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JULES VERNE

DUE ANNI DI VACANZE



Disegni di Lon Bennett
Incisi da Bure, T.Delangle, Froment, F.Moller,
Pannemaker, Vintraut
Copertina di Graziella Sarno

TITOLO ORIGINALE DELL'OPERA
DEUX ANS DE VACANCES
(1888)

Traduzione integrale dal francese di Giuseppe Mina





Propriet letteraria e artistica riservata - Printed in Italy
Copyright 1973 U. MURSIA & C.
1539/AC - U. MURSIA &C. - Via Tadino, 29 - Milano
PRESENTAZIONE
Questo romanzo, apparso nel 1888, dimostra ancora una volta la
predilezione di Verne per il genere Robinson in tutte le sue
sfumature: ma se L'isola misteriosa e La scuola dei Robinson
gravitano nell'orbita di Defoe, Due anni di vacanze segue piuttosto
la scia di Wyss e del suo Robinson svizzero.
1
Fortunatamente, nel
caso del testo verniano il rigido senso moralistico del pastore
evangelico elvetico cede il posto a un'intonazione pedagogica che,
pur risentendo del gusto dell'epoca, non tuttavia n stucchevole n
pedantesca.
Lo stesso Verne, in una sua breve prefazione al volume, fa notare
che il genere Robinson gi stato abbondantemente sfruttato, ma
con una certa arguzia sostiene anche che, fra i tanti romanzi che
trattano tale argomento, nessuno aveva avuto per protagonista
addirittura un intero collegio: ecco dunque la lacuna che egli
intende colmare ed ecco comparire sulla scena dei Viaggi
straordinari i ragazzi del neozelandese collegio Chairman, i quali -
mentre si trovano da soli a bordo della goletta Sloughi - vengono
trascinati da una tempesta attraverso il Pacifico e naufragano su
un'isola deserta dove rimarranno per circa due anni di... forzate
vacanze.
Fra i giovani collegiali quattro sono quelli che hanno una parte
di primo piano nello svolgimento del romanzo: l'americano Gordon,
l'inglese Doniphan, il francese Briant e il negro Moko (quest'ultimo
in realt collegiale non , bens il mozzo della Sloughi). Gordon
il maggiore dei ragazzi: pratico, prudente e riflessivo, l'elemento
equilibratore fra il partito francofilo capeggiato dal vivace Briant
e quello anglofilo capeggiato dal superbo Doniphan; infatti anche

1
L'isola misteriosa e La scuola dei Robinson sono gi stati pubblicati presso la
nostra Casa Editrice nell'edizione integrale di tutti I viaggi straordinari di J ules
Verne. Il Robinson svizzero, di Johann David Wyss, pure stato da noi pubblicato
nella collana "Corticelli". (N.d.R.)
in questo volume Verne non rinuncia a mettere in rilievo
l'antagonismo tra Francia e Inghilterra pur componendo a un certo
punto il dissidio fra i loro due giovani rappresentanti. In Briant e
Doniphan sembrano addirittura anticipati lo statista francese
Aristide Briand (1862-1932) e quello inglese Austen Chamberlain
(1863-1937). Quanto a Moko, ha un po' la funzione di un Venerd,
ma in tono minore: nonostante che il suo sia un ruolo importante,
sempre considerato come un domestico, fedele... ma servitore! E
questa posizione subalterna, che in qualche modo lo affianca
(bisogna dirlo!) al cane Phann, ancor pi messa in risalto dalla
sua negritudine. E forse non senza ironia che Verne a un certo
punto sottolinea: A Moko, come negro, non era stato conferito il
mandato elettorale. Alla fin fine Moko la figura convenzionale del
servo negro tracciata in punta di penna.
Nel suo complesso, dunque, il romanzo, anche se si svolge nella
scia di un filone alla moda, ha ben precise caratteristiche che lo
distinguono da tutti gli altri e ancora una volta presenta ai lettori
qualcosa di nuovo e di diverso.


J ULES VERNE nacque a Nantes l'8 febbraio 1828. A undici anni,
tentato dallo spirito d'avventura, cerc di imbarcarsi
clandestinamente sulla nave La Coralie, ma fu scoperto per tempo e
ricondotto dal padre. A vent'anni si trasfer a Parigi per studiare
legge, e nella capitale entr in contatto con il miglior mondo
intellettuale dell'epoca. Frequent soprattutto la casa di Dumas padre,
dal quale venne incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari.
Intraprese dapprima la carriera teatrale, scrivendo commedie e
libretti d'opera; ma lo scarso successo lo costrinse nel 1856 a cercare
un'occupazione pi redditizia presso un agente di cambio a Parigi.
Un anno dopo sposava Honorine Morel. Nel frattempo entrava in
contatto con l'editore Hetzel di Parigi e, nel 1863, pubblicava il
romanzo Cinque settimane in pallone.
La fama e il successo giunsero fulminei. Lasciato l'impiego, si
dedic esclusivamente alla letteratura e un anno dopo l'altro - in base
a un contratto stipulato con l'editore Hetzel - venne via via
pubblicando i romanzi che compongono l'imponente collana dei
Viaggi straordinari - I mondi conosciuti e sconosciuti e che
costituiscono il filone pi avventuroso della sua narrativa. Viaggio al
centro della Terra, Dalla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i
mari, L'isola misteriosa, Il giro del mondo in 80 giorni, Michele
Strogoff sono i titoli di alcuni fra i suoi libri pi famosi. La sua opera
completa comprende un'ottantina fra romanzi e racconti lunghi, e
numerose altre opere di divulgazione storica o scientifica.
Con il successo era giunta anche l'agiatezza economica, e Verne,
nel 1872, si stabil definitivamente ad Amiens, dove continu il suo
lavoro di scrittore, conducendo, nonostante la celebrit acquistata,
una vita semplice e metodica. La sua produzione letteraria ebbe
termine solo poco prima della morte, sopravvenuta a settantasette
anni, il 24 marzo 1905.
Indice
PRESENTAZIONE ________________________________________3
DUE ANNI DI VACANZE___________________________ 11
PREFAZIONE ___________________________________________11
Capitolo I ________________________________________________12
LA TEMPESTA UNA GOLETTA DISALBERATA QUATTRO
RAGAZZI SUL PONTE DELLA SLOUGHI LA VELA DI TRINCHETTO IN
PEZZI VISITA ALL'INTERNO DELLO YACHT IL MOZZO QUASI
STRANGOLATO UN'ONDATA DI POPPA LA TERRA FRA LE NEBBIE
DEL MATTINO IL BANCO DI FRANGENTI _______________________ 12
Capitolo II _______________________________________________24
IN MEZZO ALLA RISACCA BRIANT E DONIPHAN SI SCRUTA
LA COSTA PREPARATIVI DI SALVATAGGIO IL CANOTTO
CONTESO DALL'ALTO DELL'ALBERO DI TRINCHETTO
CORAGGIOSO TENTATIVO DI BRIANT COME UN'ONDA DI
CONTROMAREA________________________________________________ 24
Capitolo III ______________________________________________37
IL COLLEGIO CHAIRMAN AD AUCKLAND GRANDI E PICCOLI
VACANZE IN MARE LA GOLETTA SLOUGHI LA NOTTE DEL 15
FEBBRAIO ALLA DERIVA ABBORDAGGIO TEMPESTA
INCHIESTA AD AUCKLAND CI CHE RIMANE DELLA GOLETTA__ 37
Capitolo IV_______________________________________________49
PRIMA ESPLORAZIONE DEL LITORALE BRIANT E GORDON
ATTRAVERSO IL BOSCO INUTILE TENTATIVO PER TROVARE UNA
GROTTA INVENTARIO DEL MATERIALE PROVVISTE, ARMI,
ABITI, LETTI, UTENSILI VARI PRIMA COLAZIONE PRIMA NOTTE...
_______________________________________________________________ 49
Capitolo V _______________________________________________61
ISOLA O CONTINENTE? ESCURSIONE BRIANT PARTE SOLO
LE FOCHE UN BRANCO DI PINGUINI COLAZIONE
DALL'ALTO DEL PROMONTORIO LE ISOLETTE UNA LINEA
AZZURRA LUNGO L'ORIZZONTE RITORNO ALLA SLOUGHI ______ 61
Capitolo VI_______________________________________________74
DISCUSSIONE ESCURSIONE PROGETTATA E RIMANDATA
CATTIVO TEMPO LA PESCA I FUCHI GIGANTESCHI COSTAR E
DOLE A CAVALLO DI UN CORSIERO POCO RAPIDO I PREPARATIVI
PER LA PARTENZA IN GINOCCHIO DAVANTI ALLA CROCE DEL SUD
_______________________________________________________________ 74
Capitolo VII______________________________________________86
IL BOSCO DI BETULLE DALL'ALTO DELLA SCOGLIERA
ATTRAVERSO LA FORESTA UNA DIGA SUL CREEK IL
FIUMICIATTOLO-GUIDA ACCAMPAMENTO PER LA NOTTE
L'AJ UPA LA LINEA AZZURRA PHANN SI DISSETA_____________ 86
Capitolo VIII _____________________________________________97
RICONOSCIMENTO DEL LAGO VERSO OVEST DISCENDENDO
LA RIVA SI INTRAVEDONO DEGLI STRUZZI UN FIUME CHE ESCE
DAL LAGO NOTTE TRANQUILLA IL CONTRAFFORTE DELLA
SCOGLIERA UNA DIGA I PEZZI DI UN CANOTTO L'ISCRIZIONE
LA CAVERNA ________________________________________________ 97
Capitolo IX______________________________________________107
VISITA ALLA CAVERNA MOBILI E UTENSILI LE BOLAS E IL
LAZO L'OROLOGIO IL QUADERNO QUASI ILLEGGIBILE LA
CARTA BEL NAUFRAGO DOVE SI RITORNO
ALL'ACCAMPAMENTO LA RIVA DESTRA DEL FIUME
L'ACQUITRINO I SEGNALI DI GORDON________________________ 107
Capitolo X ______________________________________________117
RELAZIONE DEL VIAGGIO CI SI DECIDE AD ABBANDONARE LA
SLOUGHI SCARICO E DEMOLIZIONE DELLO YACHT UNA
TEMPESTA FINISCE DI DEMOLIRLO ACCAMPATI SOTTO LA TENDA
COSTRUZIONE DI UNA ZATTERA CARICO E IMBARCO DUE
NOTTI SUL FIUME ARRIVO A FRENCH-DEN____________________ 117
Capitolo XI______________________________________________131
PRIME SISTEMAZIONI ALL'INTERNO DI FRENCH-DEN SCARICO
DELLA ZATTERA VISITA ALLA TOMBA DEL NAUFRAGO GORDON
E DONIPHAN IL FORNELLO SELVAGGINA DI PENNA E DI PELO
IL NAND PROGETTI DI SERVICE LA CATTIVA STAGIONE SI
AVVICINA.____________________________________________________ 131
Capitolo XII_____________________________________________143
INGRANDIMENTO DI FRENCH-DEN RUMORE SOSPETTO
SCOMPARSA DI PHANN RICOMPARSA DI PHANN ANNESSIONE E
ARREDAMENTO DELLA HALL CATTIVO TEMPO NOMI
ASSEGNATI L'ISOLA CHAIRMAN IL CAPO DELLA COLONIA __ 143
Capitolo XIII ____________________________________________157
IL PROGRAMMA DEGLI STUDI RISPETTO DELLA DOMENICA
PALLE DI NEVE DONIPHAN E BRIANT GRANDI FRED-DI IL
PROBLEMA DEL COMBUSTIBILE ESCURSIONE A TRAPS-WOODS
ESCURSIONE A SLOUGHI-BAY FOCHE E PINGUINI UNA
ESECUZIONE PUBBLICA________________________________________ 157
Capitolo XIV ____________________________________________172
ULTIME MANIFESTAZIONI DELL'INVERNO IL CARRO
RITORNO DELLA PRIMAVERA SERVICE E IL SUO NAND
PREPARATIVI DI UNA SPEDIZIONE AL NORD LE TANE STOP-
RIVER FAUNA E FLORA L'ESTREMIT DI FAMILY-LARE
SANDY-DESERT _______________________________________________ 172
Capitolo XV_____________________________________________185
STRADA DA SEGUIRE PER IL RITORNO ESCURSIONE VERSO
OVEST TRULCA E ALGARROBE ALBERO DEL T IL DIKE-
CREEK VIGOGNE NOTTE AGITATA GUANACHI ABILITA DI
BAXTER NEL LANCIARE IL LAZO RITORNO A FRENCH-DEN ____ 185
Capitolo XVI ____________________________________________197
BRIANT PREOCCUPATO PER J ACQUES COSTRUZIONE DEL
RECINTO E DEL CORTILE RUSTICO ZUCCHERO D'ACERO CACCIA
ALLE VOLPI NUOVA SPEDIZIONE A SLOUGHI-BAY IL CARRO
ATTACCATO UCCISIONE DI FOCHE LE FESTE DI NATALE
EVVIVA BRIANT! ______________________________________________ 197
Capitolo XVII ___________________________________________212
PREPARATIVI IN VISTA DELL'INVERNO PROPOSTA DI BRIANT
PARTENZA DI BRIANT, DI JACQUES E DI MOKO TRAVERSATA DI
FAMILY-LAKE L'EAST-RIVER PICCOLO PORTO ALLA FOCE IL
MARE VERSO EST J ACQUES E BRIANT RITORNO A FRENCH-DEN
______________________________________________________________ 212
Capitolo XVIII___________________________________________227
LA SALINA I TRAMPOLI VISITA ALLE PALUDI IN
PREVISIONE DELL'INVERNO DIVERSI GIOCHI TRA DONIPHAN E
BRIANT INTERVENTO DI GORDON PREOCCUPAZIONI PER
L'AVVENIRE ELEZIONE DEL 10 GIUGNO_______________________ 227
Capitolo XIX ____________________________________________240
L'ALBERO DELLE SEGNALAZIONI GRANDI FREDDI IL
FENICOTTERO IL PASCOLO ABILITA DI J ACQUES DISOB-
BEDIENZA DI DONIPHAN E DI CROSS LA NEBBIA J ACQUES NEL
NEBBIONE IL COLPO DI CANNONE DI FRENCH-DEN I PUNTI NERI
ATTEGGIAMENTO DI DONIPHAN _____________________________ 240
Capitolo XX_____________________________________________254
UNA SOSTA ALLA PUNTA SUD DEL LAGO DONIPHAN, CROSS,
WEBB E WILCOX SEPARAZIONE LA REGIONE DELLE DUNE
L'EAST-RIVER SI SCENDE LA RIVA SINISTRA SI ARRIVA ALLA
FOCE _________________________________________________________ 254
Capitolo XXI ____________________________________________264
ESPLORAZIONE DI DECEPTION-BAY BEAR-ROCK-HARBOUR
PROGETTI DI RITORNO A FRENCH-DEN ESPLORAZIONE AL NORD
DELL'ISOLA IL NORTH-CREEK BEECHS-FOREST SPAVENTOSA
TEMPESTA NOTTE D'ALLUCINAZIONI ALL'ALBA ____________ 264
Capitolo XXII ___________________________________________275
UN'IDEA DI BRIANT GIOIA DEI PICCINI COSTRUZIONE DI UN
AQUILONE ESPERIMENTO INTERROTTO RATE I SUPERSTITI
DELLA SEVERN PERICOLI CORSI DA DONIPHAN E DAI SUOI AMICI
DEVOZIONE DI BRIANT TUTTI RIUNITI _____________________ 275
Capitolo XXIII___________________________________________290
IN QUALE SITUAZIONE CI SI TROVA PRECAUZIONI ADOTTATE
MODIFICHE AL SISTEMA DI VITA L'ALBERO DEL LATTE UNA
PROPOSTA DI RATE BRIANT TORMENTATO DA UN'IDEA IL SUO
PROGETTO DISCUSSIONE A DOMANI _______________________ 290
Capitolo XXIV___________________________________________302
PRIMO ESPERIMENTO INGRANDIMENTO DELL'APPARECCHIO
SECONDO ESPERIMENTO SI RIMANDA LA PROVA ALL'INDOMANI
PROPOSTA DI BRIANT PROPOSTA DI J ACQUES LA
CONFESSIONE L'IDEA DI BRIANT IN ARIA, DI NOTTE CI CHE
SI VEDE IL VENTO, SI RAFFORZA CONCLUSIONE____________ 302
Capitolo XXV ___________________________________________315
LA LANCIA DELLA SEVERN COSTAR AMMALATO IL
RITORNO DELLE RONDINI SCORAGGIAMENTO GLI UCCELLI DI
RAPINA IL GUANACO UCCISO DA UNA FUCILATA LA PIPA
ROTTA SORVEGLIANZA PI ATTIVA VIOLENTO URAGANO
UNA DETONAZIONE ALL'ESTERNO OSPITE INATTESO UN GRIDO
DI RATE ______________________________________________________ 315
Capitolo XXVI___________________________________________327
KATE E IL NOSTROMO IL RACCONTO DI EVANS DOPO
L'ARENAMENTO DELLA LANCIA WALSTON A BEAR-ROCK-
HARBOUR L'AQUILONE FRENCH-DEN SCOPERTO FUGA DI
EVANS LA TRAVERSATA DEL FIUME PROGETTI PROPOSTA DI
GORDON LE TERRE POSTE AD ORIENTE L'ISOLA CHAIRMAN-
HANNOVER___________________________________________________ 327
Capitolo XXVII __________________________________________340
LO STRETTO DI MAGELLANO LE TERRE E LE ISOLE CHE LO
FIANCHEGGIANO PROGETTI PER L'AVVENIRE FORZA O
ASTUZIA? ROCK E FORBES I FALSI NAUFRAGHI
ACCOGLIENZA OSPITALE TRA LE UNDICI E LA MEZZANOTTE
EVANS TIRA UNA FUCILATA INTERVENTO DI KATE ___________ 340
Capitolo XXVIII _________________________________________352
INTERROGATORIO DI FORBES LA SITUAZIONE UNA
RICOGNIZIONE PROGETTATA COMPUTO DELLE FORZE TRACCE
DELL'ACCAMPAMENTO BRIANT SCOMPARSO DONIPHAN VA IN
SUO SOCCORSO GRAVE FERITA GRIDO DALLA PARTE DI
FRENCH-DEN APPARIZIONE DI FORBES UNA CANNONATA DI
MORO ________________________________________________________ 352
Capitolo XXIX___________________________________________362
REAZIONE GLI EROI BELLA BATTAGLIA LA FINE DI UN
DISGRAZIATO ESCURSIONE NELLA FORESTA CONVALESCENZA
DI DONIPHAN A BEAR-ROCK-HARBOUR IL RADDOBBO LA
PARTENZA SI SCENDE IL FIUME ZEALAND SALUTO A SLOUGHI-
BAY SI PERDE DI VISTA L'ISOLA CHAIRMAN __________________ 362
Capitolo XXX ___________________________________________373
TRA I CANALI RITARDI A CAUSA DEI VENTI CONTRARI LO
STRETTO IL PIROSCAFO GRAFTON RITORNO AD AUCKLAND
ACCOGLIENZA NELLA CAPITALE DELLA NUOVA ZELANDA EVANS
E KATE CONCLUSIONE ______________________________________ 373

DUE ANNI DI VACANZE
PREFAZIONE
Molti Robinson hanno gi risvegliato la curiosit dei nostri
giovani lettori. Daniel de Foe, nel suo immortale Robinson Crusoe,
ha messo in scena l'uomo solo; Wyss, nel Robinson svizzero, la
famiglia; Cooper, ne Il cratere, la societ con i suoi molteplici
elementi. Ne L'Isola misteriosa io ho descritto dei dotti alle prese con
le necessit di questa situazione. Sono stati anche scritti il Robinson
di dodici anni, il Robinson dei ghiacci, il Robinson delle fanciulle,
ecc. Ma, nonostante lo sterminato numero di romanzi che
compongono il ciclo dei Robinson, m' parso che, per completarlo,
rimanesse da descrivere una schiera di ragazzi dagli otto ai tredici
anni, abbandonati in una isola, costretti a lottare per l'esistenza in
mezzo alle passioni ravvivate dalle differenze di nazionalit in
una parola, un collegio di Robinson.
Del resto, in Un capitano di quindici anni mi ero proposto di
dimostrare che cosa possano fare il coraggio e l'intelligenza di un
ragazzo alle prese coi pericoli e le difficolt di una responsabilit
superiore alla sua et. Ora ho pensato che l'insegnamento contenuto
in quel libro, se poteva riuscire utile a tutti, doveva essere
completato.
Con questo duplice scopo ho scritto questo nuovo libro.
J ULES VERNE
CAPITOLO I
LA TEMPESTA UNA GOLETTA DISALBERATA
QUATTRO RAGAZZI SUL PONTE DELLA SLOUGHI
LA VELA DI TRINCHETTO IN PEZZI VISITA
ALL'INTERNO DELLO YACHT IL MOZZO QUASI
STRANGOLATO UN'ONDATA DI POPPA LA TERRA
FRA LE NEBBIE DEL MATTINO IL BANCO DI
FRANGENTI
DURANTE LA NOTTE del 9 marzo 1860, le nubi, confondendosi col
mare, limitavano a poche braccia la visibilit.
Su quel mare sconvolto, le cui onde si frangevano gettando lividi
bagliori, un piccolo bastimento fuggiva quasi a secco di tela.
Era uno yacht di cento tonnellate - uno schooner - nome dato alle
golette in Inghilterra e in America.
Questa goletta si chiamava Sloughi, ma invano si sarebbe cercato
di leggere tale nome sul suo quadro di poppa, perch questo quadro,
in seguito ad un incidente (colpo di mare o collisione), era stato
parzialmente strappato al disotto del coronamento.
Erano le undici di sera. A queste latitudini, all'inizio del mese di
marzo, le notti sono ancora brevi. Le prime luci del giorno dovevano
apparire solo verso le cinque del mattino. Ma, i pericoli che
minacciavano la Sloughi sarebbero calati una volta che il sole fosse
giunto a illuminare lo spazio? Forse che la fragile nave non sarebbe
rimasta egualmente alla merc delle onde? Certamente e solo il
calmarsi delle onde e il placarsi della bufera potevano salvarla dal
pi terribile dei naufragi, quello che avviene in pieno oceano, lontano
da qualsiasi terra su cui i sopravvissuti possano trovare forse la
salvezza.
A poppa della Sloughi, tre ragazzi, uno di quattordici, gli altri due
di tredici anni, pi un mozzo dodicenne, di razza negra, erano riuniti
intorno alla ruota del timone. L, riunivano le loro forze per
fronteggiare le alambardate che rischiavano di far andare lo yacht al
traverso.
Compito duro, poich la ruota, girando loro malgrado, avrebbe
potuto lanciarli al di sopra delle impavesate. Anzi, un po' prima di
mezzanotte, un'ondata talmente violenta si abbatt sul fianco della
nave, che per un miracolo non mise il timone fuori uso.
I ragazzi, che erano stati gettati a terra, si rialzarono subito.
Governa, Briant? chiese uno di loro.
S, Gordon, rispose Briant, che era tornato al suo posto e
aveva conservato tutto il suo sangue freddo.
Quindi, rivolgendosi al terzo:
Sta' attaccato saldamente, Doniphan, aggiunse non
perdiamo coraggio!... Non ci siamo solo noi da salvare!
Queste poche frasi erano state dette in inglese, bench in Briant
l'accento denotasse l'origine francese.
Quest'ultimo rivolto al mozzo:
Non sei ferito, Moko?
No, signor Briant rispose il mozzo. Ma soprattutto
cerchiamo di tenere lo yacht con la prora alle onde, altrimenti
rischiamo di colare a picco!
In quel momento la porta del tambuggio che portava al quadrato
della goletta, venne aperta bruscamente. Due testine apparvero a
livello del ponte, accanto al testone di un cane, che fu inteso
abbaiare.
Briant?... Briant?... grid un ragazzino di nove anni. Che
c', dunque?
Niente, Iverson, niente! ribatt Briant. Torna sotto con
Dole... e svelto, sai!
che abbiamo una paura tremenda! rincar l'altro
ragazzino, che era un po' minore di et.
E gli altri?... chiese Doniphan.
Anche loro! sostenne Dole.
Su, tornate sottocoperta! risposte Briant. Chiudetevi,
nascondetevi sotto le coperte, chiudete gli occhi e non avrete pi
paura. Non c' pericolo!
Attenzione!... Un'altra ondata! url Moko.
Un urto violento scosse la poppa dello yacht. Questa volta per
fortuna l'acqua non inond il ponte, perch se fosse penetrata
all'interno attraverso la porta del tambuggio lo yacht, appesantito,
non avrebbe pi potuto affrontare il mare grosso.
Rientrate dunque! esclam Gordon. Rientrate... o vi
aggiusto io!
Andiamo, rientrate, piccini! aggiunse Briant in tono pi
benevolo. Le due teste scomparvero nel momento in cui un altro
ragazzetto, apparendo nel vano della porta del tambuggio, diceva:
Non hai bisogno di noi, Briant?
No, Baxter, rispose Briant. Cross, Webb, Service,
Wilcox e tu restate coi piccoli!... Noi quattro bastiamo!
Baxter chiuse la porta dall'interno.
Anche gli altri hanno paura! aveva detto Dole.
Ma c'erano dunque solo dei ragazzi a bordo di quella goletta
trascinata dall'uragano? S, solo dei ragazzi! E quanti erano, a bordo?
Quindici, contando Gordon, Briant, Doniphan e il mozzo. E in quali
circostanze si erano imbarcati? Lo sapremo fra poco.
Ma nemmeno un uomo sullo yacht? Non un capitano per
comandarlo? Non un marinaio per occuparsi delle manovre? Non un
timoniere per governare in mezzo a quella tempesta? No! Nessuno!
Cos, nessuno a bordo avrebbe potuto dire qual era la posizione
esatta della Sloughi su quell'oceano!... E che oceano! Il pi grande di
tutti, il Pacifico, che ha duemila leghe di larghezza dall'Australia e
dalla Nuova Zelanda fino al litorale del Sud-America.
Che cosa era accaduto? L'equipaggio della goletta era scomparso
in qualche catastrofe? I pirati malesi l'avevano rapito, lasciando a
bordo solo pochi giovani passeggeri abbandonati a se stessi, il
maggiore dei quali aveva appena quattordici anni? Uno yacht di
cento tonnellate richiede, a dir poco, un capitano, un nostromo,
cinque o sei uomini: ma, di quel personale, indispensabile per le
manovre, non rimaneva che il mozzo!... Insomma, di dove veniva
quella goletta, da quale zona dell'Australasia o da quali arcipelaghi
dell'Oceania, e da quanto tempo e con quale destinazione? A tali
domande, che qualsiasi capitano avrebbe fatto se avesse incontrato la
Sloughi in quei mari lontani, certo quei ragazzi avrebbero potuto
rispondere; per non c'era nessuna nave in vista, n di quei
transatlantici, le cui rotte si intersecano sui mari dell'Oceania, n di
quei mercantili, a vapore o a vela, che l'Europa o l'America inviano a
centinaia verso i porti del Pacifico. E anche nel caso che uno di quei
bastimenti, tanto possenti grazie alla loro macchina o al loro apparato
velico, si fosse trovato in quei paraggi, non avrebbe potuto prestare
soccorso allo yacht, che il mare sballottava come un relitto di
naufragio, trovandosi a sua volta impegnato a lottare contro la
tempesta!
Frattanto Briant e i suoi compagni facevano del loro meglio per
impedire che la goletta non sbandasse su un fianco o sull'altro.
Che dobbiamo fare?... chiese allora Doniphan.
Tutto quello che sar possibile per salvarci, con l'aiuto di Dio!
rispose Briant.
Ed era un ragazzo, a parlare cos, in una situazione in cui l'uomo
pi energico avrebbe appena conservato un po' di speranza!
Infatti la tempesta raddoppiava di violenza. Il vento spazzava il
mare, come dicono i marinai, e l'espressione appropriatissima
poich la Sloughi rischiava proprio di essere spazzata via dalle
raffiche. D'altronde, da quarantotto ore, mezzo disalberato, con
l'albero di maestra spezzato quattro piedi al disopra della mastra, non
era stato possibile issare una vela di cappa, che avrebbe permesso di
governare con maggior sicurezza. L'albero di trinchetto, decapitato
del suo alberetto di velaccino, reggeva ancora, ma era prevedibile
che presto privato delle sue sartie, si sarebbe abbattuto sul ponte. A
prora, i brandelli del controfiocco sbattevano con uno scoppiettio
simile a quello di un'arma da fuoco. Per tutta velatura rimaneva solo
la vela di trinchetto, che stava per stracciarsi, perch i ragazzi non
avevano avuto la forza di prenderne l'ultima mano di terzaruolo per
diminuire la sua superficie. Se ci fosse accaduto non sarebbe stato
pi possibile mantenere la goletta nel letto del vento, le ondate
l'avrebbero assalita al traverso, essa si sarebbe capovolta e sarebbe
colata a picco, e i passeggeri sarebbero scomparsi con lei nell'abisso.
E fino a quel momento, non un'isola era stata segnalata, non un
continente era apparso a est! Buttarsi in costa un rischio terribile,
eppure quei ragazzi lo avrebbero temuto meno dei furori di quel mare
interminabile. Un litorale, qualunque esso fosse, coi suoi bassifondi,
i suoi frangenti, anche esposto al mare grosso, e battuto
incessantemente dalla risacca, sarebbe stato (credevano) la loro
salvezza, sarebbe stato la terraferma in luogo di quell'oceano pronto
a spalancarsi sotto i loro piedi!
Quindi si sforzavano di scoprire qualche fuoco, verso il quale
dirigersi...
Ma nessuna luce appariva in mezzo a quella profonda notte!
Ad un tratto, verso l'una del mattino, uno spaventoso schianto
super il sibilare delle raffiche.
L'albero di trinchetto spezzato!... grid Doniphan.
No! rispose il mozzo. la vela che stata strappata dalle
ralinghe!
Bisogna sbarazzarsene, disse Briant. Gordon, rimani al
timone con Doniphan, e tu, Moko, vieni ad aiutarmi!
Se Moko, come mozzo, aveva un po' di conoscenze nautiche,
nemmeno Briant ne era completamente sprovvisto. Per recarsi
dall'Europa in Oceania, aveva gi dovuto attraversare l'Atlantico e il
Pacifico, quindi non ignorava le manovre di un bastimento. Ci
spiega perch gli altri ragazzi, che non ci capivano niente, avevano
dovuto rimettersi a Moko e a lui per dirigere la goletta.
In un lampo Briant e il mozzo si erano portati coraggiosamente
verso la prua dello yacht. Per evitare di venire traversati bisognava
ad ogni costo sbarazzarsi della vela di trinchetto, che faceva tasca
nella sua parte inferiore sbandando la goletta a tal punto che essa
rischiava di ingavonarsi. Se ci fosse accaduto, non avrebbe pi
potuto rialzarsi a meno che non si fosse tagliato l'albero di trinchetto
alla base, dopo aver spezzato le sartie metalliche; ma dei ragazzi
come avrebbero potuto venirne a capo?
In tale situazione Briant e Moko diedero prova di notevole abilit.
Ben decisi a conservare la maggior velatura possibile, per mantenere
la Sloughi col vento in poppa finch fosse durata la tempesta,
riuscirono ad allentare la drizza del pennone, che s'abbass fino a
quattro o cinque piedi sopra il ponte. Tagliati col coltello i brandelli
della vela di trinchetto, gli angoli inferiori di questa, serrati con due
falsi bracci, vennero saldamente fissati alle caviglie di murata, non
senza che i due coraggiosi ragazzi avessero rischiato un sacco di
volte di essere trascinati via dalle onde.
Con quella velatura estremamente ridotta la goletta pot
mantenersi nella direzione che seguiva gi da molto tempo. Anche
solo con lo scafo offriva sufficiente resistenza al vento per avanzare
alla velocit di una torpediniera. La cosa pi importante, per, era
che potesse sottrarsi alle ondate fuggendo pi rapidamente di loro,
per non imbarcare qualche pericoloso frangente al di sopra del
coronamento.
Dopo di che, Briant e Moko ritornarono accanto a Gordon e a
Doniphan per aiutarli a governare.
In quella la porta del tambuggio venne aperta per la seconda volta.
Un ragazzo cacci fuori la testa. Era J acques, fratello di Briant e
minore di lui di tre anni.
Che c' J acques? gli chiese il fratello.
Vieni!... vieni!... rispose J acques. C' acqua fino nel
quadrato.
Possibile? grid Briant.
E precipitandosi verso il tambuggio, scese di sotto con gran furia.
Il quadrato era confusamente illuminato da una lampada che il
rollio faceva oscillare violentemente. A quella luce si poteva vedere
una decina di ragazzetti distesi sui divani e sulle cuccette. I pi
piccoli (ve ne erano alcuni sugli otto-nove anni) stretti gli uni agli
altri, erano in preda allo spavento.
Non c' pericolo! disse Briant, che voleva anzi tutto
rassicurarli. Ci siamo noi!... Non abbiate paura!
Allora, osservando con una lanterna l'impiantito del salotto,
Briant pot riconoscere che una certa quantit d'acqua scorreva da un
bordo all'altro dello yacht.
Da dove veniva quell'acqua? Era penetrata attraverso qualche
fenditura del fasciame? Bisognava accertarsene subito.
A prora del quadrato si trovavano il locale pi grande di bordo,
poi la sala da pranzo e l'alloggio dell'equipaggio.
Briant visit quei diversi compartimenti ed osserv che l'acqua
non penetrava n al di sopra n al di sotto della linea di
galleggiamento. Quell'acqua, sospinta verso poppa dall'appoppatura
dello yacht, proveniva esclusivamente dalle onde imbarcate di prora
ed era filtrata in una certa quantit all'interno attraverso il tambuggio
dell'alloggio marinai. Quindi nessun pericolo da quella parte.
Briant rassicur i compagni ripassando dal quadrato, e, un po'
meno preoccupato, torn a riprendere il suo posto presso il timone.
La goletta, costruita molto solidamente e carenata di recente con una
robusta fodera di rame, non faceva acqua e doveva essere in grado di
resistere ai colpi di mare.
Poteva essere l'una del mattino. In quel momento della notte, resa
pi oscura dallo spessore delle nuvole, la tempesta si scatenava con
furia terribile. Lo yacht navigava come fosse stato completamente
immerso in un ambiente liquido. Strida acute di procellarie
laceravano l'aria. Dalla loro comparsa si poteva dedurre che la terra
fosse vicina? No, perch spesso possibile incontrare questi uccelli a
parecchie centinaia di leghe dalle coste. E poi, impotenti a lottare
contro la corrente aerea, quei volatili si lasciavano trasportare dal
vento come la goletta di cui nessuna forza umana avrebbe potuto
frenare la velocit.
Un'ora dopo a bordo si ud un secondo schianto. Quanto rimaneva
della vela di trinchetto era stato stracciato, e brandelli di tela si
sparsero nello spazio, simili a enormi gabbiani.
Non abbiamo pi vele, grid Doniphan ed impossibile
issarne un'altra!
Non importa! rispose Briant. Sta' certo che non per
questo andremo meno in fretta.
Bella risposta! ribatt Doniphan. Se la tua maniera di
manovrare questa...
Attenzione alle onde di poppa! fece presente Moko.
Attacchiamoci solidamente, se no saremo portati via!...
Il mozzo non aveva finito la frase che parecchie tonnellate di
acqua si rovesciavano al di sopra del coronamento. Briant, Doniphan
e Gordon furono gettati contro il tambuggio, al quale riuscirono ad
aggrapparsi. Ma il mozzo era scomparso insieme con quell'ondata
che spazz la Sloughi da poppa a prua, trascinando con s una parte
della droma, le due lance di bordo e la iole, bench fossero state
rientrate sul ponte, pi alcune antenne e persino l'abitacolo della
bussola. Per fortuna, avendo il colpo sfondato le impavesate, l'acqua
pot scorrere via rapidamente il che salv lo yacht dal pericolo di
andare a picco per quell'enorme aumento di peso.
Moko!... Moko! grid Briant, appena fu in grado di parlare.
stato forse gettato in mare?... chiese Doniphan.
No!... Non lo si vede... Non lo si sente! disse Gordon, che si
era sporto fuori bordo.
Bisogna salvarlo... gettargli un gavitello... qualche cavo!
rispose Briant.
E, in un periodo di calma durato alcuni secondi, grid ancora con
voce che echeggi all'intorno:
Moko?... Moko?...
Aiuto!... Aiuto!... rispose il mozzo.
Non in mare, disse Gordon. La voce viene da prora.
Lo salver! grid Briant.
Ed eccolo strisciare sul ponte, evitando alla meglio i colpi dei
bozzelli che oscillavano all'estremit delle manovre semiallentate,
per garantirsi dalle cadute che il rollio rendeva quasi inevitabili sul
ponte scivoloso.
La voce del mozzo attravers ancora una volta lo spazio. Poi tutto
tacque.
Per con i maggiori sforzi, Briant era riuscito a raggiungere il
tambuggio dell'alloggio marinai.
Chiam...
Nessuna risposta.
Moko era forse stato trascinato via da un'altra ondata dopo aver
lanciato quell'ultimo grido? In tal caso, il povero ragazzo ora doveva
essere lontano, molto lontano sopravvento, poich il mare non
avrebbe potuto trasportarlo con la stessa velocit della goletta. E
allora egli era perduto...
Ma no! Un grido pi debole giunse fino a Briant, che si slanci
verso il mulinello, nella colonnina del quale s'incastrava il piede del
bompresso. L le sue mani toccarono un corpo che si dibatteva...
Era il mozzo, che era rimasto incastrato nell'angolo formato dalla
congiunzione dell'impavesata a prora. Una drizza, che i suoi sforzi
rendevano sempre pi tesa, lo stringeva alla gola. Tale drizza, dopo
averlo trattenuto nel momento in cui l'enorme ondata stava per
portarlo via, doveva ora strangolarlo?
Briant apr il suo coltello e, non senza fatica, riusc a tagliare i
cordami nei quali il mozzo era impigliato.
Moko fu allora ricondotto a poppa, e appena fu in grado di
parlare:
Grazie, signor Briant, grazie! disse.
Riprese il posto al timone, e tutti e quattro vi si legarono, per
resistere alle enormi ondate che si abbattevano a sopravvento della
Sloughi.
Contrariamente a quanto aveva creduto Briant, la rapidit dello
yacht era un po' diminuita, dopo che la vela di trinchetto era sparita,
e questo costituiva un nuovo pericolo. Infatti, le ondate, correndo pi
veloci della nave, potevano investirla da poppa e sommergerla. Ma
come rimediarvi? Era impossibile issare il minimo pezzo di velatura.
Nell'emisfero australe, il mese di marzo corrisponde al mese di
settembre dell'emisfero boreale, e le notti hanno ormai una durata
media. Ora, perch erano circa le quattro del mattino, l'orizzonte non
doveva tardare a rischiararsi verso est, cio al disopra di quella parte
dell'Oceano verso la quale la tempesta trascinava la Sloughi. Forse
con la comparsa del giorno la violenza della raffiche sarebbe
diminuita? O forse anche si sarebbe avvistata una qualche terra, in
modo che in pochi minuti la sorte di quell'equipaggio di ragazzi si
sarebbe decisa? Lo si sarebbe visto, non appena l'alba avesse
colorato gli orizzonti lontani.
Verso le quattro e mezzo, alcuni chiarori diffusi si spinsero fino
allo zenit. Disgraziatamente, le nebbie limitavano ancora il raggio
visuale a meno di un quarto di miglio. Si sentiva che le nubi
passavano con rapidit spaventosa. L'uragano non aveva perduto
nulla della sua forza, e, al largo, il mare scompariva sotto la schiuma
di rabbiosi frangenti. La goletta, ora sollevata sulla cresta di un'onda,
ora precipitata in fondo a una voragine, avrebbe potuto capovolgere
venti volte se fosse stata presa al traverso.
I quattro fissavano quel caos di flutti sconvolti. Capivano troppo
bene, che se la calma tardava a giungere, la loro situazione sarebbe
stata disperata. La Sloughi non avrebbe potuto resistere altre
ventiquattro ore ai colpi furiosi delle onde, che avrebbero finito per
sfondare i tambuggi.
Ma allora ecco Moko gridare:
Terra!... Terra!
Attraverso uno strappo delle nebbie, il mozzo aveva creduto di
scorgere il profilo di una costa verso oriente. Si sbagliava, forse?
Infatti molto difficile riconoscere quelle linee indistinte che tanto
facilmente si confondono con le volute delle nuvole.
Terra?... aveva detto Briant.
S... rispose Moko, una terra... a est!
E indicava un punto dell'orizzonte, nascosto dell'ammasso dei
vapori.
Sei sicuro?... chiese Doniphan.
S!... S!... Sicurissimo... rispose il mozzo. Se la nebbia
si apre ancora, guardate attentamente... laggi... un po' a destra
dell'albero di trinchetto... Ecco!... Ecco!...
Le nebbie, riapertesi in quel momento, cominciavano a diradarsi e
salivano verso le zone pi elevate dell'atmosfera. Pochi momenti
dopo l'Oceano ricomparve per uno spazio di parecchie miglia davanti
allo yacht.
S!... La terra!... Proprio la terra!... esclam Briant.
E molto bassa! aggiunse Gordon, che aveva esaminato pi
attentamente il litorale segnalato.
Non c'era pi da dubitare, questa volta. Una terra, continente o
isola, si disegnava, a cinque o sei miglia, in un largo segmento
dell'orizzonte. Per la rotta che seguiva e dalla quale la tempesta non
le permetteva di scostarsi, la Sloughi vi sarebbe stata certamente
spinta contro in meno di un'ora. C'era da temere che vi si sfasciasse
soprattutto se c'erano degli scogli a impedirle di accostare la
spiaggia. Ma quei ragazzi non pensavano nemmeno a un simile
pericolo. In quella terra che si presentava improvvisamente ai loro
sguardi, non vedevano, non potevano vedere che la salvezza.
In quel momento il vento riprese a soffiare con rinnovata furia. La
Sloughi, trasportata come una piuma, si precipit verso la costa, che
si stagliava netta come un disegno a china sul fondo biancastro del
cielo. Sullo sfondo si ergeva una scogliera la cui altezza non doveva
superare i centocinquanta-duecento piedi. In primo piano si stendeva
una spiaggia gialliccia limitata a destra da masse tondeggianti, che
sembravano appartenere a una foresta dell'interno.
Ah! se la Sloughi avesse potuto raggiungere quella spiaggia
sabbiosa senza incontrare scogli, se la foce di un fiume le avesse
potuto offrire rifugio, forse i suoi giovani passeggeri ne sarebbero
usciti sani e salvi!
Mentre Doniphan, Gordon e Moko rimanevano al timone, Briant
si era portato a prora e scrutava la terra che si avvicinava a vista
d'occhio, tanta era la velocit della nave. Ma invano cercava qualche
punto, in cui lo yacht potesse andare in costa in condizioni
favorevoli. Non si vedeva n la foce di un fiume o di un ruscello, n
una striscia di sabbia, sulla quale fosse possibile incagliarsi senz'altro
inconveniente. Infatti davanti alla spiaggia si stendeva una fila di
frangenti, le cui teste nere emergevano dalle onde ed erano
continuamente flagellate da una terribile risacca. Contro di essi, al
primo urto, la Sloughi sarebbe andata in pezzi.
Briant pens allora che sarebbe stato meglio che tutti i suoi
compagni si trovassero sul ponte al momento in cui sarebbe accaduto
l'urto, e, aperta la porta del tambuggio, grid:
Tutti in coperta!
Subito il cane si slanci fuori, seguito da una decina di ragazzini
che si trascinarono a poppa. I pi piccoli, nel vedere le onde che il
fondale basso rendeva pi paurose, gettarono urla di spavento...
Un po' prima delle sei del mattino, la Sloughi era giunta in
prossimit dei frangenti.
Attaccatevi bene!... Attaccatevi bene! url Briant.
E, toltosi met degli abiti, si tenne pronto ad andare in aiuto di
quanti fossero trascinati via dalla risacca, poich di certo lo yacht
stava per essere gettato sugli scogli.
Quand'ecco che si avvert una prima scossa. La Sloughi aveva
tallonato col calcagnolo di poppa; ma bench tutto il suo scafo fosse
rimasto lesionato, l'acqua non penetr attraverso il fasciame.
Sollevata da una seconda ondata, la nave venne spinta una
cinquantina di piedi in avanti, senza nemmeno aver sfiorato le rocce,
le cui punte emergevano a migliaia dall'acqua. Poi, inclinatasi sulla
sinistra, rimase immobile in mezzo al ribollire della risacca.
Non era pi in alto mare, ma si trovava ancora a un quarto di
miglio dal litorale.

CAPITOLO II
IN MEZZO ALLA RISACCA BRIANT E DONIPHAN
SI SCRUTA LA COSTA PREPARATIVI DI
SALVATAGGIO IL CANOTTO CONTESO
DALL'ALTO DELL'ALBERO DI TRINCHETTO
CORAGGIOSO TENTATIVO DI BRIANT COME
UN'ONDA DI CONTROMAREA
A QUELL'ORA l'orizzonte liberato dal velario di nebbia permetteva
allo sguardo di stendersi per ampio tratto intorno alla goletta. Le nubi
continuavano a fuggire con grande rapidit; la burrasca non era
ancora assolutamente diminuita di violenza. Forse per quelli erano
gli ultimi colpi ad abbattersi su quei paraggi sconosciuti dell'oceano
Pacifico.
Bisognava sperarlo, poich la situazione non offriva pericoli
minori di quelli della notte, allorch la Sloughi tentava di opporsi alla
violenza del mare aperto. Stretti gli uni accanto agli altri, i ragazzi
dovevano credersi perduti, quando qualche ondata si frangeva al
disopra delle murate e li copriva di spuma. Gli urti erano tanto pi
violenti, dal momento che la goletta non poteva sottrarvisi. Tuttavia,
se ad ogni colpo sussultava fin nell'ossatura, non sembrava che il suo
fasciame si fosse aperto, n tallonando contro gli scogli, n allorch
si era per cos dire incastrata fra le punte delle rocce. Briant e
Gordon, dopo essere scesi nelle cabine, si erano resi conto che
l'acqua non entrava nell'interno della cala.
Rassicurarono perci meglio che poterono i loro compagni,
soprattutto i piccoli.
Non abbiate paura! ripeteva Briant. Lo yacht
robusto!... La costa non lontana... Aspettiamo e poi cercheremo di
raggiungere la riva!
E perch aspettare?... chiese Doniphan.
Gi... perch?... aggiunse un altro ragazzo di circa dodici
anni, di nome Wilcox. Doniphan ha ragione... Perch aspettare?
Perch il mare ancora troppo cattivo e ci sbatterebbe contro
le rocce! rispose Briant.
E se lo yacht si sfascia? esclam un terzo ragazzo chiamato
Webb, che poteva avere pressappoco l'et di Wilcox.
Non credo che ci sia da temerlo ribatt Briant, almeno
finch la marea caler. Quando si sar ritirata quel tanto che
permetter il vento, ci occuperemo del salvataggio.
Briant aveva ragione. Quantunque le maree siano relativamente
poco forti nell'oceano Pacifico, possono per produrre una differenza
di livello abbastanza sensibile (fra i momenti di alta e di bassa).
Sarebbe quindi valsa la pena di aspettare qualche ora, soprattutto se il
vento fosse venuto a calare. Forse il riflusso avrebbe messo allo
scoperto una parte del banco di scogli. Allora sarebbe stato meno
pericoloso lasciare la goletta e pi facile superare il quarto di miglio
che la separava dalla spiaggia.
Ma, per quanto un simile consiglio fosse ragionevole, Doniphan e
due o tre altri non sembrarono affatto disposti a seguirlo. Si riunirono
a prora e presero a discutere a bassa voce. Si capiva chiaramente
ormai che Doniphan, Wilcox, Webb e un altro ragazzo di nome
Cross non avevano nessuna intenzione di accordarsi con Briant. Se,
durante la lunga traversata della Sloughi, avevano accettato di
obbedirgli era stato perch Briant, come si detto, possedeva una
certa pratica di navigazione. Ma avevano sempre pensato che, appena
fossero stati a terra, avrebbero ripreso la loro libert d'azione,
specialmente Doniphan, che per intelligenza e istruzione si credeva
superiore a Briant, come a tutti i suoi altri compagni. Del resto,
quella gelosia di Doniphan a proposito di Briant era di vecchia data e
per il solo fatto che questi era francese, dei ragazzi inglesi dovevano
essere poco inclini a sopportare la sua superiorit.
C'era dunque da temere che tali disposizioni aumentassero la
gravit di una situazione gi assai pericolosa.
Intanto, Doniphan, Wilcox, Cross e Webb osservavano quella
superficie di schiume, disseminata di vortici, solcata da correnti, che
appariva molto pericolosa da attraversare. Il nuotatore pi abile non
avrebbe potuto resistere alla risacca della marea calante che il vento
colpiva frontalmente. Il consiglio di aspettare qualche ora era perci
fin troppo giustificato. Doniphan e i suoi compagni dovettero
arrendersi all'evidenza e alla fine tornarono a poppa, dove stavano i
pi giovani.
Briant diceva in quel momento a Gordon e ad alcuni di quelli che
gli stavano intorno:
Guai se ci separiamo!... Restiamo uniti o siamo perduti!...
Non pretenderai di imporci la tua volont! grid Doniphan
che lo aveva udito.
Non pretendo niente, rispose Briant, se non che bisogna
agire d'accordo per la salvezza di tutti!
Briant ha ragione! aggiunse Gordon, ragazzo calmo e serio,
che non parlava mai senza aver ben riflettuto.
S!... s!... esclamarono due o tre dei piccoli, che un segreto
istinto portava a tenere per Briant.
Doniphan non replic; ma i suoi compagni e lui persistettero a
tenersi in disparte, aspettando il momento di procedere al
salvataggio.
Ma ora che terra era quella? Apparteneva a un'isola dell'oceano
Pacifico o a un continente? Questa domanda non poteva trovare
risposta perch la Sloughi si trovava troppo vicina al litorale per
poter rilevare il profilo per un tratto sufficiente. Esso si apriva in una
larga baia e terminava con due promontori, uno piuttosto alto e
tagliato a picco verso nord, l'altro affilato in punta verso sud. Ma, al
di l di quei due capi, il mare girava in modo da bagnare i contorni di
un'isola? Briant tent invano di chiarire questo punto mediante uno
dei cannocchiali di bordo.
Infatti, nel caso che quella terra fosse stata un'isola, come sarebbe
stato possibile lasciarla, se non si fosse potuto rimettere a galla la
goletta, che la marea crescente avrebbe presto demolito trascinandola
sugli scogli? E se quell'isola era deserta - ve ne sono nei mari del
Pacifico - in che modo quei ragazzi, abbandonati a loro stessi, non
avendo che le provviste salvate dallo yacht, avrebbero affrontato le
difficolt dell'esistenza?
Su un continente, invece, le probabilit di salvezza sarebbero state
notevolmente maggiori, poich tale continente non avrebbe potuto
essere che l'America del Sud. L, attraverso i territori del Cile o della
Bolivia, si sarebbe trovata dell'assistenza, se non immediata, almeno
pochi giorni dopo aver toccata terra. vero che sul litorale vicino
alle Pampas si potevano temere parecchi pericolosi incontri. Ma per
il momento il punto essenziale era di toccare terra.
Il tempo era buono abbastanza da lasciarne vedere tutti i
particolari. Si distingueva nettamente il primo piano della riva, la
scogliera che le faceva da sfondo cos come i gruppi degli alberi alla
sua base. Briant not anche la foce di un fiume sul lato destro della
riva.
Insomma, se l'aspetto di quella costa non aveva nulla di
particolarmente attraente, la cortina di verde indicava una certa
fertilit, del tipo di quella delle zone di media latitudine.
Probabilmente, al di l della scogliera al riparo dai venti del largo, la
vegetazione, trovando un terreno pi favorevole, doveva svilupparsi
con un certo vigore.
Quanto all'essere abitato non pareva che quel tratto di costa lo
fosse. Non vi si vedevano n case n capanne, neppure alla foce del
fiume. Che gli indigeni (se indigeni erano) preferissero abitare
nell'interno del paese, dove erano meno esposti ai violenti assalti dei
venti di occidente?
Non vedo il minimo fil di fumo! fece Briant abbassando il
cannocchiale.
E sulla spiaggia non c' neanche una barca! osserv Moko.
Perch dovrebbero essercene, dal momento che non c' un
porto? replic Doniphan.
Non necessario che ci sia un porto, obiett Gordon.
Delle barche da pesca possono trovare rifugio all'imboccatura di un
fiume, e potrebbe darsi che la tempesta abbia obbligato a portarle
verso l'interno.
L'osservazione di Gordon era giusta. Ma ad ogni modo, per un
motivo o per l'altro, non si vide nessuna imbarcazione ed
effettivamente quella parte del litorale pareva assolutamente
disabitata. Ma sarebbe stata abitabile qualora i giovani naufraghi
avessero dovuto trascorrervi alcune settimane? Ecco quanto essi
dovevano accertare innanzitutto.
Intanto la marea a poco a poco si ritirava, molto lentamente, in
verit; poich il vento del largo la ostacolava, quantunque desse
l'impressione di calmarsi piegando verso nord-ovest. Bisognava,
quindi, tenersi pronti per il momento in cui il banco di scogli avesse
offerto un passaggio praticabile.
Erano circa le sette. Tutti si dedicarono a trasportare sul ponte gli
oggetti di prima necessit: gli altri sarebbero stati raccolti quando il
mare li avesse spinti sulla spiaggia. Piccoli e grandi lavoravano
insieme. A bordo c'era una notevole provvista di viveri in scatola,
biscotti, carni salate e affumicate. Se ne fecero dei grossi pacchi,
destinati ad essere suddivisi fra i pi grandi che dovevano aver cura
di portarli a terra.
Ma per effettuare quel trasporto era necessario che il banco di
scogli rimanesse a secco. Ci si sarebbe verificato a bassa marea, e il
riflusso sarebbe stato sufficiente a liberare le rocce fino alla riva?
Briant e Gordon si misero ad osservare attentamente il mare.
Essendosi modificata la direzione del vento, la calma andava
ristabilendosi e il ribollire della risacca cominciava a diminuire. Era
perci facile notare il decrescere delle acque lungo le punte
emergenti. Dal canto suo anche la goletta risentiva gli effetti di
quella diminuzione inclinandosi sempre pi verso sinistra. Se la sua
inclinazione aumentava, c'era da temere che si coricasse sul fianco,
dato che era di forme molto slanciate, con madieri rialzati e una
grande altezza di puntale, come gli yacht grandi camminatori. In
questo caso, se l'acqua avesse invaso il ponte prima che fosse stato
possibile abbandonarla, la situazione sarebbe stata estremamente
grave.
Era stata una vera disgrazia che le lance fossero state portate via
dalla tempesta! Con quelle imbarcazioni, che potevano contenerli
tutti, Briant e i suoi compagni avrebbero potuto sin d'ora tentare di
raggiungere la costa. E poi sarebbe stato facile stabilire una
comunicazione tra il litorale e la goletta per trasportare molti oggetti
utili che momentaneamente si sarebbero dovuti lasciare a bordo! E la
notte seguente, se la Sloughi fosse andata in pezzi, a che cosa
sarebbero serviti i suoi relitti, una volta che la risacca li avesse
sbattuti fra gli scogli? Sarebbe stato possibile utilizzarli ancora?
Quanto rimasto delle provviste non sarebbe stato irrimediabilmente
avariato? I giovani naufraghi non sarebbero stati presto ridotti a
contare sui soli prodotti del suolo? Che disgrazia davvero che non ci
fossero pi lance per effettuare il salvataggio!
Ma ecco che improvvisamente delle grida scoppiarono a prora.
Baxter aveva fatta una scoperta, che era di grande importanza.
La iole della goletta, che si credeva perduta, era invece impigliata
tra le briglie del bompresso. Quella iole certo non poteva portare che
cinque o sei persone; ma poich era intatta (come si pot constatare
dopo che la si ebbe nuovamente issata sul ponte) non sarebbe stato
impossibile utilizzarla nel caso che il mare non avesse permesso di
superare i frangenti senza bagnarsi. Era quindi opportuno attendere
che la marea fosse giunta al suo minimo; ma ci nonostante sorse
una vivace discussione, nella quale Briant e Doniphan si trovarono di
nuovo alle prese.
Infatti, Doniphan, Wilcox, Webb e Cross, dopo essersi
impadroniti della iole, si preparavano a lanciarla in mare, quando
Briant si avvicin loro:
Che volete fare?... chiese.
Quel che ci pare!... rispose Wilcox.
Imbarcarvi su questo canotto?...
Gi replic Doniphan, e non sarai tu a impedircelo!
Sar io fece Briant, io e tutti quelli che vuoi
abbandonare.
Abbandonare?... Come puoi saperlo? rispose Doniphan con
alterigia. Non voglio abbandonare nessuno, hai capito?... Una
volta raggiunta la riva, uno di noi riporter la iole...
E se la barca non riesce a ritornare, grid Briant, che si
tratteneva con grande fatica e se si fracassa contro gli scogli?...
Imbarchiamoci!... Imbarchiamoci! rispose Webb dopo aver
respinto Briant.
Poi, aiutato da Wilcox e da Cross, sollev l'imbarcazione per
spingerla in mare.
Briant afferr la iole ad una delle estremit. Voi non vi
imbarcherete! disse.
quello che vedremo! replic Doniphan.
Non vi imbarcherete! ripet Briant, decisissimo a resistere
nell'interesse comune. La iole dev'essere riservata ai pi piccoli,
se a bassa marea rimane ancora troppa acqua perch si possa
raggiungere la spiaggia a piedi asciutti...
Ma lasciaci in pace! url Doniphan, che era in preda alla
collera. Te lo ripeto, Briant, non sarai tu a impedirci di fare quello
che vogliamo!
Io invece ti ripeto Doniphan grid Briant che lo far
proprio! I due ragazzi stavano per gettarsi l'uno contro l'altro. Nel
litigio Wilcox, Webb e Cross avrebbero naturalmente preso le parti
di Doniphan, mentre Baxter, Service e Garnett si sarebbero schierati
dal lato di Briant. Ne potevano derivare delle conseguenze
deplorevoli, ma ecco che Gordon intervenne. Gordon, il maggiore e
anche il pi padrone di s, comprendendo quante spiacevoli
conseguenze avrebbero potuto sorgere da un simile precedente, ebbe
il buon senso di intromettersi a favore di Briant.
Andiamo andiamo! disse, pazienza, Doniphan! Vedi
bene che il mare ancora troppo grosso, e che rischieremmo di
perdere la iole!
Non voglio che Briant detti legge, url Doniphan come
invece da un po' ha preso l'abitudine di fare!
Nemmeno noi!... aggiunsero Cross e Webb.
Non pretendo di dettar legge a nessuno, rispose Briant
ma non voglio nemmeno che nessuno la detti quando si tratta
dell'interesse generale.
Ci preoccupiamo di questo quanto te! ribatt Doniphan.
Ed ora che siamo a terra...
Non ancora, purtroppo, replic Gordon. Doniphan, non
ostinarti, e aspettiamo un momento favorevole per adoperare la iole.
Gordon aveva assunto molto a proposito la parte di moderatore fra
Doniphan e Briant cosa che gli era gi successa pi di una volta -
e i suoi compagni si arresero alle sue osservazioni.
La marea allora era calata di due piedi. Esisteva un canale fra gli
scogli?
Briant, supponendo che avrebbe potuto rendersi meglio conto
della posizione delle rocce osservandole dall'albero di trinchetto, si
diresse verso la prora dello yacht, afferr le sartie di dritta e, a forza
di braccia, s'innalz sino ai pennoni.
Attraverso il banco di scogli si intravvedeva un passo, la cui
direzione era segnata dalle punte emergenti lateralmente e che si
sarebbe dovuto seguire, se si fosse tentato di raggiungere la riva
servendosi della iole. Ma, in quel momento, alla superficie dei
frangenti c'erano ancora troppi gorghi e vortici per potersi servire con
vantaggio del passo. Indubbiamente la iole sarebbe stata scagliata
contro qualche punta e vi si sarebbe sfasciata. Del resto, era
preferibile attendere, nel caso che il mare, ritirandosi, lasciasse
qualche passo praticabile.
Dall'alto dei pennoni, sui quali si era arrampicato, Briant cerc di
farsi un'idea pi precisa del litorale. Col cannocchiale scrut tutta la
riva fino ai piedi della scogliera. La costa sembrava essere
completamente disabitata fra i due promontori, che erano separati da
una distanza da otto a nove miglia.
Dopo essere rimasto per una mezz'ora in osservazione, Briant
scese e venne a rendere conto ai compagni di ci che aveva visto.
Doniphan, Wilcox, Webb e Cross finsero di ascoltarlo
svogliatamente, contrariamente a Gordon che gli chiese:
Briant, quando la Sloughi si incagliata non erano circa le sei
del mattino?
S, rispose Briant.
E quanto tempo occorre perch ci sia bassa marea?
Cinque ore, credo. Vero, Moko?
S, da cinque a sei ore, rispose il mozzo.
Allora riprese Gordon il momento pi favorevole per
tentare di raggiungere la costa lo avremo verso le undici?...
S, secondo i miei calcoli rispose Briant.
Ebbene, fece Gordon, teniamoci pronti per quel
momento e mangiamo qualcosa. Se saremo costretti a gettarci in
acqua, almeno lo faremo un po' di ore dopo il pasto.
Buon consiglio, che era naturale provenisse da quel ragazzo tanto
saggio. Cos, ci si dedic alla prima colazione, composta di
marmellate e di biscotti.
Briant si premur di tener d'occhio soprattutto i piccoli. J enkins,
Iverson, Dole, Costar, con la spensieratezza propria della loro et,
cominciavano a riprendere animo e forse si sarebbero rimpinzati
eccessivamente, dal momento che praticamente non avevano preso
niente da ventiquattr'ore. Ma tutto procedette bene, e qualche goccia
di brandy abbondantemente annacquato costitu una bibita
ristoratrice.
Dopo di che, Briant ritorn verso la prora della goletta e l,
appoggiatosi all'impavesata, riprese a osservare gli scogli.
Come calava lentamente la marea! Pure era evidente che il suo
livello si abbassava, dato che l'inclinazione dello yacht andava via
via aumentando. Moko, che aveva gettato uno scandaglio, fece
notare che al disopra del banco rimanevano ancora almeno otto piedi
d'acqua. Ora, si poteva sperare che la marea calasse tanto da lasciarlo
all'asciutto? Moko non lo pensava e ritenne opportuno informarne
segretamente Briant per non spaventare nessuno.
Briant a sua volta rifer a Gordon la cosa. Entrambi capivano bene
che quantunque il vento fosse risalito verso nord, esso continuava ad
impedire alla marea di abbassarsi quanto soleva con tempo calmo.
Che cosa dobbiamo fare? fece Gordon.
Non lo so... non lo so!... rispose Briant. E che disgrazia
non sapere... essere solo dei ragazzi quando bisognerebbe essere
degli uomini!
La necessit ci insegner! ribatt Gordon. Non
lasciamoci prendere dalla disperazione, Briant e agiamo con
prudenza!...
S, agiamo, Gordon! Se non avremo abbandonato la Sloughi
prima che la marea torni a salire, se resteremo ancora una notte a
bordo, siamo perduti...
Hai tutte le ragioni, perch lo yacht verr fatto a pezzi! Quindi
dobbiamo lasciarlo ad ogni costo...
S, ad ogni costo, Gordon!
Non sarebbe il caso di fabbricare una specie di zattera, un
traghetto?...
Ci avevo gi pensato, rispose Briant. Purtroppo, quasi
tutta la attrezzatura di rispetto stata portata via durante la tempesta.
E non ci rimane pi il tempo di sfasciare le impavesate per fare una
zattera coi loro pezzi! Rimane la iole, di cui non possiamo servirci
perch il mare troppo grosso. No! Si potrebbe tentare di portare un
cavo al di l del banco di scogli e fissarne un capo a qualche
spuntone di roccia. Forse grazie a quello sarebbe possibile trascinarsi
fino alla spiaggia...
Ma chi porter il cavo?
Io, rispose Briant.
E io ti aiuter!... fece Gordon.
No, andr solo!... ribatt Briant.
Vuoi usare la iole?
Sarebbe rischiare di perderla, Gordon, ed meglio conservarla
come ultima risorsa!
Tuttavia, prima di realizzare il suo pericoloso progetto, Briant
volle prendere un'utile precauzione, per prevenire qualsiasi
eventualit.
A bordo c'erano alcuni salvagente ed egli costrinse i piccoli a
indossarli. Qualora avessero dovuto abbandonare lo yacht e quando
l'acqua fosse stata ancora troppo profonda perch essi potessero
toccare, i salvagente li avrebbero tenuti a galla e i grandi allora
avrebbero cercato di spingerli verso la riva, servendosi del cavo.
Erano allora le dieci e un quarto. Entro quarantacinque minuti la
marea avrebbe raggiunto il suo livello minimo. Dalla ruota di prua
della Sloughi non si misuravano pi che quattro o cinque piedi di
acqua; ma pareva che il mare dovesse ormai calare solo di pochi
pollici. vero che una sessantina di iarde pi in l, il fondo risaliva
sensibilmente cosa che si poteva riconoscere dal colore nerastro
dell'acqua e dalle numerose punte che emergevano lungo la riva. Il
difficile sarebbe stato superare le acque profonde davanti alla prora
dello yacht. Tuttavia se Briant fosse riuscito a portare un cavo da
quella parte e a darlo volta saldamente a una roccia, tale cavo, dopo
essere stato tesato da bordo mediante l'argano, avrebbe permesso di
raggiungere uno dei punti in cui si cominciava a toccare. Inoltre,
facendo scorrere lungo il cavo i fagotti contenenti le provviste e gli
utensili indispensabili, essi sarebbero giunti a riva senza danni.
Per pericoloso che potesse essere il suo tentativo, Briant non
avrebbe permesso a nessuno di sostituirlo e quindi si prepar subito
all'impresa.
A bordo c'erano parecchi di quei cavi, lunghi un centinaio di
piedi, che vengono usati per l'alaggio o il rimorchio. Briant ne scelse
uno di medie dimensioni che gli sembr adatto e, dopo essersi
spogliato, se ne avvolse un capo intorno alla cintola.
Su voialtri, url Gordon, tenetevi pronti per filare il
cavo!... Venite a prora!
Doniphan, Wilcox, Cross e Webb non potevano rifiutare il loro
aiuto a un'operazione, della cui importanza si rendevano conto.
Quindi, qualunque fossero le loro disposizioni d'animo, si
prepararono a svolgere il cavo abbisciato che sarebbe stato
necessario filare a poco a poco per risparmiare le forze di Briant.
Nel momento in cui questi stava per gettarsi in mare, suo fratello
gli si accost gridando:
Fratello!... Fratello!...
Non temere, J acques, non aver paura per me! rispose
Briant.
Un attimo dopo lo si vide in acqua, che nuotava con energia,
mentre il cavo si svolgeva dietro di lui.
Ma quella manovra sarebbe stata difficile anche con mare calmo
perch la risacca batteva con violenza la lunga linea degli scogli.
Correnti e controcorrenti impedivano al coraggioso ragazzo di
procedere in linea retta e, quando esse lo afferravano, egli aveva
molta difficolt ad uscirne.
Ciononostante Briant a poco a poco si avvicinava alla spiaggia,
mentre i compagni gli davano a mano a mano cavo. Ma si poteva
vedere che al ragazzo le forze cominciavano a mancare, quantunque
fosse appena a una cinquantina di piedi dalla goletta. Davanti a lui si
apriva una specie di vortice, prodotto dall'incontro di due correnti
contrarie. Se riusciva ad aggirare quel punto, forse avrebbe raggiunto
lo scopo, perch al di l il mare era molto meno agitato. Egli cerc
dunque di gettarsi verso sinistra con un violento sforzo. Ma il suo
tentativo fu vano. Neppure un valente nuotatore, nel pieno dell'et e
delle forze, vi sarebbe riuscito. Afferrato dalle acque turbinanti,
Briant fu irresistibilmente attirato verso il centro del vortice.
Aiuto!... Alate!... Alate!... ebbe la forza di gridare prima di
scomparire.
A bordo dello yacht lo spavento fu grandissimo.
Alate!... ordin senza perdere la testa Gordon.
E i suoi compagni si affrettarono a riavvolgere il cavo per
riportare Briant a bordo prima che fosse annegato per la troppo lunga
immersione.
In meno di un minuto, Briant fu nuovamente issato sul ponte:
svenuto, vero, ma riprese presto i sensi, fra le braccia del fratello.
Cos, il tentativo di gettare un cavo al disopra del banco di scogli
era fallito. Nessuno avrebbe potuto riprenderlo con qualche
probabilit di successo. I poveri ragazzi erano perci costretti ad
aspettare... Aspettare che cosa?... Un soccorso?... E da quale parte, e
da parte di chi avrebbe potuto giungere loro?
Erano le dodici passate. La marea si faceva gi sentire e la risacca
aumentava. E anzi, essendo luna nuova, il flusso sarebbe stato pi
forte che non il giorno precedente. E, se il vento avesse ripreso a
soffiare dal largo, la goletta avrebbe corso il rischio di essere
sollevata dal suo letto di rocce... Avrebbe nuovamente tallonato col
calcagnolo di poppa, si sarebbe rovesciata sopra gli scogli!...
Nessuno sarebbe sopravvissuto a quest'ultima fase del naufragio! E
non poter fare nulla, nulla!
Tutti a poppa, i piccoli circondati dai grandi, guardavano il mare
che si gonfiava, a mano a mano che le punte delle rocce sparivano
una dopo l'altra. Per disgrazia, il vento aveva ripreso a soffiare da
ovest e come la notte precedente, flagellava senza piet la terra.
Aumentando il livello dell'acqua, le ondate, pi alte, coprivano la
Sloughi di spruzzi e non avrebbero tardato a frangersi su di essa. Solo
Dio poteva venire in soccorso dei giovani naufraghi. Alle loro grida
di spavento si unirono le preghiere.
Un po' prima delle due, la goletta, risollevata dalla marea, non era
pi inclinata sulla sinistra, ma, a causa del beccheggio, la prora
urtava contro il fondo, mentre il dritto di poppa rimaneva ancora
incastrato fra le rocce. Ben presto i tallonamenti si susseguirono
senza posa e la Sloughi prese ad abbattersi prima a dritta poi a
sinistra. I ragazzi dovettero aggrapparsi gli uni agli altri per non
essere scagliati fuori bordo.
In quella una montagna spumeggiante, che proveniva dal largo, si
lev a due lunghezze di cavo dallo yacht. Si sarebbe detto che fosse
un'enorme onda di contromarea di una barra di flusso, la cui altezza
superava i venti piedi. Arriv con la furia di un torrente, coperse per
intero il banco di scogli, sollev la Sloughi, la trascin al disopra
delle rocce, senza che il suo scafo ne fosse nemmeno sfiorato.
In meno di un minuto, in mezzo al ribollire di quella massa di
acqua, la Sloughi, trasportata fino in mezzo alla spiaggia, and ad
incastrarsi in un cumulo di sabbia, a duecento piedi dai primi alberi.
E l rimase immobile -sulla terraferma, questa volta - mentre il mare,
ritirandosi, lasciava tutta la spiaggia all'asciutto.

CAPITOLO III
IL COLLEGIO CHAIRMAN AD AUCKLAND GRANDI
E PICCOLI VACANZE IN MARE LA GOLETTA
SLOUGHI LA NOTTE DEL 15 FEBBRAIO ALLA
DERIVA ABBORDAGGIO TEMPESTA
INCHIESTA AD AUCKLAND CI CHE RIMANE
DELLA GOLETTA
A QUELL'EPOCA il collegio Chairman era uno dei pi considerati
della citt d'Auckland, capitale della Nuova Zelanda, che
un'importante colonia inglese del Pacifico. Esso ospitava un
centinaio di allievi, appartenenti alle migliori famiglie del paese. I
Maori, che sono gli indigeni di quell'arcipelago, non avrebbero
potuto farvi ammettere i loro ragazzi, ai quali, tuttavia, erano
riservate altre scuole. Nel collegio Chairman c'erano solo ragazzi
inglesi, francesi, americani, tedeschi, figli di proprietari terrieri, di
agiati borghesi, di negozianti o di funzionari del paese. Vi ricevevano
un'educazione completa, identica a quella che viene impartita negli
istituti analoghi del Regno Unito.
L'arcipelago della Nuova Zelanda formato da due isole
principali: a nord, Ika-Na-Mawi o Isola del Paese, a sud, Tawai-
Ponamu o Terra della Giada Verde. Separate dallo stretto di Cook,
esse sono situate fra il 34 e il 45 parallelo sud, posizione che
equivale a quella che, nell'emisfero boreale, occupano quella parte
dell'Europa che comprende la Francia e la parte settentrionale
dell'Africa.
L'isola di Ika-Na-Mawi, molto frastagliata nella parte a sud, ha la
forma di una specie di trapezio irregolare, che si prolunga verso
nord-ovest, seguendo una curva che termina col capo Van Diemen.
Pressappoco all'inizio di questa curva, in un punto ove la penisola
misura appena poche miglia, si trova Auckland. La citt ha dunque
una posizione analoga a quella di Corinto, il che le ha fruttato
l'appellativo di Corinto del Sud. Possiede due porti, uno a ovest,
l'altro a est. Poich quest'ultimo, sul golfo Hauraki, era poco
profondo, stato necessario ampliarlo con alcuni lunghi piers,
secondo l'uso inglese, moli ai quali le navi di medio tonnellaggio
possono accostare. Uno di questi moli il Commercial-pier su cui d
Queen's-Street, una delle principali vie della citt.
Il collegio Chairman si trovava pressappoco alla met di tale via.
Il 15 febbraio 1860, nel pomeriggio, da quel collegio stavano
uscendo un centinaio di ragazzi, accompagnati dai genitori, con il
viso allegro, il passo svelto, uccelletti ai quali fosse stata, in
quell'istante, aperta la gabbia.
Cominciavano infatti le vacanze estive. Due mesi di
indipendenza, due mesi di libert! E per alcuni di quegli allievi, c'era
anche la prospettiva di un viaggio per mare, cosa di cui si parlava da
tempo nel collegio Chairman. Inutile aggiungere quali invidie
avessero suscitato coloro ai quali la buona sorte avrebbe permesso di
imbarcarsi sullo yacht Sloughi, che si preparava a visitare le coste
della Nuova Zelanda in una crociera di circumnavigazione.
Quella graziosa goletta, noleggiata dai genitori degli alunni, era
stata equipaggiata per un'escursione di sei settimane. Apparteneva al
padre di uno dei ragazzi, il signor William H. Garnett, ex capitano
della marina mercantile, sul quale si poteva avere la pi completa
fiducia.
Una sottoscrizione, ripartita tra le diverse famiglie, doveva coprire
le spese di viaggio, che sarebbe stato compiuto nelle migliori
condizioni di sicurezza e di comodit. Era una grande gioia per quei
ragazzi, e certo non si potevano utilizzare meglio alcune settimane di
vacanza.
Nei collegi inglesi, l'educazione molto diversa da quella
impartita nei collegi della Francia. Agli alunni si lascia maggiore
iniziativa, e, di conseguenza, una certa libert che ha un influsso
benefico sul loro avvenire. Essi rimangono meno a lungo fanciulli. In
una parola, l'educazione vi procede di pari passo con l'istruzione. Da
ci consegue che la maggior parte di essi sono cortesi, premurosi,
curati nell'abbigliamento e - cosa particolarmente degna di nota -
poco inclini a usare la simulazione o la menzogna, anche quando si
tratta di sottrarsi a qualche giusto castigo. Bisogna pure osservare
che, in quegli istituti scolastici, i ragazzi sono meno obbligati alle
regole della vita comune e alle leggi del silenzio, che ne sono la
conseguenza. Generalmente, ognuno occupa una cameretta singola,
dove pu anche prendere alcuni pasti, quando va in refettorio pu
parlare con tutta libert.
Gli alunni sono suddivisi a seconda dell'et. Nel collegio
Chairman vi erano cinque classi. Se nella prima e nella seconda i
piccoli avevano ancora l'abitudine di baciare sulle guance i genitori,
gi nella terza i grandicelli sostituivano al bacio filiale la stretta di
mano dell'uomo fatto. Quindi, niente istitutori per sorvegliarli,
permessa la lettura di giornali e romanzi; concessioni frequenti di
giorni di vacanza; ore di studio non in numero eccessivo; esercizi
fisici fatti intelligentemente; ginnastica, boxe e giochi di ogni genere.
Per, come correttivo a questa indipendenza, di cui gli allievi
abusano di rado, erano prescritti i castighi corporali, soprattutto la
frusta. Del resto, i ragazzi anglo-sassoni non ritengono che l'essere
frustati costituisca un disonore e si sottopongono senza protestare a
quella punizione quando sanno di averla meritata.
Gli inglesi, nessuno lo ignora, hanno grande considerazione per le
tradizioni sia nella vita privata sia nella vita pubblica, e queste
tradizioni non sono meno rispettate - anche quando sono assurde -
negli istituti scolastici, dove non rassomigliano minimamente agli
scherzi goliardici francesi. Gli alunni anziani sono incaricati di
proteggere i nuovi, ma a condizione che questi ultimi, in cambio,
prestino loro certi servizi, ai quali non possono sottrarsi. Questi
servizi, che consistono nel servire la colazione al mattino, nello
spazzolare gli abiti, nel lucidare le scarpe, nel recarsi a fare le
commissioni, sono conosciuti col nome di fagismo, e coloro che sono
tenuti a farli sono chiamati fags. Sono i pi piccoli, quelli delle prime
classi, che servono da fags agli alunni delle classi superiori, e, se si
rifiutano di obbedire, non la passano liscia. Ma nessuno di loro vi
pensa, e questo li abitua a sottostare ad una disciplina, che non
s'incontra negli allievi dei licei francesi. D'altronde la tradizione lo
esige, e se c' un paese che osservi le consuetudini quello il Regno
Unito, dove essa si impone al pi umile cockney della strada cos
come ai Pari della Camera Alta.
Gli allievi che dovevano partecipare all'escursione a bordo della
Sloughi, appartenevano alle diverse classi del collegio Chairman.
Come si gi potuto osservare, a bordo della goletta, essi andavano
dagli otto ai quattordici anni. E quei quindici ragazzi, compreso il
mozzo, stavano per essere trascinati lontano e per lungo tempo in
terribili avventure!
Sar opportuno riportare i loro nomi, l'et, le loro abitudini, i
caratteri, la situazione di famiglia e quali rapporti esistevano fra loro
nel collegio, che avevano lasciato all'epoca consueta delle vacanze.
Ad eccezione di due francesi, Briant e suo fratello, e di Gordon,
che americano, sono tutti di origine inglese.
Doniphan e Cross appartengono a una famiglia di ricchi
proprietari, che sono in primo piano nella buona societ della Nuova
Zelanda. Hanno tredici anni e qualche mese, sono cugini e
appartengono entrambi alla quinta classe. Doniphan, elegante e
abituato a curare molto la propria persona, certamente l'allievo pi
distinto di tutti. Intelligente e studioso, si preoccupa di essere sempre
il primo in tutto, sia per il desiderio di apprendere, sia per quello di
averla vinta sui suoi compagni. Certe sue arie aristocratiche gli hanno
valso il soprannome di lord Doniphan, e il suo carattere autoritario
lo porta a voler dominare dovunque si trovi. Da ci deriva quella
rivalit fra Briant e lui che risale a parecchi anni e che si inasprita
soprattutto dopo che le circostanze hanno aumentato l'influenza di
Briant sui compagni. Quanto a Cross, un allievo qualunque, ma
pieno di ammirazione per tutto quello che pensa, dice o fa suo cugino
Doniphan.
Baxter, della stessa classe, tredici anni, ragazzo freddo, riflessivo,
lavoratore, molto ingegnoso, abilissimo nei lavori manuali, figlio di
un commerciante che non ha un gran patrimonio.
Webb e Wilcox, dodici anni e mezzo, sono allievi della quarta
classe. Di intelligenza media, indisciplinati e litigiosi, si sono sempre
dimostrati molto esigenti nell'osservanza delle consuetudini del
fagismo. Le loro famiglie sono ricche e diversi loro membri fanno
parte della magistratura del paese.
Garnett, della terza classe, e il suo amico Service - dodici anni
tutti e due - sono figli, l'uno di un capitano di marina a riposo, l'altro
di un agiato colono, che risiedono nel North-Shore sul lato
settentrionale del porto di Waitemala. Le due famiglie sono molto
legate, e da questa amicizia deriva il fatto che Garnett e Service sono
diventati inseparabili. Sono di buon cuore, ma hanno poca passione
per il lavoro, e, se venisse loro data la possibilit di filarsela,
approfitterebbero subito dell'occasione. Garnett ha l'hobby - ahim! -
della fisarmonica, strumento apprezzatissimo nella marina inglese.
Cos, da degno figlio di marinaio, nei ritagli di tempo suona il suo
strumento prediletto, e non ha trascurato di portarlo a bordo della
Sloughi. Quanto invece a Service, senza ombra di dubbio il pi
allegro, il pi svagato di tutti quanti, praticamente il buffone del
collegio Chairman: sogna solo viaggi avventurosi e sa a memoria il
Robinson Crusoe e il Robinson svizzero, che sono le sue letture
favorite.
Poi bisogna citare due altri ragazzi, di nove anni. Il primo,
J enkins, figlio del direttore dell'Accademia delle Scienze, la New-
Zealand Royal Society; l'altro, Iverson, figlio del pastore della
chiesa metropolitana di Saint-Paul. Appartengono per ora solo alla
terza e alla seconda classe, ma figurano gi fra i buoni allievi del
collegio.
Vengono in seguito due piccolini, Dole, otto anni e mezzo, e
Costar, otto anni, entrambi figli di ufficiali dell'esercito anglo-
zelandese, che vivono nella cittadina di Uchunga, a sei miglia da
Auckland, sul litorale del porto di Manukau. Sono di quei ragazzini,
su cui non c' niente da dire, tranne che Dole molto testardo, e
Costar molto goloso. Bench non siano i migliori della prima classe,
tuttavia essi si credono molto bravi perch sanno leggere e scrivere,
cosa di cui alla loro et non c' proprio motivo di vantarsi.
Come si vede, questi ragazzi appartenevano tutti a stimate
famiglie, stabilite da lungo tempo nella Nuova Zelanda.
Resta ora da parlare dei tre altri ragazzi, imbarcati sulla goletta,
l'americano e i due francesi.
L'americano Gordon, quattordici anni. Tanto il suo viso quanto i
suoi atteggiamenti rivelano gi una certa rudezza tutta yankee.
Bench un po' goffo, un po' pesante, senza dubbio il pi maturo fra
gli allievi della quinta classe. Se non brillante come il suo
compagno Doniphan, profondamente giusto e possiede un senso
pratico di cui ha dato spesso prova. Gli piacciono le cose serie,
poich di carattere riflessivo e di temperamento freddo. Metodico
fino alla pignoleria, ordina le idee nel cervello come gli oggetti sulla
sua scrivania, dove tutto classificato, etichettato e annotato su un
apposito taccuino. Insomma, i compagni lo stimano, riconoscono le
sue qualit e, bench non sia inglese di nascita, lo hanno sempre
accolto favorevolmente. Gordon di Boston; ma, orfano di padre e di
madre, ha per solo parente il suo tutore, ex agente consolare che,
dopo aver fatto fortuna, si stabilito nella Nuova Zelanda e che gi
da alcuni anni risiede in una di quelle graziose ville sparse sulle
alture intorno al villaggio di Mount-Saint-J ohn.
I due francesi, Briant e J acques, sono figli di un noto ingegnere,
che da due anni e mezzo venuto ad assumere la direzione di certi
grandi lavori di prosciugamento nelle paludi del centro di Ika-Na-
Mawi. Il maggiore ha tredici anni. Poco diligente bench molto
intelligente, gli capita spesso di essere uno degli ultimi della quinta
classe. Tuttavia, quando ci si mette, grazie alla sua facilit di
apprendere e alla sua notevole memoria, arriva al primo posto ed
proprio di questo che Doniphan geloso. Perci Briant e lui non
sono mai andati molto d'accordo nel collegio Chairman, e gi si sono
viste le conseguenze di questo dissidio a bordo della Sloughi. E poi
Briant ardito, intraprendente, abile negli esercizi fisici, di risposta
pronta, ma anche servizievole, di buon carattere, senza nessuna delle
arie di Doniphan, un po' trasandato, se si vuole, e un po' maleducato,
in una parola molto francese, e proprio per questo molto diverso dai
compagni d'origine inglese. Del resto, spesso ha protetto i pi deboli
contro l'abuso che i pi grandi facevano della loro forza, e, dal canto
suo, non ha mai voluto sottomettersi agli obblighi del fagismo. Da
ci resistenze, lotte, battaglie, dalle quali, grazie alla sua forza e al
suo coraggio, quasi sempre uscito vincitore. Perci benvoluto
quasi da tutti e, quando si trattato di dirigere la Sloughi, i suoi
compagni, tranne poche eccezioni, non hanno esitato a obbedirgli,
tanto pi che, come si sa, egli aveva potuto acquistare alcune
cognizioni nautiche durante la sua traversata dall'Europa alla Nuova
Zelanda.
Suo fratello minore, J acques, era stato considerato fino allora
come il pi birichino della terza classe - se non di tutto il collegio
Chairman compreso Service - poich ne combinava di tutti i colori,
giocava tiri birboni ai compagni ed era punito un po' troppo di
frequente. Ma, come si vedr, il suo carattere era decisamente mutato
dopo la partenza dello yacht, senza che se ne sapesse il motivo.
Questi sono i ragazzi che la tempesta aveva gettato su una delle
coste dell'oceano Pacifico.
Durante quella gita lungo le coste della Nuova Zelanda, la Sloughi
doveva essere comandata dal suo proprietario, il padre di Garnett,
uno dei pi arditi yachtsmen dell'Australasia. Quante volte la goletta
era scomparsa nelle acque della Nuova Caledonia, della Nuova
Olanda, dallo stretto di Torres alle punte meridionali della Tasmania,
e perfino in quei mari delle Molucche, delle Filippine e di Celebes,
tanto pericolosi a volte per le navi di maggior tonnellaggio! Ma essa
era uno yacht di costruzione solidissima, ottimo veliero e in grado di
tenere perfettamente il mare anche con tempo cattivo.
L'equipaggio era composto da un nostromo, sei marinai, un cuoco
e un mozzo, Moko, ragazzo negro di dodici anni, la cui famiglia era
da tempo al servizio di un colono della Nuova Zelanda. Bisogna
ricordare anche un bel cane da caccia, Phann, di razza americana, che
apparteneva a Gordon e non lasciava mai il suo padrone.
La partenza era stata fissata per il 15 febbraio. Nell'attesa la
Sloughi restava ormeggiata mediante un cavo a poppa, all'estremit
del Commercial-pier e di conseguenza piuttosto al largo nel porto.
L'equipaggio non si trovava a bordo, quando, il 14 sera, i giovani
passeggeri si imbarcarono. Il capitano Garnett non doveva giungere
che al momento di salpare. A ricevere Gordon e i suoi compagni
rimasero solo il nostromo e il mozzo, poich i marinai erano andati a
scolarsi un ultimo bicchiere di whisky. E anzi, dopo che tutti furono
installati e coricati, il nostromo ritenne di poter andare a raggiungere
il suo equipaggio in una taverna del porto, dove ebbe l'imperdonabile
torto di rimanere fino a un'ora avanzata della notte. Il mozzo invece
si era addormentato nell'alloggio per i marinai.
Che cosa avvenne allora? Probabilmente non lo si sarebbe mai
saputo. Quel che certo che l'ormeggio dello yacht venne sciolto o
per negligenza o per dolo... A bordo nessuno si accorse di nulla.
La pi cupa oscurit avvolgeva il porto e il golfo Hauraki. Il vento
di terra spirava con forza e la goletta, trascinata da una corrente di
riflusso che andava verso il largo, inizi a fuggire verso l'alto mare.
Quando il mozzo si svegli, la Sloughi rollava come se fosse stata
cullata da un mare che non era possibile confondere con la consueta
risacca di porto. Moko si affrett allora a salire sul ponte... Lo yacht
era alla deriva!
Alle grida del mozzo, Gordon, Briant, Doniphan e alcuni altri,
balzati dalle loro cuccette, corsero fuori del tambuggio. Ma invano
chiamarono aiuto. Non vedevano pi neppure un lume della citt o
del porto. La goletta era gi in mezzo al golfo, a tre miglia dalla
costa.
Dapprima, per consiglio di Briant, al quale si affianc il mozzo, i
ragazzi tentarono di issare una vela, per rientrare in porto dopo aver
corso su un bordo. Ma la vela, troppo pesante per poter essere
orientata adeguatamente, ebbe come unico risultato quello di
trascinarli pi lontano a causa della presa che offriva al vento di
ovest. La Sloughi scapol il capo Colville, varc lo stretto che lo
separa dall'isola Grande Barriera, e si trov in breve a molte miglia
dalla Nuova Zelanda.
Si capisce la gravit di una simile situazione. Briant e i suoi
compagni non potevano pi sperare in nessun soccorso da terra. Nel
caso che qualche nave del porto si fosse messa alla loro ricerca,
sarebbero trascorse parecchie ore prima che essa avesse potuto
raggiungerli, ammesso che fosse possibile ritrovare la goletta in
quella profonda oscurit. E, d'altra parte, una volta che fosse venuto
giorno, come sarebbe stato possibile avvistare una nave tanto piccola,
perduta in alto mare? Ma come sarebbero riusciti a cavarsi
d'impaccio quei ragazzi con le loro sole forze? Se il vento non fosse
cambiato, avrebbero dovuto rinunciare a ritornare verso terra.
Rimaneva, vero, la possibilit di imbattersi in un bastimento che
faceva rotta verso uno dei porti della Nuova Zelanda. Ecco, perch,
per problematica che fosse questa eventualit, Moko si affrett a
issare un fanale in testa all'albero di trinchetto. Non rimase altro,
allora, che aspettare l'alba.
Quanto ai piccoli, siccome il tumulto non li aveva svegliati, era
sembrato opportuno lasciarli dormire. Il loro spavento non avrebbe
potuto che diffondere il disordine a bordo.
Ciononostante si fecero ancora numerosi tentativi per ricondurre
la Sloughi sopravvento. Ma essa manteneva per poco quella
posizione e derivava verso est con grande velocit.
A un tratto venne avvistato un fanale a due o tre miglia. Era un
fanale bianco, in testa d'albero, che il segnale che distingue i
piroscafi in navigazione. Ben presto apparvero i due fanali di
posizione, rosso e verde, e dal momento che essi erano visibili
contemporaneamente, ci voleva dire che il piroscafo procedeva
dritto contro lo yacht.
I ragazzi lanciarono invano grida di aiuto. Il fragore delle onde, il
sibilo del vapore che usciva dalle valvole del piroscafo, il vento che
al largo si era fatto pi violento, tutto contribuiva a far si che le loro
voci si perdessero nello spazio.
Ma, se non potevano udirli, i marinai di guardia non avrebbero
dovuto avvistare il fanale della Sloughi? Ecco un'ultima speranza.
Per disgrazia, a causa di un colpo di beccheggio, la drizza si
ruppe, il fanale cadde a mare, e nulla indic pi la presenza della
Sloughi, contro la quale il piroscafo avanzava alla velocit di dodici
miglia all'ora.
Pochi secondi dopo lo yacht fu abbordato e sarebbe affondato
all'istante, se fosse stato preso al traverso; ma la collisione avvenne
solo di poppa e si limit a demolire una parte del quadro, senza
urtare lo scafo.
L'urto era stato cos debole, insomma, che, abbandonando la
Sloughi alla merc di una tempesta imminente, il piroscafo continu
la propria rotta.
Troppo spesso i capitani non si preoccupano minimamente di
soccorrere le navi che hanno investito. una condotta criminosa, di
cui si hanno numerosi esempi. Ma, in questo caso, era possibilissimo
che a bordo del piroscafo non ci si fosse nemmeno accorti della
collisione con quel leggero yacht che non era stato nemmeno
intravisto nel buio.
Allora, trascinati dal vento, quei ragazzi si credettero perduti.
Quando sorse il giorno, l'immensit era deserta. In quella parte poco
frequentata del Pacifico, le navi, che vanno dall'Australasia
all'America o dall'America all'Australasia, seguono rotte pi
meridionali o pi settentrionali. Non una pass in vista dello yacht.
La notte sopraggiunse, ancora pi cattiva della precedente, e se ci
furono delle calme momentanee nelle raffiche, il vento non cess di
soffiare da ponente.
N Briant n i suoi compagni potevano avere idea di quanto
sarebbe durata quella traversata. Invano cercarono di manovrare in
modo di ricondurre la goletta nei paraggi neo-zelandesi. Non
sapevano come fare per ridurre la velocit della nave e non avevano
la forza per issare le vele.
Fu in queste condizioni che Briant, dimostrando un'energia
superiore alla sua et, cominci ad esercitare sui compagni
un'influenza che lo stesso Doniphan dovette subire. Se, aiutato in
questo da Moko, non riusc a ricondurre lo yacht su una rotta verso
ponente, almeno si serv di quelle poche nozioni che aveva per
mantenerlo in discrete condizioni di navigabilit. Non si risparmi,
vegli giorno e notte, scrutando ostinatamente l'orizzonte per
cercarvi una possibilit di salvezza. Ebbe cura anche di far gettare a
mare delle bottiglie racchiudenti un documento che dava notizie circa
la Sloughi. Povero espediente, certo, ma che egli non volle
trascurare.
Intanto i venti da ponente continuavano a spingere lo yacht
attraverso il Pacifico, senza che fosse possibile arrestare la sua
marcia e nemmeno diminuire la sua velocit.
Si sa che cosa era successo poi. Alcuni giorni dopo che la goletta
aveva derivato fuori dei passi del golfo Hauraki, scoppi una terribile
tempesta, che si scaten per due settimane con impeto straordinario.
Assalita da onde mostruose, dopo aver corso cento volte il pericolo
di essere schiacciata dai colpi di mare - il che si sarebbe verificato
certamente se non fosse stato per la solidit delle sue costruzioni e
per le sue eccellenti qualit nautiche - la Sloughi venne ad incagliarsi
su una terra sconosciuta dell'oceano Pacifico.
E ora, quale sarebbe stata la sorte di quel collegio di naufraghi,
trascinati a mille e ottocento leghe dalla Nuova Zelanda? Da quale
parte avrebbero ricevuto il soccorso, che non avrebbero potuto
trovare in se stessi?...
In ogni caso le loro famiglie non avevano che troppi motivi di
crederli affondati con la goletta.
Ecco perch:
Ad Auckland, quando nella stessa notte fra il 14 e il 15 febbraio
venne constatata la scomparsa della Sloughi, si avvertirono subito il
capitano Garnett e le famiglie dei disgraziati ragazzi. Inutile
descrivere l'impressione che tale avvenimento produsse in citt, dove
la costernazione fu generale.
Ma se il cavo d'ormeggio si era sciolto o spezzato, forse la
corrente non aveva spinto la goletta al largo nel golfo. Forse sarebbe
stato possibile ritrovarla, bench il vento di ponente, che andava
rinforzando, ispirasse le pi dolorose inquietudini.
Cos, senza perdere un istante, il capitano del porto prese le
misure necessarie per andare in soccorso dello yacht. Due piccole
navi a vapore estesero le ricerche su uno spazio di parecchie miglia
all'esterno del golfo Hauraki. Per tutta la notte batterono la zona,
dove il mare cominciava a farsi grosso. Ma quando ritornarono,
all'alba, furono costrette a togliere ogni speranza alle famiglie colpite
da quella spaventosa catastrofe.
Infatti, se non avevano trovato la Sloughi, quelle navi ne avevano
per lo meno raccolto i relitti. Erano i frammenti del coronamento,
caduti in mare, dopo la collisione con il piroscafo peruviano Quito,
collisione di cui quella nave non s'era nemmeno accorta.
Su quei frammenti si leggevano ancora tre o quattro lettere del
nome Sloughi. Sembr dunque certo che lo yacht doveva essere stato
sfasciato da qualche ondata, e che, in seguito a quell'accidente, si era
perduto corpo e beni una dozzina di miglia al largo della Nuova
Zelanda.


CAPITOLO IV
PRIMA ESPLORAZIONE DEL LITORALE BRIANT E
GORDON ATTRAVERSO IL BOSCO INUTILE
TENTATIVO PER TROVARE UNA GROTTA
INVENTARIO DEL MATERIALE PROVVISTE, ARMI,
ABITI, LETTI, UTENSILI VARI PRIMA COLAZIONE
PRIMA NOTTE...
LA RIVA era deserta, come aveva riconosciuto Briant quando si era
arrampicato in osservazione sui pennoni dell'albero di trinchetto. Da
un'ora la goletta giaceva sul lido, nel suo letto di sabbia; e non si era
ancora visto nessun indigeno. N sotto gli alberi, che si
ammassavano davanti alla scogliera, n sulle rive del fiumicello
riempito dalle acque del flusso, si vedeva una casa, una capanna, un
ricovero qualunque. Non un'impronta di piede umano sul lido, che al
limite del bagnasciuga era bordato da un lungo cordone di alghe.
Nessuna barca da pesca alla foce del piccolo corso d'acqua. Infine
nessuna voluta di fumo saliva nell'aria in tutto il perimetro della baia
compreso fra i due promontori del sud e del nord.
Prima di tutto Briant e Gordon pensarono di spingersi fra gli
alberi per raggiungere la scogliera e salirvi, se ci fosse stato
possibile.
Eccoci a terra, gi qualche cosa! disse Gordon. Ma che
terra questa, che sembra disabitata...
L'importante che non sia inabitabile rispose Briant.
Noi abbiamo provviste e munizioni per un certo periodo di tempo!...
Ci manca solo un ricovero, e bisogna trovarlo... almeno per i
piccoli... Loro prima di tutto!
S!... hai ragione!... replic Gordon.
Quanto a sapere dove siamo riprese Briant avremo
tempo di occuparcene dopo che avremo provveduto alle cose pi
necessarie! Se un continente, forse ci sarebbe qualche probabilit
che fossimo soccorsi! Ma se un'isola!... un'isola disabitata... bah,
vedremo!... Vieni, Gordon; andiamo a scoprire il paese!
Entrambi raggiunsero presto il limite degli alberi, che si estendeva
obliquamente fra la scogliera e la riva destra del piccolo corso
d'acqua, tre o quattrocento passi a monte della foce.
In quel bosco non vi era alcuna traccia di passaggio dell'uomo,
non un'apertura, non un sentiero. Alcuni grossi tronchi, caduti per
vecchiaia, giacevano al suolo, e Briant e Gordon affondavano fino al
ginocchio nel tappeto di foglie morte. Per gli uccelli volavano via
spaventati come se avessero gi imparato a diffidare dell'uomo. Era
probabile quindi, che quella costa, se non era abitata, ricevesse
occasionalmente la visita degli indigeni di qualche territorio vicino.
In dieci minuti i due ragazzi attraversarono il bosco, il cui
spessore aumentava nei pressi del versante roccioso che si ergeva
come una muraglia a picco con un'altezza media di centottanta piedi.
Forse, il basamento di quella parete presentava qualche anfrattuosit
in cui fosse possibile trovare un ricovero. Sarebbe stato veramente da
augurarselo! Una caverna in quel luogo, infatti, protetta dai venti del
largo da quella cortina di alberi e fuori portata del mare anche in caso
di cattivo tempo, avrebbe offerto un ottimo rifugio. I giovani
naufraghi avrebbero potuto installarvisi provvisoriamente, nell'attesa
che una pi accurata esplorazione della costa permettesse loro di
avventurarsi con sicurezza nell'interno del paese.
Disgraziatamente in quella parete, ripida quanto una cortina di
fortezza, Gordon e Briant non scoprirono nessuna grotta, anzi
nemmeno una spaccatura attraverso la quale si potesse salire sino alla
cresta. Per raggiungere l'interno della regione sarebbe stato
probabilmente necessario aggirare la scogliera, di cui Briant aveva
riconosciuto la disposizione durante la sua osservazione dai pennoni
della Sloughi.
Per una mezz'ora circa entrambi ridiscesero verso sud
costeggiando la base della scogliera. Raggiunsero cos la riva destra
del fiumicello, il corso del quale risaliva serpeggiando verso est. Se
quella riva era ombreggiata da belle piante, quella opposta seguiva
una zona ben diversa, senza verde, senza dislivelli di terreno. La si
sarebbe detta un vasto acquitrino che si estendeva fino all'orizzonte
meridionale.
Delusi nelle loro speranze, senza essere riusciti ad arrivare alla
sommit della scogliera da dove avrebbero certo potuto osservare il
paese per un raggio di parecchie miglia, Briant e Gordon ritornarono
verso la Sloughi.
Doniphan e qualche altro passeggiavano sulle rocce, mentre
J enkins, Iverson, Dole e Costar si divertivano a raccogliere
conchiglie.
Durante un colloquio avuto con i pi grandi Briant e Gordon
esposero il risultato della loro esplorazione. In attesa che le
investigazioni potessero essere spinte pi lontano si ritenne
opportuno non abbandonare la goletta. Quantunque avesse la carena
fracassata e fosse assai inclinata da sinistra a dritta, avrebbe potuto
servire come abitazione provvisoria, nel luogo stesso
dell'incagliamento. Bench a prora, al disopra del locale per
l'equipaggio, il ponte si fosse aperto, il quadrato e le cabine di poppa
offrivano, almeno, un riparo sufficiente contro le raffiche. La cucina
non aveva per nulla sofferto in seguito al tallonamento sugli scogli
con grande soddisfazione dei piccoli, i quali erano particolarmente
interessati al problema dei pasti.
A dire il vero, era una fortuna che i ragazzi non fossero stati
obbligati a trasportare sul lido gli oggetti indispensabili alla loro
installazione. Anche ammesso che vi fossero riusciti, quante
difficolt, quante fatiche avrebbero dovuto incontrare! Se la Sloughi
fosse rimasta esposta sulla prima linea di frangenti, come avrebbero
potuto portare in salvo il materiale? Il mare avrebbe demolito
rapidamente lo yacht, e dai suoi pochi relitti sparsi sul litorale come
sarebbe stato possibile recuperare conserve, armi, munizioni, abiti,
letti, gli utensili di ogni tipo tanto necessari all'esistenza di quel
piccolo gruppo? Per fortuna l'onda di contromarea aveva gettato la
Sloughi al di l del banco di scogli. Se essa ora non era ormai pi in
grado di navigare, almeno era abitabile, dal momento che le sue parti
superiori avevano resistito prima alla tempesta poi all'urto, e che
nulla ormai poteva strapparla da quel solco sabbioso, nel quale era
affondata la sua chiglia. Senza dubbio, sotto l'azione continua del
sole e della pioggia, essa avrebbe finito per aprirsi del tutto, i suoi
corsi avrebbero ceduto, il ponte si sarebbe spaccato completamente, e
il rifugio che ora poteva ancora offrire sarebbe divenuto
insufficiente. Ma prima di quel momento o i giovani naufraghi
avrebbero potuto raggiungere qualche citt, qualche villaggio, o, se
la tempesta li aveva relegati in un'isola deserta, avrebbero scoperto
qualche grotta nelle rocce del litorale.
La cosa migliore era dunque rimanere provvisoriamente a bordo
della Sloughi. Alla sistemazione si provvide quello stesso giorno.
Una biscaglina, disposta a dritta, dalla parte verso cui lo yacht era
inclinato, permise ai grandi come ai piccoli di raggiungere i
tambuggi del ponte. Moko, che sapeva un po' cucinare, nella sua
qualit di mozzo e aiutato da Service, che si divertiva a pasticciare
attorno ai fornelli, si preoccup di preparare un pasto. Tutti
mangiarono di buon appetito e anzi J enkins, Iverson, Dole e Costar
ripresero il loro buon umore. Solo J acques, il fratello di Briant, un
tempo il caposcarico del collegio, continu a tenersi in disparte. Un
cambiamento del genere nel suo carattere e nelle sue abitudini non
poteva che stupire; ma J acques, divenuto molto silenzioso, aveva
sempre evitato di rispondere alle osservazioni che i compagni gli
avevano fatto in proposito.
Infine, stanchissimi, dopo tanti giorni e tante notti passati in
mezzo ai mille pericoli della tempesta, tutti non pensarono pi che a
dormire. I piccini si suddivisero nelle cabine dello yacht, dove i
grandi non tardarono a raggiungerli. Per Briant, Gordon e Doniphan
vollero vegliare a turno. Non era forse il caso di temere la comparsa
di qualche branco di bestie feroci, o addirittura di una banda
d'indigeni che non sarebbero stati meno temibili? Ma non avvenne
nulla. La notte trascorse tranquilla, e quando sorse il sole, dopo una
preghiera di ringraziamento a Dio, ci si occup dei lavori richiesti
dalle circostanze.
Prima di tutto, si dovette fare l'inventario delle provviste dello
yacht, poi del materiale, cio armi, strumenti, utensili, abiti, ecc. La
questione dei viveri era la pi seria, perch quella costa sembrava
deserta. Le risorse si sarebbero limitate ai prodotti della pesca e della
caccia, sempre che non fosse mancata la selvaggina. Doniphan, che
era un esperto cacciatore, non aveva visto che fitti stormi di volatili
alla superficie degli scogli e delle rocce del litorale. Ma sarebbe stato
assai spiacevole essere ridotti a cibarsi di uccelli marini. Importava
saper fin da allora quanto tempo avrebbero potuto durare le provviste
della goletta facendone un uso moderato.
Ora, dopo aver condotto a termine l'esame, tranne la galletta, della
quale c'era una provvista ragguardevole, conserve, salumi, biscotti di
carne (cio composti con farina di prima qualit, carne di maiale
tritata e spezie), corn-beef, carne in salamoia, scatole di stufato, tutto
ci non sarebbe durato pi di due mesi anche ricorrendovi con
estrema parsimonia. Cos, fin dall'inizio sarebbe stato opportuno
ricorrere ai prodotti del paese per risparmiare le provviste nel caso
fosse necessario percorrere alcune centinaia di miglia per
raggiungere i porti del litorale o le citt dell'interno.
Purch queste conserve non abbiano sofferto! osserv
Baxter. Se l'acqua penetrata nella stiva, dopo che ci siamo
incagliati...
quello che vedremo aprendo le scatole che ci sembreranno
avariate... rispose Gordon. Forse se si facesse cuocere di nuovo
il contenuto, potremmo servircene...
Me ne incarico io rispose Moko.
E mettiti subito al lavoro riprese Briant perch, nei primi
giorni, saremo costretti a ricorrere alle provviste della Sloughi.
E perch non cominciare fin da oggi osserv Wilcox a
visitare le rocce che si ergono nella parte nord della baia, per
raccogliervi delle uova commestibili?
S!... s!... esclamarono Dole e Costar.
E perch non pescare? aggiunse Webb. Non ci sono
canne da pesca a bordo e pesci in mare? Chi vuol andare a pesca?...
Io!... Io!... esclamarono i piccoli.
Bene!... Bene!... rispose Briant. Ma non si tratta di
giocare: le canne da pesca le daremo solo ai pescatori che faranno sul
serio!...
Sta' tranquillo, Briant! rispose Iverson. Pescheremo
come se si trattasse di un compito...
Tanto meglio, ma cominciamo col fare l'inventario di ci che
contiene il nostro yacht fece Gordon. Non si deve solo pensare
al mangiare...
Si potrebbero sempre raccogliere dei molluschi per la
colazione! fece osservare Service.
Vada per i molluschi! ribatt Gordon. Andateci voi,
piccoli, in tre o quattro! Moko, li accompagnerai.
S, signor Gordon.
E sorvegliali bene! aggiunse Briant.
Non abbiate timore!
Il mozzo, sul quale si poteva contare, ragazzo molto servizievole,
sveltissimo, pieno di coraggio, doveva rendere grandi servigi ai
giovani naufraghi. Era particolarmente devoto a Briant, che, dal
canto suo, non nascondeva la simpatia che provava per lui, simpatia
di cui i suoi compagni anglosassoni si sarebbero senza dubbio
vergognati.
Andiamo! esclam J enkins.
Non vai anche tu con loro, J acques? chiese Briant
rivolgendosi al fratello.
J acques rispose di no.
J enkins, Dole, Costar, Iverson si allontanarono quindi sotto la
scorta di Moko, e risalirono lungo gli scogli, che il mare aveva allora
lasciato all'asciutto. Forse, negli anfratti delle rocce, avrebbero
potuto raccogliere una buona quantit di molluschi, telline, patelle,
nicchi d'ogni genere, forse anche di ostriche, e, crude o cotte, quelle
conchiglie avrebbero dato un cospicuo contributo alla colazione del
mattino. Se ne andavano sgambettando, vedendo nella passeggiata
pi il piacere che l'utile. Questo era caratteristico della loro et e
appena pi si ricordavano delle prove che avevano dovuto passare,
n si preoccupavano dei pericoli che l'avvenire faceva pendere
minacciosamente sul loro capo.
Appena partiti i piccoli pescatori, i grandi iniziarono le ricerche a
bordo dello yacht. Doniphan, Cross, Wilcox e Webb da un lato,
presero nota delle armi, delle munizioni, degli abiti, del mobilio,
degli utensili di bordo. Dall'altro, Briant, Garnett, Baxter e Service
fecero il conto delle bevande, vini, birra, brandy, whisky, gin, che si
trovavano nella stiva in barili da dieci a quaranta galloni ciascuno. A
mano a mano che ogni oggetto veniva inventariato, Gordon ne
prendeva nota sul suo taccuino. Il quale taccuino era gi pieno di
note relative tanto al carico della goletta quanto alla sua sistemazione
interna. Il metodico americano - contabile, per cos dire, dalla nascita
- possedeva gi una situazione generale del materiale e sembrava che
si limitasse a controllarlo.
Per prima cosa si constat che c'era una serie completa di vele di
ricambio e di cordame di ogni genere, gherlini, cavi e cavetti ecc. Se
lo yacht fosse stato ancora in condizioni di navigare, non sarebbe
mancato nulla per riattrezzarlo completamente. Ma se quelle tele di
prima qualit, quel cordame nuovo non dovevano pi servire per
un'attrezzatura si potevano utilizzare benissimo quando fosse venuto
il momento d'insediarsi. Nell'inventario figurarono pure alcuni arnesi
da pesca, canne a mano e lenze per la pesca di profondit o a
strascico, strumenti preziosi qualora in quei paraggi il pesce fosse
stato abbondante.
Circa le armi, ecco ci che fu annotato sul taccuino di Gordon:
otto fucili da caccia a percussione centrale, un archibugio di lunga
portata e una dozzina di rivoltelle; quanto alle munizioni, trecento
cartucce per le armi a retrocarica, due barilotti di polvere da
venticinque libbre ciascuno, e proiettili (pallini e pallottole) in
quantit soddisfacente. Quelle munizioni, destinate alle cacce durante
le tappe della Sloughi lungo le coste della Nuova Zelanda, avrebbero
potuto essere utilizzate meglio qui per garantire la vita di tutti e, nella
peggiore delle ipotesi, per difenderla! La stiva conteneva pure una
certa quantit di razzi per le segnalazioni notturne e una trentina di
cartocci e di proiettili per il servizio dei due cannoncini, dei quali
c'era da sperare che non si fosse obbligati a far uso per respingere
qualche attacco degli indigeni.
Quanto agli oggetti di toilette e al vasellame di cucina, essi erano
pi che sufficienti per le necessit dei giovani naufraghi, anche nel
caso che il loro soggiorno avesse dovuto prolungarsi. Una parte del
vasellame da tavola si era rotta per l'urto della Sloughi contro gli
scogli, ma ne rimaneva ancora abbastanza per il servizio della cucina
e della tavola. Del resto quelli non erano certo oggetti di assoluta
necessit. Era meglio che gli indumenti di flanella, di panno, di
cotone o di tela fossero in quantit tale da poterli cambiare a seconda
delle esigenze della temperatura. Infatti, se quella terra si trovava alla
stessa latitudine della Nuova Zelanda - cosa probabile, poich fin
dalla partenza da Auckland, la goletta era sempre stata spinta da
venti di ponente - ci si doveva aspettare caldo intenso d'estate e
freddo pungente d'inverno. Per fortuna a bordo vi erano molti di
quegli abiti che sono indispensabili per un'escursione di parecchie
settimane, perch in mare non ci si copre mai abbastanza. Inoltre i
bagagli dell'equipaggio fornirono pantaloni, camicie di lana,
giubbetti da marinaio, grosse maglie, che sarebbe stato facile adattare
alla misura dei grandi e dei piccoli, e perci si poteva affrontare
senza grave rischio i rigori della stagione invernale.
inutile aggiungere che, se le circostanze avessero costretto ad
abbandonare la goletta per un'abitazione pi sicura, si sarebbero
trasportati i letti al completo, materassi, cuscini, coperte; avendone
cura, c'era da dormire bene per un pezzo...
E chi avrebbe potuto dire che il soggiorno in quella terra
sconosciuta non dovesse prolungarsi indefinitamente!
Ecco ora quello che Gordon not sul suo taccuino alla voce
Strumenti di bordo : due barometri aneroidi, un termometro
centigrado ad alcool, due orologi marini, parecchie di quelle trombe
o corni di rame che vengono usati nella nebbia e che si fanno udire a
grande distanza, tre cannocchiali di piccola e di lunga portata, una
bussola d'abitacolo e due altre di modello ridotto, uno stormglass che
indicava l'avvicinarsi delle tempeste, e per ultimo parecchie bandiere
del Regno Unito, senza contare tutta la serie di bandiere che
permettono le comunicazioni in mare fra una nave e l'altra. C'era
anche un halkett-boat, piccolo canotto in caucci che si ripiega come
una valigia, e che serve per attraversare un fiume o un lago.
Di utensili ce n'era un assortimento completo, senza parlare dei
chiodi, dei pi svariati tipi di viti, dei ferri d'ogni genere per le
piccole riparazioni dello yacht.
Le madri previdenti non avevano trascurato di fornire i figli di
bottoni, filo ed aghi in vista dei frequenti rammendi, di cui vi sarebbe
stato bisogno.
E non c'era nemmeno pericolo di mancare di fuoco; c'era
un'ampia provvista di cerini, di zolfanelli, di esca.
Di carte geografiche ve n'erano, a bordo, pi del necessario, per
istruzione degli allievi: ma erano carte speciali dell'Arcipelago
neozelandese e acque vicine, inutili, quindi, per quei paraggi
sconosciuti.
Per fortuna, Gordon aveva preso con s uno di quegli atlanti
generali che sono indispensabili ad ogni persona colta, e
precisamente l'Atlante dello Stieler, che , certamente, uno dei
migliori.
Nella biblioteca dello yacht c'era un discreto numero di buone
opere inglesi e francesi, specialmente racconti di viaggi e manuali
scientifici popolari, senza parlare dei due famosi Robinson che
Service avrebbe salvato in ogni caso, come Camoens salv i Lusiadi;
lo stesso aveva fatto Garnett per la sua famosa fisarmonica, che non
aveva sofferto per le scosse dell'incagliamento. Non mancava
l'occorrente per scrivere, con la speranza che gli scolari non
volessero perdere una cos buona abitudine. C'era l'inevitabile
calendario per l'anno in corso - monito assai valido per gli
sfaccendati ed i pigri - e Baxter fu incaricato di cancellare i giorni
trascorsi.
La nostra povera Sloughi si incagliata il 10 marzo, egli
disse. Dunque, cancello questo 10 marzo, come pure tutti i giorni
del 1860 che lo hanno preceduto.
Va pure ricordata la somma di cinquecento sterline oro che fu
trovata nella cassaforte dello yacht. Forse quel danaro poteva tornare
utile, se i giovani naufraghi fossero riusciti a raggiungere qualche
porto dal quale farsi ricondurre a casa.
Gordon si occup in seguito di annotare minuziosamente i barili
ammassati nella stiva. Parecchi di questi barili, pieni di gin, di birra o
di vino, s'erano sconnessi durante l'urto, e il contenuto s'era sparso
per la stiva: la perdita fu molto deplorata e costrinse a preventivare
una intensa economia del rimanente.
Ad ogni modo, nella stiva c'erano ancora cento galloni di vino
rosso e di sherry, cinquanta galloni di gin, di brandy e di whisky, e
quaranta contenitori di birra, ciascuno della capacit di venticinque
galloni,
2
pi una trentina di fiaschi di liquori diversi, che, bene
avvolti nella camicia di paglia, avevano potuto resistere alle ripetute
scosse.
Come si vede, la vita materiale dei quindici naufraghi era
assicurata per qualche tempo, ed anche in condizioni pi che
discrete.
Rimaneva da esaminare se il paese avrebbe fornito delle risorse,
che permettessero di economizzare le provviste di bordo.
Poich, se la tempesta li aveva gettati in un'isola, non potevano
sperare di uscirne, a meno che una nave non si fosse avvicinata e non
fosse loro riuscito di segnalarle le proprie necessit.
Per riparare lo yacht, per rimettere in sesto la sua carena
sconnessa in molti luoghi, per rifare la bordatura, ci voleva un lavoro
superiore alle forze di quei ragazzi e occorrevano utensili che non si
trovavano a bordo. Era poi impensabile il costruire una nuova nave
coi pezzi dell'attuale; e, d'altra parte, non essendo pratici di
navigazione, come avrebbero potuto attraversare il Pacifico per
ritornare verso la Nuova Zelanda?
Per, con la lancia di salvataggio non sarebbe stato impossibile di
raggiungere qualche altra terra, qualche altra isola, qualora ci fossero
stati dei litorali non molto lontani. Ma i due canotti, come sappiamo,
erano stati portati via dalle onde, e rimaneva solo la iole, adatta tutt'al
pi a navigare lungo la costa.
Verso mezzogiorno, i piccoli, guidati da Moko, ritornarono alla
Sloughi. Mettendosi seriamente al lavoro erano riusciti a rendersi
utili. Portavano con s una buona provvista di patelle e di altri frutti
di mare, che il mozzo doveva poi preparare per la colazione. Di uova
ce ne doveva essere una gran quantit, giacch Moko aveva
constatato la presenza di moltissimi piccioni della specie
mangereccia, che nidificavano nelle anfrattuosit superiori della
collinetta.
Tanto meglio! disse Briant. Una di queste mattine
organizzeremo una caccia che potr essere molto fruttuosa!
Certamente rispose Moko, e con tre o quattro fucilate

2
Il gallone inglese equivale a circa quattro litri e mezzo. (N.d.A.)
piglieremo dozzine di piccioni. E mediante le corde si potranno
pigliare facilmente anche i nidi.
D'accordo soggiunse Gordon. E se domani Doniphan
volesse andare a caccia...
Ottima idea! ribatt Doniphan. Webb, Cross e Wilcox
verranno con me?...
Con gran piacere risposero i tre ragazzi, ai quali gi brillava
dinanzi l'idea di prendere a fucilate quelle migliaia di volatili.
Per, fece osservare Briant, vi raccomando di non tirare
a caso e pi del necessario. Saremo sempre in grado di prendere quei
piccioni a mano a mano che ne avremo voglia. L'importante
soprattutto non sprecare proiettili e polvere...
Bene!... bene!... rispose Doniphan, che non sopportava le
osservazioni, specialmente se venivano da Briant. Noi non siamo
alle prime armi a caccia e non sappiamo che farcene dei consigli!
Un'ora dopo, Moko venne ad annunciare che la colazione era
pronta.
Tutti risalirono in fretta a bordo e sedettero nella sala da pranzo.
La tavola era piuttosto inclinata, a motivo della posizione dello
yacht, ma di questo quei ragazzi, abituati al rullio della nave, non si
diedero alcun pensiero. I frutti di mare furono trovati ottimi, bench
la salsa lasciasse un po' a desiderare. Ma, a quell'et, l'appetito il
miglior condimento! Del biscotto, un buon pezzo di corned beef,
acqua fresca, attinta alla foce del fiumicello al momento della bassa
marea perch non avesse gusto salmastro, un sorso di brandy e ce
n'era d'avanzo.
Le ore del pomeriggio furono impiegate in diversi lavori di
adattamento nella stiva e di divisione e scelta degli oggetti di cui si
era fatto l'inventario.
Intanto J enkins e i piccini passarono il tempo pescando nel fiume
che abbondava di pesci di diverse specie.
Dopo cena, tutti andarono a riposare, tranne Baxter e Wilcox, che
dovevano rimanere di guardia sino all'alba.
Cos trascorse la prima giornata su quella terra dell'Oceano
Pacifico.
Insomma, quei ragazzi non erano sprovvisti di risorse, mentre ai
naufraghi, di solito, manca qualsiasi mezzo di sussistenza! Data
quella posizione, degli uomini validi e industriosi avrebbero potuto
cavarsi d'impaccio. Ma quei poveri giovanetti, il maggiore dei quali
aveva appena quattordici anni, se avessero dovuto vivere per
parecchi anni laggi, sarebbero riusciti a soddisfare ai bisogni della
vita? Si potevano formulare gravi dubbi al proposito!

CAPITOLO V
ISOLA O CONTINENTE? ESCURSIONE BRIANT
PARTE SOLO LE FOCHE UN BRANCO DI
PINGUINI COLAZIONE DALL'ALTO DEL
PROMONTORIO LE ISOLETTE UNA LINEA
AZZURRA LUNGO L'ORIZZONTE RITORNO ALLA
SLOUGHI
ISOLA o continente? Ecco il grave interrogativo di cui
continuavano ad occuparsi Briant, Gordon e Doniphan, che per
carattere e per intelligenza si presentavano come i capi naturali di
quella piccola societ. Mentre i piccini si occupavano solo del
presente, i tre maggiori pensavano all'avvenire e parlavano spesso su
questo argomento. In ogni caso era certo che quella terra, fosse
insulare o continentale, non apparteneva alla zona dei tropici. Lo si
vedeva dalla vegetazione, querce, faggi, ontani, pini ed abeti di
diversa specie, molte mirtacee o sassifraghe, cio alberi e arbusti che
non si incontrano nelle regioni del Pacifico. Pareva anzi che quel
territorio si trovasse ad una latitudine pi meridionale della Nuova
Zelanda, quindi pi vicino al polo australe. C'era quindi da temere
che gli inverni vi fossero molto rigidi. Gi un folto strato di foglie
morte copriva il suolo nel bosco che s'estendeva ai piedi della
scogliera. Solo i pini e gli abeti avevano conservato la loro chioma
che si rinnova di stagione in stagione senza cadere mai.
Ecco perch osserv Gordon il giorno successivo a quello
in cui la Sloughi era stata scelta come abitazione stabile mi pare
che non sia il caso di stabilirsi definitivamente in questa parte della
costa.
La penso anch'io cos, rispose Doniphan. Se aspettiamo
la cattiva stagione, sar troppo tardi per raggiungere qualche luogo
abitato, nel caso che dovessimo percorrere parecchie centinaia di
miglia!
Calma! ribatt Briant. Siamo appena alla met di marzo!
Be' riprese Doniphan, il bel tempo pu durare sino alla
fine di aprile, e, in sei settimane, se ne fa della strada...
Quando c' una strada osserv Briant.
E perch non dovrebbe esserci?
Certo! not Gordon. Ma, ammesso che ce ne sia una,
sappiamo dove ci porter?
Io so una sola cosa rispose Doniphan, che sarebbe
assurdo non lasciare la goletta prima della stagione fredda e piovosa:
quindi, non bisogna vedere difficolt ad ogni passo!
Meglio vederle ribatt Briant, piuttosto che avventurarsi
come pazzi attraverso un paese che non si conosce.
Si fa presto a chiamare pazzi, fece Doniphan acido quelli
che non la pensano come noi.
Forse la risposta di Doniphan stava per produrre qualche viva
replica da parte del compagno e far degenerare il colloquio in litigio,
quando Gordon intervenne molto opportunamente.
Non serve a niente litigare disse; per uscire dagli impicci
cerchiamo prima di tutto di metterci d'accordo. Doniphan ha ragione
di dire che se siamo vicini ad un paese abitato sarebbe meglio
raggiungerlo senza ritardo. Ma possibile? si chiede Briant e
neppure lui ha torto.
Accidenti! Gordon, esclam Doniphan risalendo verso
nord, scendendo verso sud o dirigendosi verso est, finiremo ben col
raggiungere...
S, se ci troviamo su un continente disse Briant; no, se
invece ci troviamo su un'isola, che potrebbe anche essere deserta.
Ecco perch bisogna riconoscere il luogo osserv Gordon.
Quanto ad abbandonare la Sloughi senza esserci assicurati se
c' o meno un mare a oriente...
Eh! Sar lei ad abbandonarci! esclam Doniphan, sempre
cocciuto nelle sue idee. Non potr resistere su questa spiaggia alle
tempeste della cattiva stagione.
Pare anche a me convenne Gordon; eppure prima di
spingerci nell'interno, indispensabile sapere dove si va!
Gordon aveva tanto palesemente ragione che Doniphan o bene o
male dovette arrendersi.
Sono pronto ad andare in ricognizione disse Briant.
Anch'io fece Doniphan.
Lo siamo tutti, pronti aggiunse Gordon; ma siccome
sarebbe un'imprudenza trascinare i piccoli in un'esplorazione che pu
essere lunga e faticosa, due o tre possono bastare.
Peccato osserv Briant, che non ci sia una collina
abbastanza elevata dalla cima della quale osservare il territorio.
Disgraziatamente ci troviamo su una terra bassa, e, dal largo, non ho
veduto alcuna montagna, neppure all'orizzonte. Pare che non ci sia
altra altura che questa scogliera che si erge dietro la spiaggia. Al di
l, probabilmente ci saranno foreste, pianure, paludi, attraverso le
quali deve scorrere il fiumicello di cui vediamo la foce.
Eppure varrebbe la pena di dare un'occhiata a quella regione
osserv Gordon, prima di tentare di aggirare la scogliera dove
io e Briant abbiamo cercato invano una caverna!
Ebbene, perch non portarci nella parte settentrionale della
baia? disse Briant; mi pare che salendo il promontorio, che la
chiude, si dovrebbe vedere lontano...
appunto quello a cui pensavo rispose Gordon. S! quel
promontorio, che deve essere alto duecentocinquanta o trecento
piedi, deve dominare la scogliera.
Vado io fece Briant.
A che scopo rispose Doniphan, e che cosa si potrebbe
vedere di lass?
Ma... quello che c'! ribatt Briant.
Infatti, alla punta estrema della baia, si ergeva un cumulo di rocce,
una specie di montagnola, che verso il mare scendeva a picco, mentre
dall'altra parte sembrava saldarsi alla scogliera. Dalla Sloughi a quel
promontorio la distanza non superava le sette-otto miglia seguendo la
curva della spiaggia, e cinque al massimo, a volo d'uccello. Gordon
non doveva sbagliarsi di molto valutando in trecento piedi l'altezza di
quel promontorio sul livello del mare.
Quell'altezza sarebbe stata sufficiente perch lo sguardo potesse
estendersi su una vasta distesa di paese? Non sarebbe stato arrestato
verso est da qualche ostacolo? Ad ogni modo, si sarebbe pur sempre
visto quello che c'era al di l del capo, ossia se la costa si prolungava
indefinitamente verso nord, o se era l'oceano ad estendersi. Era
dunque opportuno recarsi all'estremit della baia e fare l'escursione.
Qualora il territorio fosse stato libero a est, l'occhio lo avrebbe
percorso per diverse miglia.
Si decise dunque di realizzare questo progetto. Doniphan si
ostinava a considerarlo poco utile (senza dubbio perch l'idea era
venuta a Briant, e non a lui) ma ci non poteva impedire che esso era
tale da produrre buoni risultati.
Nello stesso tempo si decise, e molto seriamente, di non lasciare
la Sloughi fino a che non si fosse saputo con certezza se la nave si era
incagliata o no sulla costa di un continente, nel qual caso non poteva
trattarsi che dell'America.
Per l'escursione non pot essere effettuata nei cinque giorni
seguenti. Il tempo era tornato nebbioso,- e a volte cadeva una minuta
pioggerella. Il vento sembrava non intendesse rinfrescare, ma i
vapori che ingombravano l'orizzonte avrebbero reso impossibile il
riconoscimento progettato.
Quei pochi giorni non andarono perduti. Furono impiegati in
parecchi lavori. Briant si occupava dei piccini, sui quali vegliava
continuamente, come se fosse stata una necessit della sua natura
manifestare istinti paterni. La sua costante preoccupazione era che
non mancassero di nulla per quanto lo permettevano le circostanze.
Anche la temperatura era calata, li obblig a indossare vestiti pesanti,
adattando loro quelli trovati nei bauli dell'equipaggio. Si dovette
lavorare pi di forbice che d'ago, e Moko si rivel molto abile. Dire
che Costar, Dole, J enkins, Iverson fossero vestiti elegantemente con
quei calzoni e quelle giacche troppo larghi e ridotti alla meglio alla
giusta misura, non si poteva. Ma importava poco! Erano almeno in
grado di cambiarsi e si abituarono presto al nuovo abbigliamento.
D'altra parte, non venivano lasciati mai in ozio. Sotto la scorta di
Garnett o di Baxter, andavano per lo pi a raccogliere frutti di mare,
a bassa marea, o a pescare con le reti o con la canna nel fiumicello.
Divertimento per loro, profitto per tutti. Cos occupati in un lavoro
che andava loro a genio, non pensavano affatto alla loro situazione di
cui non avrebbero potuto capire la gravit. Certo il ricordo dei loro
genitori li riempiva di tristezza, cos come riempiva di tristezza i loro
compagni. Ma il pensiero che forse non li avrebbero mai pi rivisti
non li coglieva.
Gordon e Briant, dal canto loro, non lasciavano la Sloughi, di cui
avevano assunto la custodia. Service rimaneva qualche volta con
loro, e sempre allegro, si rendeva anche molto utile. Voleva bene a
Briant e non aveva mai fatto lega coi compagni che preferivano stare
con Doniphan. Anche per questo Briant provava per lui molto
affetto.
Le cose s'incamminano bene! ripeteva volentieri Service.
La nostra Sloughi stata posta molto opportunamente davvero
sulla spiaggia da un'ondata compiacente, che non l'ha danneggiata
troppo!... Ecco un vantaggio che non hanno avuto n Robinson
Crusoe n il Robinson svizzero nelle loro isole immaginarie!
E J acques Briant? Aiutava suo fratello nelle diverse faccende di
bordo, ma rispondeva appena alle domande che gli venivano rivolte
affrettandosi a volgere altrove lo sguardo tutte le volte che lo
fissavano in faccia.
Briant era piuttosto preoccupato per quel contegno di J acques.
Essendo maggiore di lui di quattro anni, aveva sempre avuto su di lui
una effettiva influenza. Ora, dopo la partenza della goletta - gi lo si
notato pareva che J acques fosse in preda ai pi crudeli rimorsi.
Aveva qualche grave colpa da rimproverarsi, colpa che non osava
confessare nemmeno a suo fratello? Quel che era certo, era che pi
volte i suoi occhi rossi attestavano che aveva pianto.
Briant giungeva persino a domandarsi se la salute di J acques non
era compromessa. Se il ragazzo fosse caduto malato, quali cure
avrebbe potuto porgergli? Quella preoccupazione lo assillava e lo
spingeva a chiedere al fratello se si sentisse bene, ma egli rispondeva
invariabilmente:
Non ho nulla... non ho nulla!
Ed era impossibile cavargli una parola di pi.
Dall'11 al 15 marzo, Doniphan, Wilcox, Webb e Cross si
dedicarono alla caccia degli uccelli che nidificavano fra le rocce.
Stavano sempre insieme, e ostentatamente cercavano di fare vita a
parte. Gordon notava la cosa con una certa inquietudine. Perci,
quando l'occasione si presentava, interveniva ora presso gli uni, ora
presso gli altri, per far capire quanto l'unione fosse necessaria. Ma
Doniphan, soprattutto, rispondeva con tanta freddezza alle sue
iniziative, che gli parve prudente non insistere. Tuttavia egli non
disperava di distruggere questi germi di discordia, che potevano
divenire cos funesti; e, d'altra parte, forse gli avvenimenti stessi
avrebbero potuto provocare quel ravvicinamento, che i suoi consigli
non riuscivano a ottenere.
Durante quelle giornate nebbiose, che impedirono di effettuare
l'escursione progettata all'estremit della baia, le cacce diedero buoni
frutti. Doniphan, appassionato sportivo, era un esperto tiratore. Molto
fiero della propria abilit - anche troppo - disprezzava tutti gli altri
arnesi da caccia, come trappole, reti, paretai, ai quali Wilcox dava la
preferenza. Ma nella situazione in cui si trovavano i suoi compagni
era probabile che Wilcox rendesse loro servizi maggiori. Webb tirava
bene, ma non uguagliava certo Doniphan. Invece Cross mancava del
fuoco sacro e si accontentava di applaudire le prodezze del cugino.
Bisogna anche citare il cane Phann, che si distingueva in quelle
cacce, e non esitava a lanciarsi in mezzo alle onde per riportare la
selvaggina caduta al di l degli scogli.
Bisogna per ammettere che fra le prede abbattute dai giovani
cacciatori c'erano molti uccelli marini, di cui Moko non sapeva cosa
fare: smerghi, gabbiani, procellarie, svassi. vero che vi erano anche
i piccioni delle rocce che fornirono un ottimo alimento, come le oche
e le anitre, la cui carne fu pure molto pregiata. Quelle oche erano
della specie delle bubbole, e dalla direzione che seguivano allorch
gli spari le facevano volare via, si poteva desumere che abitavano
nell'interno del paese.
Doniphan uccise pure alcune di quelle ostraleghe o beccacce di
mare che vivono abitualmente di molluschi, di cui sono ghiottissime,
come telline, pettini, cozze ecc. Insomma, c'era da scegliere; ma
generalmente quella selvaggina richiedeva una certa preparazione per
perdere il gusto oleoso e nonostante la buona volont non sempre
Moko riusciva a farsi onore e ad accontentare tutti.
Per non si aveva il diritto di essere esigenti, come ripeteva
spesso il previdente Gordon, ed era opportuno economizzare le
scorte dello yacht, se non la provvista di gallette, che era abbondante.
Perci era grandissima l'impazienza con cui si attendevano i
risultati dell'ascensione del promontorio, che doveva risolvere forse
l'importante problema continente o isola!. Dal risultato di quel
problema dipendeva infatti l'avvenire e, di conseguenza,
l'installazione provvisoria o definitiva su quella terra.
Il 15 marzo, il tempo sembr farsi favorevole all'esecuzione del
progetto. Durante la notte il cielo si era sgombrato dai densi vapori
che la calma dei giorni precedenti vi aveva accumulato. Il vento di
terra lo aveva spazzato in poche ore. Vivi raggi di sole dorarono la
cima della scogliera. Si poteva sperare, che, quando nel pomeriggio
fosse illuminato obliquamente, l'orizzonte orientale si sarebbe
mostrato con particolare nitidezza, ed era appunto quell'orizzonte che
bisognava osservare. Se da quel lato si fosse estesa una linea
continua d'acqua ci voleva dire che quella terra era un'isola, e gli
aiuti non sarebbero potuti giungere che da una nave che arrivasse in
quei paraggi.
Non lo si dimenticato, era di Briant l'idea di quella escursione
nel nord della baia, ed egli aveva deciso di farla da solo. Senza
dubbio avrebbe acconsentito volentieri ad essere accompagnato da
Gordon. Ma aveva troppa paura a lasciar soli i compagni senza che
Gordon fosse l per tenerli d'occhio.
Il 15 sera, dopo avere constatato che il barometro continuava a
segnare bel tempo, Briant inform Gordon che sarebbe partito
l'indomani, all'alba. Una distanza di dieci-undici miglia - fra andata e
ritorno - non era tale da porre in imbarazzo un ragazzo vigoroso, che
non temeva la fatica. La giornata gli sarebbe certamente bastata per
condurre a termine la sua esplorazione, e Gordon poteva star certo
che egli sarebbe tornato prima di notte.
Briant part alle prime luci del giorno, senza che gli altri sapessero
della sua partenza. Era armato solo di un bastone e di una rivoltella,
nel caso si fosse imbattuto in qualche bestia, quantunque i cacciatori,
nelle loro precedenti escursioni, non ne avessero mai trovato tracce.
A quelle armi difensive, Briant aveva aggiunto uno strumento che
doveva facilitargli il compito una volta che fosse giunto all'estremit
del promontorio. Era uno dei cannocchiali della Sloughi,
cannocchiale di grande portata e di notevole chiarezza. Inoltre in una
bisaccia che portava alla cintola aveva della gaietta, un pezzo di
carne salata, una fiasca con del brandy annacquato, insomma
l'occorrente per far colazione ed eventualmente per desinare, se
qualche incidente avesse ritardato il suo ritorno alla goletta.
Briant, camminando speditamente, segu dapprima il contorno
della costa, profilato al limite interno degli scogli da un lungo
cordone di sargassi, ancora umidi per la recente marea, un'ora dopo
superava il punto estremo raggiunto da Doniphan e dai suoi
compagni quando andavano a caccia dei piccioni delle rocce. Quei
volatili non avevano nulla a temere da lui, in quel momento. Egli non
voleva attardarsi per giungere al pi presto alla base del promontorio.
Il tempo era bello, il cielo era completamente sgombro di vapori:
bisognava approfittarne. Se i vapori, nelle ore pomeridiane, si fossero
accumulati verso est l'esplorazione sarebbe completamente fallita.
Durante la prima ora, Briant aveva potuto camminare piuttosto
rapidamente e superare la met della strada. Se non si presentava
nessun ostacolo, calcolava di raggiungere il promontorio prima delle
otto del mattino. Ma, a mano a mano che la scogliera si avvicinava al
banco degli scogli, la spiaggia presentava un suolo pi difficile. La
striscia di sabbia andava sempre pi riducendosi a vantaggio degli
scogli. Cos, invece che sul terreno solido ed elastico, che si
estendeva tra il bosco e il mare nei pressi del fiumicello, Briant fu
ora costretto ad arrischiarsi attraverso un dedalo di rocce
sdrucciolevoli, di alghe viscide, di pozze d'acqua che bisognava
aggirare, di pietre oscillanti sulle quali non trovava che un punto
d'appoggio insufficiente. La marcia divenne cos assai faticosa, e -
cosa assai spiacevole - si ebbe un ritardo di due ore buone.
Eppure bisogna che arrivi al promontorio prima dell'alta marea!
pensava Briant. Questa parte della spiaggia rimasta coperta
dall'ultima marea, e lo sar senz'altro alla prossima fino alla base
della scogliera. Se dovessi o tornare indietro, o rifugiarmi su qualche
roccia, giungerei troppo tardi! Devo passare ad ogni costo prima che
il flusso abbia invaso la spiaggia!
E il coraggioso ragazzo, superando la stanchezza che cominciava
a irrigidirgli le membra, cerc di affrettare il passo. In parecchi punti,
dovette togliersi scarpe e calze per attraversare larghe pozze, con
l'acqua sino a mezza gamba. Passando, poi, da uno scoglio all'altro,
usava tutta la sua agilit e destrezza per evitare le cadute.
Egli pot riconoscere che in quella parte della baia la selvaggina
acquatica era assai abbondante. Vi formicolavano i piccioni, le
ostraleghe, le anitre. C'erano anche due o tre coppie di foche da
pelliccia, che si agitavano fra gli scogli, e che non diedero alcun
segno di timore e rimasero a nuotare in superficie. Se ne poteva
dedurre che, se quegli anfibi non diffidavano dell'uomo, era perch
non ritenevano di aver nulla da temere da lui e che, perci, da
parecchi anni perlomeno nessun pescatore era venuto a dar loro la
caccia.
Ad ogni modo, dopo aver ben riflettuto, Briant, dalla presenza
delle foche, dedusse che quella terra doveva trovarsi ad una latitudine
molto pi elevata di quanto non avesse creduto, pi meridionale
quindi dell'arcipelago della Nuova Zelanda. La goletta aveva dunque
derivato notevolmente verso sud-est durante la sua traversata del
Pacifico.
La cosa trov ulteriore conferma quando Briant, giunto infine alla
base del promontorio, vide una truppa di quei pinguini, che vivono in
paraggi antartici. Erano centinaia e camminavano dondolandosi
buffamente e agitando goffamente quelle piccole ali, che servono
loro pi per nuotare che per volare. La loro carne non affatto
interessante perch rancida e oleosa.
Erano gi le dieci del mattino. Si vede quanto tempo Briant aveva
impiegato per percorrere le ultime miglia. Estenuato, affamato, gli
sembr opportuno rifocillarsi prima di tentare l'ascensione del
promontorio, la cui cresta si ergeva trecento piedi al disopra del
livello del mare.
Briant si sedette quindi su una roccia, al riparo della marea che
saliva e cominciava gi ad inondare il banco degli scogli.
Certamente, se avesse aspettato ancora un'ora, non avrebbe potuto
passare tra i frangenti e la base della scogliera senza pericolo di
essere trascinato dal flusso. Ma ora questo non doveva pi
preoccuparlo e nel pomeriggio, quando il riflusso avesse trascinato le
acque di nuovo verso il mare, egli avrebbe ritrovato il passaggio
libero in quel punto.
Un buon pezzo di carne, alcuni sorsi presi dalla fiasca furono
sufficienti a calmargli la fame e la sete, mentre la breve sosta gli
ristorava le membra. Intanto continuava a riflettere. Solo, allora,
lontano dai compagni, cercava di esaminare la situazione a mente
fredda, ben deciso a perseguire sino in fondo l'opera della salvezza
generale addossandosene la maggior parte degli oneri. Se
l'atteggiamento di Doniphan e di qualche altro nei suoi confronti lo
turbava, perch vi vedeva una spiacevolissima causa di divisione.
Era per deciso a opporre una ferma resistenza a qualsiasi atto che
gli sembrasse dannoso per i suoi compagni. Il suo pensiero si
sofferm pure su suo fratello, il cui morale lo preoccupava molto. Gli
pareva che quel ragazzo nascondesse qualche colpa che doveva aver
commesso, probabilmente prima della partenza e si propose di
interrogarlo di nuovo e con tale insistenza da costringerlo una buona
volta a parlare.
Briant ripos per circa un'ora, per ricuperare completamente le
forze. Dopodich raccolse la bisaccia, se la butt in spalla e cominci
ad arrampicarsi sulle prime rocce.
Posto all'estremit della baia, quel promontorio, che terminava
con una punta aguzza, presentava una formazione geologica piuttosto
strana. La si sarebbe detta una cristallizzazione d'origine ignea,
prodottasi sotto l'azione delle forze plutoniche.
Quel masso, contrariamente a ci che appariva da lontano, non si
congiungeva alla scogliera. Per la sua costituzione geologica, ne
differiva completamente, essendo composto di rocce granitiche
invece di stratificazioni calcaree del tipo di quelle della Manica
sull'Europa occidentale.
Fu questa una delle prime osservazioni fatte da Briant. Egli not
inoltre, che il promontorio era separato dalla scogliera da uno stretto
passaggio. Al di l, verso nord, la spiaggia si stendeva a perdita di
vista. Ad ogni modo, siccome quel masso superava le alture vicine di
un centinaio di piedi, lo sguardo doveva abbracciare di l una larga
estensione di paese. Ecco l'importante.
L'ascensione fu piuttosto difficile. Bisognava arrampicarsi da una
roccia all'altra e queste rocce talvolta erano cos alte che Briant ne
raggiungeva a fatica la parte superiore. Per egli apparteneva a quella
categoria di ragazzi che si potrebbero classificare nell'ordine dei
rampicanti, aveva mostrato sempre particolari attitudini per tutti
gli esercizi ginnici, e quindi fece benissimo quell'ascensione, e
giunse sulla vetta dopo avere evitate parecchie cadute che avrebbero
potuto essere mortali.
Dapprima Briant si pose a guardare col cannocchiale verso est.
Quella regione era piatta fin dove giungeva l'occhio. La costa
rocciosa ne formava la maggiore altura, e il paese andava
leggermente declinando verso l'interno. Pi in l, alcune ondulazioni
di terreno rompevano la monotonia della scena, senza modificare
sensibilmente l'aspetto del paese.
Non mancavano le foreste, le quali, col loro folto fogliame,
ingiallito dall'autunno, nascondevano il letto dei fiumicelli che
comparivano come nastri lucenti, qua e l, dove cessava o diminuiva
la vegetazione arborea. Quella pianura poteva avere l'estensione di
una decina di miglia. Poich non si vedeva il mare bagnare
l'estremit del paese, da quella parte, non si poteva conoscere se era
un continente o un'isola. Per saperlo definitivamente sarebbe stata
necessaria una escursione pi lunga nell'interno.
Invero, verso nord, non pot vedere la fine del litorale, che si
allungava in linea retta per circa sette o otto miglia. Al di l di un
nuovo promontorio assai sporgente, la spiaggia si piegava ad arco
formando un immenso lido sabbioso, che aveva pi che altro
l'aspetto di un deserto.
Verso sud, dietro un altro promontorio pure affilato in punta, la
costa si allungava da nord-est a sud-ovest, limitando una vasta
palude.
Briant arrest il cannocchiale sui vari punti di quel vasto
perimetro, con un'ansiosa attenzione che era abbastanza giustificata
dallo scopo. Osserv da quella parte il paese, proprio in ogni senso, e
non gli sfugg il pi piccolo particolare.
Era un'isola? Era un continente? Neppure adesso si trovava a
poter rispondere a quella domanda. Per se era un'isola doveva
essere grande.
Volse in seguito lo sguardo verso ovest. Il mare risplendeva sotto
i raggi obliqui del sole, che declinava lentamente.
Ad un tratto, afferrato di nuovo il cannocchiale, Briant lo diresse
con grande interesse verso l'estremo limite dell'orizzonte.
Delle navi esclam... passano delle navi!
Infatti sulle acque scintillanti, ad una distanza che poteva
calcolarsi di circa quindici miglia, apparivano tre punti neri.
L'emozione di Briant fu vivissima. Era illusione, o erano proprio
tre navi in vista?
Abbass il cannocchiale, lo pul dopo avervi alitato sopra, riprese
a guardare.
Pareva proprio che fossero delle navi, di cui per si poteva vedere
solo lo scafo: e nemmeno si vedevano alberi o strisce di fumo, sicch
non era possibile stabilire se erano bastimenti a vapore o a vela.
A tutta prima Briant si rese conto che, se si trattava di navi, quelle
si trovavano a troppa distanza per poter scorgere dei segnali che si
facessero dalla riva. Per quelle navi potevano avvicinarsi, e siccome
era probabile che i suoi compagni dalla spiaggia non le avessero
viste, Briant era impaziente di tornare all'accampamento per
accendervi dei grandi fuochi.
Dopo il tramonto potevano essere veduti, e chiss...
Mentre faceva queste riflessioni, Briant non cessava di osservare i
tre punti neri.
Ma rimase alquanto sconcertato, quando riconobbe che quei punti
non si movevano.
Torn a fissare il cannocchiale in quella direzione, tenendolo
puntato sugli oggetti per alcuni minuti... Non tard a riconoscerlo: i
tre punti erano solo tre isolette, che si trovavano nella parte
occidentale del litorale, e vicino alle quali la goletta aveva dovuto
passare mentre veniva trascinata dalla tempesta verso la costa, ma
che le nebbie e la burrasca avevano impedito ai naufraghi di vedere.
Il disinganno fu grande.
Erano le due. La marea cominciava a ritirarsi, lasciando
all'asciutto il cordone di frangenti da parte della scogliera. Briant
cap che era tempo di ritornare alla Sloughi, e si prepar a
ridiscendere.
Prima per volle esaminare ancora l'orizzonte verso est. Forse per
la maggiore obliquit dei raggi solari, avrebbe potuto vedere qualche
punto che fino a quel momento gli era sfuggito.
Fece dunque un'altra osservazione con gran cura in quella
direzione e non dovette pentirsi di essersi preso quella briga.
Infatti, all'estremit del campo visivo, al di l dell'ultima zona
verde, distinse assai nettamente una linea azzurra, che si prolungava
da nord verso sud, per un'estensione di parecchie miglia e i cui punti
estremi si perdevano dietro la massa confusa degli alberi.
Dapprima si chiese: Che pu essere?.
Rinnov l'esame con maggiore attenzione.
Il mare!... S!... Il mare!
E il cannocchiale rischi di cadergli di mano.
Dato che a est si estendeva il mare, non c'era pi dubbio! Non era
un continente quello su cui la Sloughi si era incagliata, era un'isola,
un'isola solitaria nell'immenso Pacifico, un'isola da cui sarebbe stato
impossibile andarsene!...
E allora tutti i pericoli si presentarono in rapida visione alla mente
del ragazzo. Si sent stringere il cuore al punto di non sentirlo pi
battere!... Ma facendosi forza contro quella involontaria debolezza
cap che non doveva lasciarsi abbattere, per preoccupante che fosse
l'avvenire. Un quarto d'ora dopo, Briant si trovava sulla spiaggia, e,
ripreso il cammino che aveva fatto nella mattinata, in meno di cinque
ore giunse alla Sloughi, ove i compagni aspettavano con impazienza
il suo ritorno.
CAPITOLO VI
DISCUSSIONE ESCURSIONE PROGETTATA E
RIMANDATA CATTIVO TEMPO LA PESCA I
FUCHI GIGANTESCHI COSTAR E DOLE A CAVALLO
DI UN CORSIERO POCO RAPIDO I PREPARATIVI
PER LA PARTENZA IN GINOCCHIO DAVANTI ALLA
CROCE DEL SUD
QUELLA STESSA SERA, dopo cena, Briant fece conoscere ai grandi
il risultato della sua esplorazione. Eccone il riassunto: verso est, oltre
la zona delle foreste, egli aveva veduto benissimo una linea d'acqua
che andava da nord a sud: e che fosse il mare, gli pareva cosa da non
potersi mettere in dubbio. Quindi era su un'isola e non su un
continente che la Sloughi era andata sciaguratamente a naufragare!
Dapprima Gordon e gli altri accolsero con vivo turbamento
l'affermazione del loro compagno! Dunque si trovavano in un'isola,
senza alcun mezzo per uscirne! Bisognava rinunciare al progetto, in
precedenza formulato, di cercare verso est la via di un continente. Si
sarebbero dovuti limitare a restare in attesa di qualche nave che
passasse in vista della costa. In quello dunque consisteva ormai la
loro unica speranza di salvezza?
Ma non pu essere che Briant si sia sbagliato nella sua
osservazione? obiett Doniphan.
Gi, aggiunse Cross non potresti aver preso per mare
una linea di nuvole, Briant?
No, rispose Briant sono sicuro di non essermi ingannato.
Verso est ho veduto proprio una linea d'acqua che s'incurvava
all'orizzonte!
A che distanza?... chiese Wilcox.
A circa sei miglia dal promontorio.
E al di l chiese Webb non c'erano montagne, o terre
elevate?...
Niente!... Solo il cielo!
Briant si mostrava cos sicuro che sarebbe stato assurdo
conservare il minimo dubbio in proposito.
Tuttavia, come faceva sempre quando dissentiva da lui, Doniphan
si ostin nella propria idea.
E io ripeto riattacc che Briant pu essersi sbagliato, e
finch non avremo visto coi nostri occhi...
Cosa che faremo rispose Gordon perch bisogna sapere
come regolarci.
E aggiungo che non abbiamo un giorno da perdere disse
Baxter se vogliamo partire prima della cattiva stagione, nel caso
ci trovassimo sopra un continente.
Fin da domani, purch il tempo lo permetta rispose Gordon

intraprenderemo un'escursione che durer certo parecchi giorni.
Dico se sar bello perch arrischiarsi nelle folte foreste dell'interno
col cattivo tempo sarebbe pura follia...
D'accordo, Gordon rispose Briant e quando avremo
raggiunto il litorale opposto dell'isola...
Se un'isola!... esclam Doniphan che non si preoccup di
sottolineare il suo dubbio con un'alzata di spalle.
un'isola!... ribatt Briant con un moto d'impazienza.
Non mi sono sbagliato! Ho visto distintamente il mare in direzione di
oriente!... Doniphan si diverte a contraddirmi, secondo il suo solito...
Eh! Briant, non sei infallibile!
Non lo sono, infatti, ma questa volta vedremo se mi sono
ingannato! Andr io stesso a riconoscere quel mare e se Doniphan
vuol accompagnarmi...
Certamente, verr anch'io!
E anche noi! esclamarono tre o quattro dei grandi.
Bene!... bene!... riprese Gordon calma, amici. Anche se
siamo ragazzi, cerchiamo di comportarci da uomini! La nostra
posizione grave, e un'imprudenza potrebbe aggravarla ancora di
pi! Non dobbiamo arrischiarci tutti attraverso queste foreste. In
primo luogo i piccoli non potrebbero seguirci, e come lasciarli soli
sulla Sloughi? Doniphan e Briant tentino pure l'escursione, e due dei
loro compagni vadano con loro...
Io! disse Wilcox.
E io! disse Service.
Sta bene rispose Gordon quattro bastano. Se tardaste a
ritornare, qualcuno di noi potrebbe ancora venirvi a cercare, mentre
gli altri resterebbero sulla goletta. Non dimenticate che questo il
nostro accampamento, la nostra casa, e che dovremo abbandonarla
solo quando saremo certi di trovarci sopra un continente.
Siamo su un'isola! rispose Briant. Per l'ultima volta, lo
affermo!
quello che vedremo! ribatt Doniphan.
I saggi consigli di Gordon avevano messo fine al disaccordo di
quelle giovani teste. Evidentemente - e lo stesso Briant lo
riconosceva - era bene fare un'escursione attraverso le foreste del
centro, per raggiungere quella linea d'acqua che egli aveva intravisto.
D'altra parte, anche ammesso che proprio verso est si stendesse un
mare, non era possibile che in quella direzione ci fossero altre isole,
separate solo da un canale, che forse non sarebbe stato difficile
attraversare? Ora se queste isole facevano parte di un arcipelago, se
delle alture si delineavano all'orizzonte, non sarebbe stato opportuno
accertarlo prima di prendere una decisione da cui poteva dipendere la
salvezza generale? Quel che era certo che verso ovest non era in
vista nessuna terra, da quella parte del Pacifico e fino nei pressi della
Nuova Zelanda.
Perci i giovani naufraghi avevano qualche speranza di
raggiungere un paese abitato solo cercandolo verso oriente.
Per quella esplorazione doveva essere fatta esclusivamente col
bel tempo. Come Gordon aveva detto, bisognava agire da uomini e
non da ragazzi. Nelle circostanze in cui si trovavano, davanti alle
minacciose possibilit dell'avvenire, se l'ingegno dei ragazzi non si
fosse precocemente sviluppato, se avessero prevalso la leggerezza e
la spensieratezza proprie della loro et, se, inoltre, a questo si fosse
aggiunta la discordia, ci avrebbe significato compromettere
definitivamente una situazione gi assai critica. Ecco perch Gordon
era deciso a fare qualsiasi cosa per mantenere l'ordine fra i suoi
compagni.
Ma, bench Briant e Doniphan fossero impazienti di partire, un
cambiamento di tempo li costrinse a rimandare la partenza. Il giorno
dopo cominci a cadere a intervalli una pioggia gelida.
L'abbassamento continuo del barometro annunciava un periodo di
burrasche di cui non era possibile prevedere la fine. Sarebbe stata
una vera imprudenza avventurarsi in un'esplorazione in condizioni
cos poco propizie.
C'era motivo di dispiacersi di questo? No, certamente. naturale
che tutti avessero fretta di sapere se il mare li circondava da ogni
parte. Ma, quand'anche avessero avuto la certezza di trovarsi su un
continente, come potevano pensare di buttarsi allo sbaraglio in
mezzo a un paese che non conoscevano e per di pi proprio quando
la cattiva stagione era imminente? Se la strada da percorrere fosse
stata di centinaia e centinaia di miglia, come avrebbero potuto
sopportarne le fatiche? Forse che il pi robusto di loro avrebbe avuto
la forza di arrivare sino in fondo? No. Per avere qualche probabilit
di successo, quell'impresa doveva essere rimandata all'epoca dei
giorni lunghi, quando non ci fossero pi state da temere le intemperie
invernali. Quindi, sarebbe stato necessario rassegnarsi a passare la
stagione fredda accampati nella Sloughi.
Frattanto Gordon non aveva rinunciato a cercare di riconoscere in
quale parte dell'Oceano era accaduto il naufragio. L'atlante Stieler,
che faceva parte della biblioteca dello yacht, conteneva una serie di
carte del Pacifico. Ora, cercando di stabilire la rotta seguita da
Auckland sino al litorale dell'America, s'incontravano, verso nord, al
di l del gruppo delle Pomot, solo l'isola di Pasqua e quell'isola J uan
Fernandez, dove Selkirk - un Robinson reale - aveva passato una
parte della sua esistenza. A sud non una terra fino agli spazi
sconfinati dell'oceano Antartico. Volgendosi verso est, c'erano solo
gli arcipelaghi delle Chiloe o di Madre-de-Dios, disseminati lungo il
litorale del Cile, e pi sotto, quelli dello stretto di Magellano e della
Terra del Fuoco, contro i quali vengono a frangersi i tremendi mari
del capo Horn.
Dunque, se la goletta era stata gettata su una di quelle isole
disabitate che sono vicine alle pampas, sarebbe stato necessario
percorrere centinaia e centinaia di miglia per raggiungere le province
abitate del Cile, del Piata o della Repubblica Argentina? E quale
soccorso si poteva aspettare nel mezzo di queste immense solitudini,
dove pericoli d'ogni genere insidiano la vita del viaggiatore?
Davanti a simili eventualit, bisognava agire con estrema
prudenza, e non esporsi a perire miseramente avventurandosi
attraverso un mondo sconosciuto.
Era appunto ci che pensava Gordon; Briant e Baxter
condividevano il suo modo di vedere. Doniphan e soci dovevano pur
finire con l'ammettere l'opinione pi ragionevole.
Il progetto di andare a riconoscere il mare, intravisto verso est non
era per stato abbandonato. Tuttavia durante i quindici giorni
seguenti, fu impossibile effettuarlo. Il tempo divenne orribile,
pioggia da mattina a sera, burrasche che si scatenavano con estrema
violenza. Il passaggio attraverso le foreste sarebbe stato
impraticabile. Fu dunque necessario ritardare l'esplorazione, per
quanto si fosse desiderosi di risolvere il grave problema continente
o isola.
Durante quelle lunghe giornate di tempesta, Gordon e i suoi
compagni rimasero confinati a bordo, ma non inoperosi. Senza
parlare delle cure che esigeva il materiale, c'erano da riparare in
continuazione le avarie dello yacht che soffriva gravemente per le
intemperie. Il fasciame cominciava ad aprirsi nella parte superiore, e
il ponte non era pi impermeabile. In certi punti, la pioggia passava
attraverso i correnti la cui stoppa di calafataggio andava via via
sfilacciandosi, ed era necessario provvedere continuamente a
tapparli.
Perci la cosa pi urgente era cercare un riparo pi sicuro. Anche
ammesso che si potesse risalire verso est, un simile viaggio non era
possibile che fra cinque o sei mesi, ma certo la Sloughi non avrebbe
resistito tanto. Ora, se la si fosse dovuta abbandonare durante la
cattiva stagione, dove trovare un rifugio, dal momento che il versante
della scogliera, esposto a ovest, non presentava nemmeno
un'anfrattuosit che potesse essere utilizzata? Era perci nel versante
opposto, al riparo dai venti del largo, che bisognava iniziare nuove
ricerche, e al caso, costruire una capanna abbastanza grande per tutti
quei ragazzi.
Intanto si dovettero fare delle riparazioni urgenti per tappare non
tanto le vie d'acqua quanto le vie d'aria che si erano aperte nella
carena, e per consolidare il fasciame intorno che si lasciava andare.
Gordon avrebbe anche impiegato le vele di ricambio per ricoprire lo
scafo, se non gli fosse spiaciuto di sacrificare quelle grosse tele che
potevano servire a rizzare una tenda, se si fosse stati costretti ad
accamparsi all'aria aperta. Ci si accontent di stendere sul ponte delle
coperte incatramate.
Il carico frattanto veniva diviso in balle, segnate sul taccuino di
Gordon con un numero d'ordine, e che, in caso urgente, si potevano
trasportare rapidamente al riparo sotto gli alberi.
Nelle ore in cui il tempo si placava, Doniphan, Webb e Wilcox
andavano a caccia dei piccioni, e Moko, con maggiore o minor
successo, cercava di cucinarli in modi diversi. Nello stesso tempo,
Gamett, Service, Cross, ai quali si univano i piccoli, e qualche volta
J acques, quando il fratello glielo ordinava tassativamente, si
occupavano di pesca. La baia dava in abbondanza, in mezzo alle
alghe che ingombravano i primi scogli, pesci del genere notothenia
e grossi merluzzi. Tra i filamenti di quei fuchi giganteschi, quei
kelp che misurano fino a quattrocento piedi di lunghezza,
formicolava un numero prodigioso di pesciolini che si potevano
prendere con le mani.
Era un piacere udire le innumerevoli esclamazioni dei giovani
pescatori, quando tiravano in secco le reti e le lenze sull'orlo del
banco roccioso.
Ne ho presi!... Ne ho presi dei magnifici!... E come sono
grossi! esclamava J enkins.
E i miei... sono anche pi grossi! gridava Iverson,
chiamando Dole a dargli una mano.
Ci scapperanno! urlava Costar. E allora si veniva in loro
aiuto.
Tenete duro!... Tenete duro! dicevano Garnett e Service
andando dall'uno all'altro e soprattutto sollevate al pi presto le
vostre lenze.
Ma non ci riesco!... Non ci riesco!... ripeteva Costar, che il
peso trascinava suo malgrado.
E tutti, riunendo gli sforzi, riuscivano a riportare le reti sulla
sabbia. Ed era tempo perch in quelle limpide acque vi erano
numerose feroci lamprede che in un attimo divorano il pesce
prigioniero delle reti. Bench in questo modo si perdesse molto del
prodotto della pesca, quanto rimaneva bastava ampiamente ai bisogni
della tavola. I merluzzi soprattutto fornivano una carne eccellente, sia
che si mangiassero freschi, sia che venissero conservati.
La pesca all'imboccatura del fiume, invece, era meno abbondante;
dava solo dei modesti esemplari di una specie di chiozzi coi quali
Moko poteva fare solo delle fritture.
Il 27 marzo, una preda pi importante diede luogo a un incidente
molto comico.
Poich nel pomeriggio la pioggia era cessata, i piccoli erano
andati verso il fiume con tutti gli arnesi da pesca.
Ad un tratto si udirono le loro grida - grida di gioia per la verit -
che tuttavia chiedevano aiuto.
Gordon, Briant, Service e Moko, occupati a bordo della goletta
sospesero il lavoro e precipitandosi nella direzione da cui
provenivano le grida, superarono rapidamente i cinque o seicento
passi che li separavano dal fiumiciattolo.
Presto... presto!... gridava J enkins.
Venite a vedere Costar e il suo corsiero! diceva Iverson.
Pi in fretta, Briant, pi in fretta, senn ci scappa! ripeteva
J enkins.
Basta!... basta!... Fatemi scendere... Ho paura! gridava
Costar, con gesti spaventati.
Hop!... Hop!... gridava Dole, che s'era messo in groppa,
dietro Costar, sopra una massa in movimento.
Quella massa era semplicemente una tartaruga di grandi
dimensioni, uno di quegli enormi chelonidi, che di solito si trovano
addormentati sulla superficie del mare.
Questa volta, sorpresa sulla spiaggia, essa cercava di ritornare nel
suo elemento naturale.
Inutilmente i ragazzi, dopo averle gettato una corda al collo che
sporgeva fuori del guscio, cercavano di trattenere il vigoroso
animale. Esso continuava a muoversi, lentamente vero, ma
trascinandosi dietro con forza irresistibile, tutta la piccola schiera.
Per scherzo, J enkins aveva messo Costar a cavalcioni del guscio
dell'anfibio, e Dole a cavalcioni dietro di lui tratteneva il piccolo che
continuava a gridare di paura sempre pi forte a mano a mano che la
tartaruga si avvicinava al mare.
Tienti saldo!... denti saldo... Costar! diceva Gordon.
E attento che il cavallo non ti prenda la mano! aggiungeva
Service. Briant non pot trattenersi dal ridere, giacch non c'era alcun
pericolo.
Quando Dole avesse lasciato Costar, questi non aveva che da
lasciarsi scivolare a terra e se la sarebbe cavata con un po' di paura.
L'importante era invece catturare l'animale. Naturalmente, anche
se Briant e gli altri avessero unito i loro sforzi a quelli dei piccoli non
sarebbero riusciti a fermarla. Bisognava quindi pensare a come
fermare la sua marcia prima che essa fosse scomparsa sott'acqua,
dove sarebbe stata al sicuro. Le rivoltelle, di cui Gordon e Briant si
erano muniti prima di lasciare la goletta non potevano servire, perch
il guscio della tartaruga a prova di proiettile, e se la si fosse
attaccata a colpi di scure, essa avrebbe ritirato testa e zampe per
sottrarsi ai colpi.
Non c' che un mezzo! disse Gordon rovesciarla sul
dorso!
Ma come? chiese Service. Quella bestiaccia pesa almeno
trecento chili, e poi non potremo mai...
Delle leve!... delle leve! fece allora Briant. E, seguito da
Moko, torn di corsa verso la Sloughi.
In quel momento, la tartaruga si trovava a soli trenta passi dal
mare. Gordon si affrett a far scendere Costar e Dole che si
aggrappavano al guscio. Poi, afferrata la corda, tutti tirarono il pi
possibile, senza per riuscire a ritardare la marcia dell'anfibio, che
avrebbe avuto forza sufficiente per rimorchiare l'intero collegio
Chairman.
Fortunatamente Briant e Moko tornarono prima che la tartaruga
avesse raggiunto il mare.
Due pennoni furono allora collocati sotto il suo ventre osseo e a
mezzo di tali leve si riusc non senza fatica a rovesciarla sul dorso.
Ci fatto, l'animale era definitivamente prigioniero, perch non
poteva pi in nessuno modo rimettersi sulle zampe.
Del resto, nel momento in cui stava per ritrarre la testa, Briant le
assest un colpo di scure tanto energico che rimase morta all'istante.
Ebbene. Costar, hai ancora paura di questa bestiaccia?
chiese al piccolo.
No, di certo, Briant, dal momento che morta!
Bravo!... esclam Service ma scommetto che non oserai
mangiarne!
Come, roba che si mangia?
Sicuro!
Allora se buona, ne manger! rispose Costar, gi con
l'acquolina in bocca.
buonissima soggiunse Moko, che a ragione afferm che
la carne della tartaruga molto delicata.
Siccome non si poteva pensare di trasportare quella massa fino
allo yacht, si dovette farla a pezzi sul luogo. Era piuttosto ripugnante,
ma i giovani naufraghi cominciavano ad abituarsi alle necessit a
volte molto sgradevoli di quella vita di Robinson. La cosa pi
difficile fu spezzare la placca ossea ventrale, la cui durezza metallica
avrebbe smussato il filo di una scure. Vi si riusc introducendo uno
scalpello negli interstizi. Quindi la carne, tagliata in pezzi, fu
trasportata alla Sloughi. E quel giorno tutti poterono convincersi che
il brodo di tartaruga squisito, senza contare la carne alla griglia che
fu divorata, bench Service l'avesse lasciata bruciacchiarsi un po' sul
carbone troppo rovente. Anche Phann dimostr a suo modo che gli
avanzi di quell'anfibio erano molto adatti per un pasto canino.
La tartaruga aveva fornito pi di cinquanta libbre di carne, il che
doveva permettere di economizzare le conserve dello yacht.
Il mese di marzo fin cos. Durante le tre settimane, dopo il
naufragio della Sloughi, ognuno aveva lavorato del suo meglio, in
vista di un prolungamento di soggiorno su quella costa. Rimaneva
ora, prima che l'inverno facesse la sua comparsa, da risolvere
l'importante problema continente o isola.
Il 1 aprile si vide che il tempo non avrebbe tardato a cambiare. Il
barometro risaliva lentamente, e il vento soffiava verso terra con una
certa tendenza a scemare. Si poteva prevedere da quei sintomi un
periodo di calma e forse di lunga durata. Le circostanze sarebbero
state quindi favorevoli per un'esplorazione nell'interno.
I grandi ne parlarono in quella giornata, e, dopo la discussione, i
preparativi furono fatti in previsione di una spedizione di cui tutti
riconoscevano l'importanza.
Ritengo disse Doniphan che niente ci impedir di partire
domani mattina...
Nulla, spero rispose Briant e dovremo alzarci
prestissimo.
Mi sembrato disse allora Gordon che quella linea
azzurra che hai visto verso est si trovi a sei o sette miglia di
distanza...
S rispose Briant ma siccome la baia s'incurva molto,
possibile che quella distanza sia minore partendo dal nostro
accampamento.
In tal caso riprese Gordon la vostra assenza potrebbe
durare solo ventiquattro ore?
S, Gordon, se fossimo sicuri di poter marciare direttamente
verso est. Ma troveremo un passaggio attraverso le foreste, una volta
aggirata la scogliera?
Oh! osserv Doniphan non sar una simile difficolt ad
arrestarci.
Va bene rispose Briant ma altri ostacoli possono
sbarrarci la strada, un fiume, una palude, che so io? Sar dunque
prudente provvedersi di viveri in vista di un viaggio di alcuni
giorni...
E di munizioni aggiunse Wilcox.
Questo sottinteso riprese Briant, ma accordiamoci
bene, Gordon, che anche se non fossimo di ritorno entro
quarantott'ore tu non ti preoccuperai...
Mi preoccuperei anche se la vostra assenza dovesse durare solo
una mezza giornata rispose Gordon. Ma in ogni caso, non
questo il punto. Dal momento che questa spedizione stata decisa,
fatela. Del resto essa non ha soltanto lo scopo di raggiungere il mare,
intravisto verso est, pure necessario fare una ricognizione del
territorio al di l della scogliera. Da questa parte non abbiamo trovato
alcuna caverna e quando abbandoneremo la Sloughi dovr essere per
trasportare il nostro accampamento al sicuro dai venti oceanici.
Passare la cattiva stagione su questa spiaggia mi sembra
inaccettabile...
Hai ragione, Gordon rispose Briant e noi cercheremo
qualche posto adatto ad installarci...
A meno che non sia provato che si pu lasciare
definitivamente questa pretesa isola! osserv Doniphan, che
tornava sempre alla propria idea.
Naturalmente, bench la stagione, gi avanzata, non si presti a
un lungo viaggio. Insomma, faremo tutto per il meglio! A domani la
partenza.
I preparativi furono presto finiti. Viveri per quattro giorni,
disposti in sacchi che si dovevano portare a tracolla, quattro fucili,
quattro rivoltelle, due piccole scuri di bordo, una bussola da tasca, un
cannocchiale abbastanza forte che permettesse di osservare il paese
per un raggio di tre o quattro miglia, delle coperte; poi con i soliti
aggeggi da tasca, zolfanelli, micce di esca, acciarino, tutta roba che
doveva bastare (sembrava) per una spedizione di breve durata, ma
non priva di pericoli. E Briant e Doniphan, con Service e Wilcox che
dovevano accompagnarli, dovevano aver cura di procedere con molta
cautela e di non separarsi mai.
Gordon sapeva che la sua presenza non sarebbe stata inutile fra
Briant e Doniphan. Ma gli parve pi opportuno rimanere sulla
Sloughi, per badare ai compagni pi giovani. Perci, preso Briant in
disparte, gli fece promettere di evitare qualsiasi motivo di disaccordo
o di lite.
Le previsioni del barometro si erano avverate. Prima della fine
della giornata le ultime nubi erano scomparse verso occidente e
l'estremo lembo del mare spiccava verso ovest sopra un orizzonte
nettissimo. Nel firmamento scintillavano le magnifiche costellazioni
dell'emisfero australe, e, tra esse, quella splendida Croce del Sud, che
brilla al polo antartico.
Gordon e i suoi compagni, alla vigilia della separazione,
provavano un certo stringimento di cuore. Molti guai potevano
accadere durante quella spedizione! Mentre i loro sguardi si
rivolgevano al cielo, il loro pensiero ritornava verso i genitori, verso
le famiglie, verso il paese, che forse non avrebbero potuto rivedere
mai pi!...
I piccoli si inginocchiarono davanti alla Croce del Sud, come
fosse stata la croce di un tempio! Non veniva da essa l'invito a
pregare il Creatore di quelle meraviglie celesti e a sperare in lui?

CAPITOLO VII
IL BOSCO DI BETULLE DALL'ALTO DELLA
SCOGLIERA ATTRAVERSO LA FORESTA UNA
DIGA SUL CREEK IL FIUMICIATTOLO-GUIDA
ACCAMPAMENTO PER LA NOTTE L'AJUPA LA
LINEA AZZURRA PHANN SI DISSETA
BRIANT, Doniphan, Wilcox e Service avevano lasciato
l'accampamento della Sloughi alle sette del mattino. Il sole, salendo
in un cielo senza nubi, annunciava una di quelle splendide giornate
che il mese d'ottobre regala qualche volta agli abitanti delle zone
temperate nell'emisfero boreale. Non c'erano da temere n il calore
n il freddo. Se qualche ostacolo avesse dovuto ritardare o arrestare
la marcia esso sarebbe dipeso unicamente dal suolo.
Dapprima i giovani esploratori percorsero diagonalmente la
spiaggia per giungere pi presto alla base della scogliera. Gordon
aveva loro consigliato di condurre Phann, il cui istinto poteva tornare
loro utilissimo, ed infatti quell'intelligente bestia faceva parte della
spedizione.
Un quarto d'ora dopo la partenza, i quattro ragazzi erano spariti
nel bosco, che fu in breve attraversato. Alcuni uccelli svolazzarono
sotto gli alberi, ma siccome non era il caso di perdere tempo a
inseguirli, Doniphan resistette ai suoi istinti ed ebbe la saggezza di
lasciarli perdere. Anche Phann fin per comprendere che si
consumava in andirivieni inutili, e quindi rimase accanto ai padroni,
scostandosi appena di quanto richiedeva il suo compito di
esploratore.
Il progetto era di costeggiare la base della scogliera sino al
promontorio, posto nella parte settentrionale della baia, se fosse stato
impossibile superarla prima di essere giunti alla sua fine. Si sarebbe
quindi proceduto verso la distesa d'acqua segnalata da Briant. Questo
itinerario non era il pi breve, ma era il pi sicuro. Allungare la
strada di alcune miglia non impensieriva quei ragazzi robusti e buoni
camminatori.
Appena raggiunta la scogliera, Briant riconobbe il luogo dove si
era fermato con Gordon in occasione della prima esplorazione.
Siccome in quella porzione della muraglia calcarea non si trovava
alcun passaggio scendendo verso sud, bisognava cercare verso nord
un varco praticabile, fosse stato pur necessario risalire sino al
promontorio. Ci avrebbe richiesto, certamente, un'intera giornata:
ma non si poteva procedere altrimenti, nel caso che la scogliera fosse
stata impraticabile sul suo versante occidentale.
Briant spieg la cosa ai suoi compagni, e Doniphan, dopo aver
tentato inutilmente di scalare un pendio, non fece pi opposizione.
Tutti e quattro seguirono la base della scogliera che era costeggiata
dall'ultima fila di piante.
Si cammin per circa un'ora, e siccome sarebbe stato necessario
andare sino al promontorio, Briant si preoccupava di sapere se il
passaggio sarebbe stato libero. Poich le ore passavano, la marea non
poteva aver gi ricoperto la spiaggia? In tal caso si sarebbe persa
circa una mezza giornata nell'attesa che il riflusso avesse lasciato
all'asciutto il banco di scogli.
Affrettiamoci disse dopo aver spiegato il motivo per cui era
necessario giungere prima dell'alta marea.
Bah! Ce la caveremo bagnandoci tutt'al pi le caviglie.
Le caviglie, e poi il petto e poi le orecchie! ribatt Briant.
Il mare si alza di cinque o sei piedi almeno. Veramente avremmo
fatto meglio a spingerci direttamente verso il promontorio.
Bisognava proporlo fece Doniphan. Sei tu, Briant, che ci
fai da guida, e se avverranno dei ritardi, tu solo sarai da incolpare.
Sta bene, Doniphan! In ogni caso non perdiamo un momento.
Dov' Service?
E chiam:
Service!... Service!...
Ma il ragazzo era scomparso. Dopo essersi allontanato con
l'amico Phann, era sparito dietro una sporgenza della scogliera, a un
centinaio di passi sulla destra.
Ma quasi subito si udirono delle grida insieme con l'abbaiare di un
cane. Service si trovava forse in qualche pericolo?
In un attimo, Briant, Doniphan e Wilcox raggiunsero il
compagno, che si era fermato davanti a una frana della scogliera,
frana che era di antica data. In seguito a infiltrazioni, o anche solo
sotto l'azione delle intemperie che avevano disgregato la massa
calcarea, si era formata una specie di mezzo imbuto, con la punta
rivolta in basso, dalla cresta della scogliera sino alla base. Nel muro a
picco si apriva una gola troncoconica, le cui pareti interne
presentavano un pendio non maggiore di quaranta o cinquanta gradi.
Inoltre il pendio stesso presentava una serie di punti d'appoggio sui
quali sarebbe stato facile porre il piede. Dei ragazzi, agili e veloci,
potevano facilmente raggiungere la cresta superiore, qualora non
avessero provocato un nuovo franamento.
Quantunque ci fosse del rischio, non esitarono.
Doniphan si lanci per primo sul cumulo di pietre ammucchiato
alla base.
Aspetta!... Aspetta!... gli grid Briant. Non fare
imprudenze. Ma Doniphan non lo ascolt, e, siccome era spinto
dall'amor proprio a precedere i compagni, e Briant in particolare, si
spinse rapidamente sino a met dell'imbuto.
I compagni lo imitarono, evitando di porsi direttamente sotto di
lui per non essere colpiti dai frammenti di roccia che si staccavano
dalla frana e precipitavano rimbalzando sino in fondo.
Tutto and bene, e Doniphan ebbe la soddisfazione di porre piede
alla sommit della scogliera prima degli altri che lo seguivano da
vicino.
Doniphan aveva gi estratto il cannocchiale dal suo astuccio, e lo
faceva scorrere sopra le foreste che si estendevano a perdita d'occhio
verso est.
Di l si vedeva lo stesso panorama di verde e di cielo che Briant
aveva osservato dall'alto del promontorio, un po' pi ridotto tuttavia
poich il promontorio superava la scogliera di circa un centinaio di
piedi.
Ebbene? chiese Wilcox, non vedi nulla?...
Assolutamente nulla! rispose Doniphan.
Voglio guardare riprese Wilcox.
Doniphan pass il cannocchiale al compagno, mentre il suo volto
esprimeva una viva soddisfazione.
Non vedo la minima traccia di un orizzonte d'acqua! fece
Wilcox, abbassando il cannocchiale.
Questo dipende probabilmente dal fatto che da quella parte non
ce n'. Guarda anche tu, Briant, e penso che potrai riconoscere il tuo
errore.
inutile! rispose Briant. Sono certo di non essermi
sbagliato!
Questa poi!... Noi non vediamo niente!
Invece pi che naturale, dato che la scogliera meno alta del
promontorio, il che diminuisce la portata dello sguardo. Se noi ci
trovassimo all'altezza alla quale mi trovavo io, la linea azzurra
apparirebbe a una distanza di sei o sette miglia. Vedreste allora che si
trova appunto dove io l'ho segnalata, e che impossibile confonderla
con una striscia di nuvole.
Facile da dire! osserv Doniphan.
E altrettanto da provare rispose Briant. Superiamo la
scogliera, attraversiamo le foreste, e andiamo sempre avanti finch si
arriver.
Bah, ribatt Doniphan. Questo potrebbe portarci lontano,
e non so proprio se valga la pena...
E tu rimani, Doniphan soggiunse Briant, che fedele ai
consigli di Gordon, si conteneva nonostante la cattiva volont del
compagno. Andremo io e Service!
Verremo anche noi! replic Wilcox. In cammino,
Doniphan, in cammino!
Dopo aver fatto colazione! rispose Service.
Infatti era opportuno rimettersi in forze prima di riprendere la
marcia. Per questo venne impiegata una mezz'ora: poi si riprese il
viaggio.
Il primo miglio fu rapidamente superato. Il suolo erboso non
presentava ostacoli. Qua e l, muschi e licheni coprivano piccoli
rilievi sassosi. Alcuni arbusti formavano mucchi piuttosto distanziati
e differenziati a seconda della specie: qui felci arboree o licopodi; pi
oltre, eriche, crespini, ciuffi di agrifogli dalle foglie acuminate,
gruppi di quei berberi dalle foglie coriacee che si riproducono
anche alle pi elevate latitudini.
Dopo che ebbero superato il pianoro superiore, Briant e i suoi
compagni discesero non senza fatica dal versante opposto della
scogliera ripido e scosceso quasi come quello dalla parte della baia.
Se non ci fosse stato il letto semiasciutto di un torrente, le cui
sinuosit correggevano l'asprezza dei pendii, sarebbero stati costretti
a ritornare fino al promontorio.
Raggiunta la foresta, l'avanzata divenne pi difficile poich il
terreno era ingombrato da robuste piante e irto di alte erbe. Spesso
era ostruito da alberi abbattuti e il sottobosco era cos folto che
bisognava aprirsi un sentiero. I ragazzi allora usavano la scure come
fanno i pionieri che si avventurano attraverso le foreste del Nuovo
Mondo. Ad ogni momento ci si fermava, e durante tali soste erano le
braccia a stancarsi pi delle gambe. Ne derivarono parecchi ritardi, e
il tratto percorso da mattina a sera non avrebbe certo superato le tre o
quattro miglia.
Pareva proprio che mai degli esseri umani fossero passati sotto
quel bosco. Perlomeno non se ne rilevava alcuna traccia. Un sentiero
per stretto che fosse stato sarebbe bastato ad attestare il loro
passaggio, ma non ne esisteva nessuno. Solo il tempo o qualche
bufera avevano abbattuto quegli alberi, e non la mano dell'uomo. Le
erbe, schiacciate in certi punti, rivelavano solo il passaggio recente di
animali di media grandezza, alcuni dei quali furono visti fuggire
senza che fosse possibile riconoscere a che specie appartenessero. In
ogni caso dovevano essere poco temibili dal momento che si
mettevano fuori portata cos rapidamente.
All'impaziente Doniphan di sicuro prudeva la mano a non poter
afferrare il fucile e scaricarlo su quei pavidi quadrupedi! Ma la
ragione ebbe il sopravvento e Briant non dovette intervenire per
impedire al compagno di commettere un'imprudenza rivelando la
loro presenza con una fucilata.
Se per Doniphan aveva capito di dover imporre silenzio alla
propria arma favorita, tuttavia le occasioni per farla parlare non
sarebbero mancate. Ad ogni passo volavano via pernici della specie
tinamu, di gusto delicatissimo, altre della specie delle endromie,
pi conosciute con il nome di rondoni; e poi tordi, oche selvatiche,
pernici bianche e tanti altri volatili che sarebbe stato agevole
abbattere a centinaia.
Insomma, nel caso si fosse dovuto soggiornare in quella regione,
la caccia poteva fornire un abbondante nutrimento. Doniphan fece
questa osservazione fin dal principio del viaggio, tenendosi pronto a
rifarsi in seguito del sacrificio che gli imponevano le circostanze.
Le essenze di quella foresta appartenevano soprattutto alle diverse
variet delle betulle e dei faggi, e sviluppavano i loro rami dal
fogliame verde pallido sino a cento piedi al disopra del suolo. Fra gli
altri figuravano cipressi assai vigorosi, mirtacee dal legno rossiccio e
compatto, e gruppi magnifici di quei vegetali detti winter, la cui
corteccia emana un aroma che si avvicina a quello della cannella.
Verso le due si fece una nuova sosta in mezzo a una piccola
radura attraversata da un fiumicello poco profondo, un creek, come si
dice nell'America settentrionale. Le acque di quel creek,
limpidissime, scorrevano dolcemente su un letto di rocce nerastre.
Nel vedere il suo corso tranquillo e poco profondo, non ancora
ingombro di erbe o di rami morti, si poteva credere che le sue
sorgenti non dovessero essere troppo lontane. Quanto ad
attraversarlo, non c'era nulla di pi facile passando sopra i sassi di
cui era disseminato. Anzi, in un certo punto, vi erano delle pietre
piatte sovrapposte con simmetria sufficiente ad attirare l'attenzione.
Ecco una cosa strana! osserv Doniphan.
Infatti c'era una specie di argine che andava da una riva all'altra.
Si direbbe una piccola diga! esclam Service, che stava per
salirvi.
Un momento! Un momento! fece Briant. Dobbiamo
cercare di spiegarci la disposizione di queste pietre!
inammissibile aggiunse Wilcox che si siano disposte
in questo modo da sole!
No riconobbe Briant e evidentemente qui si tentato di
stabilire una comunicazione fra le due rive.
Ogni elemento che componeva il piccolo argine venne allora
esaminato con cura; l'argine emergeva appena di pochi pollici e al
tempo delle piogge doveva rimanere completamente sommerso.
In conclusione, era possibile dire che era stata la mano dell'uomo
a disporre quelle pietre attraverso il creek per facilitare il
superamento del corso d'acqua? No. Non era invece meglio ritenere
che esse fossero state trascinate dall'acqua e ammucchiate poco per
volta in quel punto, formando una barriera naturale? Ecco il modo
pi semplice per spiegare l'esistenza di quella piccola diga e Briant e
i suoi compagni, dopo un esame minuzioso, finirono per adottarlo.
Bisogna aggiungere che n la riva destra n la riva sinistra
portavano altre tracce e nulla provava che piede umano avesse mai
calpestato il suolo di quella radura.
Quanto al creek, il suo corso si dirigeva verso nord-est, nel senso
opposto alla baia. Si gettava dunque in quel mare che Briant
affermava di aver visto dall'alto del promontorio?
A meno che osserv Doniphan non sia affluente di
qualche fiume pi importante, che potrebbe ritornare verso ponente.
Lo sapremo presto rispose Briant, che giudic inutile
ricominciare una discussione a questo proposito. Intanto, finch
scorre verso est, mi pare che faremo bene a seguirlo, se il suo corso
non troppo tortuoso.
I quattro ragazzi ripresero la marcia, dopo aver attraversato il
creek sulla piccola diga - per non doverlo attraversare poi pi a valle
e forse in condizioni meno favorevoli.
Fu piuttosto facile seguire la riva, tranne in qualche punto, dove
gruppi d'alberi immergevano le radici nell'acqua corrente mentre i
loro rami si incontravano da una riva all'altra. Bench a volte il creek
facesse dei bruschi gomiti, la sua direzione di massima - rilevata con
la bussola - era sempre verso est. La foce pareva dovesse trovarsi
ancora lontana, poich la corrente non aumentava di velocit, n il
letto si allargava.
Verso le cinque e mezzo, Briant e Doniphan dovettero
riconoscere, non senza rammarico, che il corso del creek si dirigeva
decisamente verso nord. Se avessero continuato a seguirlo come un
filo conduttore e in una direzione che li allontanava palesemente
dalla loro meta, si sarebbero scostati molto dallo scopo della loro
esplorazione. Decisero quindi di abbandonare la sponda del creek e
di riprendere ad andare verso est, nel folto delle betulle e dei faggi.
Avanzata assai difficile! Fra le alte erbe che a volte superavano la
loro testa erano obbligati a darsi la voce per non perdersi.
Poich dopo un'intera giornata di cammino, non si vedeva ancora
nulla che indicasse la vicinanza di una distesa d'acqua, Briant
cominciava ad essere preoccupato. Che si fosse ingannato
osservando l'orizzonte dall'alto del promontorio?
Ma no!... si ripeteva. Non mi sono ingannato!... impossibile!
Non pu essere!
Comunque, verso le sette di sera non si era ancora raggiunta
l'estremit della foresta, e l'oscurit era gi tale da non permettere pi
di dirigersi.
Briant e Doniphan decisero di fare sosta e di passare la notte al
riparo degli alberi. Con una buona porzione di corned-beef, non si
sarebbe patita la fame. Con delle buone coperte non si sarebbe
sofferto il freddo. Del resto nulla avrebbe impedito di accendere un
bel fuoco di rami secchi, se una simile precauzione, eccellente contro
gli animali feroci, non fosse stata pericolosa nel caso che qualche
indigeno si fosse avvicinato durante la notte.
meglio non rischiare di essere scoperti! osserv
Doniphan. Tutti furono della sua opinione, e si pens solo a cenare.
L'appetito non mancava di certo. Dopo aver ridotto di parecchio le
provviste del viaggio, si preparavano a sdraiarsi ai piedi di una
gigantesca betulla, quando Service mostr, a pochi passi, un fitto
macchione. Da quel macchione - per quanto si poteva giudicare al
buio - usciva un albero di media altezza, i cui rami inferiori
scendevano sino a terra. Fu l, sopra un ammasso di foglie secche,
che si sdraiarono tutti e quattro dopo essersi avvolti nelle coperte.
Alla loro et il sonno non manca mai. Cos dormirono tutto d'un fiato
e Phann, bench fosse incaricato di vegliare su di loro, imitava i suoi
giovani padroni.
Per una o due volte il cane fece udire un sordo brontolio.
Probabilmente degli animali selvatici, magari delle belve, si
aggiravano nella foresta, ma non si avvicinarono all'accampamento.
Briant e i compagni si svegliarono verso le sette. I raggi del sole
rischiaravano ancora lievemente il luogo dove avevano passato la
notte.
Service fu il primo ad uscire dal macchione, e fece subito udire
delle grida, o meglio un'esclamazione di sorpresa.
Briant!... Doniphan!... Wilcox!... Venite!... Venite fuori!
Che c'? chiese Briant.
S! Che c'? chiese Wilcox. Con la sua mania di gridare
sempre, Service ci fa prendere di quelle paure!...
Va bene... va bene!... rispose Service. Intanto, guardate
dove abbiamo dormito!
Non era un macchione, era una capanna di foglie, una di quelle
capanne che gli indiani chiamano ajupa e che sono fatte di rami
intrecciati. Quella ajupa doveva essere di vecchia costruzione, perch
le pareti e il tetto stavano in piedi solo perch sorretti dall'albero a
cui si appoggiavano e il cui fogliame ricopriva quello scheletro di
capanna, non molto dissimile da quelle che si vedono fra gli indigeni
del Sud America.
Ci sono dunque degli abitanti?... osserv Briant dato che
questa capanna non s' costruita da s.
Questo spiegherebbe l'esistenza della diga attraverso il creek
soggiunse Wilcox.
Tanto meglio! esclam Service. Se qui vivono degli
uomini devono essere delle brave persone, dal momento che hanno
costruito questa capanna proprio apposta perch noi potessimo
passarvi la notte!
Per dire il vero, non c'era alcun indizio per credere che gli
indigeni di quel territorio fossero delle brave persone, come diceva
Service. Era, per, fuor di dubbio che degli indigeni frequentavano, o
avevano frequentato, quella parte della foresta in un'epoca pi o
meno lontana. Ora questi indigeni non potevano essere che indiani,
se quella terra apparteneva al Nuovo Continente, o polinesiani e
addirittura cannibali, se era un'isola di qualche arcipelago
dell'Oceania! Una simile eventualit sarebbe stata gonfia di pericoli e
pi che mai bisognava che il problema fosse risolto.
Briant stava per rimettersi in cammino, quando Doniphan propose
di visitare accuratamente la capanna, che del resto sembrava
abbandonata da molto tempo.
Forse vi si poteva trovare qualche oggetto, utensile, arnese,
strumento, di cui sarebbe stato possibile riconoscere l'origine.
Il pagliericcio di foglie secche steso sul suolo dell'ajupa fu
rivoltato con cura, e, in un angolo, Service trov un frammento di
terracotta che doveva provenire da una scodella o da altro recipiente
per bere... Nuovo indizio del lavoro dell'uomo, ma che non offriva
nessuna utile indicazione. Non rimaneva, quindi, che rimettersi in
cammino.
Verso le sette e mezzo, i ragazzi, seguendo la bussola, si diressero
decisamente verso est, su un terreno in lieve declivio. Camminarono
cos per due ore, molto lentamente, in mezzo a inestricabili intrecci
di alte erbe e di arbusti, e due o tre volte dovettero aprirsi il
passaggio con la scure.
Finalmente, un po' prima delle dieci, apparve un orizzonte diverso
dall'interminabile cortina di alberi. Al di l della foresta si estendeva
una spaziosa pianura, cosparsa di lentischi, timi, eriche. A mezzo
miglio, verso est, essa era circoscritta da una striscia di sabbia su cui
veniva dolcemente a battere la risacca di quel mare che gi Briant
aveva intravisto e che si estendeva a perdita d'occhio...
Doniphan taceva. Costava molto a quel vanitoso ragazzo dover
riconoscere che il suo compagno non s'era ingannato.
Intanto Briant, che non cercava di trionfare, esaminava col
cannocchiale quei paraggi.
A nord, la costa vivamente illuminata dai raggi del sole, si
curvava un po' verso sinistra.
A sud, il medesimo aspetto, tranne che il litorale offriva una curva
anche pi accentuata.
Non c'era pi alcun dubbio, ormai! Non era un continente, era
un'isola la terra sulla quale la tempesta aveva gettato la goletta e
bisognava rinunciare a qualsiasi speranza di uscirne, se il soccorso
non veniva dal di fuori!
Del resto, al largo, non vi era alcuna terra. Pareva che quell'isola
fosse solitaria e come sperduta in mezzo all'immensit del Pacifico!
Intanto Briant, Doniphan, Wilcox e Service, attraversata la
pianura che si estendeva fino alla spiaggia, s'erano fermati alla base
di un monticello di sabbia. Si proponevano di fare colazione, e quindi
di riprendere il cammino attraverso la foresta. Forse, affrettandosi,
avrebbero potuto essere di ritorno alla Sloughi prima di notte.
Durante il pasto, che fu piuttosto triste, si scambiarono poche
parole.
Doniphan infine, raccolti il sacco e il fucile, si alz e disse questa
sola parola:
Partiamo!
E tutti e quattro, dopo aver gettato un ultimo sguardo a quel mare,
si disponevano a riattraversare la pianura, quando Phann si lanci
verso la spiaggia.
Phann!... Qui, Phann! grid Service.
Ma il cane continu a correre fiutando la sabbia umida. Poi,
gettandosi con un salto fra le basse onde della risacca, si mise a bere
avidamente.
Beve!... Beve!... esclam Doniphan.
In un attimo egli aveva riattraversato la striscia di spiaggia e si era
portato alle labbra un po' dell'acqua con cui Phann stava
dissetandosi... Era dolce!
Era un lago che si estendeva fino all'orizzonte a oriente... Non era
un mare!

CAPITOLO VIII
RICONOSCIMENTO DEL LAGO VERSO OVEST
DISCENDENDO LA RIVA SI INTRAVEDONO DEGLI
STRUZZI UN FIUME CHE ESCE DAL LAGO
NOTTE TRANQUILLA IL CONTRAFFORTE DELLA
SCOGLIERA UNA DIGA I PEZZI DI UN CANOTTO
L'ISCRIZIONE LA CAVERNA
Cos, l'importante problema, dal quale dipendeva la salvezza dei
giovani naufraghi, non era stato definitivamente risolto. Non c'era
pi dubbio che quel preteso mare fosse un lago; ma non era possibile
che quel lago appartenesse a un'isola? Continuando l'esplorazione
non si sarebbe potuto scoprire un vero mare, un mare che non
sarebbe stato possibile superare?
Il lago, in ogni caso, era di dimensioni piuttosto ragguardevoli,
dato che - come fece osservare Doniphan - su tre quarti del suo
perimetro si disegnava un orizzonte di cielo. Da questo era pi che
deducibile che ci si trovasse su un continente e non su un'isola.
Allora saremmo naufragati sul continente americano! disse
Briant.
Io ho avuto sempre questa opinione rispose Doniphan e
pare che non mi sia ingannato!
In ogni caso riprese Briant era proprio una linea di acque
quella che avevo veduto verso est...
Gi, ma non un mare.
E questa replica lasciava vedere in Doniphan una soddisfazione
pi prossima alla vanit che al cuore. Quanto a Briant non insistette.
D'altra parte, nell'interesse comune, era meglio che egli si fosse
ingannato. Su un continente non si prigionieri come in un'isola.
Tuttavia, sarebbe stato opportuno attendere una stagione pi
favorevole per intraprendere un viaggio verso l'est. Le difficolt
incontrate solo per venire dall'accampamento al lago, tragitto di sole
poche miglia, dovevano essere ben maggiori, quando si fosse trattato
di marciare a lungo con il gruppetto al completo. Si era gi al
principio d'aprile, e l'inverno australe pi precoce di quello della
zona boreale. Non si poteva pensare a partire prima del ritorno della
bella stagione.
Ad ogni modo, in quella baia occidentale, incessantemente battuta
dai venti del luogo, non si sarebbe potuto rimanere a lungo. Prima
della fine del mese, sarebbe stato necessario lasciare la goletta.
Quindi, dal momento che Gordon e Briant non avevano potuto
trovare una caverna nella base della scogliera a occidente, era bene
riconoscere se non ci si poteva stabilire in migliori condizioni dalla
parte del lago. Bisognava perci visitarne accuratamente le
vicinanze. Ed era un'esplorazione che si imponeva, anche se avesse
prodotto un ritardo d'un giorno o due. Certo Gordon sarebbe rimasto
assai preoccupato, ma Briant e Doniphan non esitarono. Avevano
provviste ancora per quarantotto ore e, siccome nulla faceva
prevedere un cambiamento di tempo, si decise di scendere verso sud
costeggiando il lago.
E poi, c'era un altro motivo che doveva impegnare a spingere pi
in l le ricerche.
Incontestabilmente, quella parte del paese era stata abitata, o
almeno, frequentata dagli indigeni. L'argine gettato attraverso il
creek, l'ajupa la cui costruzione tradiva la presenza dell'uomo in un
periodo pi o meno recente erano altrettante prove che andavano
completate prima di procedere a una nuova installazione in
previsione dell'inverno. Altri indizi sarebbero forse venuti ad
aggiungersi a quelli gi rilevati? Se non si trattava di indigeni, non
poteva darsi che un qualche naufrago fosse vissuto in quei luoghi, fin
quando non era riuscito a raggiungere una delle citt di quel
continente? Perci valeva decisamente la pena di prolungare
l'esplorazione di quel territorio vicino al lago.
Il solo problema era questo: Briant o Doniphan dovevano dirigersi
verso sud o verso nord? Per, siccome scendendo verso sud si
avvicinavano alla Sloughi, decisero di procedere in quella direzione.
Si sarebbe veduto pi tardi se conveniva risalire verso l'estremit del
lago.
Ci stabilito, verso le otto e mezzo, tutti e quattro si misero in
marcia, attraverso le dune erbose che ingobbivano la pianura, limitata
a occidente da masse di verzura.
Phann correva avanti annusando e faceva alzare grosse schiere di
tinamu, che andavano a rifugiarsi nei cespugli di lentischi e di felci.
Qua e l si vedevano dei macchioni di mortella palustre rossa e
bianca, e piante di sedano selvatico, di uso molto igienico. Ma i fucili
dovevano guardarsi dal dare l'allarme, visto che era possibile che i
dintorni del lago potessero essere abitati da trib indigene.
Seguendo la riva, ora alla base delle dune, ora lungo le sabbie i
ragazzi fecero, senza molta fatica, circa una decina di miglia nella
giornata. Non avevano trovato traccia di indigeni. Nessuna orma
segnava la sabbia inumidita dalle onde di quella superficie liquida, di
cui non si vedevano i limiti. Pareva soltanto che la riva occidentale si
curvasse verso sud, in modo da lasciar supporre che il lago finisse
appunto da quella parte. Le acque erano totalmente deserte: non una
vela appariva sull'orizzonte, n una piroga alla loro superficie. Se
quella regione era stata abitata, non sembrava pi esserlo
attualmente.
N furono visti animali ruminanti o feroci. Due o tre volte, nelle
ore pomeridiane, alcuni volatili comparvero sul limitare della foresta
ma non si lasciarono avvicinare. Il che non imped a Service di
gridare:
Sono struzzi!
Piccoli, allora, rispose Doniphan viste le loro
dimensioni.
Se sono struzzi osserv Briant e se ci troviamo su un
continente...
Ne dubiteresti ancora? replic ironicamente Doniphan.
Dev'essere il continente americano, nel quale questi animali
vivono in gran numero. Volevo dire solo questo! replic Briant.
Verso le sette di sera si fece sosta. Il giorno dopo, salvo ostacoli
imprevisti, lo si sarebbe interamente impiegato per ritornare a
Sloughi-bay, nome che fu dato allora a quella parte del litorale su cui
la goletta era naufragata.
Del resto, per quella sera non sarebbe stato possibile andare pi
oltre, verso sud. In quel punto scorreva uno dei corsi d'acqua
attraverso i quali si scaricavano le acque del lago, e che sarebbe stato
necessario attraversare a nuoto. L'oscurit, poi, non permetteva di
riconoscere esattamente la natura dei luoghi: sembrava che la riva
destra di quel corso d'acqua fosse fiancheggiata da una parete di
roccia.
Briant, Doniphan, Wilcox e Service, dopo avere cenato, non
pensarono che a riposare un po' sotto le stelle, questa volta, in
mancanza di una capanna. Ma le stelle che brillavano nel cielo erano
cos scintillanti, mentre la falce della luna stava per sparire
tramontando nel Pacifico!
Tutto era tranquillo sul lago e sulla spiaggia. I quattro ragazzi,
raggomitolati fra le enormi radici di un faggio, si addormentarono di
un sonno cos profondo che nemmeno i tuoni avrebbero potuto
interrompere. Come avvenne anche per Phann, non udirono un
abbaiare piuttosto vicino che probabilmente era l'abbaiare di uno
sciacallo, n urla pi lontane che dovevano essere urla di belve. In un
paese, dove gli struzzi vivono allo stato di natura, si potevano temere
gli assalti dei giaguari e dei coguari, che sono la tigre e il leone
dell'America meridionale. La notte per fortuna trascorse senza
incidenti. Tuttavia verso le quattro del mattino, mentre l'alba non
aveva ancora cominciato a rischiarare l'orizzonte sopra il lago, il
cane diede segni di agitazione, ringhiando sordamente e fiutando il
suolo come se avesse voluto seguire una pista.
Verso le sette, Briant svegli i compagni rannicchiati sotto le
coperte.
Tutti balzarono rapidamente in piedi e, mentre Service
rosicchiava un pezzo di biscotto, gli altri tre andarono a gettare un
primo sguardo alla regione al di l del corso d'acqua.
Abbiamo fatto proprio bene esclam Wilcox a non
cercare di attraversare questo fiume ieri sera; saremmo caduti in
piena palude!
vero rispose Briant una palude, che si stende verso
sud e di cui non si scorge la fine!
Guardate! esclam Doniphan. Guardate quante anitre,
arzavole, beccaccini, che volano alla sua superficie! Se potessimo
stabilirci qui, per l'inverno, saremmo sicuri di non mancare di
selvaggina!
E perch no? osserv Briant dirigendosi verso la riva destra
del fiume.
Sul fondo si alzava un'alta parete di roccia che finiva con un
contrafforte tagliato a picco. Dei suoi due versanti, che si riunivano
quasi ad angolo retto, uno seguiva lateralmente la riva del
fiumiciattolo, l'altro fronteggiava il lago. Si trattava forse di quella
stessa scogliera che circondava Sloughi-bay? Lo si sarebbe saputo
dopo una pi completa esplorazione della regione.
Quanto al fiume, se la sua riva destra, larga una ventina di piedi,
seguiva la base delle alture vicine, la riva sinistra, molto bassa, si
distingueva appena dalle rientranze, dalle pozze e dagli acquitrini di
quella pianura paludosa che si stendeva a perdita d'occhio verso sud.
Per riconoscere la direzione di quel fiume, sarebbe stato necessario
salire la parete di roccia, e Briant si proponeva di non ritornare a
Sloughi-bay prima di aver compiuto quella ascensione.
Anzitutto si trattava di esaminare il fiume, nel punto in cui le
acque del lago si versavano nel suo letto. L, misurava solo una
quarantina di piedi, ma doveva acquistare maggior larghezza e
maggior profondit avvicinandosi alla foce, soprattutto se avesse
ricevuto qualche affluente sia dalla palude, sia dagli altopiani interni.
Ehi! Guardate! esclam Wilcox, nel momento in cui
raggiungeva la base del contrafforte.
Ci che attirava la sua attenzione era un cumulo di pietre, che
formavano una specie di diga, disposizione analoga a quella che era
gi stata osservata nella foresta.
Non ci sono pi dubbi, questa volta! disse Briant.
vero!... niente pi dubbi! soggiunse Doniphan mostrando
dei frammenti di legno, all'estremit della diga.
Quei rottami erano certamente i relitti dello scafo di
un'imbarcazione, tra gli altri un frammento mezzo consunto e coperto
di muschio, la cui curvatura lo indicava come un pezzo di tagliamare,
dal quale pendeva ancora un anello di ferro roso dalla ruggine.
Un anello!... un anello!... esclam Service.
E tutti, immobili, si guardavano attorno, come se l'uomo che si era
servito di quel canotto e che aveva eretto quella diga, dovesse
comparire da un momento all'altro.
Nulla!... Nessuno! Molti anni erano trascorsi dal giorno in cui
quell'imbarcazione era stata abbandonata sulla riva del fiume. O
l'uomo che era vissuto l, aveva potuto rivedere i suoi simili, o la sua
miserabile esistenza si era spenta su quella terra senza che avesse
potuto lasciarla.
facile immaginare l'emozione di quei ragazzi davanti a quelle
testimonianze di un intervento umano che non poteva pi essere
contestato!
Fu allora che essi cominciarono a notare i bizzarri movimenti del
cane. Phann aveva certo scoperto una pista. Le orecchie gli si
rizzavano, la coda si agitava violentemente, il muso fiutava il suolo
cacciandosi in mezzo alle erbe.
Guardate Phann! disse Service.
Ha fiutato qualche cosa! soggiunse Doniphan,
avvicinandosi al cane.
Phann si era fermato, con una zampa alzata e il muso teso in
avanti. Poi, bruscamente, si lanci verso un boschetto ai piedi della
parete rocciosa, dalla parte del lago.
Briant e i suoi amici lo seguirono. Pochi istanti dopo, si
fermavano davanti a un vecchio faggio, sul cui tronco erano incise
due lettere e una data, disposte in questo modo:

F B 1807

Briant, Doniphan, Wilcox e Service sarebbero rimasti a lungo
muti e immobili davanti a quell'iscrizione, se Phann, tornando
indietro, non fosse scomparso dietro il contrafforte.
Il cane non ritorn, ma si ud il suo abbaiare precipitoso.
Attenzione! disse Briant. Non separiamoci, e stiamo in
guardia.
Infatti la prudenza non sarebbe stata troppa. Forse una banda
d'indigeni si trovava a breve distanza e la loro presenza era pi da
temere che da desiderare se erano di quei feroci indiani che infestano
le pampas del Sud America.
Furono armati i fucili e impugnate le rivoltelle, pronti a
difendersi.
I ragazzi si spinsero avanti, quindi girato il contrafforte,
scivolarono lungo la riva pi stretta del fiume. Avevano fatto appena
una ventina di passi, che Doniphan si abbass per raccogliere un
oggetto.
Era una zappa, il cui manico poco meno che imputridito, era
ancora infisso nel suo ferro, una zappa americana o europea, non uno
di quegli attrezzi grossolani fabbricati dai selvaggi della Polinesia.
Come l'anello del canotto, era profondamente ossidata e non c'erano
dubbi che fosse stata abbandonata in quel luogo da molti anni.
Sempre ai piedi della parete rocciosa si vedevano anche tracce di
coltura, dei solchi tracciati irregolarmente, un campicello di patate
che per mancanza di cure erano tornate allo stato selvaggio.
Ad un tratto, si ud un lugubre abbaiare. Quasi subito Phann
ricomparve, in preda a un'agitazione ancor pi inesplicabile. Girava
su se stesso, correva fino ai suoi giovani padroni, li guardava, li
chiamava, pareva che li invitasse a seguirlo.
C' certamente qualche cosa di straordinario! disse Briant
che tentava inutilmente di calmare il cane.
Andiamo dove vuole condurci! rispose Doniphan, facendo
segno a Wilcox e a Service di seguirlo.
Dieci passi pi in l, Phann si ferm davanti a un ammasso di rovi
e di arbusti, i cui rami si intrecciavano alla base delle rocce.
Briant avanz per vedere se l sotto si celava il cadavere di un
animale o di un uomo, di cui Phann aveva forse sentito la pista... Ed
ecco, che scostando quella sterpaglia, vide una stretta apertura.
C' dunque una caverna? esclam indietreggiando di alcuni
passi.
probabile rispose Doniphan. Ma che c' in questa
caverna?
Lo sapremo! soggiunse Briant.
E con la scure si mise a tagliare vigorosamente i rami, che
ostruivano l'apertura. Per, tendendo l'orecchio, non si udiva alcun
rumore sospetto.
Service si preparava a scivolare nel foro che era stato rapidamente
liberato, ma Briant lo ferm con queste parole:
Vediamo prima che cosa Phann vuol fare.
Il sordo e incessante abbaiare del cane non prometteva, a dire il
vero, nulla di buono.
Eppure, se in quella caverna ci fosse stato un essere vivente, ne
sarebbe gi uscito!...
Bisognava chiarire ogni dubbio in proposito. Per poteva anche
darsi che nell'interno della caverna l'atmosfera fosse viziata. Briant
lanci quindi nell'interno una manata di erbe secche a cui aveva dato
fuoco. Quelle erbe, spargendosi al suolo, bruciarono con vivacit,
prova che l'aria era respirabile.
Entriamo?... chiese Wilcox.
S rispose Doniphan.
Aspettate, almeno, che possiamo vederci chiaro disse
Briant.
E tagliato un ramo resinoso a un pino che sorgeva sulla sponda
del fiume, lo accese; quindi, seguito dagli amici, penetr nella
caverna.
L'ingresso misurava cinque piedi di altezza e due di larghezza: ma
s'allargava bruscamente per formare una cavit alta una decina di
piedi e larga il doppio, e di cui il suolo era coperto di una sabbia
secca e fine.
Nell'entrare, Wilcox urt contro uno sgabello di legno, collocato
accanto ad una tavola, sulla quale si vedevano degli utensili
domestici, una mezzina di creta, delle grandi conchiglie che
probabilmente avevano servito come piatti, un coltello dalla lama
seghettata e arrugginita, due o tre ami da pesca, una tazza di latta,
vuota come la mezzina. Accanto alla parete opposta si trovava una
specie di cassa fatta di assi riunite sommariamente, e che conteneva
dei cenci che erano stati abiti.
Tutto ci provava che la caverna era stata abitata. Ma quando e da
chi? La persona, che era vissuta l dentro, giaceva forse in qualche
angolo?...
In fondo si vedeva un giaciglio miserabile con una coperta di lana
a brandelli. Accanto al capezzale, su una panca, c'erano un'altra tazza
e un candeliere di legno, con un lucignolo quasi interamente
carbonizzato.
I ragazzi dapprima indietreggiarono al pensiero che quella coperta
potesse celare un cadavere.
Briant, vincendo un senso di ripugnanza, la sollev.
II giaciglio era vuoto.
Un attimo dopo, molto impressionati avevano tutti e quattro
raggiunto Phann, che, rimasto fuori, continuava ad abbaiare
lugubremente.
Ridiscesero allora, la riva del fiume per una ventina di passi, e si
fermarono bruscamente. Un senso di orrore li inchiod dove si
trovavano.
L, fra le radici di un faggio, giacevano al suolo gli avanzi di uno
scheletro.
Cos, l era venuto a morire lo sventurato, che era vissuto in quella
caverna certo per molti anni e qul rustico riparo, che egli aveva
trasformato in propria dimora, non era nemmeno stato la sua tomba!


CAPITOLO IX
VISITA ALLA CAVERNA MOBILI E UTENSILI LE
BOLAS E IL LAZO L'OROLOGIO IL QUADERNO
QUASI ILLEGGIBILE LA CARTA BEL NAUFRAGO
DOVE SI RITORNO ALL'ACCAMPAMENTO LA
RIVA DESTRA DEL FIUME L'ACQUITRINO I
SEGNALI DI GORDON
BRIANT, Doniphan, Wilcox e Service erano immersi in un silenzio
profondo. Chi era l'uomo che era venuto a morire in quel luogo? Era
un naufrago, al quale fino all'ultimo erano venuti a mancare i
soccorsi? A che nazione apparteneva? Era arrivato giovane in
quell'angolo di terra? Vi era morto vecchio? Come aveva potuto
provvedere alle proprie necessit? Se era un naufragio che lo aveva
gettato l, altri oltre a lui erano sopravvissuti alla catastrofe? Poi, era
rimasto solo dopo la morte dei suoi compagni di sventura? Gli
oggetti, trovati nella caverna, provenivano dal suo bastimento, o li
aveva costruiti con le sue mani?
Quante domande, che forse non avrebbero avuto una risposta!
E fra tutte, una domanda ancora pi grave! Dato che era su un
continente che quell'uomo aveva trovato rifugio, perch non aveva
tentato di raggiungere qualche citt dell'interno, o qualche porto del
litorale? Il rimpatrio presentava dunque tali difficolt e tali ostacoli
che egli non aveva potuto superare? La distanza da percorrere era
cos grande da doverla considerare come insuperabile? Quel che era
certo che quell'infelice era caduto sfinito per malattia o per et, che
non aveva avuto la forza di rientrare nella caverna, e che era morto ai
piedi di quell'albero!... Ora, se gli erano mancati i mezzi di andare a
cercare la salvezza verso il nord o verso l'est di quel territorio, non
potevano mancare anche ai naufraghi della Sloughi.
In ogni caso, era necessario visitare la caverna con la massima
cura. Chiss che non vi si trovasse qualche documento, che offrisse
delle notizie su quell'uomo, la sua provenienza, la durata del suo
soggiorno!... Da un altro punto di vista era il caso di esaminare
attentamente se era possibile installarvisi durante l'inverno dopo
l'abbandono dello yacht.
Venite! disse Briant.
E, seguiti da Phann, si introdussero nella caverna, al lume di un
secondo ramo resinoso.
Il primo oggetto che videro su una tavoletta infissa nella parete di
destra, fu un pacchetto di candele grossolane, fatte di grasso e di
filacce di stoppa. Service si affrett ad accendere una di quelle
candele, che colloc nel candeliere di legno, e le ricerche
cominciarono.
Anzitutto, bisognava esaminare la disposizione della caverna, dal
momento che non c'era pi dubbio circa la sua abitabilit. Era una
larga escavazione, che doveva risalire all'epoca delle formazioni
geologiche. Non presentava alcuna traccia d'umidit, bench l'aria
penetrasse solo dall'unica apertura sulla riva. Le pareti erano asciutte
come se fossero state di granito, senza la minima traccia di quelle
infiltrazioni cristallizzate, di quei rosari di goccioline, che in certe
grotte di porfido o di basalto formano stalattiti. D'altronde la sua
orientazione la poneva al riparo dai venti marini. Per dire il vero, la
luce del giorno vi penetrava a stento; ma, aprendo una o due aperture
nella parete, sarebbe stato facile rimediare a tale inconveniente e
procurare aria sufficiente per quindici persone.
Per le sue dimensioni (venti piedi di larghezza e trenta di
lunghezza) la caverna era di certo insufficiente per servire
contemporaneamente da dormitorio, da refettorio, da magazzino e da
cucina. Ma, insomma, si trattava di passarvi solo cinque o sei mesi
d'inverno, dopo di che, ci si sarebbe incamminati verso nord-est per
raggiungere qualche citt della Bolivia o della Repubblica Argentina.
Evidentemente qualora fosse stato indispensabile stabilirsi in modo
definitivo, si sarebbe cercato di sistemarsi pi comodamente,
scavando le pareti della caverna che erano di un calcare piuttosto
friabile. Ma cos com'era ora quella cavit, ci se ne sarebbe dovuti
accontentare fino al ritorno della stagione estiva.
Dopo queste considerazioni, Briant fece un minuzioso inventario
degli oggetti che la caverna conteneva. Poca cosa, per dire il vero!
Quello sventurato doveva esservi arrivato privo quasi di tutto. Dal
suo naufragio che cosa aveva potuto raccogliere? Solo dei relitti
informi, antenne spezzate, frammenti di fasciame che gli erano
serviti a costruire quel giaciglio, quel tavolo, quella cassa, quella
panca, quegli sgabelli, unico arredamento della sua miserabile
dimora. Meno favorito dei superstiti della Sloughi, non aveva avuto
molto materiale a sua disposizione. Alcuni utensili, una zappa, una
scure, due o tre arnesi da cucina, una botticella, che probabilmente
aveva contenuto acquavite, un martello, due forbici a freddo, una
sega: ecco tutto quello che si riusc a trovare in un primo tempo.
Quegli utensili erano stati salvati in quella lancia di cui non
rimanevano che dei relitti accanto alla diga del fiume.
A questo appunto pensava Briant, e ne parlava ai suoi compagni.
E allora, dopo il senso d'orrore che essi avevano provato alla vista
dello scheletro, pensando che forse erano destinati a morire in quella
medesima solitudine, venne loro in mente che non mancavano di
tutto ci che invece era mancato a quell'infelice e si sentivano
pervasi da nuova fiducia.
Ma ora chi era quell'uomo? Di dove veniva? A quale epoca
risaliva il suo naufragio? Certo molti anni erano trascorsi da quando
era morto. Lo stato dello scheletro trovato ai piedi dell'albero lo
indicava anche troppo! Inoltre il ferro della zappa e l'anello del
canotto rosi dalla ruggine, lo spessore dei cespugli che ostruivano
l'ingresso della caverna, tutto ci non provava che la morte del
naufrago era accaduta molto tempo prima?
Ma forse nuovi indizi avrebbero potuto trasformare in certezza
questa supposizione?
Riprese le ricerche, si trovarono nuovi oggetti: un temperino, di
cui alcune lame erano rotte, una bussola da tasca, un bollitore, una
caviglietta, un cornetto, specie di utensile da marinaio. Ma non c'era
alcun altro strumento marinaresco, n cannocchiale, n bussola
d'abitacolo, neppure un fucile per dar la caccia alla selvaggina, per
difendersi contro gli animali o contro gli indigeni!
Se non che quest'uomo aveva pur dovuto procurarsi il cibo, cos
era da credere che si fosse servito di qualche trappola per prendere la
selvaggina. Uno schiarimento si ebbe a questo proposito, allorch
Wilcox esclam:
Che cos' questo?
Questo? chiese Service.
Pare un gioco di bocce rispose Wilcox.
Un gioco di bocce? disse Briant, non senza sorpresa.
Ma cap subito a quale uso avevano dovuto essere destinate le due
pietre rotonde che Wilcox aveva trovato. Si trattava di un arnese da
caccia detto bolas, che si compone di due palle legate fra loro
mediante una corda, e che molto usato dagli indigeni dell'America
del Sud. Queste bolas, se lanciate da una mano esperta, si avvolgono
intorno alle gambe dell'animale cacciato, i cui movimenti restano
impacciati e che cade facilmente in potere del cacciatore.
Indubbiamente, era stato l'abitante della caverna a fabbricarsi
quell'arnese, come pure un lazo, lunga striscia di cuoio che si
maneggia come le bolas, ma a pi breve distanza.
Questo fu l'inventario degli oggetti raccolti nella caverna, e, in
proporzione, Briant e i suoi compagni erano infinitamente pi ricchi.
Per essi erano solo dei ragazzi, mentre l'altro era un uomo maturo.
Era un semplice marinaio, o un ufficiale, che aveva potuto servirsi
dell'intelligenza precedentemente maturata dallo studio? Sarebbe
stato molto difficile stabilirlo senza una scoperta che permise di
avanzarsi con maggiore sicurezza sulla via degli accertamenti.
Al capezzale del giaciglio, sotto un lembo della coperta che Briant
aveva gettato indietro, Wilcox vide un orologio, appeso a un chiodo
piantato nella muraglia.
Quell'orologio meno dozzinale dei comuni orologi dei marinai,
era di fabbricazione piuttosto fine: era costituito da una doppia cassa
d'argento, con catena dello stesso metallo alla quale pendeva una
chiave.
L'ora!... Vediamo l'ora!... esclam Service.
L'ora non ci apprender nulla osserv Briant. Con ogni
probabilit questo orologio ha dovuto fermarsi parecchi giorni prima
della morte di quello sventurato!
Briant aperse la cassa, non senza fatica, dato che le cerniere erano
ossidate, e not che le sfere segnavano le tre e ventisette minuti.
Ma fece osservare Doniphan, l'orologio porta il nome
del fabbricante... Questo pu illuminarci un pochino...
Hai ragione rispose Briant.
E, dopo aver guardato all'interno della cassa, riusc a leggere
queste parole incise sul fondo: Delpeuch, Saint-Malo il nome del
fabbricante e il suo indirizzo.
Era un francese, un mio compatriota esclam Briant con
emozione. Non c'era pi da dubitare, in quella caverna era vissuto un
francese fino all'ora in cui la morte era giunta a porre fine alle sue
miserie!
A questa prova se ne aggiunse poco dopo un'altra non meno
decisiva, quando Doniphan, che aveva spostato il giaciglio, raccolse
da terra un quaderno, le cui pagine ingiallite erano coperte di linee
scritte a matita.
Purtroppo la maggior parte di quelle righe erano illeggibili.
Alcune parole, per, poterono essere decifrate, e fra le altre, queste:
Franois Baudoin.
Due nomi, ed erano appunto quelli di cui il naufrago aveva incise
le iniziali sull'albero! Quel quaderno era il diario della sua vita dal
giorno in cui era naufragato su quella costa! E, nei frammenti di frasi
che il tempo non aveva ancora cancellato, Briant riusc a leggere
ancora queste parole: Duguay Trouin, evidentemente il nome della
nave che si era perduta in quei lontani paraggi del Pacifico.
Poi, all'inizio una data: la stessa che era incisa sotto le iniziali e di
certo la data del naufragio!
Franois Baudoin era sbarcato su quel litorale da cinquantatr
anni! Durante tutto il suo soggiorno non aveva ricevuto alcun
soccorso dall'esterno!
Ora, se Franois non aveva potuto spingersi verso qualche altra
parte del continente, ci voleva significare che gli si erano parati
davanti degli insuperabili ostacoli?...
Pi che mai i ragazzi si resero conto della gravit della loro
posizione. Come sarebbero riusciti a venire a capo di un'impresa, che
un uomo, un marinaio abituato ai duri lavori, rotto alle pi aspre
fatiche, non aveva potuto portare a termine?
Del resto un ultimo ritrovamento doveva far loro sapere che ogni
tentativo per lasciare quella terra sarebbe stato inutile.
Sfogliando il quaderno, Doniphan not un foglio piegato tra le
pagine. Si trattava di una carta disegnata con una specie d'inchiostro,
probabilmente fatto di acqua e fuliggine.
Una carta!... esclam.
Che, a quanto sembra, stata disegnata dallo stesso Franois
Baudoin! fece Briant.
Se cos osserv Wilcox quell'uomo non doveva essere
un semplice marinaio, bens uno degli ufficiali della Duguay-Trouin
dal momento che era in grado di disegnare una carta...
S! Era la carta di quella regione! Alla prima occhiata, vi si
riconosceva Sloughi-bay, il banco dei frangenti, la spiaggia sulla
quale era stato eretto l'accampamento, il lago di cui Briant e i suoi
compagni avevano disceso poco prima la riva occidentale, i tre
isolotti al largo, l'alta scogliera che si incurvava sino alla riva del
fiume, le foreste che coprivano tutta la regione centrale!
Al di l della riva opposta del lago, c'erano altre foreste che si
estendevano fino a un'altra spiaggia e questa spiaggia... era bagnata
dal mare per tutta la sua lunghezza.
Cos cadevano i progetti di risalire verso est per cercare la
salvezza in quella direzione! Cos Briant aveva ragione contro
Doniphan! Cos il mare circondava da ogni parte quel preteso
continente... Si trattava di un'isola ed ecco perch Franois Baudoin
non aveva potuto uscirne!
Era agevole vedere, su quella carta, che il profilo dell'isola era
stato tracciato abbastanza esattamente. Certo le distanze non
dovevano essere state rilevate che per mezzo della stima mediante il
tempo impiegato a percorrerle e non mediante misure di
triangolazione: ma a giudicare da quanto Briant e Doniphan
sapevano gi circa la parte compresa fra Sloughi-bay e il lago, gli
errori non potevano essere importanti.
Era inoltre provato che il naufrago aveva percorso tutta l'isola,
dato che ne aveva notato le principali particolarit geografiche e
senza dubbio la capanna, come pure l'argine sul creek, dovevano
essere opera sua.
Ecco come si presentava l'isola, cos come l'aveva disegnata
Franois Baudoin.
Era di forma oblunga e assomigliava ad un'enorme farfalla dalle
ali spiegate. Aveva un restringimento nella parte centrale tra Sloughi-
bay e un'altra baia che si apriva a oriente, e presentava inoltre una
terza baia molto pi aperta nella parte meridionale. Incorniciato da
vaste foreste, c'era il lago, lungo circa diciotto miglia e largo cinque,
dimensioni sufficientemente considerevoli perch Briant, Doniphan,
Service e Wilcox, giunti sulla riva occidentale, non avessero potuto
vedere nulla delle rive sud e est. Questo spiegava perch al primo
momento l'avevano preso per un mare. Parecchi corsi d'acqua
uscivano da quel lago, e in particolare quello che, scorrendo davanti
alla caverna, andava a gettarsi in Sloughi-bay a breve distanza
dall'accampamento.
La sola elevazione di una certa importanza dell'isola pareva essere
la scogliera rocciosa disposta obliquamente dal promontorio al nord
della baia fino alla riva destra del fiume. Quanto alla regione
settentrionale, la carta la indicava come arida e sabbiosa, mentre al di
l del fiume c'era un'immensa palude che verso sud andava
restringendosi in un capo appuntito. A nord-est e a sud-est si
susseguivano file e file di dune che davano a quella parte del litorale
un aspetto assai diverso da quello di Sloughi-bay.
Per finire, se ci si basava sulla scala tracciata al piede della carta,
l'isola doveva misurare circa cinquanta miglia, nella sua massima
lunghezza da nord a sud, e venticinque nella sua massima larghezza
da ovest a est. Tenendo conto della sua configurazione irregolare,
doveva avere circa centocinquanta miglia di perimetro.
Quanto a sapere a quale gruppo della Polinesia apparteneva
quell'isola, se essa si trovava o meno isolata in mezzo al Pacifico, era
impossibile formulare serie congetture in proposito.
In un modo o nell'altro era un'installazione definitiva e non
provvisoria che dovevano cercare i naufraghi della Sloughi. E dal
momento che la caverna offriva loro un ottimo rifugio, sarebbe stato
opportuno trasportarvi il materiale, prima che le prime tempeste
invernali avessero finito di sfasciare la goletta.
Si trattava ora di ritornare all'accampamento e senza ritardo.
Gordon doveva essere molto preoccupato (erano gi trascorsi tre
giorni dalla partenza di Briant e compagni) e poteva temere che fosse
capitata loro qualche disgrazia.
Dietro consiglio di Briant, si decise che la partenza sarebbe
avvenuta quel giorno stesso, alle undici del mattino. Era inutile
scalare la scogliera, dal momento che la carta indicava che la via pi
breve si sarebbe avuta seguendo la riva destra del fiume, che
scorreva da est verso ovest. Erano tutt'al pi sette miglia, da
percorrere fino alla baia e potevano essere superate in poche ore.
Ma, prima di partire, i ragazzi vollero rendere l'estremo omaggio
al naufrago francese. La zappa serv a scavare una fossa ai piedi
dell'albero sul quale Franois Baudoin aveva inciso le iniziali del suo
nome, tomba che venne indicata mediante una croce di legno.
Terminata quella pia cerimonia, tornarono tutti e quattro alla
caverna e ne tapparono l'ingresso perch gli animali non potessero
penetrarvi. Dopo aver dato fondo a quanto rimaneva delle provviste,
scesero la riva destra del fiume seguendo la base della scogliera.
Un'ora dopo erano gi arrivati al punto in cui la roccia si piegava per
obliquare verso nord-ovest.
Finch seguirono il corso del fiume poterono camminare
rapidamente, poich la riva era poco ingombra di alberi, cespugli ed
erbe.
Durante la marcia, in previsione che il fiume servisse di
comunicazione fra il lago e Sloughi-bay, Briant continuava ad
esaminarlo attentamente. Gli parve che, almeno nella parte superiore
del suo corso, un'imbarcazione o una zattera avrebbe potuto essere
rimorchiata o spinta mediante una pertica, cosa che avrebbe facilitato
il trasporto del materiale a condizione di servirsi della marea, la cui
azione si faceva sentire fino al lago. L'importante era che il corso non
fosse rotto da rapide e che l'insufficiente profondit o larghezza non
lo rendesse impraticabile. Ma non era cos; e per tre miglia dalla sua
uscita dal lago il fiume sembr presentare ottime condizioni di
navigabilit.
Per, verso le quattro del pomeriggio, il cammino lungo la sponda
del fiume dovette essere abbandonato. La riva destra, infatti, era
tagliata da un largo e fangoso acquitrino sul quale non sarebbe stato
possibile avanzare senza rischi. Quindi la cosa pi prudente fu di
procedere attraverso la foresta.
Servendosi della bussola, Briant si diresse allora verso nord-ovest
in modo da giungere a Sloughi-bay per la via pi breve. Ma il ritardo
and accumulandosi poich le alte erbe formavano sul terreno degli
intrichi foltissimi; inoltre sotto la spessa cupola delle betulle, degli
abeti e dei faggi, con il calar del sole scese l'oscurit.
Due miglia vennero percorse in quelle condizioni difficili.
Quando si ebbe aggirato l'acquitrino, che si estendeva abbastanza
verso nord, la cosa migliore certo sarebbe stata raggiungere
nuovamente il fiume, poich, stando alla carta, esso si gettava in
Sloughi-bay. Ma il giro sarebbe stato cos lungo che Briant e
Doniphan non vollero perdere tempo ritornando in quella direzione.
Continuarono a marciare nel bosco, e verso le sette di sera ebbero la
certezza di essersi smarriti.
Sarebbero dunque stati costretti a passare la notte sotto gli alberi?
Questo non sarebbe stato un gran male, ma le provviste mancavano e
la fame cominciava a farsi sentire.
Avanti sempre disse Briant. Camminando verso ovest
dovremo pure giungere all'accampamento...
A meno che la carta non ci abbia date delle false indicazioni
rispose Doniphan, e che questo fiume non sia quello che si getta
nella baia.
Perch questa carta dovrebbe essere errata, Doniphan?
E perch non dovrebbe esserlo, Briant?
Come si vede, Doniphan, che non aveva digerito la sconfitta, si
ostinava ad accordare mediocre fiducia alla carta del naufrago.
Aveva per torto perch, nella parte dell'isola gi esplorata, non
sarebbe stato possibile negare al lavoro di Franois Baudoin
un'effettiva esattezza.
Briant ritenne inutile discutere in proposito, e tutti si rimisero
risolutamente in marcia.
Verso le otto, era impossibile sapere dove si fosse, tanto l'oscurit
era profonda. N c'era alcun indizio che il limitare della foresta fosse
vicino!
Ad un tratto tra un albero e l'altro apparve una viva luce che si
diffondeva nello spazio.
Che sar mai?... disse Service.
Una stella filante, forse? osserv Wilcox.
No, un razzo soggiunse Briant un razzo che stato
lanciato dalla Sloughi.
Quindi un segnale di Gordon esclam Doniphan, che per
risposta spar una fucilata.
Preso un punto di riferimento su una stella nel momento in cui un
secondo razzo saliva nel cielo buio, Briant e i suoi compagni si
avviarono nella sua direzione e tre quarti d'ora dopo giunsero
all'accampamento della Sloughi.
Era stato Gordon, infatti, che, nel timore che essi si fossero
smarriti, aveva pensato di lanciare qualche razzo per segnalare la
posizione della goletta.
Ottima idea, senza la quale, quella notte, Briant, Doniphan,
Wilcox e Service non avrebbero potuto riposarsi delle loro fatiche
nelle cuccette dello yacht.

CAPITOLO X
RELAZIONE DEL VIAGGIO CI SI DECIDE AD
ABBANDONARE LA SLOUGHI SCARICO E
DEMOLIZIONE DELLO YACHT UNA TEMPESTA
FINISCE DI DEMOLIRLO ACCAMPATI SOTTO LA
TENDA COSTRUZIONE DI UNA ZATTERA CARICO
E IMBARCO DUE NOTTI SUL FIUME ARRIVO A
FRENCH-DEN
POSSIAMO facilmente figurarci l'accoglienza ricevuta da Briant e
dai suoi tre compagni. Gordon, Cross, Baxter, Garnett e Webb
aprirono loro le braccia, mentre i piccoli saltavano loro al collo. Fu
uno scambio di grida di gioia e di strette di mano. Phann partecip a
quella cordiale accoglienza mescolando il suo abbaiare agli urr dei
ragazzi. S! Quell'assenza era sembrata lunghissima!
Si sono dunque smarriti?... Sono caduti nelle mani degli
indigeni? Sono stati attaccati da degli animali feroci?... Ecco le
domande che si facevano ad ogni momento coloro che erano rimasti
all'accampamento della Sloughi.
Ma Briant, Doniphan, Wilcox e Service erano di ritorno; non c'era
pi che da conoscere le vicende della loro spedizione. Per, dal
momento che erano molto stanchi dopo quella lunga giornata di
cammino, il resoconto fu rimandato al giorno seguente.
Siamo in un'isola!
Fu tutto ci che Briant si limit a dire ed era sufficiente perch il
futuro si mostrasse con le sue numerose e preoccupanti prospettive.
Ad ogni modo Gordon accolse la notizia senza mostrarsi troppo
scoraggiato.
Bah! Me l'aspettavo sembrava che dicesse e la cosa non mi
turba molto!
L'indomani all'alba, 5 aprile, Gordon, Briant, Doniphan, Baxter,
Cross, Wilcox, Service, Webb, Garnett ed anche Moko, che aveva
buon senso, si riunirono a prora dello yacht, mentre gli altri
dormivano ancora. Briant e Doniphan presero a turno la parola e
misero i compagni al corrente di ci che era accaduto. Dissero come
un argine di pietre attraverso un ruscello e i resti di un'ajupa sepolta
sotto un fitto macchione li avevano spinti a credere che il paese fosse
o fosse stato abitato. Spiegarono come quella vasta distesa d'acqua,
che dapprima avevano preso per un mare, non fosse che un lago;
come nuove tracce li avessero condotti fino alla caverna, vicino al
punto in cui il fiume usciva dal lago; come era stato scoperto lo
scheletro del francese Franois Baudoin; come infine la carta
disegnata dal naufrago indicasse che quella su cui era venuta a
perdersi la Sloughi era un'isola.
Questo racconto venne fatto minuziosamente senza che Briant e
Doniphan omettessero il minimo dettaglio. E tutti, ora, osservando la
carta, capivano bene che la salvezza non poteva giungere loro che
dall'esterno!
Ma, se l'avvenire si presentava sotto la luce pi sfavorevole, se i
giovani naufraghi non avevano pi che da confidare in Dio, quello
che si impaur meno - conviene insistere su questo punto - fu
Gordon. Il giovane americano non aveva una famiglia che lo
attendesse nella Nuova Zelanda! Perci, con il suo spirito pratico,
metodico, organizzatore, il compito di fondare, per cos dire, una
piccola colonia non aveva nulla che potesse spaventarlo. Vedeva in
ci un'occasione di esercitare le sue migliori attitudini e non esit a
risollevare il morale dei suoi compagni promettendo loro un'esistenza
sopportabile se avessero voluto secondarlo.
All'inizio, dal momento che l'isola presentava un'estensione
considerevole, pareva impossibile che non fosse segnata sulla carta
del Pacifico, nelle vicinanze del continente sudamericano. Dopo un
esame minuzioso si riconobbe che l'atlante dello Stieler non indicava
nessun'isola di una certa importanza al di fuori degli arcipelaghi, il
cui complesso comprende le terre fuegine o magellaniche, quelle
della Desolazione, della Regina Adelaide, di Clarence, etc. Ora se
l'isola avesse fatto parte di quegli arcipelaghi, che sono separati dal
continente solo da stretti canali, Franois Baudoin lo avrebbe certo
indicato sulla carta: cosa che invece non aveva fatto. Dunque era
un'isola solitaria e si doveva concludere che doveva trovarsi pi a
nord o pi a sud di quei paraggi. Ma senza dati sufficienti, senza gli
strumenti necessari era impossibile rilevarne la posizione nel
Pacifico.
Non rimaneva che da installarsi definitivamente, prima che la
cattiva stagione avesse reso impossibile qualsiasi spostamento.
La cosa migliore sar di stabilirci in quella caverna che
abbiamo scoperto sulle rive del lago disse Briant. Ci offrir un
ottimo rifugio.
abbastanza grande per accoglierci tutti? chiese Baxter.
No, evidentemente rispose Doniphan ma credo che si
potr allargarla scavando una seconda cavit nella parete!
Possediamo degli utensili...
Per ora, prendiamola com' replic Gordon, anche se ci
staremo un po' stretti...
E soprattutto aggiunse Briant cerchiamo di andarvi nel
pi breve tempo possibile!
Infatti, non c'era tempo da perdere. Come fece osservare Gordon,
la goletta diveniva di giorno in giorno meno abitabile. Le ultime
piogge, seguite da calori piuttosto intensi avevano contribuito molto
ad aprire i comenti dello scafo e del ponte. Le tele strappate
lasciavano penetrare l'aria e l'acqua nell'interno. Inoltre sotto il fondo
si producevano delle corrosioni, attraverso la sabbia della spiaggia
correvano delle infiltrazioni e l'inclinazione dello yacht aumentava,
mentre contemporaneamente andava affondando in un suolo
divenuto assai mobile. Una sola tempesta, di quelle cos frequenti al
tempo dell'equinozio, e la Sloughi correva rischio di venire fatta a
pezzi in poche ore. Quindi si trattava non solo di abbandonarla al pi
presto, ma anche di demolirla metodicamente, in modo di salvare
tutto quello che poteva tornare utile, travi, tavolati, ferro, rame, in
vista della sistemazione di French-den (Grotta francese), nome che fu
dato alla caverna in memoria del naufrago francese.
Ma in attesa di poterci rifugiare nella caverna chiese
Doniphan dove abiteremo?
Sotto una tenda rispose Gordon una tenda che rizzeremo
sulla riva del fiume, fra gli alberi.
la cosa migliore da fare disse Briant e senza perdere
neppure un'ora!
Infatti, la demolizione dello yacht, lo scarico del materiale e delle
provviste, la costruzione di una zattera per il trasporto di tale carico,
avrebbero richiesto almeno un mese di lavoro e, prima di lasciare
Sloughi-bay si sarebbe arrivati ai primi giorni di maggio, che
corrispondono ai primi giorni di novembre nell'emisfero boreale,
cio al principio dell'inverno.
Non senza motivo Gordon aveva scelto la riva del fiume per
stabilirvi il nuovo accampamento, dal momento che il trasporto
doveva effettuarsi per acqua. Nessun'altra via sarebbe stata pi
diretta, o pi comoda. Trasportare con un carro attraverso la foresta o
lungo la sponda del fiume quanto fosse rimasto dello yacht dopo la
demolizione sarebbe stata un'impresa quasi irrealizzabile. Invece,
utilizzando durante parecchie maree il flusso che si faceva sentire
fino al lago, una zattera poteva arrivare a destinazione senza molta
fatica.
Come si sa, nel suo corso superiore - Briant lo aveva constatato -
il fiume non offriva nessun ostacolo n cascate, n rapide, n
sbarramenti. Si fece una seconda esplorazione con la iole per meglio
riconoscerne il corso inferiore dalla palude sino alla foce. Briant e
Moko si confermarono nell'idea che anche il corso inferiore era
navigabile. Cos c'era una via di comunicazione naturale fra Sloughi-
bay e French-den.
I giorni seguenti furono adoperati a disporre l'accampamento sulla
riva del fiume. I rami inferiori di due faggi, collegati mediante
lunghe antenne ai rami di un terzo albero, servirono di sostegno alla
vela maestra di rispetto dello yacht, i cui lembi laterali furono lasciati
cadere fino a terra. Sotto questa tenda, solidamente fissata con cavi
d'ormeggio si trasportarono i letti, gli utensili di prima necessit, le
armi, le munizioni, le provviste. Siccome la zattera doveva essere
costruita con i relitti dello yacht, bisognava aspettare che la sua
demolizione fosse compiuta.
Non ci si dovette lamentare del tempo, che si mantenne asciutto.
Se ci fu a volte un po' di vento, esso veniva da terra, e il lavoro pot
svolgersi in buone condizioni.
Verso il 15 aprile, non c'era pi nulla a bordo della goletta, tranne
gli oggetti troppo pesanti, che non avrebbero potuto essere portati a
riva se non dopo lo smantellamento, tra gli altri le lastre di piombo
che servivano di zavorra, i serbatoi dell'acqua incassati nella stiva,
l'arganello, la cucina troppo pesanti per poterli sollevare senza
apparecchiature adeguate. L'attrezzatura poi, albero di trinchetto,
pennoni, sartie, paterazzi, catene, ncore, cordami, cavi, di cui c'era
una provvista considerevole, tutto era stato trasportato poco per volta
nei pressi della tenda.
inutile dire che, per quanto quel lavoro fosse urgente, non si
trascurava di provvedere alle necessit quotidiane. Doniphan, Webb
e Wilcox dedicavano alcune ore alla caccia dei colombi e di altri
volatili che venivano dalla palude. I piccini invece si dedicavano a
raccogliere molluschi, non appena la marea lasciava scoperti gli
scogli. Era un piacere vedere J enkins, Iverson, Dole e Costar
sguazzare come una nidiata di pulcini nelle pozze d'acqua. Tra l'altro
si bagnavano non solo le gambe, il che fruttava loro i rimproveri del
severo Gordon, mentre Briant li scusava come meglio poteva.
J acques lavorava anche lui coi suoi giovani compagni, ma non si
univa mai alle loro risate.
II lavoro procedeva a meraviglia, e con un metodo nel quale si
sentiva l'intervento di Gordon, il cui senso pratico non veniva mai
meno. Evidentemente ci che Doniphan ammetteva da lui non
avrebbe ammesso n da Briant n da nessun altro. Insomma, la
migliore armonia regnava in quel gruppetto.
Tuttavia bisognava affrettarsi. La seconda quindicina di aprile fu
meno bella. La media della temperatura si abbass sensibilmente. Pi
volte, nelle prime ore del mattino, la colonna termometrica scese a
zero. L'inverno si annunciava col suo corteo di grandine, neve,
raffiche, tanto terribile nei paraggi del Pacifico prossimi al polo.
Per precauzione, piccoli e grandi dovettero indossare abiti pi
caldi: grossi maglioni, pantaloni pesanti, giubbotti di lana, tutti
indumenti preparati in previsione di un inverno rigido. Si dovette
solamente consultare il taccuino di Gordon per sapere dove trovare
tali abiti, che vi erano elencati a seconda del tipo e della misura.
Briant si preoccupava soprattutto dei pi piccoli. Badava che non
avessero i piedi freddi, e che non si esponessero troppo all'aria
pungente quando erano molto sudati. Al minimo raffreddore, li
costringeva a rimanere in riposo o addirittura a coricarsi vicino a un
bel fuoco che doveva ardere giorno e notte. Pi volte Dole e Costar
dovettero rimanere sotto la tenda, e Moko non risparmi loro la
tisana i cui ingredienti erano forniti dalla farmacia di bordo.
Dopo che lo yacht era stato vuotato di tutto quanto conteneva, ci
si era attaccati allo scafo che per altro, stava andando a pezzi da tutte
le parti.
I fogli del rivestimento di rame furono tolti con cura, poich
potevano servire per la sistemazione di French-den. Le tenaglie, le
pinze e il martello si accanivano in seguito sul fasciame che chiodi e
caviglie tenevano fissato all'ossatura. Quello fu un duro lavoro che
impegn assai quelle mani inesperte e quelle braccia ancora poco
robuste. Perci i lavori di smantellamento e demolizione
procedevano lentamente, quando, il 25 aprile, una tempesta venne in
aiuto ai lavoratori.
Durante la notte, bench si fosse gi nella stagione fredda, si alz
una violenta burrasca, che era gi stata segnalata dall'agitazione dello
storm-glass. I lampi solcarono ampiamente lo spazio; gli scoppi di
tuono non cessarono da mezzanotte alla levata del giorno, con grande
spavento dei piccoli. Non piovve, per fortuna, ma fu necessario per
due o tre volte sostenere la tenda contro la furia del vento.
Se la tenda resistette, grazie agli alberi ai quali era legata, questo
non avvenne per lo yacht, direttamente esposto alle onde d'alto mare
e che venne percosso da enormi frangenti.
La demolizione fu completa. Il fasciame strappato, l'ossatura
disarticolata, la chiglia spezzata da violenti colpi di calcagnolo,
furono ben presto ridotti allo stato di relitti. Ma non ci fu motivo di
lamentarsi di ci, poich le onde ritirandosi, trascinarono solo alcuni
di quei relitti che per la maggior parte furono trattenuti dalle punte
degli scogli. Quanto alle parti in ferro non sarebbe stato difficile
ritrovarle sotto la sabbia.
Fu il compito al quale tutti si dedicarono nei giorni seguenti. Le
travi, i tavolati, la zavorra, gli oggetti pi pesanti che non avevano
potuto essere tolti dalla nave ingombravano il lido. Ora si trattava
solo di trasportarli sulla riva destra del fiume nei pressi della tenda.
Grossa impresa in verit, ma che con il tempo (e non senza molta
fatica) fu condotta a termine. Era curioso vederli tutti attaccati a
qualche pesante pezzo di legno urlando tutti insieme e incitando con
le grida. Ci si aiutava con delle antenne che fungevano da leve, o di
pezzi di legno rotondi, che facilitavano il rotolamento degli oggetti
pesanti. Il pi difficile fu portare a destinazione l'arganello, la cucina,
i serbatoi di lamiera per l'acqua il cui peso era assai notevole. Oh!
Perch quei ragazzi non avevano una persona adulta per guidarli? Se
Briant e Garnett avessero avuto accanto a s i propri genitori
l'ingegnere e il capitano avrebbero saputo risparmiar loro parecchi
degli errori commessi e di quelli che avrebbero commesso. Per
Baxter, intelligenza assai aperta per ci che riguardava la meccanica,
dimostr molta abilit e molto zelo. Grazie a lui (e ai suggerimenti di
Moko) alcuni paranchi furono fissati a due pali infissi nella sabbia, e
questo aument di dieci volte le forze di quella piccola schiera e la
mise in grado di terminare il suo lavoro.
In breve, il 28 sera, tutto quanto rimaneva della Sloughi era stato
trasportato al luogo dell'imbarco. Il pi difficile era fatto, poich ora
sarebbe stato il fiume a preoccuparsi di trasportare il materiale a
French-den.
Da domani ci accingeremo a costruire la zattera disse
Gordon.
Va bene disse Baxter e per evitare la fatica di vararla
propongo di costruirla sul fiume stesso...
Non sar comodo! osserv Doniphan.
Non importa, tentiamo! rispose Gordon. Se sar
maggiore la fatica nel costruire la zattera, eviteremo la
preoccupazione di spingerla in acqua.
Quel sistema di procedura infatti era preferibile ed ecco come, fin
dal giorno dopo, si cominci la costruzione di quella zattera, che
doveva essere abbastanza grande per accogliere un carico pesante e
ingombrante.
Le travi strappate alla goletta, la chiglia spezzata in due parti,
l'albero di trinchetto, il troncone dell'albero maestro spezzato tre
piedi al disopra della coperta, le traverse e il baglio di maestra, il
bompresso, il pennone di mezzana, il boma e il picco della randa
erano stati trasportati in un punto della riva che la marea copriva solo
al momento di maggior livello. Si attese tale momento e quando i
pezzi furono sollevati dal flusso, vennero sospinti nel fiume. L,
dopo che i pi lunghi furono accostati fra loro e poi collegati gli uni
con gli altri mediante i pi corti disposti trasversalmente, furono
solidamente legati.
Si ottenne cos una robusta intelaiatura, che misurava circa trenta
piedi di lunghezza per quindici di larghezza. Si lavor senza posa
tutta la giornata e verso sera l'ossatura della zattera era finita. Briant
ebbe allora l'avvertenza di ormeggiarla agli alberi della riva, perch
la marea crescente non potesse trascinarla a monte, verso French-
den, n la marea calante a valle verso il mare.
Dopo una giornata cos laboriosa, tutti, stanchi morti, mangiarono
con appetito formidabile e fecero un sonno solo fino al mattino.
L'indomani, 30, all'alba, ognuno ritorn all'opera.
Si trattava ora di formare una piattaforma sull'intelaiatura della
zattera. A questo scopo furono utilizzate le tavole del ponte e il
fasciame dello scafo della Sloughi. Chiodi, piantati a gran colpi di
martello, e corde legate sotto i vari pezzi formarono delle salde
legature che consolidarono il complesso.
Quel lavoro richiese tre giorni, bench tutti si affrettassero poich
non c'era un'ora da perdere. Gi qualche velo di ghiaccio compariva
alla superficie delle pozze tra gli scogli e persino sulle rive del fiume.
Il riparo costituito dalla tenda cominciava a divenire insufficiente
nonostante il calore del braciere. A stento, serrandosi gli uni contro
gli altri, avvolgendosi nelle coperte, Gordon e i suoi compagni
riuscivano a combattere l'abbassarsi della temperatura. Quindi, era
necessario accelerare i tempi per poter dare inizio all'installazione
definitiva a French-den. L, lo si sperava perlomeno, sarebbe stato
possibile sfidare i rigori dell'inverno che sono tanto aspri a quelle
latitudini cos elevate.
La piattaforma naturalmente era stata costruita nel modo pi
solido, perch non potesse disfarsi per strada, il che avrebbe
comportato la scomparsa di tutto il materiale nel letto del fiume.
Perci, per evitare una simile catastrofe, sarebbe stato meglio
rimandare la partenza di ventiquattro ore.
Per fece osservare Briant abbiamo interesse a non
attendere oltre il 6 maggio.
E perch? chiese Gordon.
Perch dopodomani luna nuova rispose Briant e le
maree saranno pi forti per alcuni giorni. Ora pi il flusso sar forte e
pi esso ci aiuter a risalire il corso del fiume. Figurati, Gordon! Se
fossimo costretti a trainare la zattera o a spingerla con le pertiche non
riusciremmo mai a vincere la corrente!...
Hai ragione! fece Gordon e bisogna partire entro tre
giorni al massimo!
Tutti accettarono perci di non prendere nemmeno un minuto di
riposo finch l'opera non fosse compiuta.
Il 3 maggio, ci si occup del carico che era importante stivare con
cura, affinch la zattera fosse bene equilibrata. Ognuno a seconda
delle sue forze si dedic a questo lavoro. J enkins, Iverson, Dole e
Costar furono incaricati di trasportare i piccoli oggetti, utensili,
attrezzi, stoviglie, sulla piattaforma dove Briant e Baxter li
disponevano con ordine nel modo indicato da Gordon. Ai grandi
spett la fatica di imbarcare sulla zattera gli oggetti di considerevole
peso, cio la cucina, i serbatoi per l'acqua, l'arganello, le ferramenta,
le lastre di zinco, insomma quanto rimaneva della Sloughi, le costole
dell'ossatura, il fasciame, le traverse del ponte, i tambuggi... Lo
stesso fu per le balle di provviste, le botti di vino, di birra e di alcool,
senza scordare i parecchi sacchi di sale, ch'era stato poc'anzi raccolto.
Per facilitare l'imbarco, Baxter fece rizzare due pertiche che vennero
sostenute mediante quattro cavi. All'estremit di questa specie di
argano venne incocciato un paranco che venne munito di una
carrucola e di un cavo dato volta a uno dei piccoli verricelli dello
yacht: questo congegno permise di imbarcare gli oggetti a terra, di
sollevarli e di deporli senza urti sulla piattaforma.
In breve, tutti agirono con tanta prudenza e zelo che, nel
pomeriggio del 5 maggio, ogni oggetto era al suo posto. Non
rimaneva che sciogliere gli ormeggi della zattera; ma per far ci,
conveniva aspettare la mattina successiva, verso le otto quando la
marea crescente avrebbe incominciato a manifestarsi alla foce del
fiume.
Forse i ragazzi si erano immaginati che terminato il lavoro,
avrebbero potuto godersi fino a sera un riposo ben meritato.
S'ingannavano, e una proposta di Gordon diede loro nuovo lavoro.
Amici egli disse dato che stiamo per abbandonare la
baia, non saremo pi in grado di sorvegliare il mare, e se qualche
nave venisse in vista dell'isola da questa parte non potremo farle dei
segnali. Sarebbe quindi opportuno, mi pare, piantare un pennone in
cima alla scogliera e issarvi una delle nostre bandiere. Spero che ci
possa bastare ad attirare l'attenzione delle eventuali navi che
passassero al largo.
La proposta venne adottata e l'albero di gabbia della goletta, che
non era stato utilizzato nella costruzione della zattera, venne
trascinato fino ai piedi della scogliera, il cui versante, dalla parte del
fiume, presentava un pendio praticabile. Per si dovettero fare grandi
sforzi per fargli superare il sentiero ripido e sinuoso, che portava alla
vetta.
Vi si arriv, ad ogni modo, e l'albero fu solidamente piantato nel
suolo. Dopo di che, mediante una drizza, Baxter iss la bandiera
inglese, che Doniphan si affrett a salutare con una fucilata.
Eh! Eh! osserv Gordon a Briant ecco Doniphan che ha
preso possesso dell'isola a nome dell'Inghilterra!
Uhm! Sarei stupitissimo se essa non le appartenesse gi
rispose Briant.
E Gordon non pot impedirsi di fare una smorfia: dal modo con
cui spesso parlava della sua isola pareva che la considerasse come
americana.
L'indomani, allo spuntare del giorno, tutti erano desti. Si smont
la tenda al pi presto, si trasportarono le cuccette sulla zattera, che fu
coperta con delle vele che dovevano proteggerli fino a destinazione.
Non sembrava, del resto, che ci fosse nulla da temere dal tempo.
Tuttavia un cambiamento della direzione del vento avrebbe potuto
ricondurre sull'isola i vapori del largo.
Alle sette, i preparativi erano terminati. Si era sistemata la zattera
in modo da potervi restare per due o tre giorni, se fosse stato
necessario. Quanto ai viveri Moko aveva messo da parte quanto
sarebbe stato necessario durante la traversata, senza che fosse stato
obbligato ad accendere il fuoco.
Alle otto e mezzo, tutti presero posto sulla zattera. I grandi si
tenevano sugli orli armati di picche e di pertiche, solo mezzo di cui
disponevano per dirigere il natante, poich un timone non avrebbe
esercitata nessuna azione sulla corrente.
Un po' prima delle nove, la marea si fece sentire: un sordo
scricchiolio percorse l'intelaiatura della zattera, i cui pezzi giocavano
entro le loro legature. Ma dopo quel primo sforzo, non ci fu pi nulla
da temere.
Attenzione! grid Briant.
Attenzione! esclam Baxter.
E entrambi erano accanto agli ormeggi che trattenevano
l'imbarcazione a prora e a poppa, e ne reggevano un'estremit.
Siamo pronti! esclam Doniphan, che era con Wilcox sulla
parte anteriore della piattaforma.
Dopo aver visto che la zattera cominciava a derivare sotto l'azione
della marea, Briant grid:
Mollate gli ormeggi!
L'ordine fu eseguito subito e la zattera, liberata, risal lentamente
tra le due rive, trascinando la iole che aveva a rimorchio.
Fu una gioia generale quando tutti videro muoversi quella grande
zattera. Se avessero costruito un vascello d'alto bordo non avrebbero
potuto provare una pi viva soddisfazione! Perdoniamo loro questa
piccola vanit!
Come gi sappiamo, la riva destra, bordata di alberi, era
sensibilmente pi alta della riva sinistra, angusto argine che si
stendeva fra il fiume e la palude. Briant, Baxter, Doniphan, Wilcox e
Moko dedicarono tutti i loro sforzi nel tenerne discostata la zattera
perch avrebbe potuto urtarvi contro e arenarvisi, mentre dall'altra
parte si poteva proseguire con tranquillit.
La zattera venne dunque mantenuta per quanto possibile vicino
alla riva destra, che la corrente di marea seguiva pi direttamente e
che poteva fornire un punto d'appoggio alle pertiche.
Due ore dopo la partenza si era percorso circa un miglio.
Nemmeno il pi piccolo urto si era verificato e continuando il
viaggio in quel modo, si era sicuri di giungere a French-den sani e
salvi.
Per, in base alla stima fatta in precedenza da Briant, poich da un
lato quel corso d'acqua doveva essere lungo sei miglia dalla sua
uscita dal lago fino alla sua foce a Sloughi-bay e dall'altro non se ne
potevano percorrere che due durante il periodo della marea crescente,
alla zattera sarebbe stato necessario utilizzare parecchi flussi per
arrivare a destinazione. Infatti, verso le undici, il riflusso cominci a
ricondurre le acque a valle, e ci si affrett a ormeggiare solidamente
la zattera, per impedirle di ridiscendere verso la baia.
Certo, si sarebbe potuto ripartire verso la fine della giornata
quando si fosse fatta sentire la marea notturna; ma ci avrebbe
significato avventurarsi in mezzo all'oscurit.
Penso che sarebbe molto imprudente osserv Gordon
perch la zattera sarebbe esposta a urti che potrebbero demolirla. Il
mio parere di aspettare fino a domani per profittare del flusso
diurno.
La proposta era troppo sensata, per non avere l'approvazione
generale. Si fosse dovuto anche impiegare ventiquattr'ore di pi, quel
ritardo era preferibile al rischio di compromettere la sicurezza di quel
prezioso carico affidato alla corrente del fiume.
C'era, quindi, da passare una mezza giornata in quel luogo, e poi
l'intera notte. Doniphan e i suoi consueti compagni di caccia
accompagnati da Phann, si affrettarono a sbarcare sulla riva destra.
Gordon aveva loro raccomandato di non allontanarsi troppo, ed
essi dovettero seguire il consiglio. Per, poich presero due paia di
grosse ottarde, e una ghirlanda di tinamu, il loro amor proprio ebbe
motivo di essere soddisfatto. Dietro suggerimento di Moko, la
selvaggina venne conservata per il primo pasto, colazione, desinare o
cena, che doveva farsi nel refettorio di French-den.
Durante quella escursione, Doniphan non aveva scoperto nessun
indizio che rivelasse la presenza antica o recente dell'uomo, in quella
parte della foresta. Di animali, aveva intravisto dei volatili di grandi
dimensioni, che fuggirono nelle macchie, senza che egli riuscisse a
riconoscerli.
Cos la giornata giunse al termine; e tutta la notte Baxter, Webb e
Cross vegliarono insieme, pronti, secondo il caso, sia a rafforzare gli
ormeggi della zattera, sia a dar loro un certo gioco, al momento del
passaggio della marea crescente o calante.
Non vi fu alcun allarme. L'indomani, verso le nove e tre quarti,
allorch il flusso si fece sentire, la navigazione venne ripresa nelle
stesse condizioni del giorno precedente.
La notte era stata rigida; e continu a mantenersi freddo anche il
giorno. Era tempo davvero di arrivare. Che cosa sarebbe successo se
le acque del fiume si fossero rapprese, se qualche lastra di ghiaccio,
uscendo dal lago, avesse derivato verso Sloughi-bay? Argomento
assai preoccupante, che sarebbe stato accantonato solo dopo l'arrivo a
French-den.
Tuttavia era impossibile avanzare pi in fretta del flusso;
impossibile risalire la corrente, quando la marea fosse discesa;
impossibile, inoltre, fare pi di un miglio, in un'ora e mezzo. Questa
fu la media anche per quella giornata. Verso l'una del pomeriggio, si
fece sosta all'altezza di quell'acquitrino che Briant aveva dovuto
aggirare ritornando a Sloughi-bay. Si approfitt per esplorarne la
parte lungo la riva. La iole, con a bordo Moko, Doniphan e Wilcox,
si spinse verso nord per un miglio e mezzo, finch venne a mancare
l'acqua. Quell'acquitrino era come un prolungamento di quella
palude, che si estendeva al di l della riva sinistra del fiume, e che
pareva ricchissima di selvaggina acquatica. Doniphan prese delle
beccaccine, che andarono a raggiungere le ottarde e i tinamu nella
dispensa di bordo.
Notte tranquilla, ma glaciale, con vento aspro, le cui folate
soffiavano impetuosamente attraverso la valle. Si formarono anche
sottili lastre di ghiaccio, che si spezzavano o si scioglievano al
minimo urto. Nonostante le precauzioni prese, non ci si trov molto
bene su quel tavolato bench tutti cercassero di cacciarsi sotto le
vele. I piccoli, in particolare J enkins e Iverson, non seppero trattenere
il cattivo umore, e si lamentarono di aver abbandonato
l'accampamento presso la baia. Fu necessario che Briant li
riconfortasse pi volte con parole incoraggianti.
Finalmente nel pomeriggio dell'indomani, con l'aiuto della marea
che dur sino alle tre e mezzo di sera, la zattera giunse in vista del
lago e s'accost alla riva davanti all'ingresso di French-den.

CAPITOLO XI
PRIME SISTEMAZIONI ALL'INTERNO DI FRENCH-DEN
SCARICO DELLA ZATTERA VISITA ALLA TOMBA
DEL NAUFRAGO GORDON E DONIPHAN IL
FORNELLO SELVAGGINA DI PENNA E DI PELO IL
NAND PROGETTI DI SERVICE LA CATTIVA
STAGIONE SI AVVICINA.
Lo SBARCO ebbe luogo fra le grida di gioia dei piccini, per i quali
qualsiasi cambiamento nella solita vita equivaleva a un gioco nuovo.
Dole sgambettava sull'argine come un giovane capriolo; Iverson e
J enkins correvano verso il lago, mentre Costar, prendendo in disparte
Moko, gli diceva:
Ci hai promesso un buon pranzo, mozzo?
Ebbene, ne farete a meno, signor Costar rispose Moko.
E perch?
Perch non avrei pi il tempo di far cucina oggi.
Come! Non si pranzer?
No, ma si cener, e le ottarde non saranno meno buone per
cena! E Moko rideva mettendo in mostra i suoi bei denti bianchi.
Il ragazzo, dopo aver dato al mozzo un colpetto in segno di
amicizia, and a raggiungere i compagni.
Briant aveva ordinato loro di non allontanarsi, del resto, per
poterli avere sempre sott'occhio.
Tu non li raggiungi? chiese a suo fratello.
No! Preferisco rimanere qui! rispose J acques.
Faresti meglio a muoverti un pochino riprese Briant.
Non sono contento di te, J acques!... Mi nascondi qualche cosa... Sei
malato?
No, fratello, non ho nulla!
Sempre la medesima risposta, che non poteva bastare a Briant,
deciso a mettere le cose in chiaro, anche a costo di una scenata con
l'ostinato ragazzo.
Frattanto non c'era un'ora da perdere se si voleva passare quella
notte a French-den.
Prima di tutto, bisognava far visitare la caverna a coloro che
ancora non la conoscevano. Quindi, appena la zattera fu solidamente
ormeggiata alla riva, in un'ansa fuori dalla corrente, Briant preg i
compagni di seguirlo. Il mozzo si era munito di un fanale di bordo, la
cui fiamma aumentata dalla potenza delle lenti diffondeva una viva
luce.
Si procedette a riaprire l'ingresso. I rami e il fogliame che Briant e
Doniphan vi avevano posto davanti vennero trovati nella medesima
posizione in cui erano stati lasciati. Dunque nessuno, nessun animale
aveva cercato di penetrare in French-den.
Scostati i rami, tutti si introdussero attraverso la stretta apertura. Il
fanale di bordo rischiar la caverna molto meglio che non i rami
resinosi e le rudimentali candele del naufrago.
Eh! ci staremo pigiati, qua dentro! osserv Baxter, che
aveva appena misurato la profondit della grotta.
Bah! esclam Garnett. Mettendo le cuccette a castello,
come nelle cabine...
Non occorre ribatt Wilcox. Basta disporle in fila a
terra...
Ma allora non ci rimarr posto per camminare fece notare
Webb.
Ebbene, si star fermi, ecco tutto! rispose Briant. Hai di
meglio da offrirci, Webb?
No, ma...
Ma replic Service la cosa che importa di pi era avere
un riparo sufficiente! Non credo che Webb si immaginasse di trovare
un appartamento completo con salotto, sala da pranzo, camera da
letto, hall, studio, bagno...
No, certo disse Cross. Ma bisogna che ci sia un posto
dove cucinare...
Cuciner fuori rispose Moko.
Sarebbe molto scomodo col brutto tempo fece notare
Briant. Quindi penso che fin da domani dovremo trasportare nella
caverna il fornello...
Il fornello nel vano dove mangeremo, dove dormiremo
ribatt Doniphan con un vivo tono di disgusto.
Ebbene, aspirerai dei profumi, lord Doniphan! esclam
Service con una franca risata.
Per l'appunto, se mi garba, sguattero! replic l'altero
ragazzo aggrottando le sopracciglia.
Bene!... Bene!... si affrett a soggiungere Gordon. Che la
cosa sia piacevole o no, bisogner pur adattarvisi, per il momento!
Del resto, mentre servir per la cucina, il fornello giover anche a
riscaldare l'interno della caverna. Quanto a sistemarci comodamente
aprendo altri vani nelle pareti della caverna, avremo tutto l'inverno
per questo lavoro se fattibile. Per il momento prendiamo French-
den cos com', e sistemiamoci il meglio che possiamo.
Prima di pranzo, le cuccette furono trasportate, quindi collocate in
ordine sulla sabbia. Bench esse fossero addossate le une alle altre, i
ragazzi non vi avrebbero fatto molto caso, abituati alle strette cabine
di bordo.
Quella sistemazione occup la fine della giornata. Il grande tavolo
dello yacht fu messo nel mezzo della caverna, e Garnett, aiutato dai
piccini che gli portavano i diversi utensili di bordo, s'incaric di
apparecchiare per il pranzo.
Dal canto suo, Moko, con l'aiuto di Service, aveva fatto un ottimo
lavoro. Un focolare, disposto fra due grosse pietre, alla base del
contrafforte della parete di roccia, venne alimentato con la legna
secca che Webb e Wilcox erano andati a cercare sotto gli alberi
dell'argine. Verso le sei, il brodo di lesso (ossia la carne conservata in
tavolette, per la quale bastavano pochi minuti di ebollizione) fumava
diffondendo un grato profumo. Nello stesso tempo una dozzina di
tinamu, spennati a dovere e infilati su una bacchetta di ferro,
arrostivano davanti a una fiamma vivace sopra una leccarda, nella
quale Costar aveva gran voglia di intingere un pezzo di biscotto. E
mentre Dole e Iverson sostenevano molto coscienziosamente le
funzioni di girarrosto, Phann seguiva i loro movimenti con interesse
molto significativo.
Prima delle sette, tutti erano riuniti nell'unica camera di French-
den, refettorio e dormitorio insieme. Gli sgabelli, le seggiole
pieghevoli, le seggiole di paglia della Sloughi erano stati sistemati
insieme con le panche del locale dell'equipaggio. I giovani
commensali, servendosi reciprocamente e con l'assistenza del mozzo,
fecero un pasto sostanzioso. La zuppa bollente, un pezzo di cornea
beef, i tinamu allo spiedo, del biscotto per pane, l'acqua fresca con
aggiunta di un po' di brandy, un pezzo di formaggio di Chester e
alcuni bicchierini di sherry alla frutta, li ricompensarono del
mediocre men dei giorni precedenti. Per quanto fosse grave la
situazione, i piccoli si abbandonarono alla gaiezza propria della loro
et, e Briant si astenne assolutamente dal trattenere la loro gioia e dal
reprimere il loro riso!
La giornata era stata assai faticosa. Soddisfatta la fame, non si
sentiva che un bisogno, quello di andare a letto. Ma prima, Gordon,
mosso da un senso profondo di piet religiosa, propose ai compagni
di fare una visita alla tomba di Franois Baudoin, di cui occupavano
attualmente la dimora.
La sera calava nell'orizzonte- del lago, e le acque non riflettevano
quasi pi gli ultimi raggi del giorno. Girato il contrafforte, i ragazzi
si fermarono davanti ad un leggero rialzo del suolo, sul quale si
ergeva una piccola croce di legno. E allora, i piccoli inginocchiati, i
grandi chini davanti a quella tomba, rivolsero a Dio una preghiera
per l'anima del naufrago.
Alle nove, le cuccette erano occupate, e, appena sotto le coperte,
ognuno dormiva saporitamente. Wilcox e Doniphan rimasero svegli
poich toccava loro il turno di guardia: accesero un gran fuoco,
all'ingresso della caverna, che doveva servire a tener lontani i
visitatori pericolosi scaldando contemporaneamente l'interno.
L'indomani, 9 maggio, e per i tre giorni seguenti lo scarico della
zattera richiese le braccia di tutti. I venti d'occidente accumulavano
densi nuvoloni, che annunciavano un periodo di pioggia e forse di
neve. Infatti la temperatura non superava mai lo zero, e le alte zone
dovevano essere freddissime. Bisognava dunque che tutto ci che
poteva guastarsi - munizioni, provviste solide o liquide - fosse messo
al sicuro a French-den.
Per quei giorni, vista l'urgenza del lavoro, i cacciatori non si
allontanarono. Ma, siccome la selvaggina acquatica abbondava sia
alla superficie del lago, sia al disopra della palude, lungo la riva
sinistra del fiume, Moko non rimase mai sprovvisto. Beccaccine e
anitre, codoni e alzavole procurarono a Doniphan l'occasione di tirare
qualche bel colpo.
Per Gordon osservava (non senza pena) il consumo che si faceva
di piombo e di polvere. Gli premeva molto risparmiare le munizioni,
di cui sul suo taccuino aveva preso nota con la maggiore esattezza.
Non manc di raccomandare a Doniphan di risparmiare le fucilate.
Ne va del nostro interesse per l'avvenire gli disse.
D'accordo rispose Doniphan ma bisogna pure
risparmiare le conserve. Ci pentiremmo di averle consumate, se si
presentasse un mezzo di lasciare l'isola.
Lasciare l'isola?... not Gordon. Ma saremo capaci di
costruire un'imbarcazione che possa tenere il mare?...
E perch no, Gordon, se si trova un continente nelle
vicinanze?... In ogni caso non mi va molto di morire qui come il
compatriota di Briant!...
D'accordo rispose Gordon. Tuttavia, prima di pensare a
partire, sar meglio abituarsi all'idea che saremo costretti a vivere qui
anni e anni...
Qui c' tutto Gordon! esclam Doniphan. Sono sicuro
che sarebbe felicissimo di fondare una colonia...
Senza dubbio, se non si pu fare altrimenti!
Eh! Gordon, non credo che troverai molti partigiani alla tua
opinione, nemmeno il tuo amico Briant!
Ci sar tempo per discutere su questo punto rispose
Gordon. E a proposito di Briant, Doniphan, lasciami dire che hai
dei torti verso di lui. un buon compagno che ci ha dato delle prove
di amicizia...
E come no, Gordon! replic Doniphan con quel tono
sprezzante che gli era consueto. Briant ha tutte le qualit... una
specie di eroe...
Non dico questo, ha i suoi difetti come tutti noi. Ma i tuoi
sentimenti a suo riguardo possono produrre un disaccordo che
renderebbe ancor pi difficile la nostra posizione! Briant gode la
stima di tutti...
Oh! Di tutti!...
Almeno della maggior parte dei suoi compagni. Non so perch
Wilcox, Cross, Webb e tu rifiutate, di solito, ogni sua osservazione!
Del resto, ti dico queste cose senza insistervi, Doniphan, e sono certo
che rifletterai...
Ho gi riflettuto, Gordon!
Gordon vide subito che l'orgoglioso ragazzo era tutt'altro che
disposto a tener conto dei suoi consigli: e questo gli dispiaceva
parecchio poich temeva serie complicazioni per l'avvenire.
Come gi fu detto, lo scarico completo della zattera aveva
richiesto tre giorni. Ora non rimaneva che da demolire la zattera
stessa, le cui travi e i cui tavolati potevano essere impiegati
nell'interno di French-den.
Purtroppo non tutto il materiale aveva potuto trovar posto nella
caverna; e se non si fosse riusciti ad ingrandirla, sarebbe stato
necessario costruire una tettoia per mettere le balle al sicuro dal
cattivo tempo.
Intanto, secondo il consiglio di Gordon, quegli oggetti furono
ammucchiati in un angolo, sotto la sporgenza di una roccia, coperti
con la tela impermeabile che era servita a proteggere i boccaporti
dello yacht.
Nella giornata del 13, Baxter, Briant e Moko procedettero a
montare il fornello, che avevano dovuto trascinare all'interno di
French-den su rulli. L, venne addossato contro la parete di destra,
accanto all'ingresso, perch il tiraggio potesse effettuarsi in
condizioni migliori. Quanto al tubo che doveva condurre all'esterno i
prodotti della combustione, la sua messa in opera diede qualche
difficolt. Tuttavia, siccome il calcare delle pareti era tenero, Baxter
riusc ad aprirvi un foro, nel quale fu introdotto il tubo, il che permise
al fumo di sfuggire all'aperto. Nel pomeriggio, quando il mozzo
accese il fornello, ebbe la soddisfazione di constatare che funzionava
abbastanza bene. Quindi la cottura dei cibi era assicurata anche con il
cattivo tempo.
Nella settimana successiva Doniphan, Webb, Wilcox e Cross ai
quali si unirono Garnett e Service, poterono soddisfare i loro gusti
venatori. Un giorno si inoltrarono nella foresta di betulle e di faggi, a
mezzo miglio da French-den dalla parte del lago. In alcuni punti
riconobbero delle tracce assai visibili del lavoro dell'uomo. Erano
delle fosse, scavate nel suolo, ricoperte da uno strato di rami secchi e
foglie, e abbastanza profonde per impedire di uscirne agli animali
che vi fossero caduti. Ma lo stato di quelle fosse indicava che
datavano da un'epoca molto lontana, e una di esse conteneva ancora i
resti di un animale di cui non era facile riconoscere la specie.
In ogni caso sono le ossa di un animale di grandi dimensioni!
fece osservare Wilcox, che si era lasciato scivolare in fondo alla
fossa e ne aveva ritirati degli avanzi imbiancati dal tempo.
Ed era un quadrupede: ecco le ossa delle sue quattro zampe
aggiunse Webb.
A meno che qui non vi siano delle bestie a cinque zampe
rispose Service nel qual caso questi sarebbero i resti di un
montone o di un vitello fenomenale!
Tu vuoi sempre scherzare, Service! osserv Cross.
Non proibito ridere! replic Garnett.
Intanto certo riprese Doniphan che questo animale
doveva essere molto vigoroso. Guardate le dimensioni della sua testa
e la sua mascella ancora armata di denti poderosi. Scherzi Service, se
questo lo diverte, con i suoi vitelli da baraccone e i suoi montoni da
fiera! Ma se quel quadrupede dovesse risuscitare, perderebbe ad un
tratto la voglia di ridere!
Ben resa! esclam Cross, sempre disposto a trovare ottime
le battute del cugino.
Tu pensi dunque chiese Webb a Doniphan che si tratti di
un carnivoro?
Non c' dubbio!
Un leone?... Una tigre?... chiese Cross, che non pareva
molto rassicurato.
Se non una tigre o un leone rispose Doniphan almeno un
giaguaro o un coguaro.
Dovremo tenerci in guardia!... osserv Webb.
E non avventurarci troppo lontano! aggiunse Cross.
Capito, Phann? disse Service, volgendosi verso il cane ci
sono dei bestioni da queste parti!
Phann rispose con un allegro abbaiare che non rivelava nessuna
preoccupazione.
I giovani cacciatori si preparavano a tornare a French-den.
Idea! disse Wilcox. Se ricoprissimo questa fossa con
nuovi rami e nuove frasche?... Forse si potrebbe pigliare qualche
grosso animale...
Come vuoi Wilcox rispose Doniphan anche se preferisco
tirare alla selvaggina in libert piuttosto che massacrarla in una fossa.
Era lo sportman a parlare cos; ma Wilcox, col suo istinto naturale
a tendere insidie, si mostrava pi pratico di Doniphan.
Quindi s'affrett a mettere in esecuzione la sua idea. I compagni
lo aiutarono a tagliare dei rami dagli alberi vicini; dopo di che, i pi
lunghi vennero disposti di traverso, e il loro fogliame nascose
perfettamente l'apertura della fossa. Trappola molto rudimentale,
senza dubbio, ma spesso impiegata e con successo dagli indiani delle
pampas.
Per conoscere il luogo dove era scavata quella fossa, Wilcox
pratic dei segni negli alberi fino al limitare della foresta, poi tutti
tornarono a French-den.
Quelle cacce, per, erano fruttuose. La selvaggina di penna
abbondava. Senza contare le ottarde e i tinamu, s'incontravano molti
rondoni, il cui piumaggio punteggiato di bianco ricorda quello della
gallina faraona; molti colombi boscherecci che volano in folte
schiere, oche antartiche che sono assai saporite, beninteso dopo che
una lunga cottura ha tolto il sapore oleoso. La selvaggina di pelo era
rappresentata dai tucutucos, specie di roditore che pu sostituire
vantaggiosamente il coniglio nella fricassea, dai maras, lepre color
grigio rosso con una mezzaluna nera sulla coda, che ha tutte le
qualit commestibili dell'aguti; dai pichis del genere armadillo,
mammiferi dal corpo rivestito di scaglie la cui carne deliziosa; dai
pecari, piccoli cinghiali; e dai guaculis che assomigliano ai
cervi, e ne hanno l'agilit.
Doniphan pot abbattere alcuni di questi animali, ma siccome non
era facile avvicinarli, il consumo della polvere e del piombo non fu
proporzionale ai risultati ottenuti, con grande dispiacere del giovane
cacciatore. E ci gli valse delle osservazioni da parte di Gordon,
osservazioni del resto che i suoi amici non ricevettero meglio di lui.
Durante una di queste escursioni si fece ampia raccolta di
esemplari di quelle due piante scoperte da Briant in occasione della
sua prima spedizione al lago. Si trattava di quel sedano selvatico, che
cresceva rigoglioso nei terreni umidi, e di quel crescione, i cui getti
costituiscono un eccellente antiscorbutico quando cominciano ad
uscire dalla terra. Questi vegetali figurarono in tutti i pasti per
precauzione sanitaria.
Il lago e il fiume non erano ancora gelati, perci si poterono
pigliare delle trote con l'amo, come pure una specie di luccio assai
saporito, ma piuttosto pericoloso per le sue lische. Un giorno, poi,
Iverson torn trionfalmente, portando un grosso salmone, col quale
aveva lottato lungamente con il rischio di spezzare la lenza. Quindi,
se, all'epoca in cui quei pesci risalivano la corrente dalla foce, si
fosse riusciti a farne abbondante provvista, ci si sarebbe assicurata
una preziosa riserva per l'inverno.
Di quando in quando si fecero delle visite alla fossa preparata da
Wilcox; ma nessun animale era caduto nel trabocchetto, quantunque
non si fosse trascurato di collocarvi un grosso pezzo di carne.
Ma il 17 maggio avvenne un incidente.
Quel giorno Briant, con alcuni compagni, si era recato nella
foresta vicino alla scogliera. Si trattava di vedere se, nei pressi di
French-den, c'era qualche altra cavit naturale, che potesse servire da
magazzino per sistemare il resto del materiale.
Ora, avvicinandosi alla fossa, si udirono delle grida rauche che ne
uscivano.
Briant, dirigendosi da quella parte, fu subito raggiunto da
Doniphan, che non avrebbe voluto lasciarsi precedere. Gli altri li
seguivano a pochi passi di distanza, col fucile carico, mentre Phann
avanzava con le orecchie ritte e la coda tesa.
A venti passi dalla fossa, udirono pi distintamente le grida. In
mezzo alla copertura di rami, si vide allora un largo foro che certo
doveva essere stato prodotto dalla caduta di qualche animale.
Di che animale si trattasse, sarebbe stato impossibile dire. In ogni
caso, meglio tenersi sulla difensiva.
Avanti, Phann, avanti!... esclam Doniphan.
Subito il cane si lanci avanti abbaiando, ma senza mostrare
inquietudine. Briant e Doniphan corsero verso la fossa, e come vi si
furono piegati sopra:
Venite!... Venite!... gridarono.
forse un giaguaro?... chiese Webb.
Oppure un coguaro?... aggiunse Cross.
N l'uno n l'altro rispose Doniphan. una bestia a due
gambe, uno struzzo.
Infatti era uno struzzo, ed era proprio il caso di rallegrarsi che tali
volatili frequentassero le foreste dell'interno, perch la loro carne
squisita, in particolare la parte grassa che copre il petto.
Per se non c'era da dubitare che si trattasse di uno struzzo, la
taglia media, la testa simile a quella dell'oca, il rivestimento di
piccole penne che copriva tutto il suo corpo di una specie di vello
grigio-bianchiccio, fecero capire che esso apparteneva alla specie dei
nand, cos frequenti nelle pam-pas dell'America meridionale.
Quantunque il nand non possa competere con lo struzzo africano
pure faceva onore alla fauna del paese.
Dobbiamo prenderlo vivo!... disse Wilcox.
Certamente! esclam Service.
Non sar facile! rispose Cross.
Tentiamo! disse Briant.
Se il robusto animale non aveva potuto fuggire, era perch le ali
non gli permettevano di alzarsi fino al livello del suolo, e le sue
zampe non riuscivano a far presa sopra le pareti. Wilcox dovette,
dunque, scendere in fondo alla fossa, col rischio di buscarsi qualche
colpo di becco che avrebbe potuto ferirlo anche gravemente. Ma
siccome riusc ad incappucciare lo struzzo col suo camiciotto,
l'animale fu ridotto alla pi completa immobilit. Allora fu facile
legargli le zampe con due o tre fazzoletti annodati insieme e, riunite
le forze, gli uni dal disotto, gli altri dal disopra, lo estrassero dalla
fossa.
Ci siamo riusciti! esclam Webb.
E che cosa ne faremo?... chiese Cross.
Non c' molto da pensare! soggiunse Service, che trovava
tutto facile. Condurremo questa brava bestia a French-den,
l'addomesticheremo, e ci servir per cavalcatura! Me ne occuper io,
seguendo l'esempio del mio amico J ack del Robinson svizzero!
Che fosse possibile utilizzare lo struzzo in quel modo, era da
dubitare, nonostante il precedente invocato da Service. Tuttavia
siccome non c'era nessun inconveniente a condurre l'animale a
French-den, la cosa fu fatta.
Quando Gordon vide arrivare il nand, forse si sgoment un poco
all'idea di avere una bocca in pi da nutrire. Ma poi, pensando che
l'erba o le foglie gli sarebbero bastate, lo accolse abbastanza bene.
Per i piccini fu una gioia ammirare quell'animale, avvicinarglisi (non
troppo, per) dopo che esso fu legato con una lunga corda. E come
seppero che Service calcolava di addestrarlo per la corsa gli fecero
promettere che li avrebbe presi in groppa.
S, ma se sarete buoni, piccini! rispose Service che gi era
considerato da quelli come un eroe.
Lo saremo! esclam Costar.
Come, anche tu, Costar replic Service oseresti salire su
questa bestia?...
Dietro di te... e tenendomi ben aggrappato... s!
Eh! Ricordati della paura che hai avuto, quand'eri a cavalcioni
della tartaruga!
Non la stessa cosa rispose Costar. Almeno questa
bestia non va sott'acqua.
vero, ma pu andare in aria! osserv Dole. Al che, i due
piccini rimasero alquanto pensierosi.
Non occorre nemmeno soggiungere che, dopo l'insediamento a
French-den, Gordon e i suoi compagni avevano ordinato la vita
quotidiana in modo assai regolare. Completato l'installamento,
Gordon si proponeva di regolare per quanto possibile le occupazioni
di ognuno e specialmente di non lasciare i piccini abbandonati a se
stessi. Certamente questi non avrebbero chiesto di meglio che
applicarsi al lavoro generale proporzionalmente alle loro forze: ma
perch non riprendere le lezioni incominciate al collegio Chairman?
Abbiamo dei libri disse Gordon che ci permetteranno di
continuare i nostri studi, e quanto abbiamo imparato, quanto
impareremo ancora, lo potremo insegnare ai nostri compagni pi
giovani.
S rispose Briant; e, se riusciremo a lasciare quest'isola,
se un giorno potremo rivedere le nostre famiglie, sar bello poter
provare che non abbiamo perduto il nostro tempo.
Si stabil quindi di compilare un programma di studi: una volta
che fosse stato sottoposto all'approvazione generale, si sarebbe avuto
cura di applicarlo scrupolosamente.
Durante l'inverno, infatti, si dovevano avere parecchie giornate di
cattivo tempo, durante le quali n grandi, n piccoli avrebbero potuto
mettere il naso fuori della caverna ed era importante che esse non
venissero trascorse invano. Intanto il fastidio maggiore per gli ospiti
di French-den era la ristrettezza di quell'unico locale in cui tutti
avevano dovuto ammucchiarsi. Bisognava pensare, senza ritardo, ai
mezzi per dare alla caverna delle dimensioni sufficienti.

CAPITOLO XII
INGRANDIMENTO DI FRENCH-DEN RUMORE
SOSPETTO SCOMPARSA DI PHANN RICOMPARSA
DI PHANN ANNESSIONE E ARREDAMENTO DELLA
HALL CATTIVO TEMPO NOMI ASSEGNATI
L'ISOLA CHAIRMAN IL CAPO DELLA COLONIA
DURANTE le ultime escursioni, i giovani cacciatori avevano pi
volte esaminato la parete rocciosa della scogliera nella speranza di
trovarvi qualche altra caverna. Se l'avessero scoperta, avrebbe potuto
servire da magazzino generale e ospitare il resto del materiale che si
era dovuto lasciare all'aperto. Ma poich le ricerche non diedero
alcun risultato, si dovette tornare al progetto d'ingrandire l'attuale
dimora scavando una o pi camere attigue alla grotta di Franois
Baudoin.
Nel granito un simile lavoro sarebbe stato ineffettuabile; ma in
quel calcare, che la zappa e il piccone avrebbero demolito
facilmente, la cosa non presentava alcuna difficolt. La durata di tale
lavoro non aveva molta importanza. Si avrebbe cos avuto modo di
occupare le lunghe giornate d'inverno, e tutto poteva essere terminato
per il ritorno della buona stagione, se non accadevano franamenti o
infiltrazioni, ci che era particolarmente da temere.
N sarebbe stato necessario adoperare le mine. Gli utensili
dovevano bastare, dal momento che erano bastati quando si era
trattato di forare la parete per sistemare il tubo del fornello. Inoltre
Baxter aveva potuto, non senza fatica, allargare l'ingresso di French-
den in modo da adattarvi una delle porte della Sloughi. Di pi, a
destra e a sinistra dell'ingresso, erano state aperte nella parete due
strette finestre o piuttosto due feritoie, il che permetteva alla luce e
all'aria di circolare pi abbondantemente nell'interno.
Intanto per una settimana si era avuto cattivo tempo. Violente
bufere si rovesciavano sull'isola; ma, grazie alla sua orientazione a
sud e a est, French-den era poco esposta. Le raffiche di pioggia e di
neve passavano con grande fracasso rasentando la cresta della
scogliera. I cacciatori inseguivano la selvaggina solo nelle vicinanze
del lago: anitre, beccaccine, pavoncelle, francolini, gallinelle, e
alcuni di quei becchi a fodero, conosciuti sotto il nome di colombi
bianchi nei paraggi del Sud-Pacifico. Se il lago e il fiume non erano
ancora ghiacciati, sarebbe bastata una notte serena perch ci
avvenisse coi primi freddi secchi che fossero seguiti alle bufere e alle
burrasche.
Costretti per lo pi a rimanere nella caverna, i ragazzi potevano
quindi intraprendere il lavoro d'ampliamento, e si misero all'opera il
27 maggio.
Dapprima investirono con la zappa e col piccone la parete di
destra.
Scavando obliquamente aveva fatto osservare Briant
forse potremo sboccare dalla parte del lago, e aprire un secondo
ingresso a French-den. Ci permetterebbe di sorvegliarne meglio i
dintorni e, se il cattivo tempo ci impedisse di uscire da una parte,
forse potremo uscire dall'altra.
Era questo, come si vede, un vantaggio non piccolo per i bisogni
consueti della vita, e la riuscita non pareva molto difficile.
Infatti, quaranta o cinquanta piedi al massimo separavano la
caverna dal versante orientale. Si sarebbe quindi dovuto solamente
aprire una galleria in quella direzione, servendosi, beninteso, della
bussola. Nel corso di quel lavoro bisognava fare la maggior
attenzione a non produrre franamenti. Per, prima di dare al nuovo
scavo l'altezza e la larghezza che avrebbe dovuto avere in seguito,
Baxter propose di aprire una specie di budello, salvo poi allargarlo
quando si fosse ritenuto di aver raggiunto la profondit conveniente.
Le due camere di French-den sarebbero state cos riunite da un
corridoio, che avrebbe potuto venire chiuso alle due estremit e nelle
cui pareti si potevano scavare uno o due magazzini bui. Questo
progetto era, evidentemente, il migliore, e, fra gli altri vantaggi,
offriva modo di esplorare prudentemente la massa calcarea, di cui
sarebbe stato possibile cessare a tempo la perforazione qualora si
fosse verificata qualche improvvisa infiltrazione.
Per tre giorni, dal 27 al 30 maggio, il lavoro si fece con una certa
facilit. La massa calcarea si tagliava, per cos dire, col coltello.
Anzi, fu necessario consolidarla con un'armatura interna di legno,
operazione piuttosto difficile. I detriti venivano immediatamente
trasportati al di fuori, in modo da evitare qualsiasi ingombro. Se tutte
le braccia non potevano essere impiegate contemporaneamente a tale
lavoro, a causa della mancanza di spazio, tuttavia esse non restavano
mai inoperose. Appena cessava di piovere o di nevicare, Gordon e gli
altri si occupavano a disfare la zattera, perch i pezzi della
piattaforma e dell'intelaiatura potessero servire per la nuova
abitazione. Tenevano pure d'occhio gli oggetti ammucchiati
all'angolo del contrafforte, perch i teli incatramati non proteggevano
molto contro le raffiche.
Il lavoro procedeva a poco a poco, non senza incertezze penose, e
il budello era gi scavato per una lunghezza di quattro o cinque piedi,
allorch un incidente inaspettato avvenne nel pomeriggio del 30
maggio.
Briant, rannicchiato nel fondo, come un minatore che lavora in
una galleria di miniera, credette di udire una specie di rumore sordo
all'interno della parete di roccia.
Sospese il lavoro per ascoltare pi attentamente... Il rumore
giunse di nuovo alle sue orecchie.
Ritirarsi dal pertugio, tornare verso Gordon e Baxter che si
trovavano all'imbocco, informarli dell'incidente, la cosa richiese
pochi momenti.
Illusione! fece Gordon ti sar sembrato di udire...
Prendi il mio posto, Gordon rispose Briant appoggia
l'orecchio alla parete e ascolta!
Gordon s'introdusse nello stretto budello e ne usc poco dopo.
Non ti sei ingannato!... disse. Ho udito come dei
brontolii lontani!...
Baxter rinnov a sua volta la prova e usc dicendo:
Che potr essere?
Non so proprio che cosa pensare! rispose Gordon.
Bisognerebbe avvertire Doniphan e gli altri.
Non i piccoli! aggiunse Briant. Avrebbero paura.
Tutti erano appena rientrati per il pranzo, e i piccoli vennero a
sapere quello che avveniva. Furono, naturalmente, colti da un po' di
spavento.
Doniphan, Wilcox, Webb, Garnett entrarono successivamente nel
budello. Ma il rumore era cessato; non udirono pi nulla e furono
indotti a credere che i loro compagni avessero preso un abbaglio.
In ogni caso fu deciso di non interrompere il lavoro, che venne
infatti ripreso appena finito il pranzo.
Ora, durante la serata, nessun rumore si era fatto udire, quando,
verso le nove, si udirono distintamente attraverso la parete nuovi
brontolii.
In quel momento, Phann, che si era slanciato nel budello, ne usc
col pelo irto, digrignando i denti, come se volesse rispondere ai
brontolii che si udivano all'interno della massa rocciosa.
E allora quello che nei piccoli era stato fino a quel momento
semplice timore misto a sorpresa divenne vero spavento.
L'immaginazione del bambino inglese continuamente nutrita di
leggende che hanno antico corso nei paesi del Nord, nelle quali gli
gnomi, i folletti, le valchirie, i silfi, le ondine, i genii di ogni specie si
aggirano intorno alla sua culla. Perci Dole, Costar e anche J enkins e
Iverson tremavano letteralmente di paura. Dopo aver inutilmente
cercato di calmarli, Briant li costrinse a mettersi a letto, ma ci volle
molto tempo prima che pigliassero sonno. E poi sognarono fantasmi,
spettri, esseri soprannaturali, che abitavano nelle caverne dei
dintorni.
Gordon e gli altri, invece, continuarono ad occuparsi a bassa voce
di quello strano fenomeno. Pi volte poterono riconoscere che il
rumore non cessava, e che Phann dava frequenti segni di una bizzarra
irritazione.
Finalmente, vinti dalla stanchezza, tutti andarono a dormire,
tranne Briant e Moko. Quindi un profondo silenzio regn fino al
mattino all'interno di French-den.
Il giorno seguente tutti si alzarono di buon'ora. Baxter e Doniphan
si insinuarono sino in fondo al budello... Non si udiva alcun rumore.
Il cane andava e veniva senza mostrare inquietudine e non cercava
pi di slanciarsi contro la parete come aveva fatto il giorno prima.
Rimettiamoci al lavoro disse Briant.
S rispose Baxter avremo sempre tempo di fermarci se
udremo qualche rumore sospetto.
Non potrebbe essere fece osservare Doniphan che quel
rumore fosse semplicemente quello di una sorgente che passa
ribollendo attraverso la roccia?
In quel caso fece notare Wilcox il rumore si dovrebbe
udire sempre!
Giusto rispose Gordon e credo piuttosto che ci
provenga dal vento, che deve ingolfarsi per qualche fessura
nell'interno della massa di roccia...
Saliamo in cima alla scogliera disse Service e forse l
potremo scoprire qualche cosa...
La proposta fu accettata.
A una cinquantina di passi, scendendo lungo la riva, un sentiero
sinuoso permetteva di raggiungere la parte superiore dell'ammasso
roccioso. In un attimo Baxter e due o tre altri l'ebbero superato e
avanzavano sulla spianata fino al disopra di French-den. Fatica
inutile: alla superficie di quella schiena d'asino rivestita di erba corta
e fitta, non trovarono alcuna fessura attraverso la quale potesse
penetrare una corrente d'aria, o un filo d'acqua. Ridiscesi alle falde
della rupe, non sapevano ancora nulla su quello strano fenomeno che
i piccoli spiegavano molto ingenuamente in modo soprannaturale.
Intanto il lavoro di perforazione era stato ripreso e fu continuato
fino alla fine della giornata. Non si udirono pi i rumori del giorno
prima ma Baxter fece questa osservazione, che la parete, la quale
fino ad allora aveva dato un suono sordo, ora cominciava a dare un
suono ben diverso, da lasciar credere che al di l vi fosse un vuoto.
C'era dunque in quella direzione una cavit naturale nella quale il
budello stava per sboccare? E non era forse in quella cavit che il
fenomeno aveva potuto prodursi? L'ipotesi di una seconda caverna
attigua alla prima non aveva nulla di inammissibile: c'era anzi da
augurarsi che fosse cos perch sarebbe stato tanto lavoro risparmiato
nell'opera di ampliamento.
Tutti misero un ardore straordinario nel lavoro, lo si pu bene
immaginare, e quella giornata fu una delle pi faticose per quei bravi
ragazzi. Per non avvenne alcun incidente, tranne che, nella serata,
Gordon osserv che il cane era scomparso.
Di solito, all'ora dei pasti, Phann non mancava mai di mettersi
accanto allo sgabello del suo padrone; quella sera il suo posto era
vuoto.
Si chiam Phann... Phann non rispose.
Gordon and sulla soglia, chiam di nuovo... silenzio completo.
Doniphan e Wilcox corsero l'uno sulla riva del fiume, l'altro dalla
parte del lago... nessuna traccia del cane.
Invano le ricerche si estesero ad alcune centinaia di passi nei
dintorni di French-den! Phann non fu trovato.
Era evidente che il cane non era pi a portata di voce, perch
avrebbe certamente risposto alla voce di Gordon. Si era dunque
smarrito?... Pareva poco probabile. Era stato divorato da qualche
bestia feroce?... Poteva essere ed era la spiegazione pi plausibile
della sua sparizione.
Erano le nove di sera. Una profonda oscurit avvolgeva la
scogliera e il lago. Si dovette rinunciare alle ricerche e ritornare a
French-den.
Tutti rientrarono, allora, molto preoccupati e desolati al pensiero
che quell'intelligente animale era scomparso forse per sempre.
Alcuni andarono a sdraiarsi sulle loro cuccette, altri sedettero
intorno alla tavola, senza per pensare a dormire. Avevano
l'impressione di essere pi soli, pi abbandonati, pi lontani ancora
dal loro paese natio e dalle famiglie.
Ad un tratto, in mezzo al silenzio, si udirono delle urla seguite da
grida di dolore, per la durata di circa un minuto!
Viene di l! Di l! esclam Briant, slanciandosi nel budello.
Tutti si alzarono come in attesa di qualche apparizione straordinaria.
Lo spavento riprese i piccoli, che nascosero il capo sotto le coperte.
Come Briant torn fuori:
Ci dev'essere una cavit l dentro disse il cui ingresso si
trova dall'altra parte della rupe...
E nella quale probabile che durante la notte vi risiedano degli
animali aggiunse Gordon.
Dev'essere cos osserv Doniphan. E quindi domani
intraprenderemo delle ricerche...
In quel momento si ud un forte abbaiare, che, come le urla,
proveniva dall'interno della roccia.
Che Phann sia l esclam Wilcox e alle prese con
qualche animale?...
Briant, che era rientrato nel budello, ascoltava, con l'orecchio
applicato contro la parete... Non si udiva pi nulla!... Ma che Phann
si trovasse l dentro o meno, non c'era dubbio che esistesse una
seconda caverna, la quale doveva comunicare con l'esterno,
probabilmente attraverso qualche foro nascosto fra i cespugli, alla
base della scogliera.
La notte trascorse, e non si udirono pi n urla, n abbaiamenti.
Allo spuntar del giorno le ricerche, intraprese dalla parte del
fiume e dalla parte del lago, non diedero risultati diversi da quelli del
giorno prima nella spianata in cima alla scogliera.
Phann, bench fosse stato cercato e chiamato nei dintorni di
French-den, non era ricomparso.
Briant e Baxter si rimisero alternativamente al lavoro. Il piccone e
la zappa non ebbero riposo. Durante quella mattina, il budello
guadagn circa due piedi di profondit. Ogni tanto ci si fermava, si
tendeva l'orecchio... non si udiva pi nulla.
Il lavoro, interrotto per la colazione di mezzogiorno, ricominci
un'ora dopo. Erano state prese tutte le precauzioni nel caso che,
cadendo la parete sotto gli ultimi colpi di piccone, qualche animale si
fosse slanciato nel budello. I piccoli erano stati condotti sulla riva.
Doniphan, Wilcox e Webb si tenevano pronti ad ogni eventualit
impugnando fucili e rivoltelle.
Verso le due, Briant emise un grido. Il piccone aveva forato il
calcare che era franato, lasciando vedere una larga apertura.
Briant raggiunse subito i compagni, che non sapevano che
pensare...
Ma, prima che avesse potuto aprire bocca, si ud qualcosa
frusciare attraverso il budello e un animale si slanci con un balzo
nella caverna...
Era Phann!
S! Phann, che per prima cosa, si precipit verso un secchio pieno
d'acqua e si mise a bere avidamente. Quindi, dimenando la coda,
senza mostrare alcuna irritazione, fece dei salti festosi intorno a
Gordon. Non c'era dunque nulla da temere.
Briant allora prese un fanale e s'introdusse nel budello seguito da
Gordon, Doniphan, Wilcox, Baxter, Moko. Un istante dopo tutti,
varcato l'orificio prodotto dal franamento, si trovarono in mezzo a
una cupa escavazione, nella quale non penetrava alcuna luce
dall'esterno.
Era una seconda caverna, alta e larga come French-den, ma molto
pi profonda, e il suolo era coperto da una fine sabbia su una
superficie di circa cinquanta iarde quadrate.
Siccome quella cavit pareva non avesse comunicazione con
l'esterno, si poteva temere che l'aria non fosse respirabile. Ma la
fiamma del fanale non si era spenta, segno che l'aria vi penetrava da
qualche parte. Del resto, se non fosse stato cos, come avrebbe potuto
entrarvi Phann?
In quella Wilcox urt col piede un corpo inerte e freddo, come
egli pot riconoscere toccandolo.
Briant avvicin il fanale.
il cadavere di uno sciacallo esclam Baxter.
S!... Uno sciacallo che il nostro bravo Phann ha strangolato!
soggiunse Briant.
Adesso tutto si spiega! rispose Gordon.
Ma se uno o pi sciacalli avevano trasformato quella caverna
nella loro tana abituale, da qual parte vi potevano penetrare? Ecco
quanto bisognava scoprire ad ogni costo.
Quindi Briant, uscito da French-den, prese a seguire la scogliera
rocciosa dalla parte del lago. Contemporaneamente emetteva delle
grida alle quali infine altre grida risposero dall'interno. In questo
modo egli scoperse una stretta apertura fra i cespugli, rasente al
suolo, attraverso la quale penetravano gli sciacalli. Ma dopo che
Phann ve li aveva inseguiti, si era prodotta una piccola frana che
aveva chiuso quell'apertura, come non si tard a riconoscere.
Dunque, tutto si spiegava, gli ululati dello sciacallo, l'abbaiare del
cane, che, per ventiquattr'ore, si era trovato nell'impossibilit di
uscire.
Non si pu descrivere la contentezza di tutti! Non solo Phann
tornava dai suoi giovani padroni ma anche quanto lavoro
risparmiato! L, bell'e fatta come disse Dole, c'era una vasta cavit
di cui il naufrago Baudoin non aveva mai sospettata l'esistenza.
Ingrandendo l'apertura, si sarebbe avuta una seconda porta aperta
dalla parte del lago. Dal che derivava che tutte le esigenze del
servizio interno potevano venire soddisfatte con grande facilit. E i
ragazzi, riuniti nella nuova caverna, lanciarono dei grandi urr, ai
quali Phann un i suoi gioiosi latrati.
Con molto ardore ci si rimise all'opera per trasformare il budello
in un corridoio praticabile. La seconda escavazione, per le sue
maggiori proporzioni, merit il nome di hall che le fu imposto
dagli scopritori. In attesa che nelle pareti del corridoio, venissero
ricavate delle cantine, tutto il materiale fu trasportato nella hall. Essa
doveva servire nello stesso tempo da dormitorio e da sala da lavoro,
mentre la prima camera sarebbe stata riservata alla cucina, alla
dispensa e al refettorio. Siccome poi si faceva conto di fare di questa
prima caverna il magazzino generale, Gordon propose di chiamarla
Store-room, ed il nome piacque a tutti.
Anzitutto, si trasportarono le cuccette che furono disposte
simmetricamente sulla sabbia della hall, dove lo spazio non mancava.
Quindi vi si disposero il mobilio della Sloughi, i divani, le poltrone, i
tavoli, gli armadi, ecc., e (cosa assai importante) le stufe della camera
e del salone della Sloughi, l'installazione delle quali venne fatta in
modo da riscaldare il vasto locale.
Nello stesso tempo si allarg l'ingresso dalla parte del lago, per
adattarvi una delle porte della goletta, lavoro che a Baxter cost non
poca fatica. Inoltre due nuove feritoie vennero aperte da ciascun lato
di tale porta, e la luce entr a sufficienza nella hall che alla sera
veniva illuminata mediante un fanale sospeso alla volta.
Questi adattamenti richiesero circa due settimane. Era tempo di
terminarli, poich il tempo, dopo un periodo di calma, cominciava a
modificarsi. Il freddo non era ancora acuto, ma le raffiche divennero
tanto impetuose che non permettevano pi di uscire all'aperto.
La forza del vento era tale, infatti, che nonostante la protezione
della scogliera, sollevava le acque del lago come quelle di un mare.
Le onde frangevano con fracasso, e di certo un'imbarcazione (barca
da pesca o piroga di salvataggio) vi avrebbe fatto naufragio. Si
dovette tirare in secco la iole, altrimenti avrebbe rischiato di essere
trascinata via. A volte le acque del fiume, respinte in direzione
contraria alla corrente, inondavano la riva e minacciavano di
raggiungere il contrafforte. Per fortuna n Store-room n la hall
erano esposte direttamente all'impeto della bufera, giacch il vento
soffiava da ovest. Quindi le stufe e il fornello di cucina, alimentati
con legna secca di cui si era fatta ampia provvista, funzionavano a
meraviglia.
Come era stato un bene che tutte le cose salvate dalla Sloughi
avessero trovato un riparo sicuro! Le vettovaglie non avevano pi
nulla da temere dall'inclemenza della stagione. Gordon e i suoi amici,
ora imprigionati dal cattivo tempo, ebbero l'agio di sistemarsi pi
comodamente. Avevano allargato il corridoio e scavato due profonde
nicchie, una delle quali, chiusa da una porta, fu destinata alle
munizioni, in modo da prevenire qualsiasi pericolo di esplosione.
Infine, bench i cacciatori non potessero arrischiarsi nei dintorni di
French-den, il vitto quotidiano era assicurato anche solo con gli
uccelli acquatici, che Moko preparava senza riuscire sempre a farne
sparire il gusto di selvatico, il che provocava proteste e smorfie.
Inutile dire, del resto, che un posto era stato riservato al nand, in un
angolo di Store-room, in attesa di potergli costruire un apposito
recinto.
Fu allora che Gordon ebbe il pensiero di redigere un programma,
al quale ognuno avrebbe dovuto attenersi, una volta che fosse stato
approvato da tutti. Dopo la vita materiale era il caso di pensare a
quella spirituale. Si sapeva quanto sarebbe durato il soggiorno su
quell'isola? Se si fosse riusciti a lasciarla, che soddisfazione si
sarebbe provata avendo messo a profitto quel periodo! Con i libri che
avevano costituito la biblioteca della goletta, i grandi non avrebbero
potuto accrescere il bagaglio delle loro conoscenze, pur dedicandosi
all'istruzione dei pi giovani? Ottimo compito, che avrebbe occupato
utilmente e piacevolmente le lunghe ore d'inverno!
Per, prima di redigere quel programma ci si dovette dedicare alla
seguente faccenda.
La sera del 10 giugno, dopo cena, tutti erano riuniti nella hall
intorno alle stufe e il discorso cadde sull'opportunit di assegnare dei
nomi ai principali luoghi dell'isola.
Sarebbe molto utile e molto pratico osserv Briant.
S, dei nomi... grid Iverson e scegliamo dei nomi belli!
Come hanno sempre fatto i Robinson, veri o falsi che fossero
replic Webb.
E infatti, amici osserv Gordon noi non siamo altro...
Un collegio di Robinson! esclam Service.
E poi riprese Gordon assegnando dei nomi alla baia, ai
fiumi, alle foreste, al lago, alla scogliera, alle paludi, ai promontori ci
sar pi facile intenderci!
La proposta fu, quindi, adottata senz'altro, e non rimase che
affidarsi all'immaginazione per trovare dei nomi adatti.
Abbiamo gi Sloughi-bay dove venuto a naufragare il nostro
yacht disse Doniphan e penso che convenga conservarle questo
nome, al quale siamo gi abituati.
Certamente rispose Cross.
Cos come confermeremo il nome di French-den alla nostra
abitazione aggiunse Briant in memoria del naufrago di cui
abbiamo preso il posto!
Non ci fu nessuna contestazione in proposito, persino da parte di
Doniphan, quantunque la proposta venisse da Briant.
Come chiameremo il fiume chiese Wilcox che si getta in
Sloughi-bay?
Fiume Zealand propose Baxter. Questo nome ci
ricorder quello del nostro paese.
Adottato!... Adottato!...
Il voto di approvazione fu unanime.
E il lago?... chiese Garnett.
Dal momento che al fiume stato dato il nome del nostro
paese disse Doniphan diamo al lago un nome che ricordi le
nostre famiglie, chiamiamolo Family-lake (Lago della Famiglia)!
Approvato per acclamazione.
Come si vede l'accordo era completo, e fu sotto l'influenza degli
stessi sentimenti che si diede alla scogliera il nome di Auckland-hill
(collina di Auckland). Il promontorio che la terminava e dal quale
Briant aveva creduto di vedere un mare all'est, fu detto, per proposta
dello stesso Briant, False-Sea-point (Punta del mare falso).
Ecco gli altri nomi che furono successivamente adottati.
Fu detto Traps-woods (Bosco delle trappole), quella parte della
foresta dove appunto s'erano trovate delle trappole; Bog-woods
(Boschi dell'acquitrino), l'altra parte collocata fra Sloughi-bay e la
scogliera; South-moors (palude del Sud), la palude che copriva tutta
la parte meridionale dell'isola; Dike-creek (ruscello della diga), il
ruscello sbarrato dal piccolo argine; Wreck-coast (Costa del
naufragio), la costa sulla quale lo yacht aveva naufragato; finalmente
Sport-terrace (spianata dei giochi) lo spazio compreso fra il fiume e il
lago, che formava davanti alla hall una specie di aiola destinata agli
esercizi indicati nel programma.
Gli altri punti dell'isola, si convenne di battezzarli a mano a mano
che sarebbero stati riconosciuti, e a seconda delle vicende di cui
potevano divenire teatro.
Per parve utile assegnare ancora un nome ai principali
promontori segnati sulla carta di Franois Baudoin. Si ebbero cos a
settentrione dell'isola, North-cape e alla punta pi meridionale,
South-cape. Alle tre punte che sporgevano verso ovest sul Pacifico si
convenne unanimemente di dare i nomi delle tre nazioni francese,
inglese e americana, che erano rappresentate nella piccola colonia.
Colonia! Certamente bisognava accettare questo nome, per
ricordare che l'insediamento non era provvisorio, ma forse definitivo.
Fu Gordon che lo decise, sempre pi preoccupato ad organizzare la
vita in questa nuova terra pi che a cercare di uscirne. Quei ragazzi
non erano pi i naufraghi della Sloughi, erano i coloni dell'isola...
Di quale isola?... Si doveva imporre un nome anche ad essa.
Ecco...! Ecco!... Io so come si dovrebbe chiamarla! esclam
Costar.
Davvero?... Tu hai pensato un nome? chiese Doniphan.
bravo il piccino! osserv Garnett.
Non c' dubbio, vorr chiamarla isola Baby! ribatt Service.
Andiamo, non prendete in giro Costar disse Briant.
Sentiamo piuttosto la sua idea soggiunse Briant.
Il fanciullo, un po' confuso, taceva.
Parla, Costar riprese Briant incoraggiandolo col gesto.
Sono sicuro che la tua idea buona...
Ebbene disse Costar siccome siamo alunni del collegio
Chairman, chiamiamo questa terra isola Chairman!
Infatti, non si poteva scegliere un nome pi adatto. Quindi esso fu
accettato con applausi generali, cosa che fece inorgoglire il piccino.
Isola Chairman! Non si poteva negarlo, il nome aveva un certo
sapore geografico e avrebbe potuto benissimo figurare negli atlanti
dell'avvenire.
Finito, con generale soddisfazione, questo lavoro geografico, era
venuto il momento di andare a riposare, ma Briant chiese ancora la
parola.
Compagni disse ora che abbiamo dato un nome all'isola,
non sarebbe opportuno scegliere un capo per governarla?
Un capo?... rispose vivacemente Doniphan.
S... Mi sembra che tutto andrebbe meglio se uno di noi avesse
autorit sugli altri. Ci che si fa in ogni paese, non possiamo farlo
anche nell'isola Chairman?
S... Un capo... Nominiamo un capo gridarono ad una voce
grandi e piccoli.
Nominiamo un capo disse allora Doniphan ma a
condizione che esso lo sia per un tempo determinato, per un anno!...
E che potr essere rieletto aggiunse Briant.
D'accordo!... Chi sceglieremo? chiese ansiosamente
Doniphan.
E pareva che quel geloso ragazzo non avesse che un timore: che la
scelta dei compagni si fissasse sopra Briant invece che su di lui!...
Ma fu presto illuminato al riguardo.
Chi eleggere?... aveva risposto Briant ma il pi saggio
fra di noi... il nostro compagno Gordon!
S!... S!... Viva Gordon!
Gordon voleva dapprima rifiutare l'onore che gli assegnavano,
preferendo organizzare che comandare. Per, pensando ai guai che le
passioni, quasi altrettanto ardenti in quei ragazzi che se fossero stati
gi adulti, avrebbero potuto far nascere in futuro, si convinse che la
sua autorit non sarebbe stata inutile!
Ed ecco come Gordon fu proclamato capo della piccola colonia
dell'isola Chairman.

CAPITOLO XIII
IL PROGRAMMA DEGLI STUDI RISPETTO DELLA
DOMENICA PALLE DI NEVE DONIPHAN E
BRIANT GRANDI FRED-DI IL PROBLEMA DEL
COMBUSTIBILE ESCURSIONE A TRAPS-WOODS
ESCURSIONE A SLOUGHI-BAY FOCHE E PINGUINI
UNA ESECUZIONE PUBBLICA
A PARTIRE da quel mese di maggio, il periodo invernale era
definitivamente incominciato nei paraggi dell'isola Chairman.
Quanto doveva durare? Almeno cinque mesi, se l'isola si trovava ad
una latitudine pi elevata della Nuova Zelanda. Quindi vennero prese
da Gordon le opportune misure per affrontare le eventualit di un
lungo e terribile inverno.
In ogni caso, ecco quello che il giovane americano aveva desunto
dalle sue osservazioni meteorologiche: l'inverno era incominciato col
mese di maggio, cio due mesi prima del luglio che nella zona
australe corrisponde al gennaio della zona boreale. Si poteva
concluderne che esso sarebbe finito due mesi dopo, di conseguenza
verso la met di settembre. Inoltre, al di fuori di questo periodo,
bisognava prevedere anche le grosse bufere, che sono assai frequenti
durante l'equinozio. Cos era probabile che i giovani coloni sarebbero
rimasti relegati a French-den fino ai primi di ottobre, senza poter
intraprendere nessuna lunga escursione attraverso o intorno all'isola
Chairman.
Per organizzare la vita interna nel miglior modo possibile, Gordon
si credette in dovere di preparare un programma di occupazioni
giornaliere.
inutile dire che le pratiche del fagismo, di cui si gi parlato a
proposito del collegio Chairman, non sarebbero state accettabili
sull'isola omonima. Tutti gli sforzi di Gordon miravano a far si che
quei ragazzi si abituassero all'idea di essere quasi uomini, per agire
da uomini. Non ci dovevano essere dei fags a French-den, cio i
piccoli non sarebbero stati affatto obbligati a servire i maggiori. Ma,
tranne quello, si sarebbero rispettate le consuetudini, quelle
consuetudini che sono, come ha fatto notare l'autore della Vita di
collegio in Inghilterra, il principale fondamento delle scuole
inglesi.
Nel programma c'erano la parte dei piccini e quella dei grandi,
necessariamente disuguali. La biblioteca di French-den comprendeva
pochi libri scientifici, non tenendo conto delle descrizioni di viaggi.
Quindi i grandi non potevano proseguire i loro studi che in misura
limitata. vero, per, che le difficolt dell'esistenza, la lotta per
provvedere ai bisogni quotidiani, la necessit di esercitare il
raziocinio e l'immaginazione in vista di eventualit di ogni specie,
tutto questo doveva servire ad addestrarli seriamente alla vita. Ne
conseguiva che, essendo naturalmente designati per essere i maestri
dei loro compagni pi giovani, si sarebbero sentiti obbligati a farlo.
Tuttavia, lungi dal sovraccaricare i piccoli di un lavoro superiore
alla loro et, ci si sarebbe dedicati a cogliere tutte le occasioni per
sviluppare il corpo non meno che la mente. Appena il tempo lo
avesse permesso, dovevano uscire all'aperto per respirare a pieni
polmoni ed anche lavorare materialmente ognuno nei limiti delle
proprie forze.
Insomma il programma fu redatto ispirandosi a quei principi, che
sono la base dell'educazione anglo-sassone:
Tutte le volte che una cosa vi sgomenta, fatela.
Non perdete mai l'occasione di fare uno sforzo possibile.
Non disprezzate nessuna fatica, giacch non c' nulla di inutile.
Mettendo questi precetti in pratica, il corpo diviene robusto, e
l'anima si fortifica.
Ecco ci che fu stabilito, ben inteso col beneplacito dell'intiera
comunit:
Due ore al mattino, due ore alla sera, si sarebbe fatto lavoro in
comune nella hall. A volta a volta, Briant, Doniphan, Cross, Baxter,
della quinta classe, Wilcox e Webb della quarta dovevano far scuola
ai compagni della terza, seconda e prima classe. Avrebbero insegnato
loro matematica, geografia, storia servendosi sia dei volumi della
biblioteca sia delle cognizioni da loro gi in precedenza acquisite.
Sarebbe stata l'occasione per non dimenticare ci che sapevano.
Inoltre, due volte la settimana, la domenica e il gioved, ci sarebbe
stata una conferenza, cio sarebbe stato trattato un argomento di
scienza o di storia o di attualit avente riferimento con gli
avvenimenti del giorno. I grandi ne avrebbero discusso a favore o
contro e avrebbero discusso sia per istruzione sia per passatempo
generale.
Gordon, nella sua qualit di capo della colonia, si sarebbe
adoperato affinch quel programma venisse osservato, e non subisse
modifiche che in casi del tutto speciali.
Si adott prima di tutto un provvedimento per ci che riguardava
il trascorrere del tempo. Si aveva il calendario della Sloughi, ma
bisognava cancellare regolarmente i giorni a mano a mano che
passavano. Si avevano gli orologi di bordo, ma dovevano essere
caricati regolarmente, per mantenerli in grado di fornire l'ora precisa.
Due dei grandi furono incaricati di questo servizio, Wilcox per gli
orologi, Baxter per il calendario, e si poteva contare sulla loro
esattezza. Webb doveva invece rilevare le indicazioni quotidiane del
barometro e del termometro.
Venne presa un'altra determinazione, quella di tenere un diario di
quanto era accaduto e di ci che sarebbe accaduto durante il
soggiorno nell'isola Chairman. Baxter si offerse per quel lavoro, e,
per merito suo il giornale di French-den sarebbe stato compilato
con la pi minuziosa diligenza.
Una faccenda non meno importante e che non doveva subire
ritardi era la lavatura della biancheria, per la quale fortunatamente il
sapone non mancava, e Dio sa se, nonostante le raccomandazioni di
Gordon, i piccini si insudiciavano quando giocavano sulla Sport-
terrace o pescavano lungo il fiume. Quante volte a questo proposito
erano stati sgridati e minacciati di punizioni! Ecco un'incombenza di
cui Moko, se ne intendeva perfettamente; ma da solo non sarebbe
bastato, e quindi nonostante non ne traessero molto piacere, i grandi
dovettero venirgli in aiuto per tenere pulita e in buon ordine la
biancheria di French-den.
Il giorno successivo era precisamente domenica, e si sa con quale
rigore si osserva il giorno festivo in Inghilterra e in America. La vita
rimane, per cos dire, sospesa nelle citt, nelle borgate e nei villaggi.
In quel giorno si detto rimane vietata qualsiasi occupazione,
qualsiasi svago. Non solo ci si deve annoiare, ma bisogna averne
l'aria, e questa regola imposta rigidamente tanto agli adulti quanto
ai ragazzi. Le tradizioni! sempre le tradizioni!
Per, all'isola Chairman, si decise di allentare un pochino questa
severit, e, anzi, quella domenica, i giovani coloni si permisero
un'escursione sulle rive del Family-lake. Faceva estremamente
freddo, sicch dopo una passeggiata di due ore, seguita da una gara
di corsa, alla quale presero parte i piccini sulla Sport-terrace, tutti
furono felici di trovare nella hall una buona temperatura e in Store-
room un pranzo ben caldo, il cui menu era stato particolarmente
curato dall'abile capo cuoco di French-den.
La serata si chiuse con un concerto: l'armonica di Garnett funse da
orchestra, mentre gli altri cantavano pi o meno intonati con una
convinzione tutta sassone. Il solo fra quei ragazzi che avesse una
buona voce era J acques. Ma, a causa del suo inesplicabile stato
d'animo, egli non partecipava pi agli svaghi dei compagni, e in
quella circostanza, quantunque ne fosse pregato, rifiut di cantare
anche una sola di quelle canzoni infantili, di cui pure era cos prodigo
al collegio Chairman.
Quella domenica, che si era aperta con una breve predica del
reverendo Gordon, come diceva Service, si chiuse con una
preghiera detta in comune. Verso le dieci tutti dormivano di un sonno
profondo sotto la vigilanza di Phann, del quale si poteva avere
completa fiducia in caso che si avvicinasse qualcuno sospetto.
Durante il mese di giugno, il freddo and sempre crescendo.
Webb not che il barometro si teneva in media al disopra dei
ventisette pollici, mentre il termometro centigrado segnava dieci o
dodici gradi al di sotto dello zero. Appena il vento, che soffiava da
sud, inclinava verso ovest, la temperatura si alzava un poco e i
dintorni di French-den si coprivano di neve. I giovani coloni si
dedicarono allora a parecchie di quelle battaglie a palle di neve che
sono tanto di moda in Inghilterra. Naturalmente qualche testa ci and
di mezzo e anzi, un giorno, uno dei pi maltrattati fu J acques,
quantunque si tenesse in disparte, semplice spettatore. Una palla,
lanciata con troppa forza da Cross, lo colp violentemente, bench
non fosse diretta contro di lui, e il ragazzo non pot trattenere un
grido di dolore.
Non l'ho fatto apposta! disse Cross, dando la consueta
risposta dei maldestri.
Ne sono convinto! ribatt Briant, che il grido del fratello
aveva fatto accorrere sul campo di battaglia. Per sbagli a lanciare
la palla con tanta forza!
E allora, perch J acques venuto a mettersi in mezzo
riprese Cross dal momento che non vuol giocare?
Quante parole! esclam Doniphan. E per una
stupidaggine!
D'accordo! Non una cosa grave! rispose Briant, sentendo
che Doniphan non cercava altro che l'occasione di intervenire nella
discussione.
Solo pregher Cross di non ricominciare.
Ma dal momento che ha detto di non averlo fatto apposta!
osserv Doniphan con piglio arrogante.
Non capisco perch vuoi mettere il naso in questa faccenda!
rispose Briant. Riguarda solo Cross e me...
Riguarda anche me, Briant, dal momento che la pigli su questo
tono!
rispose Doniphan.
Come e quando ti piace! ribatt Briant, incrociando le
braccia.
Anche subito! esclam Doniphan.
In quella giunse assai opportunamente Gordon per impedire alla
lite di risolversi a botte. Diede naturalmente torto a Doniphan. Il
quale dovette sottomettersi, e, brontolando, rientr a French-den. Ma
c'era da temere che qualche nuovo incidente mettesse i due rivali alle
prese!
Continu a nevicare per quarantott'ore. Per divertire i piccini,
Service e Garnett fecero un pupazzo, con una grossa testa, un naso
enorme, una bocca smisurata: una specie di orco, da spaventare i
bambini. E, per dire tutta la verit, durante il giorno Dole e Costar si
arrischiavano a lanciargli delle palle, ma appena l'oscurit gli dava
delle proporzioni gigantesche, cominciavano a guardarlo con un
rispetto non scevro di paura.
Oh! Che fifoni! esclamavano Iverson e J enkins, che
facevano i coraggiosi senza per essere molto pi sicuri dei loro pi
giovani compagni.
Verso la fine di giugno si dovette rinunciare a questo
divertimento. La neve, che aveva l'altezza di tre o quattro piedi,
rendeva impossibile il camminare.
I giovani coloni rimasero quindi rinchiusi per quindici giorni, sino
al 9 luglio. Gli studi non soffersero, anzi ci guadagnarono. Il
programma quotidiano veniva esattamente seguito. Le conferenze
ebbero luogo nei giorni stabiliti. Tutti vi presero vero piacere, e
Doniphan, com'era da prevedere, grazie alla parola facile e alle sue
cognizioni molto avanzate, tenne il primo posto. Peccato che si
pavoneggiasse anche per questo! L'orgoglio guastava tutte le sue
brillanti qualit!
Bench le ore di ricreazione si dovessero passare nella hall, la
salute generale non ne sofferse, grazie all'aerazione che avveniva tra
una camera e l'altra attraverso il corridoio. Il problema della salute
non cessava di essere fra i pi importanti. Se uno o l'altro dei ragazzi
fosse caduto malato, come si sarebbe potuto prestargli le cure
necessarie? Per fortuna, essi se la cavarono con qualche raffreddore o
mal di gola, presto guariti con un po' di riposo e bevande calde.
Invece si present, in quei giorni, un nuovo quesito da risolvere.
Ordinariamente, l'acqua necessaria a French-den veniva attinta al
fiume, durante il riflusso, affinch non fosse salmastra. Ma quando la
superficie del fiume si fosse completamente ghiacciata sarebbe stato
impossibile continuare in questo modo. Gordon si occup di questo
con Baxter, l'ingegnere, e il problema fu esaminato sotto i suoi
vari aspetti. Baxter, dopo avervi riflettuto, propose di costruire un
condotto che prendesse l'acqua del fiume, beninteso ad una certa
profondit, cio sotto il livello di congelamento, e la portasse fino a
Store-room. Era un lavoro, come si vede, assai difficile, e Baxter non
vi sarebbe riuscito se non avesse avuto a sua disposizione uno dei
tubi di piombo che servivano al trasporto dell'acqua nell'interno della
Sloughi. Ma alla fine, dopo numerosi tentativi, l'acqua fu assicurata
all'interno di Store-room. Quanto all'illuminazione, olio ce n'era
ancora in quantit sufficiente per le lampade dei fanali; ma passato
l'inverno, sarebbe stato necessario procurarsene, o almeno fabbricare
delle candele col grasso che Moko metteva in disparte.
Altre preoccupazioni in questo periodo si ebbero a proposito
dell'alimentazione della piccola colonia, perch la caccia e la pesca
non fornivano pi il tributo consueto. Alcuni animali, spinti dalla
fame, si avvicinarono pi volte a Sport-terrace. Ma non erano che
sciacalli che Doniphan e Cross si accontentavano di tenere lontani a
fucilate. Una volta giunsero in gruppo (circa una ventina) e si
dovettero barricare solidamente le porte della hall e di Store-room.
Una visita di questi carnivori, resi feroci dalle privazioni, sarebbe
stata da temersi. Per fortuna Phann li aveva segnalati in tempo,
quindi non poterono forzare l'ingresso di French-den.
In tali spiacevoli condizioni, Moko dovette ricorrere alle provviste
dello yacht, che si cercava di risparmiare il pi possibile. Gordon non
dava volentieri il permesso di servirsene, e vedeva con
preoccupazione allungarsi sul suo taccuino la lista delle uscite mentre
quella delle entrate rimaneva stazionaria. Tuttavia, dal momento che
c'era una gran quantit di anitre e di ottarde, chiuse ermeticamente in
barili dopo una mezza cottura, Moko pot utilizzare anche quelle,
come pure molti salmoni conservati in salamoia. Non bisogna
dimenticarlo, in French-den c'erano quindici bocche da nutrire e
degli appetiti di ragazzi dagli otto ai quattordici anni da accontentare!
Tuttavia, durante quell'inverno, non si rimase del tutto privi di
carne fresca. Wilcox, abilissimo in tutto quanto riguardava le insidie
della caccia, aveva disposto delle trappole sul greto. Erano molto
semplici, tenute aperte da dei pezzi di legno a forma di 4, ma la
selvaggina minuta qualche volta v'incappava.
Con l'aiuto dei compagni, Wilcox dispose pure dei paretai lungo
le rive del fiume, impiegando a tale scopo le reti da pesca della
Sloughi, attaccate ad alte pertiche. Nelle maglie di quelle lunghe tele
di ragno gli uccelli dei South-moors incappavano in gran numero
quando passavano da una riva all'altra. E se molti prigionieri
riuscirono a liberarsi da quelle maglie troppo piccole, talora avvenne
che si pigliassero tanti uccelli da bastare per due pasti quotidiani.
Invece, a presentare difficolt piuttosto grosse fu l'alimentazione
del nand! Bisogna proprio confessarlo, i tentativi di addomesticare
quell'animale selvatico non progredivano affatto, checch potesse
dirne Service, che era incaricato del suo dressage.
Che corridore sar! ripeteva spesso, bench non si fosse
molto convinti sul come sarebbe riuscito a montarlo.
Intanto, poich il nand non era carnivoro, Service doveva cercare
il suo cibo quotidiano di erbe e di radici sotto due o tre piedi di neve.
Ma che cosa non avrebbe fatto per procurare un buon nutrimento alla
sua bestia favorita? Il nand dimagr un po' durante
quell'interminabile inverno, ma non fu certo colpa del suo fedele
custode, e c'era da sperare che, venuta la primavera, avrebbe ripreso
la sua normale grossezza.
Il 9 luglio, di buon mattino, Briant, uscito dalla grotta, riconobbe
che il vento aveva mutato direzione e soffiava da sud.
Il freddo era divenuto talmente vivo che Briant dovette rientrare
in fretta nella hall, dove fece conoscere a Gordon la modifica di
temperatura.
C'era da temerlo rispose Gordon e non sarei sorpreso se
dovessimo sopportare ancora qualche mese molto rigido.
Ci prova chiaramente aggiunse Briant che la Sloughi
stata trascinata verso sud molto pi di quello che supponessimo.
Certamente disse Gordon e tuttavia il nostro atlante non
segna alcuna isola nelle vicinanze del Mare Antartico.
inesplicabile, Gordon, e veramente non so da quale parte
potremmo dirigerci se mai riuscissimo a lasciare l'isola Chairman...
Lasciare l'isola! esclam Gordon. Allora tu vi pensi
sempre, Briant?
Sempre, Gordon. Se potessimo costruire un'imbarcazione che,
bene o male, tenesse il mare, non esiterei a lanciarmi alla scoperta!
Bene!... bene!... replic Gordon. Non v' fretta!...
Aspettiamo almeno di avere ordinato la nostra piccola colonia.
Eh! caro Gordon rispose Briant dimentichi forse che
laggi abbiamo delle famiglie...
Certo... certo, Briant! Ma alla fin fine non siamo del tutto
infelici qui! Le cose vanno... anzi, mi chiedo, a volte, che cosa ci
manca!
Molte cose, Gordon rispose Briant, che trov opportuno
non prolungare il discorso a quel proposito. Ecco, per esempio,
non abbiamo quasi pi combustibile...
Oh! le foreste dell'isola non sono ancora bruciate!...
Lo so, Gordon! Ma tempo di rifornire la nostra provvista di
legna, perch quasi consumata.
Va bene, oggi! rispose Gordon. Vediamo quanto segna il
termometro.
Il termometro, sistemato in Store-room, segnava cinque gradi al
disopra dello zero, bench il fornello fosse in piena attivit. Ma
appena esposto fuori della porta segn diciassette gradi sotto lo zero.
Era un freddo intenso, e che sarebbe aumentato di certo se il
tempo rimaneva limpido e sereno per alcune settimane. Anche
nell'interno di French-den, quantunque il fornello e le due stufe
funzionassero benissimo e fossero spinti al massimo, la temperatura
cominciava ad abbassarsi sensibilmente.
Verso le nove, dopo la prima colazione, fu deciso di recarsi a
Traps-woods per raccogliervi un intero carico di legna.
Quando l'atmosfera calma, le pi basse temperature possono
essere sopportate impunemente. Ci che particolarmente spiacevole
l'aspra tramontana che morde le mani e il volto, e contro la quale
non c' difesa. Per fortuna, quel giorno il vento era estremamente
debole, il cielo di una purezza perfetta, come se anche l'aria fosse
stata gelata.
Quindi, invece della neve molle, nella quale ancora il giorno
prima si affondava sino ai fianchi, il piede si sarebbe posato su un
terreno di una durezza quasi metallica. Quindi, badando per di non
scivolare, si poteva camminare come se ci si fosse trovati sulla
superficie di Family-lake o del fiume Zealand che erano totalmente
gelati; con qualche paio di quelle racchette usate dagli indigeni delle
regioni polari, o anche con una slitta trainata da cani o da renne, il
lago sarebbe potuto essere percorso in poche ore in tutta la sua
estensione, da nord a sud.
Per il momento non si trattava per di fare una lunga spedizione.
La necessit urgente era andare al bosco vicino per rinnovare la
provvista della legna.
Per il trasporto a French-den di una quantit sufficiente di legna
doveva costare molta fatica, poich avrebbe dovuto essere effettuato
a braccia o... a spalla. Allora Moko ebbe una buona idea, e ci si
affrett a metterla in esecuzione, in attesa che si potesse costruire un
veicolo qualsiasi con le assi dello yacht. La grande tavola di Store-
room, di solida costruzione, lunga dodici piedi e larga quattro, non
poteva essere rovesciata a gambe all'aria e poi trascinata sulla neve
gelata? S, certo, e cos si fece. Quattro dei pi grandi si attaccarono
con corde a quel veicolo piuttosto primitivo, e alle otto si part alla
volta di Traps-woods.
I piccini, naso rosso e gote colorite, sgambettavano avanti come
cuccioli e Phann dava loro l'esempio. A volte poi si arrampicavano
sulla tavola, non senza dispute e gomitate, cos, per scherzo, col
rischio di qualche caduta, mai troppo pericolosa per! Le loro grida
risuonavano con straordinaria intensit attraverso quell'atmosfera
fredda e secca. Era davvero consolante vedere quella piccola colonia
cos di buon umore e in buona salute!
Tutto era bianco a perdita di vista da Auckland-hill a Family-lake.
Gli alberi, con i rami coperti di brina e di cristalli scintillanti, si
ammassavano lontano come lo sfondo di una scenografia favolosa.
Gli uccelli volavano a schiere sulla superficie del lago sino alla
scogliera. Doniphan e Cross non avevano dimenticato i fucili; utile
precauzione, poich si videro delle orme sospette le quali
appartenevano ad animali pi feroci degli sciacalli, coguari o
giaguari.
Sono forse di quei gatti selvaggi che sono chiamati paperos
osserv Gordon e che sono anche loro molto pericolosi!
Oh! se non sono che gatti! fece Costar alzando le spalle.
Ma anche le tigri sono dei gatti! ribatt J enkins.
vero, Service chiese Costar che questi gatti sono
cattivi?
Verissimo rispose Service e mangiano i bambini come
sorci. Risposta che preoccup non poco Costar.
II mezzo miglio tra French-den e Traps-woods fu presto superato,
e i giovani boscaioli si misero al lavoro. Rivolsero le loro asce solo
agli alberi di una certa dimensione, che furono liberati dei rami pi
piccoli, in modo da provvedersi non di fascine che fanno una breve
fiammata, bens di ceppi che avrebbero potuto alimentare
adeguatamente il fornello e le stufe. Poi la tavola-slitta ne accolse un
massiccio carico; ma essa scivolava cos bene e tutti tiravano tanto
volentieri sul suolo indurito, che prima di mezzogiorno era stato
possibile fare due viaggi.
Dopo la colazione si riprese il lavoro, che fu sospeso solo verso le
quattro, quando il giorno cominci a declinare. La fatica era notevole
ma siccome non c'era nessuna necessit di eccedere nelle cose,
Gordon rimand tutto al giorno dopo. Ora, quando Gordon ordinava,
non c'era che da obbedire.
Del resto, dopo il ritorno a French-den, tutti si occuparono a
segare i ceppi, a spaccarli, a immagazzinarli, fino a che venne l'ora
del ben meritato riposo.
Per sei giorni il trasporto venne continuato senza riposo, e per tal
modo si assicur il combustibile per parecchie settimane. L'intera
provvista non aveva potuto trovar posto in Store-room, ma non c'era
nessun inconveniente a lasciarla esposta all'aria aperta al piede del
contrafforte.
Il 15 luglio, che stando al calendario era quel giorno, cadeva San
Swithin. Ora, in Inghilterra, questo giorno corrisponde, come
reputazione, al San Medardo in Francia.
3
Se piove oggi disse Briant avremo la pioggia per
quaranta giorni.
Bah rispose Service importa poco, dato che siamo nella
stagione brutta. Ah! Se fosse estate...
Infatti, gli abitanti dell'emisfero australe non devono preoccuparsi
menomamente dell'influenza che possono avere San Medardo o San
Swithin, santi invernali nei paesi degli antipodi.
Per la pioggia non persistette, i venti tornarono a soffiare da sud-

3
E in Italia all'Ascensione. (N.d.T.)
est, e si ebbero ancora dei freddi cos intensi che Gordon non permise
pi ai piccini di uscire.
Nella prima settimana d'agosto, infatti, la colonna termometrica si
abbass a ventisette gradi sotto lo zero. Appena uno si esponeva
all'aria aperta, l'alito si condensava subito in neve. La mano non
poteva afferrare un oggetto di metallo senza provare un vivo dolore,
analogo alle bruciature. Si dovettero prendere le maggiori
precauzioni affinch la temperatura interna si mantenesse ad un
livello sufficiente.
Furono due settimane assai penose da passare. Tutti chi pi chi
meno soffrivano per mancanza d'esercizio fisico. Briant osservava,
non senza inquietudine, i piccini che avevano perduto i bei colori e il
cui volto si era fatto pallido. Se non che, mediante le bevande calde
che non mancavano, e tranne gli inevitabili raffreddori e bronchiti, i
giovani coloni superarono senza gravi inconvenienti questo
pericoloso periodo.
Verso il 16 agosto, lo stato dell'atmosfera prese a modificarsi col
vento che cominci a soffiare da occidente. Il termometro segn
dodici gradi al disotto dello zero, temperatura sopportabile quando
l'aria sia calma.
Doniphan, Briant, Service, Wilcox e Baxter decisero allora di fare
una escursione fino a Sloughi-bay. Partendo di buon mattino,
potevano essere di ritorno la sera stessa.
Si trattava di riconoscere se quella costa era frequentata da quegli
anfibi che sono gli ospiti abituali delle regioni antartiche, e alcuni dei
quali erano stati veduti all'epoca del naufragio. Inoltre, si doveva
sostituire la bandiera di cui non dovevano pi rimanere che dei
brandelli, dopo le tempeste invernali. Per consiglio di Briant, si
doveva anche inchiodare sull'albero della bandiera una tavoletta
indicante la posizione di French-den, nel caso che dei marinai,
avvistato il vessillo, sbarcassero su quella spiaggia.
Gordon diede il suo assenso, ma raccomand di essere di ritorno
prima di notte, e la piccola schiera parti la mattina del 19 agosto,
prima che spuntasse il sole. Il cielo era puro, e la luna, che era al suo
ultimo quarto, lo rischiarava con i suoi pallidi raggi. Una passeggiata
di sei miglia fino alla baia non poteva impensierire delle gambe ben
riposate.
Quel tragitto fu compiuto rapidamente. L'acquitrino di Bog-
woods era gelato e non si dovette aggirarlo, cosa che abbrevi di
molto il cammino. Prima delle nove, Doniphan e i compagni si
trovarono sulla spiaggia.
Guardate quanti uccelli! esclam Wilcox.
E additava, allineati sugli scogli, alcune migliaia di uccelli, che
rassomigliavano a grosse anitre dal becco lungo come il guscio del
dattero marino, e dal grido acuto e sgradevole ad un tempo.
Sembrano dei soldatini che il generale sta per passare in
rivista! disse Service.
Sono solo dei pinguini rispose Baxter e non valgono un
colpo di fucile!
Quegli stupidi volatili, che si tenevano in una posizione quasi
verticale, dovuta alle loro zampe poste molto indietro, non pensavano
nemmeno a fuggire e si potevano prendere a colpi di bastone. Forse
Doniphan avrebbe avuto voglia di compiere questo inutile eccidio;
ma poich Briant aveva avuto la prudenza di non opporvisi, i
pinguini furono lasciati in pace.
Ma se questi animali mancavano di qualsiasi utilit, ce n'erano
degli altri, su quella spiaggia, il cui grasso poteva servire per
l'illuminazione; e perci non dovevano essere trascurati.
Erano delle foche, della specie detta elefantina, che giocavano sui
frangenti allora ricoperti da una spessa coltre di ghiaccio. Se non che,
per prenderne qualcuna, sarebbe stato necessario tagliare loro la
ritirata dalla parte degli scogli, che chiudevano, per cos dire, quella
spiaggia scogliosa verso il mare. Ora, appena Briant e i suoi amici si
avvicinarono, fuggirono con salti straordinari e scomparvero
sott'acqua. In seguito, dunque, ci sarebbe stato motivo per
organizzare una spedizione apposita per la cattura di quegli anfibi.
Dopo aver fatto una frugale colazione con delle provviste che
avevano portato con s, i giovani coloni esplorarono la baia in tutta la
sua estensione.
Uno strato uniformemente bianco si stendeva dalla foce del fiume
Zealand sino al promontorio False-Sea-point. Tranne i pinguini e gli
uccelli di mare, come albatri, procellarie e gabbiani, sembrava che gli
altri volatili avessero abbandonata la spiaggia per spingersi
nell'interno dell'isola a cercarvi un po' di nutrimento. Due o tre piedi
di neve si stendevano sulla spiaggia, e quel che restava del relitto
della goletta era scomparso sotto quello spesso strato.
I rifiuti della marea, alghe e goemoni fermatisi al di qua dei
frangenti, indicavano che Sloughi-bay non era stata invasa dalle
grandi maree equinoziali.
Il mare era sempre deserto fino all'estremo limite di
quell'orizzonte che Briant non vedeva da tre lunghi mesi. E al di l, a
centinaia di miglia, c'era quella Nuova Zelanda che non disperava di
rivedere un giorno!
Baxter si occup allora di issare una nuova bandiera che aveva
portato con s, e di inchiodare l'assicella che indicava come la
posizione di French-den fosse a sei miglia di l risalendo il corso del
fiume. Poi, verso l'una pomeridiana, si riprese la riva sinistra del
fiume.
Cammin facendo, Doniphan uccise una coppia di codoni e una di
vanelli, che svolazzavano alla superficie del fiume, e verso le quattro,
sul far del tramonto, i suoi compagni e lui giungevano a French-den.
L Gordon venne informato di quanto era avvenuto e poich molte
foche frequentavano Sloughi-bay, si sarebbe loro data la caccia,
appena il tempo lo avesse permesso.
Infatti, la cattiva stagione stava per finire. Durante l'ultima
settimana d'agosto e la prima settimana di settembre, il vento di mare
riprese con vigore. Delle forti raffiche produssero un forte rialzo di
temperatura. La neve non tard a sciogliersi e la superficie del lago si
spacc con grande fracasso. Le lastre di ghiaccio, che non si
squagliarono sul posto, vennero trascinate dalla corrente nel fiume,
ammonticchiandosi le une sulle altre, e formarono un ammasso che si
sciolse completamente solo verso il 10 di settembre.
In tal modo trascorse quell'inverno. Grazie alle precauzioni prese,
la piccola colonia aveva sofferto poco. Tutti s'erano mantenuti in
buona salute, e poich gli studi erano stati proseguiti con zelo,
Gordon non aveva dovuto infierire contro dei recalcitranti.
Solo una volta aveva dovuto castigare Dole, la cui condotta
richiedeva una punizione esemplare.
Molte volte quel testardo si era rifiutato di fare i compiti, e
Gordon lo aveva rimproverato, ma senza che quello tenesse conto
delle sue osservazioni. Se non messo a pane ed acqua - castigo che
non si usa nelle scuole anglosassoni - fu condannato alla pena della
frusta.
I giovani inglesi, lo si gi osservato, non provano la ripugnanza
che dei francesi proverebbero verso questo genere di castigo.
Tuttavia, in questa circostanza, Briant avrebbe protestato contro
questo rigore, se non avesse dovuto rispettare le decisioni di Gordon.
D'altra parte lo scolaro inglese avrebbe vergogna di sembrar di
temere una punizione corporale, mentre uno francese avrebbe
vergogna per l'atto in s.
Dole ricevette dunque i colpi di verga che gli vennero applicati da
Wilcox, designato dalla sorte a questa funzione di pubblico
esecutore, e l'esempio fu tale che il caso non si ripet pi.
Il 10 settembre erano gi trascorsi sei mesi da quando la Sloughi
era naufragata contro i frangenti dell'isola Chairman.

CAPITOLO XIV
ULTIME MANIFESTAZIONI DELL'INVERNO IL
CARRO RITORNO DELLA PRIMAVERA SERVICE E
IL SUO NAND PREPARATIVI DI UNA SPEDIZIONE
AL NORD LE TANE STOP-RIVER FAUNA E
FLORA L'ESTREMIT DI FAMILY-LARE SANDY-
DESERT
CON LA BELLA stagione che si annunciava, i giovani coloni
stavano per realizzare alcuni dei progetti concepiti durante i lunghi
riposi invernali.
Verso ovest - ci era evidente - nessuna terra si trovava a breve
distanza dall'isola. Si poteva dire altrettanto verso nord, sud, est? E
l'isola faceva forse parte di un arcipelago o di un gruppo del
Pacifico? No, certo, se ci si rifaceva alla carta di Franois Baudoin.
Pure, da quelle parti potevano esserci delle terre, bench il naufrago
non le avesse viste, per il motivo che non possedeva cannocchiali, e
che dall'alto di Auckland-hill si abbracciava appena un orizzonte di
poche miglia. I ragazzi, meglio provvisti per osservare il mare al
largo forse avrebbero scoperto ci che il sopravvissuto della Duguay-
Trouin non aveva avuto la possibilit di intravedere.
Per la sua configurazione, l'isola Chairman non misurava pi di
una dozzina di miglia nella sua parte centrale, all'est di French-den.
Dal lato opposto a Sloughi-bay il litorale presentava una profonda
insenatura, e quindi conveniva spingere l'esplorazione in quella
direzione.
Ma prima di visitare le diverse regioni dell'isola, bisognava
esplorare il territorio compreso fra Auckland-hill, Family-lake e
Traps-woods. Quali erano le sue risorse? Era ricco di alberi ed
arbusti, di cui si potesse cavare profitto? Per raccogliere informazioni
venne decisa una spedizione per i primi giorni di novembre.
Tuttavia, se astronomicamente la primavera stava per cominciare,
l'isola Chairman, posta ad una latitudine piuttosto elevata, non ne
risentiva ancora l'influenza. Il mese di settembre e la prima met di
quello di ottobre furono segnati dal cattivo tempo. Si ebbero ancora
dei freddi assai pungenti, che per furono di breve durata, poich la
direzione del vento era assai variabile. Durante il periodo equinoziale
si manifestarono con violenza senza pari dei turbamenti atmosferici,
simili a quelli che aveva trascinato la Sloughi attraverso il Pacifico.
Sotto la furia degli uragani, pareva che tutto il massiccio di
Auckland-hill vibrasse, mentre le raffiche del sud, battendo la zona
di South-moors, che non opponeva loro alcun ostacolo, portavano le
furie gelide del mare Antartico. Non era fatica da poco quando
bisognava sbarrare l'accesso di French-den. Venti volte atterrarono la
porta che dava accesso a Store-room e penetrarono fino nella hall. In
quelle condizioni si sofferse anche pi di quello che si era sofferto
durante i freddi intensi che avevano abbassato il termometro a trenta
gradi sotto zero. E non erano solo le raffiche contro cui bisognava
lottare, erano anche la pioggia e la grandine.
Per colmo di sventura la selvaggina pareva scomparsa, come se
fosse andata a cercare rifugio nella parte dell'isola meno esposta alle
violenze equinoziali, ed anche il pesce era fuggito via, spaventato
probabilmente dall'agitazione delle acque, che muggivano lungo le
rive del lago.
Per a French-den non si rimase in ozio. La tavola non poteva pi
servire da veicolo, poich lo strato di neve indurito era scomparso.
Quindi Baxter pens di costruire un mezzo per il trasporto degli
oggetti pesanti.
Per questo scopo ebbe l'idea di utilizzare due ruote di uguali
dimensioni che appartenevano all'arganello della goletta. Il lavoro
venne eseguito per tentativi, che un uomo del mestiere avrebbe certo
evitato. Le ruote erano dentate, e, dopo avere tentato inutilmente di
romperne i denti, Baxter fu costretto a riempirne gli intervalli con
pezzi di legno, fasciando poi il tutto con un cerchio metallico.
Quindi, riunite le due ruote con una sbarra di ferro, sopra l'assale cos
realizzato venne disposto un solido piano di tavole. Veicolo, certo
molto rudimentale, ma che cos com'era, doveva rendere e rese dei
grandi servizi. Inutile aggiungere che, in mancanza di cavallo, di
mulo o di asino, i pi robusti della colonia dovevano aggiogarsi a
detto veicolo.
Ah! se si fosse potuto catturare qualche quadrupede da addestrare
a questo compito, quante fatiche si potevano risparmiare! Ma la
fauna dell'isola Chairman, a parte alcuni carnivori, di cui si erano
trovati i resti e le tracce, sembrava pi ricca di volatili che di
ruminanti! E questi volatili parevano tutt'altro che disposti a piegarsi
ai doveri della domesticit, a giudicare dallo struzzo di Service.
Infatti il nand non aveva perduto nulla della sua indole
selvaggia. Non si lasciava avvicinare, senza difendersi col becco e
con le zampe, cercava di spezzare i lacci che limitavano i suoi
movimenti e se vi fosse riuscito, lo si sarebbe presto perduto sotto gli
alberi di Traps-woods.
Tuttavia Service non si scoraggiava. Aveva dato naturalmente al
suo nand il nome di Brausewind, lo stesso che aveva dato al proprio
struzzo mastro J ack del Robinson svizzero. Bench mettesse il
maggior impegno, ed anche un po' di amor proprio, nel domare
l'animale restio, buoni o cattivi trattamenti non facevano niente.
Eppure disse un giorno, riferendosi al romanzo di Wyss,
che non cessava di rileggere J ack riuscito a trasformare il suo
struzzo in una rapida cavalcatura!
vero rispose Gordon. Ma fra il tuo eroe e te, Service,
c' la stessa differenza che fra il suo struzzo e il tuo!
E quale, Gordon?
Semplicemente la differenza che divide l'immaginazione dalla
realt.
Che importa? replic Service. Ci verr a capo... o dovr
dirmi perch non vuole!
Ho i miei riveriti dubbi rispose Gordon ridendo. Sarei
meno meravigliato di udirlo parlare, che di vederlo sottomesso alle
tue redini e al tuo scudiscio.
Nonostante gli scherzi dei compagni, Service era deciso a montare
il suo nand, appena il tempo lo avesse permesso. Perci, sempre
rifacendosi al suo modello immaginario, gli fece una specie di
bardatura con tela da vela, e un cappuccio con paraocchi mobili.
J ack, il protagonista del Robinson svizzero, non dirigeva benissimo la
sua bestia abbassando ora l'uno ora l'altro dei paraocchi? E ci che
era riuscito a J ack, non poteva riuscire al suo imitatore? Service
confezion pure un collare di corda che riusc a mettere al collo
dell'animale, che avrebbe volentieri rinunciato a quell'ornamento.
Per non volle adattarsi in alcun modo a portare il cappuccio.
Si continuavano a fare dei lavori per rendere French-den sempre
meglio abitabile. Era il modo migliore per occupare le ore che non si
potevano utilizzare fuori, pur dedicando allo studio il tempo che era
stato prescritto.
Il periodo equinoziale volgeva al termine. Il sole acquistava forza
e il cielo si rasserenava. Il sole comunicava il suo calore agli arbusti
ed agli alberi, che gi si preparavano a rinverdire.
Ora si poteva lasciare French-den per intere giornate. Gli abiti
invernali, calzoni di grosso panno, maglie e camiciotti di lana, erano
stati buttati, piegati accuratamente, negli armadi. I giovani coloni, pi
agili sotto abiti leggeri, avevano salutato con gioia il ritorno della
bella stagione. Inoltre avevano la speranza di fare qualche scoperta,
atta a modificare la loro situazione, e questa speranza infondeva
nuovo vigore al loro animo.
Durante l'estate, qualche nave non poteva visitare quei paraggi? E
se passava in vista dell'isola Chairman, vedendo la bandiera che
sventolava su Sloughi-bay e dall'alto d'Auckland-hill, non avrebbe
approdato?
Durante la seconda quindicina d'ottobre, furono tentate parecchie
escursioni nel raggio di due miglia intorno a French-den. Solo i
cacciatori vi presero parte.
Il cibo quotidiano ne guadagn, quantunque, dietro
raccomandazione di Gordon, si consumassero al minimo polvere e
piombo. Wilcox tese dei lacci, coi quali prese alcune coppie di
tinamu e di ottarde, ed anche di quelle lepri maras, che
assomigliano all'aguti. Si andava spesso durante la giornata a visitare
questi lacci, poich gli sciacalli e i paperos prevennero pi volte i
cacciatori distruggendo la selvaggina.
Faceva rabbia darsi tanta pena per far piacere a questi carnivori.
Si presero alcune di quelle bestiacce nelle vecchie trappole che erano
state riparate e nelle nuove allestite lungo il margine della foresta.
Si videro, qua e l, tracce di animali feroci, ma non si ebbero da
respingere i loro attacchi; e, d'altra parte, la vigilanza non venne mai
meno.
Doniphan uccise anche parecchi di quei pecari e guaculi -
cinghiali e cervi di piccole dimensioni - la cui carne assai saporita.
Nessuno rimpianse di non poter pigliare i nand, giacch il poco
successo ottenuto da Service nel suo tentativo toglieva
completamente la voglia dall'occuparsi di un addomesticamento del
genere.
Anzi, la mattina del 26, si assistette al completo insuccesso di
Service. L'ostinato ragazzo volle montare il suo struzzo, che aveva
bardato non senza fatica.
Tutti si trovavano a Sport-terrace per assistere a quell'interessante
esperimento. I piccoli guardavano il loro compagno con un certo
sentimento di invidia, non privo d'inquietudine.
Nel momento decisivo, Cross esitava di pregare Service di
prenderlo in groppa. Gordon aveva anche dissuaso Service dal
tentare una prova che gli pareva pericolosa; ma egli si era ostinato, e
si lasci che facesse esperienza a proprie spese.
Mentre Garnett e Baxter tenevano l'animale, i cui occhi erano
coperti dai paraocchi, Service, dopo parecchi tentativi infruttuosi,
riusc ad arrampicarsi sul dorso. Quindi, con voce non del tutto
sicura:
Lasciate! disse.
Il nand, privo dell'uso della vista, rimase dapprima immobile,
trattenuto dal ragazzo che lo stringeva fortemente per le gambe. Ma
appena i paraocchi furono alzati col mezzo della corda, che serviva
nello stesso tempo di redini, fece un salto prodigioso e parti in
direzione della foresta.
Service non poteva padroneggiare la focosa cavalcatura, che
correva con la rapidit di una freccia. Invano cerc di fermarla
togliendole di nuovo l'uso della vista.
Con un colpo di testa, il nand spost il cappuccio che scivol sul
collo, al quale Service si teneva attaccato con ambo le braccia.
Quindi una violenta scossa sbalz di sella il poco saldo cavaliere, che
cadde proprio nel momento in cui lo struzzo stava per scomparire
sotto gli alberi di Traps-woods.
Gli amici accorsero; quando giunsero al luogo della caduta, lo
struzzo era gi fuori di vista.
Per fortuna, Service era caduto sopra un folto tappeto d'erba, e
non si era fatto alcun male.
Stupida bestia!... Stupida bestia! esclamava tutto confuso.
Ah! se la prendo!
Non la ripiglierai di certo! rispose Doniphan, che si
divertiva a ridere a spese del suo camerata.
Non si pu negare disse Webb che l'amico J ack era
migliore scudiero di te!
Il mio nand non era sufficientemente addomesticato!...
rispose Service.
Consolati, Service, non avresti potuto far nulla di quella bestia,
e non dimenticare che nel romanzo di Wyss c' del vero ma anche
dell'inverosimile.
Ecco come fin l'avventura, e i piccoli non dovettero pentirsi di
non essere montati sullo struzzo.
Ai primi di novembre, il tempo parve favorevole per una
spedizione di maggior durata, il cui scopo era riconoscere la riva
occidentale di Family-lake sino alla sua punta settentrionale. Il cielo
era puro, il calore sopportabile, e non era imprudenza passare alcune
ore all'aria aperta. Si fecero quindi i preparativi adeguati.
I cacciatori della colonia dovevano prender parte a questa
spedizione, e, questa volta, Gordon volle unirsi ad essi. Quelli che
rimanevano a French-den dovevano, nel frattempo, obbedire a Briant
ed a Garnett.
In seguito, prima della fine della bella stagione, Briant avrebbe
intrapreso a sua volta un'escursione con lo scopo di visitare la parte
inferiore del lago, sia costeggiando le sue rive con la iole, sia
attraversandolo, poich, stando alla carta, non misurava che quattro o
cinque miglia, partendo da French-den per giungere alla riva opposta.
Stabilite le cose, la mattina del 5 novembre, Gordon, Doniphan,
Baxter, Wilcox, Webb, Cross e Service partirono, dopo aver preso
congedo dagli amici.
A French-den nulla stava per essere mutato nella vita abituale.
Tranne le ore consacrate al lavoro, Iverson, J enkins, Dole e Costar
dovevano continuare, come al solito, a pescare nelle acque del lago e
del fiume, ci che formava la loro ricreazione favorita.
I giovani esploratori non avevano preso seco Moko, ma non se ne
deduca che dovessero accontentarsi di una magra e cattiva cucina.
Non avevano con loro Service, il quale di solito aiutava Moko nelle
sue operazioni culinarie? Anzi aveva fatto valere i suoi talenti di
questo genere per partecipare alla spedizione. Accarezzava quel buon
ragazzo una segreta e cara speranza: ritrovare lo struzzo!
Gordon, Doniphan e Wilcox erano armati di fucili: inoltre, tutti
avevano una rivoltella in cintura. Alcuni coltelli da caccia e due scuri
completavano il loro armamento. Per quanto era possibile, avrebbero
dovuto impiegare la polvere e il piombo solo per difesa, se venivano
attaccati, o per prendere la selvaggina, nel caso non la si potesse
prendere con un mezzo meno costoso.
Perci Baxter aveva preso con s il lazo e le bolas, che aveva
imparato a maneggiare con molta abilit. Baxter era un ragazzo un
po' chiassone, ma pieno di buona volont, e che mostrava le maggiori
attitudini agli esercizi di forza e di destrezza. Sino allora, per dire il
vero, non aveva mirato che oggetti immobili, e pareva difficile
potesse riuscire altrettanto bene con animali in corsa. Lo si sarebbe
visto all'opera.
Gordon aveva pure avuto l'idea di munirsi dell'halkett-boat in tela
gommata, che era portatile e che si chiudeva come una valigia,
pesando appena una dozzina di libbre. La carta indicava due fiumi
tributari del lago e l'halkett-boat poteva servire ad attraversarli, se
non si poteva passarli a guado.
Attenendosi alla carta di Baudoin, di cui Gordon portava una
copia, per consultarla o rettificarla, secondo il caso, la riva
occidentale di Family-lake, con le sue insenature, era lunga circa
diciotto miglia. L'esplorazione richiedeva, quindi, almeno tre giorni,
andata e ritorno, se non accadeva alcun ritardo.
Gordon e i suoi compagni, preceduti da Phann, lasciarono a
sinistra Traps-woods, e camminarono di buon passo sul suolo
sabbioso della riva.
Dopo due miglia, avevano gi oltrepassato la distanza, alla quale
erano giunte sino allora le esplorazioni dopo l'insediamento della
piccola colonia a French-den.
In quel luogo crescevano di quelle alte erbe dette cortaderes,
che formano delle macchie, e dentro le quali anche le persone pi
alte scompaiono fino alla testa.
La marcia ne fu parecchio ritardata, ma non fu il caso di
rammaricarsene, poich Phann scopr una mezza dozzina di tane che
foravano il suolo.
Il cane aveva avvertita la presenza di qualche animale che sarebbe
stato facile prendere nel suo covo. E quindi Doniphan si preparava a
spianare il fucile, quando Gordon lo ferm:
Fa' economia di polvere, Doniphan gli disse te ne prego,
fa' economia di polvere!
Chi sa, Gordon, la nostra colazione si trova l sotto! rispose
il giovane cacciatore.
Ed anche il nostro pranzo!... aggiunse Service, che si era
abbassato verso la tana.
Se vi sono degli animali rispose Wilcox sapremo farli
uscire, senza sprecare un granello di polvere.
E come?... chiese Webb.
Affumicando questi covi, come si fa con le tane di puzzola o di
volpe!
Oltrech di alte erbe, il suolo era coperto di erbe secche, che
Wilcox bruci presso l'orificio delle tane. Un istante dopo si vide una
dozzina di ruminanti, mezzo soffocati, che tentarono invano di
fuggire.
Erano dei conigli tucutuco, di cui Service e Webb
ammazzarono alcune coppie a colpi di scure, mentre Phann ne
strangolava altre tre a colpi di dente.
Sar un eccellente arrosto!... disse Gordon.
Me ne incarico io esclam Service che aveva fretta di
sostenere le funzioni di capocuoco. Anche subito, se si vuole.
Alla nostra prima fermata! rispose Gordon.
Occorse una mezz'ora per uscire da quella foresta in miniatura di
alte erbe. Pi in l si trov il greto, accidentato da lunghe file di
dune, la cui sabbia finissima si sollevava al minimo soffio.
Tutta quella parte dell'isola era occupata dalla folta foresta che
Briant e i suoi compagni avevano attraversato in occasione della
prima spedizione al lago e che era bagnata dal fiumicello, al quale
era stato imposto il nome di Dike-creek.
Come lo indicava la carta, quel creek scorreva verso il lago. Ora
fu appunto allo sbocco di questo fiumicello che i giovani viaggiatori
arrivarono, verso le undici del mattino, dopo aver percorso sei miglia
dalla loro partenza.
Si fece sosta in quel luogo, al piede di un superbo pino marittimo.
Un fuoco di legna secca fu acceso tra due grosse pietre. Alcuni istanti
dopo, due dei conigli, sventrati e puliti da Service, arrostivano su una
fiamma crepitante. Phann, accucciato davanti al focolare, aspirava
voluttuosamente quel buon odore di caccia, e il giovane cuoco ebbe
cura che l'arrosto girasse e rigirasse a dovere.
Si fece colazione con buon appetito, e nessuno ebbe a lamentarsi
di quel primo saggio culinario di Service. I conigli bastarono e non si
dovette ricorrere alle provviste portate nelle bisacce, tranne il
biscotto che sostituiva il pane. E anche di quello se ne mangi poco,
poich la carne non mancava, carne saporita, per giunta, e che aveva
il profumo delle piante aromatiche di cui si nutrono i rosicanti.
A colazione finita si pass il creek, e siccome lo si poteva passare
a guado, non fu necessario adoperare l'halkett-boat, ci che avrebbe
prodotto una maggiore perdita di tempo.
Siccome la riva del lago diveniva a poco a poco maremmosa, si
dovette ritornare verso il margine della foresta, salvo a dirigersi verso
est, quando lo stato del suolo lo avesse permesso. Sempre la stessa
vegetazione, gli stessi alberi di un grande vigore, faggi, betulle, elci,
pini di varie specie.
Molti graziosi uccelli volavano di ramo in ramo, picchi neri dalla
cresta rossa, mangiamosene dal ciuffetto bianco, scriccioli di quella
specie detta seytalope, migliaia di rampichini che canticchiavano
nell'ombra pi fitta, mentre i fringuelli, le allodole, i merli cantavano
o zufolavano a voce spiegata. Lontano, in alto, si libravano condor,
urub e quei caracar, aquile voraci che frequentano volentieri i
paraggi dell'America del Sud.
Senza dubbio, in memoria di Robinson Crusoe, Service si doleva
che la famiglia dei pappagalli non fosse rappresentata nell'ornitologia
dell'isola. Se non aveva potuto addomesticare uno struzzo, forse uno
di quegli uccelli chiacchieroni si sarebbe mostrato meno restio. Ma
non gli fu dato vederne uno solo.
In complesso, la selvaggina abbondava, e sarebbe troppo lungo
indicare le differenti specie: non mancavano i maras, i pichis e
le pernici rosse, che assomigliano molto al gallo di brughiera.
Gordon non pot negare a Doniphan il piacere di tirare ad un
tucutuco di taglia media, che poteva bastare per la colazione del
giorno dopo.
Del resto, non fu necessario addentrarsi nel bosco, dove la marcia
sarebbe stata pi difficile. Bastava seguirne il margine, e si fece
appunto cos sino alle cinque di sera. Allora s'incontr un secondo
fiumicello, largo una quarantina di piedi, che attraversava la strada.
Era uno degli emissari del lago e andava a gettarsi nel Pacifico, al
di l di Sloughi-bay, dopo avere contornato il settentrione di
Auckland-hill.
Gordon decise di fermarsi in quel luogo. Dodici miglia in una
giornata non era poco cammino. Intanto, parve opportuno assegnare
un nome a quel fiumicello, e siccome si fece sosta lungo le sue rive,
fu detto Stop-river (fiume della tappa).
L'accampamento venne stabilito sotto i primi alberi della riva. Le
gruse erano state riservate per il giorno dopo; i tucutuco formarono,
per quella sera, il cibo pi sostanzioso, e anche questa volta Service
si cav molto bene d'impaccio.
D'altra parte, il bisogno di dormire era anche pi forte di quello di
nutrirsi. Si capisce! Dopo una marcia cos lunga! Venne acceso un
gran fuoco, intorno al quale i viaggiatori si sdraiarono, avvolgendosi
nella coperta e trovando al pi presto la posizione pi adatta. La viva
luce di quel fuoco, che venne alternatamente attizzato da Wilcox e da
Doniphan, doveva bastare a tenere discoste le bestie feroci.
Ma non ci fu allarme di sorta, e il giorno seguente, alla prima
luce, tutti erano pronti a rimettersi in cammino.
Ora si trattava di attraversare il fiumicello, che non era guadabile.
Convenne servirsi dell'halkett-boat. La fragile imbarcazione non
poteva trasportare che una persona alla volta, e quindi dovette fare
sette volte la traversata, cosa che richiese circa un'ora. Per con tale
mezzo il tragitto venne compiuto con sicurezza, e le provviste e le
munizioni non furono bagnate.
Phann, che non si faceva riguardo di bagnarsi le zampe, si gett a
nuoto, e comp trionfalmente la breve traversata.
Poich il terreno non era pi paludoso, Gordon riprese la
direzione verso la riva del lago, che si raggiunse prima delle dieci.
Dopo la colazione, che consistette in pecari arrostiti sulla brace, si
prese la direzione del nord.
Nulla indicava ancora che la fine del lago fosse prossima, e a
oriente si continuava a vedere una linea circolare di cielo e d'acqua,
quando, verso mezzogiorno, Doniphan, esaminando con il
cannocchiale, disse:
Ecco l'altra riva!
E tutti guardarono da quella parte, ove le cime degli alberi
cominciavano a mostrarsi al di sopra delle acque.
Non fermiamoci rispose Gordon e cerchiamo di arrivare
prima di notte.
Verso nord, s'estendeva a perdita d'occhio una pianura arida,
coperta da lunghe dune e sparsa di poche macchie di giunchi e di
canneti. Pareva che nella sua porzione settentrionale, l'isola
Chairman non presentasse che vasti spazi sabbiosi, che facevano uno
spiccato contrasto con le verdeggianti foreste del centro.
Gordon battezz, quindi, tutta quella regione col nome di Sandy-
desert (deserto di sabbia).
Verso le tre, la riva opposta, che s'incurvava almeno per due
miglia verso nord-est, comparve distintamente. Quella regione era
abbandonata da qualsiasi essere vivente; vi si vedevano solo uccelli
di mare, come smerghi, procellarie, che fuggivano tanta desolazione
per tornare sulle rocce della spiaggia.
Certo, se la Sloughi avesse fatto naufragio nelle vicinanze di quel
territorio, i giovani derelitti, nel vedere una terra cos sterile,
avrebbero potuto temere di morirvi di fame, appena esaurite le
vettovaglie portate seco! Invano avrebbero cercato, in quel deserto,
qualcosa di simile al comodo rifugio, che altrove avevano saputo
procacciarsi! La loro posizione sarebbe stata assai pi difficile e pi
crudele.
Era necessario, adesso, andare pi avanti in quella direzione e
riconoscere interamente quella parte dell'isola, che sembrava
inabitabile? Non era meglio rimandare ad una seconda spedizione
l'esame della riva destra del lago, folta di boschi: e forse quei boschi
potevano fornire dei prodotti assai utili?
Certo, era meglio. D'altra parte, appunto verso est doveva trovarsi
il continente americano, se l'isola Chairman ne era vicina.
Intanto, su proposta di Doniphan, si decise di raggiungere la
estremit del lago, che non doveva trovarsi lontano, dato che la
doppia curva delle sue rive si accentuava sempre pi.
Infatti, proseguendo il cammino, verso sera, si faceva sosta
all'estremit di un piccolo seno, che era appunto il vertice
settentrionale di Family-lake.
In quel luogo, non un albero, non una macchia di arbusti, non un
ciuffo di muschi o di licheni. Per mancanza di combustibile, ci si
dovette accontentare dei viveri contenuti nelle bisacce, e, per
mancanza di ricovero, si distesero le coperte sulla sabbia e vi si
dormi sopra.
In quella notte, nulla venne a turbare il silenzio di Sandy-desert.


CAPITOLO XV
STRADA DA SEGUIRE PER IL RITORNO
ESCURSIONE VERSO OVEST TRULCA E
ALGARROBE ALBERO DEL T IL DIKE-CREEK
VIGOGNE NOTTE AGITATA GUANACHI
ABILITA DI BAXTER NEL LANCIARE IL LAZO
RITORNO A FRENCH-DEN
A DUECENTO passi dalla piccola insenatura si alzava una duna,
che poteva avere l'altezza di una cinquantina di piedi, osservatorio
assai utile per poter abbracciare una maggior estensione di paese.
Appena il sole fu alzato, Gordon e i suoi amici si affrettarono a
salire sulla duna.
Puntarono i cannocchiali verso nord, per riconoscere il meglio
possibile quella parte dell'isola.
Il vasto deserto sabbioso si prolungava sino al litorale, e
quest'ultimo doveva trovarsi a circa dodici miglia verso nord e sette
verso est.
Si giudic quindi inutile spingere oltre la ricognizione della parte
settentrionale dell'isola Chairman.
Allora chiese Cross che cosa dobbiamo fare?
Tornare indietro rispose Gordon.
Non prima di aver fatto colazione! soggiunse Service, che
di solito aveva un appetito eccellente, e non mancava mai di
ricordare ai compagni i doveri verso lo stomaco.
Metti in tavola! rispose Webb.
Dal momento che dobbiamo prendere la via del ritorno
osserv Doniphan non si potrebbe scegliere un cammino diverso?
Cercheremo rispose Gordon.
Mi pare aggiunse Doniphan che la nostra esplorazione
sarebbe completa se seguissimo la riva destra del Family-lake.
troppo lunga rispose Gordon. Stando alla carta, ci
sarebbero dalle trenta alle quaranta miglia da fare, il che
richiederebbe quattro o cinque giorni, anche ammettendo che non
s'incontri nessun ostacolo lungo la strada! Laggi, a French-den, si
preoccuperebbero, ed meglio non dare questa inquietudine.
Per rispose Doniphan prima o poi sar necessario
riconoscere questa parte dell'isola!
Senza dubbio rispose Gordon ed io conto di ordinare una
spedizione con questo scopo.
Tuttavia disse Cross mi pare che Doniphan abbia
ragione. Sarebbe meglio non rifare la stessa strada.
D'accordo replic Gordon ed io propongo di seguire la
riva del lago sino a Stop-river, poi di procedere verso la scogliera, di
cui costeggeremo la base.
Ma non si potrebbe evitare di ridiscendere la riva, che abbiamo
gi seguito? chiese Wilcox.
Infatti, Gordon aggiunse Doniphan perch non prendere
la via pi breve attraversando questa pianura di sabbia, per
raggiungere i primi alberi di Traps-woods, che si trovano tre o
quattro miglia a sud-ovest?
Perch dobbiamo, in ogni caso, attraversare Stop-river. Finora
siamo certi di poter passare dove siamo passati ieri, mentre, pi in
basso, potremmo trovarci imbarazzati se il fiume diviene torrentizio.
Dunque, non inoltrarci nella foresta se non dopo aver messo piede
sulla riva sinistra di Stop-river, ecco la cosa migliore da fare.
Sempre prudente, Gordon! esclam Doniphan, non senza
un briciolo d'ironia.
Non si mai prudenti abbastanza! rispose Gordon.
Ridiscesero, senza ulteriori ritardi, la duna, e si prepararono a rifare
la via percorsa.
Rosicchiando un pezzo di biscotto, che ebbe per solo companatico
un pezzo di selvaggina fredda, si rimisero a tracolla le bisacce e i
fucili, e via di buon passo verso French-den, meta lontana ma
vivamente desiderata.
Il cielo era splendido. Una lieve brezza increspava appena le
acque del lago.
Si poteva contare sopra una bella giornata.
A Gordon bastava che il tempo si mantenesse bello per trentasei
ore ancora, poich contava di giungere a French-den l'indomani sera.
Dalle sei del mattino alle undici si fecero con poca fatica le nove
miglia che separavano il vertice del lago da Stop-river. Nessun
incidente lungo la strada, tranne che, nelle vicinanze del fiume,
Doniphan prese due superbe ottarde col ciuffo, piumaggio nero
striato di rosso al disopra e di bianco al disotto, il che lo mise di buon
umore; e anche Service fu assai contento, poich fortuna migliore
non gli poteva capitare, e pigliava un gusto matto a spennare,
sventrare e arrostire i volatili, a qualunque specie appartenessero.
Un'ora dopo, la piccola comitiva attraversava il fiumicello
nell'halkett-boat e si disponeva a far colazione.
Eccoci ora nel bosco disse Gordon e spero che Baxter
trover l'occasione di lanciare il suo lazo o le sue bolas!
Per dire il vero, fino ad ora non hanno fatto meraviglia!
osserv Doniphan, che disprezzava qualsiasi arnese da caccia che
non fosse il fucile o la carabina.
Come avrei potuto servirmi dei miei strumenti con gli uccelli?
ribatt Baxter.
Uccelli o quadrupedi, confesso che ho poca fiducia in simili
ordigni!
anche la mia opinione! aggiunse Cross, sempre pronto a
sostenere il cugino.
Attendete almeno che Baxter abbia avuto occasione di
mostrare la sua abilit, prima di pronunciarvi! rispose Gordon.
Io invece sono persuaso che far dei bei colpi! Le munizioni possono
mancarvi un giorno o l'altro, il lazo e le bolas non mancheranno mai!
Mancher prima la selvaggina! replic l'incorreggibile
ragazzo, al quale poteva benissimo applicarsi il noto adagio: scocca
frizzi, cattiva pasta d'uomo.
Chi vivr vedr! soggiunse Gordon sorridendo e intanto
facciamo colazione.
Si dovette attendere un po', poich l'ottarda non era ancora al
giusto punto di cottura, e a Service premeva di non sfigurare
nemmeno in quella circostanza. Il volatile, arrostito alla perfezione,
pot bastare all'appetito vigoroso di quei ragazzi, essendo molto
grosso.
Infatti le ottarde di questa specie, che pesano una trentina di libbre
e misurano tre piedi dal becco alla coda, sono tra i maggiori
gallinacei.
Pensate se le fecero onore! Fu mangiata fino all'ultimo pezzetto,
anzi fino all'ultimo osso, poich Phann, al quale era toccata la
carcassa, se la sbrig benissimo.
Finita la colazione, i ragazzi si inoltrarono in quella parte ancora
sconosciuta di Traps-woods, che lo Stop-river attraversa per poi
gettarsi nel Pacifico.
La carta indicava che il suo corso si fletteva verso nord-ovest,
aggirando l'estremit della scogliera, e che la sua foce era al di l di
False-Sea-point.
Gordon decise, pertanto, di abbandonare la riva dello Stop-river,
giacch, continuando a seguirla, si andava in direzione opposta a
quella che conduceva a French-den. Egli voleva giungere nel pi
breve tempo alle falde di Auckland-hill, per seguirne la base
scendendo verso sud.
Dopo essersi orientato con la bussola, Gordon si diresse
risolutamente verso ponente.
Gli alberi, pi radi che nella parte meridionale del bosco,
lasciavano libero il passo, e anche il terreno era meno ingombro
d'erbe e di cespugli.
Tra le betulle e i faggi s'aprivano, qua e l, delle brevi radure,
nelle quali la luce del sole penetrava a torrenti. Fiori selvaggi
mescolavano i freschi colori al verde degli arbusti e dei prati. In pi
luoghi ondeggiava il superbo cardoncello dal gambo alto due o tre
piedi.
Si colsero alcuni di quei fiori, e Service, Wilcox e Webb se ne
ornarono i cappelli e le vesti.
Gordon, che fu utile, in molte occasioni, alla piccola colonia con
le sue cognizioni botaniche, fece un'utile scoperta. La sua attenzione
venne attirata da un arboscello assai frondoso, dalle foglie poco
sviluppate, e i cui rami, irti di spine, portavano un frutto rosso della
grossezza di un pisello.
Ecco il trulca, se non m'inganno esclam; un frutto di
cui gli indiani fanno grande uso!...
Se si mangia rispose Service possiamo consumarne in
gran quantit, dato che non costa nulla...
E prima che Gordon lo potesse impedire, Service schiacci due o
tre di quei frutti sotto i denti.
Che smorfie! E nel vedere il suo disinganno, gli amici uscirono in
uno scoppio di risa, mentre l'ingordo era costretto a sputare
ripetutamente per l'eccessiva saliva che quel frutto acidissimo
produce sulle papille della lingua!
E tu, che mi hai detto che si mangia! esclam Service
volgendosi a Gordon.
Non ho detto che si mangia ribatt Gordon ma che se ne
fa uso. Gli indiani ottengono da questo frutto, merc la
fermentazione, un ottimo liquore. Ritengo che questo liquore sar per
noi una preziosa risorsa, quando sar finito il brandy, ma bisogner
berne poco, perch va facilmente alla testa. Raccogliamo una certa
quantit di questi frutti, e ce ne serviremo a French-den.
Non era facile raccogliere quei frutti, per le loro molte spine. Ma
battendo i rami con colpi misurati, Baxter e Webb ne fecero cadere
molti e se ne riempirono due bisacce.
Poco pi lontano raccolsero dei baccelli di un altro arbusto,
particolare delle terre vicine all'America del Sud. Erano i baccelli
dell'algarrobe, il cui frutto produce pure, per fermentazione, un
fortissimo liquore.
Questa volta Service si astenne dall'addentarli e fece bene, perch
l'algarrobe a tutta prima ha un sapore zuccherino, ma la bocca prova,
subito dopo averlo gustato, una secchezza assai spiacevole, e, se non
se ne ha l'abitudine, non si pu impunemente masticarne i grani.
Per ultimo, altra scoperta, non meno importante, che si fece nelle
ore pomeridiane, un quarto di miglio prima di giungere alle falde di
Auckland-hill.
L'aspetto della foresta s'era modificato. Per l'aria e il calore che
scendono pi copiosamente dove il bosco meno folto, la
vegetazione assumeva un rigoglio straordinario. I tronchi degli
alberi, a sessanta od ottanta piedi di altezza, cominciavano a
diramarsi con ricco fogliame, sotto il quale garrivano miriadi di
uccelli. Tra le pi belle piante si distingueva il faggio antartico, che
conserva in ogni stagione il verde delicato. Un po' meno alti, ma
sempre magnifici, disposti in gruppi, si vedevano alcuni di quei
winter la cui corteccia pu sostituire la cannella, ci che doveva
fornire al capocuoco di French-den un mezzo per dare maggior gusto
alle vivande.
Gordon riconobbe, tra quei vegetali, il pernettia, l'albero del t,
della famiglia delle vacciniee, che si trova pure nelle latitudini
circumpolari, e le cui foglie aromatiche danno per infuso una
bevanda assai salutare.
Ecco ci che potr sostituire la nostra provvista di t! disse
Gordon. Raccoglieremo un bel po' di queste foglie, e, pi tardi ne
verremo a raccogliere per tutto l'inverno!
Verso le quattro si giunse alle falde di Auckland-hill. In quel
luogo, quantunque la scogliera sembrasse meno alta che non a
French-den, sarebbe stato impossibile raggiungerne la cima, poich
presentava un declivio ripidissimo.
Ma non era il caso di tentare alcuna ascensione, si trattava solo di
seguire le falde della scogliera stessa, per far ritorno al fiume
Zealand.
Due miglia pi in l si ud il mormorio di un torrente che
spumeggiava in una stretta gola e che si pot facilmente guadare un
po' pi in basso.
Dev'essere il fiumicello che abbiamo scoperto durante la nostra
prima spedizione al lago osserv Doniphan.
Dove abbiamo trovato quella diga...
Appunto, e che perci abbiamo chiamato Dike-creek.
Ebbene, accampiamoci sulla riva destra rispose Gordon.
Sono gi le cinque, e siccome bisogna passare ancora una notte
all'aria aperta, scegliamo questo posto, accanto al fiumicello e sotto
questi grandi alberi. Domani sera, se non avvengono incidenti, spero
che dormiremo nei nostri letti.
Service si occup allora del desinare, per il quale aveva messo in
serbo la seconda ottarda. Del resto, sempre arrosto! E si che ben
volentieri egli avrebbe apportata della variet nei pasti quotidiani!
Intanto Gordon e Baxter erano ritornati nel bosco, l'uno alla
ricerca di nuovi arbusti e di nuove piante, e l'altro con l'intenzione di
utilizzare il lazo e le bolas, non fosse altro per rispondere coi fatti
agli scherzi di cattivo genere di quel presuntuoso di Doniphan.
Fatti appena cento passi fra le piante d'alto fusto, Gordon,
chiamando Baxter col gesto, gli mostr un gruppo di animali, che
scherzavano nell'erba.
Capre? disse Baxter a voce bassa.
Almeno alle capre assomigliano rispose Gordon.
Tentiamo di prenderle.
Vive?...
S, Baxter, vive, ed bene che Doniphan ora non sia con noi,
perch con una fucilata ne avrebbe forse uccisa una, ma mettendo in
fuga le altre! Avviciniamoci lentamente, senza lasciarci vedere!
Quei graziosi animali, circa una mezza dozzina, non s'erano
nemmeno accorti della presenza dei cacciatori. Tuttavia, presentendo
qualche pericolo, una di quelle capre - probabilmente una madre -
fiutava l'aria, e si teneva in agguato, pronta a fuggire con la sua
famigliola.
Ad un tratto si ud una specie di fischio. Baxter aveva lanciato le
bolas contro quelle bestie, che si trovavano a circa venti passi da lui.
Abilmente ed energicamente lanciate, esse si avvolsero intorno ad
una delle capre, mentre le altre fuggivano nel pi folto del bosco.
Gordon e Baxter si precipitarono verso la capra, che tentava
invano di sciogliersi. Fu presa, messa nell'impossibilit di fuggire, e
con essa furono presi due capretti che l'istinto aveva trattenuto presso
la madre.
Viva! esclam Baxter, reso espansivo dalla gioia viva!
chiuderemo la bocca a Doniphan. Sono capre?
No! rispose Gordon. Mi pare che siano vigogne!
Ma danno latte, queste bestie?...
Certamente!
Ebbene, vada per le vigogne!
Gordon non s'ingannava. Infatti le vigogne assomigliano alle
capre; ma le zampe sono lunghe, il vello corto e fine come la seta, la
testa piccola e sprovvista di corna. Questi animali abitano
principalmente le pampas dell'America ed anche i territori dello
stretto di Magellano.
Possiamo facilmente immaginare l'accoglienza fatta a Gordon e
Baxter quando ritornarono all'accampamento, l'uno tirando la
vigogna con la corda della bolas, e l'altro portando in braccio i due
capretti.
Doniphan rimase a bocca aperta, e questa volta non os mettere
fuori i suoi soliti frizzi! Ben inteso, rimpianse di non aver potuto fare
a fucilate, ma ebbe la degnazione di ammettere che quando si
volevano pigliare gli animali vivi, le bolas potevano servire a qualche
cosa.
Del resto, quella prima presa poteva formare il nucleo, per cos
dire, di un giardino zoologico, atto a procurare svago e beneficio alla
piccola colonia.
Si pranz o piuttosto si cen allegramente. La vigogna, attaccata
ad un albero, si rassegn a brucare l'erba, come nulla fosse, e i due
piccoli le saltellavano intorno.
La notte, per, fu meno tranquilla della precedente, passata a
Sandy-desert. Quella parte della foresta era frequentata da animali
pi temibili degli sciacalli, il cui grido facilmente riconoscibile,
perch ha dell'urlo e del latrato. Verso le tre del mattino si ebbe un
allarme, dovuto a veri ruggiti che si udivano a non molta distanza.
Doniphan, di guardia presso il fuoco, il fucile pronto, non avvert
subito i compagni. Ma questi urli divennero cos forti, che Gordon e
gli altri si svegliarono.
Che c'?... chiese Wilcox.
Dev'essere una banda di bestie feroci che gira nei dintorni
disse Doniphan.
Sono probabilmente giaguari o coguari! rispose Gordon.
Gli uni valgono gli altri! soggiunse Doniphan.
Credo che ci non si possa dire. Il coguaro meno pericoloso
del giaguaro. Ma, riuniti in bande, sono carnivori temibilissimi.
Siamo pronti a riceverli! rispose Doniphan.
E si mise sulla difensiva, mentre gli altri tenevano pronte le loro
rivoltelle.
Non tirate che a colpo sicuro! raccomand Gordon. Del
resto ritengo che il fuoco impedir a questi animali di avvicinarsi.
Non sono lontani! esclam Cross.
Infatti, la banda doveva essere assai vicina all'accampamento, a
giudicare dalle impazienze di Phann, che Gordon tratteneva con
molta fatica. Ma non era possibile distinguere una forma qualunque
attraverso la profonda oscurit del bosco.
Senza dubbio, quelle bestie feroci avevano l'abitudine di venire a
dissetarsi la notte in quel luogo. Avendo trovato il posto preso,
manifestavano il loro dispetto con spaventosi ruggiti. Si sarebbero
accontentati di questa dimostrazione, ovvero si sarebbero spinti
contro i nostri viaggiatori?
Ad un tratto, a meno di venti passi, dei punti chiari e in
movimento comparvero nell'ombra. Subito dopo si ud una
detonazione.
Doniphan aveva tirato una fucilata, alla quale risposero urli anche
pi forti.
Tutti si tenevano pronti per far fuoco, se la banda si fosse
avanzata.
Baxter allora afferr un tizzone acceso e lo lanci verso quella
parte dove erano apparsi degli occhi brillanti come braci.
Le bestie feroci, una delle quali era stata colpita da Doniphan, si
spaventarono e si allontanarono rapidamente.
Hanno dovuto sloggiare! esclam Cross.
Buon viaggio! aggiunse Service.
Non possono ritornare?... chiese Cross.
Non probabile rispose Gordon ma vegliamo sino
all'alba.
Si ravviv il fuoco, e un'allegra fiamma fu mantenuta fino allo
spuntar del giorno.
L'accampamento venne levato, e i giovani viaggiatori si
addentrarono nel bosco per vedere se uno degli animali era stato
colpito dalla fucilata.
A venti passi di l, il terreno presentava una larga pozza di
sangue. L'animale aveva potuto fuggire, ma non sarebbe stato
difficile trovarlo lanciando Phann sulle sue tracce, se Gordon non
avesse giudicato inutile avventurarsi pi profondamente attraverso la
foresta.
Non si pot sapere se la truppa era composta di giaguari o di
coguari, o di altri carnivori meno pericolosi. In ogni caso, i nostri
viaggiatori avevano saputo levarsi d'impaccio; ecco il punto
essenziale.
Si ripart alle sei del mattino. Non c'era tempo da perdere, se si
voleva, durante la giornata, fare le nove miglia che dividevano Dike-
creek da French-den.
Service e Webb s'incaricarono delle due giovani vigogne, e la
madre non si fece pregare per seguire Baxter che la teneva al
guinzaglio.
Strada assai monotona quella che seguiva le falde di Auckland-
hill. A sinistra si stendeva una cortina d'alberi, ora disposti in masse
quasi impenetrabili, ora raggruppati sui margini di estese radure. A
destra si alzava una muraglia a picco, sparsa di strati di sassi
incastrati nel calcare, e che andava alzandosi procedendo verso sud.
Alle undici, prima sosta per far colazione, e, questa volta, per non
perdere tempo, si consumarono i viveri portati nelle bisacce, e si
ripart subito.
Si procedeva di buon passo, e si confidava di non incontrare
nessun ostacolo, quando, verso le tre del pomeriggio, si intese sotto
gli alberi un'altra fucilata.
Doniphan e Webb, accompagnati da Cross, si trovavano pi
avanti di un centinaio di passi, sicch gli amici pi non li potevano
vedere, ma si udirono le loro voci:
Fate attenzione!... State in guardia!
Gordon, Wilcox, Baxter e Service non se lo fecero dire due volte!
All'improvviso comparve un animale di grandi dimensioni.
Baxter, che teneva pronto il lazo, lo lanci con gran forza.
E prese cos bene le misure e la mira, che il nodo and
precisamente ad avvolgersi intorno al collo dell'animale, che tent
invano di liberarsene. Ma siccome quella bestia era assai forte,
avrebbe senza dubbio trascinato Baxter, se Gordon, Wilcox e Service
non avessero afferrato l'estremit del lazo, che poterono girare
intorno al tronco di un albero vicino.
In quel momento, Webb e Cross uscivano dal bosco, seguiti da
Doniphan, che esclam con visibile malumore:
Maledetta bestia!... Come mai il colpo non mi riuscito?
stato pi fortunato Baxter soggiunse Service ed ora
l'abbiamo in nostro potere, e per giunta viva!
Che importa, dal momento che dovremo pure ucciderla!
ribatt Doniphan.
Ucciderla riprese Gordon ucciderla mentre ci potr
servire come bestia da tiro!
Davvero? esclam Service.
un guanaco rispose Gordon e i guanachi fanno la
miglior figura nelle mandrie dell'America del Sud.
Ad ogni modo, per quanto utile potesse essere questo guanaco,
Doniphan rimpianse di non averlo ucciso.
Bench nella storia naturale il guanaco sia classificato nella
famiglia dei cammelli, non assomiglia affatto all'animale di questo
nome, tanto diffuso nell'Africa settentrionale. Il guanaco test preso
era bellissimo: collo sottile, testa piccola, gambe lunghe e un po'
gracili ci che denotava molta agilit - mantello fulvo,
macchiettato di bianco. Insomma non era inferiore ai pi bei cavalli
di razza americana. Se si riusciva prima ad addomesticarlo, quindi a
domarlo, poteva essere adoperato come cavallo, ci che si fa appunto
nelle fattorie della Repubblica Argentina.
Del resto, questo animale assai timido, sicch appena conobbe la
sua sorte, non fece alcuna resistenza. Appena Baxter sciolse il nodo
scorsoio che gli stringeva la gola, fu facile di condurlo col lazo, che
teneva luogo di guinzaglio.
Come ben si vede, l'escursione a Family-lake era riuscita molto
favorevole alla colonia. Il guanaco, la vigogna e i due piccini, la
scoperta dell'albero del t e di altre piante utili, ecco un risultato
considerevole e che meritava la migliore accoglienza a Gordon e a
Baxter, in occasione del loro prossimo ritorno, soprattutto a Baxter
che non aveva per nulla la vanit di Doniphan, e che, pur ottenendo
dei successi, non se ne inorgogliva minimamente.
Il previdente Gordon fu assai contento di vedere che il lazo e le
bolas potevano rendere effettivi servizi. Certo Doniphan era un bravo
tiratore, sul quale, al bisogno, si poteva fare assegnamento; ma,
lasciandogli carta bianca, avrebbe in breve consumato tutte le
munizioni.
Perci Gordon si proponeva d'incoraggiare i suoi giovani
compagni a servirsi di preferenza di quegli arnesi da caccia, che gli
indiani sanno usare cos opportunamente.
Secondo la carta, c'erano ancora quattro miglia da fare per
raggiungere French-den e si affrett il passo per arrivare prima di
notte.
Service aveva una voglia matta di inforcare il guanaco e di fare il
suo ingresso su quel magnifico corsiero. Ma Gordon non volle
permetterlo.
Era prima necessario addomesticare quell'animale e abituarlo a
servire da cavalcatura.
Ritengo che non recalcitrer troppo disse. Nel caso poco
probabile che non volesse lasciarsi montare, dovr almeno tirare il
nostro carro! Dunque, pazienza, Service, e non dimenticare la lezione
dello struzzo!
Verso le sei, si giunse in vista di French-den.
Il piccolo Costar, che giocava davanti alla grotta, segnal
l'avvicinarsi di Gordon.
Subito Briant e gli altri accorsero, e gli evviva pi clamorosi
festeggiarono il ritorno degli esploratori, di cui si sopportava con
pena la lontananza.

CAPITOLO XVI
BRIANT PREOCCUPATO PER JACQUES
COSTRUZIONE DEL RECINTO E DEL CORTILE
RUSTICO ZUCCHERO D'ACERO CACCIA ALLE
VOLPI NUOVA SPEDIZIONE A SLOUGHI-BAY IL
CARRO ATTACCATO UCCISIONE DI FOCHE LE
FESTE DI NATALE EVVIVA BRIANT!
NESSUN INCIDENTE era accaduto a French-den, durante l'assenza
di Gordon. Il capo della piccola colonia non poteva che compiacersi
di Briant, al quale i piccini professavano grandissimo affetto. Se non
fosse stato per il suo carattere altero e geloso, anche Doniphan
avrebbe apprezzato come meritavano le qualit del compagno; ma
non era cos; e data l'influenza che egli esercitava su Wilcox, Webb e
Cross, questi lo sostenevano volentieri quand'egli si opponeva al
giovane francese, cos diverso per il contegno e per il carattere dai
suoi compagni d'origine anglo-sassone.
Del resto Briant non si curava di ci. Egli faceva quello che
considerava il suo dovere, senza preoccuparsi menomamente di ci
che si pensava sul suo conto. La sua pi grande preoccupazione era
data dall'inesplicabile contegno di suo fratello.
Ultimamente Briant aveva con insistenza interrogato J acques
senza ottenere che risposte come queste:
No, fratello, no; non ho nulla.
Dunque non vuoi parlare, J acques? gli aveva replicato.
Hai torto!... Sarebbe un sollievo per entrambi!... Vedo che diventi
sempre pi triste, pi cupo!... Ebbene, io sono tuo fratello
maggiore!... Ho il diritto di sapere la causa del tuo affanno!... Hai
qualche cosa da rimproverarti?...
Fratello, rispose J acques, quasi non potendo resistere ad un
segreto rimorso che ho mai fatto?... Tu, forse, mi perdoneresti, ma
gli altri...
Gli altri?... Gli altri?... aveva esclamato Briant. Che vuoi
dire, J acques?
Abbondanti lagrime sgorgarono dagli occhi del fanciullo; per,
nonostante l'insistenza del fratello, aggiunse queste sole parole:
Pi tardi saprai... pi tardi!
Dopo questa risposta si pu comprendere quanta dovesse essere
l'inquietudine di Briant. Che cosa nascondeva di tanto grave il
passato di J acques? Era appunto questo che voleva sapere ad ogni
costo. Appena Gordon fu di ritorno, Briant gli parl di questa seria
confessione di suo fratello, pregandolo di intervenire al proposito.
A qual fine?... gli rispose saggiamente Gordon. meglio
lasciare che J acques agisca secondo il proprio impulso! Ci ch'egli
ha fatto, poi... senza dubbio, qualche sciocchezza, di cui esagera
l'importanza! Aspettiamo che si spieghi egli stesso!
Il giorno dopo - 9 novembre i giovani coloni s'erano rimessi
all'opera. Il lavoro non mancava. E, dapprima, si dovettero fare i
conti con le lagnanze di Moko, la dispensa del quale cominciava a
vuotarsi, quantunque le trappole tese nella vicinanza di French-den
non avessero cessato di funzionare. Ma mancava la grossa
selvaggina. Di qui la necessit di costruire trappole abbastanza solide
per poter prendere vigogne e pecari senza tirare un colpo di fucile, n
consumare un granello di polvere.
A questo genere di lavoro i coloni consacrarono il mese di
novembre, che corrisponde al mese di maggio nell'emisfero
settentrionale.
Subito dopo essere stati catturati, il guanaco, la vigogna e i suoi
due piccini erano stati provvisoriamente installati sotto gli alberi pi
vicini a French-den. Legati a lunghe corde, potevano muoversi per
un certo raggio. Ci poteva bastare nelle giornate tiepide; ma, prima
dell'inverno, era necessario costruire un riparo pi conveniente.
Perci Gordon decise che fossero immediatamente costruiti, alla base
di Auckland-hill, dalla parte del lago, non lungi dalla grotta, una
tettoia e un recinto, protetti da alte palizzate.
Tutti si misero al lavoro, e, sotto la direzione di Baxter,
s'organizz un vero cantiere. Era divertente vedere quei giovani
volonterosi maneggiare, pi o meno destramente, gli utensili che
avevano trovato nella cassa da falegname della goletta. Gli uni
maneggiavano la sega, gli altri la scure o l'ascia ricurva. Se talvolta
eseguivano male il lavoro, si usavano reciproca indulgenza. Alberi di
media grossezza, tagliati alle radici, e completamente diramati,
fornirono i pali necessari per cintare uno spazio abbastanza grande,
nel quale una dozzina d'animali potessero vivere agevolmente.
Questi pali, solidamente conficcati nel terreno, riuniti con traverse,
potevano resistere a qualsiasi tentativo delle bestie riottose per
abbatterli ed uscire dal recinto. La tettoia fu costruita servendosi
delle fiancate della Sloughi, il che evit ai giovani carpentieri la
fatica di ridurre gli alberi in assi, lavoro assai difficile in quelle
condizioni. Poi il tetto fu coperto da un solido strato incatramato, per
proteggerlo dalle raffiche. N mancava un soffice e folto strato
d'erba, muschio e fogliame, per mantenere in buono stato gli animali
domestici. Garnett e Service, pi particolarmente incaricati del
mantenimento delle bestie, si trovarono ben presto ricompensati delle
loro fatiche vedendo il guanaco e la vigogna familiarizzare sempre
pi.
Del resto, il recinto non tard molto a ricevere nuovi ospiti. Il
primo fu un altro guanaco, che era cascato in una delle trappole tese
nella foresta; poi una coppia di vigogne, maschio e femmina, presa
da Baxter con l'aiuto di Wilcox, che cominciava a maneggiare
abbastanza bene le bolas. Venne pure catturato un nand, che Phann
raggiunse alla corsa. Ma si vide subito che anche a questo sarebbe
accaduto ci che accadde all'altro. Nonostante la buona volont di
Service, che si ostin ancora in questa prova, non se ne pot fare
nulla.
inutile dire che sino a quando il recinto non fu compiuto, il
guanaco e la vigogna venivano condotti ogni sera in Store-room. Le
grida degli sciacalli, i guaiti delle volpi, i ruggiti delle belve, si
udivano a cos breve distanza dalla grotta, che non era prudente
lasciare gli animali allo scoperto.
Mentre Garnett e Service s'occupavano particolarmente
dell'allevamento degli animali, Wilcox e alcuni altri continuavano a
preparare trappole e lacci che ogni giorno andavano a visitare.
Inoltre, vi fu lavoro anche per due dei piccini, Iverson e J enkins.
Infatti, le ottarde, i fagiani, i tinamu, richiedevano la costruzione d'un
cortiletto, che Gordon fece disporre in un canto del recinto e diede a
questi fanciulli l'incarico di averne cura; cosa che fecero con grande
zelo.
Moko aveva a sua disposizione non solo il latte delle vigogne, ma
anche le uova della schiera piumata.
E certamente egli avrebbe pi volte ammannito qualche piatto di
suo gusto, se Gordon non gli avesse raccomandato di fare economia
di zucchero... Solo la domenica e qualche giorno festivo si vedeva
apparire sulla mensa un piatto straordinario, di cui Dole e Costar si
empivano avidamente la bocca.
Orbene, se era impossibile fabbricare lo zucchero, non si poteva
trovare una materia atta a sostituirlo? Service - con i suoi libri su
Robinson alla mano - sosteneva che si trattava solo di cercare.
Gordon cerc, e fin con lo scoprire, in mezzo alle macchie di Traps-
woods, un gruppo d'alberi, che, tre mesi dopo, ai primi d'autunno, si
sarebbero coperti di un fogliame porporino, di bellissimo effetto.
Sono alberi d'acero disse alberi da zucchero.
Alberi di zucchero?!... esclam Costar.
No, goloso! rispose Gordon ho detto: da zucchero! Statti
zitto.
Era una delle pi importanti scoperte che avessero fatto i giovani
coloni, dopo il loro insediamento a French-den. Praticando
un'incisione nel tronco di quegli aceri, Gordon ottenne un liquido
molto denso e sostanzioso, e questo succo, solidificandosi, formava
una materia zuccherina. Bench inferiore, in qualit dolcificante, ai
succhi della canna da zucchero e della barbabietola, questa sostanza
non era meno utile per i bisogni della cucina e migliore, in ogni
modo, dei prodotti simili che si ricavano dalla betulla durante la
primavera.
Avendo lo zucchero, non si tard molto ad ottenere anche il
liquore. Secondo i consigli di Gordon, Moko tent di trattare con la
fermentazione i grani di trulca e d'algarrobe. Dopo averli frantumati
nel mortaio adoperando un pesante pestello di legno, questi grani
fornirono un liquido alcoolico, il cui sapore poteva a sufficienza
addolcire le bevande calde, in mancanza dello zucchero d'acero.
Quanto alle foglie colte dall'alberetto da t si constat che valevano
quasi come il profumato t cinese. Quindi, durante le loro escursioni
nella foresta, gli esploratori non mancavano mai di farne abbondanti
provviste.
In breve, l'isola Chairman procurava ai suoi abitanti, se non il
superfluo, almeno il necessario. Ci di cui ci si poteva giustamente
lamentare era la mancanza dei legumi freschi. Bisognava
accontentarsi dei legumi conservati, racchiusi in un centinaio di
scatole, che Gordon lesinava il pi possibile. Briant aveva pi volte
tentato di coltivare quegli ignami, ritornati allo stato selvaggio, dei
quali il naufrago francese aveva seminato alcune piante ai piedi della
collina. Vano tentativo. Per fortuna, il sedano, il lettore non l'avr
certo dimenticato, cresceva abbondantemente sulle rive del Family-
lake, e poich non era il caso di economizzarlo, sostituiva i legumi
freschi, non senza vantaggio.
sottinteso che i fioroni tesi durante l'inverno, lungo la riva
sinistra del fiume, erano stati trasformati in paretai al ritorno della
bella stagione. Fra gli altri volatili, furono catturate pernici di media
grossezza e oche che venivano senza dubbio dalle terre poste a una
notevole distanza dall'isola.
Doniphan, dal canto, suo, avrebbe con piacere esplorata la vasta
regione di South-moors, dall'altra parte del fiume Zealand. Ma era
pericoloso avventurarsi attraverso quelle paludi che erano coperte in
gran parte dalle acque del lago, miste con quelle del mare, durante la
stagione delle piene.
Wilcox e Webb, ad ogni modo, presero un certo numero di aguti,
grossi come lepri, la cui carne biancastra, un po' secca, qualcosa di
mezzo fra quella del coniglio e quella del maiale. Certo, sarebbe stato
difficile raggiungere questi veloci roditori in corsa, anche con l'aiuto
di Phann. Tuttavia, quando si trovavano nel loro covo, bastava
fischiare leggermente per attirarli all'imboccatura della tana e
impadronirsene. A diverse riprese i giovani cacciatori portarono agli
amici puzzole, ghiottoni grigi, zorilla, quasi simili alle martore con
pelliccia nera, a strisce bianche, ma che esalano odori sgradevoli.
Come possono sopportare un simile fetore? chiese un
giorno Iverson.
Questione d'abitudine! rispose Service.
Mentre il fiume forniva il suo contingente di galassie, Family-
lake, popolato di specie pi grandi, dava, fra gli altri pesci, delle
belle trote, che, anche dopo cucinate, serbavano un gusto un po'
salmastro. Inoltre, c'era sempre la risorsa di andare a pescare, fra le
alghe e i fuchi di Sloughi-bay, quella specie di merluzzi che vi si
riparavano a miriadi. E poi, quando sarebbe venuto il tempo in cui i
salmoni solevano risalire il fiume Zealand, Moko ne avrebbe fatta
ampia raccolta, e, conservandoli nel sale, avrebbe ottenuto un
eccellente nutrimento per la stagione invernale.
In questo periodo, Baxter, pregato da Gordon, fabbric degli archi
elastici di frassino con le frecce di canna, armate di chiodi
all'estremit, coi quali Wilcox e Cross, i pi destri dopo Doniphan,
potevano prendere di quando in quando qualche capo di minuta
selvaggina.
Intanto, se Gordon si opponeva sempre allo spreco delle
munizioni, avvenne una circostanza che lo costrinse a scostarsi dalla
sua abituale parsimonia.
Un giorno - era il 7 dicembre - Doniphan, prendendolo in
disparte, gli disse:
Gordon, noi siamo assediati da sciacalli e da volpi! Vengono
in branchi, durante la notte, e distruggono le nostre trappole, e, nello
stesso tempo, mangiano la selvaggina che si lasciata prendere!...
Bisogna finirla una buona volta!
Non si possono predisporre trabocchetti? osserv Gordon,
comprendendo dove Doniphan voleva arrivare.
Trabocchetti? rispose Doniphan, che conservava sempre un
grande disprezzo per questi volgari congegni da caccia.
Potrebbero andare se si trattasse di sciacalli, che sono abbastanza
stupidi per lasciarsi prendere qualche volta. Per le volpi, invece, un
altro paio di maniche! Questi animali sono troppo astuti, e stanno
sull'avviso, nonostante tutte le precauzioni che prende Wilcox. Una
notte o l'altra il nostro recinto sar devastato, e i nostri volatili
cadranno preda di queste volpi!
Ebbene, poich proprio necessario rispose Gordon
accordo alcune dozzine di cartucce, ma cercate di sparare solo a
colpo sicuro.
Non dubitare, Gordon. Questa volta ci nasconderemo nei
luoghi dove di solito passano questi animali, e ne faremo un tale
sterminio, che non si faranno pi vedere per lungo tempo!
In realt una simile caccia era urgente. Le volpi di quella regione,
e in genere dell'America del Sud, a quanto pare sono anche pi
scaltre di quelle d'Europa. Nei dintorni delle fattorie fanno guasti
incessanti e hanno sufficiente intelligenza per tagliare le corregge di
cuoio cui sono attaccati nelle praterie i cavalli o il bestiame.
Venuta la notte, Doniphan, Briant, Wilcox, Baxter, Webb, Cross e
Service si misero in agguato nelle vicinanze di un covert, nome
che nel Regno Unito si d a larghi spazi di terreno ingombri di
cespugli e boscaglie. Questo luogo era situato presso Traps-woods,
dalla parte del lago.
Phann non era stato invitato a far parte del gruppo. Li avrebbe
piuttosto imbarazzati, mettendo in allarme le volpi. Non era
necessario, d'altra parte, cercare la pista. Anche quando la volpe
accaldata per la corsa, non emana alcun odore, oppure le emanazioni
sono cos leggere, che anche i cani pi abili non possono
riconoscerle.
Erano le undici, quando Doniphan e i suoi compagni si misero in
agguato, fra i cespugli della selvaggia brughiera, che costeggiava il
covert.
La notte era assai cupa.
Un profondo silenzio, non turbato dal pi leggero alito di vento,
permetteva di udire il trepestio delle volpi sulle erbe secche.
Un po' dopo mezzanotte, Doniphan segnal l'approssimarsi di un
branco di questi animali, che attraversava il covert per venire a
dissetarsi al lago.
I cacciatori attesero con impazienza che fossero riuniti nel numero
di una ventina, il che richiese un certo tempo, poich avanzavano con
grande circospezione, come avessero previsto qualche imboscata. Al
segnale di Doniphan, si sentirono numerosi colpi di fucile che
colsero tutti nel segno. Cinque o sei volpi rotolarono a terra, mentre
le altre, spaventate, si slanciarono a destra e a sinistra e per la
maggior parte furono colpite a morte.
All'alba, si trov una dozzina di animali riversi sull'erba del
covert. E poich questo eccidio si rinnov per due notti
consecutive, la piccola colonia fu presto liberata da quelle visite
spiacevoli e pericolose per gli ospiti del recinto. Inoltre, questa
caccia procur una cinquantina di belle pelli d'un grigio argento, che,
usate come tappeti o come vestiti, aggiunsero una certa comodit alla
vita che si conduceva a French-den.
Il 15 dicembre vi fu una grande spedizione a Sloughi-bay. Il
tempo era molto bello e Gordon decise che tutti prendessero parte a
quella spedizione, decisione che venne accolta dai pi giovani con
grandi dimostrazioni di gioia.
Molto probabilmente, partendo al sorgere del giorno, si sarebbe
potuto far ritorno prima di notte. Se fosse sopravvenuto qualche
ritardo, ci si poteva accampare sotto gli alberi.
Il compito principale della spedizione era la caccia alle foche, che
frequentavano il litorale di Wreck-coast, durante la stagione
invernale. Purtroppo l'olio usato in abbondanza nelle serate e nelle
notti di quella lunga invernata stava per mancare. E non restavano
pi che due o tre dozzine di quelle candele fabbricate dal naufrago
francese. L'olio contenuto nei barili della Sloughi, e che serviva per
alimentare le lucerne della hall, era stato in gran parte consumato, il
che preoccupava seriamente il previdente Gordon.
Moko aveva potuto accantonare una certa quantit di quei grassi
che gli erano forniti dalla selvaggina, dai ruminanti, dai roditori e dai
volatili, ma era certo che non avrebbe tardato a esaurirsi in seguito al
consumo d'ogni giorno. Non era forse il caso di sostituirvi una
sostanza gi preparata dalla natura? In mancanza d'olio vegetale, la
piccola colonia non poteva, per cos dire, assicurarsi una certa
quantit d'olio animale?
Non v'era dubbio, a patto che i cacciatori riuscissero a uccidere un
certo numero di quelle foche e di quelle otarie da pelliccia, che
venivano a riposare sul banco scoglioso di Sloughi-bay durante
l'estate. Per bisognava affrettarsi, perch questi anfibi non
avrebbero tardato a cercarsi acque pi miti nei paraggi dell'Oceano
Antartico.
Per questo la spedizione era della massima importanza, e i
preparativi cos accurati affinch potesse dare buoni risultati.
Dopo qualche tempo, Service e Garnett s'erano industriati con
successo a trasformare i due guanachi in bestie da soma. Baxter
aveva fatto una cavezza e, se i guanachi non si potevano ancora
montare, era tuttavia possibile attaccarli al carro, il che era certo
meglio che trainare il carro da s.
Quel giorno, il carro fu caricato di munizioni, di vettovaglie e di
utensili vari, fra cui una grande bacinella e una mezza dozzina di
barili vuoti, che sarebbero stati riempiti d'olio di foca. Infatti era
meglio tagliare a pezzi questi animali sul posto, che non trasportarli a
French-den, ove l'aria sarebbe stata contaminata da odori malsani.
Si parti al sorger del sole, e per le prime due ore si cammin senza
difficolt. Se il carro non andava molto svelto, era per colpa del
suolo ineguale della riva destra del fiume che si prestava assai poco
al passo dei due guanachi. Ma il cammino divenne difficilissimo,
quando la piccola comitiva dovette girare intorno alla nota palude,
fra gli alberi e la foresta. Le gracili gambe di Dole e di Costar ne
risentirono, perci Gordon, dietro invito di Briant, permise loro di
salire sul carro per riposare pur continuando la strada.
Verso le otto, mentre la spedizione procedeva stentatamente ai
confini della palude, le grida di Cross e di Webb, che formavano
l'avanguardia, fecero accorrere dapprima Doniphan, poi gli altri.
In mezzo al fango della palude, alla distanza di un centinaio di
passi, si avvoltolava un enorme animale, che Doniphan riconobbe
ben presto. Era un ippopotamo grasso e tondo, il quale - per sua
fortuna - disparve sotto le folte erbe della palude, prima che fosse
possibile prenderlo di mira. Del resto, non era il caso di consumare
polvere da sparo.
Che bestiaccia mai quella? domand Dole piuttosto
preoccupato anche se lo aveva visto solo di sfuggita.
Un ippopotamo rispose Gordon.
Un ippopotamo? Che nome strano!
come dire un cavallo di fiume rispose Briant.
Ma questa bestiaccia non assomiglia affatto a un cavallo!
osserv opportunamente Costar.
vero! esclam Service e sono del parere che si sarebbe
fatto meglio a chiamarlo maiale di fiume, cio suspotamo.
Riflessione che non mancava d'acutezza e che provoc risate tra i
pi giovani.
Erano le dieci del mattino, quando Gordon raggiunse la riva di
Sloughi-bay. Si sost presso la riva del fiume, l dove era stato posto
il primo accampamento, durante la demolizione della nave.
Immediatamente si scorse un centinaio di foche che saltellavano
sulle rocce, dove si riscaldavano al sole. Altre si divertivano sulla
sabbia oltre la scogliera.
Questi anfibi dovevano avere poca dimestichezza con la presenza
dell'uomo. Forse non avevano mai visto volto umano, dal momento
che la morte del naufrago francese risaliva a pi di vent'anni prima.
Ecco perch, nonostante sia questa una misura di prudenza abituale
fra le foche, che vengono inseguite nelle terre artiche e antartiche, le
pi anziane del branco non si erano affatto messe di guardia al fine di
avvertire le compagne di qualsiasi pericolo. Tuttavia bisognava stare
bene attenti a non spaventarle anzi tempo, altrimenti in pochi minuti
esse avrebbero abbandonato il posto.
Appena i giovani coloni erano giunti di fronte a Sloughi-bay,
avevano volto i loro sguardi verso quella spiaggia cos ampia,
inserita tra American-cape e False-Sea-point.
Il mare era completamente deserto. Era una nuova conferma che
quei luoghi erano situati lontano da ogni rotta marittima.
Poteva tuttavia accadere che una nave passasse in vista dell'isola.
In questo caso, un osservatorio posto sulla vetta d'Auckland-hill, o
all'estremit di False-Sea-point - sulla quale era stato trasportato uno
dei cannoni della Sloughi - avrebbe meglio attirata l'attenzione che
non l'albero per segnalazioni che gi vi si trovava. Ma si sarebbe
dovuto restare di vedetta giorno e notte in questo luogo, e, per
conseguenza, lontani da French-den. Gordon pensava che questo
progetto fosse inattuabile. Lo stesso Briant, per quanto sempre
preoccupato dal pensiero di rimpatriare, aveva dovuto convenirne.
Piuttosto si poteva rimpiangere che French-den non fosse posta su
quel declivio, in faccia a Sloughi-bay.
Dopo una frettolosa colazione, quando il sole di mezzogiorno
invitava le foche a riscaldarsi sulla riva, Gordon, Briant, Doniphan,
Cross, Baxter, Webb, Wilcox, Garnett e Service si prepararono a dar
loro la caccia. Durante questa operazione, Iverson, J enkins, J acques,
Dole e Costar dovevano restare nell'accampamento sotto la custodia
di Moko, e lo stesso era previsto per Phann, che non doveva lanciarsi
sul banco delle foche. Essi dovevano inoltre vegliare sui due
guanachi che si erano messi a pascolare sotto i primi alberi della
foresta.
Tutte le armi da fuoco della colonia, fucili e revolver, erano stati
portati in questa spedizione, con una sufficiente quantit di
munizioni, che questa volta Gordon non aveva esitato a concedere,
dal momento che si trattava del comune interesse.
Per prima cosa, era necessario tagliare la ritirata alle foche dalla
parte del mare. Doniphan, cui i compagni cedettero volentieri il
compito di dirigere l'operazione, li invit a ridiscendere il fiume fino
alla foce, nascondendosi dietro la ripa. Una volta eseguito questo
piano, sarebbe stato facile camminare lungo la scogliera in modo da
chiudere i passaggi verso la spiaggia.
Il piano fu eseguito con molta circospezione. I giovani cacciatori,
lontani trenta o quaranta passi l'uno dall'altro, presto formarono un
semicerchio fra la riva ed il mare.
Allora, ad un segnale di Doniphan, tutti si alzarono insieme:
simultaneamente risuonarono molte detonazioni, e ogni colpo colp il
bersaglio.
Le foche che non erano state colpite si alzarono agitando la coda e
le pinne. Spaventate soprattutto dal rumore delle detonazioni, si
precipitarono saltellando verso la scogliera.
Furono inseguite a colpi di rivoltella. Doniphan, che si sentiva
pienamente a suo agio, faceva miracoli, mentre i suoi compagni lo
imitavano del loro meglio.
Questo eccidio non dur che pochi minuti, quantunque gli anfibi
fossero stati inseguiti fino alla linea delle ultime rocce, oltre le quali
le foche sopravvissute disparvero, abbandonando una dozzina delle
loro compagne morte o gravemente ferite sulla spiaggia.
La spedizione era pienamente riuscita. I cacciatori, ritornati al
campo, s'insediarono sotto gli alberi, in modo da potervi passare
trentasei ore.
Il pomeriggio fu occupato con un lavoro oltremodo ripugnante. Vi
prese parte anche Gordon, ed essendo una incombenza assolutamente
indispensabile, tutti vi si applicarono con decisione. Prima di tutto
bisognava trascinare sulla riva le foche che erano morte fra gli scogli.
Bench questi animali fossero di media grossezza, il lavoro fu
alquanto duro.
Nel frattempo Moko aveva issato una caldaia sopra un fuoco
acceso fra due grosse pietre. I quarti di foca, tagliati in pezzi di
cinque o sei libbre ciascuno, furono messi in questa caldaia
precedentemente riempita d'acqua dolce, attinta nel fiume al tempo
della bassa marea. Bastarono pochi istanti perch si scolasse un olio
chiaro che galleggiava sulla superficie e col quale furono
successivamente riempite le botti.
Questo lavoro rendeva il luogo inospitale per le fetide emanazioni
che vi esalavano. Ognuno si turava il naso, ma teneva aperte le
orecchie, per udire le facezie provocate da questa spiacevole
occupazione. Nemmeno il delicato lord Doniphan non os
brontolare per quella occupazione che fu ripresa il giorno dopo.
Verso la sera di questa laboriosa giornata, Moko aveva gi
raccolto parecchie centinaia di galloni d'olio. Parve sufficiente questa
provvista, poich l'illuminazione di French-den era in tal modo
assicurata per tutto il prossimo inverno. D'altra parte le foche non
erano ritornate n fra gli scogli n sulla spiaggia, e, certamente, non
avrebbero pi frequentato il litorale di Sloughi-bay prima che si
fossero dimenticate dello spavento avuto.
Il giorno dopo si lev il campo all'alba, e si pu immaginare la
generale soddisfazione. La sera prima il carro era stato caricato dei
barili, degli strumenti e degli utensili. Siccome il carro era pi
pesante al ritorno che non all'andata, i guanachi non avrebbero potuto
trascinarlo velocemente, anche perch il suolo saliva sensibilmente in
direzione di Family-lake.
Al momento della partenza l'aria fu scossa da strida assordanti di
migliaia di uccelli di rapina, nibbi o falchi, che, venuti dal centro
dell'isola, si precipitarono sopra gli avanzi delle foche, che in breve
furono divorati.
Dopo un ultimo saluto alla bandiera inglese, che sventolava sulla
sommit d'Auckland-hill, dopo un ultimo sguardo al vasto orizzonte
dell'Oceano, la piccola comitiva si mise in marcia, risalendo la riva
destra del fiume.
Durante il ritorno non incorsero in alcuna avventura. Nonostante
le difficolt del percorso, i guanachi compirono tanto bene il loro
incarico, aiutati a proposito da quei ragazzi nei punti pi ardui, che la
comitiva arriv a French-den prima delle sei.
L'indomani e i giorni seguenti furono dedicati alle abituali
occupazioni. Si fece la prova dell'olio di foca nelle lampade delle
lucerne, e si constat che il chiarore che produceva, bench di qualit
mediocre, era sufficiente all'illuminazione della hall e di Store-room.
Non c'era dunque pi pericolo di restare al buio durante l'inverno.
Intanto il Natale, festa tanto lieta, si stava avvicinando. Gordon,
non senza ragione, volle che fosse celebrato con una certa solennit.
Era come un ricordo rivolto al paese perduto, come un volo del cuore
verso le famiglie lontane. Ah! se tutti quei ragazzi avessero potuto
farsi intendere, con qual piacere avrebbero gridato: Noi siamo qua...
tutti! vivi... in buona salute... Voi ci rivedrete!... Dio ci ricondurr a
voi!. S!... Essi potevano ancora conservare una speranza, che i loro
parenti, purtroppo, laggi ad Auckland, non avevano pi: la speranza
di rivederli un giorno.
Gordon annunzi dunque che il 25 ed il 26 dicembre vi sarebbe
stata vacanza a French-den. Il lavoro doveva essere sospeso
completamente. Questo primo Natale doveva essere, nell'isola
Chairman, quello che nei diversi paesi d'Europa il capo d'anno.
Quale accoglienza fosse fatta a questa proposta si pu facilmente
immaginare. inutile dire che il 25 dicembre ci doveva essere un
pranzo di gala, per il quale Moko prometteva meraviglie. Moko e
Service non cessavano di confabulare misteriosamente a questo
proposito, e Dole e Costar, allettati a loro volta, cercavano di
indovinare il loro segreto. La dispensa, per allora, era assai ben
fornita per offrire il necessario a un pranzo solenne.
Il giorno tanto atteso arriv. Di sopra alla porta della hall, Baxter
e Wilcox avevano artisticamente disposte le banderuole e le fiamme
della Sloughi, il che conferiva un aspetto festoso a French-den.
Al mattino, un colpo di cannone risvegli strepitosamente di echi
gioiosi Auckland-hill. Era uno dei due pezzi, puntato attraverso
l'apertura della hall, che Doniphan aveva fatto sparare in onore del
Natale.
Immediatamente i pi giovani vennero a porgere ai grandi i loro
auguri per l'anno nuovo, che furono restituiti paternamente. Non
manc un complimento indirizzato al capo dell'isola Chairman e che
fu recitato da Costar con discreto garbo.
Ciascuno aveva indossato i suoi abiti pi belli per quella
circostanza. Il tempo era stupendo; si fecero, prima e dopo colazione,
passeggiate lungo il lago, diversi giuochi su Sport-terrace, cui tutti
vollero prender parte. Erano stati portati, a bordo della Sloughi, tutti i
giuochi che si usano in Inghilterra, come a dire bocce, palle, clave,
racchette e l'occorrente per il golf che consiste nel lanciare palle di
caucci in differenti fori scavati a notevole distanza; per il football,
gioco in cui si lanciano con i piedi palloni di cuoio; per il bowls o
palle di legno, che si lanciano con la mano e di cui si deve
destramente correggere la deviazione prodotta dalla loro forma
ovale; e infine per i fives, esercizio che rassomiglia molto al giuoco
della palla lanciata contro il muro.
La giornata fu occupata in modo degno. I pi giovani
specialmente si abbandonarono a una clamorosa allegria. Tutto and
bene. Non vi furono n discussioni n litigi. Briant si era pi
particolarmente incaricato d'intrattenere Dole, Costar, Iverson,
J enkins, senza aver potuto ottenere che suo fratello J acques si unisse
a loro, mentre Doniphan e i suoi compagni, Webb, Cross e Wilcox,
facevano parte a s, nonostante le osservazioni del saggio Gordon.
Alla fine quando l'ora del pranzo fu annunziata da un secondo colpo
di cannone, i giovani convitati si sedettero allegramente a mensa.
Sulla grande tavola, coperta da una finissima tovaglia bianca, un
albero di Natale, piantato in un largo vaso e attorniato di verde e di
fiori, occupava il centro. Ai suoi rami erano sospese banderuole coi
colori d'Inghilterra, d'America e di Francia. Moko aveva superato la
propria fama per la squisitezza dei suoi manicaretti, e si mostr assai
fiero dei complimenti indirizzatigli, come pure Service, suo degno
collaboratore. Uno stufato di coniglio, un salmi di tinamu, una lepre
arrostita, e condita d'erbe aromatiche, una ottarda con le ali alzate e il
becco in aria, come un fagiano in bella mostra, tre scatole di legumi
conservati, un pasticcio - e quale pasticcio! - disposto in forma
piramidale, con la tradizionale uva di Corinto, mescolata a frutti di
algarrobe che, per una settimana e pi, erano stati immersi in un
bagno di brandy; poi qualche bicchierino di chiaretto, di sherry, di
liquori, e caff; quanto basta insomma per festeggiare superbamente
l'anniversario del Natale, nell'isola Chairman.
Briant fece cordialmente un brindisi a Gordon, che gli rispose
bevendo alla salute della piccola colonia e alla memoria delle
famiglie assenti.
Infine - cosa assai commovente - Costar si alz, e, in nome dei pi
giovani, ringrazi Briant della devozione di cui aveva dato tante
prove nei loro confronti.
Briant non pot nascondere la sua grande emozione, quando
numerosi evviva gli furono prodigati. Evviva che non trovarono eco
nel cuore di Doniphan.

CAPITOLO XVII
PREPARATIVI IN VISTA DELL'INVERNO PROPOSTA
DI BRIANT PARTENZA DI BRIANT, DI JACQUES E DI
MOKO TRAVERSATA DI FAMILY-LAKE L'EAST-
RIVER PICCOLO PORTO ALLA FOCE IL MARE
VERSO EST JACQUES E BRIANT RITORNO A
FRENCH-DEN
OTTO GIORNI dopo aveva inizio l'anno 1861, e, in quella parte
dell'emisfero australe, il nuovo anno cominciava nella pienezza della
stagione estiva.
Erano gi trascorsi dieci mesi da quando i giovani naufraghi della
Sloughi erano stati gettati su quell'isola, a mille e ottocento leghe
dalla Nuova Zelanda!
Durante questo tempo, ci piace riconoscerlo, la loro posizione era
via via migliorata. Pareva anzi che essi fossero oramai sicuri di poter
provvedere a tutti i bisogni della vita materiale. Ma si trovavano pur
sempre sopra una terra sconosciuta e senza rapporti con gli altri
uomini! I soccorsi esterni - i soli in cui potessero sperare - sarebbero
giunti finalmente, e sarebbero poi giunti prima della fine della bella
stagione? O la colonia avrebbe dovuto sopportare i rigori di un
secondo inverno antartico?
Sino ad ora, per la verit, le malattie non avevano colpito quella
giovane famiglia. Piccoli e grandi, tutti si erano sentiti benissimo.
Grazie alla prudenza di Gordon, che faceva buona guardia - il che
causava a volte lamentele nei confronti della sua severit - non si
erano commesse imprudenze eccessive. Tuttavia i fanciulli di
quell'et sono esposti a parecchie malattie, cui sfuggono assai di
rado; e pertanto era ragionevole temere che da un giorno all'altro
potessero essere colpiti. Insomma, se il presente era accettabile,
l'avvenire rimaneva sempre pieno d'incognite. Pertanto Briant
(questo era il suo sogno!) avrebbe voluto ad ogni costo lasciare
l'isola Chairman. Ma, possedendo una sola barca, e per giunta cos
fragile, come tentare d'intraprendere una traversata che poteva essere
assai lunga, se l'isola non apparteneva a qualcuno degli arcipelaghi
del Pacifico, o se il continente pi vicino si trovava alla distanza di
parecchie centinaia di miglia? Anche se due o tre tra i pi coraggiosi
si fossero offerti d'andare in cerca d'una terra verso est, quante
probabilit avevano di raggiungerla? Era poi possibile costruire
un'imbarcazione capace di attraversare quelle acque del Pacifico? No
di certo. Tale compito era al disopra delle loro forze, e Briant non
sapeva che cosa escogitare per la salvezza di tutti!
Attendere, dunque, attendere ancora e cercare di rendere pi
comoda French-den e la vita che si conduceva nell'isola. Non c'era
altro da fare. Pi tardi, se non in quella stessa estate, poich necessit
pi urgenti incombevano in previsione della stagione invernale, si
sarebbe tentato di esplorare per intero l'isola.
Ognuno si mise risolutamente all'opera. L'esperienza aveva
insegnato quanto fosse rigido l'inverno in quella latitudine. Per intere
settimane, e forse per interi mesi, sarebbe stato necessario
rinchiudersi nella hall, e la pi elementare prudenza consigliava di
premunirsi contro il freddo e contro la fame, i due nemici che si
dovevano maggiormente temere.
Combattere il freddo a French-den era soprattutto questione di
combustibile, e l'autunno, bench volgesse alla fine, lasciava
sufficiente tempo perch Gordon facesse trasportare dal bosco la
quantit di legna necessaria. Ma non bisognava forse pensare anche
agli animali domestici, che formavano oramai una parte notevole
della colonia? Accoglierli in Store-room sarebbe stato d'impaccio e
inoltre sarebbe stata una imprudenza dal punto di vista igienico. Di
qui la necessit di renderlo pi abitabile, di difenderlo, per quanto
fosse possibile, dai freddi eccessivi, di riscaldarlo mettendovi una
stufa che servisse a mantenere la temperatura ad un grado
sopportabile. A questo provvidero appunto Baxter, Briant e Service
durante il primo mese dell'anno nuovo.
Circa la questione non meno grave dell'alimentazione per tutta la
durata dell'inverno, Doniphan e i suoi compagni di caccia si
incaricarono di risolverla. Ogni giorno visitavano trappole e lacci.
Ci che non serviva al consumo quotidiano andava ad aumentare le
riserve della dispensa sotto forma di carne salata o affumicata che
Moko preparava con la sua consueta diligenza. Cos si provvedeva
alle riserve invernali, per lungo e rigido che fosse stato l'inverno.
Se non che, fra tutte, un'esplorazione appariva urgente: quella che
aveva per scopo, non d'esplorare tutti i territori sconosciuti dell'isola
Chairman, ma almeno la parte che si estendeva all'est di Family-lake.
Vi si trovavano delle foreste, delle paludi o delle dune? Offriva dei
prodotti, dai quali si sarebbe potuto ricavare qualche utilit?
Un giorno Briant discusse con Gordon a tale proposito
presentando per la cosa sotto un aspetto diverso.
Quantunque la carta del naufrago Baudoin sia fatta con una
certa esattezza, cosa che abbiamo gi potuto riconoscere, sarebbe
opportuno, mi pare, riconoscere il Pacifico verso est. Possiamo
servirci di eccellenti cannocchiali, sussidio che a quanto pare
mancava del tutto a Baudoin, e chi sa che da quella parte non ci
capiti di scoprire delle terre! La sua carta presenta questa terra come
interamente isolata nell'immenso mare: potrebbe invece appartenere
ad un arcipelago!
Tu coltivi sempre la stessa idea rispose Gordon e non
vedi l'ora di partire, vero?
Certamente, Gordon, e, in fondo, sono sicuro che tu la pensi
come me. Tutti i nostri sforzi non devono tendere a rimpatriare e nel
pi breve tempo?
Sta bene rispose Gordon e dal momento che tu lo
desideri, ordineremo una spedizione...
Vi prenderemo parte tutti? chiese Briant.
Non necessario, mi sembra rispose Gordon. Mi pare
che sei o sette potrebbero bastare.
Anche troppi, Gordon. Una comitiva cos numerosa dovrebbe
necessariamente prendere la via di terra, dovrebbe aggirare il lago
cos al nord come al sud, cosa che occuperebbe molto tempo, per
tacere delle fatiche.
Che cosa proponi dunque?
Propongo di traversare il lago nella iole partendo da French-
den, per raggiungere la riva opposta, e quindi di non partire che in
due o tre...
E chi sar il pilota?
Moko soggiunse Briant. Egli conosce la manovra, e me
ne intendo io pure un pochino. Con la vela, se il vento favorevole,
coi remi se sfavorevole, attraverseremo facilmente il lago, che
misura cinque o sei miglia di larghezza, per raggiungere la foce di
quel fiume, che, secondo la carta, attraversa le foreste orientali.
Siamo intesi rispose il capo della colonia approvo la tua
idea, Briant. E chi accompagner Moko?
Io, Gordon; dato che non ho fatto parte della spedizione al
nord del lago, ora tocca a me rendermi utile... e reclamo...
Utile! esclam Gordon. Ma non ci hai gi reso mille
servizi, mio caro Briant? Non hai dato pi di ogni altro ripetute prove
di devozione? Non ti dobbiamo gi tutti la pi viva riconoscenza?
Andiamo, via Gordon! Tutti abbiamo fatto il nostro dovere!
Vediamo, stabilito?
stabilito. E chi prenderai con te per terzo compagno? Non ti
propongo Doniphan, perch non andate molto d'accordo insieme...
Oh! io l'accetterei volentieri! rispose Briant. Doniphan
non cattivo, bravo, abile, e se non fosse un po' ombroso e
vanitoso di carattere, sarebbe un eccellente compagno. Del resto a
poco a poco, cambier quando si sar convinto che io non cerco di
mettermi al disopra di nessuno, e sono sicuro che diventeremo i
migliori amici del mondo. Ma io ho pensato ad un altro compagno di
viaggio.
Quale?
Mio fratello J acques soggiunse Briant. Le sue condizioni
morali m'impensieriscono parecchio. Certo ha qualcosa di grave da
rimproverarsi e che non vuol confessare. Forse, trovandosi solo con
me...
Ben pensato, Briant. Conduci J acques, e comincia fin da oggi i
preparativi per la partenza.
Sar presto fatto rispose Briant, dal momento che la
nostra assenza durer solo due o tre giorni.
Lo stesso giorno Gordon diede notizia della spedizione progettata.
Doniphan fu molto indispettito di non essere chiamato a farvi parte,
e, siccome se ne lament con Gordon, questi gli fece capire che per
lo scopo che si pensava di raggiungere bastavano tre persone, e che
poich Briant aveva avuto per il primo l'idea della spedizione,
toccava a lui realizzarla e scegliersi i compagni.
Insomma, sempre lui il preferito rispose Doniphan. Ma il
capo della colonia rispose in tono grave:
Sei ingiusto, Doniphan, ingiusto verso Briant, ingiusto verso di
me! Doniphan non insistette pi a lungo e raggiunse gli amici
Wilcox, Cross e Webb, coi quali pot sfogare, in piena libert, il
proprio cattivo umore.
Quando il mozzo seppe che stava momentaneamente per cambiare
le sue funzioni di capocuoco con quelle di pilota, non nascose la
propria contentezza. L'idea di partire con Briant raddoppiava il suo
piacere.
Davanti ai fornelli doveva sostituirlo Service, il quale si rallegrava
all'idea di poter cucinare di testa sua e senza l'assistenza di nessuno.
Anche a J acques non dispiacque di accompagnare il fratello e di
lasciare French-den per alcuni giorni.
Fu subito allestita la iole.
La piccola vela latina sventol dall'albero in attesa della partenza.
S'imbarc tutto l'occorrente per una spedizione di breve durata: due
fucili, tre rivoltelle, delle munizioni in quantit sufficiente, tre
coperte da viaggio, delle provviste solide e liquide, cappotti cerati in
caso di pioggia.
Non si dimentic la copia della carta del naufrago, alla quale si
andavano aggiungendo nuovi nomi a mano a mano che si facevano
nuove scoperte.
Il 4 febbraio, verso le otto del mattino, preso congedo dagli amici,
Briant, J acques e Moko s'imbarcarono alla diga del fiume Zealand.
Faceva bel tempo; soffiava un leggero venticello di sud-ovest. La
vela s'agitava lievemente sotto l'azione di esso, e pareva impaziente
di partire.
Moko, a poppa, afferr il timone con una cert'aria d'importanza,
lasciando a Briant la cura di tenere la scotta. Quantunque la
superficie del lago fosse appena increspata da soffi intermittenti, la
iole, appena si trov al largo, obbed con prontezza all'impulso della
vela. Una mezz'ora dopo, Gordon e gli altri, che erano rimasti sulla
spiaggia, non videro pi che un punto nero, il quale pure stava per
scomparire.
Moko a poppa, Briant nel mezzo, J acques and a mettersi a prora,
al piede dell'albero.
Per un'ora, le alte creste di Auckland-hill rimasero in vista, quindi
si abbassarono sotto l'orizzonte. Per la riva opposta del lago non
compariva ancora, quantunque non dovesse essere molto lontana: un
po' di nebbia velava, da quella parte, l'orizzonte.
Disgraziatamente, come accade quasi sempre quando il sole ha
preso un po' di forza, il vento accennava a diminuire, e, verso
mezzogiorno, fu ridotto a pochi soffi intermittenti e capricciosi.
spiacevole che la brezza non sia durata per tutto il giorno!
Sarebbe stato peggio che ci fosse divenuta contraria, signor
Briant.
Tu sei filosofo, Moko!
Non so che cosa vogliate dire con questa parola rispose il
mozzo. Del resto io cerco di non lasciarmi sconcertare dai piccoli
incidenti e mi stizzisco il meno possibile.
Questa appunto filosofia!
Vada per la filosofia, e mettiamoci ai remi, signor Briant.
Sarebbe bene raggiungere l'opposta riva prima di notte. Per, se
anche non vi riuscissimo, sapremo rassegnarci.
Come hai detto, Moko, io prender un remo, tu l'altro, e
J acques si metter al timone.
Precisamente replic il mozzo. Se il signor J acques tiene
bene il timone, faremo molta strada.
Tu mi dirai come devo manovrare, Moko rispose J acques
e seguir le tue indicazioni del mio meglio.
Moko ammain la vela, che non serviva pi, giacch il vento era
completamente cessato. I tre ragazzi mangiarono in fretta un
boccone, quindi il mozzo and a mettersi a prora, mentre J acques
sedette a poppa, e Briant rimase nel mezzo. La iole, rapidamente
spinta coi remi, si diresse diagonalmente un po' verso nord-est,
secondo la bussola.
L'imbarcazione si trovava allora nel centro di quella vasta
estensione d'acqua, e pareva di navigare in alto mare, poich la
superficie del lago era circoscritta dalla linea periferica del cielo.
J acques guardava attentamente verso est, per riconoscere la costa
appena cominciasse a spuntare.
Verso le tre, il mozzo che si era messo a guardare col
cannocchiale, disse che intravedeva degli indizi di terra. Poco dopo,
Briant riconobbe che Moko non aveva commesso errore. Alle
quattro, alcune cime di alberi si mostrarono al di sopra di una riva
molto bassa, ci che spiega perch da False-Sea-point, Briant non
aveva potuto discernerla. Quindi, l'isola Chairman non aveva altre
alture che Auckland-hill, che variavano la monotona configurazione
tra Sloughi-bay e Family-lake.
Rimanevano ancora due miglia e mezzo o tre per raggiungere la
riva orientale.
Briant e Moko remavano con ardore, ma non senza fatica, poich
il caldo era eccessivo. La superficie del lago pareva uno specchio. In
molti punti, le acque chiarissime lasciavano vedere alla profondit di
dodici o quindici piedi il fondo irto d'erbe acquatiche, tra le quali
scivolavano miriadi di pesci.
Finalmente, verso le sei di sera, la iole prese terra alla base di una
costa, ombreggiata dai folti rami dei pini marittimi e dei lecci. Quella
costa, piuttosto elevata, non era opportuna per lo sbarco: si dovette
seguirla per circa mezzo miglio, risalendo verso nord.
Ecco il fiume segnato sulla carta disse Briant.
E additava una spaccatura della riva, dalla quale sfuggiva il
sovrappi delle acque del lago.
Ebbene, credo che non possiamo omettere di dare un nome a
questo emissario osserv il mozzo.
Hai ragione, Moko. Chiamiamolo East-river, dal momento che
scorre nella parte orientale dell'isola.
A meraviglia disse Moko ed ora non ci rimane che da
discendere questo fiume per raggiungere la sua foce.
Questa esplorazione la faremo domani, Moko. meglio
passare la notte in questo luogo. Allo spuntare del giorno, lasceremo
che la iole segua la corrente, e cos potremo studiare il paese da tutte
e due le rive del fiume.
Sbarchiamo?... chiese J acques.
Senza dubbio rispose Briant e ci accamperemo sotto gli
alberi. Briant, Moko e J acques saltarono sulla riva, in fondo a una
piccola insenatura.
Legata saldamente la iole a un tronco, ne tolsero le armi e i viveri.
Si accese un gran fuoco accanto ad un grosso leccio. Si cen con
biscotto e carne fredda. Quindi si distesero sul suolo le coperte, e in
breve i tre viaggiatori presero sonno, e fu un sonno profondo e
ristoratore. Ad ogni buon conto le armi erano cariche, ma non fu
necessario adoperarle, poich, tranne delle urla intermittenti, le bestie
feroci non diedero indizio di loro presenza.
Suvvia, non perdiamo tempo! disse Briant, che si svegli
per il primo, alle sei del mattino.
In pochi minuti ritornarono a bordo della iole, che abbandonarono
senz'altro alla corrente. Non fu nemmeno necessario servirsi dei
remi, poich la corrente era abbastanza forte, e la marea discendeva
da circa una mezz'ora. Briant e J acques si erano seduti a prora,
mentre Moko, postosi a poppa, dirigeva il timone in modo da tenere
l'imbarcazione nel filo della corrente.
Probabilmente un solo riflusso baster a portarci sino al mare,
se l'East-river non ha che cinque o sei miglia, dato che la sua corrente
pi rapida di quella del fiume Zealand.
auspicabile rispose Briant. Per ritornare ci
occorreranno invece due o tre maree.
Lo credo anch'io, signor Briant, ma forse non dovremo
fermarci molto sul litorale...
Appena avremo fatto le nostre osservazioni torneremo indietro
soggiunse Briant.
Intanto la iole filava con una rapidit, che Moko riteneva fosse di
un miglio all
'
ora. L'East-river aveva un corso quasi rettilineo, e col
mezzo della bussola si riconobbe che seguiva la direzione est-nord-
est.
Il suo letto era pi incassato di quello del fiume Zealand e quindi
meno largo - una trentina di piedi solamente - ed ecco la ragione per
cui il suo corso era tanto rapido. Briant temeva che procedendo si
incontrassero rapide e vortici e che il fiume cessasse perci di essere
navigabile. Ad ogni modo, presentandosi delle difficolt, si sarebbero
prese le misure richieste dal caso.
Si viaggiava in piena foresta, in mezzo a una vegetazione assai
intricata. Vi si trovavano su per gi le stesse piante che arricchivano
Traps-woods, tranne che vi predominavano i pini, gli abeti, i lecci, le
querce del sughero.
Tra gli altri alberi Briant - quantunque di botanica ne sapesse
molto meno di Gordon - riconobbe una certa pianta molto diffusa
nella Nuova Zelanda. Quest'albero, che piegava l'ombrello dei suoi
rami all'altezza di una sessantina di piedi, portava dei frutti conici,
lunghi tre o quattro pollici, acuminati all'estremit e coperti da una
specie di scaglia lucente.
Dev'essere il pino da pinoli! esclam Briant.
In questo caso converrebbe fermarci un istante rispose
Moko.
E Briant approv con un cenno del capo. Allora Moko con alcuni
colpi di remo diresse la iole verso la riva sinistra. Briant e J acques
scesero sulla spiaggia. Pochi minuti dopo ritornarono con un'ampia
raccolta di pinoli, ciascuno dei quali conteneva una mandorla di
forma ovale, che aveva il profumo della nocciola. Preziosa scoperta
per i golosi della piccola colonia, tanto pi che questi frutti (lo si
seppe da Gordon) producono un olio eccellente.
Era pure molto importante riconoscere se quella foresta
abbondava in selvaggina, come le altre che si estendevano ad
occidente di Family-lake. Pareva di si, dal momento che Briant vide
passare attraverso le macchie una schiera spaventata di nand e di
vigogne ed anche una coppia di guanachi che correvano con
grandissima velocit. Se ci fosse stato Doniphan, avrebbe tirato dei
colpi bellissimi. Briant si astenne dallo sprecare la polvere, perch
nella iole c'erano viveri a sufficienza.
Verso le undici si vide che la foresta si diradava. S'incontravano
tratto tratto degli spiazzi, invasi largamente dal sole. Nello stesso
tempo la brezza s'impregnava di odori salini, il che annunciava che il
mare era vicino.
Infatti, pochi minuti dopo, al di l di un gruppo di magnifici lecci,
comparve lungo l'orizzonte una linea azzurrina.
La corrente continuava a trascinare la iole, ma con minore
rapidit. L'onda del mare doveva fra poco farsi sentire nell'East-river,
che in quel punto era largo appena quaranta o cinquanta piedi.
Giunti accanto alle rocce che ingombravano il lido, Moko spinse
la iole verso la riva sinistra; quindi, piantando solidamente l'alighiero
nella terra, spicc un salto sulla riva: dopo di lui scesero Briant e suo
fratello.
Quella costa presentava un aspetto del tutto diverso della costa
occidentale! Anche qui si apriva una baia profonda, e precisamente
alla stessa latitudine di Sloughi-bay; ma, invece di una larga spiaggia
sabbiosa, protetta da un cordone di frangenti, e limitata dalla
scogliera, qui si vedeva un cumulo disordinato di rocce, fra le quali,
Briant pot accertarsene subito, si potevano trovare moltissime
grotte.
Quella costa era adunque assai abitabile, e se la goletta fosse
naufragata in quel luogo, o se fosse stato possibile rimetterla a galla,
avrebbe potuto trovare riparo alla foce dell'East-river, in un piccolo
porto naturale, nel quale l'acqua non mancava mai, nemmeno durante
i riflussi.
Anzitutto Briant spinse gli sguardi verso il largo, verso l'estremo
orizzonte di quella vasta baia. Aprendosi sopra un settore di quindici
miglia circa, tra due punte sabbiose, avrebbe meritato il nome di
golfo.
La baia era deserta, ed era da credere che fosse deserta in ogni
tempo. Non una nave in vista, nemmeno lungo il suo perimetro, che
spiccava nettamente sul fondo del cielo! Neppure un indizio di
qualche terra! Moko, abituato a riconoscere le vaghe linee delle
alture lontane, che spesso si confondono con le nuvole dell'estremo
orizzonte, non pot scoprire nulla, quantunque prolungasse le sue
osservazioni e si servisse di un ottimo cannocchiale. L'isola
Chairman sembrava ugualmente isolata nei paraggi orientali come in
quelli occidentali. Ed ecco perch la carta del naufrago francese non
indicava alcuna terra in quella direzione.
Non si creda per che Briant rimanesse fortemente deluso. Egli
gi si aspettava un simile risultato! Quindi gli parve naturalissimo
dare a quell'incavatura della costa il nome di Deception-bay (Baia
della delusione).
Ah! neppure da questa parte osserv possiamo sperare di
uscire dall'isola!
Signor Briant rispose Moko molte volte si trova la strada
quando meno la si cerca! Intanto, mi pare che si dovrebbe fare
colazione...
E sia rispose Briant e facciamo presto. A che ora la iole
potr rimontare il fiume?
Se vogliamo profittare della marea, dobbiamo imbarcarci
subito.
impossibile, Moko! Mi preme osservare l'orizzonte in
condizioni pi favorevoli, e dall'alto di qualche roccia, da cui si
possa abbracciare un panorama pi vasto.
Allora, signor Briant, dovremmo aspettare il prossimo flusso,
che nell'East-river si comincer a sentire verso le dieci di sera.
E non temi di navigare di notte? chiese Briant.
Non c' pericolo soggiunse Moko e d'altra parte avremo
luna piena. Il corso del fiume cos diritto, che baster governare il
timone, finch durer il flusso. Quando la corrente discender,
tenteremo di far forza di remi, e se non possibile rimontare le acque
faremo sosta sino al mattino.
Va bene, Moko, inteso. E siccome abbiamo dinanzi una
dozzina d'ore profittiamone per completare la nostra esplorazione.
Dopo colazione e sino all'ora del desinare, tutto il tempo fu
dedicato a visitare quella parte della costa, ombreggiata da masse
d'alberi che crescevano sino al piede delle rocce.
La selvaggina era non meno abbondante che a French-den, e
Briant uccise alcuni tinamu per il pasto della sera.
Il tratto particolare di quella costa era l'ammucchiamento dei
blocchi di granito. Era un disordine davvero grandioso, era uno
spettacolo artistico in sommo grado, specie di campo di Karnak, ma
nel quale la mano dell'uomo non aveva avuto alcuna parte. L si
aprivano di quelle profonde escavazioni, che in alcuni paesi celtici si
dicono camini, e sarebbe stato facile insediarsi tra le loro pareti.
N le hall n le Store-room sarebbero mancate per i bisogni della
piccola colonia. Lungo lo spazio di mezzo miglio appena Briant
trov una dozzina di caverne di quel genere.
Il giovane esploratore fu naturalmente portato a chiedersi perch
il naufrago francese non s'era stabilito in quella parte dell'isola
Chairman. Era certo per che l'aveva visitata, dato che il profilo di
quella costa figurava esattamente sulla carta. Dunque, se non si
incontrava nessuna traccia del suo passaggio, probabilmente Franois
Baudoin aveva scelto domicilio a French-den, prima di aver spinto le
sue esplorazioni nei territori orientali, e aveva creduto conveniente
fermarsi in quel luogo, trovandosi meno esposto alle burrasche d'alto
mare. Spiegazione assai plausibile, che Briant accolse volentieri.
Verso le due, quando il sole super il punto pi elevato del suo
viaggio, il momento parve favorevole per procedere ad una rigorosa
osservazione del mare, verso i suoi limiti pi lontani. Briant, J acques
e Moko diedero la scalata ad un masso roccioso, che aveva la forma
di un orso enorme.
Questo masso aveva l'altezza di circa cento piedi, e non senza
fatica si pot giungere alla cima.
Di l lo sguardo, volgendosi indietro, dominava la foresta che si
estendeva ad occidente sino a Family-lake, che non si poteva vedere
appunto per questa verdeggiante cortina. Al sud, il paese era coperto
da dune giallastre, qua e l intersecate da nere abetaie, come nelle
aride lande dei paesi settentrionali. Al nord, il contorno della baia
finiva con una punta bassa, al di l della quale si estendeva
un'immensa pianura sabbiosa.
Insomma, l'isola Chairman era veramente fertile solo nella sua
parte centrale, irrigata dalle tiepide acque del lago per mezzo di
diversi fiumicelli.
Briant diresse il cannocchiale verso l'orizzonte orientale, che
spiccava in quel momento per la sua nettezza. Qualsiasi terra, posta
nel raggio da sette a otto miglia, si sarebbe certamente vista
attraverso l'obiettivo dello strumento.
Nulla si vide in quella direzione!... Solo il vasto mare, circoscritto
da una linea non interrotta di cielo!
Per circa un'ora, Briant, J acques e Moko non cessarono di
osservare attentamente l'orizzonte, e stavano per scendere, quando
Moko richiam l'attenzione di Briant.
Che c' laggi?... disse, stendendo la mano verso nord-
ovest. Briant appunt il cannocchiale verso il punto indicato.
Ivi, un po' al disopra dell'orizzonte, luccicava una macchia
bianchiccia che l'occhio avrebbe potuto confondere con una nuvola,
se il cielo non fosse stato interamente sereno in quel momento.
D'altronde dopo averla tenuta a lungo nel campo del cannocchiale,
Briant pot riconoscere che la macchia non si spostava e che la sua
forma non si alterava menomamente.
Non so davvero che cosa possa essere, a meno che non sia una
montagna! Ma una montagna non avrebbe un aspetto simile.
Pochi istanti dopo, il sole essendosi maggiormente abbassato, la
macchia era scomparsa.
Esisteva laggi qualche terra elevata o quella macchia biancastra
non era che un riflesso luminoso delle acque? J acques e Moko
adottarono quest'ultima ipotesi, ma Briant conserv dei dubbi a tale
proposito.
Finita questa esplorazione, tutti e tre ritornarono alla foce
dell'East-river, nel piccolo porto in fondo al quale era legata la iole.
J acques raccolse della legna secca sotto gli alberi; poi attizz il
fuoco, mentre Moko preparava il cibo.
Verso le sette, dopo aver mangiato con appetito, J acques e Briant
andarono a passeggiare lungo la spiaggia, aspettando l'ora della
marea per partire.
Intanto Moko risaliva la riva sinistra del fiume, per far nuova
raccolta di pinoli.
Quando fu di ritorno, la notte cominciava a cadere. Al largo, la
distesa delle acque era ancora illuminata dai raggi del sole, ma la
spiaggia era gi immersa in una mezza oscurit.
Al momento in cui Moko ritornava sulla spiaggia, dove era legata
la iole, Briant e suo fratello erano ancora assenti. Siccome non
potevano essere molto lontani, non era il caso d'impensierirsi.
Per, poco dopo, Moko ud dei gemiti e delle parole spezzate.
Tese l'orecchio e not la voce di Briant.
I due fratelli correvano forse qualche pericolo? Il mozzo non tard
a slanciarsi verso la spiaggia, aggirando le rocce che chiudevano, da
un lato, quella breve insenatura.
Ma ci che vide gli consigli di non andare oltre.
J acques era in ginocchio davanti a Briant!... Pareva che gli
chiedesse perdono!... Continuavano ad uscirgli dalle labbra delle
frasi rotte e dei lamenti.
Il mozzo avrebbe voluto ritirarsi per discrezione... Era troppo
tardi! Aveva udito tutto e compreso tutto. Egli sapeva adesso la colpa
che J acques aveva commessa e di cui aveva test fatta ampia
confessione al fratello! E questi esclamava:
Disgraziato!... Come, tu hai potuto far questo!... Disgraziato!
Perdono... perdono!
Adesso capisco perch ti tenevi in disparte... capisco la tua
ostinata tristezza!... Ah! che non sappiano mai!... Non una parola in
proposito!
Moko sarebbe stato assai contento di non esser venuto a
conoscenza di tale segreto. Ma ora fingere d'ignorarlo con Briant gli
sarebbe parsa una cosa poco leale. Quindi poco dopo, trovandosi solo
con Briant:
Signor Briant gli disse senza volerlo ho inteso tutto.
Che! tu sai che J acques...
S, signor Briant... E bisogna perdonargli...
Ma gli altri vorranno perdonargli?...
Forse! rispose Moko. In ogni caso meglio che non
sappiano niente, e potete essere certo che io non parler!...
Ah! bravo Moko! mormor Briant, stringendo la mano del
mozzo. Per due ore, sino al momento d'imbarcarsi, Briant non rivolse
la parola a J acques. Questi rimase seduto, al piede di una roccia,
certo pi abbattuto, poich cedendo alle istanze del fratello aveva
confessato tutto.
Verso le dieci, la marea cominci ad ingrossare le acque del
fiume. Briant, J acques e Moko salirono sulla iole. Appena fu slegata,
la corrente la spinse con grande rapidit. La luna s'era gi levata, e
illuminava sufficientemente il corso dell'East-river, sicch si pot
proseguire la navigazione sino a mezzanotte. Scemata la forza della
marea, si aggiunse l'impulso dei remi, potendo cos continuare il
viaggio, ma nello spazio di un'ora si fece appena un miglio.
Intanto la luna s'era oscurata e Briant propose di far sosta sino allo
spuntare del giorno.
Ripreso il viaggio, verso le nove, la iole ritorn a Family-lake.
Briant e J acques non si erano ancora rivolti la parola, e le
condizioni morali del secondo ispiravano davvero una viva
commiserazione.
La traversata del lago si comp in modo felice. L'arrivo della iole
fu segnalato da Garnett che stava pescando. Gordon e i suoi
compagni accolsero con festa i reduci esploratori.

CAPITOLO XVIII
LA SALINA I TRAMPOLI VISITA ALLE PALUDI
IN PREVISIONE DELL'INVERNO DIVERSI GIOCHI
TRA DONIPHAN E BRIANT INTERVENTO DI
GORDON PREOCCUPAZIONI PER L'AVVENIRE
ELEZIONE DEL 10 GIUGNO
BRIANT credette opportuno mantenere il silenzio - anche con
Gordon - circa la scena avvenuta fra lui e suo fratello, e che era stata
sorpresa da Moko. Il racconto della sua spedizione lo fece a tutti i
suoi amici, che si erano per ci riuniti nella hall. Egli descrisse
minutamente la costa orientale dell'isola Chairman, in tutta quella
parte che era compresa in Deception-bay e il corso dell'East-river,
coperto estesamente di foreste assai ricche di piante utili; aggiunse
che l'installazione su quel litorale sarebbe stata pi facile che non su
quello di ponente, pur ritenendo che non era il caso d'abbandonare
French-den. Senonch da quella spiaggia non era in vista nessuna
terra, e anche da quella parte l'Oceano spaziava interminato. Per
Briant non tacque che aveva veduto in alto mare una macchia
bianchiccia che poteva dar luogo a qualche supposizione; ma
probabilmente non era che un ammasso di vapori, e, in ogni caso, si
poteva accertare meglio questo punto visitando di nuovo Deception-
bay. Insomma era anche troppo certo che l'isola Chairman non aveva
intorno a s alcuna terra vicina, e forse parecchie centinaia di miglia
la separavano dal continente o dagli arcipelaghi del Pacifico.
Era dunque necessario riprendere con coraggio la lotta per
l'esistenza in attesa che la salvezza venisse dal di fuori, perch pareva
improbabile che i giovani coloni potessero procurarsela da s.
Tutti si misero al lavoro; e si presero i migliori provvedimenti per
difendersi contro i rigori del prossimo inverno che poteva essere
anche peggiore del precedente.
Briant dimostr un'energia anche maggiore di quella che aveva
dimostrato fino allora. Tuttavia fu facile accorgersi che egli era
divenuto meno comunicativo, e che, imitando in questo il fratello,
aveva tendenza a tenersi in disparte. Gordon, che aveva
particolarmente notato questa mutazione di carattere, prese a
sorvegliare Briant e vide, fra le altre cose, che egli cercava di
spingere J acques avanti, in tutte le occasioni in cui c'era da mostrare
coraggio o qualche pericolo da correre, e che J acques accettava con
sollecitudine questo mezzo di distinguersi. Allora Gordon pens che
certo fra i due fratelli era avvenuta una spiegazione, ma si astenne
dall'interrogare su questo Briant, rispettando per delicatezza il suo
silenzio.
Il mese di febbraio trascorse in lavori di diversa specie, e poich
Wilcox aveva segnalato un aumento considerevole di salmoni in
Family-lake, se ne prese una certa quantit con delle reti tese da una
riva all'altra del fiume Zealand.
Per conservarli occorreva molto sale, e a tale scopo si fecero
parecchi viaggi a Sloughi-bay, dove Baxter e Briant fecero una
piccola salina, cio una fossa quadrata, scavata nella sabbia, nella
quale il sale si deponeva in seguito all'evaporazione dell'acqua sotto i
raggi solari.
Durante la prima quindicina di marzo, tre o quattro dei giovani
coloni poterono esplorare una parte della regione paludosa di South-
moors che si estendeva sulla riva sinistra del fiume Zealand. L'idea di
questa esplorazione venne a Doniphan, e Baxter, su suo consiglio,
fabbric alcune paia di trampoli, indispensabili per attraversare le
paludi.
Il 17 aprile, molto presto, Doniphan, Webb e Wilcox, pieni di
buona volont e allegria, attraversarono il fiume con la iole e
sbarcarono sulla riva sinistra. Erano equipaggiati di tutto punto e
provveduti al bisogno di armi. Anzi, Doniphan aveva portato con s
una spingarda che aveva trovato nel piccolo arsenale di French-den,
prevedendo che avrebbe potuto presentarsi l'occasione di servirsene.
Al solito egli era tronfio di se stesso e pareva convinto di sostenere
una grande missione sulla terra. Appena raggiunta la spiaggia, i tre
cacciatori si sistemarono alle gambe i trampoli per attraversare a
piedi asciutti le paludi e raggiungere le elevazioni che emergevano
qua e l, cos adatte per fare breve sosta e per la caccia.
Phann li accompagnava. Come si vede non si intraprendeva nulla
senza quella povera bestia! Ma egli non aveva bisogno di trampoli, e
non temeva certo d'insudiciarsi le zampe attraversando quelle acque
verdognole e fangose.
Percorso un miglio nella direzione di sud-ovest, Doniphan,
Wilcox e Webb raggiunsero il terreno asciutto e si tolsero i trampoli
per poter sparare pi agevolmente sulla selvaggina. L'occhio non
vedeva la fine di quella vasta estensione di acque paludose, tranne
verso est, dove una linea azzurrina indicava l'oceano.
Per ci che riguarda la selvaggina c'era solo l'imbarazzo della
scelta: beccacce, anitre, ralli, pivieri, alzavole, farchettole, e a
migliaia quelle folaghe che sono pi ricercate per le piume che non
per la carne, ma che, abilmente ammannite, forniscono un piatto
abbastanza gustoso. Doniphan e i suoi due amici avrebbero potuto
pigliare delle centinaia di questi innumerevoli uccelli acquatici senza
sbagliare un colpo, ma furono ragionevoli e si accontentarono di
alcune dozzine di volatili che Phann andava a raccogliere l dove
l'acqua era profonda. Senonch Doniphan prov la viva tentazione di
pigliare altri animali che non avrebbero potuto figurare sulla tavola
di famiglia quand'anche il mozzo avesse fatto gli sforzi maggiori
d'ingegno per prepararli. Intendiamo parlare dei tinocori, che
appartengono alla famiglia dei trampolieri e degli aironi, che hanno
una bella cresta di piume bianche. Il giovane cacciatore, per attenersi
alla raccomandazione di Gordon, fece il possibile per non sprecare
polvere, ma poi non seppe vincersi quando vide una schiera di
fenicotteri dalle ali di brace, uccelli acquatici che prediligono
particolarmente le paludi salmastre e la cui carne gareggia per
squisitezza con quella della pernice.
Questi volatili, allineati in bell'ordine, erano sorvegliati da
sentinelle che, appena avvertito il pericolo, con le loro grida
segnalavano il pericolo. Alla vista di quei magnifici esemplari
ornitologici, Doniphan si abbandon ai propri istinti, ma anche
Wilcox e Webb non furono pi prudenti di lui. I tre cacciatori si
slanciarono da quella parte, ma inutilmente: non pensavano che se si
fossero avvicinati senza essere visti avrebbero potuto tirare su quei
fenicotteri a tutto loro agio, poich le detonazioni invece di metterli
in fuga producono su di essi un effetto stupefacente.
Doniphan, Webb e Wilcox tentarono dunque invano di
raggiungere quei superbi palmipedi che misuravano pi di quattro
piedi dall'estremit del becco alla punta della coda. Dato il segnale,
la banda spar verso sud, prima che fosse possibile raggiungerla, pur
servendosi della spingarda di grande portata.
Ad ogni modo i tre cacciatori ritornarono con una ricca preda,
della qual cosa Doniphan al solito doveva vantarsi. Quella
passeggiata attraverso le paludi era riuscita in modo da invogliare a
farne delle altre; al termine della parte emergente asciutta, i tre amici
ripresero i trampoli e ritornarono alla riva del fiume, non meno
contenti di quando vi erano giunti e facendo conto di rinnovare al pi
presto una escursione che i primi freddi potevano rendere anche pi
fruttuosa.
Il saggio Gordon non era tale da lasciarsi prendere alla sprovvista
mentre l'inverno avanzava a grandi passi; egli aveva fatto ampia
provvista di combustibile per assicurare il riscaldamento anche alle
stalle e al pollaio. Si and pi volte tutti insieme a Bog-woods; per
una quindicina di giorni il carro, tirato dai due guanachi, fece e rifece
parecchie volte al giorno quella strada. Se anche l'inverno fosse
durato sei mesi e pi non sarebbero certo mancati n la legna n
l'olio di foca, e quindi i coloni potevano attendere gli imminenti
rigori e le lunghe serate senza molta inquietudine.
Questi lavori non impedirono di eseguire il programma scolastico
che Gordon aveva predisposto. Alternativamente i grandi facevano
scuola ai piccini; nelle conferenze, che continuavano a tenersi due
volte la settimana, Doniphan non cessava di ostentare la sua
superiorit, ci che non poteva in nessun modo procurargli le
simpatie generali. Egli sottolineava l'ignoranza altrui con troppa
facilit, mentre faceva pompa del proprio sapere. Per la qual cosa,
tranne i suoi soliti fedelissimi, era poco ben visto dagli altri.
Ciononostante fra due mesi, quando Gordon fosse uscito di carica,
faceva conto di succedergli come capo della colonia. L'amor proprio
gli ispirava la convinzione che tale onore gli toccasse per diritto. Non
era stata commessa una vera ingiustizia non eleggendolo fin dalla
prima volta? Wilcox, Cross, Webb lo incoraggiavano
inopportunamente in queste idee, tastavano il terreno a proposito
della futura elezione e pareva non dubitassero del successo. Tuttavia
Doniphan non aveva la maggioranza fra i suoi compagni. I piccini,
specialmente, non pareva dovessero dichiararsi per lui e nemmeno
per Gordon.
Il buon Gordon vedeva chiaramente tutto questo maneggio, e,
quantunque fosse rieleggibile, non desiderava conservare quella
posizione. Egli capiva molto bene che la severit che aveva mostrato
durante la sua presidenza non era tale da procurargli dei voti. I
suoi modi troppo duri, lo spirito troppo pratico forse erano pi volte
spiaciuti e questo disamore Doniphan sperava che potesse giovare a
lui. Al momento dell'elezione ci doveva essere senza dubbio una
lotta non priva d'interesse.
I piccini rimproveravano principalmente a Gordon la sua
economia, davvero eccessiva, per ci che riguardava i dolci. Inoltre
egli li sgridava quando non si curavano dei loro vestiti, quando
rientravano a French-den con una macchia o uno strappo, e
soprattutto se sciupavano gli stivali (cosa che richiedeva delle
riparazioni difficili) e il quesito delle calzature era davvero molto
grave. Ed anche a proposito dei bottoni perduti, quanti rimproveri!
Questa faccenda dei bottoni ricorreva ad ogni momento, e Gordon
tutte le sere passava in esame il vestiario e talora privava della frutta i
fanciulli che trascuravano la cura dei propri abiti. Allora Briant
intercedeva ora a favore di J enkins, ora a favore di Dole o di qualche
altro, e ci lo rendeva popolare! I piccini, inoltre, avevano osservato
che i due attendenti alla cucina, Moko e Service, erano devoti a
Briant, e se quest'ultimo fosse divenuto capo della colonia,
intravedevano una dieta abbondante e succulenta, e questa
prospettiva li seduceva assai.
Da che dipendono le cose di questo mondo! Invero, quella piccola
colonia di ragazzi poteva dare un'immagine sufficiente della societ,
e si vede che i fanciulli hanno la tendenza di fare gli uomini sino
dal principio della vita.
Briant non s'interessava per nulla a simili questioni. Egli lavorava
senza posa, non risparmiando la fatica a suo fratello, tutt'e due primi
a mettersi all'opera e ultimi a lasciarla, come se entrambi avessero un
dovere particolare da compiere.
Per le giornate non erano interamente dedicate al lavoro e allo
studio. Il programma riservava alcune ore alle ricreazioni. una
condizione di buona salute rinvigorire il corpo con gli esercizi
ginnastici. Piccoli e grandi vi prendevano parte. Ci si arrampicava
sugli alberi alzandosi fino ai primi rami per mezzo di una corda
avvolta intorno al tronco. Si saltavano notevoli distanze col mezzo di
lunghe pertiche. Si facevano i bagni nelle acque del lago, e quelli che
non sapevano ancora nuotare imparavano ben presto. Si facevano
corse di resistenza con premi per i vincitori. Ci si esercitava all'uso
del lazo e delle bolas.
Si facevano pure alcuni di quei giochi che sono molto in uso fra i
giovanetti inglesi; e, oltre i gi menzionati, il croquet; i rounders, nei
quali la palla lanciata con un lungo bastone sopra pioli di legno
disposti in ciascuno degli angoli di un vasto pentagono regolare; i
quoits, che esigono pi specialmente forza di braccia e colpo
d'occhio. Ma conviene descrivere quest'ultimo gioco con qualche
particolare, poich un giorno port a una scena spiacevole fra Briant
e Doniphan.
Era il 25 aprile, nel pomeriggio. Divisi in due campi in numero di
otto, Doniphan, Webb, Wilcox e Cross da un lato, Briant, Baxter,
Garnett e Service dall'altro, facevano una partita di quoits sulla
spianata davanti a French-den.
Sulla superficie piana di quel terreno vennero piantati due
cavicchi di ferro, due hols. a cinquanta piedi circa l'uno dall'altro.
Ciascuno dei giocatori munito di due quoits, specie di rotelle di
metallo, con un foro nel centro, e pi sottili alla circonferenza che
non nel mezzo.
In questo gioco, ogni giocatore deve lanciare successivamente i
suoi quoits con tale destrezza che vadano ad infilarsi anzitutto sul
primo cavicchio, quindi sul secondo. Se riesce a raggiungere uno dei
cavicchi, il giocatore fa due punti, e quattro se riesce a raggiungerne
due. Quando i quoits si avvicinano solo al cavicchio, ci fa due punti
per i due che si trovano pi vicini alla meta, e un solo punto se uno
solo si trova in buona posizione.
In quel giorno la vivacit dei giocatori era grande, e appunto
perch Doniphan si trovava in un campo opposto a quello di Briant,
ciascuno metteva nel gioco un amor proprio straordinario.
Si erano giocate due partite. Briant, Baxter, Service e Garnett
avevano vinto la prima, facendo sette punti, mentre i loro avversari
avevano vinto la seconda con solo sei punti.
Stavano ora giocando la partita definitiva, o, come si suol dire, la
bella. Ora i due campi erano giunti, ciascuno, a cinque punti; e non
rimanevano che due quoits da lanciare.
Tocca a te, Doniphan disse Webb e mira bene! Si tratta
di perdere o di vincere!
Sta' tranquillo! rispose Doniphan.
E si mise in posizione, i piedi alla debita distanza l'uno dall'altro,
tenendo la rotella con la mano destra, il corpo leggermente inclinato,
il busto appoggiato al fianco sinistro, per meglio assicurare il tiro.
Si vedeva che quel vanitoso ragazzo ci metteva tutta l'anima,
come si dice: i denti stretti, le gote un po' pallide, lo sguardo vivo e le
ciglia aggrottate.
Dopo avere mirato a lungo equilibrando la rotella, la lanci
orizzontalmente e con forza, giacch la meta era posta ad una
cinquantina di piedi.
La rotella raggiunse il cavicchio di spigolo, e invece di infilare la
punta del cavicchio cadde a terra, ci che faceva un punto solo, come
a dire il totale era di sei punti.
Doniphan non pot trattenere un gesto di dispetto, e calpest con
ira il terreno.
Peccato! disse Cross ma non vuol dire che abbiamo
perduto, Doniphan.
Certamente! aggiunse Wilcox. Il tuo quoit si trova
accanto al cavicchio, e a meno che Briant non riesca a infilare il
cavicchio, la vittoria nostra!
Infatti, se la rotella che Briant stava per lanciare - toccava a lui
giocare - non si infilava nel cavicchio, la partita era perduta per lui e
la sua squadra, poich era quasi impossibile metterla pi vicino di
quella che aveva tirato Doniphan.
Mira bene!... mira bene! esclam Service.
Briant non rispose, non volendo far dispiacere a Doniphan. Egli
non voleva che una cosa: vincere la partita, non tanto per s come per
i suoi compagni.
Si mise quindi in posizione e tir con tanta abilit il suo quoit che
and ad infilarsi sul cavicchio.
Sette punti! esclam trionfalmente Service. Vinta la
partita, vinta!
Doniphan si fece innanzi con impeto.
No!... la partita non vinta! egli disse.
Perch? chiese Baxter.
Perch Briant ha truffato!
Truffato? rispose Briant, che si fece pallidissimo per tale
accusa.
S!... truffato!... riprese Doniphan. Briant non aveva i
piedi sulla linea prescritta!... Si avvicinato di due passi!
falso! esclam Service.
S, falso rispose Briant. Ammettendo che ci fosse vero,
l'avrei fatto senza accorgermene, e non tollerer che Doniphan mi
accusi di avere truffato!
Davvero!... Non lo tolleri!... soggiunse Doniphan, alzando
con disprezzo le spalle.
Non lo tollero rispose Briant, che cominciava a non essere
pi padrone di se stesso. E dapprima prover che i miei piedi
erano esattamente collocati sulla linea.
S!... si!... esclamarono Baxter e Service.
No!... No!... replicarono Webb e Cross.
Ecco l'impronta delle mie scarpe sulla sabbia! riprese
Briant. E siccome Doniphan non poteva aver dubbi su ci, gli dir
a mia volta che ha mentito!
Mentito! esclam Doniphan, che si avvicin lentamente al
suo compagno.
Webb e Cross si erano posti dietro di lui per dargli aiuto, mentre
Service e Baxter si tenevano pronti ad assistere Briant nel caso ci
fosse lotta.
Doniphan aveva preso l'attitudine del pugilatore, la giacca
rialzata, le maniche rimboccate sino al gomito, il fazzoletto avvolto
intorno al pugno.
Briant, che aveva ripreso il suo solito sangue freddo, rimaneva
immobile, come se gli ripugnasse battersi con uno dei suoi compagni
e dare un simile esempio alla piccola colonia.
Hai avuto torto a insultarmi, Doniphan, disse ed ora hai
torto a provocarmi!...
Infatti rispose Doniphan con grande disprezzo si ha
sempre torto a provocare coloro che non sanno rispondere alle
provocazioni.
Se non rispondo disse Briant ci vuol dire che non mi
conviene rispondere!...
Se non rispondi replic Doniphan segno che hai paura.
Paura!... io!
Sei un vile!
Briant rimbocc le maniche, e si avvicin risolutamente a
Doniphan. I due avversari erano ora in posizione, l'uno dirimpetto
all'altro.
In Inghilterra e paesi affini, anche nei collegi, il pugilato fa parte
dell'educazione. stato anche osservato che i ragazzi, abili in questo
esercizio, mostrano maggiore dolcezza e pazienza degli altri, e
s'astengono, per quanto possibile, dai litigi. A Briant, nella sua
qualit di francese, non era mai piaciuto questo scambio di pugni,
che prendono per mira solo la faccia. Si trovava quindi in una
posizione d'inferiorit rispetto al suo avversario, che era un valente
pugilatore, quantunque fossero tutti e due della stessa et, della stessa
statura e di pari forza.
La lotta stava per cominciare, quando accorse Gordon che Dole
aveva avvertito.
Briant!... Doniphan!... esclam.
Mi ha dato del mentitore!... disse Doniphan.
Dopo che lui mi ha accusato di aver truffato al gioco!
rispose Briant.
In quel momento tutti si riunirono intorno a Gordon, mentre i due
avversari fecero alcuni passi indietro, Briant, le braccia incrociate e
Doniphan nell'attitudine del pugilatore.
Doniphan disse allora Gordon con voce severa conosco
Briant!... Non certamente lui che ha iniziato la lite!... Sei tu che hai
scagliato le prime offese!
Davvero, Gordon! ribatt Doniphan. Ti riconosco anche
questa volta!... Sempre pronto a darmi torto!
S... quando lo meriti! rispose Gordon.
Sta bene! riprese Doniphan. Ma che il torto sia mio o di
Briant, se Briant rifiuta di battersi, sar un vile.
E tu, Doniphan rispose Gordon sei un cattivo ragazzo,
che d un esempio tristissimo ai suoi compagni! Come! Nella grave
situazione in cui ci troviamo, c' uno fra noi che cerca solo di
fomentare le discordie, e che ad ogni momento col migliore fra noi...
Briant, ringrazia Gordon! esclam Doniphan. Ed ora in
guardia!
Ebbene, no! esclam Gordon. Io, vostro capo, mi
oppongo a qualsiasi scena di violenza fra noi! Briant, ritorna a
French-den! E tu, Doniphan, va' dove vuoi a sbollire la collera, e non
ricomparire fra noi se non quando sarai in stato di capire che col darti
torto non ho fatto che il mio dovere.
Gordon ha ragione... gridarono tutti, meno Webb, Wilcox e
Cross. Viva Gordon... viva Briant!
Davanti a una simile unanimit non c'era che obbedire. Briant
rientr nella grotta, e, la sera, quando Doniphan ritorn per l'ora del
riposo, non mostr alcuna velleit di dar seguito all'affare. Per si
capiva che un sordo rancore covava in lui, che la sua inimicizia verso
Briant era aumentata, e che, venuta l'occasione, non avrebbe
dimenticato la grave lezione inflittagli da Gordon. Del resto, egli
respinse i tentativi di riconciliazione fatti da Gordon e da comuni
amici.
Queste discordie, che minacciavano il riposo della piccola
colonia, erano davvero deprecabili. Doniphan aveva dalla sua
Wilcox, Cross e Webb, che subivano la sua influenza, che gli davano
ragione a qualsiasi proposito, sicch si poteva anche temere una
scissione nell'avvenire.
Tuttavia, per questa volta, la lite non lasci traccia apparente.
Nessuno fece allusione a ci che era accaduto fra i due rivali, e i
lavori consueti vennero ripresi in aspettativa dell'inverno.
Questo non doveva farsi attendere molto. Durante la prima
settimana di maggio, il freddo si fece sentire a tal punto che Gordon
diede ordine di accendere per tutto il giorno le stufe della hall. In
breve, fu anche necessario scaldare la stalla e il pollaio, compito che
spettava a Service e a Garnett.
In quell'epoca, certi uccelli si preparavano ad emigrare a schiere.
Verso quali regioni si dirigevano?
Evidentemente, verso le contrade settentrionali del Pacifico o del
continente americano, che offriva loro un clima decisamente meno
rigido.
Tra questi uccelli figuravano in prima linea le rondini, queste
meravigliose migratrici, capaci di trasferirsi in luogo lontanissimo.
Dominato costantemente dal pensiero di impiegare ogni mezzo per
rimpatriare, Briant ebbe l'idea di utilizzare la partenza di questi
uccelli per segnalare la posizione dei naufraghi della Sloughi. Fu
cosa facilissima impadronirsi di alcune dozzine di queste rondini,
delle specie dette rustiche, poich avevano nidificato fin
nell'interno delle caverne.
Si attacc al loro collo un sacchetto di tela, che conteneva un
biglietto, il quale indicava pressappoco in quale parte del Pacifico si
trovava l'isola di Chairman e la condizione dei naufraghi, con
preghiera di darne avviso ad Auckland, capitale della Nuova
Zelanda.
Quindi, le rondini furono liberate, e non senza emozione i giovani
coloni rivolsero loro l'augurio del ritorno, nel momento in cui
scomparivano nella direzione di nord-est!
Speranza di salvezza assai tenue; ma per quanto fosse poco
probabile che uno di quei biglietti venisse raccolto, Briant aveva
ragione di non trascurare questo mezzo.
Il 25 maggio, si videro le prime nevi, e, per conseguenza, alcuni
giorni prima dell'anno antecedente. Da questa precocit dell'inverno
si poteva concludere che sarebbe stato molto rigoroso? C'era da
temerlo, almeno.
Per fortuna, calore, luce, alimentazione erano assicurati per
parecchi mesi a French-den, senza contare la selvaggina, che non
mancava mai di visitare le rive del Zealand.
Gi da alcune settimane, erano stati distribuiti gli abiti per
l'inverno, e Gordon procurava che le misure igieniche fossero
rigorosamente osservate.
In quel tempo si not in French-den una certa agitazione. Infatti
s'avvicinava il giorno in cui Gordon doveva uscire di carica e si
doveva eleggere un altro in sua vece.
Si facevano discorsi, si tenevano conciliaboli, oserei dire che si
annodavano intrighi, e quel piccolo mondo era in grande trambusto.
Gordon, come sappiamo, si teneva in disparte. Briant, essendo
d'origine francese, non pensava nemmeno di governare una colonia
di ragazzi di una stirpe del tutto diversa dalla sua.
In sostanza, colui che, senza farsi scorgere, si preoccupava di pi
di questa elezione era Doniphan. Evidentemente, l'intelligenza al
disopra del comune, e il coraggio di cui nessuno dubitava, lo
additavano alla scelta; ma gli nuocevano il carattere altero, lo spirito
di dominazione e quella malaugurata invidia, che fa passare in
seconda linea le pi belle doti dello spirito.
Tuttavia, sia che si tenesse sicuro di succedere a Gordon, sia che
la vanit gli impedisse di mendicare voti, fingeva di tenersi in
disparte.
Per quello che egli non faceva apertamente, lo facevano i suoi
amici. Wilcox, Webb e Cross lavoravano sotto mano i compagni,
affinch dessero il voto a Doniphan, in particolare i piccini, il cui
appoggio era prezioso.
Ora, poich nessun altro nome venne posto avanti, Doniphan
considerava la sua elezione come assicurata.
Giunse il 10 giugno, giorno dell'elezione.
Lo scrutinio doveva farsi nel pomeriggio. Ciascuno doveva
scrivere su un bigliettino il nome di colui che intendeva eleggere.
Siccome la colonia annoverava quattordici membri - a Moko, come
negro, non era stato conferito il mandato elettorale - otto voti
bastavano per avere la maggioranza assoluta e per designare il nuovo
presidente.
Lo scrutinio si fece alle due, sotto la presidenza di Gordon, con
quella solennit che la razza anglosassone mette in tutte le operazioni
di questo genere.
Lo spoglio diede i seguenti risultati:

Briant . . . . . . . . otto voti
Doniphan . . . . . . . tre voti
Gordon . . . . . . . . un voto

Gordon e Doniphan non avevano voluto prender parte allo
scrutinio. Briant aveva votato per Gordon.
Nell'udire questo risultato, Doniphan non pot nascondere il suo
dispetto e la profonda irritazione che provava.
Briant, assai sorpreso d'avere ottenuto la maggioranza dei
suffragi, fu sul punto di rifiutare l'onore che gli si faceva. Ma un'idea
venutagli in quel momento valse a modificare il suo proposito,
poich, dopo aver guardato J acques:
Grazie, amici disse accetto!
A partire da quel giorno, la piccola colonia aveva per un anno un
nuovo presidente, e non si poteva, per dire il vero, fare una scelta
migliore.

CAPITOLO XIX
L'ALBERO DELLE SEGNALAZIONI GRANDI FREDDI
IL FENICOTTERO IL PASCOLO ABILITA DI
JACQUES DISOB-BEDIENZA DI DONIPHAN E DI
CROSS LA NEBBIA JACQUES NEL NEBBIONE
IL COLPO DI CANNONE DI FRENCH-DEN I PUNTI
NERI ATTEGGIAMENTO DI DONIPHAN
DANDO il loro voto a Briant, i giovani coloni avevano reso
giustizia al suo carattere servizievole, al coraggio di cui faceva prova
in tutte le occasioni dalle quali dipendeva la salvezza della colonia,
ed infine alla sua infaticabile devozione per l'interesse comune.
Dal giorno in cui, per dir cos, egli aveva preso il comando della
Sloughi durante la traversata dalla Nuova Zelanda all'isola Chairman,
non era mai indietreggiato dinanzi al pericolo o alle fatiche. Bench
fosse di nazionalit differente, tutti l'amavano, grandi e piccoli, e
questi principalmente, dei quali egli con grande zelo si occupava di
continuo, avevano votato tutti per lui. Solo Doniphan, Cross, Wilcox
e Webb non volevano riconoscere le qualit del compagno; ma, nel
loro cuore, essi conoscevano perfettamente l'ingiustizia che usavano
verso il pi meritevole fra i compagni.
Quantunque prevedesse che quella scelta avrebbe ravvivato
dissidi che gi esistevano, quantunque potesse temere che Doniphan
e i suoi fedelissimi prendessero qualche deplorevole decisione,
Gordon non risparmi le sue felicitazioni a Briant. Del resto, era
troppo giusto per non approvare la scelta che era stata fatta, e
preferiva non aver pi da occuparsi della contabilit della piccola
colonia.
Tuttavia in quel giorno si pot vedere che Doniphan e i suoi tre
compagni erano decisi a non sopportare in alcun modo questo stato
di cose, bench Briant si proponesse di non dar loro alcuna occasione
a commettere qualche eccesso.
J acques si era enormemente sorpreso nel vedere che suo fratello
aveva accettato quella carica.
Tu dunque vuoi?... gli disse, senza finire il suo pensiero,
che Briant complet, rispondendogli a bassa voce:
E perch no?... Vorrei essere in grado di fare ancora pi di
quello che abbiamo fatto fin qui per riscattare il tuo errore.
Grazie rispose J acques e non risparmiarmi!
Il giorno dopo ricominci il sistema di vita, che i lunghi giorni
d'inverno stavano per rendere si monotono.
E anzitutto, prima che i grandi freddi avessero impedito qualsiasi
escursione a Sloughi-bay, Briant fece una cosa che non mancava
d'essere utile.
Si sa che un albero per le segnalazioni era stato eretto su una delle
pi alte vette di Auckland-hill. Ora la bandiera issata su questo
albero era tutta a brandelli, essendo stata sbattuta per parecchie
settimane dai venti d'alto mare. Bisognava perci sostituirla con un
aggeggio che potesse sopportare anche le tempeste invernali.
Seguendo i suggerimenti di Briant, Baxter fabbric una specie di
pallone intrecciato con quei giunchi flessibili, che crescevano in
abbondanza lungo i margini della palude, e che avrebbero potuto
resistere, poich il vento poteva passare fra essi. Finito questo lavoro
si fece una seconda spedizione alla baia, durante la giornata del 7
giugno, e alla bandiera inglese Briant sostitu questo nuovo segnale,
che era visibile per un raggio di parecchie miglia.
Intanto, il momento in cui Briant e i suoi sudditi avrebbero
dovuto rinchiudersi in French-den, non era lontano. Il termometro
scendeva lentamente ma con una continua progressione, il che
indicava che ci sarebbe stata persistenza di grandi freddi.
Briant fece trasportare in secco la iole, in luogo opportuno. Venne
coperta con una grossa tela, affinch il gelo e il secco non ne
facessero disgiungere le coste. Poi, Baxter e Wilcox tesero dei lacci
vicino al recinto e scavarono nuove fosse sui margini di Traps-
woods. Infine lungo la riva sinistra del fiume furono piantate delle
reti di giunchi, affinch trattenessero nelle loro maglie la selvaggina
acquatica, che veniva ricacciata all'interno dell'isola dagli impetuosi
venti del sud.
Frattanto Doniphan e due o tre dei suoi compagni, servendosi dei
trampoli, facevano delle escursioni nelle paludi, dalle quali non
ritornavano mai a mani vuote, quantunque risparmiassero i colpi di
fucile, poich, a proposito delle munizioni, Briant si mostrava non
meno parsimonioso di Gordon.
Durante i primi giorni di luglio, il fiume cominci a congelarsi. I
pochi ghiacci che si formarono su Family-lake furono condotti via
dalla corrente.
Presto in seguito al loro accumularsi un po' pi in basso di
French-den, le acque cessarono di scorrere e la superficie del fiume
fu tutta una crosta di ghiaccio. Continuando il freddo, che era di gi
una dozzina di gradi sotto zero, il lago non avrebbe tardato a
congelarsi completamente. Ed infatti, dopo un violento passaggio di
raffiche che acceler quella solidificazione, il vento spir verso sud-
est, il cielo si rischiar e la temperatura scese a pi di venti gradi
sotto zero.
Il programma della vita invernale fu ripreso con le norme che
erano state stabilite nell'anno precedente. Briant ne sorvegliava
l'adempimento, procurando di non fare abuso della sua autorit. Gli
si obbediva volentieri, del resto, e Gordon facilitava moltissimo il
suo compito, dando l'esempio dell'obbedienza. Ad ogni modo
Doniphan e i suoi compagni non commisero nessun atto
d'insubordinazione. Essi si occupavano del controllo quotidiano delle
trappole, dei lacci ecc., di cui erano soprattutto incaricati,
continuando tuttavia a vivere fra di loro, discorrendo a voce bassa, e
intervenendo di rado nella conversazione generale, durante il pranzo
e le veglie serali.
Preparavano forse qualche inganno? Non si sapeva. Insomma, non
si aveva nulla da rimproverar loro, e Briant non intervenne. Egli si
proponeva di esser giusto verso tutti, assumendosi il pi delle volte i
lavori pi penosi e difficili, e non risparmiando affatto il fratello che
rivaleggiava con lui per zelo. Lo stesso Gordon pot osservare che il
carattere di J acques tendeva a modificarsi, e Moko vedeva, non senza
piacere, che, dopo il colloquio tenuto con Briant, il giovane colono si
mescolava pi apertamente ai discorsi ed ai giochi dei compagni.
Gli studi occuparono quelle lunghe ore che il freddo obbligava a
passare nella hall. J enkins, Iverson, Dole e Costar facevano notevoli
progressi.
I grandi, mentre li istruivano, si procuravano pure importanti
cognizioni. Durante le lunghe serate si leggevano ad alta voce dei
racconti di viaggi, ai quali Service avrebbe preferito certamente la
lettura dei suoi Robinson. Qualche volta Garnett - il disgraziato
melomane - regalava ai suoi compagni una di quelle laceranti
armonie che con deplorevole convinzione soleva ricavare dalla
fisarmonica. Altri cantavano in coro delle canzoncine della loro
infanzia. A concerto finito, ciascuno, pi che contento, andava a
dormire.
Intanto Briant non cessava mai di pensare ad un possibile ritorno
in patria. Era la sua idea fissa. In ci differiva da Gordon, che non
pensava ad altro che a perfezionare l'assetto della colonia. La
presidenza di Briant doveva distinguersi particolarmente per gli
sforzi che si aveva intenzione di fare per il rimpatrio. Egli pensava
sempre a quella macchia biancastra, intravista al largo di Deception-
bay. Appartiene forse a qualche terra situata nelle vicinanze
dell'isola? si domandava. Ed infatti, se ci fosse stato, non sarebbe
stato possibile costruire un'imbarcazione con cui raggiungere quella
costa? Ma, quando egli ne parlava a Baxter, questi scuoteva il capo,
come per dire che un simile lavoro era superiore alle sue forze!
Ah! perch non siamo che dei ragazzi ripeteva Briant si,
dei ragazzi, quando bisognerebbe essere uomini! Ed era questo il
suo pi vivo dolore.
Durante quelle notti d'inverno, bench French-den fosse pi che
sicura, tuttavia si udirono delle grida d'allarme. Pi volte Phann
abbai furiosamente per l'avvicinarsi di bande di carnivori - per lo
pi sciacalli - i quali si aggiravano attorno al recinto. Doniphan e gli
altri si precipitavano allora fuori della hall e lanciando dei tizzoni
ardenti riuscivano a mettere in fuga quelle maledette bestie.
Inoltre per due o tre volte parecchie coppie di giaguari e di
coguari si aggirarono nei dintorni, non avvicinandosi per come gli
sciacalli. Furono ricevuti, gi s'intende, a fucilate, sebbene dalla
distanza dalla quale si tirava non potessero venire colpiti
mortalmente. Insomma, non fu senza difficolt che si riusc a
difendere il recinto.
Il 24 luglio, Moko ebbe ancora l'occasione di dimostrare i suoi
talenti culinari, preparando un'insolita selvaggina che tutti
mangiarono abbondantemente, gli uni da gastronomi, gli altri da
ghiottoni.
Wilcox (aiutato assai volentieri da Baxter) non si era limitato a
disporre delle trappole per i volatili o i piccoli roditori. Curvando
alcuni di quei quercioli che pullulavano nei macchioni di Traps-
woods, aveva potuto porre in opera delle vere trappole a nodo
scorsoio per la grossa selvaggina.
Questa specie di trappola adoperata comunemente nelle foreste
al passaggio dei caprioli, e non difficile che dia eccellenti risultati.
In Traps-woods, in quella trappola non cadde un capriolo, bens
un magnifico fenicottero, nella notte del 24 luglio, ed i suoi sforzi per
sfuggire furono vani.
Il giorno dopo, allorch Wilcox venne a visitare i suoi lacci,
l'animale era morto strangolato dal cappio che il querciolo, alzatosi,
gli aveva serrato alla gola. Questo fenicottero, preparato con erbe
aromatiche, fu definito squisito. Tutti poterono mangiare parte delle
ali e delle cosce, e ciascuno ebbe anche una piccola porzione di
lingua, cos gustosa che nulla si pu gustare di meglio sotto la calotta
dei cieli!...
La prima quindicina d'agosto si distinse per un freddo veramente
eccessivo. Briant vide, non senza apprensione, che il termometro era
sceso a trenta gradi centigradi sotto zero. La purezza dell'aria era
incomparabile, e, come accade spesso con questi grandi
abbassamenti di temperatura, nemmeno un soffio di vento turbava
l'atmosfera.
Durante quel periodo di tempo, non si poteva uscire da French-
den senza essere subitamente colti dal freddo fino al midollo delle
ossa. Per cui ai piccini fu proibito di esporsi all'aria, anche per un
istante. I grandi, d'altronde, non lo facevano che nei casi di assoluta
necessit, principalmente per alimentare giorno e notte i fuochi della
stalla e del pollaio.
Per fortuna questi freddi ebbero breve durata. Verso il 6 agosto, il
vento si volse ad ovest. Sloughi-bay e il litorale di Wreck-coast
furono assaliti da tempeste spaventose che, dopo aver flagellato il
versante esterno di Auckland-hill, vi venivano rimbalzate indietro
con violenza incomparabile. Ciononostante French-den non ebbe
nulla da soffrire. Solo una scossa di terremoto avrebbe potuto
spaccare le sue solide pareti. Le pi forti raffiche, quelle che buttano
in costa navi di grosso tonnellaggio e che abbattono solidi edifici,
non avevano recato alcun danno alla solidissima scogliera. Per dire il
vero, molti alberi erano stati abbattuti, ma questo era tutto lavoro
risparmiato ai giovani boscaioli per quando si sarebbe dovuto rifare
la provvista del combustibile.
Insomma quelle tempeste ebbero il risultato di modificare
profondamente lo stato atmosferico, nel senso che fecero cessare i
grandi freddi. Da quel momento in poi la temperatura si rialz
costantemente e essendo passate le raffiche, si mantenne ad una
media di sette o otto gradi sopra zero.
La seconda quindicina d'agosto fu sopportabilissima. Briant pot
riprendere i lavori esterni, ad eccezione della pesca, poich un grosso
strato di ghiaccio copriva ancora le acque del fiume e del lago. Si
fecero numerose visite alle trappole e ai lacci, dove la selvaggina
palustre veniva presa in abbondanza, e la dispensa non era mai priva
di cacciagione fresca.
Del resto, il recinto annover ben presto alcuni nuovi ospiti. Oltre
alle covate delle ottarde e delle faraone, la vigogna ebbe cinque
piccini, ai quali non mancarono le cure di Service e Garnett.
In quell'occasione, poich lo stato del ghiaccio lo permetteva
ancora, Briant pens di offrire ai suoi compagni una grande partita di
pattinaggio. Con una suola di legno ed una lama di ferro, Baxter pot
apprestare alcune paia di pattini. I ragazzi, poi, avevano tutti pi o
meno l'abitudine a quell'esercizio, molto praticato nel pieno
dell'inverno in Nuova Zelanda, e si rallegrarono moltissimo di potere
in quell'occasione mostrare la loro abilit sulla superficie di Family-
lake.
Quindi, il 25 agosto, verso le undici di mattina, Briant, Gordon,
Doniphan, Webb, Cross, Wilcox, Baxter, Garnett, Service, J enkins e
J acques, lasciando a guardia di Moko e di Phann Iverson, Dole e
Costar, partirono da French-den, per cercare un luogo dove la crosta
ghiacciata presentasse una vasta distesa, adatta al pattinaggio.
Briant aveva preso con s uno dei corni di bordo per riunire la sua
piccola truppa, nel caso che qualcuno si fosse spinto troppo lontano
sul lago. Tutti avevano fatto colazione prima di partire, e contavano
di ritornare per il pranzo.
Bisogn risalire la riva per pi di tre miglia, prima di trovare una
distesa adatta, essendo Family-lake ingombro di banchi di ghiaccio,
nelle vicinanze di French-den. Dirimpetto a Traps-woods i giovani
coloni si arrestarono davanti ad una superficie uniformemente
solidificata, che si stendeva a perdita d'occhio verso oriente. Sarebbe
stato uno stupendo campo di manovre per un reggimento di
pattinatori!
Inutile dire che Doniphan e Cross avevano portato con loro i
fucili, per tirare alla selvaggina, se ne fosse capitata l'occasione.
Briant e Gordon che non avevano mai avuto gusto per questo genere
di esercizi, si trovarono l solo per impedire imprudenze.
Senza dubbio, i pi abili pattinatori della colonia erano Doniphan,
Cross, e J acques soprattutto, che li superava e per la sveltezza delle
mosse, e per la precisione con la quale tracciava le curve pi
complicate.
Prima di dare il segnale della partenza, Briant riun i compagni e
disse:
Non ho bisogno di raccomandarvi di essere cauti e di mettere
da parte il vostro amor proprio! Se non c' da temere che il ghiaccio
si rompa, pu sempre avvenire che ci si rompa un braccio o una
gamba! Non allontanatevi troppo! Se per caso vi accadesse di essere
trascinati troppo lontano, non dimenticatevi che io e Gordon vi
attendiamo su questa spianata. Cos, quando dar il segnale con il
corno, ognuno dovr mettersi in grado di raggiungerci!
Fatte queste raccomandazioni, i pattinatori si lanciarono sul lago,
e Briant si tranquillizz subito vedendo quanto i suoi compagni
fossero abili in questo esercizio. Vi furono parecchie cadute, ma non
ebbero altro risultato che di provocare le risa generali.
Infatti, J acques faceva meraviglie, scivolando avanti e indietro, su
un piede, su entrambi, dritto o accoccolato, descrivendo dei circoli e
delle ellissi di una regolarit perfetta. Oh! che soddisfazione provava
Briant, nel vedere suo fratello prendere parte ai giuochi dei
compagni!
probabile che Doniphan, lo sportivo tanto appassionato per tutti
gli esercizi ginnastici, provasse della gelosia vedendo i successi di
J acques, che tutti applaudivano cordialmente. Per cui egli non tard
ad allontanarsi dalla riva, nonostante le ripetute raccomandazioni di
Briant. E dopo, ad un certo momento, egli fece segno a Cross di
venirlo a raggiungere.
Oh! Cross gli grid vedo delle anitre... l in fondo...
verso l'est!... le hai viste?
S, Doniphan!
Tu hai il tuo fucile!... io ho il mio!... a caccia dunque!...
Ma Briant ha proibito...
Eh, lasciami tranquillo col tuo Briant!... in cammino... a grande
velocit!
In un lampo Doniphan e Cross fecero un mezzo miglio,
inseguendo quella schiera d'uccelli che si librava su Family-lake.
Dove vanno? domand Briant.
Avranno visto laggi della selvaggina rispose Gordon, e
l'istinto della caccia...
O piuttosto quello della disobbedienza aggiunse Briant...
sempre Doniphan...
Credi dunque, Briant, che ci sia qualche cosa da temere per
loro?...
Chiss!... Allontanarsi sempre imprudente! Guarda come
sono gi lontani!
Ed infatti, trasportati da una corsa rapidissima, Doniphan e Cross
apparivano oramai come due punti neri al limite estremo del lago.
Quand'anche avessero avuto il tempo di ritornare, poich il giorno
doveva durare ancora qualche ora, era pur sempre un'imprudenza.
Infatti, in quell'epoca dell'anno, c' sempre da temere un repentino
cambiamento nello stato atmosferico. Una modificazione nella
direzione del vento sarebbe bastata per produrre delle raffiche o delle
nebbie.
Ci si pu quindi figurare quali furono le apprensioni di Briant
quando, verso le due, l'orizzonte venne oscurato da una densa striscia
di nebbia.
Doniphan e Cross non erano ancora ricomparsi e i vapori
accumulati alla superficie del lago ne nascondevano la riva
occidentale.
Ecco ci che temevo! esclam Briant. Come troveranno
la strada del ritorno?
Uno squillo di cornetta!... Uno squillo di corno!... rispose
vivamente Gordon.
Per tre volte il corno squill, ed il suo suono acuto si prolung
nello spazio. Forse si sarebbero udite in risposta delle fucilate, il solo
mezzo che Doniphan e Cross avessero per far conoscere la loro
posizione.
Briant e Gordon ascoltarono... Nessuna detonazione si fece
sentire.
Frattanto la nebbia era diventata pi spessa e si era distesa
parecchio, e le sue prime volute si svolgevano a meno d'un quarto di
miglio dalla riva. Ora, se si elevava nello stesso modo verso le zone
pi alte, entro pochi minuti il lago sarebbe completamente
scomparso.
Briant richiam allora quelli fra i suoi compagni che erano rimasti
a portata di vista. Qualche momento dopo tutti erano riuniti sulla
riva.
Che fare?... domand Gordon.
Bisogna fare ogni tentativo per ritrovare Cross e Doniphan,
prima che siano completamente smarriti nella nebbia! Uno di noi
vada nella direzione che hanno preso, e tenti di richiamarli suonando
il corno...
Io sono pronto a partire! disse Baxter.
Noi pure! esclamarono due o tre altri.
No!... andr io!... soggiunse Briant.
Tocca a me! riprese J acques. Coi miei pattini
raggiunger presto Doniphan...
Ebbene va'! rispose Briant e ascolta se sent qualche
colpo di fucile!... Ecco, prendi il corno, che ti .servir a segnalare la
tua presenza!
Sta bene, fratello.
Pochi momenti dopo, J acques era gi scomparso in mezzo alla
nebbia che diveniva sempre pi folta.
Briant, Gordon e gli altri ascoltarono attentamente gli squilli del
corno, suonato da J acques, che giungevano sempre pi affievoliti
dalla distanza. Pass una mezz'ora. Non si aveva avuta alcuna notizia
degli assenti, n di Cross, n di Doniphan, incapaci di orientarsi sul
lago, n di J acques che andava ad incontrarli.
E che sarebbe accaduto di tutti e tre nel caso che la notte fosse
scesa prima del loro ritorno?
Se avessimo delle armi da fuoco esclam Service forse...
Armi? rispose Briant. E non ce ne sono forse a French-
den? Non si perda un istante!... in cammino!...
Era la migliore cosa da fare, poich, prima di tutto, bisognava
indicare tanto a J acques quanto a Doniphan e a Cross quale direzione
dovessero tenere per ritrovare la riva di Family-lake.
La cosa migliore era ritornare al pi presto a French-den, da dove
si potevano fare dei segnali per mezzo di successive detonazioni.
In meno di mezz'ora, Briant, Gordon e gli altri percorsero le tre
miglia che li separavano da French-den.
In quell'occasione non si trattava di fare economia di polvere.
Wilcox e Baxter caricarono due fucili che vennero sparati verso est.
Nessuna risposta.
Erano gi le tre e mezzo. La nebbia si faceva sempre pi folta a
mano a mano che il sole scendeva dietro la massa di Auckland-hill.
Attraverso quei densi vapori era impossibile scorgere nulla alla
superficie del lago.
Proviamo il cannone! esclam Briant.
Uno dei due piccoli pezzi della Sloughi, quello che era stato
puntato attraverso una delle feritoie aperte presso la porta della hall,
fu trascinato al centro di Sport-terrace, e adeguatamente puntato
verso nord-est.
Fu caricato con un cartoccio da segnali, e Baxter stava per dar
fuoco alla miccia, quando Moko sugger di mettere uno stoppaccio
d'erbe imbevuto di grasso sopra il cartoccio. Egli pensava con ci di
dare maggior forza alla detonazione, e non s'ingannava. Il colpo
parti, non prima per che Dole e Costar si fossero tappate le
orecchie.
In mezzo ad un'atmosfera cos perfettamente calma, non si poteva
pensare che quella detonazione non fosse intesa a una distanza di
parecchie miglia.
Si ascolt... Nessuna risposta.
Per un'ora consecutiva vennero tirati colpi a intervalli di dieci
minuti uno dall'altro.
Non era neppure da credere che Doniphan, Cross e J acques si
fossero sbagliati sulla direzione di quelle reiterate detonazioni che
indicavano la posizione di French-den. Inoltre, quelle scariche
dovevano farsi sentire su tutta la distesa del lago, poich la nebbia
ottima conduttrice del suono e tale propriet aumenta
proporzionalmente alla sua densit.
Infine, un po' prima delle cinque, due o tre detonazioni, affievolite
dalla lontananza, si fecero sentire abbastanza distintamente nella
direzione di nord-est.
Sono loro! grid Service.
E subito, Baxter rispose al segnale di Doniphan con un'altra
scarica.
Qualche momento dopo, due ombre si disegnarono attraverso la
nebbia, che era meno densa verso la riva. Gli uni e gli altri si
scambiarono reciprocamente gli evviva.
Erano Doniphan e Cross.
J acques non era con loro.
S'immagini quali mortali angosce provasse Briant! Suo fratello
non aveva potuto ritrovare i due cacciatori, e questi non avevano
nemmeno inteso i suoi squilli di corno! Infatti, in quel momento,
Cross e Doniphan, cercando d'orientarsi, avevano ripiegato verso la
parte meridionale di Family-lake, mentre J acques correva verso est
nella speranza di ritrovarli. Del resto, Doniphan e Cross, senza le
detonazioni di French-den, non avrebbero mai potuto ritrovare il
cammino.
Briant, pensando unicamente a suo fratello, immerso nella densa
nebbia, non si curava di rimproverare Doniphan, la cui disobbedienza
poteva avere delle conseguenze gravissime.
Se J acques fosse stato costretto a passare la notte sul lago, con
una temperatura che si abbassava sempre pi, forse fino a quindici
gradi sotto zero, come avrebbe potuto resistere ad un freddo cos
intenso?...
Avrei potuto andare io... io! ripeteva Briant, a cui Gordon e
Baxter tentavano invano di infondere un po' di speranza.
Furono tirati ancora alcuni colpi di cannone. Evidentemente, se
J acques fosse stato vicino a French-den, avrebbe udite quelle
detonazioni e non avrebbe mancato di segnalare la sua presenza con
squilli di corno.
Ma quando gli ultimi rimbombi si dispersero nell'aria, i colpi non
ebbero risposta. E poich incominciava la notte, l'oscurit doveva fra
poco avvolgere l'intera isola.
Frattanto avvenne una circostanza molto favorevole. La bruma
pareva che tendesse a dissiparsi. La brezza che si era levata al
tramonto, come suole avvenire quasi ogni giorno dopo il tempo di
calma, respingeva le nebbie verso est, lasciando libera la superficie
di Family-lake. Ben presto, la difficolt di ritrovare French-den
doveva consistere solo nell'oscurit della notte. In queste condizioni
non rimaneva pi che una cosa da fare: accendere un gran fuoco,
affinch potesse servire da segnale. E gi Wilcox, Baxter e Service
ammucchiavano della legna secca in mezzo a Sport-terrace quando
Gordon li ferm:
Aspettate disse.
Puntato il cannocchiale, Gordon guardava attentamente nella
direzione nord-est.
Mi sembra di vedere un punto... disse un punto che si
muove... Briant aveva preso il cannocchiale e osservava anche lui.
Sia lodato Iddio!... lui!... grid. J acques!... lo
vedo!... E tutti gridarono a pieni polmoni, come avessero potuto farsi
intendere a una distanza non minore di un miglio!
Tuttavia, questa distanza diminuiva a vista d'occhio. J acques, coi
suoi pattini, scivolava con la velocit del fulmine sulla superficie
ghiacciata del lago, avvicinandosi a French-den. Ancora pochi
minuti, e sarebbe arrivato.
Si direbbe che non solo grid Briant, che non pot
trattenere un gesto di sorpresa.
Infatti, un pi attento esame fece riconoscere che due altri punti si
movevano dietro J acques, a qualche centinaio di passi da lui.
Che cosa sono? domand Gordon.
Uomini? rispose Baxter.
No!... si direbbero animali!... disse Wilcox.
Forse delle fiere! grid Doniphan.
Non s'ingannava, e senza esitare, col fucile pronto a far fuoco,
egli si slanci sul lago verso J acques.
In pochi istanti Doniphan raggiunse il ragazzo e scaric due colpi
verso quegli animali che sparirono immediatamente dandosi a
precipitosa fuga.
Erano due orsi che nessuno si aspettava di veder figurare nella
fauna dell'isola. Poich queste formidabili bestie abitavano l'isola,
come era accaduto che i cacciatori non ne avessero mai trovata
traccia? Bisognava ammettere dunque che fossero stranieri e che,
durante l'inverno, si fossero spinti fino in quei paraggi? E ci non
indicava forse che in quelle vicinanze si trovava qualche continente?
Su questo si poteva riflettere.
Ad ogni modo J acques era salvo e Briant lo stringeva fra le sue
braccia.
Le felicitazioni, gli abbracci, le strette di mano non mancarono al
coraggioso giovane. Dopo aver invano suonato il corno per
richiamare i due compagni smarriti, anch'egli, immerso in una
densissima nebbia, si era trovato nell'impossibilit di orientarsi,
allorch si sentirono alcune detonazioni.
Non pu essere altro che il cannone di French-den! pens fra
s, cercando di comprendere da qual parte giungesse il suono.
Si trovava allora lontano parecchie miglia dalla riva verso il nord-
est del lago. Subito, a gran velocit, coi suoi pattini, scivol nella
direzione che gli era stata indicata.
Improvvisamente, mentre la nebbia cominciava a dissiparsi, si
trov alla presenza di due orsi, che si slanciarono verso di lui.
Nonostante il pericolo, non perse il suo abituale sangue freddo, e,
affrettando la corsa, pot tenere distanti gli animali. Ma se fosse
caduto, sarebbe stato perduto.
Ed allora, prendendo Briant in disparte, mentre tutti si avviavano
a French-den, disse a bassa voce:
Grazie, fratello, grazie, perch mi hai permesso di... Briant gli
strinse la mano senza rispondere.
Poi, mentre Doniphan stava per entrare nella hall, gli disse:
Ti avevo proibito di allontanarti, e, vedi, la tua disobbedienza
avrebbe potuto produrre una grave disgrazia! Ciononostante, bench
tu sia dalla parte del torto, ti devo ringraziare per l'aiuto che hai dato
a J acques!
Non ho fatto che il mio dovere rispose freddamente
Doniphan. E non strinse nemmeno la mano che il compagno gli
tendeva cordialmente.

CAPITOLO XX
UNA SOSTA ALLA PUNTA SUD DEL LAGO
DONIPHAN, CROSS, WEBB E WILCOX
SEPARAZIONE LA REGIONE DELLE DUNE
L'EAST-RIVER SI SCENDE LA RIVA SINISTRA SI
ARRIVA ALLA FOCE
SEI SETTIMANE dopo questi avvenimenti, verso le cinque di sera,
quattro dei giovani coloni si fermarono all'estremit meridionale di
Family-lake.
Era il 10 ottobre. L'influenza della migliore stagione si faceva gi
sentire. Sotto gli alberi, che cominciavano gi a coprirsi di foglie, il
suolo aveva ripreso i colori primaverili. Una dolce brezza increspava
leggermente la superficie del lago, ancora illuminato degli ultimi
raggi del sole, che sfiorava la vasta pianura paludosa, la quale aveva
per margine una stretta cintura di sabbie. Gli uccelli volavano a
schiere, riempiendo l'aria del loro allegro cinguettio, e facevano
ritorno ai nidi sparsi per il bosco o celati nelle anfrattuosit della riva
scogliosa. La monotona aridit di quella parte dell'isola Chairman era
appena interrotta da alcuni gruppi di alberi sempreverdi, pini e lecci,
e, poco lontano, si vedeva un'abetaia di alcuni acri. L la verde
cortina cessava e per trovare di nuovo delle folte foreste era
necessario percorrere molte miglia lungo l'una o l'altra riva del lago.
Fu acceso un buon fuoco, accanto ad un pino marittimo, e l'odore
della legna resinosa si spandeva intorno. Una coppia di anitre
arrostiva sull'allegra fiamma. Dopo la cena, i quattro ragazzi non
ebbero che da avvolgersi nelle grosse coperte, e mentre uno rimase
sveglio per l'opportuna sorveglianza, gli altri tre dormirono
tranquillamente sino a giorno.
Diciamo il nome dei quattro amici. Doniphan, Cross, Webb,
Wilcox, ed ecco per quali motivi avevano deciso di separarsi dai loro
compagni.
Durante le ultime settimane del secondo inverno, che i giovani
naufraghi dovettero passare a French-den, le relazioni tra Doniphan e
Briant erano divenute sempre pi difficili.
Gi s' visto con quanto dispetto Doniphan avesse accolto la
nomina di Briant a presidente. Divenuto pi geloso, pi irritabile
ancora, non si adattava senza fatica al governo del proprio rivale.
Non gli resisteva apertamente solo perch capiva che non sarebbe
stato sostenuto dalla maggioranza. Per, in parecchie circostanze,
aveva mostrato tale malevolenza che Briant, quantunque assai
paziente, non aveva potuto risparmiargli alcuni rimproveri. Dopo i
noti incidenti di pattinaggio nei quali la sua disobbedienza era stata
flagrante, il suo contegno era anche peggiorato: sia che fosse spinto
dagli istinti di cacciatore, sia che volesse agire di sua iniziativa,
aveva commesso molti atti d'indisciplina e Briant stava per
richiamarlo all'ordine con maggiore severit.
Sino allora, molto preoccupato per questo stato di cose, Gordon
aveva indotto Briant a contenersi. Ma questi sentiva che la sua
pazienza era ridotta all'estremo, e che nell'interesse generale, un
esempio era necessario per il mantenimento del buon ordine.
Invano Gordon aveva tentato di ricondurre Doniphan a migliori
sentimenti. Se un tempo egli aveva esercitato qualche influenza su di
lui, ora riconobbe che essa era perduta per sempre. Doniphan non gli
perdonava di aver pi volte dato ragione al suo rivale. Quindi
l'intervento di Gordon non produsse alcun risultato, e con profondo
dolore egli prevedeva dei grossi fastidi in un prossimo avvenire.
Il buon accordo, tanto necessario ad ogni consorzio, piccolo o
grande che sia, era pertanto distrutto. Si provava una specie di
malessere, che rendeva la vita in comune assai penosa.
Salvo alle ore dei pasti, Doniphan e i suoi partigiani, Cross,
Webb, Wilcox, pi che mai a lui sottomessi, vivevano in disparte.
Quando il cattivo tempo non permetteva di andare a caccia, si
riunivano in un angolo della hall, e l discorrevano fra loro a voce
bassa.
possibile disse un giorno Briant a Gordon che vadano
combinando qualche atto ostile...
Non contro di te, Briant rispose Gordon. Come potrebbe
offenderti, Doniphan, mentre il nostro affetto ti circonda e ti
protegge? E non pu nemmeno pensare di scalzarti dalla tua
posizione, perch noi non potremmo permetterlo, ed egli non ignora
quale sia il voto della maggioranza!
Forse Doniphan, Wilcox, Cross e Webb hanno intenzione di
separarsi da noi?...
C' da temerlo, Briant, e noi non avremo il diritto di impedirlo.
Ho veduto Wilcox fare una copia della carta geografica, lavoro
inutile per noi, ma che potrebbe servire benissimo per chi volesse
andarsi a stabilire in un'altra parte dell'isola.
Sei ben sicuro di ci?
Sicurissimo.
Indizio molto grave soggiunse Gordon.
Ora io mi domando se, per eliminare un simile pericolo, non
sarebbe meglio che io mi dimettessi in tuo favore, o anche di
Doniphan!... Questo eliminerebbe qualsiasi rivalit...
No, Briant! rispose Gordon con forza. No! Sarebbe
mancare ai tuoi doveri verso coloro che ti hanno eletto... e verso te
stesso!
L'inverno fin fra questi spiacevoli dissensi. Ai primi d'ottobre, il
freddo era completamente cessato, il lago e il fiume erano del tutto
sgelati.
La sera del 9 ottobre Doniphan fece conoscere la sua
determinazione di lasciare French-den con Webb, Cross e Wilcox.
Volete abbandonarci?... disse Gordon.
Vogliamo lasciare un luogo rispose Doniphan che ci
divenuto spiacevole, vogliamo stabilirci in un'altra parte dell'isola.
E perch non vi garba di rimanere con noi?... soggiunse
Baxter.
Perch desideriamo di vivere a nostro piacimento, ed anche, lo
dico francamente, perch non ci va di ricevere degli ordini da Briant!
Desidererei sapere che cosa hai da rimproverarmi, Doniphan
chiese Briant.
Nulla... se non il fatto che sei nostro capo! rispose
Doniphan. Abbiamo gi avuto un americano per capo della
colonia... Ora ci governa un francese!... Non rimane pi che eleggere
Moko...
Credo che non parlerai seriamente osserv Gordon.
Dico sul serio soggiunse Doniphan sprezzante che se a
certuni fa piacere avere per capo uno straniero e non un inglese,
questo non va n a me, n ai miei amici.
Sia! rispose Briant. Siete padroni di partire e di prendere
con voi la parte degli oggetti e delle provviste che vi spetta.
Di questo non abbiamo mai dubitato, Briant, e fin da domani
lasceremo French-den!
Possiate non pentirvi della vostra determinazione! aggiunse
Gordon che aveva capito come ogni insistenza, a questo proposito,
sarebbe stata inutile.
Ecco ora quali erano i progetti di Doniphan:
Alcune settimane prima, facendo il racconto della sua escursione
nella parte orientale dell'isola Chairman, Briant aveva detto che la
piccola colonia avrebbe potuto insediarvisi molto bene. Le masse
rocciose della costa offrivano molti ricoveri naturali, le foreste si
estendevano dalla riva orientale di Family-lake sino alla spiaggia.
L'East-river abbondava di pesci, e la selvaggina non mancava di
certo: insomma la vita vi doveva essere facile come a French-den,
molto pi facile di quello che era stata a Sloughi-bay. Inoltre la
distanza tra French-den e la costa era di sole dodici miglia in linea
retta, di cui sei per la traversata del lago e pressappoco altrettante per
discendere il fiume. Quindi, in caso fosse stato necessario, si
potevano mantenere relazioni con French-den.
Dopo avere seriamente pensato a simili vantaggi, i quattro amici
decisero di stabilirsi su quella spiaggia.
Per non era per acqua che Doniphan si proponeva di raggiungere
Deception-bay. Percorrere la riva di Family-lake sino alla sua
estremit meridionale, girare questa punta, risalire la riva opposta,
per raggiungere l'East-river, esplorando una regione che era ancora
sconosciuta, quindi seguire il fiume lungo la foresta sino alla sua
foce, ecco l'itinerario che egli intendeva di seguire.
Era naturalmente un lungo giro - circa quindici o sedici miglia -
ma si trattava di percorrerlo da cacciatori. In tal modo si evitava di
adoperare la iole, il cui governo richiedeva una mano pi esperta
della sua. L'halkett-boat, che egli intendeva portare con s, sarebbe
bastato per attraversare l'East-river, e all'occorrenza, per passare altri
fiumicelli, ammesso che se ne fossero trovati nella parte orientale
dell'isola.
Ad ogni modo quella prima spedizione aveva il solo scopo di
riconoscere la spiaggia di Deception-bay, per scegliervi il luogo in
cui Doniphan e i suoi tre amici potevano definitivamente stabilirsi.
Quindi essi non vollero ingombro di bagagli: presero due fucili,
quattro rivoltelle, due scuri, munizioni in quantit sufficiente, coperte
da viaggio, arnesi da pesca, una bussola tascabile, Phalkett-boat e
alcune scatole di conserve alimentari, ritenendo che la caccia e la
pesca avrebbero ampiamente provveduto alle necessit quotidiane.
La spedizione non doveva durare, stando ai loro conti, che sei o
sette giorni. Scelta una dimora, si proponevano di ritornare a French-
den per prendervi quella parte di oggetti e provviste che spettava loro
e che avrebbero trasportato nella nuova sede mediante il carro.
Se Gordon o qualche altro fosse andato a trovarli, avrebbe
ricevuto di certo buona accoglienza, ma non volevano pi
assolutamente continuare a vivere nelle condizioni attuali, e, a tale
proposito, erano decisi a mantenere le proprie decisioni.
L'indomani, allo spuntare del sole, Doniphan, Cross, Webb e
Wilcox si congedarono dai compagni, che non si mostrarono per
nulla afflitti per tale separazione. Forse essi erano pi commossi di
quello che lasciassero trasparire, ma si mostravano decisi ad
effettuare i loro progetti, nei quali l'ostinazione aveva non piccola
parte.
Dopo attraversato il fiume con la iole che Moko ricondusse poi
indietro, si allontanarono senza affrettarsi, prendendo esatta
cognizione della parte inferiore di Family-lake, che si andava
restringendo verso la punta, e dell'immensa pianura paludosa, di cui
non si vedeva la fine n verso sud, n verso ovest.
Si uccisero, strada facendo, alcuni uccelli, sul margine stesso della
palude. Doniphan, per non sprecare le munizioni, si content di
uccidere la selvaggina necessaria per il nutrimento giornaliero.
Il tempo era coperto, ma senza minaccia di pioggia, e la brezza
pareva stabilita nella direzione di nord-est. Durante la prima giornata,
i ragazzi non fecero che cinque o sei miglia, e, giunti verso le cinque
all'estremit del lago, si fermarono per passarvi la notte.
Ecco i fatti avvenuti a French-den, fra gli ultimi giorni di agosto e
l'11 ottobre.
Doniphan, Cross, Wilcox, Webb si trovavano ora lontani dai
propri compagni, dai quali per nessun motivo al mondo avrebbero
dovuto separarsi! Provavano gi un senso penoso d'isolamento?
probabile. Ma decisi ad effettuare a qualunque costo i loro progetti,
non pensavano che a costituire un nuovo accampamento in qualche
parte dell'isola Chairman e a crearsi un genere di vita del tutto
proprio e indipendente.
La notte fu assai fredda, e occorse accendere un gran fuoco
avendo cura di alimentarlo sino al mattino.
All'alba, i quattro amici si prepararono alla partenza.
La punta meridionale di Family-lake disegnava un angolo assai
acuto dove le due rive si congiungevano, e la riva destra risaliva
quasi perpendicolarmente verso nord. All'est, la zona era ancora
paludosa, quantunque l'acqua non inondasse il suolo erboso, pi alto
di alcuni piedi rispetto al lago. Delle tumescenze, tappezzate di erbe,
ombreggiate da alberi rachitici, ne variavano un po' l'aspetto
generale.
Siccome una parte di quella regione offriva alla vista molte dune,
Doniphan volle chiamarla Downy-land (Terra delle Dune). Quindi,
non volendo buttarsi nell'ignoto, decise di seguire la riva per
raggiungere l'East-river e la parte del litorale gi riconosciuta da
Briant. Si sarebbe potuto in seguito esplorare quella regione sino alla
costa.
Ad ogni modo, prima di rimettersi in marcia, ci fu una breve
discussione a questo proposito.
Perch non tagliare verso nord-est, in modo da raggiungere il
fiume verso la foce? osserv Wilcox.
Infatti, in questo modo si risparmierebbe un terzo di cammino
aggiunse Webb.
Senza dubbio rispose Doniphan ma perch avventurarci
fra questi territori paludosi che non conosciamo, ed esporci a dover
tornare indietro? Invece, seguendo la riva del lago, siamo quasi sicuri
che nessun ostacolo ci impedir di proseguire il viaggio!
E poi soggiunse Cross molto importante esplorare il
corso dell'East-river.
Sicuro approv Doniphan poich questo fiume stabilisce
una comunicazione diretta tra la costa e Family-lake. D'altra parte,
scendendo il fiume, avremo anche modo di visitare la parte di foresta
che attraversa.
Cos detto, si misero in marcia e di buon passo. Una stretta diga,
dell'altezza di pochi piedi, dominava da un lato il lago, dall'altro la
lunga pianura sabbiosa che si stendeva verso destra.
Siccome il suolo saliva sensibilmente, si poteva supporre che
l'aspetto della zona dovesse cambiare del tutto poche miglia pi
avanti.
Infatti, verso le undici, Doniphan e i suoi compagni si fermarono
per far colazione sulla riva di una piccola ansa, ombreggiata da
grandi faggi. Da quel punto, per quanto poteva spingersi lo sguardo
verso est, non si vedeva che una massa confusa verdeggiante, che
nascondeva l'orizzonte.
Un aguti, specie di coniglio, ucciso nella mattinata da Wilcox,
serv da pranzo; e Cross, che aveva avuto l'incombenza della cucina,
rivel discrete attitudini culinarie. Si arrostirono anche dei pesciolini
sui carboni ardenti, e si sazi meglio che fu possibile la sete, dopo di
che Doniphan e i suoi amici si avviarono lungo la riva di Family-
lake.
La foresta, che si estendeva lungo la riva del lago, era costituita
dalle stesse essenze di piante che costituivano Traps-woods nella
parte occidentale. Per qui erano pi numerosi i sempreverdi, specie
i pini marittimi, gli abeti, i lecci, tutti di superbe dimensioni.
Doniphan pot pure riconoscere con grande soddisfazione che la
fauna non era meno ricca in quella parte dell'isola. Si videro vari
guanachi e vigogne, e una banda di nand, dopo essersi dissetata,
scomparve, internandosi nella selva. Le lepri, i tucutuco, i pecari e la
selvaggina da penna vivevano in piena sicurezza nella parte pi
ombrosa e pi folta del bosco.
Verso le sei di sera si fece sosta. In quel punto, la riva era incisa
da un fiume, che raccoglieva le acque del lago. Era l'East-river. Non
era possibile ingannarsi, poich Doniphan scoperse, sotto un gruppo
di alberi, in fondo a una stretta insenatura, tracce recenti di un
accampamento, cio le ceneri di un focolare.
Era infatti l che Briant, J acques e Moko erano approdati, durante
la loro escursione a Deception-bay e avevano passato la prima notte.
I quattro amici non disdegnarono di far sosta in quel luogo
quantunque vi fosse ancor vivo il ricordo dell'odiato Briant! Ma
davvero non poteva trovarsi luogo pi opportuno. Si rinnov il
fuoco, si cen alla meglio, e quindi si pag col sonno l'inevitabile
tributo alla stanchezza.
Otto mesi prima, quando Briant si era fermato in quel posto, era
lontanissimo dall'immaginarsi che quattro dei suoi compagni
sarebbero venuti a passarvi la notte, con l'intenzione di staccarsi dai
propri compagni e di andare a vivere in luogo separato.
E forse, trovandosi laggi, lontani da quel comodo asilo di
French-den, dove potevano rimanere con piena soddisfazione di tutti,
Cross, Wilcox e Webb si pentirono della loro imprudente
risoluzione. Ma la loro sorte era strettamente legata a quella di
Doniphan, e la vanit di costui era tale e tanta che difficilmente
avrebbe riconosciuto i propri torti: era cos ostinato che non avrebbe
rinunciato a nessun patto ai propri progetti, ed era cos geloso che
non poteva in alcun modo piegarsi davanti al rivale.
Sorto il giorno, Doniphan propose di attraversare subito l'East-
river.
Sar tanto di guadagnato egli disse e la giornata ci
baster per raggiungere la foce, che deve trovarsi a cinque o sei
miglia.
E poi fece osservare Cross lungo la riva sinistra del
fiume Moko ha fatto copiosa raccolta di pinoli, e anche noi ne
raccoglieremo.
Allora si mise in acqua l'halkett-boat e poi Doniphan si diresse
verso la riva opposta, svolgendo dietro di s una corda. Con pochi
colpi di pagaia fece in breve i trenta o quaranta piedi, che il fiume
misurava in quel punto, e scese a riva. Wilcox, Webb e Cross
tirarono la corda, di cui tenevano una delle estremit, riconducendo il
canotto; e cos, uno dopo l'altro, passarono da una riva all'altra.
Quindi Wilcox pieg l'imbarcazione, la chiuse come una sacca da
viaggio, se la pose in spalla, e si rimisero in cammino.
Senza dubbio, sarebbe stato meno faticoso scendere nella iole
l'East-river, come avevano fatto Briant, J acques e Moko, ma
l'halkett-boat non portava che una sola persona, e quindi s'era dovuto
rinunciare a quel modo di locomozione.
La giornata fu assai faticosa. La densit della foresta, il terreno,
ingombro di alte erbe e cosparso di rami divelti dalle ultime bufere,
parecchie paludi che si dovettero aggirare non senza fatica,
ritardarono l'arrivo alla spiaggia.
Cammin facendo, Doniphan pot riconoscere che il naufrago
francese non aveva lasciato tracce del suo passaggio in quella parte
dell'isola.
Eppure era pi che probabile che l'avesse esplorata, giacch la sua
carta indicava esattamente il corso dell'East-river sino a Deception-
bay.
Un po' prima del mezzogiorno, si fece sosta per la colazione,
precisamente nel luogo dove crescevano i pini da pinoli. Cross
raccolse una certa quantit di questi frutti e ne fece presente ai
compagni.
Nel tratto successivo, di circa due miglia, si dovette scivolare fra
macchioni intricati e in pi luoghi fu necessario anche aprirsi un
passo colla scure per non allontanarsi dalla riva del fiume.
A causa di questi ritardi, si raggiunse l'estremo limite della foresta
solo verso le sette di sera.
Per l'oscurit, che era gi piuttosto fitta, Doniphan non pot
rilevare la forma della spiaggia. Non vide che una linea di schiuma,
ud solo il lungo e solenne muggito del mare che si rovesciava sulla
sabbia.
Si decise di fermarsi in quel luogo e di dormire a cielo aperto. Per
la notte prossima si sperava di trovare opportuno ricovero in una
caverna non lungi dalla foce del fiume.
Il pranzo, o piuttosto la cena, vista l'ora avanzata, si compose di
una mezza dozzina di pecari, che vennero arrostiti ad un fuoco
improvvisato di rami secchi e di pinoli, raccolti sotto gli alberi.
Per prudenza si decise di tenere acceso il fuoco sino al mattino e
nelle prime ore Doniphan s'incaric di questa cura.
Wilcox, Cross e Webb, sdraiati sotto un largo pino ad ombrello,
assai affaticati per il lungo cammino, s'addormentarono
immediatamente.
Doniphan resistette al sonno con molta fatica, ma non venne
meno all'assunto impegno. Anzi, giunto il momento in cui doveva
essere sostituito da un compagno, li vide tutti e tre immersi in un
sonno cos profondo che non os risvegliare nessuno.
D'altra parte, la foresta era cos tranquilla nelle vicinanze
dell'accampamento che pareva si dovesse vivere sicuri come a
French-den.
Quindi, dopo aver gettato alcune manate di legna sul fuoco,
Doniphan si sdrai accanto ad un albero. I suoi occhi si chiusero
immediatamente per riaprirsi solo quando il sole spandeva la sua
potente luce sulle acque del mare.

CAPITOLO XXI
ESPLORAZIONE DI DECEPTION-BAY BEAR-ROCK-
HARBOUR PROGETTI DI RITORNO A FRENCH-DEN
ESPLORAZIONE AL NORD DELL'ISOLA IL
NORTH-CREEK BEECHS-FOREST SPAVENTOSA
TEMPESTA NOTTE D'ALLUCINAZIONI ALL'ALBA
IL PRIMO pensiero di Doniphan e dei suoi amici fu di scendere la
riva del fiume sino alla foce.
L, gettarono avidamente lo sguardo su quel mare, che vedevano
per la prima volta.
La distesa delle acque era deserta non meno di quella che si
poteva abbracciare con l'occhio da Sloughi-bay.
Tuttavia osserv Doniphan se, come c' motivo di
credere, l'isola Chairman non molto lontana dal continente
americano, le navi che escono dallo stretto di Magellano e risalgono
verso il Cile e il Per dovrebbero spingersi in questa direzione.
Ragione di pi per stabilirsi su Deception-bay, e, quantunque Briant
l'abbia battezzata cos, spero che smentir presto questo nome di
cattivo augurio!
Forse, facendo questa osservazione, Doniphan cercava delle
scuse, o almeno delle attenuanti alla sua rottura con gli amici di
French-den.
Tutto considerato, del resto, se delle navi frequentavano quei mari
per recarsi nei porti dell'America del Sud, era appunto da quella
spiaggia che si sarebbero potute vedere con maggiore probabilit.
Dopo esaminato il mare col cannocchiale, Doniphan volle visitare
la foce dell'East-river.
Come aveva gi notato Briant, i quattro amici videro che l la
natura aveva formato un piccolo porto, assai riparato contro il vento
e contro le grosse ondate.
Se la Sloughi si fosse avvicinata all'isola in quel punto, non
sarebbe stato difficile evitare l'arenamento e conservarla intatta per il
ritorno.
Dietro le rocce che formavano il porto, si vedevano i primi alberi
della foresta, la quale si stendeva non solo sino a Family-lake, ma
anche verso nord, dove lo sguardo non vedeva che del verde.
Briant non aveva per nulla esagerato riguardo alle caverne scavate
nelle masse granitiche del litorale.
Se non che a Doniphan parve opportuno non allontanarsi dalla
riva del fiume, e fiss la sua attenzione su un'escavazione assai estesa
e riparata, dove si poteva alloggiare benissimo, procurandosi
comodit non inferiori a quelle che rendevano piacevole il soggiorno
di French-den.
Quella caverna avrebbe potuto servire a tutta la colonia, poich
comprendeva una serie di cavit, che avrebbero potuto divenire delle
camere distinte, un vero e proprio appartamento.
La giornata fu impiegata nel visitare la costa per un tratto di circa
due miglia. Tra una cosa e l'altra, Doniphan e Cross presero parecchi
tinamu, mentre Wilcox e Webb gettavano le reti nelle acque del
fiume, ad un centinaio di passi dalla foce.
Si presero parecchi pesci, simili a quelli che si pescavano nel
fiume Zealand e tra gli altri due persici di notevole grossezza.
Le conchiglie commestibili abbondavano pure negli innumerevoli
fori degli scogli, che, verso nord-est, difendevano il porto dalle
grosse ondate.
Le ostriche e le patelle si raccoglievano a piene mani ed erano di
buona qualit. Dunque i coloni non avrebbero mai sofferto penuria di
molluschi, ed anche i pesci erano a portata di mano, poich
scivolavano tra i grandi fuchi che crescevano in fondo alla scogliera,
n occorreva andarli a pescare a miglia di distanza.
Non lo si avr dimenticato che Briant, in occasione della sua
esplorazione alla foce dell'East-river, era salito con i due compagni,
J acques e Moko, sopra un'alta rupe, che aveva la forma di un orso
gigantesco. Anche Doniphan fu sorpreso della forma bizzarra di
quella rupe. Per questo motivo, prendendone possesso, diede nome di
Bear-rock-harbour (Porto della Roccia dell'Orso) al piccolo seno che
era dominato da tale altura, e questo nome doveva figurare ormai
sulla carta dell'isola Chairman.
Durante il pomeriggio, Doniphan e Wilcox salirono su Bear-rock
per abbracciare con lo sguardo una larga estensione di mare. Ma
all'oriente dell'isola non videro n terre n navi.
Quella macchia bianchiccia che aveva attirata l'attenzione di
Briant verso nord-est, non riuscirono a vederla, sia che il sole fosse
gi troppo basso, sia che la macchia non esistesse, e Briant fosse
stato vittima di un'illusione ottica.
Venuta la sera, Doniphan e i suoi amici cenarono sotto un gruppo
di superbi bagolari, i cui bassi rami si stendevano fin sul fiume.
Quindi, fu posto il quesito: conveniva ritornare subito a French-den,
per prendere gli oggetti necessari ad un definitivo insediamento nella
caverna?
Mi pare che non si dovrebbe aspettare disse Webb
poich il ritorno richieder parecchi giorni.
Ma osserv Wilcox ritornando qui, non sarebbe meglio
attraversare il lago, per poi discendere l'East-river fino alla foce?
Briant ha pur seguito questa via, e noi potremo imitare il suo
esempio.
Si guadagnerebbe tempo, e si risparmierebbero molte fatiche!
aggiunse Webb.
Che ne pensi, Doniphan? chiese Cross.
Doniphan rifletteva sul suggerimento che offriva effettivamente
dei vantaggi.
Hai ragione, Wilcox rispose e imbarcandosi sulla iole,
grazie all'opera di Moko...
Sta a vedere se Moko vorr acconsentire... osserv Webb
con tono dubitativo.
E perch non dovrebbe? rispose Doniphan. Non ho forse
diritto di dargli degli ordini esattamente come Briant? Del resto non
si tratterebbe che di attraversare il lago...
Dovr obbedire! esclam Cross. Se noi dovessimo
trasportare per terra tutto ci che ci appartiene, non la si finirebbe
pi! Bisogna anche tener presente che il carro non pu passare per
alcuni punti della foresta. Dunque, serviamoci della iole...
E se rifiutano di darcela, la iole? riprese Webb.
Con che diritto, per piacere? esclam Doniphan,
mostrandosi sorpreso di questa osservazione.
Briant il capo della colonia!
Ma la iole forse di sua propriet? Se egli osasse opporre un
rifiuto...
Doniphan non fin la frase; ma si capiva che tanto su questo punto
come sugli altri argomenti, l'orgoglioso ragazzo non era disposto a
sottomettersi alle ingiunzioni del suo rivale.
In ogni caso fece osservare Wilcox inutile discorrere a
questo proposito.
Secondo la sua opinione, Briant avrebbe facilitato in ogni modo ai
compagni l'insediamento a Bear-rock e non valeva la pena di agitarsi
su presupposizioni.
Rimaneva da decidere se conveniva o meno ritornare
immediatamente a French-den.
Mi sembra la cosa migliore! disse Cross.
Fin da domani?... chiese Webb.
No rispose Doniphan. Prima di partire vorrei fare
un'escursione pi in l della baia, per riconoscere la parte
settentrionale dell'isola. In quarantotto ore possiamo essere di ritorno
a Bear-rock, dopo aver raggiunta la costa settentrionale. Chi sa che in
quella direzione non ci sia qualche isola che il naufrago francese non
ha potuto vedere e che quindi non ha segnato sulla carta. Sarebbe
poco ragionevole stabilirsi qui, senza avere un'idea completa ed
esatta...
L'osservazione non mancava di giustezza. Perci, quantunque
questo progetto prolungasse l'assenza di due o tre giorni, venne
deciso di effettuarlo senza ritardo.
L'indomani, 14 ottobre, Doniphan e i suoi tre amici partirono
all'alba, e presero la direzione verso nord, senza scostarsi dalla
spiaggia.
Per circa tre miglia, le masse rocciose si ergevano tra la foresta e
il mare, lasciando alla base solo una riva sabbiosa, larga tutt'al pi un
centinaio di piedi.
A mezzogiorno, i giovani esploratori, oltrepassate le ultime rocce,
si fermarono per far colazione.
In quel punto un altro fiumicello si gettava nella baia; ma, a
giudicare dalla sua direzione, che era da sud-est a nord-ovest, si
poteva supporre che non uscisse dal lago.
Le acque, versate da questo fiumicello in una breve ansa,
provenivano di sicuro dalla regione settentrionale dell'isola. Appunto
per ci Doniphan battezz il fiumicello col nome di North-creek, e,
per dire il vero, non meritava la qualifica di fiume.
Lo si attravers usando l'halkett-boat, e pochi colpi di pagaia
furono sufficienti.
In seguito si costeggi la foresta, che si stendeva lungo la riva
sinistra.
Cammin facendo, Doniphan e Cross tirarono due fucilate per il
motivo che ora diciamo.
Erano circa le tre. Seguendo il corso del North-creek, Doniphan si
era spinto verso nord-ovest molto pi del necessario, dato che si
trattava di raggiungere la costa settentrionale. Stava dunque per
riprendere la giusta direzione quando Cross lo ferm di botto con
queste parole:
Guarda, Doniphan, guarda!
E indicava una massa rossastra, che si agitava molto visibilmente
tra le alte erbe e i canneti del fiumicello, sotto la cupola degli alberi.
Doniphan fece segno a Webb e a Wilcox di non muoversi. Poi,
seguito da Cross, col fucile pronto, si avvicin in punta di piedi alla
massa in movimento.
Era un animale molto grosso, e che si sarebbe detto un rinoceronte
se la sua testa fosse stata armata di corni, e se il labbro inferiore fosse
stato molto pi allungato e cascante.
I due amici tirarono quasi insieme. Ma le fucilate non ebbero
nessun effetto, sia per la distanza di centocinquanta piedi, sia per la
durezza della pelle dell'animale. Il quale, lanciandosi fuori dei
canneti, risal rapidamente la riva e disparve nella foresta.
Doniphan aveva avuto il tempo di riconoscerlo.
Era un anfibio perfettamente inoffensivo, per fortuna, un anta
dal pelame di color scuro, e per usare un altro nome, era uno di
quegli enormi tapiri, che s'incontrano abitualmente lungo i fiumi
dell'America meridionale.
Siccome la cattura di quell'animale non avrebbe potuto produrre
alcun vantaggio, non era il caso di rimpiangere la sua scomparsa, se
non dal punto di vista dell'amor proprio cinegetico.
Anche in quella parte dell'isola Chairman si vedevano, fin dove
giungeva lo sguardo, delle masse verdi.
La vegetazione era assai rigogliosa, e siccome abbondavano i
faggi, Doniphan assegn il nome di Beechs-forest (foresta dei Faggi),
nome che venne scritto sulla carta.
Nel corso della giornata si fecero nove miglia. Ne mancavano
altrettante per raggiungere il nord dell'isola: ed era questo il tratto
che si doveva fare il giorno dopo.
Allo spuntare del sole, i quattro amici si rimisero in viaggio. Vi
erano alcuni motivi per affrettarsi. Il tempo minacciava di cambiare.
Il vento, che soffiava da ovest, andava vieppi rinfrescando. Le
nuvole si muovevano rapidamente, per tenendosi in una zona
ancora elevata, il che lasciava sperare che non si sarebbero sciolte in
pioggia.
Affrontare il vento, anche se impetuoso per tempesta, non era
cosa che potesse intimidire i quattro viaggiatori. Ma la bufera, col
suo consueto accompagnamento di piogge torrenziali, poteva metterli
in serio imbarazzo, e forse avrebbero dovuto sospendere il viaggio e
rinchiudersi nella caverna test scoperta.
Affrettarono dunque il passo, quantunque dovessero lottare con la
burrasca che li assaliva di fianco.
La giornata fu assai penosa e preannunciava una notte anche
peggiore. Si trattava proprio di una tempesta che stava per investire
l'isola, e alle cinque di sera, si ud il rombo del tuono e spaventosi
lampi rischiararono il cielo. Doniphan e i suoi amici non
indietreggiarono e nemmeno si fermarono.
L'idea che si avvicinavano allo scopo li sorreggeva. D'altra parte,
la foresta si prolungava in quella direzione, sicch avrebbero potuto
in ogni caso riparare sotto gli alberi. Il vento si scatenava con tale
violenza che la pioggia non era da temere. Inoltre la costa non
doveva essere lontana.
Verso le otto si intese il fragore delle onde e ci faceva pensare
che la costa fosse protetta dagli scogli.
Intanto il cielo, gi velato da folti vapori, si faceva pi scuro.
Bisognava giungere alla spiaggia al pi presto, per approfittare della
poca luce che ancora rimaneva e per osservare il mare con qualche
utilit.
Al di l del bosco si stendeva un lido sabbioso, largo circa un
quarto di miglio, sul quale si rompevano le onde, biancheggianti di
spuma dopo aver urtato violentemente contro gli scogli vicini.
Doniphan, Webb, Cross e Wilcox, quantunque molto stanchi, si
misero a correre. Essi volevano intravedere almeno quella parte del
Pacifico, finch rimaneva un po' di luce.
Era un mare sterminato, ovvero uno stretto canale, che separava
quella costa da un continente o da un'isola?
Wilcox, che precedeva di poco, si ferm d'un tratto. Addit ai
compagni, che non tardarono a raggiungerlo, una massa nerastra, che
ingombrava il lido. Era un animale marino, un grosso cetaceo, per
esempio una balena? O era un'imbarcazione, che si era arenata per la
violenza delle onde?
Era infatti una lancia, che giaceva rovesciata, ed accanto ad essa
si vedevano, distesi sulle sabbie, due corpi umani che non davano
segni di vita.
Doniphan, Webb e Cross sospesero dapprima la corsa: ma subito
dopo si lanciarono lungo il lido e giunsero dinanzi ai due corpi, forse
gi colpiti dalla morte.
Ma, ad un tratto presi da un inesplicabile terrore, non pensando
nemmeno che potesse rimanere un residuo di vita a quegli infelici,
ritornarono precipitosamente verso il bosco, per cercare un rifugio
sotto gli alberi.
La notte era gi buia, e veniva anche meno la fugace
illuminazione dei fulmini.
In mezzo a quelle profonde tenebre, gli urli della tempesta
s'accordavano col fracasso di un mare irato.
La bufera era terribile. Pareva che il vento schiantasse l'intera
foresta, e vi era pericolo anche rimanendo sotto le piante; ma come
sistemarsi sul lido, la cui sabbia, sollevata dalle raffiche, fischiava
come la mitraglia?
Per tutta la notte, Doniphan e i tre amici rimasero in quel posto e
non poterono chiudere gli occhi un solo istante. Soffersero molto per
il freddo, perch non era stato possibile accendere il fuoco; ma
quand'anche vi fossero riusciti, la legna accesa poteva venire lanciata
a distanza dal vento e appiccare l'incendio a quella parte della
foresta, cosa che si doveva evitare assolutamente.
L'emozione li teneva svegli.
Di dove proveniva quella barca? A quale nazione appartenevano i
due naufraghi?... Ci dovevano essere delle terre a breve distanza, se
una semplice lancia aveva potuto raggiungere l'isola?... A meno che
la lancia appartenesse a una nave che aveva fatto naufragio in quei
paraggi.
Tutte queste ipotesi erano ammissibili, e durante i rari istanti di
calma, Doniphan e Wilcox, stretti l'uno all'altro, se le comunicavano
a bassa voce.
Nello stesso tempo la loro mente subiva come delle allucinazioni
ed essi immaginavano di udire grida lontane, allorch il vento si
calmava un po', e tendendo l'orecchio, si chiedevano se altri
naufraghi si aggirassero lungo la spiaggia.
Ma non era che illusione. Fra i rumori sinistri della bufera non si
udiva alcuna voce umana. Ed ora si confessavano di aver avuto torto
di cedere a quel primo moto di paura!... Volevano lanciarsi verso gli
scogli anche a costo di essere rovesciati dalle raffiche!... Ma in quella
notte nera, su una spiaggia indifesa che veniva spazzata dalla marea,
come avrebbero potuto ritrovare il luogo dove le onde avevano
capovolto la lancia, e dove giacevano i due naufraghi?
Oltre alla forza fisica, mancava loro la forza morale. Dopo una
cos lunga e precoce padronanza esercitata su s stessi, dopo essersi
creduti uomini maturi, ecco che ritornavano ragazzi davanti alle
prime persone adulte, che avveniva loro d'incontrare dal naufragio
della Sloughi!
Eppure quelle persone adulte essi non sapevano chi fossero e
nemmeno se erano ancora in vita!
Finalmente liberatisi dai loro vani terrori, capirono quello che il
dovere ordinava loro di fare.
L'indomani, al primo apparire dell'alba, sarebbero ritornati sulla
spiaggia, per scavarvi una fossa, e dare sepoltura ai naufraghi, dopo
avere pronunciato per loro una fervida preghiera.
Fu interminabile quella notte! Pareva che l'alba non dovesse pi
spuntare per dissiparne gli orrori!
E nemmeno potevano accertarsi, mediante l'orologio,
dell'avanzare del tempo!
Non fu loro possibile accendere un fiammifero, nemmeno
proteggendolo sotto le coperte. Cross fece pi volte questo tentativo,
ma senza riuscirvi.
Webb ebbe l'idea di ricorrere ad un altro mezzo per sapere
approssimativamente l'ora.
Il suo orologio si caricava, facendo dodici giri per ventiquattro
ore, cio un giro per due ore. Ora, siccome lo aveva caricato quella
sera, alle otto, bastava contare il numero dei giri che rimanevano per
sapere le ore trascorse. Per tal modo egli rilev che la notte era
trascorsa quasi tutta: erano le quattro del mattino, e fra poco doveva
spuntare il giorno.
Infatti, poco dopo, un po' di luce cominci a diffondersi verso est.
La burrasca non era cessata, e, siccome le nubi s'abbassavano verso il
mare, c'era da temere la pioggia prima che Doniphan e i suoi
compagni potessero raggiungere il porto di Bear-rock.
Ma, anzitutto, dovevano rendere gli estremi onori ai due
naufraghi. E per, appena l'alba pot attraversare la massa dei vapori
accumulati in alto mare, si trascinarono verso la spiaggia, lottando
contro la furia dell'uragano. Pi volte dovettero sostenersi
reciprocamente per non cadere.
La lancia era naufragata presso una duna. Si vedeva, dalla
disposizione dei residui, che l'onda di mare, rafforzata dal vento, era
passata di l.
I due corpi non c'erano pi...
Doniphan e Wilcox si inoltrarono una ventina di passi sulla
spiaggia...
Nulla!
Evidentemente il riflusso aveva cancellate tutte le impronte.
Dunque i naufraghi erano vivi, se hanno potuto rialzarsi!...
Dove si troveranno adesso?... chiese Cross.
Dove sono?... ripet Doniphan, mostrando le onde che
continuavano a frangersi con furia sulla spiaggia. Laggi, dove il
riflusso li ha trascinati.
Doniphan sali sulla cima degli scogli pi elevati, e osserv ogni
punto col cannocchiale.
Non un cadavere!
I corpi dei naufraghi dovevano essere stati trascinati al largo.
Doniphan raggiunse Wilcox, Cross e Webb che erano rimasti
presso l'imbarcazione.
Poteva anche darsi che dentro si trovasse qualche superstite.
La lancia era vuota.
Era una lancia di nave mercantile, fornita di ponte a prora e la cui
chiglia misurava una trentina di piedi. Non era pi in condizioni di
navigare, poich il suo fasciame di sinistra era stato sfondato
all'altezza della linea di galleggiamento dai colpi del naufragio. Un
pezzo d'albero schiantato alla base, qualche brandello di vela
attaccato alle gallocce della suola, degli avanzi di cordame, ecco
quanto rimaneva della sua attrezzatura. Nelle casse e nel piccolo
ripostiglio di prora non si trovavano n viveri, n armi, n utensili.
A poppa, due nomi indicavano a quale nave essa era appartenuta e
quale era stato il suo porto di immatricolazione:

Severn San Francisco

San Francisco! Uno dei porti della California! La nave era
americana! Quanto alla parte di costa sulla quale i naufraghi della
Severn erano stati gettati dalla tempesta, era il mare a limitarne
l'orizzonte!


CAPITOLO XXII
UN'IDEA DI BRIANT GIOIA DEI PICCINI
COSTRUZIONE DI UN AQUILONE ESPERIMENTO
INTERROTTO RATE I SUPERSTITI DELLA SEVERN
PERICOLI CORSI DA DONIPHAN E DAI SUOI AMICI
DEVOZIONE DI BRIANT TUTTI RIUNITI
SAPPIAMO in quali condizioni Doniphan, Webb, Cross e Wilcox
avevano lasciato French-den.
Dopo la loro partenza, la vita dei giovani coloni era divenuta assai
triste.
Tutti lamentavano quella separazione, che poteva avere
conseguenze assai spiacevoli in avvenire.
Briant, per dire il vero, non aveva nulla da rimproverarsi; eppure
era afflitto pi degli altri, poich era la causa involontaria della
scissione.
Invano Gordon cercava di consolarlo dicendogli:
Ritorneranno, e prima di quanto tu pensi! Per quanto ostinato
sia Doniphan le circostanze saranno pi forti di lui. Prima della
cattiva stagione, scommetto che chiederanno ospitalit in French-
den.
Briant scuoteva la testa e non rispondeva. Poteva accadere che
delle circostanze inducessero gli assenti a ritornare; ma dovevano
essere circostanze molto gravi, e il buon Briant si affliggeva anche
per questo pensiero.
Gordon aveva detto: Prima del ritorno della cattiva stagione. I
giovani coloni erano dunque costretti a passare un terzo inverno
nell'isola Chairman?
Non c'era da sperare che qualche soccorso giungesse prima di
allora?
Quei paraggi del Pacifico non erano frequentati, durante l'estate,
da dei mercantili, e il pallone-segnale, issato sulla cresta di
Auckland-hill, non poteva finalmente attirare l'attenzione di qualche
marinaio?
vero per che quel pallone, issato a soli duecento piedi sopra il
livello del mare, non poteva essere visibile che in un raggio assai
ristretto: cosa che impensieriva Briant, Gordon e i pi riflessivi fra i
loro amici.
Per la qual cosa Briant aveva dapprima progettato la costruzione
di un'imbarcazione che potesse tenere il mare, ma dovette rinunciare
a simile pensiero, e quindi andava cercando di alzare qualche segnale
ad un'altezza maggiore.
Ne parlava spesso, e, un giorno, disse a Baxter che a tale scopo si
sarebbe potuto adoperare un aquilone.
Non ci mancano n tela n corda aggiunse e dando a
questo apparecchio delle dimensioni sufficienti, potrebbe librarsi in
una zona elevata, a mille piedi, per esempio.
Tranne nei giorni senza vento! osserv Baxter.
Questi giorni sono rari rispose Briant e durante la
bonaccia, non avremo altro disturbo che quello di calare a terra il
nostro meccanismo. Per, se ne togli questo caso, l'aquilone, fissato
al suolo con l'estremit della corda, continuerebbe a muoversi a
considerevole altezza, secondo la direzione dei venti, potendo essere
veduto da una grande distanza.
Si pu tentare soggiunse Baxter.
Inoltre replic Briant se l'aquilone pu esser veduto di
giorno da molto lontano, per esempio, una settantina di miglia, potr
essere veduto anche di notte, se gli attaccheremo uno dei nostri
fanali.
Insomma l'idea di Briant non mancava di utilit pratica. La sua
esecuzione non doveva per nulla imbarazzare dei ragazzi, che
avevano mille e mille volte alzato aquiloni nelle praterie della Nuova
Zelanda.
Quando il progetto di Briant fu conosciuto, produsse una gioia
generale.
I piccini soprattutto, J enkins, Iverson, Dole e Costar presero la
cosa dal lato piacevole e gongolavano al pensiero di un aquilone, che
doveva oltrepassare tutti quelli che avevano veduto fino allora.
Gli metteremo una lunga coda diceva l'uno.
E delle grandi orecchie! aggiungeva l'altro.
E vi dipingeremo sopra un magnifico punch
4
che far i pi
divertenti salti lass!
E gli manderemo dei telegrammi!
Era una festa da non dire! I piccoli, naturalmente, vedevano una
distrazione in una cosa, che nello stesso tempo era molto seria e che
poteva produrre i pi felici risultati.
Baxter e Briant si misero all'opera l'indomani del giorno in cui
Doniphan e i tre suoi compagni avevano abbandonato French-den.
Chi sa come sgraneranno gli occhi, esclamava Service
nel vedere da lontano una simile grandiosa macchina! Che peccato
che i miei Robinson non abbiano mai avuto l'idea di lanciare un
aquilone nello spazio!
Si potr vederlo da tutti i punti dell'isola? chiese Garnett.
Non solo da tutti i punti dell'isola rispose Briant ma
anche da molto lontano in alto mare.
Lo si vedr da Auckland?... esclam Dole.
Purtroppo, no! soggiunse Briant, con un sorriso. Ma
potrebbe darsi che Doniphan e gli altri nel vederlo s'invogliassero a
far ritorno fra noi.
Come si vede, quel bravo ragazzo non dimenticava gli assenti, e
non desiderava che una cosa, che cessasse una buona volta quella
funesta separazione.
Quel giorno e i giorni seguenti vennero impiegati nella
costruzione dell'aquilone, al quale per proposta di Baxter si diede
forma ottagonale.
L'armatura, leggera e resistente, venne fatta con canne poco
flessibili che crescevano lungo le rive di Family-lake. Era abbastanza
forte per sopportare una normale brezza. Sopra questa armatura
Briant fece tendere una delle tele leggere imbevute di caucci, che in
origine avevano servito per difesa dal sole sulla goletta, tele cos
impermeabili che il vento non poteva filtrare attraverso il loro

4
Pulcinella. (N.d.A.)
tessuto. Per corda si aveva intenzione di adoperarne una lunga
almeno duemila piedi, a trefoli assai stretti, di cui si faceva uso per
rimorchiare il solcometro a barchetta e che era capace di sopportare
una tensione considerevole.
Naturalmente l'apparecchio doveva essere ornato di una coda
magnifica, che doveva mantenerlo nel dovuto equilibrio. Era
costruito cos solidamente che avrebbe potuto, senza pericolo,
innalzare nell'aria uno o l'altro dei giovani coloni! Ma, naturalmente
non si trattava di questo, e premeva invece che fosse abbastanza
solido per resistere a venti anche vibrati e per giungere ad una
considerevole altezza, sufficiente per farsi vedere anche da una
distanza di cinquanta o sessanta miglia.
Per la sua grandezza, questo aquilone non poteva essere tenuto a
mano.
Sotto l'azione del vento avrebbe trascinato tutto il personale della
colonia, e pi presto di quello che non si pensi. La corda doveva
essere avvolta sopra uno dei verricelli della goletta. Il piccolo
verricello orizzontale fu quindi portato al centro di Sport-terrace, e
saldamente fissato al suolo, per resistere alla trazione del Gigante
dell'aria, nome che i piccini accettarono all'unanimit.
Il lavoro fu condotto a termine il 15 sera, e Briant decise che
l'aquilone sarebbe stato lanciato nel pomeriggio del giorno seguente.
Per l'indomani fu impossibile fare l'esperimento. S'era scatenata
una furiosa tempesta e l'apparecchio correva pericolo di venire
spazzato per poco che si fosse elevato negli strati superiori
dell'atmosfera.
Era quella stessa bufera che aveva assalito Doniphan e i suoi
compagni nella parte settentrionale dell'isola, e che aveva provocato
il naufragio della nave Severn, gettando la lancia contro gli scogli ai
quali venne perci dato, in seguito, il nome di Severn-shores (Scogli
della Severn).
L'indomani (16 ottobre) quantunque la tempesta fosse in
diminuzione, il vento era ancora assai forte, e quindi Briant non
permise che l'apparecchio aereo fosse lanciato. Il tempo miglior nel
pomeriggio, grazie al cambiamento di direzione del vento, il quale si
plac parecchio passando a sud-est. Fu deciso di eseguire
l'esperimento il giorno seguente.
Il 17 ottobre fu un giorno memorabile per l'isola Chairman.
Quantunque fosse di venerd, Briant, che sorrideva della
superstizione riguardante questo giorno, non volle ritardare oltre
l'esperimento.
Il tempo era propizio, soffiava un breve venticello, costante e
regolare, che poteva benissimo sostenere l'aquilone. Per la sua
costruzione, si sperava potesse innalzarsi a considerevole altezza.
Venuta la sera, si faceva conto di ricondurlo a terra per attaccarvi un
fanale, che si confidava potesse rimanere acceso tutta la notte.
La mattina fu dedicata agli ultimi preparativi, che occuparono pi
di un'ora dopo colazione. Quando tutto fu in ordine, i coloni si
riunirono sulla spianata.
Felice idea, quella di Briant di costruire questo apparecchio!
ripetevano Iverson e gli altri battendo le mani.
Era l'una e mezzo. L'aquilone, disteso al suolo, la lunga coda
piegata, stava per essere abbandonato al vento, e non si aspettava che
il segnale di Briant.
Ma al momento in cui questo segnale stava per essere dato, si vide
un gesto negativo.
In quell'istante, l'attenzione di Briant era stata richiamata da
Phann, che si lanciava a tutta corsa verso la foresta, facendo udire dei
latrati cos lamentosi e strani che destarono in tutti grande sorpresa.
Che cosa ha visto Phann? chiese Briant.
Forse ha avvertito la presenza di qualche animale sotto gli
alberi rispose Gordon.
No, abbaierebbe in modo diverso.
Andiamo a vedere!... esclam Service.
Per provvediamoci di armi aggiunse Briant. Service e
J acques corsero a prendere le armi.
Andiamo disse Briant.
E tutti e tre, accompagnati da Gordon, si diressero verso il
limitare della foresta.
Phann l'aveva gi oltrepassato, e non lo si vedeva pi, ma si
udivano i suoi urli.
Briant e i suoi amici avevano appena fatto cinquanta passi,
quando videro il cane davanti a un albero, accanto al quale giaceva
una donna svenuta.
indescrivibile l'emozione provata dai giovani coloni a quella
vista!
Quella donna, immobile come una morta, indossava vesti umili,
ma in buono stato: gonna di grossa lana, corsetto analogo, scialle di
lana scura annodato alla vita.
Il suo volto mostrava le tracce di eccessive sofferenze,
quantunque non potesse avere che quaranta o quarantacinque anni e
la sua costituzione era per certo robusta. Stremata dalle fatiche, forse
sfinita per fame, non aveva pi coscienza di s, ma un lieve respiro le
usciva dalle labbra.
Respira ancora! esclam Gordon. Certo svenuta per
mancanza di nutrimento.
J acques non se lo fece dire due volte: corse verso French-den, e
ne torn con del biscotto, un po' di carne e una borraccia di brandy.
Allora Briant s'inginocchi accanto alla poveretta, le schiuse
delicatamente le labbra, che erano serrate, e riusc ad introdurvi
alcune gocce del corroborante liquore.
La donna fece un movimento, aperse gli occhi. Subito i suoi
sguardi si rianimarono, vedendo quei ragazzi che le stavano intorno...
Poi accost avidamente alla bocca il cibo che le venne offerto.
Era evidente: quella poverina moriva pi di fame che di fatica.
Ma chi era? Sarebbe stato possibile scambiare alcune parole con
lei? Quale lingua parlava?
Tale incertezza dur pochi istanti.
La sconosciuta si sollev, e disse in inglese:
Grazie, figli miei, grazie!
Mezz'ora dopo, la sconosciuta si trovava nella caverna, dove
venne trasportata con molta attenzione. Ricevette subito le cure che
meglio si addicevano al suo stato.
Non appena ricuperate le forze, accett di raccontare la propria
storia.
Ecco ci che ella disse, e i giovani coloni ascoltarono tutte le sue
parole col pi vivo interesse:
Nata in America era vissuta a lungo nei territori del Far-West
negli Stati Uniti. Si chiamava Catherine Ready, o pi semplicemente
Kate. Da vent'anni, era governante presso la famiglia di William R.
Penfield, che abitava ad Albany, capitale dello stato di New York.
Un mese prima, i signori Penfield, marito e moglie, volendosi
recare in Cile, dove abitavano i loro parenti, si erano recati a San
Francisco, il porto principale della California, per imbarcarsi sul
mercantile Severn, comandato dal capitano J ohn F. Turner, che
doveva salpare per Valparaiso. I coniugi Penfield, con la fedele
governante, furono ben contenti di trovare quel mezzo di trasporto.
La Severn era una buona nave, e avrebbe effettuato un'eccellente
traversata se gli otto uomini del suo equipaggio, di fresco assunti in
servizio, non fossero stati dei miserabili della peggiore specie. Nove
giorni dopo la partenza, quei miserabili, eccitati dal peggiore della
loro schiera, di nome Walston, si rivoltarono, uccisero il capitano
Turner, il suo primo ufficiale, ed anche i coniugi Penfield. Ecco i
nomi di quei manigoldi: Brandt, Rock, Henley, Cook, Forbes, Cope e
Pike.
Lo scopo degli assassini, nell'impadronirsi della nave, era quello
di servirsene per la tratta, che esisteva ancora tra l'Africa e alcune
parti dell'America meridionale.
Due sole persone a bordo furono risparmiate: Kate, in cui favore
si era intromesso il marinaio Forbes, meno crudele dei suoi complici,
e il nostromo della Severn, marinaio sulla trentina, al quale era
necessario affidarsi per dirigere la nave.
Queste orribili scene ebbero luogo nella notte dal 7 all'8 ottobre
mentre la Severn si trovava a duecento miglia dalla costa cilena.
Sotto minaccia di morte, Evans fu costretto a manovrare in modo
da doppiare il capo Horn, per raggiungere i paraggi che si estendono
a occidente dell'Africa.
Ma alcuni giorni dopo - s'ignora per qual causa - un incendio si
manifest a bordo. In pochi istanti, la sua violenza fu tale che
Walston e i suoi compagni tentarono invano di salvare la Severn
dalla completa distruzione. Uno di loro, Henley, anneg precipitando
in mare per sfuggire alle fiamme.
Si dovette abbandonare la nave, riunire in fretta dei viveri nella
lancia, allontanandosi nel momento in cui la Severn scompariva in un
vortice di fiamme.
La posizione dei naufraghi era estremamente difficile, poich
duecento miglia li separavano dalle terre pi vicine. Era davvero
giustizia che la lancia perisse con gli scellerati che formavano il suo
equipaggio: ma insieme coi sei si trovavano due innocenti e due
vittime, la governante Kate e il nostromo Evans.
L'indomani si sollev una terribile tempesta, che rese la situazione
ancor pi terribile.
Il vento soffiava dal largo, e quindi la lancia, con l'albero spezzato
e la vela stracciata, venne spinta verso l'isola Chairman.
Sappiamo come, nella notte dal 15 al 16, dopo essere stata spinta
fra gli scogli, essa venne a rovesciarsi sulla spiaggia, semisfondata
per gli urti ricevuti.
Walston e i suoi compagni, sfiniti dalla lunga lotta contro la
burrasca, e consumati i viveri, erano ridotti all'estremo. Quando la
lancia si accost agli scogli, avevano quasi perduto conoscenza.
Un'ondata trascin via cinque di essi, un po' prima dell'arenamento, e
alcuni istanti dopo, i due che ancora rimanevano in vita furono
scagliati sulla sabbia, mentre Kate cadeva dalla parte opposta pure
sul lido.
I due banditi rimasero a lungo svenuti, ed anche Kate dapprima
perse conoscenza. Ma, ricuperati i sensi, ebbe la prudenza di
rimanere immobile, quantunque potesse credere che Walston e i suoi
compagni fossero morti.
Aspettava il giorno per andare in traccia di soccorso su quella
terra sconosciuta, ma verso le tre del mattino, si udirono dei passi
sulla sabbia accanto alla lancia.
Walston, Brandt e Rock, gettati in mare dalla terribile ondata,
avevano potuto salvarsi. Attraversato il banco di scogli e raggiunto il
luogo dove giacevano i loro compagni Forbes e Pike, erano riusciti a
richiamarli in vita. Il nostromo Evans si trovava a breve distanza
guardato a vista da Cope e da Rock.
Ed ecco i discorsi che furono scambiati, discorsi che Kate intese
perfettamente:
Dove ci troviamo? chiese Rock.
Non lo so! rispose Walston. Poco importa! Non
rimaniamo qui e scendiamo verso est! Cercheremo di levarci
d'imbarazzo appena sar spuntato il giorno.
E le armi?... disse Forbes.
Eccole, con le munizioni che sono intatte rispose Walston.
Nello scendere nella lancia, i naufraghi avevano portato seco cinque
fucili ed una certa quantit di munizioni.
Forse le armi sono poche per difendersi in questi paesi
selvaggi.
Dov' Evans?... chiese Brandt.
Laggi, sorvegliato da Cope e Rock. Dovr accompagnarci,
volere o non volere, e se mai resistesse penso io a metterlo al dovere.
E di Kate, chi ne sa qualche cosa? forse riuscita a salvarsi?
Kate?... rispose Walston. Non abbiamo nulla da temere
da lei. L'ho veduta cadere in mare, nel momento che la lancia veniva
gettata contro gli scogli.
Un impiccio di meno!... osserv Rock. Conosceva
troppo degli affari nostri!
Non ci avrebbe spiati a lungo, statene certi aggiunse
Walston sulle cui intenzioni non era possibile ingannarsi.
Kate, che aveva inteso tutto, era ben decisa a fuggire, appena i
marinai della Severn si fossero allontanati.
Pochi istanti dopo, Walston e i suoi compagni, sostenendo Forbes
e Pike, le cui gambe vacillavano, si diressero verso oriente. Essi
portavano con loro armi e munizioni e i pochi viveri rimasti nella
lancia, cio cinque o sei libbre di carne salata, un po' di tabacco, e
due o tre fiaschette di gin. Si misero in viaggio nel momento in cui la
burrasca era al colmo della violenza.
Appena pot supporre che si fossero allontanati, Kate si alz. Ed
era tempo poich la marea cominciava a invadere la spiaggia, e per
poco che ella avesse tardato sarebbe stata travolta dalle onde.
Si capisce ora perch Doniphan, Wilcox, Webb e Cross, quando
tornarono, per rendere un estremo tributo ai naufraghi, trovarono il
posto vuoto. Walston e la sua banda gi scendevano verso oriente,
mentre Kate, prendendo la direzione opposta, si dirigeva, senza
saperlo, verso la punta settentrionale di Family-lake.
E vi giunse nel pomeriggio del 16, sfinita per la fatica e per la
fame. Non aveva trovato per nutrirsi che dei frutti selvatici. Allora
segu la riva sinistra, cammin tutta la notte, tutta la mattina del 17, e
venne a cadere nel luogo dove Briant l'aveva rialzata mezzo morta.
Ecco i fatti esposti da Kate, fatti, come ben si vede, gravissimi.
Nell'isola Chairman, dove i giovani coloni erano vissuti fino
allora in piena sicurezza, avevano preso terra sette uomini capaci di
ogni delitto. Se scoprivano French-den, se ne sarebbero impadroniti
di sicuro. Avevano tutto l'interesse ad appropriarsi le provviste, il
materiale, le armi e specialmente gli utensili e gli ordigni, senza i
quali era impossibile mettere la lancia della Severn in stato di
prendere il mare. E in questo caso, quale resistenza potevano opporre
Briant e i suoi compagni, il maggiore dei quali contava tutt'al pi una
quindicina d'anni e i piccini appena dieci?
Erano queste delle eventualit assai temibili. Se Walston
rimaneva nell'isola, c'era senz'altro da temere qualche aggressione da
parte sua. Tutti ascoltarono il racconto di Kate con grande agitazione.
E mentre Kate parlava, Briant non pensava che a una cosa, che
Doniphan, Wilcox, Webb e Cross erano i primi minacciati da
questo nuovo inatteso pericolo.
Infatti, ignorando la presenza dei naufraghi della Severn nell'isola
Chairman, litorale che essi esploravano in quel momento, non
potevano tenersi in guardia. Bastava una fucilata tirata dall'uno o
dall'altro, per rilevare la loro presenza a Walston e ai suoi tristi
compagni. Cadendo in mano della banda, non potevano attendere
alcuna piet.
Dobbiamo soccorrerli disse Briant e che sappiano fino
da domani...
Dobbiamo ricondurli a French-den! aggiunse Gordon.
Pi che mai necessario essere tutti uniti, per prendere delle misure
contro ogni possibile attacco da parte di questi malfattori!
S riprese Briant devono ritornare al pi presto!... Andr
io a cercarli.
Tu, Briant? osserv Gordon.
S, io.
Spiegati meglio.
M'imbarcher nella iole con Moko. In poche ore,
attraverseremo il lago e scenderemo l'East-river, come abbiamo fatto.
pi che probabile che si possa incontrare Doniphan all'estremit
meridionale di Family-lake.
Quando conti di partire?
Questa sera stessa; l'oscurit ci permetter di attraversare il
lago senza essere scorti.
Verr con te?... chiese J acques.
No rispose Briant. bene che tutti possiamo ritornare
con la iole, e stenteremo a starvi in sei.
Quindi deciso?... chiese Gordon.
Deciso! disse Briant.
Infatti era questa la cosa migliore da fare, non solo nell'interesse
di Doniphan, Wilcox, Cross e Webb, ma anche in quello della
piccola colonia. Quattro ragazzi di pi, e non dei meno vigorosi,
rappresentavano un rinforzo che non era certo da disprezzare in caso
di aggressione. D'altra parte, non c'era un istante da perdere, se si
voleva che tutti fossero riuniti a French-den entro ventiquattro ore.
Non era pi il caso, oramai, di occuparsi dell'aquilone. Sarebbe
stata una grande imprudenza lanciarlo nell'aria. Non avrebbe
segnalato la presenza dei giovani coloni alle navi - se pur ne
passavano nei paraggi dell'isola - ma a Walston e ai suoi complici.
Per lo stesso motivo Briant giudic conveniente di far abbattere
l'albero per le segnalazioni, innalzato su Auckland-hill.
Fino a sera, tutti rimasero chiusi nella hall. Kate aveva udito il
racconto delle loro avventure. L'ottima donna non pensava pi a s,
ma solo a loro. Se dovevano vivere insieme nell'isola Chairman,
sarebbe stata la loro domestica devota, li avrebbe curati, li avrebbe
amati come una madre. E gi, ai piccini, a Dole e Costar, dava
quell'appellativo carezzevole di papooses, col quale si designano i
bambini inglesi nei territori del Far-West.
In memoria dei suoi prediletti romanzi, Service non manc di
proporre che Kate si chiamasse Venerdina, cos come Crusoe aveva
fatto con il suo compagno di immortale memoria, tanto pi che
proprio di venerd la poveretta era stata trovata dai giovani coloni sul
limitare del bosco. Ed aggiunse:
Questi malfattori come si dicesse i selvaggi di Robinson. C'
sempre un momento in cui i selvaggi arrivano, ma la fine sempre
lieta!
Alle 8 i preparativi per la partenza erano terminati. Moko, la cui
devozione non veniva meno davanti ad alcun pericolo, era felice di
accompagnare Briant in quella spedizione.
S'imbarcarono portando con s poche provviste ma una rivoltella
e un coltello per ciascuno. Detto addio ai compagni, che provavano
una stretta al cuore vedendoli partire, disparvero ben presto.
Al cader del sole, si lev un venticello, che spirava dal nord, e che
poteva affrettare molto il viaggio.
Le promesse aeree non furono smentite: la iole fece molta e
rapida strada.
La notte era assai oscura, circostanza felice per Briant, che voleva
passare inosservato. Dirigendosi con la bussola, aveva la certezza di
raggiungere la riva opposta al punto ove usciva il fiume.
L'attenzione di Briant e Moko era principalmente rivolta verso le
rive, per vedere se Walston e i suoi compagni avevano acceso
qualche fuoco, come si suol fare durante la notte. Doniphan
probabilmente era accampato sul litorale, dove cominciava il corso
dell'East-river, emissario di Family-lake.
In due ore si fecero due miglia. La iole veleggiava rapidamente
col favore del vento. Si diresse verso il luogo in cui Briant aveva
preso terra la prima volta; ma si volle costeggiare la riva per mezzo
miglio, per raggiungere la breve insenatura che finiva il lago e dalla
quale uscivano le acque per raccogliersi nel fiume. Si dovette perdere
un po' di tempo. Avendo il vento contrario, si adoperarono i remi.
Tutto era tranquillo, sotto quelle cupole di verzura, lungo la distesa
delle acque recinte dal bosco. Nessun rumore proveniva dalla foresta;
non si vide alcun fuoco fra gli alberi.
Per, verso le dieci e mezzo, Briant, che era seduto a poppa,
afferr il braccio di Moko. A poche centinaia di piedi dell'East-river,
sulla riva destra, un fuoco semispento gettava una luce morente
attraverso le ombre del bosco. Chi dormiva laggi?... Walston o
Doniphan? Era importantissimo saperlo, prima di inoltrarsi nel
fiume.
Mettimi a terra, Moko disse Briant.
Non volete che vi accompagni? rispose il mozzo a voce
bassa.
No, meglio che sia solo! Uno solo sfugge pi facilmente
all'attenzione!
La iole rasent la riva e Briant salt a terra, dopo aver
raccomandato a Moko di attenderlo. Teneva in mano un coltellaccio,
alla cintura la rivoltella di cui intendeva servirsi solo in caso estremo,
per agire senza rumore.
Il coraggioso ragazzo si avanz nel bosco.
Ad un tratto si ferm. Ad una ventina di passi di distanza, alla
mezza luce che il fuoco diffondeva ancora, gli parve di intravedere
qualcuno che strisciava fra le erbe come faceva egli stesso.
Si ud un ruggito spaventoso; e una massa si slanci avanti. Era
un giaguaro di grandi proporzioni.
Aiuto! Aiuto!
Era la voce di Doniphan. Egli chiamava i compagni, che erano
rimasti accanto alla riva del fiume.
Doniphan, rovesciato dal giaguaro, si dibatteva senza poter far
uso delle armi.
Wilcox, svegliato dalle grida, accorse, col fucile spianato, pronto
a far fuoco.
Non tirare!... Non tirare! disse Briant.
E prima che Wilcox potesse vederlo, Briant si precipit sulla
belva, che si rivolse contro di lui, mentre Doniphan si alzava
rapidamente.
Per fortuna, Briant si scost in tempo dopo avere ferito il giaguaro
col coltellaccio. Tutto ci avvenne cos presto che Doniphan e
Wilcox non ebbero tempo di intervenire. L'animale, ferito
mortalmente, era caduto, nel momento che Webb e Cross si
slanciavano in soccorso di Doniphan.
Ma Briant aveva arrischiato di pagare la propria vittoria a caro
prezzo: la sua spalla sanguinava per una ferita che il giaguaro vi
aveva fatta con la sua terribile zampa.
Come mai ti trovi qui?... esclam Wilcox.
Lo saprete pi tardi! rispose Briant. Venite!...
Non prima di averti ringraziato, Briant! disse Doniphan.
Tu mi hai salvata la vita.
Ho fatto ci che tu avresti fatto al mio posto! rispose Briant.
Non parliamo pi di ci, e seguitemi!...
Quantunque la ferita di Briant non fosse grave, si dovette bendarla
fortemente con un fazzoletto, e, mentre Wilcox faceva ci, il bravo
ragazzo inform i compagni sullo stato delle cose.
Doniphan e i suoi amici seppero che quegli uomini, che essi
credevano fossero stati trascinati dalla marea nei gorghi del mare,
erano vivi! Essi, con altri compagni, andavano errando nell'isola! Ed
erano dei malfattori, macchiati di sangue! Seppero anche la storia
terribile della governante Kate, da cui i giovani coloni avevano
appreso quelle gravi notizie. Ecco per qual motivo Briant aveva
gridato a Wilcox di non far fuoco sul giaguaro: egli temeva che la
detonazione mettesse i malfattori sulle loro tracce.
Aveva preferito servirsi del coltellaccio per ferire la belva, pur
sapendo di correre maggior pericolo.
Ah! Briant, tu sei migliore di me! esclam Doniphan con
viva emozione e con uno slancio di riconoscenza che aveva la meglio
sul suo carattere altero.
No, Doniphan, no, amico mio rispose Briant e poich la
tua mano nella mia, non cesser di stringerla con affetto finch tu
non mi abbia promesso di ritornare subito a French-den.
Certamente! rispose Doniphan. Conta su di me! Da
questo momento sar il primo ad obbedirti! Partiremo domani allo
spuntare del giorno!
No, subito rispose Briant per non correre pericolo di
essere visti.
E come? chiese Cross.
Moko ci aspetta laggi con la iole. Stavamo per entrare
nell'East-river, quando scorsi la luce di un accampamento: era il
vostro.
E sei giunto in tempo per salvarmi la vita!... ripet
Doniphan.
E anche per ricondurti a French-den.
Ed ora per quale motivo Doniphan, Wilcox, Webb e Cross erano
accampati in quel luogo e non alla foce dell'East-river?
La cosa fu spiegata con poche parole.
Lasciata la costa dei Severn-shores, tutti e quattro erano ritornati
al porto Bear-rock, nella serata del 16. Il giorno dopo, come avevano
stabilito, risalirono la riva sinistra dell'East-river sino al lago, dove si
erano accampati, aspettando il giorno per ritornare a French-den.
Briant e gli amici scesero nella iole, e, siccome essa era piccola
per sei passeggeri, si dovette manovrare con precauzione.
Ma il vento era favorevole, e Moko govern la iole con tanta
perizia che la traversata si fece senza incidenti.
Con quanta gioia Gordon e gli altri accolsero gli assenti quando,
verso le quattro del mattino, sbarcarono alla diga del fiume Zealand.
Erano minacciati da gravi pericoli, ma almeno erano tutti riuniti a
French-den!

CAPITOLO XXIII
IN QUALE SITUAZIONE CI SI TROVA PRECAUZIONI
ADOTTATE MODIFICHE AL SISTEMA DI VITA
L'ALBERO DEL LATTE UNA PROPOSTA DI RATE
BRIANT TORMENTATO DA UN'IDEA IL SUO
PROGETTO DISCUSSIONE A DOMANI
LA COLONIA era dunque al completo, anzi accresciuta di una
nuova persona, la buona Kate, che uno spaventoso dramma di mare
aveva gettato sulle sabbie dell'isola Chairman. Inoltre, il miglior
accordo doveva regnare d'ora innanzi a French-den, accordo cos
perfetto che nessun motivo pareva potesse rompere. Se Doniphan
provava ancora un po' di rammarico di non essere il capo dei giovani
coloni gli era uscito completamente dallo spirito, dall'animo il
risentimento verso Briant, e si era conciliato con la sua posizione. S,
quella separazione di due o tre giorni aveva portato buoni frutti. Gi
pi volte, senza dir nulla ai suoi compagni, senza confessare i propri
torti, poich l'amor proprio era pi forte di qualsiasi considerazione,
aveva capito la sciocchezza che commetteva per ostinazione e
malanimo. Anche Wilcox,
Cross e Webb avevano provato la stessa impressione. Se non che,
dopo la devozione di cui Briant aveva dato prova, Doniphan si era
ravveduto, e provava dei sentimenti che dovevano migliorare e
ingentilire il suo animo.
D'altra parte, pericoli assai seri minacciavano French-den. Sette
malfattori vigorosi ed armati si aggiravano forse nelle vicinanze.
Certo l'interesse di Walston era quello di lasciare prontamente
l'isola Chairman; ma se egli avesse sospettato l'esistenza di una
piccola colonia, provvista di tutto quello che a lui mancava, avrebbe
subito accolto l'idea di darle l'assalto.
I giovani coloni furono costretti a prendere accurate precauzioni, a
non scostarsi pi dal fiume Zealand, a non arrischiarsi nelle
vicinanze di Family-lake senza necessit urgente, fin tanto che
Walston e soci non avessero lasciato l'isola.
Per prima cosa bisognava sapere se, facendo ritorno dai Severn-
shores a Bear-rock, Doniphan, Webb, Cross e Wilcox avevano notato
qualche indizio che rivelasse la presenza o il passaggio dei naufraghi
della Severn.
Non abbiamo visto nulla. In verit per ritornare alla foce
dell'East-river, abbiamo preso una strada diversa da quella fatta
prima.
Per certo che Walston si allontanato in direzione est!
osserv Gordon.
D'accordo rispose Doniphan; ma ha dovuto seguire la
costa mentre noi siamo ritornati direttamente da Beechs-forest.
Prendete la carta, e vedrete che l'isola presenta una curva molto
pronunciata vicino a Deception-bay. L c' una vasta zona nella
quale forse quei malfattori hanno cercato rifugio, allontanandosi
poco dal luogo dove hanno lasciato la lancia.
Doniphan tacque per un momento, come stesse pensando ad altro.
Poco dopo riprese:
Kate forse potrebbe dirci in quali paraggi si trova la nostra
isola. La governante, gi interrogata a questo proposito da Gordon e
Briant, non aveva potuto dare notizie in proposito. Dopo l'incendio
della Severn, quando il pilota Evans aveva dovuto obbedire agli
ordini di quei manigoldi, aveva diretto la nave verso il continente
americano. Quindi l'isola Chairman non doveva esserne molto
discosta. Per, al momento in cui la burrasca stava per gettare la nave
verso l'isola, Kate non aveva udito pronunciare il nome di quella
terra n dal pilota n dai marinai.
Se non che, ammesso che a non molta distanza si dovessero
trovare gli arcipelaghi della costa orientale dell'America meridionale,
era plausibile che Walston si proponesse di raggiungerli e che quindi
avesse tutto l'interesse di rimanere sul litorale orientale. Infatti, nel
caso che pervenisse a rimettere la lancia in stato di navigazione, non
doveva riuscirgli molto difficile trasferirsi su qualche spiaggia del
Sud America.
A meno che osserv Briant Walston, giunto alla foce
dell'East-river, e trovandovi tracce del tuo passaggio, Doniphan, non
abbia l'idea di spingere pi in l le sue ricerche.
Quali tracce? rispose Doniphan. Un mucchio di ceneri
spente! E che cosa potrebbe dedurne? Che l'isola abitata? In questo
caso quei miserabili non penserebbero che a nascondersi...
probabile soggiunse Briant sempre che non vengano a
sapere che la popolazione dell'isola si riduce ad un pugno di ragazzi!
Facciamo quindi in modo che continuino ad ignorarlo. Questo mi
spinge a chiederti, Doniphan, se hai avuto l'occasione di tirare
qualche fucilata durante il tuo ritorno a Deception-bay.
No, cosa straordinaria, del resto, dato che sono un
incorreggibile consumatore di munizioni; ma la caccia non mi
attirava, perch i nostri carnieri erano pieni di selvaggina. Ieri, di
notte, Wilcox fu l l per tirare sul giaguaro, ma fortunatamente, tu sei
giunto a tempo per impedirlo, Briant, e per salvarmi la vita, a rischio
della tua.
Te lo ripeto, Doniphan, avresti fatto altrettanto al mio posto. In
avvenire, non si tiri nemmeno un colpo di fucile! Cessiamo le visite a
Traps-woods, e viviamo con quello che si messo in serbo.
Non occorre aggiungere che, appena tornato a French-den, Briant
aveva ricevute tutte le cure richieste dalla ferita, che non tard a
cicatrizzarsi. Gli rimase solo un po' di stento nel muovere il braccio
ma anche questo scomparve ben presto.
Il mese di ottobre volgeva alla fine, e Walston non s'era ancora
mostrato nei dintorni del fiume Zealand. Era dunque partito, dopo
avere riparato la lancia? La cosa era possibile, poich possedeva una
scure - Kate se ne ricordava benissimo e poteva anche servirsi di
quei solidi coltelli che i marinai portano sempre con s: il legname,
poi, non mancava nelle vicinanze.
Ad ogni modo, non avendo alcuna notizia positiva in proposito, il
consueto sistema di vita dovette essere modificato. Non pi
escursioni lontane, tranne il giorno in cui Baxter e Doniphan
andarono ad abbattere l'albero per le segnalazioni che era stato eretto
sulla cresta di Auckland-hill.
Da quel punto Doniphan osserv col cannocchiale le masse
verdeggianti che si estendevano verso oriente. Bench il suo sguardo
non potesse giungere sino al litorale, nascosto dietro la cortina delle
foreste, se del fumo si fosse innalzato nell'aria, certo egli lo avrebbe
veduto e ci avrebbe indicato che Walston e i suoi erano accampati
in quella parte dell'isola. Ma Doniphan non vide nulla in quella
direzione, e neppure in alto mare; i paraggi di Sloughi-bay
continuavano ad essere completamente deserti.
Da quando le escursioni erano vietate e si dovevano lasciare in
assoluto riposo i fucili, i cacciatori della colonia erano stati costretti a
rinunciare ai loro esercizi prediletti.
Per fortuna, i lacci e le trappole disposti nelle vicinanze di French-
den fornivano selvaggina in quantit sufficiente. D'altra parte i
tinamu e le ottarde si erano talmente moltiplicati nel pollaio, che
Service e Garnett avevano potuto sacrificarne molti.
Si era anche fatta una abbondante raccolta di foglie di t, come
pure di quel succo dell'acero, che si trasforma facilmente in
zucchero, e quindi non fu necessario risalire fino al Dike-creek per
rinnovare queste provviste. Quand'anche l'inverno fosse giunto prima
che i giovani coloni avessero ricuperato la loro libert, erano
largamente provvisti d'olio per le lampade, di conserve e di
selvaggina per la cucina. Rimaneva solo da completare la riserva di
combustibile, trasportando il legno tagliato a Traps-woods; ma quella
era una cosa che si poteva fare senza grave pericolo, seguendo la riva
del fiume Zealand.
In quei giorni una nuova scoperta accrebbe il benessere, di cui gi
si godeva a French-den.
Questa scoperta non era dovuta a Gordon, quantunque molto
informato di botanica. Tutto il merito spettava a Kate.
Sul limitare di Traps-woods, crescevano degli alberi che
misuravano da cinquanta a sessanta piedi di altezza. La scure li aveva
fino allora risparmiati, poich il loro legno, assai filamentoso, non
pareva adatto per alimentare le stufe della grotta e del recinto.
Avevano rami nodosi con foglie di forma oblunga, la cui estremit
era munita di una punta acuminata.
Appena - il 25 ottobre - Kate vide uno di quegli alberi esclam:
Ehi!... Ecco l'albero del latte.
Dole e Costar, che l'accompagnavano, sbottarono in una risata.
Come, l'albero del latte!... E ne potremo bere?
Certamente.
Bene, bene gridarono insieme, battendo allegramente le
mani. Rientrando in French-den, Kate comunic a Gordon la sua
scoperta,
davvero meritevole di richiamare l'attenzione generale. Allora
Gordon chiam Service, e ritorn con Kate al limitare del bosco.
Dopo esaminato quest'albero, Gordon ritenne che doveva essere uno
di quei galactendron che abbondano nelle foreste del nord
dell'America, e non s'ingannava.
Si fa un'incisione nella corteccia di questi galactendron, e ne esce
un succo lattiginoso, che ha il gusto e le propriet nutritive del latte
di mucca. Inoltre se lo si lascia coagulare, questo latte forma una
specie di eccellente formaggio, mentre produce una cera
paragonabile a quella delle api e quindi adatta a farne candele.
Ecco esclam Service ci mancavano le mucche, e la
Provvidenza ce le offre sotto forma di alberi! Tanto meglio! Suvvia,
mungiamo l'albero.
E, senza immaginarlo, l'allegro ragazzo adoperava appunto
l'espressione di cui si servono di solito gli indiani: Andiamo a
mungere l'albero.
Gordon fece un'incisione nella corteccia del galactendron, e ne
usc un succo, che Kate raccolse nei vasi che aveva portato con s.
Era una bevanda bianchiccia, di aspetto assai appetitoso, e che
racchiude, come si detto, gli stessi elementi del latte di mucca. Anzi
pi nutriente, pi densa e di sapore pi gradevole.
I vasi furono in breve vuotati in French-den, e Costar si insudici
la bocca come un gattino.
Pensando al vario impiego di questa bevanda, Moko si mostr
assai soddisfatto.
Aggiungi che non era il caso di farne risparmio. La mandria era
poco lontana e questo copioso latte vegetale si poteva mungere senza
alcuna fatica!
Da quanto s' visto precedentemente, possiamo concludere con
fondamento che l'isola Chairman poteva bastare ai bisogni di una
numerosa colonia.
La sussistenza era assicurata per i giovani coloni senza che
dovessero fare gravi sacrifici, e senza timore che dovesse mancare in
avvenire.
Inoltre, la presenza di Kate fra loro aggiungeva un prezioso
elemento, che era mancato fino allora, la donna, o, per dire meglio, la
madre.
I naufraghi potevano fare assegnamento sulla devozione e sulle
svariate attitudini di quella brava governante, che gi aveva
concepito grande affetto per loro.
Insomma, la vita a French-den era tutt'altro che difficile!
Che fatalit che la sicurezza fosse ora minacciata nell'isola
Chairman, mentre poc'anzi si viveva del tutto tranquilli!
Briant e i suoi compagni avrebbero fatto certo molte scoperte
organizzando delle esplorazioni nelle parti sconosciute dell'est,
esplorazioni alle quali ora si doveva rinunciare.
Quelle escursioni avrebbero potuto, un giorno o l'altro, riprendere:
ci sarebbe stato solo da temere l'incontro di qualche bestia feroce,
meno pericolosa certo di quei tristi uomini, contro i quali dovevano
tenersi in guardia giorno e notte.
Sino ai primi di novembre non si trov alcuna traccia sospetta nei
dintorni di French-den. Briant si chiedeva se i marinai della Severn si
trovassero ancora nell'isola.
Ma Doniphan non aveva riconosciuto coi propri occhi che la
lancia si trovava in pessimo stato, l'albero spezzato, la velatura
stracciata, il fasciame sconnesso dalle punte degli scogli?
Se l'isola Chairman - e il nostromo Evans non doveva ignorarlo -
era vicina ad un continente o ad un arcipelago, forse la lancia,
rabberciata alla meglio, poteva servire ad una breve traversata;
quindi era anche ragionevole pensare che Walston e i suoi degni
amici avessero lasciato l'isola.
Se non che, prima di riprendere la vita consueta, bisognava
eliminare ogni dubbio in proposito.
Pi volte Briant aveva accolto l'idea di esplorare la regione ad est
di Family-lake, e Doniphan, Baxter e Wilcox erano disposti ad
accompagnarlo. Ma esporsi al pericolo di cadere nelle mani di
Walston, facendogli sapere nello stesso tempo con quali nemici poco
seri aveva a che fare, non era un'imprudenza che poteva produrre gli
effetti pi drammatici?
Quindi Gordon, i cui consigli erano sempre accettati, dissuase
Briant dall'avventurarsi nell'interno di Beechs-forest.
Kate fece allora una proposta, che non presentava nessuno di
questi pericoli.
Signor Briant disse una sera, quando tutti i coloni furono
riuniti nella hall volete permettermi di lasciarvi domani, allo
spuntare del giorno?
Volete lasciarci Kate?... e perch? chiese Briant.
S! Voi non potete rimanere pi a lungo nell'incertezza, e per
sapere se Walston ancora nell'isola, mi offro di recarmi nel luogo
dove siamo stati gettati dalla burrasca. Se la lancia vi si trova ancora,
segno che Walston non potuto partire... Se non vi pi, segno
che non avete pi nulla da temere da parte sua.
Ci che volete fare, Kate osserv Doniphan appunto
quello che Briant, Baxter, Wilcox ed io avevamo progettato.
Sta bene, signor Doniphan rispose Kate. Ma voi
correreste un pericolo grande, mentre io...
Ma se ricadeste nelle mani di Walston? disse Gordon.
Mi troverei nella posizione in cui mi trovavo prima di fuggire,
ecco tutto!
E se quel miserabile si sbarazzasse di voi, cosa fin troppo
probabile?... chiese Briant.
Come son fuggita una prima volta, cercher di fuggire una
seconda e tanto pi facilmente ora che conosco la strada di French-
den! E forse riuscir a salvarmi in compagnia di Evans, al quale
riferir tutto quello che vi riguarda. Di quanto vantaggio potrebbe
essere il nostromo per voi!...
Se Evans avesse potuto fuggire osserv Doniphan non
avrebbe mancato di farlo subito!... Non ha tutto l'interesse di sottrarsi
a quella trista compagnia?
Doniphan ha ragione disse Gordon. Evans conosce il
segreto di Walston e dei suoi complici, che non tarderanno un istante
ad ucciderlo quando non avranno pi bisogno di lui per dirigere la
lancia verso il continente americano! Dunque, se egli non ancora
fuggito, vuol dire che guardato a vista...
O che ha gi pagato con la vita un tentativo di evasione!
rispose Doniphan. E questa sarebbe pure la vostra sorte, nel caso
foste ripresa...
State pur certi rispose Kate che far di tutto per non
lasciarmi riprendere!
Vi siamo grati di questa prova di devozione, di quest'offerta
generosa soggiunse Briant ma in nessun caso possiamo
permettere che voi corriate questo pericolo per amor nostro. meglio
cercare un mezzo meno pericoloso per sapere se Walston ancora
sull'isola Chairman!
La proposta di Kate non venne accolta, e si decise di rimanere
ancora in guardia evitando di commettere qualsiasi imprudenza.
Evidentemente, se Walston si trovava in grado di lasciare l'isola,
sarebbe partito prima della cattiva stagione, per raggiungere qualche
terra dove lui e i suoi potessero trovare buona accoglienza, come si
suol fare con tutti i naufraghi.
Del resto, pur ammettendo che Walston si trovasse ancora
sull'isola, non pareva avesse l'intenzione di esplorarne l'interno.
Pi volte, nelle notti oscure, Briant, Doniphan e Moko avevano
attraversato con la iole Family-lake, senza vedere mai la pi tenue
luce sospetta, n lungo le rive, n sotto gli alberi che si
raggruppavano lungo l'East-river.
In ogni modo, era assai penoso vivere in queste condizioni, senza
poter uscire dallo spazio compreso fra il fiume Zealand, il lago, la
foresta e l'alta scogliera.
Perci Briant pensava senza posa al mezzo di assicurarsi se
Walston era o meno presente, e a scoprire, nello stesso tempo, in
quale luogo aveva stabilito il suo accampamento. Forse per giungere
a capo di ci, poteva bastare alzarsi ad una certa altezza durante la
notte.
A questo pensava Briant di continuo, anzi questo pensiero lo
preoccupava in modo persino penoso.
Disgraziatamente, tranne Auckland-hill, la cui pi alta cima non
oltrepassava i duecento piedi, l'isola Chairman non conteneva alcuna
elevazione di qualche importanza. Parecchie volte Doniphan e due o
tre altri erano saliti sulla sommit di Auckland-hill, ma, da quel
punto, non vedevano nemmeno la riva opposta di Family-lake.
Sarebbe stato necessario elevarsi di alcune centinaia di piedi in
pi, perch lo sguardo potesse estendersi sino alle prime rocce di
Deception-bay.
Allora a Briant venne in mente un'idea talmente arrischiata (si
potrebbe dire insensata) che dapprima la respinse. Ma essa lo venne
assillando con tale insistenza che non seppe sottrarsi.
Come si ricorder, l'operazione dell'aquilone era stata sospesa.
Dopo l'arrivo di Kate, che aveva portate le notizie riguardanti i
naufraghi della Severn, si era dovuto rinunciare al progetto di
lanciare in aria un apparecchio che sarebbe stato veduto da qualsiasi
punto dell'isola.
Ma se l'aquilone non poteva pi essere impiegato (almeno per il
momento) come segnale, non era possibile utilizzarlo per eseguire la
ricognizione tanto necessaria alla sicurezza della colonia?
La fantasia di Briant agitava appunto un simile quesito.
Egli si ricordava di aver letto in un giornale inglese che, verso la
fine del secolo precedente, una donna aveva avuto l'ardire di
innalzarsi in aria, sospesa ad un aquilone, appositamente fabbricato
per tale ascensione.
5
Orbene, ci che aveva fatto una donna, non poteva tentarlo anche
un ragazzo audace o coraggioso?
Il tentativo presentava certo dei pericoli, ma che importa!
I rischi erano poca cosa in confronto ai risultati che si sarebbero
sicuramente ottenuti!
E prendendo tutte le misure suggerite dalla prudenza, non c'erano
molte probabilit che l'operazione riuscisse completamente?
Ecco perch Briant, quantunque non fosse in grado di calcolare
matematicamente la forza ascensionale che poteva avere un

5
Ci che meditava Briant stava per farsi in Francia. Alcuni anni dopo, un aquilone
che misurava ventiquattro piedi in larghezza e ventisette in lunghezza di forma
ottagonale, la cui armatura pesava settantotto chilogrammi, la tela e la corda
quarantacinque (in tutto centotredici chilogrammi) aveva facilmente sollevato un
sacco di terra del peso di settanta chilogrammi. (N.d.A.)
apparecchio di questo genere, andava ripetendosi che
quell'apparecchio esisteva, che sarebbe bastato dargli maggiori
dimensioni e renderlo pi solido. Ci fatto, innalzandosi di notte ad
alcune centinaia di piedi nell'aria, forse si poteva scoprire la luce di
qualche focolare nella parte dell'isola fra il lago e Deception-bay.
Non si sorrida di questa idea del bravo ragazzo! Sotto l'assillo di
una viva e incessante preoccupazione mentale, egli era giunto a
credere il suo progetto non solo praticabile (e su questo punto non
c'era dubbio di sorta), ma anche meno pericoloso di quello che
sembrava a tutta prima.
Ora si trattava solo di farlo adottare dai suoi compagni. Nella
serata del 4, dopo aver pregato Gordon, Doniphan, Wilcox, Webb e
Baxter di riunirsi per conferire con lui, fece loro conoscere la sua
idea di utilizzare l'aquilone.
E come vorresti utilizzarlo?... rispose Wilcox. Spiega un
po'... Vuoi lanciarlo in aria?
Evidentemente rispose Briant dato che la sua
destinazione quella.
Di giorno?... chiese Baxter.
No, di certo, perch non sfuggirebbe agli sguardi di Walston,
mentre durante la notte...
Ma se vi sospendi un fanale rispose Doniphan attirer
pure la sua attenzione, anzi meglio!
Quindi non metteremo un fanale.
E allora a che cosa potr servire?... chiese Gordon.
A farci sapere se i naufraghi della Severn si trovano ancora
qui. Allora Briant, non senza tema che il suo progetto venisse
giudicato sfavorevolmente, ne diede un'esatta idea con poche parole.
I coloni non risero.
Non ne avevano affatto voglia, e tranne Gordon, che forse si
chiese se Briant parlava sul serio, gli altri parvero dispostissimi a
concedergli la loro approvazione.
Infatti, quei ragazzi erano oramai talmente abituati al pericolo,
che una ascensione notturna, tentata in tali condizioni, sembr loro
pi che effettuabile.
D'altra parte erano decisi a fare qualsiasi passo per ricuperare in
sicurezza iniziale.
Per, per l'aquilone che abbiamo costruito il peso di qualsiasi
di noi sarebbe eccessivo...
Certamente rispose Briant. E quindi sar necessario
ingrandire e consolidare la nostra macchina.
Rimane da sapere disse Wilcox se un aquilone potr
resistere...
Non c' dubbio! assicur Baxter.
E poi la cosa stata gi fatta aggiunse Briant.
E cit il caso di quella donna che, un centinaio d'anni prima, ne
aveva fatto l'esperimento, non senza successo.
Quindi riprese:
Tutto dipende dalle dimensioni dell'apparecchio e dalla forza
del vento al momento della partenza.
Briant chiese Baxter che altezza credi che converr
raggiungere?
Ritengo che salendo a sei o a settecento piedi, si dovrebbe
vedere un fuoco acceso in qualsiasi punto dell'isola.
Ebbene, la cosa da fare esclam Service e senza
aspettare pi a lungo! Sono davvero stanco di trovarmi a domicilio
coatto!
E anche noi siamo indispettiti di non poter fare le solite visite
alle trappole! aggiunse Wilcox.
Ed io di non poter pi tirare una fucilata! disse Doniphan.
A domani, dunque! concluse Briant.
Rimasto solo con Gordon, il colloquio venne ripreso in questi
termini:
Ma pensi proprio seriamente chiese Gordon a una simile
faccenda?...
Voglio almeno tentare, Gordon.
un'impresa arrischiata!
Forse meno di quello che si pensa.
E chi di noi consentir ad arrischiare la vita in simile tentativo?
Tu per il primo, Gordon rispose Briant se la sorte ti
designasse.
Intendi, dunque, ricorrere alla sorte?...
No, Gordon! necessario che tale atto di devozione sia del
tutto spontaneo.
La tua scelta gi fatta, Briant?...
Forse. E Briant strinse la mano di Gordon.

CAPITOLO XXIV
PRIMO ESPERIMENTO INGRANDIMENTO
DELL'APPARECCHIO SECONDO ESPERIMENTO
SI RIMANDA LA PROVA ALL'INDOMANI PROPOSTA
DI BRIANT PROPOSTA DI JACQUES LA
CONFESSIONE L'IDEA DI BRIANT IN ARIA, DI
NOTTE CI CHE SI VEDE IL VENTO, SI
RAFFORZA CONCLUSIONE
FIN DALLA mattina del 25 novembre, Briant e Baxter si misero
all'opera.
Prima di dare all'apparecchio delle dimensioni pi considerevoli,
era bene conoscere qual peso avrebbe avuto la forza di sollevare, con
le proporzioni attuali.
In mancanza di formule scientifiche, ci poteva mettere sulla
giusta via per trovare la superficie che era indispensabile per
sostenere e sollevare un peso non inferiore alle centoventi o
centotrenta libbre.
Non fu necessario aspettare la notte per eseguire questo primo
esperimento.
In quel momento, il vento soffiava da sud-ovest, e Briant giudic
utile profittarne, tenendo per l'aquilone a poca altezza, in modo che
non potesse essere visto dalla riva orientale del lago.
L'operazione riusc a meraviglia.
Si pot constatare che l'apparecchio, sotto l'azione di un vento
ordinario, sollevava un sacco del peso di venti libbre. Appunto una
stadera, che faceva parte del materiale della Sloughi, aveva permesso
quell'esatta misurazione.
L'aquilone fu ricondotto a terra e disteso su Sport-terrace.
In primo luogo, Baxter rese la sua armatura estremamente solida
mediante corde che si collegavano ad un nodo centrale, come le
stecche di un ombrello all'anello che scivola sul manico. In seguito,
la sua superficie fu aumentata con un supplemento di armature e
coll'aggiunta di nuove tele. In tale lavoro, Kate fu molto utile. Gli
aghi e il filo non mancavano a French-den, e l'esperta massaia
s'intendeva benissimo di questo genere di lavori.
Se Briant e Baxter fossero stati pi abili in meccanica, avrebbero
tenuto conto, nella costruzione dell'apparecchio, dei principali
elementi, che sono il peso, la superficie piana, il centro di gravit, e
finalmente il punto di attacco della corda. Quindi, fatto questo
calcolo, avrebbero potuto dedurre la potenza ascensionale
dell'aquilone e l'altezza che era in grado di raggiungere. Inoltre, il
calcolo poteva apprendere che forza doveva avere per resistere alla
tensione, condizione importantissima per assicurare la vita
dell'osservatore.
Per fortuna si poteva disporre di una solidissima cordicella,
trovata pure nella goletta, e che misurava almeno duemila piedi di
lunghezza.
Inoltre, anche con un vento assai vibrato, un aquilone tira
moderatamente, quando il punto d'attacco del bilanciere scelto
correttamente.
Si trattava, dunque, pi che altro di regolare con cura tale punto
d'attacco, dal quale dipende l'inclinazione dell'apparecchio sull'alveo
del vento e da cui risulta la sua stabilit.
A motivo della sua nuova destinazione, l'aquilone non doveva pi
essere provvisto di coda, di che Dole e Costar si mostrarono un
pochino indispettiti. Era inutile: il peso, che doveva sollevare,
formava la migliore delle code.
Dopo molte incertezze, Briant e Baxter osservarono che
conveniva attaccare il peso al tergo dell'armatura, fissandolo ad una
delle traverse che tenevano distesa la tela nel senso della larghezza.
Due corde, legate a questa traversa, avrebbero sostenuto il peso che
doveva rimanere sospeso una ventina di piedi al di sotto.
La cordicella permetteva all'apparecchio di sollevarsi fino a
settecento piedi: altezza pi che sufficiente per lo scopo che si voleva
raggiungere.
Finalmente, per ridurre al massimo i pericoli di una caduta, nel
caso si fosse verificata la rottura delle corde o dell'armatura, si stabil
che l'ascensione si sarebbe fatta al di sopra del lago. La distanza
orizzontale, alla quale era possibile avvenisse una simile caduta, non
poteva in nessun caso essere tale che un buon nuotatore non si
trovasse in grado di raggiungere la riva occidentale.
L'apparecchio, ad opera finita, presentava una superficie di
settanta metri quadrati, e aveva la forma di un ottagono, il cui raggio
era circa quindici piedi e ciascun lato circa quattro. Grazie alla solida
armatura e alla tela impermeabile il vento doveva facilmente elevare
un peso di cento o centoventi libbre.
Per navicella, nella quale doveva collocarsi l'osservatore, si
adoper una di quelle ceste di vimini che servono a parecchi usi a
bordo degli yacht. Era di tali dimensioni che un ragazzo di media
statura vi poteva entrare sino alle ascelle, abbastanza larga perch vi
si potesse muovere liberamente; e, in ogni caso, avrebbe potuto
uscirne senza imbarazzo di sorta.
Come facile pensare, questo lavoro non si pot fare in un giorno,
e nemmeno in due.
Cominciato il 5 nella mattinata, fu ultimato solo nel pomeriggio
del 7. L'esperimento preparatorio, che doveva far conoscere la
potenza ascensionale dell'apparecchio e il suo grado di stabilit, fu
rimandato alla sera.
Negli ultimi giorni nulla era sopraggiunto che valesse a
modificare in modo notevole la posizione. Pi volte, ora uno ora un
altro erano rimasti sulla collina per lunghe ore in osservazione. Non
avevano veduto nulla di sospetto n verso nord, tra Traps-woods e
French-den, n verso sud, al di l del fiume, n verso occidente, dalla
parte di Sloughi-bay, n su Family-lake, che probabilmente Walston
non avrebbe mancato di visitare prima di lasciare l'isola. Non era
capitato di udire nessuna fucilata, e neppure s'era visto del fumo
innalzarsi da qualche punto.
Briant e i suoi amici erano dunque in diritto di sperare che i
malfattori avessero abbandonato definitivamente l'isola Chairman?
Avrebbero potuto riprendere finalmente con piena calma le abitudini
di una volta?
L'esperimento progettato aveva appunto lo scopo di chiarire
questo.
Si presentava un'ultima difficolt: in che modo colui che avrebbe
preso posto nella navicella poteva dare il segnale di essere ricondotto
a terra, quando gli fosse parso necessario?
Ecco ci che rispose Briant, quando Doniphan e Gordon lo
interrogarono in proposito:
Un segnale luminoso impossibile, perch potrebbe essere
veduto da Walston. Quindi io e Baxter abbiamo pensato a questo.
Una cordicella, di lunghezza pari a quella dell'aquilone, su cui deve
scorrere una palla di piombo forata nel mezzo, sar attaccata alla
navicella da una estremit, mentre l'altra rester in mano di qualcuno
di noi. Baster lasciar scivolare questa palla lungo la cordicella, per
dare il segnale di tirare verso terra l'aquilone.
Bene immaginato! rispose Doniphan.
Dopo aver stabilito tutto questo, non rimaneva che da fare un
esperimento preliminare.
La luna doveva alzarsi solo verso le due dopo mezzanotte, e
soffiava un leggero venticello da sud-ovest.
Le condizioni erano quindi assai favorevoli per eseguire
l'esperimento nella serata.
Alle nove, l'oscurit era completa.
Delle grosse nuvole si muovevano rapidamente nello spazio, e la
volta celeste era priva di stelle. A qualsiasi altezza si fosse elevato
l'apparecchio, non avrebbe potuto essere visto nemmeno dalle
vicinanze di French-den.
Grandi e piccini dovevano assistere a quell'esperimento, e, dal
momento che si trattava di un finto esperimento, se ne dovevano
seguire le fasi con piacere scevro da qualsiasi ansiet.
Il molinello della Sloughi era stato piantato al centro di Sport-
terrace, e solidamente fissato al suolo, affinch potesse resistere alla
trazione dell'apparecchio. La lunga corda, insaponata con cura, fu
disposta in modo che si potesse svolgere senza sforzo, e lo stesso si
fece con la cordicella destinata a dare il segnale.
Nella navicella, Briant colloc un sacco di terra, che pesava
esattamente centotrenta libbre, peso superiore a quello del pi
pesante dei suoi compagni.
Doniphan, Baxter, Wilcox, Webb andarono a collocarsi accanto
all'aquilone, steso a terra, a cento passi dal molinello.
Al comando di Briant, dovevano alzarlo a poco a poco mediante
corde, che erano attaccate alle traverse dell'armatura. Appena
l'apparecchio fosse stato sostenuto dal vento, con l'inclinazione
determinata dalla disposizione del bilanciere, Briant, Gordon,
Service, Cross, Garnett, preposti alla manovra del molinello, gli
avrebbero dato corda a mano a mano che si fosse innalzato nell'aria.
Attenti! esclam Briant.
Siamo pronti! rispose Doniphan.
Lasciate andare!
L'apparecchio si alz a poco a poco, fremette sotto la brezza e
s'inclin sul letto del vento.
Corda!... corda!... esclam Wilcox.
E subito il molinello prese a girare sotto la tensione della corda,
mentre l'aquilone e la navicella salivano lentamente nello spazio.
Quantunque non fosse prudente, gli evviva scoppiarono unanimi,
nel punto in cui il gigante dell'aria lasci il suolo. Ma, subito dopo,
disparve nell'ombra, con vivo dispiacere di Iverson, J enkins, Dole e
Costar, che desideravano di non perderlo di vista, mentre si librava al
di sopra di Family-lake. Ci che indusse Kate a dir loro:
Non vi desolate, piccini miei!... Un'altra volta, quando non ci
sar pi pericolo, lo si lancer di pieno giorno, il vostro gigante e
godrete dello spettacolo in tutta la sua pienezza.
Briant, volendo che la prova fosse convincente, per quanto lo
permettevano le circostanze, lasci che la corda si svolgesse sino alla
sua estremit. Pot allora rilevare che la sua tensione non aveva nulla
di anormale. Il molinello aveva filato milleduecento piedi di corda, e
probabilmente l'apparecchio aveva dovuto alzarsi ad un'altezza dai
sette agli ottocento piedi. Quella manovra aveva richiesto solo dieci
minuti.
A esperimento finito, tutti si attaccarono alle manovelle per
ritirare la corda. Per questa seconda parte dell'operazione fu molto
pi lunga.
Occorse pi di un'ora per ritirare i milleduecento piedi di corda
che il molinello aveva lasciato svolgere.
Come per un aerostato, la discesa a terra dell'aquilone sempre la
manovra pi delicata, per evitare qualsiasi urto. Ma il vento era
costante, e quindi la cosa si effettu con pieno successo. Ben presto
l'ottagono di tela ricomparve, e and a cadere lentamente al suolo,
pressappoco nel punto da cui era partito.
Grida ed applausi accolsero il suo ritorno, cos come era stata
festeggiata la sua partenza.
Ora bisognava solo impedire che il vento lo sollevasse di nuovo
nell'aria. Baxter e Wilcox offersero di vegliare sino allo spuntare del
giorno.
La definitiva ascensione doveva avvenire l'indomani, 8 novembre,
alla stessa ora.
Non si attendevano che gli ordini di Briant per rientrare a French-
den.
Briant non parlava e pareva profondamente assorto nelle sue
riflessioni.
A che cosa pensava? Forse al pericolo che poteva presentare una
ascensione in condizioni cos eccezionali? Pensava alla
responsabilit che stava per assumere, lasciando uno dei suoi
compagni arrischiarsi nella navicella?
Rientriamo disse Gordon. tardi...
Un momento rispose Briant. Gordon, Doniphan,
aspettate!.. Ho una proposta da fare!
Parla soggiunse Doniphan.
Abbiamo provato il nostro aquilone riprese Briant e
l'esperienza riuscita, perch le circostanze erano favorevoli, il vento
regolare, n troppo debole, n troppo forte. Ora, sappiamo che tempo
far domani e se il vento permetter di mantenere l'apparecchio sopra
il lago? Perci mi sembra saggio eseguire subito la progettata
ascensione.
Ragionamento giustissimo; dal momento che si era decisi di
tentare la prova era meglio farlo con le maggiori probabilit di
successo.
Per a questa proposta nessuno rispose. Al momento di correre un
rischio tanto grave, l'esitazione era pi che naturale, anche da parte
dei pi arditi.
Eppure, quando Briant chiese:
Chi vuol salire?
Io!... rispose prontamente J acques. E subito dopo:
Io! gridarono nello stesso tempo Doniphan, Baxter, Wilcox,
Cross e Service.
Quindi si fece silenzio, che Briant non ebbe fretta di interrompere.
J acques per il primo riprese la parola:
Fratello, tocca a me questo compito!... S!... tocca a me. Te ne
prego. Lasciami partire!...
E per qual motivo a te piuttosto che a un altro? osserv
Doniphan.
S!... Perch?... chiese Baxter.
Perch? un dovere che ho da compiere! rispose J acques.
Un dovere?... disse Gordon.
Appunto un dovere!
Gordon afferr la mano di Briant come per chiedergli che cosa
J acques voleva dire con ci, e la sent tremare nella sua. E se la notte
non fosse stata oscurissima, avrebbe veduto impallidire il suo
compagno, avrebbe veduto delle lacrime brillare nei suoi occhi.
Ebbene, fratello?... riprese J acques in tono risoluto e che
destava sorpresa in un ragazzo.
Rispondi, Briant! soggiunse Doniphan. J acques dice che
ha il dovere, che ha il diritto di tentare la prova!... Ma questo diritto
non l'abbiamo anche noi?... Che cosa ha fatto per poter avanzare un
simile motivo?
Che cosa ho fatto? rispose J acques. Aspettate, e ve lo
dir.
J acques! esclam Briant come per invitarlo a tacere.
Lasciami parlare una buona volta riprese J acques con la
voce spezzata dall'emozione. Ho bisogno di aprire il mio animo,
di alleggerire la mia coscienza!... Questo mi pesa troppo!... Gordon,
Doniphan, se vi trovate qui... tutti... lontani dai vostri genitori... su
quest'isola... la colpa tutta mia. Se la Sloughi fu spinta in alto mare,
dipeso da me... per imprudenza, o piuttosto per gioco, fatale gioco:
ho staccato l'ormeggio che la tratteneva al molo di Auckland! S, uno
scherzo, una burla... E poi quando vidi lo yacht muoversi, ho perduto
la testa... Non ho chiamato, mentre ero ancora in tempo... E un'ora
dopo in alto mare, nella pi fitta oscurit... Ah! perdono, amici,
perdono...
E il povero ragazzo singhiozzava, e nemmeno si accorgeva di
Kate che gli stava vicino e che tentava di consolarlo.
Va bene, J acques disse allora Briant. Hai confessato il
tuo errore ed ora vuoi arrischiare la vita per ripararlo... o almeno per
riscattare in parte il male che hai fatto.
Ma non l'ha gi riscattato? esclam Doniphan, che da
qualche tempo seguiva i migliori impulsi. Non si esposto venti
volte per noi?... Ah! Briant, capisco adesso perch mettevi al primo
posto tuo fratello, quando c'era qualche pericolo da correre, e perch
lui era sempre disposto a sacrificarsi!.,. Ecco perch egli si era
lanciato alla ricerca mia e di Cross attraverso la nebbia... a rischio
della vita... Oh! si, amico J acques, ti perdoniamo di tutto cuore, e non
hai pi bisogno di espiare il tuo sbaglio.
Tutti circondavano J acques, gli prendevano le mani, ma i
singhiozzi continuavano a gonfiare il suo petto. Si sapeva ora il
motivo, per cui quel ragazzo, il pi allegro di tutto il collegio
Chairman, ed anche uno dei pi birichini, era divenuto tanto triste, e
si teneva quasi sempre in disparte!... Poi per ordine del fratello, e per
inclinazione generosa d'animo, aveva assunto le parti pi difficili,
sembrandogli cos di ridurre i rimorsi che tormentavano la sua
scrupolosa coscienza!... E non credeva di aver fatto abbastanza!...
Chiedeva ancora di sacrificarsi per gli altri!... E appena pot parlare
torn a pregare che gli permettessero di eseguire quel temerario
esperimento.
Lo vedete bene, spetta a me, solo a me, partire!... Vero,
fratello?
Bravo J acques, bravo! esclamava il fratello, stringendolo
teneramente fra le braccia.
Davanti alla confessione che J acques aveva fatto, davanti al diritto
che egli accampava, invano Doniphan e gli altri tentarono di
intervenire.
Si dovette quindi permettergli di aggiungere questo nuovo
servizio a tutti gli altri, che gi lo rendevano benemerito della piccola
colonia.
Non c'era tempo da perdere, perch il vento cominciava a
rinfrescare.
J acques strinse la mano dei suoi compagni. Quindi, nell'atto di
entrare nella navicella, si rivolse a Briant, che stava immobile a breve
distanza:
Addio, un abbraccio ancora!
S!... abbracciami rispose Briant padroneggiando la propria
emozione o piuttosto ricevi il mio saluto poich sono io che sto
per partire!
Tu?... esclam J acques.
Tu?... ripeterono Doniphan e Service.
S, io. Che l'errore di J acques sia riscattato da lui o da suo
fratello, poco importa! D'altra parte, essendo mia l'idea di questo
tentativo, com' possibile pensare che ne lasciassi il rischio ad un
altro?
Fratello mio grid J acques te ne prego!... No,
J acques!
Allora disse Doniphan rinnovo la mia offerta.
Grazie, Doniphan, ma non la posso accettare! rispose Briant
in tono che non ammetteva replica. Tocca a me partire... e nessun
altro prender il mio posto.
Ti avevo indovinato, Briant! disse Gordon stringendo la
mano del suo compagno.
Briant entr nella navicella, e quando vi si fu installato diede
l'ordine di alzare l'aquilone.
L'apparecchio, sollevato dal vento, sali dapprima lentamente;
quindi Baxter, Wilcox, Cross e Service, incaricati di ci, diedero
corda, mentre Garnett lasciava scivolare a poco a poco la cordicella-
segnale che teneva tra le mani.
In dieci secondi, il gigante dell'aria scomparve nell'ombra, non
pi fra gli evviva che avevano accompagnato la sua precedente
ascensione, ma in mezzo ad un profondo silenzio.
L'intrepido capo della piccola colonia, il generoso Briant, era
scomparso.
Intanto l'apparecchio si alzava con lentezza regolare. La costanza
del vento gli procurava una stabilit perfetta. Non si piegava n da
una parte n dall'altra. Briant non risentiva nessuna di quelle
oscillazioni che avrebbero reso la sua posizione pi pericolosa.
Quindi si teneva immobile, attaccato alle corde di sospensione della
navicella, scosse appena da un leggero movimento.
Dapprima Briant prov una strana impressione nel sentirsi
sospeso nello spazio, e attaccato a quella larga ala inclinata, che
tremava sotto la spinta del vento! Gli pareva di essere trasportato in
alto da qualche uccello da preda; gli pareva di essere attaccato alle ali
di un enorme pipistrello nero. Per, dotato di un carattere assai
energico, pot conservare il sangue freddo richiesto dallo
straordinario esperimento.
Dieci minuti dopo la partenza, una leggera scossa indic che il
movimento ascensionale dell'aquilone era finito. Esaurita tutta la
corda l'apparecchio si rialz ancora con alcune scosse, quindi fece
sosta. L'altezza raggiunta doveva essere di seicento o settecento
piedi.
Briant, sempre padrone di se stesso, si attacc solidamente ad una
delle corde di sospensione, e quindi con un cannocchiale incominci
le sue osservazioni.
Al di sotto, oscurit profonda. Il lago, le foreste, la scogliera
formavano una massa confusa, di cui non poteva distinguere nessun
particolare.
Il perimetro dell'isola spiccava abbastanza sul mare che la
circoscriveva, e dall'altezza a cui si trovava, Briant poteva
abbracciarlo nel suo insieme.
Infatti, se avesse compiuto quell'ascensione in pieno giorno,
dirigendo gli sguardi verso l'orizzonte sereno e luminoso, forse
avrebbe potuto scorgere o altre isole o qualche altra spiaggia
continentale che si fossero trovate entro un raggio di quaranta o
cinquanta miglia, lontananza a cui per certo la sua vista doveva
giungere da quell'altezza.
Se verso ovest, nord e sud, il cielo nebbioso gli impediva lo
sguardo, non era cos nella direzione d'oriente, ove un breve angolo
del firmamento, per il momento sgombro di nuvole, lasciava brillare
alcune stelle.
E precisamente da quella parte, una luce assai intensa, che si
rifletteva sino nelle basse volute dei vapori, attir l'attenzione di
Briant.
la luce di un fuoco! si disse. Walston ha stabilito il suo
accampamento in quel luogo?... Ma non possibile... quella luce
molto lontana e scintilla di sicuro molto al di l dell'isola! forse un
vulcano in eruzione?
Allora Briant si ricord di aver veduto una macchia bianchiccia
lungo il lembo dell'orizzonte in occasione della sua prima visita a
Deception-bay.
Sicuro, era proprio da quella parte continuava a ragionare fra
s. E quella macchia potrebbe essere il riverbero di un ghiacciaio!...
Ci deve essere, verso est, una terra non molto lontana dall'isola
Chairman!
Briant punt il cannocchiale su quella luce, che la generale
oscurit contribuiva a rendere anche pi appariscente.
La pi plausibile spiegazione era appunto questa: che l ci fosse
una montagna ignivoma accanto al ghiacciaio, che era stato
intravisto, e che apparteneva o ad un continente, o ad un arcipelago.
La distanza non poteva essere superiore a una trentina di miglia.
In quel momento, Briant not un'altra luce.
Ad una distanza molto minore, a cinque o sei miglia circa, e
quindi sull'isola, una luce brillava fra gli alberi, a ovest di Family-
lake.
Nella foresta si disse lungo il suo margine, dalla parte del
litorale.
Poi quella luce scomparve immediatamente, e per quanti sforzi
facesse Briant, non pot pi rivederla.
Il cuore gli batteva violentemente, e la mano gli tremava tanto che
non gli permetteva di puntare il cannocchiale con precisione
sufficiente.
Evidentemente, non lontano dalla foce dell'East-river, c'era un
accampamento. Briant aveva veduto per un istante il fuoco acceso e
la luce che si spandeva sugli alberi.
Walston e la sua banda erano accampati laggi, in vicinanza del
piccolo porto di Bear-rock! Gli assassini della Severn non avevano
abbandonato l'isola Chairman! I giovani coloni continuavano ad
essere esposti alle loro aggressioni, e non c'era pi alcuna sicurezza
in French-den!
Briant prov una viva delusione!
Probabilmente Walston, nell'impossibilit di raddobbare la lancia,
aveva rinunciato al progetto di riprendere il mare per dirigersi verso
una delle terre pi vicine. E delle terre se ne trovavano a non molta
distanza.
Su questo punto non c'era pi alcun dubbio.
Briant, finite le sue osservazioni, credette inutile di prolungare
l'esplorazione aerea. Si prepar quindi a ridiscendere. Il vento
rinfrescava in modo assai sensibile. Le oscillazioni, divenute pi
forti, imprimevano alla navicella un movimento che poteva rendere
pi difficile la discesa a terra.
Accertatosi che la cordicella-segnale era abbastanza tesa, Briant
lasci scivolare la palla, che in pochi secondi giunse nelle mani di
Garnett.
Subito la corda, attaccata al molinello, cominci a condurre verso
il suolo l'apparecchio.
Mentre l'aquilone scendeva, Briant continuava a guardare nella
direzione dei fuochi intravisti. Rivedeva la luce viva dell'eruzione:
rivedeva presso il litorale la luce incerta, oscillante
dell'accampamento.
Com' facile pensare, Gordon e gli altri avevano atteso con
estrema impazienza il segnale della discesa.
Come parvero lunghi quei venti minuti nei quali Briant rimase
sospeso nello spazio!
Intanto Doniphan, Baxter, Wilcox, Service e Webb manovravano
vigorosamente le manovelle del molinello. Anch'essi avevano notato
che il vento rinfrescava e soffiava con minore regolarit. Lo
rilevavano dalle scosse che subiva la corda, e pensavano con viva
angoscia a Briant che ne doveva provare il contraccolpo.
Il molinello funzionava rapidamente per ritirare i milleduecento
piedi di corda che erano stati svolti. Il vento continuava a rinfrescare
e, tre quarti d'ora dopo il segnale dato da Briant soffiava con un certo
vigore.
In quell'istante l'apparecchio doveva trovarsi ancora pi di cento
piedi al di sopra del lago.
Ad un tratto si sent una violenta scossa.
Wilcox, Doniphan, Service, Webb e Baxter, perduto il punto
d'appoggio, per poco non furono gettati a terra. La corda
dell'aquilone s'era rotta. In mezzo a grida di terrore, un nome fu venti
volte ripetuto:
Briant!... Briant!
Erano trascorsi pochi minuti, e si ud la voce dell'ardito aeronauta:
Sono salvo!
Fratello mio! esclam J acques, che per primo gli gett le
braccia al collo.
Dato sfogo alla prima commozione, dati e ricambiati i saluti pi
affettuosi, Briant comunic una assai triste notizia:
Walston non partito.
Nel momento in cui la corda s'era rotta, Briant s'era sentito
trasportato non in una caduta verticale, ma obliqua e relativamente
lenta, perch l'aquilone faceva per cos dire da paracadute sopra di
lui.
La cosa pi importante era, in quella situazione, uscire dalla
navicella prima che avesse toccato la superficie del lago. Infatti,
nell'istante in cui la navicella stava per immergersi, Briant fece un
tuffo di testa, e, buon nuotatore com'era, pot facilmente raggiungere
la riva che era appena a quattrocento o cinquecento piedi.
Intanto l'aquilone, libero da quel peso, era scomparso verso nord-
est, trascinato dal vento come il gigantesco avanzo di un naufragio
aereo.
CAPITOLO XXV
LA LANCIA DELLA SEVERN COSTAR AMMALATO
IL RITORNO DELLE RONDINI SCORAGGIAMENTO
GLI UCCELLI DI RAPINA IL GUANACO UCCISO
DA UNA FUCILATA LA PIPA ROTTA
SORVEGLIANZA PI ATTIVA VIOLENTO URAGANO
UNA DETONAZIONE ALL'ESTERNO OSPITE
INATTESO UN GRIDO DI RATE
IL GIORNO DOPO, i giovani coloni, affaticati dalle emozioni della
sera precedente, si svegliarono piuttosto tardi. Durante quella notte,
destinata all'ascensione con l'aquilone, Moko era rimasto in French-
den come custode.
Appena alzati, Gordon, Doniphan, Briant e Baxter si riunirono in
Store-room, dove Kate si dedicava ai soliti lavori.
Tema del loro discorso fu lo stato delle cose, che non era davvero
tale da mettere l'animo in pace.
Infatti, come fece notare Gordon, erano gi quindici giorni che
Walston e i suoi compagni si trovavano nell'isola.
Se le riparazioni alla lancia non erano ancora eseguite, ci
provava che i naufraghi mancavano degli utensili indispensabili per
tale lavoro.
Non pu essere che cos disse Doniphan poich, nel
complesso, quella barca non era molto rovinata. Se la nostra Sloughi
fosse stata meno malconcia per la burrasca e per l'arenamento, certo
anche noi saremmo riusciti a metterla in stato di navigare!
Se non che, se Walston non era partito, non era probabile che la
sua intenzione fosse di stabilirsi nell'isola Chairman, poich, in
questo caso, avrebbe fatto delle escursioni nell'interno, e French-den,
molto probabilmente, avrebbe ricevuto una sua visita.
A questo proposito, Briant parl di ci che aveva veduto, durante
la sua ascensione, verso oriente, cio delle terre che dovevano
trovarsi a non molta distanza.
Non l'avete per certo dimenticato disse: quando mi recai
la prima volta alla foce dell'East-river, intravidi una macchia
bianchiccia, un po' al disopra dell'orizzonte, di cui non sapevo come
spiegarmi la presenza...
Per, Wilcox ed io non abbiamo veduto nulla di simile
rispose Doniphan quantunque abbiamo osservato lungamente il
punto indicato...
Moko ha visto quella macchia distintamente al pari di me.
Sar benissimo! soggiunse Doniphan. Per che cosa ti fa
credere, Briant, che non molto lontano da noi si trovi un continente o
un arcipelago?
Ecco rispose Briant. Ieri, mentre osservavo l'orizzonte in
questa direzione, ho distinto una luce assai visibile, oltre i limiti della
costa, luce che pu solo provenire da un vulcano attivo. Ne concludo
che esiste una terra vicina in questi paraggi! Ora i marinai della
Severn non devono ignorarlo e faranno di tutto per recarvisi...
Non c' dubbio osserv Baxter. Che cosa
guadagnerebbero a rimanere qui? evidente che se non siamo
ancora liberati della loro presenza, ci dipende dal fatto che non
hanno ancora potuto raddobbare la lancia.
Come si vede le notizie che Briant offriva ai suoi compagni
avevano particolare importanza.
Si aveva ora la certezza, o poco meno, che l'isola Chairman non
era del tutto isolata (com'essi credevano) nelle acque del Pacifico.
Ma il fatto che Walston si trovasse nei dintorni della foce
dell'East-river aggravava molto la situazione, e ci era indubitabile,
dal momento che Briant aveva veduto il fuoco del suo
accampamento.
Dopo aver abbandonato la costa dei Severn-shores, si era
avvicinato a French-den di alcune miglia. Bastava oramai che
risalisse l'East-river per giungere in vista del lago, e se ne avesse
costeggiato il lato meridionale sarebbe sboccato precisamente
dirimpetto a French-den!
Briant prese quindi le pi severe precauzioni, in vista di questa
eventualit.
Le escursioni vennero ridotte al puro necessario, con proibizione
persino di estenderle alla riva sinistra del fiume e al limitare di Bog-
woods.
Inoltre Baxter mascher le palizzate del recinto con una cortina di
rami e foglie, e nascose nello stesso tempo gli ingressi della hall e di
Store-room.
Da ultimo fu assolutamente proibito di mettere piede nel territorio
che si stendeva fra il lago e Auckland-hill.
Per dire il vero, non era piacevole assoggettarsi a precauzioni
tanto minuziose, ma si dovette fare buon viso a cattivo gioco.
Si ebbero, in quell'epoca, altri motivi di preoccupazione.
Costar fu assalito da febbri, che misero in pericolo la sua vita.
Gordon dovette ricorrere alla farmacia della goletta, non senza
timore di commettere qualche errore! Per fortuna Kate ebbe per il
bimbo premure pi che materne. Lo cur con quella vigilanza e
prudenza che si direbbero istintive nelle donne, e si allontan il meno
possibile dal suo capezzale. Grazie alla sua assistenza, e ai farmaci
preparati da Gordon, la febbre pot essere stroncata e la
convalescenza non tard ad annunciarsi regolare.
Costar si era trovato in punto di morte? Sarebbe difficile
pronunciarsi a questo riguardo. Ma forse, se fossero mancate cure
cos intelligenti, la febbre avrebbe potuto produrre nel bambino un
totale esaurimento di forze.
Oh! Certo se Kate non si fosse trovata nella colonia, chi sa che
cosa poteva accadere! Non sar mai detto abbastanza, quella buona
creatura aveva dedicato ai piccini un affetto inesauribile, e li colmava
di cure e di carezze.
Sono fatta cos, figliuoli miei ella andava ripetendo. Io
sono tutta casa e famiglia!
La governante si occupava particolarmente di tenere in ordine la
biancheria. Con suo grande dispiacere, quella biancheria, che serviva
da molti mesi, e alla quale era mancata per tanto tempo una mano
femminile per rammendarla, era molto consunta. Come procurarsene
dell'altra quando sarebbe stata inservibile? E le calzature, quantunque
se ne avesse molta cura e si andasse a piedi nudi, appena il tempo lo
permetteva, erano anch'esse in cattivissimo stato! Tutto ci ispirava
numerose inquietudini alla previdente massaia!
Nella prima quindicina di novembre si ebbero dirotte piogge; poi,
dal 17, il barometro segn ancora tempo stabile e cominci
regolarmente il periodo estivo.
Alberi, arboscelli, arbusti, tutta la vegetazione spieg in breve la
sua pompa.
Gli ospiti consueti delle lande meridionali erano ritornati in gran
numero.
Che dispetto provava Doniphan non potendo rinnovare le
spedizioni venatorie nelle paludi, e che dispiacere provava anche
Wilcox di non poter tendere trappole, per tema si potessero vedere
dalle rive di Family-lake.
E non solo quei volatili formicolavano in quella parte dell'isola,
ma molti caddero nei lacci persino nelle vicinanze di French-den.
Un giorno, Wilcox trov nei lacci uno degli uccelli migratori che
d'inverno si erano diretti verso i paesi sconosciuti del nord. Era una
rondine, che portava ancora il sacchetto attaccato al collo, con uno
scritto per i giovani naufraghi della Sloughi? No, purtroppo!... Il
messaggero era tornato senza risposta!
Durante quelle lunghe giornate oziose, quante ore si dovevano
passare nella grotta!
Baxter, incaricato di compilare il diario della colonia, non aveva
pi alcun incidente da notare.
E fra quattro mesi doveva incominciare il terzo inverno per i
giovani coloni dell'isola Chairman!
Si poteva osservare, non senza commiserazione, che anche i pi
energici erano assaliti da tristezza e scoraggiamento, tranne Gordon,
sempre assorbito dai compiti della sua amministrazione.
Egli tentava di reagire, di incitare i suoi compagni a continuare
con raddoppiato zelo gli studi, a fare delle conferenze, delle letture
ad alta voce. Ridestava spesso nel loro pensiero i menomi ricordi del
loro paese e delle loro famiglie, assicurando che, prima o poi,
avrebbero potuto rivedere tutti i propri cari!
Insomma s'ingegnava in ogni modo a rialzare il loro morale, ma
con poco successo, e la sua pi viva apprensione era che questo
abbattimento andasse aumentando con danno forse irreparabile della
salute.
Ma per fortuna la forza della volont valse contro le pi
sfavorevoli impressioni.
D'altra parte avvenimenti assai gravi impegnarono l'attenzione dei
giovani coloni e ridestarono la loro assopita energia.
Il 24 novembre, verso le due del pomeriggio, Doniphan stava
pescando sulle rive di Family-lake, quando la sua attenzione fu
vivamente attirata dalle grida discordi di una ventina di uccelli, che si
libravano al disopra della riva sinistra del fiume. Se quegli uccelli
non erano corvi (ai quali assomigliavano molto) avrebbero
certamente meritato di appartenere a quella specie vorace e cos
noiosa per il suo crocidio.
Doniphan non si sarebbe minimamente occupato di quella stridula
schiera, se il suo volo non gli avesse ispirata una certa sorpresa.
Infatti, quegli uccelli descrivevano larghi cerchi, il cui raggio
diminuiva a mano a mano che si avvicinavano alla terra; poi, riuniti
in un gruppo compatto, si precipitavano verso il suolo.
L le loro grida raddoppiavano; ma Doniphan cerc invano di
vederli in mezzo alle alte erbe, dentro le quali erano scomparsi.
Allora gli venne il pensiero che l dovesse trovarsi la carcassa di
qualche animale.
Desideroso di sapere questo, ritorn a French-den e preg Moko
di traghettarlo dall'altra parte del fiume.
S'imbarcarono entrambi, e, dieci minuti dopo, scivolavano fra i
ciuffi d'erba della riva. Subito i volatili fuggirono, protestando con le
loro grida contro gli importuni che si permettevano di turbare il loro
pasto.
In quel luogo, giaceva un giovane guanaco, morto poche ore
prima, e che conservava ancora un po' di calore.
Doniphan e Moko, che non si curavano affatto di utilizzare gli
avanzi del pranzo dei carnivori, stavano per abbandonare quel luogo,
ma prima si rivolsero una domanda: come e perch il guanaco era
caduto sul limite della palude, lontano dalle foreste orientali, che i
suoi congeneri di solito non abbandonano mai?
Doniphan esamin l'animale. Aveva al fianco una ferita ancora
sanguinante, ferita che non proveniva dai denti di un giaguaro o di
altro carnivoro.
Quel guanaco ha certo ricevuta una fucilata! osserv
Doniphan.
Ed ecco la prova! rispose il mozzo, che era intanto riuscito,
esplorando la ferita, a levare la palla.
Quella palla era piuttosto del calibro dei fucili di bordo che non
dei fucili da caccia. Non poteva quindi essere stata tirata che da
Walston o da qualcuno dei suoi compagni.
Doniphan e Moko, abbandonando il corpo del guanaco ai volatili,
ritornarono a French-den, dove ebbero un colloquio con i loro
compagni.
Che il guanaco fosse stato colpito da uno dei marinai della Severn
non era da dubitare, poich Doniphan e gli altri non avevano tirato
una sola fucilata da un mese circa.
Intanto quello che premeva sapere era il luogo e il momento in cui
il guanaco era stato mortalmente ferito.
Esaminate tutte le ipotesi, parve ammissibile che ci fosse
avvenuto cinque o sei ore prima, lasso di tempo necessario affinch
l'animale, dopo avere attraversato le Downs-lands, potesse giungere a
qualche guado del fiume.
Ne derivava la conseguenza che, nella mattinata, uno dei marinai
naufragati era andato a caccia avvicinandosi alla punta meridionale
di Family-lake e che la banda, dopo aver risalito l'East-river, si
avvicinava a poco a poco alla riva di French-den.
La situazione si faceva sempre pi grave, quantunque il pericolo
non fosse imminente.
Come sappiamo, nella parte meridionale dell'isola, si stendeva
quella vasta pianura, intersecata da ruscelli, ingombra di stagni,
coperta di dune, dove la selvaggina era scarsa, e quindi insufficiente
per l'alimentazione quotidiana della banda. Era quindi probabile che
Walston non si fosse avventurato attraverso le Downs-lands. D'altra
parte non si era udita alcuna detonazione sospetta per cui c'era da
sperare che la posizione di French-den non fosse stata ancora
scoperta.
In ogni caso si dovettero aumentare le precauzioni.
Un'aggressione non poteva avere qualche probabilit di essere
respinta se non a patto che i giovani coloni non fossero sorpresi fuori
della grotta.
Tre giorni dopo, un fatto molto significativo aument le
apprensioni, e allora si cap che la sicurezza era pi che mai
compromessa.
Il 24, verso le nove di sera, Briant e Gordon si erano portati al di
l del fiume Zealand, per vedere se non era il caso di erigere una
specie di muro di difesa, attraverso lo stretto sentiero che passava tra
il lago e la palude. Dietro questo muro, sarebbe stato facile per
Doniphan e per i migliori tiratori appostarsi, nel caso in cui fosse
stato segnalato in tempo l'arrivo di Walston.
I due amici si trovavano trecento passi tutt'al pi al di l del
fiume, quando Briant mise il piede sopra un oggetto che schiacci.
Non vi aveva fatto caso, pensando che fosse una di quelle conchiglie
che a miriadi sono spinte dalla marea verso terra.
Guarda, Briant, guarda!
Che c'?
Gordon si abbass e raccolse l'oggetto schiacciato.
Non una conchiglia disse Briant una pipa...
Infatti Gordon teneva in mano una pipa nera, rotta l dove il
bocchino s'innesta al serbatoio del tabacco.
Nessuno di noi fuma disse Gordon; dunque questa pipa
stata perduta da...
Da uno degli uomini della banda rispose Briant a meno
che non sia appartenuta al naufrago francese che ci precedette in
quest'isola...
Bastava esaminare la pipa per convincersi che era stata rotta da
poco tempo: ci si vedeva ancora del tabacco...
Quale prova di pi? Dunque qualche giorno prima, forse qualche
ora prima, uno dei compagni di Walston, o Walston stesso, si era
spinto sino alla riva di Family-lake.
Gordon e Briant ritornarono immediatamente a French-den. Kate,
a cui venne mostrata la pipa, disse di averla veduta nelle mani di
Walston.
Si poteva, pertanto, ritenere che i malfattori avessero girato la
punta estrema del lago. Forse, durante la notte, s'erano spinti sino alla
riva dello Zealand. E se French-den era stato veduto, se Walston
sapeva chi erano in realt i componenti della piccola colonia, certo
doveva pensare che l dentro potevano esserci utensili, strumenti,
munizioni, provviste, quello appunto in una parola di cui egli
mancava, e che sette uomini vigorosi potevano facilmente vincere
una quindicina di ragazzi, massime attaccandoli di sorpresa.
In ogni caso, non c'era pi nessun dubbio; la banda si avvicinava
ogni giorno di pi.
Davanti a queste minacciose eventualit, Briant, d'accordo con i
suoi compagni, si studi di organizzare una sorveglianza pi attiva.
Di giorno, un posto di sorveglianza fu collocato sulla sommit di
Auckland-hill, affinch qualsiasi persona, sia dal lato della palude,
sia dal lato di Traps-woods, sia dalla parte del lago, potesse essere
immediatamente segnalata. Durante la notte due dei pi grandi
dovettero rimanere di guardia all'ingresso della hall e di Store-room
per spiare i rumori esterni. Le due porte furono consolidate con
puntelli, e, da un momento all'altro, si poteva anche sbarrarle con
grosse pietre, che furono ammucchiate nell'interno di French-den.
I due cannoncini vennero caricati per difendere, l'uno la facciata
verso il fiume Zealand, l'altro la facciata lungo Family-lake. Inoltre, i
fucili e le rivoltelle vennero pure messi in perfetto ordine.
Kate, inutile dirlo, approvava tutte quelle misure. Quella donna
energica procurava di dissimulare le proprie inquietudini, del resto
fin troppo giustificate, quando pensava all'esito incerto di una lotta
con i marinai della Severn. Conosceva per prova la malvagit e
tristezza di quegli uomini.
Alla mancanza delle armi potevano supplire con l'astuzia e con la
sorpresa, eludendo la pi severa e ingegnosa sorveglianza.
Pochi ragazzi, di cui il maggiore non aveva compiuto sedici anni,
che cosa potevano contro persone cos esercitate nel male? La partita
era ineguale!
Ah! perch non si trovava fra loro il coraggioso Evans? Perch
non aveva potuto fuggire insieme con Kate? Forse avrebbe potuto
ordinare meglio la difesa e mettere French-den in stato di resistere
agli attacchi di Walston!
Sventuratamente Evans era di sicuro guardato a vista, se pure quei
malfattori non si erano sbarazzati di lui, come di un testimonio
pericoloso, e di cui non avevano pi bisogno per dirigere la lancia
verso le terre vicine.
Queste erano le riflessioni di Kate. Non temeva per s, ma per
questi ragazzi sui quali vegliava di continuo, ben secondata da Moko,
la cui devozione non era inferiore alla sua.
Si era al 27 novembre. Da due giorni il caldo era soffocante.
Grosse nuvole passavano lentamente sull'isola, e un tuono lontano
annunciava la bufera. Lo stormglass indicava una prossima lotta
degli elementi.
Quella sera, Briant e i suoi compagni erano rientrati pi presto del
solito nella hall, non senza aver preso la precauzione (come si faceva
da qualche tempo) di tirare in secco la iole e di trascinarla fino nel
recinto.
Le porte erano state accuratamente chiuse e ognuno aspettava
l'ora del riposo, dopo aver fatta la preghiera in comune, e inviato un
pensiero alle famiglie lontane.
Verso le nove e mezzo la bufera era al culmine. L'interno della
caverna si illuminava per l'intenso riverbero dei lampi, la cui luce
penetrava attraverso le feritoie. Gli scoppi di tuono si propagavano
senza interruzione; pareva che Auckland-hill tremasse ripercotendo
quel fracasso che stordiva. Era uno di quei fenomeni atmosferici,
senza pioggia e senza vento, che sono anche pi terribili, poich le
nubi immobili si scaricano sul posto di tutta l'energia elettrica
accumulata, e spesso una notte intera non basta a consumarla.
Costar, Dole, Iverson e J enkins, rannicchiati nelle loro cuccette,
sobbalzavano cos nell'udire le scariche pi potenti del tuono, come
nel vedere la luce rapida e sinistra dei lampi.
Eppure non c'era nulla da temere in quella incrollabile caverna. La
folgore poteva colpire centinaia di volte la cresta della scogliera
senza danno alcuno per i giovani coloni. Non poteva in alcun modo
attraversare le grosse pareti di French-den, impermeabili al fluido
elettrico e inaccessibili alle burrasche.
Tratto tratto, Briant, Doniphan e Baxter si alzavano,
socchiudevano la porta e rientravano subito, abbagliati dai lampi,
dopo avere dato un'occhiata al di fuori. Lo spazio era in fiamme, e il
lago, riverberando il fuoco del cielo, appariva il pi delle volte tinto
di rosso e di sanguigno.
Dalle dieci alle undici non ci fu un solo istante di tregua. Un po'
prima della mezzanotte cominci a stabilirsi un po' di calma.
Intervalli sempre pi lunghi separarono gli scoppi della folgore, e il
rombo del tuono a mano a mano diminuiva allontanandosi. Allora si
alz il vento, cacciando le nubi che si erano avvicinate al suolo, e la
pioggia non tard a cadere a torrenti.
I piccini cominciarono a tranquillizzarsi. Due o tre teste, nascoste
sotto le coperte, osarono ricomparire, bench fosse l'ora assegnata a
dormire.
Anche Briant e gli altri, avendo prese le solite precauzioni,
stavano per mettersi a letto, quando Phann diede manifestamente
segni di inesplicabile agitazione. Si alzava sulle zampe, si lanciava
verso la porta della hall, emetteva urli sordi e continui.
Forse Phann ha sentito qualche cosa? disse Doniphan,
cercando di calmare il cane.
In parecchie circostanze osserv Baxter abbiamo notato
questa sua agitazione, e non s' mai ingannato.
Prima di andare a dormire, vediamo che cosa questo pu
significare! aggiunse Gordon.
Sta bene disse Briant ma che nessuno esca, e teniamoci
pronti a difenderci.
Ognuno afferr il fucile e la rivoltella. Poi Doniphan avanz verso
la porta della hall, e Moko verso la porta di Store-room. L'orecchio
appoggiato all'imposta, non udirono alcun rumore all'esterno,
quantunque l'agitazione di Phann continuasse ad essere vivissima.
Anzi il cane abbai con tale violenza che Gordon non riusc a
calmarlo.
Non era senza pericolo che il cane si facesse udire in tal modo.
Nei momenti di calma, se era possibile udire il rumore di un passo a
pi forte ragione i latrati di Phann potevano essere intesi dal di fuori.
Poco dopo s'intese una detonazione, che non poteva essere
confusa con lo scoppio della folgore. Era una fucilata, che era stata
tirata a circa duecento passi da French-den.
Tutti si misero sulla difensiva.
Doniphan, Baxter, Wilcox e Cross, armati di fucili e appostati alle
due porte, erano pronti a far fuoco su chiunque tentasse forzarle. Gli
altri cominciavano a sbarrarle con le pietre preparate a questo scopo,
quando una voce grid dal di fuori:
Aiuto!... Aiuto!...
Fuori si trovava qualcuno in pericolo di vita, probabilmente, e che
chiedeva assistenza.
Aiuto! ripet la stessa voce, e questa volta a pochi passi.
Kate, accanto alla porta, ascoltava.
lui! ella esclam.
Lui?... chiese Briant.
Aprite!... Aprite!... ripet Kate.
La porta si aperse, e un uomo, grondante acqua, si precipit nella
hall. Era Evans, il nostromo della Severn.


CAPITOLO XXVI
KATE E IL NOSTROMO IL RACCONTO DI EVANS
DOPO L'ARENAMENTO DELLA LANCIA WALSTON A
BEAR-ROCK-HARBOUR L'AQUILONE FRENCH-
DEN SCOPERTO FUGA DI EVANS LA
TRAVERSATA DEL FIUME PROGETTI PROPOSTA
DI GORDON LE TERRE POSTE AD ORIENTE
L'ISOLA CHAIRMAN-HANNOVER
A QUESTA comparsa inaspettata di Evans, Gordon, Briant e
Doniphan rimasero dapprima immobili. Poi con un movimento quasi
istintivo, si lanciarono verso il nostromo come verso un salvatore.
Evans poteva avere da venticinque a trent'anni, spalle larghe,
torso vigoroso, sguardo vivo, fronte aperta, fisionomia intelligente e
simpatica, andatura ferma e risoluta, barba incolta.
Appena entrato, Evans rimase accanto alla porta, anzi vi applic
l'orecchio. Non avendo inteso alcun rumore al di fuori, si fece
innanzi.
Alla luce della lampada sospesa alla volta, vide la famiglia da cui
era circondato e mormor queste parole:
Dei ragazzi!... Senza parenti, senza protettori.
Kate gli si avvicin. Nel vederla, Evans prov una grande gioia, il
suo sguardo si rianim, il suo volto acquist una grande
espressione...
Kate! egli grid. Ma come mai!... Mi par di sognare.
Le strinse la mano, come per accertarsi che non era quella di una
morta!
S, Kate in persona, e viva come voi, Evans rispose la
governante. Dio ha voluto la mia salvezza, come la vostra, e vi ha
inviato in soccorso di questi fanciulli!
Il nostromo contava con lo sguardo i giovani coloni, che gli
stavano intorno.
Quindici disse e appena cinque o sei in stato di
difendersi!... Non importa!
Siamo in pericolo di venire attaccati? chiese Briant.
No, figliolo, no, almeno per il momento! rispose Evans.
ben naturale che tutti avessero desiderio di conoscere la storia
del nostromo, e specialmente quello che era accaduto dopo che la
lancia era stata gettata sulla spiaggia dell'isola. N i grandi, n i
piccini avrebbero potuto abbandonarsi al sonno senza prima aver
udito questo racconto che era di grande importanza. Ma prima
bisognava che Evans si spogliasse degli abiti bagnati e prendesse un
po' di nutrimento.
I suoi abiti erano grondanti, giacch aveva dovuto attraversare a
nuoto il fiume Zealand.
Era poi sfinito di fatica e di fame, giacch non aveva mangiato da
dodici ore, e dalle prime ore del mattino aveva sempre camminato
senza poter riposare un istante.
Briant lo fece subito passare in Store-room dove Gordon gli
consegn dei buoni abiti da marinaio.
In seguito Moko gli present della selvaggina fredda, del biscotto,
una tazza di t bollente, un buon bicchiere di brandy.
Rifocillatosi, Evans fece il racconto di ci che era accaduto dopo
il naufragio della lancia.
Pochi istanti prima che la lancia fosse spinta verso gli scogli,
in cinque, me compreso, venimmo lanciati sulle rocce. Nessuno di
noi rimase gravemente ferito nella caduta. Non si ebbero che delle
contusioni. Ma ci fu invece molto difficile uscire da quel gruppo di
scogli, in mezzo all'oscurit e alla furia delle onde.
Tuttavia, dopo lunghi sforzi, giungemmo sani e salvi sulla
spiaggia dove le onde non arrivavano, Walston, Brandt, Rock, Book,
Cope ed io. Ne mancavano due, Forbes e Pike. Erano stati portati via
da qualche ondata, oppure si erano salvati nel momento in cui la
lancia aveva urtato contro gli scogli? Non lo sapevamo. Ritenevo poi
che Kate fosse precipitata in mare, e avevo perduto ogni speranza di
rivederla.
E nel dir ci, Evans si abbandonava alle proprie emozioni, e
mostrava ancora la pi viva gioia per avere ritrovato la coraggiosa
donna, sfuggita con lui all'eccidio!
Dopo essersi trovati entrambi alla merc di quei manigoldi, ora si
trovavano liberi, quantunque ancora in pericolo di ricadere quanto
prima nelle loro mani.
Evans riprese:
Giunti sulla spiaggia, ci occorse qualche tempo per cercare la
lancia. Il naufragio era avvenuto alle sette di sera, e solo verso la
mezzanotte vedemmo l'imbarcazione, rovesciata sulla sabbia. Ma
dapprima siamo ridiscesi lungo la costa...
Costa di Severn-shores disse Briant. il nome che le
venne dato da alcuni dei nostri compagni, che videro la lancia ancora
prima che Kate ci raccontasse il suo naufragio...
Ancora prima?... rispose Evans con meraviglia.
S, signor Evans disse Doniphan. Noi giungemmo in
quel luogo la sera stessa del naufragio, mentre i vostri due compagni
erano ancora stesi sulla sabbia!... Ma, venuto il giorno, quando
tornammo in quel posto per assistere i naufraghi o per dar loro
sepoltura, non c'erano pi.
Infatti soggiunse Evans ed ora vedo come tutto questo si
concatena. Forbes e Pike, che credevamo annegati, e fosse piaciuto a
Dio di farne pasto dei pesci, che avremmo al mondo due briganti di
meno, erano stati gettati a poca distanza dalla lancia. L furono
trovati da Walston e dagli altri, che li rianimarono con alcuni sorsi di
gin.
Fortunatamente per essi (ma non per noi) le casse delle provviste
non s'erano rotte durante l'arenamento, e nemmeno erano state
bagnate internamente dall'acqua salata. Le munizioni, le armi, cinque
fucili di bordo, ci che rimaneva delle provviste, precipitosamente
imbarcate durante l'incendio della Severn, tutto fu ritirato dalla
lancia, giacch era a temere che venisse sfasciata dalla prossima
marea. Ci fatto, si abbandon il luogo del naufragio, seguendo la
costa nella direzione verso est.
Ad un certo punto, uno di quei bricconi, Rock, mi pare, fece
osservare che Kate non era stata ritrovata.
Al che Walston rispose: " stata portata via da un'ondata!... Un
imbarazzo di meno!" Ci che mi fa pensare che se la banda si
felicitava di essersi sbarazzata di Kate, ora che non si aveva pi
bisogno di lei, la peggior sorte doveva toccare a mastro Evans,
quando si fosse trovato nello stesso caso. Ma dove vi trovavate,
Kate?
Ero accanto alla lancia, verso il mare rispose Kate nel
luogo dov'ero stata gettata dopo l'arenamento... Non mi si poteva
vedere, ed io intesi ci che si disse a mio riguardo fra Walston e gli
altri... Dopo la loro partenza, mi sono alzata, e per non ricadere nelle
mani di Walston, ho preso la fuga dirigendomi dalla parte opposta.
Trentasei ore dopo, mezzo morta di fame, venni raccolta da questi
bravi ragazzi e condotta a French-den.
French-den?... chiese Evans.
il nome che porta la nostra dimora rispose Gordon in
memoria di un naufrago francese, che visse qui molti anni fa!
French-den?... Severn-shores?... disse Evans. Vedo,
ragazzi, che avete assegnato dei nomi alle diverse parti dell'isola.
stato un pensiero felice.
Sicuro, signor Evans, e ne volete sapere altri di questi nomi?
Family-lake, Downs-lands, South-moors, fiume Zealand, Traps-
woods.
Bene!... bene!... Mi direte tutto ci pi tardi... domani!...
Intanto, continuo la mia storia. Non si ode rumore al di fuori?...
Nulla rispose Moko, che stava di guardia alla porta del
refettorio.
Alla buon'ora! disse Evans. Allora riprendo il mio
racconto. Un'ora dopo abbandonata la lancia, raggiungemmo un
folto bosco, dove si stabil il nostro accampamento. L'indomani e per
alcuni giorni, si ritorn al posto dov'era arenata l'imbarcazione, e si
cerc di raddobbarla; ma non avendo per utensili che una semplice
scure, fu impossibile aggiustare il fasciame, e rimetterla in condizioni
di tenere il mare, anche solo per una breve traversata. D'altra parte, il
luogo era molto scomodo per un lavoro di quel genere.
Ci rimettemmo in cammino, per cercare un altro accampamento
in una regione meno arida, dove la caccia potesse provvedere al
nutrimento quotidiano, e, nello stesso tempo, accanto ad un fiume per
dissetarci, dato che mancavamo completamente di acqua potabile.
Si segu la costa per una dozzina di miglia, e si raggiunse un
fiumicello...
L'East-river! disse Service.
Vada per l'East-river! rispose Evans. L, in fondo ad una
vasta baia...
Deception-bay! soggiunse J enkins.
Vada per Deception-bay disse Evans sorridendo. C'era in
mezzo alle rocce un porto...
Bear-rock! esclam Costar alla sua volta.
Vada per Bear-rock, piccino mio! rispose Evans, che
approv con un moto del capo. Era assai facile insediarsi in quel
luogo, e, se potevamo condurvi la lancia, che altrimenti la prima
burrasca avrebbe probabilmente sfasciato, si riusciva forse a
raddobbarla.
Si torn, dunque, al posto ove si trovava, e, dopo averla
alleggerita, venne rimessa in mare. Quantunque piena d'acqua si
riusc a trascinarla lungo la riva e a condurla nel porto, ove si trova.
La lancia a Bear-rock?... disse Briant.
S, ragazzo mio, e credo che non sarebbe impossibile
raddobbarla se si avessero gli utensili necessari.
Ma questi utensili noi li possediamo, signor Evans! rispose
Doniphan.
Ed appunto ci che Walston ha supposto, quando il caso gli
apprese che l'isola era abitata e quando seppe anche da chi era
abitata.
Come ha potuto saperlo?... chiese Gordon.
Ecco come rispose Evans. Otto giorni fa, Walston, i suoi
compagni ed io, giacch non mi lasciavano mai solo, eravamo andati
in ricognizione attraverso la foresta. Dopo tre o quattro ore di
cammino, risalendo il corso dell'East-river, si giunse sulle rive d'un
vasto lago, da cui esce il fiume. E l, pensate la nostra sorpresa, si
vide un curioso apparecchio, incagliato sulla riva... Era una specie di
telaio di canne, coperto di tela...
Il nostro aquilone! esclam Doniphan.
Il nostro aquilone, che era caduto nel lago aggiunse Briant
e che il vento aveva spinto fin l.
Ah! era un aquilone? rispose Evans. In fede mia, noi non
lo sapevamo che congegno fosse, e si fecero molte inutili
supposizioni! In ogni caso, non si era fabbricato da s... Era stato
fabbricato nell'isola!... Su questo punto non c'era dubbio!... L'isola
era dunque abitata!... Da chi?... Ecco ci che Walston voleva sapere
ad ogni costo... Io poi, da quel momento, presi la determinazione di
fuggire; quali fossero gli abitanti dell'isola, ammesso anche fossero
selvaggi, non potevano esser peggiori degli assassini della Severn!
Per, da quell'istante, fui tenuto d'occhio anche pi di prima. Forse
avevano indovinato il mio pensiero.
E come venne scoperto il nostro ricovero? chiese Baxter.
Sto per dirvelo rispose Evans. Ma, prima di proseguire il
mio racconto, ditemi, figliuoli, a che vi servito quell'enorme
aquilone? Era un segnale?
Gordon disse a Evans ci che si era fatto, lo scopo che si voleva
raggiungere, come Briant aveva arrischiato la vita per la salvezza di
tutti, e come aveva potuto accertarsi che Walston si trovava ancora
nell'isola.
Voi siete un ardito ragazzo! rispose Evans, afferrando la
mano di Briant e scuotendola molto cordialmente.
Quindi riprese:
Capirete che Walston, dopo questa scoperta, non ebbe che una
preoccupazione: conoscere quali fossero gli abitanti dell'isola e la
loro dimora. Se erano indigeni, forse si poteva intendersi con essi. Se
erano naufraghi, forse possedevano utensili che a noi mancavano. In
questo caso, non rifiuterebbero il proprio concorso per mettere la
scialuppa in condizioni di riprendere il mare.
Le ricerche cominciarono subito, ma con molta prudenza, per
dire il vero.
Ci si avanz a poco a poco esplorando le foreste della riva destra
del lago, per avvicinarsi alla sua punta meridionale. Non si vide
nessuno; non si ud nessuna detonazione.
Ci dipeso dal motivo osserv Briant che pi nessuno
di noi si scostava da French-den, e c'era divieto di tirare un solo
colpo di fucile!
Eppure siete stati scoperti! riprese Evans. E non poteva
essere altrimenti. Nella notte dal 23 al 24 novembre, uno dei
compagni di Walston giunse a French-den movendo dalla riva
meridionale del lago. Per disgrazia vostra, ad un certo momento,
intravide un lume che filtrava attraverso le pareti della scogliera,
senza dubbio la luce della vostra lampada, che la porta, un momento
socchiusa, lasci passare. Il giorno dopo, lo stesso Walston si diresse
da quella parte, e per tutta la serata, rimase nascosto fra le alte erbe, a
pochi passi dal fiume...
Lo sapevamo disse Briant.
Lo sapevate?
S, perch in quel luogo, Gordon ed io abbiamo trovato i
frammenti di una pipa che Kate ha riconosciuto per quella di
Walston.
Appunto! riprese Evans. Walston l'ha perduta durante la
sua escursione e ne fu molto indispettito. Per in quella serata venne
a sapere dell'esistenza di una colonia. Mentre egli stava celato fra
l'erba, aveva visto molti di voi andare e venire sulla riva destra del
fiume... Scoperta assai piacevole per lui, giacch vide una banda di
ragazzi e di fanciulli, incapaci di resistere a sette uomini. Walston,
appena di ritorno, rifer quello che aveva veduto. Una conversazione
che sorpresi tra Brandt e lui, mi fece conoscere ci che si preparava
contro French-den...
Scellerati! esclam Kate. Non ebbero nemmeno piet di
questi fanciulli...
No, Kate rispose Evans come non ebbero piet del
capitano e dei passeggeri della Severn! Scellerati!... Meritano di
essere chiamati cos, e il loro capo Walston il peggior malfattore
che si possa immaginare! ma spero non sfuggir al castigo!
Per voi, Evans, siete riuscito a fuggire, grazie a Dio! disse
Kate.
Ve ne dir il modo. Dodici ore fa ho potuto profittare di
un'assenza di Walston e degli altri, che m'avevano lasciato sotto la
sorveglianza di Forbes e di Rock. Il momento mi parve buono per
tentare la fuga... Facevo conto di sottrarmi alla vigilanza di quei due
scellerati, o almeno di correre cos velocemente da lasciarmeli dietro
un bel tratto; e ci mi bastava.
Erano circa le dieci del mattino, quando attraversai la foresta...
Subito Forbes e Rock se ne accorsero e si misero ad inseguirmi.
Erano armati di fucili. Io non avevo che il coltello da marinaio per
difesa, e le gambe per filare come un porco marino.
L'inseguimento dur tutta la giornata. Tagliando diagonalmente
il bosco giunsi alla riva del lago. Bisognava ancora girarne la punta,
giacch, giusta la conversazione che avevo udita, sapevo che voi
eravate stabiliti sulle rive di un fiume, che scorreva verso ovest.
Davvero, in vita mia non ho mai corso tanto! Quasi quindici
miglia in una giornata! Mille diavoli! Quegli straccioni correvano
quasi come me, e le palle volavano anche di pi. Pi volte
fischiarono alle mie orecchie. Figuratevi! Conosco i loro segreti. Se
mi riusciva di fuggire, potevo, un giorno o l'altro, denunciarli!
Bisognava riprendermi ad ogni costo! Vi assicuro per, che se non
avessero avuto armi da fuoco, li avrei attesi a pi fermo, col
coltellaccio in mano! Li avrei uccisi o m'avrebbero ucciso!
S, Kate. Preferivo morire piuttosto che ritornare
nell'accampamento di quei banditi.
Intanto speravo che quel maledetto inseguimento sarebbe cessato
con la notte!... Non fu cos. Avevo oltrepassato la punta del lago, e
risalivo dall'altra parte, ma sentivo sempre Forbes e Rock ai miei
calcagni. La bufera, che s'annunziava da alcune ore, scoppi
finalmente. Rese la mia fuga pi difficile, giacch al lume dei lampi,
quei bricconi mi potevano vedere fra i canneti della riva. Finalmente,
ero giunto a un centinaio di passi dal fiume... Se riuscivo a metterlo
fra me e quei briganti, mi consideravo come salvo! Non si sarebbero
arrischiati a passarlo, sapendo che si trovavano nelle vicinanze di
French-den.
Affrettai la corsa, e raggiunsi la riva del fiume, mentre un ultimo
lampo rischiar lo spazio.
Udii una detonazione...
L'abbiamo udita anche noi osserv Doniphan.
Una palla riprese Evans mi sfior la spalla... Feci un
salto e mi gettai nel fiume... Con pochi movimenti, raggiunsi la riva
opposta, e mi nascosi nell'erba, mentre Rock e Forbes, giunti
anch'essi al fiume, dicevano:
"Credi di averlo colpito?"
"Ne sono sicuro."
"Allora affare finito."
"Pi che finito... Un imbarazzo di meno."
E s'allontanarono.
Dissero cos: un imbarazzo di meno... proprio quello che
avevano detto per Kate. Ah! straccioni! Vedrete se sono morto!...
Pochi istanti dopo uscii dalle erbe, e mi diressi verso l'angolo della
scogliera... Intesi degli abbaiamenti... Feci udire la mia voce... La
porta di French-den si aperse... ed ora aggiunse Evans stendendo la
mano nella direzione del lago a noi, ragazzi, penseremo a castigare
questi scellerati come ben si meritano!
E pronunci queste parole con tale energia, che tutti si alzarono,
pronti a seguirlo.
Allora si dovette fare ad Evans il racconto di ci che era accaduto
negli ultimi venti mesi; si dovette dirgli in quali condizioni la
Sloughi aveva lasciato la Nuova Zelanda, la sua lunga traversata dal
Pacifico all'isola, la scoperta dei resti del naufrago francese,
l'insediamento della piccola colonia in French-den, le escursioni
durante la stagione calda, i lavori durante l'inverno. Per ultimo, come
la vita fosse relativamente assicurata ed esente da pericoli, prima
dell'arrivo di Walston e dei suoi complici.
E in questo tratto di tempo neppure un bastimento s' mostrato
nei paraggi dell'isola? chiese Evans.
Non ne abbiamo veduto uno solo in alto mare rispose
Briant.
Avete stabilito dei segnali?...
S! abbiamo piantato un albero per segnalazioni sulla cima pi
alta della scogliera.
Non fu riconosciuto?
No, signor Evans rispose Doniphan. Ma bisogna notare
che sei settimane fa l'abbiamo abbattuto, per non attirare l'attenzione
di Walston.
Avete fatto bene, figlioli! Ma nemmeno questo ha giovato.
Quel briccone ha scoperto in altro modo il vostro asilo. Per noi
staremo in guardia giorno e notte.
Che peccato che questi marinai della Severn siano i peggiori
bricconi della terra. Se fossero stati onesti, li avremmo accolti e
assistiti a braccia aperte, e che vantaggio sarebbe stato per noi. La
nostra colonia sarebbe diventata pi forte! Ora invece dobbiamo
prepararci alla lotta; e quale sar l'esito di questo combattimento?
Dio che vi ha protetto sin qui, figlioli rispose Kate Dio
non vi abbandoner. Intanto vi ha mandato questo bravo Evans e con
lui...
Evans!... Viva Evans!... gridarono in coro i giovani coloni.
Contate su di me, ragazzi rispose il nostromo come io
faccio assegnamento su voi tutti, e vedrete che ci difenderemo bene!
Per riprese Gordon se fosse possibile d'evitare questa
lottasse Walston consentisse a lasciare l'isola?...
Che vuoi dire, Gordon? chiese Briant.
Voglio dire che i suoi compagni e lui sarebbero gi partiti se
avessero potuto servirsi della lancia! Non vero, mastro Evans?
Certamente.
Ebbene! Se si entrasse in trattative con loro, se si offrissero gli
utensili di cui hanno bisogno, accetterebbero?... Capisco che stabilire
delle relazioni con gli assassini della Severn, cosa che sul principio
ripugna! Ma per sbarazzarci di loro, per impedire un attacco, che
forse coster molto sangue... Infine che ne pensa il signor Evans?
Evans aveva ascoltato Gordon attentamente.
La sua proposta denotava uno spirito pratico, che non si
abbandonava ad impulsi sconsiderati, e un carattere che lo conduceva
a considerare qualsiasi situazione con calma. Egli pens, e certo non
s'ingannava, che quel ragazzo era pi serio di tutti, e la sua
osservazione gli parve meritevole di venire discussa.
Infatti rispose rivolgendosi a Gordon qualsiasi mezzo
sarebbe buono per liberarsi dalla presenza di questi malfattori. Pare
anche a me che se essi consentissero di partire, dopo avere
raddobbata la lancia con gli utensili da voi forniti, sarebbe la cosa
migliore, e certo da preferire ad una lotta di dubbioso risultato. Ma
possibile fidarsi di Walston? Quando sarete in relazione con lui, non
cercher di profittarne per sorprendere French-den, e per
impadronirsi di ci che vi appartiene? Forse si figura che abbiate
anche salvato del denaro dal naufragio! Credete a me, questi bricconi
non cercheranno che di farvi del male in compenso dei vostri servigi!
In quelle anime, non c' posto per la riconoscenza! Non iniziamo
trattative con questi malvagi! Non potrebbero dare alcun bene!
vero, vero! esclamarono Baxter e Doniphan, ai quali si
unirono tutti gli altri con un accordo che fece molto piacere al
nostromo!
Fra noi e Walston, non ci pu essere nulla di comune!
E poi riprese Evans non hanno solo bisogno di utensili,
hanno anche bisogno di munizioni! Ne hanno ancora, purtroppo, per
eseguire un attacco contro di noi. Ma vorranno provvedersi di nuove
munizioni per correre altri paraggi a mano armata. certo che
pretenderebbero tutte le vostre munizioni! Siete disposti a
privarvene?
No, di certo! rispose Gordon.
Ebbene, ricorreranno alla violenza! Voi non avrete ottenuto
che di ritardare una lotta, che si far per certo in condizioni per voi
meno favorevoli!
Avete ragione, signor Evans! rispose Gordon. Teniamoci
sulla difensiva ed aspettiamo.
S, il miglior partito! ripet il nostromo. Aspettiamo.
Del resto, per aspettare c' anche un motivo che mi preme pi d'ogni
altro.
Volete dircelo? chiese Briant.
Ascoltatemi bene! Walston, lo sapete, non pu lasciare l'isola
che con la lancia della Severn.
evidente! disse Briant.
Ora questa lancia si pu benissimo raddobbare, lo affermo, e
Walston ha dovuto rinunciare a metterla in stato di navigare solo per
mancanza dei necessari utensili.
Senza di che osserv Briant egli sarebbe molto lontano
di qui!
Certamente, figliolo. Dunque se voi fornite a Walston i mezzi
per raddobbare l'imbarcazione (ammesso anche che abbandonasse
l'idea di saccheggiare French-den) potete essere sicuri che partir
subito senza darsi alcun pensiero di voi altri che rimanete.
Ah! perch non gi partito! esclam Service.
Mille diavoli! Se egli fosse gi partito, come potremmo partir
noi, dal momento che la lancia non si troverebbe pi nelle nostre
acque?
Che, signor Evans, contate su quella barca per lasciare
l'isola?...
Vi conto, di certo!
Per attraversare il Pacifico, per ritornare nella Nuova Zelanda?
aggiunse Doniphan.
Il Pacifico?... No, ragazzi miei rispose Evans ma per
raggiungere una stazione poco lontana, ove si attenderebbe
l'occasione per ritornare ad Auckland.
Dite il vero, signor Evans? esclam Briant.
E nello stesso tempo, due o tre dei suoi compagni assalirono con
domande il nostromo.
Ma come mai questa lancia potrebbe servire per una traversata
di parecchie centinaia di miglia? osserv Baxter.
Parecchie centinaia di miglia? rispose Evans. Che dite
mai? Appena una trentina.
Il vasto mare non si estende intorno all'isola da ogni parte?
chiese Doniphan.
All'ovest, certamente! rispose Evans. Ma al sud, al nord
e all'est si estendono piuttosto dei canali che possono essere
attraversati facilmente in sessanta ore!
Non ci ingannavamo quindi pensando che esistono delle terre
nelle vicinanze? disse Gordon.
La vostra supposizione era giusta rispose Evans ed anzi
all'est si trovano delle vaste terre.
All'est? esclam Briant. Ma allora, non mi sono
ingannato. Quella macchia biancastra, poi quella luce che ho visto in
quella direzione...
La macchia biancastra, che avete veduto, non pu essere che
qualche ghiacciaio, e quella luce la fiamma di un vulcano, che sar
certamente segnato sulla carta! Ma vediamo un po', ragazzi, dove
credete di trovarvi?
In un'isola solitaria dell'Oceano Pacifico! rispose Gordon.
un'isola, vero, ma non solitaria nell'Oceano. Invece fa parte
di uno degli arcipelaghi che completano la costa dell'America del
Sud! M'avete detto alcuni nomi da voi assegnati ad alcuni punti
dell'isola, ma ancora non so il nome che avete imposto all'isola nel
suo complesso.
Isola Chairman, dal nome del nostro collegio rispose
Doniphan.
Ebbene, invece di un nome ne avr due, giacch si chiama di
gi isola Hannover.
Dopo questi interessanti discorsi, si presero le consuete
precauzioni notturne, quindi tutti andarono al riposo.
I giovani coloni si trovavano sotto una doppia impressione, molto
atta a turbare i loro sonni; da un lato, la prospettiva di una lotta
sanguinosa e dall'altro la possibilit di rimpatriare...
Il signor Evans rimise al domani di completare le sue
informazioni, mostrando sull'atlante la posizione esatta dell'isola
Hannover.
La notte trascorse tranquillamente, e Gordon e Moko, che
vegliarono per tutti, non udirono alcun rumore atto a impensierirli.

CAPITOLO XXVII
LO STRETTO DI MAGELLANO LE TERRE E LE ISOLE
CHE LO FIANCHEGGIANO PROGETTI PER
L'AVVENIRE FORZA O ASTUZIA? ROCK E
FORBES I FALSI NAUFRAGHI ACCOGLIENZA
OSPITALE TRA LE UNDICI E LA MEZZANOTTE
EVANS TIRA UNA FUCILATA INTERVENTO DI KATE
UN CANALE lungo trecentottanta miglia, la cui curva si prolunga
da ovest ad est, dal Capo delle Vergini sull'Atlantico sino al Capo
Los Pilares sul Pacifico, inquadrato da coste assai frastagliate;
sormontato da montagne di tremila piedi sopra il livello del mare;
inciso da baie in fondo alle quali si aprono porti di rifugio; ricco di
serbatoi ove le navi possono rinnovare la provvista dell'acqua;
fiancheggiato da folte foreste ove abbonda la selvaggina; rumoroso
per le innumerevoli cascate che si precipitano nei suoi golfi, ecco in
complesso gli aspetti che offre lo stretto di Magellano, fra l'Oceano
Atlantico e l'Oceano Pacifico, al sud dell'America.
Quello stretto, venendo dall'est o dall'ovest, pi breve di quello
di Lemaire tra la Terra degli Stati e la Terra del Fuoco, e meno
burrascoso delle acque che bagnano il Capo Horn.
L'illustre navigatore portoghese Magellano scoperse questa via
interoceanica nel 1520.
Gli spagnoli, che per circa mezzo secolo frequentarono da soli le
terre magellaniche, fondarono nella penisola di Brunswick lo
stabilimento detto Porto della Fame. Agli spagnoli successero gli
inglesi con Drake, Cavendish, Chidley, Hawkins; quindi gli olandesi
con Weert, Cord, Noort, Lemaire e Schouten, e i due ultimi
scopersero lo stretto test ricordato. Infine, dal 1696 al 1712, vi
comparvero i francesi Degennes, Beauchesne-Gouin, Frezier: e,
d'allora in poi, quei paraggi si apersero ai navigatori pi celebri,
segnatamente Anson, Cook, Byron, Bougainville, illustri esploratori
delle terre e dei mari sulla fine del secolo scorso.
Lo stretto di Magellano, divenne, naturalmente, una via molto
frequentata per passare da un Oceano all'altro - specialmente dopo
che la navigazione a vapore, che non conosce n venti sfavorevoli, n
correnti contrarie, permise la traversata anche nei tempi pi difficili.
Il domani, 25 novembre, il pilota Evans mostrava appunto questo
stretto sull'atlante dello Stieler a Briant, a Gordon e ai loro compagni.
La Patagonia, estremo lembo dell'America meridionale, la terra
del re Guglielmo e la penisola di Brunswick formano il limite
settentrionale dello stretto, mentre al sud si estende quell'arcipelago
magellanico che comprende delle vaste isole, la Terra del Fuoco, la
Terra della Desolazione, le isole Clarence, Hoste, Gordon, Navarin,
Wollaston, Stewart e parecchie altre meno importanti, sino
all'estremo gruppo degli Eremiti, il cui promontorio meridionale
l'estrema punta della cordigliera americana e si chiama Capo Horn.
All'est, lo stretto di Magellano si allarga formando due rade, tra il
Capo delle Vergini nella Patagonia e il Capo Spirito Santo nella
Terra del Fuoco. Ma non cos all'ovest, come fece osservare Evans.
Da questa parte c' un dedalo confuso di stretti canali, scogli,
isolette e terre di diversa forma. Lo stretto sbocca sul Pacifico
mediante un passo, fra il promontorio Los Pilares e la punta
meridionale della grande isola Regina Adelaide. Pi in l, verso nord,
si svolge una lunga serie di isole, capricciosamente raggruppate,
dallo stretto di lord Nelson sino al gruppo delle Chonos e delle
Chilo, lungo la costa cilena.
Ed ora aggiunse Evans vedete, al di l dello stretto di
Magellano, un'isola separata da canali dall'isola Cambridge al sud e
dalle isole Madre de Dios e Chatam al nord? Ebbene questa terra, sul
cinquantunesimo grado di latitudine, l'isola Hannover, quella a cui
avete dato il nome di isola Chairman, il vostro asilo da venti mesi in
qua.
Briant, Gordon, Doniphan, curvi sull'atlante, osservarono
curiosamente quell'isola, che avevano creduta lontana dalle terre, e
che era invece cos vicina alla costa americana.
Che disse Gordon siamo separati dal Cile appena da un
canale?...
S, ragazzi rispose Evans. Per, tra l'isola Hannover e il
continente americano, vi sono delle isole non meno deserte di questa.
Ma se anche foste riusciti a tragittare in America, quante centinaia di
miglia avreste dovuto percorrere prima di raggiungere qualche
villaggio del Cile o della Repubblica Argentina! Quante fatiche,
senza parlare dei pericoli, giacch gli indiani Puelchi, che vanno
errando nelle pampas, sono poco ospitali. Ritengo dunque che stato
meglio per voi di non avere lasciata l'isola ospitale, giacch il vitto
almeno vi era assicurato, e, d'altra parte, a Dio piacendo, potremo
lasciarla insieme.
I canali che circondano l'isola Hannover, non misurano, in certi
punti, che quindici o venti miglia di larghezza, e Moko, con tempo
calmo, avrebbe potuto attraversarli con la sua iole.
Briant, Gordon, Doniphan, nelle loro escursioni verso nord e
verso est, non avevano potuto vedere queste terre perch sono assai
basse. La macchia biancastra poi era uno dei ghiacciai interni, come
gi era stato previsto, e la montagna in eruzione uno dei vulcani della
regione magellanica.
D'altra parte (Briant, osservando la carta fece anche questa
osservazione) nelle loro escursioni s'erano condotti per caso su quei
punti del litorale, che erano pi discosti dalle terre vicine.
Per dire il vero, quando Doniphan visit la costa dei Severn-
shores, forse avrebbe potuto scorgere la spiaggia dell'isola Chatam,
se in quel giorno i nuvoloni della imminente burrasca non avessero
vietato di vedere da lontano.
Da Deception-bay, che incide profondamente l'isola Hannover,
dalla foce dell'East-river e dalla cresta di Bear-rock, non si pu
vedere l'isoletta, che si trova ad est, e nemmeno l'isola della
Speranza, che si trova ad una maggiore distanza di una ventina di
miglia.
Per scorgere le terre vicine, sarebbe stato necessario condursi sia
al capo nord, che prospetta l'isola Chatam e l'isola Madre de Dios,
dalle quali separato mediante lo stretto della Concezione, sia al
capo sud, dal quale si possono intravedere le punte delle isole Regina
Adelaide o Cambridge, sia finalmente al litorale pi lontano, sterile e
sabbioso, dal quale, con tempo sereno, si pu scorgere l'isola Owen e
i ghiacciai delle terre di sud-est.
Ora i giovani coloni non avevano giammai spinte le loro
esplorazioni fino a quelle spiagge lontane.
Se non che Evans non sapeva spiegarsi perch quelle isole e
quelle terre non fossero indicate nella carta del naufrago Baudoin. Se
il naufrago francese aveva potuto segnare esattamente la
configurazione dell'isola, ci provava abbastanza che egli ne aveva
compiuto il giro. Era quindi il caso di supporre che le nebbie
avessero ristretto il campo visivo a poche miglia, ipotesi, del resto,
molto plausibile.
Nel caso in cui si fosse riusciti ad impadronirsi della lancia e a
raddobbarla, da qual parte Evans intendeva dirigerla?
Ecco la domanda che Gordon rivolse al nostromo.
Figlioli rispose Evans non cercher di risalire n verso
nord n verso sud. Maggior cammino faremo per mare, meglio sar.
Evidentemente, con un tempo stabile, la lancia potrebbe condurvi
verso qualche porto cileno, ove ci si farebbe la migliore accoglienza.
Ma il mare estremamente difficile in questi paraggi, mentre i canali
dell'arcipelago ci offriranno sempre una facile traversata.
Va benissimo rispose Briant. Ma troveremo delle
borgate in quei paraggi, e ci si potranno fornire i mezzi per
rimpatriare?
Non ne dubito minimamente rispose Evans. Ecco!
Osservate la carta. Dopo aver percorso i canali dell'arcipelago Regina
Adelaide, dove ci conduce il canale Smyth? Nello stretto di
Magellano. Ebbene, quasi all'ingresso dello stretto, si trova il porto
Tamar, e l ci troveremo, come si suol dire, sulla strada del ritorno.
E se non incontriamo delle navi chiese Briant dovremo
attendere che ne passi qualcuna?
Non credo che sar necessario attendere il passaggio di
qualche nave riprese il nostromo. Seguitemi un po' pi in l,
lungo lo stretto di Magellano. Vedete la grande penisola di
Brunswick? Appunto l, in fondo alla baia Fortescue, al porto
Galante, i bastimenti vanno spesso ad ancorarsi. Sar necessario
spingerci pi lontano e scapolare il Capo Froward al sud della
penisola. Ecco la baia San Nicola o baia Bougainville, dove fanno
sosta quasi tutte le navi che percorrono lo stretto. Finalmente, pi
lontano ancora, ecco il Porto della Fame, o piuttosto Punta-Arena.
Il nostromo aveva ragione.
Una volta entrata nello stretto, la lancia poteva trovare molti
ancoraggi.
In tali condizioni, il rimpatrio era assicurato, senza parlare
dell'incontro delle navi, che si dirigono verso l'Australia o la Nuova
Zelanda.
Porto Tamar, Porto Galante, Porto Famine offrono, a dir il vero,
poche risorse. Ma Punta-Arena provveduta di quanto necessario
all'esistenza. Questa stazione, eretta dal governo del Cile, un bel
villaggio sulla spiaggia, con una graziosa chiesa, la cui guglia
emerge fra i magnifici alberi della penisola di Brunswick. uno
scalo assai fiorente, mentre la stazione Porto della Fame, che data
dalla fine del secolo scorso, pu dirsi un villaggio in rovina.
Del resto, oggi, esistono, pi al sud, altre colonie, che vengono
visitate dalle spedizioni scientifiche, come la stazione di Liwya,
nell'isola Navarino, e principalmente Ooshooia, nel canale di Beagle,
al nord della Terra del Fuoco. Quest'ultima, merc l'opera dei
missionari inglesi, aiuta molto lo studio di questi paesi, dove i
francesi hanno lasciato numerose tracce del loro passaggio, come
attestato dai nomi di parecchie isole: Dumas, Clou, Pasteur, Chanzy,
Grvy.
La salvezza, dunque, dei giovani coloni era certa se riuscivano a
raggiungere lo stretto.
Ma per far ci era necessario impadronirsi della scialuppa, quindi
raddobbarla - cosa che non si poteva conseguire se non vincendo la
partita impegnata contro Walston e i suoi complici.
Se la barca fosse stata lasciata sul luogo dove Doniphan l'aveva
incontrata, sulla costa dei Severn-shores, forse si poteva tentare di
catturarla. Walston, per il momento insediato a quindici miglia di
distanza da quel luogo, nulla avrebbe saputo di questo tentativo.
Evans, come era riuscito a rimorchiare la lancia sino alla foce
dell'East-river, avrebbe potuto trascinarla alla foce del fiume Zealand
e quindi, rimontando il fiume, sino a French-den.
L le riparazioni potevano essere eseguite con la massima
comodit e sotto la direzione del nostromo.
Quindi, la lancia, perfettamente allestita, carica di viveri, di
munizioni e di alcuni oggetti, di cui era peccato privarsi, si sarebbe
allontanata dall'isola senza che i malfattori se ne fossero accorti, o
fossero in grado di attaccarla.
Disgraziatamente questo progetto non si poteva pi eseguire.
Il quesito della partenza non poteva essere risolto che con la forza,
sia prendendo l'offensiva, sia tenendosi sulla difensiva. Nulla si
poteva fare se prima non si riducevano all'impotenza Walston e i suoi
compagni.
Evans, intanto, ispirava un'assoluta confidenza ai giovani coloni.
Kate aveva loro parlato di lui molte volte e con grande entusiasmo!
Dacch s'era tagliato i capelli e raso la barba, il nostromo aveva una
espressione anche pi di prima simpatica e rassicurante. Era un bel
tipo di marinaio, franco, risoluto, leale. Si potevano attendere da lui
le maggiori prove di bont e i tratti pi nobili di devozione.
Kate aveva mille volte ragione.
Evans era stato inviato dalla Provvidenza, ed era inestimabile il
vantaggio che una persona adulta si trovasse finalmente in mezzo a
quei fanciulli e ragazzi.
Anzitutto, il nostromo volle conoscere i mezzi di cui si poteva
disporre in caso di un attacco.
La hall e Store-room gli parvero in condizioni abbastanza buone
per resistere.
Rispetto alle loro facciate, l'una, come sappiamo, guardava la riva
e il fiume, e l'altra Sport-terrace sino alla riva del lago. Le feritoie
permettevano di tirare in quelle direzioni, pur rimanendo riparati.
Con i fucili gli assaliti avrebbero potuto tenere a conveniente
distanza gli assalitori, e con i cannoncini potevano mitragliarli a
dovere, se si fossero accostati a French-den. Venendo poi ad un
combattimento a corpo a corpo non mancavano rivoltelle, scuri,
coltellacci.
Evans approv Briant di avere ammucchiato nell'interno macigni
e pietre per impedire che le porte venissero sfondate. All'interno i
difensori erano relativamente forti, mentre all'esterno sarebbero stati
deboli.
Ricordiamoci che erano sei ragazzi da tredici a quindici anni
contro sette uomini vigorosi, abituati a maneggiare le armi, e di
un'audacia che non indietreggiava nemmeno dinanzi all'assassinio.
A vostro giudizio sono molto da temere i marinai della Severn,
signor Evans? chiese Gordon.
Sono moltissimo da temere rispose il nostromo.
Tranne uno, che meno tristo degli altri, quel Forbes, che mi
ha salvato la vita.
Forbes? rispose Evans. Per mille diavoli! Sar stato
forse trascinato a mal fare dai perversi consigli dei compagni e dal
timore che essi ispirano, ma intanto ha preso parte all'eccidio della
Severn. E poi quel briccone non mi ha inseguito insieme con Rock?
E non mi ha sparato? Non s', per giunta, felicitato, quando ha
supposto che io fossi annegato nel fiume? Mia buona Kate, temo che
sia uno scellerato come tutti gli altri. Se vi ha risparmiata, segno
che riteneva che avreste potuto servire all'intera masnada, e non
rimarr indietro, vi accerto, quando si tratter di attaccare French-
den.
Intanto trascorsero tranquilli alcuni giorni. Nulla di sospetto
venne segnalato dalle sentinelle che stavano in vedetta sulla cima di
Auckland-hill.
Di questa inazione dei marinai della Severn il nostromo era
veramente sorpreso.
Conoscendo i progetti di Walston e l'interesse che egli aveva ad
affrettarsi, si chiedeva il motivo per cui dal 27 al 30 novembre non si
era fatto alcun tentativo contro French-den.
Allora il nostromo s'immagin che Walston preparasse qualche
trappola per entrare in French-den. Era uomo che sapeva usare sia
l'astuzia sia la forza.
I ragazzi pi grandi e il nostromo si riunivano spesso, durante la
giornata, per discutere sulle eventualit dell'avvenire.
Finch rimarremo chiusi in French-den diceva il nostromo
Walston non sar in grado di sfondare l'una o l'altra porta, se non
c' qualcuno che lo aiuti dall'interno! probabile, quindi, che egli
cerchi di entrare con qualche inganno...
In che modo?... chiese Gordon.
Forse nel modo che sto per dirvi rispose Evans. Come
sapete, figlioli, soltanto Kate ed io eravamo in grado di informarvi
delle perverse intenzioni di Walston e soci contro di voi. Ora
Walston non mette neppure in dubbio che Kate sia annegata. Quanto
a me, si ritiene che il fiume mi abbia inghiottito, dopo le fucilate
regalatemi da Rock e da Forbes e non dimenticate che io li intesi
rallegrarsi per questo felice risultato. Walston dunque ritiene che voi
non sappiate nulla di nulla e siate persino lontani dall'immaginare
che dei marinai naufragati si aggirino nell'isola. Ecco il progetto che
forse ha concepito: mander uno dei pi bricconi a French-den, per
chiedere ospitalit e quei soccorsi che non si rifiutano mai ad un
naufrago. Ritenendo che voi gli facciate buona accoglienza, Walston
confida di introdurre nel vostro seno il pi pericoloso nemico. Che ve
ne pare?
Ebbene rispose Briant se Walston o qualche altro della
banda viene a chiederci ospitalit, lo riceveremo a fucilate.
A meno che non sia meglio riceverlo a scappellate! osserv
Gordon.
L'osservazione di Gordon mi pare assai buona not il
nostromo. Astuzia contro astuzia! Insomma, se questo accadesse
vedremo quello che si potr fare.
Evidentemente, bisognava agire con la massima circospezione.
Infatti, se le cose prendevano una buona piega, se Evans riusciva a
impadronirsi della lancia, l'ora della liberazione poteva dirsi vicina.
Ma quanti pericoli ancora! E non sarebbe mancato qualcuno nella
piccola colonia il giorno in cui si fosse potuto riprendere la via della
Nuova Zelanda?
La mattinata successiva trascorse senza incidenti.
Il pilota, accompagnato da Doniphan e da Baxter, si inoltr per
mezzo miglio in Traps-woods, celandosi dietro gli alberi che si
addensavano alla base di Auckland-hill.
Non si vide nulla di anormale, e Phann, che era naturalmente della
partita, non manifest alcun segno di agitazione.
Per, nella serata, un po' prima del tramonto del sole, ci fu un
allarme.
Webb e Cross, di sentinella sulla collina, ne scesero a precipizio
segnalando l'avvicinarsi di due uomini, lungo la riva meridionale del
lago.
Kate ed Evans, ai quali premeva di non essere riconosciuti,
rientrarono subito in Store-room. Poi, guardando attraverso una
feritoia osservarono gli uomini che erano stati annunciati.
Erano due dei compagni di Walston, i gi nominati Rock e
Forbes.
Evidentemente vogliono adoperare l'astuzia, e vedrete che si
presenteranno qui come marinai sfuggiti al naufragio!
Che fare?... chiese Doniphan.
Accoglierli bene rispose Evans.
Fare buona accoglienza a quei delinquenti! esclam Briant.
una cosa che ripugna...
Me ne incarico io rispose Gordon.
Va bene ripet il nostromo. E specialmente che non
dubitino in alcun modo della nostra presenza. Io e Kate ci
mostreremo quando sar tempo!
Evans e la governante andarono a celarsi in uno dei magazzini del
corridoio di cui la porta venne diligentemente chiusa.
Pochi minuti dopo, Gordon, Briant, Doniphan e Baxter accorsero
sulle rive del fiume Zealand. Nel vederli, i due marinai della Severn
finsero una grande sorpresa, e Gordon, dal canto suo, si mostr
sommamente meravigliato.
Rock e Forbes fingevano di essere sfiniti dalla fatica, e, appena
arrivarono al fiume, ecco le parole che furono scambiate da una riva
all'altra.
Chi siete?
Dei naufraghi, che sopra una lancia hanno potuto approdare
sulla spiaggia meridionale di quest'isola, mentre il loro tre alberi
Severn col a fondo.
Siete inglesi?...
No, americani.
E i vostri compagni?
Sono morti! Noi due soltanto abbiamo potuto sfuggire al
naufragio, ma ci troviamo allo stremo delle forze!... E chi siete voi,
se vi piace dircelo?
Abitiamo quest'isola...
Abbiate piet di noi e concedeteci ricovero, dato che
manchiamo di tutto...
Dei naufraghi hanno sempre diritto all'assistenza dei propri
simili!... rispose Gordon. Sarete i benvenuti.
Ad un cenno di Gordon, Moko sal sulla iole, che era legata
accanto alla piccola diga, e con pochi colpi di remo trasport i due
marinai sulla riva destra del fiume Zealand.
Evidentemente Walston non aveva avuto molto campo di scelta,
ma la figura di Rock non era certo la pi atta ad ispirare confidenza,
sia pure a ragazzi, per quanto poco abituati a decifrare la fisionomia
umana.
Quantunque facesse di tutto per atteggiarsi a galantuomo, quel
Rock era proprio un tipo da brigante, fronte stretta, nuca
protuberante, mandibola inferiore assai pronunciata, sguardo sinistro!
Forbes - nel quale, al dire di Kate, non era spento ogni senso di
umanit - si presentava sotto un migliore aspetto. E forse per questo
motivo Walston aveva voluto che accompagnasse Rock.
Continuarono entrambi a sostenere la parte di falsi naufraghi.
Per, nel timore di eccitare dei sospetti, procurarono di parlare il
meno possibile, si dissero affranti dalla fatica, e chiesero che si
concedesse loro un po' di riposo e anche di passare la notte a French-
den.
Vennero, infatti, introdotti nella grotta. Nell'entrarvi - circostanza
che non sfugg a Gordon - volsero in giro occhiate indagatrici e non
seppero dissimulare la propria sorpresa nel vedere il materiale
difensivo che possedeva la piccola colonia, specialmente i
cannoncini.
I due briganti mostrarono un gran bisogno di coricarsi,
dichiarando che il giorno dopo avrebbero fatto il racconto delle
proprie avventure: e i giovani coloni, ai quali gi pesava la finzione
che sostenevano, furono contenti di sapere che presto sarebbero
usciti da questo imbarazzo.
Un fascio d'erba ci baster disse Rock. Ma siccome non
vogliamo scomodarvi, non potreste metterci in un altro locale?...
S rispose Gordon quello che ci serve di cucina e di
refettorio, e vi potrete rimanere tranquilli fino a domani.
Rock e il suo compagno passarono nella cucina, che esaminarono
con una rapida occhiata, non meno indagatrice della precedente.
Davvero non si poteva essere pi cortesi verso quei poveri
naufraghi.
I due bricconi dovevano dire a se stessi che per abbindolare quegli
ingenui giovanetti non occorreva molta immaginativa.
Rock e Forbes si stesero quindi in un angolo di Store-room. Non
dovevano, per, rimanere soli, giacch accanto a loro dormiva Moko,
ma essi non si davano alcun pensiero di quel ragazzo, ben decisi di
spacciarlo per l'altro mondo, se appena si fossero accorti che dormiva
cogli occhi aperti.
All'ora convenuta, Rock e Forbes dovevano aprire la porta del
refettorio; e Walston, che s'aggirava nei dintorni con quattro suoi
compagni, con un colpo di mano faceva conto di impadronirsi di
French-den.
Verso le nove, mentre Rock e Forbes fingevano di dormire, Moko
rientr, si gett sul suo lettino pronto a dare l'allarme.
Briant e gli altri erano rimasti nella hall. Chiusa la porta del
corridoio, furono raggiunti da Evans e da Kate.
Le cose erano procedute come aveva predetto il nostromo, il quale
non dubitava punto che Walston s'aggirasse nelle vicinanze di
French-den in attesa di penetrarvi.
Stiamo in guardia! disse.
Intanto due ore erano trascorse, e Moko si chiedeva se Rock e
Forbes non avevano rimandata ad altra notte l'esecuzione del loro
progetto, quando in Store-room s'intese un leggero rumore.
Alla luce della lampada, sospesa alla volta, vide Rock e Forbes
lasciare l'angolo dove si erano coricati, e trascinarsi carponi verso la
porta.
Questa porta era rinforzata con un mucchio di grosse pietre, vera
barricata che sarebbe stato difficile, per non dire impossibile,
rovesciare.
I due marinai cominciarono col levare ad una ad una queste pietre
che deposero accanto alla parete di destra: in pochi minuti la porta fu
completamente libera. Non rimaneva che ritirare la sbarra che
chiudeva la porta internamente...
Ma nel momento in cui Rock, dopo aver ritirato la sbarra, stava
per aprire la porta, una mano gli batt sulla spalla. Si volse e
riconobbe il nostromo, il cui volto era pienamente illuminato dalla
lampada.
Evans! egli esclam.
A noi, ragazzi! grid il nostromo.
Briant e i suoi compagni si precipitarono dentro Store-room.
Forbes, afferrato dai quattro pi vigorosi, Baxter, Wilcox, Doniphan
e Briant, non pot pi muoversi.
Rock, invece, con un moto rapido, respinse Evans, e gli misur
una coltellata, che per fortuna gli sfior appena il braccio destro.
Poi, aperta la porta, si slanci fuori!
Aveva appena fatto dieci passi che si ud una detonazione.
Il nostromo aveva tirato su Rock.
Secondo ogni apparenza il fuggitivo non era stato colpito giacch
non si era inteso alcun grido.
Mille diavoli!... Non l'ho colpito! esclam Evans. Ma
almeno quest'altro!... Sar sempre uno di meno.
E alz la mano, armata di coltello, sopra Forbes.
Grazia!... Grazia!... disse il miserabile, che i ragazzi
tenevano ancora nell'impossibilit di muoversi.
S! perdonategli, Evans! ripet Kate, che si slanci tra il
nostromo e Forbes. Perdonategli, poich mi ha salvato la vita.
Sia! rispose Evans. Vi consento, Kate! almeno per il
momento. E Forbes, saldamente legato, fu cacciato in uno dei
magazzini del corridoio.
Quindi la porta di Store-room venne di nuovo chiusa e barricata; e
tutti rimasero in guardia fino a giorno.

CAPITOLO XXVIII
INTERROGATORIO DI FORBES LA SITUAZIONE
UNA RICOGNIZIONE PROGETTATA COMPUTO
DELLE FORZE TRACCE DELL'ACCAMPAMENTO
BRIANT SCOMPARSO DONIPHAN VA IN SUO
SOCCORSO GRAVE FERITA GRIDO DALLA
PARTE DI FRENCH-DEN APPARIZIONE DI FORBES
UNA CANNONATA DI MORO
IL GIORNO SEGUENTE, per quanto fosse stata faticosa quella notte
senza sonno, a nessuno pass per la mente di prendersi un istante di
riposo.
Certo Walston avrebbe impiegato la forza, dal momento che
l'astuzia non era riuscita.
Rock, sfuggito alla fucilata del nostromo, lo aveva pi che
probabilmente raggiunto, annunciandogli lo stato delle cose, e come,
i suoi progetti essendo scoperti, non gli rimaneva che attaccare
French-den per sfondare le porte.
All'alba, Evans, Briant, Doniphan e Gordon uscirono dalla hall
tenendosi in guardia. Il sorgere del sole dissip la nebbia, lasciando
completamente visibile il lago che era increspato da una leggera
brezza.
Tutto era tranquillo nelle vicinanze di French-den, cos dalla parte
del fiume Zealand come dalla parte di Traps-woods.
Phann, che correva per Sport-terrace, non pareva inquieto.
Anzitutto Evans desiderava sapere se il suolo vicino presentava
delle orme. Infatti, se ne videro moltissime, specie vicino a French-
den. Si incrociavano in sensi diversi, e indicavano che, durante la
notte, Walston e i suoi compagni s'erano avanzati fino al fiume in
attesa che la porta della grotta venisse aperta.
Non si vide alcuna traccia di sangue, prova che Rock non era stato
nemmeno ferito dal nostromo con la sua fucilata.
Per si presentava una domanda: Walston era venuto, come i falsi
naufraghi, dal sud di Family-lake, o si era accostato a French-den
scendendo dal nord?
In quest'ultimo caso, Rock, per raggiungerlo, aveva dovuto
prendere la via di Traps-woods.
Ora, siccome premeva di chiarire questa circostanza, si decise di
interrogare Forbes per sapere la via presa da Walston.
Forbes avrebbe acconsentito a parlare, e parlando si poteva
ritenere che dicesse la verit? Per riconoscenza verso Kate, che gli
aveva salvato la vita, si poteva sperare che qualche buon sentimento
si risvegliasse in lui?
Evans rientr nella hall, poich desiderava interrogare egli stesso
il marinaio. Il quale fu tolto dal magazzino, che gli serviva di
prigione, e fu condotto davanti al nostromo.
Forbes prese a dire Evans l'astuzia che tu e Rock
meditavate non riuscita. Ora mi preme di sapere quali erano i
progetti di Walston, che tu per certo devi conoscere.
Il marinaio teneva basso il capo, e non osando levare gli occhi
verso Evans, verso Kate, verso i giovani coloni, conservava il
silenzio.
Kate intervenne.
Forbes disse una prima volta avete mostrato un po' di
piet verso di me, coll'impedire ai vostri compagni di uccidermi.
Ebbene, non vorrete fare qualche cosa per salvare questi fanciulli e
questi ragazzi dalle insidie e dalla crudelt di Walston?
Il marinaio non rispose.
Forbes riprese Kate vi hanno lasciato la vita, mentre
meritavate la morte! Non deve essere spento in voi ogni senso di
umanit. Dopo aver fatto tanto male, potete ritornare al bene! Pensate
a quale orribile delitto prestavate mano!
Un sospiro, mezzo soffocato, usc dal petto di Forbes.
E che cosa posso fare?... egli rispose con voce sorda.
Puoi dirci quello che si aveva l'intenzione di fare questa notte e
quello che si far forse in seguito. Attendevate Walston e gli altri che
dovevano introdursi qui appena una delle porte fosse stata aperta?
S! rispose Forbes.
E questi ragazzi, che ti avevano fatta buona accoglienza,
dovevano essere uccisi?...
Il marinaio abbass il capo anche pi di prima, e questa volta non
ebbe la forza di rispondere.
Ed ora, dimmi, da quale parte Walston e gli altri sono venuti
fin qui? chiese il nostromo.
Dal nord del lago rispose Forbes.
Mentre Rock e tu venivate dal sud?...
S.
Hanno visitata la parte dell'isola all'ovest?
Non ancora.
Dove devono trovarsi in questo momento?
Non so...
Non potresti fornirci delle notizie, Forbes?
Non posso dirvi nulla.
E ritieni che Walston ritorner?...
Non c' dubbio.
Evidentemente, Walston e i suoi, sbigottiti dalla fucilata, e avendo
capito che l'insidia era stata scoperta, giudicarono prudente di tenersi
in disparte, in attesa di qualche occasione pi favorevole.
Evans, persuaso che non avrebbe potuto sapere nulla di pi da
Forbes, lo fece ricondurre nel magazzino, la cui porta fu chiusa di
nuovo debitamente.
La situazione era quindi molto grave. Dove si trovava Walston?
Era accampato in Traps-woods? Forbes non aveva potuto o non
aveva voluto dirlo. E tuttavia era cosa di primaria importanza avere
notizie in proposito.
Quindi al nostromo venne il pensiero di effettuare una
ricognizione da quella parte, bench non scevra di pericoli.
Verso mezzogiorno, Moko port il cibo al prigioniero. Forbes,
profondamente avvilito, non volle nemmeno assaggiarlo. Che
avveniva nell'animo di quel disgraziato? La sua coscienza s'era
aperta ai rimorsi?
Dopo la colazione, Evans fece conoscere ai giovani coloni il suo
progetto di spingersi sino al limitare di Traps-woods, tanto gli
premeva di sapere se i malfattori si trovavano ancora nelle vicinanze
di French-den.
Questa proposta venne, naturalmente, accettata senza discussione;
e si presero tutte le misure per riparare qualsiasi spiacevole
eventualit.
La banda Walston si componeva, ora, di sole sei persone, giacch
Forbes era prigioniero, mentre la piccola colonia si componeva di
quindici ragazzi, senza contare Kate e Evans, in tutto diciassette. Ma
da questo numero bisognava eliminare i piccini, che non potevano
prendere parte diretta alla lotta.
Venne deciso che, mentre il nostromo effettuava quella
ricognizione, Iverson, J enkins, Dole e Costar sarebbero rimasti nella
hall con Kate, Moko e J acques, sotto la custodia di Baxter.
I grandi, Briant, Gordon, Doniphan, Cross, Service, Webb,
Wilcox e Garnett dovevano accompagnare il nostromo.
Otto ragazzi contro sei uomini nella pienezza dell'et e delle
forze: certo la partita era disuguale!
vero, per, che ciascuno dei ragazzi doveva essere armato di un
fucile e di una rivoltella, mentre Walston non possedeva che cinque
fucili.
In tali condizioni, un combattimento a distanza offriva delle
probabilit abbastanza favorevoli, giacch Doniphan, Wilcox, Cross
erano buoni tiratori, e, in questo, assai superiori ai marinai americani.
Inoltre, le munizioni non mancavano ai coloni, mentre Walston,
come aveva detto il nostromo, doveva essere ridotto a poche
cartucce.
Alle due pomeridiane la piccola banda si riun intorno al
nostromo.
Baxter, J acques, Moko, Kate e i piccini rientrarono
immediatamente in French-den, le cui porte furono chiuse, ma non
barricate, affinch, in ogni caso, il nostromo potesse mettersi subito
al sicuro.
Del resto, non c'era nulla da temere dalla parte del sud, e
nemmeno dall'ovest, giacch, per seguire quella direzione, sarebbe
stato necessario che Walston si recasse a Sloughi-bay, per risalire la
vallata del fiume Zealand, il che avrebbe richiesto troppo tempo.
D'altra parte, stando alle informazioni date da Forbes, egli aveva
dovuto allontanarsi lungo la riva occidentale del lago.
Evans quindi non aveva da temere di essere assalito alle spalle;
l'attacco non poteva venire che dal nord.
I ragazzi e il nostromo si inoltrarono prudentemente, seguendo le
falde di Auckland-hill.
I macchioni e i gruppi d'alberi permettevano di raggiungere la
foresta quasi senza farsi vedere.
Evans camminava in testa, e aveva dovuto reprimere l'ardore di
Doniphan, sempre pronto a spingersi avanti.
Oltrepassato il monticello che copriva i resti del naufrago
francese, il nostromo credette opportuno di prendere una via
diagonale, per avvicinarsi alla riva di Family-lake.
Phann, che Gordon cercava invano di frenare, andava alla cerca,
le orecchie tese, il naso aderente al suolo; e si cap che aveva trovato
una pista.
Attenzione! disse Briant.
S osserv Gordon non la pista di un animale.
Osservate i movimenti di Phann.
Scivoliamo tra le erbe soggiunse Evans e voi, Doniphan,
che siete buon tiratore, se uno di quei bricconi viene a tiro, cercate di
colpirlo a dovere.
Pochi istanti dopo, tutti raggiunsero i primi alberi della foresta. Ivi
si trovarono ancora le tracce recenti di un accampamento, dei rami
mezzo bruciati, delle ceneri ancora tiepide.
Qui certo Walston ha passato la scorsa notte osserv
Gordon.
E forse si trovava qui poche ore or sono rispose Evans.
Ritengo che sia meglio che ripieghiamo verso la collina...
Non aveva finito di parlare che una detonazione scoppi a destra.
Una palla, sfiorando la testa di Briant, and a piantarsi nell'albero al
quale egli stava appoggiato.
Quasi nello stesso tempo s'intese un'altra fucilata, che fu seguita
da un grido, mentre ad una cinquantina di passi di distanza si vide
qualcuno cadere sull'erba.
Doniphan aveva tirato una fucilata, e non infruttuosa!
Ma poich il cane si slanciava avanti, Doniphan, trasportato dalla
sua foga, gli tenne dietro.
Avanti! grid Evans. Non possiamo lasciarlo esporsi
solo!
Un istante dopo, si trovarono davanti ad un corpo umano, che
giaceva sull'erba e che non dava pi segno di vita.
Pike! disse Evans. Il briccone morto davvero. Buono
per il diavolo, che certo s'aggira fra questi galantuomini! Uno di
meno!
Gli altri non possono essere lontani! osserv Doniphan.
Appunto per questo, procuriamo di non farci vedere!... In
ginocchio!... In ginocchio!...
Terza detonazione, questa volta dalla sinistra. Service, che non fu
abbastanza pronto nell'abbassare la testa, per poco non fu colpito
gravemente da una palla.
Sei ferito?... grid Gordon accorrendo verso di lui.
Niente, Gordon, niente! rispose Service. Una scalfittura
appena!
Era essenziale, in quel momento, che non ci si separasse. Pike
ucciso, rimanevano ancora Walston e quattro dei suoi, che dovevano
essere appostati a poca distanza dietro gli alberi. Invece Evans e gli
altri, rannicchiati. a poca distanza dietro gli alberi, formavano un
gruppo compatto, pronto alla difensiva, da qualunque parte venisse
l'attacco. Ad un tratto Garnett esclam:
Dov' Briant?
Non lo vedo pi rispose Wilcox.
Infatti Briant era scomparso, e siccome Phann abbaiava con
maggior violenza, era da temere che si trovasse alle prese coi banditi.
Briant!... Briant!... esclam Doniphan.
E tutti, forse sconsideratamente, si spinsero innanzi. Evans non
aveva potuto trattenerli.
In guardia, in guardia! grid Cross, gettandosi bocconi e
volgendosi ad Evans.
Istintivamente il nostromo abbass la testa, nel momento in cui
una palla passava pochi pollici al di sopra di lui.
Quindi, rialzandosi, vide uno dei compagni di Walston, che
fuggiva attraverso il bosco.
Era Rock, sfuggito il giorno innanzi alla sua mira.
Questa volta ti colgo esclam il nostromo.
Fece fuoco, e Rock disparve, come se il suolo si fosse
subitamente aperto sotto i suoi passi.
Forse ho sbagliato ancora?... esclam Evans. Mille
diavoli! Tutto ci era accaduto in pochi secondi.
Il cane continuava ad abbaiare con furore, e a minor distanza.
S'intese la voce di Doniphan:
Forza, Briant... Siamo qui! egli gridava.
Evans e gli altri si spinsero da quel lato, e, venti passi pi in l,
videro Briant alle prese con Cope.
Quel miserabile aveva gettato a terra il ragazzo e stava per ferirlo
con un coltellaccio, ma Doniphan, giunto in tempo per sviare il
colpo, si gett su Cope, senza avere il tempo di impugnare la
rivoltella.
Egli rimase ferito nel petto da Cope invece di Briant... Cadde,
senza emettere un grido.
Cope, visto che Evans, Garnett e Webb cercavano di tagliargli la
ritirata, prese la fuga nella direzione del nord.
Gli si tirarono contro parecchie fucilate. Disparve, probabilmente
ferito.
Briant, appena rialzatosi, accorse presso Doniphan, gli sollev il
capo, cerc di rianimarlo...
Come si vede, la lotta era incominciata svantaggiosamente per
Walston, poich Pike era stato ucciso, e Cope e Rock dovevano
trovarsi fuori combattimento.
Ma, per colmo di sventura, Doniphan era stato colpito al petto, e,
pareva, mortalmente.
Che sciagurata idea aveva avuto il nostromo Evans di eseguire
quella ricognizione, mentre era meglio rimanere sulla difensiva,
all'interno della grotta?
Occhi chiusi, volto bianco come la cera, Doniphan non faceva il
pi piccolo movimento, e non udiva nemmeno la voce di Briant.
Intanto Evans era pure accorso ad assistere il ragazzo. Aperse il
suo abito, stracci la sua camicia, che era imbevuta di sangue. Una
stretta ferita triangolare sanguinava presso la quarta costa, dalla parte
sinistra.
La punta del coltellaccio aveva toccato il cuore? No, di sicuro,
giacch Doniphan respirava ancora. Ma era da temere che il polmone
fosse stato colpito, giacch la respirazione del ferito era
estremamente debole.
Trasportiamolo a French-den! disse Gordon. Solo l
potremo curarlo...
E salvarlo! esclam Briant. Ah! povero amico mio!
per me che ti sei esposto!
Evans approv la proposta di trasportare Doniphan a French-den,
tanto pi che in quel momento la lotta pareva sospesa.
Era probabile che Walston, vedendo che le cose andavano male,
avesse preso il partito di ritirarsi nella parte pi folta del bosco.
Una cosa, fra le altre, impensieriva Evans, quella di non aver
veduto n Walston, n Brandt, n Book, i tre pi temibili della banda.
Lo stato di Doniphan richiedeva che fosse trasportato senza
scosse. Service e Baxter fecero una barella con rami d'albero, e vi
deposero il ragazzo, che ancora non aveva ricuperati i sensi. Quattro
compagni lo sollevarono dolcemente, mentre gli altri lo
circondavano, fucile carico e rivoltella in mano.
Il mesto corteo si diresse subito verso Auckland-hill.
Questa strada era da preferire alla riva del lago. Costeggiando la
collina, c'era pericolo di essere assaliti solo da due parti alle spalle e
alla sinistra.
Tratto tratto, Doniphan emise dei sospiri cos penosi che Gordon
fece segno di fermarsi, per ascoltare la respirazione, e un istante
dopo, ci si rimetteva in marcia.
Si fecero in questo modo tre quarti della strada. Non rimanevano
che otto o novecento passi da fare per trovarsi al sicuro. Per non si
vedeva ancora la grotta, nascosta da una sporgenza della collina.
Ma ecco, delle grida si odono dalla parte del fiume. Phann si
slancia in quella direzione.
Che era mai?
Walston e i suoi due compagni tentavano di penetrare nella grotta.
Ecco quello che era accaduto, e che Evans, Briant e gli altri
seppero pi tardi.
Mentre Rock, Cope e Pike, celati in Traps-woods, tenevano
occupati il nostromo e i suoi amici, Walston, Brandt e Book avevano
superato Auckland-hill, rimontando il letto asciutto del Dike-creek.
Attraversata rapidamente la spianata superiore, erano discesi lungo la
gola che metteva al fiume Zealand, non lontano dall'ingresso di
Store-room. Con poca fatica, avevano sfondato la porta, che non era
sbarrata, e avevano invaso French-den.
Ed ora Evans sarebbe giunto in tempo per prevenire una
catastrofe?
Il nostromo prese subito il miglior partito. Mentre Cross, Webb e
Garnett rimasero presso Doniphan, che non si poteva lasciar solo,
Gordon, Briant, Service, Wilcox e lui si slanciavano verso French-
den, prendendo la strada pi breve.
Pochi minuti dopo, giunti su Sport-terrace, ci che videro poteva
levar loro ogni speranza!
In quel momento, Walston usciva dalla porta del dormitorio,
trascinando un ragazzo, chi sa con quale intenzione.
Questo ragazzo era J acques. Invano Kate, che si era precipitata su
Walston, tentava di strapparglielo di mano.
Seguiva Brandt, che s'era impadronito del piccolo Costar e
trascinava pure lui verso il fiume.
Baxter s'era slanciato contro Brandt, ma, respinto violentemente,
rotol al suolo.
Gli altri fanciulli, Dole, J enkins, Iverson, non si vedevano, e
nemmeno Moko. Erano stati forse uccisi?
Intanto Walston e Brandt si affrettavano verso il fiume.
Book stava aspettandoli, nella iole, che era stata rimessa
nell'acqua.
Evidentemente lo scopo di Walston era quello di tragittare sulla
riva opposta. Se riusciva a farlo, si trovava pienamente al sicuro, e
poteva ritornare con perfetta sicurezza al suo accampamento presso
Bear-rock, con J acques e Costar, che forse si proponeva di tener
presso di s come ostaggi.
Evans, Briant, Gordon, Cross e Wilcox correvano a perdifiato,
sperando di giungere su Sport-terrace prima che Walston, Book e
Brandt fossero riusciti a passare il fiume.
Non si poteva tirare su di loro, da quella distanza, per timore di
colpire nello stesso tempo J acques e Costar.
Se non che Phann era corso avanti, si era slanciato su Brandt,
afferrandolo alla gola. Questi, per difendersi contro il cane, dovette
lasciare Costar, mentre Walston affrettava il passo per trascinare
J acques verso la iole...
Ma ecco un uomo uscire dalla grotta.
Era Forbes che era riuscito ad abbattere la porta del magazzino,
dove era rinchiuso.
Quali erano le sue intenzioni? Voleva unirsi ai suoi complici?
Walston non ne dubit. Presto, Forbes!... gli gridava.
Evans s'era fermato, e stava per far fuoco, quando vide Forbes
gettarsi furiosamente su Walston.
Sorpreso da questa inaspettata aggressione, Walston dovette
lasciare J acques, e, volgendosi, diede a Forbes una coltellata.
Forbes cadde, immerso nel proprio sangue.
Tutto ci avvenne con tale rapidit, che Evans, Briant, Gordon,
Service e Wilcox si trovavano ancora ad un centinaio di passi da
Sport-terrace.
Walston tent di impadronirsi ancora di J acques, per trascinarlo
sino alla barca, dove Book stava aspettandolo con Brandt, che era
riuscito a sbarazzarsi del cane.
Non ne ebbe il tempo. J acques, che era armato di una rivoltella,
gliela scaric in pieno petto. Walston, gravemente ferito, ebbe
appena la forza di trascinarsi verso i due compagni, che lo sorressero
fra le loro braccia, l'imbarcarono e spinsero vigorosamente la iole in
mezzo al fiume.
Si ud una violenta detonazione. Una pioggia di mitraglia
grandin sul fiume.
Era il cannoncino, che faceva il suo dovere, per iniziativa del
vigilante Moko. Ed ora, tranne due miserabili che erano scomparsi
nella parte pi fitta di Traps-woods, l'isola Chairman era liberata
dagli sciagurati autori dell'eccidio della Severn. Le acque del fiume
Zealand ne trascinavano i cadaveri verso il mare.
CAPITOLO XXIX
REAZIONE GLI EROI BELLA BATTAGLIA LA FINE
DI UN DISGRAZIATO ESCURSIONE NELLA
FORESTA CONVALESCENZA DI DONIPHAN A
BEAR-ROCK-HARBOUR IL RADDOBBO LA
PARTENZA SI SCENDE IL FIUME ZEALAND
SALUTO A SLOUGHI-BAY SI PERDE DI VISTA
L'ISOLA CHAIRMAN
UN'ERA nuova cominciava ormai per i coloni dell'isola Chairman.
Dopo aver sin qui lottato per procurarsi i mezzi di sussistenza,
s'iniziava per essi l'opera della liberazione, e brillava davanti ai loro
sguardi la speranza di rivedere la propria famiglia e il proprio paese.
Dopo l'esaltazione prodotta dagli incidenti della lotta, avvenne nei
giovani coloni una ben naturale reazione. Furono, per cos dire,
sbalorditi da un successo, al quale stentavano a credere.
Il pericolo passato parve maggiore di quello che era sembrato
prima e, per dire il vero, l'avevano veduta assai brutta.
Dopo il primo incontro sul limitare di Traps-woods, le probabilit
favorevoli per i coloni si erano accresciute in una certa misura. Per,
senza l'intervento inatteso di Forbes, Walston, Book e Brandt
sarebbero sfuggiti. E, d'altra parte, Moko non avrebbe osato tirare
quella cannonata, per timore di colpire J acques e Costar insieme ai
rapitori!... Che sarebbe poi accaduto?... Per riscattare J acques e
Costar, chi sa a quali patti i coloni avrebbero dovuto adattarsi.
Quando Briant e i suoi compagni poterono esaminare freddamente
questa posizione, furono assaliti da una specie di spavento
retrospettivo. Fu, ad ogni modo, un'impressione di breve durata; e,
quantunque non si avesse nessuna notizia certa su Rock e su Cope, la
sicurezza era in gran parte ritornata nell'isola Chairman.
Gli eroi della battaglia vennero felicitati come meritavano: Moko,
per il colpo di cannone che egli aveva si opportunamente tirato;
J acques per la presenza di spirito di cui aveva dato prova scaricando
la sua rivoltella contro Walston; Costar, che avrebbe fatto altrettanto,
disse, possedendo una pistola! Ma non l'aveva!
Anche Phann ebbe la sua parte di carezze, e doppia razione, per
avere cos bene addentato quel briccone, che trascinava via il bravo
Costar.
inutile dire che Briant, dopo la cannonata di Moko, era tornato
in gran fretta verso il luogo ove i suoi compagni custodivano la
barella. Pochi minuti dopo, Doniphan venne deposto nella hall,
ancora privo di conoscenza, mentre Forbes, sollevato da Evans,
venne disteso in una cuccetta di Store-room. Durante l'intera notte,
Kate, Gordon, Briant, Wilcox e il nostromo vegliarono presso i due
feriti.
La ferita di Doniphan doveva essere assai grave: ci si capiva a
prima vista. Tuttavia, siccome respirava regolarmente, era segno che
il polmone non era stato perforato dal coltellaccio di Cope. Per
curare la ferita, Kate ricorse a certe foglie, di cui si fa comunemente
uso nel Far-West, e che si raccoglievano nelle vicinanze del fiume
Zealand. Erano foglie di ontani, le quali, stropicciate e disposte a
modo di compresse, sono assai efficaci per impedire la suppurazione
interna, il principale pericolo delle ferite.
Anche pi pericoloso, anzi estremo, era il caso di Forbes, che era
stato ferito al basso ventre. Egli si sapeva colpito a morte, e, quando
riprese conoscenza, mentre Kate, curvata sul letto, gli prestava
pazienti cure:
Grazie, buona Kate, grazie!... egli mormor. inutile!...
Sono perduto!
E delle lacrime sgorgavano dai suoi occhi.
I rimorsi avevano finalmente risvegliato ci che c'era di buono nel
cuore di quel disgraziato... Trascinato dai cattivi esempi, se aveva
preso parte all'eccidio della Severn, prov compassione al momento
in cui i fanciulli di French-den stavano per essere uccisi, e aveva
arrischiato la vita per essi!
Spera, Forbes! gli disse Evans. Hai riscattato i tuoi
delitti... Vivrai...
Vana speranza. Egli doveva morire! Ad onta delle cure, che non
gli furono risparmiate, il suo stato s'aggrav d'ora in ora. Durante i
brevi istanti di tregua, che il dolore gli concedeva, i suoi sguardi
inquieti si volgevano verso Kate, verso Evans!... Egli aveva versato
sangue, e il suo sangue usciva dalla ferita in espiazione della sua
passata esistenza.
Verso le quattro del mattino, Forbes chiuse gli occhi per sempre.
Egli mor pentito, perdonato dagli uomini, perdonato da Dio, che gli
evit una lunga agonia, e quasi senza sofferenza esal l'ultimo
respiro.
Venne sepolto, il giorno dopo, in una fossa, scavata accanto al
luogo ove riposava il naufrago francese, e due croci indicavano la
posizione delle due tombe.
La presenza di Rock e di Cope, se pure erano ancora in vita,
costituiva un pericolo. La sicurezza non poteva essere completa
finch quei due bricconi non fossero uccisi o ridotti nell'impossibilit
di nuocere.
Evans risolvette di farla finita con essi, prima di recarsi al porto di
Bear-rock.
Gordon, Briant, Baxter, Wilcox e lui partirono il giorno
medesimo, fucile ad armacollo, rivoltella alla cintola, accompagnati
da Phann, che poteva, anche questa volta, rendere i maggiori servigi.
Le ricerche non furono n lunghe, n difficili. Non c'era pi nulla
a temere dai due complici di Walston. Cope, di cui si poteva seguire
il passaggio attraverso il bosco dalle tracce di sangue, fu trovato
morto a poche centinaia di passi dal luogo ove era stato colpito. Si
trov pure il cadavere di Pike, che era stato ucciso al principio degli
scontri. La scomparsa di Rock, come se fosse stato inghiottito dal
terreno, si spieg benissimo: il miserabile, colpito in mezzo al cuore,
era caduto in una delle fosse scavate da Wilcox per scopo di caccia.
I tre cadaveri furono seppelliti in quella fossa, trasformata in
tomba. Destinata a prendere gli animali selvaggi, ora accoglieva per
sempre le salme di uomini non meno selvaggi e per giunta feroci.
Il nostromo e i suoi compagni ritornarono con questa buona
notizia, che la colonia non aveva nulla da temere.
La gioia sarebbe stata completa a French-den, se Doniphan non
fosse stato in cos gravi condizioni di salute.
Ma anche a questo proposito i cuori si erano dischiusi alla
speranza.
Il giorno dopo, Evans, Gordon, Briant e Baxter presero a discutere
i progetti che si aveva in animo di eseguire immediatamente.
Premeva, anzitutto, di prendere possesso della lancia della Severn.
Ci richiedeva una gita e forse una fermata a Bear-rock, per
eseguirvi i lavori di riparazione, i quali dovevano mettere la lancia in
grado di navigare.
Evans, Briant e Baxter decisero di recarsi a Bear-rock, prendendo
la via del lago e dell'East-river. Era insieme la pi sicura e la pi
breve.
La iole, ritrovata in un'insenatura del fiume, non aveva nulla
sofferto per la scarica a mitraglia che era caduta su di essa. Vi si
imbarcarono gli utensili per il raddobbo, provviste, munizioni ed
armi, e con vento favorevole, parti, nella mattina del 6 dicembre,
sotto la direzione di Evans.
La traversata di Family-lake si fece assai rapidamente. Non si
dovette nemmeno allentare o stringere la scotta, tanto il vento era
eguale e costante.
Prima delle undici e mezzo, Briant addit al pilota il seno, ove le
acque del lago si versavano nell'East-river, e la iole, aiutata dal
riflusso, discese rapidamente il fiume.
Poco lungi dalla foce, la lancia, tirata in secco, giaceva sulla
sabbia.
Dopo un esame assai minuzioso, per vedere quali riparazioni si
dovevano fare, ecco ci che disse Evans:
Ragazzi miei, di utensili ne abbiamo portati molti, ma ci
manca quello che occorre per riparare l'ossatura e il fasciame. Ora a
French-den si trovano appunto delle tavole e dei frammenti di
chiglia, che appartenevano alla Sloughi, e se potessimo condurre la
lancia nel fiume Zealand...
A questo appunto pensavo rispose Briant. difficile,
signor Evans?
Non credo rispose il nostromo. Come la lancia stata
trascinata dalla costa dei Severn-shores fino a Bear-rock, si potr ben
condurre da qui al fiume Zealand. L il lavoro si far pi facilmente,
e partiremo poi da French-den per discendere in Sloughi-bay, e
quindi prendere il mare.
Invero, se questo progetto era effettuabile, non se ne poteva
immaginare uno migliore.
Quindi fu deciso di profittare della marea del giorno dopo per
risalire l'East-river, rimorchiando la lancia con la iole.
Prima di tutto, Evans si occup di tappare, il meglio che fu
possibile, le fessure della lancia con stoppa e strofinacci che aveva
portati seco, e questo primo lavoro occup il resto della giornata.
La notte trascorse quietamente al fondo della grotta scelta per
domicilio da Doniphan e dai suoi compagni, in occasione della prima
loro visita a Deception-bay.
L'indomani, nelle prime ore, la lancia venne attaccata alla iole;
Evans, Briant e Baxter ripartirono col flusso. Ma appena la marea
acquist forza, l'imbarcazione, resa pi pesante dall'acqua che vi
penetrava, venne rimorchiata con grande fatica.
Verso le cinque di sera, la iole raggiunse la riva destra del Family-
lake.
Il nostromo non giudic conveniente compiere la traversata del
lago di notte.
D'altra parte il vento col calar della sera tendeva a cadere, e assai
probabilmente, come soleva avvenire durante la bella stagione, la
brezza si sarebbe ravvivata al sorgere del sole.
Si accamparono in quel luogo, si mangi di buon appetito. La
soddisfazione dell'anima giovava anche al corpo. Il sonno non fu
menomamente disturbato: la testa appoggiata ad un tronco caduto, i
piedi rivolti ad un allegro focherello, i coloni nemmeno si accorsero
di trovarsi ancora lontani da French-den.
Imbarchiamoci! Ecco la prima parola che pronunci Evans
appena si diffuse in cielo la prima luce.
Come si prevedeva, il vento di nord-est si ravviv col sorgere del
sole. Il nostromo non poteva chiedere un tempo pi favorevole per
dirigersi verso French-den.
La vela venne issata, e la iole, che rimorchiava la pesante lancia
piena d'acqua, volse la prora verso ovest.
Durante questa traversata di Family-lake, non avvenne alcun
incidente.
Il nostromo si teneva sempre pronto a tagliare la corda, alla quale
era attaccata la lancia, giacch nel caso che questa fosse colata a
fondo poteva trascinare con s la iole.
Grave apprensione, per certo.
Infatti, se la lancia andava a fondo, la partenza rimaneva
indefinitamente aggiornata, e, forse, si sarebbe dovuto passare ancora
molto tempo nell'isola Chairman!
Finalmente, alle tre del pomeriggio, Auckland-hill comparve
verso ovest.
Alle cinque, la iole e la lancia entravano nel fiume Zealand e si
fermavano accanto alla piccola diga. Prolungati evviva accolsero
Evans e i suoi compagni, che si temeva di non rivedere per parecchi
giorni.
Durante la loro assenza, lo stato di Doniphan era alquanto
migliorato.
Il bravo ragazzo pot corrispondere alle strette di mano del suo
compagno Briant. La sua respirazione era pi libera, sicch s'aveva
ormai certezza che il suo polmone non fosse stato toccato.
Quantunque lo si tenesse ad una dieta assai severa, cominciava a
ripigliare le forze, e, mediante le compresse d'erbe che Kate
rinnovava di due in due ore, la ferita non doveva tardare molto a
chiudersi.
Per certo, la convalescenza sarebbe stata un po' lunga, ma
Doniphan possedeva tanta vitalit che la sua completa guarigione
non era che una questione di tempo.
Fin dal giorno successivo, vennero iniziati i lavori di raddobbo.
Si dovette fare anzitutto uno sforzo grande per tirare la lancia in
secco. Lunga trenta piedi, larga sei, poteva contenere diciassette
passeggeri, cio bastava ai bisogni della piccola colonia, alla quale si
erano aggiunti Kate ed Evans.
Finita questa operazione, i lavori seguirono regolarmente il loro
corso.
Evans, che era nello stesso tempo buon marinaio e buon
carpentiere, spieg tutta la sua valentia, aiutato da Baxter, di cui ebbe
a sperimentare la diligenza e l'industriosit.
I materiali non mancavano e nemmeno gli utensili.
Con gli avanzi della chiglia della goletta, si poterono rifare le
coste rotte, il fasciame sconnesso, le barre spezzate: e finalmente la
stoppa, intrisa di resina di pino, chiuse ermeticamente le fessure.
La lancia aveva il ponte solo a prora, ma esso venne esteso a due
terzi, affinch si potesse avere un riparo durante il cattivo tempo.
L'albero di gabbia della Sloughi serv da albero maestro, e Kate,
seguendo le indicazioni di Evans, pot fare una vela di mezzana con
la randa di rispetto dello yacht, come pure una freccia da mettere a
poppa e un fiocco per la prora. Con questo allestimento, la lancia
doveva essere meglio equilibrata, e doveva giovarsi del vento da
qualsiasi parte spirasse.
Il nostromo dedic le maggiori cure alla lancia, affinch fosse in
grado di navigare nel miglior modo possibile. Doveva addentrarsi nel
labirinto dell'arcipelago magellanico, ed era anche probabile le
toccasse di fare centinaia di miglia per giungere sino allo scalo di
Punta-Arena, sulla costa orientale della penisola di Brunswick.
Dobbiamo menzionare che in questo lasso di tempo, il Natale era
stato festeggiato con un certo apparato, e cos il 1 gennaio del 1862,
annata che i giovani coloni speravano fermamente di non dover finire
nell'isola Chairman.
Intanto la convalescenza di Doniphan era progredita per modo che
pot lasciare la hall quantunque ancora assai debole.
L'aria buona e dei cibi pi sostanziosi gli restituirono a poco a
poco le forze.
Del resto i compagni erano decisi a non partire, finch egli non si
trovasse in grado di sopportare una traversata di alcune settimane
senza tema di ricaduta.
Fra una cosa e l'altra, la vita ordinaria era stata ripresa in French-
den.
Soltanto gli studi soffrivano alquanto. J enkins, Iverson, Dole e
Costar si ostinavano a credersi in vacanza, e quindi le lezioni e le
conferenze si fecero molto irregolarmente.
Come facile supporre, Wilcox, Cross e Webb avevano ripreso la
caccia, sia nei boschi, sia lungo le paludi. Si disprezzavano ora le
trappole e i lacci, ad onta dei consigli di Gordon, sempre desideroso
di risparmiare le munizioni. Le fucilate erano assai frequenti, e la
dispensa non mancava mai di selvaggina fresca, ci che permetteva
di tenere in serbo le conserve per il viaggio.
Se Doniphan avesse potuto riprendere il posto di cacciatore in
capo della piccola colonia, con quale slancio si sarebbe dedicato alla
prediletta sua occupazione, facendo largo consumo di munizioni! Era
una pena per lui non potersi unire agli amici in queste escursioni
cinegetiche. Ma era necessario rassegnarsi e non commettere
imprudenze.
Finalmente, durante gli ultimi giorni di gennaio, Evans procedette
al carico della lancia.
Per dire il vero, Briant e gli altri avrebbero desiderato di
trasportare tutto ci che avevano salvato dal naufragio della
Sloughi... Ma per mancanza di spazio ci era impossibile. Bisognava
fare una scelta.
Anzitutto Gordon mise in disparte il denaro che era stato trovato a
bordo dello yacht, e di cui i giovani coloni potevano aver bisogno per
rimpatriare. Moko riun i viveri in quantit sufficiente per il
nutrimento di diciassette passeggeri, non solo in vista di una
traversata che sarebbe forse durata tre settimane, ma anche nel caso
che qualche accidente di mare obbligasse a sbarcare sopra un'isola
dell'arcipelago, prima di aver raggiunto Punta-Arena, Porto Galante o
Porto Tamar.
Le munizioni furono messe nelle casse della lancia, come pure i
fucili e le rivoltelle. Doniphan desider che venissero pure trasportati
i cannoncini (uno dei quali aveva tanti titoli di benemerenza) salvo
gettarli in mare se fosse stato necessario.
Briant non trascur di prendere seco il ricco assortimento di abiti,
molti libri, i principali utensili, e per ultimo gli strumenti necessari
per la navigazione, orologi marini, cannocchiali, bussole, il
solcometro a barchetta, fanali, e non fu dimenticato l'halkett-boat.
Wilcox scelse, tra gli arnesi di pesca, quelli che si potevano meglio
usare strada facendo.
Si riempirono diversi bariletti di acqua dolce, presa nel fiume
Zealand, e questi vennero disposti regolarmente sul fondo
dell'imbarcazione.
Si presero pure quelle bevande, che meglio potevano ravvivare le
forze durante il viaggio, gin, brandy e altri liquori, fatti con i frutti di
trulca e di algarrobe.
Il 3 febbraio, le operazioni di carico erano finite. Non restava ora
che fissare il giorno della partenza, se pure Doniphan si sentiva in
grado di sopportare il viaggio.
S! andava ripetendo con impazienza il bravo ragazzo.
La sua ferita era completamente cicatrizzata, ed essendogli
tornato l'appetito, le forze si ristabilivano quasi completamente.
Appoggiato al braccio di Briant e di Kate, passeggiava tutti i giorni,
per alcune ore, nei dintorni della grotta.
Partiamo! Partiamo! egli disse. Ho fretta di trovarmi in
viaggio!... Il mare finir di rimettermi.
La partenza fu fissata per il 5 febbraio.
Il giorno prima, Gordon mise in libert gli animali domestici.
Guanachi, vigogne, ottarde, e tutta la schiera pennuta e piumata,
poco riconoscente per le cure ricevute, non aspett un istante per
fuggire, tanto irresistibile l'istinto della libert!
Ingrati! Dopo le attenzioni che abbiamo avuto per loro! fece
Garnett.
Cos va il mondo! soggiunse Service con un piglio s grave
e piacevole insieme, che questa riflessione filosofica fu accolta con
una generale risata.
Il giorno dopo, i giovani passeggeri s'imbarcarono nella lancia,
che doveva rimorchiare la iole.
Se non che, prima di sciogliere il cavo d'ormeggio, Briant e i suoi
compagni vollero rendere un estremo tributo ai morti che giacevano
a breve distanza da French-den. Si riunirono in raccoglimento
davanti alle tombe di Franois Baudoin e di Forbes, e con una fervida
preghiera dedicarono un ricordo pietoso a quei disgraziati.
Doniphan si mise a poppa, accanto a Evans, che s'era assunto,
naturalmente, l'incarico di dirigere la lancia. A prora, Briant e Moko
stavano accanto alle scotte delle vele, quantunque per discendere il
fiume Zealand si dovesse fare maggior assegnamento sulla forza
della corrente che non sul vento, reso del tutto incerto dalla posizione
di Auckland-hill.
Gli altri, non escluso Phann, andarono a mettersi ove meglio a
loro piaceva.
Il cavo venne mollato e si cominci a far forza di remi.
Prolungati evviva salutarono quella dimora ospitale, che, per
molti mesi, aveva offerto un sicuro ricovero ai giovani coloni, e non
senza emozione videro Auckland-hill scomparire dietro gli alberi
della riva.
Il pi commosso di tutti era Gordon, che si era singolarmente
affezionato a quei luoghi.
Discendendo il fiume Zealand, la lancia procedette piuttosto
lentamente, giacch la corrente non era rapida.
Verso mezzogiorno, accanto all'acquitrino di Baywoods, Evans
dovette gettare l'ancora.
Infatti, in quel punto, il letto era poco profondo, e la lancia, assai
carica, correva pericolo di arenarsi. Era meglio aspettare il flusso,
quindi partire col riflusso.
Si fece sosta per sei ore. I passeggeri profittarono di questo tempo
per fare una lauta colazione, dopo di che Wilcox e Cross andarono a
tirare alle beccacce, lungo le boscose paludi.
Senza uscire dalla imbarcazione, Doniphan pot prendere due
superbi tinamu, che svolazzavano lungo la riva sinistra. Quella
fucilata complet, per cos dire, la sua guarigione.
Era tardi quando la lancia giunse alla foce del fiume.
Siccome l'oscurit non permetteva di dirigersi tra i passi della
scogliera, Evans, da prudente marinaio, volle aspettare l'indomani
per prendere il mare.
Notte quieta pi di ogni altra. Il vento era caduto verso sera, e
appena gli uccelli marini, le procellarie e i gabbiani, si ridussero nei
nidi, regn il pi assoluto silenzio in Sloughi-bay.
La mattina seguente, il vento soffiava da terra, il mare doveva
essere buono sino alla punta estrema di South-moors.
Conveniva approfittare di ci, per fare quelle venti miglia, mentre,
se il vento fosse venuto dal largo, quel tratto di viaggio non sarebbe
stato piacevole.
Fin dallo spuntare del giorno, Evans fece issare le vele di
mezzana, la freccia e il fiocco.
La lancia, governata da mano sicura, usc dal fiume Zealand.
Allora, tutti gli sguardi si volsero verso la vetta di Auckland-hill,
poi verso le ultime rocce di Sloughi-bay, che scomparvero girando
dietro il Capo Americano.
Una cannonata venne tirata, accompagnata da battimani e da
evviva, per salutare l'isola ospitale, mentre, otto ore dopo, la
scialuppa entrava nel canale, fiancheggiato dalle spiagge sabbiose
dell'isola Cambridge, raddoppiava il Capo Sud, e seguiva il contorno
dell'isola Adelaide.
L'estrema punta dell'isola Chairman era scomparsa.

CAPITOLO XXX
TRA I CANALI RITARDI A CAUSA DEI VENTI
CONTRARI LO STRETTO IL PIROSCAFO
GRAFTON RITORNO AD AUCKLAND
ACCOGLIENZA NELLA CAPITALE DELLA NUOVA
ZELANDA EVANS E KATE CONCLUSIONE
INUTILE raccontare minutamente quel viaggio attraverso i canali
dell'arcipelago magellanico. Non venne segnalato alcun notevole
incidente. Il tempo si mantenne costantemente bello. D'altra parte in
quei passi larghi appena da sei a sette miglia, solo le burrasche pi
violente sconvolgono le acque.
I canali erano deserti, e, in ogni caso, era meglio non incontrare
gli indigeni di quei paraggi, che non sempre manifestano un carattere
ospitale.
Una o due volte, durante la notte, si videro dei fuochi nell'interno
delle isole, ma nessun indigeno si mostr sulle spiagge.
L'11 febbraio, la lancia, che sempre era stata favorita da un vento
propizio, sbocc nello stretto di Magellano percorrendo il canale
Smyth, tra la costa ovest dell'isola Regina Adelaide e la terra del Re
Guglielmo. A destra s'ergeva il picco Sant'Anna. A sinistra, in fondo
alla baia Beaufort, si stendevano alcuni di quei magnifici ghiacciai, il
pi vasto dei quali era stato intravveduto da Briant, mentre scrutava
il mare lontano da una spiaggia dell'isola Hannover - isola che i
coloni si ostinavano a designare col nome del loro collegio!
Tutto procedeva bene a bordo. Bisogna credere che l'aria,
impregnata di sostanze marine, fosse eccellente per Doniphan,
giacch mangiava bene, dormiva meglio e si sentiva abbastanza forte
per sbarcare su qualche incognita terra, se l'occasione si fosse
presentata, e per riprendere la vita di Robinson.
Il 12, la lancia arriv in vista dell'isola Tamar, non lungi dalla
terra del Re Guglielmo.
Non s'incontrarono n navi, n barche.
Si prosegu il viaggio senza interruzione. Dopo doppiato il Capo
Tamar, Evans prese la direzione di sud-est attraverso lo stretto di
Magellano.
Da un lato, la lunga Terra della Desolazione presentava le sue
coste piatte ed aride, mancanti di quella rigogliosa vegetazione che
rivestiva l'isola Chairman. Dall'altro lato, si disegnava il contorno
bizzarramente fantastico dell'isola Crooker. Da quella parte Evans si
proponeva di cercare il passo, al fine di scapolare il Capo Forward e
di risalire la costa est della penisola di Brunswick sino allo
stabilimento di Punta-Arena.
Non fu necessario andare tanto lontano.
Nella mattina del 13, Service, che stava in piedi a prora, esclam:
Vedo del fumo laggi!
Sar qualche accampamento di indigeni! osserv Gordon.
No!... il fumo di un piroscafo! soggiunse Evans.
Infatti in quella direzione, le terre erano lontane, sicch il fuoco di
un accampamento non si poteva vedere.
Briant si arrampic sull'albero maestro, e con voce commossa
conferm la notizia che Evans aveva data:
Nave!... Nave!...
La nave fu ben presto in vista.
Era un piroscafo di otto o novecento tonnellate, che navigava con
una rapidit di undici o dodici miglia l'ora.
Dalla lancia partirono nello stesso tempo delle fucilate e degli
evviva che echeggiarono lontano nella marina.
La lancia era stata vista, e dieci minuti dopo si trovava accanto al
Grafton, che faceva rotta per l'Australia.
Con poche parole, il capitano del Grafton, Tom Long, venne
informato delle avventure della Sloughi.
Si noti che la perdita della goletta aveva fatto una grande
impressione cos in Inghilterra come in America, impressione ancora
molto viva.
Tom Long fu ben lieto di raccogliere a bordo i passeggeri della
lancia. Anzi si offerse di ricondurli direttamente ad Auckland ci
che lo scostava alquanto dalla sua strada, giacch il Grafton era
diretto a Melbourne, capitale della provincia di Adelaide, lungo la
costa meridionale dell'Australia.
La traversata fu rapida e felice e il Grafton si ancor nella rada di
Auckland il 25 febbraio.
Erano trascorsi quasi due anni dal giorno in cui gli allievi del
collegio Chairman erano stati trascinati a milleottocento leghe dalla
Nuova Zelanda.
Rinunciamo a descrivere la gioia di quelle famiglie, alle quali
erano stati restituiti gli amati figli, che da tanto tempo piangevano
come irremissibilmente perduti.
Non uno solo mancava di quelli che la burrasca inesorabile aveva
trasportato nei paraggi dell'America Meridionale.
In un istante si diffuse in tutta la citt la notizia che il Grafton
trasportava tra i suoi passeggeri i naufraghi della Sloughi.
La popolazione accorse e volle cordialmente acclamarli, mentre si
abbandonavano fra le braccia degli amorosi loro parenti.
E come tutti furono avidi di conoscere in ogni minimo particolare
quello che era accaduto nell'isola Chairman!
La curiosit non tard ad essere soddisfatta.
Dapprima Doniphan fece delle conferenze sull'argomento -
conferenze che ebbero un vero successo, di cui quel ragazzo,
tutt'altro che modesto, si compiacque assai.
In seguito, il diario, che era stato tenuto da Baxter, si pu dire
d'ora in ora, venne stampato, e, solo per contentare i lettori della
Nuova Zelanda, ce ne vollero migliaia e migliaia di copie.
I giornali dei due mondi ne riprodussero dei brani in tutte le
lingue, giacch non c'era forse nessuno che non si fosse interessato
alla catastrofe della Sloughi.
Un pubblico assai intelligente e numeroso pot ammirare la
prudenza di Gordon, la devozione di Briant, il coraggio di Doniphan,
lo slancio di tutti, grandi e piccini.
Inutile insistere sull'accoglienza che si fece alla governante Kate e
al nostromo Evans. Non si erano dedicati alla salvezza dei naufraghi?
Per sottoscrizione pubblica si fece dono al bravo Evans di un
mercantile, il Chairman, di cui fu nello stesso tempo il proprietario
ed il capitano - a condizione che Auckland fosse la sua stazione
principale. Tutte le volte che i viaggi lo riconducevano nella Nuova
Zelanda, trovava nelle famiglie dei suoi figlioli l'accoglienza pi
festosa.
Kate, poi, tutti la volevano al proprio servizio, i Briant, i Garnett, i
Wilcox, e le fecero anche un cospicuo regalo. Finalmente si decise
per la casa di Doniphan, al quale con le pi assidue cure aveva forse
salvata la vita.
E, come conclusione morale, ecco ci che conviene desumere da
questo racconto, che giustifica, ci pare, il suo titolo: Due anni di
vacanze:
Probabilmente, non accadr mai che gli allievi di un collegio
siano esposti a passare le loro vacanze in simili condizioni. Ma, che
tutti i fanciulli se lo mettano bene in mente, merc ordine, zelo e
coraggio non c' situazione, per quanto cattiva, dalla quale non si
possa uscire con onore. E specialmente non dimentichino, pensando
ai giovani marinai della Sloughi, che, maturati dalle prove e
fortificati dalla lotta per l'esistenza, i piccoli, al loro ritorno,
uguagliavano, per cos dire, i grandi, mentre i grandi si erano prima
del tempo fatti uomini.

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