had been to defend the role of the state# and agitate for
its e7tension. >he, believed strongl, in the value of the 6elfare sta*
te# and state provision of education# health and housing. .ut @ar7#
in his perverse 6a,# seemed to be arguing for privatization of all this
into profitma1ing hands.C 9p. 2!3:
?ifficile poter concepire una piA abominevole falsit%. Lccor*
re innanzitutto notare il trucco classico di far apparire i militanti di
sinistra come parassiti piccolo borghesi# per giunta egoisti# perch)
lottano solo per difendere i propri privilegi e infine pure ipocriti# per*
ch) cercano solo una teoria che faccia i loro comodi. Lvviamente
cosa c&entri tutto ci( con le lotte operaie degli anni U30 e UI0 non "
dato saperlo. @a 'ui l&aspetto piA vergognoso " 'uello teorico. =on
c&" una sola affermazione di @ar7 che ?esai possa portare a difesa
della sua idea. Allora se la cava con un Bsembrava sostenereC. Lv*
viamente " falso da cima a fondo. @ar7 spiega che i profitti sono il
cuore del capitalismo. @a se il Bmodo perversoC di @ar7 fosse stato
di stare dalla parte dei profitti# troveremmo nelle sue opere l&idea di
ridurre i salari# ovvero un aumento del plusvalore relativo e assoluto#
123
per uscire dalla crisi# leggeremmo @ar7 criticare la lotta sindacale#
in una parola# vi sarebbero passi in cui @ar7 difende la borghesia
dalle pretese dei lavoratori. P esattamente perch) il capitalismo non
pu( vivere se non devastando la vita del proletariato che il mar7ismo
" per la rivoluzione socialista. <a disonest% di ?esai# il suo tentativo
di far passare @ar7 per un ideologo filoborghese# raggiunge 'ui il
massimo della perversione. @a come abbiamo detto a proposito del*
la copertina del libro# non " ovviamente @ar7 che viene descritto
'ui. P uno spostamento psicologico piuttosto ovvio. P ?esai che par*
la di ?esai.
Introducendo il dibattito sul contributo di -raffa# la disonest%
torna all&opera. =on tanto per l&interpretazione che ?esai d% del con*
tributo di -raffa stesso 9Bit 6as profoundl, undermining of @ar7&s
theor,C:# che ovviamente " legittima come un&altra# ma perch) trac*
ciando lo sviluppo della teoria descrive solo le tesi di un autore favo*
revole a 'uell&idea 9-teedman:# dando l&impressione che nessuno gli
rispose. Da da s) che un minimo di onest% intellettuale vuole che nel
riproporre un dibattito scientifico si presentino tutte le voci in cam*
po.
?esai " stato per decenni considerato uno degli economisti
mar7isti piA noti in occidente. <&economia mar7ista " basata sulla
teoria del valore che dun'ue# si presume# 'uesto signore conosce
bene. @a a nulla gli serve 'uesta conoscenza# visto il suo intento.
?escrivendo il famoso modello di crescita di Don =eumann e il pro*
blema della produzione congiunta osserva$ B>he value of the 6ine
e7ceeds that of the grape /uice b, a large factor# ,et labour contribu*
tes nothing to the e7tra value. >hus# value and surplusvalue could
arise from factors other than labour.C 9p. 234:
Che scoperta brillanteX Lltre 1O0 anni dopo la pubblicazione
del Capitale# due secoli dopo Ricardo# e nessuno aveva notato 'ue*
sto serio problema...
Iniziamo col dire che il lavoro contribuisce eccome
all&e7travalore del vino# dato che anche durante il semplice invec*
chiamento# il vino abbisogna di lavoro 9ad esempio di custodia:. @a
non " 'uesto il punto. ?esai non si rende conto che ttta la prod"
!ione ha una parte di ricchezza che non deriva dal lavoro umano
OK
.
=on parliamo 'ui di casi specifici# come un 'uadro d&autore# o i pre*
OK
Dedi il testo precedente )ncora na volta slla teoria del valore.
12I
stiti# il cui BprezzoC esula ovviamente dal lavoro contenuto. @a pen*
siamo all&estrazione mineraria. 5uale lavoro umano ha creato le mi*
niere d&oro e di altri metalliM 5uale lavoro umano ha creato il petro*
lio e il gas naturaleM J che dire dell&agricolturaM 5uale lavoro umano
ha creato la sintesi clorofilliana# l&energia solare# il miele delle apiM
-ono ben poche le merci che non contengono processi fisici al di
fuori del lavoro umano. ?un'ue i classici e @ar7 erano dei poveri
tonti a non essersi accorti di 'uesto problema. L forse " ?esai che si
" dimenticato tutto. In realt%# la teoria del valore dei classici e di
@ar7 non " cosG ingenua da non tener conto del vino che invecchia o
della frutta che matura... e la cosa divertente " che il passo dove
@ar7 " piA chiaro in proposito " contenuto nella Critica al program"
ma di 8ot$a in cui @ar7# criticando il programma lassalliano# spiega
la differenza tra valore e ricchezza
O2
. ?esai cita a lungo da 'uel libro#
e proprio da 'uelle pagine# ma ovviamente si scorda di citare 'uel
punto. Il lavoro umano non " il creatore di ogni ricchezza# ma " crea*
tore del valore# ovvero del lavoro socialmente necessario per ripro*
durre e sviluppare la societ%. <a legge del valore " la legge che divi*
de il lavoro in una societ% in cui il processo produttivo " distribuito
anarchicamente tra produttori indipendenti. I prezzi sono il mezzo
con cui si pu( suddividere la forzalavoro nella proporzione 'uali
'uantitativa necessaria al processo produttivo. Il valore creato dal la*
voro umano " un tutto che la societ% provvede a ridistribuire in base
ai prezzi. P scontato che 'uesto implica che molti prezzi incorporino
un valore non erogato in 'uel singolo processo. -e ad esempio un
ricco collezionista si compra un 'uadro di Picasso per 100 milioni di
dollari# ha pagato l&e'uivalente di diversi milioni di ore di lavoro an*
che 'ualificato. @agari Picasso per dipingerlo ci ha messo una gior*
nata e prendendosi pure molte pause. ?un'ue addio teoria del valo*
re... @a non sar% che 'uei 100 milioni vengono da un altro processo
produttivo e che 'uesto signore decide di impiegarli per un suo sfi*
zioM -e io pago vino invecchiato 10 anni piA del vino novello " per*
ch) il capitale investito per produrre la prima bottiglia " maggiore e i
O2
?ice @ar7$ Bla natra " la fonte di valori d&uso... altrettanto 'uanto il la*
voro... e il lavoro dell&uomo diventa fonte di valori d&uso# e 'uindi anche di
ricchezza# in 'uanto l&uomo " fin dal principio in rapporto# come proprieta*
rio# con la natura# fonte di tutti i mezzi e oggetti di lavoro# e li tratta come
cosa che gli appartieneC. 9ediz. it.# p. 2O:
12K
capitalisti sono remunerati in base al capitale investito e non al lavo*
ro non pagato concretamente estratto ai propri dipendenti. 5uesto "
l&abc della teoria del valore di @ar7# che per un famoso economista
mar7ista dovrebbe essere come l&aritmetica elementare per un mate*
matico. Invece ?esai ne deduce che non " solo il lavoro umano a
dare valore alle merci. Fna conclusione peraltro che annienta tutta
l&analisi mar7ista. @a perch) allora ?esai evidenzia la bont% di 'ue*
st&analisiM Perch) perde tutto 'uesto tempo a presentarci il lato buo*
no del @ar7 scienziato distinto dal suo lato oscuro rivoluzionario#
'uando pure come economista @ar7 compiva simili strafalcioniM
Dalutando il lato scientifico della vicenda# ?esai ci appare curiosa*
mente attaccato a un feticcio che lui stesso ritiene inservibile. Il fatto
" che# avendolo tra le mani# spera che non cada piA nelle mani sba*
gliate# ovvero in 'uelle della classe lavoratrice.
Diene poi la descrizione del crollo del muro di .erlino# con
la dimostrazione che l&Frss era come il mago di Lz# un castello di
carte. Peccato che poche pagine prima ?esai ci abbia informato di
come 'uesto mostro di cartone avesse sconfitto la macchina bellica
del nazismo. ?ifficilmente il mago di Lz avrebbe fermato le divisio*
ni corazzate tedesche.
=ella parte finale c&" una critica al modo con cui il 0@I ge*
stisce le crisi dei paesi arretrati con la sua cura uguale per tutti a base
di privatizzazioni# tagli allo -tato sociale# deflazione. -tranamente
'ui ?esai non ci dice che @ar7 avrebbe appoggiato 'uesto program*
ma# eppure dovrebbe essere cosG# dato 'uello che ?esai avrebbe so*
stenuto poco prima e invece ci viene detto che 'uesti programmi
hanno causato la miseria di interi popoli# aumentato la mortalit% in*
fantile e ridotto la speranza di vita. @a allora stare dalla parte dei
profitti " mar7ista anche a costo di annientare la vita di una nazioneM
L @ar7 sarebbe stato un nemico del 0@IM >ra breve diremo 'uale
sia l&intento di ?esai nel criticare il 0ondo @onetario.
Comun'ue# ?esai si rallegra che il comunismo sia defunto#
che il riformismo faccia una fine analoga e trionfi il capitalismo. @a
non una forma di capitalismo 'ualsiasi... chi non liberalizza muore$
BA long recession gripped ;apan in the 1220s 6hich sho6s no signs
of ending because the po6ers that be are unable and un6illing to re*
structure the econom, drasticall,# as @argaret >hatcher or Ronald
Reagan dared to do.C 9p. 222:
122
Jcco chi ha vinto alla fine. =on a caso ?esai si prende gioco
di tutti i governi riformisti che hanno osato fare politiche 1e,nesia*
ne# da @itterand in poi. Lvviamente# ?esai ha il diritto di professarsi
a favore di politiche economiche liberali e antioperaie. 5uello che
invece non pu( fare " pretendere di portare @ar7 a difendere 'ueste
tesi. <&aspetto tragicomico " che per ?esai @ar7 " esattamente come
lui$ B>hese three visions @ar7+Na,e1# Polan,i and Re,nes+Negel
span all the possible vie6 one can have of the 6or1ings of the ca*
pitalist s,stem.C 9p. O02:
A 'uale livello d&indecenza scientifica deve giungere un
economista per sostenere che @ar7 e Na,e1 hanno la stessa idea di
come funziona il capitalismoM Fna cosa del genere degrada il mar7i*
smo ad apologia della societ% borghese ma " degradante persino per
Na,e1.
<a conclusione di 'uest&opera dun'ue " che il capitalismo ha
trionfato sui suoi nemici Bfascismo e leninismoC 9in che senso il fa*
scismo fu nemico del capitalismo non si sa# non certo socialmente o
economicamente ad ogni modo: e ha messo in crisi il riformismo. J
la societ% borghese " l&unica speranza dell&umanit%# dato che Bit is
the best arrangement for the alleviation of povert, and miser,C 9p.
O04:. .ene# ma cosa c&" di nuovoM 5uale Brivincita di @ar7C c&" in
'uesta posizione che accomuna tutto lo spettro politico dal fascismo
al riformismo di sinistraM Jd ecco che arriva il trucco finale$ BIf it th*
reatens profitabilit, too much# then capital 6ithdra6s or migrates.
-tanding @ar7 on his head# I argued above that there is a need for a
longerterm complementarit, bet6een capital and labour# despite
or perhaps because of the shortterm conflict.C 9p. O02:
Jcco 'ua svelato il mistero. -ecoli di lotta di classe# di rivo*
luzioni# guerre e controrivoluzioni dissolte nel nulla grazie a 'uesta
geniale trovata# la Bcomplementariet%C. =on staremo 'ui ad osserva*
re l&ovvio e cio" che non c&" nulla di nuovo in 'uesta banalit%# che
ha accompagnato il movimento operaio dalla sua nascita. Il punto "$
visto che si tratta dell&aspetto decisivo dell&opera# non valeva forse
la pena dire in che cosa# anche a grandi linee# possa mai consistereM
Fn patto sociale alla svedeseM <a cogestione tedescaM =on si sa. Jp*
pure ?esai spiega a piA riprese che il riformismo " morto e sepolto#
che la >hatcher ha battuto @itterand# che chi non liberalizza viene
distrutto. 5uale complementariet% propugn( la >hatcher contro i mi*
1O0
natoriM
5uello che per( sappiamo " che le ultime pagine de libro
sono dedicate ad esaltare il H>L come organizzazione democratica#
Bthe most egalitarian of an, of the international institutionsC# a evi*
denziare che il mercato ha risolto brillantemente il problema del de*
bito sovrano dei paesi emergenti mentre gli -tati hanno fallito perch)
Bthe mar1et logic is 1inder and more effective than the logic of po*
6erC 9p. O1O:Q che ironia che 'uesto libro sia uscito nel 2002# l&anno
del rovinoso crollo argentino... ma il punto " che ora si capisce il
senso dell&attacco al 0@I. Il 0ondo monetario " la BvecchiaC politi *
ca# la BvecchiaC economia statalista# dirigista. Il H>L " il nuovo# il
mercato# la democrazia. Lvviamente# credere che siccome nel H>L
c&" il principio una testa un voto allora " un&istituzione democratica
significa non solo non aver capito nemmeno i rudimenti del mar7i *
smo# ma non aver mai dato un&occhiata nemmeno ai giornali che de*
scrivono i dibattiti che vi si svolgono.
<e ultime righe sono destinate a ribadire il concetto che for*
ma la base del libro$ @ar7 era un liberale$ Bbet6een his /uvenilia in
the 1K40s# and his mature 6riting in Capital# he became less sure
that the s,stem 6ould disappear imminentl,. -adl,# his ,outhful rhe*
toric rather than his mature anal,sis became his legac,... he never
came bac1 to the 'uestions he posed in his ,outhful manuscripts...
@ar7 diverted himself from the tas1 of ans6ering these 'uestions to
stud,ing capitalism# and e7coriating contemporar, socialists for
their delusions about the prospect of achieving socialism. ]et these
delusions reappeared after his death# and has murderous conse'uen*
ces after 121I. >hat sad# violent and barbaric episode in the 6orld&s
histor, is over. @ar7 has had his revenge. .ut 6ill he ever get his
re6ardM Hill there be -ocialism be,ond CapitalismMC 9p. O1!:
CosG si conclude 'uesto raro esempio di disinformazione e
disonest%. -i ripete la fandonia colossale che @ar7 Bda grandeC non
si occup( di rivoluzione 9scordandosi# come minimo# degli scritti
sulla Comune# della Critica al programma di 8ot$a# dell&)nti"6D$"
ring:Q ci si compiace della fine del BcomunismoC che sarebbe niente
meno che la BvendettaC o la BrivincitaC di @ar7# per che cosa poi
non si sa. J tanto per confondere le ac'ue si aggiunge una bella frase
a effetto sul futuro. ?isgustoso.
1O1
Eli scienziati chiamano la sindrome di -toccolma 'uel feno*
meno per cui il rapito diviene in 'ualche modo simpatetico e com*
prensivo delle ragioni di chi lo tiene in ostaggio. 5uesto normalmen*
te finisce non appena il rapito viene liberato e torna alla sua vita or*
dinaria. A ?esai " successa la stessa cosa con @ar7. Per decenni era
tenuto in ostaggio dal mar7ismo per la propria fama di economista di
sinistra. Lra finalmente si " liberato di 'uesto problema. Na avuto la
sua BrivincitaC. Purtroppo# essendo stato esposto per lungo tempo al
mar7ismo# non pu( fare a meno di continuare a servirsene per pro*
porre le sue idee sul nuovo ordine mondiale# indistinguibili da 'uelle
di ogni primo ministro occidentale# per 'uanto reazionario.
In 'uesto modo spera di ottenere due risultati connessi$ riba*
dire 'uanto inumano e irrazionale sia ogni tentativo di superare il ca*
pitalismo servendosi del mar7ismo a ci( che nessuno che cerchi uno
strumento scientifico per analizzare la crisi di 'uesto sistema possa
pensare di servirsi di @ar7. A che pro essere mar7isti se @ar7 "
come Na,e1M se il crollo di ogni societ% non capitalista " addirittura
la sua BrivincitaCM
<a storia delle critiche al mar7ismo " lunga# ormai# e punteg*
giata di meritori sforzi scientifici in mezzo a un abisso di spazzatura.
?esai ha dimostrato che il fondo dell&abisso pu( essere piA distante
di 'uanto prima creduto.
Poscritto$ inutile dire che dodici anni dopo l&uscita del libro#
nel mezzo della piA grave crisi economica dal &22# 'uando persino la
stampa borghese riscopre @ar7# lo s'uallore di ?esai risalta con an*
cor piA evidenza.
<alsit) sparse
BNis Z-talin[ gamble in fomenting a Chinese revolution in
122I has failedC 9p. !0:. -talin si oppose alla rivoluzione cinese.
B>he .olshevi1s 6ere not a democratic consensual part, but
a hierarchical topdo6n# leadershipdominated part,C 9p. 14I:. Il
partito bolscevico# almeno fino al &24# fu il partito piA democratico
della storia. <a -P? era molto piA connessa al culto dei leader# con
una gerarchia da monopolio capitalistico.
1O2
B... man, >rots1,ists 6ere championed b, the cold 6ar*
riors... Isaac ?eutscher# the biographer of -talin and >rots1i/ 6as
one such# ;ames .urnham# an American >rots1,istC 9p. 222:. ?eu*
tscher e .urnham avevano da lungo tempo abbandonato ogni con*
nessione con il trots1ismo e il comunismo all&epoca. .urnham era
divenuto un intellettuale anticomunista.
B=o one# but no one# forecast the collapse of the -oviet s,*
stemC 9p. 222:Q salvo >rots1i/ ne &a rivol!ione tradita oltre !0 anni
prima.
1OO
La solu!ione i #liman al pro-lema ella tras%or,
ma!ione =analisi ella /ta-ella i 4ort>ie?ic!0 el
li-ro Reclaiming Marxs Capital i A2 #liman@
<a teoria mar7ista dell&economia " stata sempre oggetto di
critiche# piA o meno approfondite# da parte di economisti borghesi
apertamente reazionari 9le varie scuole neoclassiche: cosG come di
teorici piccolo borghesi piA o meno vicini al movimento operaio#
come la scuola sraffiana.
Andre6 Rliman " uno dei principali teorici della scuola
>--I 9temporal single soltion interpretation:# una corrente che#
contestando tutte 'ueste interpretazioni della teoria del valore# cerca
di confutare il mito dell&incoerenza logica della teoria mar7ista 9ne
abbiamo visto esempi prima# nel dibattito sviluppato da Proteo:. <o
fa partendo da un punto centrale che " il rifiuto dell&idea# feticistica*
mente fisicalista# che non esista un tempo della produzione e che
dun'ue i prezzi degli input e degli output debbano essere determinati
simultaneamente. Al contrario# sostengono# i valori che si scambiano
nella produzione devono tener conto della produzione stessa e per
'uesto i prezzi degli input e degli output possono e normalmente
devono essere differenti. 5uesta differenza incorpora# in realt%# un
elemento centrale del funzionamento del sistema capitalistico$ lo svi*
luppo della produttivit% del lavoro che riduce il costo unitario delle
merci.
?a sempre# il problema piA spinoso dell&economia mar7ista
" stato considerato il problema della trasformazione dei valori in
prezzi che gli economisti riducono al fatto che @ar7 non ha# sba*
gliando# trasformato# assieme al prezzo della merce finale# i prezzi
delle merci input# utilizzando anche per essi i prezzi di produzione al
posto dei valori originari. Rliman intende dimostrare che 'uesta in*
coerenza non sussiste. <&autore non vuole provare se la teoria mar7i*
sta sia buona o cattiva ma solo se sia incoerente o meno. P un lavoro
preliminare e# secondo lui# necessario di contestazione logicofor*
male# risolto il 'uale si potr% procedere a una disamina dei meriti re*
lativi delle diverse teorie.
1O4
-e si rifiuta il concetto di simultaneit% dei prezzi# occorre
domandarsi 'uale sia la logica del cambiamento degli stessi. >ale lo*
gica " da cercarsi nelle trasformazioni tecnologiche# ossia# per usare
il termine mar7iano# nell&aumento della composizione organica del
capitale. I capitalisti competono per le 'uote di mercato. Fna delle
armi principali della concorrenza " l&innovazione tecnica# che con*
sente di ridurre il costo di produzione. 5uesta sostituzione avviene
nel tempo e# prima di essere generalizzata# consente ai primi che la
adottano di aumentare i profitti a scapito dei concorrenti 9sia ridu*
cendo i prezzi e dun'ue accrescendo i volumi venduti# sia aumentan*
do i margini unitari di guadagno:. Il risultato finale# sociale# dell&in*
novazione# ossia appunto l&aumento della composizione organica# "
una rid!ione del saggio medio del profitto. 5uesta contraddizione
tra scopi individuali dell&innovazione e risultati sociali della stessa "
incomprensibile a chi rimanga impigliato nelle categorie economi*
che borghesi. 5uesto non vale solo per gli apologeti del capitale# per
i 'uali il profitto " la ricompensa magica di 'ualit% metafisiche da ri*
conoscere ai proprietari dei mezzi di produzione# ma anche a 'uegli
economisti che pure hanno utilizzato per le loro teorie categorie mar*
7iane.
P 'uesto il caso del famoso teorema di L1ishio. @ar7# come
noto# formul( una previsione circa la profittabilit% degli investimen*
ti. Poich) il plusvalore " legato alla possibilit% di sfruttare il lavoro
vivo# e il capitalismo tende ad aumentare la composizione organica
del capitale# ossia l&uso delle macchine al posto delle braccia# vi "
una tendenza generale alla riduzione del saggio di profitto. >ale leg*
ge# accettata da tutti gli economisti classici 9-mith e Ricardo in
testa:# seppure con motivazioni diverse da 'uelle di @ar7# non ha
nulla di automatico o di ferreo. I capitalisti in ogni epoca la contra*
stano attivamente e spesso# con un certo successo. <&economista
neoricardiano L1ishio fece un&obiezione che sembra ovvia ma che
dimostra 'uanto 'ueste correnti teoriche siano immerse nel feticismo
delle merci. -i chiese infatti# perch) i capitalisti dovrebbero introdur*
re metodi di produzione che abbassano il saggio del profittoM -em*
brerebbe un controsenso. ?un'ue l&innovazione tecnologica deve in
realt% aumentare i profitti. <a dimostrazione di 'uesta ipotesi sotto il
profilo BtecnicoC " agevole# se si accetta che i prezzi non mutino
dopo l&innovazione 9che " poi il riflesso del simultaneismo visto so*
1O!
pra:. P ovvio che a parit% di prezzi# se i costi si riducono grazie al *
l&innovazione# aumentano i profitti.
<a realt% della produzione capitalistica " del tutto differente.
?&altra parte# se l&innovazione aumentasse i profitti# dopo secoli di
innovazione# vedremmo saggi di profitto a tre cifre# soprattutto nei
settori maturi# come un semplice esercizio sul tasso composto dimo*
strerebbe. ?a dove verrebbe allora la lotta al coltello tra le aziende
soprattutto# di nuovo# nei settori maturi# in 'uesto 'uadro cosG roseo
o le crisi economicheM Come mai nei settori maturi vi " il dominio di
poche grande aziende se non per l&operare della caduta tendenziale
del saggio di profittoM Il teorema di L1ishio " dun'ue falso# come
una rapida occhiata al mondo reale dimostra.
-raffiani e neoclassici rigettano la legge della caduta tenden*
ziale in 'uanto rimangono impigliati nel fiscalismo secondo cui una
maggiore produttivit% si traduce in maggior profittabilit%. Il punto "
invece che il prezzo della singola merce si riduce in 'uanto vi " con*
tenuto meno lavoro socialmente necessario. Per 'uale ragione il ca*
pitalista innovaM =on certo in base a considerazioni connesse ai pro*
fitti della borghesia come classe# ma per vendere piA merci a scapito
dei concorrenti. P solo 'uando ttti i capitalisti del settore lo seguo*
no per non perdere 'uote di mercato che il saggio di profitto di 'el
settore cala. =on solo la coerenza " ovviamente un re'uisito impos*
sibile da chiedersi a una societ% in cui si produce anarchicamente per
il profitto# ma la caduta# seppur solo tendenziale# " comun'ue legata
allo sviluppo del singolo settore produttivo. <&effetto complessivo
dipende da 'uanti nuovi settori si stanno affacciando sull&arena eco*
nomica# dallo sviluppo di nuovi paesi# ecc. A ci( si aggiungono le
controtendenze# su cui @ar7 si " dilungato egregiamente# in primo
luogo la riduzione del prezzo dei mezzi di produzione. @a 'uesta ri*
duzione# avverte Rliman# non pu( avvenire retroattivamente. ?etto
diversamente# se un bene capitale comprato a 200 vale 100# ci( cau*
ser% una svalutazione nei bilanci dell&azienda ma non una modifica
del prezzo originario. 5uesto " il meccanismo centrale della crisi da
sovrapproduzione. ?i nuovo# i teorici simultaneismi non si avvedono
che la produzione capitalistica avviene nel tempo. Anche se# dun'ue#
le merci cambiano prezzo al mutare dei metodi di produzione# ossia
del lavoro socialmente necessario alla loro produzione# 'uesti cam*
biamenti si riflettono nella capacit% di competere delle aziende# non
1O3
nei prezzi relativi. Rliman osserva invece che i critici di @ar7 non
distinguono tra il valore dei mezzi di produzione e la somma di valo*
re anticipata come capitale. Per 'uesto il prezzo del capitale diviene
il valore che entra nelle merci. Compreso 'uesto aspetto# possiamo
rivolgerci al problema della trasformazione.
I critici di @ar7 con 'uesto problema vogliono seppellire la
legge del valore sotto un problema di coerenza logica. Al contrario#
il problema risiede nel processo produttivo stesso. Come osserva
Rliman$ Bla distinzione tra valore e prezzo esiste nella vita realeC. <o
scopo della teoria " astrarre dalla vita reale i processi generali della
forma economica capitalistica. Il concetto mar7iano di valore# l&idea
che solo il lavoro umano pu( connettere natura e societ%# macchine e
denaro# " 'ualcosa di reale# non un&astrazione soggettiva. P mentale
ma non arbitrario il percorso logico che occorre fare per passare dal
valore# inteso appunto come lavoro socialmente necessario obiettiva*
mente scaturito dal processo produttivo# al prezzo# inteso come mec*
canismo di pere'uazione degli investimenti dei capitalisti. Il plusva*
lore si da prima del mercato# ma il risultato finale " distribuito dopo
il mercato# in base alla legge dell&ugual saggio di profitto. In condi*
zioni normali# dun'ue# profitto e plusvalore sono uguali per l&econo*
mia come un tutto.
-otto il profilo algebrico# la soluzione di @ar7 prevede che
capitale costante# variabile e plusvalore siano dati# mentre prezzi#
profitti e saggio del profitto siano le variabili. <e tre eguaglianze di
@ar7 sono basilari$ valori e prezzi# profitto e plusvalore# saggio del
profitto medio in valore e in prezzi.
@ar7 sa che le merci non si vendono al loro valore# nemme*
no in media. .ort1ie6icz fu il primo# in tale contesto# a proporre l&i *
dea che senza valutazione simultanea di input e output c&" incoeren*
za logica. In realt%# deve solo valere che i prezzi finali di un periodo
coincidano con 'uelli iniziali del periodo medesimo# il resto segue
logicamente. <a soluzione di @ar7 non " incoerente. <e altre solu*
zioni lo sono# perdono un&eguaglianza.
Rliman smonta le prove di .ort1ie6icz con 'uesto controe*
sempio abbastanza classico$ economia divisa in 2 settori# per sempli*
cit% il valore dei beni " 1Q valgono le regole degli schemi di riprodu*
1OI
zione. I dati originali sono capitale costante e variabile e plusvalore
per i tre settori nel periodo 1# ossia
40
$
ta-2 AA c v s p
settore I 2K0 I2 4K 400
settore II K0 23 34 240
settore III 40 I2 4K 130
tot2
economia
:BB 9:B ACB 3BB
Con 'uesti dati possiamo ricavare gli indicatori classici di
@ar7 9saggio di sfruttamento e composizione organica del capitale e
infine il saggio del profitto in valori: che aggiungiamo alla tabella
1A
41
$
ta-2
A4
c v s p t
S
e
S
rv
S
settore
I
2K0 I2 4K 400 G0 HI 1J,H
settore
II
K0 23 34 240 4K HI JH,4
settore
III
40 I2 4K 130 JH HI 42,L
tot2
econo,
mia
:BB 9:B ACB 3BB C8 C' 9&
Lsserviamo caratteristiche classiche 9il settore dei mezzi di
produzione ha la composizione organica piA elevata e dun'ue il sag*
gio di profitto piA basso mentre il saggio di sfruttamento "
40
?efiniamo$ c il capitale costante# v il capitale variabile# s il plusvalore# p
il valore totale della produzione in valori 9cVvVs:.
41
?efiniamo$ t la composizione organica del capitale# e il saggio di sfrutta*
mento# rv il saggio del profitto in valore.
1OK
uniforme:Q inoltre le regole della riproduzione semplice sono rispet*
tate 9pITC# pIITD# pIIIT-:.
Adesso trasformiamo i valori in prezzi partendo dal saggio
del profitto. Il meccanismo " 'uesto. -i parte dal saggio medio del
profitto in valore. 5uesto diventa automaticamente il saggio di pro*
fitto in prezzi di tutti i settori 9in 'uesto caso il 2!S:. A 'uesto punto
per trovare il profitto dei singoli settori basta moltiplicare il saggio
di profitto medio per il capitale utilizzato 9'IT9cIVvI:^rp:
42
$
ta-2
AC
c v s p t
S
e
S
rv
S
rp
S
' pp
setto*
re I
2K0 I2 4K 400 G0 3I 1J,H 2K GG 440
setto*
re II
K0 23 34 240 4K 3I JH,4 2K 44 220
setto*
re III
40 I2 4K 130 JH 3I 42,L 2K 2G 140
tot2
eco,
no,
mia
:BB 9:B ACB 3BB 63 C' 9& 9& ACB 3BB
A 'uesto punto# l&obiezione di .ort1ie6icz " che se vendia*
mo usando i prezzi e non i valori# l&economia risulta sproporzionata#
detto diversamente non varranno piA le regole degli schemi di ripro*
duzione. Infatti l&ammontare del valore del settore dei mezzi di pro*
duzione in prezzi 9ppI: varr% ora piA del totale del valore dei mezzi
di produzione C 9440 rispetto a 400: e cosG via.
<a contro obiezione di Rliman " che i prezzi dell&output del
periodo 1 devono essere uguali ai prezzi input del periodo 2# e non ai
prezzi input del periodo 1. <a riproduzione " assicurata perch) non
essendoci accumulazione# si produce fisicamente la stessa merce del
periodo 1.
42
?efiniamo$ rp il saggio del profitto in prezzi# ' il profitto# pp il valore
totale della produzione in prezzi 9cVvV':.
1O2
Dediamo ora il secondo anno. ?ato che le proporzioni tra i
settori non mutano# la crescita " proporzionale alla dimensione del
settore. Ad esempio per trovare cI2 9il capitale costante utilizzato nel
secondo periodo nel primo settore: dovremo moltiplicare il rapporto
tra cI2 e C1 per il valore della produzione del settore al tempo 1 in
prezzi 9cI2T9cI1+C1:^ppI1:. ?a 'ui la tabella seguente.
ta-2 9A c v s p
settore I O0K 33 !4 42K
settore II KK KK I2 24K
settore III 44 33 !4 134
tot2 ec2 ::B 99B A3B 3:B
Lra potremo procedere come visto# calcolando il saggio di
profitto in valori e dun'ue# con il saggio medio# in prezzi$
ta-2
94
c v s p rv
S
rp
S
' pp
settore
I
O0K 33 !4 42K 14,4 2I 102 4IH
settore
II
KK KK I2 24K 40,L 2I 4G 224
settore
III
44 33 !4 134 4L,1 2I J0 140
tot2 ec2 ::B 99B A3B 3:B 9',8 9' A3B 3:B
In 'uesta situazione risultano rispettate le tre e'uivalenze
mar7iane anche se i singoli prezzi non corrispondo ai singoli valori.
Pu( essere 'uesta una soluzione accettabile del problema
della trasformazioneM Dediamone i pro e i contro
Pro$
1. per funzionare# il capitalismo ha bisogno che il sistema
dei prezzi BpremiC i settori a maggior composizione organica del ca*
140
pitale 9sottraendo agli altri lavoro socialmente necessario obiettiva*
mente contenuto a livello di valori:. <o schema di Rliman rispetta
'uesto principio$ il saggio di profitto in valore del settore I " il piA
basso in 'uanto piA alta " la composizione organica dun'ue drena
plusvalore prodotto originariamente negli altri settori produttiviQ
2. il saggio di sfruttamento 9in valori: deve essere uguale tra
i settori e anche 'uesta regola risulta rispettataQ
O. l&interpretazione >--I considera il valore come realmente
esistente# accanto ai prezzi che non ne sono dun'ue la forma astratta
generale. Jntrambi sono misurati in denaro# solo che i valori esisto*
no prima che le merci arrivino sul mercato# con la conseguente pere*
'uazione dei saggi di profitto. Ci( " coerente con il fatto che @ar7
ragiona sempre in termini di denaro e non confonde due universi$
'uello fisico 9del valore d&uso: e 'uello in moneta 9del valore di
scambio# sia 'uesto valore o la sua forma trasformata# prezzo:Q
4. per logica# devono coincidere prezzo di domanda e prezzo
di offerta e non il prezzo di un input di un periodo con 'uello del*
l&output del periodo successivo.
Contro$
1. nell&esempio# nonostante cresca la composizione organi*
ca# aumenta anche il saggio del profitto# il che sembrerebbe contro*
intuitivo ma dipende dal fatto che sono diminuiti i salari reali 9per
l&economia nel suo complesso# passano dal O0 al 23S del prodotto
complessivo:# una delle controtendenze descritte da @ar7 parlando
della caduta tendenziale del saggio di profittoQ
2. pur non essendoci accumulazione# l&economia cresce dal
periodo I al periodo II del !S 9da K00 a K40:. Il fatto " che in 'uesto
'uadro concettuale i due valori non sono paragonabili direttamente
9cambiando la base dei prezzi# probabilmente# dato che in unit% fisi*
che la produzione non cambia# " corretto dire che c&" un&inflazione
del !S:Q
O. bisognerebbe chiedersi che cosa sia la riproduzione sem*
plice Bin termini fisiciC# 'ualcosa di irrilevante nel capitalismo e che
potrebbe invece avere senso in altri contesti# come ad esempio# i bi*
lanci materiali dell&economia sovietica. =el capitalismo la riprodu*
zione non " di merci come valori d&uso ma in termini di riproduzione
delle condizioni storiche dell&accumulazione 9profitto# salari e cosG
141
via:# non " dun'ue detto che la stabilit% in termini fisici della produ*
zione implichi una situazione di e'uilibrioQ
4. non " chiaro che cosa succederebbe per la stabilit% del si*
stema se l&esempio fosse espanso oltre i due anni.
Il punto chiave " per( il rapporto tra valori e prezzi. =el ca*
pitalismo sviluppato# dove tutto " merce per un mercato esterno e
globale prima ancora di vedere la luce# che cos&" il valore in 'uanto
distinto da un prezzoM Pensiamo a 'uesto esempio. In un settore pro*
duttivo ci sono n produttori isolati e autonomi# ognuno con il proprio
metodo produttivo 9e dun'ue composizione organica# ecc.: che de*
termina un certo valore. <a merce# identica ancorch) prodotta con n
metodi differenti# ha dun'ue n valori mentre si avvia al mercato. Ar*
rivata sul mercato la merce# gli n valori diventano l&unico prezzo con
ci( che ne consegue in termini di riproporzionamento dei profitti fi*
nali rispetto al plusvalore obiettivamente estratto dai singoli produt*
tori ecc. 5uesto " l&esempio che fa @ar7 nei 8rndrisse parlando
dei capitalisti come di azionisti virtuali di un&unica azienda. Il pro*
blema "$ 'ual " la natura effettiva degli n valori del nostro esempioM
In che senso essi esistonoM P possibile misurarli nel senso che sareb*
be possibile chiedere ai singoli n produttori 'ual " il loro valore
mentre la merce si avvia al mercato per conoscere il proprio destino
in termini di prezzi. @a a che servono 'uesti valoriM =on regolano i
movimenti dei capitali tra i differenti settori 9orientati invece dall&ef*
fettivo saggio del profitto:# non regolano dun'ue investimenti# inno*
vazione tecnica# licenziamenti# nascita e morte di aziende e settori e
cosG via. Jsistono ma sono per certi versi inutili. Jsistono solo per
essere negati all&atto dell&imposizione del singolo prezzo# un&esisten*
za di pura negazione per cosG dire. In 'uanto non regolano le sorti
dello sviluppo capitalistico# seppur reali sono per certi versi virtuali.
<&unica verit% nel capitalismo " il profitto# o meglio la sua massimiz*
zazione# e dun'ue i prezzi.
142
La teoria el (alore in una lettera a #u"elmann
<a teoria del valore " alla base della spiegazione mar7ista
del funzionamento del capitalismo. @ar7 la approfondisce soprattut*
to all&inizio del Capitale e nei lavori preparatori ad esso *Per la cri"
tica delleconomia politica# 8rndrisse# ecc.: tutte opere ben note.
=on altrettanto noto " invece un contributo sulla teoria del valore
che @ar7 diede in una lettera scritta a Rugelmann 911 luglio del
1K3K:# suo amico medico in Eermania
4O
.
Analizzeremo 'ui il brano tratto da 'uella lettera suddividen*
dolo in paragrafi in modo da poterlo analizzare piA in dettaglio.
<&analisi dei rapporti reali# data da me# conterrebbe la prova
e la dimostrazione del reale rapporto di valore anche se nel mio libro
non vi fosse nessun capitolo sul BvaloreC.
,esto dimostra c$e secondo lo stesso Mar4 non c( biso"
gno del primo capitolo del Capitale per de%inire e comprendere la
teoria del valore. ,esto capitolo $a n rolo introdttivo, metodo"
logico, ma lessen!a del valore permea ttto il Capitale. ,esto per"
c$3 lidea di spiegare il metodo di na scien!a al di %ori del so
svolgimento ( in 'alc$e modo antidialettica e antimaterialista. Per
'esto Mar4 tolse da Per la critica dell&economia politica la %amosa
Introduzione del KI c$e, nelle se parole, ?distrbava@, in 'anto
4O
<&importanza del carteggio con Rugelmann " testimoniata dal fatto che
<enin ne fece preparare una ristampa di cui volle scrivere l&introduzione.
Peraltro# come spesso " accaduto# la socialdemocrazia tedesca# dominata
dai riformisti# aveva cercato di far emergere in modo distorto il pensiero dei
fondatori del mar7ismo# alterandone gli scritti all&atto della pubblicazione.
In 'uesto caso Rauts1, aveva omesso 1O lettere su !2# tagliandone molte
altre.
Che @ar7 stesso ritenesse importante il carteggio lo dimostra il fatto che
nel Poscritto alla seconda edizione del Capitale spiega la peculiare esposi*
zione della forma di valore contenuta nel I capitolo proprio con l&intervento
del suo amico$ Bosservo di passaggio che 'uella duplice esposizione era do*
vuta al mio amico <. Rugelmann di NannoverC.
14O
sinteti!!ava risltati non ancora esposti. Il metodo scienti%ico, tolte
alcne considera!ioni di ordine generale slla dialettica, non ( altro
c$e la generali!!a!ione del procedere stesso della scien!a.
Il cianciare sulla necessit% di dimostrare il concetto di valore
" fondato solo sulla piA completa ignoranza# sia della cosa di cui si
tratta# sia del metodo della scienza. Che sospendendo il lavoro# non
dico per un anno# ma solo per un paio di settimane ogni nazione cre*
perebbe# " una cosa che ogni bambino sa.
,esto ( n pnto centrale. Innan!ittto Mar4 ribadisce c$e
non c( nemmeno bisogno di sottolineare limportan!a del lavoro
nel processo prodttivo, tanto ( evidente c$e sen!a lavoro mano
non c( movimento dei me!!i di prod!ione e dn'e non c( prod"
!ione alcna. Ma in secondo logo Mar4 spiega c$e la valori!!a!io"
ne del capitale non ( n processo aggregativo, ma sociale. &a classe
operaia in 'anto classe valori!!a il capitale. I rapporti di prod"
!ione esistono a livello di classe, non di %abbrica. &a %n!ione neces"
saria del lavoro come elemento di valori!!a!ione del capitale non
deriva solo dalle ore non pagate, pre ovviamente necessarie, ma
da ttte le ore lavorate. 9en!a lavoro, come detto, non c( movimen"
to dei me!!i di prod!ione, non c( prod!ione, non c( capitalismo.
,esto $a implica!ioni decisive anc$e sl modo con ci la classe
operaia deve combattere il capitalismo= lo sciopero generale divie"
ne laspetto decisivo del con%litto, incarnando la 'estione del pote"
re. In 'elloccasione viene posto di pnto in bianco il problema dei
problemi= 'ale classe comanda; ,ale classe prodce; ,ale
classe ( davvero necessaria allo svilppo storico;
J ogni bambino sa pure che la 'uantit% di prodotti# corri*
spondenti ai diversi bisogni# richiedono 'uantit% diverse# e 'ualitati*
vamente definite# del lavoro sociale complessivo.
2na determinata composi!ione del prodotto sociale non (
altro c$e na determinata divisione del lavoro. Il lavoro complessi"
vo $a na composi!ione 'alitativa, ri%lesso della composi!ione
'alitativa dei bisogni sociali.
144
Che 'uesta necessit# della distrib!ione del lavoro sociale in
proporzioni definite# non " affatto annullata dalla %orma de%inita del*
la produzione sociale# ma solo pu( cambiare il so modo di appari"
re# " sel% evident.
J la connessione tra composizione del prodotto sociale e la*
voro vale in ogni societ%. Ci( implica che l&analisi della domanda o
della distribuzione del reddito sono la stessa cosa e sono entrambe
derivate dal processo di valorizzazione del capitale.
C$e la prod!ione sociale necessiti di na composi!ione
'alitativa data dei me!!i di prod!ione e della %or!a lavoro ( ovvio.
)ltrimenti non vi potrebbe essere divisione del lavoro o scambio di
merci. In 'esto senso si tratta di na legge niversale delle societ#
mane. Ma 'esta legge $a na %orma speci%ica diversa in ogni so"
ciet#. &a legge del valore ( na legge niversale, c$e assme na
%orma storicamente de%inita, n modo di apparire diverso, nelle di"
verse epoc$e. -cco il segreto della prod!ione in generale c$e ?ci
risparmia na ripeti!ione@, come dice Mar4 nellIntroduzione del
MKI. &a prod!ione in generale non ( altro c$e la legge del valore
nelle se diverse %orme storic$e.
<e leggi di natura non possono mai essere annullate. Ci( che
pu( mutare in condizioni storiche diverse non " che la %orma in cui
'uesta distribuzione proporzionale del lavoro si afferma# in una data
situazione sociale nella 'uale la connessione del lavoro sociale si fa
valere come scambio privato dei prodotti individuali del lavoro# "
appunto il valore di scambio di 'uesti prodotti.
Crattandosi di na legge di natra, la legge del valore esiste
da 'ando esiste la prod!ione sociale. Nel capitalismo essa si a%"
%erma in modo rovesciato, indiretto, attraverso lo scambio di pro"
dotti individali, %rtto della propriet# privata dei me!!i di prod"
!ione. Per aversi 'esto scambio, le merci devono possedere n va"
lore di scambio. &a legge del valore dn'e mta la sa %orma e si
presenta sotto %orma di circola!ione di merci. Ma la circola!ione di
merci, in ltima analisi, non ( c$e circola!ione di 'alit# e 'antit#
di ore lavorate. )ttraverso le merci, in realt#, si scambia tempo.
&appropria!ione privata dei risltati della prod!ione oscra alla
14!
vista del ricercatore sper%iciale ma non elimina la socialit# della
prod!ione medesima. Prod!ione sociale, appropria!ione privata,
ecco il segreto della contraddi!ione della societ# capitalistica.
<a scienza consiste appunto in 'uesto$ svolgere come la leg*
ge del valore si impone. -e dun'ue si volessero BspiegareC a priori
tutti i fenomeni apparentemente contrastanti con la legge# bisogne*
rebbe dare la scienza prima della scienza...
&a teoria economica $a 'esto come so principale oggetto
di analisi= stdiare lo svilppo della legge del valore. 9otto il pro%ilo
del metodo non ( possibile partire dalle ecce!ioni, ma dalla legge
generale. 2na volta c$e 'esta ( posta *il primo libro del Capitale+,
si possono spiegare i %enomeni storici c$e sembrano apparentemen"
te contrastarla *la concorren!a, i pre!!i, la rendita+. :ovesciare
'esto modo di esposi!ione signi%ica porre le conclsioni al posto
delle premesse, ini!iare dalla %ine. ,i Mar4 tocca n aspetto di me"
todo= sotto il pro%ilo metodologico occorre partire dal %n!ionamen"
to astratto della legge *la ?prod!ione in generale@, la teoria del
valore+ e poi scendere nelle se determina!ioni storic$e concrete *la
concorren!a, la rendita, ecc.+. Partire invece da 'esti %enomeni
speci%ici signi%ica rovesciare la comprensione del reale. 9i tratta di
na %alsa e sper%iciale concrete!!a, c$e non condce alla scoperta
del nocciolo del problema.
Il senso della societ% borghese consiste appunto in 'uesto#
che a priori non ha luogo nessun cosciente disciplinamento sociale
della produzione. Ci( che " razionale " necessario per la sua stessa
natura# si impone soltanto come una media che agisce ciecamente.
&a legge del valore nel capitalismo si mani%esta ciecamente,
a posteriori, alle spalle dei prodttori. Non c( nessna divisione
del lavoro e4 ante, cosciente. &a legge si impone ai prodttori come
na legge di natra. ,esto imporsi cieco si ri%lette nellideologia
dominante dove, appnto, ci/ c$e esiste viene presentato come ra"
!ionale e necessario. &a legge del valore imponendosi ciecamente
crea na natra mana dellimposi!ione cieca, nideologia sociale
dellimposi!ione cieca, del dominio di %or!e sconoscite sl volere
143
dellomo. &a legge del valore rappresenta la religione natrale del
capitalismo, la sa essen!a ideologica. Come gli antic$i 8reci era"
no preda dei capricci degli dei dellNlimpo, come gli antic$i -gi!i
erano sc$iavi dei %lssi e ri%lssi del dio Nilo, gli omini moderni
sono sc$iavi della legge del valore, la divinit# pi. sanginaria della
storia, ci sono dedicati templi *c$e c$iamano banc$e+, altari *c$e
c$iamano crisi+ e sacerdoti *c$e c$iamano economisti+.
J poi l&economista volgare crede di fare una grande scoperta
se# di fronte alla rivelazione del nesso interno# insiste sul fatto che le
cose nel loro apparire hanno un altro aspetto. Infatti egli " fiero di at*
tenersi all&apparenza e di considerarla definitiva. A che serve allora
una scienzaM
C$e cosa rimane allora alla scien!a borg$ese; Impigliata
nelle apparen!e, rinncia a spiegare la radice dei processi sociali e
rimane alla sper%icie, alla contraddi!ione. &a legge del valore non
si pone come oggetto immediato della conoscen!a. Cos0 la ignorano
e si accontentano dei pre!!i, della domanda e dello%%erta, delltili"
t#. 6elloperare cieco della legge prendono solo la cecit# stessa,
limpossibilit# di %ornirne na spiega!ione ra!ionale se non adden"
trandosi oltre il so apparire %enomenico.
@a 'ui la faccenda ha ancora un altro sfondo. Assieme alla
introspezione nel nesso crolla# di fronte alla rovina pratica# ogni fede
teorica nella necessit% permanente delle condizioni esistenti. 5ui vi "
dun'ue l&assoluto interesse delle classi dominanti di perpetuare la
spensierata confusione.
&a con%sione di metodo e di sostan!a degli economisti non
( solo n problema di rei%ica!ione scienti%ica, c$e condce i sacer"
doti del capitale a rimanere istintivamente impigliati nella sper%i"
cie dei %enomeni. 7 anc$e n problema politico. 9coprire il %n!io"
namento della legge del valore al di sotto della sper%icie della so"
ciet# borg$ese signi%ica scoprire il segreto dellevol!ione storica e
dn'e anc$e della cadcit#, della contingen!a di 'esta societ#.
2na cosa inaccettabile per la borg$esia. C$e dn'e pre%erisce
14I
mantenere la con%sione in ci vivono i soi rappresentanti scienti"
%ici. Perisca la scien!a ma sia salvo il pro%ittoO
Come si vede @ar7 affronta in 'uesto breve brano gli aspetti
salienti della teoria del valore. Lccorre sottolineare# contro ogni de*
formazione della concezione mar7ista dell&economia# che le analisi e
le prospettive politiche dei mar7isti sono strettamente connesse all&a*
nalisi della legge del valore. Come l&esempio del rapporto tra lavoro
e valorizzazione del capitale mostra acutamente# la politica dei mar*
7isti " in ultima analisi dettata dalle contraddizioni del funzionamen*
to del capitalismo sintetizzate dalla legge del valore. =on a caso per
attaccare il mar7ismo i suoi nemici scientifici e sociali sono sempre
partiti dalla teoria del valore. Fna volta accettata la teoria del valore#
il resto# dalla teoria delle crisi alla necessit% della rivoluzione sociali*
sta# viene da s)# 'uasi per svolgimento logico dell&analisi del valore.
14K
La teoria el (alore el XXI secolo
Introu!ione
?el problema della trasformazione si discute da oltre un se*
colo# con il ritorno ciclico dello stesso dibattito e rari veri passi
avanti. =egli ultimi anni# la discussione si " incentrata meno sull&al*
gebra matriciale# su cui comun'ue si " scritto# e piA su due aspetti$ la
teoria del valore come teoria monetaria della produzione e il ruolo
del tempo. 5uesti due aspetti dovrebbero consentire di respingere il
BsimultaneismoC in tutte le sue varianti ideologiche. ?a 'uello che si
" visto sinora# la teoria della moneta in senso stretto appare la parte
meno sviluppata e organica. In particolare risulta assai tenue la disa*
mina di aspetti 'uali il ruolo delle banche centrali# lo sviluppo della
finanza ecc. ?ire che Bal fondoC il capitalismo funziona sempre allo
stesso modo " come dire che siccome ogni guerra " la continuazione
della politica con altri mezzi# allora " indifferente se il nemico ha dei
fucili o ha la bomba atomica. Il nostro compito " pertanto di compie*
re una ricognizione il piA possibile ampia di 'uesto dibattito 9sostan*
zialmente grazie al sito dell&IHED> e degli autori ad esso collegati:
e poi fornire alcuni contributi proprio nelle aree piA deboli.
$oneta e circola!ione el capitale
44
5uale ruolo deve giocare la moneta nel processo produttivo
capitalisticoM <a moneta " l&e'uivalente generale# la forma del valore
indipendente dalle specifiche 'ualit% fisiche assunte dal bene. In
'uanto serve come e'uivalente# e 'uindi come strumento per socia*
lizzare i lavori 9e i valori: privati# assume il ruolo di mezzo di paga*
mento# riserva di valore ecc.# ma non bisogna confondere 'ueste fun*
zioni tecniche con il suo ruolo sociale che la rende indispensabile.
<a moneta non " il circolante. CosG# si pu( ben dare il caso di un
paese talmente avanzato che fa a meno del circolante# in cui il ruolo
di tesaurizzazione 9hoarding: di valore assunto dalla moneta non "
44
Campbell# Eermer.
142
BfisicoC 9perch) inefficiente:# ma pure la moneta esiste. Pensiamo
alla fase della nascita della moneta$ la fine del baratto. 5uando
emerge una merce che comincia a porsi come e'uivalente in ogni
atto di scambio 9ovvero il lavoro " sussunto dal capitale:# esistono
magari due o dieci monete 9l&oro# le pecore# le stoffe:. Lra# 'uando il
bestiame cessa di servire per lo scambio 9perch) scomodo:# la mone*
ta non scompare perch) si modifica la sua realizzazione concreta.
Allo stesso modo# un assegno# o una disposizione di pagamento at*
traverso Internet 9che non implicano uso di banconote: rimangono
moneta.
C&" poi la 'uestione della moneta di credito 9e dun'ue# se
vogliamo# del moltiplicatore dei depositi:. 5uando una banca utiliz*
za le disponibilit% dei clienti e accorda un fido ad un capitalista# sta
creando monetaM <a risposta " sG sta creando moneta ma nessuno
pu( sapere 'uanta ne sta creando effettivamente. <o stesso vale per
le banche centrali# che introducono li'uidit% sul mercato senza poter
stabilire 'uanta di 'uesta li'uidit% si trasformer% in vera moneta e
'uanta in inflazione. 0acciamo 'uesto esempio. Poniamo che le fi*
ches di un casin( deperiscano ogni giorno e debbano essere pertanto
prodotte e consumate in giornata. Il responsabile della produzione di
'uesto mezzo di scambio deve decidere 'uante fiches produrre. Fna
volta che le fiches sono prodotte# a prescindere dall&effettivo valore
contro cui si scambieranno# devono essere consumate tutte 9dato che
altrimenti si distruggono:. -e oggi si sono prodotte n fiches e arriva*
no m banconote 9supponiamo tutte dello stesso taglio e velocit% di
circolazione delle fiches pari a 1:# ogni fiches dovr% valere m+n 9'ue*
sta " l&e'uazione 'uantitativa della moneta e non# si badi bene# la
teoria 'uantitativa della moneta:. =el tempo# il casin( fa delle stati*
stiche e impara a prevedere con un certo grado di previsione m# ma
rimane il fatto che nel capitalismo mTn avviene per caso. 5uesto
esempio astrae# o meglio non introduce# difficolt% ancora maggiori
come l&innovazione tecnologica# la lotta di classe# il ciclo degli inve*
stimenti# i cicli borsistici# ma penso sia sufficientemente chiaro. -i*
gnifica 'uesto che la moneta non ha un valore intrinsecoM Al contra*
rio# la moneta ha necessariamente un valore intrinseco# sono le ban*
conote a non averlo. =ell&esempio delle fiches$ il valore complessivo
delle fiches ha un valore determinato dai clienti che arrivano. P la
singola fiches che# a priori# avr% un valore indeterminato. 5uando si
1!0
sente dire che la moneta " una creazione arbitraria dello -tato# occor*
re perci( fare attenzione$ nella sua 'ualit% di mezzo di circolazione#
la moneta pu( essere creata a piacimento# basta aumentare il ritmo di
lavoro delle stamperie. @a il ruolo di e'uivalente generale della mo*
neta non c&entra con 'uesta Blibert%C# come si evidenzia nella varia*
zione del livello dei prezzi. <a moneta emerge spontaneamente e ne*
cessariamente dallo sviluppo del processo produttivo capitalistico.
>ale sviluppo porta al monopolio nella creazione di moneta legale da
parte dello -tato. P l&oro tuttora alla base della circolazione moneta*
riaM -G e no# in un certo senso i metalli preziosi sono come il lavoro$
una base misera ma necessaria allo sviluppo del capitalismo. ?i per
s) il sistema del credito " una scommessa# un&opzione call# sull&an*
damento della produzione futura# ovvero# in ultima analisi# sulla re*
lazione delle classi negli anni a venire.
@olti non hanno capito la teoria della moneta di @ar7 e si
sono cosG condannati a pescare altrove. Partiamo da 'uesto$ nella
teoria economica mar7ista le categorie analitiche rappresentano rela*
zioni sociali tra classi nel processo produttivo. 5uesto vale anche per
la moneta. Come dice @ar7# la moneta % il mezzo materiale con cui
si manifesta la ricchezza astratta# ovvero sociale. In 'uanto rappre*
senta un rapporto# la moneta non pu( essere un puro segno. Il valore
" il legame sociale che connette produttori indipendenti in condizio*
ni di propriet% privata dei mezzi di produzione e divisione del lavo*
ro. Perch) nel capitalismo non possiamo misurare direttamente in la*
voro le merciM Perch) il lavoro individuale# se non passa per il mer*
cato# ovvero se non diventa moneta# non rappresenta alcunch). <a
moneta rimane comun'ue una merce# che ha un valore# diretto all&i*
nizio# complessivo nel nostro secolo.
<a difficolt% " che nel capitalismo la moneta# che pure gli
preesiste# viene subordinata al capitale. Il capitale " un rapporto piA
avanzato# e dun'ue determina la vita di tutti gli altri# ma allo stesso
tempo il capitale# alla fine di tutto il turbinio della produzione# torna
ad essere moneta# si esprime in moneta. <&emergere del capitale#
cosG# non distrugge il ruolo della moneta# ma lo subordina a s).
Fn&altra difficolt% risiede nello sviluppo del sistema del cre*
dito. Il credito nasce 'uando una certa istituzione accentra i depositi
monetari dei diversi soggetti 9richiede dun'ue un certo grado di svi*
luppo dell&economia:. <a disponibilit% di 'uesto tesoro# inattivo# sti*
1!1
mola subito il capitalista banchiere a farlo rendere# prestarlo cio" al
capitalista industriale perch) attivi nuove forze produttive e divida
con lui il frutto di 'uesta attivit%. <a moneta di credito " una nuova
forma di esistenza della moneta che va oltre e rompe il suo ruolo di
mezzo di pagamento. Alla circolazione monetaria# si affianca il si*
stema del credito# con le sue potenzialit% ma anche con le sue distor*
sioni# che alla fine spingono lo -tato a farsi monopolista dell&uno e
controllore dell&altro.
@a la moneta# anche ai tempi dell&eban1ing e delle opzioni
esotiche# mantiene un valore. 0acciamo un esempio simile a 'uello
del casin(. 100 persone vanno a teatro e lasciano i cappotti nel guar*
daroba# pagando una piccola somma in cambio della 'uale ricevono
una contromarca. In condizioni normali# circoleranno 100 contro*
marche# il cui valore non " il costo di produzione 9praticamente nul*
lo:# n) il prezzo pagato 9molto basso:# ma la merce che rappresenta*
no. Lra# mettiamo che uno si metta a fabbricare contromarche e ne
stampi altre 100. 5uanti cappotti ci sono nel guardarobaM -empre
100. Jcco che il valore sociale del mezzo adibito a BcontroprovaC
della ricchezza appare chiaro. 5uesto spiega anche perch) prima di
'uesto secolo l&inflazione era un fenomeno rarissimo.
Il progetto mar7iano di derivare la moneta dalla teoria del
valore si " rivelato un fallimentoM -i tratta di un tema cruciale. <&i*
dea di @ar7 " che le funzioni che la moneta ha da giocare nel capita*
lismo dipendono dalla specifica forma di divisione sociale del lavoro
che vi prevale# una divisione del lavoro che passa per forme imper*
sonali# il mercato. Il lavoro diviene sociale solo nello scambio di
merciQ la moneta ha il ruolo di connettere lavori individuali e tempo
di lavoro sociale. <a forma immediata con cui il capitale si manifesta
" nel rapporto mercemoneta. =iente classi# niente valore# solo
'uantit% di denaro e 'uantit% di merci. Il ruolo della moneta " indi*
spensabile perch) il capitalismo non " un sistema coscientemente re*
golato. ?a 'ui l&inevitabile fallimento di ogni utopia proudhoniana
di eliminazione della moneta a favore di un uso diretto del tempo di
lavoro.
@ar7 parte da 'uesta forma fenomenica e svolge le forme
del capitale dalla moneta alla fabbrica. <a moneta " l&e'uivalente ge*
nerale. ?iviene tale espellendo ogni altra merce da 'uesta funzione.
<a generalizzazione della moneta " possibile solo 'uando gli scambi
1!2
sono talmente fre'uenti e decisivi per la societ% da rendere necessa*
rio l&uso di una sola merce 'uale controparte di tutte le compraven*
dite. Per i classici e per @ar7 la moneta " una merce che# per una se*
rie di ragioni storiche# sviluppa la funzione peculiare di mezzo di pa*
gamento. ?a 'ui ac'uisisce le funzioni connesse alla conservazione
del valore e alla circolazione monetaria. In 'uanto e'uivalente gene*
rale# la moneta diviene misura del valore e mezzo di circolazione.
?a 'ui emergono poi le B'ualit%C della moneta come volano della
crescita 9sistema del credito: permesso dall&accumularsi dell&e'uiva*
lente generale presso una specifica tipologia di aziende 9le banche:.
CosG le banche# come la moneta# si sostituiscono ad ogni altra azien*
da nelle funzioni di tramite dei pagamenti# come tesaurizzatrici di
denaro ecc.
PiA il capitalismo si sviluppa# meno pu( accontentarsi della
moneta BveraC 9l&oro: e piA si accresce il ruolo dello -tato anche nel*
la circolazione monetaria. =asce la politica monetaria.
<a nascita della moneta " anche la nascita della crisi. ?ivi*
dendo l&ac'uisto e la vendita# separando produzione e consumo# la
moneta " intrinsecamente legata alle crisi. <a crisi non " esogena alla
moneta 9come in -a, e nei neoclassici:. <o sdoppiamento sociale tra
lavoro concreto e lavoro astratto# la validazione e7 post del lavoro
tramite il mercato rende la moneta il veicolo delle ricorrenti crisi di
sovrapproduzione. <a moneta " insieme mezzo di scambio e misura
del valore. 5ueste due funzioni# che pure si alimentano a vicenda# in
determinate circostanze entrano in contraddizione$ il valore incorpo*
rato nella moneta non " piA 'uello BgiustoC rispetto alla distribuzione
del reddito nella societ%.
<&accumulazione di moneta# come detto# " la base per la na*
scita del sistema bancario e dun'ue della moneta creditizia che si
sviluppa in capitale fittizio e che amplifica l&attivit% economica ma
anche le sue crisi. In generale# il valore contenuto nella moneta non
rappresenta il tempo di lavoro necessario. >uttavia# la teoria deve
partire facendo finta che 'uesta situazione casuale sia la normalit% e
derivarne le crisi.
1!O
La isputa sulla tras%orma!ione2 <alsi amici, nemici %ret,
tolosi e %eticismo per tutti
4!
Il problema della trasformazione " nato con l&uscita del III
volume del Capitale e soprattutto con l&acritica accettazione di temi
ricardiani nell&ambito della teoria mar7ista. >ra i primi commentato*
ri del problema# ci furono infatti alcuni preneoricardiani che hanno
criticato la coerenza logica dei procedimenti adottati da @ar7# pro*
ponendo una soluzione che# sebbene sembrasse in superficie rispet*
tare le premesse teoretiche di @ar7# ne negava la sostanza. Il piA fa*
moso di 'uesti " senz&altro .ort1ie6icz# che ha proposto la prima
soluzione aritmomorfica del problema con il suo modello a tre set*
tori. 5uesta scuola# che Rliman e altri hanno definito Bph,sical
'uantities approachC 9e la cui versione di sinistra " lo sraffismo: si "
poi ulteriormente sviluppata in diverse direzioni 9si pensi ai teorici
giapponesi come L1ishio# ai modelli alla Don =eumann ecc.:. Alcu*
ni autori che si consideravano mar7isti# dimenticandosi della dialetti*
ca tra strumenti e fini# hanno ritenuto in buona fede di poter rispon*
dere alle critiche utilizzando lo stesso apparato tecnico 9il caso di
@edio " il piA eclatante# come si " visto a suo tempo in )ncora na
volta...:.
<a storia della soluzione matematica " nota# ma non comple*
tamente# almeno alle sue origini. Lggi sappiamo che ?mitriev aveva
proposto una soluzione che anticipava -raffa 9il 'uale era tra i pochi
a conoscere 'uesto autore nel mondo occidentale:Q ma conosciamo
anche altri modelli molto simili.
<&idea comune di 'uesti modelli " che tra il mondo dei valo*
ri e il mondo dei prezzi non vi siano connessioni e che il profitto di*
penda dallo stato della tecnologia. >ecnicamente# 'ueste conclusioni
richiedono il metodo delle e'uazioni simultanee. -i elimina cosG il
tempo 9e dun'ue la dialettica:# si eliminano le classi e si rimane con
'uantit% fisiche in entrata e in uscita.
<e critiche alla relazione valoreprezzo proposta da @ar7 si
legavano anche alla legge della caduta tendenziale del saggio di pro*
fitto. Autori come Don Charasoff# @os1ovs1a# Croce e >ugan.ara*
novs1i/ cominciarono un fuoco di fila di obiezioni alla legge. -aran*
4!
Rliman# .ellofiore# Ramos.
1!4
no seguiti nel tempo da -hibata# L1ishio# Roemer# -amuelson# ecc.
<i accomuna# di nuovo# l&uso di sistemi di e'uazioni simultanee e la
visione totalmente reificata della teoria del valore.
=ella visione di @ar7# il valore di una merce " determinato#
prima facie# dal tempo di lavoro necessario a riprodurlo. <&analisi
del livello fenomenico serve a spiegare come l&economia capitalisti*
ca# non pianificata# anarchica# " costretta a distorcere 'uesta legge
universale per continuare a sopravvivere. .ort1ie6icz fu il primo a
BdimostrareC che la teoria del valore di @ar7 falliva sulle proprie
premesse# ovvero che era incoerente. <o aiutarono in 'uesto lavoro
Romorz,ns1,# @uhlport e altri. A 'ueste critiche Rliman obietta
fondamentalmente 'uesto$ i prezzi non rimangono fermi# mentre nel*
la logica della riproduzione# i prezzi degli output in un periodo sono
'uelli degli input del successivo. Insomma# 'uesti signori# dopo aver
trasformato @ar7 in un ricardiano# lo hanno facilmente trovato in
fallo e debitamente corretto. P interessante osservare che .ort*
1ie6icz# in particolar modo# era un fervente ammiratore di Halras e
la sua idea era proprio riscrivere il Capitale sub specie dell&JJE.
P merito di -6eez, aver portato al dibattito internazionale
'uesta prima fase del dibattito# ma i contributi pure decisivi di @a,#
-eton e persino -raffa sarebbero rimasti lettera morta se l&ondata di
radicalizzazione degli anni &I0 non avesse spinto centinaia di econo*
misti a sinistra e dun'ue verso la teoria del valore di @ar7. -amuel*
son fu cosG costretto a BrispondereC a 'uesto trend con il suo attacco
del &I1 a @ar7.
Il simultaneismo si " arricchito di un&interessante variante
con la procedura iterativa proposta da .rod,# -hai1h e altri# oppure
correlando prezzi e valori# cercando cio" una scorciatoia BempiricaC.
Alla fine# molti di 'uesti economisti abbracciarono lo sraffismo. Al*
l&inizio degli anni &K0 si " fatta strada la Bnuova interpretazioneC
9?umenil# 0ole, e altri: che# in modi differenti# interpreta il valore
della forzalavoro come la somma ricevuta dai lavoratori come sala*
ri# anzich) come paniere di merci di sussistenza. Con ci( si perde
l&uguaglianza di prezzi e valori aggregati. Di " poi un&ulteriore va*
riante di cui ci siamo gi% occupati# la >--I# che tiene buone le due
e'uivalenze originali.
<e nuove interpretazioni che si sono affermate negli ultimi
decenni mettono al centro del loro lavoro di ricostruzione teorica il
1!!
ruolo della moneta# il capitalismo come economia monetaria di pro*
duzione# prendono cio" sul serio# il rifiuto della teoria 'uantitativa
operato da @ar7. Rifocalizzare l&analisi sulla moneta significa anche
ripensare la categoria di lavoro astratto. 0ino agli anni &30# soprattut*
to grazie a -6eez, e ?obb# il lavoro astratto era concepito come una
semplice generalizzazione mentale compiuta dallo studioso nell&ana*
lisi del processo lavorativo capitalistico. 0u Colletti tra i primi 9e for*
se il solo in Italia: a spiegare che l&astrazione " un processo reale che
ha luogo concretamente nell&oggettivit% capitalistica. I diversi lavori
privati sono riconosciuti come sociali# e dun'ue# feticisticamente
sono sociali# solo attraverso la mediazione del mercato# sono egua*
gliati sul mercato# ritraendone una rappresentazione reificata. 5uesto
significa che l&uguagliamento dei diversi lavori avviene attraverso
una separazione reale# anche giuridica# del lavoro dagli individui
reali che lo prestano. 5uesto processo# permesso dalla generalizza*
zione degli scambi# ha come presupposto il dominio del capitale e la
creazione di una classe spossessata dei mezzi di produzione. Eenera*
lizzazione degli scambi significa sviluppo di un e'uivalente generale
9il baratto " improponibile in 'uesti casi# non fosse altro perch) il
prezzo delle merci ha basi locali# agli albori del capitalismo:. Pertan*
to# nella teoria mar7iana lavoro astratto e denaro sono categorie
strettamente connesse$ il denaro " il risultato della produzione# pote*
re generale d&ac'uisto in cui si incarna la ricchezza generale. Il dena*
ro segnala che il valore " ormai slegato dal lavoro concreto e diviene
una misura esterna# universale in cui si riconosce lo scambio del
tempo di lavoro. Lccorre sottolineare che 'ui si parla di lavoro mor*
to# gi% svolto 9verrebbe da dire BagitoC:# dun'ue gi% cristallizzato in
merci da vendere. <&ac'uisto della forzalavoro# cio" della capacit%
di valorizzare il capitale# " alle spalle di tutto ci(# " gi% avvenuta# ter*
minata. -ul mercato 'uello scambio non arriva e non conta. <&unico
legame tra lavoro morto e forzalavoro esistente " il fatto che la for*
zalavoro " incorporata di necessit% nei suoi portatori# la classe lavo*
ratrice. In sintesi# lavoro astratto significa lavoro sfruttato# alienato.
-otto il profilo dello sviluppo teorico# a @ar7 fu possibile
superare il feticismo# pure ricco di significato# della teoria classica
solo in 'uanto era nato il moderno movimento operaio. A sua volta#
la teoria di @ar7 permise al movimento di svilupparsi enormemente.
5uesta " la dialettica storica di teoria e prassi.
1!3
-otto il profilo metodologico# l&idea BclassicaC 9?obb e altri:
che il I volume costituisca una prima approssimazione " stata messa
in crisi da -raffa# che ha mostrato come la seconda approssimazione#
in 'uel contesto teoretico# sussuma del tutto la prima. CosG# lo sfrut*
tamento deriva solo o da una rozza comparazione tra input e output#
oppure da un&analisi puramente 'ualitativa# politica# della produzio*
ne. <a nuova interpretazione dice che occorre partire dal fatto che a
livello aggregato il nuovo valore scambiato sul mercato traduce in
forma monetaria il lavoro diretto che " intervenuto nei diversi pro*
cessi produttivi. <a concreta legge dello scambio adottata ad un de*
terminato grado di sviluppo della produzione muta le regole di distri*
buzione del plusvalore e del lavoro sociale.
<a teoria del valore del I libro ha la funzione di fornire una
spiegazione teorica della genesi del plusvalore# cio" di spiegare
come si produce capitale senza presupporre il capitale medesimo#
cio" come si esplica il comando sul lavoro. Il lavoro " la categoria
generale# il capitale 'uella particolare. Eli economisti rovesciano
'uesto rapporto# rendendo eterna la propria societ%. Il principio del
valore che ci dice che le merci sono coagulo di lavoro astratto " l&a*
strazione necessaria a comprendere il funzionamento del capitali*
smo.
C&" anche chi ha tentato di mostrare che il problema della
trasformazione deve leggersi in nuovi termini alla luce degli scritti di
@ar7 ora ritrovati. In un lavoro di Ramos si evidenzia che la selezio*
ne fatta da Jngels degli appunti relativi alla procedura della trasfor*
mazione non fu particolarmente felice. ?al canto suo# .ort1ie6icz
alter( profondamente l&evidenza testuale per ridurre la teoria del va*
lore di @ar7 al problema di Ricardo. ?a 'ueste nuove evidenze ap*
pare chiaro che @ar7 aveva ben presente il fatto che la trasformazio*
ne comprende anche gli input# ovvero che la generalizzazione degli
scambi nasconde la fonte del valore sotto l&uguaglianza dei saggi del
profitto# facendo apparire lavoro necessario 9cio" pagato: 'uello rap*
presentato dalla forma monetaria del valore$ il prezzo di produzione.
Il fatto che la forma di valore preesista a 'uella di prezzo non la ren*
de automaticamente 'uella piA BimportanteC ai fini dello sviluppo di
'uel particolare sistema.
Il rapporto tra @ar7 e Ricardo " dialettico. @ar7 svilupp( la
teoria non tanto negli aspetti tecnici 9'ui i contributi sono abbastanza
1!I
secondari: ma sotto l&aspetto propriamente storico e di metodo# for*
nendo alla teoria una specie di coscienza# facendo comprendere che
cos&" nel suo profondo il valore. I classici non potevano e non vole*
vano discutere di 'uesti aspetti. Lvviamente 'uesta presa di coscien*
za ha conseguenze profonde. <a teoria del valore cessa di funzionare
come una teoria dei prezzi relativi e diviene una teoria dei rapporti di
produzione. Il valore " una relazione sociale tra classi e la moneta
rappresenta lo scambio generalizzato# la nascita del mercato del la*
voro# la circolazione del capitale# in una parola la societ% dove si
svolge il rapporto tra lavoratori e capitalisti. Il concetto di lavoro
astratto non si basa solo sul processo di de'ualificazione del lavoro
9come spiegano Rosdols1, e <a Erassa:. 5uesto processo# che pure
" presente# non deve per( confondersi con il fatto che tutti i lavori
nel capitalismo sono astratti nella misura in cui entrano in contatto
con la societ% 9tramite il mercato# cio" la moneta:. <a moneta# il va*
lore di scambio " l&unica realt% sensibile del valore# " la giusta rap*
presentazione reificata di un mondo reificato. <a moneta " il mezzo
di accrescimento e circolazione del capitale# o almeno# in 'uanto
rappresenta la seconda diviene anche la prima agli occhi dei capitali*
sti. <a moneta nega la propria essenza# cio" la sua 'ualit% di cristal*
lizzazione del lavoro umano. ?i nuovo# rovesciamento e reificazione
sono la stessa cosa$ la moneta " lavoro umano astratto# ma alla su*
perficie della societ% non pu( essere cosG# il capitalismo non potreb*
be sopravvivere senza negare 'uesto processo# senza rendere autono*
ma la moneta dalla sua origine.
Ancora sulla /nuo(a interpreta!ione0
43
5uando gi% sembrava che l&interpretazione fisicalista# sraf*
fiana# della teoria del valore fosse trionfatrice# ecco arrivare una nuo*
va interpretazione monetaria# che concepisce il capitale come un rap*
porto che genera da un 'uid di moneta piA moneta e la moneta come
lavoro astratto. I punti centrali sono buoni$
1. la moneta rappresenta il lavoro socialmente necessario 9dun*
'ue i valori nel capitalismo sono solo monetari:
2. le grandezze sociali sono determinate prima di 'uelle indivi*
duali che vi sono subordinate.
43
@osele,.
1!K
<&essenza della teoria del valore di @ar7 "$ come il capitali*
sta riesce ad accrescere il suo denaro tramite la produzioneM
Valuta!ioni Duantitati(e i pre!!i e (alori
4I
Per cercare di uscire dalle secche del problema della trasfor*
mazione# alcuni hanno pensato bene di BdimostrareC il legame tra
prezzi e valori attraverso strumenti statistici 9la correlazione:. In ge*
nerale# ci sono diverse scuole 9-hai1h# ?unne e altri: che partono dai
dati statistici# li trasformano more mar7iano e poi li utilizzano per ri*
trovare le grandezze che interessano 9sembra che tali procedimenti
siano nati ancora nel &24 con >erashima:. -ebbene lo sforzo sia im*
portante 9soprattutto nella distinzione di settori produttivi e impro*
duttivi: e ottenga alcuni successi# rimane una divergenza di fondo
che si pu( riassumere cosG. <oro pensano che Bvalue is 'uite distinct
from the price# and the difference is a 'uantitative oneC. Al contra*
rio# per noi non " affatto cosG. Prezzi e valori non stanno tra di loro
come due matrici BraccordabiliC da un vettore che sommi a uno.
-ono concetti posti su diversi piani. I valori non si BvedonoC per il
semplice fatto che nel capitalismo# nell&epoca dello scambio genera*
lizzato e della sussunzione reale del lavoro# e dun'ue della moneta e
dei prezzi# i valori si inverano appunto in prezzi e denaro.
6li ultimi s(iluppi
4K
?opo la complessiva critica compiuta da @ar7 all&economia
politica classica# la scienza " stata rifondata su altre basi# che mostra*
no ormai una sterilit% ossificata. Il punto "$ a 'uali domande dovreb*
be rispondere la teoria economicaM -mith voleva che la teoria spie*
gasse la ricchezza delle nazioni e la teoria del valore aveva 'uesto
scopo. Per Ricardo# la teoria del valore fornisce l&immagine della to*
talit% determinata della produzione di valore nelle sue parti compo*
nenti. Per @ar7# il problema " di esporre le forze portanti della sto*
ria. <&essenza del capitalismo " il monopolio delle forze produttive
principali in capo ad una classe# le strutture del mercato# la necessit%
dell&innovazione tecnologica. @ar7 spieg( che il sistema dello
4I
0reeman e altri.
4K
0ole,.
1!2
scambio di merci nella loro forma monetaria " anche necessariamen*
te un sistema per la distribuzione del lavoro sociale. Per 'uesto la
teoria del valore " anche una teoria del ruolo della moneta come ver*
nice coprente dello sfruttamento. <eggendo i primi capitoli del I vo*
lume del Capitale si possono fare varie ipotesi sul procedimento di
@ar7 9essenzialmente sulla teoria dell&astrazione utilizzata:. =ei fatti
ha prevalso l&interpretazione 'uantitativista che riteneva di eliminare
un&incoerenza matematica sostituendo alla dialettica le e'uazioni.
Fn&altra strada " 'uella cominciata da -hai1h e altri che hanno com*
piuto studi partendo dall&inputoutput anal,sis per dimostrare la va*
lidit% empirica della teoria del valore.
Alla fine degli anni &I0 " arrivata la nuova interpretazione di
?umenil e 0ole, che ha sottolineato l&importanza del rapporto tra
moneta e tempo di lavoro. Il punto centrale della nuova interpreta*
zione " che propone un metodo operativo e chiaro per misurare l&e*
spressione monetaria del tempo di lavoro.
$arx e la i(isione el la(oro
42
<avori pieni di errori grossolani. C&" una totale incapacit% di
comprendere che cosa sia il lavoro astratto e che gioco ruoli nel ca*
pitalismo. PiA in generale c&" una visione penosa della suddivisione
del lavoro tra filosofia ed economia.
-econdo loro# la teoria del valore fornisce un buon 'uadro
della determinazione dei prezzi ma contraddice il Bcarattere dupliceC
del lavoro. =on solo# ma l&opposizione tra lavoro privato e sociale "
riconducibile ad aspetti solo 'uantitativi. Lra# inevitabilmente la
comparazione avviene tramite moneta 9dun'ue un aspetto 'uantitati*
vo:. @a la contraddizione rimane. Jd " intrinseca al capitalismo.
La teoria el ciclo
!0
<a teoria del ciclo " la parte della teoria economica dove
@ar7 era piA avanti rispetto ai suoi tempi 9e lo " tuttora# ma per ra*
gioni diverse:. =ell&Lttocento# i classici non avevano una teoria del*
42
.enetti# Cartelier.
!0
?ibeh.
130
la crisi 9la legge di -a, la impediva anche ipoteticamente:Q ;evons
proponeva teorie basate sulle macchie solari...
=el 88 secolo# a parte -chumpeter# la situazione non " mi*
gliorata. <&idea di fondo 9anche con la Real .usiness C,cle >heor,:
" sempre che la crisi " dovuta a fattori esogeni# " estrinseca al siste*
ma. Certo# si ripropone ciclicamente# ma perch) le cause esterne
sono anch&esse cicliche. Che 'uesta sia una situazione 'uantomeno
insoddisfacente lo ha notato anche Arro6. @a rimane il fatto che
non vi sono alternative borghesi.
Certo# giuste le critiche di 0ritsch a Ralec1i 9il suo modello
aveva ipotesi ad hoc nella 'uantificazione dei parametri:# ma l&idea
dello stesso 0ritsch sulla distinzione tra impulso e propagazione ven*
ne distrutta dall&arrivo della rivoluzione 1e,nesiana.
131
$oneta, creito e -anc5e centrali
nellanalisi marxista
C$e cos( 'esta roba o dei P ,esta roba vi strapper# sa"
cerdoti e %edeli P so%%oc$er# omini robsti col cscino P ,esta
gialla carogna P %ar# e dis%ar# religioni, benedir# i maledettiP%ar#
adorare le s'ame bianc$e della lebbraPdar# ai ladri caric$e im"
portanti P - metter# si banc$i del senato P titolati, riveriti ed ap"
pladiti P ( 'esta roba c$e %a risposare la vedova stantia P na da
%ar vomitare n ospedale di impestati P ma 'esta roba la pro%ma e
la imbalsama P e le restitisce i giorni dellaprile. 9H. -ha1espeare:
Introu!ione
@ar7 caratterizza il capitalismo come una Bimmane raccolta
di merciC. 5ueste merci sono scambiate tra loro attraverso la mone*
ta. <a moneta non consente per( solo gli scambi# ma viene prestata
dalle banche 'uando concedono credito. <a moneta rappresenta e in*
sieme racchiude il segreto del capitalismo# lo sfruttamento del lavoro
salariato. 5uale rappresentante ideale di tutte le merci# ne rappresen*
ta il feticismo al suo massimo grado di sviluppo. =el suo legame con
la circolazione delle merci e con il sistema del credito# la moneta "
connessa alle crisi del capitalismo# all&accumulazione di capitale#
alla distribuzione del reddito. Jssa segnala# nelle sue metamorfosi# lo
sviluppo organico del capitalismo dalla sua fase primitiva industriale
alla sua fase imperialista di capitale finanziario. =el breve periodo#
s&impernia sulla moneta la politica economica# e dun'ue la lotta 'uo*
tidiana del proletariato. =el lungo periodo vi si racchiude l&operare
delle leggi di movimento del capitalismo# e dun'ue la sua ascesa e il
suo declino. <a rilevanza della moneta " tale che nel tempo " sorto
uno specifico apparato statale a sua difesa# la banca centrale# come
vertice del sistema creditizio# domins del modo di produzione bor*
ghese nella sua fase sviluppata. In 'uesto saggio ci occuperemo della
moneta iniziando con il delinearne la storiaQ ne descriveremo 'uindi
l&ideologia 9ovvero le teorie borghesi volte a spiegarne la natura:Q
passeremo alla sua evoluzione funzionale# connessa all&evoluzione
132
dei complessivi rapporti di produzione capitalistici e tratteremo infi*
ne del ruolo delle banche centrali# 'uali Bcustodi della monetaC# nel*
l&arena della lotta di classe.
La nascita ella moneta
<a nascita della moneta " la conseguenza della nascita dello
sfruttamento
!1
# di cui costituisce la contabilit%. =on a caso# le comu*
nit% umane precedenti o contrarie allo sfruttamento l&hanno rifiutata
per tutta l&antichit%. Ad esempio lo storico Plinio racconta di come
-partaco non permettesse che nel suo campo giungessero oro o ar*
gento# visti come fonte di corruzione. <a prima forma di societ% in
cui esiste del plusprodotto regolare# il modo di produzione asiatico# "
un regime in cui il lavoro " immediatamente sociale e lo -tato estrae
dalle comunit% di villaggio rurali il sovrappiA in termini di prodotti e
lavoro coatto. =on si " dun'ue ancora sviluppato lo scambio di mer*
ci e la divisione del lavoro " diretta# non passa per il mercato. <a
moneta vi compare come standard di valore ma non ancora come
mezzo di circolazione.
In 'uanto il lavoro " immediatamente sociale 9lo -tato dirige
l&economia:# non occorre una cristallizzazione astratta che permetta
di comparare le ore di lavoro concretamente spese da ogni lavorato*
re. <&unica cosa che va BcontataC " il rapporto tra lo -tato e le comu*
nit% rurali. Per 'uesto# tra gli elementi distintivi del modo di produ*
zione asiatico# oltre alle irrigazioni# principale strumento per lo svi*
luppo delle forze produttive# osserviamo la scrittura come mezzo per
misurare 'uesto sviluppo. Ei% nel 4000 a.C. in @esopotamia 'uesti
due aspetti sono pienamente sviluppati. Eli scavi archeologici hanno
portato alla luce enormi 'uantit% di tavolette di terracotta con i reso*
conti della produzione o con i debiti dei villaggi. -ebbene 'ueste ta*
volette incorporassero una relazione sociale tra villaggi e -tato# di
certo non potevano circolare n) servire per ac'uistare merci. ?un'ue
non possono essere considerate a tutti gli effetti la prima forma di
moneta. <a mancanza di lavoro astratto rende inutile la sua circola*
zione per mezzo di un e'uivalente generale# appunto il denaro. In
!1
=ota Ingham$ Blo sviluppo della moneta accompagna la transizione da
una sussistenza ugualitaria a un&economia ineguale basata sul sovrappiAC
9.. Ingham# C$e natre o% mone5:.
13O
ogni palazzo# guida della citt%stato# si teneva 'uesta sorta di conta*
bilit%# da Cnosso all&Jgitto# ma a noi " giunto per intero solo 'uella
di Jbla# ora in -iriaQ gli scavi hanno portato alla luce veri e propri bi*
lanci con entrate e le uscite in termini fisici che ricordano# a un gra*
do ovviamente inferiore di sviluppo# i Bbilanci materialiC dei regimi
stalinisti# a ulteriore dimostrazione della scarsa importanza del mec*
canismo dei prezzi. In 'uesti schemi si osserva che lo -tato affidava
determinati 'uantitativi di argento ai mercanti per l&ac'uisto di merci
in altre citt%. I funzionari controllavano poi l&operato di 'uesti mer*
canti. Di era dun'ue un mezzo di scambio BinternazionaleC# ma i
mercati restavano al di fuori della societ% asiatica.
I rapporti con il mondo non BpalazialeC provocarono una
modificazione# piA o meno estesa e rapida a seconda dei casi# delle
caratteristiche della societ% asiatica. <a principale modifica riguarda
ovviamente la propriet% della terra. Ad esempio# nella .abilonia
Achemenide# prima dell&arrivo di Alessandro# i funzionari hanno or*
mai sostanzialmente assunto il carattere di feudatari# e anche se gli "
vietato vendere la terra a terzi# la affittano come poi faranno i sena*
tori a Roma. @olto spesso il cambiamento " la conseguenza di inva*
sioni# ad esempio in Erecia# in seguito alle 'uali i nuovi venuti si di*
vidono le terre con'uistate come bottino di guerra individuale. A ci(
si aggiunga che ai funzionari# oltre a metalli preziosi# venivano an*
che regalati appezzamenti di terreno. Anche 'uesto fenomeno " alla
base di una ancor minima propriet% fondiaria privata e dun'ue di uso
di lavoro privato 9schiavile o salariato:. Infine# anche se la grande
parte dei campi era ancora gestita dallo -tato# i templi ne avevano in
affitto alcune parti. In 'ueste societ% troviamo cosG documenti di
vendite di case e terreni# indizio della presenza di un 9seppur ridotto:
ager privatus. Lvviamente se esistono terre private esiste un merca*
to. -ebbene per le transazioni 'uotidiane il mezzo di pagamento fos*
se costituito ancora di merci 'uali orzo o lana# vi si affiancava anche
il pagamento con metalli preziosi. Ad esempio nei codici antichi
9come 'uello di Nammurabi# Fr=amma e altri:# si riconosce il pa*
gamento di alcuni lavori artigianali con argento# mentre tutti gli altri
sono di solito pagati in orzo. <addove 'uesti codici prevedono sem*
pre l&uso dell&argento " nelle sanzioni pecuniarie# segno che lo -tato
mirava a tesaurizzare i metalli preziosi. @a oltre all&inizio della cir*
colazione della ricchezza fondiaria# la societ% asiatica comincia a
134
mostrare segni di circolazione anche della ricchezza mobiliare. Infat*
ti ai singoli funzionari lo -tato forniva una dotazione periodica di ri*
sorse da gestire. -ebbene 'ueste dotazioni facessero teoricamente
parte del tesoro statale# tanto che i funzionari dovevano redigere un
rendiconto del loro utilizzo# laddove il potere della citt%stato si in*
debolisce# osserviamo l&uso di 'ueste risorse 'uali beni privati del
funzionario. Inoltre# lo -tato riconosceva ai funzionari una sorta di
stipendio in natura 9coppe d&oro# lingotti: che# seppure all&inizio ave*
va una natura cerimoniale# consentG l&accumulazione di ricchezza
privata. Inutile dire che 'uesti metalli preziosi non avevano ancora
alcuna funzione di mezzi di scambio.
-ebbene dun'ue# la stessa societ% asiatica mostri nella fase
del suo declino un limitato uso del denaro# le prime forme sviluppate
di e'uivalente generale cominciano ad apparire alla periferia di 'ue*
sto modo di produzione# nei rapporti con i popoli mercantili come i
fenici
!2
. 5uesti devono necessariamente sviluppare un mezzo di
scambio accettato da tutti e facilmente trasportabile. I metalli prezio*
si sono la merce piA adatta allo scopo. @a ancora per secoli i metalli
preziosi rimangono solo una merce# certo ideale per lo scambio 9in
'uanto non deperibile# facilmente divisibile ecc.: ma comun'ue una
merce che viene pesata e scambiata contro altre merci. <addove pre*
vale il modo di produzione asiatico# pesi e misure# standardizzati sin
dall&antichit%# non diventano moneta# infatti nelle transazioni si ri*
corre ancora alla pesa$ B<&utilizzazione di metallo sotto forma di
standard per misurare e'uivalenze di valori non prescinde infatti mai
dalla contestuale verifica del peso# che " strumento essenziale a ga*
ranzia di 'ualsiasi transazione.C
!O
!2
-i noti come nelle societ% asiatiche# dove la scrittura era un elemento de*
cisivo del potere statale# 'uesta assumesse tratti di totale inefficienza fun*
zionale 9scrittura geroglifica o cuneiforme: e potesse dun'ue risultare uti*
lizzabile solo a una casta di specialisti allevati dalla nascita a tale scopo e
che da tale monopolio traevano immenso potere. I mercanti fenici# che non
potevano dedicarsi a tempo pieno a leggere e scrivere# adottarono l&alfabeto
delle tribA semitiche che esportarono poi in Erecia e in tutto il @editerra*
neo. <a fine del modo di produzione asiatico segn( anche la fine della sua
scrittura di casta.
!O
AA.DD.# Il regolamento degli scambi nellantic$it## p. !.
13!
0inch) l&oro rimane lingotto# ovvero viene pesato# non " an*
cora simbolo# prevale la sua natura di merce
!4
. <a nascita dell&e'ui*
valente generale non " dun'ue un&astrazione proposta da @ar7 per
scopi espositivi# " invece un processo che realmente si d% nella sto*
ria. All&inizio# l&orzo si scambia contro lavoro. Poi funge da e'uiva*
lente in ogni singola transazione e viene cosG e'uiparato a diversi ge*
neri alimentari e all&argento. 5uando 'uesto processo di generalizza*
zione " completo# l&orzo diviene un vero e'uivalente generale. =on a
caso il segno cuneiforme per prezzo " originariamente BorzoC 9d&al*
tra parte# ancora oggi in molte regioni italiane si parla di BgranoC per
indicare il denaro:. Fna volta stabilito un e'uivalente generale# l&ar*
gento comincia a prenderne il posto# il prezzo comincia a diventare
la forma della misurazione del lavoro sociale. Come per ogni merce#
anche i metalli preziosi avevano delle misure e dei tagli standardiz*
zati# che ne rendevano piA rapida la misurazione# ma il conio di mo*
nete " 'ualcosa di molto successivo. 5uanto agli -tati# essi deteneva*
no metalli preziosi come BtesoroC# come faranno le citt%stato della
Erecia classica# anche come forma ideologica che incarna la durata
eterna del proprio potere. Il faraone# o un altro monarca# in 'uanto
possessore di oro# materiale eterno# era anch&esso eterno# lucido e
splendente.
Con la nascita delle classi# dello scambio generalizzato e
dello -tato schiavile# la necessit% di contabilizzare il lavoro estratto
diventa decisiva. -e infatti la forzalavoro era ancora essenzialmente
pagata in prodotti 9solo i soldati ricevevano denaro# appunto il Bsol*
doC:# lo sviluppo di scambi commerciali rendeva necessaria la pre*
senza di una moneta. >rattandosi ancora di metallo prezioso# 'uesto
e'uivalente metallico non aveva bisogno di alcuna BlegittimazioneC
dello -tato. Chi lo riceveva poteva al piA eccepire sulla sua 'ualit%#
ma 'uesto valeva per ogni merce# fosse essa vino# miele# stoffe o
schiavi.
?alle informazioni in nostro possesso# la prima forma stan*
dard di denaro# il conio# nasce in una terra ricca di giacimenti di me*
talli preziosi# la <idia# oggi >urchia occidentale# attorno al 3!0 a.C.
Il conio riguarda monete aventi un valore elevato# che dun'ue servi*
!4
B<a moneta rispetto al lingotto# reca in s) latente la possibilit% di diventa*
re puro segno del valoreC 9=. Parise# in AA.DD.# Il regolamento degli
scambi nellantic$it## p. I:.
133
vano per la tesaurizzazione o per pagare le opere pubbliche e le
guerre non per gli scambi 'uotidiani. Il metallo prezioso non serve
negli scambi ma " tesaurizzato in lingotti# gioielli# vasellame. P dun*
'ue riserva di valore ma non ancora mezzo di circolazione. All&ori*
gine# la moneta non fu dun'ue introdotta per facilitare il commercio#
ma per permettere la conservazione della ricchezza. Inizi( a circola*
re solo dopo come conseguenza della sua natura di riserva di valore.
0u nella Erecia classica che si svilupp( l&uso moderno della
moneta. Con la nascita di una forma standard di denaro nac'ue an*
che il problema della sua BgaranziaC. =on bastava piA# infatti pesare
il denaro# ma occorreva fidarsi della sua 'ualit%# che coincideva con
la 'ualit% del soggetto che lo aveva emesso. -olo 'uesta garanzia po*
teva portare il ricevente a limitarsi a contare il denaro senza pesare il
metallo prezioso che avrebbe dovuto incorporare
!!
. Il sovrano Bga*
rantisceC che 'uel disco metallico corrisponda a# contenga una certa
'uantit% di metallo prezioso. Lvviamente ci( p/ non avvenire# ma
il punto essenziale " che il denaro circola in 'uanto esiste la convin*
zione che e'uivalga al suo valore in metallo prezioso. =aturalmente#
il fatto che lo -tato garantisca la 'ualit% della moneta 9i pezzi vengo*
no ora contati e non piA pesati:
!3
# non implica che lo -tato possa
creare oro dal nulla. <a conseguenza di uno -tato che garantisce una
'ualit% inesistente " il ben noto operare della legge di Eresham$ la
moneta cattiva scaccia la buona. <o -tato non pu( che certificare l&e*
sistenza di una certa 'uantit% d&oro# anche se nel breve periodo pu(
approfittare della discrepanza tra composizione metallica effettiva e
composizione presunta. <o sviluppo del conio " la prova dell&esi*
stenza di una classe mercantile sviluppata che ha bisogno di uno
strumento piA efficace per regolare i suoi pagamenti. Fn sistema di
!!
Il noto aneddoto della vasca di Archimede# che servG al geniale scienziato
della @agna Erecia per distinguere manufatti in oro da manufatti in lega#
grazie alla scoperta del concetto di peso specifico# dimostra che 'uesto pro*
blema era molto sentito in tutto il mondo antico.
!3
Che l&origine della moneta sia nell&operazione di peso materiale dei me*
talli preziosi " ovvio# se consideriamo il significato etimologico di molte
monete. -i pensi al termine BliraC e BpoundC 9libbra in entrambi i casi: o
BpesoC. Inoltre# in paesi 'uali l&Inghilterra i primi mone5 lender sono arti*
giani che lavorano l&oro# spesso gioiellieri# che sviluppano le attivit% credi*
tizie come supporto alla loro attivit% produttiva.
13I
scambio sviluppato necessita di una misurazione non piA del lavoro
direttamente sociale# che va scomparendo# ma del lavoro che diviene
sociale in 'uanto validato dallo scambio# il lavoro astratto. Poich)
solo indirettamente sociale# il lavoro astratto va misurato con un me*
tro sociale. =asce una misurazione del valore$ la moneta.
<o sviluppo compiuto della moneta avviene cosG nel mondo
schiavile. In particolar modo# l&impero romano# l&apice storico dello
schiavismo# impone l&uso della moneta in tutto il bacino del @edi*
terraneo. Alla morte di Augusto# la moneta romana veniva accettata
in un&area vastissima# che non avr% pari fino all&impero britannico
'uasi venti secoli dopo. <a societ% schiavile comprendeva caratteri*
stiche mercantili sviluppate# anche se non sufficienti allo sviluppo di
una produzione industriale di tipo capitalistico. <o sviluppo delle
forze produttive era infatti assai lento e dipendeva dall&afflusso di ri*
sorse# fondamentalmente schiavi# dall&esterno. <a stabilit% nel tempo
di lavoro contenuto nelle merci si rifletteva in un legame ancora di*
retto tra lavoro astratto e denaro. Ad esempio# un aureo e'uivaleva a
OO giorni di lavoro# un denaro a 1#O giorni di lavoro# ecc. Lvviamen*
te# 'uesta stabilit% poteva mantenersi solo finch) le armate imperiali
garantivano carne fresca per lo sfruttamento. 5uando nemmeno la
brutalit% delle legioni riuscG a garantire nuovi territori e sudditi# lo
-tato cominci( a entrare in crisi. 5uesto si riflesse in un continuo
deprezzamento del valore della moneta e nel tesoreggiamento dei
metalli preziosi. Il ritrarsi dell&oro dalla circolazione monetaria ag*
grav( a sua volta la crisi del sistema# rendendo piA difficili gli scam*
bi e la produzione. Apparve in modo eclatante che se " vero che la
moneta " una misura convenzionale# 'uesta convenzione non pu( su*
perare il grado di sviluppo prevalente delle forze produttive# il che
significa# in concreto# l&oro circolante.
=ella societ% grecoromana le relazioni mercantili assunsero
un carattere via via piA sviluppato. >ale processo condusse ad una
certa Baccumulazione primitivaC che seppure non sufficiente a dare
luogo al capitalismo# poneva le basi per la nascita di alcuni aspetti
della societ% borghese. CosG i luoghi che fungevano da deposito del*
l&oro 9i santuari greci dove lo -tato e i privati custodivano il proprio
tesoro: divennero prestatori di fondi a interesse. Inoltre# nell&agor%
erano presenti anche mercanti assimilabili a cambiavalute# i trape!i"
ti. -imile era la situazione a Roma# dove l&attivit% creditizia# prima di
13K
prestito# poi di deposito# era esercitata da privati# di solito cavalieri o
liberti# gli argentarii# sottoposti alla vigilanza del giudice ordinario.
<e compagnie piA grandi avevano l&obbligo di tenere particolari re*
gistri delle proprie operazioni. Il loro sviluppo ricorda# pur con le
ovvie differenze# le compagnie delle Indie sorte agli albori del capi*
talismo. Come centro di una vasta ragnatela di traffici commerciali#
Roma divenne il cuore finanziario del @editerraneo e Polibio rac*
conta di come# al culmine del potere imperiale# vasta parte della po*
polazione della citt% fosse interessata a vario titolo all&attivit% credi*
tizia. <a societ% romana# sotto il profilo della moneta e del credito#
aveva raggiunto le soglie del capitalismo# senza poterle oltrepassare.
Il crollo dell&impero romano condusse alla distruzione del si*
stema monetario e al ritorno a una economia di sussistenza con un ri*
dotto peso degli scambi e della moneta. Il potere frammentato in
mille signorie produsse mille monete# tutte ugualmente inservibili ai
fini del commercio. ?opo secoli# l&accentramento politico produsse
un nuovo sistema monetario piA ordinato. Permaneva tuttavia una
pluralit% di monete che creava l&esigenza di una classe di mercanti
che si occupasse di connettere i diversi ordini monetari. Ci( valeva
massimamente in Italia# dove la nascita di uno -tato nazionale era
impedita dalla presenza del Papato# e fiorivano i comuni e le citt%
marinare. 5uesta attivit% era svolta dai BbancheriiC 9cio" i possessori
del banco nella piazza dove si svolgevano le negoziazioni: la cui at*
tivit% di cambiavalute li condusse rapidamente ad accettare depositi
e concedere prestiti. =el 'uindicesimo secolo si era cosG sviluppato
un sistema creditizio relativamente moderno# in cui le banche presta*
vano denaro# raccoglievano depositi# garantivano affari. <e attivit%
di accettazione dei depositi ed erogazione di prestiti# tuttora la 'uin*
tessenza dell&attivit% bancaria# costituiscono una ulteriore rottura nel
rapporto tra le merci. <a moneta# in 'uanto si frappone alle merci#
permettendo lo scambio di lavori di 'ualit% diversa# rompe il legame
diretto di valori d&uso$ " possibile ac'uistare una merce senza allo
stesso tempo vendere nulla. ?epositi e prestiti rendono possibile ac*
'uistare moneta senza venderla e viceversa. -e la moneta rende piA
facili gli scambi e dun'ue la produzione# il credito rende scambi e
produzione ancora piA elastici# slegando la moneta circolante dal*
l&immediato valore complessivo delle merci prodotte il 'uale# in ulti*
ma analisi# determina il valore della moneta circolante stessa.
132
5uando il BbancherioC riceveva un deposito a fronte del 'ua*
le emetteva una lettera di credito# da un lato# 'uesta lettera poteva
circolare al posto della somma di monete in deposito presso di lui#
creando una moneta della moneta 9un documento della banca# ap*
punto# la banconota:# oppure poteva servire a pagare un debito 9una
forma primitiva di assegno o cambiale:Q dall&altro# il BbancherioC
trovava profittevole prestare 'uesto denaro a interesse. <o sviluppo
del credito " assai rapido. All&inizio del 'uindicesimo secolo a Dene*
zia troviamo gi% la distinzione tra circolante 9Bdenari contadiC: e mo*
neta di credito 9Bcontadi di bancoC:. -e " insita nella moneta la sua
natura di simbolo# e dun'ue la flessibilit% del legame con il valore
sociale astratto che rappresenta# la moneta della moneta# 'uale sim*
bolo di un simbolo " ancora piA flessibile. CosG# se una lettera di cre*
dito per 100 pezzi d&oro pagava merci e'uivalenti a 100 pezzi d&oro
9confidando nella effettiva composizione in oro dei pezzi:# perch)
non scrivere sulla lettera Bvale 200 pezzi d&oroCM Il singolo mercante
vi avrebbe senz&altro guadagnato# anche se ovviamente solo a scapi*
to del suo sfortunato fornitore il 'uale# presentandosi all&incasso#
avrebbe comun'ue trovato solo i vecchi 100 pezzi. @a se il malcapi*
tato anzich) presentarsi all&incasso avesse scambiato a sua volta la
lettera contro merci# 'uesta poteva circolare# garantendo transazioni
doppie rispetto alla sua copertura originale. 5uesto principio# che
'ui si " reso con una sorta di truffa# " la base del sistema del credito.
Infatti a 'uegli stessi BbancheriiC che emettevano lettere di garanzia
risultava conveniente concedere 'uanti piA prestiti possibile# mante*
nendo nei propri forzieri il denaro strettamente necessario agli affari
'uotidiani# visto che il denaro che non serve a impiegare lavoro "
improduttivo. CosG# da subito# i comuni protoborghesi scoprirono la
peculiarit% delle banche$ le banche fanno affari con i soldi degli altri
e cosG facendo creano moneta. Per 'uesto# non appena si sviluppa
un&attivit% creditizia i governi comunali richiedono ai banchieri di
rendere i libri contabili disponibili per le ispezioni e di produrre ga*
ranzie per i propri debiti. In 'uanto la moneta " un simbolo di una
merce# circola al suo posto# occorre garantire la 'ualit% di 'uesto
simbolo. 5uesta garanzia " un aspetto decisivo della circolazione
monetaria e dun'ue della stabilit% economica del sistema. Ancora
una volta# l&aumento della complessit% della circolazione monetaria
deriv( dallo sviluppo del commercio e delle forze produttive e trov/
1I0
prote!ione nello -tato# che divenne# appunto# lo -tato dei mercanti.
A partire da 'ueste prime forme di credito e di finanziamento# si svi *
lupparono i mercati finanziari# la speculazione# le bolle finanziarie# il
sistema monetario mondiale.
In conclusione di 'uesto breve esame della nascita della mo*
neta# occorre ricordare i due punti essenziali che possiamo studiare
con la semplice formula con cui @ar7 esprime un cambiamento sto*
rico profondo. Prima del capitalismo# conta la metamorfosi 'ualitati*
va del valore d&uso mercedenaromerce$ @?@. <e due estremi*
t% sono rappresentate da merci 'ualitativamente differenti# unite dal*
l&e'uivalente generale. <a moneta# che gi% esiste# " per( lo strumen*
to per soddisfare la domanda di valori d&uso. =on appena lo sfrutta*
mento# l&estrazione di sovrappiA diviene la base della civilt% umana#
la formula si rovescia nel suo contrario$ ?@?&. =on si scambia
per consumare# non si permutano valori d&uso# ma si scambia per ac*
cumulare denaro. A 'uesto punto# la differenza tra le due estremit% "
solo 'uantitativa# " una somma di denaro# monete d&oro. @a da dove
viene la differenza tra ? e ?&M 5uesto la circolazione delle merci
non pu( dircelo. Perci( non pu( dircelo la teoria economica borghe*
se. In ?@?& abbiamo lo scambio di non e'uivalenti. @a come
pu( lo scambio avvenire tra non e'uivalentiM =on pu(. -ul mercato
si scambiano solo e'uivalenti. ?un'ue la moneta " insieme la conta*
bilit% dello sfruttamento e la forma che lo cela. Risulta agevole# per
l&economia borghese# osservare che il fine degli scambi BnormaliC#
'uelli che si compiono facendo la spesa# resta 'uello di ottenere mer*
ci che soddisfino certi bisogni# ma il fine dello scambio fondamenta*
le dell&economia capitalistica non " 'uestoQ lo scambio fondamentale
in 'uesto processo produttivo " lo scambio dovuto alla divisione so*
ciale del lavoro# il rapporto tra proprietari dei mezzi di produzione e
forzalavoro. 5uesto scambio si svolge nella misura idonea a valo*
rizzare il capitale utilizzato nello scambio stesso. <a moneta entra in
'uesto scambio al solo fine di accrescersiQ non " un tramite# un vei*
colo che trasporta valori d&uso tra i soggetti# ma " il fine ultimo della
stessa produzione# ovvero# come visto# ?@?&.
Lieolo"ia ella moneta2 La teoria ella moneta /(elo0
1I1
I know onl5 t$ree people w$o reall5 nderstand mone5. )
pro%essor at anot$er niversit5, one o% m5 stdent1 and a rat$er <"
nior clerk at t$e Qank o% -ngland. 9;. @. Re,nes:
<e teorie borghesi della moneta sono differenti# anche se
sono accomunate dalla loro natura feticistica. <a reificazione cui
soggiacciono i rapporti di produzione nell&analisi dell&economista
pu( prendere due strade$ 'uella della moneta BveloC e 'uella della
moneta Bpura astrazioneC. Inizieremo discutendo della prima.
Prima dell&economia politica classica# aveva posto attenzio*
ne alla moneta il mercantilismo# che# con la sua ossessione per il te*
soreggiamento dell&oro# rifletteva la fase dell&accumulazione primiti*
va del capitalismo# 'uando il borghese non era ancora signore della
produzione ma piuttosto si arricchiva nel commercio# negli imbrogli#
nelle scorrerie.
<a teoria della monetamerce si fa risalire addirittura ad Ari*
stotele che per primo propose l&idea che lo scambio sia basato sull&u*
tilit% reciproca di chi vi partecipa# che usa la moneta come veicolo
per assicurarsi determinati valori d&uso. In 'uesta teoria# la moneta "
solo un mezzo neutrale per lo scambio# teoricamente sostituibile da
'ualun'ue altro e'uivalente o da nessun e'uivalente. 5uesta teoria "
tuttora di gran lunga prevalente nell&economia ufficiale# che vede
nella moneta un BnumerarioC# senza alcuna specifica connotazione
storica o sociale# in linea con l&astoricit% che conforma ogni parte
della teoria economica borghese. <a moneta# in 'uesta concezione# "
come l&olio che lubrifica gli ingranaggi.
-e almeno gli economisti classici# come per le altre merci#
connettevano il valore della moneta al suo costo di produzione# gli
economisti borghesi venuti dopo @ar7 hanno eliminato ogni legame
tra moneta e produzione. 5uesta teoria fornisce al denaro un ruolo
indipendente# originario# cristallizzato nella nota teoria 'antitativa
della moneta. In 'uesta visione# la 'uantit% di denaro che circola de*
termina il livello dei prezzi. -ono le variazioni del denaro a produrre
i cambiamenti nella ricchezza di una nazione. Il denaro non " piA un
e'uivalente# ma sono le merci a dipendere dal suo valore. 5uesto ro*
vesciamento feticistico fa sG che il valore di scambio scompaia e ri*
manga solo il valore d&uso perch) la moneta " puro velo# ma allo
stesso tempo " l&unica cosa che conta.
1I2
-i trattava di una reazione teorica e politica contro il mer *
cantilismo# che vedeva nell&oro la ricchezza in s)# senza connessione
con la produzione di merci. 5ui si arriva all&esagerazione opposta$
l&oro come puro numerario# la cui 'uantit% circolante determina il li*
vello dei prezzi. Alla teoria 'uantitativa della moneta# cui dedic(
molta attenzione# @ar7 obiettava che Bi prezzi non sono 'uindi alti o
bassi perch) circola piA o meno denaro# bensG circola piA o meno de*
naro perch) i prezzi sono alti o bassiC
!I
. <a scoperta di 'uesto lega*
me "# secondo @ar7# l&unico merito degli economisti venuti dopo
Ricardo. -i tratta di un&osservazione importante per comprendere il
ruolo del denaro. Jssa implica che il denaro# 'uando Bi prezzi sono
bassiC# ovvero c&" crisi economica# si ritrae dalla circolazione# viene
utilizzato in altro modo 9all&epoca# tesoreggiato come oro# oggi fini*
sce come capitale fittizio nella finanza:. @a l&economista borghese#
impigliato alla superficie dei fenomeni# rovescia la causazione e
vede l&oro# la moneta come primm movens. Che la teoria 'uantitati*
va della moneta rappresenti la forma costante e ineliminabile del fe*
ticismo delle merci lo dimostra il fatto che# nata nel diciottesimo se*
colo# " la base della teoria economica ancora oggi. <o dimostra an*
che il fatto che accomuna economisti e filosofi di vario genere# da
Nume# che agendo da rozzo induttivista# in totale contrasto totale
con la sua filosofia antiinduttiva# svilupp( la legge a partire da po*
che osservazioni interpretate unilateralmente# al rigorosamente de*
duttivo Ricardo. 5uesto perch) la teoria 'uantitativa della moneta "
lo strumento teorico con cui " possibile difendere la Blegge di -a,C#
la legge che stabilisce l&impossibilit%# per il capitalismo# di avere
delle crisi. <a teoria 'uantitativa della moneta# in sintesi# fa circolare
valori d&uso e non valori di scambio# ma allo stesso tempo nega che
esistano valori d&uso se non nello scambio. J se la moneta " solo un
tramite dello scambio# e valore d&uso e valore di scambio si e'uival*
gono# se dun'ue la circolazione monetaria " solo una trasposizione
moderna del baratto# non si pu( dare una crisi generale dei mercati.
<a teoria 'uantitativa della moneta " l&impostazione natra"
le nel senso di connaturata allo spirito reificato del borghese. Poich)
appare alla coscienza umana un deflusso di moneta in concomitanza
con una riduzione dell&attivit% economica# 'uesta " causata dalla mo*
neta# la moneta " una potenza autonoma nelle vicende umane. Allo
!I
R. @ar7# Per la critica delleconomia politica# p. K3.
1IO
stesso modo# poich) appare un aumento della moneta circolante
'uando aumentano i prezzi# l&inflazione deriva dalla maggior 'uanti*
t% di circolante. 5uesta glorificazione del denaro# che appare come
divinit% che interviene nelle vicende dell&uomo con la stessa impor*
tanza e imprevedibilit% di un dio olimpico# non " che il riflesso della
funzione storica del capitale$ la centralizzazione delle risorse sociali
a fini di sviluppo delle forze produttive$ Baccumulate# accumulateX
5uesta " la legge e 'uesto dicono i profetiC. Ci( che 'uesti signori
dimenticano " che nel capitalismo non circolano valori d&uso ma di
scambio. -enza denaro si perderebbe la connessione tra i produttori#
il carattere mediatamente sociale del lavoro. Il denaro ricompone la
divisione del lavoro e permette cosG al mercato di far circolare non
solo prodotti# ma 'uote di lavoro socialmente necessario. =ella vi*
sione della moneta BveloC continuano a circolare solo valori d&uso#
siamo ancora nell&epoca @?@.
=on mancarono i critici della teoria 'uantitativa della mone*
ta tra le stesse file degli economisti borghesi# @ar7 ricorda -teuart#
ad esempio# ma rimasero sempre sparuta minoranza. <a piA ricca
battaglia teorica sotto il profilo dottrinario e delle conseguenze prati*
che# ingaggiata ai tempi di tra la currenc, school e la ban1ing school
che riguardava# in sintesi# il ruolo della moneta# delle banche e del *
la .an1 of Jngland port( al rafforzamento della teoria della mone*
ta velo. -i tratt( non solo della prima ma anche dell&ultima vera con*
troversia in tema di moneta e credito. Ei% ai tempi di @ar7# la teoria
'uantitativa della moneta aveva con'uistato il campo. ?a allora# essa
ha dominato# nelle sue varianti# il pensiero economico con alcune ec*
cezioni di cui poi diremo. -ebbene la teoria 'uantitativa della mone*
ta# o monetarismo che dir si voglia# non abbiano nulla di interessante
da dire sulla moneta o su ogni altro argomento# vanno studiati nella
loro evoluzione storica in 'uanto riflettono le diverse fasi che attra*
versa il capitalismo. Per 'uesto ci soffermeremo brevemente sulla
storia del monetarismo nel ventesimo secolo.
Il monetarismo nel (entesimo secolo2 Il trion%o el so",
"etti(ismo
I monetaristi di prima della guerra# per tutti l&americano Ir*
ving 0ischer che pure era un pensatore profondo# vennero spazzati
1I4
via dalla grande depressione. Fn economista che negasse la possibi*
lit% di una crisi economica 'uando un 'uarto della forza lavoro dei
paesi occidentali era disoccupata# non poteva essere preso sul serio.
Lvviamente 'uesti teorici continuavano a scrivere e tenere corsi al*
l&universit%# ma non avevano molto a che vedere con l&effettiva poli*
tica economica condotta dalla borghesia. =on molto meglio and( nei
primi anni dopo la seconda guerra mondiale# 'uando la scuola che
passava per 1e,nesiana 9la cosiddetta Bsintesi neoclassicaC: si pren*
deva il merito del prolungato boom ottenuto# secondo loro# grazie
alle politiche attive di stampo 1e,nesiano. <a crescita economica era
elevata# la disoccupazione e l&inflazione ricordi del passato. Il mone*
tarismo restava isolato. Fna delle idee fondamentali della BsintesiC
era la famosa curva di Phillips. In un articolo pubblicato nel 12!K#
Phillips aveva osservato una regolarit% statistica inversa nel rapporto
tra salari e disoccupazione. -econdo le scuole all&epoca dominanti#
tale regolarit% poteva essere usata dal governo come un BmenAC da
cui scegliere la combinazione preferita di disoccupazione e inflazio*
ne# BmuovendosiC appunto# lungo la curva
!K
. 5uesto implicava# tra
l&altro# che il governo potesse ridurre la disoccupazione BaccettandoC
un po& di inflazione. <e critiche sollevate contro 'uesta idea da alcu*
ni economisti# in particolare Phelps e 0riedman# segnarono l&inizio
della rinnovata fortuna del monetarismo. <&obiezione che muoveva*
no verteva essenzialmente sull&idea borghese classica che lo -tato
non possa spingere l&economia oltre il suo livello BnaturaleC che
coincide con il pieno impiego e ogni altra fortuna possibile. Fna vol*
ta giunta al suo livello BnaturaleC la disoccupazione non sarebbe sce*
sa ulteriormente# e si sarebbe semplicemente avuta maggiore infla*
zione. -otto il profilo tecnico# la critica faceva notare che il BtruccoC
del governo non avrebbe potuto funzionare per sempre. Prima o poi
il sindacato avrebbe scoperto che il governo riduceva i salari reali
per aiutare la crescita economica e avrebbe chiesto ulteriori aumenti#
innescando una spirale inflazionistica. <a soluzione consisteva nel
fissare una determinata crescita nella 'uantit% di moneta in circola*
!K
Per passare dalla crescita dei salari a 'uella dei prezzi occorreva ipotizza*
re una loro perfetta correlazione# cosa che veniva giustificata con l&ipotesi
del markBp. In pratica# si sosteneva che le aziende stabilissero i prezzi in
base a un ricarico fisso sui costi salariali# pertanto la variazione delle due
variabili era identica.
1I!
zione e lasciare al mercato fare il resto
!2
. -enza entrare nella struttu*
ra teorica della critica# occorre per( osservare due aspetti importanti.
Il primo " che in realt% il BtruccoC della riduzione dei salari reali tra*
mite inflazione era noto al movimento operaio gi% dagli anni U20#
come poi vedremo. Il secondo aspetto " che sebbene agli stessi criti*
ci delle politiche 1e,nesiane non fosse chiaro# per il successo che
sembravano avere tali metodi di regolarizzazione del ciclo# gli stabi*
lizzatori automatici introducevano enormi rigidit% nel funzionamento
dell&economia capitalistica. I cambi fissi di .retton Hoods# il pieno
impiego# il miglioramento dello -tato sociale# erano tutte cose che il
capitalismo poteva permettersi solo grazie alla piA consistente ascesa
economica della sua storia. Il boom fu cosG profondo da condiziona*
re le prospettive politiche di intere generazioni. >utte le analisi di
@ar7 sulle crisi ricorrenti del capitalismo sembravano superate gra*
zie all&intervento attivo del governo nell&economia.
Il Britorno al passatoC invocato dai monetaristi incorporava
un aspetto di sensatezza e uno di assurdit%. Jra sensato osservare che
il continuo aumento del peso dello -tato nell&economia non " un be*
neficio ma un fardello per la crescita economica e conduce al perico*
lo permanente di inflazione e crescita del debito statale. <&aspetto di
assurdit% " che 'uesto sviluppo non " dovuto a Re,nes o alla volont%
dei politici# ma " connaturato alla parabola del capitalismo. >anto
piA il capitalismo si sviluppa# tanto meno riesce a gestire il proprio
funzionamento in modo anarchico. <a concentrazione del capitale# e
la sua fusione con il sistema del credito# si riflettono in una crescita
del potere statale. 5uando Re,nes propose la socializzazione degli
investimenti come rimedio alla crisi# stava descrivendo lo sviluppo
reale del capitalismo# dove il singolo borghese scompare risucchiato
dai giganti multinazionali e dal loro gendarme# lo -tato. Il ruolo del
settore BpubblicoC nell&economia " 'ualcosa di cui la borghesia non
pu( piA fare a meno. Allo stesso tempo si rende conto del suo costo
e tenta di scaricarne le spese sui lavoratori. <a crisi degli anni &I0#
che fu insieme economica# politica# sociale# vide l&esplosione di di*
!2
=on ci occuperemo 'ui dell&analisi che 0riedman e altri fecero della de*
pressione degli anni &O0 che attribuiscono agli BerroriC delle banche centra*
li. 5uale scientificit% possa attribuirsi ad un&analisi che prevede l&improvvi*
so impazzimento di tutti i banchieri centrali# tipicamente la parte piA rifles*
siva e attenta della borghesia# " autoevidente.
1I3
soccupazione# inflazione# debito pubblico. Il fallimento delle politi*
che 1e,nesiane riport( in auge la teoria 'uantitativa della moneta e
in generale i critici di una politica economica interventista. ?&un
tratto ci si accorse di 'uanto BinefficienteC fosse lo B-tato imprendi*
toreC e del peso insostenibile dei servizi pubblici e delle tasse sui
profitti. Il monetarismo fu cosG l&arma teorica con la 'uale si inizi(
un programma di privatizzazioni e attacco allo -tato sociale su scala
planetaria che " andato avanti per vent&anni e dura tuttora.
Eli effettivi meriti teorici del monetarismo erano ovviamen*
te un fattore trascurabile nel determinarne il trionfo. <&idea che la
'uantit% di moneta fosse legata direttamente all&inflazione si dimo*
str( falsa piA e piA volte# ma nella storia le teorie economiche sono
solo una bandiera ideologica di comodo sotto la 'uale condurre de*
terminate politiche sociali. Jsse riflettono in forma alienata lo svi*
luppo del capitalismo# non lo prevedono n) lo spiegano. In 'uesto
senso " interessante analizzare come si svilupp( il monetarismo
dopo 0riedman# nella Bnuova macroeconomia classicaC.
A partire dai contributi di <ucas e altri negli anni &I0# gli
economisti borghesi cominciarono a sottolineare il comportamento
BstrategicoC degli attori economici con 'uella che @uth nel &31 ave*
va definito la ipotesi delle Baspettative razionaliC che si pu( sintetiz*
zare cosG$ ognuno far% il miglior uso possibile delle informazioni in
suo possesso. P irrazionale impostare una politica economica ipotiz*
zando che i sindacati e i padroni non reagiscano alla politica stessa.
0ilosoficamente parlando# l&idea che gli uomini siano esseri razionali
e non automi " ovvia. @a non ci conduce molto lontano. Il punto "
infatti$ come funziona l&economiaM P possibile in un sistema di pro*
duzione anarchico fare un uso BrazionaleC delle informazioni raccol*
teM -postando l&asse del ragionamento dalle leggi reali dell&econo*
mia a come gli agenti vi reagiscono# la teoria economica fa ovvia*
mente un passo in direzione del soggettivismo. Il primo ad andare in
'uesta direzione era stato lo stesso Re,nes# introducendo aspetti
'uali gli Banimal spiritsC# il meccanismo del Bbeaut, contestC e Blo
stato delle aspettative a lungo termineC 'uali elementi determinanti
nella decisione dei capitalisti di investire. Con ci( si riconosceva nei
fatti l&avvenuta mutazione del processo produttivo capitalistico. <a
concentrazione del capitale era giunta a un punto tale che il singolo
borghese non era piA ormai una goccia nel mare# cieco esecutore del*
1II
le leggi di movimento del suo stesso sistema# ma una parte importan*
te dello stesso. Il capo di un trust industriale aveva# ed ha# un potere
di mercato. 5uesto si rifletteva# nella teoria economica# nel peso cre*
scente attribuito ad aspetti psicologici sopra 'uelli obiettivi# struttu*
rali.
@a oltre a concentrarsi# il capitale diventava finanziario. Il
peso del credito e della finanza nel complessivo assetto borghese si
faceva decisivo. J sebbene# come visto# la moneta e il credito# nella
teoria borghese# siano inutili come strumenti analitici# ben altro " il
risultato reale dell&aumento del peso della finanza sulla teoria eco*
nomica$ il trionfo del soggettivismo. Fn contadino pu( avere le sue
opinioni sul tempo che far% al momento del raccolto. Potr% credere
che pregando intensamente o inscenando la danza della pioggia riu*
scir% a influenzare 'uesto tempo. PiA probabilmente# cosciente della
totale indifferenza delle condizioni meteorologiche alle sue opinioni#
cercher% di premunirsi contro il rischio di perdere il raccolto. @a il
capo di una grande banca d&affari# una volta convinto che la borsa o
la valuta di un certo paese sono sull&orlo del collasso# pu( mettere in
moto enormi risorse per arrivare alla realizzazione della propria
aspettativa. Chiaramente# la banca non ha fatto che anticipare un
processo in atto# ma nell&opinione dei suoi capi# e dei rappresentanti
scientifici di 'uesti signori# gli economisti# le aspettative vengono a
prendere il posto della realt%. <e opinioni degli agenti economici
sembrano diventare un fattore decisivo nel determinare l&esito di un
determinato processo economico. A ci( si aggiunga che sui mercati
finanziari si trattano merci e servizi senza un valore intrinseco# senza
'uello che gli economisti classici chiamavano valore dso. Che va*
lore d&uso ha il denaroM =essuno# se non 'uello di permettere gli
scambi. Per 'uesto# la teoria economica dell&epoca del capitale fi*
nanziario " intrinsecamente portata ad abbandonare il riferimento a
leggi oggettive di funzionamento del sistema# in cambio degli umori#
degli animal spirits# della Ureputazione&.
<a teoria economica ha cosG marciato nel suo complesso ver*
so una visione epistemologica soggettivista che ha come due fattori
fondamentali una crescente concentrazione industriale e finanziaria e
il crescente peso della finanza sull&intera economia. <o sviluppo di
colossi che controllano 'uote consistenti di ogni settore economico
mette in ombra l&esistenza di leggi obiettive. <e tendenze dell&eco*
1IK
nomia operano sempre piA per mezzo di 'ualche istituzione econo*
mica che dun'ue sembra esserne# prima facie# addirittura il creatore.
Pertanto# il comportamento di 'uesta istituzione# la sua Breputazio*
neC e Bcredibilit%C# per usare il gergo in voga# diventano decisivi per
l&andamento dell&economia. Il capitalismo si riduce a un tavolo da
po1er dove profitti e perdite dipendono da sguardi# bluff# fortuna e
imbrogli. In 'uesto senso si " tornati# seppure con una complessit%
maggiore# alle prime teorie del Bprofit upon alienationC che erano la
giustificazione teorica di un costante imbroglio dei mercanti nei con*
fronti dei loro clienti e fornitori. Che la teoria economica borghese si
sia ridotta a spiegare il funzionamento del proprio sistema con con*
cetti 'uali BreputazioneC e Bcredibilit%C la dice lunga sulla sua deca*
denza# sulla sua Bcredibilit%C e BreputazioneC.
-otto il profilo della politica economica# le conseguenze pra*
tiche della Bnuova macroeconomia classicaC sono le stesse del mo*
netarismo di sempre# solo piA estreme. <&intervento statale ed ogni
politica economica attiva sono condannati come del tutto inutili. I
mercati possono bastare a se stessi. Privatizzate tutto# eliminate i sin*
dacati# liberalizzate.
-otto il fronte dell&inflazione il monetarismo sembra aver ot*
tenuto un certo successo. ?a anni l&inflazione " sotto controllo e ov*
viamente gli economisti hanno ascritto alla maggiore Bindipenden*
zaC e Bcredibilit%C delle banche centrali 'uesto risultato. @a come
vedremo# l&andamento dell&inflazione non " che un riflesso dei rap*
porti di forza tra le classi. P la vittoria politica della borghesia negli
anni UK0 ad aver causato la riduzione dell&inflazione.
Al giorno d&oggi# le diverse varianti del monetarismo domi*
nano l&accademia e le stesse autorit% monetarie. Costoro ci insegna*
no che non solo la moneta " puro velo# dun'ue inutile ai fini dell&a*
nalisi economica# ma che inutile " anche il credito# il 'uale " solo
consumo distribuito nel tempo# senza alcun effetto nel lungo perio*
do
30
. Infine inutile " anche lo studio dei diversi strumenti finanziari#
30
>ecnicamente# 'uesta BclausolaC si chiama condizione di trasversalit% o
B=o Ponzi game conditionC# dal presunto nome di un noto truffatore. In
pratica# si impone# ragionevolmente# che nessuno possa indebitarsi all&infi*
nito e che alla fine dei tempi# i crediti e i debiti di ogni agente dell&econo*
mia devono annullarsi.
1I2
del tutto identici nel finanziare l&accumulazione del capitale
31
. Che
'ueste conclusioni facciano ridere 'ualun'ue banchiere o trader non
preoccupa gli economisti# l&importante " che ci credano i dirigenti
del movimento operaio. Che cosa poi scaturir% dopo la crisi# " diffi*
cile a dirsi. Per ora al vecchio paradigma in crisi non se ne " ancora
sostituito un altro. -emplicemente le banche centrali e i governi agi*
scono disinteressandosi della coerenza teorica.
La teoria ella moneta /puro sim-olo0
<a teoria 'uantitativa della moneta " stata ed " criticata da
economisti e sociologi# che hanno proposto come alternativa la teo*
ria della moneta come Ba claim upon societ,C 9-immel:# ovvero un
debito che circola in 'uanto incorpora la garanzia dello -tato sul suo
rispetto.
<e diverse varianti di 'uesta teoria sono unificate da una po*
sizione altrettanto reificata e idealistica della teoria 'uantitativa della
moneta. Infatti# il punto centrale " che un BclaimC# un credito# non "
la sostanza del claim# ne " solo la BscritturaC per cosG dire. -e si pos*
siedono azioni di un&azienda# si ha un BclaimC sul valore dell&azien*
da stessa 9macchinari# capannoni# brevetti# ecc.:# ma le azioni non
sono la ricchezza dell&azienda# ne sono solo# appunto# una scrittura.
<a moneta come BclaimC dun'ue non risolve il problema di cos&"
ricchezza# ma semplicemente spiega come 'uesta ricchezza circola.
<a teoria della moneta come Bconvenzione socialeC " accettabile se
si basa su una connessione scientifica tra la convenzione e l&oggetto
in essa rappresentato. -econdo 'uesti teorici# invece# la convenzione
viene ad esistere grazie alla garanzia dello -tato# indipendentemente
dalla ricchezza che rappresenta. Per BconvenzioneC si pu( produrre
denaro per 10# 100 1000Q ma per citare -ha1espeare# cambiare nome
a una rosa non le darebbe un altro odore
32
. <a misura non " la cosa
misurata. <a moneta ha insita nella sua forma di simbolo della ric*
31
5uesto " argomentato sulla base di un risultato teorico# noto come teore*
ma @odigliani@iller# secondo il 'uale# appunto# in un mondo BperfettoC#
le modalit% di finanziamento dell&impresa sono indifferenti.
32
Come alcuni studiosi obiettarono a 'uesti signori. Ad esempio$ BRnapp
insisted that mone, is the measure and not the thing measured that is sa,#
mone, is abstract valueC 9.. Ingham# cit.# p. 4K:.
1K0
chezza astratta una dinamica di distacco dal processo produttivo rea*
le. @a 'uesta indipendenza " relativa# non assoluta
3O
.
A economisti come il Re,nes del Crattato slla moneta# che
propongono di usare la moneta come leva per uscire dalla crisi# oc*
corre ricordare che il credito bancario pu( aiutare la ripresa# ma la
banca non pu( creare ricchezza dal nulla. <a ricchezza viene dal la*
voro sociale. Il denaro ne " la misura. ?ice invece Re,nes nel Crat"
tato$ Bit is evident that there is no limit to the amount of ban1 6hich
the ban1s can safel, create provided t$at t$e5 move %orward in stepC.
5uesto soggettivismo riflette il consolidamento del predominio del
capitale finanziario sul mondo# l&idea che la moneta vada avanti per
conto suo e la produzione# per parafrasare le salmerie di =apoleone#
debba seguire. @a come pu( la misura delle cose produrre le coseM
0orse che se si chiamasse chilo un 'uintale# un camion peserebbe di
menoM Certo# le decisioni delle banche# e dun'ue il 1e,nesiano Bsta*
to delle aspettative a lungo termineC sono importanti# ma cadono in
un contesto economico determinato. -econdo 'uesti teorici# le ban*
che espandono a piacimento l&offerta di moneta spinte dalla concor*
renza e le banche centrali BaccomodanoC tale crescita aumentando la
base monetaria per evitare una contrazione economica. In 'uesta
prospettiva$ Ball mone, consists in s,mbolic to1ens of abstract value
that signif,# and are constituted b,# their o6n social relations of cre*
dit debtC 9Ingham:. @a pu( un Bto1enC# un simbolo# essere moltipli*
cato a piacereM @oltiplicando i simboli# si moltiplica l&oggetto sim*
bolizzatoM -e si ha un cinema con 1000 posti e si vendono 1!00 bi*
glietti# 'uanti posti ha il cinemaM -empre 1000. >uttavia# per rendere
calzante l&analogia occorre ricordare che il capitalismo si sviluppa#
dun'ue " come se a 'uel cinema venissero aggiunti dei posti la cui
'uantit% " ignota# essendo la produzione anarchica. Il punto "$ i bi *
glietti venduti in piA Bhanno creatoC nuovi postiM Certo# hanno con*
3O
Dalga a dimostrarlo il fatto che anche la .CJ# che " l&unica banca della
storia a emettere moneta senza connessione con uno -tato ma solo con un
sistema di banche centrali nazionali# nello strutturare la propria situazione
contabile parte dalle riserve in oro# che nonostante il gold standard sia tra*
montato da decenni# e la moneta sia interamente fiduciaria# rappresenta a
inizio 2004 pur sempre il 13S delle sue attivit% totali. Il fatto poi che le
banche centrali vendano parte del proprio oro " facilmente spiegabile con la
crisi fiscale che attanaglia i loro -tati.
1K1
tribuito a finanziarne la costruzione# ma in s3# la produzione di nuovi
biglietti non pu( produrre nuovi posti. Il credito aiuta ad espandere
la scala della produzione e dun'ue a creare nuovo valore sociale 9la*
voro astratto:. @a se non riesce a espandere la produzione# la sem*
plice circolazione di piA moneta non crea ricchezza ma solo la pro*
pria svalutazione. -e si salta il passaggio dell&espansione della pro*
duzione reale# si perde il senso del ruolo del credito. @a 'uesta per*
dita non " un caso# " il feticismo del banchiere che ragiona cosG$ io
presto 100# ottengo 110 e al diavolo il resto. 5uesto " anche il modo
di ragionare di un -immel che parla di Bvalore delle cose senza le
cose stesseC# che " come dire produzione di pensieri senza un cervel*
lo loro produttore. Fna cosa impossibile# va da s)# mentre il vicever*
sa " sin troppo comune.
Il capitalismo ha una tendenza immanente a liberarsi della
produzione. @ar7 spiegava che l&esistenza stessa della moneta im*
plica un processo di distacco# di tentativo di raggiungere ?& partendo
da ? senza passare da @. @a 'uesto distacco# " una finzione# valida
per una parte della borghesia# per 'uanto dominante nella fase impe*
rialista. -immel e gli altri teorici della monetasimbolo sostituiscono
la forma reificata alla forma reale e vi costruiscono la loro teoria.
5uesta posizione idealista impedisce ogni seria analisi economica#
simmetricamente alla legge di -a,. -e infatti si sostiene che la mo*
neta abbia un potere d&ac'uisto indipendente dai beni che ac'uista#
che sia Bil valore delle cose in astrazione puraC 9-immel:# se ne deve
dedurre che pu( esistere una misura indipendentemente da ci( che
misura. P chiaro che su 'ueste basi la moneta diviene un&entit% me*
tafisica che crea dal nulla ci( di cui " astrazione# come se misurare
l&altezza di un uomo gli conferisse altezza. Il potere dello -tato di
dare valore al denaro B" semplice parvenzaC# come osserv( @ar7 e
come i molteplici processi inflattivi del ventesimo secolo dimostrano
bene.
Allo stesso tempo# alcuni di 'uesti teorici hanno corretta*
mente mostrato il legame tra moneta e rapporti sociali di produzione#
tra moneta e conflitto sociale
34
# analisi che possiamo estendere a tut*
ta la finanza. -i pensi a 'uando la borsa sale dopo la sconfitta di una
lotta operaia perch) i capitalisti pregustano aumenti dei loro profitti
tramite un&intensificazione dello sfruttamento.
34
Ingham dice Bthe value of mone, is also a direct result of struggleC.
1K2
Di sono infine alcuni teorici della monetaclaim 9o moneta
simbolo: che identificano la moneta e lo -tato. Ad esempio la scuola
storica tedesca sosteneva che la moneta era sorta come ricevuta delle
tasse differite. -i osservi lo spirito prussiano di 'uesta teoria# dove lo
-tato sorge al di fuori dalla societ%# per fini propri che le impone dal*
l&esterno# creando la moneta. 5uesta visione pu( avere un certo sen*
so nella societ% asiatica$ lo -tato sorge come casta che rende un ser*
vizio 9sacerdotale e militare: che va pagato col pluslavoro delle co*
munit% di villaggio. @a se parliamo di tasse# parliamo gi% di una fase
mercantile# di astrazione del lavoro piA elevata# dove la moneta sor*
ge dai mercanti e non dallo -tato. =ella rappresentazione rovesciata
del funzionario prussiano# ogni cosa sorge per volont% del sovrano.
Per concludere# pur nella diversit% di vedute# le due forme
borghesi di spiegazione della moneta giungono ad una stessa conclu*
sione analitica$ l&indipendenza della moneta# il suo essere entit%
astratta# in grado di plasmare la societ% di cui " invece espressione.
C5e cosE la moneta1
&a moneta non ( na cosa, ( n rapporto sociale. 9R. @ar7:
Per comprendere la natura della moneta occorre partire dalla
struttura della produzione mercantile. <a produzione di merci impli*
ca che la divisione del lavoro prende la forma del mercato. Il lavoro
" oggettivato dal mercato# diviene sociale con la vendita della merce
che lo contiene. @entre il valore d&uso pu( restare immutato al mu*
tare delle societ%# la divisione del lavoro# ovvero la connessione so*
ciale tra i produttori# si modifica con esse. Come osserva @ar7# il
grano " lo stesso sia falciato dagli schiavi che da operai salariati#
mentre come valore di scambio esso esprime un diverso rapporto di
produzione. 5uesto rapporto nel capitalismo si sintetizza nello scam*
bio della merce forzalavoro contro denaro. <o scambio di lavoro
astratto contro denaro incarna la divisione fondamentale della socie*
t% capitalistica e da luogo a tutti gli scambi successivi di denaro con*
tro ogni altra merce. @entre il primo scambio pone in relazione i
proprietari dei mezzi di produzione e la forzalavoro# gli altri metto*
no in relazione diverse 'uantit% di lavoro visto nella sua veste socia*
le# astratta. <o scambio tra 'ueste ali'uote del complessivo lavoro
1KO
sociale pu( avvenire solo tramite una merce che eguaglia lavori con*
cretamente differenti. <a natura non immediatamente sociale del la*
voro nel capitalismo determina il fatto che i rapporti tra gli uomini
sono cristallizzati in merci# cio" in cose# la divisione sociale del la*
voro# che " un rapporto tra individui " Bcelato sotto il velo delle
coseC 9@ar7:. <a circolazione delle merci impone lo sviluppo di un
e'uivalente generale# il denaro. Con il denaro si comparano i valori
di scambio nella circolazione che nella realt% capitalistica appaiono
sotto forma di prezzi. Il denaro# spiega @ar7# " la Bforma generale
del lavoro borgheseC# e anche Bvalore di scambio fattosi indipenden*
teC. 5uesta indipendenza " necessaria al raccordo degli sforzi di la*
voratori indipendenti. @a il denaro incorpora anche la necessaria
astrazione che occorre al capitalismo per la circolazione del lavoro
sociale. =on esistono due monete fisicamente identiche# o due ban*
conote identiche# ma circolano come e'uivalenti. <o scambio dun*
'ue si accontenta di uno standard medio# ideale. Per garantire la cir*
colazione# il capitalismo astrae dalle differenze individuali. 5uesto
vale per il denaro perch) vale innanzitutto per il lavoro. ?i conse*
guenza vale per ogni merce. ?alla divisione del lavoro nasce l&esi*
genza di un raccordo impersonale# mercantile# la moneta. <a moneta
" dun'ue l&espressione di un determinato rapporto sociale di produ*
zione# simboleggia un certo grado di sviluppo della societ%. 5uando
'uesto sviluppo conduce a un salto 'ualitativo# muta anche il ruolo
della moneta# dando luogo al credito# ai mercati finanziari.
Lccorre tuttavia sempre tener presente che la moneta " in*
nanzitutto simbolo di lavoro astratto e non una 'uantit% di metallo
prezioso o di banconote. ?etto diversamente# la moneta non " il cir*
colante# ma " appunto un coagulo di lavoro astratto. 5uesto coagulo
trova la sua prima forma nella merce metallo prezioso e nelle lettere
di credito dei banchieri ma poi diviene moneta fiduciaria# deposito
bancario. Il circolante " una delle tante forme fisiche di sviluppo del*
la moneta# non " la moneta.
Per la teoria 'uantitativa della moneta# la moneta " un mezzo
per permettere lo scambio di valori d&uso# la cui esistenza " irrile*
vante rispetto al processo produttivo. Per la teoria della monetasim*
bolo# la moneta " un&invenzione dello -tato che circola liberamente#
di nuovo# senza alcuna connessione con il processo produttivo.
1K4
A 'ueste visioni idealiste# il mar7ismo oppone la concezione
secondo cui la moneta incarna lavoro astratto. <e sue trasformazioni
riflettono e facilitano lo sviluppo dei diversi livelli dello sfruttamen*
to. Il denaro nasce 'uale e'uivalente generale perch) " innanzitutto
una merce particolare. @a non appena arriva a rappresentare i valori
di scambio di tutte le merci# tende irresistibilmente a diventare sim*
bolo# a Bentrare in conflitto con la sua esistenza realeC 9@ar7:. <e
esplosioni cicliche delle bolle speculative non sono che l&ultimo pro*
dotto di 'uesto processo. <&astrazione del denaro contiene in nuce la
finanziarizzazione del capitalismo# il suo dimenticare la produzione#
l&ideale utopico del denaro che produce se stesso. <&oro gi% dall&an*
tichit% diviene puro simbolo# il cui valore " stabilito dalla legge. @a
nessuno -tato# per 'uanto potente# ha mai potuto impedire i movi*
menti dei metalli preziosi. Lggi# che la produzione capitalistica "
troppo sviluppata per potersi accontentare dell&oro# oltre alle fluttua*
zioni del prezzo dei metalli preziosi# abbiamo i movimenti dei tassi
di cambio# delle borse# degli spread sulle obbligazioni statali. =on
appena un simbolo circola 'uale oro# " posta la possibilit# e subito
dopo linevitabilit# del distacco tra simbolo e realt%. 5uesto distacco
prende la forma della carta moneta. <&oro circola per il suo valore#
ma la carta assume valore solo in 'uanto circola. -embra cosG rove*
sciare le leggi economiche# e alla mente forzosamente fenomenica
dell&economista ci( appare come monetavelo# moneta puro nume*
rario o puro simbolo. <e crisi economiche si incaricano di dimostra*
re che 'uesto BveloC# o BsimboloC# nasconde alla mente apologetica
dell&economista il vero funzionamento del modo di produzione bor*
ghese. P solo in 'uesto senso che la moneta " un simbolo$ essa " un
simbolo del livello di sviluppo raggiunto dalle forze produttive.
Il sistema el creito
C$e cos( le%%ra!ione di na banca di %ronte alla %onda!io"
ne di na banca; 9.. .recht:
It is well enog$ t$at people o% t$e nation do not nderstand
or banking and monetar5 s5stem %or, i% t$e5 did, I believe t$at t$ere
wold be a revoltion be%ore tomorrow morning. 9N. 0ord:
1K!
<o sviluppo storico del credito amplia la funzione della mo*
neta oltre 'uella di pura circolazione e la connette al ciclo economi*
co. All&origine il credito " essenzialmente credito commerciale#
spesso senza l&interposizione della banca. @a tale forma di credito
retrocede con lo sviluppo del capitalismo# come spiega @ar7$
BIl denaro svolge la sua funzione di mezzo di circolazione in
due sfere diverse# 'uella della circolazione del capitale e 'uella della
circolazione del redditoQ nella prima esso circola essenzialmente
come mezzo di pagamento# nella seconda come mezzo d&ac'uisto.
Abbiamo anche visto che# nel lungo periodo# la 'uantit% di denaro
necessaria al commercio si riduce sempre di piA con lo sviluppo del
capitalismo# e con la collaterale evoluzione dell&economia dei paga*
menti. Lltre a ci(# essa " determinata dallo stato degli affari del mo*
mento# e 'uindi dallo stato del credito# cio" dalla fiducia e dalla pos*
sibilit% che una persona ha di affidare le proprie merci ad un&altra
persona dietro una promessa di pagamento.C
3!
Ei% nella sua forma di credito commerciale# BfacilitazioneC
alla produzione# il credito " una ricevuta su una 'uota del prodotto
sociale che ancora non esiste. 5uanto di 'uesto prodotto sociale ver*
r% effettivamente creato " impossibile stabilirlo# per la natura anar*
chica della produzione capitalistica# soprattutto nei nuovi settori eco*
nomici dove un saggio di profitto maggiore della media attrae cospi*
cui finanziamenti creando rapidamente capacit% in eccesso. I calcoli
di 'uesta proporzione sono resi# ieri come oggi# assai complessi dal
processo di innovazione tecnologica che conduce alla svalutazione
del capitale# la 'uale " solo in parte dovuta a logorio fisicoQ si tratta
invece di una riduzione di valore tecnologica# competitiva. P impos*
sibile prevedere e7 ante 'uanta parte del valore degli investimenti ef*
fettuati verr% distrutta da tecniche produttive ancora non esistenti. A
ci( si aggiunga che la capacit% del capitale di valorizzarsi deriva da
tutto il complesso meccanismo della produzione e della circolazione#
il che significa non solo dal rapporto tra singoli capitali ma anche tra
le classi$ il grado di docilit% con cui la forzalavoro accoglie una
nuova tecnologia incide profondamente sulla possibilit% di valorizza*
zione del capitale e dun'ue sui prezzi. 5uesti fattori spiegano perch)
il credito non possa risolvere la contraddizione fondamentale della
3!
R.@ar7# Il capitale# vol. O# p. 14O.
1K3
produzione capitalistica che la rende anarchica e sottoposta a crisi ri*
correnti.
I movimenti del credito interagiscono con il piA generale an*
damento del ciclo capitalistico. 5uesti legami possono essere studia*
ti attraverso la relazione tra tasso d&interesse e saggio del profitto#
che rappresenta la forza relativa di creditori e debitori. >ipicamente#
durante le crisi i tassi d&interesse si riducono per il crollo della do*
manda 9di investimenti e di consumi: e per le manovre espansive
delle autorit% monetarie che assecondano la naturale discesa dei tas*
si# incrementando la li'uidit% in circolazione. =ella fase espansiva#
la domanda di finanziamenti fa crescere i tassi# la concorrenza tra
prenditori di fondi " piA marcata di 'uella tra le banche e alla fine le
aziende accettano finanziamenti a tassi crescenti. Al picco del boom#
il capitale da prestito scarseggia# il saggio d&interesse " al suo massi *
mo. @ar7 sintetizza i rapporti tra i due cicli cosG$ B<&accumulazione
di capitale monetario da prestito# il cui indice " il saggio d&interesse#
e l&accumulazione reale hanno 'uindi un andamento opposto lungo il
cicloQ e perci( naturalmente si incontrano in un punto.C
33
<e variazioni del saggio d&interesse riflettono e amplificano
l&andamento dell&economia. All&apice del boom economico# la spe*
culazione " frenetica# e innesca la sovraccumulazione. <a concorren*
za tra i banchieri rende convenienti progetti sempre meno redditizi.
Inoltre# la speculazione# nella misura in cui si rivolge a nuovi settori#
finanzia una diminuzione della composizione organica del capitale#
perch) nei nuovi settori la concentrazione del capitale " minore# i
profitti cosG sono maggiori e possono ripagare interessi piA elevati.
<a crescita del credito ha prodotto l&espansione delle forze produtti*
ve fino al punto in cui la saturazione del mercato conduce al calo del
saggio del profitto e alla concentrazione delle aziende presenti. Eli
sbocchi produttivi del capitale cominciano a farsi meno interessanti#
il denaro si riversa verso la speculazione che pu( anche coprire# per
un certo periodo# l&andamento dell&economia reale sotto il velo della
crescita dei corsi azionari e degli altri mercati finanziari 9le famose
posizioni BPonziC di cui parla @ins1,:. 5uando la speculazione co*
mincia a dare segni di cedimento e i valori mobiliari cominciano a
perdere terreno# si innesca una spirale deflazionistica che porta al
crollo del saggio del profitto# della domanda# dell&occupazione. <a
33
R.@ar7# Il capitale# vol. O# p. 1!4.
1KI
speculazione " dun'ue organicamente connessa all&andamento della
produzione reale. <a connessione deriva dal funzionamento della
legge del valore che si manifesta nella concorrenza tra capitalisti.
<&estrazione reale di plusvalore deriva dallo scambio tra denaro e la*
voro vivo e dun'ue dalla composi!ione del capitale investito. <a re*
munerazione del capitale investito invece# dipende esclusivamente
dalla sua grande!!a. <a gravitazione attorno a un saggio di profitto
uniforme# attraverso i movimenti di capitale tra i settori# fa sG che per
il singolo capitalista sia irrilevante il settore in cui investe il suo ca*
pitale. <a vecchia distinzione tra BveriC capitalisti e BspeculatoriC#
che si rifletteva politicamente nella chimera della borghesia demo*
cratica da contrapporre alla reazione dei ceti parassitari# ha perso
ogni ragion d&essere. Lgni capitalista ha di fronte a s) la possibilit%
di investire il proprio denaro sulla base della remunerazione attesa.
Che ci( implichi ac'uistare terreni# fabbriche# titoli mobiliari# valute#
oro# opere d&arte# " del tutto indifferente per il singolo capitalista# il
'uale si disinteressa del fatto che socialmente# l&unico modo per au*
mentare la ricchezza " impiegare lavoro salariato. Il movimento dei
capitali tra i diversi settori spinge all&uniformazione del saggio di
profitto# unica vera forma di eguaglianza a cui un uomo pu( aspirare
in 'uesta societ%. Idealmente i borghesi sono azionisti di un&unica
grande azienda# altamente diversificata# costituita dall&economia
mondiale. Che poi 'uest&azienda abbia fabbriche# centri commercia*
li# o banche# ai suoi azionisti non interessa. Per 'uesto la teoria eco*
nomica borghese non fa piA alcuna distinzione tra profitto# rendita e
interesse. Eli economisti si sono dimenticati delle furiose lotte com*
battute dai classici contro la rendita e l&interesse che essi vedevano#
come " ovvio# come una ded!ione e non una componente dei profit*
ti# proprio come le tasse. J poich) il capitalista finanziario non pro*
duce nulla ma BrischiaC solo i soldi della banca# si sviluppa un&ideo*
logia in cui il profitto non deriva dall&uso di lavoro umano ma ap*
punto dal BrischioC# con ci( elevando a modello sociale del capitali*
sta il giocatore di po1er# una cosa che avrebbe disgustato i borghesi
della rivoluzione industriale.
La %inan!iari!!a!ione elleconomia, il ominio el capi,
tale %inan!iario
1KK
9i ( scoperto alla %ine, c$e non lo 9tato governa le imprese,
ma 'este ltime governano lo 9tato. 9E. Carli:
<o sviluppo del capitalismo comporta la concentrazione del
capitale. ?ivengono necessarie 'uantit% di capitale che nessun bor*
ghese possiede. -i diffondono le societ% per azioni# i mercati finan*
ziari come mezzo per accentrare le risorse dell&intera societ% a dispo*
sizione degli investimenti. <a propriet% privata dei mezzi di produ*
zione diviene solo la giustificazione storica della ricchezza dei capi*
talisti# mentre la gestione diretta della produzione pu( essere affidata
a dirigenti stipendiati. I legami tra aziende e banche diventano sem*
pre piA stretti# le banche prendono il sopravvento# nasce il capitale
finanziario. Il dominio del capitale finanziario sull&economia capita*
listica# risultato necessario dello sviluppo del capitalismo# si riflette
in 'uella che viene definita crescente BfinanziarizzazioneC dell&eco*
nomia. -pesso si riduce 'uesto processo al crescente peso del siste*
ma finanziario sull&economia# ma non si tratta solo di 'uesto. Il pun*
to centrale " piuttosto la connessione organica tra capitale Bprodutti*
voC e speculazione. =ella misura in cui diviene vitale il ricorso ai
BserviziC offerti dalle banche# il capitale finanziario arriva a domina*
re ogni settore# ogni azienda. <e piccole e medie imprese sono clien*
ti delle banche nel senso etimologico della parola# assomigliano in*
fatti ai clientes romani# che passavano il tempo a mendicare 'ualcosa
dal loro padrone. Aprendo e chiudendo i rubinetti del credito# le ban*
che determinano la vita e la morte dei capitalisti che non sono suffi*
cientemente grossi da sedere nel loro consiglio di amministrazione.
Con i grandi gruppi# appunto# il rapporto " invece organico# consoli*
dato da partecipazioni azionarie incrociate e partite a golf.
<o sviluppo del capitalismo comporta anche la crescente dif*
ficolt% nel trovare un uso produttivo per la massa di capitale gi% ac*
cumulato. 5uesto rende la speculazione una 'uota sempre piA vasta
dell&economia# anche come proporzione della forzalavoro utilizza*
ta. @asse immani di denaro si muovono alla ricerca del massimo
profitto# provocando# con i loro movimenti# mutazioni catastrofiche
delle condizioni di vita di milioni di persone. <a liberalizzazione dei
movimenti di capitale# cominciata con il crollo di .retton Hoods e
divenuta completa dagli anni 20# mette gli -tati nazionali alla merc)
dei grandi Binvestitori istituzionaliC che si servono solitamente del
1K2
loro padrino# il 0ondo @onetario Internazionale# per forzare l&ado*
zione di una determinata politica da parte di un governo. ?isob*
bedire agli ordini significa non ricevere finanziamenti e dun'ue non
poter fronteggiare la concorrenza degli altri paesi.
?opo aver con'uistato lo -tato dei principali paesi capitali*
sti# il capitale finanziario ha approfittato del crollo dello stalinismo
per prendere il controllo di ogni angolo del pianeta. Fn alzata di ci*
glia di un alto dirigente di una banca d&affari pu( condurre alla fame
interi continenti. -i parla della crisi delle religioni tradizionali# e di
certo non molti sono piA interessati ai comandamenti di 'uesto o
'uel credo# in compenso c&" una divinit% che tutto il mondo riverisce
e prega# per cui si consumano le sorti di governi# paesi# popoli. I
mass media ne parlano sinteticamente come Bi mercatiC. PiA scienti*
ficamente possiamo parlare di capitale finanziario.
<a cosa che spaventa di piA della finanza " la sua incontrol*
labilit%# il suo gigantismo. Il sistema finanziario " ormai enorme*
mente piA grande dell&economia reale. >utto ci( che riguarda la mo*
neta " fuori scala. <a moneta stessa# il credito# la finanza nel suo
complesso " fuori controllo# con oltre il 2!S delle transazioni che
avvengono sui mercati mondiali aventi natura finanziaria e non piA
reale. A 'uesta crescita 'uantitativa si " accompagnata una crescita
di complessit%. Intermediari con ramificazioni in ogni angolo dell&e*
conomia mondiale# titoli il cui prezzo " determinabile solo con l&uso
di modelli matematici prima esclusiva della =asa# mercati in cui si
negoziano strumenti finanziari composti da altri mercati finanziari# e
via di 'uesto passo. 5uesto colossale mostro di 0ran1estein oscura
'ualun'ue altro attore# processo# problema dell&economia. ?i piA#
sembra essere lui l&economia# come dimostra il fatto che 'uando i
mass media parlano di Bcome va l&economiaC hanno in mente le bor*
se# i tassi di cambio e poco altro. Jppure# 'uesto gigantesco mondo
iperuranio si riduce all&eterna aspirazione capitalistica della formula
?@?&# dove il passaggio per il mondo della produzione " messo
tra parentesi# dimenticato# oscurato. 5uesto rovesciamento di pro*
spettiva# dal mondo reale dell&estrazione di plusvalore al mondo fan*
tastico della creazione di valore e4 ni$ilo# rappresenta l&estrema for*
ma di concentrazione del capitale e la dimostrazione piA palese del
suo parassitismo. ?al canto suo 'uesta crescita " teorizzata dagli
economisti borghesi con il concetto di Bfinancial deepeningC che
120
spiega come i servizi finanziari crescano al crescere della ricchezza
di un paese. Jppure# la teoria economica# come abbiamo visto# so*
stiene che la moneta e il credito siano inutili# siano un Bpuro veloC
degli scambi. A ci( si aggiunga che la velocit% della crescita della fi *
nanza va oltre 'ualun'ue connessione con un BservizioC. =ella sua
incapacit% di spiegare le ragioni della crescita della finanza# la teoria
borghese si dimostra inutile e reificata# fedele specchio del modo di
produzione che rappresenta.
<a moneta# la finanza# che sarebbero per gli economisti un
puro velo nella circolazione di valori d&uso# rappresentano invece la
forma compiuta# impersonale# onnipotente# del dominio capitalistico.
Nascita e s(iluppo elle -anc5e centrali
2na legisla!ione bancaria inconslta e stpida p/ aggra"
vare lteriormente la crisi monetaria. Non esiste tttavia legisla!io"
ne bancaria c$e possa scongirarla. 9R. @ar7:
<a moneta# come simbolo di lavoro astratto# incorpora un&i*
nevitabile dinamica di allontanamento dal suo valore nominale. >an*
to piA il capitalismo si sviluppa# tanto piA forte l&allontanamento. <a
stabilit% monetaria# sia essa 'uella della moneta romana o della ster*
lina sotto il gold standard# del dollaro nel regime di .retton Hoods#
o del rublo sovietico# non " che un riflesso della stabilit% complessi*
va di una determinata societ%. Fna moneta non pu( essere piA stabile
del regime che la produce. 5uesta stabilit% " originariamente desu*
mibile dal contenuto metallico della moneta. In seguito# con la nasci*
ta della circolazione cartacea# l&elemento fiduciario si sposta dalla
moneta alla banca. Chi accetta denaro cartaceo in cambio di merci
non assume piA che nella moneta vi sia effettivamente un certo
'uantitativo di metallo prezioso ma che la banca dove " depositato il
metallo prezioso rappresentato dal denaro cartaceo non fallisca. Per
'uesta ragione la vigilanza sulle banche " molto antica e preesiste
alle banche centrali di millenni. Il credito consente ai capitalisti di fi*
nanziare elasticamente l&investimento# tuttavia la tendenza imma*
nente alla sovraccumulazione# insita nell&anarchia produttiva di 'ue*
sto sistema# provoca crisi episodiche che dall&industria si spostano
alle banche# seguendo il fallimento dei debitori. Il crollo della circo*
121
lazione monetaria seguente a una grave crisi bancaria amplifica
enormemente le conseguenze della crisi economica$ bloccando il cir*
cuito del denaro si distrugge l&accumulazione. Per 'uesto lo -tato
deve presiedere alla produzione e circolazione di denaro cartaceo.
5uando il sistema creditizio " agli inizi# ci( significa semplicemente
che il sovrano mantiene il privilegio di battere moneta o lo vende# ri*
servandosi di controllare l&attivit% BesternalizzataC. 5uando le ban*
che assumono un ruolo predominante# la garanzia della salute della
moneta ricade sulla banca centrale. 5ueste istituzioni nascono spes*
so come banche semi*private# ed emettono moneta in un mercato
concorrenziale. >ipicamente# ricevono il monopolio di tale attivit% in
seguito ad una crisi bancaria conseguente alla eccessiva emissione
3I
.
Altre volte# sono esigenze di finanziamento dello -tato a spingere
per un riordino del sistema creditizio al cui vertice porre un&istituzio*
ne fidata
3K
. <a banca centrale " dun'ue in principio il garante della
salute della banconota e pertanto della solvibilit% della banca 9agen*
do da prestatore di ultima istanza durante le crisi: e della complessi*
va li'uidit% del mercato. Ci( fa sG che il controllo della circolazione
monetaria# la vigilanza sulle banche e la politica monetaria siano al *
trettanti aspetti della condizione di li'uidit%# ovvero della salute del
sistema finanziario cui " preposta la banca centrale. >anto piA peso
ac'uistano nel capitalismo il credito e la finanza# tanto piA ne ac'ui*
sta la banca centrale nello -tato.
Il legame flessibile tra moneta e produzione " alla base del
sistema del credito. <a stabilit% di una azienda o di uno -tato si ri*
flette nella sua salute finanziaria. <o -tato# oltre ai titoli# pu( servirsi
dell&emissione di moneta per finanziare le proprie spese che supera*
no le entrate. Lvviamente solo nella misura in cui i prestiti e la nuo*
va carta circolante sviluppano effettivamente le forze produttive cir*
3I
P 'uesto il caso# ad es.# della .anca d&Italia.
3K
<a prima banca centrale dell&epoca moderna# la .an1 of Jngland# nac'ue
in effetti come societ% per finanziare una guerra operando anche come
agente fiscale. Il preambolo del .an1 of Jngland Act del 1324 recita$ BAn
Act for granting to theire @a/esties severall Rates and ?uties... to6ards the
carr,ing on the Harr against 0ranceC. Anche se la .anca di -vezia " nata
prima 913!3: e la .anca di Amsterdam# prima banca BpubblicaC da cui tutte
le altre derivano# " nata nel 1302# la .an1 of Jngland " la prima banca cen*
trale moderna.
122
coler% BpiAC moneta# altrimenti circoler% la stessa moneta con un di*
verso valore. Il ruolo sempre maggiore del credito attribuisce cosG
un&importanza crescente alle banche centrali. =el caso del credito
Ballo -tatoC# 'uesto deriva da un aspetto fondante della fase imperia*
lista del capitalismo$ le spese militari. 5ueste costituiscono l&ineli*
minabile BinterventoC dello -tato nell&economia per due ragioni$ la
repressione della classe operaia e la repressione delle masse dei pae*
si coloniali. Alla fine del diciannovesimo secolo# lo sviluppo del*
l&imperialismo coincise con la strutturazione del movimento operaio
e con la necessit% di con'uistare i mercati esteri
32
# fattori che richie*
sero una massiccia espansione delle spese militari che aument( per
le due guerre mondiali# si ridusse appena sotto la guerra fredda e ri*
mane tuttora un elemento importante della spesa pubblica. <&appara*
to militare# in 'uanto settore improduttivo e costoso# si lega necessa*
riamente alla crescita del debito pubblico e dell&inflazione.
Con la grande crisi scoppiata nel &22# l&intervento pubblico
si estese a molti altri settori e venne teorizzato da Re,nes che parl(
di socializzazione degli investimenti. 5uesto rifletteva anche il gra*
do raggiunto di concentrazione del capitale. ?a allora# la crescita del
peso dello -tato nell&economia " stata inarrestabile. <o si vede dal
fatto che dopo decenni di vandea thatcheriana# privatizzazioni# tagli
selvaggi alle spese sociali# gli -tati a capitalismo avanzato con*
trollano comun'ue da un terzo alla met% del prodotto sociale. Il capi*
talismo lasciato a se stesso morG per sempre nella grande crisi. <a
necessit% di ricorrere allo -tato come risorsa economica fece dimen*
ticare alla borghesia la realt% ovvia per i classici# che l&apparato sta*
tale " improduttivo. =on appena gli shoc1 petroliferi# il crollo di
.retton Hoods e lotte operaie hanno posto fine al boom postbellico#
la spesa pubblica and( fuori controllo
I0
. <a crisi finanziaria dello
32
-i osservi che tramite il denaro le societ% piA evolute aspirano il plusvalo*
re delle nazioni arretrate. In 'uesto senso il cardine dei rapporti imperialisti*
ci " contenuto gi% nella forma di denaro. -tudiando il denaro si pu( antici*
pare lo sviluppo del mercato mondiale e dell&imperialismo.
I0
=aturalmente c&" un legame a doppio senso tra spesa pubblica e conflitto
sociale# poich) da una parte# la spesa pubblica serve a smussare i dissidi po*
litici# dall&altro# un alto grado di protezione sociale potrebbe persino facili*
tare nuovi conflitti. Ei% il ministro italiano =itti aveva notato che la crisi fi*
scale dello -tato di cui parl( poi l&economista mar7ista L&Connor ha tra le
12O
-tato ne " stata la logica conseguenza. <a borghesia ha reagito po*
nendo un freno alla crescita dello -tato e giustificando 'uesta svolta
con improbabili teorie come la curva di <affer. @a il nodo centrale
rimane$ il borghese vive ormai in simbiosi con lo -tato# non ne pu(
fare a meno. J siccome lo -tato non BproduceC nulla# se escludiamo
le ormai poche attivit% industriali sotto il suo controllo# l&aumento
del peso dello -tato implica l&aumento del debito pubblico o delle
tasse. Il caso del Eiappone " un esempio lampante di come una crisi
economica prolungata possa distruggere decenni di finanza sana e
prudente# persino nell&economia capitalistica piA dinamica del vente*
simo secolo
I1
. I classici spiegavano che solo il denaro che compra la*
voro produce profitti. Il resto produce solo debiti oppure# aumentan*
do al di l% dell&effettivo sviluppo delle forze produttive# svalutazione
del metro monetario# cio" inflazione. Per 'ueste ragioni# il debito
pubblico e l&inflazione sono una spada di ?amocle ineliminabile nel*
la vita economica moderna.
Il capitale finanziario domina il capitalismo moderno# le
banche centrali presiedono alla salute del sistema finanziario. In
'uanto rappresentanti della componente dominante della borghesia#
le banche centrali normalmente dominano l&apparato statale. Ci( si*
gnifica che dettano l&intonazione della politica economica e le linee
guida nei rapporti tra lo -tato e le classi. 5uesto non significa# ov*
viamente# negare l&idea di fondo del mar7ismo che lo -tato " in ulti *
ma analisi un corpo di uomini armati a difesa della propriet% privata.
P solo che nei periodi in cui 'uesta propriet% non " seriamente mi *
nacciata# la polizia presidia gli stadi e i cortei# mentre il capitalismo
" presidiato dalla banca centrale.
<e banche centrali sono dun'ue il cuore di un sistema assai
variegato# composto da mercati e intermediari# che costituisce l&ar*
chitrave del capitalismo nella sua epoca imperialista$ il capitale fi*
cause$ Ba: l&aumento continuo e incessante delle spese militariQ b: i grandi
lavori pubblici 9...:Q c: l&aumento dei debiti pubblici 9...:Q la partecipazione
sempre crescente delle classi popolari alla vita pubblicaC 9cit. in A. ?i
@aio# &a crescita della spesa pbblica nellanalisi economica# 122K# p.
OO:.
I1
Il debito statale del Eiappone era fortemente negativo ancora negli anni
UI0 e non superava il 14S nel 1220. -upera oggi il 2!0S del Pil.
124
nanziario. Possiamo sintetizzare l&azione delle banche centrali in
'uattro campi principali$
la regolarit% della circolazione monetaria# che significa an*
che il buon funzionamento dei sistemi di pagamento elettroniciQ
la politica monetaria# in linea con le esigenze complessive
del capitalismoQ
la vigilanza sul credito e sul sistema finanziario
I2
Q
gli studi economici che servono nella battaglia ideologica
che la borghesia conduce contro il movimento operaio.
?i 'uesti compiti# il piA importante " la politica monetaria
cui ora ci dedichiamo.
In%la!ione, e-iti e politica monetaria
&a politica monetaria ( no strmento ro!!o e c$i lo brandi"
sce non deve %arsi prendere dal batticore per lo sbraitare di c$i ne
sbisce le %erite. 9e non $a 'esta %or!a, ( meglio c$e lo deponga.
9E. Carli:
<&inflazione " un processo di svalorizzazione della moneta
causato dall&incapacit% della borghesia di arginare direttamente il
processo redistributivo determinato dalla lotta di classe. >ale feno*
meno segnala la complessiva instabilit% sociale del sistema e la sua
incapacit% di contenere le spinte del conflitto sociale entro i normali
canali della contrattazione salariale. <&inflazione " un fenomeno re*
lativamente nuovo nella storia del capitalismo. =on era al centro del*
l&attenzione dell&analisi economica classica per diversi motivi$
il ruolo ancora preponderante del gold standard# garanten*
do la piena convertibilit% della moneta con l&oro# forniva una base di
comparazione oggettiva per il valore della moneta
IO
Q
I2
In diversi paesi# prima della crisi la vigilanza era passata# in toto o con*
giuntamente# ad autorit% diverse dalle banche centrali. >uttavia# nei mo*
menti decisivi di crisi 9'uando " minacciata la Bstabilit% finanziariaC# come
si dice in gergo:# la banca centrale in 'uanto prestatore di ultima istanza de*
termina le politiche dello -tato in merito alla gestione della crisi stessa.
IO
=ei periodi piA critici# come le guerre napoleoniche# la convertibilit% ve*
niva meno# a dimostrazione che nessuna moneta " puramente BmetallicaC.
12!
la scarsa forza dei sindacati e in generale del movimento
operaio riduceva la possibilit% di duraturi cambiamenti nella distri*
buzione del redditoQ
la struttura concorrenziale dei mercati rendeva difficile per
il singolo produttore scaricare l&aumento dei costi sui prezziQ
il gi% citato basso peso della spesa pubblicaQ
infine# il ruolo ancora secondario della finanza. -ebbene i
titoli del debito pubblico# le crisi finanziarie# le bolle speculative e le
chiacchiere sulla Bne6 econom,C accompagnino il capitalismo da
secoli# solo a fine Lttocento il capitale finanziario ha con'uistato il
mondo e lo ha plasmato secondo i suoi interessi.
CosG# sebbene un fenomeno di aumento dei prezzi e dei sala*
ri sia normale all&apice del boom# il fenomeno di aumento fuori con*
trollo dei prezzi " invece molto piA recente. 5uando l&intera societ%
vacilla# si produce l&annichilimento del metro monetario# come ac*
cadde negli episodi di iperinflazione nella repubblica di Heimar e in
diversi paesi latinoamericani nei decenni scorsi. -oltanto la cecit% in*
sipiente dei monetaristi pu( attribuire 'uesti episodi all&aumento del*
la moneta circolante. <a realt% mostra che la produzione di moneta
in 'uesti paesi non riusciva assolutamente a tener testa all&aumento
dei prezzi.
-e le iperinflazioni sono l&aspetto eclatante del legame stabi*
lit% monetaria+politica# l&inflazione " nel suo complesso una misura
di 'uesto rapporto. Dista dal punto di vista del proprietario dei mezzi
di produzione# l&inflazione " un mezzo con cui si pu( ridurre il sala*
rio senza dover licenziare nessuno. ?al canto suo# lo -tato pu( usare
l&inflazione per ridurre l&onere del debito pubblico. Assieme# i capi*
talisti e il loro -tato# si avvalgono dell&inflazione per contenere ri*
chieste 9salariali o politiche: provenienti dalla classe lavoratrice. Ci
si pu( chiedere perch) il metodo che per i classici e @ar7 serviva
allo scopo 9l&esercito industriale di riserva: non garantisca piA il ri *
sultato di contenere l&aumento dei salari. Lvviamente 'uesto stru*
mento rimane tuttora in uso. @a il rafforzamento sociale e politico
del proletariato ne ha reso l&efficacia non piA diretta ma mediata. Pri*
ma della nascita di centrali sindacali unificate e dei partiti dei lavora*
tori# gli scioperi avvenivano solitamente in singole realt% o settori.
Riguardavano pochi lavoratori ed erano estremamente prolungati.
Eli scioperi moderni sono di solito meno duraturi ma estremamente
123
piA ampi. Piegare i lavoratori dei paesi avanzati con la semplice
arma della disoccupazione richiede tempo. =on " una tattica che
possa dare frutti in pochi mesi. Piuttosto# in seguito a una pesante
sconfitta sindacale# come 'uella dei minatori inglesi del 12K! o dei
metalmeccanici italiani nel 12K0# i licenziamenti servono a dare il
via a una nuova stagione politica in cui le con'uiste dei lavoratori
vengono demolite lungo l&arco di un&intera generazione.
-ebbene dun'ue# la disoccupazione mantenga il suo ruolo di
deterrente# la sua efficacia " di medio termine. Per recuperare profit*
tabilit% nell&immediato occorre ricorrere a metodi piA rapidi# come
l&inflazione. Lvviamente la borghesia preferirebbe sempre non dover
ricorrere n) all&una n) all&altra# in 'uanto con una piA alta disoccu*
pazione si riduce la massa dei profitti e se ne rende piA difficile il
realizzo# mentre un&elevata inflazione danneggia la stabilit% della
moneta e dun'ue il capitale finanziario. CosG# se la classe operaia su*
bisce passivamente la crisi del capitalismo# ad esempio perch) sotto*
posta ad una dittatura militare# la borghesia fa a meno di 'uesti stru*
menti. Ci( spiega perch) i regimi bonapartisti hanno spesso bassi li*
velli di disoccupazione. 5uando invece i lavoratori non vengono pie*
gati da un accenno di disoccupazione# 'uesta aumenta contestual*
mente all&inflazione. P 'uello che accadde negli anni &I0 con la co*
siddetta BstagflazioneC. All&epoca gli economisti ne parlarono come
di un fenomeno nuovo# dato che# secondo la curva di Phillips# infla*
zione e disoccupazione erano sempre inversamente correlate. In real*
t% la storia ci mostra altri episodi simili come la 0rancia del 1K4K#
che aveva un elevato debito e deficit pubblico# una situazione di crisi
economica e prezzi in ascesa 9dun'ue recessione e insieme inflazio*
ne:. Proprio come gli anni &I0 si tratt( di un periodo di grandi s'uili*
bri politici e sociali. In 'uel caso# la stagflazione termin( in un regi*
me dittatoriale durato vent&anni. =egli anni &I0 le dittature con'ui*
starono l&America <atina ma furono solo minacciate in Juropa# se
escludiamo la Erecia. Lccorre osservare che i governi francesi del*
l&epoca applicarono una politica economica che potremmo ben defi*
nire B1e,nesismo di breve periodoC# a dimostrazione che la teoria
economica arriva sempre buon&ultima nel dare consigli
I4
. >uttavia
l&ascesa dei prezzi all&epoca non fu particolarmente manovrata dalla
I4
Per un&analisi del periodo# vds. R. @ar7# &e lotte di classe in Francia dal
1G4G al 1GK0.
12I
banca centrale. Piuttosto fu una conseguenza indiretta della crisi.
<&uso cosciente del BtruccoC della riduzione dei salari reali richiede
un grado di concentrazione del capitale raggiunto solo nel ventesimo
secolo. =on a caso il primo a proporlo organicamente fu Re,nes#
che osserv( come i lavoratori dell&epoca resistevano molto di piA a
un taglio diretto dei salari rispetto che a una loro diminuzione e7
post tramite l&inflazione$ BRe,nes si " dedicato alla progettazione di
una strategia alternativa per salvare il capitalismo# elaborata nel
12O3 nella sua Ceoria 8enerale# per sostituire il metodo dei tagli sa*
lariali diretti# che provocano resistenze e rivolte# con il metodo di
una Bvariazione nella 'uantit% di monetaC tale da assicurare una ridu*
zione graduale ed automatica dei salari reali risultante dall&aumento
dei prezziC.
I!
A 'uesta mossa il movimento operaio rispose molto presto.
-ebbene gli economisti borghesi# come visto# abbiano compreso solo
negli anni U30 che i lavoratori avrebbero reagito all&inflazione ren*
dendo l&aumento dei prezzi uno strumento inadatto alla ridistribuzio*
ne del reddito# il problema era stato gi% affrontato decenni prima da
diverse organizzazioni operaie. Ei% nel U12# nel programma del pri*
mo congresso dell&Internazionale Comunista possiamo leggere$ B<e
lotte degli operai per l&aumento dei salari non comportano anche in
caso di successo lo sperato miglioramento delle condizioni di vita#
giacch) l&immediato aumento del costo dei beni di consumo rende il*
lusorio ogni successo.C
Alla parte piA avanzata del proletariato era dun'ue gi% chia*
ro cosa fosse l&inflazione e come combatterla. Fna proposta com*
plessiva di scala mobile venne proposta anche nel Programma di
Cransi!ione di >rots1i/# nel 12OK$ B...due mali economici fondamen*
tali# che sono l&espressione sintetica dell&assurdit% crescente del si*
stema capitalista# cio" la disoccupazione e il carovita# esigono parole
d&ordine e metodi di lotta generalizzati... =) l&inflazione monetaria
n" la stabilizzazione possono servire da parola d&ordine per il prole*
tariatoQ sono le due estremit% dello stesso bastone. Contro il carovi*
ta... si pu( lottare solo con la parola d&ordine della scala mobile dei
salari. I contratti collettivi devono assicurare l&aumento automatico
dei salari in correlazione agli aumenti dei prezzi degli articoli di con*
sumo... I salari con un minimo rigorosamente garantito# dovranno
I!
Palme ?utt# &abor Mont$l5# agosto 12I2.
12K
seguire il movimento dei prezzi. =essun altro programma pu( essere
accettato per l&attuale periodo di catastrofi.C
I3
Il trucco proposto da Re,nes e la relativa contromossa erano
dun'ue stati scoperti 'uasi subito. ?a allora# la scala mobile ha rap*
presentato il nemico principale di tutte le autorit% monetarie del
mondo# in 'uanto impedisce alle banche centrali di contrastare il
calo del saggio di profitto. <a politica monetaria non ha lo scopo#
come tentano di spiegare ogni articolo di giornale e ogni manuale
universitario# di tenere sotto controllo l&inflazione# ma di mantenere
elevati i profitti
II
. =ei periodi in cui il movimento dei lavoratori ha
subito una sconfitta pesante# l&inflazione diviene meno importante
come arma antioperaia perch) si pu( ricorrere a tattiche piA dirette
9taglio dei salari# aumento delle ore lavorate# ecc.:. Per 'uesto# l&in*
flazione ha un andamento direttamente correlato con la 'uota dei sa*
lari sul reddito nazionale. 5uando il saggio del profitto crolla per ra*
gioni connesse ad una crisi finanziaria 9come in Eiappone negli anni
&20 o negli -tati Fniti dopo il 2000:# a sua volta connessa all&accu*
mulo di sovracapacit% produttiva# di nuovo le banche centrali inon*
dano il sistema di li'uidit% per evitare il panico. -e 'uesta alluvione
di denaro avviene in periodi in cui il movimento operaio " all&offen*
siva# si genera inflazione# altrimenti aumentano solo i debiti.
Fna delle caratteristiche fondamentali dell&imperialismo "
l&esportazione di capitale nei paesi BemergentiC# ovvero nei paesi in
cui# essendo la composizione organica del capitale minore e i diritti
sindacali inesistenti# " piA facile fare profitti. 5uesto ha un&influenza
decisiva sulla politica economica. 5uando i governi e le banche cen*
trali considerano la posizione da prendere sulle tasse o l&inflazione#
tengono conto della situazione dei principali paesi capitalistici. Pren*
diamo il caso dell&inflazione. Poniamo che in un paese l&inflazione
sia del !S. P un valore alto o bassoM Lvviamente il punto "$ alto o
basso rispetto a cosaM Rispetto all&inflazione prevalente negli altri
paesi. Allo stesso modo# 'uando i capitalisti decidono in 'uale setto*
I3
<. >rots1i/# Il programma di transi!ione# p. 10.
II
In un collo'uio privato tra i dirigenti della .anca d&Italia e l&economista
@odigliani# avvenuto negli anni U30# il governatore Carli osserv($ Bla tesi
principale in .anca " che per accrescere la 'uota del risparmio e 'uindi del*
l&investimento occorre una distribuzione del reddito che favorisca i profittiC
9in AA.DD.# 6ialogo tra n pro%essore e la Qanca dItalia# 122!# nota 2I:.
122
re investire prendono in considerazione la sua profittabilit% relativa.
-e un certo investimento rende il !S# " tanto o pocoM ?ipende da
'uanto rendono le sue alternative. <&andamento dell&inflazione "
dun'ue altamente correlato tra i diversi paesi avanzati e non solo#
sebbene vi siano ovvie peculiarit% nazionali.
<a banca centrale# regolando la li'uidit% del sistema tramite i
tassi e la crescita degli aggregati monetari# permette la manovra di
riduzione dei salari reali con l&aumento dei prezzi. Per far 'uesto
deve essere BindipendenteC# si intende# ovviamente# dai lavoratori.
Poich) non c&" alcuna giustificazione politica e razionale al fatto che
una istituzione tecnocratica imponga le proprie decisioni ad istituzio*
ni# seppur borghesi# rappresentative# come il parlamento# gli econo*
misti hanno sviluppato tutta una serie di giustificazioni teoriche del
fatto che una banca centrale indipendente sia piA BefficienteC ovvero
produca meno inflazione
IK
. =on tratteremo 'ui 'ueste BteorieC. .a*
ster% ricordare che la banca centrale che ha presieduto all&iperinfla*
zione tedesca# la Reichsban1# era BindipendenteC secondo i canoni di
IK
Il lavoro che formalizza 'uesta teoria molto antica " l&articolo di R,dland
e Prescott del &II :les rat$er t$an 6iscretion. 5uesto articolo contiene
una incongruenza abnorme che per( ha un&interpretazione interessante.
<&incongruenza sta nel fatto che l&articolo ragiona sempre e solo in termini
di individui 9come# cio" se non esistessero classi e tutti gli individui fossero
uguali# ipotesi che la teoria economica chiama dell&agente rappresentativo:Q
tuttavia# nelle conclusioni troviamo 'uesta sorprendente affermazione$ Bthe
anal,sis also has implication for constitutional la6. A ma/orit, group# sa,#
the workers 6ho control the polic,# might rationall, choose to have a con*
stitution 6hich limits their po6er# sa,# to e7propriate the 6ealth of the ca"
pitalist classC 9corsivo aggiunto:# ovvero si descrive un mondo in cui esi*
stono lavoratori e capitalisti e addirittura i lavoratori hanno preso il potere
minacciando di espropriare la classe capitalista. -ebbene sia una regola ele*
mentare della scienza che le conclusioni che non seguono dalle premesse
non valgono nulla# " interessante chiedersi perch) il modello che ha contri*
buito a dare le basi teoriche per l&attacco a ogni sorta di intervento pubblico
nell&economia discuta# di fatto# di una rivoluzione socialista vittoriosa. Lv*
viamente# 'uesti economisti non facevano che riflettere il clima politico ge*
nerale degli anni &I0. Per un&antologia del dibattito sulla cosiddetta Bincoe*
renza dinamicaC vds. AA.DD. 9a cura di >. Persson# E. >abellini:# Moneta"
r5 and Fiscal Polic5# 1224.
200
'uesti signori
I2
. -i aggiunga che# come detto# l&andamento dell&infla*
zione " assai uniforme tra i paesi# 'ualun'ue sia l&autonomia della
banca centrale dei singoli paesi
K0
.
Per le stesse ragioni per cui gli economisti sottolineano la
necessit% dell&autonomia delle autorit% monetarie# le correnti piA
conseguenti del movimento operaio# in primo luogo i mar7isti# han*
no sempre chiesto la loro subordinazione# assieme a 'uella del siste*
ma finanziario nel suo complesso# al governo rivoluzionario. =el
Mani%esto del Partito Comnista @ar7 propone la Bcentralizzazione
del credito in mano allo -tato# mediante una banca nazionale con ca*
pitale di stato e con monopolio esclusivoC. 5uesta posizione " rima*
sta immutata da allora. Ad esempio# nelle Cesi di )prile <enin scris*
se$ Bfusione immediata di tutte le banche del paese in un&unica banca
nazionale# posta sotto il controllo dei soviet dei deputati operaiC
K1
. In
modo simile# nel gi% citato Programma di transi!ione leggiamo$
BAllo scopo di realizzare un sistema unico di investimento e di cre*
dito# secondo un piano razionale che corrisponda agli interessi di tut*
ta la nazione# bisogna unificare tutte le banche in un unico istituto
nazionaleC
K2
.
=ei periodi piA alti della lotta di classe# anche partiti riformi*
sti e persino intellettuali borghesi si spingono in 'uesta direzione.
Fn esempio del primo caso lo vediamo nel programma del partito la*
burista del UI3# che prevedeva la nazionalizzazione di buona parte
della Cit, e la socializzazione della .an1 of Jngland# che era sG stata
formalmente nazionalizzata da Attlee nel 1243 ma non sottoposta
I2
=el &22# infatti# la Reichsban1 fu resa indipendente per legge. 0u dun'ue
una banca formalmente indipendente a presiedere alla piA spettacolare ipe*
rinflazione della storia.
K0
CosG l&andamento dell&inflazione italiana degli anni U20 " molto simile a
'uello dell&inflazione tedesca 9e lo stesso vale per gli anni U!0:# mentre non
c&entra nulla con l&andamento dell&inflazione italiana degli anni &!0. <e dif*
ferenze dell&andamento tra i due paesi possono poi spiegarsi analizzando le
vicende politiche. Per esempio la lira italiana fu la moneta piA stabile dei
paesi avanzati per anni# durante il boom economico# ma l&Italia ebbe la piA
forte inflazione registrata da 'uesti stessi paesi tra gli anni UI0 e UK0. Jppu*
re non cambi( affatto n) l&indipendenza n) il modus operandi della .anca
d&Italia. Cambi( invece il contesto sociale.
K1
<enin# Cesi di )prile# in &a Comne di Parigi# p. K1.
K2
<. >rots1i/# cit.# p. 13.
201
alle vere esigenze della societ%. Il programma proponeva che Bin fu*
turo le sue enormi risorse devono essere portate a sostegno della po*
litica industriale e# piA in generale# della politica economica del go*
vernoC. Il governo laburista di .lair ha concesso nel U2I la piena in*
dipendenza alla banca centrale britannica. In 'uesta diversa imposta*
zione sta tutta la distanza tra gli anni I0 e gli anni 20. 5uanto al se*
condo caso si consideri la proposta# formulata dagli stessi anni dal
prof. Rolf Rniepere dell&Fniversit% di .rema# che prospett( che ai
rappresentanti dei lavoratori venisse garantita istituzionalmente Buna
partecipazione rilevante in seno al ?irettorio della .undesban1C
KO
.
=on c&" bisogno di dire che cosa rispose la banca. ?&altro canto# in
periodi normali i dirigenti riformisti sono sempre osse'uiosi verso la
banca centrale come parte del loro piA generale servilismo verso
l&apparato statale borghese.
=on " solo l&inflazione a marcare la malattia del capitalismo#
ancor piA chiaramente lo fanno i debiti. =ell&ultimo decennio l&infla*
zione " stata bassa# come risultato della sconfitta della classe operaia
dei paesi avanzati e dell&apertura di interi continenti allo sfruttamen*
to capitalistico# la BglobalizzazioneC. In 'uesto stesso periodo# i de*
biti# sia delle famiglie che delle aziende che degli -tati# sono esplosi2
<&esplosione dei debiti " la conseguenza della malattia organica del
capitalismo# la sua incapacit% di controllare lo stesso sviluppo delle
forze produttive a cui da luogo. Aumenta la produzione# ma non i sa*
lari. Jcco che la borghesia spinge i lavoratori a indebitarsi per conti*
nuare a consumare. <o -tato# dopo anni di tagli e svendite del patri*
monio pubblico# " tuttora indebitato fino al collo# e 'uesto anche pri*
ma della crisi. <e imprese hanno problemi ad aumentare il saggio del
profitto# e continuano a indebitarsi. 5uesto oceano di debiti che
mantiene il capitalismo in una condizione di perenne instabilit%#
pone anche crescenti problemi alla politica monetaria. >anto piA l&e*
conomia " indebitata tanto piA sensibile " alle variazioni del tasso
d&interesse. Abbiamo cosG un tetto via via piA basso per il saggio
d&interesse il cui pavimento " inevitabilmente zero. <e banche cen*
trali si trovano cosG sempre piA ostaggio del crescente indebitamento.
=egli anni UI0 tutti i mali del sistema erano attribuiti all&inflazione# e
alla scala mobile# all&irragionevole pretesa dei lavoratori di difendere
KO
Cit. in AA.DD.# &atonomia della banca centrale. Npinioni a con%ronto#
12IK.
202
le proprie condizioni di vita. Lggi si torna alla carica con le Briforme
strutturaliC# nomi diversi per uno stesso scopo$ l&aumento del saggio
di profitto.
Conclusioni
,ando trion%eremo s scala mondiale tili!!eremo loro
per edi%icare pbblic$e latrine nelle vie di alcne delle pi. grandi
citt# del mondo. 9<enin:
<a moneta non " un elemento neutrale nella societ%. Jssa in*
carna la potenza della classe dominante e ne misura la capacit% di
estrarre plusvalore dalla classe lavoratrice. -e la contabilit% dello
sfruttamento sorge non appena lo -tato asiatico si erge a signore del*
le comunit% rurali collettive# la moneta 'uale mezzo di scambio sor*
ge 'uando lo sfruttamento si ammanta dell&imparziale forma mer*
cantile di prezzo# sotto la cui veste nasconde il processo storico del*
l&accentramento crescente dei mezzi di produzione in mano alla bor*
ghesia. In 'uanto strettamente connessa allo sfruttamento# la moneta
non sopravviver% alla societ% borghese. =el periodo di transizione la
vedremo deperire assieme ai suoi inseparabili compagni$ lo -tato# le
classi# la propriet% privata. =ella misura in cui la pianificazione del*
l&economia abbisogner% di uno strumento contabile# esister% una mo*
neta di conto# avente solo la forma esteriore di denaro. Il sistema cre*
ditizio# socializzato sotto il controllo operaio# fornir% il suo contribu*
to allo sviluppo delle forze produttive# essenzialmente cessando di
esistere. Il venir meno di 'uesta necessit% e il ridursi degli scambi
monetari dimostrer% che il processo produttivo " giunto al livello di
sviluppo necessario per il salto dal regno della necessit% a 'uello del*
la libert%. -uoner% l&ultima ora della moneta# l&uomo vedr% scompa*
rire 'uesto strumento di violenza# la cui ferocia " tanto piA detestabi*
le in 'uanto nascosta sotto la parvenza del normale scambio com*
merciale. =essun borghese# nessun economista pu( anche solo im*
maginare una prospettiva del genere. <a scomparsa della moneta "
per costoro altrettanto folle che la scomparsa dell&ac'ua per dei pe*
sci. J in fondo hanno ragione. <oro non possono esistere senza mo*
neta. PiA in generale# Bla borghesia non pu( fare a meno di essere
cosG com&"# per( pu( fare a meno di essereC 9.recht:.
20O
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203
Su alcuni aspetti ella teoria marxista elle crisi
Introu!ione
<&analisi delle crisi economiche periodiche del modo di pro*
duzione capitalistico " il compito piA importante posto alla teoria
economica mar7ista. Jssa " alla base delle prospettive politiche su
cui i mar7isti costruiscono la loro azione politica# volta a fornire alla
classe lavoratrice gli strumenti teorici e pratici per rovesciare il capi*
talismo. In 'uesto scritto ne affronteremo alcuni aspetti.
?al canto suo# la teoria economica borghese non ha una
spiegazione endogena delle crisi. >uttora# il ciclo economico " spie*
gato in base a fattori esterni al meccanismo dell&accumulazione di
capitale 9Bshoc1C:. 5uesto certo non sorprende. =on sorprende nem*
meno l&annuncio ricorrente della morte del ciclo economico. <&an*
nunciarono prima della grande depressione dell&Lttocento# prima del
&22# l&annunciarono negli anni &30 i 1e,nesiani. ?a ultimo# lo hanno
fatto i sostenitori del cosiddetto Bnuovo paradigma economicoC# la
new econom5. Lggi# chi si cura piA delle loro BteorieCM <&analisi del*
la teoria delle crisi " dun'ue non solo un&analisi del capitalismo# ma
anche dei suoi mascheramenti ideologici. Inoltre# essa " anche un&a*
nalisi storica. Infatti# l&operare delle crisi porta a trasformazioni irre*
versibili del processo produttivo borghese. Il ciclo capitalistico non "
una semplice alternanza di crescita e recessione# ma una spirale# la
cui direzione muta# a un dato momento# dall&alto al basso e vicever*
sa
K4
. 5uesti macromovimenti a loro volta sono inseriti in un unico
processo fondamentale che " lo sviluppo e il declino del modo di
produzione capitalistico.
1. Come si presenta il ciclo capitalistico
Nilferding ha tratteggiato cosG l&andamento del ciclo di svi*
luppo capitalistico$ BLgni ciclo industriale inizia con una espansione
K4
>rots1i/ ha descritto molto acutamente 'uesto processo ne &a crva dello
svilppo capitalistico.
20I
della produzione# le cui cause variano di volta in volta a seconda del
concreto momento storico# ma che# in generale# possono essere ri*
condotte all&apertura di nuovi mercati# al sorgere di nuovi rami pro*
duttivi# all&introduzione di nuove tecniche# all&aumento del fabbiso*
gno conseguente all&incremento della popolazione. >utto ci( deter*
mina l&aumento della domanda# che provoca# a sua volta# in singoli
rami produttivi# l&aumento di prezzi e profitti. Aumenta cosG la pro*
duzione dei settori interessati... il ciclo si inizia cosG# con il rinnova*
mento e la crescita del capitale fisso# il che costituisce la causa prin*
cipale della incipiente prosperit%... da 'uesto ciclo# abbracciante una
serie di anni di rotazioni in connessione fra loro# nelle 'uali il capita*
le " vincolato dalla sua parte costitutiva fissa# deriva un fondamento
materiale delle crisi periodiche# in cui la vita economica percorre
successivi periodi di ristagno# di vitalit% media# di precipitazione# di
crisi. I periodi nei 'uali viene investito capitale sono bensG molto dif*
ferenti e non coincidono affatto. @a tuttavia la crisi costituisce sem*
pre il punto di partenza di un nuovo grande investimento# 'uindi co*
stituisce anche# piA o meno#... un nuovo fondamento materiale per il
prossimo ciclo di rotazione.C
K!
5uesti alti e bassi accompagnano tutta la storia del capitali*
smo. Alla mente avvolta dallUideologia borghese dell&economista
essi si manifestano come un problema di domanda e offerta 9prezzi
troppo alti rispetto alla domanda effettiva: ovvero si presentano
come una sproporzione fra consumo e produzione 9accumulazione
dei capitalisti: e anche come una sproporzione della produzione dei
diversi rami. Ci sono BtroppeC merci rispetto ai redditi disponibili a
comprarle. I salari sono troppo bassi. Per 'uesto @ar7 osserva$ B<a
causa ultima di tutte le crisi effettive " pur sempre la povert% e la li *
mitazione di consumo delle masse in contrasto con la tendenza della
produzione capitalistica a sviluppare le forze produttive ad un grado
che pone come unico suo limite la capacit% di consumo assoluta del*
la societ%.C
K3
P in 'uesti momenti in cui i capitalisti non riescono a smer*
ciare il loro prodotto che si lamentano della scarsa domanda e pro*
pongono mezzi per superarla. @a 'uesti mezzi confliggono con la
loro veste di ac'uirenti di forzalavoro. In 'ualit% di compratore di
K!
R. Nilferding# Il capitale %inan!iario# pp. OO3OOI.
K3
R. @ar7# Il capitale# vol. O# p. !32.
20K
forzalavoro il capitalista vuole risparmiare# ma come venditore di
merci vorrebbe essere generoso# come dice @ar7$ BCiascun capitali*
sta pretende " vero che i suoi operai risparmino ma vuole anche che
siano soltanto i soi a risparmiare# perch) gli stanno di fronte come
operaiQ ma# per l&amor del cielo# non lo faccia il restante mondo dei
lavoratori# giacch) gli stanno di fronte in 'uanto consumatori. A di*
spetto di tutta la BpiaC fraseologia# egli allora ricorre a tutti i mezzi
pur di stimolarli al consumo# di dare nuove attrattive alle sue merci#
di cacciar loro in testa nuovi bisogni. P proprio 'uesto lato del rap*
porto fra capitale e lavoro che " un fattore essenziale d&incivilimen*
to# e sul 'uale si basa la giustificazione storica# ma anche l&attuale
potenza del capitale.C
KI
Abbiamo parlato di Btroppe merciC# ovvero di sproporzione
tra produzione e consumo. Il sottoconsumo " per definizione sovrap*
produzione e viceversa. @a sovrapproduzione di merci significa so*
vrapproduzione di capitale# dato che per espandere la scala della pro*
duzione i capitalisti devono prima accumulare nuovo capitale. >utte
'ueste espressioni sottoconsumo# sovrapproduzione# sproporzione
descrivono dun'ue lo stesso processo# l&anarchia della produzione
capitalistica# nella contraddizione chiave che la attanaglia$ la forma
sociale della produzione opposta alla forma privata della appropria*
zione. Il rapporto di produzione capitalistico 9la propriet% privata dei
mezzi di produzione: non riesce a contenere lo sviluppo delle forze
produttive liberate dal capitalismo stesso$ B<a produzione capitalisti*
ca racchiude una tendenza verso lo sviluppo assoluto delle forze pro*
duttive# indipendentemente dal valore e dal plusvalore in esso conte*
nuto# indipendentemente anche dalle condizioni sociali nelle 'uali
essa funzionaQ ma nello stesso tempo tale produzione ha come scopo
la conservazione del valorecapitale esistente e la sua massima valo*
rizzazione.C
KK
<o sviluppo delle leggi di movimento del capitalismo non "
che uno sviluppo di 'uesta contraddizione di fondo. Jcco perch)$ BIl
vero limite della produzione capitalistica " il capitale stesso# " 'ue*
sto$ che il capitale e la sua autovalorizzazione appaiono come punto
di partenza e punto di arrivo# come motivo e scopo della produzioneQ
che la produzione " solo produzione per il capitale# e non al contra*
KI
Cit. in R. Rosdols1,# 8enesi e strttra del Capitale di Mar4# p. 242.
KK
R. @ar7# Il capitale# vol. O# p. O02.
202
rio i mezzi di produzione sono dei semplici mezzi per una continua
estensione del processo vitale per la societ# dei produttori.C
K2
@ar7 definisce le Bcaratteristiche fondamentali della produ*
zione capitalisticaC come segue$ a: concentrazione dei mezzi di pro*
duzione in poche maniQ b: organizzazione sociale del lavoro e unio*
ne del lavoro con le scienze naturaliQ c: creazione del mercato mon*
diale. A oltre 1O0 anni dalla morte di @ar7 non possiamo che con*
statare 'uanto acutamente avesse descritto 'uesto sistema. >ali ten*
denze sono immanenti allo sviluppo capitalistico# ma intensificano il
loro operare durante le crisi. CosG il processo di concentrazione del
capitale procede rafforzato proprio nei periodi di recessione# in cui
interi settori produttivi vengono distrutti e le grandi aziende si divo*
rano l&un l&altra. 5uesta crescente monopolizzazione dell&economia
consente alle grandi aziende# di solito multinazionali# di scaricare la
crisi sulla piccola e media borghesia$ Bi cartelli non eliminano affatto
gli effetti della crisi$ tutt&al piA essi riescono a modificarli# in 'uanto
possono rovesciare il peso della crisi sulle industrie indipendentiC
20
.
5uando si sviluppa un nuovo settore dell&economia inizialmente si
vede sempre la presenza di una gran 'uantit% di piccole imprese
BpioniereC che cominciano ad investire nel nuovo terreno. @a una
volta che il processo " avviato# rapidamente comincia la concentra*
zione e nel giro di pochi anni il mercato viene dominato da pochi
grandi gruppi che distruggono o subordinano le piccole imprese.
Allo stesso tempo# la crisi rende impellente la necessit% di con'uista*
re nuovi mercati# portando a scontri# commerciali e bellici. 5uesto si
vede in primo luogo nella costante ricerca di mercati esteri# che ha
fatto sG che nel giro di poco piA di un secolo il capitalismo distrug*
gesse tutti gli altri modi di produzione esistenti attraverso la coloniz*
zazione. In secondo luogo si genera una spinta ad approfondire il
mercato anche nei paesi gi% pienamente capitalisticiQ 'uesto significa
che c&" una pressione costante per far sG che settori della vita che
precedentemente erano esterni alla produzione di merci rientrino nel*
l&ambito della produzione capitalistica. -i pensi ai settori delle Bpu*
blic utilitiesC 9fornitura di ac'ua# gas# elettricit%# telecomunicazioni#
autostrade: privatizzati negli ultimi anni con immensi profitti# garan*
K2
Ib.# p. O0O.
20
R. Nilferding# Il capitale %inan!iario# p. OK2.
210
tendo a molte famiglie storiche del capitalismo italiano la salvezza
mentre i loro affari BordinariC barcollavano.
5uanto all&Bunione di scienza e lavoroC# vediamo la tenden*
za a introdurre tecnologia. <a lotta per sconfiggere la concorrenza
implica una spinta costante a ridurre i prezzi delle proprie merci. Il
metodo principale per ottenere 'uesto risultato " 'uello di introdurre
massicciamente tecnologia che diminuisca i tempi di produzione ab*
bassando cosG i prezzi. Come notava @ar7# Ble macchine non inter*
vengono a sostituire forzalavoro mancante# ma per ridurre la forza
lavoro presente in massa alla misura necessariaC. -otto il profilo del*
la singola azienda# la concorrenza appare come la forza che riduce il
saggio del profitto# a cui rispondere accrescendo le dimensioni in
modo da resistere alla caduta del saggio di profitto con l&aumento
della massa dei profitti. @a ovviamente 'uesto " 'uello che appare
al singolo capitalista. <a concorrenza non fa che livellare il saggio
del profitto al suo livello medio# ma non spiega 'uesto livello che di*
pende dal grado di sviluppo delle forze produttive incorporato nella
composizione organica del capitale. PiA si sviluppa il capitalismo#
piA elevato " il valore del macchinario mosso da ogni singolo lavora*
tore 9sia 'uesto un tornio# un sistema informatico# un aeroplano: e
dun'ue# appunto# la composizione organica del capitale# che tende a
essere composto sempre piA da macchine e meno da salari. A ogni
composizione del capitale corrisponde una determinata produttivit%
sociale e dun'ue una certa massa di profitti# la cui suddivisione deri*
va invece dalle circostanze storiche di ogni paese# settore# azienda.
2. Le %orme %enomenic5e ella crisi
<a crisi evidenzia l&impulso illimitato all&accrescimento del
capitale che si infrange contro la capacit% limitata di consumo della
societ%. P l&anarchia della produzione capitalistica a creare la crisi.
@a l&anarchia " un tratto permanente del modo di produzione capita*
listico# la crisi no. Lccorre dun'ue spiegare come la crisi si nascon*
da# o meglio prenda la forma# dell&e'uilibrio e insieme del crescente
dise'uilibrio.
<a ricchezza di 'uesta societ%# spiega @ar7 all&inizio del
Capitale# si presenta a prima vista come un&immane raccolta di mer*
ci. <e merci sono le cellule del capitalismo# ne formano la struttura.
211
@a le merci sono il prodotto di una determinata divisione del lavoro#
dun'ue di determinati rapporti di produzione e di propriet%. =ell&a*
nalizzare 'uesta cellula ritroviamo cosG tutti i rapporti economici
propri del capitalismo$ il lavoro salariato# il denaro# il capitale. 5ue*
sto vale anche studiando le crisi. Jsse appaiono a prima vista come
un&immane ingorgo di merci. Improvvisamente# i commercianti ini*
ziano a fare offerte sempre piA vantaggiose# ribassano i prezzi# dilui*
scono i pagamenti ma le vendite vanno a rilento. Per vendere biso*
gna ridurre i prezzi e dun'ue i profitti. A un dato momento il com*
merciante pronuncia la fatidica frase Ba 'uesto prezzo ci rimetto a
vendereC. Il settore della distribuzione comincia a ridurre gli ordini
alle fabbriche e a chiedere dilazioni di pagamenti alle banche e ai
fornitori. <a guerra dei prezzi# che " passata anche al settore produt *
tivo# comincia a mietere le prime vittime nella forma dei concorrenti
piA piccoli e arretrati. -i contrae la produzione e l&occupazione. Ca*
lano gli investimenti. -e il mondo reale comincia a perdere colpi# il
circuito del credito non " da meno. <e banche vedono aumentare i
clienti che non ripagano i prestiti# le loro attivit% finanziarie vanno
male perch) nessuna azienda vuole 'uotarsi o emettere obbligazioni.
In borsa# i risultati deludenti delle aziende# che avendo ridotto i prez*
zi# devono contrarre i dividendi# portano a un calo dei corsi azionari.
-i riduce la ricchezza prospettica oltre che presente# deprimendo ul*
teriormente i consumi. <a prospettiva di nuove riduzioni dei prezzi
porta a ritardare le decisioni di ac'uisto producendo nuovi cali della
produzione e cosG via.
5uesto " uno schema generale# ma non " affatto l&unico pos*
sibile. <a sovrapproduzione di un settore pu( essere percepita dal
basso grado di utilizzo degli impianti gi% prima che 'uesto cominci a
spingere i prezzi verso il basso. 5uesto pu( causare un crollo dei
corsi azionari preventivo che pu( innescare una crisi# come accadde
nel 12KI. Eli economisti e i giornali spiegheranno ovviamente che si
tratta di una Bbolla speculativaC che nulla ha a che vedere con l&eco*
nomia BrealeC# mentre vi sono connessioni# e profonde. In secondo
luogo# una crisi pu( essere il risultato di una rottura dell&e'uilibrio
internazionale. <a crisi dell&egemonia inglese nella seconda met%
dell&Lttocento e il crollo di .retton Hoods negli anni &I0 sono due
casi del genere. ?i nuovo# 'uesta rottura deriva dallo sviluppo di
nuovi settori e nuovi concorrenti che non trovano sufficiente spazio
212
per le proprie merci e si fanno aggressivi. ?eriva dal fatto che la
struttura istituzionale dominante si rivela ormai inadeguata ai nuovi
rapporti di forza intercapitalistici e crolla sotto il peso della sua ina*
deguatezza. Possiamo trovare una lunga serie di cause scatenanti
della crisi# persino le dichiarazioni di un ministro. Jsse giocano lo
stesso ruolo del cass belli. Come attribuire all&assassinio dell&Arci*
duca 0rancesco 0erdinando la prima guerra mondiale o all&invasione
della Polonia la seconda sarebbe peggio che superficiale# inutile#
cosG l&elencazione delle %orme %enomenic$e cio" le forme che appa*
iono alla superficie della crisi pu( servire solo come riassunto sto*
rico# non come indicazione teorica.
Prendiamo il problema dei prezzi. Eeneralmente# la sovrap*
produzione si riflette in un calo assolto dei prezzi 9deflazione:. @a
in un periodo di alta inflazione# 'uesto calo pu( essere solo relativo#
un rallentamento della loro crescita 9disinflazione:. In settori a rapi*
da innovazione di prodotto pu( manifestarsi come aumento della
'ualit% del prodotto a parit% di prezzo. Inoltre# il calo non " mai uni*
forme. <a carenza di domanda pu( sentirsi piA nel settore delle mer*
ci di consumo# se nel periodo precedente i salari si sono ridotti# op*
pure nel settore dei mezzi di produzione# se un calo del saggio del
profitto ha condotto alla tesaurizzazione dei profitti sotto forma di
capitale monetario. Infine occorre ricordare una 'uestione connessa
al problema della sproporzione. Come osserv( <enin# la distribuzio*
ne della produzione tra i settori " correttamente proporzionale in sen*
so capitalistico 'uando vi " un saggio medio del profitto uniforme. P
la differenza tra i saggi del profitto che conduce al riproporziona*
mento dei settori# anche se 'uesto movimento assume un carattere di
riproporzionamento di merci. =on " la proporzione del consumo che
conta# ma 'uella del profitto.
In definitiva# come " inutile cercare la causa di una guerra in
Bchi ha sparato per primoC# il modo con cui esploder% la crisi dipen*
de alla situazione degli specifici settori economici# dai rapporti tra le
classi e i paesi# e cosG via. @a possiamo trarre da 'uesti processi un
denominatore comune$ la difficolt% a valorizzare# accrescere ulterior*
mente il capitale. 5uesto " il punto centrale da analizzare.
O. La sostan!a ella crisi
21O
Abbiamo visto come la crisi appare. Adesso cerchiamo di
penetrarne l&essenza. >utta l&economia moderna " un meccanismo
per accumulare capitale. Il capitalista " in affari per aumentare il suo
denaro# risultato finale dell&accumulazione# tramite l&utilizzo di lavo*
ro salariato. <a forzalavoro# in 'uanto merce il cui valore d&uso
consiste nella valorizzazione di tutte le altre# " la base obiettiva del
plusprodotto che# se venduto# diviene profitto. 5ualun'ue merce#
per arrivare sul mercato# deve passare dal lavoro umano. Il capitali*
sta utilizza lavoro non pagato# pluslavoro# per produrre merci non
pagate# plusprodotto# sperando di venderle per ricavarne il plusva*
lore# valore che residua dal costo effettivo della loro produzione.
Allo stesso tempo# la concorrenza tra capitalisti spinge ad
aumentare l&utilizzo di capitale costante come mezzo per accrescere
il rendimento del lavoro# aumentando la composi!ione organica del
capitale. Infatti# come abbiamo visto sopra# ogni singolo lavoratore#
muovendo macchinari 9capitale costante: piA potenti e costosi# divie*
ne piA produttivo. Ci( consente al capitalista innovatore di produrre
a un costo reale che " inferiore al costo sociale medio. Il maggior
profitto potr% permettergli di ingaggiare una guerra dei prezzi o inve*
stire per ridurre ulteriormente i suoi costi. In entrambi i casi il suo
maggior saggio del profitto costringer% i concorrenti a seguirlo. In
'uel settore assisteremo a una automazione# con la conseguente
espulsione massiccia di forzalavoro. Aumenter% il rendimento del
singolo lavoratore e dun'ue il profitto che chi lo ha assunto ne trae
ma si ridurr% la base del profitto$ il lavoro umano. -e# poniamo# una
fabbrica passa# a parit% di produzione# nel tempo da 1000 operai a
!00 a 200 a 100# anche se il singolo operaio " piA produttivo# poich)
il capitale costante non produce plusvalore 9una macchina costa in
media 'uello che immette nella produzione come nuovo valore delle
merci: la massa del plusvalore prodotta andr% riducendosi. Eenera*
lizzandosi# l&innovazione tecnologica ha effetti contraddittori. -e in*
fatti libera forzalavoro per altri settori# 'uando 'uesti settori non
sono sufficientemente in espansione# porta a una crescita della disoc*
cupazione e dun'ue a un calo della domanda effettiva. <e merci# ora
prodotte piA efficientemente# rimangono invendute. Perci( i capitali*
sti# per massimizzare i propri profitti devono tenere conto di entram*
bi i corni del dilemma$ ridurre la massa e il saggio del salario per ac*
crescere il rendimento del lavoroQ espandere la domanda complessi*
214
va per realizzare l&aumento dei profitti che l&accresciuta composizio*
ne organica ha prodotto in poten!a. 5uesto processo demarca i due
confini dell&accumulazione capitalistica delineati da @ar7. Il proces*
so che conduce alla crisi " determinato da un&unica causa di fondo$
l&accumulazione di capitaleQ ma nelle circostanze storiche date# la
crisi pu( manifestarsi perch) il capitalismo incontra lo scoglio di
-cilla della eccessiva accumulazione di capitale con conseguente ca*
duta del saggio di profitto che conduce a ridurre gli investimentiQ op*
pure perch) incontra il mostro Cariddi della crisi di realizzo# la so*
vrapproduzione di merci# dove il basso saggio di profitto appare una
conseguenza e non causa della crisi. In entrambi i casi l&aspetto deci*
sivo " la valorizzazione# l&accrescimento# del capitale$ il limite del
capitale " il capitale stesso. <&aumento dell&accumulazione porta a
una caduta tendenziale del saggio del profitto. <a crisi emerge nel
processo di circolazione delle merci# cio" nel calo delle vendite# che
fa parte anch&esso del processo di riproduzione complessiva del ca*
pitale# ma si produce nel nucleo dei rapporti di produzione borghesi$
la relazione capitalelavoro.
4. La storia el i-attito
<a possibilit% di una crisi economica generalizzata# cio" del*
l&impossibilit% di vendere le merci prodotte# nasce con lo scambio
stesso e con la creazione del denaro. Come dice Nilferding$ Bpresup*
posto generale della crisi " lo sdoppiamento della merce in merce e
denaroC. Lgni scambio non avviene piA merce contro merce# ma
merce contro un pezzo di carta che rappresenta una certa 'uota di
ricchezza sociale. 5uesto sdoppiamento implica anche la dissocia*
zione di produzione e consumo# appunto# la produzione di merci. Il
valore di scambio# in 'uanto porta alla divisione tra ac'uisto e vendi*
ta di un prodotto 9non si scambia direttamente lavoro con lavoro o
prodotto con prodotto:# determina la possibilit# di una crisi. Il primo
importante dibattito storico sul problema degli BsbocchiC# come ve*
niva definito allora# avvenne all&inizio dell&Lttocento tra @althus e
Ricardo. @althus# rappresentante scientifico dell&aristocrazia fondia*
ria# sosteneva l&importanza della domanda aggiuntiva fornita dai
rentiers per evitare la saturazione dei mercati. Ricardo# difensore de*
gli interessi della borghesia# attaccava 'ueste pretese come un inutile
21!
fardello sulle spalle dell&industria# sostenendo che l&offerta crea au*
tomaticamente la propria domanda. =ella storia dell&economia bor*
ghese# la posizione di Ricardo# volgarizzata nella cosiddetta Blegge
di -a,C# " stata considerata vangelo per oltre un secolo# fino alle cri*
tiche mosse da Re,nes. @ar7 inizi( ad analizzare il problema della
crisi capitalistica sin dal Mani%esto# ma non riuscG a completare il
'uadro dell&analisi a cui stava lavorando. Jsso " contenuto nel se*
condo e terzo libro del Capitale e nei suoi appunti preparatori 9i
8rndrisse:. @ar7 spieg( che le crisi sono insieme crisi di sovrap*
produzione# sottoconsumo# sovrainvestimento# sovracapacit%# spro*
porzione# domanda# saggio del profitto. -ottoline( inoltre che la crisi
in s) pone solo la necessit# storica di una trasformazione sociale# ma
non la risolve. P l&azione cosciente dei lavoratori che pone fine# tra*
mite la rivoluzione# alle crisi stesse. Per 'uesto# descrivendo le ra*
gioni per cui le crisi economiche assumono una forma piA o meno
distruttiva# @ar7 neg( la possibilit% di un crollo automatico del capi*
talismo. <e correnti revisioniste che presero il controllo della -econ*
da Internazionale dopo la morte di Jngels utilizzarono 'uesta man*
canza di una fine automatica come BprovaC della non necessit% stori*
ca di rovesciare il capitalismo e della validit% del riformismo. Alcuni
dirigenti reagirono a 'uesta impostazione attribuendo a @ar7 l&idea
del crollo finale del sistema capitalistico. -eguG un aspro dibattito in
cui i riformisti usarono il periodo di prolungata ascesa capitalistica
seguito alla Comune di Parigi come dimostrazione definitiva che il
capitalismo aveva cessato il suo operare ciclico e contraddittorio. <a
prima guerra mondiale fornG una risposta storica e inconfutabile sul
funzionamento del capitalismo nella sua epoca imperialista.
-e in @ar7 la concezione della crisi era complessa ma unita*
ria# l&impostazione tipica degli economisti Bmar7istiC del 88 secolo
" stata di prendere un aspetto e isolarlo dal resto. CosG abbiamo visto
sorgere la teoria del sottoconsumo# della sproporzione# del calo del
saggio del profitto. A grandi linee possiamo dividere 'ueste teorie
come segue$
teoria ella spropor!ione
Il primo a proporre 'uesta teoria fu l&economista neoricar*
diano >ugan.aranovs1i/. -econdo la sua tesi# " l&anarchia nell&allo*
213
cazione della forzalavoro che conduce al dise'uilibrio nello svilup*
po dei diversi settori. Nilferding fu tra 'uelli che svilupparono 'ue*
sta idea. <e conseguenze politiche di tale posizione sono chiare$ il
capitalismo ha solo dei problemi di BcoordinamentoC. -e lo -tato o
la monopolizzazione dell&economia portassero ad una regolazione
almeno parziale del flusso degli investimenti# le sproporzioni spari*
rebbero. P dun'ue una giustificazione storica del riformismo$ basta
correggere le disarmonie del sistema e il capitalismo si svilupper%
senza problemi. >orneremo sul problema della sproporzione discu*
tendo degli schemi di riproduzione.
Eiova sin d&ora osservare che a 'ueste tesi aveva comun'ue
gi% risposto @ar7$ B'uando si afferma che non si tratta di una so*
vrapproduzione generale# ma di una mancanza di proporzione fra i
diversi rami di produzione# si afferma semplicemente che nella pro*
duzione capitalistica la proporzionalit% dei diversi rami di produzio*
ne risulta continuamente dalla loro sproporzione$ poich) 'ui il nesso
interno della produzione complessiva si impone agli agenti della
produzione come una legge cieca# e non come un legge che# compre*
sa e dominata dal loro intelletto associato# sottometta il processo di
produzione al loro comune controllo.C
21
il sottoconsumo
Reagendo a 'uesta degenerazione del mar7ismo# Rosa <u*
7emburg cerc( di mostrare che il punto non era la sproporzione ma il
realizzo del plusvalore. <a <u7emburg sottoline( giustamente la ten*
denza del capitalismo a espandere la produzione di merci oltre le ri*
sorse della domanda e dun'ue evidenzi( che il sottoconsumo " una
sproporzione radicata# necessaria# del capitalismo e non un caso.
=on " un problema di non pianificazione ma della natura del capita*
lismo. In 'uanto i lavoratori non possono comprare tutto il prodotto
del loro lavoro# i capitalisti possono vendere tutta le loro merci solo
attraverso lo scambio con settori e7tracapitalistici# ovvero con paesi
ancora al di fuori dell&orbita della produzione di merci. ?i 'ui la ne*
cessit% di sviluppare imperi coloniali. 0inito l&assorbimento di 'uesti
territori# il capitalismo avrebbe affrontato una crisi senza via di usci *
ta. -ebbene la conclusione politica che Rosa <u7emburg traeva da
21
Il capitale# vol. O# p. O10.
21I
'ueste osservazioni fosse generalmente corretta# lo schema concet*
tuale lu7emburghiano era incoerente. Rosa non capG l&indicazione di
metodo di @ar7$ nel discutere degli schemi di riproduzione occorre
astrarre dal commercio estero. Infatti# innanzitutto# un paese non pu(
nel lungo periodo esportare senza importare in proporzioni analogheQ
in secondo luogo# se escludiamo l&appropriazione con mezzi fraudo*
lenti 9furti# guerre: il commercio con zone e7tracapitalistiche dovr%
pure condurre a uno scambio.
Come not( l&economista mar7ista -6eez,$ Bnel discutere la
riproduzione allargata# <u7emburg mantiene implicitamente l&ipotesi
di una riproduzione semplice. Il dogma# che essa non mette neanche
per un momento in dubbio# che il consumo dei lavoratori non pu(
realizzare nessuna parte di plusvalore# implica che il totale ammon*
tare del capitale variabile e# 'uindi# il consumo dei lavoratori# debba
rimanere fisso e costante# come nella riproduzione semplice. Invece#
" proprio tipico dell&accumulazione l&implicare delle aggiunte al ca*
pitale variabile e# 'uando 'uesto capitale variabile addizionale " spe*
so dai lavoratori# esso non fa che realizzare una parte di plusvalore
che ha la forma materiale di beni di consumo.C
22
<&idea del sottoconsumo ha avuto molti estimatori anche nel
dopoguerra tra cui lo stesso -6eez,# .aran e altri. Jssa fu criticata
sia dai riformisti che dai rivoluzionari. .auer e altri austromar7isti
sottolinearono le incoerenze logiche della teoria per sottolineare la
possibilit% del capitalismo di svilupparsi con 'ualche correttivo. In
'uello stesso periodo# in Russia i mar7isti erano impegnati su un
fronte opposto. -e a occidente il problema era la fine del capitali*
smo# in Russia era il suo avvio. Per decenni i narodni1i# la corrente
populista che raccoglieva gran parte degli intellettuali e dei militanti
rivoluzionari# avevano sostenuto che le peculiarit% russe avrebbero
impedito il radicarsi della produzione borghese. Fno degli argomenti
con cui difendevano 'uesta posizione era appunto l&impossibilit% di
espandere i mercati sulla base del capitalismo. <enin condusse una
battaglia teorica che dur( decenni per dimostrare che il capitalismo
stava avanzando a passi da gigante nelle campagne russe e che dun*
'ue i rivoluzionari russi avrebbero dovuto imparare dalle esperienze
dei loro compagni occidentali e non restare ancorati ai metodi cospi*
rativi tipici dei populisti. Rispondendo ai narodni1i# <enin espose la
22
P. -6eez,# &a teoria dello svilppo capitalistico# pp. 240241.
21K
natura degli schemi di riproduzione# avvertendo tuttavia che di 'ue*
sti strumenti non se ne pu( fare un uso apologetico se non modifi*
cando le ipotesi che sono alla loro base. I bolscevichi ricordarono
che# sebbene Rosa <u7emburg sottolineasse a ragione il ruolo del*
l&imperialismo come fattore che frena la caduta del saggio di profit*
to# non esiste la crisi finale del capitalismo. In mezzo a 'uesta batta*
glia# che vedeva# seppure con alcune divergenze teoriche# Rosa <u*
7emburg e i bolscevichi fare fronte comune contro i revisionisti# i
centristi stavano in mezzo anche nelle loro posizioni teoriche. Rau*
ts1, propose cosG una teoria della crisi BmulticausaleC# in cui# per
non scontentare nessuno# si dava importanza a tutti i fattori.
A proposito sia della teoria della sproporzione che del sotto*
consumo occorre osservare una loro debolezza logica. Fna teoria
delle crisi cicliche deve spiegare la prosperit% cosG come la depres*
sione. @a la prosperit% sarebbe inspiegabile se il sottoconsumo o le
sproporzioni conducessero di per s) alla crisi# dato che la prima crisi
sarebbe anche l&ultima. @entre il capitalismo si sviluppa# seppure
per mezzo delle crisi. <a teoria del ciclo deve appunto spiegare 'ue*
sto movimento superando il sottoconsumo o la sproporzione che
sono solo fenomeni# cio" i fatti direttamente osservabili dal mercato#
che nascondono l&essenza della crisi capitalistica# le contraddizioni
di fondo del sistema.
teoria ella mancan!a i %or!aFla(oro
<&austromar7ista Ltto .auer# criticando Rosa <u7emburg#
propose un modello in base al 'uale la crisi derivava dal fatto che la
crescita della popolazione non era proporzionata alla crescita della
produzione. Cerc( anche di dimostrare che tutte le altre teorie della
crisi erano fallaci. Nenr,1 Erossman dimostr( che 'uesta tesi aveva
ipotesi assolutamente arbitrarie 9come l&idea che ci fosse invarianza
nella produttivit%: ma che pur prendendo 'ueste ipotesi per buone# il
modello produceva l&azzeramento del saggio di profitto dopo un cer*
to numero di anni. Fs( 'uesta conclusione matematica arbitraria
come BprovaC dell&inevitabile crollo del capitalismo.
=egli anni UI0# una leva di economisti inglesi radicali 9El,n#
-utcliffe# Ro6thorn# .odd, e Crott,: riprese parzialmente l&idea#
proponendo la teoria del Bprofit s'ueezeC secondo la 'uale la crisi
212
derivava dagli ostacoli che la piena occupazione e la forza della clas*
se operaia davano ad un aumento della produzione e della produttivi*
t%. I mar7isti discussero ampiamente di 'uesta tesi# come vedremo
piA avanti.
la teoria ellaumento ella composi!ione or"anica el
capitale
?iversi economisti# a partire da Preiser# legarono la crisi di*
rettamente all&aumento della composizione organica del capitale#
connessa alla legge della caduta tendenziale del saggio di profitto 9di
cui diremo dopo:. =aturalmente 'uesta legge# che accompagna il ca*
pitalismo sin dalla sua nascita# agisce su tempi lunghi# ma circostan*
ze contingenti possono condurre all&operare congiunto e repentino
delle sue conseguenze. >ra gli economisti che hanno connesso la
teoria della crisi alla caduta tendenziale del saggio di profitto ritro*
viamo ?obb# @attic1# ]affe e -hai1h.
!. Il ruolo ella moneta, el creito e ella %inan!a
<e crisi di sovrapproduzione sono una caratteristica del capi*
talismo. <a propriet% privata dei mezzi di produzione e gli -tati na*
zionali# caratteristiche ineliminabili del capitalismo# costituiscono un
ostacolo crescente allo sviluppo. In 'uesto senso si pu( dire che# in
ultima analisi# ogni crisi " causata dalla contraddizione sociale di
forze produttive ormai sviluppate oltre i rapporti di produzione bor*
ghesi# che poi si manifesta# come detto# con la presenza di merci in*
vendute# o impianti inutilizzati.
<a storia ha fornito una dimostrazione concreta dell&esisten*
za di crisi# con ci( togliendo ogni validit% scientifica alla Blegge di
-a,C# ma sotto il profilo teorico la negazione che i continuatori di
-a, fanno della crisi si basa sulla negazione del ruolo di merce parti*
colare della moneta. In sostanza# lo strumento teorico con cui veniva
difesa la Blegge di -a,C " lo stesso usato ancora oggi$ la teoria 'uan*
titativa della moneta. -e la moneta " solo un tramite dello scambio#
se la circolazione monetaria " solo una trasposizione moderna del
baratto# non si pu( dare una crisi generale dei mercati. =egando l&a*
spetto peculiare# l&essenza stessa della moneta# e riducendola a puro
220
simbolo# " possibile ipotizzare l&inesistenza di crisi# impedendosi
per( di comprendere il capitalismo. <a teoria economica borghese ci
spiega che la moneta " BneutraleC ossia non esercita alcun intervento
nell&andamento dell&economia proprio perch) " solo un modo neu*
trale di esprimere un valore 9appunto un velo# un numerario:.
<e crisi economiche si incaricano di dimostrare che 'uesto
BveloC nasconde alla mente apologetica dell&economista il vero fun*
zionamento del modo di produzione borghese. P in 'uesto senso che
la moneta " un simbolo$ essa " un simbolo del concreto livello di
sviluppo raggiunto dalle forze produttive. Lgni livello di sviluppo
necessita di mezzi di scambio e unit% di conto idonei a garantirne il
funzionamento e l&ulteriore progresso. Per 'uesto la moneta non "
solo circolazione delle merci gi% prodotte# ma protende il suo opera*
re al futuro# " credito.
Come abbiamo ricordato# spiega @ar7$ BIl denaro svolge la
sua funzione di mezzo di circolazione in due sfere diverse# 'uella
della circolazione del capitale e 'uella della circolazione del redditoQ
nella prima esso circola essenzialmente come mezzo di pagamento#
nella seconda come mezzo d&ac'uisto. Abbiamo anche visto che# nel
lungo periodo# la 'uantit% di denaro necessaria al commercio si ridu*
ce sempre di piA con lo sviluppo del capitalismo# e con la collaterale
evoluzione dell&economia dei pagamenti. Lltre a ci(# essa " determi*
nata dallo stato degli affari del momento# e 'uindi dallo stato del cre*
dito# cio" dalla fiducia e dalla possibilit% che una persona ha di affi*
dare le proprie merci ad un&altra persona dietro una promessa di pa*
gamento. Perci(# per conoscere il modo in cui varia lo stato del cre*
dito e# dall&altro# vedere da che cosa dipende la domanda di mezzi di
circolazione da parte della sfera del reddito.C
2O
@ar7 osserva che il denaro# oltre che mezzo di pagamento
delle merci gi% prodotte# tramite il credito# diventa aspettativa sull&e*
spansione della produzione futura. <ungi dall&essere un puro nume*
rario# un semplice velo# non appena il denaro assume un&esistenza
indipendente dal suo valore metallico# incide sugli alti e bassi dell&e*
conomia. -i pu( ac'uistare o vendere una merce che ancora non esi*
ste# si pu( far circolare una merce con denaro che rappresenta uno
sviluppo delle forze produttive che non si " ancora materialmente
dato nella societ%. 5uesta spaccatura crea le figure di debitore e cre*
2O
Ib.# vol. O# p. 14O.
221
ditore ed " la base naturale del sistema del credito. -e la massa dei
pagamenti fornisce la base iniziale della massa del denaro circolante#
l&uso del credito spezza 'uesto rapporto# lo rende flessibile. In 'uan*
to la natura anarchica della produzione capitalistica rende impossibi*
le la determinazione di 'uesto prodotto futuro# e per l&operare della
concorrenza tra le banche# il credito pu( ampliare le fluttuazioni del
ciclo# ma non pu( eliminarlo.
=on appena il denaro diviene indipendente dalle merci# esso
produce una figura che se ne occupa specificamente$ il banchiere. I
rapporti tra capitale industriale e creditizio# ai tempi di @ar7 ancora
nettamente separati# decidono della distribuzione dei profitti all&in*
terno della borghesia.
=ota @ar7$ Bla 'uestione della relazione tra accumulazione
reale e accumulazione monetaria " cosG ridotta alla 'uestione della
relazione tra accumulazione del capitale monetario e a prestito e ac*
cumulazione reale.C
24
I rapporti di forza determinano 'uanta parte del profitto di*
viene interesse# come visto nel lavoro sulla moneta e le banche cen*
trali. 5uesti rapporti# generalmente# seguono il ciclo economico.
=ella misura in cui si rafforza ed espande la ripresa# i tassi crescono
attirando in un vortice nuovi capitali fino alla saturazione del merca*
to$ il capitale da prestito comincia a scarseggiare e perci( gli specu*
latori diventano sempre piA importanti. All&approssimarsi della crisi
il saggio d&interesse sale perch) a tutti serve denaro per pagare onde
evitare il fallimento. Arrivati al picco del boom# il capitale da presti*
to scarseggia# il saggio d&interesse sale.
@ar7 sintetizza 'uesta idea cosG$ B<&accumulazione di capi*
tale monetario da prestito# il cui indice " il saggio d&interesse# e l&ac*
cumulazione reale hanno 'uindi un andamento opposto lungo il ci*
cloQ e perci( naturalmente si incontrano in un punto.C
2!
Con lo sviluppo del capitale finanziario e dei mercati finan*
ziari# 'uesta osservazione si mantiene valida# ma emerge con una
maggiore variet% fenomenica. <o sviluppo dei mercati finanziari e
dun'ue delle diverse forme di finanziamento dell&accumulazione# in*
fluenza l&andamento del capitale da prestito e slega ancor piA capita*
le reale e monetario. @a in sintesi rimane il fatto che tutto il denaro
24
Ib.# vol. O# p. 1!1.
2!
Ib.# vol. O# p. 1!4.
222
che non diventa capitale produttivo di plusvalore rimane capitale fit*
tizio. <a 'uestione "$ che differenza esiste# sotto il profilo della sua
remunerazione# tra capitale produttivo e capitale fittizioM 5uesto "
un punto centrale. Per rispondervi cominciamo con l&analisi che
@ar7 fa della teoria 'uantitativa della moneta.
Per gli economisti che modernamente si chiamano Bmoneta*
ristiC# ovvero che sostengono la teoria 'uantitativa della moneta
23
# i
fenomeni della circolazione monetaria spiegano tutto il resto$ deflui*
sce l&oro e causa la crisi anzich) viceversa# aumenta l&offerta di mo*
neta e c&" inflazione anzich) viceversa. -e ci si pensa# 'uesta impo*
stazione " natrale nel senso di connaturata allo spirito reificato del
borghese# reificato in 'uanto incapace di uscire dagli aspetti fenome*
nici# superficiali della produzione capitalistica. Poich) appare alla
coscienza umana un deflusso di moneta in concomitanza con una ri*
duzione dell&attivit% economica# 'uesta " causata dalla moneta# la
moneta " una potenza autonoma nelle vicende umane. 5uesta glori*
ficazione del denaro# che diviene una divinit% che interviene nelle vi*
cende dell&uomo con la stessa importanza e imprevedibilit% di un dio
olimpico# non " che il riflesso della funzione storica del capitale$ la
centralizzazione delle risorse sociali a fini di sviluppo delle forze
produttive$ BAccumulate# accumulateX 5uesta " la legge e 'uesto di*
cono i profetiC.
Come abbiamo osservato# 'uesta legge da un lato fa circola*
re solo valori d&uso# ma dall&altro fornisce al denaro un ruolo indi*
pendente# originario. <e variazioni della 'uantit% di denaro circolan*
te producono i cambiamenti nella ricchezza di una nazione. 5uello
che la teoria monetarista si dimentica " che nel capitalismo non cir*
colano valori d&uso ma valori di scambio. -enza denaro si perdereb*
be la connessione tra i produttori# il carattere che nel capitalismo "
23
Eiova in proposito ricordare che nel chiacchiericcio anticomunista che
costituisce l&habitat indispensabile dell&economista# un elemento ricorrente
" rappresentato dalla confutazione della teoria mar7ista in base a considera*
zioni di et%$ " roba del passato# " roba vecchia. 5uesti stessi signori non si
rendono conto di utilizzare una concezione# la teoria 'uantitativa della mo*
neta# esposta come detto gi% da Nume# 'uasi cin'uant&anni prima della na*
scita di @ar7. Peraltro 'uesta doppia morale non " frutto di malafede. <&e*
conomista semplicemente ignora tutti i lavori scientifici che hanno piA di
un decennio in 'uanto inutili alla sua carriera accademica.
22O
solo mediatamente sociale del lavoro# derivando non da una divisio*
ne cosciente del lavoro a monte ma dall&anarchico operare del mer*
cato. P il denaro che ricompone la divisione del lavoro e permette
cosG al mercato di far circolare non solo prodotti# ma 'uote di lavoro
socialmente necessario# il lavoro che ha prodotto originariamente le
merci. <a funzione del denaro subisce un capovolgimento nella testa
dell&intellettuale borghese# divenendo insieme arbitro delle vicende
umane e un futile simbolo. Ci( fa perdere la connessione tra alti e
bassi della moneta e della finanza e produzione reale. =on a caso. Al
capitalista non interessa la specifica forma e composizione del suo
capitale# ma solo la sua grandezza e si attende una identica remune*
razione per pari 'uantit% di capitale# a prescindere dal settore in cui
vengono investiti i denari. Che si investa per aprire una fabbrica# ac*
'uistare titoli in borsa# comprare un immobile# ci si attende un&ugua*
le remunerazione. Il profitto# l&interesse# la rendita sono la stessa
cosa.
=on ragionava cosG l&industriale dei tempi di Ricardo# 'uan*
do la borghesia considerava suoi nemici giurati i rentiers# i banchieri#
il re# il prete e tutti gli altri che osavano pretendere una 'uota dei
suoi profitti solo perch) le terre erano scarse o perch) dovevano
mantenere la corte. =on a caso nei classici 9soprattutto -mith e Ri*
cardo:# la distinzione tra lavoro produttivo e improduttivo " rigorosa.
@a la borghesia della fase imperialista " una cosa sola con i rentiers#
i banchieri# lo -tato. In un certo senso tutti i capitalisti sono rentiers
al giorno d&oggi.
-oprattutto i grandi capitalisti# che lasciano spesso la cura
delle proprie aziende a manager ben pagati# ritornando alla vecchia
idea della Roma antica che l&ozio sia la virtA suprema. Alla teoria
borghese# che vede l&interesse come la remunerazione di una parte
del capitale al pari del profitto# @ar7 obietta che il saggio d&interesse
" un fenomeno puramente monetario# connesso con la domanda e
l&offerta di capitale monetario. Jsso " una ded!ione e non una com*
ponente dei profitti# come le tasse. A sua volta# domanda e offerta di
capitale monetario dipenderanno dal ciclo. <e variazioni del saggio
d&interesse dipenderanno dall&andamento dell&economia. Infatti# al*
l&apice del boom# la speculazione " frenetica# e innesca la sovraccu*
mulazione. <a concorrenza tra i banchieri rende convenienti progetti
sempre meno redditizi. <a speculazione# nella misura in cui si rivol*
224
ge a nuovi settori# finanzia una diminuzione della composizione or*
ganica del capitale# perch) nei nuovi settori la concentrazione del ca*
pitale " minore# i profitti cosG sono maggiori e possono ripagare inte*
ressi piA elevati. 5uando la speculazione comincia a dare segni di
cedimento e i valori mobiliari cominciano a perdere terreno# si inne*
sca una spirale deflazionistica che porta al crollo del saggio del pro*
fitto# della domanda# dell&occupazione. <e banche non prestano piA#
la borsa crolla.
Che cos&" dun'ue una crisi finanziaria se non l&esito dello
sviluppo di un nuovo settoreM Eli economisti ovviamente# finita la
sbornia del crollo di borsa# osserveranno saggiamente che se lo -tato
e le banche centrali fossero riuscite a impedire un BeccessivoC afflus*
so di capitale# 'uesti settori avrebbero potuto crescere in modo e'ui*
librato. @a BseC ci( accadesse verrebbe meno l&anarchia della produ*
zione# il capitalismo stesso. =on si pu( impedire la concorrenza# non
si pu( impedire al capitale di muoversi verso settori a piA alta remu*
nerazione. <&enorme afflusso di denaro# 'ualun'ue forma tecnica as*
suma# sviluppa una bolla speculativa che attrae nuovo denaro. Alla
fine# dopo mesi o anni# gli investimenti ridurranno il saggio di profit*
toQ ci( segnaler% che la concorrenza ha svolto il suo ruolo necessario
di imporre la legge dell&uniformit% del saggio di profitto# ma a che
prezzoX
<a speculazione# ovvero il finanziamento di un settore al di
fuori di ogni Bragionevole aspettativaC gioca un ruolo necessario nel
capitalismo# permettendo al capitale di muoversi tra i settori. Certa*
mente# con il senno di poi " facile accorgersi dell&assurdit% di certe
previsioni. -oprattutto per chi ha fatto 'uelle sbagliate. Il capitali*
smo non pu( esistere senza rivoluzionare continuamente le forze
produttive# sottolineava @ar7. 5uesta trasformazione incessante av*
viene necessariamente a ondate di crescita impetuosa di nuovi settori
e di decisioni anarchiche dei singoli investitori che la determinazio*
ne del prezzo finale riconduce a unit%. <a sproporzione " dun'ue
inevitabile# perch)# come scrisse Carli# Bse lo sviluppo " rapido non "
bilanciatoQ se " bilanciato# non " rapidoC. Eli esempi di Bpazzia delle
folleC sono antiche 'uanto il capitalismo stesso. ?opo ogni episodio
i capitalisti si ripetono che non cadranno piA nell&errore e che saran*
no piA e'uilibrati la prossima volta. Come se fosse la loro opinione
soggettiva a decidere dell&economia. Al ciclo successivo# 'uando la
22!
speculazione " al suo apice# li sentiamo sottolineare la diversit% di
'uesto ciclo e il fatto che Btutti si stanno gettando a capofitto in 'ue*
sto nuovo settore e dun'ue...C. Lgni episodio del genere# dalla >uli*
panomania olandese del 8DII secolo alla bolla delle Bdot.comC del
2000# fino all&attuale crisi " noiosamente simile al precedente.
Fn brano tratto da un processo speculativo del 1I20 descrive
perfettamente ogni episodio del genere$ BPartirono altri progetti# del
tipo piA strano... nascevano ovun'ue innumerevoli compagnie per
azioni... alcune di esse durarono una settimana o due# e non se ne
sentG piA parlare... C&erano 'uasi cento diversi progetti# uno piA di*
spendioso e campato in aria dell&altro... Alcuni di 'uesti progetti era*
no abbastanza plausibili e# se non fossero stati intrapresi in un mo*
mento in cui l&opinione pubblica era cosG sovraeccitata# si sarebbe
potuto portarli avanti con vantaggio di tutti gli interessati... Fno di
'uesti fu un progetto relativo a una ruota in moto perpetuo... ma la
piA assurda e ridicola di tutte# e che mostrava piA efficacemente di
'ualsiasi altra la completa follia della gente# era una compagnia co*
stituita da uno sconosciuto avventuriero# chiamata una Bcompagnia
che si propone di portare avanti un&impresa altamente conveniente#
ma che nessuno sa cosa siaC.C
2I
Appunto# come a Hall -treet fino a ieri.
Il credito e la speculazione# in 'uanto ampliano enormemen*
te il raggio d&azione del capitale# consentono alle sue leggi di opera*
re con maggior forza e regolarit%. Consentono anche# in alcune cir*
costanze# di attenuare gli effetti di 'ueste leggi. In nessun modo pos*
sono sbarazzarseneQ come osserv( @ar7# Ble leggi di natura non pos*
sono mai essere annullateC. -toricamente# il capitalista nasce in con*
trapposizione al banchiere. =ell&epoca imperialista le due figure si
fondono. <a classe capitalista intera diviene una classe di speculato*
ri# senza alcun legame necessario con la produzione. =e deriva un&i*
deologia alienata in cui la produzione non " piA la base del profitto#
come negli economisti classici# ma un&inutile perdita di tempo. Il
peso della finanza e del capitale fittizio crescono inesorabilmente. <a
massa di capitale accumulato " tale# la sua concentrazione cosG ele*
vata# che i mercati finanziari sono ormai enormemente piA grandi
dell&economia reale. P difficile sommare il loro valore# data la com*
plessit% degli strumenti finanziari moderni e il loro collegamento
2I
C. @ac1a,# &a pa!!ia delle %olle# p. 34.
223
funzionale. Il credito " fuori controllo. 5uello degli -tati# delle fami*
glie# delle imprese. Che cos&" la finanziarizzazione dell&economia se
non l&estrema forma di concentrazione del capitale e la dimostrazio*
ne piA palese del suo parassitismoM
3. La teoria el (alore e la teoria elle crisi
=el capitalismo non avviene alcuna suddivisione cosciente
delle forze produttive tra i diversi settori economici. 5uesta suddivi*
sione avviene attraverso il sistema dei prezzi. In 'uesto senso la leg*
ge del valore 9cio" la modalit% capitalistica di scambio di merci: "
una relazione sociale fra le classi# " la forma che la divisione sociale
del lavoro tra le classi prende in una societ% in cui la produzione si
svolge in unit% indipendenti non coordinate ma concorrenti tra loro. I
prezzi regolano i flussi degli investimenti di capitale in 'uanto incor*
porano un determinato saggio del profitto. I settori in cui i prezzi
sono BaltiC 9cio" il saggio del profitto maggiore della media:# attira*
no nuovi investimenti. <&afflusso di capitali# accrescendo la produ*
zione# ridurr% il saggio del profitto. 5uesto incessante movimento ri*
conduce a unit% l&anarchia della produzione capitalistica creando un
saggio medio del profitto. 5uesto non significa che in un momento
dato tutti i settori hanno lo stesso saggio del profitto# e nemmeno che
operi sempre una livellazione dei diversi saggi. Possono esserci# ad
esempio# settori protetti dalla concorrenza# cartelli dei produttori# e
cosG via. @a la tendenza " una pressione che cerca di aggirare ogni
ostacolo. Alla fine anche il monopolio piA resistente si rompe# il ten*
tativo dei capitalisti di entrare nei settori piA profittevoli si serve di
ogni mezzo. In 'uanto la legge del valore " una legge che regola la
societ%# il funzionamento della legge non procede aggregando singo*
li prezzi# ma disaggregando il valore sociale complessivo della pro*
duzione. Come osserva Nilferding$ Bla legge del valore non regola
direttamente i singoli atti di scambio# ma soltanto la loro totalit%# da
cui viene determinato il singolo atto di scambio# in 'uanto momento
di 'uella totalit%C. Ci( significa che il prezzo di ogni singola merce
non deriva meccanicamente dai costi di produzione della singola
merce ma dal processo produttivo nel suo complesso# dal livello rag*
giunto dalle forze produttive in tutta la societ%. Ci( significa# inoltre#
che il saggio del profitto non " legato per il capitalista# alla composi *
22I
zione organica del so capitale. Lgni investitore aspetta legittima*
mente un profitto commisurato alla grandezza dell&investimento non
alla sua natura specifica. Lgni capitalista vuole guadagnare dalla
produzione in misura del capitale con cui vi partecipa e non in base
al plusvalore effettivamente estratto nella produzione. 5uesta unifor*
mit% " BgiustaC nel senso che rispecchia il grado di sviluppo delle
forze produttive del sistema borghese. Jssa comporta un deflusso di
plusvalore dai settori e produttori piA arretrati a 'uelli piA avanzati#
spingendo costantemente per il rivoluzionamento delle forze produt*
tive. =el capitalismo# i valori assumono la forma monetaria del prez*
zo# e la sostanza di valore 9il lavoro astratto: " nascosta sotto la legge
della remunerazione uniforme del profitto. Il movimento del denaro
tra i diversi settori economici uniforma il saggio di profitto. Al posto
del lavoro non pagato concretamente estratto nelle aziende# alla su*
perficie della circolazione abbiamo movimenti di denaro. <a legge
del valore# che come detto " una legge che regola i rapporti tra le
classi# appare come una 'uestione connessa ai prezzi delle merci# al
mercato. 5uesta apparenza# come sempre# diviene la vera realt% del*
l&economista che ignora tutto ci( che non " dato immediatamente sul
mercato. @ar7 spiega invece che sotto il livello dei prezzi vi " la
realt% dei valori# ovvero dello sfruttamento del proletariato.
=el terzo libro del Capitale @ar7 analizza il rapporto tra va*
lori e prezzi sia in termini storici che analitici. Cerca anche di dare
una rappresentazione matematica di 'uesta relazione. 5uesta idea di
connettere matematicamente valori e prezzi ha aperto una lunga con*
troversia teorica nota come problema della trasformazione di cui ab*
biamo detto. Ai fini del presente lavoro# l&aspetto che interessa di
'uesta controversia " come nel capitalismo avviene concretamente il
passaggio dalla realt% del valore# cio" del lavoro estorto senza com*
penso# a 'uella dei prezzi# cio" di 'uantit% monetarie. =on essendoci
una divisione cosciente del lavoro# 'uesto rapporto " anarchico. Ci(
che d% valore alle merci 9'uella che @ar7 chiama la sostanza di va*
lore: " il lavoro sociale 9@ar7 lo definisce lavoro astratto# ossia me*
dio# generale:. <&erogazione del lavoro in ogni settore avviene senza
un progetto cosciente e deriva solo dalle decisione sugli investimenti
dei capitalisti alla ricerca del massimo profitto. =e risultano# appun*
to# crisi. Fn settore ha prodotto BtroppoC# una merce costa BtroppoC#
un&altra 9i salari: costa BpocoC e non pu( scambiarsi adeguatamente
22K
con le altre e cosG via. 5uando 'ueste sproporzioni si fanno eclatanti#
come vengono eliminateM Attraverso la crisi.
<a crisi economica# distruggendo forze produttive# dalle sin*
gole aziende a interi settori e paesi# " il modo con cui nel capitalismo
l&anarchia della produzione viene ricomposta# i prezzi di produzione
si confrontano con la propria origine# cio" il lavoro socialmente ne*
cessario. ?ato che# come si " visto# ogni capitalista deve guadagnare
in media dalla produzione in base alle dimensioni del proprio inve*
stimento e non al plusvalore che " stato effettivamente in grado di
estorcere# nei momenti di crisi si evidenzia con chiarezza la sottra*
zione di plusvalore che avviene ai danni dei capitalisti meno innova*
tivi 9sia tra settori# sia tra paesi# sia all&interno dello stesso settore: e
si accentua la necessit% di innovare i metodi di produzione per evita*
re che altri capitalisti si approprino# nel pieno rispetto delle leggi del
capitalismo# del proprio plusvalore. In 'uesta corsa rimangono indie*
tro i capitalisti che non hanno sufficienti capitali da gettare nella
competizione. Il sistema finanziario# e in particolare la .orsa# con*
sentendo una circolazione estremamente rapida del denaro# cio" del*
l&esito finale del processo di produzione capitalistico# rendono il fur*
to# cio" la ridistribuzione# tecnicamente efficiente. 5uesta efficienza
non " per( un&efficienza assoluta# ma un&efficienza che rimane nel
perimetro capitalistico. Ci( significa che non pu( condurre ad un
corretto riproporzionamento del lavoro sociale tra i settori o nei rap*
porti tra salari e profitti. =onostante le raffinatezze della finanza# oc*
corre perci( un metodo piA brutale per ricondurre l&anarchia della
produzione alle leggi di natura che non possono essere annullate.
5uesto metodo " la crisi.
?urante le crisi# le sproporzioni tra i vari settori# l&anarchia
con cui si sviluppa il sistema# vengono ricondotte alle necessit% dello
sviluppo generale in uno scontro violento# in una guerra di tutti con*
tro tutti che si svolge non solo tra classe operaia e capitalisti# ma an*
che tra paesi e tra settori. =on a caso le grandi crisi del capitalismo
sono periodi in cui sorgono nuove branche della produzione# e insie*
me sono periodi di guerre# rivoluzioni e controrivoluzioni. 5ual "
dun'ue la BsoluzioneC cui il capitalismo ricorre per ricondurre i
prezzi ai valori# se cosG vogliamo dire# cio" per eliminare le distor*
sioni del sistemaM <a crisi economica.
222
I. La le""e ella cauta tenen!iale el sa""io i pro%itto
Il lavoro umano " la linfa vitale del processo di valorizzazio*
ne# il tocco di Re @ida che trasforma i mezzi di produzione in profit*
ti per mezzo del lavoro umano che# muovendo 'uei mezzi di produ*
zione per un tempo superiore ai costi necessari alla propria riprodu*
zione# produce il plusvalore. <a concorrenza# come abbiamo visto#
tende inesorabilmente ad accrescere la 'uota del capitale costante sul
totale del capitale investito. Cento contadini armati di zappa di ieri si
confrontano con un contadino dotato di trattore di oggi. Abbiamo
spiegato perch) il mutare delle proporzioni tra lavoro vivo 9salari: e
lavoro passato 9appunto il capitale costante: comporta# tendenzial*
mente# una riduzione del saggio del profitto. 5uesta tendenza non "
una peculiarit% storica del capitalismoQ essa rappresenta piuttosto la
forma specifica con cui si esprime una legge piA generale$ l&aumento
della produttivit% del lavoro umano# che @ar7 considera l&essenza
stessa dell&economia. In una societ% pianificata democraticamente#
l&aumento della produttivit% pu( assumere un&altra forma# ad esem*
pio la riduzione della giornata lavorativa. Il capitalismo la esprime
attraverso l&indicatore piA importante dei rapporti di produzione bor*
ghesi$ il saggio di profitto. 5uesta legge non esprime dun'ue la de*
cadenza produttiva del capitalismo# ma al contrario ne sottolinea il
rimarchevole successo nello sviluppo delle forze produttive e insie*
me il suo carattere contraddittorio$ lo sviluppo delle forze produttive
rende piA difficile la valorizzazione del capitale. Il capitalismo# spie*
gavano @ar7 ed Jngels gi% nel Mani%esto# pu( sopravvivere solo ri*
voluzionando continuamente i mezzi di produzione. A 'uesto pro*
cesso innovativo necessario# che accresce il peso del capitale costan*
te nel tempo e aumenta la produttivit% del lavoro# il sinologo capita*
lista cerca di opporre delle contromisure che @ar7 chiama Bcause
antagonisticheC della legge
2K
. Possiamo riassumerle brevemente
come segue$
a. aumento ellestra!ione i plus(alore assoluto
5uesto si ottiene tramite l&allungamento della giornata lavo*
rativa o la riduzione diretta del salario. -toricamente# 'uesta contro*
2K
@ar7 ne parla nel terzo volume del Capitale 9parte terza:.
2O0
tendenza " tipica dei periodi di riflusso del movimento operaio#
'uando una sconfitta storica apre la strada a un arretramento signifi*
cativo delle condizioni di vita dei lavoratori. Anche l&inflazione# ri*
ducendo i salari reali# " un mezzo per accrescere il plusvalore assolu*
to# ma solo a scapito di un generale caos economico# massimo negli
episodi storici di iperinflazione. In effetti# ai fini della crisi da realiz*
zo occorrerebbe dun'ue aumentare i salari# ma poich) nessun capita*
lista far% per primo 'uesto passo# " lo -tato che di solito propone una
misura del genere. 5uesto oggi " reso di fatto impossibile dalla con*
correnza internazionale.
b. aumento ellestra!ione i plus(alore relati(o, o((ero
el "rao i s%ruttamento el la(oro
@entre per ottenere la crescita del plusvalore assoluto 9cio"
della produzione tot cort: " sufficiente non pagare gli straordinari#
per migliorare la produttivit% oraria il capitalista deve investire in in*
novazione 9aumentando la capacit% di produzione e+o la 'ualit% della
merce prodotta e creando di conseguenza le condizioni perch) la for*
za lavoro impiegata nella produzione aumenti il pluslavoro ottenuto
a parit% di tempo: e# a meno che non si trovi in un settore a rapida
crescita# deve licenziare. Il licenziamento aiuta ad accrescere le pres*
sioni sulla classe lavoratrice conducendo ad una riduzione dei salari.
Ci( a sua volta pu( favorire l&estrazione di plusvalore assoluto# a di*
mostrazione che nella storia l&operare dell&estrazione di plusvalore
assoluto e relativo " spesso combinata. Come not( @ar7# dopo ogni
sciopero compare una nuova macchina. =ei periodi di forte crescita#
la massa di disoccupati e sottoccupati dei paesi avanzati 9'uello
@ar7 chiama esercito industriale di riserva: potrebbe non bastare a
tenere bassi i salari. Il capitalismo cerca di rimediare sia importando
manodopera sia esportando la produzione all&estero.
c. s(alori!!a!ione =riu!ione el (alore@ el capitale %isso,
o((ero iminu!ione i pre!!o e"li elementi el capitale
costante
=el capitalismo il valore d&uso " solo una premessa a che la
merce sia scambiabile# non ne decide il prezzo. Per i macchinari e il
2O1
capitale costante in genere ci( significa che la loro utilit% nel valoriz*
zare il capitale dipende direttamente del loro rendimento relativo#
non assoluto. Il costo sociale# medio# di una merce " il costo di ripro*
durla nelle condizioni medie dominanti nella societ%# non il suo co*
sto storico. Ci( significa che se inizia a diffondersi un macchinario
che diminuisce significativamente il costo di produzione# le merci
prodotte alle vecchie condizioni andranno fuori mercato. Pertanto#
per vendere al nuovo costo sociale# i proprietari dei vecchi macchi*
nari dovranno accettare un ammortamento solo parziale del capitale
costante oggettivamente impiegato o rinunciare ai loro profitti. An*
che se tecnicamente il vecchio macchinario potrebbe ancora produr*
re per anni# deve essere rapidamente sostituito per non spingere il
suo proprietario fuori mercato. Lvviamente# l&entrata di un nuovo
metodo produttivo non svalorizza istantaneamente il capitale fisso
gi% installato. Ci vuole tempo perch) la nuova invenzione entri in
funzione ovun'ue e molti produttori non la adotteranno mai# perch)
nel frattempo falliranno. Per 'uesto @ar7 parlava di condizioni Bme*
dieC della produzione. Chiaramente# il capitalista che vede scompari*
re parte del capitale costante per l&arrivo di nuovi metodi di produ*
zione non pu( chiedere indietro i soldi a chi gli vendette il macchi *
nario. ?ovr% accelerare il tempo di ammortamento del capitale co*
stante. 5uesta accelerazione servir% a introdurre nuovi macchinari#
ovvero ad aumentare la composizione organica del capitale. Accanto
alla svalorizzazione degli elementi del capitale fisso 9e costante in
generale: vi pu( poi essere la vera e propria distruzione di parte del
capitale accumulato 9ad esempio con la chiusura di stabilimenti# i
bombardamenti# ecc.:.
d. nascita i nuo(e inustrie e i nuo(i mercati capitalistici
<a creazione di nuovi settori industriali# che nascono solita*
mente con una composizione organica inferiore# aiuta ad accrescere
il saggio del profitto. <o stesso vale per gli investimenti in paesi ar*
retrati# in cui il salario " ridotto e rende conveniente servirsi di tec*
nologie a piA bassa composizione organica del capitale. Lvviamente
l&apertura di nuovi mercati e la nascita di nuovi prodotti non " 'ual*
cosa su cui i capitalisti abbiano controllo assoluto e dipende da cir*
costanze storiche peculiari. Ad esempio il crollo dello stalinismo ha
2O2
ricondotto nell&orbita capitalistica interi continenti. <a distruzione
spaventosa di forze produttive che ne " seguita 9in Russia la produ*
zione industriale ha subGto un crollo peggiore a 'uello inferto dall&in*
vasione nazista
22
: ha ridotto per 'ualche tempo la sovraccumulazio*
ne di capitale a livello mondiale.
5ueste misure frenano o invertono la caduta del saggio di
profitto# ma possono aggravare la crisi di realizzo e il capitalismo
deve trovare metodi che evitino entrambe le crisi. Contro la crisi di
realizzo la borghesia ha due strade$
A. laumento elle spese statali
?alla fine degli anni &I0# prima nei principali paesi capitali*
sti e poi ovun'ue# si diffusero politiche BmonetaristeC che# in sintesi#
consistevano in un attacco selvaggio alle condizioni di vita dei lavo*
ratori# un taglio drastico alle spese sociali e in generale una critica
all&intervento statale nell&economia visto come parassitario. Per certi
versi# si " trattato di un ritorno alle origini del capitalismo# 'uando la
borghesia si sentiva abbastanza forte da non doversi reggere con le
stampelle pubbliche per fare profitti. >uttavia# al di l% dell&ideologia
sulle meraviglie del libero mercato# si trattava di un ritorno indietro
illusorio. Fn anziano che si dimena in discoteca come un matto non
torna ragazzino# si rompe solo 'ualche osso. Infatti# anche nei paesi
come gli -tati Fniti e la Eran .retagna# l&effettiva riduzione della
spesa statale " stata minima. Ci( che " cambiata " stata la composi*
zione di tale spesa# sempre piA orientata agli aiuti alle imprese# agli
sgravi fiscali per i ricchi# alle spese militari# una situazione che il
grande scrittore Eore Didal ha definito socialismo per i ricchi e libe*
ro mercato per i poveri. <a catastrofica crisi dei mercati# partita nel
200I negli -tati Fniti# ha spazzato via decenni di presunto Blibero
mercatoC e abbandono dell&intervento pubblico nel giro di un matti*
no# incaricandosi di confermare 'uella che " una tendenza a lungo
termine del capitalismo e che dimostra la ineludibile socializzazione
22
-i consideri che nel 2002# secondo statistiche dell&LC-J# il Pil pro capite
della 0ederazione Russa era al livello del 1233. -e consideriamo che il red*
dito " oggi enormemente piA concentrato# dobbiamo desumerne che per i
lavoratori# il reddito dopo dieci anni dal crollo dell&FR-- era tornato al li*
vello della fine degli anni cin'uanta.
2OO
delle forze produttive# anche all&interno dei rapporti di produzione
borghesi. <a borghesia non " piA in grado# da sola# di difendere i
propri profitti# cio"# in concreto# di produrre domanda sufficiente a
sviluppare la produzione 9in termini di consumo e investimenti: e
deve sempre ricorrere allo -tato. >ale aiuto diviene# nei periodi di
crisi# una parte decisiva dell&economia# come le cifre che circolano
ora sul salvataggio del sistema finanziario internazionale mostrano
bene. Il punto centrale "$ pu( lo -tato creare domanda aggiuntivaM L
non fa che ridistribuire i redditi gi% esistentiM Prima della crisi del
&22# gli economisti tendevano a considerare lo -tato uno spreco# utile
solo in tempo di guerra e per reprimere la classe operaia. @a Re,nes
spieg( che in un periodo di crisi spesso il capitale scompare dal pro*
cesso produttivo# non fisicamente# ma perch) gli investitori perdono
fiducia nel futuro 9si deprimono i loro Banimal spiritsC# come li defi*
niva lo stesso Re,nes: a causa della scarsa profittabilit%. <o -tato
poteva dun'ue socializzare una parte degli investimenti che altri*
menti i capitalisti privati non avrebbero fatto. 5uesto pu( rilanciare
l&economia senza per( eliminare il problema di fondo e cio" il carat*
tere sempre piA parassitario del capitalismo che si manifesta nell&in*
debitamento crescente di aziende# famiglie e -tati. A ci( si aggiunge
un problema pratico che i 1e,nesiani non hanno mai considerato.
Proprio perch) lo -tato ha successo se aumenta i profitti delle azien*
de private# delle due l&una$ se le aziende statali sono profittevoli#
concorrono con i capitalisti privati a detrimento dei loro profitti. -e
sono in perdita dovranno essere finanziate e dun'ue comporteranno
un aumento dell&imposizione fiscale.
.. laumento el la(oro improutti(o
Il lavoro improduttivo " ormai nei paesi avanzati gran parte
del lavoro salariato totale. Fnito ad una spinta feroce all&indebita*
mento# 'uesto ha reso nel dopoguerra meno pesanti le crisi di realiz*
zoQ tuttavia# in 'uanto la crescita del peso del lavoro improduttivo
abbassa la generazione di nuovo plusvalore BveroC# rende inevitabile
l&esplosione del capitale fittizio# cio" di denaro che sembra capitale
finch) la speculazione impazza ma che poi# come " successo con i
famosi mutui subprime e i titoli BtossiciC# si dimostra essere solo un
mucchio di pezzi di carta. -empre piA mezzi di produzione sono
2O4
mossi da sempre meno lavoratori. J gli altriM ?iventano superflui
per produrre plusvalore ma non sono superflui per il suo realizzo e
dun'ue per mantenere in piedi il capitalismo. A 'uesto proposito oc*
corre precisare che proprio come per il capitalista non c&" distinzione
tra capitale costante e variabile# e conta esclusivamente la 'uantit% di
denaro investito ai fini del profitto che intende ricavare# non c&"
nemmeno distinzione tra lavoratore produttivo per la societ% e per
lui. P produttivo il lavoratore che crea un profitto. P l&unica cosa che
conta per il suo padrone 9sopra abbiamo spiegato 'uesto aspetto:.
Che il capitale abbia una determinata composizione o determinate
'ualit% concrete# nulla toglie alla parit% di trattamento che ogni capi*
talista deve ricevere. 5ueste due tendenze 9crescita della spesa stata*
le e del lavoro improduttivo: si uniscono al massimo grado nella
produzione bellica. =el dopoguerra# anche per le esigenze della
guerra fredda# l&aumento delle spese militari fu immane. -6eez, cal*
col( che nel 12I0 gli addetti all&industria bellica americana# compre*
si 'uelli indiretti# ammontavano a 22 milioni. Il vantaggio di 'uesto
settore " che produce BmerciC che non fanno concorrenza alle azien*
de private. >uttavia# rimane il fatto che la guerra non " direttamente
produttiva di sovrappiAQ pertanto 'uando la crisi di egemonia della
potenza dominante viene a galla# emerge subito la connessione tra
spese militari e debiti. 0u cosG con l&Inghilterra alla fine della prima
guerra mondiale# lo si vede oggi con gli -tati Fniti la cui spesa pub*
blica " finanziata in gran parte da paesi esteri. ?urante il periodo di
ascesa economica dopo la seconda guerra mondiale# diversi econo*
misti# non solo borghesi ma anche Bmar7istiC# dichiararono la teoria
delle crisi superata proprio grazie alla spesa militare
100
. 5uesti mar*
7isti dimenticavano che le BmerciC prodotte nell&industria bellica
non si scambiano contro tempo di lavoro n) contro pluslavoro in
'uanto sono ac'uistate dallo -tato il 'uale non pu( vendere il suo
Blavoro astrattoC# non producendo nulla. Il suo reddito viene dalle
tasse e comun'ue dal resto della societ%. <a spesa statale " una dedu*
zione da salari e profitti. 5uesto era ovvio anche ai sostenitori di
'uesta teoria# solo che in periodi di basso utilizzo delle risorse pro*
100
Ad esempio# .aran e -6eez, in Monopol5 Capital iniziato nel &!3 e
pubblicato un decennio dopo# ma anche @andel# che pretendeva di rifarsi a
>rots1i/# in &ate Capitalism del UI!.
2O!
duttive ritenevano che lo -tato potesse aiutare con spese aggiuntive#
il che " vero ma solo a costo di aumentare il debito pubblico.
PiA in generale# le pretese anticicliche della politica 1e,ne*
siana sono mal poste. Il 1e,nesismo non fece che razionalizzare le
esigenze della borghesia dell&epoca imperialista di servirsi dello -ta*
to per accrescere i profitti. <a storia ha per( dimostrato che 'uesta
socializzazione nei fatti non funziona. Eli -tati Fniti del =e6 ?eal e
il Eiappone negli anni &20 sono due esempi eclatanti di masse enor*
mi di denaro pubblico spese senza successo# in mancanza di una cre*
scita della profittabilit% privata. Alla fine# la spesa pubblica conduce
ad un aumento del debito pubblico# ad un aumento dell&inflazione o
a tutti e due. Ci( non toglie che nel breve periodo i capitalisti si ser*
vano di 'uesta strada perch) pu( avere effetti benefici# 'uando gi% la
crescita economica sta maturando nei bilanci delle aziende. Pu( inol*
tre ridurre gli effetti di una crisi con il ricorso massiccio al credito ri *
mandando i problemi. <o -tato Btiene a badaC la crisi mentre i capi*
talisti ritornano a investire e dun'ue sembra che l&intervento dello
-tato abbia contribuito direttamente alla svolta.
-e la crisi distruggesse contemporaneamente la profittabilit%
di ttto il capitale# la produzione capitalistica cesserebbe. In realt%#
anche nella crisi piA acuta# una porzione del capitale rimane abba*
stanza profittevole per continuare a valorizzarsi# anche se su scala ri*
dotta. Fn&altra parte viene invece a cadere sotto i colpi della crisi e
diviene inservibile. =ell&Lttocento# 'uando le aziende erano di pic*
cola dimensione e la composizione organica del capitale bassa# il
processo avveniva liberamente e procedeva finch) la distruzione del*
le forze produttive in termini di valore 9dun'ue essenzialmente di
svalorizzazione del capitale fisso e licenziamenti: era sufficiente al
recupero della profittabilit%. =el 88 secolo la dimensione delle
aziende# la situazione politica complessiva hanno reso 'uesta strate*
gia rischiosa. Per 'uesto si " fatto solitamente ricorso all&intervento
statale. @a alla fine# si " dimostrato che l&unica vera soluzione al
problema della crisi era la distruzione fisica# non piA la svalorizza*
zione delle forze produttive. Lvviamente ci( comporta per la bor*
ghesia diversi pericoli. -toricamente# le guerre fino all&Lttocento
erano combattute da eserciti relativamente ridotti e non coinvolgeva*
no di solito la popolazione civile o grandi distruzioni di impianti. <a
prima guerra mondiale fu la prima in cui i massacri di forzalavoro
2O3
raggiunsero una proporzione significativa. Purtroppo per la borghe*
sia# il conflitto si concluse con la vittoria della rivoluzione in Russia
e con un&ondata internazionale di rivoluzioni senza precedenti che
rischi( di abbattere il capitalismo. <e distruzioni di capitale fisso de*
terminate dalla seconda guerra mondiale furono sufficientemente
estese per permettere almeno dieci anni di ricostruzione postbellica.
@a# di nuovo# la guerra caus( l&espansione dello stalinismo e# dopo
la vittoria della rivoluzione cinese# il controllo di 'uasi un terzo del
globo da parte di una forza certo non rivoluzionaria# come la buro*
crazia sovietica# ma obiettivamente ostile al capitalismo. <a forza
dello stalinismo e l&ascesa postbellica hanno impedito altri conflitti
tra paesi imperialisti.
Il fatto che 'uesto sistema trovi come unica vera soluzione
alle sue crisi conflitti di 'ueste proporzioni " di per s) una condanna
storica definitiva. 5uanto i capitalisti delle origini erano pacifisti#
antistatalisti e liberali# tanto i borghesi dell&epoca imperialista sono
guerrafondai# aggrappati all&apparato repressivo dello -tato# totalita*
ri. <e due guerre mondiali sancirono storicamente 'uale teoria delle
crisi rispondesse meglio alla realt%. @entre si stava ancora asciugan*
do l&inchiostro sui libri dei revisionisti che parlavano di come i mo*
nopoli e il capitalismo di stato avrebbero eliminato le crisi e le guer*
re# si udirono i boati dei cannoni che annunciavano la prima guerra
mondiale. Allo stesso tempo# il boom postbellico si incaric( di dimo*
strare che anche la teoria di Rosa <u7emburg era errata. Il capitali*
smo era sG stato immerso per trent&anni in una profondissima crisi
economica e politica# ma seppure a costo di due guerre mondiali# de*
gli orrori del nazifascismo e della perdita di buona parte del pianeta
a favore dello stalinismo# era riuscito ad emergere dalla crisi. <a di*
mostrazione storica definitiva che l&imperialismo " orrore senza fine#
come disse <enin# ma anche che esso pu( essere distrutto solo dalla
classe operaia armata delle idee del mar7ismo# non da un inesorabile
processo storico. <a Bcrisi finaleC del capitalismo " la rivoluzione e
dun'ue il partito rivoluzionario. In definitiva# lo sbocco sociale della
crisi# " la lotta di classe.
<e controtendenze che abbiamo descritto rimandano la crisi
di profittabilit% o di realizzo del sistema# sostanzialmente a spese
della classe lavoratrice. Alla fine# anche i crolli piA devastanti del ca*
pitalismo non sono che occasioni storiche per il suo rovesciamento
2OI
9e# per inciso# anche i suoi boom lo sono:. @a se il capitalismo non
viene abbattuto# si riprender% da ogni crisi. Che 'uesto comporti
guerre# dittature# l&impoverimento di interi continenti# la distruzione
ecologica del pianeta# 'uesti sono dettagli di fronte all&unica cosa
che davvero conta# 'uella che @ar7 sintetizzava nella formula ?
@?&. -e il denaro finale ?& " maggiore del denaro immesso nella
produzione# ?# 'ualun'ue atrocit% " giustificata.
K. Il i-attito sulla cauta tenen!iale el sa""io i pro,
%itto2 La teoria el profit squeeze
Il dibattito sulla legge della caduta tendenziale si intreccia al
problema della teoria delle crisi. =egli anni &I0# alcuni economisti
inglesi 9soprattutto El,n e -utcliffe: avanzarono una teoria nota
come Bprofit s'ueezeC# secondo la 'uale la caduta del saggio di pro*
fitto non era attribuibile alla crescita della composizione organica
del capitale# che la svalorizzazione del capitale costante pu( contra*
stare indefinitamente# ma alle difficolt% nel contenere la crescita del
capitale variabile 9i salari: come conseguenza della piena occupazio*
ne e della forza del movimento operaio. A dimostrazione che il cli*
ma esplosivo di 'uegli anni aveva contagiato gli intellettuali# uno di
'uesti economisti# professore a L7ford# aderG alla tendenza mar7ista
del partito laburista# il Militant# e vi port( il dibattito sulla sua teoria
del pro%it s'ee!e.
I partecipanti al dibattito erano d&accordo sul fatto che ci
fosse stata una caduta della profittabilit% come conseguenza dell&ac*
cumulazione di capitale. =on concordavano sul fatto che ci( dipen*
desse dall&operare della legge. =ella sua critica# El,n sostenne che la
legge della caduta tendenziale non fa parte del nucleo della teoria
mar7ista come si evincerebbe dal fatto che non " citata nel primo li*
bro del Capitale# o nell&Imperialismo# nel Mani%esto. Jssa avrebbe
inoltre una impostazione economicista# basandosi su 'uestioni tecno*
logiche anzich) sociali e condurrebbe a un&analisi politica meccani*
ca. In definitiva sarebbe un errore darle troppa importanza. In effetti#
la 'uantit% di capitale mossa da ogni lavoratore si basa su due pro*
cessi contraddittori$ l&aumento della composizione tecnica e la svalo*
rizzazione del capitale. I sostenitori del pro%it s'ee!e ritengono che
ogni supposizione su 'uale tendenza prevalga sia errata. -otto il pro*
2OK
filo empirico# secondo i dati citati da 'uesti autori# la composizione
organica del capitale risulterebbe crescere rapidamente in Italia e
Eiappone# mentre scenderebbe per il Regno Fnito. -e il saggio di
profitto " diminuito# ci( dipende dun'ue da altre cause. 5ueste sono
da ricercarsi nell&aumento del costo totale del lavoro 9tasse# contri*
buti# salari nominali grazie alla forza sindacale:. >utto ci( Bis the di*
rect economic result of the e7haustion of the reserve arm, of labourC
9El,n:. Il motivo per cui la riserva di manodopera non poteva essere
costituita era per via della guerra fredda e dei processi di decoloniz*
zazione dei paesi arretrati che rendevano difficile investire fuori dal
ristretto numero dei paesi avanzati. <a forza del sindacato inglese
non permetteva di tagliare i salari e dun'ue i profitti venivano com*
pressi. Il ruolo storico del thatcherismo fu appunto di annientare il
movimento sindacale per salvare il capitalismo britannico.
=on c&" dubbio che l&importanza attribuita da 'uesta scuola
alla lotta di classe come fattore che incide sul saggio del profitto fos*
se un riflesso delle lotte dell&epoca. J occorre anche ricordare che di
per s)# l&operare di 'ueste tendenze non " in contrasto con la legge
della caduta tendenziale. Anzi# @ar7 criticando i sottoconsumisti
della sua epoca spiegava che all&apice del boom i salari sono sempre
alti e la disoccupazione bassa. Rimane il fatto che le crisi del capita*
lismo hanno preceduto la contrattazione salariale di secoli. Inoltre# la
forza dei sindacati " molto diversa tra i paesi capitalisti# mentre le
crisi tendono a presentarsi simultaneamente.
-ull&importanza della legge per il mar7ismo occorre osser*
vare diversi aspetti. In primo luogo# sminuire l&importanza di un
aspetto della teoria economica mar7ista " la prima mossa di chi sta
allontanandosi dal mar7ismo. <a rottura non avviene immediatamen*
te# ma all&inizio il BcriticoC sostiene che l&innovazione proposta ser*
ve a rendere piA BattualeC la teoria. P lo stesso argomento che us(
.ernstein per criticare il materialismo dialettico. Anche l&artificio re*
torico di sostenere che il punto difeso " un feticcio# e che 'uello che
conta " il BmetodoC " ricorrente. .ernstein lo utilizz( contro la dia*
lettica. In secondo luogo# per @ar7 le leggi economiche sono ten*
denze. 5uesto significa che vi sono delle leggi di movimento di fon*
do del sistema e delle forze che spingono in altre direzioni. P un ap*
proccio empirista selezionare alcuni fatti 9per esempio alcune con*
trotendenze: e farne un&altra legge di movimento.
2O2
<a teoria del pro%it s'ee!e pu( poi essere criticata sotto altri
punti di vista. Innanzitutto# seppure i suoi sostenitori ricordassero
giustamente che i capitalisti non possono trovare BrazionalmenteC
una soluzione collettiva alla crisi del loro sistema# toglievano all&a*
nalisi del capitalismo l&aspetto del processo contraddittorio del rap*
porto tra il singolo capitale e i molti capitali. 5uando @ar7 parla
dell&introduzione delle nuove macchine spiega che la singola nuova
macchina# che richiede investimenti maggiori e dun'ue rovina i pic*
coli produttori# appena messa in funzione porter% a un aumento della
merce prodotta per unit% di tempo e dun'ue si mostrer% piA conve*
niente. <a variazione del saggio del plusvalore non " uguale a 'uella
della produttivit% 9ad esempio# essa pu( derivare da una riduzione
del costo di produzione delle merci in cui " spesa la maggior parte
dei salari dei lavoratori. <a crescita del saggio del plusvalore trova
dei limiti nel fatto che piA il lavoro vivo " sostituito dal lavoro passa*
to# morto# meno ulteriori guadagni si possono fare se non aumentan*
do enormemente il capitale costante in modo da rendere piA produt*
tiva la parte di capitale variabile coinvolta nella produzione:. Per
'uesto la svalorizzazione dei beni capitali non pu( compensare la ca*
duta del saggio di profitto. <a svalutazione del capitale costante non
pu( ostacolare il fatto che esso diventi una parte crescente del capi*
tale complessivo. Per 'uanto possa svalutarsi il macchinario# " un
fatto che ogni singolo operaio muova un valore crescente di capitale.
<a progressiva caduta del saggio di profitto " un&espressione pecu*
liare al modo di produzione borghese dello sviluppo della produttivi*
t% del lavoro. Il modo con cui si presenta 'uesta caduta pu( dipende*
re da ogni tipo di circostanza singola ma il lavoro morto# accumulato
per generazioni# cresce sempre di piA. -ulla svalutazione del capitale
costante 9soprattutto dei costi fissi: occorre poi osservare 'uesto.
5uesti costi sono spesati nel bilancio delle aziende# ovviamente. -ia
che si sia investito troppo e che dun'ue vi sia del capitale fisso im*
mobilizzato 9che pesa come un macigno sul saggio di profitto:# sia
che un nuovo macchinario abbia eliminato e7 post parte del valore
del capitale costante stesso# l&unico modo per uscire dalla crisi " sva*
lutarlo# ma 'uesto capitale fisso " stato comprato# svalutarlo compor*
ter% un peso notevole per il futuro. Per 'uesto l&aggiustamento non
pu( essere immediato. Con 'uale denaro 9profitti# crediti: potr% il ca*
pitalista sostituire il vecchio macchinario# 'uando gli attuali prezzi
240
gi% non consentono di ricostituire il costo di produzione originaleM
-e i profitti# 'ualun'ue ne sia la causa# scendono# vi sono minori ri*
sorse per investire. ?i necessit% l&innovazione tecnologica si ridurr%
e con essa la svalorizzazione del capitale costante. Il processo di di*
struzione della sovraaccumulazione non avviene armonicamente e
in un istante ma attraverso una guerra aperta tra capitalisti e tra le
classi.
Anche la BsoluzioneC che secondo 'uesta tesi risolverebbe la
crisi# ovvero la riduzione dei salari# non " di per s) la via di uscita#
anzi# riducendo i mercati pu( aggravare la crisi. @a pu( essere una
via di uscita 'uando avviene per una sconfitta storica della classe
operaia di cui la borghesia ha la forza di avvantaggiarsene. Per 'ual*
che tempo# cosG# la borghesia di 'ualche paese pu( esportare piA age*
volmente le proprie merci e con ci( spera di aver risolto i propri pro*
blemi.
Fn&altra posizione errata dei teorici del pro%it s'ee!e " l&i*
dea che dato che la legge della caduta tendenziale " un problema
BtecnicoC# ci sar% anche nel socialismo# confondendo produzione ca*
pitalistica e produzione in generale. =el socialismo la riduzione del
tempo di lavoro necessario servir% principalmente a ridurre l&orario
di lavoro effettivo come strumento per accrescere la partecipazione
dei lavoratori alla gestione dell&economia e dun'ue porre le basi per
l&estinzione dello -tato. -comparso il mercato# scomparsa la regola*
zione incosciente del lavoro sociale tramite i prezzi# scomparsa la
forma stessa del profitto# il pluslavoro sar% usato collettivamente e
socialmente per accrescere il benessere della collettivit%. =on si po*
tr% dare la caduta tendenziale di 'ualcosa che non ci sar% piA.
5uanto all&argomento della piena occupazione# " errato con*
siderare una percentuale assoluta della popolazione come attiva. Il
capitalismo trova il modo di ricreare l&esercito di riserva in un modo
o nell&altro. I controlli sull&immigrazione non hanno favorito la pie*
na occupazione. -otto il piano empirico# vi sono dati contrastanti cir*
ca l&effettiva dimensione delle concessioni fatte alla classe operaia
nel dopoguerra# cosG come sul ruolo della redistribuzione concreta
dovuta allo -tato sociale. >uttavia " indubbio che la disoccupazione
negli anni 30 fosse ai minimi storici nei paesi del EI e che i sindaca*
ti fossero molto piA forti che in passato.
241
Inoltre# " superficiale la teoria che sia la concorrenza ad ab*
bassare il profitto. Come gi% aveva osservato Ricardo criticando
Adam -mith$ la concorrenza pu( livellare il saggio# ma non elimina*
re profitti# la concorrenza esegue le leggi di movimento del capitali*
smo# non " 'ueste leggi.
Infine# occorre ricordare che la legge della caduta tendenzia*
le si accompagna sempre all&aumento del plusvalore relativo 9se no i
capitalisti non investirebbero in tecnologia:# ma ci( non pu( contra*
stare la caduta del saggio di profitto.
-ebbene# in definitiva# l&idea del profit s'ueeze abbia diffi*
colt% a spiegare il fatto che il calo del saggio di profitto " una ten*
denza mondiale e di lungo periodo# mentre le vicende della lotta di
classe sono diverse in ogni paese# c&" il rischio di esagerare anche in
senso opposto# concependo le leggi economiche come operanti in
modo avulso dalla lotta di classe. Ci( significa negare che la classe
operaia possa ottenere delle vittorie nel capitalismo o che gli effetti
di 'ueste vittorie durino anni nei rapporti tra le classi. Come le scon*
fitte. ?imenticarsi della lotta di classe significa ridurre il saggio di
profitto a una frazione aritmetica. @a i capitalisti basano le proprie
decisioni di investimento sul saggio di profitto futuro. <otte operaie
importanti possono scoraggiare gli investimenti. =egarlo significhe*
rebbe che l&attivit% sindacale " inutile# che il ruolo dei mar7isti si ri*
duce a convincere gli operai della bont% del socialismo. -ignifiche*
rebbe negare il programma di transizione di >rots1i/ come metodo e
strategia. <&essenza del programma di transizione " che il movimen*
to operaio pu( mettere in campo un programma nel capitalismo che
ponga le basi per la rivoluzione. Come sarebbe possibile che 'uesto
programma non riducesse gli investimenti e i profittiM
Il rapporto tra la caduta del saggio di profitto e la lotta di
classe " dialettico. In linea generale# l&acuirsi della lotta di classe ri*
flette la necessit% dei capitalisti di accrescere i profitti. @a la lotta di
classe non deriva direttamente e meccanicamente dal ciclo economi*
co. Il maggio francese e l&autunno caldo italiano sono esempi di
esplosioni rivoluzionarie dovute all&accumularsi di tensioni sociali
politiche# senza che ci( fosse direttamente connesso al calo dei pro*
fitti nel periodo immediatamente precedente. 5uei movimenti con*
dussero a consistenti vittorie per i lavoratori e dun'ue# tra le altre
cose# a una riduzione del saggio del profitto. -u scala storica# dove i
242
decenni si intravedono appena# distinguere la causa scatenante 9ha
cominciato prima la classe operaia con le lotte o la borghesia con i
licenziamentiM: " secondario di fronte al punto centrale$ il processo
della accumulazione di capitale.
2. Teoria ella crisi e istri-u!ione el reito
Come spiegava @ar7# Bla struttura della distribuzione " inte*
ramente determinata dalla struttura della produzioneC. <a domanda#
intesa come domanda sociale di una merce# " il riflesso della distri *
buzione del reddito di una societ%. 5uesto era gi% noto ai primi criti *
ci della legge degli sbocchi. @althus difendeva accanitamente i ren"
tiers agricoli proprio perch) riteneva essenziale la domanda supple*
mentare che essi fornivano al mercato. 5uando gli economisti bor*
ghesi parlano di Bpaniere di consumoC# si affrettano a ricordare che
esiste una cosa che si chiama Bvincolo di bilancioC. @a da dove deri *
vi 'uesto BvincoloC non " dato saperlo. <a realt% " che l&analisi della
domanda pu( essere sostituita# nell&analisi complessiva della societ%
dall&analisi della distribuzione del reddito. 5ui ritorna il tema della
proporzione# analizzata# come vedremo# negli schemi di riproduzio*
ne. -e " ragionevole supporre che la 'ualit% dei consumi dipenda in
massima parte dalla 'uantit% del reddito# " necessario che oltre alla
produzione anche la distribuzione del reddito sia bilanciata per poter
e'uilibrare la riproduzione del sistema. Poich) anche in 'uesto caso
nulla permette a priori un tale e'uilibrio# la distribuzione del reddito
" fonte anch&essa di possibili effetti di s'uilibrio. <a teoria del valore
lega 'uesti due aspetti# la crisi come anarchia del processo produtti*
vo e la crisi come s'uilibrio della distribuzione del reddito in una
specie di immane conto economico sociale dove# a differenza di
'uanto avviene nei bilanci aziendali# il conto non deve e non pu(
tornare.
Conclusioni
<enin# sintetizzando efficacemente# disse che il ruolo stori*
camente progressista del capitalismo pu( riassumersi in due punti$
l&aumento delle forze produttive del lavoro sociale# e la sua socializ*
zazione. Fna delle conseguenze di 'uesto ruolo " che il capitale co*
24O
stante cresce piA rapidamente di 'uello variabile 9cio" tendenzial*
mente aumenta la composizione organica del capitale:. 5uesta " una
legge BprogressistaC del capitalismo. @a in 'uanto 'uesta stessa leg*
ge cozza contro una difficolt% crescente nel valorizzare il capitale
crescente o nel realizzarlo# il capitalismo si muove in una contraddi*
zione permanente che conduce a crisi periodiche. <&espansione della
produzione capitalistica pu( avvenire solo attraverso una serie di cri*
si. Jcco il senso dell&analisi economica mar7ista. 5ueste crisi# aventi
diverse espressioni fenomeniche e intensit%# in base al diverso mo*
mento storico in cui si manifestano# minacciano non solo le condi*
zioni di vita immediate della classe lavoratrice# ma anche la biosfera
che ci ospita e dun'ue la sopravvivenza dell&intera specie umana a
medio termine. <a parola BbarbaroC in greco antico indicava le po*
polazioni straniere# che non appartenevano alla civilt% e alla cultura
elleniche. Il capitalismo nella sua epoca di declino " in 'uesto senso
assolutamente barbaro# nella misura in cui nel suo oscillare da ubria*
co conduce l&umanit% ai livelli piA bassi di civilt% della nostra storia.
Per 'uesto# non c&" mai stato un compito storico piA importante e ur*
gente di 'uesto$ rovesciare il capitalismo# aprire la strada al fiorire
della storia dell&uomo.
4i-lio"ra%ia
AA.DD.# Crisi economica e lotta di classe 9rivista BIn difesa del
mar7ismoC n. 4:
.rofenbrenner @.# Il capitale per lomo moderno
.roo1s @.# C$e tendenc5 o% t$e rate o% pro%it to %all and postBwar
capitalism
.ucharin =.# &imperialismo e laccmla!ione del capitale
Nilferding R.# Il capitale %inan!iario
Itoh @.# >ale and crisis
<enin# &o svilppo del capitalismo in :ssia
<enin# ) proposito della cosiddetta 'estione dei mercati
<enin# )ncora na volta slla teoria della reali!!a!ione
<enin# &imperialismo
<u7emburg R.# &accmla!ione del capitale
@ac1a, C.# &a pa!!ia delle %olle
@ar7 R.# 8rndrisse
244
@ar7 R.# Introd!ione del MKI
@ar7 R.# Per la critica delleconomia politica
@ar7 R.# Il capitale# voll. 2 e O
@attic1 P.# -conomic Crisis and Crisis C$eor5
Rosdols1i R.# 8enesi e strttra del Capitale di Mar4
-6eez, P.# &a teoria dello svilppo capitalistico
>rots1i/ <.# &a crva dello svilppo capitalistico
24!
6li sc5emi i riprou!ione i $arx
e la teoria ella crisi
&e crisi permanenti non esistono. 9R. @ar7:
Abbiamo detto che l&analisi delle ricorrenti crisi economiche
del modo di produzione capitalistico " il compito piA importante che
si pone la teoria economica mar7ista. ?opo un&analisi complessiva
della teoria delle crisi# in 'uesto scritto ci concentreremo su un
aspetto particolare legato allo strumento analitico sviluppato da
@ar7$ gli schemi di riproduzione.
1. Introu!ione
<&analisi dell&economia come flusso circolare di risorse na*
sce nel diciottesimo secolo con il Cablea -conomi'e di 5uesna,#
capo della scuola fisiocratica francese. <a formazione scientifica di
5uesna,# che era il medico di corte di <uigi 8D# lo aiut( a concepire
l&analogia tra sistema economico e flusso sanguigno. @ar7 riprese
'uesta intuizione e la approfondG descrivendo l&analisi della circola*
zione e rotazione del capitale nel II volume del Capitale. Per portare
a termine tale compito svilupp( uno strumento analitico eccezional*
mente fecondo$ gli schemi di riproduzione.
Eli schemi di riproduzione permettono di comprendere le
condizioni di cui il capitalismo ha bisogno per crescere. Jssi mostra*
no la compresenza di fattori che avvicinano e di fattori che allonta*
nano il sistema produttivo da 'ueste condizioni. <&interazione di
'ueste forze fa sG che nel capitalismo l&e'uilibrio# ovvero una cresci*
ta proporzionata dell&economia# sia estremamente improbabile e solo
momentanea. Il capitalismo trova l&e'uilibrio per un attimo fugace#
durante le sue oscillazioni periodiche.
Eli schemi di riproduzione# nel descrivere come il capitali*
smo pu( crescere in modo e'uilibrato spiegano effettivamente per"
c$3 ci( non avviene. 5uesto non ha impedito ad alcuni BsocialistiC di
dare agli schemi un&interpretazione ben diversa. I riformisti# che nel*
la teoria economica erano rappresentati dai cosiddetti neoricardiani
243
9per tutti# il russo >ugan .aranovs1i/:# cercavano di dimostrare che il
capitalismo pu( svilupparsi senza fine# e che dun'ue il socialismo "
solo un desiderio morale# non una necessit% storica. Eli schemi di ri*
produzione vennero utilizzati a 'uesto fine attraverso un&operazione
di cattiva logica. -econdo il noto detto# se mio nonno avesse avuto le
ruote# sarebbe stato una cariola. I riformisti si limitarono a 'uesto ra*
gionamento# senza indagare la possibilit% storica che un uomo abbia
delle ruote. Per i riformisti la cosa era semplice. BPurch)C si diano
certe proporzioni# la produzione pu( andare avanti per sempre. <a
loro idea di BastrazioneC manca totalmente di dialettica# " davvero
pura matematica# pura fantasia. I riformisti non comprendevano l&es*
senza del concetto mar7iano di prod!ione in generale sviluppato da
@ar7 nell&Introd!ione a Per la critica delleconomia politica. =on
comprendevano che il capitalismo# come ogni altro modo di produ*
zione# in ltima analisi# deve produrre valori d&uso. =on " lo scopo
della produzione# non " lo scopo dei capitalisti# ma alla fine# se le
merci prodotte non servono# non si vendono.
Lra# gli BottimistiC alla >ugan .aranovs1i/ eliminano ogni
problema di realizzo con 'uesta semplice trovata$ basta espandere il
settore dei mezzi di produzione
101
. -e anche gli operai si riducono 9o
meglio# se il capitale variabile si riduce come proporzione del capita*
le complessivo:# non c&" problema$ i capitalisti si vendono le merci
l&un l&altro. @a poich) nessun capitalista pu( mangiare per mille
operai# di che merci stiamo parlandoM ?i mezzi di produzione. J che
se ne fa il capitalistaM Ci produce altri mezzi di produzione che ven*
de ad altri capitalisti. >utti producono macchine che servono a pro*
durre altre macchine che servono a produrre altre macchine che ine*
vitabilmente servono a produrre altre macchine# perch) una simile
concentrazione di mezzi di produzione# se si dedicasse alla produzio*
ne di merci finali# saturerebbe rapidamente il mercato. @a si pu(
escludere che si arrivi a 'uesto perch) una simile montagna di capi*
tale costante# manovrata da una sparuta 'uantit% di operai# impliche*
101
Contro 'uesti BsocialistiC si pu( utilizzare un&osservazione che @ar7
fece sugli economisti borghesi BottimistiC$ B5uando la scissione estrema
porta a eruzioni# gli economisti additano l&unit% essenziale e astraggono
dall&alienazione. <a loro sapienza apologetica consiste nel dimenticare in
tutti i momenti decisivi le loro stesse condizioni.C 98rndrisse# vol. 1# p.
KI:.
24I
rebbe una composizione organica del capitale cosG elevata che il sag*
gio di profitto dovrebbe inevitabilmente ridursi rapidamente a zero.
@olto prima di 'uel momento i capitalisti avrebbero smesso di inve*
stire# a prescindere dagli eleganti e armonici modelli dei riformisti.
<a prima guerra mondiale# l&imperialismo in generale# sono la dimo*
strazione storica che gli BottimistiC non avevano idea di come fun*
zioni il capitalismo.
Reagendo a 'uesta degenerazione del mar7ismo# Rosa <u*
7emburg cerc( di mostrare che gli schemi di riproduzione erano
un&astrazione eccessiva del capitalismo# ne perdevano alcuni aspetti
essenziali. In particolare# secondo Rosa <u7emburg# solo attraverso
lo scambio con settori e7tracapitalistici la borghesia aveva la possi*
bilit% di realizzare il plusvalore# ovvero trovare sufficiente domanda
solvibile.
Rosa <u7emburg si sbagliava# il motore del capitalismo "
endogeno. @a su almeno due punti la sua idea sull&BesaurimentoC
dello spazio e7tracapitalistico ha molto da dire. Innanzitutto# la crisi
dell&imperialismo 9la prima guerra mondiale: si ebbe grosso modo
'uando finG l&occupazione dell&Africa e del @edio Lriente# sostan*
zialmente la parte di mondo che ancora andava spartita tra le grandi
potenze. Che 'uesto abbia reso insuperabili i dissidi tra i paesi impe*
rialisti non c&" dubbio. In secondo luogo# il capitalismo si espande
assorbendo nuova forzalavoro e 'uesta forzalavoro# se " BnuovaC#
significa che non proviene dalle file del proletariato. -i tratta dun'ue
di contadini 9di paesi avanzati e arretrati: e di altri ceti non gi% com*
presi nell&orbita della produzione capitalistica. Che il capitalismo
tenda molto presto ad espandersi per cercare manodopera a basso co*
sto# materie prime# sbocchi per merci e capitali " indubbio. Ei% @ar7
osserv($ B<a tendenza a creare il mercato mondiale " data immedia*
tamente nel concetto stesso di capitale. Lgni limite si presenta 'ui
come un ostacolo da superare.C
102
J ancora$ B=on appena comincia ad avere la sensazione e la
consapevolezza di essere esso stesso un ostacolo allo sviluppo# subi*
to Zil capitale[ cerca scampo verso forme le 'uali# mentre danno l&il*
lusione di perfezionare il dominio del capitale imbrigliando la libera
concorrenza# annunciano nello stesso tempo la dissoluzione sua e del
modo di produzione che su di esso si fonda. Ci( che " implicito nella
102
R. @ar7# 8rndrisse# vol. 2# p. 2.
24K
natura del capitale viene solo reso realmente esplicito# come una ne*
cessit% esternaQ e il mezzo " la concorrenza# la 'uale poi non " altro
che 'uesto$ che i molti capitali si impongono reciprocamente e im*
pongono a se stessi le determinazioni immanenti del capitale.C
10O

Allo stesso modo# " indubbio che l&inglobamento di paesi
non capitalisti nell&orbita capitalista abbia conseguenze economiche
e politiche di prim&ordine# ma le ragioni di 'uesto processo non solo
'uelle ipotizzate da Rosa <u7emburg. ?a 'ueste errate premesse
Rosa <u7emburg traeva anche una conseguenza$ una volta terminate
le Bterze personeC# il capitalismo sarebbe imploso# affogato in una
ineludibile crisi di realizzo.
Rosa <u7emburg sbagliava a ritenere necessaria la presenza
delle Bterze personeC. -otto il profilo teoretico " possibile ridurre il
capitalismo a due classi. Infatti# @ar7 spiega che il rapporto di pro*
duzione capitalistico# come ogni rapporto# " una relazione dialettica
tra due classi sociali$ i proprietari dei mezzi di produzione e i pro*
prietari della forza lavoro. 5uesto rapporto non ha logicamente e
storicamente bisogno di altro. Lvviamente# il capitalismo# come si*
stema storico# per le necessit% complessive della sua sopravvivenza#
sviluppa altre classi# il cui ruolo " economicamente non necessario
alla produzione di plusvalore. <&astrazione compiuta da @ar7 " cor*
retta$ essa delinea il fondamento del problema e dun'ue consente poi
allo storico e al politico di ricondurre verso il concreto l&analisi ef*
fettuata. -altare i passaggi verso il concreto significa compiere errori
di schematismo# ma impostare male l&astrazione significa escludersi
la possibilit% di capire.
2. La crisi economica
<a sintesi degli schemi di riproduzione " che le crisi capitali*
stiche sono crisi di sproporzione$ Bi nostri schemi dimostrano che
nella produzione capitalistica sia la riproduzione semplice che la ri*
produzione allargata possono svolgersi indisturbatamente# solo a pat*
to che vengano mantenute tali proporzioni.C
104

@a occorre capire che cosa s&intende per sproporzione. >ale
concetto abbraccia non solo la crescita relativa tra i settori economici
10O
Cit.# p. OO4.
104
R. Nilferding# Il capitale %inan!iario# p. OOO.
242
9e dun'ue crisi di sovracapacit%# bolle speculative# ecc.: ma anche il
rapporto tra consumo sociale e produzione# e dun'ue la distribuzione
del reddito e il saggio del profitto. Pertanto le crisi# come visto# sono
insieme crisi di sovrapproduzione# sottoconsumo# sovrainvestimento#
sovracapacit%# sproporzione# domanda# saggio del profitto. I teorici
del sottoconsumo# della sproporzione# del calo del saggio del profit*
to# confondono la forma fenomenica della crisi con la sua essenza. In
ultima analisi# ogni crisi del capitalismo non " che la manifestazione
della sua contraddizione chiave$ la contraddizione tra forma sociale
della produzione e carattere privato della appropriazione. Dediamo
dun'ue come formalizzare alcuni aspetti di 'uesta analisi.
O. La riprou!ione semplice
Introducendo gli schemi di riproduzione# @ar7 distingue la
riprod!ione semplice# che " uno stato in cui il processo produttivo
si ripete sempre uguale a se stesso# e la riprod!ione allargata# che
introduce l&aspetto dell&accumulazione e della crescita economica.
-arebbe un errore ritenere che la riproduzione semplice sia solo un
artificio didattico# usato da @ar7 per introdurre l&accumulazione del
capitale. @ar7 spiega infatti che la riproduzione semplice esiste in
ogni contesto ed " alla base dell&accumulazione. -enza riproduzione
semplice sarebbe infatti impossibile procedere ad una espansione
delle forze produttive. Allo stesso tempo# l&essenza del capitalismo
sta nel fatto che i proprietari dei mezzi di produzione sono delle
macchine per accumulare# il loro scopo " massimizzare la 'uota di
lavoro non pagato da destinare a nuovi investimenti. <a borghesia#
come Bfunzionario del capitaleC# assolve la funzione storica di accre*
scere lo sviluppo delle forze produttive. In 'uesto senso il passaggio
dalla riproduzione semplice alla riproduzione allargata " anche un
processo storico da societ% in cui l&accrescimento del plusvalore non
era lo scopo della produzione# al capitalismo.
Per analizzare le caratteristiche di sviluppo del capitalismo#
@ar7 divide l&economia in due settori. Il settore 1 produce i mezzi di
produzione# il settore 2 produce le merci per il consumo. Lvviamen*
te nella realt% vi " una certa sovrapposizione perch) una merce puo
avere piA funzioni# ma si pu( pensare# in linea teorica# che una parte
della produzione di 'uella merce ricada nel settore 1# l&altra nel set*
2!0
tore 2. Integrando le singole porzioni di capitale costante# capitale
variabile e plusvalore nei settori 1 e 2 possiamo scrivere$
1.
1 1 1 1
s v c P + + =
2.
2 2 2 2
s v c P + + =
9dove P sta per produzione totale# c per capitale costante v
per capitale variabile e s per plusvalore:.
Lra# perch) la riproduzione di 'uesto sistema avvenga con
regolarit% vi sono due condizioni di e'uilibrio. <a prima " che il va*
lore della produzione del settore 1 corrisponda ai mezzi di produzio*
ne impiegati dall&economia. <a seconda " che il valore della produ*
zione del settore 2 corrisponda alla domanda complessiva del siste*
ma. Lvvero# il valore del settore dei mezzi di produzione deve corri*
spondere ai mezzi di produzione esistenti e# allo stesso modo# il va*
lore del settore delle merci di consumo deve corrispondere alla do*
manda complessiva. In formule le due condizioni sono$
O.
2 1 1
c c P + =
4.
2 1 2 1 2
s s v v P + + + =
-ostituendo la 91: nella 9O: e la 92: nella 94:# ovvero scriven*
do per esteso il valore della produzione dei due settori# osserviamo
che le due condizioni si riducono a una$ 9A:
2 1 1
c s v = +
5uesta " la condizione di e'uilibrio che# se raggiunta# " ne*
cessaria e sufficiente al regolare funzionamento del sistema.
?a un punto di vista analitico# occorre analizzare che cosa
succede 'uando il capitalismo non si trova in 'uesta condizione. Po*
niamo ad esempio di osservare che$ v1Vs1_c2.
Ci( significa che la grandezza del settore 1 supera il valore
complessivo del capitale costante. Di " dun'ue domanda solvibile
non corrisposta dalla produzione. In una situazione del genere# le
merci tenderanno a vendersi ad un prezzo superiore al loro costo di
produzione. 5uesto aumenter% i profitti e dun'ue gli investimenti
per ampliare la scala della produzione. I mezzi di produzione tende"
ranno perci( a crescere# rie'uilibrando la domanda potenziale. -i
2!1
noti che 'uesta " soltanto una tendenza. =ulla garantisce# nonostante
la spinta della concorrenza# che ci( accada nel tempo e nella dimen*
sione adatti a e'uilibrare il sistema. Al contrario# i produttori espan*
deranno tutti insieme la produzione# guidati dalla crescita del saggio
di profitto# e 'uesto avr% come effetto di aumentare la capacit% dei
mezzi di produzione oltre la domanda solvibile 9c2_v1Vs1:# provo*
cando una riduzione dei prezzi e dun'ue una riduzione dei profitti#
degli investimenti e cosG via. <e oscillazioni attorno all&e'uilibrio
potranno essere piA o meno violente a seconda della situazione del*
l&economia mondiale# del sistema creditizio# della politica economi*
ca e cosG via. @a in linea di massima le forze che rie'uilibrano il si*
stema non garantiscono il raggiungimento di una situazione armoni*
ca.
?a 'uesta analisi# pure matematicamente elementare# " pos*
sibile trarre profonde indicazioni analitiche. =otiamo ad esempio
che il rapporto tra i settori 1 e 2 che si pu( leggere in un certo sen*
so come l&ampiezza dello sviluppo della societ% rispetto alla sua at*
tuale dimensione si connette ai due aspetti chiave del capitalismo$
il saggio di profitto e la composizione organica del capitale. Possia*
mo infatti scrivere$
!.
9 >
C
P
P
+
=
2
1
9dove CTc1Vc2# ecc.:
Lra definendo con ' la composizione organica e con e il
saggio di plusvalore# possiamo scrivere$
3.
e
'
P
P
+
=
1
2
1
5uesto significa che lo sviluppo decresce con ' e sale con e.
Il che " del tutto in linea con 'uello che " successo nella storia del
capitalismo e con 'uello che succede nelle diverse fasi del ciclo.
!. La riprou!ione allar"ata
2!2
-e nulla garantisce l&e'uilibrio nella riproduzione semplice#
in cui tutto procede immutato di anno in anno# a maggior ragione ci(
varr% introducendo l&accumulazione. Ipotizziamo ora che i capitali*
sti# da veri funzionari del capitale# capitalizzino una parte del plusva*
lore con cui ac'uistano nuovo capitale costante e nuovo capitale va*
riabile. -eguendo la notazione introdotta da .ucharin# dividiamo il
plusvalore come segue$ sTacVavVb# dove$ ac rappresenta l&accumu*
lazione di capitale costante# av l&accumulazione di capitale variabile
e b il consumo personale della popolazione non proletaria. A 'uesto
punto riscriviamo la 91: e la 92:$
91a:
1 2 1 2 1 1
b av ac v c P + + + + =
92a:
2 2 2 2 2 2
b av ac v c P + + + + =
Come si vede# la riproduzione allargata si basa sempre sulla
riproduzione semplice. Infatti$
riproduzione semplice riproduzione allargata
P1T
1 1 1
b v c + + V
1 1
av ac +
P2T
2 2 2
b v c + + V
2 2
av ac +
Allo stesso modo# le condizioni di e'uilibrio diventano
9Oa:
2 1 2 1 1
ac ac c c P + + + =
94a:
2 1 2 1 2 1 2
b b av av v v P + + + + + =
Anche 'ui# sostituendo la scrittura estesa della produzione
ricaviamo un&unica condizione# analoga a 'uella gi% vista$
9.:
2 2 1 1 1
ac c av b v + = + +
5uesta condizione significa che la crescita della domanda e
la crescita della capacit% produttiva devono andare di pari passo.
2!O
Fna conclusione abbastanza logica# persino scontata# e nel capitali*
smo assai difficilmente raggiungibile.
C2 .n esempio numerico
Ricordiamo che l&e'uilibrio della riproduzione semplice im*
plica tre condizioni$
1. uguaglianza del saggio di plusvalore
2. uguaglianza del saggio di profitto
O. la condizione 9A:
<&esempio piA semplice che si pu( immaginare di un&econo*
mia che rispetti 'ueste condizioni " 'uello in cui i due settori hanno
le stesse proporzioni ma diverse dimensioni. Infatti# se immaginiamo
che il settore 2 sia identico al settore 1 ma grande il doppio 9cio"#
c2T2c1 ecc.:# le tre condizioni risultano immediatamente rispettate.
PiA in generale# vediamo 'ui ripresentarsi la 'uestione della
proporzione. Infatti le tre condizioni sono rispettate 'uando P1T7P2.
Come visto# possiamo scrivere 7 come '+1Ve. 5uesto " il fattore di
proporzionalit% tra i due settori. Jsso incorpora la composizione or*
ganica del capitale e il saggio di plusvalore# i due cardini dello svi*
luppo del capitalismo# rappresenta la proporzione tra gli investimenti
passati 9la composizione organica: e 'uelli possibili 9il saggio del
plusvalore:. In una parola# la storia dell&ascesa e del declino del
modo di produzione capitalistico.
4i-lio"ra%ia
.rofenbrenner @.# Il capitale per lomo moderno
.ucharin =.# &imperialismo e laccmla!ione del capitale
Nilferding R.# Il capitale %inan!iario
<enin# &imperialismo
<u7emburg R.# &accmla!ione del capitale
@ar7 R.# 8rndrisse
@ar7 R.# Introd!ione del MKI a Per la critica delleconomia poli"
tica
@ar7 R.# Il capitale# vol. 2
Rosdols1i R.# 8enesi e strttra del Capitale di Mar4
Crotski< &., &a crva dello svilppo capitalistico
2!4
Osser(a!ioni matematic5e
su"li sc5emi i riprou!ione i $arx
Introu!ione
Abbiamo spiegato la natura e la funzione degli schemi di ri*
produzione nella teoria economica mar7ista. Abbiamo anche spiega*
to i loro limiti in 'uesta analisi. 5ui riprendiamo 'uesto strumento
facendo degli esempi concreti che servano a comprenderne l&utiliz*
zo. Poich) la riproduzione semplice non presenta alcuna difficolt%
analitica# la tratteremo rapidamente in un esempio# concentrandoci
invece sulla riproduzione allargata# ovvero sul processo dell&accu*
mulazione capitalistica# il segreto BschumpeterianoC che @ar7 aveva
gi% ben presente.
Come visto# per analizzare le caratteristiche di sviluppo del
capitalismo# @ar7 divide l&economia in due settori. Il settore 1 pro*
duce i mezzi di produzione# il settore 2 produce le merci per il con*
sumo. Integrando le singole porzioni di capitale costante# capitale
variabile e plusvalore nei settori 1 e 2 possiamo scrivere$
1.
1 1 1 1
s v c P + + =
2.
2 2 2 2
s v c P + + =
9dove P sta per produzione totale# c per capitale costante# v
per capitale variabile e s per plusvalore:
Lra# seguendo la notazione introdotta da .ucharin# dividia*
mo il plusvalore come segue$ sTacVavVb# dove$ ac rappresenta l&ac*
cumulazione di capitale costante# av l&accumulazione di capitale va*
riabile e b il consumo personale della popolazione non proletaria. A
'uesto punto riscriviamo la 91: e la 92:$
91a:
1 2 1 1 1 1
b av ac v c P + + + + =
92a:
2 2 2 2 2 2
b av ac v c P + + + + =
Come visto# le condizioni di e'uilibrio diventano$
2!!
9Oa:
2 1 2 1 1
ac ac c c P + + + =
94a:
2 1 2 1 2 1 2
b b av av v v P + + + + + =
-ostituendo la 91a: e la 92a: rispettivamente nella 9Oa: e nella
94a: ricaviamo la seguente condizione di e'uilibrio$
9!:
2 2 1 1 1
ac c av b v + = + +
5uesta condizione significa che la crescita della domanda e
la crescita della capacit% produttiva devono andare di pari passo
10!
.
-otto il profilo analitico# possiamo trasformare 'ueste e'ua*
zioni in una se'uenza logica che parte dalla decisione dei capitalisti
del settore 1 su 'uanto plusvalore accumulare e finisce con la cresci*
ta complessiva dell&economia$
1.
1 1
ak 9 9una parte del plusvalore del settore 1 viene ac*
cumulato:
2.
1 1 1
# av ac ak 9il plusvalore accumulato si suddivide in
nuovo capitale costante e nuovo capitale variabile:
O.
2 1
ac av 9i capitalisti del settore 2 devono espandere la
produzione per venire incontro alla richiesta aggiuntiva di
merci salarioQ matematicamente il rapporto deriva dalla 9!:
isolando av1 come primo membro dell&e'uazione:
4.
2 2
av ac 9la necessit% di espandere la produzione nel set*
tore 2 implica l&espansione dell&occupazione nello stesso
settore:
!.
2 2 2
# b av ac 9il plusvalore del settore 2 che non viene ac*
cumulato rimane a disposizione per il consumo nell&ambito
dello stesso settore:
A conclusione di 'uesti passaggi# ci troveremo con un&eco*
nomia piA ampia. In particolare avremo che nel periodo successivo
9definiamolo tV1: il capitale costante e variabile dei due settori " di*
ventato$
t t t
ac C C + =
+1
e
t t t
av > > + =
+1
. Per 'uanto riguarda il
10!
Con ci(# per inciso# viene distrutta alla radice ogni chiacchiera su Bpoliti*
che economiche del lato dell&offertaC o Bpolitiche economiche del lato della
domandaC# data la connessione organica tra produzione e consumo.
2!3
plusvalore# se ipotizziamo che la produttivit% del lavoro non sia mu*
tata# avremo che
1 1 + +
=
t t
t> 9
# dove t " il saggio di plusvalore.
Per impostare un esempio numerico a 'uesto punto basta
scegliere le variabili iniziali e applicare anno dopo anno la condizio*
ne di e'uilibrio. >uttavia# un simile esempio# che pure poi vedremo#
" eccessivamente semplificato
103
. =on considera infatti che possa
mutare almeno uno dei tre aspetti centrali dell&accumulazione capita*
listica$ la prodttivit## la composi!ione organica del capitale e la
svalori!!a!ione del capitale costante. Per rendere gli esempi piA rea*
listici occorre introdurre dei parametri che incorporino tali aspetti.
?efiniamo pertanto$ con g il tasso di crescita della composizione or*
ganica del capitale# con m il tasso di crescita del saggio di plusvalore
e con d il tasso di svalorizzazione del capitale costante. Abbiamo
ora$
103
5uesto# peraltro# " l&esempio che @ar7 propone discutendo di
riproduzione allargata alla fine del II libro del Capitale. @a ovviamente in
'uel contesto si trattava di spiegare l&utilizzo dello strumento analitico degli
schemi di riproduzione# compreso il 'uale diviene facile aggiungere le
finezze. -i osservi che in assenza di modificazioni della composizione
organica# le crisi cicliche del capitalismo sono da imputarsi inevitabilmente
alla sproporzione# cio" all&anarchia capitalistica# 'uella che @ar7 chiama
Bcrisi di produzioneC che si d% anche nella riproduzione semplice# tanto che
@ar7 osserva che la sproporzione Bpu( e deve scaturire nella semplice
conserva!ione del capitale fissoC 9p. 4KI:# un aspetto su cui insister% molto
l&economista mar7ista N. Erossmann.
2!I
Possiamo vedere in che BpuntoC dell&accumulazione entrano
in gioco i diversi parametri con 'uesto schema$
-i noti che la proporzione di plusvalore accumulato nel set*
tore 1 determina la proporzione che il settore 2 deve accumulare per
mantenere la crescita e'uilibrata. Lvvero# il tasso di accumulazione
del settore 2 non ( indipendente ma deriva dall&accumulazione del
settore 1. 5uesto implica che anche se i due settori cominciano ad
accumulare avendo la stessa composizione organica# e se pure 'uesta
2!K
non varia nel settore 1# nel settore 2 deve variare per riproporzionare
la crescita
10I
.
In 8enesi e strttra del Capitale di Mar4# Rosdols1, osser*
va appunto che i saggi di accumulazione nei due settori devono esse*
re inversamente proporzionali ai saggi della composizione organica#
ovvero$
93:
2 2
1
2 2
2
2
2
1
1
$ $
v c
v
v c
v
s
ac
s
av
+ +
=
Lra per formulare gli esempi occorrer% scegliere il valore
delle variabili iniziali 9come prima:# e in piA il valore dei parametri.
=el caso piA semplice possiamo utilizzare dei parametri aventi un
valore fisso# ma " ragionevole domandarsi che cosa succede se i pa*
rametri hanno una dinamica autonoma o se interagiscono.
Prima di cominciare a vedere i diversi esempi# occorre men*
zionare un aspetto basilare dell&analisi$ la remunerazione del capita*
le. <a concorrenza tra capitalisti opera livellando i saggi del profitto
settoriali. >uttavia# 'ui i settori sono aggregati e dun'ue l&unica
BconcorrenzaC " tra i capitalisti dei due settori. Possiamo alternativa*
mente ipotizzare che la concorrenza tra i capitalisti non possa avve*
nire tra i settori# cosG risolvendo il problema della redistribuzione del
profitto# oppure si pu( pensare che esista effettivamente una tenden*
za all&uniformit% 9ovvero che l&accumulazione tenda ad aumentare
nel settore dove il saggio di profitto " maggiore:. @a in 'uesto caso
occorre ricordare che l&accumulazione dei due settori non avviene
separatamente e che dun'ue un eccesso di accumulazione di un set *
tore non produrrebbe un piA elevato saggio del profitto ma solo mer*
ci invendute
10K
. @ar7 e <enin# affrontando il problema# ipotizzano
che sia il saggio di plusvalore a essere uniforme tra i settori e non
10I
5uesto riproporzionamento avviene a favore del settore II come @ar7
aveva gi% intuito$ Bperch) le cose si svolgano normalmente# l&accumulazio*
ne in II deve compiersi piA rapidamente che in I# poich) altrimenti la parte
di I 9vVpv: che deve essere convertita in merci IIc cresce piA rapidamente
di IIc# con cui soltanto pu( essere scambiata.C 9Il capitale# II# p. !OO:.
10K
?el rapporto tra schemi di riproduzione e problema della trasformazione
discuteremo piA avanti.
2!2
anche il saggio di profitto.
Esempi
1: La riprou!ione semplice
Cominciamo con un esempio di riproduzione semplice# che
ci serve per illustrare un aspetto importante dell&analisi degli schemi.
Ricordiamo che l&e'uilibrio della riproduzione semplice im*
plica tre condizioni$ a: uguaglianza del saggio di plusvalore# b:
uguaglianza del saggio di profitto# c: la condizione di proporzionali*
t% 9
1 1 2
s v c + = :# dato che non essendoci accumulazione# i capitalisti
devono essere trattati allo stesso modo ab origine. Come detto# l&uni*
co esempio che possiamo immaginare 9senza passare per il problema
della trasformazione: di un&economia che rispetti 'ueste condizioni "
'uello in cui i due settori hanno le stesse proporzioni ma diverse di*
mensioni
102
. Infatti# se consideriamo che il settore 1 sia identico al
settore 2 ma grande il doppio# le tre condizioni risultano immediata*
mente rispettate. PiA in generale# vediamo 'ui ripresentarsi la 'ue*
stione della proporzione. Infatti le tre condizioni sono rispettate
'uando P1T7P2. Come visto# possiamo scrivere il fattore di propor*
zionalit% come '+1Vt# dove 'TC+D. 5uesto fattore incorpora la com*
posizione organica del capitale e il saggio di plusvalore# i due cardini
dello sviluppo del capitalismo# e rappresenta la proporzione tra gli
investimenti passati 9la composizione organica: e 'uelli possibili 9il
saggio del plusvalore:. In una parola# la storia dell&ascesa e del decli *
no del modo di produzione capitalistico.
2: Il caso ei parametri %issi
Fn esempio di 'uesto tipo viene dal Capitale. P il primo
caso di riproduzione allargata proposto da @ar7 9e ripreso poi da <e*
102
Lvvero anche la composizione organica del capitale deve essere unifor*
me# dato che se
2 1
t t = e
2 1 2 1
' ' r r = = .
Infatti da
2 1
2
2
1
1
2 1
2
2
1
1
1 1
' '
C
>
C
> t t
r r
>
C
>
C
= =
+
=
+
=
.
230
nin:. @ar7# per semplicit% pone$
a1T0#!# g1T'1# g2T'2# m91#2:T0# d91#2:T1 e infine# P1T2P2.
I risultati di 'uesto esempio sono splendidi per il capitali*
smo. Anche se il saggio di profitto si riduce# si riduce a ritmi lentis*
simi# mentre la massa del profitto esplode 9dato che l&economia si
espande a ritmi del 10S annuo:. 5uesto prodigio " dovuto al fatto
che il capitale costante non si svalorizza mai# e il suo accrescimento
non conduce mai alla riduzione di forzalavoro# che anzi si espande
senza sosta 9del 10S annuo# un tasso possibile solo per dei roditori:.
In 'ueste condizioni# l&economia cresce di circa 3 volte ogni venti
anni.
@odificando i parametri possiamo avere una crescita piA
lenta o piA veloce# ma la dinamica del sistema " sostanzialmente
'uella
110
.
O: Parametri a(enti una inamica autonoma
Possiamo immaginare che l&accumulazione non proceda
sempre allo stesso modo ma abbia una dinamica composita. <a natu*
ra di 'uesta dinamica# che dipende dal funzionamento complessivo
del capitalismo " ovviamente impossibile da racchiudere in una for*
mula se non con enormi semplificazioni. >uttavia pu( essere istrutti*
vo analizzare alcuni casi particolari. Il caso piA semplice " 'uello in
cui i parametri dipendono da un coefficiente fisso. Lvvero# ad esem*
pio# a19t:Ta19t1:^7. -i pu( complicare la situazione immaginando
coefficienti non lineari# movimenti ciclici# ecc. Fn esempio di 'uesto
tipo viene dallo scritto 9lla cosiddetta 'estione dei mercati# in cui
<enin propone un esempio in cui le ipotesi sono le stesse viste prima
9ovvero a1T0#!# m91#2:T0# d91#2:T1 e P1T2P2: tranne g 9la suddivi*
sione dell&accumulazione in nuovo capitale costante e variabile: che
invece aumenta a un ritmo decrescente 9<enin presenta uno schema
di 4 anni con tassi# rispettivamente per il secondo# terzo e 'uarto
anno di 1+10# 1+21# 1+23:. Anche in 'uesto caso# seppure a ritmi mi*
nori# l&economia cresce senza problemi# seppure# dato che la compo*
sizione organica del capitale aumenta# il saggio del profitto diminui*
sce piA rapidamente.
110
Per alcune considerazioni sulle propriet% di 'uesto esempio# cfr. oltre.
231
In generale# a meno di non ipotizzare forme matematiche
complesse 9ma difficilmente giustificabili:# l&accumulazione procede
sempre gradualmente e l&interazione dei parametri non provoca Bin*
cidentiC degni di nota# dato che la loro dinamica " autonoma. <&an*
damento dell&economia " dun'ue prevedibile in base allo schema
delle relazioni che abbiamo visto$ se aumenta la svalorizzazione del
capitale o il saggio di plusvalore# cresce il saggio di profitto# se au*
menta la composizione organica del capitale# il saggio diminuisce
ecc. >ecnicamente# la dinamica degli indicatori considerati 9r# t# ':
assume sempre la forma di una curva logaritmica# con incrementi so*
stanziali all&inizio e poi una crescita sempre piA ridotta che tende
asintoticamente a zero. P interessante osservare che la grandezza re*
lativa dei due settori dipende principalmente dal tasso di accumula*
zione e non dalle loro dimensioni iniziali.
4: Parametri c5e intera"iscono
Per rendere ancora piA realistica l&analisi si possono far inte*
ragire i parametri in modo da studiare anche le controtendenze. Il
problema " che mentre l&interazione " concettualmente facile da sta*
bilire# la dinamica del sistema dipende 9soprattutto nella rapidit% con
cui arriva al risultato previsto: dalla specifica forma funzionale scel*
ta. Per discutere del problema cominciamo con lo stabilire il legame
concettuale tra i diversi parametri$
1. a1$ dipende da r positivamente. Possiamo limitarci a tale
rapporto perch) gli altri parametri 9d# g# m: influenzano a
loro volta rQ
2. d$ la svalorizzazione del capitale dipende dall&arrivo di nuo*
vi e superiori prodotti e processi. In linea generale possiamo
dun'ue dire che d crescer% con a1 e con gQ inoltre# se i prezzi
diminuiscono ci sono pressioni ad aumentare la rotazione
del capitale svalutandolo. Il problema " che negli schemi di
riproduzione consideriamo un settore integrato# eliminando
cosG possibili divergenze nei costi e nei prezziQ
O. g$ 'ui la scelta " del capitalista. Possiamo dire che tenden*
zialmente g cresce con a1# ma se ipotizziamo che vi sia delo*
calizzazione produttiva ci( non " assicuratoQ
232
4. m$ il saggio di sfruttamento 9o produttivit% in termini della
teoria borghese: dovrebbe crescere con a1# e g per le ragioni
che valgono anche per d$ lo sviluppo tecnico. ?un'ue m e d
si rinforzano a vicenda. >uttavia# come abbiamo spiegato#
non tutto l&aumento della composizione organica diviene
produttivit%
111
.
<e possibili trasposizioni matematiche di 'uesti rapporti
sono ovviamente infinite# ma la cosa piA importante sono le relazioni
causali. Per 'uesto# cominciano con l&impostare la struttura delle in*
terazioni$
Possiamo trasporre 'ueste relazioni attraverso una catena
temporale 9legando cio" il valore del parametro al tempo t a 'uello
del tempo t1:# aggiungendo come costante di partenza il valore ini*
ziale del parametro. Il problema " che 'uesta soluzione rende il mo*
vimento del sistema sempre molto lento e graduale# in 'uanto man*
cano gli effetti soglia che nel capitalismo scatenano le crisi. Ad ogni
modo# siano$
91:
: 9
1 1
+ =
t t t t
m m ak ak o
92:
: 9 : 9
1 1 1
+ + =
t t t t t t
g g ak ak d d |
9O:
: 9
1 1
+ =
t t t t
ak ak g g o
94:
: 9 : 9
1 1 1
+ + =
t t t t t t
g g ak ak m m q c
111
Dds. 9 alcni aspetti della teoria della crisi# par. K.
23O
-ostituendo
112
# troviamo che la proporzione da rispettare "
c oq + = 1
. Lvviamente# se modifichiamo le e'uazioni 9ad esempio
se facciamo dipendere m A solo da
g A
# troveremo un&altra condi*
zione 9in 'uesto caso ooc = 1 :. In generale# come era prevedibile# il
risultato non " altro che una condizione di proporzionalit%# dato che
gli schemi sono appunto proporzioni. Possiamo complicare lo sche*
ma aggiungendo il valore iniziale# ad esempio$
9!:
: 9
1 0
+ = A
t t
m m ak ak o
Inoltre# per evitare un andamento Btran'uilloC e graduale del
sistema# dettato dalla linearit% delle funzioni# possiamo utilizzare
funzioni piA complesse.
=aturalmente# i casi visti fin 'ui possono essere mescolati
ipotizzando un modello in cui vi sono alcuni parametri fissi# altri va*
riabili# altri ancora che interagiscono e cosG via.
Ad ogni modo# indipendentemente dal risultato analitico#
che deriva dalla forma funzionale prescelta# il problema centrale che
'uesti schemi servono ad evidenziare " che l&accumulazione " con*
nessa al saggio del profitto e viceversa. Infatti se partiamo dal pre*
supposto che a1 " funzione di r# troviamo che r entra nella espressio*
ne di tutti i parametri e tutti i parametri entrano nella sua.
-i osservi che non abbiamo parlato sin 'ui di settori. Il per*
ch) " ovvio$ a12 non "# come visto# un parametro indipendente ma
deriva da a11 9nella logica di riproporzionamento degli schemi:# per*
tanto# i parametri che dipendono da a12 9m2# d2 e g2: non potranno
che derivare da 'uello che succede nel primo settore.
>orna per( 'ui il tema del saggio settoriale del profitto. >en*
denzialmente# a1 non deriva dal saggio di profitto sic et simpliciter
ma dalla differenza che c&" nei saggi di profitto settoriali. Poniamo
infatti che al tempo t il profitto di un settore sia il 10S e che salga al
tempo tV1 al 1!S. I capitalisti di 'uesto settore# siamo portati a cre*
dere# penseranno che le cose stanno andando bene ed espanderanno
la produzione. @a poniamo che nell&altro settore il profitto sia pas*
sato dal 10 al 20S. P logico che i capitalisti cercheranno di investire
112
?ove
A
" l&operatore differenza 9ovvero
1
= A
t t
4 4 4 :.
234
in 'uesto settore e che dun'ue l&accumulazione del primo settore po*
trebbe addirittura ridursi. -e dun'ue consideriamo l&economia nel
suo complesso# dobbiamo connettere l&accumulazione di un settore
alle differenze nei saggi di profitto settoriali e non alla variazione del
saggio di profitto in un settore
11O
. Poniamo pertanto a11 come fun*
zione positiva di r1r2
114
# ad esempio come$
93: : 9 : 9
2 1
r r ak = A o
-e partiamo dal presupposto con cui @ar7 costruisce gli
schemi di riproduzione# e cio" che il saggio di sfruttamento sia uni*
forme# 'uesta condizione si riduce a$
93a: : 9 : 9
2 1
k k ak = A o
-iamo tornati dun'ue a un processo circolare$ tutti i parame*
tri dipendono da a1 e perci( da r# ma r dipende dalla composizione
organica e cosG dal movimento degli altri parametri.
Appenice
Riportiamo in 'uesta appendice alcuni risultati che derivano
dallo studio degli schemi e la trattazione analitica degli esempi visti.
1. composi!ione or"anica costante e uni%orme, t costante,
costante
In tal caso " ovvio che r e ' sono praticamente immobili
'ualun'ue sia il tasso di accumulazione. <&unica cosa che varia si*
gnificativamente " il rapporto tra P1 e P2 che " indipendente dal va*
lore iniziale e invece dipende da ' e a1. In particolare BtendeC a un
valore che# dato '# decresce con a1 e cresce con '. In sintesi# si tratta
11O
<&unica differenza ammessa dagli schemi " 'uella tra i due settori
integrati. =ella realt%# ovviamente# vi saranno saggi di profitto diversi
anche all&interno del singolo settore# e saranno anche 'ueste differenze a
guidare l&accumulazione# l&innovazione tecnica e cosG via.
114
-i dimostra immediatamente infatti che r1_r medio implica r1_r2. Con
due settori# fare meglio della BmediaC e'uivale a fare meglio dell&altro
settore.
23!
di una famiglia di parabole con a1 sull&asse delle ascisse e P1+P2 sul*
l&asse delle ordinate. Dediamo un esempio$
-i noti che usando numeri reali anzich) naturali# la correla*
zione tra le Bcurve di isocomposizioneC " pari al 100S. Inoltre P1+P2
e a11+a12 sono perfettamente e inversamente correlati. ?ato che a11
" fissa e a12 deriva da a11# ac e av 91 e 2: sono perfettamente corre*
lati# cosG come ac 1 e 2 e av 1 e 2# essendo ' fissa# l&unica cosa che si
muove " a12 che tende asintoticamente a un valore maggiore di a11#
indipendente dalle dimensioni iniziali# che varia nella stessa misura
in cui facciamo variare a11. All&aumentare di '# la forma rimane
uguale ma la curva " traslata verso il basso. Lvvero c&" meno accu*
mulazione. 5uando ' " piA alta# P1+P2 " maggiore a parit% di tasso di
accumulazione# come deve essere# in 'uanto piA esteso " il settore 1
9mezzi di produzione:.
Come osservato# la composizione organica del capitale " co*
stante nel primo settore# ma aumenta nel secondo che Bviene incon*
troC alle necessit% del primo# pertanto la composizione organica del*
l&economia nel suo complesso aumenta tanto piA P2 " grande rispet*
to a P1 9il che# come sappiamo# deriva direttamente da a1 e ' inizia*
le:.
233
0,79
0,80
0,80
0,81
0,81
0,19
0,19
0,20
0,20
0,21
r q
ipotesi ak=0,5 d,m=1
r
0,19
0,19
0,20
0,20
0,21
-
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
P r
ipotesi ak=0,5 d,m=1
r
-e '1# come detto# non varia# mentre varia '2# la dinamica
del sistema " tutta contenuta nell&e'uazione 9!:.
2. composi!ione or"anica costante e uni%orme, t crescente,
costante
Rimane tutto come nell&esempio precedente# solo che il sag*
gio di profitto aumenta nonostante l&aumento della composizione or*
ganica. Ad esempio basta fissare un aumento dell&1S del saggio di
plusvalore per avere un raddoppio del saggio del profitto in cento
anni pur con un aumento della composizione organica del capitale
dal I3 al IKS.
23I
O. composi!ione or"anica costante e uni%orme, t costante,
crescente
Rimane tutto come nell&esempio 2:# dato che l&effetto della
crescita di t o di d " simile 9anche se la variazione del saggio di pro*
fitto non " la stessa:Q anche 'ui abbiamo a che fare con parabole#
dun'ue 'uando d si approssima a 0# il sistema BsaltaC verso l&alto.
>uttavia si noti che l&effetto sulla crescita economica " diverso$ se
d2 aumenta# P aumenta# ma se d1 aumenta# P decresce# dun'ue l&ef*
fetto finale della svalorizzazione del capitale rispetto alla crescita e
al saggio di profitto dipender% dalla dimensione relativa dei due set*
tori.
Fna elevata svalorizzazione del capitale nel settore dei mez*
zi di produzione aumenta il saggio di profitto a scapito della crescita.
^
Disti 'uesti esempi# trattiamo ora di alcuni aspetti analitici
che derivano dall&analisi degli schemi di riproduzione
a: -enessere ei capitalisti
Il BbenessereC dei capitalisti deriva dalla 'uantit% di plusva*
lore estratto e dal saggio di profitto. Il primo conta per la classe nel
suo complesso# il secondo per ogni singolo capitalista. -e sommia*
mo 'ueste due misure possiamo dire che il benessere dei capitalisti "
senz&altro maggiore se
0 : 9 : 9 > A + A r 9
# ovvero$
91:
0
1 1
1
1
>
|
|
.
|

\
|
+

|
|
.
|

\
|
+
+
+ +
+
+
t t
t
t t
t
t t
> C
>
m
> C
>
m m> m>
11!
da cui
0 : 9 > A + ' av
t
# ovvero 'uando la composizione or*
ganica del capitale aumenta# per BcompensareC i capitalisti occorre
una proporzione aggiuntiva di salariati da sfruttare.
11!
-i noti che per semplicit% si " omesso l&addendo 1 ad ogni m# dato che#
ovviamente# gli addendi si eliminano a due a due e non incidono sul risulta*
to finale.
23K
b: crescita economica
5uanto visto sopra possiamo vederlo anche analizzando la
crescita economica che " possibile scrivere come$
92:
2 1 2 1 2 1
2 2 : 9 : 9 : 9 av av ac ac P P P + + + = A + A = A .
Come si vede# anche per la crescita economica si impongono
alcune proporzioni.
c: coni!ioni i crescita uni%ormi
Abbiamo piA volte sottolineato che gli schemi di riproduzio*
ne svolgono la funzione di sottolineare la necessaria proporzionalit%
nella crescita del capitalismo. 5uesto si pu( mostrare ancora una
volta guardando al rapporto di crescita delle due forme di capitale.
-e ipotizziamo per semplicit% l&invarianza dei parametri# possiamo
scrivere la variazione del capitale costante e variabile rispettivamen*
te come$
t t t
ac c c + =
+1
e
t t t
av v v + =
+1
.
Lra osserviamo che$
9Oa:
t
t
t
t
t
t
t
t
t t
c
v
av
c
c
c
v
av
c c + + =
(

+ + =
+
+
1 1
1
1
Allo stesso modo ricaviamo$
9Ob:
t
t
t
t
t
c
v
av
v
v
+ + =
+
1
1
Come si vede " la stessa condizione# il che dimostra ancora
una volta il legame organico tra le due forme di capitale nell&accu*
mulazione.
d: e%%etto so"lia
Come visto# a meno di non adottare forme funzionali Bstra*
neC# negli schemi procede tutto lentamente e con gradualit%. Per evi*
tare l&irrealismo di 'uesto risultato possiamo adottare i classici stru*
menti che nei modelli comportano punti di svolta 9teoria delle cata*
strofi# biforcazioni# teoria del caos# modelli % la Eood6in e cosG via:.
In particolare# potrebbe avere senso porre un r& soglia tale che se
r9t:`r& a1T0. -arebbe la tipica non linearit% good6iniana. 5uesto r&
232
potrebbe a sua volta derivare da problemi legati al credito 9come poi
vedremo: o a 'uestioni connesse al saggio di profitto internazionale.
P nella logica del capitalismo che la borghesia guardi al mondo
come a un immenso settore d&investimento# senza riguardi per le
barriere nazionali# i diversi comparti dell&economia ecc.# 'uesta "
l&essenza dell&imperialismo e anche la missione storica di 'uesto
modo di produzione. Lra i capitalisti di un paese guarderanno ai pos*
sibili profitti all&estero e investiranno nel settore 1 o 2 del proprio
paese solo se la profittabilit% " piA elevata. 5uesto spinge i paesi piA
deboli a incentivare gli investimenti riducendo la tassazione sui pro*
fitti# gli BostacoliC all&investimento ecc. Inoltre# 'uesto elemento di
comparazione internazionale pu( spiegare perch) la riduzione 9o la
crescita: del saggio di profitto di un settore o paese non indichino di*
rettamente la direzione degli investimenti in 'uel settore o paese se
non si tiene conto del contesto piA generale.
e: il creito
<a teoria economica borghese ci spiega che nel lungo perio*
do il ruolo del credito " nullo# ma il credito " una componente essen*
ziale nel ciclo economico capitalistico. Inoltre# " facile constatare
che il tasso di indebitamento 9e di finanziarizzazione: dell&economia
cresce senza sosta# in 'uanto il capitale " sempre piA abbondante ri*
spetto ai suoi usi produttivi. @a a che cosa serve concretamente il
credito nell&accumulazione capitalisticaM 5uello che interessa 'ui
non " il credito commerciale come BflessibilizzatoreC dei processi
produttivi gi% esistenti ma il credito che introduce nuova tecnologia
sia con la nascita di nuovi settori sia nella forma di innovazione tec*
nica all&interno dei settori gi% esistenti. In un primo caso# solitamen*
te# il credito finanzia una riduzione della composizione organica del
capitale# nel secondo un suo aumento. =el primo caso finanzia una
calo della concentrazione del capitale# nel secondo una sua crescita.
Il problema " che nel 'uadro concettuale degli schemi di riproduzio*
ne non " ammessa n) la nascita di nuovi settori n) la concorrenza tra
tecnologie# dun'ue il vero ruolo del credito " oscurato# anche perch)
non pu( entrare in gioco la differenza nei costi di produzione. 5ue*
sto significa che il ruolo del credito si esaurisce a finanziare la cre*
scita dell&accumulazione cosG com&"# il che " teoricamente un assur*
2I0
do. Infatti# non essendoci competizione# il capitalista unico Bsettore
1C a chi pu( fare concorrenzaM =on al capitalista unico Bsettore 2C
perch) il loro rapporto " invece simbiotico# devono crescere a deter*
minate proporzioni# e dun'ue in realt% fa concorrenza a se stesso#
cio" a nessuno. <a dimostrazione del fatto che senza concorrenza il
credito non ha senso la si ha osservando che l&unico effetto che pu(
avere 'ui il credito " aumentare la massa del profitto a scapito del
suo saggio. @atematicamente lo si vede agevolmente. Infatti il pre*
stito < espande la scala della produzione in misura del suo valore.
<&accumulazione si d% nelle proporzioni gi% esistenti e 'uindi '<
sar% nuovo capitale costante e 91':< nuovo capitale variabile. 5ue*
sto significa che il nuovo saggio di profitto sar% r9<:TZ-V91':<
91+nVi:<[+ZCVDV<[ che " ovviamente minore di rT-+CVD
113
. Allo
stesso tempo# il prestito consente di espandere la scala della produ*
zione di n+<. <a somma della massa e del saggio del profitto "$
94:
> C
9
& > C
&
n
i ' 9
&
n
i ' r r 9 9
& &
+

+ +
+
+ = +
:
1
1 9
:
1
1 9
-i dimostra facilmente che la BconvenienzaC del credito non
" funzione di < 9ovvero della dimensione del prestito:# ma solo del
tasso di interesse 9ovviamente in senso inverso: e della durata del
prestito 9in modo direttamente proporzionale:.
Considerata la struttura degli schemi# non " opportuno inse*
rire uno specifico settore del credito# ad ogni modo possiamo fornire
alcune indicazioni in proposito. Innanzitutto 'uesto settore# chiamia*
molo O# ha una natura peculiare. =on produce infatti plusvalore# ma
" comun'ue profittevole per i capitalisti# che vengono remunerati al
pari di 'uelli degli altri settori. <a decisione di destinare plusvalore
all&accumulazione o alla BspeculazioneC# indichiamo cosG# sintetica*
mente# l&investimento nel settore O# dipende dalla profittabilit% relati*
va dell&investimento. Lccorre dun'ue descrivere i costi del settore O.
113
Infatti l&addendo del numeratore " sempre minore dell&addendo del
denominatore$ 91':91+nVi:`1. -i noti che con i indichiamo il tasso
d&interesse e con n la durata del prestito.
2I1
Per semplicit% possiamo immaginare che l&unico costo sia 'uello del
denaro stesso offerto illimitatamemente dalla banca centrale al tasso
di sconto. <a differenza tra 'uesto tasso e il tasso d&interesse " un in*
dicatore della profittabilit% di 'uesto settore che andr% confrontato
con i saggi del profitto dei settori 1 e 2. =on entreremo 'ui nel pro*
blema del rapporto tra depositi e prestiti 9il cosiddetto Bmoltiplicato*
re dei depositiC: che pure " interessante per comprendere la crescen*
te fragilit% dell&assetto del sistema capitalistico
11I
. Ci interessa invece
far notare come gli schemi di riproduzione# comun'ue siano analiz*
zati# delineano le interazioni tra i diversi settori dell&economia. -i
consideri infatti che 'uando# nella struttura vista sopra# i capitalisti
decidono 'uale parte di plusvalore accumulare# devono tener conto
del rapporto tra saggio del profitto e saggio BnettoC d&interesse 9ov*
vero netto del costo del denaro per la banca:. In linea di massima
possiamo dun'ue affermare che b# la parte non accumulata di -# cre*
scer% con ii^ 9dove i " il saggio d&interesse e i^ il tasso di sconto:.
5uando i aumenta# l&accumulazione viene a ridursi anche sotto il
profilo dei costi 9" piA costoso per le imprese finanziarsi: e 'uesto fa
aumentare ancor di piA b finch) il capitale creditizio " cosG abbon*
dante da ridurre il saggio d&interesse. -e poi ipotizziamo che la ban*
ca centrale# nel determinare il tasso di sconto guardi alla profittabili*
t% aziendale e non all&inflazione se non come fattore che incide sulla
profittabilit% stessa# abbiamo un flusso circolare. Infatti$
r G iH G i G r
J cosG via. <&idea di fondo di 'uesta analisi " che i Brispar*
miC non sono il fondo da cui i capitalisti attingono per investire. <a
variabile chiave " il saggio del profitto che determina le intenzioni di
investire dei capitalisti le 'uali a loro volta trovano nella societ% le
risorse necessarie per farlo. Come osserv( Ralec1i$ Bi lavoratori
spendono 'uello che guadagnano# i capitalisti guadagnano 'uello
che spendonoC.
f: una %orma alternati(a i presenta!ione ella riprou,
!ione allar"ata
11I
Jccellenti analisi della Bfragilit% finanziariaC del capitalismo maturo
sono condotte nei testi di -teindl# allievo di Ralec1i# e @ins1,.
2I2
-eguendo la notazione introdotta in un noto articolo di .ro*
fenbrenner
11K
# possiamo sintetizzare l&accumulazione della riprodu*
zione allargata in una funzione. Chiamiamo g una funzione cosG con*
cepita$
1. g " compresa tra 0 e 1
2. gTf9r#t#P2:
O. gT0 in caso di riproduzione semplice.
A 'uesto punto riscriviamo le e'uazioni come
9!a: : 9
2 1 2 1 1 1 1
9 9 g C C 9 > C + + + = + +
9!b: : :9 1 9
2 1 2 1 2 2 2
9 9 g > > 9 > C + + + = + +
CosG# ad esempio# se gT1+2# significa che a11T1+29-1V-2:.
-i tratterebbe ora di definire g. -appiamo 'uali sono le sue
componenti# potremmo dun'ue ipotizzare$
93: k P r g | o + + = g
g: il sa""io i salario
Chiamiamo 6 il saggio di salario definito come 6TD+9DV-:.
-i dimostra facilmente che r e 6 sono in relazione inversa dato che t
si pu( scrivere come r91V1: da cui 6T1+Z1Vr91V1:[.
A 'uesto punto possiamo studiare 6 come funzione di P# C#
D# - ecc. Il saggio di salario cresce con D# " neutrale alle variazioni
di C e scende con -# essendo 6 una funzione di t. Insomma -raffa
non ha scoperto nulla di nuovo.
h: sc5emi i riprou!ione e pro-lema ella tras%orma!io,
ne
-empre basandoci sul modello di .rofenbrenner# possiamo
introdurre il problema della trasformazione negli schemi di riprodu*
zione 9ovvero la distinzione tra valori e prezzi:. -criviamo$
11K
@. .rofenbrenner# Il capitale per lomo moderno.
2IO
9Ia:
1 1 1 1
9 > C P + + =
9Ib:
2 2 2 2
9 > C P + + =
9Ic:
2 2 1 1 2 1
P p P p P P + = +
?ove p " il rapporto medio tra prezzi e valori del settore.
Ipotizziamo poi come al solito che t sia uniforme e scriviamo il sag*
gio di profitto come
9K:
1 1
2
2
1
1
+
=
+
=
k
tp
k
tp
r
Ricordando l&uso della funzione g# possiamo esprimere la
e'uazione di e'uilibrio come$
92:
1 1 2 2
: 1 9 9 g > g9 C + = +
A 'uesto punto# utilizziamo il rapporto di proporzionalit% e
ne deduciamo che$
910: | | : 9 : 1 9
2 2 2 1 1 1
g9 C p 9 g > p + + +
CosG possiamo tener conto della differente composizione or*
ganica dei due settori.
i: una pro(a %ormale ella le""e ella cauta tenen!iale
el sa""io el pro%itto e ellesercito i riser(a
In un noto articolo del 1231
112
# L1ishio propose un modello
per BprovareC formalmente il modello mar7iano# ovvero per dimo*
strarne la consistenza logica in tema di saggio del profitto e disoccu*
pazione. 5ui ci interessa la 'uestione del saggio del profitto.
Assumiamo che il lavoro complessivamente erogato = 9divi*
so in salari e pluslavoro# - e D:# assistito dal capitale costante C pro*
duca la merce P. @isurando in unit% fisiche di P e ignorando il de*
112
B>echnical Change and the Rate of ProfitC.
2I4
prezzamento di C# possiamo scrivere$ 'TC+= 9composizione organi*
ca:Q nT=+P 9addetto per output# BinversoC della produttivit%:Q uT1
=+=s 9saggio di disoccupazione# con =s forzalavoro:.
Per @ar7# la produttivit% e la composizione organica del ca*
pitale tendono a salire# perci($
0 : 9 < A n 0 : 9 > A '
.
Lra possiamo scrivere la composizione tecnica come$
: 1 9 ^ t n'
>
N
N
nC
k + = = . Come si vede t " ora funzione di
n# ' e t.
Possiamo ora scrivere$
1 : 1 9 + +
=
t n'
t
r
e studiare r come
funzione di n'.
-copriamo che$
1.
0 : 9 > A n'
2.
| |
0
1 : 1 9
1
2
>
+ +
+
=
c
c
t n'
n'
t
r
O.
n'
t
1
lim =

Avremo cosG che 1+n' " il limite superiore dell&andamento
del saggio di profitto dato che$
n' C
N
C
> 9
> C
9
r
1
= =
+
<
+
=
l: "raualit) e iscontinuit)
I dati empirici confermano sia la sostanziale gradualit% della
discesa del saggio del profitto# sia cicli piA brevi di ripresa# in linea
con le ipotesi della legge tendenziale della caduta del saggio del pro*
fitto
120
. Allo stesso tempo# i dati ci dicono che in determinate fasi# la
120
-i veda in particolare il libro di ?um)nil e <)v, C$e economics o% t$e
pro%it rate# un lavoro che dimostra come il saggio del profitto sia cruciale
per il funzionamento complessivo del sistema capitalistico e per la sua
2I!
caduta del saggio del profitto incrocia fenomeni sociali ed economici
piA ampi e da luogo a cambiamenti strutturali del capitalismo. Il de*
clino " indubbio# ma " lento. Allo stesso tempo vi sono trend di bre*
ve periodo. Ad esempio abbiamo un calo dal 123! al &32# poi una ri*
presa# poi di nuovo un calo dal 12II all&K1# 'uindi una ripresa consi*
stente fino al &20. 5uesti cicli minori possono ovviamente spiegarsi
come fece @ar7 trattando delle tendenze contrastanti 9principalmen*
te l&apertura di nuovi settori e mercati nonch) la lotta di classe:.
Euardando al valore del saggio del profitto prima della seconda
guerra mondiale si vede un trend abbastanza omogeneo dal 1200 alla
depressione# poi un crollo verticale seguito da un boom altrettanto
verticale 9conseguenza del riarmo bellico con la nascita di nuovi set*
tori e tecnologie: che conduce al nuovo trend discendente dopo il
&42. A sua volta# un picco era stato registrato dopo il 1KK0. Il boom
della seconda guerra mondiale " da attribuirsi a un enorme aumento
della capacit% utilizzata assieme a un elevato progresso tecnico#
mentre i prezzi e i salari ebbero un ruolo minore# anzi# il costo del la*
voro aument( rapidamente durante la guerra. Lvviamente " difficile
importare 'uesti eventi storicamente decisivi ma unici in un modello
matematico. =el libro citato# vi sono ottimi esempi in proposito.
m: 7omar e <elman
Presentiamo 'ui un modello di ?omar basato su un prece*
dente lavoro dell&economista sovietico 0eld&man che nel 122K# ba*
sandosi sugli schemi di riproduzione# propose un 'uadro concettuale
con cui comprendere il problema della crescita
121
.
-ia$
g$ investimento nel settore 1
I$ tasso di investimento netto
D$ efficienza marginale dell&investimento
C$ tasso di produzione dei beni di consumo
]$ tasso di produzione del reddito nazionale
a$ propensione medio al risparmio
a&$ propensione marginale al risparmio
periodizzazione storica.
121
<&articolo " contenuto nel libro AA.DD.# 9ocialist -conomics.
2I3
Per definizione$ gI I =
1
e
1 1
1
>
gI
>
I
I = =

Adesso risolviamo l&e'uazione differenziale e troviamo$


t > g
e I I
: + 9
0
1
=
Lvvero l&investimento totale crescer% al tasso costante g+D1.
Dediamo l&altro settore.
?i nuovo per definizione$ I g I : 1 9
2
=
=e deriva$
: 1 9
1
: + 9
2
1
0
1

|
|
.
|

\
|
+ =
t > g
e
>
>
g
g
C C

?a cui$
| | : 9
2 1 1
2 1
: + 9
1
> > g >
> >
e
I C R
t > g

|
|
.
|

\
|
= + =

C e ] hanno entrambi una parte costante e una parte espo*
nenziale. Il loro tasso di crescita sar% dun'ue diverso da g+D1. =el
tempo ci sar% una convergenza perch) la parte esponenziale prevale
ma ci vorr% comun'ue del tempo. Ad esempio se a9t0: " 0#1 e g " 0#O
e I " 10S# ] e C arrivano al 10S solo dopo 40!0 anni.
-orvolando sulle considerazioni connesse alla distinzione tra
propensione media e marginale vediamo solo che$
2 1
2 1 1
2
1
: a 1 9 a
: 9
a
a
> a > a >
> > g >
g>
a
>
a
>
g
+ =

= =
Lvvero " una combinazione lineare. Ci( dimostra anche che
a& " connesso a g$ se non c&" un settore 1 sufficientemente sviluppa*
to# 'ualun'ue sia il risparmio del paese 9dato che " un&economia
chiusa# non ci sono investimenti dall&estero:# non ci sar% crescita per*
ch) mancano i mezzi di produzione.
In sintesi$ gli investimenti possono crescere rapidamente an*
che con un basso saggio del risparmio ma 'uesto determina il tasso
di crescita del reddito$ occorre decidere se accumulare o consumare#
che " 'uello che successe nel periodo staliniano.
2II
n: .n interessante articolo i S2 Tsuru
=el libro Ae5nes contro Mar4 del 12!4 >suru presenta un
interessante sintesi degli schemi di riproduzione.
-eguendo al solito l&idea di .ucharin nella suddivisione del
plusvalore degli schemi di riproduzione allargata# scriviamo$
91:
i i i i i i i
9v 9c 9k 9 > C E + + + + + =
dove -1 " il consumo dei capitalisti# -c l&accumulazione in
capitale costante e -v l&accumulazione in nuovi salari.
Lra definiamo$
92a:
i
i
i
>
9
s =
saggio di plusvalore
92b:
i
i
i
>
C
r =
composizione tecnica 9organica: del capita*
le
92c:
1
2
>
>
$ =
divisione della forzalavoro tra i settori
92d:
i
i
i
9
9c
4 =
tasso di accumulazione
@anipolando algebricamente le formule otteniamo$
9O:
2 2
1
1
r s4
s4 s
$
+
+
=
Lvvero# ipotizzando ugual saggio di plusvalore e di salario#
la proporzione con cui la forzalavoro deve essere distribuita tra i
settori dipende dai rapporti dei tassi di accumulazione e dalla com*
posizione organica del settore dei beni di consumo.
o: lo sc5ema a tre settori i #alec>i
=ell&articolo B<e e'uazioni della riproduzione di @ar7 e l&e*
conomia modernaC 9pubblicato nel &3K nel libro Mar4 vivo: il grande
2IK
economista polacco propone uno schema a tre settori in grado di evi*
denziare con chiarezza i legami tra accumulazione# investimenti e
domanda effettiva. Ralec1i divide il settore 2 in due sottosettori 2
9consumo dei capitalisti: e O 9consumo dei lavoratori:. In ci( nulla di
particolarmente nuovo. <o abbiamo gi% visto in .ucharin. A 'uesto
punto# considerando che
2 2 2 1
v s v s 9 + + + = # possiamo riscrivere
l&e'uazione fondamentale di e'uilibrio come$
91:
2 1 O
v v s + =
=e deriva l&e'uazione che connette investimenti e profitti$
92: Ck I 9 + =
9dove C1 " il consumo dei capitalisti# 'uello che nello sche*
ma originale di .ucharin viene definito b:.
-i noti che con ci( " stabilito un legame fisso tra investimen*
ti e dun'ue accumulazione di capitale e profitti. -e i capitalisti sono
BfrugaliC# i profitti diventano nuovo capitale 9escludendo l&intervento
del credito:.
A 'uesto punto Ralec1i definisce tre parametri che connetto*
no i salari dei diversi settori al loro prodotto.
Chiamiamo infatti$
Cw
v
Ck
v
I
v
O
O
2
2
1
1
Q Q = = = | | |
9dove C6 " ovviamente il consumo dei lavoratori# che corri*
sponde anche al monte salari:. Ftilizzando le e'uazioni precedenti
arriviamo a definire il consumo dei lavoratori come$
9O:
O
2 1
1 |
| |

+
=
Ck
Cw
Il consumo dei lavoratori dipende dun'ue positivamente da
tutti i parametri visti sopra 9cio" dalla proporzione tra capitale varia*
bile e dimensione del settore:. A 'uesto punto definiamo il reddito
nazionale# somma di consumo e investimento# come$
94: Cw 9 C I R + = + =
CosG la crescita " legata essenzialmente all&accumulazione#
ovvero al plusvalore estratto dalla classe operaia.
2I2
Pensiero economico, marxismo e lotta i classe
1. Introu!ione
<e discipline scientifiche sono tradizionalmente divise in
due grandi mondi$ le scienze naturali e 'uelle sociali# intendendo
con le seconde 'uelle che si occupano della societ%. I teorici borghe*
si si sono divisi# negli ultimi due secoli# sulla 'uestione dell&unicit% o
meno del metodo# se cio" nelle scienze sociali ci volesse un altro
metodo rispetto a 'uelle naturali o meno. ?urante tutto il corso dello
sviluppo scientifico si " comun'ue vista una generale dipendenza
nello sviluppo delle scienze sociali da 'uelle naturali. Eli scienziati
sociali hanno imitato e anche scimmiottato i fisici# i biologi# ecc.
>utto 'uesto non " certamente un caso. 5uesto imitare le scienze na*
turali nasconde un preciso scopo$ eliminare la lotta di classe dalla
scienza. Per @ar7 la lotta di classe " il motore della storia dell&uma*
nit% in 'uanto riassume in s) la contraddizione tra lo sviluppo inces*
sante delle forze produttive e il progressivo rimanere indietro dei
rapporti di produzione. CosG vediamo i passi avanti meravigliosi del
progresso tecnologico in 'uesti ultimi cin'uant&anni# mortificato
per( dal suo utilizzo borghese# dal fatto che in 'uesta societ% la tec*
nologia# come la stessa classe operaia# " solo un mezzo per produrre
i profitti dei capitalisti. 5uesta contraddizione tra enorme sviluppo
tecnologico e rapporti di produzione che restano capitalistici# sar%
rotta dalla rivoluzione socialista che permetter% alla scienza e alla
tecnologia sviluppi giganteschi e finalmente a vantaggio di tutta l&u*
manit%.
2. Leconomia
>orniamo all&osservazione iniziale$ gli scienziati borghesi
vorrebbero che le scienze sociali fossero come 'uelle naturali. >utta*
via gli argomenti da trattare non sono affatto simili# soprattutto han*
no una differenza$ nessun elettrone cambier% mai traiettoria venendo
a sapere della meccanica 'uantistica# il ferro non si fonder% prima
studiando un trattato di mineralogia. Diceversa la societ% " composta
2K0
da classi e da individui che possono studiare il funzionamento della
societ% e agire di conseguenza. Agire di conseguenza non significa
ovviamente che possono fare 'uello che vogliono. 5uesta " l&altra
classica esagerazione del pensiero borghese$ nella societ% non esiste*
rebbero leggi# ci sarebbe il Blibero arbitrioC# ognuno vive come vuo*
le. Il mar7ismo riesce a evitare 'uesto falso dilemma tra determini*
smo meccanico e idealismo anarchico nella misura in cui spiega le
cause del divenire$ nelle parole di Jngels Bla libert% " una necessit%
di cui si " coscientiC. 5uindi l&uomo ha sG la possibilit% di agire libe*
ramente# ma sfruttando il funzionamento del mondo oggettivo in cui
vive. @ar7 prima e i mar7isti poi hanno analizzato a fondo il proces*
so che conduce dalla realt% esterna all&elaborazione di conoscenze
nell&uomo. Come ricordato nel primo saggio di 'uesto lavoro# il fon*
damento di 'uesta analisi " che le condizioni materiali determinano
la coscienza sociale e cio" le teorie scientifiche# politiche# sociali# la
cultura# l&arte di una certa epoca sono il riflesso sociale# non mecca*
nico ma comun'ue determinato# della societ% che le produce e delle
lotte sociali di 'uesta societ%. <a classe che domina la societ% impo*
ne le proprie idee e le proprie teorie.
-crivono @ar7 ed Jngels$ B<e idee della classe dominante
sono in ogni epoca le idee dominantiQ cio"# la classe che " la potenza
materiale dominante della societ% " in pari tempo la sua potenza spi"
ritale dominanteC.
122
=elle scienze sociali della nostra epoca 'uesto si traduce
cosG$ le teorie economiche e sociali sono le teorie della borghesia# la
'uale essendo diventata un freno all&ulteriore sviluppo della societ%#
non pu( che riflettere 'uesto suo carattere oggettivamente reaziona*
rio in idee e teorie reazionarie e irrealistiche.
O. 6li al-ori elleconomia politica
@ar7 definisce BclassicaC l&economia politica opera degli
autori che analizzarono il capitalismo dal suo sorgere fino all&inizio
dell&Lttocento. Pett,# i fisiocratici# -mith e Ricardo furono degli stu*
diosi brillanti e originali. Con loro la scienza economica fece passi
avanti notevoli. <a loro analisi poteva essere onesta perch) la pro*
pria classe stava trasformando in meglio l&umanit%. <a lotta per il li*
122
&ideologia tedesca, pag. O!.
2K1
bero scambio di Ricardo# la lotta per un sistema fiscale razionale di
5uesna,# le proposte degli economisti illuministi in Italia# erano lot*
te contro gli avanzi teorici del vecchio mondo# contro i difensori del*
l&aristocrazia# i reazionari incalliti che non si decidevano a capire
che il feudalesimo era finito e una nuova epoca si apriva di fronte al *
l&uomo. Come borghesi# i primi economisti si ponevano problemi
concreti in modo serio e spesso fornendo risposte ancora oggi ap*
prezzabili. =on dimentichiamo per esempio che @ar7 fece propria la
lotta per il libero scambio# anche se con motivazioni ovviamente di*
verse da 'uelle dei liberali. All&inizio del 8I8 secolo la classe opera*
ia moderna era appena nata e spesso conservava la coscienza dei
propri padri contadini o artigiani. Inoltre non aveva nessuna espe*
rienza di lotta sindacale. >utto ci( si rifletteva in una dispersione del
proletariato e nella possibilit% dei capitalisti di sfruttare orribilmente
gli operai. I salari erano appena sufficienti a vivere come e peggio di
animali. 5uesta realt% si rifletteva a sua volta nella teoria di -mith e
Ricardo che realisticamente ponevano il salario come il minimo per
sopravvivere e perci( come un limite inferiore invalicabile# pena la
morte della preziosa forzalavoro. Inutile dire per( che un rialzo del
salario veniva ritenuta una cosa nociva alla BnazioneC perch) avreb*
be compresso i profitti e perci( l&accumulazione di capitale# lo svi*
luppo. In ogni epoca i teorici della classe dominante hanno difeso la
propria classe sostenendo che i suoi interessi corrispondevano agli
interessi di tutta la societ% e 'uando 'uesta classe faceva crescere le
forze produttive la pretesa aveva una base reale. Comun'ue gi% il
fatto di porre salario e profitti come inversamente proporzionali im*
plicava un&onest% intellettuale che gli scienziati sociali in seguito
perderanno. Per gli economisti classici era un&ovviet% che l&econo*
mia fosse l&analisi del capitalismo# delle sue leggi# del lavoro salaria*
to# dell&accumulazione di capitale. Insomma come rappresentanti di
una classe che faceva progredire l&umanit%# anche se a spese del pro*
letariato# studiosi come -mith e Ricardo# potevano permettersi una
analisi spregiudicata e onesta della realt%. =on bisogna credere che a
'uei tempi tutti gli scienziati fossero cosG relativamente sinceri. Ci
sono sempre stati gli apologeti a pagamento# i servi della classe do*
minante# 'uelli che @ar7 definiva Beconomisti volgariC# dei penni*
vendoli che si limitava a deridere senza perderci tempo# ma essi era*
2K2
no una minoranza marginale. >uttavia la situazione cambi( rapida*
mente nel corso degli anni venti e trenta del secolo scorso.
4. Le prime lotte operaie pon"ono %ine alleconomia come
scien!a
Anche se gli operai di allora erano facilmente ricattabili# le
condizioni bestiali di vita li costrinsero a unirsi per lottare. =el DIII
capitolo del Capitale @ar7 mostra le loro condizioni di vita e di la*
voro. Eiornate lavorative di dodici e 'uattordici ore erano la norma
anche per le donne e i bambini. BIl capitale celebrava le sue orgeC
come scrisse. <a cosa interessante " che nello stesso periodo il parla*
mento inglese proibiva di far lavorare gli schiavi nelle colonie per
piA di 4! ore mentre tollerava una settimana lavorativa di oltre set *
tanta ore in patria per bambini dodicenni. Il lavoro salariato permet *
teva ai capitalisti un enorme incremento nell&accumulazione del ca*
pitale# e# per inciso# 'uesta " la vera ragione per cui la schiavitA co*
minci( a declinare negli Fsa e per 'uesto venne alla fine eliminata
con la guerra civile. In Eran .retagna nac'uero dun'ue i primi sin*
dacati. Prima# a livello di singola fabbrica e citt%# poi a livello nazio*
nale. =el 1I22 il governo britannico approv( le leggi antioperaie
9combinations acts: e i sindacati vennero dichiarati illegali# gli attivi*
sti condannati e uccisi. 5uesto regno del terrore antisindacale dur(
per 2! anni. @a alla fine la forza della classe operaia si dimostr(
maggiore della repressione. =el decennio 1K121K22 si susseguiro*
no scioperi e repressione fino al Bmassacro di PeterlooC 'uando in
un paesino# -t. Peter 0ields# la cavalleria caric( un corteo operaio fa*
cendo 11 morti e centinaia di feriti. <a borghesia inglese si rese per(
conto che la guerra civile era dannosa e favoriva l&organizzazione
degli operai e inizi( a concedere 'ualcosa. <&ondata di scioperi negli
anni venti condusse alla creazione della prima confederazione sinda*
cale della storia# la =ational Association for the Protection of <a*
bour# di ispirazione o6enista# che arriv( a contare oltre 100mila
membri. <&esplosione della lotta di classe nei primi decenni del se*
colo terrorizz( la borghesia. <o -tato britannico impieg( piA soldati
per reprimere la propria classe operaia che per combattere =apoleo*
ne. -oltanto che 'uesto fu sconfitto per sempre# la classe operaia in*
vece si risollev( con ancora piA vigore nel movimento cartista degli
2KO
anni 'uaranta. <a conseguenza di tutto 'uesto " facilmente intuibile$
i teorici della borghesia# vedendo la realt% tingersi di rosso# per il
sangue dei conflitti sociali e per le bandiere del movimento operaio#
rinunciarono per sempre a un&analisi della societ%. ?a allora la teoria
economica " l&insieme dei pregiudizi# delle velleit%# dei sogni e della
manie dei capitalisti. >utto meno che un&analisi delle leggi che rego*
lano il divenire della societ%. In 'uesto secolo e mezzo ci sono state
poche eccezioni e comun'ue anche gli economisti che in 'ualche
modo hanno tentato una sterzata verso la realt% sono rimasti legati
all&ortodossia liberale che si pu( condensare nella famosa frase di
@ar7 BcosG c&" stata storia ma ormai non ce n&" piAC.
!. 7alleconomia politica classica alla nascita ellecono,
mia /neoclassica0
<asciamo la parola a @ar7 per capire 'uesto processo$ BCol
1KO0 subentr( la crisi che decise una volta per tutte. <a borghesia
aveva con'uistato il potere politico in 0rancia e in Inghilterra. ?a
'uel momento la lotta tra le classi raggiunse# tanto in pratica che in
teoria# forme via via piA pronunciate e minacciose. Per la scienza
economica borghese 'uella lotta suon( la campana a morto. Lra non
si trattava piA di vedere se 'uesto o 'uel teorema era vero o no# ma
se era utile o dannoso# comodo o scomodo al capitale# se era accetto
o meno alla polizia. Ai ricercatori disinteressati subentrarono pugila*
tori a pagamento# all&indagine scientifica spregiudicata subentrarono
la cattiva coscienza e la malvagia intenzione dell&apologeticaC.
12O
J 'uesto processo proseguG$ B<a rivoluzione continentale del
1K4K ebbe il suo contraccolpo anche in Inghilterra. Fomini che an*
cora rivendicavano valore scientifico e volevano essere 'ualcosa di
piA di meri sofisti o sicofanti delle classi dominanti# cercarono di
mettere l&economia politica del capitale d&accordo con le rivendica*
zioni del proletariato# che ormai non potevano essere ignorate piA a
lungo. ?i 'ui un sincretismo esanime# come " rappresentato# meglio
che da altri# da ;ohn -tuart @ill. P 'uella dichiarazione di fallimento
dell&economia BborgheseC 9...:C.
5uesto processo# magistralmente analizzato da @ar7# avven*
ne in modo ancora piA vergognoso nei paesi in cui la borghesia ave*
12O
Il capitale I# pag. 40.
2K4
va preso il potere 'uando gi% era sorto e si stava organizzando un
forte proletariato# come in Eermania. Eli economisti# costretti dalla
lotta di classe a constatare che gli interessi della loro classe non era*
no 'uelli di tutta la societ% e nemmeno della maggior parte# si ritira*
rono in una societ% fatta a loro uso e consumo. All&inizio# ai tempi
del Bsincretismo esanimeC di cui parla @ar7 gli studiosi meno rea*
zionari# come @ill# erano inclini a consigliare agli operai moderazio*
ne# riflessione# e soprattutto di fare pochi figli per avere meno operai
in futuro e dun'ue salari piA alti. @a ben presto la lotta di classe rag*
giunse punte estreme# fino a 'uando la Comune di Parigi present( a
'uesti signori il raccapricciante spettacolo del proletariato al potere#
se pur per un breve periodo. <a Comune sorse e morG nel 1KI1. =el
decennio successivo ogni residuo dell&economia politica classica
venne cancellato e nac'ue una scuola detta BneoclassicaC del tutto
differente dalla precedente.
3. Ro(istano nella pattumiera ella storia
@ar7 pass( la sua vita a studiare le condizioni della classe
operaia inglese e mondiale e lo sviluppo del capitalismo. -tudi( an*
che il pensiero economico a lui precedente# molto meno 'uello con*
temporaneo che gi% si andava facendo pura apologetica. 5uando uscG
Il capitale# tre anni dopo la fondazione della prima organizzazione
operaia internazionale# gli economisti Bdi professioneC si trovarono
di fronte una teoria eccellente in difesa del proletariato. =on si tratta*
va piA di un opuscolo socialista magari pieno di ingenuit%# di pregiu*
dizi# ma di un metodo e di una teoria organica che spiegavano la lot*
ta di classe a opera di uno scienziato che partecipava alla lotta di
classe ma dalla parte BsbagliataC. I teorici borghesi dell&epoca anche#
se a tentoni# stavano cercando una teoria alternativa a 'uella classica#
ma non vedevano ancora le conseguenze negative del pensiero clas*
sico. Il capitale fu decisivo. ?a allora fu chiaro che l&erede scientifi*
camente legittimo dell&economia politica classica era il movimento
operaio incarnato dal suo piA grande teorico# @ar7. <a sua Bcritica
dell&economia politicaC 9che " il sottotitolo del Capitale: prendeva il
meglio del pensiero economico degli ultimi due secoli e lo ritorceva
in modo coerente e organico contro la classe dominante. Fn vero in*
cubo. PiA o meno successe lo stesso in campo filosofico con la dia*
2K!
lettica hegeliana utilizzata da @ar7 ed Jngels contro la classe che lo
stesso Negel aveva difeso in vita. =on per niente Jngels sostenne
che il proletariato tedesco era il vero erede della filosofia classica
germanica. <o stesso si pu( dire degli operai inglesi rispetto all&eco*
nomia politica classica. A 'uesto punto gli economisti si trovavano
di fronte 'uesta situazione$ la teoria fino ad allora dominante era in
crisi sia perch) la sua spregiudicatezza era di per s) pericolosa nel
nuovo contesto sociale# sia perch) il principale teorico del movimen*
to operaio# partendo da essa# era arrivato a spiegare la necessit% di
abbattere il capitalismo. Lccorreva attaccare @ar7# ma 'uesto vole*
va dire rigettare anche tutta la scienza borghese seria dell&ultimo se*
colo. J cosG fu. Jntro la fine del 8I8 secolo nei tre principali paesi
capitalisti# Inghilterra# Eermania e 0rancia e poi anche altrove# gli
economisti elaborarono una nuova teoria su basi radicalmente nuo*
ve. 5uella teoria domina# tra alti e bassi# ancora oggi.
5uali furono le basi teoriche della nuova scuolaM Pu( sem*
brare un argomento poco importante# visto che si tratta in fondo di
pura apologetica. @a per il mar7ismo anche la teoria piA irreale# piA
assurda e fuori dal mondo riflette# in un certo modo# la societ% che la
produce. P dun'ue interessante fare un breve resoconto di 'ueste
dottrine. =ella seconda parte abbozzeremo una ipotesi piA generale
su che cosa rappresenti la teoria neoclassica.
Abbiamo parlato di Bpattumiera della storiaC perch) la nuova
scuola non aveva in realt% niente di nuovo. <&utilitarismo era nato
nel -ettecento# e nell&Lttocento economisti francesi e tedeschi ave*
vano anticipato praticamente tutte le BscoperteC dei neoclassici du*
rante tutto il periodo che va dal 1KI0 a oggi. Fn solo episodio rivela
'uesta realt%$ nel 1K!4 un libro dell&economista Eossen# che antici*
pava buona parte della rivoluzione neoclassica# era stato un comple*
to fallimento editoriale. Eossen morG nel 1K!K sconosciuto. @a# un
trentennio dopo# un sagace editore di .erlino ristamp( il libro con
una nuova data# 1KK2# fu un successo strepitoso. =essuna idea che
l&economia borghese ha prodotto nell&ultimo secolo rappresenta un
passo avanti della conoscenza. Certo ci sono moltissimi studi setto*
riali# una raccolta di dati massiccia# ma la struttura concettuale total*
mente distorta e apologetica inficia gran parte delle singole analisi.
Nanno rovistato nella pattumiera della storia e delle teorie per trova*
2K3
re l&arma piA utile per non irritare la classe dominante# un misto di
sogni borghesi e astrazioni matematiche.
I. Il %ilo rosso ellutilitarismo
Ai tempi dell&economia politica classica il fulcro dell&analisi
economica# come detto# era la societ% capitalistica e come essa distri*
buiva le proprie risorse tra le classi. @olti degli economisti classici
erano# in filosofia# utilitaristi. ;ames @ill# padre di ;ohn -tuart @ill#
@andeville e altri erano stati tra i fondatori di 'uesta scuola filosofi*
ca che rappresenta il distillato del pensiero borghese$ individuali*
smo# egoismo# mano libera con la forzalavoro# ma che almeno ai
suoi inizi aveva anche una carica progressista dirompente. Per l&utili*
tarismo l&uomo " come un calcolatore razionale del piacere e del do*
lore e persegue la propria utilit% personale. 0acendo i propri affari
aiuta tutta la societ% a progredire. 5uesta filosofia era sottintesa a
molta parte dell&economia classica ma non pregiudicava la sua capa*
cit% analitica. >ra 'uelli che @ar7 chiamava Beconomisti volgariC#
cio" puri apologeti# c&erano utilitaristi che partendo da 'uesta filoso*
fia rifiutavano le analisi di -mith e Ricardo e proponevano una
scienza dell&armonia# senza classi# senza riferimenti alla societ% sto*
ricamente contingente. Prima della BsvoltaC degli anni trenta 'uesti
rimasero ai margini della vita scientifica. =el corso del secolo inizia*
rono ad ac'uisire sempre piA peso# nella misura in cui la scuola clas*
sica doveva entrare in crisi. A met% del secolo in Eermania i teorici
dell&utilit% marginale# cio" dell&utilitarismo applicato all&economia
9un bene d% un beneficio minore 'uanto piA se ne usa: iniziarono a
con'uistare le universit%. All&inizio degli anni settanta uscirono i li*
bri dei tre fondatori delle scuole nazionali della teoria neoclassica
Halras 90rancia:# @enger 9Eermania: e ;evons 9Inghilterra:. In dieci
anni la nuova teoria aveva preso il sopravvento. ?icevamo dell&utili*
tarismo$ 'uesta scuola estremizz( l&approccio utilitarista# per loro il
comportamento umano era un mero calcolo razionale teso a massi *
mizzare l&utilit%. =on si doveva ricorrere al concetto di classe nell&a*
nalisi# 'ualsiasi concetto collettivo andava negato. Jsistevano solo
gli individui razionali senza collegamento a una societ% in particola*
re# l&analisi doveva trovare teoria adatte a tutte le societ%# a ogni luo*
go. <&economista Robbins nel 12O2 riassunse il tutto definendo l&e*
2KI
conomia$ Bla scienza che studia il comportamento umano come una
relazione tra scopi classificabili in ordine di importanza e mezzi
scarsi applicabili ad usi alternativiC. Come si vede 'ui il capitalismo
" scomparso assieme alla lotta di classe e a 'ualsiasi altro carattere
concreto di 'uesta societ%# annegato in una definizione cosG generica
che potrebbe adattarsi all&attivit% di un medico# di un biologo# di uno
psicologo o di uno statistico. Jppure# per le ragioni che spiegavamo#
" interessante analizzare in che modo l&economia neoclassica riflette#
pur non volendo# le condizioni reali di 'uesta societ%. Ei% @ar7 ave*
va spiegato che " nel processo produttivo che il capitalista fa profitti
appropriandosi di lavoro non pagato alla classe operaia. -ul mercato
si scambiano sempre e'uivalenti$ a essere semplici compratori o
venditori non si guadagna nulla. Inoltre " nel processo produttivo
che nascono le contraddizioni di classe$ i rapporti di produzione
sono appunto rapporti determinati tra classi antagoniste che si divi*
dono il lavoro e i suoi risultati. Il modo di produzione determina il
modo di scambio. Il mercato# come luogo dove si scambiano le mer*
ci# " il luogo dove la realt% " rovesciata per eccellenza. ?ietro al
compratore si nasconde il proprietario di mezzi di produzione ma il
mercato " anonimo. ?ietro al venditore si nasconde l&operaio che
deve lavorare nella fabbrica del padrone per vivere# ma sul mercato "
appunto un venditore. -ul mercato siamo tutti uguali$ B&a s%era del"
la circola!ione, ossia dello scambio di merci# entro i cui limiti si
muovono la compera e la vendita della forzalavoro era in realt% un
vero -den dei diritti innati dellomo. 5ui regnano soltanto &ibert#,
-gaglian!a, Propriet# e Qent$amC.
124
Come gi% aveva capito @ar7# gli economisti borghesi hanno
un mezzo molto semplice per capovolgere la realt% e nascondere la
lotta di classe# lo sfruttamento degli operai# l&inevitabile fine del ca*
pitalismo per mezzo della rivoluzione$ parlano della circolazione
delle merci# del mercato. -ul mercato si scambiano i beni. Contano i
valori d&uso del bene# conta la loro utilit%. -ul mercato non esistono
classi# non esiste sviluppo economico# non esiste sfruttamento# non
esiste progresso tecnologico# non esiste neanche la politica# solo ato*
mi razionali che vendono e comprano. <o sviluppo della teoria neo*
classica ha seguito 'uella frase$ via la produzione# via le classi e il
gioco " fatto. =el trentennio finale del secolo scorso si andavano for*
124
Il capitale I# pag. 20K. .entham " il fondatore dell&utilitarismo.
2KK
mando i trust# i monopoli prendevano il posto dei singoli capitalisti#
gli operai si concentravano in enormi fabbriche# in una parola nasce*
va la fase imperialistica del capitalismo# un periodo a cui i migliori
dirigenti rivoluzionari e teorici mar7isti dedicarono le proprie capa*
cit% analitiche 9si pensi ai libri sull&imperialismo di <enin e .ucha*
rin# a &accmla!ione del capitale di Rosa <u7emburg# a Nilfer*
ding# ecc.:. =iente di 'uesta realt% entr( nella teoria economica# che
invece si rifaceva a un capitalismo atomistico preottocentesco. Il suo
fine era comun'ue non rifarsi a nessuna epoca in particolare. In 'ue*
sta concezione si potevano trovare le stesse leggi per il medioevo# lo
schiavismo# il capitalismo$ uomini razionali che massimizzano il
proprio piacere. Rinunciare alla storia per tenersi l&apologia.
K. Conse"uen!e ella nuo(a teoria
-pesso gli scienziati non sono neanche abbastanza intelli*
genti da capire le implicazioni politiche delle proprie teorie# altre
volte pensano seriamente che la teoria che presentano agli uomini
comuni sia nata nella loro testa come parto spontaneo# anzich) come
riflesso della realt% che li circonda. =on " 'uesto il caso degli econo*
misti# la punta di diamante della reazione intellettuale. In tutte le
epoche 'uesti signori hanno sempre saputo bene 'ual era il loro
compito. 5uando uscG il Capitale lo passarono sotto silenzio finch)
poteronoQ poi fu un diluvio di critiche di ogni tipo. 5ualsiasi profes*
sore di economia si sentG in dovere di BdistruggerloC. <a generazione
che fece la svolta non era meno cosciente del proprio ruolo sociale.
<a dimostrazione piA stupefacente di 'uesto " che per la prima e for*
se unica volta nella storia venne cambiato nome a una scienza per ra*
gioni politiche. <a scienza si era sempre chiamata Beconomia politi*
caC. @a poich) BpoliticaC implicava ormai scienza di una classe# si
decise di passare al serio e scientifico nome di economics 9in italiano
tradotto con BeconomicaC:. I tre capostipiti gettarono in pasto ai ben*
pensanti proprio la teoria adatta# 'uella che stornava l&analisi dai
problemi spiacevoli della lotta di classe. ;evons scrisse$ Bil supposto
conflitto fra lavoro e capitale " un&illusioneC
12!
. J ancora$ Bnon dob*
12!
C$e state in relation to labor# pag. 2K.
2K2
biamo guardare a tali 'uestioni da un punto di vista di classe# in eco*
nomia dobbiamo considerare tutti gli uomini come fratelliC.
123
=on tutti gli economisti ovviamente avevano le stesse idee
politiche. =ella scuola neoclassica ci sono stati fautori del fascismo#
9l&italiano Pareto per esempio:# ma anche moderati e perfino fautori
di proposte che adesso sembrerebbero rivoluzionarie se confrontate
con 'uasi tutti i programmi dei partiti socialisti. Fno di 'uesti era
Halras# fondatore della scuola dell&e'uilibrio economico generale#
favorevole all&intervento statale# e che si definiva addirittura un so*
cialista scientifico. >uttavia anche lui non era certo estraneo alle ra*
gioni per cui si stava Bfacendo scienzaC in 'uel modo. In una lettera
che il padre di Halras# anche lui economista# indirizza al figlio il 3
febbraio 1K!2 gli scrive$ BFna cosa che trovo perfettamente soddi*
sfacente nel piano del tuo lavoro# " la tua intenzione che approvo
sotto ogni punto di vista di tenerti nei limiti piA inoffensivi rispetto
ai signori proprietari. .isogna dedicarsi all&economia politica come
ci si dedicherebbe all&acustica o alla meccanicaC.
5uesta " l&oggettivit% della scienza borghese giunta al suo
punto di svolta. In seguito l&unica cosa che miglior( fu la trattazione
formale dei problemi irrealistici e fantasiosi di sempre. ?i fatto gli
economisti migliori erano matematici prestati all&economia. <a for*
malizzazione matematica serviva a non parlare dei problemi seri. <a
teoria economica and( staccandosi sempre piA dalla realt%. =on inte*
ressa in 'uesta sede analizzare tutte le scuole# ormai numerosissime#
che nel corso di 'uesto secolo si sono succedute in 'uesta BscienzaC.
>ranne pochi eretici isolati# gli economisti hanno compattamente di*
feso la classe dominante. 0acendo 'uesto sono sG stati inoffensivi ai
Bsignori proprietariC# come raccomandava Auguste Halras a suo fi*
glio# ma anche inutili. <a teoria economica " tanto poco legata alla
realt% che tutti gli studi concreti sulla situazione economica# sulla ge*
stione dell&impresa capitalistica# sul sistema finanziario# sull&econo*
mia dell&innovazione# sui problemi dello sviluppo economico ecc.#
devono per forza di cose rifiutare la teoria ortodossa nella pratica o
introdurre ipotesi ad hoc dall&esterno. 5uando un economista deve
affrontare un problema pratico serio# dedica 'ualche pagina a un
omaggio rituale ai dogmi teorici e poi passa a trattare del problema
con scarse connessioni con i principi della teoria che recuperano con
123
C$e state in relation to labor# pag. 1!I.
220
eroiche e spurie connessioni. I capitalisti cosG si ritrovano una teoria
che " piA distante dalla >erra del mondo di Peter Pan# e tante sottose*
zioni dell&economia che procedono per conto loro# spesso costrette a
riprendere inconsapevolmente concetti di @ar7 o dell&economia po*
litica classica# procedendo in modo eclettico e confuso. Comun'ue "
una curiosa coincidenza che 'uesta teoria neoclassica# pur cosG
astratta# pur volendo dimenticarsi delle classi e del capitalismo# pro*
pone sempre ricette di politica economica perfettamente in linea con
gli interessi di classe dei capitalisti. >utte le pagine di formule mate*
matiche che riempiono i libri di economia# tutti i loro difficili e futili
teoremi servono solo a dimostrare che# guarda caso# il lavoro costa
troppo# ci vuole flessibilit%# libert% di licenziare e cosG via. Astrazio*
ne fa sempre rima con reazione.
2. .necce!ione
5uesta breve analisi dello sviluppo della teoria economica
ha cercato di mostrare la tendenza fondamentale dell&economia# che
nasce come serio tentativo di capire il processo produttivo capitali*
stico e finisce come giustificazione# sotto forma di e'uazioni e grafi*
ci# di un sistema ormai superato. -i potrebbero comun'ue trovare
delle eccezioni a 'uesta tendenza fondamentale. <a piA importante# e
l&unica che vale la pena analizzare 'ui# " 'uella costituita da Re,nes.
5uando nel 1222 scoppi( la grande crisi# gli economisti non sapeva*
no che pesci prendere. <a teoria non prevedeva crisi del genere e
non si sapeva che consigli dare. <&ortodossia di allora vietava la spe*
sa pubblica come fonte di sviluppo# si predicava invece il bilancio in
pareggio. Eli investimenti pubblici# si diceva# in 'uanto fatti con sol*
di presi ai privati# non aiutano l&economia nel suo complesso ma
BspiazzanoC semplicemente gli investimenti privati. Re,nes fece no*
tare che 'uesto " vero solo se i privati stanno investendoX -e i capita*
listi# non vedendo sbocchi produttivi per i propri investimenti# man*
tengono i propri capitali inattivi o li usano a fini speculativi# lo -tato
pu( avere un ruolo propulsivo sostituendosi a loro.
?a principio le proposte di politica economica di Re,nes#
sebbene non ortodosse# non costituivano una rottura completa con la
scienza ufficiale n) avevano un carattere organico# erano piuttosto
un&ipotesi per uscire dalla profonda crisi del sistema a livello mon*
221
diale. =egli anni successivi# Re,nes giunse a fondare una teoria radi*
calmente nuova in cui si dava allo -tato un ruolo permanente. <a
teoria si pu( sintetizzare nelle due proposte fondamentali$ la socia*
lizzazione degli investimenti 9lo -tato come principale capitalista: e
l&eutanasia del rentier 9lo spostamento forzato di risorse dai settori
parassitari della rendita finanziaria ai settori produttivi:. 5ueste pro*
poste erano indubbiamente radicali ed erano il risultato di un periodo
particolarmente disastroso per il capitalismo. Con la seconda guerra
mondiale e soprattutto il boom postbellico il capitalismo si risollev(.
<a politica economica difesa dai 1e,nesiani per(# si manteneva al*
meno in parte. =ei paesi occidentali lo -tato divenne il piA grande
capitalista# sostituendosi spesso alla borghesia BprivataC. Il fatto che
nel periodo di massima crescita economica della storia# la borghesia
dovesse ricorrere ciononostante allo -tatoimprenditore per far fun*
zionare il sistema " un sintomo della crisi irreversibile# del declino
epocale del sistema capitalistico. In 'uesto senso la teoria di Re,nes
rompe con la tendenza all&irrealismo e riflette i veri problemi della
societ% presente. Per una volta le difficolt% erano maggiori dei rischi
e gli apologeti vennero marginalizzati. Comun'ue# sebbene rimanes*
se la strutturalit% dell&intervento statale nell&economia# la carica radi*
cale del 1e,nesismo venne pian piano eliminata. Come Cincinnato#
che dopo aver sconfitto i barbari torn( a zappare l&orto# Re,nes e la
sua teoria vennero gradualmente emarginati.
<a gradualit% del processo divenne una brusca rottura 'uan*
do# negli anni settanta# finG il periodo di crescita economica. Con la
crisi del UIO e l&esplosione dell&inflazione# le politiche 1e,nesiane ri*
velarono la loro debolezza intrinseca# il loro basarsi su presupposti
ormai scomparsi. <o -tato spendeva soldi che non rappresentavano
piA nulla# di 'ui l&inflazione e il deficit. <a 'uantit% di moneta in cir*
colazione non pu( avere un valore maggiore dell&ammontare com*
plessivo di merci che essa rappresenta. <o -tatoimprenditore# pote*
va drenare risorse dai privati in un periodo in cui c&era una forte cre*
scita economica. 5uando 'uesta finG# scoppi( il problema dei deficit
statali# ai 'uali si cerc( di rispondere stampando moneta o emettendo
titoli pubblici. ?opo venti anni l&inflazione " stata messa sotto con*
trollo# ma i debiti pubblici sono esplosi.
@a c&era anche un&altra causa per l&inflazione$ la sovraccu*
mulazione di capitale. I 2! anni di crescita avevano condotto a una
222
immane accumulazione del capitale che ora non trovava impiego in
settori produttivi e si riversava 'uindi nei mercati finanziari. <o stes*
so processo si vede anche ora$ scambi sui mercati finanziari che su*
perano di venti volte gli scambi di merci reali. Come sempre# 'uesta
massa di capitale fittizio viene alla fine bruciata in 'ualche modo.
>utti 'uesti problemi costrinsero a una brusca svolta la scienza eco*
nomica. J come avrebbe detto Negel# la negazione del liberismo ad
opera di Re,nes venne a sua volta negata dal ritorno del monetari*
smo e delle politiche liberiste. ?i nuovo# le necessit% del capitalismo
decisero le sorti delle diverse teorie economiche. 0riedman venne
esaltato e Re,nes buttato giA dalla torre. P interessante notare che
0riedman e il monetarismo proponevano le proprie ricette gi% negli
anni cin'uanta# ma con scarso successo.
?opo gli anni settanta# si sono succedute altre scuole# ancora
piA liberiste e antinterventiste del monetarismo 9aspettative razionali#
public choice ecc.:. =onostante la loro astrattezza raggiunga livelli
tra il comico e il demenziale 9modelli in cui esiste una sola persona#
modelli in cui si vive all&infinito ecc.:# tutta la teoria riesce alla fine#
facendosi largo tra funzioni e matrici# a giustificare i tagli allo stato
sociale# la riduzione dei salari# la distruzione del livello di vita delle
masse. Il paradosso diviene ancora piA acuto che in passato$ il com*
pleto irrealismo delle ipotesi# per 'uanto in ogni altra scienza fareb*
be inorridire# serve al suo scopo in modo impeccabile# giustifica le
esigenze della classe dominante. <o sviluppo della scienza economi*
ca " legato allo sviluppo sociale. >olte alcune soluzioni tecniche# a
volte brillanti# l&economia ristagna da 1!0 anni. -olo una trasforma*
zione sociale potr% darle l&impulso per dei colossali avanzamenti
scientifici.
22O
La teoria so""etti(a el (alore+ il suo ruolo sociale
e le eterminanti ella sua %orma
1. Teorie i classe
-e le teorie riflettono la realt%# ci si potrebbe domandare se
una teoria possa mai essere falsa# scorretta o inadeguata. Il punto "
come la teoria riflette la realt%. -e partiamo dal presupposto che il
modo con cui la teoria riflette " una conseguenza del suo ruolo so*
ciale# dobbiamo analizzare anche la gnoseologia come parte delle
scienze sociali. -copriremo cosG che una stessa realt% pu( produrre
teorie molto diverse pure tutte 'uante sue rappresentazioni. In molte
scienze naturali# dove l&oggetto di studio appare lontano e totalmente
slegato dall&osservatore# sembrerebbe assurda l&idea che due teorie#
per giunta antitetiche# rappresentino BbeneC una stessa realt%.
<o sviluppo scientifico ha# comun'ue# dovuto accettare an*
che 'uesto$ per esempio la luce# per i fisici ottici moderni# si com*
porta nello stesso momento come un insieme di particelle e come
un&onda. Na cio" comportamenti antitetici nello stesso istante# " in*
sieme A e nonA. Resta tuttavia vero che il mondo fisico rappresen*
ta# rispetto alla societ## una realt% unica e unitaria# sebbene poi i sin*
goli uomini possano vedere nelle sue manifestazioni cose molto di*
verse. =iente del genere pu( dirsi per le scienze sociali. Anche 'ui
abbiamo una realt% oggettiva# ma la stessa realt% oggettiva presenta
al proprio interno una divisione netta e si riflette dun'ue diversa*
mente nelle teorie delle varie classi che sono anche le parti che com*
pongono l&oggetto di studio. Fn fulmine per un fisico " la conse*
guenza di alcune reazioni elettriche. 0orse i nostri antenati potevano
vedere in esso la collera degli dei e 'uant&altro# ma il fulmine# come
fenomeno# non divide la societ%.
Pensiamo ora alla disoccupazione. Jssa " un fatto che esiste#
come il fulmine. =on " per( un avvenimento BnaturaleC che osser*
viamo# noi tutti come uomini# da uno stesso punto di vista n) ha un
impatto omogeneo sulla societ%. Il fulmine non si sviluppa in base
allo sviluppo della societ%# non partecipa al processo evolutivo della
nostra specie# noi siamo in contatto con esso come col resto del
224
mondo e dell&universo. <a disoccupazione invece ha uno sviluppo
storico# una nascita e# in futuro# una morte. ?eve la sua comparsa a
una certa configurazione del processo produttivo e soprattutto colpi*
sce le classi sociali in modo molto diverso. =on sorprende perci(
che la societ% possa avere una visione pressoch) unitaria del fenome*
no fulmine mentre si divida aspramente sull&analisi della disoccupa*
zione. @entre " intuitivo che cosa si intenda per riflessione parlando
di teorie fisiche o chimiche# 'uando passiamo alle scienze sociali
dobbiamo specificare molto bene di che tipo di riflessione parliamo.
>utte le teorie hanno in comune una funzione generale$ gui*
dare l&uomo nelle sue azioni# aiutarlo a rapportarsi correttamente col
mondo che lo circonda. @a 'ual " il rapporto corretto dell&uomo con
la sua organizzazione socialeM ?ipender% naturalmente da 'uesta
stessa organizzazione. <&organizzazione sociale di 'uesta epoca pog*
gia sul rapporto fondamentale tra capitale e lavoro salariato e vede
salariati e capitalisti come principali classi intorno a cui si costruisce
il processo produttivo e tutta la societ%. =e consegue che ci sono
principalmente due riflessioni corrette di 'uesta realt% e sono 'uelle
delle due classi fondamentali della nostra epoca. <e teorie sociali
sono di classe perch) devono permettere alla classe di agire in difesa
dei propri interessi e con ci( in difesa di una certa organizzazione
sociale. <e scelte che i teorici fanno# approfondendo una teoria o
l&altra# possono dipendere da molti fattori# spesso individuali# ma
non possono che rappresentare# in ultima analisi# la divisione intorno
a cui si " costruita la storia degli ultimi secoli. -embra# a 'uesto pun*
to# che sia impossibile conciliare oggettivismo e scienze sociali.
Come pu( una stessa realt% essere due cose opposte nello stesso mo*
mentoM Perch) il punto " proprio 'uesto# che le teorie di classe rap*
presentano in modi antitetici una stessa realt% e tutte la riflettono.
=on " come per la fisica in cui abbiamo una teoria BveraC e una teo*
ria chiaramente da rigettare# magari inglobandola nella nuova.
<a teoria neoclassica non " una creazione degli economisti
piA di 'uanto l&atomo sia stato creato da .ohr o Planc1. =on "
un&ombra che oscura coscientemente la realt%. <a possibilit% e anzi
la necessit% di 'uesta BconciliazioneC ci " data scientificamente dalla
considerazione che la logica formale non esaurisce affatto le possibi*
lit% di analisi dell&uomo. 5uando si discute di problemi in movimen*
to la logica formale non ha piA nessun ruolo da giocare# essendo essa
22!
ragionevole solo per concetti che non hanno tempo# sono immobili.
<a contraddizione di due teorie che riflettono una stessa realt% non
sta dun'ue negli errori che una delle due contiene# ma rappresenta
bene la contraddizione che c&" nella societ%. Il rapporto di produzio*
ne ha sempre due poli che si rappresentano la realt% in modi diversi e
opposti. <e teorie cristallizzano 'uesta opposizione. <a teoria neo*
classica " la teoria dominante# cio" la teoria della classe dominante
in 'uesto ultimo secolo.
<a teoria oggettiva del valore rappresenta# in 'uesta epoca#
la teoria necessariamente eretica perch) rappresenta la classe non
dominante della societ%# una classe che indipendentemente da cosa
fanno i suoi rappresentanti politici# non pu( che essere all&opposizio*
ne 9sociale# politica# culturale e scientifica:# perch) rappresenta il
polo dominato del rapporto di produzione su cui si regge la nostra
societ% e dun'ue la stessa scienza
12I
. Certo# in molte universit% si in*
segnano parti delle teorie eretiche 'uando non ci sono addirittura
corsi di economia mar7ista
12K
. =el paese capitalistico piA avanzato
c&" addirittura un&associazione di economisti BradicaliC. P naturale
che in un periodo di convulsione sociale# in cui lo scontro di classe
emerge in tutta la sua irriducibilit%# anche alcuni economisti siano
portati a fare una scelta che dal punto di vista di classe sarebbe in*
coerente. 5uesto " un fenomeno molto ricorrente nella storia. Eli
stessi @ar7 ed Jngels erano# come origini# dei buoni borghesi# tutta*
via meglio di chiun'ue altro rappresentarono le esigenze del proleta*
riato cristallizzandole in teorie.
2. A c5e ser(e leconomia1
12I
Come dice D,gods1i/$ B<a teoria economica mar7iana esprime gli inte*
ressi fondamentali della classe operaia# rivela le tendenze oggettive di svi*
luppo della societ%C 9Introd!ione ai 8rndrisse# p. 13!:. J anche$ Bil
lavoro teorico di @ar7 fu sempre subordinato agli interessi della classe
operaia# agli interessi della rivoluzione proletariaC. 9p. I:.
12K
5uesti corsi sono di solito marginali# decorativi. Per dirla con ?e Droe,#
B<a plupart des d)partements ont leur amar7iste de serviceaC 9BFne
e7plication sociologi'ue de la pr)dominance du paradigme n)oclassi'ue
dans la science )conomi'ueC# in -conomies et 9oci3tes# serie N-# n. 14#
12I2# pag. 132:.
223
=el 'uadro delle scienze sociali l&economia occupa una po*
sizione preminente per storia# sviluppo e potenza 9accademica# di
pubblico# di pretese:. Poich) Bl&umanit% non si propone se non 'uei
problemi che pu( risolvereC sarebbe stato inutile# oltre che ovvia*
mente impossibile# alle tribA del =eolitico avere una scienza econo*
mica# dato che lo sviluppo delle risorse sociali non permetteva uno
studio delle risorse stesse# di come esse si generavano e di come ve*
nivano gestite. Il capitalismo " la prima societ% in cui si pongono
problemi economici in 'uanto tali# indipendenti dalle sovrastrutture
che prima sembravano# e in parte erano# piA importanti. Inoltre nel
capitalismo la divisione di classe perde anch&essa ogni significato
e7traeconomico. =on ci sono piA signori per diritto divino# non ci
sono piA schiavi# che in 'uanto tali# non sono neppure considerati
uomini. Il rapporto di produzione su cui il capitalismo si regge " un
contratto sociale chiaro# noto a tutti# anche se magari apprezzato da
pochi. Come ogni altro modo di produzione susseguitosi nella nostra
storia# il capitalismo nasce attraverso rivoluzioni possenti e di*
struttive che permettono alla nuova classe di assumere i pieni poteri
adeguati al proprio peso sociale ed economico. <e teorie sociali e
politiche borghesi sono servite e servono alla borghesia per combat*
tere 'ueste battaglie# prima per la con'uista del potere contro le clas*
si dominanti feudaliQ dopo per la difesa del proprio dominio contro
le nuove classi rivoluzionarie. Per un certo periodo il capitalismo
spinge incessantemente avanti la civilt%# cosG @ar7 pu( scrivere a
met% del secolo scorso che Bla borghesia ha avuto nella storia una
parte essenzialmente rivoluzionariaC. A 'uesta fase socialmente ri*
voluzionaria corrisponde un&esplosione culturale e scientifica per*
messa dallo sviluppo delle forze produttive e che a sua volta facilita
'uesto sviluppo.
Il secolo scorso vede l&irrompere della scienza in ogni domi*
nio del pensiero e in ogni angolo della natura. <a scienza prende il
posto di ogni altra sovrastruttura precedente# cosicch) tutti i muta*
menti sociali si esprimono# nel capitalismo# attraverso delle trasfor*
mazioni# delle rivoluzioni nella scienza. 5uando il capitalismo entra
nella sua epoca di declino storico# la scienza che meglio lo rap*
presenta ne segue# o meglio ne anticipa# il declino. ?i 'uesto abbia*
mo gi% detto altrove. Resta per( il fatto che la classe dominante deve
avere# ancora oggi# lo strumento teorico per condurre le proprie bat*
22I
taglie. 5uesto strumento deve anche risultare adeguato alle battaglie
che devono essere combattute oggi e si deve basare sulla funzione
sociale che oggi assume la borghesia.
<&economia neoclassica non serve per capire come funziona
il capitalismo. Ei% da secoli molti studiosi hanno evidenziato la
struttura fondamentale della societ%. =on c&" dubbio che per capire il
capitalismo " molto piA istruttivo leggere i Principles di Ricardo o la
:icc$e!!a delle na!ioni che i manuali di economia del dopoguerra.
@a 'ui non si tratta di 'uesto. Il capitalismo funziona fondamental*
mente allo stesso modo da secoli e i suoi meccanismi non necessita*
no di ulteriori grandi disamine. <e BnuoveC politiche economiche
suggerite dagli BespertiC sono nuove solo nella testa di chi ignora la
storia del capitalismo e del pensiero economico. Anche 'uelle che
vengono presentate come novit% recentissime# ce le ritroviamo im*
provvisamente davanti studiando l&Juropa ottocentesca e perfino
settecentesca. ?un'ue l&economia neoclassica non ha un ruolo infor*
mativo. <e fonti di 'uesto si attingono altrove e con discreto succes*
so# di solito. All&economia neoclassica e alle teorie sociali dominanti
in genere " affidato lo stesso compito che ha il patriottismo in guer*
ra$ alzare il morale dell&esercito. Jsso serve a combattere la guerra a
cui " chiamata la classe che domina la societ%$ la guerra per la difesa
del proprio dominio.
Commentando la dissoluzione della scuola ricardiana @ar7
nota che il processo di allontanamento dell&economia dalla realt%#
data gi% dal 1KO0. @a per 'uasi cin'uant&anni l&economia vive in un
limbo
122
. ?a una parte sorge la teoria della classe operaia# a partire
dalle frange radicali del ricardismoQ dall&altra ci sono varie scuole
sincretiche le 'uali riflettono il passaggio storico verso la fase decli*
nante di 'uesto modo di produzione. =on " un caso che parte della
struttura teorica dell&economia della fase di ascesa del capitalismo
122
In teoria 'uesto " rappresentato da un&area grigia ben espressa in 'uesto
brano$ BA ben vedere# tutto il periodo che separa l&elaborazione della scuola
classica dallo sviluppo della teoria marginalista un buon mezzo secolo#
grosso modo dal 1K20 al 1KI0 rappresenta per la storia ufficiale una zona
d&ombra# in cui i diversi autori sono difficili da collocare con precisione e
vengono perci( giustapposti e lasciati convivere in un panorama eclettico
che si rinuncia di fatto a vagliareC 9E. <a Erassa# con @. >urchetto J.
?e @archi# Per na teoria della societ# capitalistica# p. 1I:.
22K
sia finita nella teoria eretica# perch) ai tempi di Ricardo# come abbia*
mo notato# l&economia aveva invece un ruolo preminentemente in*
formativo# pratico. =iente di tutto 'uesto entra piA nell&economia
moderna# per via del suo nuovo ruolo sociale. Ci troviamo cosG a do*
ver spiegare il ruolo che ha l&economia neoclassica# ricordandoci di
'uanto detto prima$ in 'uesta societ% ci sono fondamentalmente due
rappresentazioni dell&oggetto dell&economia.
.isogna ora precisare per(# come proceda 'uesta compre*
senza. Innanzitutto essa non " mai su un piano di parit%# domina
sempre# nei libri# nelle universit%# la teoria che riflette il dominio ge*
nerale di una classe. Cambia per( il modo con cui la teoria dominan*
te riflette la realt% e# di pari passo# cambia anche il modo con cui la
teoria BdominataC riflette a sua volta la realt%. Poich) le due teorie ri *
specchiano la funzione storica che in 'uel periodo specifico pertiene
alla BpropriaC classe# il loro modo di riflettere la realt%# dipender% da
'uesta funzione. Ai tempi di Ricardo il proletariato non aveva mosso
che i primi passi verso la costituzione in classe cosciente di s)# di
conseguenza la sua teoria# riflettendo una funzione passiva della
classe# era idealista# 'uasi religiosa# oppure copiava la teoria della
classe dominante che era al suo apogeo. 5uest&ultima infatti riflette*
va la posizione rivoluzionaria della classe borghese# la sua funzione
propulsiva nella societ%# ed era perci( realista e materialista# poteva
e doveva permettersi di ben descrivere il processo produttivo# sebbe*
ne rappresentandoselo come eterno e universale. Insomma prendeva
verit% storiche per verit% naturali. 5uesto d&altronde " necessario per
'ualsiasi teoria dominante.
-e si ammettesse la storicit% delle categorie su cui la teoria si
fonda# si dovrebbe ammettere la storicit% del mondo che le categorie
descrivono# ovvero la transitoriet% del proprio dominio di classe. @a
la teoria dominante serve proprio a combattere la battaglia per 'ue*
sto dominio e non pu( basarsi sul fatto che 'uesto croller%. -arebbe
come incitare dei soldati poco prima di un assalto dicendo Bricorda*
tevi che tanto dovete morireC. <a negazione della storicit% del pro*
prio dominio " una caratteristica di tutte le teorie dominanti. <a dif*
ferenza " che nella nostra epoca la negazione ha una veste puramen*
te scientifica# mentre prima si presentava sotto forma di diritto divi*
no# di differenze razziali# etniche e cosG via. In ogni epoca l&ideolo*
gia dominante ha ribadito che c&" stata storia ma ormai non ce n&"
222
piAQ nel capitalismo 'uesta pretesa poggia sulle basi della scienza an*
zich) su altro. P una pretesa che gli economisti hanno sempre incor*
porato nelle proprie analisi per lo piA inconsapevolmente. Certo# "
una pretesa che non tiene conto di secoli di sviluppo dell&umanit%#
eppure " la sola premessa possibile all&economia come scienza auto*
noma.
O. C5e cosa rappresenta la teoria so""etti(a el (alore
<e linee generali su cui si costruisce la scienza non sono op*
zioni che il ricercatore sceglie come un turista potrebbe scegliere la
meta del viaggio. Anch&esse riflettono il ruolo che la scienza deve
assumere in un determinato periodo. <&astoricit%# il soggettivismo#
l&idealismo non sono caratteristiche che l&economia ha assunto per*
ch) la maggioranza degli economisti erano idealisti# astorici ecc.# "
piuttosto vero che 'uesti dovevano essere idealisti# astorici ecc.# ri*
flettendo il nuovo ruolo della propria scienza# ovvero la funzione
della classe dominante in 'uesta epoca. Ancora una volta 'uesta de*
scrizione non intende affatto sostenere che tutti gli economisti sono
idealisti# soggettivisti e cosG via
1O0
.
1O0
-u 'uesto vale la pena fare alcune osservazioni. Procederemo citando
brani che favoriscano 'ueste osservazioni. A volte gli economisti riconosco*
no sorprendentemente il ruolo della propria scienza# e dun'ue anche il loro.
=ota per esempio R. <. -mith$ Bla sfiducia manifestata dalla classe operaia
verso le sue Zdell&economia[ dottrine " senza dubbio grandemente dovuta
alla non del tutto infondata credenza che essa ha teso a giustificare l&ordine
sociale esistente e che il suo studio sia spesso raccomandato al fine# reale
bench) nascosto# di reprimere le aspirazioni popolariC 9-ssa5s in -conomic
Met$od# p. 32:. 5uesto autore era un economista moderato contemporaneo
di @ar7. -ul versante di chi riconosce politicamente il ruolo della teoria
dominante# citiamo Eraziadei che si difende dalle sue analisi sociali
sull&economia sostenendo 'uanto segue$ BA 'ualche spirito troppo ingenuo
o troppo astrattamente accademico potr% sembrare settaria o# 'uanto meno#
eccessiva la nostra tesi che le teorie 'ui combattute rispondono a determinati
fini sociali# e piA specialmente alla lotta contro le conseguenze delle dottrine
ricardiane# ed in particolare contro la loro rielaborazione ad opera del @ar7.
@a in una scienza la 'uale si occupa di problemi cosG legati coi grandi
interessi economici e politici# 'ualsiasi dottrina che non si limiti ad
argomento di dettaglio " fatalmente influenzata dalle passioni sociali# e
O00
<e due posizioni gnoseologiche che fin dall&inizio di 'uesto
lavoro abbiamo delineato# non sono dun'ue oggetto di una scelta li*
bera# si susseguono invece# come la fase iniziale e discendente di
una parabola. 5uesta " la ragione per cui non ci pu( essere nessuna
dimostrazione intrinseca della validit% di una teoria della conoscenza
sull&altra. -arebbe come dimostrare che " meglio la giovinezza della
vecchiaia. 5ualun'ue cosa ci( significhi# non " nel potere dell&uomo
scegliere l&una o l&altra.
<a teoria del valore fornisce un ottimo esempio di 'uanto
esposto
1O1
. <a teoria del valore classica era materialista. Ai tempi di
Ricardo c&erano anche teorie soggettiviste# ed " noto che in -mith ci
sono tracce di entrambe# ma in 'uel periodo il soggettivismo era
completamente marginale. Per la stessa ragione# ma nell&epoca attua*
le# la scuola classica che pure conta numerosi revival# resta inevita*
bilmente marginale. <a storia dello scontro# e del susseguirsi delle
diverse teorie scientifiche# " lo scontro tra le diverse classi che esse
rappresentano.
<e idee# le teorie# esprimono rapporti necessari in un modo
necessario# e 'uindi la loro veridicit% e realt% " il riflesso ed " giusti *
ficata# dalla esistenza di 'uei rapporti che esse esprimono. =essun
procedimento formale pu( sbarazzarsi di una teoria se la realt% che
la teoria riflette non si modifica o scompare. In 'uesto senso i vari
paradigmi che si sono succeduti nella scienza economica sono sem*
pre stati BgiustiC hanno sempre svolto il ruolo a cui erano chiamati.
<a teoria soggettiva del valore " la BgiustaC teoria del valore per la
finisce 'uindi col convertirsi in un&arma ideale a favore dell&uno o dell&altro
contendente.C 9nella prefazione di &e teorie slltilit# marginale e la lotta
contro il mar4ismo:. -orprendente " anche la confessione gi% citata di
.aumol su Bour o6n pre/udices as bourgeoisC. Infine citiamo un economista
fra i piA virulenti nemici di @ar7# Na,e1# il 'uale per( si lascia andare a una
considerazione che potrebbe trovare posto in un&osservazione sul feticismo
dell&economia politica$ B5ueste Zle scienze sociali[ non si occupano dei
rapporti tra cose# ma si occupano invece dei rapporti tra uomini e cose e fra
uomo e uomoC 9Conoscen!a, mercato, piani%ica!ione# p. 111:.
1O1
Per 'uesto un economista tedesco scrisse# l&anno dopo la pubblicazione
del Capitale$ BIl rifiuto della teoria del valore " il solo compito di chiun'ue
combatta @ar7Q giacch)# una volta ammesso 'uesto assioma# bisogna
concedere a @ar7 'uasi tutte le conseguenze tratte con la logica piA ri*
gorosaC 9citato in Introd!ione ai 8rndrisse# p. 31:.
O01
nostra epoca. <e sue caratteristiche ne fanno l&apogeo della teoria
dominante# come sempre succede# perch) la teoria del valore " sem*
pre la punta di lancia del paradigma# la sua esegesi.
<e caratteristiche della teoria soggettiva del valore mostrano#
ad un&analisi attenta# le necessit% della teoria economica dominante e
della classe dominante in 'uesta epoca. =aturalmente di teorie sog*
gettive del valore ce ne sono molte con caratteri in parte divergenti.
@a se accettiamo che la teoria del valore# come ogni altra# si svilup*
pa principalmente per orientare la societ% o la classe a cui si riferi *
sce# possiamo prendere in considerazione una teoria soggettiva del
valore astratta# dove astratta non sta semplicemente per media# ma
per risultante di un processo che veramente conduce tutte le varianti
della teoria soggettiva del valore verso alcune caratteristiche comu*
ni. Iniziamo a descrivere le caratteristiche che la teoria soggettiva
del valore ha in comune con la teoria dominante in generale# ripren*
dendo 'uanto detto nella prima parte
1O2
. Jssa non considera l&esisten*
za di classi# non considera l&esistenza di processi storici irreversibili#
non si basa su nessuna trasformazione storica avvenuta nello scam*
bio 9moneta# sistema creditizio# tesaurizzazione# forma mercificata
dei prodotti# mercificazione del lavoro umano ecc.: si basa invece
sull&assunto che l&unica forma scientifica di una legge " la forma
atomistica$ l&individuo " l&unica categoria scientifica valida.
Altro assunto chiave " l&utilitarismo# che# come accennato# "
l&idea che tutte le azioni che l&individuo compie siano tese a massi*
mizzare il proprio piacere attraverso un calcolo razionale di costi e
benefici. I principi su cui si basa la teoria soggettiva del valore sono
fondamentalmente tre# ma possono essere anche intesi come connes*
sioni di uno stesso meccanismo. 5uesti tre principi sono l&utilit%# la
scarsit% e la domandaofferta. Fn bene# che sia merce o meno# per
1O2
Ei% @ar7 nei 8rndrisse spiegava agli apologeti che cosa avrebbero do*
vuto fare per rappresentare il capitalismo in modo consono al proprio ruolo$
BPer salvare la produzione basata sul capitale# o si prescinde da tutte le ca*
ratteristiche specifiche# dalle sue determinazioni concettuali# e la si concepi*
sce viceversa come una produzione semplice indirizzata al valore d&usoQ os*
sia si astrae totalmente dai rapporti sostanziali e# per purificarla dalle con*
traddizioni# si finisce in effetti col sopprimerla e negarla addirittura 9...:.
Lppure si afferma che domanda e offerta sono identiche e perci( debbono
corrispondersiC 98rndrisse# p. 14:.
O02
essere oggetto di possesso o utilizzo da parte dell&uomo deve esser*
gli in 'ualche maniera utile. <&utilit% " una 'ualit% universale# come
ben sapevano gi% i classici# che non esclude nessun oggetto e nessu*
na epoca# anzi riguarda evidentemente anche il mondo animale e ve*
getale. Per i classici e per @ar7 il valore d&uso era una precondizio*
ne banale alla scambiabilit% di una merce ma non poteva influire sul
suo valore perch) non avrebbe aiutato la societ% a dividersi il lavoro.
Invece il ruolo principale della formazione dei valori e dei prezzi "
di fornire una 'ualche forma di orientamento a una societ% anarchica
nella divisione sociale e tecnica del lavoro.
<a scarsit% ha senso anch&essa solo se eliminiamo ogni con*
siderazione storica dall&analisi. I minerali# che non sono prodotti del*
l&uomo# hanno una scarsit% in 'ualche modo oggettiva. P gia molto
problematico definire la scarsit% di prodotti agricoli che in parte sono
legati a cicli naturali ma che comun'ue sono prodotti dell&uomo.
=on ha nessun senso sostenere che un prodotto industriale " scarso. I
prodotti che lo sviluppo sociale ha fatto nascere non possiedono una
'ualit% intrinseca di scarsit% e la scarsit% concreta " solo l&effetto del*
la congiuntura del mercato. Anche la scarsit% " dun'ue un attributo
scientifico in 'uanto naturale# eterno e immodificato dei beni che
prendiamo in esame. -i vede dun'ue che le due caratteristiche su cui
si fonda 'uesta teoria del valore ac'uistano senso se# non solo elimi *
niamo dall&analisi ogni processo storico# ma ci rifacciamo a una spe*
cie di mondo primitivo in cui l&uomo non trasforma di continuo la
natura ma ne prende i frutti gi% pronti. <e merci in 'uesto caso la*
sciano il posto ai beni# i 'uali non essendo prodotto del lavoro uma*
no# si valutano per la loro utilit% e scarsit%.
?omanda e offerta sembrano invece termini che hanno una
storia# che esistono solo da un certo periodo in poi. @a nella teoria
dominante domanda e offerta rappresentano l&utilit% delle merci e la
scarsit%. In realt%# domanda e offerta sono principi esplicativi ancora
meno indipendenti per l&economia neoclassica di 'uanto non fossero
per la scuola classica. Per Ricardo domanda e offerta modificavano
di continuo un prezzo naturale creato dai costi di produzione# per i
neoclassici la domanda " la richiesta di aumentare la propria utilit%
tramite lo scambio# e l&offerta rappresenta il grado di scarsit% del
bene. =on " difficile trovare obiezioni logiche ed empiriche ai fon*
damenti della teoria soggettiva del valore# ma la moltitudine di falsi*
O0O
ficatori potenziali# di anomalie che potremmo raccogliere contro la
teoria soggettiva del valore non potrebbero mutare il peso che essa
ha nella moderna economia# perch) non cambierebbero il ruolo che
la borghesia ha nel processo produttivo. P invece molto interessante
seguire la teoria nel suo tentativo di costruzione di una societ% ideale
che ovviamente non esiste ma che pure deve essere il riflesso di
'ualcosa che veramente esiste. 5uale societ% viene fuori dalla teoria
soggettiva del valoreM Attraverso 'uali astrazioni si formaM J soprat*
tutto# di 'uale societ% reale si parlaM Proveremo ora a dare una rispo*
sta a 'uesti interrogativi.
4. Lieali!!a!ione el presente attra(erso il passato e il
%uturo
<e categorie che formano la teoria soggettiva del valore e
l&economia neoclassica si sviluppano assumendo una forma feticisti*
ca. 5uesto significa che il ricercatore accetta il fenomeno che ha di
fronte# la realt% immediata# concreta# senza compiere 'uel processo
di astrazione che gli permetterebbe di cogliere i processi di cui il fe*
nomeno " solo una manifestazione esteriore# superficiale e soprattut*
to rovesciata. 5uesto rovesciamento# del tutto inconsapevole# fa par*
te del ruolo sociale dell&economia# come spiega l&analisi del fetici*
smo delle merci contenuta nel Capitale. Eli economisti pensano di
parlare di cose e invece l&economia parla di uomini# il capitale per
loro " una cosa e invece " un rapporto tra uomini ecc. 5uesta co*
salizzazione# reificazione delle categorie dell&economia politica# va
di pari passo con l&astoricit% delle categorie stesse la 'uale anch&essa
" parte del ruolo sociale dell&economia. Il capitale non pu( essere
considerato un rapporto di produzione# altrimenti avrebbe un inizio e
una fine e 'uesto implicherebbe un inizio e una fine per il capitali*
smo. -e invece si considera il capitale come una cosa# esso ac'uista
una 'ualit% universale e possiamo trovare capitale anche nelle socie*
t% piA antiche e soprattutto# non potremo mai liberarci di lui# dato
che sempre l&uomo produrr% tramite mezzi di produzione. Il fetici*
smo delle categorie dell&economia politica " una loro caratteristica
sin dalla nascita della scienza economica# tuttavia la forma che il fe*
ticismo assume muta nel tempo. <&annullamento delle distinzioni
storiche " una forma di feticismo. <&economia neoclassica non fa
O04
solo astrazione delle differenze storiche che modificano le categorie
in ogni periodo# ma costruisce un modello di societ% che non " mai
esistito. Jppure 'uesta societ% ideale# che non c&" mai stata# deve
rappresentare un processo sociale reale che gli economisti descrivo*
no ma che non si compie solo nella loro mente. <&ipotesi che 'ui
proponiamo " che la societ# delineata dalleconomia neoclassica
sia na societ# socialista vista con gli occ$i delleconomia politica
della nostra epoca.
Per tentare di giustificare 'uesta affermazione# partiamo dal
periodo in cui l&economia neoclassica divenne la teoria dominante.
-i tratta del periodo in cui il socialismo come teoria sociale e movi*
mento politico cess( di essere il patrimonio di sette segrete e pensa*
tori isolati e divenne la forza piA dirompente della societ%# fornendo
armi analitiche al movimento operaio europeo. ?opo la Comune di
Parigi divenne chiaro che le organizzazioni indipendenti della classe
operaia si rafforzavano sempre di piA e rappresentavano strati sem*
pre piA vasti di popolazione
1OO
. Il socialismo sembrava una necessit%
storica proprio come sostenevano i mar7isti. Con il prolungato boom
degli ultimi decenni del secolo# il capitalismo arriv( a con'uistare
tutto il pianeta# raggruppando per la prima volta nella storia# tutte le
popolazioni in uno stesso mercato e negli stessi processi sociali. <a
teoria dominante non poteva ovviamente accettare le opinioni dei so*
cialisti sull&imminente fine del modo di produzione capitalistico e
sul rovesciamento del potere politico della borghesia. Jppure non
poteva neanche negare semplicemente il socialismo. =on poteva
perch) non avrebbe giovato alla classe dominante. -arebbe stato
come negare l&esistenza dell&esercito nemico 'uando 'uesto si accin*
geva a lanciare l&offensiva finale. Il socialismo# come fase della sto*
ria umana# sembrava vicino e inevitabile# anche se la teoria non po*
1OO
Anche se naturalmente non bisogna dimenticare l&esplosione rivoluzio*
naria del 1K4K. Come scrisse -chumpeter$ B<a rivoluzione del 1K4K# sebbe*
ne anch&essa di origine borghese# doveva rapidamente rivelare l&esistenza di
una specie di stato maggiore di un esercito rivoluzionario socialista e addi*
rittura di piani piA o meno precisi per far funzionare uno -tato socialista.
-paventati a morte# i gruppi borghesi fecero ci( che <uigi 8DI non sarebbe
mai stato indotto a fare# vale a dire# soffocarono la rivoluzione con la forza
militare prima che fosse troppo tardi.C 99toria dellanalisi economica# II# p.
!!2:.
O0!
teva ovviamente sostenerlo. <a speciale forma che la feticizzazione
dell&economia politica assunse fu dun'ue una idealizzazione del ca*
pitalismo# ma un&idealizzazione compiuta analizzando il capitalismo
sub specie dell&epoca futura# cio" sub specie del socialismo. <a com*
mistione risulta davvero strana perch) ha tre ingredienti$
la pretesa della stessa teoria dominante di raffigurare una
societ% in generale# senza nessuna caratteristica di un&epoca storica
precisa# partendo# come visto# da 'ualit% che i beni hanno solo in so*
ciet% cosG arcaiche da non aver ancora sviluppato un rapporto di tra*
sformazione della natura e una divisione sociale del lavoroQ
l&inevitabile riflesso rovesciato# reificato# delle principali
categorie dell&economia capitalistica nella teoria che per( appaiono
come forme eterne della produzione# 'ualit% che la produzione ha
sempreQ
e infine la rappresentazione# anch&essa feticistica# rove*
sciata# dell&epoca che sembrava imminente e che costituiva un recu*
pero della societ% antichissima a cui utilit% e scarsit% alludono. Fn ri*
torno a una societ% senza divisione sociale del lavoro in cui non ci
sono piA merci ma solo beni.
<a societ% dell&economia neoclassica infatti non ha classi#
non ha uno -tato# non ha moneta e 'ueste caratteristiche sono comu*
ni solo a societ% molto primitive e a 'uella che @ar7 chiama la se*
conda fase del socialismo# cio" il comunismo vero e proprio# essen*
do il socialismo propriamente detto la fase in cui moneta# -tato e
classi vanno scomparendo. <a produzione " orientata a massimizzare
l&utilit% collettiva 9dato che tutti gli individui sono uguali# le prefe*
renze individuali sono anche sociali:. A 'uesta prima strutturazione
segue per( il tentativo di riportare 'uesto modello alla realt% attuale.
?a 'ui le varie teorie che introducono moneta# classi e -tato in mo*
delli neoclassici. @a sono teorie debolissime e non affatto necessarie
alle conclusioni fondamentali della teoria.
<a scuola neoclassica in cui il processo " visibile in modo
piA chiaro " l&economia 6alrasiana. <e e'uazioni di Halras non pos*
sono aiutare a spiegare l&economia reale# nella 'uale c&" l&anarchia e
le crisi e perci( l&e'uilibrio " un caso trascurabile# ma possono inve*
ce descrivere mondi in cui non ci sono sproporzioni n) crisi. 5uesta
" la ragione per cui i sistemi di e'uazione trovano applicazione in
societ% con abbozzo di pianificazione 9come l&Frss e l&Jst europeo
O03
nel dopoguerra:# oppure in modelli che eliminino le caratteristiche
del capitalismo avvicinandolo# almeno idealmente# a una societ% pia*
nificata# come avviene nella soluzione matematica di molti problemi
teorici di politica economica.
<&economia neoclassica ha lo scopo di aiutare la classe do*
minante nel suo compito. 5uesta rappresentazione feticistica della
societ% a cui tende la classe antagonista non pu( dun'ue servire a in*
dicare il futuro dell&umanit%# altrimenti la teoria dominante prepare*
rebbe la disfatta anzich) la tenuta del dominio. <a societ% futura "
dun'ue rappresentata come se fosse# nei suoi tratti fondamentali#
come 'uella attuale. ?i piA# tutte le societ% vengono e'uiparate attra*
verso il modello utilitaristico e massimizzante. In 'uesto modo si su*
pera l&idea che non ci sar% piA storia e si arriva all&idea che# in fondo#
non c( mai stata storia# la societ% funziona nello stesso modo co*
mun'ue essa sia. In che modo 'uesta pretesa aiuta a combattere la
battagliaM -e la teoria sostenesse che il capitalismo in 'uanto tale "
la societ% migliore possibile# non spiegherebbe perch) milioni di per*
sone si stanno organizzando per combattere 'uesta societ%# perch) si
sentono invece sfruttati e maltrattati dal capitalismo. @a sostenendo
che in ogni caso la trasformazione sociale non potrebbe mutare il
modo di funzionamento dell&economia# fornisce alla coscienza della
classe dominante l&arma per comprendere e combattere 'ualsiasi
movimento sociale# poich) la teoria spiega che non cambierebbe nul*
la e che dun'ue il socialismo " inutile o comun'ue e'uivalente al
mercato. -i tratta in entrambi i casi di sostenere che il capitalismo "
la societ% migliore possibile# la differenza " che nel primo caso 'ue*
sto risulta un dato empirico che pu( essere superato dalla storia# nel
secondo " un dato che risulta dalla constatazione che fondamental*
mente tutte le societ% sono uguali e che dun'ue il capitalismo non "
la migliore societ% possibile# ma l&unica possibile# l&unica che sia
mai esistita e che mai esister%. Il ruolo sociale della teoria " di aiuta*
re la classe dominante a giustificare# nella propria coscienza di clas*
se e individuale# il proprio dominio e anche a spiegare perch) esiste
un movimento organizzato contro il capitalismo# aiutando nel con*
tempo a lottare contro 'uesto movimento.
In un suo famoso scritto gi% citato# .ucharin sostiene# trat*
tando soprattutto della scuola austriaca# che l&economia neoclassica
rappresenta una particolare ala della borghesia# 'uella dei rentier.
O0I
<&economista e rivoluzionario russo ritiene che l&aumento del peso
della parte parassitaria sul totale della classe borghese aiuti la teoria
di 'uesta parte a divenire 'uella dominante. <a produzione scompa*
rirebbe dall&analisi perch) i rentier non sono ad essa legati. Il consu*
mo " l&alfa e l&omega della loro vita. <&asocialit% dei rentier spieghe*
rebbe l&individualismo metodologico e la paura del proletariato for*
nirebbe la spiegazione dell&analisi di breve periodo# il carpe diem#
come si conviene a una classe che ha i giorni contati$
B<a teoria BaustriacaC esprime# secondo noi# l&ideologia del
borghese eliminato dal processo produttivo# del borghese sl viale
del tramontoC.
1O4
-ebbene tutto 'uesto sia vero# non siamo d&accordo con
'uesta tesi. =on " un fatto di percentuale dei parassiti sul totale# ma
di passaggio di ruolo dell&intera classe# a 'uesta nuova funzione pas*
siva rispetto allo sviluppo sociale# il che si riflette anche# ovviamen*
te# nella 'uota di rentier. Con la nascita delle -pa# dei trust# della
borsa# tutti i veri capitalisti divengono Bpigri e oziosiC. >utti ac'ui*
stano la psicologia del consumatore. Anche la paura del proletariato
" comune a tutta la classe.
<&osservazione di .ucharin " sostanzialmente condivisibile
ma non considera che ruolo deve svolgere la teoria. Per sapere che
sono sul viale del tramonto ai borghesi sarebbe bastato leggere Il ca"
pitale. <a loro teoria non pu( esprimere direttamente il trapasso a
una funzione sociale passiva. ?eve invece dimostrare che 'uesto non
" vero# che i giorni del dominio del capitalista sul processo produtti*
vo non sono affatto contati. @a non pu( fare 'uesto inventando dal
nulla. =essuna teoria pu( inventare dal nulla. 0a invece 'uesto impa*
stando caratteristiche del capitalismo con 'ualit% di societ% che sem*
brano essere il nostro probabile futuro.
<&ardita ipotesi che abbiamo sostenuto non pu( ovviamente
essere dimostrata in modo conclusivo. Eiova comun'ue portare
'ualche altra giustificazione a suo favore. -e la scuola di <osanna si
lega facilmente# attraverso le e'uazioni# alla nostra ipotesi# diverso
appare il discorso per la scuola austriaca# 'uella su cui il lavoro di
1O4
&economia politica del rentier# p. !2.
O0K
.ucharin era incentrato e che ha sempre costituito la spina dorsale
metodologica e politica della teoria dominante. =on a caso# come
abbiamo visto# la storia ha selezionato un economista austriaco per
attaccare nel miglior modo possibile la teoria socialista. -icuramente
'uesto accanimento dipendeva dal fatto che il movimento socialista
austro*tedesco era particolarmente forte e incuteva un certo timore.
@a " notevole in una delle opere piA BfilosoficheC della scuola la no*
stra ipotesi venga fatta propria dall&autore. -tiamo parlando di Hie*
ser e della sua opera Il valore natrale del 1KK2
1O!
. Come " facilmen*
te constatabile leggendola# 'uest&opera " assolutamente ortodossa
per 'uanto riguarda la teoria. Hieser spiega diligentemente che il va*
lore " una sensazione del soggetto# che l&utilit% dell&imprenditore " il
profitto# che " possibile imputare a ogni individuo e a ogni mezzo di
produzione la propria 'uota di valore. -i parla di Breddito naturale
del capitaleC e in genere si fa la consueta analisi di una societ% eter*
na# immobile# analizzata nelle sue caratteristiche tecniche e non so*
ciali 9per esempio l&autore# criticando la teoria del valorelavoro#
confonde sempre la produzione fisica di merci con la produzione so*
ciale di valore# come " ovvio in 'uesta impostazione:. Il ruolo socia*
le della teoria dominante# la negazione che il socialismo cambier% al*
1O!
Hieser 0.# 6er NatDrlic$e Eert$. Hieser non nutre certamente nessuna
simpatia per il socialismo. Per dimostrare anzi come 'uesto astio lo conduca
a episodi di forte disonest% intellettuale vediamo 'uesto brano$ BI socialisti
vorrebbero insegnarci che il valore di ogni sorta di lavoro deve essere
valutato semplicemente in base al tempoQ ... il che significa che un lavoro
diligente " considerato alla stessa stregua di un lavoro brutto e un lavoro
'ualificato " considerato al pari di un lavoro comune.C 9p. IK4:. Lvviamente
bastava leggere Ricardo per sapere che 'uesta obiezione " veramente poco
seria. Lvviamente una simile obiezione " stata affrontata decine di volte nei
classici. =on serve nemmeno leggere Ricardo o @ar7 per comprendere
'uanto sia poco seria# eppure un economista di vaglia la utilizza come una
confutazione decisiva. Come osserv( @ee1$ Btroppo spesso avviene che de*
gli scrittori mostrino di ritenere che# trattando di @ar7# sia lecito trascurare
'uella dignit% accademica che non si permetterebbero di violare trattando di
altri economistiC 9R. @ee1# 9tdi slla teoria del valoreBlavoro# p. 224:.
5ualche pagina prima Hieser aveva sostenuto chiaramente che B=ella teoria
socialista del valore 'uasi tutto " errato. Jssa non riconosce l&origine del
valore# che sta nella utilit% invece che nel lavoroC 9p. I01:.
O02
cunch)# " argomento di una lunga disamina da parte dell&autore au*
striaco# e 'uesta " la cosa interessante e insolita dell&opera.
<&argomentazione di Hieser " che anche in uno B-tato a
economia comunistaC# i beni seguiterebbero ad avere valore# esiste*
rebbe l&interesse e sarebbe necessario il capitale
1O3
. Insomma il valo*
re " proprio naturale# eterno. Per Hieser le condizioni ideali che il
modello ipotizza configurano uno U-tato comunista& e# come nota
@,rdal# Begli si rende anche conto che in 'uesto non c&" niente di
originale# ma che sta semplicemente esprimendo con maggiore chia*
rezza opinioni comuni a molti economistiC
1OI
.
Hieser esamina la vigente distribuzione della propriet% e del
reddito# ma la trascura in sede di definizione del modello ideale. Il
valore BnaturaleC " 'uello legato all&utilit% marginale# ed " neutrale#
socialmente e politicamente# proprio per la sua naturalit%. <&econo*
mia di mercato divergerebbe dallo -tato ideale perch) nel capitali*
smo non contano solo i bisogni e le utilit%.
B-econdo von Hieser le condizioni necessarie perch) esista
un sistema di valori naturali sono le seguenti$ uno B-tato comunista
perfettoC# una societ% con la massima efficienza# nella 'uale non vi
sia abuso del potere amministrativo# i cui membri siano del tutto di*
sinteressati e nella 'uale non ci sia n) ignoranza n) errore.C
1OK
Fn simile inno al socialismo non si legge in nessuna pagina
del Capitale n) di altre opere di @ar7. <&intenzione di Hieser di
1O3
Fno B-tato ad economia comunistaC " ovviamente una contraddizione in
termini# ma rende ottimamente l&idea di Hieser e degli economisti in gene*
re. <o -tato# che pure non ha nessun ruolo da giocare nell&economia
neoclassica# appare eterno# cosG eterno che non si pu( neanche pensare che
in una societ% futura non ci sia. Jsso "# nella mente dell&economista# tanto
importante da definire l&intera societ%. Hieser non parla di Beconomia
comunistaC o di BcomunismoC ma di B-tato a economia comunistaC.
I tre punti precisi in cui Hieser fa 'ueste considerazioni sono i seguenti$
BAnche in uno -tato a economia comunista i beni seguiterebbero ad avere
valoreC 9p. 32!:# Banche nello -tato comunista il valore del capitale sar%
calcolato in modo da esaurire solo una parte del reddito lordo del capitaleC
9p. I33:Q BAnche nello -tato comunista esso Zil capitale[ dovr% dare perci(
un interesseC 9ivi:.
1OI
E. @,rdal # &elemento politico nello svilppo della teoria economica, p.
1K!.
1OK
&elemento politico...# pag. 1KK.
O10
analizzare il processo economico nel suo complesso# determinando
le deviazioni reali dallo -tato ideale# sortisce 'uesto strano risultato$
l&ideale sarebbe una societ% socialista. Il capitalismo " tanto piA infe*
riore ad essa# 'uanto piA distorce e devia il ruolo BnaturaleC dei biso*
gni e dell&utilit%. In 'uesta opera Hieser conferma pienamente la no*
stra ipotesi# giungendo a considerare le caratteristiche del capitali*
smo non come eterne ma come deviazioni da uno -tato ideale e
@,rdal pu( dire che B@olti teorici hanno 'uindi scritto la teoria del
valore del comunismo senza rendersene conto e# nel far 'uesto# han*
no omesso di fornire la teoria del valore dello -tato attualeC
1O2
.
Potremmo cercare di analizzare anche le ultime scuole neo*
classiche# per vedere se le aspettative razionali o il ?-EJ conferma*
no la nostra ipotesi# ma prima ci deve essere dimostrato che 'ueste
teorie costituiscono un passo avanti rispetto alla generazione prece*
dente di economisti# che <ucas e soci hanno superato in 'ualche
modo .Yhm.a6er1# Hieser# Halras o Hic1sell. =on lo pensiamo#
soprattutto per 'uello che riguarda la struttura profonda del modello
neoclassico# che ormai viene semplicemente ignorata. Come sempre
il miglior servizio che si pu( fare a un paradigma " studiarlo nella
sua fase rivoluzionaria.
!. Lo s(iluppo e il estino storico elleconomia neoclas,
sica
<o sviluppo dell&economia neoclassica segue# come detto# i
mutamenti della funzione storica della classe dominante. Rappresen*
ta 'uesti mutamenti nel diverso modo di reificare la realt%# addirittu*
ra idealizzando la societ% per cui si batte la classe dominata# sebbene
nella forma concepibile da un intellettuale borghese. In 'uesto modo
anche per il capitalista piA rozzo e reazionario diventa concepibile la
ragione per cui una parte piA o meno consistente dei propri dipen*
denti " socialista e come rispondere alle loro richieste. Anche le esi*
genze interne hanno un loro ruolo. <a formalizzazione dell&econo*
mia# che " una necessit%# " la forma analitica dell&astoricit%# conduce
la scienza a una spirale in cui conta piA l&eleganza e il rigore del rea*
lismo ma bisogna ricordare che la matematizzazione " la conseguen*
za e non la causa di 'uesto processo. =on " mai una mania estetica
1O2
&elemento politico...# pag. 1K!.
O11
che conduce a teorie astoriche# soggettiviste ecc.# " il loro compito
che determina la selezione dei mezzi con cui realizzarlo.
=el caso della Erande Crisi l&inversione del fenomeno fu
causato dalla portata del disastro economico e sociale# che costrinse
l&economia a tornare per 'ualche tempo al suo ruolo informativo
140
.
In periodi in cui si impone una nuova politica# l&economia neoclassi*
ca# pur non ac'uisendo un ruolo pratico# tenta una giustificazione
teorica di 'ueste pratiche. P 'uanto " successo nel periodo 12K0*
2000 con il monetarismo e le politiche liberiste che costituivano un
ritorno a periodi in cui lo -tato come ente economico aveva un ruolo
molto minore. Lvviamente# anche se per 'ualche ragione# l&econo*
mia neoclassica non fosse riuscita a fornire la giustificazione teorica
a 'ueste politiche# 'ueste sarebbero state realizzate lo stesso. >anto
per fare un esempio con un&altra scuola# i governi applicarono politi*
che 1e,nesiane anni prima che venisse pubblicata la 8eneral C$eo"
r5.
Per 'uanto riguarda il destino dell&economia neoclassica# ri*
teniamo che ad essa toccher% in sorte di risultare veramente solo in
altri modi di produzione
141
. @entre in 'uesta societ% la rappresenta*
zione delle categorie economiche come categorie che riguardano
cose " feticistica# rovescia la realt%# in futuro avrebbe senso. <a pro*
duzione potrebbe veramente essere basata sull&utilit% anzich) sulla
massimizzazione del profitto e la crisi potrebbe essere sostituita dal*
la pianificazione cosciente. <e 'ualit% che rendono la teoria domi*
nante meno idonea a rappresentare 'uesta societ%# potrebbero aiutar*
la a ben rappresentare un&altra societ%. Assisteremmo a una negazio*
ne della negazione della validit% analitica dell&economia neoclassica.
0inalmente tutte le conclusioni sull&efficienza statica e dinamica ac*
'uisteranno un senso. Ad ogni modo non vale la pena attardarsi a
congetturare futuri ruoli per la teoria attualmente dominante. 5ueste
140
=ota per esempio @ar7$ BIl capitale non ha affatto coscienza della natura
del suo processo di valorizzazione e ha interesse ad averla soltanto in perio*
do di crisiC 98rndrisse# I# p. OK0:.
141
=ota Eramsci$ B'uando il lavoro " diventato esso stesso gestore dell&eco*
nomia# anch&esso dovr%# per il suo essere cambiato fondamentalmente di po*
sizione# preoccuparsi delle utilit% particolari e delle comparazioni fra 'ueste
utilit% per trarne iniziative di movimento progressivo.C 9Il materialismo sto"
rico# p. OO0:.
O12
sono le prospettive teoriche per i nostri figli e nipoti. Come diceva
@ar7# non diamo ricette per l&osteria dell&avvenire.
O1O
Alcuni appunti sulle tecnic5e ella piani%ica!ione
economica
Introu!ione
?opo la rivoluzione bolscevica del &1I# la Russia si avvi( a
diventare un paese a economia pianificata. All&epoca# le tecniche
concretamente sviluppate dagli economisti per pianificare l&econo*
mia erano# anche nei paesi avanzati# a un livello del tutto prelimina*
re. <a discussione sulla pianificazione e sul socialismo avveniva an*
cora a livello astratto# non essendosi mai posta l&effettiva possibilit%
di socializzare i mezzi di produzione di un paese. Appena utilizzabili
erano le esperienze di centralizzazione economica sviluppate per esi*
genze belliche durante la prima guerra mondiale# in particolare negli
imperi centrali.
I matematici e gli economisti sovietici svilupparono tecniche
brillanti per risolvere i problemi della pianificazione. In una prima
fase# negli anni &20# 'uando ne furono gettate le basi# fu sviluppato il
concetto di bilancio materiale# basandosi sugli schemi di riproduzio*
ne che abbiamo lungamente descritto# di cui @ar7 si servG per evi*
denziare i legami organici esistenti tra i settori economici nel proces*
so di espansione della produzione. <a base della pianificazione so*
vietica " la crescita del settore I# il settore dei mezzi di produzione.
-enza la crescita dei mezzi di produzione# l&economia nel suo com*
plesso non poteva crescere# considerato anche l&embargo a cui il
paese era sottoposto da parte dei paesi capitalisti.
Fn bilancio materiale " un insieme di input produttivi che#
ordinati in una matrice# evidenziano le necessit% complessive dell&e*
conomia. Poniamo che l&economia produca O beni$ grano# mattoni#
mucche. <&analisi dei concreti processi produttivi insegna che per
produrre grano occorre una certa 'uantit% di grano 9poniamo per se*
minare:# mattoni 9per costruire le case dove risiedono gli operai che
producono il grano e le stalle per le mucche: e mucche 9per sfamare
'uesti operai:# per produrre mattoni occorrer% una certa 'uantit% di
grano 9con cui sfamare i lavoratori che producono mattoni:# mucche
e cosG via.
O14
@ettiamo in tabella 'uesta struttura e avremo$
output input
grano mattoni mucche
grano 20 0#2 !
mattoni 10 0#2 10
mucche 100 0#2 !
5uesta tabella contiene dei coefficienti tecnici di produzio*
ne. Ad esempio# ci dice che per produrre# poniamo# 1 1g. di grano
occorrono 20 gr. di grano# un 'uinto di un mattone e ! gr. di carne di
mucca. -e ora aggregando i fabbisogni dell&economia troviamo che
occorrono 100.000 chili di grano# dovremo produrre la prima riga
moltiplicata per 100.000 e dun'ue avere a disposizione gli Bingre*
dientiC del prodotto grano nella 'uantit% necessaria. 5uesto vale per
ogni riga. Allo stesso modo# sommando i dati contenuti in ogni co*
lonna# troveremo la 'uantit% di un determinato input produttivo ne*
cessario al funzionamento dell&intera economia
142
.
Aggiungiamo 'ueste righe e colonne alla nostra tabella$
output
input
grano mattoni mucche
grano 20 0#2 !
Cotale
prodotto
mattoni 10 0#2 10
mucche 100 0#2 !
Cotale inpt
142
Il vettore colonna che contiene la necessaria 'uantit% di 'uello specifico
input per la produzione di ogni altro bene# se considerata in valori# anzich)
in 'uantit%# e'uivale a una colonna degli schemi di riproduzione di @ar7.
Infatti nei due settori integrati in cui @ar7 divide l&economia possiamo ve*
dere la colonna delle c come gli input in termini di mezzi di produzione# la
colonna delle v 'uella degli input in termini di mercisalario e la colonna
delle s gli input in termini di beni di investimento.
O1!
Il totale prodotto e il totale degli input necessari alla produ*
zione si e'uivalgono# se non c&" crescita economica 9la Briproduzio*
ne sempliceC:. Avendosi crescita economica# si produrr% un sovrap*
piA# il cui totale dava luogo# nella terminologia sovietica ai Bfondi
produttiviC# con cui pagare il lavoro improduttivo# accrescere la sca*
la della produzione e cosG via.
Pu( essere interessante osservare che una sorta di rozzo bi*
lancio materiale# con tanto di norme produttive# " stato sviluppato
anche dall&altra civilt% che si basava sui valori d&uso e non di scam*
bio che finora ha conosciuto la storia# ossia il modo di produzione
asiatico. <o studio degli archivi dei palazzi# da Jbla a Crosso# ha
ampiamente dimostrato che in 'ueste societ% il palazzo pianificava
l&economia con modalit% che# considerando le enormi differenze di
sviluppo delle forze produttive rispetto allo stalinismo# presentano
comun'ue straordinarie analogie.
-ebbene complessa# crescendo con il 'uadrato del numero
dei beni# una tabella di coefficienti tecnici " tecnicamente fattibile
per 'ualsivoglia numero di prodotti# a patto che i coefficienti della
produzione siano noti 9le famose Bnorme produttiveC dell&esperienza
sovietica# che erano decine di migliaia e sottoposte a fre'uenti ag*
giornamenti:. <a raccolta di informazioni diviene dun'ue un aspetto
decisivo della pianificazione. =on potendo contare sul ruolo attivo
dei produttori# il proletariato# la burocrazia doveva usare un enorme
apparato per mettere assieme 'ueste cifre. =egli anni &30# l&Frss uti*
lizzava tre milioni di persone per raccogliere i dati. Il 20S del tempo
del personale direttivo impegnato nella pianificazione serviva per
fare i calcoli e non era nemmeno lontanamente sufficiente# anche per
la pessima 'ualit% delle informazioni raccolte.
A 'uesto problema pratico di raccolta dei dati si aggiungono
alcuni problemi teorici. Il primo problema concerne la scelta delle
tecniche. =ella tabella assai scarna che abbiamo visto esiste un solo
metodo produttivo per ogni bene. =ella realt% ne esistono diversi#
con una diversa composizione di input produttivi. A seconda della
tecnica prescelta avremo un diverso bilancio materiale. -e per ogni
bene prodotto ci fossero solo due tecniche# il numero di bilanci ma*
teriali possibili sarebbe gi% grande 9precisamente n^9n1:$ nel nostro
caso di O beni 3# nel caso di mille merci# 'uasi un milione:. Lccorre
dun'ue decidere prima 'uale mi7 di tecniche produttive utilizzare
O13
per poter creare il bilancio materiale piA efficiente per ogni situazio*
ne data. Considerate le interazioni tra tutti i settori economici# la
cosa " ovviamente molto complessa.
Il secondo problema riguarda i costi dei diversi metodi pro*
duttivi. Il bilancio materiale postula una relazione lineare tra i fattori#
come si trattasse di una ricetta di cucina. Lvviamente# superato lo
stato piA primitivo della produzione# 'uesto non " piA vero. Per
esempio# le spese di progettazione di un&automobile diminuiscono
sensibilmente mano a mano che aumenta il numero di esemplari pro*
dotti. P il tema delle economie di scala# arcinoto anche nel capitali*
smo. 5uanto maggiore la produzione# tanto minore l&incidenza uni*
taria dei costi fissi. =el bilancio invece# si fa una media.
In terzo luogo vi " il problema della produzione congiunta.
=el nostro minibilancio materiale abbiamo indicato la produzione
di mucche come se fosse separata da ogni altra. @a una mucca pu(
servire a produrre carne# latte 9e dun'ue prodotti caseari:# cuoio. Pu(
servire come animale da lavoro e cosG essere considerata un mezzo
di produzione. Il letame delle mucche pu( essere usato come conci*
me. <a stessa carcassa pu( essere usata in altri settori produttivi e
cosG via.
Lccorre perci( tener conto della produzione di tutti 'uesti
beni nel valutare costi e benefici di allevare una mucca. I bilanci ma*
teriali 9e l&analisi inputoutput:# per determinare un risultato effi*
ciente# devono integrare tutte 'ueste informazioni
14O
.
0inch) l&economia " arretrata e il progresso tecnico limitato#
'uesti problemi sono poco importanti# ma in una fase di intensi cam*
biamenti tecnologici# il ruolo dei bilanci materiali diviene decisivo
per orientare la pianificazione nella scelta delle tecniche che rendono
piA efficiente la produzione e non assicurare semplicemente che i
conti tornino# ma per far 'uesto il bilancio materiale deve essere uno
strumento del controllo operaio e non della burocrazia. =el caso dei
regimi stalinisti# tanto piA le economie divenivano moderne e com*
plesse# tanto piA la pianificazione in 'uantit% si faceva imprecisa e
inefficiente# contribuendo agli enormi sprechi tipici della pianifica*
zione burocratica portando# alla fine# alla stagnazione economica.
14O
P appena il caso di ricordare che identici problemi analitici li incontra la
teoria economica borghese 9non riuscendo ad esprimere funzioni di produ*
zione se non a rendimenti costanti e cosG via:.
O1I
5uesti problemi non sono affatto intrinseci all&uso delle
'uantit% al posto dei prezzi# come gli economisti borghesi ritengono#
riflettendo la loro subordinazione al feticismo delle merci. Al contra*
rio# l&uso dei bilanci materiali ha dei vantaggi importanti# a patto che
'uesto strumento sia reso vivo# cosciente# funzionante dal controllo
dei lavoratori.
Innanzitutto# dando una visione unitaria dell&economia# il bi*
lancio materiale conduce a una visione realistica di efficienza pro*
duttiva. =el capitalismo# la misura dell&efficienza " puramente indi*
viduale e monetaria. @a l&aumento dell&efficienza di un&azienda pu(
ridurre l&efficienza di altre aziende# per esempio per la presenza di
economie esterne o di vincoli alle risorse. Come la stessa teoria eco*
nomica borghese riconosce 9con i c.d. Bfallimenti del mercatoC:# non
" assicurato che il meccanismo dei prezzi risolva il problema. -e
prendiamo la minimizzazione del dispendio di lavoro come criterio
per giudicare l&efficienza complessiva di un sistema# l&uso di una va*
lutazione in termini di 'uantit% fisiche non "# in linea teorica# piA di*
storsivo dell&uso di un sistema dei prezzi# i 'uali# per giunta nel capi*
talismo# incorporano anche lavoro non pagato.
In secondo luogo# l&uso dei bilanci materiali permette di ri*
costruire il ricambio organico tra la societ% e la natura e pu( dun'ue
essere decisivo per l&analisi dell&impatto ambientale della produzio*
ne. =el prezzo di un chilo6att ricavato dal petrolio o dall&energia
nucleare non c&" incorporato il costo determinato dalle malattie asso*
ciate all&uso di 'ueste fonti energetiche o dal costo dell&in'uinamen*
to ambientale che producono# dallo stoccaggio dei residui della pro*
duzione e cosG via. Il bilancio materiale# veicolando ogni informazio*
ne concernente le tecniche produttive# permette di tener conto di
'uesti problemi. Il punto non " dun'ue nella validit% tecnica dello
strumento ma nella natura politica dello -tato che se ne serve.
Come poi vedremo# seppur con alcune modifiche# i metodi
dei bilanci materiali si sono fatti strada anche in occidente a partire
dai contributi dell&economista russoamericano H. <eontiev e al
giorno d&oggi organismi internazionali# come l&LC-J# cosG come
singoli paesi# utilizzano largamente 'uesto metodo di analisi.
.n esempio ) la Sra%%aFLeontie( i -ilancio materiale
O1K
Riprendiamo l&esempio di bilancio materiale semplificato vi*
sto prima. Come dimostra -raffa 9Prod!ione di merci a me!!o di
merci# 1230: riprendendo le riflessioni dei neoricardiani precedenti#
'uesto metodo " del tutto compatibile con la teoria classica dell&eco*
nomia. Infatti assumendo# come fanno i classici# come dati le 'uanti*
t% prodotte# le tecniche utilizzate e il salario# " possibile ricavare
prezzi e saggio del profitto costruendo le e'uazioni che riproducono
la produzione verticalmente integrata di una merce. =ell&esempio di
-raffa ci sono tre settori$ grano# ferro# maiali# con i seguenti coeffi*
cienti tecnici.
Erano 240gV12fV1Kp 4!0g
0erro 20gV3fV12p 21f
@aiali 120gVOfVO0p 30p
output totale 4!0gV21fV30p
Come si vede# trovandoci in ipotesi di riproduzione sempli*
ce# non c&" surplus# l&input totale corrisponde all&output totale. Per
trovare i prezzi relativi " assai semplice. .asta isolare in un&e'uazio*
ne coefficienti e prezzi di una medesima merce. =el caso specifico
abbiamo tre e'uazioni$
m % g
P P P 1K 12 : 240 4!0 9 + =
m g %
P P P 12 20 : 3 21 9 + =
g % m
P P P 120 O : O0 30 9 + =
-i tratta di unn sistema determinato# tre e'uazioni e tre inco*
gnite# da cui si traggono i prezzi relativi. Il metodo " ovviamente ge*
neralizzabile a n industrie.
O12
In termini matriciali possiamo scrivere il sistema di e'uazio*
ni# chiamando A la matrice dei coefficienti 9supposta irriducibile#
ovvero tutte le merci sono BbaseC nel senso di -raffa
144
:# da cui$
| | N ) I P =
Erazie al teorema di Perron0robenius# sappiamo che esiste
l&autovalore di modello massimo# ovvero il vettore dei prezzi relativi
che risolve il sistema.
I metoi per la piani%ica!ione+ a Iuesna; a Leontie(
Anche a prescindere dall&algebra lineare di cui si serve l&a*
nalisi inputoutput# gi% a partire dagli anni &!0# tecniche matemati*
che sempre piA evolute vennero a cercare di porre rimedio allo spre*
co della pianificazione burocratica. <a prima di 'ueste tecniche fu la
programmazione lineare$ la costruzione di matrici di e'uazioni linea*
ri da cui si estraevano le soluzioni ottimali in termini di distribuzione
delle risorse. Il primo scienziato che se ne occup( approfonditamen*
te fu Rantorovich# che nel UO2 diede un contributo pionieristico alla
programmazione lineare con un modello statico. ?urante la seconda
guerra mondiale# 'ueste tecniche divennero necessarie anche in occi*
dente per pianificare le risorse durante lo sforzo bellico. In parti*
colare# analizzando i metodi per ottimizzare il flusso dei trasporti tra
le due sponde dell&Atlantico# gli economisti ?antzig e Roopmans
fornirono contemporaneamente 9ma separatamente: la prima solu*
zione generale ai problemi di programmazione lineare. 5uesto meto*
do costituG un enorme passo avanti nel risolvere 'uestioni come
'uelle poste dai bilanci materiali. =el U!2 Rantorovich propose un
modello piA realistico e dinamico di programmazione lineare# anche
se in 'uella fase erano stati gi% affinati strumenti ancora piA avanza*
144
Ipotesi del tutto realistica# considerato che sin dai classici si considera#
per determinare le relazioni fondamentali# solo 'uello che -raffa definir% il
sistema tipo# cio" la sottosezione dell&economia che produce tutte e sole le
merci base# le merci che entrano nella produzione di tutte le altre. Produzio*
ne di merci a mezzo di merci# la chiama appunto -raffa# identificando 'ue*
sto modello con il feticismo delle merci a cui i classici# e lui loro erede# non
sfuggono.
O20
ti. In particolare# due matematici di Princeton# Ruhn e >uc1er# ave*
vano elaborato i metodi di programmazione non lineare# a cui si ag*
giungevano la ricerca operativa# l&analisi logistica e il metodo di
<eontiev. ?agli anni &30 iniziarono a diffondersi anche i metodi eco*
nometrici. <o scambio scientifico tra scienziati occidentali e sovieti*
ci nell&ambito di 'ueste tecniche fu sempre abbastanza proficuo an*
che all&apice della guerra fredda. <a totale astrattezza della teoria
borghese dominante 9l&e'uilibrio economico generale:# permetteva
paradossalmente di trovare soluzioni piA facilmente applicabili in re*
gimi pianificati che in economie di mercato. Eli scienziati dei regimi
stalinisti diedero importanti contributi anche alla cibernetica e al cal*
colo delle variazioni# mentre spetta al matematico sovietico Pontr,a*
gin l&onore di aver elaborato la teoria del controllo ottimale che "
tuttora la teoria piA avanzata per la risoluzione di problemi economi*
ci# largamente usata in molti modelli economici occidentali e che
raffina enormemente la pur brillante soluzione del problema di otti*
mo fornita da .ellman.
-toricamente# il primo studioso a proporre uno schema con*
cettuale dei rapporti tra i diversi settori produttivi fu il fisiocratico
5uesna,# che nei suoi Cablea -conomi'e propose un&analisi del
rapporto tra settore agricolo e urbano in termini di flussi annuali.
@ar7 riprese ed ampli( enormemente il concetto con gli schemi di
riproduzione. <eontiev nel &2! ebbe modo di analizzare i primi sche*
mi dei bilanci materiali del Eosplan sviluppando 'uelle che " poi
stato chiamato il metodo delle interdipendenze settoriali o inputout*
put. =el suo primo lavoro del &O3 present( il modello chiuso
14!
# men*
tre nel &!1 pubblic( C$e 9trctre o% )merican -conom5 1L1LB
1LJL# imponendo il suo metodo a livello mondiale.
<&idea centrale della teoria# che viene da @ar7# " che in
un&economia gli input sono anche output e viceversa. ?i per s)# la
formalizzazione matematica anche complessa di 'uesta idea non era
14!
Di " una annosa diatriba di storia del pensiero economico relativa al con*
tributo che <eontiev ha dato alla creazione dell&analisi inputoutput. -econ*
do alcuni# li avrebbe sviluppati sostanzialmente e7 novoQ altri sostengono
che avrebbe copiato i metodi appresi in Fnione -ovietica# altri# infine# ri*
tengono che gli schemi di <eontiev sono semplicemente un modo differente
di scrivere il sistema di e'uazioni classico della teoria dell&e'uilibrio eco*
nomico generale 9vds. i testi in bibliografia:.
O21
nuova# la propose esempio Don =eumann nel suo famoso modello
del &4! 9che tra l&altro menzionava i risultati di @ar7 senza nominar*
lo:Q la differenza " che lG si dava per ipotesi risolto il problema chia*
ve# la crescita e'uilibrata. <eontiev invece riuscG a problematizzare
'uesto aspetto$ l&e'uilibrio necessita di proporzioni# ricavabili empi*
ricamente da una matrice di coefficienti intersettoriali. Per rapidit% e
semplicit%# <eontiev assunse 'uesta matrice come fissa# ma ovvia*
mente si possono costruire modelli piA dinamici. -e si concepisce il
rapporto tra i settori come un flusso di proporzioni di merci degli al*
tri settori# si comprende perch) 'uesta analisi ha come cuore lo stu*
dio dei coefficienti tecnici che sintetizzano le interdipendenze setto*
riali. Il merito principale di <eontiev " che riuscG a fornire uno sche*
ma teorico astratto a relazioni che appaiono attenere essenzialmente
alla ricerca empirica. Erazie a <eontiev# per esempio# le statistiche
nazionali hanno ac'uisito un significato economico e possono essere
utilizzate per rispondere a domande sulla politica fiscale# ambientale#
economica.
Lvviamente il modello ha delle semplificazioni di cui abbia*
mo gi% detto e in particolare la presenza di rendimenti costanti di
scala 9matematicamente# le relazioni sono sempre lineari: e l&assenza
di produzione congiunta. Ci( consente di utilizzare le tecniche di
programmazione lineare con i risultati cui 'ueste erano nel frattempo
arrivate. Per esempio# dalle interdipendenze tecniche possiamo#
usando una funzione di produzione# analizzare la frontiera della pro*
duzione e verificare la sostituibilit% dei fattori attraverso modifiche
nella proporzione dei settori.
La pro"ramma!ione lineare
Come osservato# l&analisi inputoutput si presta bene ad es*
sere accostata agli strumenti della programmazione lineare. 5uesta
tecnica parte da ipotesi di base simili e cio" che la struttura dei coef*
ficienti di tutti i settori economici sia nota# costante e# non avendo al*
tre informazioni# anche lineare. Fn classico esempio di programma*
zione lineare# in notazione matriciale potrebbe essere$
%4
4
+
9 e
ma7
c )4 t s s . .
O22
In pratica le attivit% sono geometricamente delle rette che
delimitano un insieme di possibili usi efficienti delle risorse. Fsando
un caso banale# siano le due attivit% cosG strutturate$
I O Q 4 2
2 1 2 1
s + s + 4 4 4 4 . <e due rette creano un 'uadrilatero
che " appunto il nostro insieme produttivo.
<a programmazione lineare permette di trovare la combina*
zione ottimale di output in base alle risorse in dotazione all&econo*
mia. I due risultati principali di 'uesta teoria sono$
a: il teorema della dualit% della programmazione lineare
9massimizzare la produzione implica automaticamente la minimizza*
zione dei costi:Q
b: il teorema di non sostituzione 9-amuelson# ?antzig e altri:
che stabilisce che anche se ci sono alternative produttive# la propor*
zione ottima " unica e assicura che la frontiera tecnica efficiente "
indipendente dalle proporzioni della domanda.
<eontiev rispetto alla programmazione lineare impone due
ipotesi aggiuntive$ esiste un fattore primario 9il lavoro: che non " a
sua volta prodotto# non c&" produzione congiunta.
Anche nel campo della teoria della crescita# gli economisti
sovietici diedero importanti contributi. Il loro punto di partenza era
costituito dagli schemi di riproduzione di @ar7 che sottolineavano
l&interdipendenza dei due settori dell&economia nella crescita. =el ci*
tato articolo del &!I ) 9oviet Model o% 8rowt$# uno dei piA famosi
economisti che si occuparono nel dopoguerra di crescita# ?omar# ri*
conobbe il contributo pionieristico dato dall&economista sovietico A.
0el&dman a 'uesto dibattito in un articolo poco noto del 122K dove
aveva tratteggiato un modello di crescita assolutamente innovativo.
Il modello di 0eld&man partiva da assunzioni abbastanza rigide 9sta*
bilit% dei prezzi# capitale come unico fattore limitante# economia
chiusa# ecc.: e giungeva alla definizione del tasso di investimento
determinato dalla dimensione e dallo sviluppo del settore I. >rattan*
do dei problemi di crescita# gli economisti sovietici giunsero presto
al problema che oggi si definisce di intergenerational %airness$ se si
aumentano gli investimenti per industrializzare rapidamente il paese#
la classe lavoratrice della presente generazione avr% meno da consu*
mare. Lvviamente la soluzione non sta nelle condizioni tecniche del*
l&e'uazione ma nel livello politico del proletariato.
O2O
Le correnti e"li economisti /ri%ormisti0 so(ietici
5uando il periodo piA cupo dello stalinismo venne meno e
arriv( al potere Rrusciov# gli economisti matematici# identificati con
correnti riformiste della burocrazia# si fecero avanti. In particolare
economisti 'uali <ieberman# =ovozilov e =emcinov proposero l&uti*
lizzo dei metodi piA avanzati di pianificazione economica. >uttavia#
'ueste innovazioni si rivelarono illusorie. -e in occidente gli econo*
misti vivono immersi nel mondo reificato delle merci# gli economisti
sovietici soffrivano di un&altra forma di feticismo$ il feticismo delle
tecniche. =on potendo curare la causa# la mancanza di democrazia
operaia# erano costretti a trovare metodi sempre piA complessi di
trattare i sintomi. ?avano la colpa dei problemi all&arretratezza dei
sistemi informativi o delle tecniche matematiche. Lppure# constatan*
do l&inefficienza di pianificare dal centro un&economia ormai cosG
avanzata# proponevano di risolvere il deficit informativo dando piA
libert% ai burocrati locali. In alcuni passaggi# a dire il vero# formula*
no corrette critiche politiche$ Bla democratizzazione della direzione "
necessaria non solo perch) essendo l&economia nazionale un sistema
troppo complesso# la sua direzione non pu( essere del tutto centraliz*
zata# ma anche per lo sviluppo dell&attivit% creativa delle masse po*
polariC
143
# ma a 'ueste parole non poteva seguire nulla di concreto.
Eli studiosi sovietici fecero diverse scoperte importanti nella
teoria economica# ma nessun progresso tecnico avrebbe potuto sal*
vare il Cremlino dalla nemesi della riduzione del saggio di crescita
dell&economia. =on si trattava di un problema tecnico# ma politico e
sociale. Per accrescere la produttivit% del lavoro# i BtecniciC della
pianificazione si affidavano alla scienza. Per esempio# studiando la
suddivisione dell&Frss in aree economiche omogenee concludevano
che# poich) l&esagono " il piA grande poligono che riempie lo spazio#
dividendo il territorio dell&Fnione in esagoni come un alveare# si sa*
rebbe potuta aumentare la produttivit%. -e poi un esagono rompeva
in due una particolare etnia asiatica# o non teneva conto del corso di
un fiume# 'uesto non interessava ai burocrati a @osca.
0rustrati dalla riduzione della crescita# i dirigenti cercavano
ogni genere di soluzione BtecnicaC. Eli economisti# dal canto loro#
143
D. D. =ovozilov# Piani%ica!ione e calcolo economico# p. 32.
O24
cominciarono a orientarsi sempre piA verso metodi di pianificazione
Bdi mercatoC. In una economia stalinista ci( era inevitabile. =on es*
sendoci il controllo operaio# gli economisti giungevano alla conclu*
sione che l&unico controllo possibile doveva essere fornito dal mer*
cato# dai prezzi. =egli anni 30# nelle opere di 'uesti scienziati si so*
stiene che accanto ai bilanci materiali# la pianificazione deve servirsi
dei prezzi# in primo luogo# per la misurazione delle spese di lavoro
sociale. <&idea di fondo era corretta$ evidenziare gli sprechi determi*
nati dalla pianificazione burocratica. -e ad esempio una fabbrica
produce scarpe che nessuno vuole# il lavoro in esse incorporato " del
tutto inutile# " come se non esistesse$ Bsecondo la legge del valore#
infatti# formano il valore solo 'uelle spese il cui risultato corrisponde
a un bisogno sociale. -e un prodotto non soddisfa per 'ualit% o 'uan*
tit% la domanda allora una parte delle spese effettuate non crea valo*
reC
14I
.
In ci( non c&era nulla di nuovo# si riprendevano anzi vecchie
critiche dell&opposizione di sinistra 9in particolare di >rots1i/ e Ra*
1ovs1i/: al primo piano 'uin'uennale. Il punto era l&obiettivo a cui si
tendeva. <a battaglia dei riformatori non era tesa a usare il mercato
per ridurre le distorsioni dovute alla burocrazia# essi miravano a che
si riconoscesse alla legge del valore un ruolo universale# sia econo*
mico che politico$ Bse la legge del valore opera in un&economia so*
cialista# allora non pu( essere limitata. -e# invece# non opera# allora
non " necessaria alcuna sua limitazione. P intrinsecamente contrad*
dittoria l&idea stessa secondo cui una legge obiettiva pu( essere limi*
tata nella sua azione da fattori soggettiviC
14K
. In parte# 'uesta idea
aveva senso. -enza il controllo operaio e senza crescita economica#
la legge del valore non deperisce ma continua a dominareQ se i piani*
ficatori non riescono ad arginare il ruolo delle merci con la crescita
del benessere sociale# il dominio dei valori di scambio si manifesta
in modo spontaneo con il mercato nero# la corruzioneQ solo la co*
scienza socialista dei produttori pu( arginarlo.
Analizzando il ruolo della legge del valore in un&economia
pianificata emerge il problema dei prezzi. @ar7 spiega che la legge
del valore domina ogni societ% in cui avvenga scambio di merci e
spiega anche che in ogni societ% tale legge generale si applica con
14I
=ovozilov# cit.# p. O1
14K
=ovozilov# cit.# OO4.
O2!
una forma specifica# storicamente data. =el capitalismo# la legge del
valore " la legge dei prezzi di produzione che# attraverso il meccani*
smo della redistribuzione del plusvalore tra i capitalisti# stimola l&in*
novazione tecnologica e per 'uesta via il risparmio 9potenziale: di
lavoro. =ell&economia pianificata# in teoria# la legge del valore " di *
rettamente la legge del risparmio del tempo di lavoro$ Bsar% la legge
del risparmio di lavoro sociale a regolare tutto il processo produttivo
di lavoro# anzich) la legge del valore di scambioC
142
. @a come pu(
avvenire 'uesto senza l&intervento attivo dei produttori sull&uso e i
risultati del proprio lavoroM Eli economisti sovietici riformatori ne
deducevano che i prezzi incorporavano poche informazioni o dati
scorretti e che decentralizzando la fissazione dei prezzi si sarebbe ri*
solto il problema. -i cre( ovviamente invece solo piA caos# come
succederebbe se ogni organo del corpo umano decidesse per conto
suo da dove attingere ossigeno ed energia.
Raccolta elle in%orma!ioni, a""iustamento el piano
<a principale critica teorica che gli economisti borghesi han*
no sempre fatto all&idea di pianificazione " che# snaturando il ruolo
dei prezzi# si perde l&ordine seppur anarchico che nel capitalismo re*
gola la produzione. =el capitalismo# ogni prezzo incorpora un deter*
minato saggio del profitto. <a differenza tra il saggio del profitto del
singolo prezzo e 'uello medio indica la convenienza o meno di
espandere la produzione di 'uella merce o tecnica. <a legge del va*
lore assume la forma del movimento dei prezzi di produzione. =el*
l&economia pianificata# i prezzi hanno solo un ruolo di controllo fi*
nanziario delle risorse pianificate come valori d&uso. Anche se si uti*
lizzano categorie ancora mercantili 9come il saggio di profitto:# 'ue*
ste servono scopi differenti. <a legge del valore dun'ue opera e non
opera. <a fase di transizione della pianificazione economica# del
controllo operaio# " la fase del declino della legge del valore. Il pun*
to per( " che 'uesto declino non " automatico# va perseguito co*
scientemente. <&errore centrale degli economisti sovietici e dei loro
esegeti occidentali# come .ettelheim# " che trattavano la classe ope*
raia come una componente della produzione# come i maiali e i mat *
142
D. =emcinov# >alore sociale e pre!!o piani%icato# p. 3O.
O23
toni
1!0
. =on capivano che nessuna tecnica o teorema avrebbero potu*
to salvare dal declino l&economia stalinista. -olo il controllo politico
del proletariato sulla produzione avrebbe potuto invertire la rotta# ma
tale controllo non poteva con'uistarsi con una riforma dall&alto# n)
ai tempi di Rrusciov n) di Eorbaciov# sarebbe stato necessario un ro*
vesciamento rivoluzionario della burocrazia a opera della classe ope*
raia.
<&assenza del controllo operaio si faceva sentire non solo e
non tanto nella raccolta di informazioni a priori# ma nell&aggiusta*
mento in corso d&opera. Raccogliere informazioni dipende dal grado
di sviluppo dell&economia# ma l&aggiustamento# il %ine tning della
pianificazione# dipende dai mille occhi e orecchie dei produttori.
Che succedeva# ad esempio# se le norme tecniche fissate erano irrea*
listicheM Che alcune merci non si producevano nella giusta 'uantit%
scombinando tutto il piano. Inoltre il progresso tecnico portava a re*
visionare in continuazione 'ueste norme. CosG# gi% a met% degli anni
&!0# il O0+40S degli impianti industriali sovietici non raggiungeva il
piano# con ovvie conseguenze in tutto il sistema. <e distorsioni erano
di ogni tipo. -e arrivava piA materiale veniva tenuto per paura che
non arrivasse piA# se non arrivava i direttori delle fabbriche cercava*
no freneticamente un fornitore distogliendo magari altre aziende dal
produrre per il piano# ricorrendo al mercato nero e cosG via. =on aiu*
tava certo# in 'uesto contesto# il terrore che# di fatto unica leva per
disciplinare i produttori# a sua volta distorceva la produzione spin*
gendo tutti ad obbedire a ordini assurdi o futili# indipendentemente
da ci( che sarebbe davvero servito a sviluppare l&economia. Ci( era#
oltre che devastante per milioni di persone# fortemente controprodu*
cente. Per uno che non rubava per paura del plotone di esecuzione#
mille raccontavano favole agli organismi centrali# dicevano sempre
sG# lavoravano senza creativit% e determinazione# rinunciavano alla
critica e al giudizio# unici sostituti del meccanismo impersonale dei
prezzi.
Come si " osservato prima# ancor piA importante dell&inno*
vazione tecnica " la determinazione del grado ottimale di crescita#
ossia la ripartizione piA efficiente tra investimenti e consumo. Come
1!0
.ettelheim# ad esempio# esalta acriticamente il movimento delle brigate
d&assalto e lo stachanovismo come si trattasse di movimenti genuini dei la*
voratori sovietici e non una forma di sfruttamento imposto dalla burocrazia.
O2I
ha osservato un economista sovietico$ B" impossibile determinare il
massimo del benessere senza ottimizzare la ripartizione dei
redditiC
1!1
# il problema " che nessuno sa cosa sia il benessere. =el ca*
pitalismo 'uesta impossibilit% " obiettiva# non avendo le classi nes*
sun obiettivo comune# ed " teorizzata con il noto criterio paretiano
che sancisce l&impossibilit% di confrontare situazioni differenti 'uan*
do anche un solo soggetto non guadagna dalla situazione. Con un
esempio# se viene tolta della frutta a un latifondista che la fa marcire
sugli alberi per darla a gente che muore di fame# l&allocazione dei
beni successiva a 'uesta distribuzione non " piA efficiente di 'uella
precedente. <a soluzione# anche in un&economia socialista# non " co*
mun'ue agevole. -uperata l&ipotesi risibile che le preferenze del
consumatore non siano funzione del suo reddito# la BdomandaC
scompare come fattore autonomo. ?istribuzione e produzione del
reddito diventano un elemento unico da analizzare nella pianificazio*
ne. ?iviene un&ovviet%# ancorch) ignota agli economisti borghesi#
che sono le condizioni della produzione che creano i limiti entro cui
le BpreferenzeC ac'uistano un senso. ?i nuovo si pone il tema del
controllo operaio. <a scelta del reddito da destinare al futuro non
pu( arrivare dalla soluzione di un problema di ottimo# o dalle prefe*
renze di alcuni burocrati# per 'uanto lungimiranti ed illuminati siano#
pu( essere solo la massima espressione del controllo che i produttori
hanno sulla produzione e sulla societ%.
<e innovazioni scientifiche degli studiosi sovietici in campo
economico furono immense. <o dimostra il fatto che formano la
base degli studi teorici piA raffinati della scienza economica occi*
dentale ancora oggi. @a tutta 'uesta scienza# mancando le necessarie
condizioni politiche# non poterono che ritardare di pochi anni l&ine*
vitabile fato dell&economia sovietica. Con il crollo dello stalinismo#
la propaganda borghese ha sepolto 'uesti prodigiosi avanzamenti
scientifici sotto le macerie del muro di .erlino. -ta ai lavoratori di
tutto il mondo che lottano per trasformare la societ% riprenderle e
farne l&uso che meritano e che la scienza economica finora non ha
mai avuto$ migliorare le condizioni di vita di tutta l&umanit%.
4i-lio"ra%ia
1!1
=ovozilov# cit. p. O20.
O2K
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Pontr,agin <. -. et alii# C$e Mat$ematical C$eor5 o% Nptimal Pro"
cess# 91234:
Ra1ovs1, R.# C$e Five Rear Plan in Crisis# 912O0:
-iegelbaum <. N.# 9oviet Norm 6etermination in C$eor5 and Practi"
ce 1L1IB1L41# B-oviet -tudiesC# 9gennaio 12K4:
ten Raa >.# C$e -conomics o% InptBNtpt )nal5sis# 9200!:
>etr,a1ova A.# .irman I.# Inpt Ntpt )nal5sis in t$e 299:# B-o*
viet -tudiesC# 9aprile 12I3:
>inbergen ;.# Central Planning# 91234:
>rots1i/ <. 9<.?...: # Novo corso# 91224:
>rots1i/ <. 9<.?...:# >ers le capitalisme o vers le socialisme;#
9122!# 122K:
>rots1i/ <. 9<.?...:# >erso il capitalismo o verso il socialismo;
1K2
#
912O0:
1!2
Pur avendo lo stesso titolo dell&opuscolo uscito nel &2! sulla Pravda# non
" lo stesso e tratta di cose leggermente differenti.
OO0
>rots1i/ <. 9<.?...:# Il controllo operaio slla prod!ione# 912O1:
>rots1i/ <. 9<.?...:# &economia sovietica in pericolo# 912O2:
bauberman A.# C$e Mat$ematical :evoltion in 9oviet -conomics#
912I!:
bielins1, ;. E.# &a teoria della piani%ica!ione socialista# 9123K#
12IO:
OO1
La transi!ione al socialismo2
$arxismo e piani%ica!ione
Preparando na battaglia $o sempre trovato c$e i piani
sono intili ma piani%icare ( necessario. 9?. Jisenho6er:
Non %orniamo ricette per losteria dellavvenire. 9R. @ar7:
Introu!ione
@ar7 ed Jngels svilupparono il socialismo scientifico supe*
rando le costruzioni idealiste dei generosi ma ingenui socialisti uto*
pisti. Per 'uesto# scrissero poco sulla pianificazione e in generale
sulla societ% di transizione al socialismo. Il compito fondamentale
dei rivoluzionari " rovesciare il capitalismo# non inventarsi sistemi
futuribili di gestione sociale. 5uesta scelta aiut( enormemente lo
sviluppo del mar7ismo come teoria scientifica della lotta di classe.
=ot( molti decenni dopo <enin$ B@ar7 non si era legato le mani# n)
le aveva legate ai futuri artefici della rivoluzione socialista# per
'uanto riguarda le forme# i procedimenti# i metodi della rivoluzioneC
1!O
.
Peraltro# non tutti i socialisti utopisti erano filosofi fuori dal
mondo. Alcuni costruirono progetti interessanti# ad esempio la fab*
brica modello di L6en 9=e6 Narmon,:# che dimostr(# per la prima
volta# la possibilit% di fare a meno della classe capitalista per gestire
la produzione e la societ%. In generale per(# 'uesti riformatori sociali
si limitavano a progettare mondi nuovi e mantenevano ridotti legami
organizzativi con il proletariato. <a situazione cambi( con i socialisti
ricardiani# che cominciarono a far uso delle categorie della scienza
economica per analizzare la societ% e proporne cambiamenti rivolu*
zionari
1!4
.
Il punto centrale dell&analisi di 'uesti pensatori era il rappor*
to tra lavoro e valore. -e la scuola classica# con -mith e Ricardo#
aveva riconosciuto che " il lavoro a determinare il valore delle mer*
1!O
<enin# :ivol!ione in occidente e in%antilismo di sinistra# p. 142.
1!4
Dedi E. ?. N. Cole# 9toria del pensiero socialista# vol. 1.
OO2
ci# a produrre la ricchezza sociale# perch) non servirsi direttamente
del lavoro come misura di tutte le coseM -e il prezzo di ogni merce
pu( ricondursi ai vari lavori direttamente e indirettamente in essa
contenuti# si potrebbe eliminare la moneta e con essa il capitale.
5uesta " l&idea di fondo# formulata dal socialista ricardiano Era, gi%
nel 1KO1$ usiamo direttamente il tempo di lavoro. Lvviamente 'ue*
sta soluzione " ingenua# impossibile nel capitalismo# dove la moneta
" la connessione di lavori non direttamente sociali. Per diventare so*
ciale il lavoro deve passare dal mercato# la merce avere un prezzo
1!!
.
Come osserva @ar7 scrivendo a Jngels$ Bnessuna forma so*
ciale pu( impedire che one wa5 or anot$er sia il tempo di lavoro di*
sponibile della societ% a regolare la produzione. @a finch) 'uesta re*
golazione non si attua mediante il controllo diretto# consapevole# del
tempo di lavoro da parte della societ% il che " possibile solo con la
propriet% comune # bensG mediante il movimento dei prezzi delle
merci# le cose rimangono al punto da te gi% illustrato molto beneC
1!3
>uttavia# fu merito di 'uesti socialisti fare il passo decisivo
di legare la costruzione del socialismo all&analisi del capitalismo. Il
movimento operaio moderno nasce da lG. In 'uesto scritto intendia*
mo analizzare lo sviluppo della teoria mar7ista della transizione al
socialismo# fornendo# poi# un&analisi di come essa si pone concreta*
mente oggi.
Il socialismo nella prima analisi marxista+ /%are o""i
Duesta cosa, omani Duellaltra222 cosJ come mi (ien (o"lia0
C$iamiamo comnismo il movimento reale c$e abolisce lo
stato di cose presente. *R. @ar7# 0. Jngels:
Per costrire il comnismo non abbiamo c$e il materiale
creato dal capitalismo. 9<enin:
?ietro alla posizione antiutopica del mar7ismo c&" la teoria
materialista della produzione delle idee. =el noto aforisma di <a*
1!!
Per l&analisi che @ar7 fece di 'ueste tesi# cfr. Miseria della %iloso%ia e
Per la critica delleconomia politica.
1!3
<ettera di @ar7 a Jngels# K gennaio 1K3K# ora in Carteggio# vol. !. Il ri*
ferimento di @ar7 " allo scritto di Jngels del 1K4O Critica delleconomia
politica.
OOO
briola# le idee non cascano dal cielo. Per un intellettuale figlio del
capitalismo non sarebbe possibile immaginare una societ% compiuta*
mente socialista. <a possibilit% di pensare il socialismo realizzato
prima di realizzarlo implicherebbe la negazione dei capisaldi della
concezione materialistica della storia e della scienza. 5uello che "
possibile# al piA# " delineare le leggi di transizione a una futura so*
ciet%. -e# dun'ue# @ar7 ed Jngels non potevano descrivere il socia*
lismo# essi hanno per( fornito alcune indicazioni preziose sulla tran*
sizione.
Per avviarsi verso il socialismo# hanno spiegato# occorre in*
nanzitutto l&abolizione della propriet% privata dei mezzi di produzio*
ne# che consente di distruggere il rapporto di produzione dominante
da cui la borghesia trae il proprio potere sociale# politico e ideologi*
co. <a classe politicamente dominante dopo la rivoluzione# la classe
operaia# assume la propriet% collettiva dei mezzi di produzione
creando un nuovo rapporto di produzione# necessario per sviluppare
le forze produttive a un livello superiore. <&abolizione del monopo*
lio di classe sui mezzi di produzione rompe la divisione sociale del
lavoro e pone le basi per l&abolizione della divisione tecnica del la*
voro$ Bappena il lavoro comincia ad essere diviso ciascuno ha una
sfera di attivit% determinata ed esclusiva che gli viene imposta e dal*
la 'uale non pu( sfuggire... laddove nella societ% comunista# in cui
ciascuno non ha una sfera di attivit% esclusiva ma pu( perfezionarsi
in 'ualsiasi ramo a piacere# la societ% regola la produzione generale
e appunto in tal modo rende possibile di fare oggi 'uesta cosa# do*
mani 'uell&altra... cosG come mi vien vogliaC
1!I
. Il punto fonda*
mentale dell&analisi mar7ista# a 'uesto livello del suo sviluppo# " il
rapporto tra propriet% e divisione del lavoro. -empre nell&Ideologia
tedesca leggiamo$ Bi diversi stadi di sviluppo della divisione del la*
voro sono altrettante forme diverse della propriet%C e ancora$ Bdivi*
sione del lavoro e propriet% privata sono espressioni identicheC. Lra#
se la forma di merce muore con la propriet% privata dei mezzi di pro*
duzione# dato che la produzione viene orientata ai valori d&uso# rima*
ne tuttavia una forma di propriet%$ la propriet% collettiva della classe
lavoratrice. Per impedire che 'uest&ultima forma di propriet% produ*
ca una nuova divisione del lavoro# non piA tra classe proprietaria e
proletari ma tra amministratori dei mezzi di produzione e popolazio*
1!I
R. @ar7 e 0. Jngels# &ideologia tedesca# p. 24.
OO4
ne 9divisione del lavoro che si da# per esempio# nelle societ% palazia*
li precedenti allo schiavismo: occorre un effettivo controllo delle
masse sulla produzione$ la democrazia operaia. -enza controllo ope*
raio# la propriet% collettiva dei mezzi di produzione non da luogo al
socialismo. >ale prere'uisito " indispensabile per eliminare anche
ogni altra divisione tra gli uomini# farli divenire essere umani com*
pleti# universali# fine ultimo del socialismo# fare di ogni uomo un
<eonardo da Dinci. Ci( " possibile 'uando il rapporto dei produttori
con il lavoro non " piA alienato# ha superato ogni aspetto di coerci*
zione sia pure volontaria# come la pianificazione democratica. Per
fare 'uesto# l&aspetto fondamentale non " che tutti# in effetti# faccia*
no ogni mestiere# ma la libera determinazione# possibile solo se il li*
vello di sviluppo delle forze produttive " tale che il lavoro umano
non " piA centrale per lo sviluppo stesso. =on stiamo dun'ue parlan*
do di transizione e pianificazione 9della societ% come Besce dal capi*
talismoC# per dirla con @ar7:# ma di una societ% socialista sviluppa*
ta. P chiaro# perci(# che se per eliminare la divisione sociale del la*
voro " sufficiente socializzare i mezzi di produzione e mantenerli
sotto il controllo operaio# piA tempo " necessario per raggiungere il
grado di sviluppo delle forze produttive occorrente a liberarsi della
divisione tecnica del lavoro.
In sintesi# la necessit% di un periodo di transizione per prepa*
rare le condizioni per il socialismo non era ancora stata teorizzata
compiutamente all&epoca. In generale# le pagine dell&Ideologia tede"
sca e degli altri testi di 'uel periodo# trattando 'uesto tema# rimango*
no a un livello elevato di astrazione# inevitabile agli albori del movi *
mento operaio. ?i lG a poco# la lotta di classe investG l&Juropa con i
moti del &4K. @ar7 ed Jngels proposero alle avanguardie rivoluzio*
narie di 'uel movimento un programma di azione# contenuto nel
Mani%esto# tra cui leggiamo 'ueste misure$
B1. Jspropriazione della propriet% fondiaria# impiego della
rendita fondiaria per la spesa pubblicaQ 2. Centralizzazione del credi*
to in mano allo -tato# mediante una banca nazionale con capitale di
stato e monopolio esclusivo 9...:Q 3. Centralizzazione dei mezzi di
trasporto in mano allo -tatoQ I. Aumento delle fabbriche nazionali#
degli strumenti di produzione# coltivazione e miglioramento dei ter*
reni secondo un piano generaleQ K. Fguale obbligo di lavoro per tutti#
organizzazione di eserciti industriale# specialmente per l&agricolturaQ
OO!
2. Combinazione del proletariato agricolo e industriale e misure atte
a preparare la lenta sparizione delle differenze tra citt% e campagnaQ
10. Jducazione pubblica e gratuita di tutti i fanciulliC.
1!K
5uesto programma configura un piano d&azione complessivo
molto efficace per rovesciare il capitalismo# ma# come si pu( osser*
vare leggendo tutto il Mani%esto# se @ar7 ed Jngels hanno capito in
che direzione bisogna procedere per espropriare la borghesia# non gli
" ancora chiaro come farlo# con che strumenti politici# organizzativi.
5uesto " logico# se si pensa che l&unica organizzazione rivoluziona*
ria esistente sulla >erra all&epoca# la <ega dei comunisti# era un in*
sieme minuscolo e variegato di 'uadri rivoluzionari con poche espe*
rienze di lotta reale
1!2
. =ei decenni successivi# la lotta di classe pro*
dusse molti episodi su cui riflettere# innanzitutto la Comune di Pari*
gi. Ancora una volta si dimostr( che le idee non cascano dal cielo# le
idee mar7iste in particolare# derivano strettamente dalle lotte con*
crete degli operai.
<a Comune di Parigi " stata la prima forma di -tato operaio
della storia. @ar7 la chiam( la forma Bfinalmente disvelataC del po*
tere operaio. 5uesto potere non sorse dalle teorie di 'ualche illumi *
nato. Eli operai di Parigi# in maggioranza blan'uisti o proudhoniani#
posti di fronte alle necessit% concrete della lotta# crearono dal nulla
un embrione di -tato operaio sviluppando caratteristiche che il mar*
7ismo assumer% 'uali fondanti della forma di dominio sociale del
proletariato. ?i 'uesto fondamentale evento storico# ai fini di 'uesto
lavoro# ci interessa approfondire i due elementi chiave ai fini dell&a*
nalisi della transizione al socialismo$ la necessit% di un periodo di
transizione e le forme politiche dello -tato di transizione.
-crisse @ar7$ B<a Comune dovette riconoscere sin dal prin*
cipio che la classe operaia# una volta giunta al potere# non pu( conti*
nuare ad amministrare con la vecchia macchina stataleQ che la classe
operaia# per non perdere di nuovo il potere appena con'uistato# da
una parte deve eliminare tutto il vecchio macchinario repressivo gi%
sfruttato contro di essa# e d&altra parte deve assicurarsi contro i pro*
1!K
R. @ar7 e 0. Jngels# Il Mani%esto del Partito Comnista# p. 32.
1!2
-ulla storia dell&organizzazione vedi 0. Jngels# Per la storia della &ega
dei comnisti.
OO3
pri deputati e funzionari dichiarandoli revocabili senza alcuna ecce*
zione e in ogni momento.C
130
<a Comune indic( agli occhi di @ar7 ed Jngels l&organizza*
zione amministrativa necessaria dello -tato di transizione# il potere
operaio con le sue regole$ revocabilit% degli incarichi politici# remu*
nerazione operaia degli eletti# fusione tra esercito e popolo. ?imo*
str( soprattutto# che il rovesciamento del capitalismo non produce
subito la fine delle strutture statali$ B>ra la societ% capitalistica e la
societ% comunista vi " il periodo della trasformazione rivoluzionaria
dall&una nell&altra. Ad essa corrisponde anche un periodo politico di
transizione# il cui -tato non potr% essere altro che la dittatra rivol"
!ionaria del proletariato.C
131
Come nelle forme politiche# nelle forme economiche sorge
la necessit% di una transizione. <a stessa Comune vi arriv( subito#
abbozzando strutture di pianificazione. <o ricord( Jngels nella Pre"
%a!ione del &21 a &a gerra civile$ Bil 13 aprile la Comune ordin(
una statistica delle fabbriche lasciate inoperose dagli industriali e
l&elaborazione dei progetti per l&esercizio di 'ueste fabbriche da par*
te degli operai fino allora occupati in esse e che si dovevano riunire
in societ% cooperative# per l&organizzazione di 'ueste societ% in una
grande federazioneC
132
Q e ancora$ Bil piA importante tra i decreti della
Comune ordinava un&organizzazione della grande industria e perfino
della manifattura# la 'uale non doveva fondersi soltanto sull&associa*
zione degli operai in ogni fabbrica# ma doveva anche riunire tutte
'ueste associazioni in una grande federazioneC
13O
. Infine$ Bconsegna
alle associazioni operaie# sotto riserva d&indennizzo# di tutte le fab*
briche e i laboratori chiusi# tanto se i rispettivi capitalisti si erano na*
scosti# 'uanto se avevano preferito sospendere il lavoroC
134
.
<a necessit% di 'uesta fase intermedia anche economica vie*
ne esposta con chiarezza nella Critica al programma di 8ot$a# dove
@ar7 approfondisce il tema della transizione al socialismo$ BAll&in*
terno della societ% collettivista# fondata sulla propriet% comune dei
mezzi di produzione# i produttori non scambiano i loro prodottiQ tan*
130
R. @ar7# &a gerra civile in Francia# p. 33.
131
R. @ar7# Critica al programma di 8ot$a# p. 44.
132
0. Jngels Pre%a!ione a &a gerra civile ...# cit.# p. 31.
13O
Pre%a!ione...# cit.# p. 3!.
134
Pre%a!ione...# cit.# p. 12O.
OOI
to meno il lavoro trasformato in prodotti appare 'ui come valore di
'uesti prodotti# come una propriet% oggettiva da essi posseduta# poi*
ch) ora# in contrapposto alla societ% capitalistica# i lavori individuali
non esistono piA come parti costitutive del lavoro complessivo attra*
verso un processo indiretto# ma in modo diretto... 'uello con cui ab*
biamo a che fare 'ui# " una societ% comunista# non come si " svilp"
pata sulla propria base# ma viceversa# come emerge dalla societ% ca*
pitalisticaQ che porta 'uindi ancora sotto ogni rapporto# economico
morale# spirituale# le BmacchieC della vecchia societ% dal cui seno
essa " uscita.C
13!
Il compito di 'uesta prima fase " di raggiungere il livello
delle forze produttive sufficienti alla transizione al comunismo vero
e proprio. >rattandosi di una societ% di transizione# essa conserva
elementi del capitalismo. Il loro peso relativo dipende dalla dinamica
della transizione. <o sviluppo delle forze produttive# che serve a ri*
durre 'uesti elementi# necessita della pianificazione. Come osserva
Jngels$ Bl&anarchia all&interno della produzione sociale viene sosti*
tuita dall&organizzazione cosciente secondo un pianoC
133
.
-empre Jngels spiega che occorre la pianificazione per libe*
rarsi dalla legge del valore$ Bla produzione di merci non " affatto la
forma esclusiva di produzione sociale... =on appena la societ% entra
in possesso di mezzi di produzione e# socializzandoli immediata*
mente# li usa per la produzione# il lavoro di ciascuno# per 'uanto
possa essere diverso il suo carattere specifico di utilit%# diventa a
priori e direttamente lavoro sociale.
<a 'uantit% di lavoro sociale racchiusa in un prodotto non ha
bisogno allora di essere fissata solo indirettamenteQ l&esperienza
giornaliera indica direttamente 'uanto lavoro " necessario in media.
<a societ% pu( semplicemente calcolare 'uante ore di lavoro sono
contenute... n) potrebbe 'uindi venirle in mente di esprimere le
'uantit% di lavoro depositate nei prodotti e che essa conosce diretta*
mente e assolutamente# con una misura inoltre solo relativa# oscillan*
te# insufficiente# precedentemente inevitabile come espediente# con
un terzo prodotto cio" e non con la misura naturale adeguata# assolu*
ta# il tempo... Certo anche allora la societ% dovr% sapere 'uanto lavo*
ro richiede ogni oggetto di uso per la produzione. Jssa dovr% orga*
13!
Critica...# cit.# p. O0.
133
0. Jngels# )ntiB6D$ring# p. O0K.
OOK
nizzare il piano di produzione a seconda dei mezzi di produzione ai
'uali appartengono# in modo particolare# anche le forzelavoro. Il
piano# in ultima analisi# sar% determinato dagli effetti utili dei diversi
oggetti di uso considerati in rapporto tra di loro e in rapporto alle
'uantit% di lavoro necessario alla loro produzione. Eli uomini sbro*
glieranno ogni cosa in modo assai semplice senza l&intervento del fa*
moso Uvalore&.C
13I
Attraverso un piano sociale# lo sviluppo delle forze produtti*
ve pu( permettere la scomparsa dei residui di capitalismo in seno
alla nuova societ%# ovvero le classi# lo -tato# la moneta# i rapporti
mercantili. Erazie alle lotte concrete degli operai parigini# @ar7 ed
Jngels riuscirono a far fare alla teoria mar7ista un passo avanti deci*
sivo# esponendo con precisione non solo la direzione generale di svi*
luppo del capitalismo e della lotta di classe# ma anche le modalit%
specifiche con cui la classe operaia avrebbe dovuto affrontare l&im*
menso compito di gestire la transizione a una societ% socialista sul
piano dell&amministrazione statale e della gestione dell&economia.
Lo Stato opo la ri(olu!ione
)l posto del governo slle persone appare lamministra!io"
ne delle cose e la dire!ione dei processi prodttivi. &o 9tato non vie"
ne ?abolito@= esso si estinge . 90. Jngels:
Il miglior piano non ( c$e n pe!!o di carta se manca del
sostegno della massa militante. 9<. >rots1i/:
@entre i soloni della socialdemocrazia europea giuravano
fedelt% al pensiero di @ar7 ed Jngels# facendo per( accordi di ogni
tipo con la borghesia del proprio paese# in Russia si produceva un
episodio di importanza paragonabile a 'uello della Comune di Pari*
gi$ la rivoluzione del 120!. -otto il profilo della teoria mar7ista# l&e*
pisodio del 120! segna una nuova svolta# chiarendo definitivamente
la forma politica che il proletariato deve darsi nella sua lotta contro il
capitalismo e per il socialismo$ i consigli operai o soviet. ?a allora
in poi# in 'ualun'ue episodio di rottura rivoluzionaria si " assistito al
riemergere dei consigli operai a prescindere dall&orientamento politi*
co della direzione del movimento# dal livello di coscienza dei lavora*
13I
)ntiB6D$ring# cit.# pp. OO!3.
OO2
tori e da ogni altra condizione# segno ine'uivocabile che i soviet
sono la cellula necessaria per la transizione politica al socialismo. 0u
merito di >rots1i/ comprendere e partecipare all&attivit% di 'uesti
consigli sin da subito 9a soli 23 anni# >rots1i/ si ritrov( presidente
del soviet piA importante della rivoluzione
13K
:. 0u merito dei bolsce*
vichi# dopo una iniziale titubanza se non aperta ostilit%# comprendere
la funzione storica dei soviet e farne# da lG in poi# la propria bandiera.
-i pu( dire che sotto il profilo della teoria politica# i consigli operai
sono l&unica vera novit% introdotta nel mar7ismo dalla morte di
@ar7 sino alla rivoluzione d&ottobre.
Alla vigilia di 'uell&evento# <enin# in 9tato e rivol!ione# ri*
prende e conferma la necessit% di uno -tato di transizione secondo
'uanto esposto 'uasi cin'uant&anni prima da @ar7 criticando il pro*
gramma lassalliano della -P?$ B=on sarebbe possibile distruggere di
punto in bianco# dappertutto# completamente# la burocrazia. -arebbe
utopia. @a spezzare subito la vecchia macchina amministrativa per
cominciare immediatamente a costruirne una nuova# che permetta la
graduale soppressione di ogni burocrazia# non ( utopia# " l&esperien*
za della Comune# " il compito primordiale e immediato del proleta*
riato rivoluzionario.C
132
-i noti# tuttavia# che la necessit% di una transizione non eli *
mina l&obiettivo socialista di eliminazione dello -tato# che i mar7isti#
a partire da @ar7# tengono sempre fermo# compresi i teorici ortodos*
si della socialdemocrazia# come Rauts1,# almeno fino alla prima
guerra mondiale.
<&esperienza della Comune dimostra la necessit% di uno -ta*
to di transizione operaio che si ponga il compito di preparare la stra*
da al socialismo. 5uesta situazione# spiega <enin Bnon " affatto il
nostro ideale n) la nostra meta finale$ essa " soltanto la tappa neces"
saria per ripulire radicalmente la societ% dalle brutture e dalle igno*
minie dello sfruttamento capitalistico e assicurare llteriore marcia
in avantiC
1I0
.
Ampliando l&analisi di @ar7 sulla Comune# <enin pu( stabi*
lire con chiarezza le condizioni del potere operaio$ i: fine dell&eserci*
to separato 9sostituito dal popolo in armi:Q ii: elettivit%# rotazione e
13K
Per un&analisi di 'uegli eventi vedi <. >rots1i/# 1L0K.
132
<enin# 9tato e rivol!ione# p. 112.
1I0
9tato e rivol!ione# cit.# p. 1IK.
O40
revocabilit% di ogni caricaQ iii: gratuit% o paga operaia per l&esercizio
delle cariche nello -tato. Analizzando 'ueste condizioni si osserva
che# pur con l&aiuto di decenni di esperienza concreta# l&analisi della
transizione si riallaccia alle intuizioni originarie di @ar7 sulla divi*
sione del lavoro. 5uando i maestri del socialismo scoprirono# grazie
agli operai della Comune# che non si pu( avere transizione al sociali*
smo se esiste ancora un esercito permanente separato dalla popola*
zione# non fecero che evidenziare la necessit% di rompere 'uella che
" una delle prime se non la prima divisione sociale del lavoro$ 'uella
tra apparato militare e popolazione. 5uando proposero la rotazione
delle cariche come rimedio al sorgere di una casta burocratica#
espressero la necessit%# analoga a 'uella concernente l&apparato mili *
tare# che l&apparato amministrativo non sia separato dal proletariato#
non si dia# insomma# una divisione sociale del lavoro.
Ci( significa che il controllo operaio# per essere effettivo#
per innescare la transizione al socialismo# non pu( limitarsi alle fab*
briche# alla produzione. In una societ% in cui le fabbriche sono dello
-tato# il controllo operaio deve estendersi anche allo -tato# ossia alla
burocrazia e all&esercito e# in effetti# normalmente la rivoluzione
consente agli operai di prendere il controllo dello -tato prima di
'uello dei mezzi di produzione. <a propriet% privata dei mezzi di
produzione e la divisione sociale del lavoro vanno entrambe spezza*
te# distrutte# altrimenti la rivoluzione non pu( procedere. Ci( " stato
confermato dall&esperienza dello stalinismo$ il capitalismo pu( esse*
re abbattuto ma senza costruire le condizioni per il socialismo# get*
tando il paese che sperimenta 'uesta situazione nell&incubo di uno
-tato operaio degenerato# 'uello che >rots1i/ definir% il bonaparti*
smo proletario.
<&esperienza della rivoluzione d&ottobre e degli eventi che
seguirono fu ricca di insegnamenti# anche sotto il profilo teorico# per
i mar7isti. =on toccheremo 'ui le vicende storiche successive alla
vittoria dei bolscevichi se non per evidenziare alcuni aspetti connessi
alla teoria della transizione di cui stiamo parlando# ben consapevoli
che# come si " detto sin 'ui# la teoria mar7ista si " sempre sviluppata
in stretto legame con la prassi rivoluzionaria.
=ell&analizzare l&esperienza della rivoluzione russa non " fa*
cile distinguere ci( che c&" di generale da ci( che " specifico# anche
perch)# nei decenni successivi# la gran parte degli episodi di rove*
O41
sciamento del capitalismo# seppure nelle forme degenerate dello sta*
linismo# avvenne in paesi arretrati come la Russia zarista se non piA
arretrati# trasformando alcune caratteristiche specifiche dell&espe*
rienza russa in caratteri apparentemente inevitabili.
>ra 'ueste caratteristiche# la principale che 'ui interessa "
l&arretratezza sociale e culturale del proletariato# riflesso della gene*
rale arretratezza sociale e produttiva del paese. In una popolazione
largamente analfabeta e dispersa nelle campagne# applicare le regole
sulla rotazione degli incarichi " impossibile. ?iventa necessario ba*
sarsi soprattutto sugli avanzi del vecchio regime# 'uelli che in Russia
erano gli specialisti zaristi# siano essi contabili o ufficiali dell&eserci*
to. Lra# l&utilizzo di tecnici legati al vecchio apparato statale di per
s) non presenta problemi.
<enin lo sintetizza cosG$ BIl proletariato# 'uando avr% vinto
far% cosG$ incaricher% degli economisti# degli ingegneri# degli agrono*
mi ed altri specialisti sotto il controllo delle organizzazioni operaie
di elaborare un BpianoC# di controllarlo# di ricercare i mezzi per
economizzare il lavoro con la centralizzazione e cosG pure i provve*
dimenti atti ad assicurare il controllo piA semplice# meno costoso#
piA comodo e piA generaleC.
1I1
Il punto teorico chiave che <enin pone nelle sue riflessioni
di 'uei mesi " che una volta vinto l&esercito# non " necessario an*
nientare l&apparato statale# bisogna depurarlo# porre i funzionari sot*
to il controllo operaio. ?istruggere lo -tato borghese non implica
nessun massacro# nessuna palingenesi violenta. Implica invece la
sottomissione politica dei tecnici al proletariato.
Lsserva ad esempio il rivoluzionario russo$ BLltre all&appa*
rato essenzialmente Uoppressivo&# che consiste nell&esercito perma*
nente# nella polizia# nel corpo di funzionari# esiste nello -tato moder*
no un apparato# intimamente legato in modo particolarmente saldo
alle banche ed ai trust# che svolge# se cosG si pu( dire# un vasto lavo*
ro di statistica e di registrazione. =on " necessario spezzare 'ue*
st&apparato e non si deve spezzarlo. .isogna strapparlo al dominio
dei capitalisti# bisogna staccare, tagliare, strappare da esso i capita*
listi# e i fili della loro influenza# bisogna sottoporlo ai soviet proleta*
1I1
<enin# I bolscevic$i conserveranno il potere statale;
O42
ri# estenderlo# aumentarlo# farne una cosa di tutto il popoloC
1I2

<e necessit% contingenti della rivoluzione# per(# condussero
i bolscevichi a scelte concrete non sempre in linea con le direttrici di
fondo del loro stesso pensiero. 0urono costretti a dividere le terre tra
i contadini# ben sapendo che ci( avrebbe ostacolato in seguito la so*
cializzazione delle stesse. Rosa <u7emburg li critic( fraternamente
per 'uesto# ma non c&era altro modo per convincere una classe esau*
sta 9e la sua parte armata# che costituiva il grosso dell&esercito: a
continuare a combattere contro l&aggressione imperialista. Allo stes*
so modo# non vi " molto di BteoricoC da ricercare nel comunismo di
guerra o nella =JP# se non l&obiettiva necessit% del momento. Di "
solo da dire che i dirigenti bolscevichi furono sempre brutalmente
onesti nell&indicare i passi indietro. Ad esempio <enin# commentan*
do l&aumento delle differenze salariali dovuto alla =JP disse$ B" un
compromesso# una deviazione dai principi della ComuneC Bun passo
indietroC# " necessaria ma Bnon si pu( negare l&influenza corruttrice
degli alti stipendi sul potere sovieticoC
1IO
. J ancora# nel &21# sulla
=JP Bc&" piA di vecchio in 'uesta politica economica# che non nella
nostra precedenteC e anche Babbiamo subito una sconfitta assai grave
sul fronte economicoC
1I4
. Per 'uesto# trarre indicazioni generali da
'ueste politiche non avrebbe senso.
-e da un punto di vista dello sviluppo delle forze produttive
il potere operaio faceva fatica ad affermarsi# dovendo basarsi 'uasi
integralmente sul vecchio apparato statale# ci( si rifletteva anche sul*
la natura reale della statalizzazione delle imprese. Il controllo opera*
io non poteva trasformarsi# cosG# in impulso verso la transizione al
socialismo$ BIl controllo operaio " stato introdotto da noi per leggeQ
ma comincia appena appena a penetrare nella vita e persino nella co*
scienza delle grandi masse del proletariato... J finch) il controllo
operaio non sar% diventato un fatto ac'uisito... non si potr% fare il se*
condo passo verso il socialismo# passare cio" alla produzione regola*
ta dagli operaiC.
1I!
J ancora$ B-i pu( essere decisi o indecisi sulla nazionalizza*
zione e sulla confisca. @a nessuna BdecisioneC# anche la maggiore al
1I2
I bolscevic$i conserveranno...# cit.
1IO
<enin# I compiti immediati del potere sovietico.
1I4
<enin# )ncora sllimposta in natra.
1I!
I compiti immediati...# cit.
O4O
mondo# pu( essere sufficiente ad assicurare il passaggio dalla nazio*
nalizzazione e dalla confisca alla socializzazioneC.
1I3
Il fine fondamentale del controllo operaio " consentire al
proletariato di amministrare lo -tato verso la sua autoestinzione per
mezzo dello sviluppo economico e sociale. In pratica# soprattutto nei
primi anni# il fine essenziale del controllo operaio " la riduzione del
tempo di lavoro# come prere'uisito necessario per garantire che il
proletariato amministri l&economia e che dun'ue lo -tato e la divi*
sione sociale del lavoro deperiscano e scompaiano. -e non aumenta
la produttivit% del lavoro# se il tempo di lavoro necessario non si ri*
duce# il controllo operaio " una pura formalit%. =ella fase immedia*
tamente successiva alla rivoluzione# " inevitabile convivere con le
pratiche concrete# produttive# culturali# lasciate dal capitalismo.
Lsserva <enin$ B<&aumento della produttivit% del lavoro esi*
ge innanzi tutto che siano garantite le basi materiali della grande in*
dustriaC. Accelerare l&istruzione degli operai. Anche il lavoro a cotti*
mo e il ta,lorismo. @a <enin onestamente dice che Bil sistema >a,*
lor racchiude in s) come tutti i progressi capitalistici la ferocia
raffinata dello sfruttamento borghese unita a una serie di ricchissime
con'uiste scientificheC.
1II
?i nuovo# i dirigenti bolscevichi non si nascosero dietro a un
dito$ applicare il ta,lorismo " applicare un sistema feroce# ma se la
classe operaia mantiene il controllo dello -tato di transizione# 'uesta
ferocia sar% rovesciata contro i suoi creatori. <&alienazione# che si
accompagna alla divisione tecnica del lavoro# sar% compensata# e'ui*
librata dal venir meno della divisione sociale del lavoro$ gli operai
parteciperanno concretamente alla vita amministrativa del nuovo
-tato.
Impostando cosG l&analisi# il problema dello -tato postrivo*
luzionario diviene chiaro$ non l&infantile pretesa anarchica che la
sera dell&insurrezione scompaiano oltre !0 secoli di storia# non la
reazionaria sicumera riformista che di passetto in passetto lo -tato
capitalista possa suicidarsi# ma un nuovo inizio$ uno -tato in mano ai
lavoratori che lo amministrano per sviluppare l&economia 'uel che
serve per mandarlo in pensione.
<a transizione sar% tanto piA rapida 'uanto meglio verr% im*
1I3
:ivol!ione in occidente...# cit.# p. 1O!.
1II
I compiti immediati...# cit.
O44
postata la pianificazione. ?iremo 'ualcosa di come intendere 'uesto
BmeglioCalla luce dell&esperienza di due secoli di movimento opera*
io# e in particolare delle lotte dei bolscevichi.
Il /"iorno opo0
Analizzando le modalit% di transizione al socialismo# occorre
sottolineare un punto fondamentale. A differenza del capitalismo# il
socialismo non pu( preparare le sue condizioni prima della trasfor*
mazione sociale. ?eve avviare 'uest&ultima a partire dallo -tato# dal
potere politico. <a borghesia ha accumulato risorse materiali per se*
coli# derubando interi continenti# appropriandosi delle terre comuni e
cosG via finch) non ha potuto usare il potere economico come leva
per rovesciare lo -tato e costruirne uno sotto il suo controllo. Il capi *
talismo esisteva gi% 'uando i rivoluzionari hanno ucciso Carlo I o
<uigi 8DI. @a il socialismo non solo non esisteva# ovviamente# in
Russia dopo il rovesciamento di Rerens1i# ma non esister% mai pri*
ma della rivoluzione in nessun paese.
Avendo ben presente 'uesto aspetto# immaginiamo dun'ue
di trovarci nel Bgiorno dopoC la rivoluzione# per citare una nota ope*
ra di Rauts1,. ?a che cosa partire per costruire la nuova economiaM
-u 'uesto punto non solo i fondatori del mar7ismo ma anche i teorici
del riformismo sono d&accordo$ dalle banche. <a fusione di tutti gli
intermediari creditizi e finanziari in una banca statale unica " il pri*
mo passo per poter pianificare l&economia. -in dal programma che
abbiamo visto contenuto nel Mani%esto# i mar7isti hanno proposto la
socializzazione del sistema finanziario tramite la Bcentralizzazione
del credito in mano allo -tato# mediante una banca nazionale con ca*
pitale di stato e con monopolio esclusivoC
1IK
. 5uesta proposta venne
assunta dai bolscevichi gi% prima della rivoluzione. Ad esempio#
possiamo leggere nelle Cesi di )prile# che <enin scrisse pochi mesi
prima della rivoluzione d&ottobre# la proposta di Bfusione immediata
di tutte le banche del paese in un&unica banca nazionale# posta sotto
il controllo dei soviet dei deputati operaiC
1I2
. 5uesta proposta " rima*
sta la stessa dopo la rivoluzione. In I bolscevic$i conserveranno il
potere statale;
1IK
Il Mani%esto...# cit.# p. 32.
1I2
<enin# Cesi di )prile# in &a Comne di Parigi# p. K1.
O4!
<enin osserva$ B9en!a le grandi banc$e, il socialismo sareb"
be irreali!!abile. <e grandi banche sono l&Bapparato stataleC che ci "
necessario per la realizzazione del socialismo e che noi prendiamo
gi# pronto al capitalismo... Fn&unica banca di stato# grandissima tra
le grandissime... sarebbe gi% i nove decimi dell&apparato socialistaC.
Come detto# su 'uesto punto erano d&accordo anche i rifor*
misti. Per esempio# riflettendo sul programma dei partiti socialisti
nell&immediato primo dopoguerra Ltto .auer not( che nazionalizza*
re le banche era il passo finale e decisivo per la creazione del sociali *
smo. <e banche in 'uesta ottica sarebbero la base della distribuzione
delle risorse nella nuova societ%
1K0
.
<&uso delle banche apparirebbe a prima vista una contraddi*
zione$ come possono le banche# sacerdoti della moneta# guidarne la
distruzioneM Il punto " comprendere il diverso ruolo che la legge del
valore e dun'ue la moneta rivestono dopo la rivoluzione. <a societ%
che nasce dalla rivoluzione " una societ% di transizione. Per 'uesto le
leggi di funzionamento del capitalismo non scompaiono# ma vengo*
no modificate dall&intervento attivo della pianificazione. <o -tato
deve pianificare tenendo conto della legge del valore# il che signifi*
ca# in ultima analisi# tenendo conto dello sviluppo delle forze produt*
tive. In 'uesto senso si applica alla pianificazione l&osservazione di
Jngels$ la libert% " la coscienza della necessit%. 5uando la pianifica*
zione ignora la legge del valore# si producono fenomeni 'uali spre*
chi# sproporzioni# inflazione# svalutazione# disoccupazione# il merca*
to nero. <a legge del valore accompagna la pianificazione finch) le
risorse sociali non sono sufficienti ad abolire ogni necessit% di razio*
namento# sia essa fatta con i prezzi# le code# le tessere annonarie.
-piega >rots1i/$ BI due problemi dello -tato e del denaro
hanno diversi aspetti comuni perch) si riducono entrambi al proble*
ma dei problemi# che " 'uello della produttivit% del lavoro. <a costri*
zione statale e la costruzione monetaria appartengono all&eredit% del*
la societ% divisa in classi# che non pu( determinare i rapporti tra gli
uomini se non con l&aiuto di feticci religiosi o laici# sotto la protezio*
ne del feticcio piA temibile# lo -tato con un grande coltello tra i den*
ti. =ella societ% comunista# lo -tato e il denaro spariranno. Il loro de*
perimento progressivo deve# dun'ue# cominciare in regime sociali*
sta. =on si potr% parlare di vittoria reale del socialismo che a partire
1K0
L. .auer# &a via al socialismo# 1212.
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dal momento storico in cui lo -tato sar% ancora -tato solo a met% e in
cui il denaro comincer% a perdere il suo potere magico. Ci( signifi*
cher% che il socialismo# liberandosi dai feticci del capitalismo# co*
mincer% a stabilire tra gli uomini relazioni piA limpide# piA libere e
piA degne.
<e rivendicazioni dell&BabolizioneC del denaro# dell&Baboli*
zioneC del salario o dell&BeliminazioneC dello -tato e della famiglia#
caratteristiche dell&anarchismo# non possono presentare interesse che
come modelli di pensiero meccanicistico. Il denaro non potrebbe es*
sere arbitrariamente BabolitoC# come lo -tato e la famiglia non po*
trebbero essere BeliminatiCQ devono esaurire la loro missione storica#
perdere il loro significato e sparire. Il feticismo del denaro ricever% il
colpo di grazia solo 'uando lo sviluppo ininterrotto della ricchezza
sociale liberer% i bipedi dall&atteggiamento sordido verso ogni minu*
to di lavoro in piA o dalla paura umiliante per la 'uantit% delle loro
razioni. Perdendo il potere di dare la felicit% e di far precipitare l&uo*
mo nella polvere# il denaro si ridurr% a mezzo di contabilit% comodo
per la statistica e per il piano. In seguito# si potr% fare probabilmente
a meno di simili 'uietanze. @a 'uesta preoccupazione possiamo la*
sciarla ai nostri pronipoti# che non mancheranno di essere piA intelli*
genti di noi.
<a nazionalizzazione dei mezzi di produzione e del credito#
il controllo delle cooperative e dello -tato sul commercio interno# il
monopolio del commercio estero# la collettivizzazione dell&agricol*
tura# la legislazione dell&eredit% stabiliscono limiti all&accumulazione
personale di denaro e ostacolano la trasformazione del denaro in ca*
pitale privato 9usurario# commerciale e industriale:. 5uesta funzione
del denaro# legata allo sfruttamento# non " tuttavia li'uidata sin dal*
l&inizio della rivoluzione proletaria# ma trasferita sotto un nuovo
aspetto dallo -tato commerciante# banchiere e industriale universale.
?&altra parte# le funzioni piA elementari del denaro# misura del valo*
re# mezzo di circolazione e di pagamento# si mantengono e ac'uista*
no persino un campo d&azione piA vasto di 'uello che hanno in regi*
me capitalista.C
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P la soddisfazione dei bisogni a permettere il deperire del
ruolo degli scambi mercantili e dun'ue a dare alla moneta una nuova
funzione$ non piA riserva di valore# non piA e'uivalente generale# ma
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<. >rots1i/# &a rivol!ione tradita# pp. 343!.
O4I
puro simbolo di appartenenza alla comunit% dei produttori. <a mone*
ta# osserva >rots1i/# ha lo stesso fato dello -tato$ si estingue.
Il deperimento della produzione mercantile non pu( avveni*
re che con il fiorire di tutta la societ% e in particolar modo con la pro*
duzione di servizi sociali gratuiti. <o sviluppo delle forze produttive
deve dun'ue porsi# come primo compito# la socializzazione dei lavo*
ri mercantili ed e7tramercantili e la fornitura del piA ampio genere di
servizi sociali senza un diretto corrispettivo economico. Chiaramente
'uesto non elimina il ruolo dei prezzi. 0inch) esistono delle merci
esistono dei prezzi. @a il loro ruolo nella vita dei produttori diviene
sempre minore. <o sviluppo delle forze produttive consente la gra*
duale eliminazione del computo del lavoro sociale# finch) la doman*
da di beni da parte dei consumatori avviene senza tener minimamen*
te conto del prezzo. Il legame diretto tra domanda e produzione con*
sente alla societ% di rinunciare alla moneta 'uale e'uivalente genera*
le. In 'uesta fase di transizione# la moneta cessa di incarnare# come
accade nelle societ% di classe# il lavoro sociale e diventa una pura
unit% di conto# una semplice espressione numerica utile per i conti.
<a pianificazione si pone anche un compito piA immediato$
ridurre l&orario di lavoro e modificare la composizione della forza
lavoro# con ci( aiutando a disgregare la presa della legge del valore
sulla societ%.
<&orario di lavoro "# come si " detto# un aspetto decisivo del*
la pianificazione. Per essere effettivo# il controllo operaio deve ba*
sarsi su produttori informati# ossia# tra l&altro# con molto tempo a di*
sposizione. 5uanto piA rapida la riduzione# tanto piA la classe opera*
ia pu( essere effettivamente coinvolta nell&amministrazione econo*
mica e statale.
Altrettanto importante " la composizione della forza lavoro.
Il capitalismo crea un&enorme massa di lavoro inutile# produttivo e
improduttivo. <a ricomposizione 'ualitativa della forzalavoro di*
viene una delle leve piA importanti dello sviluppo della produttivit%#
soprattutto nei primi anni. =el capitalismo buona parte dei lavori
svolti " una totale perdita di tempo. =ei paesi avanzati si pu( stimare
che un terzo della forzalavoro# spesso la piA 'ualificata# " addetta a
mestieri senza alcun senso in un&economia razionale. 5uesti lavora*
tori possono essere reimpiegati con un enorme beneficio per la cre*
scita economica. Altre fonti di spreco della forzalavoro nel capitali*
O4K
smo sono# ovviamente# la disoccupazione di 'uote consistenti di for*
zalavoro e la duplicazione di molte mansioni dovuta alla competi*
zione. Razionalizzando l&uso del lavoro si potrebbe ridurre immedia*
tamente l&orario di lavoro del O040S senza perdite produttive. Ci(
costituirebbe un eccezionale punto di partenza per l&economia di
transizione.
<a riduzione dell&orario di lavoro dovrebbe avvenire# natu*
ralmente# senza incidere sul salario. Come per ogni altra merce prez*
zo# finch) esiste erogazione di forzalavoro in cambio di moneta#
esiste il suo prezzo# il salario. <&obiettivo della transizione " aumen*
tare i salari# soprattutto bassi# riducendo le spere'uazioni sociali.
=ell&Fnione -ovietica dei primi anni# la differenziazione salariale
accettata a malincuore dai bolscevichi era di 1 a 4. Per i membri del
partito era esclusa ogni maggior retribuzione. Fn simile ventaglio
salariale appare del tutto compatibile con la situazione dei paesi ca*
pitalisti avanzati di oggi.
Anche nel caso in cui il ceto dei tecnici sia ostile o comun*
'ue non vicino al potere operaio# un rapporto salariale massimo di 1
a 4# da ridursi aumentando i salari piA bassi# permetterebbe una tran*
sizione rispettosa del livello politico di ogni parte della classe lavo*
ratrice. Ad ogni modo# il punto centrale " che# con il deperire della
legge del valore e della moneta# si riduce la funzione del salario$ nel *
la misura in cui una gamma sempre maggiore di servizi sociali 9non
solo trasporti# sanit%# istruzione# ma anche alimentazione# svaghi#
abitazioni e cosG via: " fornita al di fuori di relazioni mercantili# il
ruolo del salario nel determinare il livello di vita delle masse si ridu*
ce.
Alla fine# 'uando la produttivit% " tale da rendere superfluo
ogni calcolo economico e del tempo di lavoro# diviene attuale# in un
certo senso# la vecchia idea dei socialisti ricardiani della Bmonetala*
voroC$ ogni lavoratore# ogni membro della comunit% pu( attingere
dalla ricchezza sociale come vuole. 5uando la sovrabbondanza di
beni elimina ogni rilevanza alla retribuzione diretta del lavoro# si
pu( consegnare la legge del valore alla storia# come le selci scheg*
giate e i grammofoni.
Prima di 'uesta fase# 'uando ancora i lavoratori ricevono un
salario# seppure deciso da loro tramite le proprie rappresentante poli*
tiche# vi " dun'ue ancora un calcolo del valore e del plusvalore. Ci si
O42
potrebbe allora chiedere se l&esistenza di surplus non sia sinonimo di
sfruttamento.
=el capitalismo# il profitto " il riconoscimento dell&efficien*
za di un determinato processo produttivo. Il riflesso dell&aumento del
rendimento del lavoro " l&accumularsi di un sovrappiA sociale. Il
ruolo storico del capitalismo " di concentrare 'uesto sovrappiA nelle
mani dei capitalisti perch) lo investano# incrementando le forze pro*
duttive. Il concetto di sovrappiA nel capitalismo ha la forma di dena*
ro# " dun'ue plusvalore# e 'uesto conduce gli economisti classici a
ridurlo a un concetto fisico o aritmetico 9un residuo# come in Ricar*
do:# mentre il mar7ismo ne spiega la natura di rapporto sociale# che
solo feticisticamente ha forma di cosa. Il plusvalore non " ci( che re*
sidua una volta ripagati i costi di produzione# ma " il risltato di n
rapporto di sbordina!ione sociale che genera le risorse per la ripro*
duzione allargata del rapporto stesso. <&esistenza di un sovrappiA
non "# dun'ue# automaticamente indicatore di sfruttamento. -i consi*
deri ad esempio il fatto che all&interno della classe operaia il salario
serve a nutrire i figli# gli anziani# i disoccupati. Possiamo dire che i
figli dei proletari BsfruttanoC i genitoriM -e guardiamo la cosa sotto il
profilo contabile " ovvio# dato che mangiano senza lavorare# ma se
consideriamo il proletariato come un insieme# parlare di sfruttamen*
to non ha piA senso che dire che le gambe o i capelli BsfruttanoC lo
stomaco perch) consumano energia senza poter introdurre cibo nel
corpo.
Jmerge 'ui la connessione dialettica di propriet% e controllo
dei mezzi di produzione. <&esistenza di sovrappiA non produce sfrut*
tamento se i produttori hanno la propriet% e il controllo del sovrappiA
stesso. <o sfruttamento della classe lavoratrice non " legato solo al
fatto che una parte del lavoro erogato non le viene pagato# ma che
'uesto pluslavoro le sta di fronte come una potenza ostile# sotto for*
ma di lavoro morto# di capitale. =on " un problema di residuo fisico
ma di rapporti sociali di produzione. In una societ% in cui il sovrap*
piA diviene un fondo di sviluppo di tutta la societ%# 'uando cessa la
contraddizione tra la natura sociale della produzione e l&appropria*
zione privata dei suoi risultati# scompare il profitto. Continua a esi*
stere lavoro Bnon pagatoC# nel senso che devono sussistere risorse
per la crescita economica o per l&assistenza a 'uella parte della po*
polazione che non pu( lavorare# senza per( aversi sfruttamento. Ci(
O!0
che caratterizzava i regimi stalinisti come non socialisti# dun'ue# non
era l&esistenza di un sovrappiA# ma la degenerazione dello -tato che
si rifletteva nell&uso che di 'uesto sovrappiA veniva fatto.
Il surplus " collegato anche al tema dell&efficienza produtti*
va# un aspetto decisivo per garantire la transizione al socialismo. =el
capitalismo il profitto " un indicatore di efficienza della produzione#
anche se tale efficienza non " assoluta ma assume significato solo al*
l&interno del contesto delle relazioni sociali borghesi. Per esempio
un&azienda che getta i rifiuti in un fiume anzich) depurarli o utilizza
manodopera in nero potr% avere profitti maggiori del concorrente
che invece rispetta le regole# dun'ue sar% piA efficiente. @a anche
senza pensare a 'uelle che gli economisti chiamano esternalit% nega*
tive# l&efficienza rimane legata alla dimensione dell&azienda# per
'uanto grande# perch) lo scopo della produzione " aumentare il pro*
fitto del capitalista# non dei capitalisti$ l&efficienza nel capitalismo "
l&efficienza del singolo capitalista# non della societ%.
In un&economia pianificata non ha senso parlare di efficienza
della singola azienda# ma solo di efficienza sociale# complessiva del
piano a cui tutte le articolazioni del processo produttivo sono subor*
dinate. Poich) i prezzi non sono piA legati all&efficienza del singolo
processo produttivo ma agli obiettivi economici di fondo che la so*
ciet% si " data# non " possibile utilizzarli come indicatori per estrarre
segnali di efficienza. Lccorre invece analizzare i risultati complessi*
vi dell&economia pianificata# in particolare$ la riduzione del tempo di
lavoro# la 'ualit% dei beni prodotti# l&eliminazione dei processi pro*
duttivi dannosi per i lavoratori e per l&ambiente# il soddisfacimento
delle crescenti esigenze della popolazione. In 'uesto senso# 'ualitati*
vo# sociale# " possibile affermare che anche nell&economia di transi*
zione l&incremento del surplus " indicativo di un accrescimento del*
l&efficienza e dell&avvicinarsi del socialismo.
7al potere operaio alla controri(olu!ione stalinista
Non ci rincresce pagare na le!ione, prc$3 la le!ione sia
pro%ica. 9<enin:
<a transizione al socialismo deve cominciare con un atto po*
litico$ la rottura del potere borghese# incarnato dal controllo operaio
O!1
sull&esercito e sugli altri apparati statali centrali. I consigli operai
sono la base del potere proletario# la democrazia operaia. <o svilup*
po di un&economia di transizione conferisce ai soviet una nuova ve*
ste# amministrativoeconomica# la base della pianificazione. 5uesto
" il passaggio chiave dallo -tato rivoluzionario# dove i soviet sono
essenzialmente strutture politiche# al semi-tato# dove i soviet sono
organi di gestione economica.
>ale trasformazione# nella Russia del comunismo di guerra e
della =JP# non si diede. >utti riconoscevano che il paese attraversa*
va un periodo di transizione economico$ B=on c&" stato ancora nes*
suno# a 'uanto apre# che interrogato sull&economia della Russia ab*
bia negato il carattere transitorio di 'uesta economia. =essun comu*
nista ha neppure negato# a 'uanto pare# che l&espressione Brepubblica
socialista sovieticaC significa che il potere dei soviet " deciso a rea*
lizzare il passaggio al socialismo# ma non significa affatto che rico*
nosca come socialisti i nuovi ordinamenti economici. @a che cosa
significa dun'ue la parola transizioneM =on significa# 'uando la si
applichi all&economia# che in 'uel determinato regime vi sono ele*
menti# particelle# frammenti e di capitalismo e di socialismoM Chiun*
'ue deve ammettere che " cosG.C
1K2
Il punto era come evitare che i residui di capitalismo som*
mergessero il controllo operaio. Che i bolscevichi avrebbero resistito
nessuno lo credeva. @inistri socialdemocratici come Naase riteneva*
no che il loro governo sarebbe durato poche settimane# anche perch)
i rivoluzionari russi avevano perso una zona che comprendeva il
20S della produzione di carbone e il I0S di 'uella di metalli ferro*
si. =on arrivavano macchinari dall&estero# gli operai erano al fronte#
i tecnici sospettosi del nuovo potere. -embrava una situazione im*
possibile. Jppure# nonostante il caos del comunismo di guerra# ac*
cerchiati da eserciti di ogni potenza imperialista# i bolscevichi soste*
nevano la necessit% di passare alla pianificazione economica$ Bper
non disperdere le nostre forze sotto la spinta delle richieste che ci
giungono da ogni parte# " necessario fare del piano economico il me*
tro discriminante in base al 'uale separare l&importante e il fonda*
mentale dall&ausiliario e dal secondarioC.
1KO
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:ivol!ione in occidente...# cit.# p. 1OK.
1KO
<. >rots1i/# Cerrorismo e comnismo# p. 132.
O!2
-olo che non era chiaro come realizzare tutto ci( in mezzo ai
massacri e alla totale disorganizzazione prodotta dalla guerra civile#
dove la carestia produceva episodi di cannibalismo# ed era difficile
pensare a un progetto scientifico per l&economia sovietica futura. In
'uei frangenti# anche i migliori dirigenti bolscevichi esposero# 'ui e
l%# concezioni teoriche unilaterali# come 'uando >rots1i/ sostenne
che i sindacati# sotto la dittatura proletaria# sono un organo di repres*
sione dell&anarchia e dell&indolenza operaia. >uttavia# finch) i bol*
scevichi conservarono la direzione politica dello -tato sovietico# os*
sia fino a circa met% degli anni &20# le discussioni# anche aspre# al*
l&interno del partito continuarono instancabilmente in un clima fra*
terno e senza che ci( comportasse alcuna repressione per i dissidenti
e le minoranze. ?opo la morte di <enin# la sconfitta della rivoluzio*
ne in occidente# con il conseguente isolamento dello -tato operaio
sovietico# consentG alla burocrazia stalinista di soffocare# nel tempo#
il controllo operaio sull&economia# sullo -tato e soprattutto sul parti*
to# che venne trasformato in un grigio esecutore di ordini della casta
dominante.
<&analisi del sorgere dello stalinismo " stata gi% sviscerata in
ben altri lavori
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. Per i fini di 'uesto scritto ci interessa riprendere#
di tale analisi# gli aspetti teorici di fondo della nascita della pia*
nificazione# di come lo -tato operaio possa impiantare le basi per
una nuova economia e una nuova societ%.
Il primo aspetto# che pu( sembrare BpoliticoC ma " eminen*
temente produttivo# " la democrazia sovietica. -enza democrazia nel
partito e nello -tato# la pianificazione non pu( avere basi solide. ?i
ci( >rots1i/ avvertG da subito il partito per esempio nel Novo corso#
scritto che precede di molti anni il primo piano 'uin'uennale. Lggi#
dopo decenni di esperienze di regimi stalinisti# 'uella diagnosi " pie*
namente confermata. -enza democrazia operaia non c&" nessuna spe*
ranza di gestire un&economia complessa# in grado di costituire la
base per lo sviluppo del socialismo.
>ale impossibilit% si manifesta in colossali sprechi# mal ge*
stioni# corruzione di ogni sorta# nella sproporzione tra settori produt*
tivi# tra consumo e investimenti# in un basso livello 'ualitativo della
produzione. In sintesi# l&assenza di un effettivo controllo operaio sul*
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-i vedano# in particolare# i testi di >rots1i/ citati in bibliografia successi*
vi al &24. Fno per tutti# ovviamente# &a rivol!ione tradita.
O!O
lo -tato e sulla produzione impedisce una 'ualun'ue dialettica tra
centralizzazione degli obiettivi di fondo e analisi dettagliata della si*
tuazione. <a pianificazione pu( partire solo da un piano generale
dell&economia# che orienta l&operare di tutti i settori produttivi. Allo
stesso tempo# per funzionare# il piano generale deve tener conto delle
proporzioni concrete di sviluppo dei singoli settori# di ogni informa*
zione# anche la piA piccola sino al singolo snodo produttivo e alla
singola macchina# perch)# come disse >rots1i/# Bun piano# anche il
piA perfetto# che non tiene conto dei dettagli non " che una frivolez*
zaC. Lccorre dun'ue partire contemporaneamente dal basso e dal*
l&alto per cosG dire# armonizzare le esigenze di fondo e la realt% sul
campo.
Lsserva sempre >rots1i/$ Banche se il primo piano 'uin'uen*
nale prese in considerazioni tutti gli aspetti possibili# per sua natura
non " possibile che sia altro che una prima e rozza ipotesi# destinata
presto a revisioni profonde nel corso del lavoro. P impossibile creare
a priori un sistema completo di armonia sociale. <e ipotesi di pianifi*
cazione non potevano che incorporare le vecchie sproporzioni e l&i*
nevitabile sorgere delle nuove. <a gestione centralizzata ha grandi
vantaggi ma anche il pericolo di errori centrali# ovvero di elevarli a
un grado molto elevato. -olo la regolazione continua del piano nel
processo del suo completamento# la sua ricostruzione parziale e
complessiva# pu( garantire la sua efficacia economica.
<&arte della pianificazione socialista non cade dal cielo n)
giunge bella e pronta con la con'uista del potere. 5uest&arte pu( es*
sere padroneggiata solo con la lotta# passo passo# non da pochi ma da
milioni# come parte della nuova economia e della nuova culturaC.
1K!
<e energie creative del proletariato sono necessarie per lo
sviluppo economico e diventano tanto piA decisive 'uanto piA l&eco*
nomia si fa complessa e diversificata. =on potendo contare sui lavo*
ratori# brutalmente oppressi e atomizzati# la burocrazia non pu( che
ricorrere a due strumenti per far funzionare# seppure inefficiente*
mente# la pianificazione$ il terrore e gli incentivi materiali.
5uando si pensa al terrore nei regimi stalinisti# si pensa a
purghe ordinate da un dittatore paranoico che vede complotti dietro
ogni angolo. -enza dubbio# l&emergere di figure del genere " inevita*
bile in 'uelle societ%# ma il terrore ha una funzione economica ende*
1K!
<. >rots1i/# &economia sovietica in pericolo.
O!4
mica al di l% delle epurazioni politiche su vasta scala. Come convin*
cere il direttore di uno stabilimento a fare il suo lavoro 'uando le
maestranze non possono dire nulla# come nel capitalismo# ma non
pu( essere allettato dal miraggio di diventare riccoM Certo# ci sono i
premi materiali. @a si tratta di poca cosa rispetto ai guadagni farao*
nici dei manager occidentali. Inoltre# " una ricchezza personale# che
non pu( mai diventare propriet% dei mezzi di produzione# che resta*
no collettivi. ?un'ue un incentivo senza prospettive. Alla fine# " la
paura che tiene insieme il sistema. Fn giorno degli uomini sono ve*
nuti a prendere il direttore precedente della fabbrica e nessuno lo ha
piA visto. -i vocifera che fosse un dissidente. @a il nuovo direttore
sa bene di cosa si tratta e rispetter% piA osse'uiosamente il piano tra*
smesso dall&alto. CosG a cascata i capi reparto# i capi officina# gli
operai.
Accanto al bastone della polizia politica e del gulag# lo stali *
nismo pone l&altrettanto deformante pratica degli incentivi materiali.
A partire dall&uso generalizzato del cottimo individuale# nobilitato
politicamente dal movimento stacanovista# fino alle dacie e alle mac*
chine di lusso per i membri del Politburo# la ricchezza materiale "
l&unico stimolo positivo che regola il sistema.
=aturalmente# anche un regime socialista sano# nei primi
tempi# potrebbe aver bisogno di utilizzare incentivi materiali. Il pun*
to " che dovrebbero costituire un residuo sempre piA marginale#
mano a mano che cresce la ricchezza sociale generale e si eleva la
coscienza politica anche degli strati piA arretrati della popolazione.
@olto piA importanti dovrebbero essere 'uelli che Che Euevara de*
finG gli incentivi morali# la partecipazione complessiva all&ammini*
strazione della produzione e della societ%.
P ovvio che tanto la paura 'uanto il guadagno personale
sono leve del tutto inefficaci per armonizzare il piano complessivo
della produzione con le esigenze a livello di singola realt% produtti*
va. ?ire la verit% ai superiori pu( costare# se va bene# la destituzione.
<e informazioni sono dun'ue distorte a ogni livello e in ogni dire*
zione. =ello stesso senso agiscono gli incentivi materiali# soprattutto
in una situazione di povert% diffusa. In entrambi i casi conviene agire
opportunisticamente# per i propri fini immediati e non per congiun*
gere piano e realt%. Eli esempi tratti dalla realt% sovietica# che spesso
gli economisti occidentali hanno usato contro l&idea di pianificazione
O!!
in generale# sono riconducibili# a ben guardare# agli effetti di 'ueste
due leve che# rimanendo i pilastri dell&ordine produttivo# non posso*
no che cristallizzare la divisione sociale e tecnica del lavoro presente
al momento della rivoluzione# con ci( rendendo impossibile il depe*
rimento dello -tato# la nascita del socialismo.
Eli abusi e gli sprechi imposti dal dominio burocratico pro*
ducevano ogni sorta di distorsione all&economia sovietica. Ci( era
particolarmente visibile nella fissazione dei prezzi. In linea generale#
come si " detto sopra# la legge del valore ha ancora un ruolo nella
pianificazione# sebbene subordinato al controllo cosciente della pro*
duzione. Il paradosso " che negli anni della lotta contro l&opposizio*
ne di sinistra# l&apparato burocratico sostenne una sorta di libero ar*
bitrio socialista# in cui chi# come l&opposizione di sinistra# faceva os*
servare la necessit% di confrontarsi con i prezzi del mercato mondiale
era tacciato di essere un reazionario.
A partire dagli anni &!0# gli economisti BriformistiC sovietici
hanno preso una strada opposta# sostenendo una sorta di dominio
eterno della legge del valore. In entrambi i casi# non si comprende la
natura storica delle leggi economiche# confondendo i differenti ruoli
che la moneta e i prezzi giocano nelle diverse epoche.
<&economia pianificata ha bisogno di unit% di conto omoge*
nee per confrontare i diversi settori produttivi. <a prima funzione
storica della moneta non " di far circolare beni nei mercati ma di for*
nire una metrica contabile alla pianificazione. P e non " una moneta.
<a transizione dell&economia pianificata ha a che fare da subito con
una produzione non orientata ai valori di scambio ma ai valori d&uso#
nell&ambito del piano generale. I prezzi incorporano dun'ue ancora
le condizioni produttive dei diversi beni# ma all&interno delle finalit%
proprie della produzione pianificata. In 'uesto ambito# il confronto
con i prezzi prevalenti sul mercato mondiale ha la funzione di regi*
strare i progressi dell&economia pianificata. =aturalmente# per un&e*
conomia arretrata come 'uella russa# il peso del mercato mondiale
doveva essere maggiore. Ad ogni modo# nessun mar7ista ha mai svi*
luppato l&idea che l&economia di transizione debba chiudersi a riccio
rispetto alla divisione internazionale del lavoro. Come osserv( >ro*
ts1i/$ Bl&autarchia " l&ideale di Nitler non di @ar7 e <eninC.
In definitiva# i prezzi continuano a esistere in un&economia
pianificata ma cambiano di funzione$ da regolatori del saggio di pro*
O!3
fitto settoriale divengono la leva per il massimo sviluppo delle forze
produttive.
Stalinismo e -olsce(ismo
&e leggi della storia sono pi. potenti degli apparati bro"
cratici. 9<. >rots1i/:
5uando i bolscevichi presero il potere# la situazione di svi*
luppo delle forze produttive in Russia era incompatibile con la pro*
duzione pianificata. In alcuni centri urbani era presente la grande in*
dustria e dun'ue il proletariato moderno# ma nell&insieme del paese
dominava la produzione contadina con elementi addirittura prefeu*
dali come le comuni agricole di stampo asiatico. <a produttivit% del*
l&economia russa era infima per un paese capitalista# figurarsi per
uno -tato operaio. ?&altra parte# i bolscevichi non avevano mai pro*
posto l&idea che la Russia potesse avanzare verso il socialismo come
nazione. Per una serie di condizioni politiche# la classe operaia era
giunta al potere in un paese arretrato# l&anello debole del sistema ca*
pitalistico mondiale. <a vittoria dei lavoratori nei centri capitalistici
avanzati avrebbe portato alla nascita di una federazione di stati ope*
rai con uno sviluppo adeguato alla transizione al socialismo. I lavo*
ratori russi non avevano fatto che aprire le danze. 5uesta idea si di*
mostr( storicamente corretta ma politicamente prematura. <a rivolu*
zione russa aprG una stagione di processi rivoluzionari in tutta Juro*
pa. In un paese dopo l&altro# maturarono le condizioni per un rove*
sciamento del capitalismo. In Fngheria i capitalisti consegnarono il
potere al partito comunista senza nemmeno combattere# consideran*
dolo il male minore. >uttavia# mentre si produssero le condizioni
obiettive per una rivoluzione operaia in tutta Juropa# non emersero
le forze pronte soggettivamente a raccogliere 'uesta occasione. In
mancanza di partiti rivoluzionari di massa# i lavoratori si rivolsero
alle loro organizzazioni tradizionali$ sindacati e partiti socialdemo*
cratici# che in molti paesi vennero catapultati al potere come sotto*
prodotto della situazione rivoluzionaria. 5ueste organizzazioni si po*
sero il compito di condurre alcune riforme a favore della propria
base 9non molte per la verit%: ma nel 'uadro del ristabilimento del*
l&ordine borghese. Con la sconfitta della rivoluzione tedesca del &2O
O!I
e cinese del &2!U2I si chiuse la prima ondata rivoluzionaria. 5uesto
ebbe conseguenze spaventose sulla Russia che# isolata e arretrata#
subG un processo di involuzione politica# fino alla controrivoluzione
burocratica incarnata da -talin.
5uando ricomparve la rivoluzione sul suolo europeo# negli
anni &O0 in -pagna# l&Fnione -ovietica era ormai politicamente lon*
tana anni luce dallo -tato operaio immaginato dai fondatori del mar*
7ismo. @a sebbene politicamente l&Frss si configurasse come un re*
gime reazionario# con tratti di brutale dittatura militare# socialmente
conserv( le con'uiste dell&Lttobre$ la natura sociale dei mezzi di
produzione. 5uesta contraddizione# che si riflesse ideologicamente
nella nascita della teoria del Bsocialismo in un solo paeseC# implica*
va che il primo tentativo storico di transizione al socialismo nasceva
in una situazione di opprimente sottosviluppo economico# riflesso in
una feroce reazione politica. <a pianificazione sovietica dovette por*
si compiti del tutto diversi da 'uelli immaginati per una economia di
transizione. =on si trattava infatti della parte piA avanzata del capita*
lismo# ma di 'uella piA arretrata# in cui gli stessi rapporti di produ*
zione capitalistici non avevano ancora con'uistato pienamente le
campagne. <a pianificazione sovietica affront( dun'ue problemi che
altrove aveva risolto il capitalismo# in primis l&industrializzazione. Il
fatto che la classe operaia# pur sotto il tallone burocratico# dovesse
provvedere a compiti storicamente tipici della borghesia era l&ulte*
riore dimostrazione della correttezza della teoria della rivoluzione
permanente di >rots1i/. =ella nostra epoca " illusorio attendere che
le borghesie nazionali preparino il terreno al socialismo nel corso
della rivoluzione BdemocraticaC. I lavoratori devono prepararselo da
soli.
<o stalinismo comport( sprechi e tragedie immani# ma l&e*
conomia pianificata fu un successo. P facile oggi dimenticarselo e
criticare le statistiche sovietiche come truccate# ma con le statistiche
truccate non si costruiscono aerei e tan1s. <e statistiche non avreb*
bero permesso all&Fnione -ovietica di respingere l&aggressione nazi*
fascista se dietro non ci fosse stata la costruzione# dal nulla# di un ap*
parato industriale moderno# che riuscisse a reggere l&urto dell&impe*
rialismo tedesco# la piA possente macchina militarindustriale della
storia prima del sorgere della potenza americana. <a vittoria sul na*
zismo diede all&Frss un prestigio immenso. ?i riflesso diede presti*
O!K
gio ai metodi di pianificazione economica che vennero rapidamente
adottati piA o meno fedelmente in Juropa orientale e poi in Cina.
=egli anni &30 viveva in economie pianificate un terzo della popola*
zione mondiale. -i trattava# con poche eccezioni# di economie arre*
trate. 5uesto ha spostato la discussione sulla pianificazione dall&ana*
lisi di una societ% di transizione al socialismo ai metodi piA efficienti
per industrializzare un paese. -ebbene lo stesso -talin# nel suo ulti*
mo scritto significativo# Problemi economici del socialismo in 2rss
del &!2# osservasse che la pianificazione sovietica non poteva essere
assunta come modello generale perch) aveva avuto come scopo
principale superare l&arretratezza a cui si erano sacrificati razionalit%
economica# proporzionalit%# e'uilibrio nello sviluppo# di fatto l&Frss
divenne il modello pronto non solo per gli altri stati nati dall&abbatti*
mento del capitalismo in giro per il mondo# ma anche per 'uegli stati
arretrati dove la casta di ufficiali decideva di sviluppare l&economia
e lo -tato seguendo l&unico esempio di successo di un paese arretrato
divenuto economicamente e politicamente dominante con le sue sole
forze. Il successo# in fatto di sviluppo fu innegabile. @a tanto piA
l&Frss avanzava verso la strada di un&economia moderna tanto piA
gli sprechi e l&irrazionalit% burocratica. Alla fine# sin dagli anni &I0 il
declino divenne inarrestabile.
-enza pianificazione economica non c&" possibilit% di svi*
luppare le forze produttive verso il socialismo ma l&assenza della de*
mocrazia operaia impedisce al piano di funzionare. <a burocrazia
reagisce con la frustra# accrescendo la disorganizzazione del sistema.
<e sproporzioni tra i settori produttivi riducono la crescita economi*
ca# accrescendo il malessere sociale e dun'ue la repressione. >utto
ci( venne dimenticato# nascosto all&epoca del trionfo ideologico del*
la pianificazione burocratica. Con gli apparenti incessanti trionfi del*
la pianificazione sovietica e la sconfitta del nazifascismo# oltre#
come " ovvio# agli economisti sovietici# moltissimi intellettuali occi*
dentali esaltarono non la pianificazione come idea generale# peraltro
largamente praticata anche in occidente e non solo per fini bellici#
ma le concrete modalit% con cui i regimi stalinisti amministravano lo
-tato e l&economia. In 'uesto coro assordante di elogi si distingueva*
no ben poche voci critiche# se si tolgono i funzionari del maccarti*
smo che deridevano per contratto ogni notizia da oltre cortina# per
O!2
poi rimanere sgomenti 'uando Eagarin li salut( dallo spazio profon*
do.
<eggere i documenti dei dirigenti BcomunistiC di 'uegli
anni# o dei loro tirapiedi in campo economico 9all&est come all&ove*
st:# sarebbe una perdita di tempo. Di ritroveremmo alcune rimastica*
ture di frasi di @ar7# Jngels e <enin# citazioni pro o contro -talin# a
seconda del periodo# e la giustificazione di ogni nefandezza burocra*
tica.
>ra le poche voci che pur dall&interno del mondo stalinista
cercarono di mettere in luce le storture della pianificazione burocra*
tica e la vera natura della pianificazione socialista la piA incisiva "
senz&altro 'uella di Jrnesto Che Euevara. Il Che# criticando le mo*
dalit% staliniste della pianificazione che Cuba aveva importato dal*
l&Frss# arriv( a conclusioni molto vicine a 'uelle dell&opposizione di
sinistra della Russia degli anni &20 e &O0. -crisse$ Bil piano non " una
cosa meccanica che si crea per elucubrazione di laboratorio# una
cosa semimetafisica# che poi si trasmette verso il basso. Il piano "
una cosa viva# che " fondamentalmente destinata a trarre dal paese le
riserve finora sopite# e a metterle al servizio della produzione. A
'uesto scopo va destato 'uel grande fattore di produzione che " il
popolo# ossia il popolo deve sapere che cosa vogliamo# discutere ci(
che vogliamo caso per caso# presentare le sue controproposte# appro*
vare il piano dopo averlo capito.C
1K3
J ancora$ Bla massa non ha partecipato a 'uesta concezione
del piano# e il piano cui non partecipa la massa " un piano che corre
serio pericolo di fallimentoC.
1KI
<a pianificazione senza democrazia operaia non funzioner%.
Accrescer% le scorte di carbone# acciaio# gli armamenti# ma non po*
tr% predisporre la societ% alla transizione al socialismo. <&altra ne*
cessit% impellente soprattutto per piccole economie# come poteva es*
sere Cuba# era una divisione internazionale del lavoro tra le societ%
pianificate. Euevara si pone# in 'uesto senso# nella migliore tradizio*
ne bolscevica# facendo rivivere la concezione internazionalista del
mar7ismo.
-crive per esempio nel &3!$ Bla pianificazione non " un pro*
blema isolato di ciascuno dei nostri paesi... essa dovr% tendere fin dal
1K3
Jrnesto Che Euevara# Il primo piano economico# p. 2I.
1KI
Il primo piano ...# cit.# p. 11K.
O30
primo momento ad assumere un certo carattere sopranazionale al
fine di poter compenetrare le economie dei vari paesi e arrivare cosG
ad una integrazione sulla base di un autentico reciproco beneficioC.
>re anni prima aveva osservato$ Bsi sente in modo sempre
piA impellente l&esigenza di avvalersi di una certa divisione interna*
zionale del lavoro socialistaC. Ingenue illusioni# ovviamente. Lgni
burocrazia difendeva gelosamente le proprie industrie. Persino lad*
dove la cooperazione sarebbe apparsa ovvia# come tra i paesi balca*
nici# ogni cricca stalinista preferiva vivacchiare pur di non cedere so*
vranit% e privilegi.
=el febbraio del &3O il Che pubblic( lo scritto Contro il b"
rocratismo# il punto massimo di critica da sinistra alla burocrazia da
parte di un dirigente non appartenente alla tradizione trots1ista. <&u*
nica debolezza che si pu( imputare a 'uesto lavoro " che non ha il
coraggio di trarre la conseguenza politica finale dalla sua analisi$ la
necessit% di costruire un partito comunista per guidare una rivoluzio*
ne politica antiburocratica# il tentativo disperato fatto dalla classe
operaia ungherese nel &!3# soffocato dai carri sovietici.
Al di l% di 'uesti immensi meriti storici di lotta alla burocra*
zia stalinista# che condussero il Che a morire nella /ungla piuttosto
che vivere riverito come una leggenda in 'ualche sontuoso palazzo
dell&Navana# nei suoi scritti sul piano solleva un punto che risultava
centrale per la teoria della pianificazione in generale$ il ruolo dei
prezzi in una economia pianificata
1KK
. <a 'uestione era particolar*
mente rilevante a Cuba che# all&epoca della rivoluzione# era una mo*
nocultura ed esportava pressoch) tutta la produzione in un solo paese
9gli -tati Fniti:.
Il tema aveva aspetti politici e teorici di fondamentale im*
portanza# come abbiamo visto e che torn( a in'uietare la burocrazia
dopo un trentennio. =egli anni &30# infatti# si andava nuovamente
sviluppando anche in Frss# e a cascata in tutto il mondo stalinista# il
dibattito sulla legge del valore in regime pianificato. <e inefficienze
crescenti della pianificazione stalinista spingevano alcuni economisti
BriformistiC# come <iberman# =ovozilov e altri# a sostenere unilate*
ralmente la vigenza della legge del valore anche nel socialismo. ?a
'ui idee circa la decentralizzazione delle decisioni economiche#
1KK
Lltre agli scritti del Che in bibliografia# si veda @andel# Il dibattito eco"
nomico a Cba drante il periodo 1LHJB1LH4.
O31
compresa la fissazione dei prezzi. In parte# nel periodo 1ruscioviano#
'ueste idee divennero realt%# ma senza nessun successo. I mali della
pianificazione sovietica erano strutturali e non si sarebbero potuti ri*
solvere che riconsegnando il potere al proletariato# una cosa che la
burocrazia si guardava bene dal fare.
A 'uesto dibattito# il Che partecip( con una posizione e'uili*
brata# autenticamente mar7ista. Innanzitutto# spieg(# le categorie
mercantili sopravvivono solo perch) le forze produttive non si svi*
luppano a sufficienza. <a legge del valore " un residuo di sottosvi*
luppo$ occorre servirsene coscientemente# altrimenti non si pu( par*
lare di un&economia in transizione verso il socialismo. Da da s) che
il prezzo# soprattutto 'uello mondiale# incorpora determinate condi*
zioni reali della produzione e dimenticarselo non pu( che danneggia*
re la pianificazione stessa. >uttavia# 'uesta# che pure sembrerebbe
un&applicazione ortodossa della teoria mar7iana del valore# sarebbe
una lettura unilaterale del problema. Certo# il mercato mondiale pu(
aiutare# come spiegavano anche i bolscevichi# ma osserva Euevara
sulla base dell&esperienza concreta di un paese a monocultura# stran*
golato dall&imperialismo# i prezzi delle merci non sono puramente
determinati da condizioni economiche# non sono politicamente neu*
tri. Anche ai giorni nostri# basta studiare l&andamento del prezzo di
prodotti come il petrolio o il riso per rendersi conto di come la mani*
polazione e la speculazione possano alterare la presunta oggettivit%
del funzionamento della legge del valore. Il sistema dei prezzi deve
servire a pianificare meglio l&economiaQ in 'uesto senso la legge del
valore " subordinata al piano# al volere delle masse.
Il "iorno opo+ il %uturo
Abbiamo parlato della condizione politica necessaria per la
transizione al socialismo$ la democrazia operaia. 5ui rimane da fare
solo una annotazione sulla dialettica tra organi politici# amministrati*
vi ed economici.
Preso il potere con una rottura rivoluzionaria# il proletariato#
per mezzo dei soviet# imposta la pianificazione economica e gestisce
un semi-tato in transizione verso il socialismo. In 'uesto 'uadro
generale di democrazia operaia troviamo per( diversi attori$ ci sono i
soviet# i partiti# i sindacati e le strutture statali# come i ministeri. -en*
O32
za pretendere di fornire ricette per l&osteria dell&avvenire# " per( pos*
sibile dare alcune indicazioni# sulla scorta dei decenni di pianifica*
zione degenerata stalinista. Il punto principale " la libert% di critica#
la possibilit% di una piena partecipazione al dibattito politico di ogni
attore del processo. Il secondo aspetto " che anche lo -tato operaio
piA democratico " comun'ue uno -tato# dun'ue una struttura coerci*
tiva. 5uesta coercizione " politicamente puntata contro gli avanzi del
vecchio regime o contro gli stati capitalisti# ma nella misura in cui lo
-tato possiede i mezzi di produzione# tale coercizione ricade anche
sulla classe produttiva# sul proletariato. -enza pensare alle deforma*
zioni staliniste# finch) le forze produttive non sono sviluppate a suf*
ficienza comun'ue bisogna lavorare. Certo# lavorare gestendo in pri*
ma persona la produzione# facendo parte dell&organismo collettivo
che sta costruendo il socialismo# in condizioni materiali infinitamen*
te migliori delle attuali# senza l&ossessione della miseria# della penu*
ria# del padrone# eppure non " ancora la societ% in cui " Bpossibile
fare oggi 'uesta cosa# domani 'uell&altra cosG come vien vogliaC per
parafrasare @ar7. Per 'uesta ragione# la classe operaia deve potersi
difendere dal suo stesso -tato. ?evono esserci strutture# come i sin*
dacati# che pur nel nuovo contesto sociale# difendano le condizioni
dei lavoratori come produttori immediati. Allo stesso tempo# lo -tato
deve trattare con 'ueste organizzazioni avendo presente gli interessi
sociali generali.
Fna dialettica politica cosG concepita# la libert% per il prole*
tariato# per ogni singolo proletario# di criticare e di intervenire nel*
l&amministrazione dello -tato e dell&economia con il proprio slancio
creativo# immenso ma represso tanto nel capitalismo 'uanto nello
stalinismo# metteranno la societ% nelle condizioni migliori per una
transizione rapida# efficiente al socialismo. <a prima fase del nuovo
mondo# necessaria per trasformare l&eredit% del capitalismo in una
societ% pianificata# potr% essere ridotta# potr% dare subito ricchi e
succosi frutti ai lavoratori. Irrimediabilmente inutili# lo -tato# la mo*
neta# la divisione del lavoro# avvizziranno come il guscio di una cri*
salide# mentre l&umanit% potr% librarsi verso nuove mete. >ra l&altro#
ci( permetter% all&uomo di liberarsi per sempre della necessit% di
scrivere di economia. Come osservo Rosa <u7emburg$ la realizza*
zione del socialismo segner% la fine dell&economia come scienza.
-ar% uno dei suoi molti risultati positivi.
O3O
4i-lio"ra%ia
.ucharin =.# -conomia del periodo di tras%orma!ione# 91220:
.ucharin =.# Ine%%icien!a economica organi!!ata. &economia bro"
crati!!ata nella 8ermania di Eeimar# 91222# 12KK:
.ucharin =.# Preobrazens1i/ J.# &).Q.C. del Comnismo# 91212:
.ucharin =.# Preobrazens1i/ J. e altri# &accmla!ione socialista#
9raccolta di scritti 12I2:
E. ?. N. Cole# 9toria del pensiero socialista# 912IO:
Jngels 0.# )nti6$Dring# 91KIK:
Jngels 0.# Per la storia della lega dei comnisti 91KK!:
Jngels 0.# Pre%a!ione a &a 8erra civile in Francia# 91K21:
Euevara J.# Contro il brocratismo# 9123O:# ora in Npere II...
Euevara J.# Npere, II. &e scelte di na vera rivol!ione# 9raccolta di
scritti# 123K:
Euevara J.# &economia# 9raccolta di scritti# 1223:
<enin 9D.I.F.:# 9tato e rivol!ione# 9121I:
<enin 9D.I.F.:# I bolscevic$i conserveranno il potere statale;#
9121I:# ora in &a costr!ione del socialismo
<enin 9D.I.F.:# I compiti immediati del potere sovietico# 9121K:# ora
in &a costr!ione del socialismo
<enin 9D.I.F.:# &importan!a delloro oggi e dopo la vittoria com"
pleta del socialismo# 91221:# ora in &a costr!ione del socialismo
<enin 9D.I.F.:# Fine della ritirata# 91222:# ora in &a costr!ione del
socialismo
<enin 9D.I.F.:# &a costr!ione del socialismo# 9raccolta di scritti#
12!3:
<enin 9D.I.F.:# &a Comne di Parigi# 9raccolta di scritti# 12II:
Rauts1, R.# Il programma di -r%rt 91K21M:
@ar7 R.# Miseria della %iloso%ia# 91K43:
@ar7 R.# Ceorie sl plsvalore# 91K31# 12I2:
@ar7 R.# 8rndrisse# 91K!I1K!K:
@ar7 R.# Per la critica delleconomia politica# 91K!I:
@ar7 R.# Critica al programma di 8ot$a# 91KI1:
@ar7 R.# &a gerra civile in Francia# 91KI1:
@ar7 R.# Il capitale# 91K3I# 1K24:
@ar7 R.# Jngels 0.# &ideologia tedesca# 91K4!:
O34
@ar7 R.# Jngels 0.# Il mani%esto del partito comnista# 91K4K:
@ar7 R.# Jngels 0.# Carteggio# 91K4!1KKO:
@ar7 R.# Jngels 0.# &a conce!ione materialistica della storia 9rac*
colta di scritti# 12K3:
Ra1ovs1, R.# C$e Five Rear Plan in Crisis# 912O0:
-talin 9;.?.D.:# Problemi economici del socialismo in 2:99# 912!2:
>rots1i/ <. 9<.?...:# 1L0K# 9120I:
>rots1i/ <. 9<.?...:# Il lavoro, la disciplina e lordine salveranno la
:epbblica 9ocialista 9ovietica 9121K:
>rots1i/ <. 9<.?...:# Cerrorismo e comnismo# 91220:
>rots1i/ <. 9<.?...: # Novo corso# 91224:
>rots1i/ <. 9<.?...:# >ers le capitalisme o vers le socialisme;#
9122!# 122K:
>rots1i/ <. 9<.?...:# >erso il capitalismo o verso il socialismo;
1GL
#
912O0:
>rots1i/ <. 9<.?...:# Il controllo operaio slla prod!ione# 912O1:
>rots1i/ <. 9<.?...:# &a Cer!a Interna!ionale dopo &enin# 912O0:
>rots1i/ <. 9<.?...:# &economia sovietica in pericolo# 912O2:
>rots1i/ <. 9<.?...:# 6al piano della C8C alla con'ista del potere#
912O!:
>rots1i/ <. 9<.?...:# &a rivol!ione tradita# 912O3:
>rots1i/ <. 9<.?...:# 9talinismo e bolscevismo# 912OI:
>rots1i/ <. 9<.?...:# Il programma di transi!ione# 912OK:
>rots1i/ <. 9<.?...: e altri# C$e Plat%orm o% t$e Toint Npposition#
91223:
1K2
Pur avendo lo stesso titolo dell&opuscolo uscito nel &2! sulla Pravda# non
" lo stesso e tratta di temi leggermente differenti.
O3!
Inice
Premessa...................................................................................................!
Introduzione generale....................................................................................3
Alcuni appunti su Per la critica delleconomia politica di Rarl @ar7..........K
Prefazione.................................................................................................K
Per la critica delleconomia politica......................................................13
Introd!ione del KI................................................................................2O
Appendici................................................................................................22
Ancora una volta sulla teoria del valore......................................................O0
Introduzione............................................................................................O0
Dalore# natura e societ%...........................................................................O1
Dalore e lavoro........................................................................................O3
Il sovrappiA.............................................................................................40
Il lavoro produttivo.................................................................................42
<a teoria del valore.................................................................................4!
Il senso della trasformazione$ tecnologia e conflitto sociale..................4I
<a riproduzione allargata del problema della trasformazione................!3
Fna BsoluzioneCM....................................................................................!I
Conclusioni.............................................................................................!2
Appendice...............................................................................................30
1. <&origine mar7iana del problema# il III libro del Capitale...........30
2. @ar7isti sraffiani e sraffiani.........................................................3O
O. Prezzi come forma del valore.......................................................3I
4. Plusvalore privato# profitto pubblico# una rappresentazione
matematica della metafora mar7iana del serbatoio..........................3K
!. Il problema della trasformazione del valore in prezzi in @ar7. Fn
dibattito promosso da BProteoC........................................................I1
.ibliografia.............................................................................................I4
Jconomia borghese ed economia mar7ista.
Eli austriaci e la critica alla teoria mar7ista del valore...............................I3
Introduzione............................................................................................I3
<avoro contro utilit%...............................................................................I2
Il primo e il terzo libro del Capitale. Dalori# prezzi e il saggio medio del
profitto....................................................................................................K2
I BdifensoriC di @ar7 e la crisi della teoria borghese..............................2O
<a critica alla teoria soggettivista...........................................................2!
.ibliografia.............................................................................................22
O33
<a composizione organica del capitale come principio unificatore della
realt% economica........................................................................................100
?efinizione e dinamica della composizione organica del capitale.......100
<a struttura dei prezzi# la crisi economica............................................10O
Re,nesismo e imperialismo..................................................................10!
Conclusioni...........................................................................................10K
<a rivincita anticomunista.
Critica a @ar7&s Revenge# di @. ?esai.....................................................110
0alsit% sparse.........................................................................................1O2
<a soluzione di Rliman al problema della trasformazione 9analisi della
Btabella di .ort1ie6iczC del libro Reclaiming @ar7&s Capital di A. Rliman:
...................................................................................................................1O4
<a teoria del valore in una lettera a Rugelmann........................................14O
<a teoria del valore del 88I secolo...........................................................142
Introduzione..........................................................................................142
@oneta e circolazione del capitale........................................................142
<a disputa sulla trasformazione. 0alsi amici# nemici frettolosi e feticismo
per tutti..................................................................................................1!4
Ancora sulla Bnuova interpretazioneC...................................................1!K
Dalutazioni 'uantitative di prezzi e valori............................................1!2
Eli ultimi sviluppi.................................................................................1!2
@ar7 e la divisione del lavoro..............................................................130
<a teoria del ciclo..................................................................................130
@oneta# credito e banche centrali nell&analisi mar7ista............................132
Introduzione..........................................................................................132
<a nascita della moneta.........................................................................13O
<&ideologia della moneta. <a teoria della moneta BveloC.....................1I1
Il monetarismo nel ventesimo secolo. Il trionfo del soggettivismo......1I4
<a teoria della moneta Bpuro simboloC.................................................1K0
Che cos&" la monetaM............................................................................1KO
Il sistema del credito.............................................................................1K!
<a finanziarizzazione dell&economia# il dominio del capitale finanziario
..............................................................................................................1KK
=ascita e sviluppo delle banche centrali...............................................121
Inflazione# debiti e politica monetaria..................................................12!
Conclusioni...........................................................................................20O
.ibliografia...........................................................................................204
O3I
-u alcuni aspetti della teoria mar7ista delle crisi.......................................20I
Introduzione..........................................................................................20I
1. Come si presenta il ciclo capitalistico...............................................20I
2. <e forme fenomeniche della crisi.....................................................211
O. <a sostanza della crisi.......................................................................21O
4. <a storia del dibattito........................................................................21!
teoria della sproporzione................................................................213
il sottoconsumo...............................................................................21I
teoria della mancanza di forzalavoro............................................212
la teoria dell&aumento della composizione organica del capitale...220
!. Il ruolo della moneta# del credito e della finanza..............................220
3. <a teoria del valore e la teoria delle crisi..........................................22I
I. <a legge della caduta tendenziale del saggio di profitto...................2O0
a. aumento dell&estrazione di plusvalore assoluto..........................2O0
b. aumento dell&estrazione di plusvalore relativo#
ovvero del grado di sfruttamento del lavoro..................................2O1
c. svalorizzazione 9riduzione del valore: del capitale fisso#
ovvero diminuzione di prezzo degli elementi del capitale costante
........................................................................................................2O1
d. nascita di nuove industrie e di nuovi mercati capitalistici..........2O2
K. Il dibattito sulla caduta tendenziale del saggio di profitto.
<a teoria del profit s'ueeze...................................................................2OK
2. >eoria della crisi e distribuzione del reddito.....................................24O
Conclusioni...........................................................................................24O
.ibliografia...........................................................................................244
Eli schemi di riproduzione di @ar7 e la teoria della crisi.........................243
1. Introduzione......................................................................................243
2. <a crisi economica............................................................................242
O. <a riproduzione semplice..................................................................2!0
!. <a riproduzione allargata..................................................................2!2
3. Fn esempio numerico.......................................................................2!4
.ibliografia...........................................................................................2!4
Lsservazioni matematiche sugli schemi di riproduzione di @ar7.............2!!
Introduzione..........................................................................................2!!
Jsempi..................................................................................................230
1: <a riproduzione semplice...........................................................230
2: Il caso dei parametri fissi...........................................................230
O: Parametri aventi una dinamica autonoma..................................231
4: Parametri che interagiscono.......................................................232
O3K
Appendice.............................................................................................23!
Pensiero economico# mar7ismo e lotta di classe.......................................2K0
1. Introduzione......................................................................................2K0
2. <&economia.......................................................................................2K0
O. Eli albori dell&economia politica......................................................2K1
4. <e prime lotte operaie pongono fine all&economia come scienza.....2KO
!. ?all&economia politica classica alla nascita dell&economia
BneoclassicaC.........................................................................................2K4
3. Rovistando nella pattumiera della storia...........................................2K!
I. Il filo rosso dell&utilitarismo.............................................................2KI
K. Conseguenze della nuova teoria........................................................2K2
2. Fn&eccezione....................................................................................221
<a teoria soggettiva del valore$ il suo ruolo sociale e le determinanti della
sua forma...................................................................................................224
1. >eorie di classe.................................................................................224
2. A che serve l&economiaM...................................................................223
O. Che cosa rappresenta la teoria soggettiva del valore........................O00
4. <&idealizzazione del presente attraverso il passato e il futuro..........O04
!. <o sviluppo e il destino storico dell&economia neoclassica..............O11
Alcuni appunti sulle tecniche della pianificazione economica..................O14
Introduzione..........................................................................................O14
Fn esempio % la -raffa<eontiev di bilancio materiale........................O1K
I metodi per la pianificazione$ da 5uesna, a <eontiev.........................O20
<a programmazione lineare..................................................................O22
<e correnti degli economisti BriformistiC sovietici...............................O24
Raccolta delle informazioni# aggiustamento del piano.........................O23
.ibliografia...........................................................................................O2K
<a transizione al socialismo. @ar7ismo e pianificazione..........................OO2
Introduzione..........................................................................................OO2
Il socialismo nella prima analisi mar7ista$ Bfare oggi 'uesta cosa#
domani 'uell&altra... cosG come mi vien vogliaC...................................OOO
<o -tato dopo la rivoluzione.................................................................OO2
Il Bgiorno dopoC....................................................................................O4!
?al potere operaio alla controrivoluzione stalinista.............................O!1
-talinismo e bolscevismo......................................................................O!I
Il giorno dopo$ il futuro........................................................................O32
.ibliografia...........................................................................................O34
O32
OI0

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