Sei sulla pagina 1di 415

JULES VERNE

L'AGENZIA THOMPSON & C.


Illustrazioni di L. Benett
Copertina di Carlo Alberto Michelini

TITOLO ORIGINALE DELLOPERA
L'AGENCE THOMPSON AND CO.
(1907)

Traduzione integrale dal francese di
VINCENZO BRINZI
Condotta sull'edizione Grandes Oeuvres, Hachette, Paris, 1982
Collection Hetzel
conforme all'edizione originale Hetzel



Propriet letteraria e artistica riservata Printed in Italy
Copyright 1987 U. Mursia editore S.p.A.
3044/AC U. Mursia editore Milano Via Tadino, 29
INDICE
PRESENTAZIONE _________________________________________5
L'AGENZIA THOMPSON & C.___________________________ 8
PARTE PRIMA___________________________________________9
Capitolo I ________________________________________________9
Sotto l'acquazzone ____________________________________________ 9
Capitolo II ______________________________________________14
Un appalto davvero pubblico ___________________________________ 14
Capitolo III______________________________________________25
Nella nebbia ________________________________________________ 25
Capitolo IV______________________________________________34
Primi contatti _______________________________________________ 34
Capitolo V ______________________________________________57
Al largo____________________________________________________ 57
Capitolo VI______________________________________________74
Luna di miele _______________________________________________ 74
Capitolo VII _____________________________________________88
Il cielo si copre______________________________________________ 88
Capitolo VIII ___________________________________________100
La festa di pentecoste________________________________________ 100
Capitolo IX_____________________________________________122
Una questione di diritto_______________________________________ 122
Capitolo X _____________________________________________131
In cui si dimostra che johnson un saggio________________________ 131
Capitolo XI_____________________________________________147
Nozze a so miguel __________________________________________ 147
Capitolo XII ____________________________________________159
Strane conseguenze del mal di mare_____________________________ 159
Capitolo XIII ___________________________________________175
Soluzione di un anagramma___________________________________ 175
Capitolo XIV ___________________________________________194
Il cvrral das freias___________________________________________ 194
Capitolo XV ____________________________________________209
A faccia a faccia____________________________________________ 209
PARTE SECONDA ___________________________________ 217
Capitolo I ______________________________________________217
Spunta la luna rossa _________________________________________ 217
Capitolo II _____________________________________________225
Il secondo segreto di robert morgand____________________________ 225
Capitolo III_____________________________________________238
Il seamew si ferma ________________________________________ 238
Capitolo IV_____________________________________________252
Il secondo dente dell'ingranaggio_______________________________ 252
Capitolo V _____________________________________________274
Sulla vetta del teide__________________________________________ 274
Capitolo VI_____________________________________________295
Un accidente che capita al momento giusto _______________________ 295
Capitolo VII ____________________________________________305
Alla deriva ________________________________________________ 305
Capitolo VIII ___________________________________________315
Come una lampada che si spegne_______________________________ 315
Capitolo IX_____________________________________________326
Thompson si trasforma in ammiraglio ___________________________ 326
Capitolo X _____________________________________________339
In quarantena ______________________________________________ 339
Capitolo XI_____________________________________________355
Nel quale thompson non riceve, a sua volta, il corrispettivo del suo denaro355
Capitolo XII ____________________________________________372
In cui si cambia il carceriere___________________________________ 372
Capitolo XIII ___________________________________________380
In cui la gita dell'agenzia thompson minaccia di prendere proporzioni del
tutto impreviste_____________________________________________ 380
Capitolo XIV ___________________________________________393
Salvi!_____________________________________________________ 393
Capitolo XV ____________________________________________406
Conclusione _______________________________________________ 406
PRESENTAZIONE
Pubblicato postumo nel 1907, questo romanzo apparve a puntate
su Le Journal e la sua autenticit come del resto quella di Il
vulcano d'oro, pubblicato anch'esso postumo nel 1906 sul Magasin
illustre d'ducation et de rcration alquanto dubbia. Si parla
dell'intervento del figlio di Verne, Michel, che avrebbe tutt'al pi
operato su tracce e progetti del padre. In realt, va detto che il figlio
dimostra qui d'aver bene imparato il mestiere, anche se piuttosto
evidente la tendenza a una maggior prolissit, forse determinata
anche dalle esigenze del giornale, e una minor capacit
d'organizzare l'intreccio e di definire i personaggi. Resta invece
inalterato quello straordinario alternarsi di situazioni umoristiche, e
talora grottesche, con scene drammatiche, che caratterizza tanta
parte della produzione dello scrittore.
Pretesto del romanzo un viaggio per turisti organizzato
dall'Agenzia Thompson & C. di Londra (in concorrenza con
l'Agenzia Baker & C.) e il lettore avr modo di notare con
soddisfazione che qualche progresso stato fatto nel campo del
turismo organizzato. L'Agenzia Thompson &C. nella figura del
suo titolare, l'ossequioso e mellifluo Thompson esagera infatti non
poco nella improvvisazione, speculando con incosciente
improntitudine sulla buona fede dei suoi clienti, che non immaginano
neppure lontanamente le disavventure cui andranno incontro.
Destinazione del viaggio, tre pittoreschi arcipelaghi: quello delle
Azzorre, di Madera e delle Canarie, nell'Atlantico, al largo della
costa occidentale dell'Europa e dell'Africa. E qui rivive l'immagine
del Verne innamorato di viaggi, geografo attento e appassionato,
capace di sposare all'avventura i dati e le notizie pi minute sui
paesi visitati.
Protagonisti, un'intera folla di turisti, a cominciare dal francese
Robert Morgand, brillante interprete e cicerone stipendiato
dall'Agenzia, per continuare con l'altezzoso baronetto George
Hamilton, con Elias Johnson, gran bevitore quasi sempre ubriaco,
con l'olandese Van Piperboom, con il droghiere Blockhead e la sua
petulante famigliola, con la ricca vedova americana Alice Lindsay, e
moltissimi altri, sino a raggiungere il numero di 65. N poteva
mancare il solito losco figuro e persino il contestatore di
professione, che, con un colpo di scena finale, si riveler addirittura
per il concorrente Baker dell'omonima agenzia.
Per fortuna, a mettere un po' d'ordine in questo contrastante
campionario di caratteri, c' il capitano della nave Pip, un vero
lupo di mare che riesce a tenere in pugno la situazione anche nei
momenti pi drammatici. Che non mancano certamente, perch il
romanzo anche un inventario di tutte le avventure possibili e
immaginabili: infatti ci sono ben due naufragi, un terremoto,
un'eruzione vulcanica, un torrente in piena, una rapina a mano
armata E c' anche l'amore. Come accade spesso nei romanzi di
Verne, esso sboccia naturalmente in coppie: due sorelle americane si
innamorano di due giovanotti, Robert e Roger: un amore fatto
apposta per difenderli tutti e quattro dalle insidie e dai pericoli del
turismo selvaggio.
Com 'era prevedibile, il viaggio si spinge oltre il programma. Un
naufragio costringe i disperati turisti a riparare sulle spiagge del
Senegal, dove per colmo della sventura sono fatti prigionieri da una
banda di predoni e liberati infine da un drappello di soldati francesi.
Insomma, quando i nostri turisti rimettono piede sul suolo di
Londra con un gran sospiro di sollievo, ne hanno da raccontare.
Verne ha preso qui la parola al loro posto narrandoci le loro
avventure, senza per le inevitabili bugie di cui le avrebbero
infiorettate i protagonisti per dimostrare in ogni circostanza il loro
coraggio e sangue freddo.
J ULES VERNE nacque a Nantes, l'8 febbraio 1828. A undici anni,
tentato dallo spirito d'avventura, cerc di imbarcarsi
clandestinamente sulla nave La Coralie, ma fu scoperto per tempo e
ricondotto dal padre. A vent'anni si trasfer a Parigi per studiare
legge, e nella capitale entr in contatto con il miglior mondo
intellettuale dell'epoca. Frequent soprattutto la casa di Dumas padre,
dal quale venne incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari.
Intraprese dapprima la carriera teatrale, scrivendo commedie e
libretti d'opera; ma lo scarso successo lo costrinse nel 1856 a cercare
un'occupazione pi redditizia presso un agente di cambio a Parigi.
Un anno dopo sposava Honorine Morel. Nel frattempo entrava in
contatto con l'editore Hetzel di Parigi e, nel 1863, pubblicava il
romanzo Cinque settimane in pallone.
La fama e il successo giunsero fulminei. Lasciato l'impiego, si dedic
esclusivamente alla letteratura e un anno dopo l'altro in base a un
contratto stipulato con l'editore Hetzel venne via via pubblicando i
romanzi che compongono l'imponente collana dei Viaggi
straordinari I mondi conosciuti e sconosciuti e che costituiscono il
filone pi avventuroso della sua narrativa. Viaggio al centro della
Terra, Dalla Terra alla Luna, Ventimila leghe sotto i mari, Lisola
misteriosa, Il giro del mondo in 80 giorni, Michele Strogoff sono i
titoli di alcuni fra i suoi libri pi famosi. La sua opera completa
comprende un'ottantina di romanzi o racconti lunghi, e numerose
altre opere di divulgazione storica e scientifica.
Con il successo era giunta anche l'agiatezza economica, e Verne, nel
1872, si stabil definitivamente ad Amiens, dove continu il suo
lavoro di scrittore, conducendo, nonostante la celebrit acquistata,
una vita semplice e metodica. La sua produzione letteraria ebbe
termine solo poco prima della morte, sopravvenuta a settantasette
anni, il 24 marzo 1905.
L'AGENZIA THOMPSON & C.

PARTE PRIMA
CAPITOLO I
SOTTO L'ACQUAZZONE
DA ALMENO cinque minuti Robert Morgand se ne stava immobile,
a gambe larghe e occhi sognanti, dinanzi al lungo muro nero
tappezzato di manifesti che fiancheggiava una bruttissima via di
Londra. La pioggia cadeva a dirotto; la corrente del rigagnolo aveva
assalito a poco a poco il marciapiede e ora minava subdolamente i
piedi dell'uomo assorto, il cui capo era nel contempo esposto al
pericolo dell'acqua piovana.
Con la mente lontana, sognando forse qualche futuro viaggio, la
sua mano aveva lasciato scivolare lentamente l'ombrello che lo
proteggeva e la pioggia ora scorreva liberamente dal cappello
sull'abito, diventato una spugna, prima di congiungersi con quella del
tumultuoso ruscelletto.
Robert Morgand pareva non prestare alcuna attenzione a ci che
avveniva attorno a lui. Non avvertiva la doccia gelata che gli
bagnava le spalle: profondamente preoccupato, fissava i suoi
stivaletti con scrupolosa attenzione senza accorgersi peraltro che essi
si erano trasformati in due scogli, contro i quali il rigagnolo
rinnovava con accanimento i suoi assalti.
La sua attenzione era chiaramente attratta dal misterioso lavorio
svolto dalla sua mano sinistra. Immersa nella tasca dei pantaloni,
quella mano agitava e soppesava, abbandonava e riprendeva alcune
monetine, il cui valore complessivo era di franchi 33,45 come egli
aveva gi appurato molte volte.
Francese, capitato a Londra sei mesi prima in seguito al
mutamento improvviso e crudele della sua esistenza, Robert
Morgand aveva perduto proprio quella mattina il posto di precettore
che fino allora gli aveva dato da vivere. Esaminato rapidamente lo
stato delle sue finanze troppo rapidamente, ahim! era uscito e
aveva camminato sempre dinanzi a s per le strade, alla ricerca di
un'idea fino al momento in cui si era fermato, senza volerlo, nel
posto dove lo abbiamo trovato.
Il problema era il seguente: che fare, solo, senza amici, nella
grande Londra, con trentatr franchi e quarantacinque centesimi in
tasca? Arduo problema; cos arduo che egli non era riuscito a
risolverlo e gi cominciava a disperare di potervi mai riuscire.
Robert Morgand, tuttavia, se si vuole prestare fede al suo aspetto,
non sembrava uomo da scoraggiarsi facilmente.
Colorito chiaro, fronte pura e spaziosa, coronata da capelli castani
tagliati a spazzola, lunghi baffi alla francese che separavano dalla
bocca atteggiata a un sorriso amichevole il naso modellato in curva
energica, egli era attraente da ogni punto di vista. Ancora meglio: era
buono e dalla moralit ineccepibile. Lo si avveniva immediatamente
dai suoi occhi di un azzurro scuro, il cui sguardo, dolcissimo,
conosceva un solo percorso: il pi breve.
Il resto non smentiva ci che il viso prometteva. Spalle eleganti e
ampie, torace possente, membra muscolose, movimenti armoniosi,
estremit sottili e ben curate: ogni particolare rivelava l'atleta
aristocratico, il cui corpo, abituato alla pratica degli sport, emana
forza e agilit.
Nel vederlo, si pensava: Ecco un bel ragazzo, un ragazzo
robusto, un buon ragazzo!.
Che non fosse tipo da farsi disarcionare nello scontro con le
avversit Robert lo aveva gi dimostrato e lo avrebbe dimostrato
altre volte ancora, pronto sempre alla difesa, meritevole sempre-
della vittoria. Gli scontri con il destino per spesso sono brutali e
anche il cavaliere pi bravo ha il diritto di abbandonare per un istante
le staffe. Se si vuol proseguire in queste immagini prese a prestito
dall'arte equestre, diremo che Robert aveva perduto la sua stabilit e
che cercava di riprenderla, incerto su quello che occorreva fare.
Rivolgeva inutilmente a se stesso, per la centesima volta, quella
domanda quando alz gli occhi al cielo nella speranza forse di
trovarvi la risposta. Fu allora che si accorse della pioggia e si rese
conto che i pensieri che lo preoccupavano lo avevano immobilizzato
in una pozza d'acqua, dinanzi a un muro nero tappezzato di manifesti
multicolori.
Un manifesto di grande formato e dai colori discreti sembrava
sollecitare particolarmente il suo sguardo, proprio dinanzi a lui.
Senza volerlo giacch non si fa immediato ritorno dal regno dei
sogni Robert cominci a leggere il manifesto. Terminata la lettura,
torn a rileggerlo e lo rilesse anche per la terza volta senza aver
capito molto sul suo contenuto. Alla terza lettura, tuttavia, trasal.
Una riga, stampata a caratteri piccoli in fondo al manifesto, gli salt
agli occhi all'improvviso. Interessato, la rilesse per la quarta volta.
Ecco che cosa diceva il manifesto:

AGENZIA BAKER & C.
69, Newghate Street, 69
Londra
__________________

GRANDE GITA
ai
Tre Arcipelaghi
AZZORRE MADEIRA LE CANARIE
Con il superbo piroscafo Il Viaggiatore
di 2500 tonnellate e 3000 cavalli.
Capitano: Mathews
Partenza da Londra: il 10 maggio alle ore 7 della sera.
Ritorno a Londra: il 14 giugno a mezzogiorno.
I signori viaggiatori non dovranno pagare alcuna spesa
oltre il prezzo stabilito.
Facchini e vetture per gite.
Soggiorno a terra in alberghi di prima categoria.
_________________

PREZZO DEL VIAGGIO COMPRENSIVO DI OGNI SPESA
78 Sterline
Per informazioni, rivolgersi agli uffici dell'Agenzia:
69, Newghate Street, 69 Londra.
_________________

Si cerca cicerone-interprete.

Robert si accost al manifesto e si accert di avere letto
correttamente. Si cercava proprio un interprete che facesse anche da
cicerone.
Decise subito di essere lui quell'interprete se l'Agenzia Baker &
C. lo avesse accettato.
Poteva anche accadere che il suo viso non fosse gradito oppure
che il posto fosse gi occupato.
Bisognava rimandare la conclusione per ci che concerneva il
primo punto. Per ci che riguardava il secondo, l'aspetto del
magnifico manifesto lo tranquillizz completamente. Era nuovo e
fresco tanto da sembrare affisso dal mattino, al pi, dalla sera del
giorno precedente.
Non c'era tempo da perdere, comunque. Un mese di tranquillit
che assicurasse la possibilit di ritrovare le staffe perdute, la
prospettiva di avere a disposizione una somma netta al ritorno
perch senza dubbio avrebbero provveduto al suo mantenimento a
bordo e, per di pi, un viaggio piacevole e interessante, tutto ci
non era certamente da disprezzare per un capitalista dello stampo di
Robert. Si diresse perci verso Newghate Street senza perdere altro
tempo e alle 11 precise apriva la porta del numero 69.
L'anticamera e i corridoi, che egli percorse al seguito di un
fattorino, gli diedero una favorevole impressione; tappeti
visibilmente logori, tappezzerie presentabili ma sbiadite: era
un'agenzia seria, evidentemente, una ditta che non era sorta il giorno
precedente.
Preceduto sempre dal fattorino, Robert, alla fine, venne fatto
entrare in un comodo ufficio. Da dietro una grande tavola un signore
si alz per accoglierlo.
Il signor Baker? chiese Robert.
Non c', ma io lo sostituisco in tutto e per tutto rispose il
signore, invitando Robert a sedersi.
Ho visto i manifesti disse quest'ultimo con i quali la
vostra agenzia annuncia il viaggio da voi organizzato; quei manifesti
dicono anche che cercate un interprete. Sono venuto a proporvi di
affidare a me l'impiego.
Il vicedirettore guard con maggiore attenzione il visitatore.
Quali lingue conoscete? chiese, dopo un istante di silenzio.
Il francese, l'inglese, lo spagnolo e il portoghese.
Benissimo.
Sono francese. Potete giudicare voi stesso se conosco l'inglese.
Parlo lo spagnolo e il portoghese correntemente.
Benissimo, quindi. Ma ci non tutto. Occorre essere
ampiamente documentato sui Paesi compresi nel nostro itinerario.
L'interprete dovr essere anche il cicerone.
Robert esit un attimo.
E cos che l'intendo rispose. Il vicedirettore riprese:
Parliamo dello stipendio. Noi offriamo 300 franchi per il
viaggio, vitto, alloggio e ogni altra spesa pagati. Tali condizioni vi
andrebbero?
Perfettamente dichiar Robert.
In tal caso, se potete fornirci qualche attestato
Sono a Londra da poco tempo, signore. Ma ecco una lettera di
lord Murphy: vi dar informazioni sul mio conto e vi spiegher nel
contempo perch sono senza lavoro rispose Robert, porgendo
all'interlocutore la lettera, scritta del resto in termini molto
lusinghieri, da lui ricevuta qualche ora prima
La lettura fu lunga. Uomo serio e preciso, il vicedirettore soppes
ogni parola come per ricavarne il succo. Per contro, la risposta fu
precisa.
Dove abitate? chiese.
Cannon Street, 25.
Riferir al signor Baker concluse il vicedirettore, prendendo
nota dellindirizzo. Se le informazioni che assumer
concorderanno con ci che conosco gi, potrete considerarvi come
un dipendente della nostra agenzia.
Siamo allora d'accordo? insistette Robert, soddisfatto.
D'accordo conferm l'inglese alzandosi.
Robert tent inutilmente di dire qualche parola di ringraziamento.
Time is money
1
Ebbe appena il tempo di accennare a un saluto e si
trov poco dopo sulla via, sbalordito della facilit e della rapidit del
proprio successo.

1
Il tempo denaro. (N.d.T.)
CAPITOLO II
UN APPALTO DAVVERO PUBBLICO
LA MATTINA del giorno seguente, 26 aprile, prima cura di Robert
fu quella di rivedere il manifesto che il giorno precedente era servito
di tramite alla Provvidenza. A dire il vero quel pellegrinaggio gli era
certamente dovuto
Ritrov facilmente la via, il lungo muro nero e il punto preciso in
cui aveva sguazzato sotto l'acquazzone, ma non fu facile scoprire il
manifesto Il suo formato non era cambiato, ma esso era
irriconoscibile. I suoi colori, ieri tenui ora erano esasperati. Il fondo
grigiastro era diventato azzurro crudo le lettere nere avevano invece
un colore scarlatto L'Agenzia Baker lo aveva indubbiamente
ristampato poich lassunzione di Robert aveva reso ormai inutile
l'appello ai ciceroni-interpreti disoccupati.
Per esserne certo, Robert fece correre lo sguardo in fondo al
manifesto ebbe un sussulto.
La frase finale risultava cambiata, infatti: ora annunciava che un
cicerone-interprete che parlava tutte le lingue avrebbe partecipato
alla gita.
Tutte le lingue! esclam Robert. Ma io non l'ho mai
detto! L'espressione tumultuosa del suo scontento fu interrotta da una
scoperta
improvvisa. Nel portarsi sulla parte superiore del manifesto i suoi
occhi avevano scorto la denominazione dell'agenzia nella quale il
nome di Baker non appariva pi.
Agenzia Thompson & C, lesse Robert, stupito, comprendendo
che la nuova frase riguardante l'interprete non concerneva lui.
Non ebbe difficolt a scoprire la chiave dell'enigma. Se l'enigma
si era presentato per un solo istante era dovuto soprattutto ai colori
vistosi scelti da Thompson, i quali attiravano irresistibilmente lo
sguardo a spese di ci che era loro vicino. Accanto al nuovo
manifesto, quasi toccandolo, quello di Baker c'era sempre.
Bene! disse Robert a se stesso, tornando a guardare il
vistoso manifesto. Ma come mai ieri non l'ho visto? Se ci sono
due manifesti, significa che vi saranno due viaggi?
Un rapido confronto lo convinse. Fatta eccezione per il nome
dell'agenzia, della nave e del capitano, i due manifesti erano identici:
il magnifico piroscafo The Seamew sostituiva il magnifico piroscafo
The Traveller,
2
e l'ottimo capitano Pip succedeva al valente capitano
Mathews, ecco tutto. Per il resto essi si plagiavano reciprocamente,
parola per parola.
Si trattava dunque di due viaggi, organizzati da due diverse
agenzie.
La faccenda strana pens Robert, vagamente inquieto pur
senza saperne il motivo.
La sua inquietudine crebbe quando not un quarto e ultimo
cambiamento. Baker & C. esigevano dai loro passeggeri 78 sterline,
l'Agenzia Thompson & C. si limitava a chiederne 76. Il lieve ribasso
di due sterline non sarebbe stato sufficiente, agli occhi di tanta gente,
a far pendere la bilancia dalla sua parte? Come si vede, Robert
sposava gi la causa dei suoi datori di lavoro.
La sposava a tal punto che, preoccupato, nel corso del pomeriggio
pass ancora una volta dinanzi ai due manifesti. Ci che vide lo
tranquillizz. Baker accettava la lotta.
Il suo manifesto dai colori tenui era stato sostituito da un altro, pi
vistoso di quello dell'agenzia concorrente. Per quanto riguardava il
prezzo, Thompson era non soltanto raggiunto ma superato. Baker
ormai faceva sapere urbi et orbi
3
che offriva il viaggio ai tre
arcipelaghi per 75 sterline, e cio per 1875 franchi!
Robert and a dormire con animo tranquillo. Ma tutto non era
terminato: Thompson & C. non avrebbero risposto ribassando
ulteriormente la loro tariffa?

2
Rispettivamente: lI Gabbiano e Il Viaggiatore. (N.d.T.)
3
Alla citt e al mondo. (N.d.T.)
Il giorno dopo egli not che i suoi timori erano fondati. Sin dalle 7
del mattino, uno striscione bianco attraversava il manifesto di
Thompson; sullo striscione erano scritte queste parole:

PREZZO DEL VIAGGIO OGNI SPESA COMPRESA
STERLINE 74.

Il nuovo ribasso, per, non era motivo di troppa preoccupazione;
poich aveva accettato la lotta, Baker avrebbe certamente continuato
a difendersi. E infatti Robert, che ormai non perdeva pi d'occhio i
manifesti, vide durante la giornata gli striscioni bianchi susseguirsi e
ammucchiarsi gli uni sugli altri.
Alle 10,30, l'Agenzia Baker ridusse il prezzo a 73 sterline; a
mezzogiorno e un quarto, Thompson non ne richiese pi di 72;
all'1,40, Baker dava assicurazioni che 71 sterline sarebbero state pi
che sufficienti. Alle 3 precise, Thompson dichiarava che 70 sterline
sarebbero bastate.
Divertiti da quella specie di asta alla rovescia, i passanti gi
cominciavano a interessarsi alla battaglia. Si fermavano qualche
istante, davano un'occhiata, sorridevano e poi proseguivano per la
loro strada.
La battaglia, nella quale botta e risposta si equilibravano,
continuava. Il giorno ebbe termine con la vittoria dell'Agenzia Baker,
le cui pretese ora non superavano le 67 sterline, pari a 1675 franchi.
I giornali dell'indomani si occuparono della faccenda e la
giudicarono in vario modo. Il Times, fra gli altri, biasimava
l'Agenzia Thompson & C. di avere dichiarato quella guerra da
selvaggi. Il Pall Mall Gazette, per contro, e il Daily Chronicle
l'approvavano incondizionatamente. Alla fine, non era forse il
pubblico a trarre vantaggio dal ribasso della tariffa prodotto dalla
concorrenza?
Comunque sia, quella pubblicit sarebbe risultata assai utile
all'Agenzia che avesse ottenuto la vittoria finale. Ci apparve
evidente sin dal mattino del 28: i manifesti, quel giorno, non
cessarono dal richiamare l'attenzione di folti gruppi di persone che si
scambiavano battute allegre e scherzose.
La lotta intanto proseguiva pi accanita del giorno precedente.
Ora non passava pi nemmeno un'ora fra le due risposte e lo spessore
degli striscioni accumulatisi assumeva proporzioni considerevoli.
A mezzogiorno, l'Agenzia Baker pot fare colazione sulle sue
posizioni. Il viaggio si poteva allora effettuare, secondo i suoi calcoli,
mediante un esborso di 61 sterline (1525 franchi).
Bene! esclam un giovanissimo londinese dei sobborghi
orientali prenoter il mio posto quando scenderanno a una ghinea
(franchi 12.50). Prendete nota del mio indirizzo: Toby Laugher
Esquire! White Chapel, 175! aggiunse, gonfiando le gote.
Uno scoppio di risa percorse la folla. Persone meglio informate di
quel monello avrebbero potuto tuttavia, come lui, e a maggior
ragione, contare su un tale ribasso. Ne sarebbero state autorizzate da
fatti precedenti. Qualcosa del genere non era forse accaduto al tempo
della concorrenza accanita fattasi dalle ferrovie americane Lake-
Shore e Nickel-Plate? e soprattutto in occasione della guerra
scatenata dalle Trunk-Lines, nel corso della quale le compagnie
giunsero al punto di far pagare un solo dollaro per i 1700 chilometri
che separano New York da Saint-Louis?
Se l'Agenzia Baker aveva potuto fare colazione sulle sue
posizioni, l'Agenzia Thompson vi dorm sopra. Ma a quale prezzo! A
quell'ora, avrebbe potuto compiere il viaggio chi possedeva soltanto
56 sterline (1400 franchi).
Quando tale prezzo fu portato a conoscenza del pubblico, erano
appena le cinque. Baker avrebbe avuto perci il tempo di replicare;
ma non ne fece nulla; stanco della monotona lotta, si preparava forse
ad assestare al concorrente un colpo decisivo.
Tale fu almeno la supposizione di Robert, il quale cominciava ad
appassionarsi a quella gara di nuovo genere.
I fatti gli diedero ragione. La mattina del 29, giunse dinanzi ai
manifesti nel momento in cui gli attacchini dell'Agenzia Baker
incollavano un ultimo striscione. Lo sforzo, questa volta, risultava
notevole. Diminuito di colpo di 6 sterline (150 franchi), il prezzo si
riduceva a 50 sterline (1250 franchi). Thompson & C. sarebbero stati
evidentemente atterrati. Non sarebbe stato ragionevolmente possibile
ridurre ancora il prezzo di un solo scellino!
L'intera giornata trascorse, infatti, senza che essi si facessero vivi.
Robert ritenne che la partita fosse stata vinta.
Ma il 30 lo attendeva un amaro risveglio. Nel corso della notte i
manifesti dell'Agenzia Thompson erano stati strappati: altri li
avevano sostituiti, dai colori cos violenti da accecare il sole. Su tali
manifesti, di grandissimo formato, si leggeva a caratteri di scatola:

PREZZO DEL PERCORSO COMPRENSIVO DI OGNI SPESA
40 STERLINE.

Se Baker aveva sperato di atterrare Thompson, quest'ultimo aveva
voluto schiacciare Baker. E vi era riuscito anche troppo!
Mille franchi per un viaggio di 37 giorni; circa 27 franchi al
giorno! Era quello un minimo che non sembrava possibile superare.
E tale fu verosimilmente il parere dell'Agenzia Baker: la giornata
trascorse, infatti, senza che essa desse segno di vita.
Robert, tuttavia, sperava ancora. Voleva credere, per il giorno
seguente, in una di quelle manovre assassine, dette dell'ultima ora.
Una lettera ricevuta alla sera gli tolse ogni illusione.
Senza fornirgli alcuna spiegazione gli veniva fissato un incontro
per il giorno seguente, 1 maggio, alle 9 del mattino. Dopo i fatti a
lui noti, non aveva motivo di temere qualcosa da quella
convocazione?
superfluo dire che fu puntuale all'appuntamento.
Ho ricevuto questa lettera cominci a dire, rivolgendosi
al vicedirettore che lo riceveva per la seconda volta.
Quest'ultimo lo interruppe: non amava le parole inutili.
D'accordo! D'accordo! Volevo soltanto informarvi che
abbiamo rinunciato alla gita ai tre arcipelaghi.
Bah! disse Robert, stupito della calma con la quale la
notizia gli veniva annunciata.
Se avete visto i manifesti
Li ho visti disse Robert.
In tal caso avrete capito che non ci possibile persistere su
quella via. Al prezzo di 40 sterline il viaggio diventa un imbroglio
per l'agenzia o per i viaggiatori; forse per tutti e due. Per avere il
coraggio di proporlo a quelle condizioni occorre essere un burlone o
uno stupido. Non c' via di mezzo!
E l'Agenzia Thompson? insinu Robert.
L'Agenzia Thompson disse il vicedirettore con tono reciso
diretta da un burlone che commette sciocchezze o da uno
sciocco che fa delle burle. A scelta.
Robert si mise a ridere.
E i vostri viaggiatori? disse.
La posta ha gi restituito loro gli anticipi, raddoppiati a titolo
di giusto indennizzo; ed proprio per intenderci riguardo al vostro
indennizzo che vi ho pregato di venire qui, stamane.
Ma Robert non voleva indennizzo. Essere pagato per un lavoro
eseguito cosa pi che giusta; speculare in qualche modo sulle
difficolt incontrate dalla societ che lo aveva assunto, non gli
sembrava opportuno.
Benissimo! approv il suo interlocutore, senza insistere
minimamente. Del resto, posso in cambio darvi un buon
consiglio.
Quale?
Presentatevi all'Agenzia Thompson & C. e chiedete di
occupare il posto al quale eravate destinato presso di noi. Vi
autorizzo a presentarvi a nome nostro!
Troppo tardi! rispose Robert. Il posto gi occupato.
Di gi? Come fate a saperlo?
Lo so dai manifesti. L'Agenzia Thompson annuncia un
interprete con il quale non potrei certamente competere.
Allora soltanto dai manifesti che
Soltanto dai manifesti.
In tal caso concluse il vicedirettore alzandosi provate
ugualmente, credetemi.
Robert si ritrov in strada, molto scoraggiato. Il posto, appena
ottenuto, era venuto meno ed eccolo nuovamente sul lastrico. A che
cosa sarebbe servito seguire il consiglio dell'Agenzia Baker? Quale
probabilit poteva esservi che il posto fosse disponibile? D'altra parte
non era suo dovere tentare la fortuna sino all'ultimo?
Nell' incertezza egli si lasciava guidare dal caso. Ma il cielo lo
aveva certamente preso sotto la sua protezione, perch, nel momento
in cui un vicino orologio sonava le 10, egli si ritrov senza saperlo
dinanzi agli uffici dell'Agenzia Thompson & C.
Spinse la porta con gesto distratto e si ritrov di colpo in un vasto
e lussuoso salone, in mezzo al quale una fila di sportelli era disposta
in semicerchio. Ce n'erano almeno una quindicina. Uno di essi, che
peraltro era il solo aperto, permetteva di scorgere un impiegato
assorto nel suo lavoro.
Nello spazio riservato al pubblico, un uomo che stava leggendo e
annotando un manifestino passeggiava in lungo e in largo. Se la
mano armata di matita aveva tre anelli uno al mignolo e due
all'anulare quella che reggeva il volantino ne aveva quattro. Di
media statura, piuttosto pingue, il personaggio si muoveva
vivacemente, agitando una catena d'oro i cui numerosi ciondoli
tintinnavano sulla pancia un po' prominente. A volte chinava il capo
sul foglio, a volte lo sollevava verso il soffitto quasi per cercarvi
ispirazione. Ogni suo gesto era esuberante. Apparteneva con ogni
evidenza al tipo di persona sempre agitata e sempre in movimento,
per la quale l'esistenza normale soltanto se arricchita da sempre
nuove emozioni e da inestricabili difficolt.
La cosa pi sorprendente era che egli fosse inglese. Dalla sua
pinguedine, dal colore acceso della pelle, dai baffi neri come
l'inchiostro, dall'aspetto generale della sua persona sempre sotto
pressione si sarebbe giurato che egli fosse uno di quegli italiani che
hanno l'eccellenza assai facile. Il particolare avrebbe confermato
questa impressione dell'insieme: occhi ridenti, naso all'ins, fronte
sfuggente sotto un'oscura chioma ricciuta; ogni cosa rivelava una
furberia un po' volgare.
Nel vedere Robert l'uomo interruppe il suo andare avanti e
indietro e la sua lettura; gli corse incontro, profondendosi in saluti
con eccessiva amabilit e poi, atteggiando la bocca a forma di cuore,
disse:
Avremmo il piacere, signore, di potervi essere utili? Robert
non ebbe il tempo di rispondere. L'altro prosegu:
Si tratta, senza dubbio, della nostra gita ai tre arcipelaghi?
Proprio di ci disse Robert ma Fu nuovamente
interrotto.
Viaggio magnifico! Stupendo! esclam il suo interlocutore.
Che noi abbiamo portato ai limiti estremi del buon mercato! Ecco,
signore, guardate questa carta geografica ne indicava una appesa
alla parete ed esaminate il percorso che sar da noi seguito.
Ebbene! Noi offriamo tutto ci per quanto? Per 200 sterline? Per
150? Per 100? No, signore, per la ridicola somma di 40 sterline, ogni
spesa compresa. Vitto di prima scelta, signore; piroscafo e camere
comodi; vetture e cavalcature per le gite; soggiorni a terra in alberghi
di prim'ordine!
Egli recitava il suo prospetto.
Robert cerc inutilmente di fermare quel fiume di parole. Ma
provate a fermare un treno rapido lanciato a tutta velocit, se vi
riesce!
S, lo so Avete appreso questi particolari dai manifesti.
Allora saprete anche della lotta che abbiamo sostenuto. Lotta
gloriosa, signore, oso dirlo!
Quella eloquenza avrebbe potuto fluire per pi ore: spazientito,
Robert vi mise ordine.
Il signor Thompson, per favore? chiese seccamente.
Vi sta dinanzi, per servirvi rispose il prolisso interlocutore.
Vorreste dirmi riprese Robert se risponde al vero che
avete, come mi stato detto, un interprete per questo viaggio?
Ne dubitate? esclam Thompson. Un tale viaggio
sarebbe forse possibile senza interprete? Ne abbiamo uno,
certamente, straordinario, al quale sono familiari tutte le lingue,
senza eccezione.
Allora disse Robert non mi rimane che pregarvi di
accettare le mie scuse.
Che cosa volete dire? chiese Thompson, sconcertato.
Ero venuto per proporre me stesso per tale impiego. Poich il
posto occupato
Robert salut cortesemente e si diresse verso la porta. Non riusc a
raggiungerla; Thompson si era precipitato dietro di lui, dicendo:
Ah! era per questo? Diamine, bisogna spiegarsi! Che diavolo
d'uomo siete! Vediamo, abbiate la cortesia di seguirmi.
A che serve? disse Robert. Thompson insistette.
Ma s, ma s, venite!
Robert si lasci condurre al primo piano, in un ufficio il cui
arredamento, assai modesto, contrastava stranamente con il lusso un
po' pacchiano del pianterreno. Un tavolo di mogano privo di vernice
e sei sedie di paglia costituivano il mobilio dell'ufficio: non c'era
altro.
Thompson si sedette e invit Robert a fare altrettanto.
Ora che siamo soli disse vi confesser apertamente che
non abbiamo l'interprete.
Eppure fece osservare Robert cinque minuti fa
Oh! cinque minuti fa credevo che foste un cliente!
E si mise a ridere con cos sincera spontaneit che Robert non
pot fare a meno di condividere la sua ilarit. Thompson prosegu:
Il posto libero, dunque. Ma, prima di tutto, avete qualche
attestato?
Ritengo che non ne avrete bisogno rispose Robert
quando saprete che, ancora un'ora fa, facevo parte dell'Agenzia
Baker & C.
Provenite dall'Agenzia Baker! esclam Thompson.
Robert dovette raccontargli minuziosamente come le cose si erano
svolte.
Thompson era esultante; portare via alla compagnia rivale persino
l'interprete: era il colmo! Rideva, battendosi l'anca; poi si alzava e
tornava a sedersi: non stava pi nella pelle e non faceva che
esclamare: Magnifico! Perfetto! Diabolicamente buffo!
Quando si fu un po' calmato disse:
Allora affare fatto, caro signore. Ma, ditemi, che cosa
facevate prima di far parte dell'agenzia del povero Baker?
Facevo il professore rispose Robert. Insegnavo la mia
lingua materna.
Che chiese Thompson.
Il francese.
Bene! approv Thompson. Sapete altre lingue?
Diamine! rispose Robert, ridendo. Non le so tutte, come
il vostro famoso interprete; ma, oltre il francese, conosco l'inglese,
come potete vedere, lo spagnolo e il portoghese. Ecco tutto.
Magnifico! esclam Thompson che, da parte sua, conosceva
soltanto l'inglese, e neppure benissimo.
Se ci vi sufficiente, tanto meglio disse Robert.
Thompson prosegu:
Ora parliamo un po' della paga. Sarebbe indiscreto chiedervi
che cosa guadagnavate da Baker?
Affatto rispose Robert. Mi era stata assicurata la somma
di 300 franchi, netta di qualsiasi spesa.
Thompson si mostr subito distratto.
Si mormor 300 franchi non sono troppi. Si alz.
Non troppo, effettivamente disse con energia.
Torn a sedersi e si immerse nella contemplazione di un suo
anello.
Tuttavia, per noi che abbiamo ridotto il prezzo della gita fino al
limite della massima convenienza, al limite massimo, capite?, forse
sarebbe un po' troppo.
Dovrei accettare una riduzione, forse? chiese Robert.
S, forse! sbuff Thompson. Una riduzione una
piccola riduzione.
Di quanto? insistette Robert, irritato.
Thompson si alz e cominci ad andare su e gi per la stanza:
Caro signore, mi rimetto a voi: avete assistito alla lotta
ingaggiata contro quei dannati Baker
Cos che? interruppe Robert.
Cos che abbiamo concesso alla fine un ribasso del cinquanta
per cento sul prezzo iniziale. Non vero, caro signore? Tutto ci non
esatto come due e due fanno quattro? Ebbene! per permetterci di
compiere tale sacrificio, abbiamo bisogno dell'aiuto dei nostri
collaboratori, che essi si lascino trascinare dal nostro esempio, che ci
imitino
E che riducano le loro pretese del cinquanta per cento disse
Robert, mentre il suo interlocutore faceva un gesto di approvazione.
Robert fece una smorfia. Fu allora che Thompson, piantandosi
dinanzi a lui, lasci traboccare la sua eloquenza.
Occorreva sapersi sacrificare alla causa dell'interesse generale.
Non era forse quella una causa di primaria importanza? Ridurre a
quasi nulla il costo dei viaggi di piacere un tempo cos cari, rendere
accessibili ai molti le gioie un tempo riservate a pochi privilegiati!
Era una questione di alta filantropia, diamine!, dinanzi alla quale un
cuore ben disposto non poteva rimanere indifferente.
Indifferente Robert lo era, senz'altro, a quell'abbondanza di parole.
Rifletteva, e se ammain la sua bandiera lo fece di sua spontanea
volont.
Stabilito l'accordo e accettati i 150 franchi, Thompson sigill
l'intesa con fervide strette di mano.
Robert torn a casa abbastanza soddisfatto. I suoi emolumenti
erano stati ridotti, ma il viaggio appariva ugualmente piacevole e, a
conti fatti, sempre vantaggioso per un uomo in una situazione cos
precaria come la sua. C'era da temere una sola cosa: che non venisse
fuori una terza agenzia concorrente e, dopo quella, una quarta, e via
di seguito. Non c'era motivo perch ci non dovesse continuare.
In tal caso, a quale cifra irrisoria avrebbero corso il rischio di
ridursi gli emolumenti del cicerone-interprete?
CAPITOLO III
NELLA NEBBIA
PER FORTUNA, nulla di ci doveva capitare. Il 10 maggio spunt
all'ora solita, senza che nuovi avvenimenti fossero accaduti.
Quel giorno, quando Robert s'imbarc, la nave era stata appena
ormeggiata con la prua verso il largo al pontile dal quale, alla sera,
sarebbe partita. Robert aveva voluto raggiungere il suo posto di
buon'ora; ma nel mettere piede a bordo comprese subito l'inutilit di
quell'eccesso di zelo: nessun viaggiatore si era ancora presentato.
Robert conosceva gi il numero della sua cabina: era il 17. Non
appena il suo modesto bagaglio vi fu trasportato, libero dei suoi
movimenti, si guard intorno.
Un uomo dal berretto con tre galloni il capitano Pip
evidentemente passeggiava sul ponte di comando, da sinistra a
destra, masticando a volte i baffi grigi e a volte il sigaro. Di piccola
statura, con le gambe arcuate come quelle del bassotto, aspetto rude
ma simpatico, era il tipo perfetto del lupus maritimus, o quanto meno
di una delle numerose variet di questa specie della fauna umana. Sul
ponte, alcuni marinai mettevano riparo al disordine prodotto
dall'accostamento alla banchina. Essi raccoglievano i canapi in
duglie e li preparavano per la partenza.
Terminato quel lavoro, il capitano discese dal ponte e spar nella
sua cabina. Il secondo lo imit immediatamente, mentre l'equipaggio
si calava gi dal boccaporto di prua. Presso il barcarizzo rimase
soltanto il tenente che aveva accolto Robert al suo arrivo. Il silenzio
regn allora sulla nave deserta.
Non avendo nulla da fare Robert inizi, per ammazzare il tempo,
la visita della nave.
A prua, equipaggio e cucina e, sotto, una stiva per ancore, catene e
cordame vario. Al centro, le macchine, la poppa essendo riservata ai
passeggeri.
Nell'interponte, fra le macchine e il coronamento, si allineavano
sessanta o settanta cabine. Quella di Robert, abbastanza ampia,
faceva parte di esse e non era n migliore n peggiore delle altre.
Sotto quelle cabine regnava il maestro di casa nel suo impero: la
cambusa. Al disopra, fra il ponte propriamente detto e il falso ponte
superiore detto spardeck, c'era il salone da pranzo, molto ampio e
abbastanza lussuosamente arredato. Una lunga tavola, attraversata
dall'albero di mezzana, l'occupava quasi completamente al centro di
un ovale di divani che lo ammobiliavano.
Quel salone, rischiarato dalle numerose finestre che davano sulla
corsia che lo circondava, terminava in un corridoio fatto a croce nel
quale aveva inizio la scala che conduceva alle cabine. Il ramo
trasversale del corridoio dava, da entrambe le parti, sulla corsia
esterna. Il ramo longitudinale, invece, prima di finire sul ponte
separava e disimpegnava la sala dei fumatori e, di fronte, la sala di
lettura; poi, a dritta, la vasta cabina del capitano e, a sinistra, quelle
pi piccole del secondo e del tenente. Questi ufficiali erano in tal
modo nella possibilit di esercitare la loro sorveglianza fino al
castello di prua.
Terminata l'ispezione, Robert sal sullo spardeck nel momento in
cui un lontano orologio sonava le 5.
L'aspetto delle cose si era nel frattempo spiacevolmente mutato.
La nebbia, anche se poco fitta, minacciava di oscurare l'atmosfera.
Sulla banchina, gi le linee delle case si facevano meno precise, i
gesti della folla degli scaricatori sembravano indecisi: persino le
estremit dei due alberi della nave s'intravedevano vagamente.
Il silenzio continuava a gravare sulla nave; soltanto il fumaiuolo
rivelava il suo travaglio interiore vomitando nuvole di fumo nero.
Robert sedette sopra una panca, sulla parte anteriore dello
spardeck, poi appoggi i gomiti sulla battagliola e attese, guardando.
Quasi subito giunse Thompson; rivolse a Robert un amichevole
cenno di saluto e cominci a fare i cento passi, lanciando verso il
cielo sguardi inquieti.
La nebbia continuava a diventare pi fitta sino a rendere incerta la
partenza. Ora le case non si vedevano pi e le banchine erano solcate
da ombre. Dalla parte del fiume, gli alberi delle navi pi vicine
rigavano la nebbia di linee indecise; le acque del Tamigi scorrevano,
silenziose e invisibili, celate da vapori giallastri. L'umidit
impregnava ogni cosa; si respirava acqua.
All'improvviso Robert rabbrivid e si rese conto di essere bagnato.
Scese nella sua cabina, indoss un impermeabile e torn al suo posto
di osservazione.
Verso le 6, dal corridoio centrale sbucarono, forme incerte,
quattro domestici, i quali si raggrupparono dinanzi alla camera del
secondo, ove sedettero su una panca spiando l'arrivo dei futuri
padroni.
Soltanto alle 6,30 si present il primo partecipante alla gita. Cos
suppose Robert nel vedere Thompson affrettarsi, subito inghiottito
dalla nebbia. I domestici si agitarono immediatamente; si alz un
rumore di voci e alcune forme vaghe passarono ai piedi dello
spardeck.
Come se quel primo partecipante avesse dato il segnale, a partire
da quel momento la sfilata dei viaggiatori non ebbe pi tregua e
Thompson fece continuamente la spola fra il corridoio del salone e il
barcarizzo. Dietro di lui venivano i turisti: uomini, donne, bambini?
Sarebbe stato difficile dirlo. Passavano e sparivano, come fantasmi di
cui Robert non riusciva a distinguere il viso.
Ma non sarebbe stato suo dovere essere accanto a Thompson,
prestargli il suo aiuto, e dare inizio sin da quel momento alla sua
parte di interprete? Non ne aveva il coraggio; una tristezza profonda,
come un malessere improvviso e terribile gli aveva raggelato il
cuore. La causa? Non avrebbe saputo spiegarla; del resto, non
pensava neppure a cercarla.
Era la nebbia, senza dubbio, che paralizzava la sua anima. Quella
nube opaca lo soffocava, lo chiudeva come fra le pareti di una
prigione.
Rimaneva immobile, sgomento di solitudine, mentre dal ponte,
dalle banchine, da Londra tutta giungeva fino a lui, come in sogno,
l'incessante fremito della vita dell'universo, della vita di esseri
invisibili con i quali non aveva e non avrebbe mai avuto nulla in
comune.
La nave nel frattempo si era destata: le cappe del salone brillavano
nella nebbia. Il ponte si riempiva a poco a poco di rumori; alcune
persone chiedevano della loro cabina, ma non era possibile vederle.
Anche i marinai che passavano si distinguevano appena.
Alle 7, qualcuno nella coffee-room chiese un grog, ad altissima
voce. Pochi istanti dopo, rompendo un breve momento di silenzio,
una voce secca e altezzosa si fece udire chiaramente dal ponte:
Credevo di avervi gi pregato di fare attenzione!
Robert si sporse; vide un'ombra lunga e sottile e, dietro di essa,
altre due ombre appena visibili: forse di donne.
Proprio in quel momento la nebbia si squarci, smossa per un
attimo da un gruppo pi numeroso di persone. Robert vide con
certezza tre donne e un uomo che venivano avanti rapidamente,
scortati da Thompson e da quattro marinai carichi di valigie.
Si sporse un po' di pi. Ma la cortina di nebbia gi si ricostituiva,
spessa e impenetrabile. Le sconosciute scomparvero e rimasero
sconosciute.
Con la met del corpo al di l della battagliola Robert guardava ad
occhi spalancati quell'ombra. Non c'era una sola persona, fra tutta
quella gente, per la quale egli fosse qualche cosa!
Domani, che cosa sarebbe stato egli per loro? Una specie di
factotum, quasi un domestico temporaneo. Colui che stabilisce il
prezzo con il cocchiere e non paga la vettura. Colui che fissa la
camera e non la occupa; che discute con l'albergatore e reclama per i
pasti. In quell'istante egli rimpianse amaramente la sua decisione e il
cuore gli si colm di amarezza.
La notte che calava aggiungeva la sua tristezza a quella della
nebbia. I fuochi delle navi rimanevano invisibili, cos come le luci di
Londra. Nell'ovatta umida dell'atmosfera appesantita si smorzava
persino il rumore della citt immensa che sembrava scivolare verso il
sonno.
A un tratto, vicino al barcarizzo, una voce grid nell'ombra:
Abel!
Un'altra voce chiam, a sua volta, e successivamente altre due
voci ripeterono:
Abel! Abel! Abel!
Segu un mormorio. Le quattro voci si unirono in esclamazioni
angosciose e in grida di ansiet.
Un uomo robusto pass di corsa, quasi sfiorando Robert.
Chiamava:
Abel! Abel!
Il tono desolato della sua voce era nello stesso tempo cos comico,
traduceva cos chiaramente tanta grossolana scempiaggine, che
Robert non pot fare a meno di sorridere. Quell'uomo robusto faceva
parte, anche lui, del gruppo dei suoi nuovi padroni.
Poi, ogni cosa torn alla calma. Un grido di ragazzo e alcuni
singhiozzi convulsi; infine la voce dell'uomo robusto riprese a dire:
Eccolo! L'ho preso!
Il brontolio generale e confuso ricominci, in misura ridotta.
L'affluenza dei viaggiatori rallentava. Poi cess. Per ultimo,
Thompson apparve un attimo nella luce del corridoio per sparire
subito dietro la porta del salone. Robert rimase al suo posto. Nessuno
chiedeva di lui. Nessuno si occupava di lui.
Alle 7,30 alcuni marinai erano montati sulle prime griselle
dell'albero di maestra e, sul paterazzo dell'albero di poppa, avevano
fissato i fuochi di posizione, uno verde a destra e uno rosso a sinistra.
A prua, il fuoco bianco dei piroscafi era senza dubbio issato sullo
straglio, ma non era possibile scorgerlo. Ogni cosa era pronta per la
partenza se la nebbia, persistendo, non l'avesse resa impossibile.
Ma non doveva essere cos.
Alle 7,50 un vento frizzante soffi in brevi raffiche. La nebbia si
condens. Una pioggia sottile e gelata stemper la nebbia. In
brevissimo tempo l'atmosfera si schiar. Alcuni fuochi riapparvero,
offuscati, velati ma visibili.
Subito un uomo fece la sua apparizione sul ponte. Un gallone
dorato scintill. Alcuni gradini scricchiolarono. Il capitano montava
sulla passerella.
Nella notte, la sua voce giunse da lass:
Tutti sul ponte per salpare!
Scalpiccio di passi: i marinai vanno al loro posto di manovra. Due
di essi, quasi ai piedi di Robert, sono pronti a mollare al primo
segnale un cavo da tonneggio ivi ormeggiato.
La voce chiede:
La macchina in ordine?
Un brontolio fa tremare la nave, il vapore si spande gradatamente,
l'elica compie alcuni giri, poi giunge una risposta sorda, lontana:
Pronti!
Il capitano grida nuovamente:
Molla a destra, a prua!
Molla a destra, a prua! ripete il secondo, invisibile, dal suo
posto, alle gru.
Una corda frusta l'acqua con fracasso. Il capitano ordina:
Un giro all'indietro!
Un giro all'indietro! si risponde dalla macchina.
Op!
Torna il silenzio.
Molla a destra, all'indietro! Avanti, lentamente!
La nave scossa da un fremito. La macchina si mette in
movimento. Ma ci si ferma subito e il canotto rientra a bordo dopo
avere mollato le estremit degli ormeggi rimasti a terra. Si riprende
subito la marcia.
Issare il canotto! grida la voce del secondo.
Un rumore confuso di carrucole che cigolano sul ponte, poi i
marinai, per dare ritmo ai loro sforzi, intonano a mezza voce una
canzone:

Vi sono due ragazze, non c' nulla di pi bello!
Goth boy fallo! Goth boy fallo!
Vi sono due ragazze, non c' nulla di pi bello!
Urr, per il Messicoooo!

Un po' pi in fretta! ordina il capitano.
Un po' pi in fretta! ripete il macchinista.
Sono state gi sorpassate le ultime navi ormeggiate nel fiume. La
via si fa libera.
In marcia! ordina il capitano.
In marcia! ripete l'eco dalle profondit della nave.
L'elica gira pi in fretta. L'acqua ribolle. Il battello prende
l'abbrivo. Partiti!
Robert appoggi allora il capo sul braccio disteso. La pioggia
continuava a cadere, ma egli non vi prestava attenzione, immerso
com'era nella tristezza sempre crescente.
Il passato tornava a vivere nel suo cuore. La madre appena
conosciuta, il collegio in cui si era ritenuto felice, suo padre,
ahim! Poi la catastrofe che aveva sconvolto profondamente la sua
esistenza. Chi avrebbe potuto predirgli allora che un giorno si
sarebbe ritrovato solo, senza amici e senza mezzi, trasformato in
interprete, partito per un viaggio del quale quella lugubre partenza
nella nebbia, nel buio e nella pioggia, era forse di presagio alla
conclusione?
Per quanto tempo si sarebbe abbandonato a quella tristezza? Un
tumulto lo rimise in piedi. Grida, rimproveri, parolacce. Grossi
stivali martellavano il ponte. Poi un pauroso stridore di ferro contro
ferro, e una massa enorme apparve a sinistra, per sparire subito nella
notte.
Visi sgomenti si mostrarono alle finestre e il ponte cominci a
riempirsi di passeggeri terrorizzati. Ma la voce del capitano si fece
udire, tranquillizzante: non era nulla.
Per questa volta disse Robert a se stesso, risalendo sullo
spardeck, mentre il ponte tornava ad essere deserto.
Il tempo cambiava nuovamente. La pioggia, la cui violenza si era
a poco a poco accresciuta, cess di colpo.
Fu come un cambiamento improvviso. La nebbia spar con un
gran colpo d'ala, le stelle si accesero in cielo, le rive basse del fiume
si fecero percettibili. Robert guard l'orologio. Erano le 9,15.
Le luci di Greenwich erano sparite da un pezzo nella lontananza.
A poppa, a sinistra, quelle di Woolwich erano ancora visibili:
all'orizzonte spuntava il faro di Stonemess. Lasciatosi presto a poppa
questo faro, apparve quello di Broadness. Alle 10, la nave passava
dinanzi ai fari di Tilburyness e, venti minuti dopo, aveva doppiato la
punta Coalhouse.
Robert si accorse allora che lo spardeck aveva un secondo ospite.
A una decina di passi da lui una sigaretta accesa bucava l'oscurit
della notte. Continu a passeggiare, con indifferenza; poi, senza
volerlo, si avvicin alla cappa illuminata del grande salone. Vi
regnava il silenzio. Ogni viaggiatore aveva raggiunto la propria
cabina: il salone era vuoto.
Soltanto una viaggiatrice, quasi di fronte a Robert, leggeva
semisdraiata sopra un divano. Egli pot guardarla a lungo, scrutarne
minuziosamente i tratti delicati del viso vivamente rischiarati, i
capelli biondi, gli occhi neri, la vita sottile, il piedino che la gonna
elegante lasciava scoperto. Ammir la grazia dell'atteggiamento, la
bellezza della mano che voltava le pagine del libro. A ragion veduta
giudic la viaggiatrice affascinante e, per qualche tempo, rimase a
contemplarla.
Ma l'uomo che fumava fece un movimento, toss e batt il piede.
Vergognandosi della propria indiscrezione Robert si allontan dalla
cappa e ricominci a passeggiare.
Le luci continuavano a sfilare. Alle 11,10, si pass dinanzi alla
stazione dei segnali. Lontano lampeggiavano ora quelli del Nore e
del Great-Nore, sentinelle sperdute dell'oceano.
Robert decise di andare a riposare. Lasci lo spardeck, discese la
scala delle cabine e si cacci nel corridoio. Era soprappensiero,
indifferente a ci che lo circondava.
A che cosa pensava? Proseguiva il triste monologo di prima?
oppure il suo pensiero andava al grazioso quadretto che aveva poco
prima ammirato? Finiscono assai presto, a volte, le tristezze di un
uomo di ventotto anni!
Torn in se stesso non appena pose la mano sulla porta della sua
cabina. Si accorse allora che non era solo.
Altre due porte si aprivano nello stesso istante. Nella cabina
accanto alla sua entrava una donna; in quella successiva, un
viaggiatore. I due passeggeri si salutarono familiarmente, poi la
vicina di Robert si volse, lanci verso di lui uno sguardo di curiosit,
e prima che ella fosse scomparsa egli riconobbe in lei la visione del
salone.
Spinse la porta a sua volta.
Mentre la chiudeva alle sue spalle, la nave si sollev con un
gemito e poi ricadde con grande strepito di schiuma. Nell'istante in
cui giungeva la prima ondata il primo respiro del mare fischi sul
ponte attraverso l'attrezzatura.
CAPITOLO IV
PRIMI CONTATTI
ALL'ALBA la terra era sparita; nel cielo sgombro di nuvole la luce
del sole si diffondeva liberamente sul cerchio immenso del mare. Il
tempo era magnifico e la nave, come se avesse condiviso l'ebbrezza
generale della natura, avanzava allegramente, frangendo in
amichevole lotta le brevi e aspre ondate che la fresca brezza di nord-
ovest spingeva contro di essa.
Quando il timoniere batt il quarto delle 6, il capitano Pip scese
dalla passerella, dove era rimasto tutta la notte, e affid il comando al
secondo.
Prua a ovest, signor Fliship disse.
Benissimo, capitano rispose il secondo, il quale, salendo a
sua volta sulla passerella, ordin:
Quelli di guardia a sinistra lavino il ponte!
Il capitano, nel frattempo, invece di rientrare direttamente nella
sua cabina aveva iniziato il giro della nave posando dappertutto lo
sguardo sicuro e tranquillo.
And fino al castello di prua e l, sporgendosi oltre la ruota,
guard la nave sollevarsi sulle onde. Torn a poppa ed esamin a
lungo la scia. Da poppa raggiunse le cappe delle macchine e con aria
inquieta, ascolt il brontolio combattivo delle bielle e dei pistoni in
movimento.
Stava per allontanarsi quando un berretto gallonato spunt fuori
dall'apertura spalancata. Il signor Bishop, primo macchinista, veniva
sul ponte ad aspirare la fresca brezza del mattino.
I due ufficiali si strinsero la mano. Poi rimasero l'uno di fronte
all'altro, in silenzio, mentre il capitano volgeva uno sguardo
interrogativo verso le profondit dove le macchine lavoravano con
fracasso.
Il signor Bishop comprese quella muta interrogazione.
S, comandante in effetti! disse con un sospiro.
Non disse altro, ma il capitano si ritenne sufficientemente
informato perch, senza insistere, si limit a scuotere il capo con
evidente insoddisfazione. Dopo di che i due ufficiali ripresero
insieme l'ispezione iniziata dal capitano.
Il loro giro durava ancora allorch Thompson usc, a sua volta, e
mont sullo spardeck.
Mentre egli vi giungeva da una parte, Robert vi giungeva
dall'altra.
Ah! disse il signor Thompson ecco il signor Morgand!
Signor professore, avete dormito bene? Siete contento della vostra
cabina? Bel tempo, non vero?
Robert aveva girato istintivamente il capo, ritenendo di vedere
dietro di s qualche passeggero della nave: il titolo di professore non
era stato rivolto evidentemente alla sua modesta persona.
Ma non ebbe il tempo di spiegarsi: Thompson si era bruscamente
interrotto; con improvvisa decisione fece a precipizio le scale e and
sul ponte.
Robert si guard intorno, senza per comprendere il motivo di
quella fuga improvvisa. Fatta eccezione per due passeggeri che vi
erano saliti in quel momento, lo spardeck era vuoto. Era stata dunque
la vista dei due passeggeri che aveva messo in fuga Thompson? Il
loro aspetto per non aveva nulla di terrificante; per originalit e
bizzarria era, invece, un'altra faccenda.
Se a conti fatti possibile ai francesi adottare un'altra nazionalit
senza suscitare oltre misura l'incredulit dei loro compatrioti
improvvisati, simile mutamento pi difficile agli inglesi. I figli di
Albione mostrano, di solito, segni troppo caratteristici della loro
razza perch ci si possa sbagliare, recandone nella loro persona
un'indelebile impronta.
Dei due passeggeri che ora si avvicinavano a Robert il primo
offriva un notevole esempio dell'esattezza di questa osservazione.
Non era possibile essere pi inglese. Avrebbe potuto essere un
inglese alto se l'altezza della statura fosse stato elemento sufficiente
per meritare quella qualifica. Magro, per il resto, in proporzione, allo
scopo senza dubbio di ristabilire l'equilibrio e non superare il peso
regolare al quale ha diritto l'uomo ben costituito.
Il lungo corpo poggiava su lunghe gambe, le quali terminavano
con lunghi piedi che poggiavano a loro volta perfettamente a terra,
della quale sembravano ad ogni passo prendere esclusivo possesso.
Ovunque si trovi, infatti, l'inglese non pianta forse, in un modo o
nell'altro, la bandiera del suo Paese?
Dall' aspetto generale il passeggero rassomigliava a un vecchio
albero, i cui rami erano rappresentati dalle articolazioni rugose che
ogni minimo movimento riempiva di cigolii e di scricchiolii simili a
quelli prodotti da una macchina poco lubrificata. Fisicamente, egli
mancava con certezza di sinvia, e forse, a giudicare dall'aspetto, ne
mancava anche moralmente.
Si era costretti ad ammetterlo quando dai piedi gli occhi risalivano
verso la sommit del capo. Si scorgeva dapprima il naso lungo e
sottile, dall'estremit aguzza. Ai due lati di quella cresta temibile, due
carboncini ardevano nel posto in cui di solito si trovano gli occhi; al
disotto, un taglio sottile, che soltanto la conoscenza delle leggi
naturali faceva riconoscere per una bocca, consentiva di credere a
qualche cattiveria. Faceva da cornice al quadro un'aureola di un bel
rosso, che cominciava dalla sommit del capo, con capelli
accuratamente lisciati e separati da una riga meravigliosamente
dritta, per continuare con le estremit interminabili di un paio di
favoriti nebulosi. Riga e favoriti, per poco che si capisse l'inglese, ne
rivelavano la rigidezza.
Quel viso, tutto sommato, era un seguito di bozze e di valli. Dio,
che aveva impastato l'uomo con le sue mani, evidentemente aveva
modellato quello con i pugni. Il risultato, quel miscuglio di furberia,
di malizia, di cattiveria, di asprezza non sarebbe apparso simpatico
se, per correggere l'insieme, la luce di un'anima serena e placida non
avesse rischiarato quei tratti montuosi come un terreno di origine
vulcanica.
Questo bizzarro gentiluomo era infatti di una calma
inimmaginabile. Non si arrabbiava mai, non si accalorava mai, non
alzava mai il tono della voce: la sua voce aveva una sola nota e,
come il basso continuo di certe pagine di musica, riconduceva
sempre nel giusto tono la discussione che stava per trascendere.
Quel signore non era solo. Egli conduceva, o meglio rimorchiava
una specie di fortezza ambulante, un uomo alto come lui, ma grasso e
grosso in proporzione: un colosso dall'aspetto possente e bonario.
I due passeggeri si avvicinarono a Robert Morgand.
E al professore Robert Morgand che abbiamo il piacere di
parlare? -chiese il primo. La sua voce era cos poco armoniosa da far
pensare che egli stesse masticando alcune pietruzze.
S, signore rispose Robert.
Cicerone-interprete a bordo di questa nave?
Proprio cos.
Ne sono lieto, signor professore disse con freddezza
glaciale il gentiluomo, arricciando la punta dei favoriti di un cos bel
rosso. Io sono il passeggero Saunders.
Robert salut con un lieve inchino.
Ora che ogni cosa in regola, permettetemi di presentarvi,
signor professore, il signor Van Piperboom di Rotterdam, la cui
apparizione mi parso abbia stranamente turbato il signor
Thompson, vostro amministratore.
Nell'udire il suo nome, il signor Van Piperboom fece una graziosa
riverenza.
Robert guard il suo interlocutore con un certo stupore.
Thompson era scappato via, infatti; ma perch mai sarebbe rimasto
turbato dall'apparizione di un suo passeggero? In particolare, perch
il signor Saunders riteneva opportuno rivelare quella strana
osservazione all'impiegato del detto Thompson?
Saunders non ne spieg il motivo. Il suo viso rimase grave e
freddo. Soltanto la lingua, mostrandosi appena fuori, avrebbe potuto
rivelare se Robert avesse conosciuto meglio quel gentiluomo
che, secondo lui, egli ne aveva detta una assai grave.
Il signor Van Piperboom prosegu conosce soltanto
l'olandese ed alla ricerca disperata di un interprete, come ho
appreso da questo biglietto di cui egli ha avuto la saggia precauzione
di munirsi.
E Saunders mostr un biglietto da visita sul quale Robert pot
leggere:

VAN PIPERBOOM
cerca un interprete
Rotterdam

Piperboom ritenne opportuno dover appoggiare la richiesta
espressa dal biglietto da visita; con voce flautata, che contrastava
stranamente con le sue dimensioni, infatti disse:
Inderdaad, mynheer, ik ken geen woord engelsch
4

Il signor Piperboom cade male, signore lo interruppe
Robert. Come voi, non conosco affatto l'olandese.
Il gigantesco passeggero tuttavia continuava:
ach zal ik dikwyls uw raad inwinnen op die reis.
5

E mise fine alla frase con un amabile saluto e un promettente
sorriso.
Come! non sapete l'olandese! Non si riferisce a voi, dunque,
ci che scritto qui? disse Saunders, tirando fuori dalle profondit
della tasca un foglio di carta e presentandolo a Robert.
Robert prese il foglio di carta. Era il programma del viaggio sul
quale erano state riprodotte le indicazioni del manifesto: in fondo alla
prima pagina appariva la menzione riguardante l'interprete,
modificata come segue:
Un professore dell'universit di Francia che parla tutte le lingue
ha voluto gentilmente mettersi a disposizione dei signori passeggeri
in qualit di cicerone-interprete.
Letto ci Robert sollev gli occhi su Saunders, li riabbass sul
foglio, poi li sollev nuovamente e guard intorno a s come se
avesse sperato di trovare sul ponte la spiegazione di un fatto che
sfuggiva alla sua comprensione. Scorse Thompson; chino sulla cappa
delle macchine, sembrava assorto nella contemplazione di bielle e
pistoni.

4
Davvero, signore, non so una sola parola d'inglese... (N.d.T.)
5
Voglio seguire spesso i vostri suggerimenti durante il viaggio. (N.d.T.)
Robert lasci Saunders e Piperboom e corse da lui; un po' troppo
vivacemente, forse, gli porse il malaugurato programma.
Ma Thompson si aspettava il colpo; Thompson era sempre pronto
a tutto.
Con gesto amichevole il suo braccio scivol sotto quello alzato di
Robert e senza forzarlo port via l'interprete scontento. Si sarebbe
potuto giurare che si trattava di due buoni amici che parlassero
pacatamente della pioggia e del bel tempo.
Robert non era per uomo da lasciarsi pagare con moneta del
genere.
Potreste darmi una spiegazione sulle affermazioni contenute in
questo programma? chiese bruscamente. Vi ho mai detto che
parlavo tutte le lingue?
Thompson sorrideva, garbatamente.
Ta! ta! ta! disse con dolcezza. Si tratta di affari, caro
signore.
Gli affari non possono giustificare la menzogna rispose
Robert, seccamente.
Thompson ebbe un moto di sdegno: quando si trattava di
pubblicit, ebbene, la menzogna non era menzogna!
Vediamo! vediamo, caro signore disse con voce insinuante
di che cosa vi lagnate? Quella menzione esatta, dopo tutto: oso
dirlo. Non siete francese? Non siete professore? Non avete compiuto
i vostri studi all'universit di Francia? Non provengono da essa i
vostri diplomi?
Thompson assaporava il valore delle sue deduzioni. Si ascoltava e
si apprezzava. Persuadeva se stesso.
Robert non aveva alcuna voglia di iniziare una discussione
perfettamente inutile.
Avete ragione si limit a rispondere ironicamente. E so
anche tutte le lingue. D'accordo.
Ebbene? Tutte le lingue? esclam Thompson. Tutte le
lingue utili, capite? La parola utile stata dimenticata, ecco
tutto. Che faccenda grave!
Robert mostr con il gesto Piperboom, che da lontano assisteva
alla scena in compagnia di Saunders. L'argomento non ammetteva
repliche.
Thompson non la pens cos, probabilmente, perch si limit a
schioccare le dita con aria distaccata. Poi le sue labbra piegate si
lasciarono sfuggire un Pfuut! di indifferenza e, alla fine, fece con
disinvoltura una piroetta e piant in asso il suo interlocutore.
Robert, forse, si sarebbe dilungato nella spiegazione, ma un
incidente fece mutare il corso delle sue idee. Un passeggero usciva in
quel momento dal corridoio delle cabine e andava verso di lui.
Biondo, slanciato, di un'eleganza accurata e discreta, il passeggero
possedeva un certo non so che di non inglese sul quale Robert non
si poteva sbagliare. Fu perci con piacere, ma senza sorpresa, che si
sent interpellare nella sua lingua materna.
Signor professore disse il nuovo venuto con una specie di
buon umore comunicativo mi stato detto che siete l'interprete di
bordo.
Infatti
E poich avr certamente bisogno del vostro aiuto quando
saremo nei possedimenti spagnoli, vengo, in qualit di compatriota, a
mettermi sotto la vostra particolare protezione. Permettetemi dunque
di presentarmi: Roger de Sorgues, tenente del 4 Cacciatori, in
congedo di convalescenza.
L'interprete Robert Morgand ai vostri ordini, signor tenente.
I due francesi si separarono; mentre il suo compatriota si recava a
prua Robert torn verso Saunders e il grasso olandese. Non riusc a
rintracciarli. Saunders era scomparso e, con lui, il bonario
Piperboom.
Saunders in realt aveva lasciato il posto e in quel momento,
sbarazzatosi del suo ingombrante compagno, gironzolava intorno al
capitano Pip, il cui strano modo di fare suscitava la sua curiosit.
Il capitano Pip, al quale, bisogna riconoscerlo, non mancavano
alcuni strani tic, aveva un'abitudine particolarmente bizzarra.
Se un'emozione lo agitava, gioia o dispiacere che fosse, e lo
metteva in quello stato d'animo in cui le creature umane hanno
bisogno di qualcuno con il quale confidarsi, il capitano invece
rimaneva ermeticamente abbottonato. Nessuna parola gli sfuggiva
dalle labbra. Soltanto dopo un certo lasso di tempo, quando un
misterioso lavorio interiore era avvenuto, egli provava il bisogno di
avere un'anima gemella nel seno della quale versare la piena del
proprio cuore. Aggiungiamo che egli allora trovava senza difficolt
l'anima gemella, la quale aveva quattro zampe ed era sempre a venti
centimetri dalle gambe del suo padrone.
Della razza dei grifoni, ma senza dubbio il risultato di chiss
quanti incroci, quell'amico fedele rispondeva premurosamente al
nome di Artimon. Quando aveva qualche fastidio o qualche gioia, il
capitano chiamava Artimon e confidava alla sua sperimentata
discrezione le riflessioni che l'avvenimento gli suggeriva.
Quel mattino il capitano aveva senza dubbio qualche confidenza
da fare. Appena lasciato il signor Bishop, si era all'improvviso
fermato ai piedi dell'albero di trinchetto e, brevemente, aveva detto:
Artimon!
Educato perfettamente alla manovra, l'orribile botolo di colore
giallo sporco che seguiva i suoi passi era andato a porsi subito
dinanzi a lui. Poi, sedutosi tranquillamente sulle zampe posteriori,
aveva sollevato verso il padrone gli occhi intelligenti, manifestando
vivissima attenzione.
Ma il capitano Pip non diede subito corso al suo sfogo. Il
momento della confidenza non era ancora maturo. Rimase immobile
per alcuni istanti, in silenzio, con la fronte aggrottata, lasciando
Artimon in penosa indecisione.
In ogni caso, era di una preoccupazione e non certamente di una
gioia che egli desiderava alleggerire il suo cuore. L'anima gemella
non poteva sbagliarsi, vedendo i baffi diritti dell'amico e lo sguardo
folgorante dei suoi occhi, dei quali la collera faceva divergere
notevolmente le pupille.
Pur continuando a toccarsi crudelmente la punta del naso, il
capitano gir a lungo lo sguardo folgorante dalle gru al coronamento
e dal coronamento alle gru. Poi, sputato in mare con energia, batt il
piede e guardando Artimon in faccia decret con voce corrucciata:
In fin dei conti tutta robaccia! Artimon abbass la testa con
aria desolata.
E se il tempo ci giocasse qualche brutto tiro? Che ne dici?
Il capitano fece una pausa prima di concludere; poi ricominci a
torturarsi il povero naso.
Sarebbe un rischio, signor mio! disse con enfasi.
Le confidenze del padrone non duravano mai a lungo e Artimon
credette che esse fossero finite. Ritenne quindi di potersi muovere un
pochino, ma la voce del capitano lo inchiod al suo posto.
Sogghignava ora, ripetendo ci che diceva il manifesto:
Piroscafo magnifico. Ah! ah! ah! di 2500 tonnellate. 2500
tonnellate, questo?
Una voce cavernosa si fece udire a due passi da lui:
2500 bottiglie di vino di Bordeaux, comandante! Il capitano
non fece caso all'interruzione.
E 3000 cavalli! continu. Che faccia tosta, amico mio!
Cavallini, comandante, 3000 piccoli ponies disse la stessa
voce. Questa volta il capitano mostr di avere udito. Lanci uno
sguardo irritato
all'audace che lo aveva interrotto e si allontan, mentre il passivo
confidente, rientrato nella sua parte di cane, seguiva la sua scia.
Saunders, che aveva commentato con impertinenza le parole del
comandante, si abbandon allora a un'ilarit che, pur non
manifestandosi al solito modo, non doveva essere per meno violenta
a giudicare dalle scosse che facevano scricchiolare le sue
articolazioni.
Dopo la prima colazione, lo spardeck cominci a popolarsi di
passeggeri, alcuni dei quali si abbandonavano alle dolcezze della
passeggiata, mentre altri, seduti, chiacchieravano a gruppi.
Un gruppetto di tre persone, di cui due donne, seduto lontano da
lui, attrasse in particolare l'attenzione di Robert. In una delle donne,
che stava allora leggendo l'ultimo numero del Times, egli
riconobbe la dolce visione del giorno precedente, sua vicina di
cabina.
Sposata o vedova che fosse, era certamente donna e sembrava non
avere pi di ventidue o ventitr anni. Egli non si era sbagliato, del
resto, nel giudicarla affascinante; appariva tale sia sotto il sole sia
sotto le luci della nave.
La sua compagna era una ragazza dai diciannove ai vent'anni;
quasi certamente sua sorella, a giudicare da un'evidente somiglianza.
Il gentiluomo che completava il gruppo non ispirava alcuna
simpatia, a prima vista. Piccolo, magro, baffi spioventi, naso arcuato,
sguardo sfuggente di due occhi indagatori: a Robert non piacque
nulla di lui.
Del resto, che cosa m'importa? disse a se stesso.
Non gli riusc tuttavia di stornare subito l'attenzione dal gruppo.
Per una involontaria associazione di idee la vista di quell'antipatico
personaggio gli fece venire in mente il fumatore impaziente che il
giorno precedente lo aveva costretto a ritirarsi.
Sar un marito geloso pens Robert, alzando le spalle.
Proprio in quel momento il vento, che sin dal mattino aveva
mostrato tendenza a rinfrescare, soffi in improvvise e brevi raffiche.
Il giornale che la giovane donna leggeva le fu strappato di mano e
parti come una freccia in direzione del mare. Robert si lanci
all'inseguimento ed ebbe la fortuna di afferrarlo nel momento in cui
stava per sparire per sempre. Si affrett quindi a restituirlo
all'affascinante vicina, la quale lo ringrazi con un grazioso sorriso.
Reso quel modesto servizio, Robert stava per ritirarsi con
discrezione quando Thompson glielo imped. La parola inesatta:
bisognerebbe dire si precipit per impedirglielo.
Bravo, signor professore! bravo! esclam. Signora
Lindsay, signorina Clarck, signor Lindsay, permettetemi di
presentarvi il signor Robert Morgand, professore dell'universit di
Francia, che ha avuto l'estrema bont di voler consentire a espletare
fra noi l'ingrato compito di interprete, la qualcosa vi prover ancora
una volta se una prova del genere fosse necessaria che
l'agenzia non indietreggia dinanzi a nulla nell'interesse dei
viaggiatori!
Thompson si mostr bravissimo nello sciorinare la sua tirata:
magnifico per l'audacia e la persuasione. Robert, invece, si sentiva
terribilmente in imbarazzo. Con il suo silenzio si rendeva complice
della menzogna. D'altra parte, perch fare uno scandalo? Dopo tutto
Thompson gli giovava, contro la sua stessa volont. Si avrebbe avuto
certamente pi riguardo per un professore che non per un umile
cicerone-interprete.
Rimise perci ad altro momento la soluzione del problema e si
limit a congedarsi, salutando con un lieve inchino.
E un gentiluomo disse la signora Lindsay a Thompson,
seguendo Robert con gli occhi.
Thompson rispose con una mimica espressiva. Scroll
enfaticamente il capo, gonfi le guance, sporse le labbra in modo da
far comprendere chiaramente fino a qual punto l'interprete del
Seamew fosse un personaggio importante
Gli sono grata disse la signora Lindsay di avere salvato il
mio giornale anche per il motivo che in esso pubblicato un trafiletto
concernente un nostro compagno, e quindi un po' noi tutti.
Giudicatene voi stesso aggiunse, leggendo ad alta voce.
Oggi, 11 maggio, avr luogo la partenza del Seamew, il piroscafo
noleggiato dall'Agenzia Thompson & C, per il viaggio di
circumnavigazione da essa organizzato. Abbiamo appreso che il
signor E.T., che fa parte del circolo dei suicidi, si trova fra i
passeggeri. Dovremo registrare presto, dunque, con ogni certezza,
qualche originale fatto di cronaca.
Eh! disse il signor Thompson. Scusate, cara signora
Lindsay, volete permettermi?
Prese il giornale dalle mani della signora Lindsay e rilesse con
attenzione le poche righe.
Questa grossa! esclam alla fine. Che cosa venuto a
fare qui quell'originale? E per prima cosa chi potrebbe essere?
Thompson esamin rapidamente l'elenco dei passeggeri.
Il solo nome concluse che corrisponde alle iniziali E.T.
quello del signor Edward Tigg, il quale Toh, eccolo! quello
appoggiato alle sartie di trinchetto, lo vedete? E solo e guarda
fissamente il mare! Non pu essere che lui. E lui, certamente. Non lo
avevo notato E tuttavia ha l'aria abbastanza lugubre!
Thompson indicava un gentiluomo di una quarantina d'anni,
bruno, dai capelli ricciuti, la barba a punta, e di bell'aspetto.
Ma che cos' il circolo dei suicidi? chiese miss Clarck.
La bellissima signorina Clarck, essendo americana, non pu
certamente sapere di che cosa si tratta. Il circolo dei suicidi
un'istituzione soprattutto inglese, oso dire rispose Thompson con
evidente amor proprio. Il circolo composto esclusivamente di
persone che ne hanno abbastanza della vita. Che essi abbiano dovuto
subire dispiaceri eccezionali, o che siano giunte a tanto soltanto per
noia, tutti i suoi soci sono sulla soglia del suicidio. La loro
conversazione imperniata sull'argomento e il loro tempo trascorre
nella ricerca del modo pi originale per finirla con la vita. Non c'
dubbio che il signor Tigg faccia assegnamento su qualche incidente
di viaggio per darsi una morte insolita ed emozionante.
Povero giovane! dissero le due sorelle, i cui sguardi si
volsero verso il disperato passeggero.
Ma troveremo un rimedio! disse il signor Thompson, che
non sembrava molto emozionato. Un suicidio qui? Oso dire che ci
sarebbe da stare allegri! Permettetemi di allontanarmi, signora
Lindsay. Voglio diramare la notizia, perch questo interessante
passeggero venga tenuto d'occhio.
Il signor Thompson una brava persona disse Dolly
ridendo, non appena l'esuberante impresario si fu allontanato. Non
riesce a dire il nostro nome senza aggiungervi qualche epiteto
lusinghiero: la bella miss Dolly Clarck di qua, la deliziosa signora
Alice Lindsay di l. inesauribile!
Pazzerella! disse Alice con indulgente severit.
Madre brontolona! rispose Dolly con un affettuoso sorriso.
Nel frattempo, un po' per volta, tutti i turisti avevano invaso lo
spardeck.
Desideroso di ottenere informazioni, sempre nel limite del
possibile, sui compagni di viaggio che il caso gli aveva imposto,
Robert si era impadronito di una sedia a dondolo e si divertiva a
guardare lo spettacolo consultando l'elenco dei passeggeri.
L'elenco enumerava per primo lo stato maggiore, l'equipaggio e il
personale del Seamew. Robert pot constatare che il suo nome vi
appariva in un buon posto.
Onore al merito: Thompson apriva l'elenco, con il titolo pomposo
di Amministratore generale. Lo seguiva il capitano Pip, dopo il quale
veniva il signor Bishop, primo macchinista. Subito dopo il signor
Bishop era segnalata la presenza del signor professore Robert
Morgand. Non c'era dubbio: l'Amministratore generale trattava bene
il suo cicerone-interprete.
Alle alte autorit faceva seguito lo stato maggiore secondario e,
infine, la bassa forza composta da marinai e domestici. Se avesse
voluto, Robert avrebbe potuto leggere il nome del secondo: signor
Fliship; del tenente: signor Brown; del nostromo: signor Sky, e dei
loro quindici mozzi o marinai; del secondo macchinista e dei suoi sei
fochisti; dei sei valletti e delle quattro cameriere; dei due maestri di
casa: due negri di un bellissimo color nero, uno troppo grasso e
l'altro troppo magro, gi soprannominati da un burlone: signor
Roastbeaf e signor Sandwich.
Interessato esclusivamente ai passeggeri, il cui elenco ufficiale
indicava in 63, Robert salt la sciocca enumerazione, e si diverti a
ricostituire le famiglie e a dare un nome ai visi che sfilavano dinanzi
a lui.
Compito non facile e sicuramente colmo di errori se Thompson,
rovesciando le parti e divenendo cortesemente il cicerone del suo
interprete, non gli fosse venuto in aiuto.
Vedo bene che cosa vi preoccupa disse, sedendosi accanto a
lui. Volete che vi aiuti? E utile che abbiate qualche idea degli
ospiti pi importanti del Seamew. E superfluo parlarvi della famiglia
Lindsay. Vi ho presentato questa mattina. Conoscete gi la signora
Alice Lindsay, americana ricchissima, miss Dolly Clarck, sua sorella,
e il signor J ack Lindsay, suo cognato.
Suo cognato, avete detto? lo interruppe Robert. La
signora Lindsay non sposata, dunque?
E vedova rispose Thompson.
Robert sarebbe stato molto imbarazzato se avesse dovuto spiegare
perch mai quella risposta gli aveva fatto piacere.
Andiamo avanti, dunque riprese Thompson e
cominciamo, se volete, da quella vecchia signora che vedete a dieci
passi da noi. lady Heilbuth, un'originale che non viaggia mai senza
una dozzina di gatti e di cani. Dietro di lei c' il suo domestico,
impettito nella sua livrea: tiene fra le braccia il cagnolino attualmente
preferito. Un po' pi lontano, c' una giovane coppia che conosco
poco. Ma ci vuol poco a capire che si tratta di sposini in viaggio di
nozze. Quel grosso gentiluomo che, impassibile, d spintoni a tutti, si
chiama J ohnson. Oso dire che si tratta di un famoso bevitore!
Guardate ora dall'altra parte. Vedete quello spilungone sperduto nelle
pieghe dell'ampia finanziera? il reverendo Cooley, sacerdote degno
di stima.
E quel signore impettito che passeggia tra moglie e figlia?
Oh! disse Thompson, con aria importante. il
nobilissimo sir George Hamilton, con la nobilissima lady Evangelina
Hamilton, e la nobilissima miss Margaret Hamilton. Come vedete,
non hanno alcun ritegno nel mostrare la loro altissima condizione
sociale! Guardate come passeggiano in silenzio, con gravit! Se si
eccettua lady Heilbuth, chi altri mai sarebbe degno, qui, di essere
ammesso nella loro nobilissima intimit?
Robert guard il suo interlocutore con interesse. Quell'uomo
poliedrico era divertente. All'occorrenza, l'adulatore aveva la lingua
sciolta.
Lanciato il dardo, Thompson si era alzato: non gli piaceva fare a
lungo la stessa cosa.
Non vedo altro di importante da segnalarvi, caro professore
disse. -Conoscerete gli altri a tempo debito. Lasciate che faccia
ritorno alle mie occupazioni.
E quel grosso gentiluomo che sembra cercare qualcosa
chiese Robert, tuttavia anche se scortato da tre dame e da un
ragazzo?
Quello cominci a dire Thompson lascio a voi il
piacere di fare la sua conoscenza: se non erro, cerca di voi.
La persona di cui si parlava si era improvvisamente decisa, infatti,
e si dirigeva in linea retta verso Robert. Lo avvicin con cortesia,
mentre Thompson se la svignava.
Caspita! esclam, asciugandosi la fronte ce ne vuole per
trovarvi, caro signore! Il signor Morgand? chiedevo a tutti quelli che
incontravo. Il signor Morgand? non lo conosco. Ecco che cosa mi
veniva risposto, invariabilmente; potete credermi.
Robert fu un po' sorpreso da quello strano modo di entrare in
argomento. Ma non aveva motivo di dolersene, perch l'intenzione di
offenderlo mancava del tutto. Durante il discorso del loro capo, le tre
donne si erano sprofondate in inchini e il ragazzo aveva spalancato
gli occhi, nei quali si leggeva un'evidente ammirazione.
Potrei sapere, signore, con chi ho l'onore di parlare? chiese
con freddezza Robert.
Freddezza naturale, del resto; non era una relazione allettante,
quell'uomo grosso e comune che trasudava scempiaggine e
soddisfazione di s, e tanto meno la sua famiglia, composta, senza
contare il ragazzo, di una donna pi che matura e di due ragazze
brutte e asciutte vicinissime alla trentina.
Perfettamente rispose il grassone.
Tuttavia, prima di dare le informazioni richieste, egli and alla
ricerca di alcune sedie pieghevoli per s e per i suoi, raccolte le quali
tutta la famiglia vi prese comodamente posto.
Sedetevi, dunque disse l'intruso a Robert con voce
insinuante. Robert decise di prendere la richiesta dal lato migliore e
obbed all'invito.
Si sta meglio seduti, non vero? esclam il grassone
ridendo. Mi avete chiesto chi sono. Sono il signor Blockhead,
molto noto nel mio rione, e anche onorevolmente noto! Tutti
potranno confermarvelo. Drogheria Blockhead, di Trafalgar Street.
Sincero come l'oro.
Robert fece un gesto evasivo di adesione.
Ora forse vi chiederete come mai io, droghiere onorario, mi
trovi in questo momento su questa nave. Voglio dirvi che fino a ieri
non avevo mai visto il mare. grossa, non vi pare? Che cosa dirvi,
caro signore, quando si in commercio bisogna lavorare duramente
se non si vuole finire al ricovero di mendicit. Mi direte: e alla
domenica? Alla domenica, per trent'anni, non abbiamo messo piede
fuori citt. Finch, alla fine, venuta l'agiatezza, ci siamo ritirati dagli
affari.
E avete voluto riguadagnare il tempo perduto? chiese
Robert, fingendo vivo interesse.
Vi sbagliate. Prima ci siamo riposati. Poi abbiamo cominciato
ad annoiarci. Ci erano venuti a mancare i commessi da rimproverare
e i clienti da servire. Dicevo spesso alla signora Blockhead:
Dovremmo fare un viaggetto. Ma la signora Blockhead non voleva
saperne; per la spesa, capite. Finch, dieci giorni fa, ho visto il
manifesto dell'Agenzia Thompson. Quel giorno ricorreva
esattamente il trentunesimo anniversario del giorno in cui ho sposato
Georgina La signora Blockhead si chiama Georgina. Allora ho
preso i biglietti senza dire nulla. E chi ne stato felice? Le mie figlie,
che vi presento Saluta, Bess! Saluta, Mary! La signora Blockhead
non ha mancato naturalmente di brontolare. Ma, quando ha saputo
che avevo pagato met prezzo per Abel Abel mio figlio
Saluta, Abel! la cortesia che distingue sempre il gentiluomo
Proprio cos, signore, met prezzo. Abel compir dieci anni il 2
giugno. E una fortuna, non vi pare?
Siete contento della vostra decisione? chiese Robert, tanto
per dire qualcosa.
Contento? esclam Blockhead. Dite pure che sono
felice! Il mare! La nave! Le cabine! E i domestici! Tutto ci e
straordinario. Io dico ci che penso. Sono sincero come l'oro;
Blockhead sincero come l'oro, signore.
Robert rinnov il suo gesto di condiscendenza.
Ma ci non tutto riprese l'inesauribile chiacchierone.
Quando ho appreso che avrei viaggiato con un professore francese, il
mio sangue ha avuto un tuffo. Non ho mai visto un professore
francese!
Trasformato in fenomeno, Robert fece una lieve smorfia.
Poi ho pensato di prendere due piccioni con una fava. Non vi
dispiacerebbe, non vero, dare a mio figlio qualche lezione di
francese? Egli ha gi cominciato a imparare qualcosa.
Ah! ha gi cominciato
Non sa che una frase, ma la sa bene. Abel, di' la frase al
signore. Abel si alz subito e con il tono dello scolaro che recita la
lezione senza
comprenderne il significato, disse queste parole inattese:
Come sono buffi i droghieri onorari! pronunciate con lo
spiccato accento francese dei sobborghi.
Robert scoppi in una irrefrenabile risata, con scandalo di
Blockhead e della sua famiglia.
Non c' nulla da ridere in quella frase disse il droghiere, con
aria seccata. Abel non pu pronunciare male. stato un pittore
francese, un rpine, com'egli diceva,
6
che gli ha insegnato la frase.
Per tagliare corto a quel ridicolo incidente Robert si scus di non
poter accogliere l'offerta fattagli: le sue funzioni non gli lasciavano
alcuna libert. Stava per sbarazzarsi a qualunque costo del seccatore
quando il caso gli venne in aiuto.
Da qualche momento, Van Piperboom, di Rotterdam, andava e
veniva sullo spardeck proseguendo instancabilmente la sua caccia
all'interprete. Accostava i passeggeri e a uno a uno li interpellava,
senza ottenere, per tutta risposta, che un gesto d'ignoranza impotente.
A ogni tentativo andato a male il viso di Piperboom si allungava,
facendosi pi desolato.
Alcune parole dette dal malcapitato Piperboom giunsero fino a
Blockhead e gli fecero drizzare le orecchie.
Chi quel signore? chiese a Robert. Che diavolo di
lingua parla?
E un olandese rispose macchinalmente Robert che si
trova in una situazione poco piacevole.
Alla parola olandese Blockhead si era alzato.
Abel, seguimi! ordin.
E si allontan in fretta, scortato a rispettosa distanza da tutta la
famiglia. Quando Piperboom scorse quella famiglia che andava verso
di lui, le and incontro. Era quello alla fine l'atteso interprete?
Mynheer, kunt u my den tolk van het schip wyzen?
7
disse a
Blockhead, avvicinandolo con cortesia.
Signore rispose con solennit Blockhead non avevo mai
visto un olandese. Sono felice e fiero che mio figlio possa ammirare
un cittadino di quel Paese celebre per i suoi formaggi!

6
Si allude al pittore russo Ilja E. Rpin o Ripine (1844-1930) autore di quadri
storici e satirici. (N.d.T.)
7
Signore, potreste indicarmi l'interprete di questa nave? (N.d.T.)
Piperboom spalanc gli occhi. Era lui questa volta a non capire.
Insistette:
Ik venta u niet, mynheer. Ik vraag u of gy my en tolk van het
schip wilt
8

wyzen complet Blockhead con aria conciliante.
Nell'udire quella parola il viso di Piperboom si illumin.
Finalmente! Ma Blockhead proseguiva:
Probabilmente olandese. Sono felicissimo di aver potuto
sentirlo parlare. Ecco quali occasioni ci sono offerte dai grandi viaggi
aggiunse rivolgendosi alla famiglia che pendeva dalle sue labbra.
Il viso di Piperboom si era fatto scuro. Appariva chiaro che quella
persona non lo capiva pi di quanto non lo capissero gli altri.
Ma, a un tratto, un grugnito gli sfugg dalle labbra. Aveva
avvistato Thompson sul ponte. Se non altro, Thompson egli lo
conosceva. Lo aveva visto quando aveva commesso la sciocchezza di
acquistare il biglietto. L avrebbe trovato ci che cercava,
altrimenti!
Pur essendo in condizione di evitarlo come gi aveva fatto al
mattino, Thompson attese il nemico a pie fermo. Una spiegazione era
necessaria, dopo tutto. Tanto valeva averla ora che pi tardi.
Piperboom si avvicin a lui con estrema cortesia e recit la sua
inevitabile frase: Mynheer, kunt u my den tolk van het schip
wyzen?. Thompson gli fece capire con un cenno che non lo udiva.
Piperboom, ostinandosi, ricominci il discorso a voce pi alta.
Freddo come il ghiaccio, Thompson ripet il cenno.
Piperboom ripet la frase, ma questa volta a voce cos alta che
tutti i passeggeri si volsero dalla sua parte. Anche il signor Fliship,
dalla passerella, parve interessarsi all'incidente. Soltanto il signor
Thompson parve indifferente. Calmo e magnifico, ripet con aria
pacata lo stesso gesto.
Fu allora che Piperboom, dinanzi a quella freddezza e all'inutilit
dei suoi sforzi, perdette la calma. Alz la voce fino a gridare. Si
strozz in un chiocciare inarticolato, frammisto a gesti indignati. Alla
fine, come ultimo argomento, gett ai piedi di Thompson il famoso

8
Non vi capisco, signore. Vorrei chiedervi di volermi indicare l'interprete di questa
nave. (N.d.T.)
programma stropicciato dalla sua mano rabbiosamente, il programma
che senza dubbio un amico gli aveva tradotto e sulla fede del quale
aveva aderito alla gita.
In tale circostanza Thompson, come sempre, fu ci che doveva
essere. Con gesto dignitoso raccolse il programma stropicciato, lo
lisci accuratamente, lo ripieg e lo mise in tasca tranquillamente.
Poi, dopo avere fatto ci, si degn di alzare gli occhi sul viso di
Piperboom, sul quale si leggeva una minacciosa collera.
Thompson non trem.
Signore disse con tono asciutto sebbene parliate un
linguaggio incomprensibile, comprendo perfettamente ci che
pensate. Voi ce l'avete con questo programma. Gli fate rimprovero di
qualche cosa. Ma questo un motivo per ridurlo in questo stato?
Signore, tali maniere non si addicono a un gentiluomo.
Piperboom non mosse obiezione a quella frase. La sua vita era
interamente concentrata nelle orecchie; si sfiniva in sforzi sovrumani
per giungere a capire. Ma l'angoscia che appariva nel suo sguardo
diceva chiaramente che ne perdeva la speranza.
Thompson trionf per lo stato di prostrazione del suo avversario.
Con audacia avanz di due passi verso Piperboom, il quale
indietreggi a sua volta di due passi.
Che cosa rimproverate a questo programma? riprese con
voce pi acuta. Non siete contento della vostra cabina? Vi lagnate
della cucina? Qualcuno venuto meno ai suoi doveri? Parlate!
Parlate, dunque! No! Nulla di tutto ci! Da che cosa causata allora
la vostra collera? Soltanto dal fatto che mancate di interprete!
Thompson disse quelle ultime parole con non dissimulato
disprezzo. Era ammirevole nello sfogarsi con parole violente e con
gesti concitati, respingendo sempre l'avversario visibilmente domato.
In cerchio intorno ai belligeranti i passeggeri prendevano interesse
alla scena. Qualche sorriso aleggiava sulle labbra.
Ma colpa mia? si chiese Thompson, prendendo il cielo a
testimonio. Ebbene?^Che cosa dite? Il programma annuncia un
interprete che parla tutte le lingue? E vero: ci scritto in chiare
lettere. Ebbene? Qualcuno si lagna?
E Thompson si guard intorno con aria di trionfo.
Nessuno si lagna, tranne voi! Sissignore, tutte le lingue, ma
non l'olandese, naturalmente! L'olandese non una lingua; un
dialetto, un gergo, tutt'al pi, oso dire! Se un olandese vuol essere
capito, sappiatelo signore, non deve fare altro che restare a casa sua!
Una risata generale accolse come un tuono quelle parole: risero i
passeggeri e risero gli ufficiali; il ridere contagi l'equipaggio e scese
fin nella stiva. Per almeno due minuti tutta la nave fu scossa da
un'ilarit poco caritatevole, ma irresistibile.
Thompson, da parte sua, lasci il suo avversario definitivamente
sconfitto e risal sullo spardeck, ove passeggi tra i suoi passeggeri,
asciugandosi la fronte con aria di gloriosa importanza.
La risata generale non si era ancora spenta allorch, a
mezzogiorno, la campana annunci il pranzo.
Thompson pens subito a Tigg, che l'incidente Piperboom gli
aveva fatto dimenticare. Se si voleva che rinunciasse all'idea del
suicidio, bisognava fare in modo che fosse completamente
soddisfatto: dargli un buon posto a tavola era ci che occorreva fare
in quel momento.
Ma Thompson fu tranquillizzato da ci che vide. La storia di Tigg
dava gi i suoi frutti. Alcune anime caritatevoli si stavano occupando
di quel disperato. Tigg si dirigeva, infatti, verso la sala da pranzo
scortato dalle sorelle Blockhead.
A tavola prese posto fra le due sorelle, fra le quali cominci allora
una lotta accanita per riuscire a sistemare un cuscino sotto i suoi
piedi, tagliargli il pane, passargli i bocconcini pi appetitosi. Le due
sorelle mostravano uno zelo veramente evangelico e non omettevano
nulla che potesse ridargli il piacere di vivere e di sposarsi!
Thompson prese posto al centro della tavola; il capitano Pip di
fronte a lui. Al loro fianco: lady Heilbuth, lady Hamilton, e due dame
molto importanti.
Gli altri passeggeri avevano preso posto come volevano, o a caso,
o secondo le loro simpatie. Relegato discretamente in fondo alla
tavola, Robert si trov fra Roger de Sorgues e Saunders, non lontano
dalla famiglia Lindsay. Non se ne lagn.
Il pasto ebbe inizio in silenzio; ma non appena il primo appetito fu
soddisfatto, la conversazione si avvi lentamente fino a diventare
generale.
Alla frutta, Thompson ritenne fosse opportuno fare un discorsone
Faccio appello a tutti coloro che mi ascoltano disse
nell'ebbrezza del trionfo. Non bello viaggiare in questo modo?
Chi di noi cambierebbe le sale da pranzo terrestri contro questa sala
da pranzo galleggiante?
Quel preambolo riscosse unanime approvazione. Thompson
riprese:
Paragonate la nostra situazione a quella di colui che viaggia
solo. Abbandonato alle sue sole risorse, obbligato a un continuo
monologo, egli costretto a muoversi nelle pi deplorevoli
condizioni. Noi, al contrario, abbiamo il piacere di una sistemazione
di prim'ordine, ciascuno di noi ha con i compagni la possibilit di un
rapporto cortese e dignitoso. Sapreste dirmi a che cosa dobbiamo
ci? a che cosa dobbiamo la possibilit di compiere, a prezzo
insignificante, un'incomparabile gita, se non alla bellissima
invenzione dei viaggi economici, i quali, come nuova forma di
cooperazione, pongono questi preziosi vantaggi a portata di tutte le
borse?
Stanco di quella lunga frase, Thompson riprese fiato. Stava per
ricominciare, allorch un incidente sopraggiunse a rovinare ogni
cosa.
Gi da qualche minuto il giovane Abel Blockhead impallidiva a
vista d'occhio. Se all'aria aperta non aveva ancora provato i primi
disturbi del mal di mare, conseguenza solita delle onde che del resto
si facevano sempre pi grosse, il malessere non tard a farsi avvertire
non appena ebbe lasciato il ponte. Da roseo, prima era diventato
bianco. Da bianco, stava per diventare verde, quando un'ondata pi
impetuosa fece precipitare le cose. Nello stesso momento in cui la
nave ricadeva nel solco delle onde, il ragazzo affond nel piatto.
Una forte dose d'ipecacuana non avrebbe operato meglio
disse Saunders con flemma, nel silenzio generale.
L'incidente aveva raffreddato l'atmosfera. Alcuni passeggeri
avevano prudentemente girato la testa da un'altra parte. Per la
famiglia Blockhead fu invece il segnale della disfatta. Nello spazio di
un minuto il viso dei suoi membri pass attraverso tutte le sfumature
dell'arcobaleno; poi le due ragazze si alzarono e fuggirono in gran
fretta, abbandonando Tigg al suo destino. La loro madre,
trasportando fra le braccia il proprio sventurato rampollo, si precipit
sulle loro tracce, seguita dal signor Absyrthus Blockhead, il quale si
premeva lo stomaco in rivolta.
Quando i domestici ebbero riordinato le tavole Thompson cerc di
continuare il suo entusiasmante discorso. Ma non si era pi a tono. A
ogni istante un passeggero, con i tratti del viso tirati, si alzava e
spariva per andare alla ricerca, all'aria aperta, di un incerto rimedio al
male comico e crudele che cominciava ad accrescere il numero delle
vittime. In breve, i due terzi dei passeggeri lasciarono la tavola:
rimasero al loro posto soltanto i pi solidi.
Gli Hamilton erano fra questi. Avrebbe osato il mal di mare
attaccare personaggi cos altolocati? Nulla aveva potuto turbare il
loro severo comportamento. Essi mangiavano con molta
compostezza e con assoluto disinteresse per le creature umane che si
agitavano intorno a loro.
Lady Heilbuth, invece, aveva dovuto battere in ritirata. Il
domestico l'aveva seguita con il cagnolino prediletto in braccio, che
gi dava segni indubbi, a sua volta, di malessere.
Tra i sopravvissuti al massacro c'era anche Elias J ohnson. Come
gli Hamilton, neppure lui s'interessava al resto del mondo. Ma il
disdegno non faceva parte della sua indifferenza. Mangiava, ma
soprattutto beveva. Dinanzi a lui i bicchieri si colmavano e si
vuotavano quasi per miracolo, con grande scandalo del pastore
Cooley, suo vicino di tavola. J ohnson non se ne preoccupava affatto
e soddisfaceva la sua passione senza vergognarsene.
Se J ohnson beveva, Van Piperboom, di Rotterdam, mangiava. Se
l'articolazione cubitale dell'uno era dotata di ammirevole elasticit,
l'altro maneggiava la forchetta con notevole maestria. A ogni
bicchiere bevuto da J ohnson, Piperboom rispondeva trangugiando un
enorme boccone. Evidentemente aveva preso la sua brava decisione
e, respingendo ormai ogni preoccupazione, pensava soltanto a
nutrirsi in maniera adeguata.
Oltre costoro, una dozzina di passeggeri, fra i quali Robert, i
Lindsay, Roger e Saunders, erano ancora a quella tavola, che
Thompson e il capitano Pip continuavano a presiedere.
Pubblico limitato, ma non trascurabile, secondo il parere di
Thompson, il quale desiderava ardentemente riprendere il discorso
cos malauguratamente interrotto.
Il destino, per, gli era avverso. Nel momento in cui stava per
aprire bocca, una voce stridula si fece udire nel silenzio generale.
Steward! gridava Saunders, respingendo sdegnosamente il
piatto si potrebbero avere due uova al tegame? Nessuna
meraviglia che ci siano tanti malati. Lo stomaco di un lupo di mare
non resisterebbe a questi cibi!
Il giudizio era severo, in realt. Il pasto, mediocre, era da
considerarsi passabile, tutto sommato. Ma ci non aveva importanza
per l'eterno scontento. Il temperamento di Saunders manteneva in
effetti ci che il suo viso prometteva. E il suo viso permetteva di
supporre che egli fosse un irriducibile scontroso. Simpatica natura! A
meno che egli non avesse qualche ignoto motivo per avercela con
Thompson e che cercasse, per partito preso, l'occasione per essere
aggressivo e seminare la discordia fra l'Amministratore generale e i
suoi amministrati.
Una risata soffocata corse fra i convitati. Soltanto Thompson non
rise. A sua volta, si fece verde in viso, ma il mal di mare, senza
ombra di dubbio, non ne era responsabile!
CAPITOLO V
AL LARGO
A POCO a poco, sulla nave la vita prese il suo corso regolare. Alle
8 la campana sonava l'ora del t, a mezzogiorno e alle 7 di sera
chiamava i passeggeri per la colazione e per la cena.
Come si vede, Thompson aveva adottato le consuetudini francesi.
Con il pretesto che i numerosi pasti inglesi non sarebbero stati
possibili durante le gite, egli li aveva anticipatamente soppressi a
bordo del Seamew. Non ne aveva graziato alcuno, neppure quello
delle cinque, caro agli stomachi britannici. Egli vantava volentieri
l'utilit di questa rivoluzione gastronomica e pretendeva di abituare
in questo modo i suoi compagni di viaggio al genere di vita che
sarebbe stato necessario adottare, non appena cominciata la visita
delle isole. Precauzione essenzialmente umana, che aveva il doppio
merito di essere nel contempo vantaggiosamente economica.
La vita di bordo di solito monotona, ma non noiosa. Il mare
offre sempre uno spettacolo eternamente mutevole: si incrociano
altre navi, si avvistano terre che interrompono l'orizzonte geometrico.
Da quest'ultimo punto di vista gli ospiti del Seamew non erano
stati fortunati. Soltanto il primo giorno, una nebbiolina aveva
mostrato all'orizzonte meridionale la costa francese di Cherbourg. In
seguito, nessun punto solido era apparso all'orizzonte, all'infuori del
vasto disco liquido del quale la nave costituiva il centro mobile.
I passeggeri sembravano adattarsi a quella esistenza; si
distraevano come meglio potevano, conversando e passeggiando, non
lasciando quasi mai lo spardeck, che era salone e piazza pubblica al
tempo stesso.
Si trattava, naturalmente, di passeggeri validi, il cui numero
purtroppo non era aumentato, dopo che l'uditorio di Thompson era
stato largamente decimato.
La nave tuttavia non aveva dovuto lottare contro alcuna reale
difficolt. Il tempo aveva sempre meritato l'epiteto di bello dalla
bocca dei marinai. Ma le umili creature che vivono sulla terra hanno
il diritto di mostrarsi pi difficili. Quelli del Seamew non se ne erano
fatto scrupolo e non avevano avuto soggezione per maledire il forte
vento che rendeva il mare, se non cattivo, per lo meno agitato e
dispettoso.
Bisogna convenire che, a quel che pareva, la nave non aveva
preso troppo sul serio questo dispetto. Che le ondate provenissero da
prua o dai fianchi, essa si era comportata come un bravo battello che
fa il suo dovere. Pi volte il capitano Pip lo aveva constatato, e
l'anima gemella, seduta in posizione regolamentare, aveva ricevuto la
confidenza della sua soddisfazione, cos come in precedenza aveva
ricevuto quella delle sue perplessit.
Le doti nautiche del Seamew non potevano tuttavia impedire alle
creature umane di stare male, e il signor Amministratore generale
poteva gratificare dei suoi talenti di organizzatore soltanto un
pubblico non molto numeroso.
Fra gli intrepidi, appariva Saunders, il quale andava dall'uno
all'altro, ben accolto dai compagni che egli divertiva con la sua
feroce vivacit. Ogni volta che si incontravano, Thompson e lui si
scambiavano occhiate che non erano da meno di un colpo di spada.
L'Amministratore generale non aveva dimenticato l'osservazione
antipaticissima del primo giorno e ne conservava amaro rancore.
Saunders, del resto, non faceva nulla per far dimenticare la sua
sfuriata; ma, al contrario, coglieva premurosamente a volo ogni
occasione per rendersi sgradevole. Se la campana di un pasto non
sonava all'ora esatta, egli appariva con il programma in mano e
colmava Thompson di noiosi reclami. Lo sfortunato Amministratore
generale era giunto al punto di cercare il modo di sbarazzarsi
dell'odioso passeggero alla prima sosta.
Saunders aveva stretto rapporti soprattutto con la famiglia
Hamilton. Per vincere la loro sdegnosa indifferenza si era valso di un
talismano: gli Hamilton avevano gli stessi suoi gusti. Senza motivo
alcuno, infatti, Hamilton si rendeva antipatico non meno di Saunders.
Egli faceva parte di quella categoria di persone che nascono e
muoiono scontrose, che trovano sempre un motivo per lamentarsi e
che si ritengono soddisfatte soltanto quando hanno scoperto un
motivo per lagnarsi. Per i suoi reclami Saunders aveva trovato in lui
un appoggio. Hamilton era la sua eco. A proposito di tutto e di nulla
Thompson aveva sempre addosso quei due perpetui scontenti,
diventati per lui un incubo.
Il trio Hamilton, trasformatosi in quartetto per l'aggiunta di
Saunders, non aveva tardato a diventare un quintetto. Il fortunato
privilegiato era stato Tigg, al quale il superbo baronetto aveva
spalancato la porta. Padre, madre e figlia avevano messo da parte nei
suoi confronti ogni alterigia; ed da credere che gli Hamilton non
avessero agito in questo modo alla leggera, e che perci avessero
raccolto alcune informazioni sul suo conto: la presenza di miss
Margaret dava adito alla formulazione di molte ipotesi!
Comunque sia, Tigg, ben sorvegliato, non correva alcun rischio.
Bess e Mary Blockhead erano state sostituite. Oh, se non fossero
state indisposte! Ma le signorine Blockhead non erano riapparse, e
non erano neppure riapparsi i genitori e il fratello. L'interessante
famiglia continuava a soffrire le torture del mal di mare.
Due passeggeri validi facevano automaticamente contrasto con
Saunders e Hamilton; essi infatti non reclamavano mai e apparivano
pienamente soddisfatti.
Van Piperboom, di Rotterdam, era una di queste due persone
felici. Il saggio olandese, rinunciando a inseguire l'irrealizzabile, si
era praticamente creato una vita da pasci. Ogni tanto, per debito di
coscienza, ripeteva a qualcuno la sua famosa frase, che la maggior
parte dei passeggeri ora cominciava a sapere a memoria. Il tempo che
gli rimaneva egli lo passava mangiando, digerendo, fumando e
dormendo enormemente. La sua vita era racchiusa in questi
quattro verbi. Possedeva una salute sfacciata, che gli consentiva di
trascinare il suo corpo immenso da una sedia all'altra, sempre armato
della sua immensa pipa, dalla quale sfuggivano enormi nuvole di
fumo.
J ohnson faceva il paio con questo filosofo. Due o tre volte al
giorno lo si vedeva apparire sul ponte; lo percorreva con molta
energia per alcuni minuti annusando, sputando, imprecando,
rotolando di qua e di l come un barile, del quale i suoi gusti avevano
finito per dargli l'apparenza e il portamento; poi faceva ritorno nella
sala del bar, dove presto lo si sentiva chiedere ad alta voce qualche
aperitivo o qualche liquore. Se non era simpatico, non era neppure
molto incomodo.
In mezzo a questa gente Robert conduceva vita serena. Ogni tanto
scambiava qualche parola con Saunders, a volte anche con Roger de
Sorgues, il quale sembrava molto ben disposto verso il connazionale.
Ma quest'ultimo, se aveva esitato fino allora a smantellare la falsa
leggenda inventata da Thompson sul suo conto, intendeva tuttavia
non approfittarne troppo. Egli manteneva sempre un prudente
riserbo.
Il caso non lo aveva pi messo in rapporti con la famiglia
Lindsay. Mattina e sera veniva scambiato un saluto, e nient'altro.
Tuttavia, nonostante il fatto che i loro rapporti fossero superficiali,
Robert s'interessava senza volerlo a tale famiglia; prov pertanto un
vago senso di gelosia quando, presentato da Thompson, e favorito
dall'obbligatoria coabitazione di bordo, Roger de Sorgues in pochi
giorni riusc a legarsi intimamente con le passeggere americane.
Quasi sempre solo e inoperoso, Robert rimaneva dal mattino alla
sera sullo spardeck, cercando di trovare una distrazione
nell'andirivieni dei viaggiatori. In realt, alcuni di essi lo
interessavano in modo particolare, ma era di solito verso la famiglia
Lindsay che i suoi sguardi si volgevano senza volerlo. Se
all'improvviso si rendeva conto della sua indiscrezione, volgeva
subito gli occhi da un'altra parte, ma per riportarli trenta secondi
dopo verso il gruppo che lo ipnotizzava. A furia di occuparsi di
quelle persone, egli era diventato, a loro e anche a sua insaputa,
amico delle due sorelle. Indovinava i loro pensieri inespressi e capiva
le loro parole senza udirle. Viveva da lontano con la ridente Dolly,
ma soprattutto con Alice, della quale, sotto l'adorabile maschera del
viso, comprendeva un po' per volta l'anima riflessiva e affascinante.
Ma se per istinto egli si interessava alle compagne di J ack
Lindsay, quest'ultimo era per Robert oggetto di studio. La sua prima
impressione non aveva subito modifiche; tutt'altro! Di giorno in
giorno egli si sentiva sospinto verso un giudizio pi severo. Si
meravigliava del viaggio intrapreso da Alice e da Dolly in
compagnia di una persona come lui. Com'era possibile che esse non
vedessero ci che egli vedeva?
Robert ne sarebbe stato maggiormente sorpreso se avesse saputo
le condizioni nelle quali quel viaggio era stato deciso.
Fratelli gemelli, J ack e Williams Lindsay avevano vent'anni
quando il loro padre era morto lasciando loro un patrimonio
considerevole. Di et uguale, i due fratelli erano per di carattere
assai diverso. Mentre Williams continuava l'attivit paterna,
accrescendone l'eredit in proporzioni enormi, J ack, al contrario,
dissipava la sua. In meno di quattro anni aveva divorato ogni cosa.
Ridotto agli ultimi espedienti, non si era fatto scrupolo di
ricorrervi. Si parlava sottovoce di losche manovre al gioco, di
combinazioni irregolari nelle riunioni sportive, di operazioni di borsa
sospette. Se non completamente disonorato, egli si era gravemente
compromesso e le famiglie prudenti lo avevano gi messo al bando.
Tale era la situazione del fratello quando, a ventisei anni,
Williams incontr, am e spos la diciottenne Alice Clarck, orfana,
immensamente ricca di casa sua.
Williams era stato, purtroppo, segnato dal destino. Quasi
esattamente sei mesi dopo il matrimonio veniva riportato a casa
morente. Un banale incidente di caccia trasformava di colpo in
vedova una giovinetta appena diventata donna.
Prima di morire Williams aveva per potuto mettere ordine nei
suoi affari. Conosceva suo fratello e ne aveva tratto un suo giudizio.
Per sua volont il suo patrimonio pass alla moglie, alla quale affid
verbalmente l'incarico di pagare al fratello una larga pensione.
Per quest'ultimo fu il colpo di grazia: schium di rabbia e
bestemmi contro il morto. Da irritato contro il destino, divent
furioso contro le creature umane. Da cattivo divenne feroce.
La riflessione lo rese pi calmo. Invece di andare a schiantarsi
stupidamente contro l'ostacolo, decise di aggirarlo intraprendendone
l'assedio. Per mutare a suo favore la situazione, gli veniva offerta una
possibilit che egli ritenne di pratica attuazione: approfittare
dell'inesperienza della cognata, sposarla e riconquistare in tal modo il
patrimonio di cui si riteneva spogliato.
In conformit a tale piano egli mut immediatamente genere di
vita e cess dall'essere perenne motivo di scandali.
Erano trascorsi cinque anni da questi avvenimenti senza che J ack
avesse osato manifestare i suoi progetti. La freddezza di Alice aveva
costituito sempre una barriera impossibile da superare. Egli ritenne
giunta l'occasione propizia quando, approfittando della libert di cui
godevano le americane, la giovane Alice decise di fare, insieme con
la sorella, un viaggio in Europa sul quale, a causa di un manifesto
letto per caso e di un improvviso capriccio, doveva innestarsi la gita
dell'Agenzia Thompson. Con un certo ardire egli si propose allora
come compagno di gita. Alice accolse l'offerta non senza riluttanza:
tuttavia, vi si costrinse. Da molto tempo J ack sembrava essersi
ravveduto e la sua vita appariva regolare. Il momento era forse
venuto per ridargli una famiglia.
Alice si sarebbe certamente rifiutata se avesse potuto conoscere i
progetti del cognato; se avesse potuto leggere in lui si sarebbe
persuasa che J ack era sempre quello di prima, che era diventato
peggiore forse, e che, tutto sommato, era uomo da non indietreggiare
dinanzi a nulla al mondo per conquistare la fortuna: azioni vili e
malvagie, delitti.
Dopo la partenza da New York J ack non si era permesso alcuna
allusione a ci che egli chiamava audacemente il suo amore, e a
bordo del Seamew non era mai uscito dal suo prudente riserbo.
Taciturno, concedeva alle due sorelle la sua presenza materiale e,
nell'attesa, teneva per s ci che pensava. Divent di cattivo umore
quando Roger de Sorgues fu presentato alle passeggere americane e
riusc ad accaparrarsi la loro simpatia con la sua cortesia e la sua
allegria. Si sent pi tranquillo quando comprese che Roger si
occupava molto pi di Dolly che di Alice.
Degli altri ospiti del Seamew non si curava. Era gi tanto se
sapeva che esistessero e ignorava sdegnosamente l'esistenza di
Robert.
Alice si rivelava meno altezzosa. I suoi occhi acuti avevano notato
l'evidente contrasto fra la posizione subalterna dell'interprete e il suo
aspetto esteriore, non esclusa anche la cortese freddezza con la quale
egli accoglieva gli approcci di alcuni passeggeri e, in particolare,
quelli di Roger de Sorgues.
Che cosa pensate del vostro compatriota? Alice aveva
chiesto un giorno a quest'ultimo, che aveva rivolto a Robert alcune
parole accolte come di consueto. Mi sembra poco socievole.
un tipo orgoglioso che intende restare al suo posto aveva
risposto Roger, senza cercare di dissimulare la sua evidente simpatia
per il connazionale molto discreto.
Dev'essere molto al disopra della sua posizione, per volervisi
mantenere con tanta ferma dignit disse Alice con toni semplici.
A quel riserbo, tuttavia, Robert avrebbe dovuto rinunciare assai
presto. Si avvicinava il momento in cui sarebbe stato necessario
assumere le proprie funzioni. L'attuale tranquillit era tale da fargli
dimenticare la sua reale posizione. Ma il minimo incidente gliela
avrebbe richiamata necessariamente alla memoria. Quell'incidente si
sarebbe verificato ancora prima che il Seamew avesse toccato terra.
Dopo avere lasciato il Canale della Manica, la nave aveva seguito
costantemente la direzione ovest-sud-ovest, un po' meno meridionale
di quella che sarebbe stato necessario seguire per raggiungere il
gruppo principale delle Azzorre. Il capitano Pip, infatti, aveva fatto
rotta sulle isole pi occidentali, nell'intento di farle vedere ai suoi
passeggeri. Dal modo in cui si mettevano le cose non sembrava per
che i passeggeri dovessero approfittare molto di quella premurosa
attenzione di Thompson.
Poche parole ascoltate sull'argomento suscitarono la curiosit di
Roger.
Potreste dirmi, professore chiese a Robert, quattro giorni
dopo la partenza quali sono le prime isole che il Seamew
incontrer nel suo viaggio?
Robert rimase senza parola: ignorava del tutto quel particolare.
Benissimo disse Roger il capitano ce lo dir. Le Azzorre
appartengono al Portogallo, credo? chiese ancora, dopo un breve
silenzio.
Ma balbett Robert lo credo anch'io.
Vi confesser che non so nulla sul conto di questo arcipelago
riprese Roger. Credete che abbia qualcosa di interessante da
offrirci?
Certamente disse Robert.
Di che genere? insistette Roger. Curiosit naturali, forse?
Naturali, evidentemente disse Robert.
Ed edifici, senza dubbio.
Ed edifici, ovviamente.
Roger guard un po' sorpreso il suo interlocutore. Un sorriso
malizioso sfior le sue labbra. Chiese ancora:
Un'ultima parola, professore. Il programma annuncia che
sbarcheremo soltanto in tre isole: Faial, Terceira e So Miguel.
L'arcipelago ne contiene altre? La signora Lindsay mi ha chiesto di
quante isole composto; io non ho saputo dirglielo.
Robert era sulle spine. Si rese conto un po' tardi della sua assoluta
ignoranza su ci che avrebbe dovuto insegnare agli altri.
Cinque afferm con audacia.
Molte grazie, signor professore disse alla fine Roger,
maliziosamente, prendendo congedo dal suo connazionale.
Non appena solo, Robert si precipit nella sua cabina. Prima di
partire da Londra aveva preso la precauzione di provvedersi di alcuni
libri per documentarsi sui Paesi compresi nell'itinerario della gita.
Perch aveva cos stupidamente trascurato quei libri?
Diede una scorsa al Baedeker delle Azzorre. Ahim, aveva
commesso un grossolano errore attribuendo soltanto cinque isole
all'arcipelago. Se ne contavano non meno di nove, invece. Robert ne
rimase umiliato e arross di vergogna, anche se nessuno poteva
vederlo. Si affrett a guadagnare il tempo perduto. D'allora trascorse
le sue giornate con il naso sui libri, e il suo finestrino rimase
illuminato per molto tempo durante la notte. Roger rilev il fatto e se
ne compiacque vivamente.
Sgobba, amico mio, sgobba! disse a se stesso, divertito.
In quanto a essere professore! Lo sei tanto, quanto io sono papa!
La mattina del settimo giorno, e cio il 17 maggio, alle 8,
Saunders e Hamilton si avvicinarono a Thompson; il primo gli fece
rilevare seccamente che, secondo il programma, il Seamew avrebbe
dovuto ormeggiarsi la notte precedente a Horta, capitale dell'isola di
Faial. Thompson se ne scus: ne erano responsabili le condizioni del
mare. Avrebbe potuto mai prevedere che sarebbe stato necessario
lottare contro il vento di prua e contro ondate cos violente? I due
compari rinunciarono alla discussione; avevano fatto notare
l'irregolarit e ci per il momento bastava. Si ritrassero
dignitosamente e il baronetto sfog la sua rabbia nel seno della sua
famiglia.
Del resto, bisogna supporre che la nave e gli stessi elementi
traessero una qualche emozione dallo scontento di un viaggiatore di
tanta importanza. Il vento, che fino dalle prime ore del giorno aveva
mostrato tendenza alla calma, diminu gradatamente. Di conseguenza
anche le ondate ridussero la loro violenza. La nave avanzava pi
rapidamente e l'ampiezza del suo beccheggio diminuiva. Presto il
vento si ridusse a una lieve brezza e gli ospiti del Seamew poterono
credere di essere tornati sul tranquillo Tamigi.
Il risultato di quella calma si fece presto avvertire. Gli sventurati
passeggeri che per sei giorni non si erano pi visti, risalirono uno
dopo l'altro sul ponte dove apparvero, con il viso pallido e i tratti
tirati, come penose rovine.
Indifferente a tale resurrezione, Robert, con i gomiti sulla
battagliola, scrutava l'orizzonte nella inutile ricerca della terra vicina.
Scusate, professore disse a un tratto una voce, alle sue
spalle non siamo qui sul posto occupato un tempo da un
continente scomparso: l'Atlantide?
Robert si volse e si trov di fronte a Roger de Sorgues, ad Alice
Lindsay e a Dolly.
Se Roger sperava, con quella improvvisa domanda, di chiudere la
bocca al suo connazionale, perdeva il suo tempo. La precedente
lezione aveva dato i suoi frutti. Robert ormai era ferrato.
Proprio cos disse.
Tale continente dunque realmente esistito? chiese Alice a
sua volta.
Nessuno pu dirlo rispose Robert. Verit o leggenda,
una grande incertezza regna evidentemente sulla sua esistenza.
Ma non vi sono testimonianze in favore della sua esistenza?
chiese ancora Alice.
Parecchie rispose Robert, ritenendo suo dovere ripetere ci
che diceva la sua guida. Senza parlare della Meropide di cui
Mida,
9
secondo Teopompo di Chio,
10
aveva ricevuto notizia dal
vecchio e povero Sileno, rimane se non altro il racconto del divino
Platone. Con Platone, la tradizione si fa racconto, la leggenda, storia.
Per merito suo la catena del ricordo possiede tutte le sue maglie. Essa
si collega da un anno all'altro, da un secolo all'altro, e risale fino alla
notte dei tempi. I fatti, dai quali si costituiva in tal modo la storia,
Platone li aveva appresi da Crizia,
11
il quale, da parte sua, all'et di
sette anni ne aveva sentito il racconto dalla bocca del bisnonno
Dropidas, allora novantenne. Riguardo a Dropidas, egli non faceva
che ripetere ci che molte volte aveva sentito raccontare da Solone,
12

suo intimo amico, uno dei Sette sapienti della Grecia, legislatore di
Atene. Solone gli aveva detto che, ricevuto dai sacerdoti della citt
egiziana di Sais,
13
allora vecchia di ottomila anni, egli aveva appreso
da costoro che i loro monumenti parlavano delle grandi guerre
sostenute un tempo dagli abitanti di un'antica citt della Grecia,
fondata mille anni prima della stessa Sais, contro i numerosi popoli
venuti da un'immensa isola posta al di l delle colonne d'Ercole. Se
questa tradizione esatta, dunque circa ottomila o diecimila anni

9
Figlio del re della Frigia. Per avere riportato a Dioniso il seguace Sileno, suo
precettore, ne ricevette, a sua richiesta, il dono di convertire in oro ci che toccava.
(N.d.T.)
10
Teopompo di Chio, retore e storico greco, nato intorno al 378 a.C. (N.d.T.)
11
Scrittore ateniese e uomo politico di antica e cospicua famiglia, Crizia, cugino
della madre di Platone, visse fra il 460 ca. e il 403 a.C. (N.d.T.)
12
Solone visse intorno al 640-560 a.C. Legislatore e uomo politico ateniese, fu
considerato fra i Sette sapienti della Grecia. (N.d.T.)
13
Sais: citt molto bella dell'antico Egitto, era centro amministrativo e religioso; le
sue origini risalgono alla preistoria. Le poche rovine che ne rimangono si vedono
ancora nei dintorni del delta occidentale del Nilo. Delle guerre di cui detto subito
dopo, Platone fa dire a Crizia, nell'omonimo dialogo: ... in complesso sono
novemila anni che si d per avvenuta la guerra fra quelli che abitavano fuori delle
colonne d'Ercole (e cio i popoli dell'Atlantide) e quelli di dentro (e cio gli atenie-
si). (N.d.T.)
prima di Ges Cristo che viveva la razza scomparsa degli atlantidi,
ed qui che era la loro patria.
Come stata possibile la scomparsa di questo vasto
continente? chiese Alice, dopo un istante di silenzio.
Robert fece un gesto evasivo.
E di questo continente non sarebbe rimasto nulla? neppure una
pietra?
S rispose Robert. Sono rimasti picchi, montagne,
vulcani, i quali emergono ancora: non sarebbero altro che le Azzorre,
Madeira, le Canarie, le isole del Capo Verde. Il resto stato
inghiottito. Nelle pianure che hanno conosciuto l'aratro, la nave ha
preso il posto del carro. Tranne le vette orgogliose, ogni cosa
affondata negli abissi insondabili, tutto scomparso sotto i flutti:
citt, edifici, uomini, nessuno dei quali tornato per narrare ai suoi
fratelli qualcosa di quella spaventosa catastrofe.
Ci non si trovava nella sua guida; Robert lo aveva immaginato
con la sua fantasia: mostrava, senza dubbio, una certa audacia nello
svolgimento del suo incarico.
Del resto, il risultato era stato ottimo. I suoi ascoltatori erano parsi
commossi. Anche se risaliva a diecimila anni, il disastro era stato pur
sempre spaventevole e tale che gli annali del mondo non ne
ricordano di simili. Con gli occhi vaganti sulle onde, essi pensavano
ai segreti che l'abisso celava. In fondo a quel mare le messi erano
maturate, i fiori erano sbocciati, e i raggi del sole avevano illuminato
quelle terre ora immerse nell'ombra eterna. Uccelli vi avevano
cantato, uomini vi erano vissuti, donne avevano amato, giovinette e
madri avevano pianto. E su quel mistero di vita, di passione e di
dolore si stendeva ora, come su una tomba immensa, l'impenetrabile
coltre funebre del mare.
Scusate, signore disse una voce ho afferrato soltanto la
fine di ci che dicevate. Se ho ben capito, qualcosa di spaventoso
sarebbe accaduto in questo luogo. Una terra importante sarebbe stata
distrutta dal mare. Beh! E certamente straordinario che i giornali non
ne abbiano parlato!
Il gruppo si volse con un certo sbigottimento e scorse l'amabile
signor Blockhead, seguito dalla propria famiglia. Come si erano fatti
pallidi quei visi! Com'era dimagrita quella interessante famiglia!
Roger si prese la briga di rispondere.
Siete voi, caro signore? Guarito, finalmente? Complimenti!
Come? Non avete visto sui giornali il racconto del disastro? Posso
dirvi tuttavia che se ne parlato a lungo.
La campana che annunciava la colazione annull la risposta di
Blockhead.
Ecco un segnale che mi fa piacere ascoltare! esclam.
E si affrett verso la sala da pranzo, seguito dalla signora
Georgina e dal figlio Abel. Strano fenomeno! miss Bess e miss Mary
non lo seguirono con la sollecitudine richiesta da un cos prolungato
digiuno. Con identico slancio si erano dirette verso la poppa. Un
istante dopo facevano ritorno: scortavano Tigg, nuovamente
riconquistato. Ad alcuni passi di distanza gli Hamilton avanzavano a
loro volta, con le labbra strette e gli occhi colmi di rabbia.
Tigg sembrava cos un moderno Paride, che tre dee nuovo stile si
sarebbero disputate. In omaggio al proverbio che afferma che nel
regno dei ciechi sono re coloro che ci vedono da un occhio solo, miss
Margaret era veramente la Venere di quel trio celeste. L'altera Mary
avrebbe recitato allora la parte di Giunone, restando a miss Bess il
ruolo di Minerva a causa dei suoi spigoli bellicosi In quel
momento era evidente che, contro la tradizione generalmente
accettata, Minerva e Giunone trionfavano. Venere era verde di
rabbia.
Per la prima volta dopo tanti giorni la tavola era occupata da
un'estremit all'altra. Thompson si sent pervaso da sentimenti di
varia natura nel vedere tanta abbondanza di convitati.
Verso la fine del pasto Blockhead gli rivolse la parola
direttamente attraverso la tavola:
Caro signore disse ho appreso poco fa che questa zona
stata teatro di uno spaventoso disastro. Un'intera contrada sarebbe
stata sommersa. Ritengo opportuno quindi proporre di aprire fra di
noi una sottoscrizione in favore delle vittime della catastrofe. Io
sottoscriver volentieri per una sterlina. Thompson mostr di non
capire.
Di quale disastro intendete parlare, caro signore? Non ho mai
sentito parlare di una cosa del genere!
Non invento nulla insistette Blockhead. Ho appreso
questa faccenda direttamente dal professore; quel gentiluomo
francese che gli accanto mi ha detto che i giornali ne avevano
parlato.
Esattamente! disse Roger, vedendo che si parlava di lui.
Ma la cosa non accaduta oggi. E cosa di parecchi anni fa. E stato
Aspettate! Due anni fa? No, di pi E stato Ci sono! Alla
prossima festa di San Giovanni saranno esattamente ottomila e
quattrocento anni che l'Atlantide scomparsa sotto il mare. L'ho
letto, parola mia, sulle gazzette della prima Atene.
Tutti scoppiarono a ridere. Blockhead rimase a bocca spalancata.
Forse si sarebbe arrabbiato perch lo scherzo era stato troppo spinto,
ma all'improvviso una voce proveniente dal ponte fece subito cessare
collera e risate.
Terra a prua, a sinistra! grid un marinaio.
In un attimo la sala si vuot. Soltanto il capitano Pip rimase al suo
posto per terminare tranquillamente il pasto.
Non hanno mai visto la terra? chiese al suo fedele
confidente, accovacciato accanto a lui.
I passeggeri erano montati sullo spardeck; con lo sguardo rivolto
a sud-ovest cercavano di scorgere la terra annunciata.
Soltanto un quarto d'ora dopo cominci a disegnarsi dinanzi ai
loro occhi inesperti una macchia simile a una nuvola, sul lontano
orizzonte.
A giudicare dalla direzione seguita disse Robert a coloro
che gli erano vicini dovrebbe essere Corvo, e cio l'isola pi
settentrionale e pi occidentale dell'arcipelago.
L'arcipelago delle Azzorre si suddivide in tre gruppi distintamente
separati. Quello centrale comprende cinque isole: Faial, Terceira, So
J orge, Pico e Graciosa; quello a nord-ovest composto da due isole:
Corvo e Flores; quello di sud-est parimenti composto da due isole:
So Miguel e Santa Maria, oltre alle scogliere chiamate i Desertas.
Poste a 1550 chilometri dal pi vicino continente, quelle isole, di
varia grandezza ed estese pi di 100 leghe marine, mettono insieme
fra tutte 24.000 chilometri quadrati di terraferma e 170.000 abitanti.
Ci significa che larghi bracci di mare separano le une dalle altre e
che l'occhio pu raramente spaziare dall'una all'altra.
La scoperta di tale arcipelago stata, come di consueto,
rivendicata da vari popoli. Qualunque cosa si pensi di queste dispute
imperniate sulla vanit, certo che furono i coloni portoghesi quelli
che vi si stabilirono dal 1427 al 1460 e che ad esse diedero il nome di
una specie di uccelli da preda, che allora vi si trovavano in gran
numero e che i primi occupanti scambiarono, erroneamente, per nibbi
o astori, Robert diede queste informazioni generiche su richiesta di
Thompson. Il successo fu veramente lusinghiero: non appena apr
bocca, la maggior parte dei passeggeri gli si fece intorno desiderosa
di ascoltare il professore francese. Richiamati dai primi, altri
sopraggiunsero, cos che Robert fu presto al centro di un folto
gruppo. Dopotutto, non poteva rifiutarsi di dare corso
all'improvvisata conferenza: ci faceva parte delle sue mansioni.
Blockhead, senza rancore, aveva spinto il proprio rampollo nella
prima fila degli ascoltatori. Ascolta bene ci che dice il professore,
gli diceva, ascolta bene il professore! Un altro ascoltatore, del tutto
inatteso, era Van Piperboom, di Rotterdam. Quale interesse poteva
egli avere a quei discorsi completamente incomprensibili per le sue
orecchie olandesi? Mistero. Comunque egli era l, in prima fila,
orecchie tese e bocca spalancata per non perdere una sola parola.
Poich aveva pagato, che capisse o meno egli pretendeva la sua
parte.
Un'ora dopo l'isola di Corvo cess di essere una nuvola e si
mostr, massa ancora confusa, alla distanza di circa 25 miglia. Nel
contempo, un'altra terra spuntava vagamente all'orizzonte.
Flores annunci Robert.
La nave avanzava rapidamente. I particolari a poco a poco presero
forma e presto si pot distinguere una rupe, alta sul mare pi di 300
metri. Il Seamew si avvicin a meno di 3 miglia, poi il capitano segu
la costa, proseguendo verso sud.
La rupe si prolungava, sempre alta e arida; la sua base era
disseminata di innumerevoli rocce contro le quali il mare si frangeva
rabbiosamente. L'aspetto era terribile e selvaggio. A bordo del
Seamew, i battiti dei cuori erano aumentati e si esitava a credere a
Robert quando egli diceva che quell'isola minacciosa ospitava e
nutriva quasi un migliaio di creature umane. Ad eccezione di alcune
valli ricoperte di un po' di verde, da ogni parte l'occhio scorgeva i
segni della pi spaventevole desolazione. Non c'era parvenza di vita
su quei basalti nerastri, su quei massi aridi e grandiosi, ammucchiati
e sconvolti dal capriccio di un'incommensurabile potenza.
Ecco l'opera dei terremoti disse Robert.
Quelle parole determinarono una certa animazione fra i
passeggeri; spintonando gli altri si fece avanti J ohnson, con lo
sguardo irritato, e and a porsi dinanzi all'interprete del Seamew.
Che avete detto? esclam. Avete parlato di terremoti? Ve
ne sono, dunque, nelle Azzorre?
Ve ne sono stati rispose Robert.
E ora?
Ora disse Robert se sono cessati del tutto a Flores e a
Corvo, non si pu dire la stessa cosa delle altre isole; soprattutto
delle isole di So J orge e So Miguel.
Nell'udire quella risposta, J ohnson parve accendersi di collera.
Questa una cosa indegna! esclam rivolgendosi a
Thompson. Diamine, la gente dev'essere avvertita! Occorre
stamparlo sul programma! Signore, voi siete libero di scendere a
terra e, con voi, anche tutti coloro che hanno commesso la
stupidaggine di seguirvi! Ma, tenete a mente questo: io non ci
metter mai piede!
Fatta tale energica dichiarazione J ohnson si allontan con modi
sgarbati come era venuto e presto si ud la sua voce risonare nella
sala del bar.
Mezz'ora dopo il Seamew giungeva all'estremit meridionale di
quell'isola desolata. In quel punto, l'alta rupe si abbassava e la riva
terminava con una punta molto bassa, che Robert indic con il nome
di Punta Peisqueiro. Il capitano si diresse allora di due quarti verso
ovest e si avvicin decisamente all'isola di Flores che uno stretto di
appena 10 miglia separava da Corvo.
Dopo essere stata avvistata, Flores si era fatta stranamente pi
grande. Ora era possibile concepire la sua configurazione. Si
distingueva la sua cima, il Morr Grande, alta 942 metri, la sua
catena di montagne, e le colline che scendevano gradatamente fino al
mare. Pi grande della sua vicina, Flores 15 miglia di lunghezza
per 9 di larghezza, e cio, circa 148 chilometri quadrati aveva una
popolazione non inferiore ai 9000 abitanti. Anche il suo aspetto era
pi dolce e pi accogliente. Le colline che scendevano a lambire
l'oceano erano ricoperte di un vasto tappeto verde, interrotto qua e l
da macchie d'alberi. Sulle cime, pascoli ubertosi risplendevano al
sole. Pi in basso si estendevano i campi, inquadrati e sorretti da
muri di lava. I passeggeri si rasserenarono alla vista di quella natura
ospitale.
Quando fu a breve distanza dalla Punta Albernas, che costituisce
l'estremit nord-occidentale dell'isola, il capitano Pip pieg
direttamente verso est. Il Seamew attravers il canale che separa le
due isole gemelle, costeggiando da presso la ridente Flores, mentre
un po' per volta Corvo scompariva all'orizzonte. Il capitano fece poi
rotta verso sud-est e quindi a sud. Verso le 4 del pomeriggio il
Seamew si trovava a fianco della capitale Santa Cruz, di cui si
distinguevano chiaramente le case illuminate dal sole. La rotta fu
allora cambiata ancora una volta e il Seamew, lasciando dietro di s
le due prime Azzorre, avanz a tutto vapore verso Faial.
Da Santa Cruz a Horta, capitale di Faial, la distanza di circa 130
miglia; la traversata press'a poco di 11 ore. Prima delle 7 le vette di
Flores erano appena visibili, e presto scomparvero definitivamente
nell'oscurit della notte.
Poich il programma del giorno seguente era molto intenso, il
ponte quella sera fu abbandonato di buon'ora. Robert stava a sua
volta per lasciarlo, allorch Roger de Sorgues and a scambiare con
lui alcune parole e ad augurargli amichevolmente la buona notte.
A proposito! disse al momento di separarsi sarebbe
indiscreto chiedervi, mio caro compatriota, in quale liceo di Francia
avete insegnato?
Per nulla imbarazzato, Robert si mise a ridere.
Nella fantasia del signor Thompson rispose allegramente.
Debbo questa nomina esclusivamente a lui; senza averla
sollecitata, vi prego di crederlo.
Rimasto solo, Roger lo segu con gli occhi mentre si allontanava.
Pensava: Ha confessato di non essere professore. E evidente che
un interprete occasionale. Quest'uomo mi incuriosisce.
Roger sorvol per il momento su quella faccenda con un gesto
d'indifferenza e lasci il ponte per ultimo. Il problema lo irritava;
tuttavia, disteso nella sua cuccetta, mormorava ancora:
Nessuno mi toglier pi dalla testa che ho gi visto quest'uomo
da qualche parte! Ma dove, per mille carabine, dove?
CAPITOLO VI
LUNA DI MIELE
IL GIORNO dopo, quando verso le 7 Robert sal sul ponte, la nave
era ormeggiata nel porto di Horta, capitale dell'isola di Faial. La terra
limitava da ogni parte l'orizzonte.
Fiancheggiata dai due forti a occidente, la citt, di piacevole
aspetto, si stendeva ad anfiteatro, elevando gli uni al di sopra degli
altri i campanili delle sue chiese, coronata da una localit sovrastante
sulla quale sorgeva un'ampia costruzione, un tempo convento di
gesuiti.
A nord, lo sguardo non andava oltre la Ponta Espalamaca, che
chiudeva un lato della rada; a sud, due rupi limitavano l'altro lato: il
Monte Queimado (Montagna bruciata) sul quale poggiava la diga che
chiudeva il porto, e la Ponta da Guia (Punta della Guida), antico
vulcano, il cui cratere rotto negli orli (la Caldaia dell'Inferno) era
invaso dal mare e serviva a volte di rifugio ai pescatori quando il
tempo si faceva minaccioso.
Dalla parte di nord-est la vista si estendeva liberamente fino alla
punta occidentale dell'isola di So J orge, lontana circa 20 miglia.
A oriente troneggiava la massa enorme di Pico (il Picco),
montagna che dava il nome all'isola, le cui rive emergendo
bruscamente dalle onde e salendo ininterrottamente ne diventavano
la cima, alta 2321 metri.
Robert non riusc a scorgere quella cima. A 1200 metri circa una
cortina di nebbia ne impediva la vista. Un'incessante tormenta
percorreva quella massa di vapori. Mentre al suolo gli alisei
soffiavano da nord-est, in alto lembi di nuvole si staccavano a ogni
istante dalla massa, si riformavano di nuovo per andare a perdersi
dalla parte opposta, spinti dai contro-alisei di sud-ovest.
Al di sotto di quella impenetrabile cortina, sulla china che
scendeva con regolarit fino al mare, praterie, campi e alberi
circondavano numerose quintas
14
nelle quali i facoltosi abitanti di
Faial cercavano di sfuggire al caldo e alle zanzare dell'estate.
Robert ammirava il panorama quando la voce di Thompson lo
distolse dalla sua contemplazione.
Buon giorno, professore. Questo paese mi sembra interessante.
Se siete ben disposto, professore, questa mattina avrei bisogno di voi.
Come sapete, i passeggeri dovranno sbarcare alle 8, secondo il
programma. Prima, per, che ci avvenga si rendono indispensabili
alcuni preparativi.
Cos cortesemente sollecitato Robert lasci la nave in compagnia
di Thompson e, seguendo la riva, entrambi raggiunsero le prime case
di Horta. Poco dopo Thompson si fermava e indicava un vasto
edificio sul quale spiccava un'insegna scritta in portoghese, che
Robert tradusse immediatamente.
Un albergo disse. Albergo della Vergine.
Vada pure per l'Albergo della Vergine. Entriamo e parliamo
con l'albergatore.
L'albergatore che, a quel che sembrava, non abbondava di clienti,
non si era ancora alzato. Bisogn aspettare un quarto d'ora prima di
vederlo apparire semivestito e con gli occhi ancora pieni di sonno.
Con Robert che traduceva domande e risposte ebbe subito inizio il
dialogo fra l'albergatore e Thompson:
Potete darci la colazione?
A quest'ora?!
No, alle 11.
Certamente. Non era il caso di disturbarmi per questo motivo.
Il fatto che siamo in molti.
Siete in due: lo vedo.
S, noi due e altre 63 persone.
Diavolo! disse l'albergatore, grattandosi il capo.
Allora? insistette Thompson.

14
Ville. (N.d.T.)

Bene! disse l'albergatore, prendendo risolutamente la
decisione alle 11 avrete 65 colazioni!
Quale sar il prezzo? L'albergatore riflett un istante.
Avrete disse alla fine uova, prosciutto, pesce, pollo,
frutta, per 23.000 reis, vino e caff compresi.
Ventitr mila reis, e cio circa 2 franchi a testa, era un prezzo
incredibilmente conveniente. Ma il parere di Thompson non fu
certamente quello; per mezzo del suo interprete egli inizi allora un
concitato mercanteggiamento. Alla fine l'accordo fu raggiunto sul
prezzo di 17.000 reis, e cio circa 100 franchi francesi.
Regolata questa faccenda, ebbe inizio un altro mercanteggiamento
riguardante i mezzi di trasporto. Dopo dieci minuti di discussione
l'albergatore s'impegn, mediante una cifra complessiva di 30.000
reis (pari a 180 franchi) a mettere a disposizione dei turisti, il mattino
seguente, 65 cavalcature, fra cavalli e asini; questi ultimi in maggior
numero. Alle vetture non bisognava neppure pensare: l'isola non ne
possedeva.
Testimonio e attore di quelle discussioni, Robert dovette
constatare con stupore e non senza inquietudine che Thompson,
fiducioso nella sua buona stella, non aveva predisposto nulla.
Ci sar da ridere! disse fra s.
Concordata ogni cosa, Thompson e Robert si affrettarono a
raggiungere i passeggeri, i quali, da almeno mezz'ora, attendevano il
loro eminente amministratore.
Erano tutti sulla banchina, infatti, raccolti in gruppo, gesticolando.
Tutti, eccetto uno. Come aveva dichiarato, Elias J ohnson era rimasto
a bordo, manifestando con la sua astensione il proprio terrore per i
terremoti.
Tra i passeggeri il cattivo umore era evidente; ma esso si plac
subito all'arrivo di Thompson e di Robert. Soltanto Saunders ritenne
di dover protestare, ma lo fece con estrema discrezione. Mostr
senza dire nulla il suo orologio e, da lontano, invit con il dito
Thompson a constatare che la lancetta grande aveva superato da un
pezzo le 8,30. Fu tutto.
Thompson finse di non accorgersene. Cortese e premuroso,
asciugandosi la fronte nell'intento di dare un'impressionante idea
della sua instancabile attivit, si diede un gran da fare. A poco a
poco, sotto la sua direzione, la folla dei passeggeri si mescol, si
allung, si assottigli. La ressa si trasform in un reggimento di
uomini ben allineati.
Abituati a quel bizzarro modo di viaggiare, gli inglesi si
adattarono facilmente alle esigenze di quel modo di disporsi alla
militare. Ci sembrava loro naturale e spontaneamente si erano
disposti in sedici file, composte da quattro persone ciascuna. Soltanto
Roger de Sorgues sembr un po' stupito e dovette persino reprimere
la sua intempestiva voglia di ridere.
Alla testa del corteo, in prima fila, era lady Heilbuth con al fianco
sir Hamilton. Quell'onore spettava loro di diritto. E tale era anche il
parere personale del baronetto, il quale scoppiava visibilmente di
soddisfazione. Le altre file si erano organizzate a capriccio del caso o
delle simpatie. Roger riusc senza fatica a completare quella della
famiglia Lindsay.
Thompson aveva preso posto, ovviamente, fuori della fila. Di
fianco alla truppa, andava e veniva come un capitano per rettificare
l'allineamento difettoso, per frenare le velleit d'indipendenza di
qualche passeggero; o meglio, paragone forse pi esatto, come un
istitutore che sorvegli un gruppo di collegiali disciplinati.
Al segnale la colonna si mise in movimento. Segu la riva in buon
ordine, pass dinanzi all'Albergo della Vergine, e l'albergatore pot
dalla soglia seguirla con occhio soddisfatto. Cento passi pi in l, a
richiesta di Robert, pieg a sinistra ed entr nella citt di Horta.
La citt di Horta, composta quasi esclusivamente da una sola via
che si biforcava all'estremit, era molto meno attraente da vicino che
da lontano. Ripida, stretta, irregolare, mal pavimentata, essa non
poteva proprio considerarsi una piacevole passeggiata. A quell'ora
del giorno il sole gi caldissimo la inondava da un'estremit all'altra,
arrostendo nuche e spalle: i suoi raggi ardenti presto furono la causa
di lagnanze, a mala pena represse dall'occhio severo di Thompson.
Le case fiancheggianti la via non offrivano abbastanza interesse
per far disprezzare dall'anima le sofferenze del corpo. Costruite
grossolanamente in muri di pietra lavica di grande spessore,
nell'intento di offrire maggiore resistenza ai terremoti, esse sarebbero
state insignificanti se la grande sporcizia non le avesse rese originali.
Il loro pianterreno era solitamente occupato da magazzini, da
scuderie oppure da stalle. I piani superiori, riservati agli abitanti, e
pieni di ignobili insetti, emanavano a causa del caldo e della
vicinanza delle stalle odori nauseabondi.
Ogni casa possedeva un ampio balcone, una veranda chiusa da
un'inferriata. Tenendo d'occhio la via, spiando i vicini e i passanti,
osservando le abitudini e i gesti di coloro che il caso poneva a portata
del loro sguardo, le borghesi locali facevano lunghe soste dietro quel
riparo. A quell'ora del mattino, per, i balconi erano chiusi, i loro
proprietari avendo l'abitudine di prolungare al di l del verosimile le
ore consacrate al sonno.
Al passaggio della colonna i rari passanti si voltavano a guardare,
sorpresi, e i bottegai uscivano sulla soglia della porta. Che significato
aveva quello sbarco? L'isola era stata forse invasa, come al tempo
dell'usurpatore don Miguel? Si otteneva, insomma, un successo di
buona lega. Thompson aveva il diritto di esserne fiero. E lo era.
Ma sir Hamilton lo era ancora di pi. A capo della colonna,
procedeva dritto, impettito, con lo sguardo fisso dinanzi a s e con
tutti i pori della pelle che gridavano: Io!. Quell'orgoglioso
atteggiamento fu quasi sul punto di giocargli un brutto tiro. Non
guardando dove metteva i piedi, il nobile baronetto incespic sul
selciato mal ridotto e cadde lungo disteso. Ci sarebbe potuto
capitare a qualsiasi persona. Se le gambe e le braccia di sir Hamilton
non subirono danni, non pot dirsi la stessa cosa, purtroppo, di un
accessorio indispensabile. Sir Hamilton ruppe i suoi occhiali.
Crudele catastrofe! Quale piacevole godimento sarebbe stato ormai
possibile per il miope diventato cieco?
Amministratore sempre vigile, Thompson aveva visto tutto, per
fortuna, e si affrett ad indicare al baronetto una bottega che metteva
in mostra alcuni apparecchi ottici di poco valore. Grazie alla
mediazione di Robert, un affare fu presto concluso. Con la spesa di
2000 reis 12 franchi circa il bottegaio s'impegn a restituire per
il giorno dopo lo strumento riparato.
Lungo la via si visitarono chiese e conventi di scarso interesse. Da
una chiesa a un convento e da un convento a una chiesa, si raggiunse
alla fine l'altura che dominava la citt; sudando e sbuffando, ma
sempre in buon ordine, ci si ferm verso le 10 ai piedi dell'antico
convento dei gesuiti, costruito di fronte al mare. La colonna si sciolse
subito e a un segnale di Thompson si fece circolo intorno a Robert.
Blockhead aveva spinto in prima fila il giovane Abel, a fianco del
quale Van Piperboom, di Rotterdam, pose la sua ingombrante e
massiccia persona.
Ecco l'antico convento dei gesuiti cominci a dire Robert,
assumendo il tono professionale del cicerone. E l'edificio pi
bello che i gesuiti abbiano costruito nelle Azzorre. Lo si pu visitare,
come da programma. Ritengo di dovervi dire, tuttavia, che se questo
monumento notevole per le sue dimensioni esso non presenta alcun
interesse artistico.
Stanchi a causa delle visite gi compiute, i turisti si dichiararono
soddisfatti. Soltanto Hamilton, con il programma in mano, ne
richiese la completa esecuzione ed entr nel convento con passo
energico. Da parte sua, Blockhead fece rilevare sagacemente che si
sarebbe potuto, almeno, andare a constatarne le dimensioni,
considerato che esse erano ritenute notevoli; ma nessuno si degn di
dargli ascolto.
Passeremo, dunque, al successivo articolo del programma
disse Robert. Egli lesse:
Magnifico panorama. Cinque minuti.
Dinanzi a voi spieg Robert l'isola di Pico. A nord,
quella di So J orge. Nell'isola di Pico un agglomerato di villette
indica il quartiere della Maddalena, ove gli abitanti di Faial vanno
a trascorrere l'estate.
Ci detto, poich Robert aveva terminato il suo compito, il
cerchio si ruppe e i turisti si sparpagliarono a loro piacimento,
contemplando il panorama. Ai loro piedi, la citt di Horta sembrava
scendere al mare. Di fronte, il Pic elevava la sua massa colossale, la
cui vetta andava sempre a perdersi al di l di un caos di vapori. Tra le
due isole, il canale ora era inondato di sole e le acque scintillavano
sino alle rive color porpora dell'isola di So J orge.
Quando al termine della sua visita il baronetto fece ritorno, la
colonna, gi fatta esperta, si ricostitu rapidamente. Essa stava per
rimettersi in marcia allorch il meticoloso passeggero brand
nuovamente l'inflessibile regolamento. Il programma diceva: Vista
magnifica. Cinque minuti. Gli occorrevano quei cinque minuti.
Fu necessario sottostare ai capricci di quel tipo originale e, in un
impeccabile allineamento, tutta la colonna, rivolta a oriente, si
concedette a malincuore altri cinque minuti di contemplazione. Nel
corso di quei minuti Hamilton, ingannato dalla fortissima miopia,
rimase inflessibilmente rivolto a ovest. Da quella parte egli non
poteva vedere altro che la facciata dell'antico convento dei gesuiti, la
quale, con la migliore buona volont di questo mondo, anche sotto il
sole accecante non avrebbe potuto essere ritenuta una vista
magnifica. Ma questo era soltanto un particolare. Il baronetto
contempl il muro coscienziosamente durante i cinque minuti
previsti dal regolamento.
La colonna riprese poi il cammino.
Sin dai primi passi l'occhio vigile di Thompson scopr che una fila
era ridotta di una buona met. Due passeggeri se l'erano svignata:
erano i due giovani sposi, come gli fu possibile stabilire dopo attento
esame. Egli pens subito che i due passeggeri assenti gli avrebbero
consentito di chiedere all'albergatore un'equa riduzione del prezzo
concordato.
Erano le 11,30 quando, sempre in buon ordine ma stanchissimi, i
turisti fecero il loro ingresso nell'Albergo della Vergine. Rubicondo e
gioviale, l'albergatore li ricevette con il berretto in mano.
Ciascuno prese posto intorno alla tavola. Sir Hamilton sedette di
fronte a Thompson: posto che nessuno pens di disputargli. Un'astuta
manovra permise a Mary e a Bess Blockhead di prendere posto
lontano dalla loro famiglia, avendo modo cos di dedicarsi alla
felicit di Tigg, definitivamente circuito.
Quando il primo appetito fu placato, Thompson prese la parola
per chiedere ai suoi passeggeri le impressioni sulla citt di Horta.
E magnifica! esclam Blockhead. Semplicemente
magnifica! Ma si cap subito che Blockhead era l'unico a pensarla
cos.
Citt orribile! disse un passeggero.
Sporca! aggiunse un altro.
Che strada!
Che case!
Quanto sole!
Che selciato!
Tutti avranno compreso che l'ultima esclamazione era stata fatta
dal baronetto.
E che albergo! disse a sua volta Saunders, con uno stridio
nella voce simile a quello di una sega. Si vede chiaramente che ci
sono stati promessi alberghi di prim'ordine.
Saunders non aveva torto, bisogna riconoscerlo. Uova, prosciutto,
pollo apparivano sulla tavola, ma il servizio lasciava stranamente a
desiderare. La tovaglia non mancava di buchi, le forchette erano di
ferro e i piatti, di dubbia pulizia, non venivano cambiati.
Thompson scosse il capo con aria bellicosa.
Ho forse bisogno di far osservare al signor Saunders sibil
con amarezza che le parole Alberghi di prim'ordine hanno
valore relativo? Un albergo della periferia di Londra diventa un
comodo albergo nel Kamtchatka
E in genere lo interruppe Hamilton in ogni Paese abitato
da popoli latini, e cio da popoli di razza inferiore. Oh, se fossimo in
una colonia inglese!
Il baronetto non riusc a completare il suo pensiero: la colazione
era terminata e si ripartiva rumorosamente. Uscito per ultimo,
Thompson ebbe la soddisfazione di ritrovare la colonna gi in ordine.
Ciascuno aveva ripreso spontaneamente il posto che il caso o la
volont gli avevano assegnato al mattino. N erano sorte
contestazioni; l'idea dell'ordine sorge facilmente tra gli uomini.
Per la terza volta, fra un pi numeroso concorso di pubblico, la
colonna segu la via che era stata fatale a sir Hamilton. Nel giungere
sul teatro dell'incidente il baronetto diede un'occhiata alla bottega in
cui aveva trovato aiuto. L'ottico era sulla soglia, come tutti i bottegai,
suoi colleghi. Anch'egli aveva riconosciuto l'occasionale cliente, che
segu con uno sguardo nel quale Hamilton credette di leggere ma
che idea! un'espressione di sprezzante biasimo.
Raggiunta la parte alta della via si gir a sinistra e si prosegu sui
fianchi della collina. Le ultime case furono presto superate e alcune
centinaia di metri pi lontano la strada cominci a costeggiare un
torrente dai meandri capricciosi. Le sue rive deliziose e mutevoli non
furono degnate di uno sguardo da parte di un gran numero di turisti:
un luogo che non era citato nel programma, non valeva proprio nulla;
diciamo meglio: non esisteva.
Dopo circa mezzo miglio la strada parve di colpo ostruita da
un'enorme barriera di rocce, dall'alto delle quali l'acqua del torrente
precipitava in forma di cascata. Senza modificare il suo ammirevole
allineamento la colonna continu a risalire la collina, girando a
destra.
Bench si fosse nell'ora pi calda della giornata, la temperatura si
manteneva sopportabile. Lungo il sentiero seguito dalla colonna
c'erano alberi in abbondanza. Cedri, noci, pioppi, castagni e faggi
spandevano la loro benefica ombra.
L'ascensione durava da un'ora quando l'orizzonte si allarg
all'improvviso. A una brusca svolta, la strada sbocc su un pendio
che dominava un'ampia valle, nella quale il sentiero proseguiva pi
largo.
Thompson fece un cenno e i passeggeri si misero nuovamente in
cerchio intorno al cicerone. Come i soldati, i turisti evidentemente si
abituavano alla manovra. Per ci che riguardava Robert, pur
ritenendo molto ridicolo quel modo ultra inglese di viaggiare,
occorre dire che egli ebbe il buon gusto di non lasciarlo trapelare.
Con tono freddo e senza alcun preambolo, disse:
questo, signore e signori, il luogo in cui si stabilirono per la
prima volta i fiamminghi che colonizzarono quest'isola prima dei
portoghesi. Noterete che gli abitanti di questa valle hanno conservato
in gran parte i tratti fisici, i costumi, la lingua e l'industria dei loro
antenati.
Robert tacque bruscamente cos come aveva cominciato. Che i
turisti non fossero nella possibilit di notare nulla delle cose da lui
indicate non era faccenda che lo riguardasse. Del resto, tutti parvero
soddisfatti. Poich ci era nel programma, ogni cosa fu notata da
lontano, da molto lontano, e nessuno mosse reclamo.
A un segno di Thompson la colonna si ricostitu come un
reggimento ben addestrato e gli occhi abbandonarono passivamente
l'incantevole paesaggio.
Era un vero peccato. Chiusa fra colline dai delicati contorni,
solcata da ruscelletti che, riuniti insieme, costituivano pi in basso il
torrente di cui era stato risalito il corso, la Valle Fiamminga si
stendeva, ricca di virgiliana grazia. Ai pingui pascoli, nei quali
brucavano mandrie di buoi, seguivano campi di grano, di granoturco,
d'orzo e, capricciosamente sparse, bianche casette che brillavano ai
raggi del sole.
Una Svizzera normanna disse Roger.
Sembra un lembo del nostro Paese aggiunse
malinconicamente Robert, rimettendosi in cammino.
Nel passare a nord della citt di Horta la colonna pieg un po' a
destra e la Valle Fiamminga non tard a scomparire. Dopo i campi
che ricordavano quelli della Normandia, ora si attraversavano i
terreni coltivati a orto. Cipolle, patate, piselli, tutte le variet di
legumi fecero bella mostra, senza contare i frutti, quali cocomeri,
zucche, albicocche e cento altri.
Purtroppo fu necessario abbandonare quella zona ubertosa. Poich
il giorno avanzava, Thompson non ritenne di spingere l'esplorazione
fino all'estremit del Capo Espalamaca; prese la prima strada che
incontr sulla destra e la colonna cominci a scendere in direzione
della citt.
La strada correva gi fra una successione ininterrotta di ville
circondate da magnifici giardini, nei quali allignavano le specie pi
disparate.
Alle specie esotiche si mescolavano quelle europee, talvolta molto
pi sviluppate. La palma sorgeva accanto alla quercia; accanto
all'acacia crescevano l'arancio e il banano. Tigli e pioppi vi
crescevano vicini insieme con l'eucalipto, il cedro del Libano con
l'araucaria del Brasile. La fucsia raggiungeva l'altezza dei nostri
alberi.
Erano le 4 del pomeriggio. Sotto la cupola maestosa dei grandi
alberi, i raggi del sole in declino penetravano attenuati. Dopo il paese
di Canaan, ora era il paradiso terrestre.
D'istinto i turisti avevano rallentato il passo. Avvolti nell'ombra
luminosa degli alberi, sfiorati dalla tiepida brezza essi scendevano
senza fretta, in silenzio, soddisfatti della deliziosa passeggiata.
Si raggiunse il forte occidentale; poi si segu il parapetto che lo
unisce al forte centrale. Sonavano le 5,30 nel momento in cui i turisti
giungevano al porto, all'inizio della grande via di Horta. La colonna
allora si sciolse. Alcuni preferirono tornare a bordo; altri si sparsero
per la citt.
Robert dovette recarsi all'Albergo della Vergine per essere certo
che ogni cosa fosse pronta per il giorno successivo. Terminata la
commissione, stava facendo ritorno alla nave quando incontr sir
Hamilton.
Il baronetto era furibondo.
Signore gli disse ex abrupto
15
mi capita una cosa
insolita. L'ottico dal quale questa mattina mi avete condotto non
vuole assolutamente, senza che io riesca a conoscerne il motivo,
eseguire la riparazione convenuta. Poich non sono in grado di capire
una sola parola del suo buffo linguaggio, vi sarei grato se veniste con
me per chiedergliene la ragione.
Ai vostri ordini rispose Robert.
Nel magazzino del recalcitrante bottegaio, Robert inizi una
discussione lunga e rumorosa, e probabilmente anche comica, perch
egli frenava visibilmente una grande voglia di ridere. Quando la
discussione ebbe termine Robert si volse verso il baronetto:
Il seor Luiz Monteiro, ottico, ha rifiutato disse e rifiuta
di eseguire il lavoro per voi, per il motivo
Per il motivo
Perch questo pomeriggio non lo avete salutato.
Eh! fece Hamilton, nauseato.
Proprio cos ! Quando siamo passati di qua, dopo colazione, il
seor Monteiro era sulla soglia della sua bottega. Vi ha visto e sa che
voi lo avete riconosciuto. Non vi siete degnato tuttavia di fare un
qualsiasi cenno di saluto. Questa, ai suoi occhi, la vostra colpa.
Vada al diavolo! esclam Hamilton, arrabbiato.

15
All'improvviso. (N.d.T.)
E gi tanto se egli prest ascolto a Robert, che gli dava
spiegazioni sull'incredibile rigore del cerimoniale delle Azzorre,
dove ogni cosa si esegue secondo un inflessibile protocollo. Se si
vuol fare visita a un amico, si ha cura di sollecitare prima il suo
consenso. Se il medico decide di curarvi, il calzolaio di farvi le
scarpe, il panettiere di nutrirvi, ci accade alla condizione sine qua
non
16
che voi li saluterete con molta cortesia ogni volta che avrete
occasione di incontrarli e che li onorerete con graziosi regali nei
giorni stabiliti per ciascuna professione.
Tutto ci risultava difficilmente comprensibile al baronetto; ci
nondimeno fu necessario sottomettersi. Con la sua approvazione
Robert plac con le pi sentite scuse il puntiglioso Luiz Monteiro e
la riparazione degli occhiali fu nuovamente promessa.
Hamilton e Robert giunsero a bordo del Seamew nel momento in
cui la campana chiamava i ritardatari a cena. Il pasto fu consumato
allegramente e tutti i passeggeri si dichiararono pi che soddisfatti
dell'inizio del viaggio, facendo rilevare, reciprocamente, il buon
affiatamento che regnava tra loro.
Se la citt di Horta era stata in parte una delusione, tutti
concordarono nel riconoscere lo splendore della natura. Nessuno
avrebbe mai pi dimenticato n il richiamo alla Svizzera da parte
della Valle Fiamminga, n la bellezza della campagna nei dintorni di
Capo Espalamaca, n il dolce ritorno lungo la riva, sotto l'ombra
deliziosa dei grandi alberi.
Nella generale allegria Blockhead rincarava gli elogi. Pi volte
aveva dichiarato energicamente al suo vicino che non aveva mai
mai, capite bene? visto nulla di pi bello.
Il partito dell'opposizione era ridotto all'impotenza. La
schiacciante maggioranza parteggiava per l'Amministratore generale,
costringendo al silenzio Hamilton e Saunders.
Quest'ultimo appariva di pessimo umore. Perch mai? Era proprio
di natura cos perfida da non poter tollerare la gioia altrui? Oppure il
suo amor proprio soffriva di un male nascosto, sul quale la gioia
generale sembrava colare come piombo fuso? A dire il vero si
sarebbe potuto crederlo, udendolo borbottare epiteti sprezzanti rivolti

16
Senza la quale, no. (N.d.T.)
ai suoi compagni, la cui soddisfazione lasciava presagire la splendida
riuscita del viaggio. Egli non riusc pi a controllarsi e, abbandonata
la tavola, and a portare a spasso i suoi amari pensieri.
A poco a poco l'aria aperta plac il suo cuore esulcerato. Sulle sue
labbra, sottili come il filo del rasoio, spunt un sorriso. Alz le
spalle.
S mormor la luna di miele!
Si allung su una sedia a dondolo e contempl serenamente il
cielo stellato, nel quale, ne era sicuro, sarebbe spuntata a suo tempo
la luna rossiccia.

CAPITOLO VII
IL CIELO SI COPRE
L'ALBA spuntava allorch un fracasso assordante interruppe il
sonno degli ospiti del Seameto. Le macchine borbottavano e il ponte
risonava per la caduta di corpi pesanti. I dormiglioni pi ostinati
dovettero arrendersi. Brontolando e strepitando tutti i passeggeri
avevano fatto prima delle 7 la loro apparizione sullo spardeck,
privato quel giorno del suo solito lavaggio.
Lungo il fianco della nave erano ormeggiate alcune chiatte cariche
di sacchi di carbone che il verricello sollevava e lasciava cadere nel
deposito del carbone.
Magnifico! disse Saunders ad altissima voce, nel momento
in cui Thompson gli passava accanto. Come se non fosse stato
possibile imbarcare il carbone due ore pi tardi!
Quella giusta osservazione ebbe un'eco.
E evidente! approv con energia sir Hamilton.
evidente! ripet il pastore Cooley, solitamente pi
conciliante, tra i mormorii dei passeggeri.
Thompson non vide e non ud nulla. Pass attraverso i gruppi con
il sorriso sulle labbra dicendo che, dopo tutto, non c'era nulla di
meglio quanto l'alzarsi di buon'ora! Come non essere disarmati da
quell'indistruttibile buonumore?
Il programma annunciava, per quel giorno, una gita alla
Caldeira o Caldaia, nome solitamente dato ai vulcani delle
Azzorre. La partenza ebbe luogo esattamente alle ore 8. Sulla
banchina, una truppa di asini e di asinai attendeva i viaggiatori.
Contrariamente alle promesse dell'albergatore, nessun cavallo
umiliava con la sua presenza i degenerati cugini. C'erano soltanto
asini. Sessantacinque asini e sessantacinque asinai, e cio uno per
ogni bestia. La vista di quella numerosa mandria sollev le proteste
dei turisti. Andare in groppa a un asino! In un primo momento molti
vi si rifiutarono energicamente. Alcuni, come il pastore, presero a
scusa i loro reumatismi; altri, come lady Heilbuth, avanzarono motivi
di pudore; altri infine, particolarmente sir Hamilton, parlarono di
dignit compromessa. Saunders non addusse alcuna scusa, pur non
essendo affatto il pi timido nelle sue recriminazioni. Thompson
dovette discutere a lungo. Per un quarto d'ora, le grida delle donne, le
imprecazioni degli asinai, le domande, i richiami e le esclamazioni si
fusero in un'armonia dissonante.
Tutto sommato, i pi ne erano divertiti. Rimasti chiusi per sette
giorni, incolonnati all'ottavo, i turisti ora si rallegravano per
l'imprevista passeggiata. Magistrati, ufficiali, negozianti, benestanti
che costituivano il carico umano del Seamew gente posata sia per
la condizione sociale sia per l'et tornavano giovani per un giorno
e presto, giovani o non giovani, magri o corpulenti, inforcarono
allegramente gli indifferenti e pacifici asini. Con il viso sempre pi
gelido a mano a mano che il buonumore dei compagni si accentuava,
Saunders salt in sella all'ultimo senza dire una parola.
Tigg era stato il primo.
Mentre la discussione seguiva il suo corso, Bess e Mary, suoi
angeli custodi, non avevano sprecato il loro tempo. Avevano
esaminato alla svelta i 65 asini, avevano passato in rivista le selle e
avevano messo le mani sulle tre cavalcature migliori e meglio
bardate. Di buona o di cattiva voglia Tigg aveva dovuto prendere
posto su una di esse e le misses Blockhead avevano continuato a
circondarlo di tenere premure. Vi si trovava bene? Aveva bisogno di
qualcosa? Le loro bianche manine avevano regolato la lunghezza
delle sue staffe; gli avrebbero anche messo le briglie in mano se
l'asino delle Azzorre avesse avuto bisogno di quell'accessorio o di
altre cose del genere.
Alle Azzorre l'asinaio sostituisce le redini. Armato di un lungo
pungolo con il quale egli lo dirige, l'asinaio marcia accanto
all'animale. Mastro Aliboron
17
va troppo presto o discende una china
troppo ripida? l'asinaio lo frena tirandolo per la coda.

17
Mastro Aliboron il nome che La Fontaine d all'asino nella favola I ladri e
l'asino. (NAT.)
Questione di latitudine! disse Roger, ridendo. Nei nostri
Paesi il morso non dalla stessa parte!
Quando tutti furono pronti, Thompson not che tre asini
rimanevano senza cavaliere. Il pauroso J ohnson, come aveva
promesso, era fra gli assenti. Gli altri due assenti non potevano essere
che i due giovani sposi, rimasti invisibili sin dal giorno precedente.
Alle 8,30 la cavalcata sarebbe pi esatto dire la asinalcata si
mise in movimento. In testa asinalcava Thompson, con il suo
luogotenente Robert al fianco; dietro, in due file, seguiva il
reggimento.
Nel risalire la via principale di Horta i 62 cavalieri, scortati da 62
pedoni, provocarono per forza di cose una specie di rivoluzione.
Coloro che non avevano dimenticato se stessi nella dolcezza
mattutina delle lenzuola apparvero alle finestre o sulla soglia della
porta. Di questi ultimi non manc di far parte il cerimonioso Luiz
Monteiro. Avvolto nobilmente in un ampio mantello, con il gomito
appoggiato alla vetrina in atteggiamento molto dignitoso, egli guard
sfilare la lunga teoria di turisti senza che un qualsiasi movimento
facesse trapelare il suo stato d'animo. A un certo momento, tuttavia,
quella statua della cortesia parve animarsi; il suo sguardo brill:
passava sir Hamilton.
Sebbene privo dell'aiuto degli occhiali, il baronetto ebbe
nondimeno la fortuna di riconoscere il suo inflessibile professore di
buone maniere e, con la morte nell'anima, fece un magnifico saluto.
Quel saluto il fiero Luiz Monteiro lo restitu chinandosi fino a terra e
rientr immediatamente nel negozio. Placato, andava indubbiamente
a eseguire la promessa riparazione!
Presto si raggiunse il punto in cui la via biforcava; gi la testa
della colonna piegava a destra allorch si ud un grido, seguito da
calpestii e da confuse esclamazioni. Tutti si fermarono
immediatamente e Thompson, tornando sui suoi passi, si rec in
fretta sul luogo dell'incidente.
In una delle ultime file due corpi giacevano sul selciato
sconnesso: il corpo di un asino e quello, non meno ampio, di Van
Piperboom, di Rotterdam.
Quest'ultimo, per fortuna, non aveva riportato ferite. Thompson lo
vide rialzarsi tranquillamente e mettersi a contemplare, con aria
triste, la sua disgraziata cavalcatura. Per quanto robusto, le forze
dell'asino delle Azzorre hanno dei limiti. Questi limiti il peso di Van
Piperboom li aveva superati: il suo asino era morto, proprio morto,
per la rottura di qualche vaso o per altro motivo.
Non fu senza grande chiasso che questa constatazione pot essere
fatta; e ci vollero dieci minuti prima che la morte dell'asino fosse
ufficialmente riconosciuta, fra le risate dei turisti e le esclamazioni
delle guide. Bisognava trovare il rimedio; qualsiasi cavalcatura non
avrebbe fatto forse la stessa fine?
Diamine! disse Thompson, spazientito resteremo qui,
dunque, fino a sera? Se un asino non basta, ne metteremo due!
Nell'udire quella proposta, fedelmente tradotta da Robert, l'asinaio
si batt la fronte con aria ispirata e scese rapidamente la china. Pochi
istanti dopo faceva ritorno accompagnato da tre suoi colleghi che
scortavano insieme con lui quattro animali ben riposati. Un bizzarro
apparecchio, composto da due robuste pertiche munite in mezzo di
cinghie disposte in forma di poltrona, riuniva gli asini a due a due.
Tra gli applausi dei compagni Piperboom venne issato, con grande
sforzo di braccia, su una delle due seggiole improvvisate e la
carovana pot alla fine proseguire il suo cammino.
A richiesta di Thompson, Robert chiese tuttavia, per prima cosa, a
che cosa dovessero servire gli altri due asini che nessuno montava.
L'asinaio interrogato soppes con un'occhiata la corpulenza
inquietante del viaggiatore.
Per il cambio! rispose.
Per quanto si fosse fatto molto in fretta, sonavano le 9 quando la
colonna si rimise in marcia. Thompson fece raccomandare alla guida
che era in testa alla colonna di affrettare il pi possibile l'andatura
delle bestie. Non c'era tempo da perdere se si volevano percorrere
prima di sera, fra andata e ritorno, i 18 chilometri che li separavano
dalla Caldeira di Horta. La guida, interpellata, scosse il capo in modo
poco incoraggiante, e gli asini non fecero un solo passo di pi.
Robert cerc di tranquillizzare Thompson, facendogli capire che
sarebbe stato perfettamente inutile tentare di affrettare l'andatura
sempre uguale dell'asino delle Azzorre. E una bestia placida. E molto
apprezzata, per contro, la sicurezza del suo passo nei difficili sentieri
che presto sarebbero stati affrontati.
Comunque, la strada per il momento in buone condizioni
brontol Thompson.
La strada, assai stretta, non presentava infatti particolari difficolt.
Dopo avere attraversato, all'uscita dalla citt, alcune belle piantagioni
di aranci, la colonna ora si trovava in un'ampia valle, i cui fianchi
erano ricoperti di campi e di praterie cosparsi di boschetti di faggi.
La salita dolce e regolare offriva ai piedi degli animali solido
appoggio. Ma a mano a mano che i turisti si allontanavano dal mare,
l'aspetto del paesaggio mutava. Ai faggi fecero seguito prima i pini,
stretti l'uno contro l'altro, poi, un po' per volta, ogni coltivazione
cess e la strada, divenuta sentiero, pieg a sinistra e mont a zig-zag
sul fianco della valle divenuta molto pi stretta.
Fu allora che gli asini mostrarono ci che erano capaci di fare.
Secondati dai loro conducenti, i quali li stimolavano con la voce e
con il pungolo, le brave bestie per un'ora e mezzo montarono senza
sbagliare un solo passo su quel ripido sentiero sassoso e sfuggente.
Nel corso dell'ascensione capit che Piperboom si trovasse in una
posizione molto critica. Alle svolte brusche la sua amaca si trov
ripetutamente sospesa al di l del sentiero seguito. Rimase
impassibile, bisogna dargliene atto, e se prov qualche timore, il
fornello della sua pipa non ne fu turbato neppure per un istante.
Arrivati alla fine di quel difficile sentiero, i turisti sbucarono in
una nuova valle molto pi ampia della precedente e che si allargava
in una specie di piattaforma circondata da colline. Fu allora che
Piperboom cambi poltrona, allo scopo di lasciar riposare
meritatamente le otto zampe dell'altra.
Quando i viaggiatori si guardarono intorno, si poterono ritenere
trasportati in un altro paese. La miseria sostituiva l'abbondanza.
Intorno a loro erano i segni della ricchezza naturale e dell'incuria
umana. Si vedeva da ogni parte una terra fertile abbandonata alle
erbacce dagli abitanti indolenti. Soltanto alcuni campi di lupini, di
manioca o d'ignami verdeggiavano, limitati dalla desolazione che li
circondava. Per larghi tratti le erbacce si succedevano ad altri tratti
con macchie fatte di mirti, ginepri, bossi, cedri intristiti, che il
sentiero attraversava o alle quali girava intorno. Ogni tanto faceva la
sua apparizione qualche capanna o, per meglio dire, qualche
catapecchia. Verso le 11,30 attraversarono un villaggio ingombro di
maiali e di cani, in mezzo ai quali la colonna si apr un varco a fatica.
Segu la solitudine. I rari abitanti incontrati, per la maggior parte
donne, passavano gravi e silenziosi, avvolti nelle pieghe del loro
ampio mantello, con il viso nascosto da un enorme cappuccio. Ogni
cosa parlava della miseria di queste isole, la cui vita, a causa della
mancanza di strade, si era concentrata sul litorale.
Era gi trascorsa l'una del pomeriggio quando si raggiunse il
punto estremo della Caldeira, a 1021 metri di altezza. Sfiniti e
affamati, i viaggiatori non facevano che lamentarsi. Hamilton e
Saunders non erano pi i soli a lagnarsi della leggerezza con cui
veniva svolto il programma. Poich di solito i migliori stomachi
formano il miglior carattere, non c'era da stupirsi se persone
abitualmente tranquille fossero, a quell'ora, le pi accanite nel
protestare. Ma, ad un tratto, le legittime lagnanze furono dimenticate.
I viaggiatori erano giunti sulla sommit della Caldeira. Anche gli
inglesi, e cio quelli solitamente impassibili, non riuscirono pi ad
esserlo dinanzi allo spettacolo sublime che si presentava ai loro
occhi.
Nell'azzurro immenso, in mezzo al mare che splendeva di luce
sotto il sole fiammeggiante, l'isola si spiegava ai loro piedi. Essa
appariva tutta, nettamente disegnata, con i suoi picchi secondari, i
suoi contrafforti, le sue valli, i suoi ruscelli, e le sue scogliere orlate
di schiuma biancastra. A nord-est, la cima dell'isola Graciosa sorgeva
in lontananza. Pi vicina e pi a oriente, la lunga isola di So J orge
sembrava stendersi mollemente sulle onde come su un giaciglio
dondolante: oltre le sue montagne e le sue pianure, una nebbiolina
indecisa indicava il luogo in cui si trovava Terceira, ai confini del
lontano orizzonte. A nord, a sud e a ovest non c'era altro che spazio;
seguendo in quelle direzioni un'impeccabile curva, lo sguardo
incontrava all'improvviso, tornato a oriente, la massa gigantesca di
Pico.
Per un caso assai raro, il Pic, libero della nebbia, si slanciava
all'improvviso nel cielo luminoso. Superava regalmente di mille
metri i monti pi modesti che lo circondavano, innalzandosi, superbo
e dominatore, nella gloriosa pace di quella bellissima giornata.
Dopo cinque minuti di contemplazione, tutti si rimisero in
cammino; 200 metri pi in l apparve allora uno spettacolo d'altro
genere. Dinanzi ai turisti allineati sulla cresta che disegnava un
cerchio regolare di 6 chilometri si apriva l'antico creatore del
vulcano. Ivi il suolo sprofondava, discendendo di colpo ci che con
tanta fatica i turisti erano riusciti a risalire. Sulle pareti di quell'abisso
di 600 metri alcune creste frastagliate si staccavano a raggiera dal
centro alla circonferenza, formando fra di loro strette valli ostruite da
impenetrabile vegetazione. In fondo, sotto i raggi perpendicolari del
sole, scintillava un laghetto che la noia di un inglese aveva popolato
da poco tempo di ciprini dalle scaglie d'oro e argento. Intorno a quel
lago pascolava una mandria di montoni, mettendo in evidenza una
macchia bianca sul verde chiaro dell'erba e quello pi scuro della
boscaglia.
II programma prevedeva una discesa in fondo al cratere spento. A
causa dell'ora tarda Thompson os proporre tuttavia di soprassedere
per quella volta alla regola. Non si crederebbe, ma alcuni
protestarono. Gli altri, in grandissima maggioranza, espressero il
parere di tornare subito indietro. Novit imprevista: sir Hamilton
disprezzava pi di tutti con accanimento quel programma. Il fatto
che la sua situazione era, a dire il vero, troppo penosa. Inutilmente
aveva seguito con lo sguardo, in religioso silenzio, il dito di Robert;
invano si era voltato verso Pico, So J orge, Graciosa, Terceira, e
infine verso quel lago sprofondato nelle profondit della montagna:
privo degli indispensabili occhiali, sir Hamilton non aveva visto
nulla di quelle meraviglie, e per lui, meno che per gli altri,
l'ammirazione non poteva controbilanciare le sofferenze dello
stomaco.
La maggioranza la spunt, come al solito, e la colonna rifece in
senso inverso la strada gi percorsa. Del resto, ci volle meno tempo.
Alle 2,15 i turisti giungevano al villaggio gi attraversato. Era l che
bisognava fare colazione, come aveva detto Thompson.
I pi intrepidi provarono un certo turbamento nel mettere piede in
quel misero villaggio, che contava appena una dozzina di
catapecchie. Tutti si chiesero come mai Thompson aveva potuto
sperare di trovarvi da mangiare per 127 mascelle esasperate dal
prolungato digiuno. Si pot constatare, del resto, che Thompson non
ne aveva la minima idea e che egli faceva assegnamento soltanto
sulla sua buona stella per risolvere l'arduo problema.
La carovana si era fermata in mezzo al sentiero che, fattosi pi
largo, costituiva la via del villaggio. Asini, asinai e turisti
attendevano immobili, circondati da un gran numero di maiali, di
cani e di ragazzini dall'aria ebete, il cui numero faceva onore alla
fecondit leggendaria delle spose delle Azzorre.
Dopo aver guardato a lungo intorno a s con angoscia, Thompson
prese alla fine la sua decisione. Chiam Robert in suo aiuto e si
diresse verso la casupola pi ampia, sulla soglia della quale un uomo
dall'aspetto di brigante contemplava lo spettacolo, per lui insolito,
offertogli dalla carovana inglese. Non fu senza fatica che Robert
riusc a capire il dialetto barbaro di quel contadino, cos che alla fine
Thompson pot annunciare che la colazione sarebbe stata servita fra
un'ora.
Quell'annuncio suscit vivaci lagnanze. Si superava ogni limite.
Thompson dovette fare appello alla sua genialit. Andando dall'uno
all'altro, egli si prodig in gentilezze, cortesie e complimenti molto
lusinghieri. Che gli si facesse credito di quell'ora! Aveva detto che la
colazione sarebbe stata pronta alle 3,30, e lo sarebbe stata.
Infatti lo fu.
Il contadino, che si era allontanato in fretta, torn subito insieme
con due indigeni di sesso maschile e di cinque o sei altri di sesso
opposto: conducevano gli animali che avrebbero fatto le spese del
pasto e fra i quali c'era anche una vacca dal capo ornato di graziose
corna, la cui altezza non superava gli 80 centimetri, e cio quella di
un grosso cane, all'incirca.
una vacca di Corvo disse Robert. Questa isola ha la
specialit di un allevamento dal modello perfetto, anche se ridotto.
Gli animali e i loro conducenti sparirono dentro le abitazioni.
Un'ora dopo Thompson pot annunciare che la colazione era pronta.
Fu un pasto assai strano.
Pochi turisti erano riusciti a trovare posto nella casa; gli altri si
erano sistemati alla meglio all'aria aperta, chi sulla soglia di una
porta e chi su una grossa pietra. Ciascuno teneva sulle ginocchia una
zucca, che fungeva da piatto. In quanto ai cucchiai e alle forchette
sarebbe stato pazzesco pensarvi.
Nel vedere quei preparativi Saunders si divertiva moltissimo. Era
mai possibile che gente di un certo rango tollerasse l'incredibile
disinvoltura con la quale Thompson la trattava? Senz'altro ci
sarebbero state proteste, contestazioni, drammi: a quel pensiero
Saunders si sentiva di buon umore.
Difatti sembrava proprio che la collera covasse nel cuore dei
passeggeri. Parlavano poco. Non erano ben disposti, evidentemente,
a tollerare le fantasie dell'Amministratore generale e quanto meno
l'assenza di adeguati preparativi prima delle gite e la loro mancanza
totale di organizzazione.
Anche Robert comprendeva, almeno quanto Saunders, a quale
prova Thompson costringeva, con la sua leggerezza, la pazienza dei
suoi sottoscrittori. Quale pasto, per agiati borghesi abituati alle
comodit, e per donne ricche ed eleganti! Ma, al contrario di
Saunders, invece di rallegrarsi di quella situazione, egli cercava di
mettere riparo nel modo migliore agli errori del suo capo diretto.
Frugando nelle catapecchie del villaggio scopr un tavolino quasi
decente e alcuni sgabelli quasi utilizzabili. Aiutato da Roger, egli
trasport il bottino all'ombra di un cedro e lo offr alle signore
Lindsay. Proseguendo poi la loro caccia, i due giovanotti trovarono
alcuni tovaglioli, del vasellame e dei coltelli, tre posate di stagno:
quasi un lusso! Nel giro di pochi minuti le passeggere americane si
ritrovarono dinanzi a una tavola di seducente aspetto.
Se i due francesi avessero avuto bisogno di ricompensa si
sarebbero ritenuti largamente ripagati dallo sguardo grato delle due
sorelle. Con ogni evidenza essi avevano salvato loro pi che la vita,
risparmiando loro di dover mangiare con le mani. Ma qualsiasi
pagamento sarebbe stato usura. Quella caccia movimentata era stata
di per s molto piacevole. Trascinato dall'allegria, Robert
abbandonava l'abituale riserbo. Rideva e scherzava e, invitato da
Roger, non fece difficolt a prendere posto alla tavola che era stata
apparecchiata in virt del suo zelo intelligente.
Nel frattempo si cominciava a servire la colazione, se consentito
usare tale eufemismo. I cuochi improvvisati si erano trasformati in
maggiordomi pittoreschi. Trasportando fra i gruppi capricciosamente
sparsi una capace marmitta di terracotta, essi riempivano le zucche di
una specie bizzarra di rag assai ricco di spezie, tanto da far bere
volentieri il vino robusto del paese. Altri rustici inservienti
deponevano accanto ai convitati pezzi di pane tali da suscitare lo
spavento degli stomachi pi robusti a causa della loro enorme
dimensione.
Questo il paese del pane disse Robert, rispondendo a
un'esclamazione di Alice. Nessun contadino di qua ne consuma
meno di due libbre al giorno. Un loro proverbio recita: Qualsiasi
cosa con il pane fa l'uomo sano.
C'era da dubitare che gli stomachi europei rivelassero altrettanta
capacit. Non ci fu un solo viaggiatore che non facesse una smorfia
nell affondare i denti in quella pasta grossolana fatta con la farina di
granoturco.
Le Lindsay e i loro compagni si erano rassegnati allegramente
all'insolito pasto. Il tavolino, fatto bianco dai tovaglioli che vi erano
stati sistemati, dava all'avventura l'aria di festa campestre. Ci si
divertiva fanciullescamente. Robert dimentic che era l'interprete del
Seamew e per un'ora torn uomo come gli altri, mostrandosi qual era,
e cio affascinante e pieno di brio. Purtroppo, mentre
inconsapevolmente deponeva il peso della sua posizione, questa non
lo abbandonava: un insignificante particolare stava per richiamarlo
alla realt.
Al rag aveva fatto seguito l'insalata. Non era certamente quello il
momento di fare gli schizzinosi. Tuttavia, nonostante l'aceto con il
quale era stata abbondantemente condita, quella esecrabile insalata
fece cacciare non pochi urli a tutti i convitati. Chiamato da
Thompson, Robert dovette interrogare il contadino.
Sono lupini, eccellenza rispose quest'ultimo.
I vostri lupini sono coriacei gli disse Robert.
Coriacei? ripet il contadino.
S, coriacei: duri.
Non so disse l'indigeno con aria stupida. A me non
sembrano duri.
A voi non sembrano duri? E neppure salati, non vero?
Salati, s; salati lo sono. Dipende dall'acqua di mare,
eccellenza. I lupini vi saranno rimasti troppo tempo.
Ma perch disse Robert avete messo i lupini nell'acqua
di mare?
Per togliere loro l'amaro, eccellenza.
Ebbene, amico mio, mi dispiace dirvi che l'amaro rimasto.
Allora disse il contadino vuol dire che non sono rimasti
in acqua abbastanza.
Non c'era nulla da cavare da quel tanghero. Era meglio rassegnarsi
al silenzio. I convitati si lanciarono dunque sul pane di granoturco, di
cui, contrariamente alle previsioni, pi di uno stomaco britannico
ritenne insufficiente il quantitativo.
Robert fece come gli altri. Ma la sua allegria era svanita ed egli
non riprese posto al tavolino delle americane. Termin il pasto in
solitudine e torn all'abituale riserbo, dal quale deplor di essere
uscito per un istante.
Verso le 4,15 la carovana si rimise in cammino. Poich si era fatto
tardi, gli asini, volenti o nolenti, dovettero affrettare il passo. La
discesa del sentiero a zig-zag fu movimentatissima. Attaccati alla
coda della loro bestia, gli asinai si lasciavano trascinare sulla china
ripida e sdrucciolevole. Donne e uomini cacciarono ripetutamente
esclamazioni preoccupate o di paura, Piperboom soltanto continu a
mostrare la fronte serena. Dopo avere ingoiato quantit enormi di
lupini senza dare segni di malore, egli si lasciava cullare
tranquillamente dai due asini. Comodamente sistemato, disprezzava
le difficolt della strada e, pacatamente, si circondava della perenne
nuvola di fumo della pipa con la quale allietava il suo riposo.
Nella via di Horta, Hamilton, accompagnato da Robert, si affrett
ad andare a reclamare i suoi occhiali che gli furono consegnati con
grandi dimostrazioni di cortesia, alle quali egli si guard bene dal
rispondere. Soddisfatti i suoi desideri, egli aveva subito ripreso
l'abituale tono insolente.
Alle 8, pagati e mandati via asini e asinai, i viaggiatori, ripulitisi,
si ritrovarono stanchi e affamati intorno alla tavola del Seamew, dove
la cucina del cuoco ebbe un successo mai avuto prima d'allora.
Tornati alcuni istanti prima, i due novelli sposi presero posto
anch'essi alla tavola comune. Dove avevano trascorso quei due
giorni? Forse non lo sapevano neppure loro. Evidentemente non
avevano visto nulla e, anche ora, non vedevano altro che se stessi.
Saunders non aveva per alcuna giustificazione per essere
distratto. Ci che scorgeva colmava di gioia l'amabile gentiluomo.
Che diversit fra quella cena e quella del giorno precedente! Ieri si
chiacchierava allegramente; oggi i convitati avevano il viso scuro e
mangiavano in silenzio. Il ricordo della colazione precedente non
veniva certamente digerito, come Thompson aveva osato sperare.
Saunders non riusc pi a controllare la propria gioia. Occorreva che
Thompson ne ricevesse comunque qualche pillacchera.
Steward! chiam ad alta voce ancora un po' di questa
carne, per favore!
Poi, rivolgendosi al baronetto, attraverso la tavola, disse:
Il cibo degli alberghi di prim'ordine, se non altro, ha questo di
buono: rende tollerabile quello della nave.
Thompson fece un salto sulla sedia come se fosse stato punto da
un insetto. Non disse nulla, tuttavia. E, in verit, che cosa avrebbe
potuto rispondere? L'opposizione, quella volta, aveva dalla sua la
pubblica opinione.
CAPITOLO VIII
LA FESTA DI PENTECOSTE
STANCHI a causa della movimentata gita, i passeggeri del Seamew
dormirono a lungo la notte seguente. Quando, verso le 9 del mattino
del 20 maggio, i pi mattinieri montarono sullo spardeck, la nave era
gi lontana da Faial.
Partito da Horta alle 7,30, il Seamew seguiva, per raggiungere
Terceira, una rotta capricciosa, nell'intento di offrire ai turisti una
visione panoramica sulle isole nei cui porti non si sarebbe approdati.
Nel momento in cui Roger apparve a sua volta sullo spardeck in
compagnia delle passeggere americane, la nave costeggiava la riva
meridionale di Pico, quasi di fronte alla montagna che digradava fino
al mare come una scalinata. Si scorgeva Lajens, capitale dell'isola,
dominata dall'imponente convento dei francescani e circondata da
sparse casupole, i cui tetti conici fatti di canne intrecciate davano
l'illusione di un accampamento.
La costa era frastagliata, ma la campagna a poco a poco si
addolciva. Le alture che costituivano la cresta mediana dell'isola si
abbassavano e si coprivano di magnifici pascoli.
Verso le 10,30 si pass dinanzi al borgo de Calhea. Mezz'ora
dopo, si doppiava l'estremit orientale di Pico e appariva l'isola di
So J orge, nel momento in cui la campana annunciava la colazione.
Durante l'intera mattinata Robert era rimasto chiuso nella sua
cabina. Roger non manc di far notare la sua assenza alla signora
Lindsay.
Studia in fretta Terceira le disse ridendo. Abbiamo un
cicerone assai strano!
Lo sguardo interrogatore di Alice lo rese pi esplicito. La sua
esclamazione non comportava certamente nessun sottinteso
spiacevole, tutt'altro. Ma, oltre al fatto che il portamento elegante del
signor Morgand contrastava stranamente con la modestia delle sue
mansioni, egli era anche Roger se ne era accorto -di un'ignoranza
estrema riguardo a ci che concerneva il suo attuale mestiere. Quelle
osservazioni, insomma, non facevano che confermare ci che Alice
aveva cautamente notato riguardo all'interprete del Seamew.
Sono assolutamente certo, inoltre concluse Roger di
averlo gi incontrato da qualche parte, in passato. Dove? Non lo so.
Ma finir col saperlo, e allora sapr anche perch mai questo giovane
di mondo abbia rivestito la pelle del professore.
La conversazione ottenne il risultato di accrescere la curiosit di
Alice Lindsay. Quando, dopo avere fatto colazione, Robert sal sul
ponte, ella gli rivolse quindi la parola per divertirsi a metterlo in
difficolt.
Il Seamew avanzava allora tra le isole di Pico e di So J orge,
costeggiando da vicino quest'ultima: una specie di diga lunga 30
miglia e larga soltanto 5, gettata in quel punto dal capriccio della
natura.
Che citt quella? chiese Alice a Robert, nel momento in
cui il Seamew passava dinanzi a un agglomerato di case disposte a
ripiani.
Robert, per, conosceva ormai la sua guida perfettamente a
memoria.
Urzelina rispose. E l che nel 1808 ebbe luogo l'ultima
terribile eruzione che questi paraggi abbiano sofferto. Essa terrorizz
gli abitanti di Pico e di Faial. Quindici crateri, uno dei quali enorme,
si erano spalancati. Per venticinque giorni essi vomitarono lava e
fiamme. La citt sarebbe stata certamente distrutta se il fiume di lava
non avesse preso miracolosamente un'altra direzione per correre al
mare.
E poi?
Quella domanda fu posta da J ohnson. Bisogna ritenere che quel
problema sui vulcani lo attirasse in virt di affinit ignote, perch
egli era giunto proprio nel momento in cui Robert aveva cominciato
la sua spiegazione; aveva interrotto subito la passeggiata e prestato
molta attenzione. Robert si volse verso di lui.
E poi non ci sono state altre eruzioni, per essere precisi. Ma
non passa anno che l'isola non sia pi o meno scossa dal terremoto.
Del resto So J orge di origine pi recente delle altre Azzorre, ed
quella, con la parte occidentale di So Miguel, maggiormente
soggetta a questo genere di accidenti.
All right! disse J ohnson con aria soddisfatta, ricominciando
a passeggiare.
Perch era contento? Forse perch la risposta di Robert
giustificava la sua decisione di non mettere piede a terra?
Quell'originale sembrava essere pi che soddisfatto di s. Cos intesa,
la vita sembrava di sua intera soddisfazione e dal momento della
partenza egli non aveva mutato minimamente le sue abitudini.
Mattino, mezzogiorno e sera, lo si vedeva per cinque minuti passare
e ripassare sul ponte, urtando, spingendo, fumando, sputando e
biascicando parole inarticolate; poi non si sentiva pi parlare di lui.
In quanto alle occupazioni che assorbivano il resto del suo tempo era
facile indovinarle. Il suo colorito pi rosso a mezzogiorno che non al
mattino, e alla sera pi che a mezzogiorno, facendosi di giorno in
giorno sempre pi scuro, dava al riguardo delucidazioni molto
precise.
Alle 2 del pomeriggio, il Seamew doppi Punta Rosales, nella
quale, verso nord-ovest, si assottiglia l'estremit dell'isola So J orge,
e si diresse rapidamente verso Graciosa. I passeggeri poterono allora
scorgere la costa settentrionale di So J orge, orlata di una paurosa
rupe alta 600 metri, mentre si rendeva chiaramente visibile la cima
modesta di Graciosa. Verso le 4, il Seamew era ad appena 3 miglia da
questa isola, la quale differisce, per la dolcezza delle sue linee, dalle
altre terre dell'arcipelago. Fu allora che, a un segnale del capitano
Pip, la nave si diresse rapidamente verso Terceira, le cui alte rive
apparivano a 25 miglia di distanza.
Proprio in quel momento Piperboom comparve sul ponte, seguito
da Thompson rosso in viso. Quest'ultimo fece un cenno a Robert, il
quale lasci i suoi interlocutori e rispose alla chiamata
dell'Amministratore generale.
E dunque assolutamente impossibile, professore gli disse,
mostrando l'olandese, circondato come al solito da un'opaca nube di
fumo farsi capire da questo pachiderma a vapore?
Robert fece un cenno d'impotenza.
Ma seccante! esclam Thompson. Figuratevi che
questo gentiluomo non intende assolutamente pagare i supplementi
da lui consumati.
Quali supplementi? chiese Robert.
Quali supplementi? Ma, un asino assassinato, pi la giornata di
tre altri asini e di tre asinai in pi, se il conto torna.
Rifiuta?
Assolutamente. Mi sono spolmonato a spiegargli la faccenda
con la voce e con i gesti. E stato come parlare a un mulo. Guardate se
ha l'aria di essere preoccupato!
Piperboom, pacificamente disteso su una sedia a dondolo, si era
smarrito infatti nelle dolci nuvole del sogno. Con gli occhi rivolti al
cielo, tirando dalla pipa boccate di fumo con la regolarit di un
pistone, sembrava avere definitivamente allontanato da s le volgari
preoccupazioni di questo mondo. Robert mise a raffronto, con un
ironico sorriso, l'aspetto irritato di Thompson con il viso placido del
viaggiatore.
La fortuna fa di questi cambiamenti! disse, abbozzando un
gesto vago; e di buon grado Thompson dovette accontentarsi di
quella risposta.
Alle 6,30 il Seamew era a poche miglia dalla costa occidentale di
Terceira. Da un pezzo si vedeva chiaramente la vetta della sua
Caldeira, la cui altezza supera i 1000 metri. Verso sud, la china
appariva abbastanza dolce e scendeva fino al mare, ove la terra
terminava in una rupe scoscesa. Da ogni parte si scorgevano i segni
di un recente lavorio sotterraneo. Colate di lava spiccavano, scure,
sul verde delle valli; coni di ceneri e di pomice si innalzavano come
fragili alture che la pioggia e il vento sgretolavano lentamente.
Alle 7, un promontorio scosceso il Monte Brasil si mostr
come se volesse sbarrare il cammino. Mezz'ora dopo, doppiata quella
punta selvaggia, apparve la citt di Angra. Prima delle 8, le ancore
toccavano il fondale della rada e il capitano Pip poteva dare l'ordine:
A posto! al signor Bishop, il quale ridusse al minimo, senza
spegnerlo, il fuoco delle macchine.
Posti in mezzo alla rada di Angra, i passeggeri del Seamew
potevano ora contemplare uno dei pi spettacolari panorami con i
quali la terra, materna, rallegra l'occhio dei suoi figli. Dietro di loro,
sull'immenso mare, apparivano quattro isolotti: i Fadres e i Cabras; a
destra e a sinistra rupi nere e minacciose si abbassavano da una parte
e dall'altra, come per formare un immenso giaciglio nel quale la citt
di Angra si stendeva armoniosamente. Fiancheggiata a nord e a sud
dai suoi forti, essa innalzava in forma di anfiteatro, sotto i raggi
morenti del sole, le sue bianche casette, i suoi campanili e le sue
cupole. Pi in l, come per fare da cornice al quadro, colline cosparse
di ville, di aranceti e di vigne si innalzavano mollemente, a scala,
fino alla campagna verdeggiante e ubertosa che ne coronava le
ultime vette. L'aria era dolce, il tempo magnifico: un venticello
profumato soffiava dalla vicina terra. Appoggiati alla battagliola
dello spardeck i passeggeri ammirarono lo spettacolo che soltanto
le sue ridottissime proporzioni rendevano inferiore a quello offerto
dal golfo di Napoli fino al momento in cui ogni cosa scomparve
nella crescente oscurit.
Insensibile alla seduzione di quella riva, il capitano Pip stava per
raggiungere la sua cabina, quando un marinaio gli condusse uno
straniero che aveva accostato la nave.
Capitano disse lo straniero ho saputo del vostro arrivo
nella rada di Angra e ho pensato di unirmi ai vostri passeggeri, se
Signore, queste faccende non mi riguardano lo interruppe il
capitano. Bistow, accompagnate questo signore dal signor
Thompson aggiunse, rivolgendosi al marinaio.
Thompson discuteva con Robert, nella sua cabina, il programma
del giorno seguente quando venne fatto entrare lo straniero.
Sono a vostra disposizione disse dopo le prime parole del
nuovo venuto. Bench i posti disponibili siano molto limitati, ci
ancora possibile Conoscerete, immagino, le condizioni del
viaggio
No rispose il nuovo venuto.
Thompson riflett un istante. C'era motivo di dedurre dal prezzo
complessivo una certa somma relativa al percorso gi compiuto? Non
lo pens, senza dubbio, perch alla fine disse, anche se con qualche
esitazione:
Il prezzo stato finora di 40 sterline
Benissimo disse lo straniero. Poich siamo in tre
Ah! Siete in tre?
S, i miei due fratelli ed io. Ci fa in tutto 120 sterline: eccole.
E traendo dal portafoglio alcune banconote, le depose sulla tavola.
Non c'era nessuna premura fece rilevare cortesemente
Thompson, il quale, contati i biglietti, li incass e si prepar a
rilasciarne ricevuta.
La ricevuta, signore? chiese, con la penna in aria.
Don Hygino Rodriguez da Veiga rispose lo straniero,
mentre Thompson faceva correre la penna.
Nel frattempo Robert non aveva cessato di osservare in silenzio
quel turista dell'ultima ora. Bench fosse di buon aspetto, il
personaggio non gli andava a genio, come si dice. Alto, spalle
robuste, nero di barba e di capelli, colore acceso della pelle, non c'era
possibilit di sbagliarsi riguardo alla sua nazionalit. Era portoghese.
Quell'ipotesi era confermata, del resto, dall'accento esotico con cui
parlava l'inglese.
Dopo avere preso la ricevuta dalle mani di Thompson, don
Hygino la pieg con cura e la mise al posto delle banconote; poi
rimase un istante in silenzio, indeciso. Senza dubbio gli restava
ancora qualcosa da dire, qualcosa d'importante, a giudicare dal viso
grave del nuovo passeggero.
Ancora una parola disse alla fine. Vorreste dirmi quando
contate di lasciare Terceira?
Domani rispose Thompson.
Ma a che ora?
Don Hygino fece quella domanda con voce un po' nervosa. Era
evidente che la risposta assumeva per lui particolare importanza.
Domani sera, verso le 10 rispose Thompson.
Don Hygino cacci un sospiro di soddisfazione e perdette
immediatamente un po' della sua tensione.
Avete probabilmente intenzione disse con pi cortesia di
dedicare la giornata alla visita di Angra?
Precisamente.
In tal caso, potrei esservi di aiuto. Conosco la citt in ogni suo
particolare perch abito qui da quasi un mese. Mi metto a vostra
disposizione per fare da cicerone ai miei nuovi compagni.
Thompson lo ringrazi.
Accetto con riconoscenza rispose. Tanto pi che la
vostra gentile offerta dar un po' di riposo al professore Morgand,
che ho l'onore di presentarvi.
Don Hygino e Robert si salutarono.
Sar dunque sulla banchina domattina alle 8, a vostra completa
disposizione disse il primo, nel salutare, raggiungendo la propria
imbarcazione.
Don Hygino Rodriguez da Veiga fu puntuale all'appuntamento.
Nello sbarcare alla testa dei suoi passeggeri, domenica 21 maggio,
Thompson lo trov sulla banchina. Sotto l'occhio vigile del suo
Amministratore generale, la colonna si mise subito in cammino con
impeccabile allineamento.
Don Hygino fu di prezioso aiuto. Guid i compagni attraverso
Angra con una sicurezza che Robert non avrebbe potuto avere. Fece
loro percorrere le vie pi ampie, pi regolari, meglio costruite e pi
numerose di quelle di Horta. Li condusse nelle chiese, a quell'ora
colme di fedeli.
Durante questo tempo il baronetto gli fu costantemente dietro.
Bisogna riconoscere che il baronetto era proprio solo, da quando
aveva messo piede sul Seamew. Che Saunders fosse per lui una
specie di distrazione, non vi era alcun dubbio. Ma quella non era una
relazione vera e propria, perch Saunders non faceva parte della sua
classe sociale. Fino allora aveva dovuto accontentarsene: l'elenco dei
passeggeri non offriva nulla di meglio. Lady Heilbuth, forse? Ma
lady Heilbuth si occupava soltanto dei suoi gatti e dei suoi cani.
Quelle bestiole costituivano tutta la sua famiglia. Erano i soli a
colmare il suo cuore e ad arricchire il suo spirito. A conoscenza una
volta per tutte delle abitudini particolari di Cesare, Giobbe,
Alessandro, Black, Phann, Punch, Foolich ecc., ecc., il baronetto
aveva evitato di ricominciare la sua istruzione a tale riguardo e sin da
allora aveva posto molta attenzione nel tenersi lontano dalla vecchia
passeggera, che un irrispettoso francese avrebbe senza esitazione
chiamato insopportabile impiastro.
Tutto sommato, sir Hamilton era dunque proprio solo.
Nell'udire le aristocratiche sillabe che costituivano il nome del
nuovo passeggero, egli aveva compreso che il cielo gli concedeva un
vero gentiluomo e da Thompson si era fatto presentare subito a lui, a
conclusione della qual cosa il nobile inglese e il nobile portoghese
avevano scambiato una cortese stretta di mano. Dall'abbandono e
dalla spontaneit da essi posti in quel gesto di buona accoglienza si
comprese immediatamente che tutti e due si sentivano di appartenere
a una stessa classe sociale.
Da quell'istante, il baronetto si era appiccicato alla nuova guida.
Aveva trovato finalmente un amico! Durante la colazione, che ebbe
luogo a bordo e alla quale don Hygino prese parte, egli lo accaparr e
gli assegn un posto accanto a lui. Don Hygino lo lasci fare,
mantenendo un'altera indifferenza.
La tavola era al completo; mancavano soltanto i giovani sposi, la
cui assenza durante gli scali cominciava a diventare abituale.
Thompson prese la parola.
Ritengo disse di interpretare il pensiero di tutti i presenti
nel ringraziare don Hygino da Veiga per la cura che ha voluto
assumersi gentilmente questa mattina.
Don Hygino fece un gesto di cortese protesta.
Proprio cos! insistette Thompson. Senza di voi, seor,
non avremmo visitato Angra, n cos in fretta n cos bene. Io
continuo a domandarmi che cosa ci rimane da fare per occupare il
pomeriggio.
Il pomeriggio? esclam don Hygino. So gi come
impiegarlo. Voi non sapete, forse, che oggi ricorre la festa di
Pentecoste.
La Pentecoste? ripet Thompson.
S riprese don Hygino una delle pi grandi feste
cattoliche che qui si celebra con particolare solennit. Ho fatto
prenotare per voi un posto dal quale potrete assistere all'interessante
processione con la quale viene portato in giro un crocifisso che io
raccomando particolarmente alla vostra attenzione.
Che cosa ha di particolare il crocifisso, caro Hygino? chiese
il baronetto.
La sua ricchezza rispose Hygino. Non presenta, a dire il
vero, grande interesse artistico, ma il valore delle pietre preziose di
cui letteralmente ricoperto supera, a quanto si dice, i 10.000 contos
de reis! (6 milioni di franchi.)
Thompson era incantato della nuova recluta. Sir Hamilton gli
faceva, da parte sua, spudoratamente la ruota.
Don Hygino mantenne puntualmente le sue promesse.
Nello scendere a terra ritenne tuttavia di fare una
raccomandazione che mise un po' di paura a pi di una passeggera.
Cari compagni disse vi do un buon consiglio prima di
metterci in cammino.
E cio chiese Thompson.
Evitate la folla, se vi sar possibile.
Non sar facile fece notare Thompson, indicando le vie
piene di gente.
Lo so disse don Hygino. Fate, se non altro, ci che
potete per evitarne il contatto.
Ma perch ci fate questa raccomandazione? chiese
Hamilton.
Dio mio, caro baronetto, non facile dire il perch. Il fatto
che gli abitanti dell'isola non sono molto puliti e vanno soggetti a due
malattie il cui risultato comune quello di procurare un
insopportabile prurito. Una di tali malattie ha un nome bruttissimo,
giacch si tratta della scabbia. Riguardo all'altra
Don Hygino si era fermato, come se non riuscisse a trovare una
perifrasi adatta. Ma Thompson, il quale non aveva paura di nulla, gli
and in aiuto. Facendo ricorso alla pantomima, si tolse il cappello e
si gratt energicamente il capo rivolgendo a don Hygino uno sguardo
interrogativo.
Precisamente! disse quest'ultimo ridendo, mentre le signore
giravano il capo, scandalizzate da quella cosa effettivamente
shocking.
Con don Hygino in testa, vennero attraversate vie fuori mano e si
seguirono viuzze quasi deserte, dato che la folla aveva invaso le vie
pi ampie che la processione avrebbe dovuto percorrere. Alcuni
uomini tuttavia percorrevano quelle viuzze: cenciosi e sudici, essi
giustificavano ampiamente l'osservazione fatta da alcuni turisti a loro
riguardo.
Che facce da briganti! disse Alice.
Proprio cos! approv Thompson. Sapete chi sono quelle
persone? -chiese a don Hygino.
Ne so quanto voi.
Non potrebbero essere poliziotti travestiti? insinu
Thompson.
Bisogna convenire che il travestimento sarebbe perfetto!
esclam Dolly in tono canzonatorio.
Del resto, presto la colonna sbocc su una vasta piazza che
brulicava di gente sotto un sole splendido. Con un'abile manovra il
signore portoghese riusc a condurre i suoi compagni fino a una
piccola sporgenza, ai piedi di un edificio di vaste proporzioni. L,
sotto la sorveglianza di alcuni poliziotti, era stato predisposto, al
riparo della folla, uno spazio vuoto.
Ecco il vostro posto, signore e signori disse Hygino. Mi
sono avvalso dei miei rapporti con il governatore di Terceira per far
mettere a vostra disposizione questo posto, ai piedi del suo palazzo.
Tutti si profusero in ringraziamenti.
Ora vorrete permettermi di lasciarvi riprese. Ho alcuni
preparativi da fare prima della partenza. Peraltro, non avete pi
bisogno di me. Protetti da questi bravi poliziotti siete sistemati
magnificamente per vedere ogni cosa: credo che assisterete a un
insolito spettacolo.
Dette queste parole, don Hygino salut con grazia e scomparve
nella folla. Evidentemente non temeva il contagio. I turisti non
tardarono a dimenticarlo: giungeva la processione, con le sue
magnificenze.
Verso la parte alta della via, nel largo spazio che la polizia
rendeva sgombro dinanzi al corteo, bandiere di seta e d'oro, statue
portate in spalla, orifiamme, corone e baldacchini avanzavano nel
fumo odoroso dell'incenso. Tra gli abiti bianchi delle giovinette
brillavano al sole alcune uniformi. Sostenute da orchestre di ottoni, le
voci innalzavano al cielo la preghiera di 10.000 creature, mentre da
ogni chiesa giungevano i rintocchi delle campane che cantavano
anch'esse la gloria del Signore.
A un tratto, una specie di ventata pass sulla folla e un solo grido
usc da ogni bocca:
Cristo! Cristo!
Lo spettacolo era solenne. Con la tunica viola che spiccava sugli
ori scintillanti del baldacchino, ora appariva il vescovo. Camminava
lentamente, elevando con entrambe le mani il venerabile e prezioso
ostensorio. Nel suo abbagliante splendore, alto sulla folla prosternata,
lo precedeva un crocifisso, le cui pietre preziose riflettevano i raggi
del sole con innumerevoli lampi.
All'improvviso, un movimento insolito parve turbare la
processione nelle immediate vicinanze del vescovo. Senza sapere di
che cosa si trattasse la curiosit spinse la folla ad alzarsi sulla punta
dei piedi.
Nessuno vide nulla; anche gli inglesi, sebbene sistemati in ottima
posizione, non riuscirono a capire che cosa stava accadendo. Un
colossale risucchio, con il baldacchino che rotolava e beccheggiava
come un vascello, si verific per qualche istante; poi il baldacchino e
lo sfarzoso crocifisso scomparvero contemporaneamente in mezzo
alla folla, come in un mare, tra grida, urli e gente che scappava
smarrita, mentre la squadra di poliziotti posta alla testa del corteo si
sforzava inutilmente di risalire l'ondata irresistibile di coloro che
fuggivano: ecco che cosa videro i nostri passeggeri, senza riuscire a
comprenderne la causa.
Il cordone di poliziotti che li proteggeva fu rotto in un attimo e,
divenuti parte integrante della folla in delirio, essi furono trascinati
come fuscelli di paglia in quel formidabile torrente.
Sostenendosi gli uni agli altri, Roger, J ack e Robert erano riusciti
a proteggere Alice e Dolly. Un angolo li aveva felicemente protetti.
A un tratto, il sorprendente fenomeno ebbe termine. Di colpo la
piazza rimase vuota e silenziosa.
Verso la parte alta della via, nel luogo in cui, nel furioso
risucchio, erano scomparsi il baldacchino del vescovo e il crocifisso,
un gruppo, composto in gran parte dei poliziotti gi posti in testa al
corteo, era ancora in agitazione. Come al solito era arrivato troppo
tardi. Ora i poliziotti si davano da fare per trasportare nelle case
vicine le vittime di quell'inesplicabile panico.
Ogni pericolo mi sembra scongiurato disse Robert, dopo un
istante. -Penso che faremmo bene a metterci alla ricerca dei nostri
compagni.
Dove? chiese J ack.
A bordo del Seamew, in ogni caso. Dopo tutto queste faccende
non ci riguardano; ritengo, qualunque cosa accada, che saremo pi al
sicuro sotto la protezione della bandiera inglese.
Riconosciuta la fondatezza dell'osservazione, tutti si affrettarono a
raggiungere la nave, dove si era gi raccolta la maggior parte dei
passeggeri discutendo animatamente sulla stupefacente avventura.
Molti manifestavano vivaci lagnanze; altri parlavano anche di voler
reclamare dal Governo di Lisbona un ampio indennizzo: ed
superfluo dire che, fra questi ultimi, sir Hamilton appariva in buona
posizione.
E una vergogna! dichiarava in tutti i toni. E gi, che cosa
ci si pu aspettare dai portoghesi? Se l'Inghilterra volesse dare retta a
me, dovrebbe civilizzare le Azzorre! Questi fatti scandalosi allora
avrebbero fine!
Saunders non diceva nulla, ma il suo viso parlava eloquentemente.
In verit, se avesse voluto augurare a Thompson qualche spiacevole
incidente, non avrebbe potuto immaginarne uno migliore. Quello
accaduto era proprio di prim'ordine. Secondo ogni probabilit, una
decina di passeggeri, a dir poco, sarebbero mancati all'appello; dopo
quel dramma, ci significava la disfatta della carovana e un pietoso
rientro in Inghilterra. L'arrivo dei primi sopravvissuti non alter la
gioia del suo bellissimo temperamento. Non avrebbe potuto
ragionevolmente sperare che tutta la carovana fosse perita nel
disastro! Ma la sua fronte si rabbui quando gli ultimi passeggeri
cominciarono a raggiungere la nave a brevissimi intervalli.
Consider la cosa come un brutto scherzo.
A cena, Thompson fece l'appello e osserv che mancavano
soltanto due persone. Ma quasi subito i due ritardatari entrarono nel
salone: erano i due giovani sposi; e Saunders, constatando che il
personale del Seamew era al completo, riprese immediatamente
l'abituale aspetto poco conciliante di cane rabbioso. La giovane
coppia aveva il solito aspetto, e cio manifestava per il resto
dell'universo un'indifferenza tanto divertente quanto assoluta. Era
evidente che n il marito n la moglie erano a conoscenza dei gravi
avvenimenti accaduti nel corso della giornata. Seduti l'una accanto
all'altro, essi limitavano come sempre la loro conversazione a loro
due, nella quale la lingua prendeva meno parte degli occhi; la
conversazione generale si sviluppava intorno a loro senza
raggiungerli.
Un altro quasi altrettanto felice quanto questa coppia era J ohnson.
Quel giorno si era distinto: ancora un piccolo sforzo e avrebbe
raggiunto un perfetto stato di ebbrezza. Per quel che le sue
condizioni gli consentivano di capire circa quanto si diceva di lui,
egli si congratulava con se stesso per la sua ostinazione a non voler
mettere piede sull'arcipelago delle Azzorre, e si librava gioiosamente
nel cielo iridescente dell'alcool.
Della numerosa assemblea, Tigg era la quarta persona
perfettamente felice. Quando, con gli altri, era stato trascinato via
dalla folla furiosa, le sue due guardie del corpo erano state colpite per
un istante da crudele angoscia. Quale occasione pi propizia per
finirla con la vita si poteva offrire a quell'anima che con la morte
cercava anche l'originalit? Con un eroico sforzo Bess e Mary erano
riuscite a custodire Tigg fra di loro, e lo avevano protetto con una
devozione che l'asprezza dei loro spigoli aveva reso efficace. Tigg
era dunque uscito indenne da quel trambusto e, fra s, riteneva che le
sue compagne ne avessero esagerato l'importanza.
Ahim! Non era per la stessa cosa per l'infelice Bess e la
sfortunata Mary. Con il corpo ricoperto di lividi, esse avevano mille
buoni motivi per non dimenticare mai pi la festa della Pentecoste di
Terceira.
Nello stesso modo, anche se diversamente sfortunato, il
rispettabile Blockhead loro padre dovette cenare solo nella sua
cabina. Non era ferito, per. Thompson aveva notato, sin dall'inizio
del pasto, che il suo passeggero mostrava segni inquietanti di prurito
e aveva ritenuto prudente, nel dubbio, suggerirgli un cautelativo
isolamento. Blockhead si era sottomesso con molta cortesia: non
sembrava affatto dispiaciuto dei particolari riguardi accordatigli dal
destino.
Sembra che mi sia buscato una malattia del paese disse alle
figlie, con aria d'importanza, grattandosi con entusiasmo. E
toccata a me solo!
Don Hygino torn a bordo mentre il signor Sandwich serviva
l'arrosto. Conduceva i suoi due fratelli.
Non era possibile dubitare che don Hygino e i suoi due compagni
avessero gli stessi genitori, avendolo egli chiaramente dichiarato. Ma
quella parentela non si sarebbe certamente indovinata. Non sarebbe
stato possibile rassomigliarsi meno. Se don Hygino portava in tutta la
persona i carismi della razza, i suoi fratelli erano invece d'aspetto
volgare e comune. Uno era alto e forte, l'altro, tozzo, corpulento e
quadrato: non sarebbero stati fuori posto, a giudicare dall'apparenza,
in un baraccone di lottatori.
Strana circostanza: sembrava che tutti e due si fossero feriti di
recente. La mano sinistra del pi grande era avvolta in un pannolino,
mentre un lungo sfregio, che una striscia di cerotto ricopriva, solcava
la guancia destra del pi piccolo.
Permettetemi disse don Hygino a Thompson, indicando i
suoi due compagni a cominciare dal pi alto di presentarvi i miei
fratelli, don J acopo e don Christopho.
I signori sono i benvenuti a bordo del Seamew rispose
Thompson. -Vedo con rincrescimento aggiunse, quando J acopo e
Christopho ebbero preso posto a tavola che i signori sono stati
feriti
Una disgraziata caduta sopra un vetro delle scale, nel corso dei
preparativi per la partenza lo interruppe don Hygino.
Voi rispondete in anticipo alla mia domanda disse
Thompson. Stavo per chiedervi se questi signori erano stati
malmenati nel corso del parapiglia del pomeriggio.
Robert, il quale guardava ora J acopo e ora Christopho, credette di
vederli trasalire. Ma si era evidentemente sbagliato: i due fratelli non
sapevano nulla del dramma incomprensibile al quale era stata fatta
allusione. Don Hygino rispose, infatti, con il tono della pi schietta
sorpresa:
Di quale parapiglia parlate? Vi sarebbe forse accaduto
qualcosa? Queste furono le domande. Com'era possibile che i signori
da Veiga potessero ignorare ci che aveva posto la citt in
rivoluzione?
Dio mio, molto semplice rispose don Hygino. Per
l'intero giorno, non abbiamo lasciato la nostra abitazione. Del resto
probabile che, senza saperlo, esageriate. Si sar trattato di qualche
rissa di nessuna importanza.
Ci furono delle proteste e Thompson fece a don Hygino il
racconto di ci che era accaduto nel pomeriggio. Quest'ultimo parve
assai sorpreso:
Non riesco a capire disse come la pia popolazione di
questa isola abbia osato comportarsi in questo modo nel corso di una
processione. Aspettiamo che l'avvenire si assuma l'incarico di
fornirci la spiegazione di questo enigma! Partite questa sera, non
vero? aggiunse rivolgendosi a Thompson.
Questa sera rispose quest'ultimo.
Non aveva ancora terminato di pronunciare quelle parole che il
rombo di una cannonata fece tremare sordamente i vetri del salone.
Pochi udirono e nessuno prest attenzione alla detonazione lontana
come un'eco.
State male, caro amico? chiese il baronetto a don Hygino
che all'improvviso si era fatto pallido.
Un po' di febbre che mi sono buscata alla Praia. Questa citt
proprio malsana rispose il portoghese, il cui viso riprendeva
colore.
La voce del capitano Pip si fece udire dal ponte.
Ragazzi, virate l'argano!
Quasi subito si ud il rumore secco e regolare del nottolino che
cadeva sul ferro dell'ingranaggio. I passeggeri salirono sullo
spardeck per assistere alla manovra.
Durante la cena il cielo si era coperto. Nella notte, nera come
l'inchiostro, si vedevano soltanto le luci di Angra, da dove
giungevano confusi rumori.
La voce del signor Flyship si fece udire a prua.
A picco, comandante.
Bene! rispose il capitano dalla passerella.
In seguito a un suo ordine, il vapore si diffuse nei cilindri, le
macchine furono bilanciate e l'elica batt l'acqua per alcuni secondi.
Vogliate spedare l'ancora, per favore, signor Flyship ordin
il capitano.
Il nottolino dell'argano fece udire nuovamente la sua regolare
caduta e l'ancora era sul punto di lasciare il fondo allorch una voce
chiam, nell'oscurit, a due gomene dal Seameto.
A voi, della nave!
A voi! rispose il capitano, il quale aggiunse, rivolgendosi a
prua: -Aspettate, signor Flyship, per favore!
Un'imbarcazione a due remi usc dall'ombra e accost a sinistra.
Vorrei parlare con il capitano disse in portoghese un
individuo che l'oscurit impediva di distinguere chiaramente.
Robert tradusse la domanda.
Eccomi disse il capitano Pip, scendendo dalla passerella per
andare ad appoggiare i gomiti sul capo di banda.
Comandante, questa persona tradusse ancora Robert
chiede che gli si butti gi la scala per salire a bordo.
Si ader alla richiesta e poco dopo saltava sul ponte un uomo di
cui tutti furono in grado di vedere l'uniforme, per averla gi vista
quel pomeriggio sulle spalle delle loro inutili guardie. A giudicare
dai galloni che brillavano sulle sue maniche quel poliziotto rivestiva
un alto grado. La conversazione tra lui e il capitano ebbe subito
inizio con la mediazione di Robert.
Ho l'onore di parlare con il capitano del Seamew?
In persona.
Siete arrivato ieri sera?
Ieri sera.
Mi sembra che stiate facendo i preparativi per partire.
Proprio cos.
Non avete dunque sentito il colpo di cannone? Il capitano Pip
si volse verso Artimon.
Avete sentito un colpo di cannone, master? Non capisco perch
quel colpo di cannone debba interessarci, signore.
Il capitano chiede di sapere tradusse liberamente Robert
che rapporto possa avere quel colpo di cannone con la nostra
partenza.
L'ispettore parve stupito.
Non sapete dunque che il porto chiuso e che stato posto
l'embargo su tutte le navi che sono in rada? Ecco l'ordine del
governatore rispose, spiegando un foglio di carta sotto gli occhi di
Robert.
Bene! disse con filosofia il capitano Pip se il porto
chiuso, non partiremo pi. Lasciate filare la catena, signor Flyship!
grid verso la prua.
Scusate! Un momento! disse Thompson, facendosi innanzi.
Forse c' la possibilit di intendersi. Professore, volete chiedere al
signore perch il porto chiuso?
Ma il rappresentante dell'autorit non rispose a Robert. Lo piant
in asso e si diresse di colpo verso un passeggero.
Non mi sbaglio! esclam. Don Hygino qui, a bordo del
Seamew!
Come potete vedere rispose quest'ultimo.
Ci lasciate, dunque?
Ma con la speranza di tornare!
Un vivace colloquio ebbe allora inizio fra i due portoghesi. Don
Hygino presto ne tradusse l'essenziale ai suoi compagni.
Nel corso del trambusto del pomeriggio alcuni malfattori tuttora
sconosciuti avevano approfittato del disordine provocato dalla loro
aggressione per impadronirsi del famoso crocifisso. In una viuzza
fuori mano era stata ritrovata la croce di legno senza le sue pietre
preziose del valore complessivo di 6 milioni di franchi. Il
governatore aveva quindi posto l'embargo su tutte le navi fino a
quando la banda dei ladri sacrileghi fosse stata arrestata.
E ci quanto tempo potrebbe richiedere?
L'ispettore fece un gesto vago, al quale Thompson rispose con una
smorfia di disappunto. Centoquattro persone da nutrire avrebbe reso
onerosi i giorni di ritardo!
Dietro suo suggerimento Robert insistette, ma inutilmente.
L'ordine del governatore era formale e tassativo.
Ma, per furioso che Thompson fosse, Saunders lo era ancora di
pi: un altro strappo al programma! Era fuori di s.
Con quale diritto ci tratterrebbero qui disse energicamente.
Sotto la bandiera che ci protegge non dobbiamo ricevere ordini,
immagino, dai portoghesi!
Sono d'accordo approv il baronetto. Dopo tutto, perch
mai dobbiamo obbedire a questo poliziotto? Non avr certamente la
pretesa, ritengo, di fermare da solo una nave che porta 66 passeggeri,
oltre allo stato maggiore e all'equipaggio!
Thompson gli indic i forti le cui masse scure si stagliavano nel
buio: quella muta risposta parve senza dubbio eloquente al baronetto,
il quale non disse altro. Per fortuna un soccorso inatteso stava per
giungergli.
Sono i forti che vi trattengono? insinu don Hygino
all'orecchio di Thompson. Non sono affatto pericolosi. Hanno
certamente polvere e pezzi, ma per ci che riguarda i proiettili
un'altra faccenda!
Non avrebbero palle? disse Thompson, incredulo.
Ne avranno forse ancora qualcuna, da qualche parte disse
don Hygino a bassa voce. Ma riguardo ad averne qualcuna che
entri nei pezzi! Come, del resto, in ogni altro forte dell'arcipelago!
Come, mio caro Hygino! esclam stupito il baronetto.
Voi, portoghese, vi mettete dalla nostra parte in questa circostanza?
In questo momento sono un viaggiatore che ha fretta rispose
un po' seccamente don Hygino.
Thompson era indeciso. Esitava. Rischiare un'avventura del
genere era un affare grosso. D'altra parte, non era seccante vedere il
viaggio interrotto, fra lo scontento dei passeggeri e con grave danno
per l'agenzia? Lo stridore di denti da parte di Saunders, il sogghigno
di Hamilton e una nuova affermazione di don Hygino finirono per
deciderlo ad essere audace. Chiam il capitano.
Capitano, la nave trattenuta, come sapete, per ordine
dell'autorit portoghese gli disse.
Il capitano fece cenno con il capo di avere capito.
Se tuttavia io Thompson, vi ordinassi di partire, lo
fareste?
Immediatamente.
Ma sarete sotto il fuoco dei forti di Angra, come sapete.
Il capitano Pip guard il cielo, poi il mare, poi don Hygino e alla
fine si gratt il naso con aria di grande disprezzo. Se avesse parlato,
non avrebbe potuto dire con maggiore chiarezza che con quel mare
calmo, quella notte oscura non si preoccupava delle palle sparate dai
cannonieri portoghesi pi di quanto un pesce si preoccupi di una
mela.
In questo caso riprese a dire Thompson vi do l'ordine di
partire.
Poich le cose stanno in questo modo rispose il capitano
con molta calma non potreste condurre nel salone, per cinque soli
minuti, questo tizio dalla faccia smunta?
Per ottemperare a quel desiderio espresso con parole cos
energiche Thompson insistette perch l'ispettore accettasse qualcosa
da bere.
Non appena scomparso con l'ospite, il capitano rimise
l'equipaggio all'argano orizzontale. L'unica precauzione presa fu
quella di sollevare il nottolino di fermata allo scopo di evitare ogni
rumore rivelatore. In pochi minuti l'ancora fu spedata, caponata e
attraversata nel silenzio pi assoluto. L'equipaggio svolgeva il lavoro
con molto zelo.
Non appena l'ancora ebbe lasciato il fondo, la nave cominci a
scarrocciare. Il cambiamento di posizione, nei confronti con le luci
della citt, era gi diventato sensibile quando l'ispettore fece ritorno
sul ponte in compagnia di Thompson.
Comandante? grid dal ponte al capitano che era sulla
passerella.
Dite rispose con grazia quest'ultimo, chinandosi sul
parapetto.
L'ispettore disse Robert, traducendo l'osservazione che gli
era stata fatta pensa che la vostra ancora stia arando, comandante.
Il capitano si guard intorno con aria incredula.
Lo crede? disse bonariamente.
L'ispettore conosceva il suo mestiere. Diede un'occhiata
all'equipaggio taciturno e comprese immediatamente. Tir fuori di
tasca un lungo fischietto e ne trasse un fischio acutissimo
curiosamente modulato, che nel silenzio della notte sarebbe stato
udito da molto lontano. Si rese presto chiaro il risultato: alcune luci
si accesero sul parapetto dei forti.
Angra difesa da due forti: il Morro do Brazil a mezzogiorno, e il
forte So Joo Baptista a nord. Era verso il secondo forte che la
corrente trascinava dolcemente il Seamew, con la prua in avanti,
allorch il colpo di fischietto diede l'allarme.
Signore, disse con fredda calma il capitano un altro
colpo di fischietto e vi far gettare in mare.
L'ispettore si rese subito conto, dal tono della voce, che il giuoco
si faceva serio; quando la minaccia gli venne fedelmente tradotta, se
lo tenne per detto.
Da quando gli uomini si erano rimessi all'argano, la ciminiera del
Seamew aveva cominciato a lanciare torrenti di fumo e di fiamme.
Ci rientrava nelle intenzioni del capitano: costituire in tal modo una
riserva di vapore da utilizzare in un momento successivo. E infatti,
gi le valvole, bench sovraccariche, scoppiettavano rumorosamente
mentre diminuiva il pennacchio luminoso della ciminiera, che presto
sarebbe sparito del tutto.
In quel momento due colpi di cannone si udirono
simultaneamente e due proiettili sparati da ciascuno dei due forti
caddero a 500 metri dai due lati della nave. Era un avvertimento.
L'inatteso incidente fece impallidire Thompson. Che cosa aveva
raccontato allora don Hygino?
Fermate, capitano! Fermate! grid con voce smarrita.
Nessuno si stupir se alcuni passeggeri fecero eco a quella
preghiera. Ma ce ne fu uno, almeno, che mantenne un eroico silenzio.
E quello fu il droghiere onorario. Era visibilmente agitato; tremava,
persino, bisogna pur confessarlo. Ma per nulla al mondo egli avrebbe
rinunciato alla gioia di assistere alla prima battaglia della sua vita.
Pensate! non ne aveva mai viste!
Anche Roger de Sorgues non avrebbe ceduto il suo posto per un
impero. Per bizzarra associazione di idee quei colpi di cannone gli
facevano pensare alla buffa colazione di Faial.
E ora, eccoci bombardati! pensava, tenendosi la pancia dal
ridere. il colmo!
Alle parole di Thompson, il capitano si era sollevato sul suo banco
di guardia.
Avrei il dispiacere di disobbedirvi, questa volta disse con un
modo altezzoso che nessuno gli conosceva. La nave salpata per
ordine del mio armatore e ormai a bordo comando io. Condurr la
nave al largo, se piace a Dio. Per la barba di mia madre, un capitano
inglese non indietreggia mai!
Nella sua vita il bravo capitano non aveva mai fatto un discorso
cos lungo. In conformit alle sue istruzioni la nave assunse
un'andatura moderata. Contrariamente alle aspettative egli non lanci
la nave in direzione del mare aperto. Poich le sue luci, che il
capitano con sorpresa di tutti non ordin di spegnere, costituivano un
bersaglio facile da colpire, egli si diresse direttamente verso il forte
So Joo Baptista.
Del resto, fu ben presto evidente che quell'astuta manovra era
riuscita. Tranquillizzati dalla direzione presa dalla nave, i forti
avevano cessato il fuoco.
Barra tutta a sinistra! ordin improvvisamente il capitano.
E il Seamew, sempre illuminato, mise la prua verso il largo a tutta
velocit. Tre colpi di cannone, uno dietro l'altro, si fecero subito
udire, ugualmente inoffensivi. Un proiettile lanciato dal forte So
Joo Baptista pass, fischiando, sopra gli alberi. Il capitano si gratt
allegramente il naso. La manovra era riuscita. Quel forte era gi
ridotto all'impotenza e ora la terra proteggeva la nave dalle sue
cannonate. Gli altri due proiettili, inviati dal Morro do Brazil, erano
caduti uno a poppa del Seamew e il secondo, poich il capitano aveva
fermato di colpo, era caduto in mare a due gomene dalla prua.
Non appena tirato il quinto colpo di cannone, per ordine del
capitano furono spente immediatamente tutte le luci, comprese quelle
di posizione, e alcune incerate ricoprirono la cappa delle macchine.
Nel contempo, sotto l'impulso del timoniere, la nave gir su se stessa
e torn verso terra a grande velocit. Fece cos il giro della rada fino
al punto in cui cessavano le luci della citt. Nera nella notte nera,
essa doveva passare inosservata, e cos fu.
Attraversata la rada in tutta la sua larghezza, il Seamew costeggi
con estrema audacia le rocce del Morro do Brazil. In quel punto un
altro colpo di fischietto sarebbe stato fatale. Ma sin dall'inizio
dell'azione il capitano aveva fatto scendere l'ispettore,
prudentemente, in una cabina dove era stato tenuto sotto sorveglianza
insieme con gli altri due uomini della sua barca.
Per il resto, sembrava che ogni pericolo fosse stato allontanato.
Divenuto ora senza saperlo l'unico pericoloso, il forte So Joo
Baptista non sparava, mentre il Morro do Brazil continuava a
bombardare in direzione dell'altro forte.
Il Seamew costeggi rapidamente la riva, confuso con le scure
rocce. Raggiunta l'estremit della punta, le gir attorno e prese il
largo, direttamente verso sud, mentre i due forti, avendo deciso di
ricominciare l'inutile duetto, spedivano a est le loro ultime palle.
Quando la nave fu a 3 miglia al largo, il capitano Pip si prese il
gusto di illuminare sfarzosamente la nave. Fece poi risalire l'ispettore
e lo invit a tornare nella sua imbarcazione. Lo accompagn
cortesemente fino al barcarizzo e poi, chino sul listone, con il
berretto in mano:
Vedete, signore ritenne di fargli rilevare, sebbene il
disgraziato ispettore, non conoscendo una sola parola d'inglese, non
fosse in condizione di apprezzare la finezza dell'osservazione
come un marinaio inglese gioca a nascondino con le palle di cannone
portoghesi? E ci che io chiamo peripezia. Ho l'onore di salutarvi,
signore.
Ci detto, il capitano tagli con il proprio coltello la bozza
dell'imbarcazione, la quale ballonzol nella scia; risal poi sul banco
di guardia, diede la rotta in direzione sud-est, e dopo aver
contemplato mare, cielo e anche Terceira, la cui massa nera spariva
nella notte, sput orgogliosamente in mare.
CAPITOLO IX
UNA QUESTIONE DI DIRITTO
ALLE PRIME ore del 22 mattina il Seamew si ormeggi davanti a
Ponta Delgada, capitale dell'isola di So Miguel, ultimo scalo delle
Azzorre.
Grande 770 chilometri quadrati, con quasi 27.000 abitanti,
quest'isola la pi importante dell'arcipelago. La sua capitale, con le
sue 17.000 anime, la quarta citt del regno del Portogallo, protetta a
est e a ovest da due capi: Ponta Delgada, che le d il nome, e Ponta
Gale diga di 850 metri di lunghezza che rende di assoluta
tranquillit la sua rada, in grado di accogliere cento navi.
Tra questa diga e la riva il Seamew aveva ormeggiato in mezzo a
molti altri bastimenti a vela e a vapore. A settentrione, Ponta Delgada
si elevava in terrazze, con le sue seducenti casette bianche
simmetricamente disposte, le quali si irradiavano da ogni lato,
sgranandosi a poco a poco in un mare di magnifici giardini che
davano alla citt una specie di verdeggiante aureola.
Poich la maggior parte dei passeggeri si era attardata nelle
proprie cuccette, la discesa a terra fu rimandata al pomeriggio. Tre
giorni interi sarebbero stati dedicati all'isola di So Miguel: quattro o
cinque ore perci sarebbero largamente bastate per percorrere Ponta
Delgada. Non c'era motivo di affrettarsi, quindi.
Non fu tuttavia senza inconvenienti che questa decisione pot
essere presa. Alcuni passeggeri manifestarono vivissimo
malcontento; Saunders e Hamilton furono, superfluo dirlo, fra i pi
scontrosi. Un altro strappo al programma! La faccenda diventava
intollerabile! Andarono a manifestare le loro lagnanze
all'Amministrazione. L'Amministrazione rispose che quei signori
erano liberissimi di scendere a terra se ne avessero avuto voglia.
Saunders replic che dovevano scendervi tutti, amministratore e
interprete compresi, e ci, a spese dell'agenzia. Thompson gli
consigli allora di persuadere i suoi compagni a farlo. L'incontro
ebbe termine con parole molto dure.
In breve, soltanto due passeggeri sbarcarono durante il mattino: la
giovane coppia che viaggiava a modo suo e che Thompson ritenne di
rivedere nuovamente al momento della partenza.
Saunders e Hamilton dovettero mordere il freno: con quattro o
cinque compagni, scontenti al pari di loro, trascorsero quelle ore in
piacevoli conversari.
Il gruppo di opposizione non era numeroso. Esisteva, tuttavia, e
Thompson si rese conto che i suoi avversari facevano proseliti. Per la
prima volta una lieve ma effettiva scissione separava gli ospiti del
Seamew in due campi, per fortuna assai ineguali. Il motivo era futile,
ma sembrava che i dispiaceri passati tornassero alla memoria e
facessero massa per ingigantire oltre misura l'incidente attuale.
Thompson fece assegnamento sul tempo.
Dopo colazione, infatti, quando le imbarcazioni ebbero deposto
tutti i passeggeri, tranne l'irriconciliabile J ohnson e il pestifero
Blockhead, sulla banchina di Ponta Delgada, ogni incomprensione
parve dimenticata e si procedette, sotto la guida di Robert, alla visita
della citt.
Si visitarono chiese e conventi e, sotto l'ossessione delle campane
in continua agitazione, si percorsero fino a sera le sue vie strette e
sporche.
Che delusione! Le case, bianche da lontano, apparivano da vicino
sporche e massicce. Sulla carreggiata vagavano con disinvoltura
porci in gran parte enormi, in mezzo ai quali occorreva aprirsi un
varco. E i verdeggianti giardini che circondavano la citt? Alti muri
li celavano agli sguardi. Era gi tanto se al disopra dei muri si
scorgeva da lontano la cima di qualche bianco rosaio o di quelle
camelie che, a So Miguel, raggiungevano normalmente l'altezza di
un grande albero.
La poco piacevole passeggiata fin con l'oscurare il viso dei turisti,
i quali accolsero perci con soddisfazione l'annuncio del ritorno.
Nel discendere la china, la colonna non avanz pi nell'ordine
fino allora mantenuto. Senza dubbio, il rispetto per la disciplina era
troppo grande perch quei placidi inglesi osassero sfidarla
apertamente, di primo acchito. La stanchezza si faceva sentire.
Maggiore spazio separava le file, alcune delle quali erano aumentate
di numero senza ragione a spese di altre; qualche passeggero
rimaneva persino indietro. Thompson vedeva e sospirava.
Giungendo sulla riva, i turisti ebbero una sorpresa. La banchina
formicolava di gente che lanciava grida concitate e alzava il pugno in
gesto minaccioso. Era evidente che due partiti si fronteggiavano
scambiandosi ingiurie preliminari, pronti a trasformarle in pugni. La
sommossa di Terceira era forse ricominciata?
Thompson, e con lui tutti i passeggeri, si erano fermati, indecisi:
impossibile raggiungere i canotti della nave, ai quali la folla
impediva l'accesso. Rimanevano le imbarcazioni del paese, le quali
certamente non mancavano nel porto. Mancavano invece i marinai.
Intorno ai turisti non c'era anima viva. La vita si era concentrata
interamente dinanzi al Seamew, nel punto in cui la folla sembrava in
procinto di definire un ignoto litigio.
A un tratto Thompson lanci un grido. Sei imbarcazioni si erano
staccate dalla banchina e, accompagnate dalle urla della folla, si
allontanavano a forza di remi, in due gruppi distinti: tre di esse
sembravano dare la caccia alle altre. Esse andavano, comunque,
verso il Seamew. Dopo l'esperienza fatta a Terceira riguardo alla
violenza che regnava nel paese, si doveva temere seriamente per la
nave. In preda all'agitazione, Thompson cominci a passeggiare in
lungo e in largo sulla banchina.
All'improvviso prese una decisione. Alando sulla bozza del
canotto pi vicino vi prese risolutamente posto, portando con s
Robert, che Roger e i Lindsay vollero accompagnare. In un attimo la
bozza fu mollata, l'ancora tirata su e, sotto lo sforzo dei quattro
rematori, il canotto si diresse rapidamente verso la nave minacciata.
Elettrizzati dall'esempio, gli altri passeggeri si affrettarono a
imitarlo. Alcune imbarcazioni si riempirono, gli uomini presero i
remi, familiari alla maggior parte degli inglesi, e cinque minuti dopo
una piccola squadra turbava le acque del porto col battere dei remi.
Nell'accostare il Seamew, Thompson fu in parte rassicurato. I sei
canotti sospetti appartenevano infatti a due campi opposti e il loro
antagonismo portava agli assediati un insperato soccorso. Ogni
qualvolta uno di essi tentava di avanzare, un canotto del partito
avverso si metteva per traverso, rendendo impossibile il mettere
piede sulla scaletta che, del resto, era sorvegliata da una dozzina di
marinai.
Che cosa succede, capitano? chiese Thompson, ansante,
saltando sul ponte.
Non lo so rispose il capitano, con flemma.
Possibile? Non sapete quale causa abbia provocato questo
parapiglia?
Proprio cos. Ero nella mia cabina quando il signor Flyship
venuto a dirmi che una ragazza era salita a bordo e che alcuni gruppi
di persone dall'aria minacciosa si raccoglievano sulla banchina. Non
so se questi fatti dipendano l'uno dall'altro, perch non riesco a capire
una sola parola del maledetto linguaggio della piccola.
E della ragazza, capitano, che cosa ne avete fatto?
nel salone.
Ci vado disse Thompson con fermezza, come se fosse
andato incontro alla morte. Nell'attesa, continuate a vegliare sulla
nave di cui siete responsabile.
Per tutta risposta il capitano sorrise sotto i baffi, sdegnosamente.
La situazione del resto non sembrava realmente critica. I
passeggeri avevano attraversato senza difficolt la linea dei
belligeranti e uno dopo l'altro salivano a bordo. Il Seamew avrebbe
potuto subire per lungo tempo, senza pericolo, un assedio cos male
mantenuto.
Appariva certo, in ogni caso, che se per ignoti motivi il Seamew
aveva nemici nell'isola di So Miguel, aveva anche, per motivi
ugualmente ignoti, solide alleanze il cui aiuto, attualmente in atto,
bastava se non altro alla sua difesa.
Nel frattempo Thompson e Robert erano entrati nel salone. Come
il capitano aveva gi detto, vi trovarono una ragazzina che,
letteralmente crollata sul divano, singhiozzava disperatamente, con il
viso fra le mani. Nel sentir venire i due uomini, ella si alz di colpo
e, facendo un cenno di saluto scopr un viso bellissimo, che
esprimeva in quel momento un penoso imbarazzo.
Signorina disse Robert una specie di sommossa circonda
la nave; sapreste dirci se questa sommossa ha qualche rapporto con la
vostra presenza qui?
Credo proprio di s, purtroppo rispose la ragazza, versando
torrenti di lacrime.
Allora, signorina, vogliate spiegarvi. Il vostro nome per prima
cosa.
Thargela Lobato.
Perch riprese Robert la signorina Lobato venuta a
bordo?
Per essere protetta contro mia madre rispose decisamente la
giovane.
Contro vostra madre!
S; una donna cattiva. E poi
E poi? insistette Robert.
E poi mormor la giovane Thargela, le cui gote si facevano
rosse a causa di J oachimo Salazar.
J oachimo Salazar? ripet Robert. Chi J oachimo
Salazar?
Il mio fidanzato rispose Thargela, celando il viso tra le
mani. Robert si lisci i baffi con aria annoiata. La faccenda assumeva
un aspetto
ridicolo. Che fare di quella ragazza? Come fece rilevare
Thompson con impazienza, non erano venuti a So Miguel per
proteggere gli amori delle ragazze contrariate nelle loro inclinazioni.
Robert ritenne tuttavia che un pizzico di morale sarebbe bastato a
dare un po' di calma a quella testa matta.
Vediamo un po', ragazza mia disse bonariamente
bisogna tornare a casa. Senza dubbio non avete pensato che non
bello rivoltarsi contro la propria madre.
Thargela si raddrizz con impeto.
Non mia madre! grid con voce rauca, pallida di collera.
Sono nelle mani di questa miserabile donna, di cui porto il nome
per il solo fatto che ho soltanto quello di Thargela. Del resto, anche
se fosse mia madre, non avrebbe il diritto di separarmi da J oachimo!
E lasciandosi cadere sul divano, Thargela ricominci a piangere.
Ci molto bello disse Thompson a Robert. Ma per
triste che sia la situazione di questa ragazza, ci non ci riguarda e
non possiamo fare nulla per lei. Favorite farglielo capire. tempo
che questa commedia abbia termine.
Ma alle prime parole dette da Robert, Thargela sollev il viso
rischiarato dalla gioia.
Potete, invece potete! esclam. La legge ve lo consente!
La legge? chiese Robert.
Fu perfettamente inutile esaminare la faccenda sotto tutti gli
aspetti: la legge era dalla parte della ragazza. Thargela ne era al
corrente e non voleva sapere altro. Del resto, se i signori inglesi
volevano saperne di pi, non dovevano fare altro che chiamare
J oachimo Salazar. Non era lontano. Lui sapeva tutto: avrebbe
risposto a qualsiasi domanda.
Senza attendere la risposta Thargela guid Robert sul ponte e lo
condusse presso l'impavesata di sinistra, da dove gli indic, con un
sorriso che le illumin il visino, un giovanotto alto, in piedi alla barra
di un'imbarcazione belligerante.
J oachimo! J oachimo! chiam Thargela.
A quel richiamo segu un gran vociferare. Il timoniere, invece,
diede un fortunato colpo di barra e, accostato il Seamew, salt sul
ponte mentre la sua imbarcazione tornava a combattere.
Era veramente un bel ragazzo, dall'aria franca e risoluta. Sua
prima preoccupazione fu quella di prendere Thargela fra le braccia e
di darle dinanzi al cielo e alla terra due baci sonori che fecero
raddoppiare le urla del campo avverso. Compiuto quel dovere, ebbe
inizio un animato colloquio tra i fidanzati; alla fine del quale
J oachimo si volse verso i passeggeri, che contemplavano la scena
con curiosit, e li ringrazi con belle parole dell'aiuto che volevano
dare alla sua cara Thargela.
Robert tradusse fedelmente. Thompson invece fece una smorfia.
Che diplomatico, quel giovanotto! Non lo impegnava, ora, agli occhi
dell'equipaggio e dei passeggeri?
J oachimo nel frattempo continuava la sua arringa improvvisata.
Ci che aveva riferito Thargela era esatto. La legge delle Azzorre
consentiva ai giovani di sposarsi secondo il loro piacere, con l'aiuto
del mezzo da lei escogitato. Bastava lasciare a questo scopo la casa
dei genitori per sfuggire ipso facto alla, loro autorit e per cadere
sotto quella del giudice, allora obbligato a dare, se richiesta,
l'autorizzazione desiderata. J oachimo non conosceva certamente i
termini particolari di quella legge, ma ci si poteva recare
immediatamente presso il corregidor, il quale avrebbe spiegato ai
signori inglesi quali fossero il valore morale della signora Lobato, i
diritti della sua pupilla Thargela e quelli del fidanzato di
quest'ultima. E se qualcuno avesse voluto sapere perch mai
Thargela avesse scelto il Seamew quale rifugio, invece della casa di
un amico, avrebbe risposto semplicemente che i poveri non hanno
amici. La signora Lobato, invece, mezza strega e mezza strozzina,
aveva dalla sua, sia per timore, sia per interesse, la met della povera
gente dei sobborghi, come dimostrava la manifestazione attuale. A
terra, Thargela avrebbe dunque corso il rischio di essere ripresa. A
bordo del Seamew, sotto la tutela del nobile popolo inglese, non
sarebbe stata certamente la stessa cosa.
Ci detto, l'abile oratore tacque.
Le ultime parole erano state efficaci. Il giovane ne ebbe prova con
il mutato atteggiamento di sir Hamilton. Senza conoscerlo egli aveva
cercato di convincere questo personaggio, che il suo comportamento
pieno di sussiego indicava come il pi arcigno degli ascoltatori.
Senza ombra di dubbio ora sir Hamilton si era ammansito. Aveva
persino approvato con un cenno del capo la conclusione del discorso.
Indeciso sul da farsi, Thompson lanciava occhiate furtive a dritta e
a manca.
Che pensate di tutto ci, capitano? chiese.
Uhm! fece il capitano, modestamente. Dietro di lui, il fedele
Artimon era al suo posto.
Tu che sei gentiluomo inglese disse al suo vecchio amico
respingeresti una donna?
Uhm! fece a sua volta Thompson, dando ai passeggeri uno
sguardo incerto.
Parola mia disse Alice Lindsay, uscendo coraggiosamente
dal cerchio dei compagni io credo che, senza pregiudizio alcuno,
si potrebbe fare se non altro ci che questo giovanotto propone, e
cio andare dal corregidor il quale ci dir qual il nostro dovere.
Si faccia come voi desiderate, signora Lindsay disse
Thompson. L'agenzia non vuole rifiutare nulla ai suoi passeggeri.
Si udirono dei bravo. Era chiaro che la giovane coppia aveva
conquistato i passeggeri del Seamew. A quegli applausi, soltanto
Hamilton evit di unire i suoi. Fenomeno sorprendente, il suo
atteggiamento era di colpo tornato ad essere corretto sempre, ma
freddo. Poich una cittadina americana aveva assunto in qualche
modo la direzione, la faccenda aveva cessato immediatamente di
interessarlo. La cosa era ormai da regolare fra quei due popoli
inferiori: portoghesi e americani. L'Inghilterra, rappresentata dalla
sua persona, se ne sarebbe lavata le mani.
In ogni caso riprese Thompson questo passo potr essere
fatto soltanto dopo cena, la cui ora dev'essere gi largamente
trascorsa. Non ci sar allora che da attraversare la linea degli
assedianti. Dovreste, caro professore, sottoporre il caso a quel
giovanotto.
Me ne incarico io dichiar J oachimo.
Si accost all'impavesata, chiam i belligeranti e fece loro
conoscere la decisione presa. La sua comunicazione ebbe
accoglienze di vario genere. Ma alla fine, poich non si trattava pi
di un ratto con la complicit di stranieri, dal momento che la
faccenda avrebbe avuto soluzione regolare, non c'era che da
sottostarvi: ogni partito vi si sottomise, restando libero del resto di
attribuirsi la vittoria. L'accesso al Seamew fu subito sgombrato e
quando, al termine della cena, Thompson e Robert, insieme con
J oachimo, sbarcarono sulla banchina, essi la trovarono tornata a una
relativa calma.
Scortati da un buon numero di persone, i tre compagni
raggiunsero l'ufficio dell'ufficiale. Il corregidor non c'era e un agente
dovette andare a cercarlo. Giunse presto. Era un uomo fra le due et,
calvo, dalla tinta del mattone cotto, la qual cosa rivelava un
temperamento irascibile e bilioso. Irritato indubbiamente da quel
fastidio imprevisto, interrog con acredine coloro che erano venuti a
cercarlo a cos tarda ora.
Robert lo mise brevemente al corrente dei fatti e gli chiese il suo
parere. Ma sebbene egli avesse esposto rapidamente la faccenda,
tuttavia era stato troppo prolisso per l'impaziente corregidor, le cui
dita tamburellavano, sulla tavola dietro la quale era seduto, una
marcia molto burrascosa.
Donna Lobato rispose egli in stile telegrafico
reputazione pessima. J oachimo Salazar e giovane Thargela,
eccellente. Diritto assoluto di quest'ultima di rifugiarsi dove vuole e
di sposare chi vuole, quando io, corregidor, lo avr ordinato. Questa
la legge. Tuttavia, non posso dare tale ordine se Thargela non lo
chiede a viva voce o a mezzo di attestazione scritta.
Ecco l'attestazione disse vivacemente J oachimo, porgendo
una lettera al corregidor.
Bene! approv quest'ultimo, prendendo una penna di cui si
serv per tracciare un minaccioso svolazzo sopra un foglio stampato.
Oggi, giorno 22; matrimonio, giorno 25. Indico parroco don Pablo
Terraro, chiesa So Anthonio.
Il corregidor si alz e premette con forza sopra un campanello. A
quel segnale due poliziotti entrarono nell'ufficio del magistrato.
Signori, buona sera! disse questi, mentre i tre che
dipendevano da lui si ritrovavano sulla via.
Ecco una faccenda sistemata disse Robert a J oachimo.
Fra tre giorni sposerete la vostra Thargela.
Signori, come ringraziarvi? esclam J oachimo, stringendo
calorosamente la mano agli stranieri.
Facendo felice vostra moglie, ragazzo mio disse Robert,
ridendo. Ma che cosa farete fino al giorno del matrimonio?
Io? chiese J oachimo, stupito.
Voi. Non avete nulla da temere dagli energumeni di poco fa?
Bah! disse con noncuranza il giovanotto, mostrando le
braccia. Ho queste.
E fischiettando allegramente un'aria di danza scomparve nelle vie
semibuie della capitale di So Miguel.
CAPITOLO X
IN CUI SI DIMOSTRA CHE JOHNSON UN SAGGIO
L'ISOLA di So Miguel mostra grossolanamente la forma di una
zucca molto allungata. Al centro, nelle due anse che determinano la
parte pi stretta della zucca, sono accolte due citt: Ponta Delgada, al
sud; Ribeira Grande, al nord. Una strada facile, che non supera i 200
metri di altezza, unisce queste due citt quasi uguali per numero di
abitanti e distanti l'una dall'altra circa 18 chilometri.
Ma il resto dell'isola, a dritta e a manca di questa depressione, si
profila in cime pi alte. Il primo giorno sarebbe stato sufficiente per
visitare la parte orientale dell'isola; il secondo giorno sarebbe stato
dedicato alla parte occidentale, dopo una notte trascorsa a Ribeira
Grande, dove le cavalcature di ricambio sarebbero state condotte da
Ponta Delgada.
Se si tiene conto delle continue curve della strada, il tragitto da
percorrere giornalmente era di una quarantina di chilometri. Compito
assai faticoso, insomma. Dopo le informazioni ottenute da Robert e
dalle guide, Thompson aveva ritenuto di dover anticipare alle 6,30 la
partenza che il programma indicava alle ore 8.
La decisione gli valse una scenata da parte di Hamilton e di
Saunders. I due accoliti si lamentarono energicamente dei continui
cambiamenti di un programma che avrebbe dovuto dettare legge.
Signore, tenete bene a mente ci che vi dico aveva concluso
Saunders, staccando le sillabe io non partir alle 6,30!
Neppure io aveva aggiunto il baronetto, geloso di
uguagliare il suo modello e neppure lady Hamilton, e neppure
miss Hamilton. Noi saremo sulla banchina alle 8 precise, come dice
il programma, dove contiamo di trovare i mezzi di trasporto che ci
sono stati promessi. Tenetevelo per detto!
I rilievi di Hamilton e di Saunders erano forse fondati, ma
Thompson, nonostante il desiderio che aveva di accontentare i
passeggeri, si sentiva allo stremo della pazienza con quei due. Si
limit a salutarli seccamente, senza dare loro risposta.
Lasciata a bordo la giovane Thargela, la cavalcata si mosse il
giorno dopo alle 7 precise, al segnale dato da Thompson. Si pot
rilevare che le assenze erano numerose.
Mancava la giovane coppia. Mancava il pauroso J ohnson, il quale
continuava a tenersi lontano dai terremoti.
Non ne ha affatto bisogno per oscillare sulla sua base! si
permise di far rilevare Roger.
Mancavano anche gli Hamilton e Saunders. Mancavano, infine,
altri due o tre passeggeri, ai quali l'et impediva di fare una gita cos
lunga.
La colonna contava in tutto 54 turisti, comprendendovi don
Hygino da Veiga, i cui fratelli avevano preferito rimanere a bordo.
Grazie a don Hygino, Blockhead era fra i gitanti. Thompson lo
avrebbe impietosamente scartato, se il portoghese non avesse
interceduto per lui promettendo per il mattino anche la guarigione
dell'interessante malato. In seguito a tale assicurazione il droghiere
onorario era stato accettato, a condizione per di tenersi
costantemente a cento metri dietro l'ultima fila della colonna. Egli
procedeva solo, quindi, in compagnia del suo asino e del suo asinaio,
senza peraltro mostrarsi dispiaciuto dell'insolita situazione.
Blockhead era di quelli che sanno interessarsi a tutto e che vedono
sempre il lato buono delle cose. Felice temperamento, agli antipodi
di quello del bisbetico Hamilton.
Usciti dalla citt da oriente, alle 8 i turisti giunsero in campagna.
Allora parve loro di essere nei dintorni di Horta: gli stessi campi di
cereali e di legumi e, nel fondo, alberi della stessa specie si
innalzavano in macchie verdeggianti. Tuttavia, si rilev presto
un'essenziale differenza tra Faial e So Miguel, in favore della
seconda isola. Qui non pi spazi aridi ma, al contrario, non c'era un
pollice di terra coltivabile che non fosse coltivato. Non pi boschi
cedui rinsecchiti sulle cime che la sinuosit delle valli lasciava
scorgere, ma superbi abeti d'alto fusto, ammirevole risultato degli
sforzi incessanti dell'amministrazione locale, la quale, da
cinquant'anni, rimboscava senza stancarsi per migliaia e migliaia di
piedi.
Un po' prima di mezzogiorno la carovana sbocc sul margine di
un'ampia valle.
La Val das Furnas disse la guida di testa.
Circondata da monti aridi, la Valle delle Fornaci mostrava quasi
alla perfezione la forma di un cerchio di circa 3 chilometri di raggio.
Verso sud-est, la linea dei monti si abbassava per lasciar scorrere un
ruscelletto che, attraverso una stretta gola, penetrava nella valle.
I turisti risalirono quel ruscelletto il Ribeira-Quente, e cio il
Ruscello Caldo dalle rive consacrate alla coltura di primizie, fino
alle sorgenti termali poste al di l di un villaggio, del quale, a 2
chilometri di distanza, si scorgevano i tetti dorati dal sole.
Quell'angolo di paese appariva strano. Da ogni parte si vedevano
sorgenti calde e fredde, tutte contenenti una notevole quantit di sali
minerali. Alcune, ridotte a un impercettibile filo d'acqua, sono state
chiamate dagli indigeni con il nome di Olhas, e cio occhi. Altre
erano pi importanti. Una di queste ultime sgorgava in un bacino a
forma di vasca. Con fracasso, essa lanciava a circa un metro di
altezza una colonna d'acqua bollente, la cui temperatura raggiungeva
i 105 gradi centigradi. Intorno a essa l'atmosfera era oscurata da
spessi vapori solforosi che si depositavano sul suolo, ricoprendo fili
d'erba, piante e fiori di una vera e propria crosta pietrosa.
Su invito insistente di Thompson, Blockhead dovette affrontare
quei vapori. In realt, tale era la cura immaginata da don Hygino, il
quale si limitava, tutto sommato, ad applicare un rimedio popolare a
So Miguel, che l'istinto degli animali afflitti dai parassiti aveva da
molto tempo suggerito all'umana ragione.
Il rimedio era certamente energico. A breve distanza dalla
sorgente, era gi tanto se si riusciva a sopportarne il calore.
Blockhead ci nonostante non esit e scomparve coraggiosamente
dietro la cortina di vapori soffocanti. In fondo, non era affatto
dispiaciuto di provare quel rimedio poco comune.
Quando usc da quella stufa forse non era guarito, ma se non altro
era indubbiamente cotto. Congestionato, con il sudore che dal viso
colava al suolo come un rigagnolo, riapparve in uno stato pietoso.
Il suo supplizio non era per finito. In seguito a indicazione di don
Hygino, i turisti si raccolsero intorno a un'altra sorgente, a una
dozzina di metri dalla prima. Quest'altra sorgente, che aveva ricevuto
il nome di Fedro Botelho, bolliva in fondo a una specie di caverna,
che gli indigeni credevano fermamente essere una bocca dell'inferno.
Il fatto che in fondo a quella caverna l'acqua invisibile sibilava in
modo spaventoso, lasciando traboccare un'enorme quantit di fango
viscido, sul quale don Hygino faceva assegnamento per completare
la guarigione dell'ammalato.
Per suo ordine, dopo essersi spogliato, Blockhead venne immerso
ripetute volte in quella fanghiglia, la cui temperatura raggiungeva
almeno i 45 gradi centigradi. Il disgraziato Blockhead non ne poteva
proprio pi, e presto cominci a cacciare veri e propri urli, coperti
dai fragorosi scoppi di risa dei suoi poco caritatevoli compagni.
Ma a quelle grida e a quelle risate rispose uno spaventoso
brontolio. Dalla caverna si sprigion un fumo spesso, solcato da
minacciose lingue di fuoco, mentre un getto d'acqua si sollev in aria
per ricadere in pioggia scottante sugli audaci visitatori.
Tutti scapparono via, terrorizzati. Per dare loro coraggio si rese
necessaria l'assicurazione da parte delle guide che quel fenomeno si
ripeteva spesso, con enorme fracasso, senza che fosse stato mai
possibile darne un'accettabile spiegazione.
Blockhead aveva intanto approfittato del panico generale per
abbandonare il suo bagno di fango e ora si rotolava nel Ribeira-
Quente, le cui acque, anche se pi che tiepide, gli sembravano
deliziosamente fredde.
Il rimedio indicato da don Hygino aveva effettivamente le
propriet curative attribuitegli dagli indigeni? Oppure Absyrthus
Blockhead aveva avuto una malattia immaginaria? La faccenda non
sar mai risolta. certo, comunque, che il droghiere onorario venne
considerato guarito a partire da quel momento e pot partecipare
nuovamente alla vita comune.
Dopo la colazione fornita con grandi difficolt dal villaggio
colazione che, pure assomigliando moltissimo al pasto campestre di
Faial, fu nondimeno un po' meno fantasiosa verso le 2 la colonna
si ricompose. Stava gi per mettersi in marcia allorch una seconda
carovana sbocc a sua volta nel villaggio.
Molto meno numerosa della prima, era costituita
complessivamente da 8 persone. Ma quali persone! Ne facevano
parte Saunders e i tre Hamilton, accompagnati dalle loro quattro
guide, partiti al minuto previsto dal regolamento, e cio con sei quarti
d'ora di ritardo, che essi avevano accuratamente mantenuto.
Hamilton e Saunders discesero con sussiego dalle loro cavalcature
e andarono verso Thompson che fischiettava con indifferenza.
Possiamo sperare, signore disse Saunders di trovare qui
da mangiare?
A dire il vero, signore, non lo so rispose Thompson, con
incantevole disinvoltura. Se volete rivolgervi a quel bravo
albergatore che dinanzi alla sua porta, forse potr soddisfarvi se
questi signori e queste signore hanno lasciato nel paese qualcosa da
mettere sotto i denti.
Thompson si liberava da uno stato di soggezione. Raddrizzava il
capo, scoteva il giogo. Hamilton fu stranamente sorpreso da quelle
velleit di indipendenza. Che sguardo gli lanci! Saunders sper con
maligna volutt che, in mancanza di un cibo possibile, il terribile
baronetto avesse soddisfatto la sua fame a spese dell'audace
amministratore.
Ma quest'ultimo gli aveva voltato le spalle con noncuranza e
aveva dato ai suoi fedeli il segnale della partenza.
Nel lasciare la Valle delle Fornaci la carovana costeggi per
qualche tempo il lago dello stesso nome, il quale colmava una
depressione ovale che nel passato era stata un cratere. In seguito, fu
necessario risalire un sentiero a zig-zag che port i turisti fino al
piano superiore. L'ascensione risult molto faticosa, anche se presto
le zampe degli animali calpestarono, con un rumore di biancheria
sgualcita, un terreno friabile e secco composto unicamente da una
specie di cenere grigia che si sbriciolava crepitando sotto i loro
zoccoli.
La Lagoa secca annunci la guida di testa.
La Laguna secca tradusse Robert. Siamo qui sull'area di
un antico cratere nel quale un lago, di 200 ettari di superficie e della
profondit di 30 metri, un tempo aveva preso il suo posto. Il lago
scomparve a sua volta e il cratere venne colmato dall'eruzione del
1563, la quale sconvolse questa parte dell'isola. Fu nel corso di
quella eruzione che un'intera montagna, il Monte Volcao, si inabiss
nelle profondit della terra. Al suo posto si estende oggi il Lago do
Fogo, e cio il Lago del Fuoco, che presto vedremo.
Lo si vide, infatti. Se ne videro anche molti altri. Se ne videro
troppi. Erano crateri trasformati in laghi; alcuni raggiungevano i 100
o i 200 metri di profondit; altri non superavano i 2 o i 3 metri. A
lungo andare ci diventava monotono.
Era buio fitto quando, lungo ripidi sentieri, si discese sulla citt di
Ribeira Grande. I turisti, stanchissimi, ebbero appena il tempo di
cenare in un misero albergo nel quale le cavalcature di ricambio li
aspettavano per la gita del giorno seguente. Subito dopo reclamarono
il loro letto. Ma non era certo a Ribeira Grande che un solo albergo
potesse ospitare tanta gente. Fu necessario separarsi: risult perci
un'ottima cosa il fatto che la sistemazione, questa volta, fosse stata
predisposta in anticipo.
Appuntamento alle 7 precise per la partenza aveva detto
Thompson.
Ahim! quanti assenti a quell'appuntamento! Si rese necessario
fare l'appello. Thompson da una parte e Robert dall'altra corsero
attraverso la citt alla ricerca degli assenti. Fatica sprecata, il pi
delle volte. Tutti si dichiararono paralizzati e si lagnarono
amaramente del fatto che squadroni di cimici bellicose avessero
impedito loro di dormire a causa delle loro cariche irresistibili. Fu gi
tanto se Thompson e il suo luogotenente riuscirono a riunire un terzo
dei viaggiatori: 22 turisti! ecco che cosa restava dell'imponente
carovana! Per non dire che la maggior parte di quelle 22 persone
aveva un aspetto da fare piet.
Tra quelle persone coraggiose appariva ovviamente la famiglia
Lindsay. Una tappa di 40 chilometri non era tale da abbattere quei
viaggiatori agguerriti. E la stessa cosa si dica di Roger de Sorgues,
fedele cavalier servente della sempre allegra Dolly.
E non mancavano neppure Blockhead e la sua famiglia. Poteva
forse venire meno 0 droghiere all'occasione di manifestare tutta la
sua pi sincera ammirazione? Di buona o di cattiva voglia aveva
condotto moglie e figlie, le quali avanzavano con passo incerto,
tirandosi dietro Tigg.
Saunders e il trio Hamilton, regolarmente giunti il giorno prima a
Ribeira Grande con un'ora e mezzo di ritardo, si sarebbero ben
guardati dal venire meno a un solo articolo del programma. Morti o
vivi, avrebbero compiuto la gita. Fedeli ai loro immutabili principi
non sarebbero partiti che all'ora stabilita.
Il programma annunciava la partenza per le 8 e soltanto alle 8,
quindi, essi presero possesso delle nuove cavalcature e lo scherzo del
giorno precedente sarebbe certamente ricominciato se non avessero
avuto dalla loro parte l'infingardaggine dei compagni.
Da reggimento diventata battaglione, da battaglione compagnia,
da compagnia semplice squadra, la colonna dei turisti si lasci
rapidamente dietro le ultime case di Ribeira Grande. Giunti tardi e
partiti di buon'ora, gli intrepidi viaggiatori non dovevano conoscere
nulla di questa piccola citt la cui popolazione supera i 13.000
abitanti. Lo avrebbero rimpianto? Affatto; oltre alle sue sorgenti,
inferiori notevolmente a quelle della Val das Furnas, questo
villaggio, sporco e mal costruito, non aveva nulla di interessante.
Per una mezz'ora il cammino si svolse in un ambiente molto piatto
cosparso di numerosi coni vulcanici. Ma presto il suolo si innalz: si
penetrava nuovamente nella regione montagnosa. La campagna
conservava le sue caratteristiche di lussureggiante ubertosit. Ogni
cosa parlava del paziente lavoro umano. Non c'era collinetta che non
fosse stata ricoperta di alberi, n pezzetto di terra coltivabile che non
fosse stato coltivato.
In quel distretto occidentale la popolazione sembrava pi fitta. A
ogni istante s'incontravano coppie di contadini. L'uomo precedeva
con maest la moglie, la quale trottava umilmente dietro di lui.
Timide, dimesse, nascoste nell'ampio mantello dal cappuccio meno
grande ma pi chiuso di quello di Faial, le donne passavano come
fantasmi, senza che fosse possibile vedere il loro volto. A mano a
mano che ci si allontanava dai centri popolosi, i cappucci si
chiudevano maggiormente. Quando, verso le 10, attraversarono un
villaggio, i turisti videro con stupore che le donne, al loro
avvicinarsi, si voltavano con pudore verso il muro.
Devono essere molto brutte! disse Dolly, trovando a quelle
esagerazioni di pudore una ragione prettamente femminile.
All'uscita di quel villaggio la strada si fece sentiero, mentre la
salita si accentuava notevolmente. In alto, a 400 metri da loro, i
turisti distinsero allora la cima della montagna, il fianco della quale
celava loro l'orizzonte. Giunti a mezza costa, dopo la faticosa salita,
tutti implorarono un po' di riposo: avevano gi percorso 20
chilometri; portatori e portati non ne potevano pi.
Un quarto d'ora dopo la carovana stava per rimettersi in marcia,
allorch dalla cima della montagna giunse un rumore indistinto. Nel
contempo, una nuvola di polvere si formava e si spostava
rapidamente, mostrando di seguire i meandri del sentiero.
L'impiegabile rumore cresceva continuamente. Ne sfuggivano
suoni strani. Muggiti? Urli? Latrati? Anche le guide parvero inquiete.
Dopo avere spinto le cavalcature al riparo di una casupola
abbandonata che era nelle vicinanze, tutti furono presto al sicuro.
Soltanto a Blockhead manc il tempo: la groppa del suo asino
sporgeva ancora dall'angolo della casa quando l'uragano di polvere
giunse come un fulmine. Ci bast. In un istante lo sfortunato
droghiere venne sollevato e portato via.
I suoi compagni cacciarono un grido di terrore.
Ma la tromba era gi passata portando altrove il suo furore
distruttore; Blockhead si rialz, starnutendo, ma senza ferite a quel
che pareva.
A tutti coloro che erano corsi verso di lui egli non parve per nulla
emozionato; sul suo viso sereno si leggeva soltanto un vero stupore.
E mentre il suo sguardo seguiva stupito la nube di polvere che si
allontanava lungo la china, un'esclamazione imprevista sfugg dalle
labbra del viaggiatore malmenato.
Che maiali! disse Blockhead, con accento di viva
ammirazione!
Ci che gli era allora capitato era certamente spiacevole. I suoi
compagni ritennero tuttavia l'espressione un po' forte. Diamine!
bisogna sapersi dominare! Le dame si volsero dall'altra parte,
soffocando le risa.
Dopo opportuna spiegazione fu necessario giustificare Blockhead.
Erano proprio maiali, veri maiali quelli di cui aveva subito l'assalto.
Riguardo all'origine di quella paura, riguardo alla causa che aveva
trasformato in irresistibile catapulta un certo numero di animali
solitamente inoffensivi, neppure le guide ci capirono nulla.
Era mezzogiorno quando i turisti raggiunsero la vetta. Come in
cima alla caldaia di Faial, la bellezza dello spettacolo li ferm di
colpo.
Superando ci che la fantasia pu concepire, il suolo dinanzi a
loro si scavava a forma di catino immenso, profondo 400 metri,
disegnando un ovale stupendamente regolare di 28 chilometri di
circonferenza. Oltre la stretta cima, la discesa seguiva
immediatamente alla salita. I declivi, ornati di magnifica
vegetazione, conducevano dolcemente sino al fondo di quella
paradossale depressione, in mezzo alla quale un delizioso villaggio si
inebriava al sole, bagnato da due laghi dalle acque pi azzurre del
cielo.
Al di l dell'abisso, l'occhio percorreva liberamente tutta l'isola.
Verso nord, era un caos di scarpate cosparse di boschetti di aranceti;
pi lontano, si vedevano campi e case; verso est, un oceano di cime,
e la campagna, ora verdeggiante ora solcata da neri e selvaggi
burroni; oltre le rive di So Miguel si distinguevano, chiazze dello
specchio immenso del mare, i vaghi contorni di Terceira a nord-ovest
e di Santa Maria a sud-est.
Poich l'ora non consentiva lunghe soste, ci si diresse in fretta
verso il villaggio; ma a mano a mano che ci si avvicinava ad esso,
l'incanto insensibilmente svaniva. Scomparve del tutto non appena si
raggiunsero le sue prime case: sporche, fangose e miserabili n pi
n meno delle altre; quel villaggio appariva nobilitato da lontano
nella gloria ingannevole del sole.
Le Sette Citt aveva detto Robert.
Qual nome altisonante per un tale agglomerato di catapecchie!
Purch si trovi da fare colazione! borbott Roger fra i denti.
Le limitate risorse del villaggio bastarono tuttavia agli esigui
turisti. Un'ora e mezzo dopo, ristorati alla meglio, tutti poterono
riprendere la via del ritorno. Di visitare i burroni e i numerosi
precipizi della valle del cratere non se ne parl neppure, n si parl di
andare ad ammirare le pittoresche cascate che esso accoglie:
mancava il tempo necessario.
E molto inglese questo modo di viaggiare fece rilevare
allegramente Roger al suo compatriota. Vedere qualcosa? A che
serve dal momento che ciascuno manda gi la propria razione di
chilometri?
Undici miglia circa separavano ora il villaggio da Ponta Delgada;
partiti verso le 3 del pomeriggio, i viaggiatori avrebbero potuto
percorrere agevolmente quella distanza e giungere a destinazione
prima del tramonto.
Penetrati nella valle da nord, ne risalivano ora la china
meridionale, non senza lanciare ogni tanto uno sguardo di
rincrescimento verso il villaggio, la cui grazia rinasceva a mano a
mano che se ne allontanavano.
Nel corso di quella prima parte del cammino non venne scambiata
parola. Chini sul collo del proprio mulo, attaccati alla propria sella,
tutti tacevano assorti nella faticosa risalita del sentiero pietroso.
Quale sospiro di consolazione essi non emisero, allorch, raggiunta
la cresta, ricevettero sul viso la brezza del mare, i cui flutti brillavano
come specchi 600 metri pi in basso! Le lingue allora si sciolsero: e
di che cosa si sarebbe parlato se non dello spettacolo che era apparso
ai loro occhi?
Potreste dirci, professore chiese Thompson a Robert
quale sia l'origine dell'abisso che abbiamo attraversato e da dove
provenga il suo nome?
Beh, l'origine sempre la stessa rispose Robert. Si tratta
di vulcani estinti, dei quali la pioggia ha pi o meno colmato il
cratere. Quello pi ampio degli altri, ecco tutto. Riguardo al suo
nome, probabile che si tratti di un ricordo delle sette citt fondate
nell'isola fantastica di Antilia dai sette leggendari vescovi che si
esiliarono dal Portogallo al tempo dell'invasione dei mori. Secondo
una credenza popolare le citt fondate da questi vescovi sarebbero
state inghiottite dal mare, insieme con la favolosa isola che le
ospitava. Il popolo ha voluto indubbiamente perpetuare la leggenda
dando quel nome al cratere, che venne originato da un abbassamento
del suolo nel corso dell'eruzione del 1445.
Cos vicino nel tempo! esclam Thompson, con una specie
di timore che faceva pensare a quello manifestato da J ohnson.
Immagino, se non altro, che tali fenomeni siano cessati da molto
tempo
S e no disse Robert. Altre eruzioni violentissime sono
avvenute nel 1522 e nel 1652. Per di pi, l'isola di So Miguel e in
particolare la sua parte occidentale, nella quale ci troviamo, sono
maggiormente esposte alle scosse vulcaniche. L'ultimo serio allarme
del 1811; abbastanza recente come si vede.
Esattamente novantanove anni fa! esclam Thompson, ora
realmente preoccupato dopo un breve silenzio dedicato al rapido
calcolo.
Non di pi rispose filosoficamente Robert. Ma Thompson
voleva essere tranquillizzato.
Pensate, professore chiese che catastrofi del genere
possano verificarsi nuovamente?
A dire il vero, non saprei proprio cosa dire rispose Robert,
sorridendo. certo che alle Azzorre, come altrove, l'attivit
vulcanica mostra grande tendenza a decrescere. Tuttavia
Robert non ebbe il tempo di completare la frase. Come se il
terreno fosse improvvisamente mancato sotto i loro piedi, uomini e
animali vennero rovesciati al suolo, in un mucchio confuso. Nessuno
per fortuna si era fatto male. In un istante tutti furono nuovamente in
piedi.
Ecco la risposta disse Robert a Thompson.
Ma di colpo una guida lanci un grido terribile, indicando la parte
alta della montagna e poi scapp a gambe levate verso la valle, in
preda allo sgomento.
Uno spaventoso pericolo minacciava i turisti. A meno di 100
metri al disopra di loro il suolo era martoriato da terrificanti
convulsioni. Tra brontolii e ruggiti simili a quelli provenienti da
cento serragli di bestie feroci si sollevava come il mare, accavallando
le sue pesanti onde di sabbia che gi celavano il sole dietro un'opaca
nube di polvere.
I disgraziati viaggiatori si trovavano in quel momento fra due
enormi rupi, le cui pareti a picco formavano una specie di corridoio
largo circa 500 metri e di lunghezza quasi uguale. Seguendo le loro
guide, essi si precipitarono verso la rupe di destra, al riparo di un'ala
enorme la cui sporgenza avrebbe potuto forse salvarli.
Era tempo.
Con orribile schianto, la terra frantumata prese lo slancio e
precipit sulla china. Un pezzo di montagna crollava. Lentamente
all'inizio, la velocit della valanga aument di secondo in secondo
sino a diventare vertiginosa. Il fracasso si fece assordante.
Con il cuore stretto, bocche chiuse e mani congiunte, i turisti
guardavano atterriti.
La meteora pass.
Al primo urto la rupe protettrice venne portata via, divenendo uno
dei proiettili con i quali la montagna bombardava la valle. Ormai non
esisteva pi alcuna protezione per i viaggiatori mentre lo scatenato
gregge di rocce rotolava tempestosamente a pochi pollici dai loro
corpi indifesi.
Venti secondi dopo tutto era finito. La natura aveva ritrovato da
tempo la calma senza che gli spettatori, spaventati dal cataclisma,
avessero rotto con un gesto la loro traumatica immobilit. Sembrava
che la vita avesse abbandonato sia quelli che si erano distesi ai piedi
della formidabile muraglia di rocce, sia quelli che, in piedi, con le
braccia conserte e la schiena appoggiata contro di essa, facevano uno
sforzo sovrumano per contrarre lo spessore del loro corpo.
La prima a riprendere possesso della realt fu Alice Lindsay. Di
colpo, si rese conto di essere rannicchiata in un anfratto della roccia.
Come vi era venuta? Chi l'aveva portata l? Suo cognato? O non era
stato forse Robert, il quale, senza saperlo, continuava ancora a
proteggerla riparandola con il suo corpo?
E gi la seconda volta, se contiamo il tumulto di Terceira, che
vi debbo essere riconoscente gli disse, liberandosi.
Robert non fece mostra di avere capito.
In verit, signora, non ho fatto nulla che altri non avrebbero
fatto, se il caso li avesse posti presso di voi, nelle circostanze in cui
ha posto me.
Le parole di Alice avevano rotto l'incantesimo che paralizzava i
suoi compagni. Tutti si scossero e a poco a poco i cuori ripresero a
battere regolarmente.
Per fare ritorno a Ponta Delgada non era pi il caso di cercare il
sentiero. Pareggiata dall'assalto furioso di terra e di rocce, la
montagna ormai si abbassava in pendio regolare disseminato da
un'infinit di massi fermatisi nel corso della loro caduta. Fatto ancora
pi grave: la maggior parte delle cavalcature era perita. Quelle
rimaste furono date alle donne.
Prima della partenza, cinque o sei guide, gridando tutti insieme,
avevano chiamato i compagni scomparsi. I loro richiami erano stati
inutili. Nella pazzesca fuga verso la valle i disgraziati indubbiamente
erano stati raggiunti dalla valanga, e ora dormivano l'ultimo sonno
sotto 20 metri di terra.
Ci si rimise in cammino senza perdere altro tempo. Occorreva fare
presto: ci che era accaduto avrebbe potuto ripetersi. La marcia per
non poteva essere che lenta sul terreno sconquassato e non fu
possibile raggiungere la via prima che sopraggiungesse la notte.
Dieci chilometri separavano ancora i turisti da Ponta Delgada. La
distanza venne percorsa in due ore; venti minuti prima delle 9 tutti
risalivano a bordo del Seamew stanchi morti, ma sani e salvi.
I loro compagni, tornati da Ribeira Grande seguendo la strada, vi
si trovavano gi da molto tempo; quando seppero degli incidenti
della giornata furono molto lieti della loro pigrizia.
Uno solo per trionf: J ohnson, la cui decisione di rimanere sulla
nave, dopo tutto, non apparve affatto stupida.
Sembra, dunque, che per poco non ci lasciavate la pelle
disse a Robert, senza alcun ritegno.
Proprio cos.
Ci sarebbe capitato anche a me se avessi fatto la sciocchezza
di seguirvi riprese J ohnson.
E probabile rispose Robert. Vogliate tuttavia notare che
siamo tornati tutti in porto, felicemente.
Tranne una guida, a ci che ho sentito dire rispose J ohnson,
con indifferenza. Agli altri toccher un'altra volta! Ma ditemi, se
non vi dispiace, dopo So Miguel visiteremo Madeira, non vero?
S, Madeira rispose Robert, senza sapere a che cosa quel
tipo mirasse.
Anche a Madeira ci sono i terremoti?
Non credo disse Robert.
Bene disse J ohnson diciamo allora che in quell'isola
deliziosa non ci sia assolutamente nulla da temere.
Mio Dio, non saprei rispose Robert. Tranne forse le
inondazioni
Inondazioni? lo interruppe J ohnson. Avete detto
inondazioni? Ne capitano, dunque?
A volte.
Benissimo concluse J ohnson con freddezza. Allora
prendete nota aggiunse, scandendo le parole che non metter
piede nella vostra dannata isola di Madeira!
E l'incorreggibile infingardo raggiunse la sala del bar, ove richiese
senza perdere tempo un aperitivo corroborante.
Mentre J ohnson trionfava, una spiacevole sorpresa opprimeva
Thompson.
Era giunto da poco a bordo quando una grande imbarcazione
accost il Seamew. In un attimo il ponte fu invaso da una ventina di
poliziotti guidati da un alto ufficiale.
Signore disse asciuttamente l'ufficiale in un passabile
inglese l'avviso a vapore Camoens giunto poco fa nel nostro
porto. Ci stato fatto il resoconto di fatti inqualificabili accaduti
nella rada di Angra. Non intendo trattare faccende che concernono la
nostra diplomazia; un punto per mi riguarda, ed la scoperta del
ladro. Poich il vostro comportamento ci autorizza a pensare che voi
gli diate asilo, vorrete considerarvi consegnato nel porto di Ponta
Delgada. Proibizione assoluta ai vostri passeggeri e a voi stesso di
lasciare la nave e di comunicare con la terraferma prima che abbia
luogo la perquisizione del bastimento.
Il discorso era stato fatto con un tono che non ammetteva replica.
L'inglese pu essere arrogante, a volte, ma l'occasione non era affatto
adatta. Thompson si fece piccolo piccolo.
Quando avr luogo la perquisizione? chiese.
Domani gli fu risposto.
Per quanto tempo la nave sar trattenuta?
Lo ignoro concluse l'ufficiale di polizia. Certamente per
tutto il tempo che sar necessario, ritengo; bisogna che il colpevole
sia scoperto e imprigionato. Servo vostro, signori.
Detto ci, l'ufficiale tocc lievemente la visiera del proprio
berretto e raggiunse la sua imbarcazione, lasciando Thompson nella
disperazione.

CAPITOLO XI
NOZZE A SO MIGUEL
LA MATTINA del 23 maggio il risveglio fu malinconico a bordo del
Seamew. Si sarebbe dovuto partire sin dal giorno precedente, anzi
due giorni prima, tenuto conto del giorno di ritardo subito prima di
mettere piede a Faial.
Nessuno aveva pensato a tale conseguenza, sebbene logica, degli
avvenimenti di Terceira. Quando il Seamew aveva lasciato la rada di
Angra, nessun'altra nave a vapore vi si era ormeggiata; come
prevedere che il Camoens sarebbe riuscito a raggiungere in tempo
utile i fuggiaschi a So Miguel?
Pochi passeggeri avevano accolto con animo tranquillo il nuovo
incidente di viaggio. La maggior parte non si faceva scrupolo di
manifestare il proprio cattivo umore e, ingiustamente, attribuiva a
Thompson la responsabilit dell'inconveniente di cui egli era,
comunque, la prima vittima. Era stato proprio necessario sfidare
apertamente le autorit di Terceira? Se avesse agito con maggiore
circospezione la faccenda avrebbe assunto senza dubbio un'altra
svolta.
Peggio! Se si risaliva alle origini, l'errore dell'agenzia appariva
evidente. Se, contrariamente a ci che stabiliva il programma, non si
fosse giunti a Faial il 18 invece del 17, si sarebbe lasciata Terceira la
sera del 20 maggio e i passeggeri del Seamew non sarebbero stati
coinvolti in alcun modo in quell'assurda storia di ladri, di cui non si
riusciva a prevedere la soluzione.
Gli irriducibili Saunders e Hamilton si mostravano si sarebbe
stati sorpresi del contrario i pi accesi a recriminare sulla
faccenda. Nessuna circostanza avrebbe potuto essere pi propizia alle
manifestazioni della loro rabbiosa puntualit. Ad alta voce essi si
accaloravano in un gruppo di persone consenzienti, tra le quali in
prima fila, fumando la pipa, c'era Van Piperboom, di Rotterdam.
L'olandese aveva compreso in quale spiacevole situazione si
trovava con i suoi compagni? Egli non era comunque avaro di segni
di approvazione nellascoltare, senza peraltro comprendere una sola
parola, le frasi dei capi dell'opposizione.
Anche don Hygino si faceva notare fra i pi accesi. Adirato,
pronunciava parole violente. Pur essendo portoghese, minacciava il
proprio Paese delle rappresaglie del Governo di Sua Maest
Britannica. Che necessit aveva di allontanarsi, dunque, il signore
portoghese? Che importanza poteva avere il ritardo per un uomo che,
a sentire lui, non sapeva come impiegare il proprio tempo?
Quando passava accanto al gruppo ostile, di cui Saunders si era
costituito scontroso Tirteo,
18
Thompson inarcava umilmente la
schiena. Nel suo intimo comprendeva il cattivo umore dei passeggeri.
Proporre alla gente un piacevole viaggio di circa un mese, far loro
pagare a questo scopo una somma rispettabile per poi tenerli bloccati
nel porto di Ponta Delgada c'era di che esasperare i pi pazienti.
Ancora un po' e anche quelli che fino allora gli erano rimasti fedeli lo
avrebbero abbandonato: lo vedeva, lo sentiva. Senza prorompere in
violente recriminazioni, come Saunders, Hamilton e i loro seguaci,
alcuni, come il pastore Cooley, avevano gi insinuato che, se le cose
non si fossero sistemate presto, avrebbero rinunciato al resto del
viaggio per fare ritorno in Inghilterra con il vapore che passa ogni
mese da So Miguel. Era quello un grave sintomo.
A fronte di tale imponente opposizione, quali fedeli partigiani
restavano a Thompson? Soltanto la famiglia Blockhead, che imitava
servilmente l'ottimismo del proprio capo. Il buon droghiere sfoggiava
sempre un viso allegro e dichiarava a chi gli voleva prestare ascolto
che non era affatto scontento di trovarsi coinvolto in complicazioni
diplomatiche.
I Lindsay e Roger erano neutrali: n avversari n partigiani
dell'Amministrazione. Semplicemente indifferenti. Si preoccupavano

18
Poeta greco che personifica la tradizione guerriera dei Dori. Gli Spartani
marciarono in guerra contro i Messeni cantando i versi di Tirteo che li animavano
alla vittoria. (N.d.T.)
assai poco degli incidenti che mettevano in agitazione i loro
compagni. A Ponta Delgada, come altrove, Alice e Dolly avevano il
piacere della loro reciproca presenza e potevano trarre svago dalla
briosa e piacevole loquacit dell'ufficiale francese.
Favorito dalle facilit offerte dalla vita di bordo, quest'ultimo
aveva agevolmente occupato il posto abbandonato dall'uggioso e
taciturno J ack. Poco dopo la partenza le due sorelle e lui gi non si
lasciavano quasi pi e la loro intimit non mancava di far
chiacchierare le buone lingue dei loro compagni. Ma che cosa ci
importava alle libere americane? E anche Roger non sembrava
preoccuparsi delle dicerie. Senza farne mistero, egli rendeva
partecipi i suoi compagni del prezioso tesoro della sua gaiezza. Tra
Dolly e lui era un continuo scoppio di risa. Anche in quel preciso
momento il nuovo incidente forniva il pretesto a innumeri battute di
spirito. Roger non faceva che rallegrarsi di un viaggio cos bene
organizzato.
Anche Robert a poco a poco partecipava all'intimit dei tre
passeggeri. Per quanto mantenesse un prudente riserbo, sarebbe stata
scortesia resistere troppo rigorosamente agli approcci del compatriota
e della signora Lindsay, la cui curiosit a suo riguardo era
continuamente viva. Egli si faceva dunque meno scontroso; parlava.
A mano a mano che si faceva conoscere, l'umile interprete
giustificava il lusinghiero favore dei passeggeri che lo accoglievano
nella loro compagnia. Pur rimanendo saggiamente al suo posto, egli
si toglieva in parte accanto a loro la livrea che aveva preso a prestito
e tornava se stesso, abbandonandosi talvolta a conversazioni nelle
quali rivelava un fascino pieno di attrattiva. Nel momento della frana
delle Sette Citt era stato soltanto il caso a fargli ottenere i
ringraziamenti di Alice Lindsay. Caso comunque stranamente
favorito dalle sue nuove abitudini, che moltiplicavano gli incontri tra
le due sorelle e lui.
Ma pur contando gli indifferenti nel numero dei suoi partigiani,
Thompson era costretto a riconoscere che il suo esercito era poco
numeroso e si torturava il cervello nella ricerca dei mezzi che
mettessero fine alla penosa situazione. Il primo era evidentemente il
ricorso al console britannico. Purtroppo, la proibizione di mettere
piede a terra lo rendeva impossibile. Thompson tent inutilmente un
passo presso il tenente che comandava le forze di polizia a bordo del
Seamew. Bisognava attendere la perquisizione: fino ad allora non ci
sarebbe stato nulla da fare.
Il capitano Pip aveva assistito da lontano al colloquio che aveva
avuto quella conclusione. Pur senza udire nulla, aveva indovinato le
parole scambiate dai due interlocutori e ora, per la collera, si
torturava la punta del naso, mentre le sue pupille divergevano in un
terrificante strabismo. Constatare che il suo armatore era ridotto a
dover umilmente sollecitare la buona volont di un poliziotto
portoghese superava la comprensione del bravo capitano. Se
Thompson lo avesse consultato, senza dubbio l'onesto marinaio gli
avrebbe suggerito qualche colpo di testa come quello, ad esempio, di
uscire con fierezza in pieno giorno, con la bandiera al vento, sotto i
cannoni dei forti.
Ma Thompson non pensava affatto a ricorrere ai suggerimenti del
suo capitano. Interamente portato alla conciliazione, cercava di
prendere tempo soddisfacendo tutti. Compito difficile, per non dire
impossibile.
La povera Thargela era fra le meno pazienti. Senza quei
disgraziati incidenti, tra un paio di giorni sarebbe diventata la moglie
di J oachimo. Ardeva dalla voglia di andare a parlare con l'ufficiale, il
quale forse sarebbe stato meno inflessibile con lei. Non esit pi nel
fare quell'audace tentativo non appena vide J oachimo, che era venuto
ad incontrarla, farle dal canotto gesti disperati.
Thargela si diresse risolutamente verso l'ufficiale di polizia e gli
espose la situazione in cui veniva a trovarsi a causa dell'ordine del
governatore. Vuoi perch la sua causa era giusta, vuoi invece per
l'eco che quella storia aveva avuto nell'isola, o semplicemente per i
begli occhi della ragazza che lo supplicava, il fatto che l'ufficiale si
lasci persuadere e mand a terra un emissario, il quale fece presto
ritorno con l'ordine di sbarco per Thargela a condizione che, messo
piede a terra, ella si sottoponesse a una visita minuziosa degli abiti e
della persona. Quella clausola dimostrava, se non fosse stato gi
compreso, la severit del blocco.
La giovane fu sollecita ad approfittare della sua libert e per prima
cosa and a ringraziare Thompson e Alice Lindsay, la quale si era
mostrata particolarmente favorevole alla sua causa. A tutti e due ella
rivolse i pi vivi ringraziamenti, invitandoli gentilmente a venire al
ballo di nozze con i loro compagni.
Thompson rispose a quell'invito con un pallido sorriso, mentre
Alice lo accettava con la sola limitazione dovuta alle circostanze.
Compiuto il dovere impostole dalla gratitudine, Thargela se ne
and con gioia.
Erano quasi le 4, allorch una grande imbarcazione condusse a
bordo tre persone; dal loro comportamento fu facile capire che erano
dei magistrati. Li accompagnavano due donne, le cui future mansioni
rimanevano incerte. Fra coloro che giungevano Thompson riconobbe
al primo colpo d'occhio il laconico corregidor con il quale, due
giorni prima, aveva avuto da fare. Fu quest'ultimo a prendere la
parola, adoperandone una sola, che Robert tradusse immediatamente.
Perquisizione disse, mettendo piede sul ponte.
Thompson fece un inchino in silenzio e attese. Prima di procedere
all'annunciata perquisizione, i visitatori si erano fermati per un
istante vicino al barcarizzo e avevano dato, tanto per cominciare,
un'occhiata investigatrice sull'insieme della nave.
Quando ritenne che quell'esame fosse durato abbastanza, il
corregidor invit Thompson a far salire i passeggeri sullo spardeck.
Poich ci era stato gi fatto, Thompson si limit a mostrare con il
gesto il cerchio di visi inquieti di cui erano circondati.
Signori disse il corregidor un furto il cui valore si aggira
intorno ai 10.000 contos de reis (6 milioni di franchi) stato
compiuto a Terceira. Un premio dell'uno per cento, e cio 100 contos
de reis (60.000 franchi) offerto a chi far scoprire il ladro. Ci vi
dice quale importanza abbia per il Governo questa faccenda che ha
sollevato l'indignazione della nostra pia popolazione. A motivo della
condotta sospetta dei vostri armatori e del vostro capitano a
questo punto, il capitano Pip scambi con Artimon uno sguardo di
commiserazione e sput sprezzantemente in mare sospettiamo
fortemente che il ladro sia nascosto fra di voi. E nel vostro interesse
dunque, se volete dissipare ogni malinteso, prestarvi docilmente alle
istruzioni che io ho l'incarico di trasmettervi, e che farei, se
necessario, eseguire con la forza.
Il corregidor fece una pausa: aveva pronunciato tutto d'un fiato
quel discorso, evidentemente gi preparato. Ora sarebbe tornato
all'abituale concisione.
I passeggeri sullo spardeck con gli ufficiali disse,
volgendosi verso Thompson. L'equipaggio sul castello di prua.
Tutti saranno sorvegliati dai miei uomini mentre noi procederemo
alla visita del bastimento.
In conformit all'ordine tradotto da Robert, tutti, compreso il
capitano che si masticava rabbiosamente i baffi, si raccolsero sullo
spardeck mentre gli uomini dell'equipaggio si raggruppavano sul
castello di prua. Un solo passeggero si separ dai compagni e si
cacci, senza che nessuno lo vedesse, nel corridoio centrale che
conduceva alle cabine. Quel passeggero era don Hygino.
Che cosa andava a fare nell'interno della nave? Perch
disobbediva agli ordini dell'autorit? Dopo tutto, poteva essere
andato a cercare i suoi fratelli, i quali, dopo il loro imbarco, erano
stati appena intravisti.
I passeggeri sono tutti qui? chiese il corregidor. Del
resto, meglio che facciate l'appello.
Thompson fece l'appello, ma giunto alle ultime righe chiam
inutilmente don Hygino, don J acopo e don Christopho da Veiga. Il
corregidor aggrott le sopracciglia.
Fate venire quei signori ordin.
Un domestico mandato alla loro ricerca torn presto indietro con i
tre fratelli. Visibilmente non erano a loro agio. Rossi, congestionati,
si sarebbe potuto giurare che avessero appena finito di discutere
animatamente.
Perch, signori, non eravate con i vostri compagni? chiese il
corregidor con severit.
Fu don Hygino, come al solito, che rispose a nome suo e dei
fratelli.
I miei fratelli e io, signore, ignoravamo la vostra presenza a
bordo disse pacatamente.
Uhm! fece il corregidor.
Robert non disse nulla. Avrebbe potuto giurare tuttavia che aveva
visto poco prima il nobile portoghese fra gli altri passeggeri.
Saggiamente, tenne per s quella osservazione.
Del resto, il corregidor non aveva terminato la sua inchiesta sui
fratelli da Veiga.
Siete portoghesi, ritengo, signori? chiese.
Precisamente rispose don Hygino.
a Londra che avete preso imbarco su questa nave?
No, signore: soltanto a Terceira rispose don Hygino.
Uhm! fece per la seconda volta il corregidor, lanciando a
don Hygino uno sguardo penetrante. Beninteso, non avete su
questa nave alcuna relazione personale.
Hamilton bolliva dentro di s nellascoltare quell'incredibile
interrogatorio. Era quello il modo di parlare a un gentiluomo? Non
riusc a trattenersi.
Scusate, signore disse questi signori non mancano di
relazioni qui, e non sarebbero affatto imbarazzati di trovare qualcuno
che risponda di loro.
Con chi ho l'onore di parlare? chiese l'accorto corregidor.
Hamilton si raddrizz in modo tale da rischiare una lombaggine.
Parlate con il baronetto George Hamilton disse con
arroganza. Il corregidor non parve per nulla stupito.
Benissimo, signore, benissimo! disse cavallerescamente.
Poi, dopo aver raccomandato a tutti i passeggeri di non
abbandonare lo spardeck per nessun motivo, scomparve attraverso
una cappa, mentre don Hygino scambiava con Hamilton una calorosa
stretta di mano.
La perquisizione era cominciata. Ora i furetti della polizia
avrebbero frugato ovunque: depositi, stiva, macchine, alloggi
dell'equipaggio, per finire con le cabine dei passeggeri. Nel corso di
quella meticolosa ispezione, condotta da un magistrato il cui aspetto
rivelava un notevole fiuto, nessun angolino, per quanto nascosto,
sarebbe certamente rimasto inesplorato.
I passeggeri dovettero attendere a lungo. Trascorsero due ore
prima che il corregidor tornasse sul ponte. Pochi minuti dopo le 6
riapparve. L'espressione accigliata del suo viso rivelava a sufficienza
che non aveva trovato nulla.
Sbrighiamoci, signori disse, mettendo piede sullo spardeck.
Noi ora procederemo all'ispezione del ponte e degli attrezzi. Nel
frattempo, le signore e i signori vorranno cortesemente permettere
l'ispezione delle loro persone.
Un movimento di rivolta corse fra i passeggeri. La scorta di
poliziotti restrinse il cerchio.
Benissimo! disse il corregidor. Siete liberi di decidere.
Io mi limiter a portare via i recalcitranti per metterli in carcere fino
a quando il governatore non avr deliberato in proposito. Guardie,
cominciate l'appello.
Ogni resistenza era impossibile. Uno dopo l'altro i passeggeri
scesero nella propria cabina in compagnia di un poliziotto. Fu allora
che trov spiegazione la presenza delle due donne condotte dal
corregidor.
Quest'ultimo terminava nel contempo di percorrere la nave. Il
cordame fu sollevato, alcuni uomini vennero mandati nelle gabbie e
fino alla cima degli alberi. Non fu trascurato nessun angolo; la
perquisizione venne condotta con metodo ammirevole.
Ma il migliore agente non pu trovare cosa alcuna dove non c'
nulla; era scritto che l'astuto corregidor se ne sarebbe tornato con le
pive nel sacco da quella caccia impossibile. Alle 7, tutto era stato
visto e rivisto inutilmente.
Siete liberi disse in tono pungente a Thompson, andando
verso il barcarizzo.
Possiamo scendere a terra, dunque?
Certamente.
E lasciare anche l'isola, senza dubbio? insinu Thompson.
Riguardo a ci rispose seccamente il corregidor dovrete
attendere che noi si riceva la risposta al rapporto che manderemo
immediatamente a Terceira.
E mentre Thompson rimaneva immobile, scontento, il corregidor
andava via, conducendo con s la scorta dei poliziotti, i visitatori e le
visitatrici. Soltanto dieci poliziotti, comandati da un tenente,
rimasero a bordo con l'incarico di sorvegliare la nave.
Durante la cena la conversazione fu vivace. Si era unanimi nel
giudicare con severit la condotta del Governo portoghese.
Trattenere il Seamew prima della perquisizione, passi; ma dopo!
Ci si stanca di tutto, comunque, sia della collera sia del rimanente.
Presto Alice, approfittando di una relativa calma, si arrischi a
comunicare ai compagni di viaggio l'invito della gentile Thargela.
Quell'invito fu accolto, da parte dei turisti irritati, meglio di quanto si
sarebbe potuto sperare. Costretti a restare a bordo per
un'interminabile giornata, essi accolsero con piacere la prospettiva di
una passeggiata notturna e di uno spettacolo insolito. Fu dunque
verso le 9 che, quasi al completo, essi entrarono nella sala in cui
Thargela celebrava con un ballo la sua unione con l'amato J oachimo.
Un centinaio di uomini e di donne ballavano a loro piacere, al suono
di una musica indiavolata.
Gli inglesi furono accolti da acclamazioni. Non erano loro, infatti,
i veri artefici della felicit dei due giovani? Senza la loro presenza, la
festa non sarebbe stata completa. Per tale motivo, furono molto
simpaticamente festeggiati.
Sospese per un istante, le danze ripresero subito; le quadriglie
fecero seguito alle polche, i valzer alle mazurche. Verso le 11 rison
un grido generale:
La landun! la landun!
Tutti fecero allora cerchio e Thargela e J oachimo si fecero un
dovere di soddisfare i loro amici, eseguendo quella danza nazionale
per la quale gli abitanti delle Azzorre di ogni classe sociale hanno
una vera passione.
La landun sorella gemella del bolero spagnolo. Identici
scalpiccii, identici rovesciamenti elastici, identiche movenze
provocanti e ribelli. Bisogna ritenere che Thargela esegu abilmente
quella difficile danza caratteristica, perch, quando tacquero le
nacchere, lunghi applausi salutarono la giovane coppia.
Verso mezzanotte, quando la festa era ancora al culmine e il vino
di Faial aveva portato al massimo l'allegria dei danzatori, i
passeggeri del Seamew si prepararono a partire.
Alice Lindsay, per, dopo essersi consultata con i compagni, mise
in esecuzione ci che le era venuto in mente: poich il caso li aveva
avvicinati al destino di quei giovani, perch non completare in uno
slancio del cuore ci che avevano cominciato? Thargela, che con
tanta ingenuit aveva chiesto la loro protezione l'aveva ottenuta;
doveva ora vivere. Con un giovane coraggioso come J oachimo la
nuova coppia aveva certamente ogni probabilit di riuscirvi
largamente. Ma una piccola somma di denaro, che i turisti non
avrebbero avuto difficolt a raccogliere fra di loro, avrebbe facilitato
ogni cosa. Sarebbe stata la dote di Thargela, e J oachimo, diventato il
suo sposo felice, avrebbe fatto nello stesso tempo un buon affare.
Avere sposato Thargela era una buona cosa; assicurarne l'avvenire
era ancora meglio.
Alice tese dunque la mano per la sua piccola protetta ed
doveroso dire che nessuno dei suoi compagni le lesin il proprio
obolo.
Blockhead, per il primo, si dissangu di 2 sterline (50 franchi), la
qualcosa appare equa per un droghiere onorario: Saunders,
Thompson e Tigg non ritennero di poter dare una somma inferiore.
J ohnson avrebbe dato qualcosa anche lui, senza dubbio, se, fedele
al suo giuramento, non fosse rimasto a bordo del Seamew.
Roger vers galantemente nelle mani della graziosa passeggera 5
luigi d'oro francesi.
Hamilton, il quale, nonostante il suo spiacevole carattere, aveva
buon cuore, ridusse per l'occasione i suoi capitali di un bel biglietto
di banca di 4 sterline (100 franchi), che parve dato con piacere.
Alice ringrazi calorosamente il generoso baronetto; poi,
proseguendo la sua caritatevole questua, ella rimase sorpresa quando
si trov di fronte a Robert.
Senza dire nulla e senza mostrare di vergognarsi dell'esiguit della
sua offerta, Robert, con gesto ricco di contenuta grazia, consegn alla
graziosa questuante una moneta portoghese di 1000 reis (6 franchi) e
di colpo Alice si fece rossa, senza volerlo, fino alla radice dei capelli.
Irritata da quella debolezza, di cui non avrebbe potuto capire la
causa, Alice ringrazi con un cenno del capo e, proseguendo
rapidamente, sollecit un altro passeggero.
Il passeggero seguente era il nobile don Hygino. Se Hamilton
aveva fatto le cose principescamente, don Hygino le fece regalmente.
Una banconota di 40 sterline (1000 franchi) costitu il munifico dono
con il quale egli volle gratificare la signora Lindsay. Forse vi mise
troppa ostentazione, forse spieg la banconota in modo che tutti
potessero leggerne il valore con una lentezza che il buon gusto non
poteva approvare. Ma quello era il peccato del meridionale, e Alice
non fece caso a inezie del genere.
Elettrizzati da quell'esempio gli altri passeggeri allargarono
notevolmente i cordoni della borsa. Nessuno rifiut la sua offerta, pi
o meno notevole, a seconda dei propri mezzi.
Terminata la questua, Alice annunci con soddisfazione un totale
di 200 sterline (5000 franchi). Era un superbo risultato. Per ottenerlo,
per arrotondare la cifra fino a quel punto Alice aveva dovuto imporre
a se stessa un largo contributo personale. Ma non imit l'ostentazione
vanitosa di don Hygino, e ci che offr nessuno lo seppe.
Per lo stesso sentimento di modestia e per una specie di intimo
riserbo ella non volle consegnare personalmente alla sposa quella
dote insperata. Ne affid l'incarico ai giovani e selvatici sposi che a
bordo del Seamew facevano quello strano viaggio. Quella sera per un
caso veramente eccezionale erano presenti e l'incombenza spettava
loro di diritto.
Fu la giovane inglese che port alla sorella portoghese la dote
allora offertale, accompagnando il dono con un bacio affettuoso. Non
volle tacere per il nome della caritatevole passeggera alla quale, in
realt, Thargela doveva la propria riconoscenza. Alice dovette
dunque accogliere i pi vivi ringraziamenti della fanciulla e del
marito. Cinquemila franchi erano una fortuna, ed essi non avrebbero
mai dimenticato la buona fata che aveva in tal modo assicurato la
loro felicit.
Gli altri passeggeri ebbero la loro parte di quella esplosione di
gratitudine. Thargela, scoppiata in lacrime, andava dall'uno all'altro,
e J oachimo, smarrito, non faceva che stringere mani a caso.
Bisognava andare via, ad ogni modo.
A fatica si riusc a placare la commozione dei novelli sposi
quando i turisti si diressero verso la porta della sala, fra entusiastiche
acclamazioni.
Thargela e J oachimo li accompagnarono fino alla porta,
ripagandoli abbondantemente del dono ricevuto con lo spettacolo
della loro deliziosa commozione. Quando alla fine riuscirono a
uscire, Thargela e J oachimo rimasero ancora sulla soglia, tenendosi
per mano, con gli occhi spalancati nella notte, guardando a poco a
poco scomparire quei passanti di un giorno, quei viaggiatori che
avrebbero continuato un viaggio che, a causa di quella buona azione
compiuta in un angolo del vasto mondo, non poteva pi ormai
risultare inutile.
CAPITOLO XII
STRANE CONSEGUENZE DEL MAL DI MARE
RIENTRATI a bordo, dopo avere lasciato Thargela e il suo felice
marito, i passeggeri avevano trovato cinque agenti di polizia, dei
dieci preposti alla loro sorveglianza, che passeggiavano regolarmente
sul ponte; gli altri cinque si erano abbandonati alla dolcezza del
sonno negli alloggi dell'equipaggio, mentre il loro ufficiale dormiva
nella cabina messa a sua disposizione. Tuttavia, a dispetto di tale
vigile sorveglianza, quando si alz il sole del 26 maggio il Seamew
galleggiava liberamente sul vasto mare, a pi di 30 miglia da So
Miguel.
La fuga cominciava a diventare un'abitudine.
Per fuggire questa volta non era stato necessario sfidare i proiettili
portoghesi: la fuga era stata predisposta senza alcun macchinoso
intervento, con il favore della nebbia che, intorno alle 2 del mattino,
aveva ricoperto ogni cosa con un velo impenetrabile. Il tenente e i
suoi cinque uomini addormentati chiusi a doppia mandata, gli altri
cinque atterrati con un colpo di mano, il Seamew era partito
tranquillamente, come se la consegna del governatore non ci fosse
mai stata.
Un' ora dopo il tenente si era visto costretto a subire la legge del
vincitore e ad accettare una capitolazione disastrosa. I suoi uomini
erano stati disarmati, e il Seamew li portava via con s, per deporli a
Madeira nel momento in cui si sarebbe allontanato da quel
possedimento portoghese.
Atterrato da quei rovesci improvvisi, il disgraziato tenente
passeggiava con aria preoccupata. E nel pensare a quanto quella
avventura avrebbe nociuto alla sua promozione, il suo viso assumeva
un'aria compassionevole, mentre alla luce crescente dell'alba
appariva la libera distesa del mare.
Neppure il capitano Pip era andato a cercare il pi che meritato
riposo. A parte il pericolo che poteva risultare da un gruppo di scogli
chiamato Le Formiche, l'aspetto del tempo richiedeva la sua
presenza. Bench, a dire il vero, non vi fosse alcuna minaccia di
tempesta, il mare era insolitamente grosso; il Seamew, prendendolo
di prora, avanzava a fatica beccheggiando pesantemente.
Se il capitano aveva assunto di persona il governo della nave,
evidentemente era perch gli altri ne approfittassero. Tale era stato il
parere di Thompson, il quale, con la coscienza in pace, era andato a
riposare subito dopo la partenza e ora dormiva a pugni chiusi. Una
mano posatasi sulla sua spalla lo svegli bruscamente.
Che cosa c'? Che ore sono? chiese, stropicciandosi gli
occhi.
Scorse allora la faccia di ebano del secondo maggiordomo, master
Sandwich.
Sono le 6 rispose rispettosamente quest'ultimo.
Che cosa c'? ripet Thompson, con impazienza.
Un domestico dei passeggeri mi manda a dirvi che dalla cabina
occupata dal gentiluomo portoghese e dai suoi due fratelli
provengono gemiti terribili. Teme che stiano molto male e non sa che
cosa fare.
Thompson riflett: le cose dovevano essere molto gravi se
avevano pensato di andare a svegliarlo.
Bene, ci vado rispose di malumore.
Quando raggiunse la cabina dei signori portoghesi non rimpianse
di esserci venuto. Don Hygino e i suoi fratelli sembravano
effettivamente molto sofferenti. Lividi, con gli occhi chiusi e il viso
coperto da una specie di sudore preagonico, erano supini, immobili;
ogni tanto lanciavano grida strazianti. Le loro sofferenze dovevano
essere insopportabili.
Che dannato concerto! mormor Thompson.
Il primo colpo d'occhio lo aveva tranquillizzato, riconoscendo sui
loro visi i sintomi del mal di mare provocato dal mare grosso. Anche
se era di una violenza insolita, quel malessere non per questo era pi
pericoloso.
Lo spirito umanitario ordinava tuttavia di andare in aiuto di quella
povera gente, e Thompson, bisogna dirlo a suo merito, non venne
meno al suo dovere. Per circa un'ora egli prodig loro le debite cure e
non fu certamente colpa sua se quelle cure risultarono inefficaci.
Sembrava, in verit, che le condizioni dei tre fratelli si
aggravassero. Thompson notava inoltre, con inquietudine, alcuni
sintomi che non si era soliti osservare nel mal di mare. Ogni tanto, i
malati da lividi si facevano scarlatti. E allora pareva che essi
facessero sforzi sovrumani per ricadere presto spossati, con il respiro
sibilante, la pelle gelata e il viso nuovamente cadaverico.
Alle 7, Thompson ritenne che la situazione fosse divenuta molto
critica; fece svegliare Robert: aveva bisogno di consigli.
Robert, purtroppo, non fu in grado di darne al suo capo
gerarchico; entrambi dovettero convenire che non era nelle loro
facolt dare un minimo sollievo ai tre malati, ai quali il nome di
moribondi cominciava ad essere pi appropriato.
Bisogna tentare qualcosa, comunque disse Robert, verso le
8. Se facessimo giungere a conclusione queste nausee che si
fermano a mezza strada?
In qual modo? chiese Thompson. Sapete come fare?
Con l'acqua calda sugger Robert.
Proviamo! disse Thompson, che cominciava a perdere la
testa.
Il mezzo eroico indicato da Robert fu di immediato effetto. Dopo
il secondo bicchiere d'acqua calda gli improvvisati infermieri ebbero
la prova certa della sua efficacia.
Ma che cosa avevano visto, dunque, Robert e Thompson? O
meglio, che cosa avevano creduto di vedere?
Il dubbio venne chiarito facilmente. L'acqua non mancava; i catini
furono sollecitamente puliti, con precauzione, e allora
E allora, che splendore!
Smeraldi, rubini, diamanti: pi di 50 pietre preziose brillarono in
fondo ai catini sporchi!
Smarriti, Thompson e Robert si guardarono in silenzio. In un
attimo tutto apparve chiaro. Eccoli, dunque, i ladri sacrileghi del
crocifisso di Terceira! i capi, almeno! La polizia delle Azzorre, la
quale accusava il Seamew di servire loro da rifugio, non si sbagliava!
Quale nascondiglio migliore del loro stomaco avrebbero potuto
trovare i colpevoli, minacciati dalla perquisizione di So Miguel?
Robert fu il primo a riacquistare il proprio sangue freddo.
Questo segreto troppo importante per possederlo da soli
disse. Vi chiedo il permesso perci di far venire uno dei
passeggeri, e cio il reverendo Cooley.
Thompson assenti con il capo e un domestico venne mandato a
cercare il sacerdote.
Quando quest'ultimo giunse nella cabina in cui ansimavano i
fratelli da Veiga la situazione non era cambiata. Non era forse
possibile che i ladri celassero ancora nel loro stomaco altre pietre
rubate? Per esserne certi non c'era che continuare la cura che aveva
gi dato cos buoni risultati.
In breve, in seguito a quel trattamento originale, pi di 300 pietre
preziose, in gran parte magnifici diamanti, vennero recuperate.
Parve allora che le condizioni dei tre malati, liberati del loro
segreto, fossero notevolmente migliorate. Se ancora soffrivano, ora si
trattava del solito mal di mare dal quale non era certamente da
temere alcuna funesta conseguenza. Di quegli insoliti avvenimenti si
redasse allora un processo verbale, del quale il pastore Cooley fu
nominato depositario; poi le pietre preziose vennero contate
successivamente dai tre congiurati e consegnate a Thompson, il
quale, dopo averle conservate sotto chiave, and alla ricerca del
tenente che poche ore prima era stato costretto a un'amara
capitolazione.
Nell'uscire dal roof, un'ombra gli si drizz improvvisamente
dinanzi: quell'ombra era l'inevitabile Saunders; gli era accanto il suo
riflesso: sir Hamilton. Erano entrambi contegnosi, calmi e severi,
come si addice a passeggeri scontenti.
Una parola disse Saunders, bloccando Thompson.
Vorremmo sapere fin dove contate di spingere questo scherzo.
Quale scherzo? mormor Thompson con impazienza.
Che cosa c'?
La prendete su questo tono? esclam Hamilton con
alterigia. Noi intendiamo sapere se continuerete ancora per molto
a venire meno alle promesse di un programma al quale siamo stati
tanto sciocchi da prestare fede!
Possibile! Era ancora perseguitato a causa del programma!
Preoccupato da faccende molto pi gravi, Thompson alz le spalle e
scartando nervosamente Hamilton si precipit sul ponte, lasciando il
baronetto senza parola.
Rintracciato il tenente, lo condusse nella sua cabina: intendeva
fargli un'importante comunicazione.
Tenente gli disse, quando furono soli la sorte delle armi
non vi stata favorevole, poco fa.
vero rispose l'ufficiale, mantenendosi sulle generali.
Vi stiamo portando a Madeira.
A quel che sembra.
Oso dire che l'accaduto una spiacevole avventura per
entrambi e immagino che se ci fosse il modo di sistemare la faccenda
con comune soddisfazione
Sembra difficile disse il tenente.
Forse riprese a dire Thompson. Voi non ignorate che il
vostro governatore ha offerto un premio dell'uno per cento a colui
che far arrestare il ladro
S disse il tenente ma non vedo
Aspettate. Forse potremo intenderci. Perch il ladro, o meglio,
i ladri
I ladri?
Io li tengo disse tranquillamente Thompson.
Eh? fece il tenente.
Li tengo ripet Thompson e ho in mano anche una buona
parte dei diamanti rubati.
Pallido per l'emozione e incapace di spiccicare parola il tenente
aveva afferrato il braccio di Thompson, il quale fin poi col
formulare la sua proposta.
Comprenderete, quindi, che il premio dell'uno per cento mi
appartiene. Ebbene, sistemate questa faccenda dicendo, ad esempio,
che siete partito di vostra spontanea volont nell'intento di acciuffare
i ladri; la loro presenza dar molta autorit alla vostra affermazione.
Io sono pronto a cedervi in compenso il quinto, oppure il quarto, se
necessario, del premio che mi dovuto.
Si tratta di questo? disse il tenente con un'indifferenza che
non aveva nulla di lusinghiero per la generosit del Governo
portoghese.
Accettate? insistette Thompson.
E se rifiuto?
Se rifiutate rispose Thompson fingiamo che io non vi
abbia detto nulla. Vi sbarco tranquillamente a Madeira e mi tengo i
ladri per metterli nelle mani del console inglese, il quale sapr come
assicurare a me l'onore e l'utile della faccenda.
La mente del tenente fece un rapido calcolo. Non accettare la
proposta di Thompson avrebbe voluto dire fare ritorno a So Miguel
a capo chino per la vergogna di essersi lasciato sorprendere come un
bambino. Accettarla, significava al contrario fare ritorno con gli
onori del vincitore, perch il successo giustifica tutto. Pur ritenendo
del tutto improbabile riuscire ad ottenere qualche soldo del premio
promesso, l'avventura gli sarebbe stata utile nei confronti dei suoi
superiori, poich in tal caso avrebbe potuto attribuirsi il merito della
cattura dei ladri.
Accetto disse con tono fermo.
Benissimo approv Thompson. Andiamo allora a
regolare la faccenda immediatamente, se non vi dispiace.
Il compromesso, le cui basi erano state allora gettate, venne
redatto e firmato dalle due parti. Thompson consegn subito
all'ufficiale le pietre ritrovate e se ne fece dare ricevuta. Egli pot
allora respirare e felicitare se stesso per avere condotto a buon fine
quella importante operazione.
Mentre Thompson conduceva abilmente quel negoziato, una
collera paurosa si accumulava nello stesso istante nel cuore di
Hamilton.
Rimessosi dallo stupore di cui era stato preda a causa
dell'impertinenza di Thompson, il baronetto si era lanciato con
indignato furore alla ricerca dell'insolente. Non riusc a trovarlo. Si
rivolse allora al capitano Pip, il quale, sceso dalla passerella,
passeggiava fumando tranquillamente il sigaro del mattino.
Capitano gli chiese, controllandosi potrei sapere a chi su
questa nave debba presentare qualche reclamo?
Il capitano allarg le braccia per dire che lo ignorava.
Ad Artimon, forse disse con aria sognante.
Capitano! grid il baronetto, rosso di collera.
Sir? rispose il capitano pacatamente.
Capitano, credo di essere stato preso in giro abbastanza, qui.
Poich voi siete responsabile della rotta della nave, degnatevi di
dirmi perch mai io debba vedere ancora a poppa le rocce delle
Formiche. Perch mai alle 10 del mattino siamo ancora dinanzi a
Santa Maria. Perch, dopo otto ore di navigazione, l'isola di So
Miguel ancora visibile!
So Miguel? ripet il capitano, con incredulit.
Proprio cos, So Miguel disse severamente il baronetto,
indicando un punto nero che tagliava la linea dell'orizzonte tra le
Formiche e Santa Maria.
Il capitano aveva preso un cannocchiale.
Se So Miguel disse alla fine con aria canzonatoria
vuol dire che So Miguel un'isola a vapore, visto che fuma!
E il capitano risal sulla passerella, mentre il baronetto, furioso,
meditava in cuor suo progetti terribili di vendetta.
Per quanto ricevute altezzosamente, le osservazioni di Hamilton
non erano per meno esatte. Ma il capitano non aveva atteso il
baronetto per farle da s. Sin dal primo mattino, la scia gli aveva
fatto rilevare che la velocit del Seametu era scesa improvvisamente
da 12 a 8 nodi circa.
Interpellato, il signor Bishop non diede risposte tranquillizzanti.
Dopo la partenza, inutilmente portava il fuoco al massimo. Risultava
impossibile accrescere la pressione. Il difetto era certamente nella
cattiva qualit del carbone caricato a Horta. Fino allora si erano
utilizzate le riserve inglesi, ma dopo la partenza da So Miguel era
stato necessario ricorrere al carbon fossile imbarcato nell'isola: le
spiacevoli conseguenze si erano fatte subito avvertire.
Il signor Bishop non disse altro e il capitano non gli chiese pi
nulla. Le persone di buon senso non insorgono contro l'impossibile.
Poich non era possibile superare gli 8 nodi, ne avrebbero fatti 8,
ecco tutto, e si sarebbe giunti a Madeira con altre ventiquattro ore di
ritardo. Poich il mare tendeva a calmarsi e il baronetto manteneva
un'alterigia tollerabile, il capitano non ebbe motivo di preoccuparsi.
A causa dello smacco serb soltanto un po' di cattivo umore, del
quale Hamilton avrebbe ricevuto il superfluo.
Quel temporale, per quanto di modestissime proporzioni, bast
tuttavia a liberare il capitano di un eccesso di elettricit. Un
temperamento cos normale non poteva tardare a riprendere il proprio
equilibrio. Fu dunque nelle migliori disposizioni di spirito che egli si
sedette di fronte a Thompson, alla tavola della colazione, che
l'agitazione delle onde aveva largamente spopolata.
Il suo umore per torn ad offuscarsi nuovamente quando, risalito
sul ponte, vide lo stesso punto che sir Hamilton gli aveva segnalato,
ostinatamente fisso sulla scia del Seamew. Quell'ostinazione gli diede
da pensare.
Non poteva quel vapore essere stato mandato al suo inseguimento
dal governatore di So Miguel? E vero, per, che avrebbe potuto
essere una nave qualsiasi che faceva la solita traversata fra le Azzorre
e Madeira. L'avvenire avrebbe fornito la soluzione del problema.
Le preoccupazioni della passerella erano ignorate dallo spardeck,
che era privo della consueta animazione. Non soltanto il mare grosso
aveva ridotto il numero dei suoi abituali frequentatori, ma sembrava
anche che lo scontento del giorno precedente continuasse a gravare
sui passeggeri ancora validi. Essi andavano e venivano isolatamente;
refrattari agli inviti delle poltroncine amichevolmente disposte a
gruppi, la maggior parte di essi rimaneva in piedi, solitaria,
aggrappata alla battagliola per conservare l'equilibrio.
Con il cuore esulcerato, Hamilton offriva al vento la fronte che
aveva sofferto l'oltraggio. Per nulla al mondo egli avrebbe rivolto la
parola ad essere vivente, e il suo risentimento si estendeva a tutta la
natura. Trinceratosi dietro la sua dignit, egli rimescolava fino alla
nausea i fatti del mattino, mentre sua figlia, sorvegliata da lady
Hamilton, parlava con Tigg, restituito alla libert dall'indisposizione
delle misses Blockhead.
Hamilton osservava quell'amabile chiacchierata. Lui, invece, era
solo. Se almeno fosse stato con lui l'amico don Hygino! Ma
quest'ultimo giaceva nella sua cabina, atterrato dal mal di mare, e
Hamilton si considerava con amarezza abbandonato da tutto
l'universo.
La tristezza del baronetto si trasmetteva dunque ai suoi compagni?
Lo si sarebbe giurato nel vedere i loro visi afflitti.
Poich Dolly era occupata a riordinare qualcosa, Alice Lindsay,
rimasta momentaneamente sola, era andata a sedersi all'estremit
della poppa, in un posto che le era particolarmente caro. Con i gomiti
appoggiati alla battagliola del coronamento, ella lasciava errare sul
mare uno sguardo vacuo, carico di una malinconia che non aveva una
precisa causa ma di cui la sua anima era oppressa.
A dieci passi da lei, J ack, immobile, sembrava assorto in qualche
lavorio interiore difficile e complicato.
Quando ritenne di avere riflettuto abbastanza, J ack con passo
lento si diresse verso la cognata e si sedette accanto a lei.
Smarrita nel suo fantasticare, Alice non not la presenza del tetro
e taciturno personaggio.
Alice! mormor J ack.
La signora Lindsay trasal e fiss sul cognato gli occhi ancora
velati dalla nebbiolina sottile delle lontananze contemplate.
Alice riprese J ack vorrei avere con voi un discorso serio.
Il momento mi sembra favorevole perch lo spardeck quasi deserto.
Volete concedermi questo colloquio?
Vi ascolto, J ack rispose Alice con bont, meravigliata del
solenne preambolo.
Come sapete riprese J ack dopo un istante di silenzio tra
poco compir trentun anni. Non sono tanti ma non ho neppure tempo
da perdere se voglio mutare vita. L'esistenza condotta finora mi fa
orrore; voglio viverne un'altra, utile e feconda. In breve, Alice, ho
pensato al matrimonio.
E giusto, J ack approv Alice, stupita del momento scelto
per una confidenza del genere. Non vi rimane che trovare la
donna, ma ci per voi non sar cosa difficile.
Gi fatto, Alice la interruppe J ack Lindsay. O quanto
meno si tratta di una donna che il mio cuore ha scelto. La conosco da
molto tempo, la stimo e la amo. Ma lei, Alice, mi ama? posso sperare
che mi amer mai?
Un istinto meraviglioso al servizio della donna e l'avverte del
pericolo. Alle prime parole di J ack, Alice aveva intuito il pericolo
che la minacciava. Volse il capo e con freddezza rispose brevemente:
Bisognerebbe chiederglielo, mio caro.
J ack percep il cambiamento che aveva reso pi aspra la voce
della cognata. Un lampo di collera pass nei suoi occhi. Con uno
sforzo riusc a controllarsi.
E ci che sto facendo in questo momento rispose e
aspetto con angoscia la sua risposta Alice riprese, dopo aver
atteso inutilmente la risposta -non vorreste conservare lo stesso
cognome, accettando un nuovo marito?
Alice si volse vivacemente verso il cognato: spiegazzava
nervosamente fra le dita il fazzolettino e aveva gli occhi pieni di
lacrime.
Ecco una passione improvvisa e una richiesta imprevista!
disse con tono di amaro scherno.
Passione improvvisa! esclam J ack. Come potete dirlo?
Possibile che non vi siate mai accorta del mio amore?
Non pronunciate pi quella parola! lo interruppe Alice,
aspramente. -Non mi sono mai accorta di nulla di ci che dite. Dio
mio, se avessi notato qualcosa del genere non sarei stata cos
insensata da permettervi di accompagnarci in questo viaggio!
Siete cattiva con me, Alice disse J ack. Che cosa ho fatto
per meritare tanta collera da parte vostra? Se la mia richiesta una
sorpresa per voi, costringetemi ad un'attesa, mettetemi alla prova, ma
non toglietemi la speranza!
La signora Lindsay guard il cognato apertamente in viso.
Nessuna speranza diss'ella con fermezza.
J ack pose la fronte tra le mani rivelando in apparenza un dolore
profondo. Alice ne rimase commossa.
Vediamo, J ack riprese con dolcezza. Forse in tutto
questo c' qualche malinteso. Forse, senza volerlo, ingannate voi
stesso. Forse complet, esitante le nostre rispettive situazioni
sono in parte causa dell'errore.
Che intendete dire? chiese J ack, sollevando il capo.
Sono stata la moglie di vostro fratello per cos poco tempo
prosegu Alice scegliendo le parole con precauzione che forse
siete rimasto molto male nel vedermi ereditare tutti i suoi beni. Forse
avete ritenuto di essere stato danneggiato spogliato
J ack Lindsay fece un gesto di protesta.
Io procedo su un terreno che scotta continu Alice.
Faccio ogni sforzo per non pronunciare una sola parola che possa
farvi dispiacere. Bisogner scusarmi se non vi riuscir. Forse vi
sarete trovato anche in imbarazzo, chiss quasi rovinato E
naturale che allora abbiate pensato a un matrimonio che rimettesse in
piedi i vostri affari e riparasse nello stesso tempo a ci che ai vostri
occhi era sembrato un'ingiustizia. Coinvolto completamente in tale
progetto, avrete allora scambiato per amore un semplice affetto
familiare.
Concludete disse J ack, seccamente.
Ebbene, J ack, se questa la verit, tutto pu ancora
aggiustarsi. Poich ho la ventura di essere ricca, anzi, molto ricca,
potrei venervi in aiuto fraternamente. Potrei pagare i vostri
debiti se ne avete aiutarvi a costituirvi una dote che vi consenta
di sposare una donna meglio disposta di vostra cognata
Un osso da rosicchiare borbott J ack, a occhi bassi.
Perch dite ci? disse Alice. Bisogna dunque che io
abbia scelto male le parole per ottenere tale risposta. Non potete
immaginare come mi dispiaccia
La signora Lindsay non pot terminare la frase; spingendo
bruscamente la sua poltroncina J ack si era alzato.
Basta con le moine, per favore disse bruscamente con occhi
cattivi e voce dura. E inutile infiorare il vostro rifiuto. Voi mi
respingete. Non parliamone pi. Spetta a me esaminare ci che dovr
fare.
Rimasta sola, emozionata dalla scenata e dall'uscita violenta che le
poneva fine, Alice si rifugi nella solitudine della sua cabina. J ack si
allontan, invece, fremente di collera. A poco a poco, tuttavia, la
collera cess ed egli pot esaminare con freddezza la propria
situazione.
Doveva dunque rinunciare all'agognata ricchezza? Mai! decise
energicamente. Non gli restava, in tal caso, che trovare il modo di
appropriarsene.
A cena Alice non si fece vedere. Dolly and inutilmente a bussare
alla sua porta. Ella si ostin a voler rimanere sola.
Soltanto il giorno dopo riprese la consueta vita di bordo; e allora
tutto parve dimenticato fra cognato e cognata. Ciascuno dei due,
nell'inviolabile segreto del proprio cuore, aveva preso indubbiamente
una decisione.
Nel corso del 27 maggio, il mare si calm sensibilmente e il
numero dei passeggeri validi aument. Alla sera, i fratelli da Veiga e
la famiglia Blockhead erano forse i soli a non abbellire lo spardeck
con la loro presenza.
Mentre la vita riprendeva a bordo il consueto tran tran, il capitano
invece sembrava sempre pi di umore nero. Distratto e preoccupato,
da due giorni passeggiava continuamente sulla passerella, grattandosi
il naso in modo inquietante. I suoi occhi, divergendo in un pauroso
strabismo, guardavano continuamente quel punto che sir Hamilton,
poche ore dopo la partenza, aveva scambiato per la vetta di un monte
di So Miguel.
La mattina del 28 maggio, non appena sul ponte, egli rivolse il
cannocchiale com'era sua abitudine sul punto che era diventato per
lui un'ossessione.
Per mille diavoli! borbott rivolgendosi ad Artimon
siamo in un'infernale peripezia!
Da un pezzo non nutriva pi dubbi: il Seamew non si dirigeva
direttamente verso Madeira; come disposto dal programma, si
doveva prima girare attorno all'isola di Porto Santo, e la rotta da
Ponta Delgada a Porto Santo disegna un notevole angolo con la linea
retta che congiunge la capitale di So Miguel a Madeira. La nave
sconosciuta aveva seguito la stessa rotta che, in realt, non
conduceva da nessuna parte, continuando a mantenersi
costantemente alla distanza di circa 4 miglia. Senza ombra di dubbio
seguiva il Seamew.
Il persistere della distanza che separava le due navi aveva in parte
tranquillizzato il capitano. Se non altro, non sarebbe stato superato in
velocit. C'era forse da meravigliarsi per questo? La nave portoghese
non aveva fatto carbone anch'essa alle Azzorre? Ma il capitano Pip
era costretto a dire a se stesso che la traversata non sarebbe durata in
eterno. Si sarebbe ben finito per giungere a Madeira, e Madeira era
ancora il Portogallo.
Da quarantotto ore il capitano esaminava quella faccenda sotto
tutti gli aspetti, senza giungere a una soluzione che lo soddisfacesse.
Se fosse stato il padrone, invece di arrendersi ai nuovi carcerieri
avrebbe corso dritto dinanzi a s fino all'esaurimento del carbone e di
tutte le parti combustibili del bastimento. Si sarebbe visto allora
quale delle due navi aveva il deposito di carbone pi capace!
Purtroppo, egli era padrone soltanto a met e alla condizione di
condurre il Seamew nella maledetta rada di Funchal, capitale di
Madeira. Per tale motivo era sempre arrabbiato.
Dovette prendere per forza una decisione quando, il 28 maggio,
verso le 10 del mattino, la vetta di Porto Santo cominci ad apparire
all'orizzonte.
Il povero capitano dovette rassegnarsi a parlarne a Thompson, il
quale, superfluo dirlo, se ne stava con il capo chino.
Con sua sorpresa, la comunicazione non venne accolta cos male
come aveva temuto.
Thompson si limit a dire:
Credete, capitano, che quella nave sia portoghese?
Lo credo.
E che ci insegua?
Lo credo anche, purtroppo.
In questo caso, capitano, c' una sola cosa da fare.
Quale?
Fermarsi.
Fermarsi!
S, capitano, fermarsi.
Il capitano rimase interdetto, con le braccia penzoloni e gli occhi
spalancati.
Amen! disse alla fine con uno sforzo e senza bestemmiare
per la barba di sua madre.
Esegu eroicamente l'ordine ricevuto. L'elica si ferm, il Seamew
rimase immobile sulla superficie del mare e la distanza che lo
separava dalla nave che lo inseguiva diminu a poco a poco. Era
proprio un vascello da guerra portoghese, riconoscibile dalla lunga
fiamma che si svolgeva sull'albero maestro. Venti minuti dopo
appena un miglio lo separava ancora dal Seamew.
Thompson fece allora calare in mare un'imbarcazione, nella quale
presero posto i poliziotti. Pip non ci capiva pi nulla. Ecco che ora si
restituivano gli ostaggi!
Il tenente e altri sei poliziotti erano per rimasti a bordo. Lo
stupore del capitano fu al colmo quando li vide apparire a loro volta
e, soprattutto, quando vide quale strano carico essi trasportavano.
Quel carico carico umano era costituito dal nobile don
Hygino Rodriguez da Veiga e dai suoi due fratelli. Ancora malconci
a causa dei colpi di Nettuno, sembravano cadaveri viventi, incapaci
di qualsiasi resistenza. Il capitano li vide passare sopra l'impavesata,
insensibili e incoscienti.
Incredibile! borbott il capitano, incapace di trovare una
spiegazione.
Per sorpreso che fosse, sir Hamilton lo era ancora di pi. Anche se
indignato per il modo in cui erano trattati quei gentiluomini, egli
aveva posto prudentemente la sordina alle sue incessanti proteste. Per
il momento egli si limit a chiedere qualche chiarimento a un
marinaio accanto al quale il caso lo aveva posto.
Ma Hamilton era caduto male. Vecchio e abbronzato, ma con lo
spirito reso troppo libero dalla lunga contemplazione dell'immensit
dei mari per interessarsi alle piccole umane vicende, quel marinaio
non sapeva nulla e, nella sua superba indifferenza, non ci teneva
affatto a sapere ci che accadeva. Alla domanda del baronetto alz le
spalle per significare che non sapeva nulla. Ebbe la degnazione,
tuttavia, di togliersi la pipa dalla bocca.
Sono dei privati spieg che hanno mangiato dei
ciottolini, a quanto si dice. Pare che il Portogallo lo proibisca.
Hamilton dovette contentarsi della risposta. Soddisfatto della
spiegazione data, il vecchio marinaio riprese a tirare dalla sua
enorme pipa, e gi pensava ad altro, con lo sguardo smarrito dietro le
rapide onde.
La verit Hamilton l'avrebbe conosciuta soltanto pi tardi, insieme
con gli altri passeggeri. Per il vanitoso baronetto quello fu un grosso
dispiacere.
Tenete presente il nostro accordo aveva detto Thompson al
tenente, quando costui lo aveva salutato.
Siate tranquillo aveva risposto l'ufficiale.
Dopo quelle poche parole, l'imbarcazione si mise in movimento.
Poi, trasportato sull'altra nave il suo carico umano, essa fece ritorno
al Seamew, la cui elica ricominci a girare.
Il capitano Pip continuava a non capirci nulla. Thompson, da parte
sua, non era affatto tranquillo. Nonostante le assicurazioni del
tenente, la nave da guerra non avrebbe ripreso la sua caccia, ora che
il Seamew era a portata dei suoi cannoni?
Ma l'ufficiale aveva mantenuto lealmente le sue promesse e le sue
spiegazioni erano state ritenute soddisfacenti: presto, infatti, la nave
inseguitrice descrisse un grande semicerchio sulla destra per sparire
sotto l'orizzonte settentrionale, mentre a sud apparivano le rive di
Porto Santo.
Verso mezzogiorno l'isola montagnosa venne costeggiata,
soprattutto nella sua parte settentrionale; poi il Seamew mise la prua
direttamente verso Madeira, la quale, anche se lontana una trentina di
miglia, gi cominciava a elevare al disopra delle acque la sua massa
colossale.
Due ore dopo si avvistava il Capo So Loureno, mentre
s'innalzavano a loro volta i Desertas, i cui tre isolotti completavano
l'arcipelago, insieme con le scogliere Salvages. In quel momento la
costa settentrionale dell'isola si svolgeva sotto gli occhi dei
passeggeri nella sua rude possanza.
Nel creare Madeira, evidentemente il Signore non cerc di fare
qualcosa di nuovo: fece alte rupi verticali, promontori sottili e
selvaggi, monti convulsi separati da profonde e tetre valli, secondo il
modello delle Azzorre; fece per un modello compiuto, ingrandito,
decuplicato.
Al disopra delle aspre rive si estende sotto il cielo un altro mare:
un mare di verzura, che ha per onde un enorme numero di alberi
giganti. Tappezzati da tali alberi d'alto fusto, come da un prato alla
loro altezza, i monti sono disposti a piani, sempre crescenti, dominati
nel centro dai 1850 metri del Pico Ruivo.
A poco a poco prese rilievo la riva settentrionale e, intorno alle
ore 3, fu doppiato il Capo So Loureno, punta orientale dell'isola. Il
Seamew vi si avvicin a meno di 2 miglia e tutti poterono facilmente
scorgere l'albero dei segnali e il faro innalzato alla sua estremit.
Il capitano fece allora accostare la nave un po' pi alla terra e la
riva meridionale dell'isola si spieg allora sotto gli occhi degli
entusiasti passeggeri.
Si scorsero innanzitutto le rocce basse che costituivano il Capo
So Loureno e la lingua di terra che lo univa al resto dell'isola. Poi
la costa si innalz per formare i mostruosi contrafforti che
sostengono le montagne centrali. Tra ciascuna di esse si celavano
alcuni villaggi che, a quella distanza, sembravano deliziosi: Machico,
Santa Cruz, Canical, dei quali, a mano a mano, Robert diceva il
nome.
Alle 4, un nuovo capo apparve dinanzi alla nave: era il Cabo
Garajao. Alcuni giri d'elica furono sufficienti per doppiarlo e pochi
istanti dopo il Seamew si ormeggiava nella rada di Funchal, tra una
flotta numerosa, agli alberi della quale sventolavano bandiere di tutte
le nazioni.
CAPITOLO XIII
SOLUZIONE DI UN ANAGRAMMA
DISTANTE 900 chilometri dalla pi vicina costa dell'Europa, 700
dal Marocco, 400 dall'arcipelago delle Canarie, separata da 460
miglia marine da Santa Maria delle Azzorre, Madeira si estende su
una lunghezza di circa 70 chilometri, quasi all'intersecazione del 33
grado di latitudine nord e del 19 grado di longitudine ovest.
E impossibile immaginare oasi pi grandiosa nel Sahara del mare.
Dalla catena montuosa che, sollevando l'estrema vetta fino a 1900
metri, corre vicino alla riva settentrionale dell'isola, di cui essa
costituisce una specie di gigantesca spina dorsale, si distaccano
piccole catene laterali, affluenti di quel fiume di cime. Verso nord, da
una parte, verso mezzogiorno dall'altra, separate da profonde valli
colme di un paradossale sfavillio di vegetazione, esse vanno a finire
nel mare debellandolo con i loro aspri promontori.
Aspre e ben definite sono le rive di questa regina dell'Atlantico
settentrionale, come se una gigantesca fustella avesse tranciato il
blocco in pieno suolo.
Con una sola spinta, in un passato molto lontano, la forza
plutonica l'ha lanciata fuori dalle acque, che intorno a essa
raggiungono la profondit di 4 chilometri.
E tuttavia, nonostante il fatto che le sue rocce selvagge sono orlate
di tufi dai colori pi imprevedibili, nonostante i violenti dislivelli di
cui essa tormentata, l'isola ha un aspetto dolce e tenero. Un
incomparabile mantello di verzura, addolcendo gli angoli troppo
acuti e arrotondando le vette troppo appuntite, cade in cascate fino
all'estremo limite delle rupi.
In nessun altro punto della Terra la vegetazione ha tanta energia e
tanta ampiezza. A Madeira i nostri arbusti diventano alberi e i nostri
alberi raggiungono dimensioni colossali. Ancor pi che alle Azzorre,
a Madeira crescono l'uno accanto all'altro i vegetali dei climi pi
differenti. Fiori e frutti delle cinque parti del mondo vi prosperano. I
sentieri sono delimitati dalle rose e basta chinarsi per raccogliere
fragole tra i fili d'erba.
Come sar stata, dunque, quest'isola di paradiso nel momento
della sua scoperta, quando alberi, oggi relativamente giovani ma
allora pi volte secolari, accrescevano l'altezza delle sue montagne
con le loro chiome gigantesche? L'isola era una vasta foresta che non
lasciava un palmo di terra alla coltivazione, quando il suo primo
governatore dovette appiccare il fuoco in quelle boscaglie
impenetrabili. Le cronache ci riferiscono che il fuoco bruci per sei
anni di seguito e oggi si dice che la fecondit del suolo provenga da
quel barbaro ma forse necessario vandalismo.
A parte ogni altra causa, al suo felice clima che Madeira deve la
sua lussureggiante vegetazione. Sotto tale aspetto, pochi Paesi
possono esserle paragonati. Meno calda delle Azzorre in estate, meno
fredda in inverno, la temperatura delle due stagioni differisce di
appena 10 gradi centigradi. L'isola il paradiso dei malati.
Per tale motivo essi vengono qui in gran numero all'inizio
dell'inverno, specialmente i malati inglesi, a chiedere la salute a
questo cielo di miele e di azzurro. Di conseguenza, una somma annua
di 3 milioni di franchi passa nelle mani degli abitanti, mentre le
tombe scavate per coloro che non ripartiranno mai pi fanno di
Madeira il pi grande cimitero di Londra.
Sulla parte meridionale dell'isola, proprio in riva al mare, si
estende la capitale: Funchal. Un migliaio di navi si ormeggiano
annualmente nella sua rada foranea, nella quale innumerevoli barche
da pesca incrociano, durante il giorno, i punti bianchi delle loro vele,
e durante la notte l'ingannevole richiamo dei loro fuochi.
Non appena fu calata l'ancora, il Seamew venne circondato da un
gran numero di imbarcazioni condotte da ragazzi seminudi, le cui
grida si mescolavano in dissonante concerto. In un dialetto anglo-
portoghese essi offrivano fiori o frutta, o suggerivano ai passeggeri
divertiti di gettare qualche monetina, che essi, sorprendenti nuotatori,
sarebbero andati a raccogliere sul fondo del mare.
Non appena l'ufficio sanitario ebbe autorizzato lo sbarco, i canotti
indigeni si accostarono alla nave e offrirono i loro servigi.
Offerta superflua per quel giorno: poich le 5 erano gi trascorse
non ci sarebbe stato tempo sufficiente per intraprendere la visita di
Funchal.
Due passeggeri soltanto ritennero di dover lasciare la nave. In
questi due impazienti turisti il lettore avr riconosciuto i due giovani
sposi che cullavano sotto tutti i cieli un amore sempre uguale. L'uno
accanto all'altra, ciascuno con un sacchetto in mano, marito e moglie
si diressero verso un canotto al quale avevano fatto segno. Con
l'aspetto ipocritamente imbarazzato e una gioia sorniona che brillava,
nonostante tutto, in fondo ai loro occhi chini, essi passarono rapidi e
modesti in mezzo ai loro compagni, i cui sguardi li seguirono a lungo
Con simpatia.
Gli altri rimasero a bordo. Poich il programma comportava uno
scalo di sei giorni, il tempo non sarebbe mancato, anche perch il
programma non prevedeva gite di alcun genere.
26, 27, 28, 29, 30 e 31 maggio, soggiorno a Funchal ecco che
cosa esso diceva, laconicamente. Era stata una dimenticanza di
Thompson? Oppure aveva egli creduto che l'isola di Madeira non
avesse luoghi che meritassero la fatica di andare a visitarli? Su
questo punto il programma non diceva nulla.
Hamilton si assunse il compito di ottenere qualche informazione.
Dopo la loro ultima scaramuccia, Thompson e lui non avevano
pi scambiato una parola. Di fronte ai due passeggeri ringhiosi,
Hamilton e Saunders, Thompson aveva ormai messo da parte ogni
ritegno. Sempre indaffarato, sempre frettoloso, pieno di cortesia
quando s'intratteneva con qualcuno dei loro compagni, con quei due
si manteneva cortese, preciso, freddo. Di malavoglia il baronetto
avvicin l'odioso Thompson.
Com' possibile chiese con alterigia che non venga
annunciata alcuna gita durante i sei giorni di sosta a Madeira?
Guardate il programma! rispose seccamente Thompson.
Benissimo disse Hamilton, stringendo le labbra. Vorreste
almeno dirci dove contate di alloggiarci?
Guardate il programma! ripet Thompson, imperturbabile.
Il programma non dice nulla su questo punto. Non d nessuna
indicazione, n elenca qualche albergo.
E questa nave? fece rilevare Thompson.
Come! esclam Hamilton indignato avreste la pretesa di
tenerci prigionieri a bordo del Seamew? questo ci che voi
chiamate vedere Madeira?
Guardate il programma! rispose per la terza volta
Thompson, voltando le spalle al suo irascibile amministrato.
Ma cadendo da Cariddi a Scilla, il disgraziato amministratore si
trov dinanzi a un altro nemico.
Davvero? disse la voce stridula di Saunders. Bisogna
proprio vedere il programma? Ma il vostro programma un
imbroglio, chiamo a testimoni questi signori.
E Saunders, con ampio gesto, prese a testimoni i passeggeri che a
poco a poco avevano fatto cerchio intorno ai due belligeranti.
Possibile disse Saunders che non vi sia nulla
d'interessante da vedere in questa isola? Dopo averci condotti come
un gregge in paesi disabitati e privi di strade, osate trattenerci a bordo
del vostro del vostro
Saunders esitava.
del vostro infernale trabiccolo disse infine ora che
siamo giunti in un paese quasi civile?
Con gli occhi rivolti al cielo e la mano che agitava in tasca un
mazzo di chiavi, Thompson attendeva con flemma la fine
dell'uragano. Il suo atteggiamento fin con l'irritare Saunders.
Ebbene esclam il passeggero ci non finir cos!
Benissimo! disse Hamilton, venendogli in aiuto.
Lo vedremo, se a Londra vi sono ancora dei giudici!
Benissimo! disse nuovamente il baronetto, con energia.
Tanto per cominciare, io scendo a terra e vado in albergo! In
un albergo di prim'ordine! E vi rimarr a vostre spese!
E Saunders si cacci sulla scala che conduceva alle cabine, per
riapparire poco dopo con la valigia; poi chiam un'imbarcazione e
lasci la nave con maestosa ma rumorosa dignit.
Pur non protestando con uguale veemenza, la maggior parte dei
suoi compagni ne approvarono il comportamento. Tutti giudicavano
severamente la leggerezza dell'Agenzia Thompson; molti di essi, con
certezza, non si sarebbero accontentati di visitare soltanto la capitale
dell'isola.
Alice e Dolly avrebbero comunque percorso l'isola, almeno in
parte; lo avevano gi deciso, e con loro sarebbe andato certamente
Roger. Fu lui che si incaric di ottenere in anticipo, da Robert, le
informazioni indispensabili. In tale occasione egli decise di chiarire
un dubbio che lo assillava d molto tempo e che riguardava
l'interprete del Seamew.
Un'informazione, per favore gli disse avvicinandolo, non
senza un malizioso sorriso.
Sono a vostra disposizione rispose Robert.
La famiglia Lindsay e io riprese Roger desideriamo fare
una gita nell'interno dell'isola. Vorreste essere cos gentile da
indicarci il migliore itinerario da seguire?
Io! esclam Robert, che alla luce dei fanali Roger vide
arrossire. Non posso; non so proprio nulla dell'isola!
Per la seconda volta Robert constat che era venuto meno al suo
dovere. Ci gli rincresceva e lo umiliava. La sua volont era dunque
cos debole? Quali pensieri lo distraevano al punto da fargli
trascurare i suoi doveri?
Nell'udire quella confessione d'impotenza Roger sembr essere
scontento.
Non siete forse il cicerone-interprete della nave?
S disse Robert, con tono glaciale.
Com' possibile allora che non sappiate nulla su Madeira?
A un'umiliante difesa Robert prefer il silenzio. Rispose con un
gesto evasivo.
Roger assunse un'aria beffarda.
Sar, forse insinu perch non avete avuto ancora il
tempo di consultare i vostri fedeli libri? Da molto tempo il vostro
obl non appare pi illuminato, alla sera.
Che intendete dire? chiese Robert, facendosi rosso.
Diamine, ci che ho detto!
Un po' disorientato Robert non rispose. Sotto l'ironia delle parole
la voce del suo interlocutore rivelava qualcosa di amichevole.
Rimase nell'incertezza, ma comprese subito. Con sua meraviglia
Roger gli prese il braccio con imprevista familiarit e gli disse a
bruciapelo:
Su, confessatelo! Siete interprete come io sono papa!
Confesso che non capisco si difese Robert.
Io mi capisco riprese Roger e ci basta. Evidentemente,
siete interprete soltanto per il momento, chiaro, press'a poco come
io sono marinaio. Ma riguardo a esserlo di professione! Ho forse
io l'aspetto di un curato? In ogni caso, mio caro, se siete interprete,
bisogna confessare che non siete fra i pi noti!
Ma protest Robert con un mezzo sorriso.
Proprio cos afferm Roger con energia. Fate malissimo
il vostro mestiere. Non dirigete, ma siete diretto. Dite soltanto quelle
poche parole imparate in anticipo da una guida qualsiasi. E forse
questo il mestiere del cicerone?
Ma, infine ripet Robert.
Roger lo interruppe nuovamente. Con un affettuoso sorriso sulle
labbra, e la mano tesa, gli si era posto dinanzi e gli diceva:
Non insistete, dunque, a mantenere un incognito chiarissimo.
Professore come il mio bastone, cicerone come il mio sigaro avete
indossato un abito che non il vostro, mio caro, confessatelo.
Non il mio? ripet Robert.
Proprio cos. Siete entrato nella pelle del cicerone-interprete
cos come si indossa un abito preso a prestito.
Robert trasal Che le sue intenzioni fossero buone non era
possibile dubitarne. Avrebbe ora rifiutato con orgogliosa ostinazione,
solo com'era, l'amicizia che gli veniva offerta con tanta fiducia?
E vero disse.
Diamine! disse tranquillamente Roger, stringendogli la
mano e trascinandolo in un'amichevole passeggiata. Da un pezzo
lo avevo indovinato. Un uomo che ha ricevuto una buona educazione
ne riconoscerebbe un altro anche sotto lo strato di carbone di un
fochista. Ora che avete cominciato, spero che non lascerete a met le
vostre confidenze. Che cosa vi ha spinto ad accettare questo posto?
Robert sospir.
Sarebbe insinu il compagno.
Sarebbe?
L'amore?
No disse Robert. La povert.
Roger si ferm di colpo e prese fra le sue la mano del compatriota.
La cordialit del gesto commosse Robert e lo indusse ad avere
fiducia.
La povert! Su, mio caro, parlatemene. Si dice che parlare
dei propri mali sia un conforto; non troverete mai altri pronto ad
ascoltarvi con pi simpatia di me. I vostri genitori?
Sono morti.
Tutti e due?
Tutti e due. Mia madre, quando avevo quindici anni; mio
padre, sei mesi fa. Fino allora avevo condotto la vita che menano i
giovani ricchi, molto ricchi anche, ed soltanto dopo la morte di mio
padre
Capisco disse Roger, con tono di profonda simpatia.
Vostro padre era una persona di mondo, gaudente
Non lo accuso! lo interruppe Robert. E stato sempre
buono con me; con mano e cuore sempre aperti. Per il resto, era
libero di organizzare la sua vita a modo suo. Comunque sia, mi sono
trovato dopo alcuni giorni letteralmente senza un soldo. Ci che
possedevo pass nelle mani dei creditori all'atto della successione:
due settimane dopo la morte di mio padre non mi restava quasi pi
nulla. stato allora necessario pensare a guadagnarmi il pane.
Disgraziatamente, poco abituato alle difficolt di una vita del genere,
confesso che per un istante mi sono sentito perso. Invece di tenere
testa all'uragano, di rimanere a Parigi e di sfruttare le mie relazioni,
mi sono vergognato della mia nuova condizione e sono partito per
Londra, ove in breve tempo ho esaurito le mie ultime risorse. Per
fortuna ho ottenuto un posto di insegnante. Cominciavo a
riprendermi del colpo e a fare progetti, come ad esempio quello di
andare a cercare fortuna in qualche colonia francese, quando mi sono
ritrovato nuovamente sulla strada. stato necessario allora
approfittare della prima occasione. Quella occasione portava il nome
di Thompson. Ecco, in poche parole, la mia storia.
Non allegra dichiar Roger. Ma non avete detto che
avevate cambiato nome.
vero.
Qual il vostro vero nome? Al punto in cui siamo sarebbe
forse un'indiscrezione chiedervelo?
Robert sorrise con un po' d'amarezza.
Dio mio, ho gi detto tanto! Vi chiedo soltanto di mantenere il
segreto per non fare di me la favola di bordo. Del resto, come vi ho
gi confessato, per un amor proprio che ora mi appare sciocco, che
mi sono permesso questo ridicolo battesimo. Non volevo che il mio
vero nome si prestasse a canzonature. Mi sembrava di scendere in
basso. Quali sciocchezze! Allora mi sono divertito a inventare un
nome nuovo. Non ho trovato nulla di meglio che fare puerilmente
l'anagramma del mio.
In Morgand, dunque?
In Morgand c' Gramond. Aggiungetevi una particella che in
questo momento mi utilissima, e il titolo di marchese che mi rende
incontestabilmente grandi servigi, e conoscerete la mia completa
personalit.
Roger aveva emesso un'esclamazione.
Diamine! esclam. Sapevo perfettamente di avervi
conosciuto! Se ne avete memoria, dovreste ricordarvi che quando
eravamo ragazzini a volte ci vedevamo. Ho avuto l'onore di essere
ricevuto da vostra madre. Credo anche che siamo vagamente cugini.
Ci esatto conferm Robert. Me ne sono ricordato non
appena ho sentito pronunciare il vostro nome.
E avete persistito a mantenere il vostro incognito! protest
Roger.
Perch venirne meno? disse Robert. Sono state le
circostanze da voi richiamate alla memoria che mi hanno indotto a
rispondere alle vostre domande.
Per un istante i due compatrioti passeggiarono in silenzio.
E il vostro impiego di interprete? chiese Roger
bruscamente.
Ebbene? disse Robert.
Volete lasciarlo? superfluo dirvi che sono a vostra completa
disposizione.
E come potrei rimborsarvi? No, no, caro signore. Sono
sensibile alle vostre offerte pi di quanto non saprei dire, ma non
posso accettarle. Se mi sono ridotto alla miseria e se ho lasciato il
mio Paese proprio per non dovere nulla ad alcuno. E in ci sono
testardo.
Del resto, avete ragione disse Roger con aria pensosa.
I due compatrioti passeggiarono ancora a lungo sottobraccio; a
poco a poco anche Roger si avventur sulla china delle confidenze:
non mai senza motivo che due giovani aprono il cuore l'uno
all'altro. Nel separarsi, i due compagni di passeggiata avevano visto
abbattute le barriere che li separavano: il Seamew ora trasportava due
amici!
Robert ricav un'ottima impressione dall'imprevisto cambiamento:
la solitudine morale che lo agghiacciava da oltre sei mesi aveva
avuto termine. Interprete per tutti gli altri, gli sarebbe stata di grande
aiuto la coscienza di avere riacquistato, sia pure agli occhi di una sola
persona, la propria dignit.
Immerso in quei piacevoli pensieri egli accese la candela e si
diede allo studio di Madeira e di Funchal. Le amichevoli prese in
giro di Roger gliene avevano fatto sentire la necessit. Si affrett a
recuperare il tempo perduto e studi la sua guida fino a tarda notte.
Quando son l'ora della partenza egli era preparatissimo e pronto a
rispondere a ogni interrogazione.
Per andare sulla riva, distante circa mezzo miglio, non si
dovevano adoperare i canotti della nave. Il mare, sempre dirompente
a Funchal, vi rendeva difficile l'approdo. L'aiuto delle imbarcazioni
del paese e di marinai molto pratici della costa era necessario alla
sicurezza dei passeggeri.
Sapete, professore disse Thompson a Robert, imbarcandosi
con lui a Madeira tutti parlano inglese. Per voi, quindi, sar una
specie di vacanza. Se volete trarre profitto della tavola comune,
andate alle 11 all'Albergo d'Inghilterra e alle 8 della sera a bordo.
In breve, le imbarcazioni, con in testa quella di Thompson,
giunsero sulla riva. Gli approdi purtroppo erano ingombri. Era giorno
di mercato, come disse un marinaio, e i passaggi erano ostruiti da
barche di ogni specie, dalle quali veniva fuori un assordante
concerto. Gli animali ammucchiati in quelle barche grugnivano,
muggivano, belavano. Ciascuno di essi, nella propria lingua,
manifestava abbondantemente la propria preoccupazione.
Venivano sbarcati l'uno dopo l'altro; sbarco poco complicato,
perch consisteva nel gettarli in acqua, con accompagnamento di
risate e di grida. I passeggeri del Seamew dovettero mettere piede a
terra in mezzo a quel gregge rumoroso, sotto gli occhi di un pubblico
duplice e dissimile. Indifferenti, coloro che sul greto accoglievano gli
animali destinati al mercato; attenta, la folla elegante, in gran parte
composta da inglesi, che in secondo piano passeggiava sulla diga
cercando qualche viso noto fra quelli dei nuovi arrivati.
Del resto, a parte la speranza di scoprire un amico fra i visitatori
della loro isola, questi passeggiatori non potevano fare a meno di
interessarsi alle manovre di sbarco. C'era sempre qualche attimo
d'incertezza, non privo di una certa attrattiva, tranne che per gli
attori.
Giunti a una ventina di metri dal greto, i marinai addetti al
trasporto si fermavano e aspettavano l'onda che li avrebbe condotti
fin sulla riva, fra un turbine di schiuma pi spaventoso che
pericoloso. I marinai sceglievano il momento pi adatto con notevole
abilit e un atterraggio mancato capitava molto di rado.
Quel giorno, tuttavia, ne sarebbe capitato uno. Arrestatasi un po'
troppo lontana dalla riva, un'imbarcazione non vi fu sospinta
completamente dall'onda, la quale nel ritirarsi la lasci a secco. I tre
occupanti si affrettarono allora a lasciarla, ma raggiunti nel correre
da una sferzante seconda ondata furono gettati a terra, rotolati,
inzuppati, mentre i loro canotti venivano rovesciati. Il bagno fu
completo. Quei tre passeggeri non avevano nulla da invidiare ai
vitelli e ai montoni che continuavano a emettere penosi muggiti.
Chi erano quei tre passeggeri? N pi e n meno che i signori
Edward Tigg, Absyrthus Blockhead e il baronetto sir George
Hamilton. Nella confusione della partenza si erano trovati insieme
proprio per fare la conoscenza di Madeira in quel modo originale.
I tre involontari bagnanti presero l'avventura in maniera assai
diversa. Tigg, con flemma: non appena l'onda lo ebbe lasciato a
secco si scosse con
filosofia e si allontan tranquillamente dal pericolo di essere
nuovamente raggiunto dal perfido elemento. Aveva udito il grido
lanciato da miss Mary e da miss Bess Blockhead? Se lo aveva udito
egli ritenne modestamente che gridare un fatto spontaneo quando si
vede il proprio padre ruzzolare sul greto come un ciottolo.
Il loro padre, invece, esultava. Intorno a lui si rideva, ma egli
rideva molto di pi. Avere corso il rischio di annegare lo mandava in
visibilio. I marinai maldestri, causa del disastro, dovettero
trascinarselo via; se non lo avessero fatto egli avrebbe atteso
estasiato un'altra doccia, nello stesso posto in cui aveva ricevuto la
prima. Felice temperamento quello del droghiere onorario!
Se Tigg fu tranquillo e Blockhead allegro, Hamilton invece rimase
corrucciato. Appena rialzatosi, fra le risate di coloro che avevano
assistito a quel bagno intempestivo, and verso Thompson che, sano
e salvo, stava a guardare. Senza dire parola mostr i suoi vestiti
inzuppati d'acqua a colui che egli considerava responsabile dei suoi
mali.
Thompson si rese conto che doveva dedicarsi a lui in quella
circostanza e si mise a disposizione dello sfortunato passeggero. Gli
venne offerta una barca per fare ritorno a bordo e cambiarsi d'abito:
Hamilton rifiut decisamente.
Io, imbarcarmi nuovamente in uno di questi infami canotti?
Il furore di Hamilton cresceva anche a causa della presenza di
Saunders, il quale con occhio beffardo aveva assistito allo sbarco
movimentato. Perch mi avete abbandonato ieri? Sono asciutto, io!
sembrava dire ironicamente al baronetto.
In tal caso rispose Thompson a meno che qualcuno dei
vostri compagni
Perfettamente! lo interruppe Blockhead. Andr io a
prendere a sir George Hamilton ci che gli serve. A me non dispiace
affatto
Che cosa avrebbe potuto recare dispiacere al buon droghiere? Non
certamente l'eventualit di prendere un secondo bagno!
Non ebbe questa gioia. Il suo secondo viaggio non incontr
incidenti e i vestiti del baronetto giunsero asciutti a destinazione.
La maggior parte dei passeggeri si era gi dispersa. Robert era
stato subito accaparrato da Roger.
Siete libero? gli aveva chiesto.
Completamente aveva risposto Robert. Il signor
Thompson mi ha dato or ora questa buona novella.
Non potreste allora pilotarmi per un po'?
Con molto piacere aveva dichiarato il nuovo amico
dell'ufficiale.
Ma dopo i primi passi quest'ultimo si era fermato e, con aria
ironica, aveva detto:
Non mi farete smarrire la strada, almeno!
Siate tranquillo aveva risposto allegramente Robert, il quale
aveva appena terminato di studiare la sua pianta di Funchal.
E infatti egli si sbagli soltanto cinque volte nella prima mezz'ora,
con grande spasso di Roger.
Sbarcati quasi di fronte alla torre che sorregge l'albero delle
segnalazioni, i due viaggiatori si erano subito cacciati nelle vie strette
e tortuose di Funchal. Non avevano ancora percorso cento metri che
dovettero rallentare il passo; presto furono costretti persino a
fermarsi, con una smorfia di dolore rivolta al selciato che
martirizzava i loro piedi. Non c' selciato pi inumano in nessuna
parte del globo, fatto di schegge basaltiche dalla punta tagliente che
la spuntano sulle scarpe pi resistenti. Non era il caso di pensare al
marciapiede: il marciapiede era un lusso sconosciuto a Madeira.
La sala da pranzo dell'Albergo d'Inghilterra riun alle 11 tutti i
passeggeri del Seamew, fatta eccezione per i due giovani sposi,
sempre invisibili, e per J ohnson, il quale ricominciava il solito
scherzo delle Azzorre.
La colazione fu assai differente da quella di Faial. I turisti
apprezzarono vivamente la diversit e convennero che l'agenzia
teneva fede per la prima volta alle proprie promesse. Avrebbero
potuto credersi in Inghilterra, senza la marmellata di patate prodotta
dalle religiose del convento di Santa Clara, la quale venne servita alla
fine. Questa leccornia esotica, piuttosto insipida, non incontr alcun
favore presso i convitati.
Dopo colazione, Roger accaparr nuovamente Robert e gli disse
che contava assolutamente su di lui perch lo guidasse attraverso
Funchal, in compagnia della famiglia Lindsay.
In ogni caso gli disse a quattr'occhi non possiamo
imporre alle signore una passeggiata molto lunga sul bellicoso
selciato del quale stamane abbiamo sperimentato il cattivo umore.
Questo paese forse privo di vetture?
Non ci sono vetture con ruote rispose Robert.
Diamine! disse Roger, perplesso.
C' di meglio, per.
Che cosa?
La portantina.
La portantina! Magnifico! Una passeggiata in portantina sar
deliziosa. Ma dove trovare queste benedette portantine, sapiente
cicerone?
In piazza Chafariz rispose Robert, sorridendo. Se volete,
vi condurr.
Sapete anche il nome delle vie, ora! esclam Roger, stupito.
Dopo avere pregato Alice e Dolly di attenderli, Roger usc con il
suo compatriota. Ma, lungo la via, la conoscenza di quest'ultimo si
trov in difficolt. Dopo un po' dovette subire l'umiliazione di farsi
indicare la strada.
Anch'io avrei potuto fare come voi disse impietosamente
Roger. La vostra guida non contiene dunque la pianta della citt?
La piazza Chafariz, molto vasta e con una fontana ornamentale in
mezzo, brulicava di campagnoli venuti per il mercato. I due francesi
rintracciarono senza fatica il posto delle portantine e noleggiarono
due comodi veicoli.
Quando Alice e Dolly vi ebbero preso posto, il gruppetto si mise
in marcia.
Cominciarono con l'andare a vedere il Palacio So Loureno, di
cui costeggiarono le fortificazioni irregolari, fiancheggiate da torri
rotonde dipinte di giallo, dietro le quali ospitato il governatore di
Madeira. Poi, ritornando verso oriente, attraversarono il giardino
pubblico, molto bello e molto ben tenuto, il quale si estende accanto
al Teatro di Funchal.
Soltanto quando raggiunsero la cattedrale le signore
abbandonarono le loro portantine; ma avrebbero potuto risparmiarsi
lo sforzo, perch tale edificio del XV secolo aveva perduto ogni
caratteristica a causa dei restauri inflittigli ripetutamente dalla troppo
conservatrice amministrazione locale.
Poich Robert afferm che le altre chiese non meritavano la fatica
di essere visitate, si diressero verso il convento dei Francescani, nel
quale, diceva Robert, c'era da vedere una curiosit.
Per recarsi al convento i turisti dovettero attraversare quasi tutta la
citt. Fiancheggiate da case bianche dalle persiane verdi e adorne di
balconi di ferro, le vie si susseguivano, ugualmente sinuose, sempre
prive di marciapiede e selciate con i soliti impietosi ciottoli. Al
pianterreno si aprivano negozi dall'aspetto attraente; ma a vedere la
povert delle cose messe in mostra, c'era da dubitare che il
compratore meno esigente potesse uscirne soddisfatto. Alcuni
magazzini offrivano agli interessati i prodotti speciali di Madeira. Si
trattava di ricami, merletti in filo di agave, stuoie, mobiletti a
intarsio. Nelle vetrine dei gioiellieri erano esposti molti braccialetti, i
quali rappresentavano una piccola eclittica, con incisi i segni dello
zodiaco.
Ogni tanto occorreva scansarsi per lasciar passare qualcuno che
veniva in senso opposto. Si vedevano pochi pedoni. Coloro che
passeggiavano lo facevano generalmente in portantina, qualche volta
a cavallo, e in questo caso erano seguiti dall'infaticabile arriero, o
mulattiere, incaricato di dare la caccia alle zanzare. A Madeira,
larriero era un tipo altamente specializzato. A qualsiasi andatura
egli non rimaneva mai indietro. Trottava quando il cavallo trottava,
galoppava quando il cavallo galoppava e non chiedeva mai grazia,
qualunque fosse la rapidit e la lunghezza della marcia.
Altre volte, colui che passeggiava si crogiolava sotto il
baldacchino impermeabile di un carro, una specie di vettura a pattini
che poteva scivolare sulle pietre levigate. Tirato da buoi ornati da
campane, il carro avanzava con prudente lentezza, condotto da un
uomo e preceduto da un ragazzo che faceva da postiglione.
Due grandi buoi aggiogati, con passo lento e tranquillo
cominci Roger, citando i noti versi di Boileau.
Portano a spasso per Funchal quest'inglese indolente
termin Robert completando il verso.
A poco a poco, tuttavia, le caratteristiche della citt mutavano. I
negozi si facevano meno numerosi, le vie pi strette e pi tortuose, il
selciato pi scabroso. Nel contempo, la salita si accentuava. Si
giungeva nei quartieri poveri, le cui case addossate alle rocce
lasciavano vedere attraverso la finestra il misero mobilio. Quelle
oscure e umide abitazioni fornivano la spiegazione del perch mai la
popolazione dell'isola era decimata da malattie che sarebbero dovute
essere sconosciute sotto quel clima felice: la scrofolosi e la lebbra,
per non parlare della tisi che gli inglesi, venuti qui per guarirne, vi
hanno invece acclimatata.
I portatori non erano affatto scoraggiati dalla ripidit della salita.
Con passo uguale, sicuro e forte, proseguivano il cammino
scambiando qualche bongiorno nel passare.
Lungo quei sentieri ripidi non si incontravano carri, ma una specie
di traino mirabilmente adatto per le salite di montagna, il carrihno, il
quale li sostituiva. Se ne vedevano passare a ogni istante, scivolando
a grande velocit, guidati da due uomini robusti a mezzo di corde
fissate alla parte anteriore del veicolo.
Le signore misero piede a terra dinanzi al convento dei
Francescani, quasi in cima alla salita. La curiosit annunciata
consisteva in una vasta sala che serviva da cappella, con 3000 teschi
umani incrostati alle pareti. N il cicerone n le loro guide furono
nella possibilit di spiegare ai viaggiatori l'origine di quella bizzarria.
Contemplata a sufficienza la curiosit, si ridiscese la china; i
due pedoni non tardarono a rimanere indietro, incapaci di seguire il
traino su quel selciato al quale essi non risparmiavano gli epiteti pi
scortesi.
Che modo orribile di mantenere le vie! esclam Roger,
fermandosi. -Vi dispiacerebbe se prendessimo fiato per un istante, o
se almeno rallentassimo il passo?
Stavo per proporvelo rispose Robert.
A meraviglia. Approfitto del fatto che siamo soli per
presentarvi una richiesta.
Roger disse allora al compagno che le signore Lindsay e lui
avevano progettato, per il giorno seguente, una gita all'interno
dell'isola. Nel corso di quella gita un interprete sarebbe stato
necessario, e Roger faceva assegnamento sul suo nuovo amico.
Non credo che mi sia possibile disse Robert.
Perch? chiese Roger.
Perch appartengo a tutti i turisti e non ad alcuni di essi.
Non formeremo un gruppo a parte rispose Roger.
Verranno con noi tutti quelli che lo vogliono. Gli altri non hanno
bisogno di interpreti; a Funchal tutti parlano inglese; e poi citt e
cappella si possono visitare in un paio d'ore. Ci riguarda il signor
Thompson, dopo tutto, al quale parler stasera.
In fondo alla discesa i due francesi raggiunsero le compagne,
bloccate da un gran numero di persone che andavano verso una casa
dalla quale giungevano risate ed esclamazioni.
In breve si form un corteo, il quale si mise in marcia e sfil
dinanzi ai turisti al suono di un'allegra musica e di canti festosi.
Roger emise un'esclamazione di stupore.
Ma ma Dio mi perdoni! Ma un funerale!
E infatti, dopo le prime file del corteo, si vide, sulle spalle di
quattro portatori, una specie di barella, sulla quale era disteso il
corpicino di una bambina.
Dal posto in cui si trovavano, i turisti potevano distinguere
persino i minimi particolari. Vedevano la fronte della piccina
circondata di fiori bianchi, gli occhi chiusi e le manine congiunte del
cadaverino che veniva condotto alla tomba in una specie di tripudio
collettivo.
Credere che si trattasse di una cerimonia d'altro genere e che la
bambina non fosse morta sarebbe stato impossibile. Non ci si poteva
sbagliare dinanzi a quella fronte cadaverica, al nasino affilato, alla
rigidit dei piedini che uscivano dalle pieghe della veste e alla
definitiva immobilit della piccola creatura.
Che mistero mai questo? mormor Roger, mentre la folla
passava lentamente.
Non c' nulla di misterioso rispose Robert. In questo
paese religioso e cattolico si ritiene che i bambini, poich sono puri e
senza peccato, vadano direttamente a prendere posto fra gli angeli del
cielo. Perch piangerli dunque? Non ci si deve, invece, rallegrare
della loro morte tanto pi quanto pi ci sono stati cari sulla terra?
Ecco il perch dei canti festosi da voi ascoltati. Dopo la cerimonia gli
amici della famiglia verranno in gran numero a complimentarsi con i
genitori della piccola morta, i quali dovranno chiudere nel proprio
cuore il loro umano e profondo dolore.
Che strana consuetudine! disse Dolly.
Strana disse Alice sottovoce ma anche bella, tenera e
consolante. Non appena all'albergo, nel quale i turisti dovevano
raccogliersi prima di
fare ritorno al Seamew, Roger rivolse la sua richiesta a Thompson,
e questi fu felice di potersi sbarazzare in quel modo di bocche
costose. Non soltanto accolse la richiesta senza alcuna difficolt, ma
fece anche molta propaganda in favore di quella gita non ufficiale.
Le adesioni che egli raccolse furono poche. Perch aggiungere
un'altra spesa a un viaggio gi molto costoso?
Una persona non mercanteggi la sua approvazione e, senza
esitare, dichiar di volersi unire ai gitanti. Giunse persino a
complimentarsi con Roger per la sua idea.
Caro signore gli disse, ad altissima voce avreste dovuto
essere voi a organizzare, nel nostro interesse, l'intero viaggio!
Chi avrebbe potuto essere quell'insolente passeggero se non
l'incorreggibile Saunders?
Elettrizzato da quell'episodio, il baronetto diede anch'egli la sua
adesione; la stessa cosa fece Blochkead, dichiarandosi felicissimo ma
senza spiegarne il motivo.
Nessun altro passeggero si un alla comitiva.
Saremo otto, dunque concluse J ack, con semplicit.
Alice aggrott la fronte e guard il cognato severamente. In
considerazione dei loro attuali rapporti non avrebbe egli dovuto
mostrare maggiore riserbo? Ma J ack si era girato da un'altra parte e
non vide ci che non voleva vedere.
La signora Lindsay dovette trattenere nel proprio cuore lo
scontento e il suo umore, solitamente sereno, ne fu offuscato.
Quando i passeggeri del Seamew, eccetto quelli che dovevano
partecipare alla gita del giorno seguente, fecero ritorno a bordo, ella
non pot fare a meno di rimproverare a Roger di avere reso pubblico
il loro progetto. Roger fece del suo meglio per scusarsi; aveva
creduto che un interprete avrebbe potuto risultare utile nell'interno
dell'isola. Inoltre, aggiunse senza ridere, il signor Morgand, per la
conoscenza che aveva del paese, avrebbe potuto servire loro da
guida.
Forse avete ragione rispose Alice, senza disarmare.
Tuttavia, sono un po' seccata, debbo pur dirvelo, di averlo aggregato
al nostro gruppetto.
Perch? chiese Roger, sinceramente stupito.
Perch rispose Alice la gita dar ai nostri rapporti, per
necessit di cose, un certo carattere di intimit. Ci per due donne
una faccenda delicata, specialmente quando si tratta di una persona
come il signor Morgand. Sono d'accordo con voi che le apparenze
sono molto lusinghiere. Ma, dopo tutto, si tratta di un uomo che
occupa un posto subalterno, che non si sa da dove venga, che non
offre alcuna base e che non ha fra noi alcun garante.
Roger ascolt con sorpresa quella esposizione di principi cos
insolita sulla bocca di una cittadina della libera America. La signora
Lindsay lo aveva abituato fino allora a meno riserbo. Ora constatava,
non senza provarne un misterioso piacere, la strana attenzione che
una donna, posta tanto al disopra di un interprete per il suo denaro, si
degnava di concedere a quell'umile funzionario dell'Agenzia
Thompson. Come! ella parlava di poter avere con lui rapporti
intimi o meno! Si preoccupava delle sue origini e le dispiaceva che
egli non avesse alcun garante!
Scusate! la interruppe. Egli ne ha.
Chi ha?
Me. Io mi rendo garante, formalmente per lui, nei vostri
confronti disse con seriet Roger. E con un amabile saluto si
affrett a congedarsi.
La curiosit la passione principale delle donne; le ultime parole
di Roger avevano svegliato quella della signora Lindsay. Tornata
nella sua camera non aveva potuto prendere sonno. L'enigma che le
era stato allora sottoposto la snervava; d'altra parte era irritata per la
falsa situazione in cui si trovava nei confronti del cognato. Perch
non lasciare la nave? Perch non abbandonare quel viaggio che non
avrebbe dovuto mai intraprendere? Quella soluzione sarebbe stata la
sola logica. Essa avrebbe rimesso ogni cosa al posto giusto. Alice era
costretta a riconoscerlo e tuttavia, dentro di s, un'insuperabile
riluttanza si opponeva sordamente a quella decisione.
Apr la finestra e bagn deliziosamente il viso nella brezza tiepida
della sera.
Era una notte di luna nuova. Cielo e mare erano neri ma
punteggiati di luci: in alto, le stelle, i fuochi delle navi all'ancora, in
basso.
Agitata da confusi pensieri, Alice rimase a lungo come in sogno
dinanzi allo spazio che un'ombra misteriosa ricopriva, mentre dalla
spiaggia giungeva fino a lei l'eterno lamento dei ciottoli della riva.
CAPITOLO XIV
IL CVRRAL DAS FREIAS
IL GIORNO seguente, le otto portantine si trovarono puntualmente
dinanzi all'Albergo d'Inghilterra. Alle 6, la piccola carovana si mise
in cammino, nella frescura deliziosa del mattino.
Al passo allegro dei suoi 16 portatori, scortata da altri 16 portatori
di ricambio, essa s'inoltr sulla Strada Nuova e per un'ora e mezzo
circa costeggi il mare, lungo questa via ben tenuta. Prima delle 8 si
fece una breve sosta a Cmara de Lobos; poi si attacc la montagna
lungo un sentiero che per la sua ripidit era stato chiamato Mata
Boes, e cio Ammazza buoi.
Il sentiero dove i buoi soccombevano, gli uomini lo affrontarono e
lo domarono: era affascinante vedere il comportamento dei portatori.
Per due ore, dandosi il cambio ogni quindici minuti, essi
proseguirono lungo l'aspra salita con sforzo uguale, senza un
lamento. Verso le 10 ripresero fiato. In quel punto la strada
attraversava un piccolo torrente, allora asciutto, e il selciato faceva
posto alla terra riposante.
Dopo un'altra ora di marcia, attraversato un bosco di vecchi
castagni, una steppa desolata, nella quale sopravvivevano di un'antica
foresta soltanto alcuni abeti, e infine una landa ricoperta di erica
odorosa, i portatori si fermarono nei pressi di una rudimentale
barriera oltre la quale apparivano i muri rossi della Quinta de
Campanario.
Un tempo elegante dimora, questa quinta non pi che una
rovina. Invece di cercarvi rifugio per farvi colazione, i turisti
preferirono sistemarsi all'aria aperta, in un posticino che i portatori
sbarazzarono dei rovi e delle pietre, oltre che dei detriti di ogni
specie che la sporcizia di Madeira vi aveva ammucchiato. Le
provviste furono tirate fuori dai sacchetti e una tovaglia bianca
ricopr il suolo. La tavola, insomma, assunse un aspetto attraente.
Mentre essa veniva apparecchiata sotto la sorveglianza di Robert,
i turisti diedero un'occhiata allo splendido panorama e poi andarono
ad ammirare i due castagni che s'innalzavano in prossimit della
quinta, il pi grosso dei quali, vera curiosit dell'isola, superava gli
11 metri di circonferenza.
L'appetito, stimolato dalla faticosa ascensione, li ricondusse presto
verso l'improvvisata tavola. Sorpresa spiacevole: attorno ad essa
avevano fatto cerchio alcune pecore e pochi ragazzi cenciosi. Con
minacce e con qualche soldo di elemosina il gregge venne
allontanato a fatica. Lo stomaco meno delicato non avrebbe potuto
resistere alla loro presenza.
I viaggiatori erano appena a met del pasto quando la loro
attenzione fu attratta da uno strano personaggio, apparso sulla soglia
della porta della quinta in rovina. Sporco, vestito di poveri stracci,
con il viso color mattone aureolato da una barba ispida e da una
scarmigliata criniera di capelli che, se puliti, sarebbero stati bianchi,
questo personaggio, appoggiato allo stipite della porta, guardava il
gruppo affamato. Alla fine, con passo indolente, si avvicin ai turisti.
Siate i benvenuti a casa mia disse, sollevando ci che
rimaneva di un ampio sombrero, del quale sopravvivevano soltanto
le tese.
Casa vostra? ripet Robert, alzandosi e restituendo il saluto
al cortese proprietario.
A casa mia, alla Quinta de Campanario.
In tal caso, seor, vogliate scusare i turisti stranieri per la
libert con la quale hanno invaso la vostra propriet.
Scuse inutili protest l'uomo, in un inglese abbastanza
comprensibile. Sono felicissimo di offrirvi ospitalit.
Robert e i suoi compagni lo osservavano con sorpresa. I loro
sguardi andavano dalla sua misera persona alla stamberga in rovina
che serviva di alloggio a quel bizzarro proprietario, il quale sembrava
compiacersi dello stupore dei suoi ospiti.
Permettetemi disse di presentare me stesso alle signore,
poich nessuno pu rendermi questo servigio. Spero che vorranno
perdonare la scorrettezza a don Manuel de Goyaz, loro umile
servitore.
A dire il vero, sotto i suoi stracci il nobile pezzente aveva modi
signorili. Aveva recitato la sua tirata in uno stile eccellente fra l'altero
e il familiare. La sua cortesia, tuttavia, non poteva impedire ai suoi
occhi di parlare. Ipnotizzati e attratti da ci che vedevano, essi
andavano dal pasticcio al prosciutto, accarezzavano le bottiglie
tentatrici, proclamando con molta eloquenza i lamenti di uno
stomaco affamato.
Alice ebbe piet del disgraziato ospite. Con i suoi modi
caritatevoli, ella invit il seor don Manuel de Goyaz a prendere
parte alla colazione.
Grazie, seora, accetto di gran cuore rispose senza farsi
pregare. Vi prego di non credere di far colazione in cattiva
compagnia. L'aspetto un po' frusto cela ai vostri occhi un morgado
(un signore), come qui siamo chiamati; voi vedete in me uno dei pi
ricchi proprietari terrieri di Madeira.
Dinanzi allo sguardo dubbioso dei turisti don Manuel si mise a
ridere.
Ah! Ah! esclam vi chiederete senza dubbio come siano
gli altri. Ebbene, i loro abiti sono pi logori dei miei, le loro case
hanno meno pietre della mia quinta, ecco tutto! Come vedete, nulla
di pi semplice.
Nulla di pi semplice riprese in grazia delle leggi stupide
che governano questo paese. I nostri padri hanno dato in affitto con
contratti, che l'uso qui richiede di lunghissima durata, le terre che
non possiamo coltivare noi stessi. Questo contratto rimane propriet
del fattore. Egli lo cede, lo vende, lo lascia in eredit ai figli, e per
affitto versa al proprietario la met del suo reddito. Inoltre pu
innalzare muri, costruire case, fare tutte le costruzioni che ritiene utili
sulle terre che gli sono state affittate, e il proprietario, allo scadere
del contratto, per rientrare in possesso della sua propriet deve
riscattare tutto ci a prezzo di costo. Chi potrebbe mai farlo?
Proprietari in linea di principio, siamo dunque spogliati di fatto,
soprattutto dopo che l'invasione della fillossera ha permesso ai nostri
fattori di non pagare pi il canone con il pretesto che i loro introiti
sono nulli. Son vent'anni che dura questo stato di cose e voi ne
vedete il risultato. Ho avuto dai miei avi tanta terra da potervi
costruire una citt: ma non ho i mezzi per far riparare la mia casa!
Il viso del morgado si era fatto scuro. Tese meccanicamente il
bicchiere che gli venne subito riempito. Quella consolazione apparve
senza dubbio di suo gusto, perch spesse volte rinnov l'invito a farsi
riempire il bicchiere. Ora parlava poco, ma mangiava per quindici
giorni e beveva per un mese. Un po' per volta il suo sguardo si
addolc; i suoi occhi si fecero vaghi e poi teneri. Presto si chiusero
completamente, e il morgado, scivolando mollemente al suolo, si
addorment beatamente.
I viaggiatori non vollero svegliarlo per congedarsi da lui.
Si cerca assai lontano la soluzione della questione sociale
disse Roger, al momento di partire. Diamine, eccola! Con leggi
del genere i contadini non tarderanno a diventare signori!
E i signori a diventare contadini rispose malinconicamente
Robert. E, a loro volta, comportarsi da ribelli.
Roger non ebbe nulla da aggiungere e il gruppetto riprese il
cammino in silenzio.
Sfamati e riposati, i portatori procedevano con passo svelto; del
resto, la strada era in discesa. In meno di mezz'ora, uno stretto e
capriccioso sentiero condusse i gitanti sino alla piccola piattaforma
naturale che costituiva la cima del Cabo Giro.
Da quella stretta cresta, essi scorgevano la costa meridionale
dell'isola. Dinanzi a loro stagliava il suo profilo quella di Porto
Santo, priva di alberi e di boschi. A occidente era la borgata di
Calheta, con uno sfondo di montagne alte e nebbiose; a oriente,
Cmara de Lobos, Funchal e il Capo So Loureno.
Ma i chilometri che occorreva percorrere prima del tramonto non
consentivano lunga contemplazione. Ci si rimise quindi
frettolosamente in marcia e sulla strada, presto raggiunta, i portatori
avanzarono con passo svelto.
Se quel modo di viaggiare riposante, certamente anche il meno
adatto alla conversazione. Isolati gli uni dagli altri, nell'impossibilit
di scambiarsi le proprie impressioni, i viaggiatori si lasciavano
cullare con indolenza guardando sfilare sotto i loro occhi il
bellissimo paesaggio.
La strada ora montava e ora si abbassava, ma a ogni nuova valle
l'altezza media aumentava mentre la vegetazione mutava. A poco a
poco le specie tropicali fecero posto alle specie delle regioni
temperate. Querce, cedri e aceri sostituirono palmizi, felci e cactus.
Nelle discese o lungo le coste i portatori infaticabili mantenevano
lo stesso passo lungo ed elastico. Dopo essere discesi in fondo alle
valli, risalivano la cresta successiva per ridiscendere e risalire ancora,
instancabilmente. Avevano fatto quella fatica ben tredici volte,
quando apparve, nel sole morente, il borgo di Magdalena.
Un quarto d'ora dopo le portantine si fermarono dinanzi a un
albergo di discreto aspetto, fra un mucchio di bambini cenciosi che
chiedevano la carit con alte grida.
Per allontanarli Robert e Roger distribuirono inutilmente
indulgenti scappellotti. Fu Saunders a trovare l'unico mezzo
effettivamente pratico per allontanarli. Dopo aver attinto dal taschino
del panciotto una manciata di monetine e averle attentamente
contate, lanci il tesoro in aria. La banda, avida, si precipit subito a
raccoglierle mentre Saunders, traendo di tasca il taccuino, prendeva
nota della spesa. Fatto ci, nel rimettere il taccuino in tasca si volt
verso Robert che aveva seguito con interesse quel maneggio.
Voi potrete confermare al signor Thompson che ho preso
regolarmente nota della spesa gli disse con voce aggressivamente
stridente.
Il giorno seguente ci si rimise in cammino all'alba. La tappa
sarebbe stata lunga e faticosa, soprattutto da Magdalena a So
Vicente, dove si sarebbe dormito.
Per circa due chilometri si rifece la strada percorsa il giorno
precedente, poi i portatori piegarono a sinistra e s'inoltrarono lungo
un sentiero da capre che serpeggiava in fondo a una stretta e tetra
valle.
Su quel sentiero ripido e cosparso di ciottoli, non fu possibile
avanzare sollecitamente, nonostante la loro buona volont. Dovettero
darsi il cambio a ogni istante, e rassegnarsi ogni quarto d'ora a fare
una breve sosta per riposare.
Verso le 10 la cima della salita non era ancora in vista quando si
fermarono ancora una volta. Nel contempo ci fu un vivace scambio
di domande.
Che cosa accaduto? chiese stizzito il baronetto.
Qualcosa ci impedisce di proseguire rispose Robert.
I compagni seguirono il suo esempio e misero anch'essi piede a
terra.
Che cosa successo? E possibile saperlo? chiese Alice a
sua volta.
Nulla di grave, signora Lindsay, tranquillizzatevi si affrett
a dirle Robert. Ci sar da subire un po' di leste, ecco tutto.
Di leste?
19

Guardate rispose l'interprete indicandole il mare.
Uno strano mutamento era avvenuto nell'atmosfera: una specie di
bruma giallognola infiammava l'orizzonte. In quella immensa nube
simile all'oro fuso l'aria tremava, come se fosse sottoposta a
eccessivo calore.
Quella nuvola spieg Robert ci annuncia un colpo di
vento proveniente dal Sahara: le guide cercano di proteggerci nel
modo migliore.
Come! esclam Hamilton ci dobbiamo fermare per
quella brutta nuvola?
Non aveva ancora finito di parlare che la meteora raggiungeva il
gruppo. In un attimo il calore aument in modo incredibile, mentre si
mescolava all'aria una finissima polvere di sabbia calda.
Neppure in citt sarebbe stato possibile difendersi da quel terribile
vento del deserto. La sabbia che esso trasporta al disopra dei mari
penetra ovunque, anche attraverso le finestre meglio chiuse. In quel
sentiero sprovvisto di qualsiasi riparo la situazione era molto pi
grave; in breve si fece insopportabile. L'atmosfera sembrava aver
perduto qualsiasi traccia di umidit. Foglie ingiallite in pochi minuti
volavano in quel soffio ardente; i rami assetati degli alberi
pendevano malinconicamente. L'aria diventava irrespirabile.
Inutilmente i turisti si coprirono il viso seguendo l'esempio delle

19
Vento caldo dell'est. (N.d.T.)
guide: ansimavano. Penetrando nei loro bronchi, la sabbia causava
accessi di tosse lacerante; una sete ardente cominciava a divorarli.
Una situazione del genere non poteva durare a lungo; per fortuna
Robert ne scopr il rimedio.
I fianchi del sentiero seguito dai viaggiatori erano solcati da una
di quelle levadas che formano la gloria di Madeira. Con un lavoro
gigantesco gli abitanti di Madeira avevano costruito nella loro isola
una rete di acquedotti in miniatura, destinati a portare l'acqua
potabile dalla vetta delle montagne fino ai luoghi abitati. Robert ebbe
l'idea di chiedere a quello pi vicino un soccorso efficace contro il
vento infocato venuto dal deserto africano.
A sua richiesta, uno sbarramento costituito da mucchi di pietre fu
innalzato nella levada, dalla quale presto l'acqua strarip per ricadere
in cascata e per chiudere, con un sipario umido, un'anfrattuosit
esistente nel fianco della collina.
Quella minuscola grotta era per troppo stretta perch tutti i turisti
potessero trovarvi rifugio. Alice e Dolly riuscirono a ripararvisi; un
terzo posto, rimasto disponibile, fu occupato a turno dagli uomini, i
quali si diedero il cambio ogni cinque minuti. La doccia che
subivano per entrare e per uscire dal rifugio faceva loro piacere.
Le guide dovettero fare a meno di quella brevissima tregua. Del
resto, siamo certi che soffrissero? Addossati alle rocce, con il capo
celato nell'ampio cappuccio, aspettavano immobili e pazienti.
Quella volta ebbero l'occasione di esercitare a lungo la loro
pazienza: alle 4, infatti, il vento soffiava ancora non meno infocato di
prima.
A un tratto un uccellino cominci a cinguettare. Altri uccellini gli
risposero subito. Poi, a una a una le foglie degli alberi si spiegarono e
le guide si raddrizzarono, allontanando il cappuccio.
Venti secondi dopo il leste cessava all'improvviso e gli succedeva
un venticello deliziosamente fresco.
L'impbate disse una guida, mentre i turisti lanciavano un
coro di esclamazioni entusiastiche.
Prima di rimettersi in marcia fu necessario fare colazione, anche
se con tanto ritardo. Si fece onore dunque alle provviste e ci si
disset alla benefica cascata, che si ebbe cura poi di eliminare.
Quelle cinque ore di ritardo complicavano purtroppo le cose.
Senza alcun dubbio non sarebbero giunti a So Vicente prima di
notte.
Tale certezza rabbui il viso delle guide, quando, verso le 7, il
gruppo sbocc sul Paul da Serra, e cio sulla vasta piattaforma
situata a 1500 metri di altezza. In preda a evidente angoscia, in
silenzio, esse si affrettavano compatibilmente con le loro forze.
La loro angoscia parve cos evidente e cos sproporzionata alla
causa eventuale, che la signora Lindsay, inquieta, ne parl con
Robert in un momento in cui le loro portantine si trovarono
casualmente vicine durante una di quelle brevi soste che l'insolita
fretta delle guide rendevano sempre meno frequenti.
Robert la tranquillizz. Causa del crescente terrore delle guide era
l'avvicinarsi della notte. Anche in pieno giorno esse non avrebbero
attraversato senza tremare il Paul da Serra, che una leggenda locale
aveva eletto come soggiorno privilegiato dei demoni.
I turisti non ebbero motivo di lagnarsi di quei timori superstiziosi.
Appena giunti sul pianoro le portantine assunsero infatti un'andatura
vertiginosa. I portatori non marciavano ma correvano in silenzio, in
quel paesaggio desolato che il crepuscolo rendeva ancora pi triste.
La solitudine era quasi assoluta. Soltanto alcune greggi lontane
pascolavano la rara erba e il timo.
Poco prima delle 8 il gruppo aveva superato l'intera larghezza del
pianoro ed ebbe inizio la discesa mentre le guide manifestavano con
canti il loro sollievo.
La discesa fu paurosa lungo il sentiero quasi a picco, del quale le
ombre della sera accrescevano le difficolt. La stanchezza spense
presto i canti delle guide, che ora si davano il cambio ogni due
minuti.
Alle 9,30 si giunse finalmente a So Vicente dinanzi all'albergo, il
cui proprietario, cortese e premuroso, si fece in quattro per i suoi
viaggiatori in ritardo.
A So Vicente le guide con le loro portantine terminavano la loro
prestazione. Sui cavalli, condotti fino dal giorno precedente incontro
a loro, i turisti avrebbero percorso domani la strada che unisce il
borgo a Funchal.
Nel lasciare il giorno seguente l'albergo, situato in riva al mare,
essi attraversarono il villaggio di So Vicente elegantemente raccolto
in fondo a una valle verdeggiante che contrastava con le rocce
scoscese circostanti. Poi la strada si snod nuovamente a zig-zag e i
cavalli si inerpicarono lungo l'aspra salita.
Il tempo era cambiato sin dal giorno precedente. Non c'era pi il
leste, vero, ma il cielo non era pi azzurro. Cosa assai rara a
Madeira, il vento spingeva grosse nuvole che ingombravano le zone
basse dell'atmosfera. I turisti avevano percorso circa 200 metri,
allorch si immersero in un opaco nebbione che permetteva appena
di vedere la strada. L'aria satura di elettricit annunciava il
temporale. Persone e animali soffrivano a causa dell'eccesso di
elettricit. Le prime, in silenzio, non si avvantaggiavano delle
comodit che il nuovo mezzo di locomozione accordava alla
conversazione. Le bestie, a testa bassa e con le narici fumanti, si
inerpicavano faticosamente con il pelo gi imperlato di sudore.
Due ore dopo la partenza, raggiunto il Passo dell'Encuemada, i
turisti uscivano all'improvviso dalla nebbia. Sotto di essi, le nuvole
sospinte da una lieve brezza si sfrangiavano sulle vette delle
montagne; sopra le loro teste l'azzurro si stendeva libero di vapori,
mentre lo sguardo si spingeva fino alle lontane onde del mare.
A quell'altezza l'aria era fresca; cavalli e cavalieri godettero quindi
del cambiamento di temperatura. La strada per contro si faceva
sentiero ostacolando il procedere della cavalcata.
Al Passo dell'Encuemada aveva inizio per i turisti la discesa del
versante meridionale dell'isola. Da prima, essi dovettero costeggiare
l'interminabile rupe semicircolare della Rocha-Alta. Fattosi molto
stretto, il sentiero costeggiava una gola scoscesa in fondo alla quale
scorreva un torrente stranamente rimpicciolito dalla distanza.
Per un'ora e mezzo fu necessario avanzare in quel modo: la rupe
da una parte, il vuoto dall'altra. Nonostante l'aiuto degli arrieros,
questa parte del cammino cominciava a sembrare lunga agli
escursionisti quando, nell'uscire da uno stretto corridoio, la rupe
termin all'improvviso, mentre il sentiero, rifattosi strada, piegava a
destra.
Nessuno, per, ebbe fretta di procedere su quella strada; riunitisi
in gruppo, tutti guardavano.
Erano al margine dell'antico cratere centrale di Madeira. Dinanzi a
loro, a 800 metri di profondit, si apriva una voragine che non
sarebbe stato possibile descrivere. Tutti ammirarono stupefatti uno
dei pi bei quadri firmati dall'arte sublime del Creatore.
In silenzio essi spingevano lo sguardo in quella voragine un tempo
occupata dalla folgore e dal fuoco, quando, in tempi preistorici, tutta
l'isola bruciava come un enorme faro in mezzo all'immenso oceano.
A lungo il lampo era scaturito e la lava era colata da cento vulcani,
colmando il mare, respingendo le acque, creando rive. Poi la forza
plutonica era diminuita di intensit, i vulcani si erano estinti, il
brulotto inaccessibile era diventato l'isola dolce e materna alle
creature. L'ultimo, dopo che da secoli le onde battevano le rive ormai
raffreddatesi, quando tutti gli altri crateri si erano placati, l'ultimo era
dovuto ancora risonare di tuoni. Ma altri secoli erano trascorsi e le
sue collere si erano spente a loro volta. Le rocce fuse si erano
solidificate, lasciando fra di esse questo prodigioso abisso dalle
pareti selvagge; poi l'humus si era formato, le piante erano
germinate, un villaggio infine aveva potuto essere fondato l dove
l'incendio aveva rugghiato, e il cratere terribile era diventato il
Curral das Freias (Parco delle religiose) in fondo al quale
mormorava un ruscello.
Era tuttavia impressionante quel luogo in cui avevano brontolato
tutti i furori della Terra. Di quei furori esso portava i segni. Nessuno
avrebbe saputo descrivere le pareti vertiginose, il prodigioso
ammasso di rocce colossali, la fantasia contorta dei particolari.
Un cerchio di montagne accigliate lo circondava. Alla loro sinistra
i turisti vedevano le Torrinhas, che innalzavano le loro torri gemelle
a 1818 metri; dinanzi a loro era la cima pi alta di Madeira, il Pico
Ruivo, che sollevava fino a 1846 metri la sua fronte impennacchiata
di brume; alla loro destra, invece, c'era il Pico Arriero, alto 1792
metri.
Il fondo dell'abisso era stato ornato dal tempo di ammirevole
vegetazione, in mezzo alla quale apparivano, come punti e come un
filo, le case e il campanile di Libramento.
L'itinerario della gita comportava la discesa in quel villaggio, ove
si contava di fare colazione. Il gruppetto esitava tuttavia; appariva
impossibile far percorrere ai cavalli quel pauroso sentiero che, con
mille giri tortuosi, si cacciava nelle profondit del curral. Facili da
discendere, 800 metri sono difficili da risalire.
Gli arrieros tranquillizzarono i turisti. A partire da quel punto le
pareti del cratere si abbassavano continuamente: dopo avere seguito
il fondo per circa due miglia, ci sarebbero stati tutt'al pi 100 metri
da risalire per ritrovare la strada e i cavalli.
Appianata la difficolt, ebbe inizio l'inquietante discesa.
Il sentiero del resto era pi spaventoso che pericoloso; non per
questo risultava meno difficilmente praticabile alle donne: Alice e
Dolly dovettero accettare perci l'aiuto di Robert e di Roger.
Non era stato senza esitazione che Robert aveva osato offrire il
suo aiuto alla compagna di strada. Fino allora egli non l'aveva
abituata a simili libert; una sensazione confusa, tuttavia, lo incitava
a uscire un po' dal suo riserbo. Da quando quella gita era cominciata,
la signora Lindsay gli rivolgeva spesso la parola, gli comunicava le
sue impressioni, accettava e sembrava persino ricercare a volte la sua
compagnia. Robert, stupito e affascinato, si chiedeva se Roger non lo
avesse tradito.
Per quanto ne avesse il desiderio, egli non aveva abbandonato
tuttavia la normale fredda cortesia che si addiceva alla sua posizione;
all'inizio della discesa egli lasci a malincuore che la sua compagna
si dibattesse fra le difficolt del sentiero. C'erano altri, pi qualificati
di lui che avrebbero potuto offrirle una mano confortevole: il
baronetto, Saunders, J ack Lindsay soprattutto.
Ma Hamilton e Saunders sembravano occuparsi esclusivamente
della loro preziosa persona; J ack, invece, veniva per ultimo con aria
distratta. Se a volte si preoccupava della cognata era soltanto per
lanciarle qualche sguardo che avrebbe dato molto da pensare a colui
che lo avesse sorpreso. Non c'era nulla di tenero in verit, negli
sguardi che egli rivolgeva ad Alice e alla voragine che il sentiero
costeggiava. Forse non l'avrebbe spinta, ma non l'avrebbe certamente
trattenuta se ella vi fosse caduta per mancanza di controllo,
Robert era stato quasi costretto, quindi, a tenerla d'occhio. In un
tratto pi pericoloso degli altri, egli le aveva teso istintivamente la
mano, sulla quale Alice si era appoggiata con naturalezza sino in
fondo al entrai.
Abbandonate le altitudini, la temperatura si era fatta a mano a
mano soffocante. Al termine della colazione si alz di colpo un vento
fresco. Evidentemente il temporale era scoppiato: doveva piovere
sulle sommit dell'Arriero e del Ruivo, le cui cime si celavano dietro
impenetrabili vapori.
Nella valle non pioveva comunque. Se il cielo era grigio, la terra
rimaneva arida e non sembrava che quella situazione dovesse mutare.
Un indigeno, consultato al riguardo, si mostr tranquillizzante. Fece,
per, una smorfia di disapprovazione quando seppe che i turisti si
proponevano di seguire per due miglia il fondo del curral. Il suo
sguardo esitante fiss per un attimo la vetta incappucciata del Ruivo,
poi scosse il capo in modo poco rassicurante.
Invano Robert gli rivolse molte domande: non riusc a cavare
nulla di preciso dalla bocca di quella specie di selvaggio; il quale,
senza dare alcuna spiegazione, si limit a raccomandare ai
viaggiatori di non avvicinarsi troppo alle rive del torrente.
Robert rifer il consiglio ai compagni.
E probabile disse loro che questo contadino tema una di
quelle inondazioni che qui sono frequenti. Quando il temporale
infuria sulle montagne, capita spesso che i torrenti, quasi asciutti in
questo periodo dell'anno, ingrossino all'improvviso in modo insolito.
La piena dura soltanto poche ore, ma non per questo lascia dietro di
s meno rovine. Faremo bene dunque a seguire il consiglio di questo
contadino.
Dopo una mezz'ora di cammino apparve evidente che il tempo si
rasserenava sempre pi. Allo zenit le nuvole si sfilacciavano e se le
nebbie volteggiavano ancora al disopra delle vette esse si facevano
per meno spesse e manifestavano tendenza a dissiparsi
nell'atmosfera ormai rinfrescata.
I turisti ritennero quindi di trascurare la prudenza. Il suolo peraltro
era sempre pi cosparso di ciottoli, mentre una quindicina di metri
pi in basso, in riva al torrente ridotto a un inoffensivo filo d'acqua,
si stendeva un letto di sabbia fine che sarebbe stato un eccellente
tappeto per i piedi stanchi.
I viaggiatori si avventurarono sulla sabbia elastica che costituiva
un terreno assai favorevole alla marcia, e il piccolo gruppo avanz
allegramente mentre Robert e Roger coglievano per le loro
compagne rose, biancospino e violette, che crescevano a centinaia
nei crepacci rocciosi.
La valle, che dopo Libramento si era continuamente ristretta,
presto si ridusse quasi al letto del torrente. Quest'ultimo ora piegava
bruscamente in una specie di corridoio, chiuso a sinistra da una
muraglia a picco; la riva destra, resa pi difficile a causa dei massi
che vi si trovavano sparsi, si sollevava invece, in declivio
relativamente dolce, fino alla strada, dove, 500 metri pi in l, i
turisti avrebbero trovato i cavalli ad attenderli.
Prima di cacciarsi in quel corridoio tutti ebbero la precauzione di
dare un'occhiata alle loro spalle. Lo sguardo giungeva a pi di un
chilometro di distanza; lontano si vedeva ancora il campanile di
Libramento. Il cielo si faceva sempre pi chiaro. Nella valle non
appariva nulla di anormale.
Giove acceca coloro che vuol perdere, ha detto il poeta. Ai
viaggiatori tuttavia i consigli non erano venuti meno. L'esperienza
non aveva lesinato loro i suoi consigli: quella scritta, per bocca di
Robert che ripeteva gli insegnamenti dei suoi libri; quella orale, per
bocca del contadino di Libramento. Quei consigli furono da tutti
ignorati, anche da colui che li aveva dati, perch, tranquillizzato dal
ritorno del bel tempo, il gruppetto segu fiducioso il torrente nella sua
nuova direzione.
Dopo circa 300 metri, ritenendo che non si doveva essere lontani
dal luogo dell'appuntamento, Robert si offr per una breve
esplorazione. Unendo l'atto alla parola egli scal la riva destra e
scomparve poco dopo fra le rocce, mentre i suoi compagni
proseguivano lentamente il loro cammino.
Non erano ancora trascorsi un paio di minuti allorch tutti si
fermavano di colpo. Un brontolio vago e terribile proveniva dalle
profondit del curral e cresceva di secondo in secondo.
Di colpo, memoria e buon senso tornarono agli imprudenti
viaggiatori. Tutti compresero il significato di quel brontolio e con
unanime movimento si gettarono sulla riva destra: Roger sostenendo
Dolly, gli altri ciascuno pensando a se stesso. Con febbrile
sollecitudine cominciarono a risalire la china ripida della montagna.
In un attimo Dolly, Roger, Hamilton, Blockhead e Saunders
furono al sicuro, mentre J ack, celato da un affossamento del terreno,
un po' pi lontano, si trovava anch'egli al riparo in cima a una roccia.
Era tempo.
Il brontolio si era fatto sibilo, urlo, muggito e gi l'onda giungeva,
enorme, furiosa, travolgendo nelle sue spire giallastre innumerevoli
detriti.
Senza rendersene conto Alice aveva seguito il cammino del
cognato. Rimasta indietro a causa di una caduta, giunse ai piedi della
roccia quando egli vi si trovava gi sopra. Cerc allora di scalarla a
sua volta, ma presto comprese che non ne avrebbe avuto il tempo.
L'onda minacciosa era appena a un centinaio di metri.
Le sarebbe bastato tuttavia elevarsi ancora di due o tre metri, per
essere al sicuro; ma senza l'aiuto di J ack non avrebbe fatto in
tempo
J ack! grid.
J ack Lindsay abbass gli occhi: la vide, si chin subito e tese la
mano
Ma quale sorriso infernale apparve di colpo sulle sue labbra?
Quale sguardo pieno di pensieri indicibili rivolse alla cognata e
all'onda minacciosa? Dopo un attimo di indecisione si raddrizz
senza avere prestato l'aiuto implorato, mentre Alice lanciava un grido
di disperazione, subito soffocato dal frastuono dell'onda che la
travolgeva e la portava via nei suoi vortici
Pallido, ansante come se avesse compiuto un faticoso lavoro, J ack
si era allontanato in fretta dal luogo del dramma. I compagni lo
avevano visto ed egli in silenzio li aveva raggiunti. Nessuno avrebbe
saputo mai nulla! Ora i suoi occhi si volgevano verso Dolly,
semisvenuta, alla quale Roger, inginocchiato accanto a lei, stava
prestando soccorso.
Nel contempo Robert, con una corsa forsennata, aveva raggiunto i
compagni. Aveva visto dall'alto l'onda travolgente del torrente e si
affrettava a raggiungere gli amici. Era giunto troppo tardi, ahim! in
tempo, tuttavia, per assistere all'insaputa del suo autore all'orribile
dramma. Esisteva un testimonio che, se non altro, avrebbe
provveduto alla punizione.
Ma in quel momento Robert non pensava a punire. A capo
scoperto, livido, con negli occhi un lampo di follia, oltrepass di
corsa gli amici e senza una parola di spiegazione salt e spar nel
torrente, mentre Dolly, che si era resa conto all'improvviso della
disgrazia che l'aveva colpita, contava con gli occhi coloro che la
circondavano e, lanciando un grido straziante, era ricaduta nelle
braccia di Roger.
CAPITOLO XV
A FACCIA A FACCIA
LA STELLA di Thompson perdeva splendore? Senza ombra di
dubbio le cose cominciavano a guastarsi a bordo del Seamew. L'idra
della rivoluzione alzava audacemente la testa.
Il 30 maggio i passeggeri erano sbarcati sin dal mattino, come
avevano fatto il giorno precedente. Come il giorno precedente la
tavola dell'Albergo d'Inghilterra li aveva riuniti, e poi come il giorno
prima avevano impiegato la giornata percorrendo Funchal e i suoi
dintorni.
Alla sera, per, quando tutti furono a bordo, l'idea di dover fare
ancora per quattro giorni ci che avevano fatto nei due giorni
precedenti suscit un generale scoramento: il 31, una buona met dei
passeggeri si rifiut di scendere a terra.
Cieco e sordo per partito preso, Thompson non mostr di notare lo
scontento generale. Accett senza difficolt le defezioni economiche
e sbarc con viso raggiante alla testa della ridotta falange per andare
a presiedere la tavola della colazione.
Non pot fare a meno, per, di aprire occhi e orecchie.
Nel corso della noiosa giornata trascorsa in rada, i recalcitranti
avevano ordito un complotto; quando risal sulla nave
l'Amministratore generale non pot fare a meno di constatare, infatti,
che una certa eccitazione agitava i turisti, solitamente quieti, affidati
alle sue cure. Evidentemente una sommossa era in vista.
La sommossa scoppi sin dal mattino del 1 giugno, allorch al
cattivo umore di coloro che non avevano voluto abbandonare il
Seamew si aggiunse il cattivo umore degli altri, furiosi anch'essi per
avere trascorso per la terza volta quelle dieci ore scioccamente a
gironzolare per le vie di Funchal, e ora ben decisi a non ricominciare
quello stupido scherzo.
Ecco perch, quando il 1 giugno giunse il momento della
partenza, Thompson si vide solo al barcarizzo. Non proprio solo, a
dire il vero: gli era rimasto un compagno: Van Piperboom, di
Rotterdam, il cui orecchio rimaneva chiuso, non senza motivo, a ogni
incitamento esterno.
Sulla sua persona la propaganda rivoluzionaria non faceva presa;
egli persisteva, imperturbabile, a stare appiccicato all'unico
compagno di cui conosceva il carattere ufficiale. Thompson
diventava a poco a poco il cornac
20
di quell'elefante di passeggero.
Durante quei tre giorni egli non lo aveva lasciato di un solo passo;
ovunque Thompson era andato, Piperboom lo aveva seguito: ora,
fedele al capo abbandonato dai propri soldati, egli era l.
Mentre lasciava la nave, Thompson rimase perplesso, nonostante
l'abituale indifferenza, nel vedere il suo seguito ridotto a una sola
unit. Che cosa fare? Gli parve di udire Hamilton e Saunders dirgli:
Il programma, signore, il programma. Obbedendo ai supposti
ordini di quei terribili sofistici, stava per scendere il primo gradino
della scala quando un gran chiasso si scaten tra i passeggeri raccolti
sullo spardeck.
Thompson si ferm, indeciso. Un attimo dopo, venti facce irritate
lo circondavano.
Un passeggero prese la parola a nome dei compagni.
Allora, anche oggi andate a Funchal? chiese sforzandosi di
restare calmo.
Certamente rispose Thompson, con aria innocente.
E domani? E dopodomani?
Ugualmente.
Ebbene disse il passeggero, facendo senza volerlo la voce
grossa mi permetto di informarvi che a noi ci sembra monotono.
possibile esclam Thompson con incantevole ingenuit.
Proprio cos, monotono. La gente di buon senso non pu essere
obbligata a visitare per sei giorni di seguito una citt come Funchal.
Noi facevamo assegnamento su qualche passeggiata, su varie gite.
Il programma disse Thompson non prometteva nulla del
genere.

20
Guida e anche domatore di elefanti. (N.d.T.)
Il passeggero respir a lungo, come se cercasse di padroneggiare
la propria collera.
vero disse e noi ne cerchiamo inutilmente il motivo.
Volete dirci perch per Madeira non avete operato come avete fatto
per le Azzorre?
Il motivo consisteva nel fatto che i prezzi, civilizzandosi insieme
con le abitudini degli abitanti, avevano fatto temere a Thompson che
il costo di una gita, in quel paese rovinato dagli inglesi, fosse troppo
elevato. Impossibile fornire ai turisti quella giustificazione.
Nulla di pi semplice rispose, chiamando in aiuto il suo
sorriso pi amabile. L'agenzia ha pensato che ai passeggeri non
sarebbe dispiaciuto riposarsi un po' dell'abituale gita collettiva e che
essi avrebbero potuto organizzare gite particolari, qui rese facili dalla
diffusione della lingua inglese, la quale
L'agenzia si sbagliata lo interruppe con freddezza l'oratore
e quindi
Sbagliata? esclam Thompson, interrompendo a sua volta
l'avvocato della parte lesa. Sbagliata? Sono felice di sapere che mi
si rimprovera per un semplice errore.
Salt sul ponte e corse da un passeggero all'altro.
Perch, dopo tutto, come voi signori ben sapete, l'agenzia cerca
sempre di assicurare il benessere dei passeggeri. Oso dire che
l'agenzia non indietreggia dinanzi a nulla!
Thompson si scaldava.
L'agenzia amica dei suoi passeggeri! E un'amica instancabile
e devota! Che dico! E una madre, signori.
Thompson s'inteneriva. Ancora un po' e si sarebbe messo a
piangere.
Per fortuna, nessuno l'accusa di aver voluto di proposito
trascurare qualcosa che potesse farvi piacere. Tale accusa mi sarebbe
dispiaciuta moltissimo. Oso dire che ad essa mi sarei ribellato. Ma,
sbagliare! sbagliare, un'altra cosa. Posso essermi sbagliato.
Ammetto di essermi sbagliato. Tutti possiamo sbagliarci. Me ne
scuso, signori, me ne scuso. Errore non paga debito, non cos?
Non c' dunque che da porvi riparo disse il passeggero con
freddezza, dopo aver lasciato finire l'inutile sproloquio.
In che modo? chiese Thompson, cortesemente.
Improvvisando fin da domani una gita invece di sprecare altri
due giorni a Funchal.
Non possibile! esclam Thompson. L'agenzia non ha
predisposto nulla. Non ne abbiamo il tempo. Una gita dev'essere
accuratamente studiata e organizzata in anticipo. Richiede grandi
preparativi
Uno scoppio di risa tronc la parola a Thompson. Benissimo! Che
bei preparativi aveva fatto l'agenzia per le gite precedenti! Ma
Thompson non si lasci smontare.
Non possibile! ripet con energia.
Qualcosa nella sua voce dimostrava che su quel punto sarebbe
stato incrollabile. Intimidito, l'oratore non insistette.
Allora, andiamocene! esclam tra i passeggeri una voce
beffarda. Thompson accolse immediatamente la proposta.
Partire, signori? Non chiedo di meglio. L'agenzia qui per
servirvi, inutile ripetervelo. Allora metteremo la partenza ai voti.
Partiamo! gridarono all'unanimit i passeggeri.
Faremo come voi desiderate dichiar Thompson. In
questa circostanza, come sempre, oso dire!
Rinunci a scendere a terra e si affrett a dare nuove istruzioni al
capitano Pip mentre Piperboom, vedendo che quel giorno non
sarebbe pi andato a Funchal, andava tranquillamente a stendersi
sulla poltrona e accendeva l'immancabile pipa. Nessun imprevisto
avrebbe potuto turbare la sua superba indifferenza.
Non si poteva partire immediatamente, comunque: bisognava per
prima cosa attendere il ritorno degli otto passeggeri partiti
l'antivigilia, i quali peraltro non avrebbero tardato a rientrare. Prima
delle 5 sarebbero certamente tornati a bordo.
Nel corso della giornata Thompson ebbe l'occasione di esercitare
le sue eccellenti qualit diplomatiche. Pur essendo stato firmato un
trattato di pace fra i belligeranti, la pace, per, non albergava in
fondo ai loro cuori: avversari e partigiani dell'affrettata partenza,
votata come ripiego, gli erano nemici. Thompson a bordo non aveva
che nemici.
Da questo punto di vista egli fingeva un'ammirevole ignoranza.
Nessuno gli rivolgeva la parola. Quando passava la gente si girava
quasi dall'altra parte. Queste frecciate non lo toccavano. Sorridente,
come di consueto, egli attraversava i gruppi ostili con l'abituale
disinvoltura.
Verso le 5, tuttavia, egli si sent pervadere da un vago malessere.
Saunders e Hamilton sarebbero presto tornati. Che cosa avrebbero
detto gli eterni scontrosi del nuovo strappo al programma?
Thompson si sentiva freddo alla schiena.
Sonarono le 5, poi le 6 e poi le 7: i gitanti non avevano fatto
ancora ritorno. A cena, i passeggeri parlarono dell'inspiegabile
ritardo. Le famiglie Hamilton e Blockhead cominciarono a mostrarsi
molto preoccupate.
La loro inquietudine crebbe quando la notte si fece buia e nessuna
notizia giunse da parte dei viaggiatori. Che cosa poteva essere loro
accaduto?
Tutto, signore, tutto, e anche il resto disse
confidenzialmente J ohnson al pastore Cooley, che fece qualche passo
indietro per sfuggire all'alito del prudente ubriacone.
Alle 9,30 quando Thompson stava per decidere di andare ad
assumere qualche informazione a Funchal, un'imbarcazione accost
il Seamew dalla destra. Poco dopo si videro salire sul ponte i
ritardatari: ahim, il loro numero era diminuito!
Allegra partenza, triste ritorno! Come doveva essere loro
sembrato lungo il cammino che li aveva ricondotti a Funchal!
Per prima cosa era stato necessario occuparsi di Dolly, alla quale
la catastrofe sembrava aver fatto smarrire la ragione. Tutti si erano
prodigati a lungo, inutilmente, intorno a lei. Soltanto Roger, a furia
di buone parole, era riuscito a calmare la sua disperazione.
Quando la stanchezza ebbe addolcito alla fine i primi singhiozzi
dell'infelice giovinetta, egli fece del suo meglio per ridarle la
speranza. Il signor Morgand era avveduto e coraggioso: avrebbe
certamente salvato la giovane alla quale si era votato. Per un'ora
Roger ripet senza stancarsi la stessa assicurazione, e a poco a poco
una certa calma fece ritorno nell'animo di Dolly.
Egli l'aiut allora a risalire fino alla strada dove i cavalli erano in
attesa dei gitanti; poi, dopo averla messa in sella, rimase accanto a
lei, ripetendole ostinatamente parole di speranza.
Scuro in volto, assorto in se stesso, J ack non aveva neppure
tentato di intervenire fra loro due. Egli non aveva approfittato dei
suoi legami di parentela per reclamare per s la parte di affettuoso
consolatore. La sua indifferenza sarebbe sembrata fin troppo bizzarra
ai suoi compagni se questi ultimi non avessero avuto l'animo troppo
impressionato dall'improvvisa catastrofe per poter notare qualcosa
intorno a loro. Essi procedevano in silenzio, pensando ai penosi
avvenimenti che si erano svolti poco prima sotto i loro occhi. Non
c'era una sola persona che nutrisse quella speranza che Roger si
sforzava caritatevolmente di infondere nell'animo di Dolly.
Essi avevano seguito lentamente la strada che costeggiava il
fianco orientale del Curral das Freias, fino al punto in cui incrociava
il Cammino Nuovo. Nel corso del tragitto non avevano cessato di
scrutare con lo sguardo l'acqua gorgogliante, la cui collera sembrava
gi placarsi. Al cader della notte avevano raggiunto il Cammino
Nuovo, il quale li allontan rapidamente dal torrente.
Un'ora dopo, a Funchal, una barca li trasportava al Seamew, a
bordo del quale Thompson li aspettava con impazienza non priva di
angoscia.
Thompson attinse da quell'angoscia il coraggio della disperazione.
Era meglio finirla subito.
Si precipit incontro ai ritardatari: fu il baronetto quello che
emerse per primo al barcarizzo. Ma ci che si udiva alle sue spalle
rivelava la vicinanza del minaccioso Saunders. Thompson aveva
dinanzi a s uno dei suoi due nemici. L'altro non era lontano.
Siete tornati tardi, signori! esclam, chiamando in aiuto il
suo sorriso, senza pensare che l'oscurit ne neutralizzava l'efficacia.
Cominciavamo ad essere terribilmente inquieti.
Considerato lo stato poco amichevole dei loro rapporti con
l'Amministratore generale, l'espressione della sua inquietudine non
poteva non sorprendere Hamilton e Saunders. Ma, preoccupati per
ben altre faccende, Hamilton e Saunders ascoltavano Thompson
senza capirlo, mentre gli altri gitanti, giungendo a loro volta sul
ponte, si raggruppavano in semicerchio, immobili e silenziosi.
Vi aspettavamo con impazienza riprese Thompson con una
certa leggerezza anche perch durante la vostra assenza questi
signori e queste signore mi hanno chiesto, hanno preteso da me, oso
dire, un piccolo cambiamento di programma.
Thompson aveva pronunciato quelle ultime parole tremando. Non
ottenendo risposta prese coraggio.
In verit, poca cosa. Poich questi signori e queste signore
ritengono un po' lungo il soggiorno a Funchal, essi desidererebbero
abbreviarlo: vorrebbero partire questa sera stessa. Immagino che non
abbiate alcuna obiezione contro tale cambiamento che ci permette di
guadagnare due giorni sui tre di ritardo, gi accumulati.
Nessuno rispose. Thompson, stupito, osserv con attenzione i suoi
silenziosi ascoltatori. L'insolito atteggiamento del gruppetto lo colp.
Dolly piangeva sulla spalla di Roger. Gli altri quattro aspettavano
con viso grave che il parolaio Thompson permettesse loro di dire una
parola che sarebbe stata certamente seria.
Thompson percorse con lo sguardo il gruppo dei gitanti e vide i
vuoti che il destino vi aveva fatto.
Vi forse capitato qualcosa? chiese con voce tremante.
Come provocato da un misterioso avvertimento, fra i passeggeri
regn un grande silenzio, mentre il gruppo si stringeva con
eccitazione intorno a Thompson.
E la signora Lindsay? chiese quest'ultimo. E il signor
Morgand? Con gesto desolato Saunders comment un sordo
singhiozzo di Dolly. Poi
J ack Lindsay si fece avanti per prendere la parola; ma
all'improvviso si fece pallido e indietreggi con il braccio teso.
L'intensit della scena aveva attratto l'attenzione di tutti. Nessuno
aveva badato a ci che accadeva dall'altra parte della nave. Il
movimento di J ack indusse gli altri a rivolgere lo sguardo verso il
punto da lui indicato.
Alla luce dei fanali si vide allora apparire un gruppo tragico: con
la fronte insanguinata e gli abiti bagnati, sporchi di melma, Robert
Morgand sosteneva Alice Lindsay, sfinita, ma che nondimeno
raddrizzava energicamente il viso di un pallore cadaverico.
Fu lei a rispondere alla domanda di Thompson.
Eccoci disse con semplicit, fissando gli occhi ardenti di
febbre sul cognato, il quale indietreggi pi pallido di lei.
Eccoci ripet Robert, con voce nella quale si leggeva
un'accusa, una minaccia e una sfida.
PARTE SECONDA
CAPITOLO I
SPUNTA LA LUNA ROSSA
GLI AVVENIMENTI, dunque, davano ragione a Saunders. Il cielo di
Thompson si oscurava ed ecco spuntare quella luna rossa di cui il
severo profeta aveva scorto i futuri bagliori nel firmamento di Horta.
Alla discussione che Thompson aveva dovuto affrontare contro la
maggior parte dei suoi passeggeri, ne sarebbero seguite altre?
L'avvenire lo avrebbe rivelato, ma certamente qualcosa si era rotto
fra l'Amministratore generale e i suoi amministrati.
Si dice che il sonno possa sostituire la cena per lo stomaco
affamato; certo per che non riuscirebbe a restituire il buon umore
a turisti irritati. La mattina del 2 giugno lo spardeck era affollato
perci di passeggiatori scontenti.
Fu una fortuna per Thompson che la loro collera latente fosse
distratta dagli avvenimenti del giorno precedente. Quegli
avvenimenti, unico argomento di conversazione che monopolizzava
l'attenzione di tutti, resero meno aspri i primi scontri, i quali, senza di
essi, avrebbero prodotto non pochi temporali.
I passeggeri si rammaricavano per il grave pericolo corso dalla
signora Lindsay ed esaltavano in particolar modo l'eroismo di Robert
Morgand. Per i suoi compagni di gita, gi favorevolmente disposti
verso di lui per la correttezza del suo comportamento e anche
occorre riconoscerlo per le millanterie di Thompson, egli era
diventato di colpo un personaggio; come tale, un'accoglienza
lusinghiera era stata predisposta al suo apparire sul ponte.
Ma, stanco senza dubbio per le emozioni, e per gli sforzi fisici del
giorno precedente, forse pi o meno ferito durante l'aspra lotta
sostenuta contro il furioso torrente, Robert quella mattina non usc
dalla propria cabina, non fornendo perci ai suoi ammiratori
l'occasione per manifestargli il loro legittimo entusiasmo.
Essi si rifecero per sui testimoni del dramma: Saunders,
Hamilton e Blockhead dovettero fornire numerose versioni della
drammatica avventura.
Ma non vi argomento che non si esaurisca, e anche quello fin
con l'esaurirsi. Quando tutti i particolari furono detti e ripetuti,
quando Roger ebbe affermato che il suo compatriota soffriva soltanto
di lieve indolenzimento e spossatezza e che si sarebbe alzato
probabilmente nel corso del pomeriggio, non ci si occup pi n di
Alice n di Robert, e i turisti tornarono alle loro personali
preoccupazioni.
Thompson fu allora conciato per le feste. Se le parole spiacevoli
avessero avuto peso, egli sarebbe stato certamente ammazzato.
Suddivisi in gruppi, le vittime dell'agenzia versarono la loro bile in
stizzose conversazioni. La litania delle lagnanze sfil nuovamente:
nessuna fu dimenticata, potevano darne testimonianza Hamilton e
Saunders.
Nonostante gli sforzi dei due provocatori, il cattivo umore rimase
allo stato platonico: nessuno ebbe l'idea di manifestare a Thompson
le proprie lamentele. A che sarebbe servito? Quest'ultimo non
avrebbe potuto, anche se lo avesse voluto, cambiare il passato.
Poich si aveva avuto la dabbenaggine di prestare fede alle promesse
dell'agenzia, bisognava subirne le conseguenze sino alla fine ormai
prossima del viaggio, la cui ultima parte non sarebbe stata certamente
migliore delle due precedenti.
Allo stato attuale delle cose quell'ultima parte iniziava male.
Appena lasciato Madeira, un'altra situazione imbarazzante aveva
cominciato a mettere alla prova la pazienza dei passeggeri. Il
Seamew non filava. Non era necessario essere marinaio per notare
che la sua velocit era incredibilmente diminuita. Dov'erano i 12
nodi annunciati, promessi, mantenuti soltanto per pochissimi
giorni? Era gi tanto se ora si facevano 5 miglia all'ora. Un battello
da pesca avrebbe potuto utilmente rimorchiarlo.
La causa dell'eccessivo rallentamento era facile intuirla dai rumori
provenienti dalla macchina, la quale frignava, ansimava e
sferragliava lamentosamente fra il sibilo del vapore che usciva dalle
giunture.
A quell'andatura ci sarebbero volute quarantotto ore per giungere
alle Canarie; tutti se ne rendevano conto. Che cosa si poteva fare?
Nulla, evidentemente, come il capitano Pip aveva gi detto a
Thompson, desolato anche lui del resto per quel ritardo che
danneggiava i suoi interessi.
Quella seccatura fu accettata in silenzio; comprendendo che la
collera sarebbe stata inutile, tutti ripiegavano sulla tristezza. La
stanchezza aveva sostituito sui visi ogni espressione di minaccia.
Quella stanca tranquillit doveva essere molto profonda perch i
passeggeri pensassero di abbandonarla nel corso della colazione, alla
solita ora. Dio sa tuttavia se avesse potuto fornire argomento di
lagnanze pi che giuste!
Bisognava ritenere che Thompson cercasse di ristabilire un certo
equilibrio al bilancio, crudelmente compromesso dai vari ritardi,
perch la tavola rivelava queste preoccupazioni economiche. Quale
differenza tra quella colazione e il pasto nel corso del quale
Saunders, per la prima volta, aveva dato sfogo alla sua bile!
Nessuno tuttavia ritenne opportuno formulare qualche lagnanza
pur sapendola sterile. Ciascuno mangi in silenzio la propria scarsa
pietanza. Thompson, che non senza qualche timore sorvegliava con
la coda dell'occhio le sue vittime, si consider in diritto di crederle
definitivamente domate. Soltanto Saunders non disarmava e
annotava con cura la nuova lagnanza sul taccuino in cui prendeva
nota delle spese quotidiane. Non voleva dimenticare nulla: spese e
lagnanze sarebbero state regolate tutte in una volta.
Nell'apparire verso le 2 sullo spardeck, Robert port un po' di
animazione alla triste assemblea. Tutti i passeggeri gli andarono
incontro e pi di uno, che in passato non aveva avuto l'occasione di
rivolgergli la parola, gli strinse festosamente la mano. Accettati con
cortesia e modestia i complimenti che non gli furono risparmiati da
parte di tutti, l'interprete si isol con Dolly e Roger, non appena gli
fu possibile farlo educatamente.
Scioltosi l'assembramento importuno, Dolly, con gli occhi pieni di
lacrime di gioia, gli aveva preso le mani tra le sue. Vivamente
emozionato, Robert non aveva avuto il coraggio di sottrarsi a quelle
spontanee manifestazioni di riconoscenza. Un po' imbarazzato,
tuttavia, fu grato al compatriota per essergli venuto in aiuto.
Ora che siamo fra di noi disse Roger dopo alcuni istanti
immagino che non vi rifiuterete di raccontarci le peripezie del
salvataggio da voi compiuto.
Vi prego, signor Morgand supplic Dolly.
Che volete che vi dica? rispose Robert. Nulla di pi
semplice e di pi facile.
Dopo aver alquanto tergiversato, egli dovette tuttavia farne il
racconto ai suoi amici, appassionatamente seguito da Dolly.
Lanciatosi nel torrente, pochi secondi dopo di Alice, egli aveva
avuto la fortuna di raggiungerla immediatamente. Ma in quella
corrente sconvolta da terribili risucchi non avrebbe mai salvato n la
signora Lindsay n se stesso se un enorme albero ancora adorno delle
sue foglie, sradicato dalle pendici superiori della montagna, non
fosse passato giusto in tempo accanto a lui per essere trasformato in
una zattera. Da quel momento la parte di Robert si era ridotta a poca
cosa. Trasportati dall'albero, la signora Lindsay e lui poterono
considerarsi quasi fuori pericolo. Servendosi di un robusto ramo a
mo' di gancio, gli era poi riuscito a spingere verso la riva sinistra
l'albero, la cui chioma si era aggrappata al suolo. Il resto era facile da
intuire. Con mille sforzi essi erano giunti, sfiniti, fino a una capanna
di contadini. Di l, su due portantine, avevano raggiunto Funchal e
poi il Seamew, in tempo per tranquillizzare i loro compagni.
Quello fu il racconto di Robert. Dolly se lo fece ripetere fino alla
nausea, volendone conoscere anche i particolari pi insignificanti. La
campana della cena la sorprese in mezzo a tanta felicit. Per lei la
giornata era trascorsa come un sogno.
Gli altri passeggeri, purtroppo, non avrebbero potuto dire la stessa
cosa. Poich la tristezza incombeva sempre sulla nave, le ore
sembravano minuti, e secoli le ore. Se i tre amici, assorti nella
conversazione, non se ne erano ancora accorti, la cena li inform
forzatamente. La tavola della sera fu silenziosa come quella del
mattino. Tutti si annoiavano, ci era evidente, eccetto forse gli
insaziabili J ohnson e Piperboom. Avrebbero potuto mai annoiarsi
costoro, uno dei quali era un'insaturabile spugna e l'altro un pozzo
senza fondo?
Come al solito, Piperboom sarebbe andato fra poco a fumare
tranquillamente la pipa, le cui volute di fumo avrebbero allontanato
le misere preoccupazioni umane. Per il momento, indifferente alla
diversa qualit del cibo, egli non faceva che inghiottire, perch era
quella la sua funzione in questo mondo.
Degno compagno di quella prodigiosa macchina per digerire,
J ohnson, all'altra estremit della tavola, prosciugava bottiglie di
contenuto differente tanto da suscitare l'ammirazione dello spettatore
pi annoiato. Ormai definitivamente alticcio, si teneva dritto sulla
sedia; la fronte pallida faceva corona al viso scarlatto; la mano era
incerta e lo sguardo vacuo e torbido.
Nell'impossibilit di parlare e di capire, ignoravano entrambi il
malcontento che li circondava. Se lo avessero saputo non lo
avrebbero accettato. Quale viaggio pu essere pi piacevole se non
quello in cui si beve sino all'incoscienza e si mangia fino a
scoppiarne?
All'infuori di quelle due persone felici, intorno alla tavola non si
vedevano che visi accigliati. Era evidente che, se gli ospiti di
Thompson non erano ancora suoi nemici dichiarati, difficilmente egli
avrebbe trovato un amico fra di loro.
Gliene rimaneva uno, tuttavia. Al primo colpo d'occhio anche un
nuovo venuto avrebbe subito notato questo passeggero. Egli parlava
e parlava a voce molto alta: per lui non aveva importanza che le sue
parole non trovassero eco e che si perdessero nell'aria attutite come
nell'ovatta dalla freddezza ostile dei compagni.
Per la decima volta egli narrava il dramma che per poco non era
costato la vita alla signora Lindsay; senza tener conto
dell'indifferenza dei suoi vicini, si mostrava prodigo di esclamazioni
ammirative per il signor Robert Morgand.
Sissignore diceva eroismo. L'onda era alta come una
casa e noi la vedevamo sopraggiungere a grande velocit. Era
terrificante; per saltarvi dentro il professore ha dimostrato di
possedere grande coraggio. Io non avrei osato farlo, lo confesso. Son
sincero come l'oro, signore, come l'oro!
Era certamente un buon amico quello che Thompson possedeva
nella persona del droghiere onorario. E tuttavia, potenza della
cupidigia! un istante dopo Thompson avrebbe rischiato di perdere per
sempre quell'amico fedele.
Lasciata la tavola, i passeggeri erano risaliti sullo spardeck, del
quale turbavano appena il silenzio. Soltanto Blockhead continuava a
far conoscere urbi et orbi la sua soddisfazione, rivolgendosi in
particolare alla sua simpatica famiglia, accresciuta dallo sfortunato
Tigg, tenuto costantemente sotto controllo dalle sue carceriere.
Abel! diceva solennemente Blockhead non dimenticare
mai ci che ti stato dato di vedere nel corso di questo magnifico
viaggio. Spero
Che cosa sperava Blockhead? Il droghiere onorario non pot
spiegarsi perch Thompson lo avvicin con un foglio di carta in
mano.
Mi scuserete, signor Blockhead disse Thompson se vi
presento questo conticino. Un vecchio commerciante come voi non
potr non apprezzare il fatto che gli affari si svolgano con regolarit.
Blockhead parve di colpo visibilmente turbato. Il suo viso bonario
si fece meno allegro.
Un conto? ripet respingendo con la mano il foglio che il
signor Thompson gli porgeva. Non mi sembra che ci possano
essere conti in sospeso. Abbiamo gi pagato i nostri posti.
Non interamente rettific Thompson con un sorriso.
Come! non interamente balbett Blockhead.
La memoria vi tradisce, oso dire insistette Thompson. Vi
ricorderete che avete pagato in totale quattro posti interi e un mezzo
posto.
E vero disse Blockhead, spalancando gli occhi.
Ebbene continu Thompson il mezzo posto era per
vostro figlio, il signorino Abel, qui presente, il quale non aveva
ancora dieci anni al momento della partenza. necessario che ricordi
a suo padre che quest'oggi egli ha compiuto questa bella et?
Blockhead si era fatto pallido a mano a mano che Thompson
parlava; si osava battergli cassa!
E allora? disse con voce rotta.
Non c' pi motivo rispose Thompson per far beneficiare
il signorino Abel della riduzione accordata. Tuttavia, per spirito di
conciliazione, e in considerazione del fatto che il viaggio in parte
compiuto, l'agenzia ha spontaneamente rinunciato alla met di ci
che le dovuto. Potrete constatare che il conto ammonta a 10
sterline, non un centesimo di pi.
Thompson mise delicatamente il conto fra le dita del passeggero
demoralizzato e, facendo boccucce, attese la risposta. Il viso di
Blockhead aveva chiaramente smarrito la consueta serenit. Che
bella collera si sarebbe scatenata se la sua anima placida fosse stata
propensa alla violenza! Ma Blockhead non conosceva la collera. Con
le labbra smorte e la fronte corrugata rimaneva in silenzio,
annichilito, sotto l'occhio un po' beffardo di Thompson.
Disgraziatamente per lui, quest'ultimo aveva fatto i conti senza il
suo ospite. L'inoffensivo Blockhead possedeva temibili alleati. A un
tratto, l'Amministratore generale vide a due spanne dai suoi occhi tre
paia di artigli acuminati che precedevano tre bocche armate di uncini
temibili, mentre un triplice grido risonava alle sue orecchie. La
signora Georgina e le dolci misses Mary e Bess erano venute in aiuto
del loro capo.
Thompson si volse dalla parte delle assalitrici e alla vista di quei
visi stravolti dal furore fu assalito dalla paura. Batt rapidamente in
ritirata; anzi, per parlare chiaro, scapp via lasciando che la signora
Georgina, miss Bess e miss Mary si gettassero fra le braccia del
signor Absyrthus Blockhead, il quale riprendeva a respirare non
senza qualche difficolt.

CAPITOLO II
IL SECONDO SEGRETO DI ROBERT MORGAND
TUTTI dormivano ancora a bordo del Seamew quando la mattina
del giorno seguente J ack Lindsay sbuc dalla scala delle cabine; con
passo incerto percorse lo spardeck e poi, andando a sedersi su un
banco di sinistra, si appoggi alla battagliola e lasci vagare
distrattamente lo sguardo sul mare.
A sud-est, una lieve nebbiolina all'orizzonte annunciava la
vicinanza della prima delle isole Canarie. Ma J ack non vedeva la
nebbiolina di granito; non prestava attenzione che a se stesso;
cercava soltanto di interpretare i propri pensieri; pensava alla sua
situazione che dal giorno precedente non cessava di esaminare sotto
ogni aspetto. Egli riviveva la scena del torrente; udiva ancora il grido
d'angoscia inutilmente lanciato da Alice. A questo punto del dramma
una domanda s'imponeva per l'ennesima volta al suo animo, con
inquietante ossessione: aveva Alice compreso?
Se aveva compreso, se aveva visto chiaramente l'odioso ritiro
della mano tesa, ella avrebbe senza dubbio cercato fra le persone sue
amiche una necessaria protezione e forse lo avrebbe denunciato! E
allora, che cosa avrebbe fatto?
Ma, per l'ennesima volta, un'analisi pi severa dei fatti Io
tranquillizzava. No, Alice non avrebbe parlato; non avrebbe mai
consentito di gettare nello scandalo il nome che portava. Pur
sapendolo, non avrebbe parlato.
Del resto, Alice aveva veramente visto? aveva compreso?
Insomma, non poteva averne la sicura certezza. Ogni cosa doveva
essere rimasta confusa nel caos degli elementi e degli stati d'animo.
A furia di pensarci, J ack fin col tranquillizzarsi. Poteva dunque
continuare a vivere come prima, con i suoi compagni, senza
escludere la fiduciosa Alice
Fiduciosa e viva! aggiungeva egli tra s. Mettendo tutto al meglio,
infatti, egli doveva comunque riconoscere il fallimento del miserabile
piano improvvisamente architettato. Alice era a bordo del Seamew,
ora, perfettamente viva e sorretta sempre da quella fortuna che si
rifiutava di dividere con lui. Se fosse morta, del resto, le speranze di
J ack sarebbero state ugualmente irrealizzabili. Non meno di sua
sorella, anche Dolly non sarebbe stata una facile conquista: egli non
poteva ignorarlo. Il dolore della giovinetta, abbattendo per un istante
le barriere delle convenzioni sociali, aveva permesso anche al pi
cieco di conoscere lo stato del suo cuore: di quel cuore, interamente
donato a Roger de Sorgues, J ack non sarebbe pi riuscito a
impossessarsi.
E allora, a che pro?
A meno che insinuava una voce dal suo subcosciente. Ma J ack
scoteva il capo con sdegno, respingeva quei suggerimenti insensati.
Passivo fin allora, si sarebbe trasformato in un assassino attivo e se la
sarebbe presa apertamente con due donne? Tutto ci era follia. In
mancanza di altri motivi un simile delitto sarebbe stato troppo
assurdo. Il colpevole, unico erede delle vittime, sarebbe stato
necessariamente soggetto ai primi sospetti. E poi, come ingannare la
gelosa vigilanza di Roger de Sorgues?
No, tutto ci non aveva senso. Non c'era nulla da fare, se non
attendere. Attesa tranquilla, se non c'era stato qualche testimonio del
tentativo fallito. Da questo punto di vista J ack si riteneva al sicuro;
era proprio solo con Alice, quando lei aveva teso le braccia
supplichevoli verso di lui. Non c'era nessun altro quando l'onda
furiosa aveva travolto la giovane donna. Un altro? Chi?
Nel momento in cui egli si poneva ironicamente quella domanda
J ack sent una mano posarsi energicamente sulla sua spalla. Trasal e
si alz di colpo. Robert Morgand era dinanzi a lui.
Signore balbett con voce che cerc inutilmente di
rendere tranquilla.
Con un gesto Robert lo interruppe, mentre con l'altra mano
rafforzava la stretta.
Ho visto! disse con minacciosa freddezza.
Signore cerc di rispondere J ack non vi capisco
Ho visto! ripet Robert con voce pi grave, nella quale
l'americano pot leggere un solenne avvertimento.
Tornato libero, J ack si raddrizz e senza pi fingere di non
comprendere disse con alterigia:
Che strani modi! L'Agenzia Thompson ha stranamente educato
il suo personale. Chi vi ha dato il diritto di toccarmi?
Voi stesso rispose Robert, rifiutandosi di rilevare
l'intenzione offensiva contenuta nelle parole del passeggero
americano. Tutti hanno il diritto di mettere le mani sulle spalle di
un assassino!
Assassino! ripet J ack Lindsay con indifferenza. Si fa
presto a dirlo Dunque, voi avreste la pretesa di arrestarmi
aggiunse beffardamente, senza pensare a discolparsi.
Non ancora disse freddamente Robert. Per il momento
mi limito ad avvertirvi. Se il caso mi ha posto questa volta fra voi e
la signora Lindsay, sappiate che ora ci accadr per mia volont.
J ack alz le spalle.
D'accordo, amico mio acconsent J ack con insolente
leggerezza. Ma voi avete detto: Non ancora. Ci vuol dire che
pi in l
Riferir dell'accaduto alla signora Lindsay lo interruppe
Robert con calma. Sar lei a decidere.
Questa volta J ack non assunse il solito tono canzonatorio.
Riferirete ad Alice! esclam con gli occhi scintillanti di
collera.
S.
Non lo farete!
Lo far.
Fate attenzione! disse minacciosamente, facendo un passo
verso l'interprete del Seamew.
Robert alz a sua volta le spalle. Con un violento sforzo J ack
torn ad essere impassibile.
Fate attenzione! ripet con voce sibilante. Fate
attenzione per lei e per voi.
E senza attendere risposta si allontan di scatto.
Rimasto solo, Robert cominci a meditare. Nel ritrovarsi dinanzi
allo spregevole J ack era andato dritto allo scopo e aveva compiuto
senza alcun indugio ci che aveva deciso di fare. La lezione sarebbe
bastata, probabilmente. Di solito i malvagi sono anche vili. Quali che
fossero i motivi che lo avevano spinto a commettere quel mezzo
delitto, J ack Lindsay sapendosi sorvegliato avrebbe perduto l'audacia
e la signora Lindsay non avrebbe avuto pi nulla da temere da parte
del pericoloso parente. Del resto, avrebbe vigilato se fosse stato
necessario.
Terminato il breve compito, Robert allontan con sdegno dalla
mente l'immagine dell'antipatico compagno di viaggio e rivolse lo
sguardo benevolo verso l'orizzonte di sud-est, dove la nebbiolina di
poco prima si era mutata in un'isola alta e arida, mentre pi a sud
altre terre apparivano confusamente all'orizzonte.
Per favore, professore, che isola quella? chiese alle sue
spalle una voce beffarda.
Robert si volse e si trov di fronte a Roger de Sorgues. Sorrise
senza dire nulla anche perch non conosceva il nome dell'isola.
Di bene in meglio! disse Roger con un amichevole
sogghigno. Abbiamo dunque dimenticato di consultare la nostra
brava guida? Per fortuna io sono stato meno negligente.
Bah! disse Robert.
D'accordo. L'isola che ci sta dinanzi si chiama Allegranza, e
cio la Gioiosa. Perch Gioiosa? Forse perch non abitata. Arida e
incolta, questa terra selvaggia visitata soltanto all'epoca della
raccolta dell'oricello, pianta che fornisce sostanze coloranti e che
costituisce una ricchezza dell'arcipelago. La nuvoletta che vedete pi
a sud la grande isola di Lanzarote. Fra Lanzarote e Allegranza si
pu distinguere Graciosa, altro isolotto non abitato, separato da
Lanzarote da uno stretto canale, il Rio, e da Monta Clara, roccia
troppe volte funesta ai naviganti.
Grazie, signor interprete disse gravemente Robert
approfittando del momento in cui Roger smetteva di parlare per
prendere fiato.
I due francesi si misero a ridere.
E vero disse Robert ho trascurato le mie mansioni da
alcuni giorni. Perch allora mi avete fatto perdere il tempo ad
attraversare l'isola di Madeira?
Avete dunque impiegato cos male il vostro tempo? disse
Roger, indicando al compagno Alice e Dolly che venivano verso di
loro, strette l'una all'altra.
Il passo fermo della signora Lindsay rivelava che ora ella stava
benissimo. Un po' di pallore e alcune lievi ecchimosi sulla fronte e
sulle guance erano le ultime tracce dell'avventura nella quale aveva
sfiorato cos da vicino la morte. Robert e Roger erano andati subito
incontro alle due americane, le quali, nel vederli, avevano scomposto
l'armonia del gruppetto.
Alice strinse a lungo la mano di Robert e alz verso di lui uno
sguardo pi eloquente di qualsiasi caloroso ringraziamento.
Non vi sembra imprudente, signora esclam Robert
lasciare cos presto la vostra cabina?
Affatto rispose Alice con un sorriso grazie a voi che mi
avete protetta con vostro rischio nel corso del nostro involontario
viaggio (involontario almeno da parte mia) aggiunse con lo
sguardo colmo di ringraziamenti ancora pi vivi.
Nulla di pi naturale, signora. Gli uomini sono molto meno
fragili delle donne. Gli uomini, capirete
Robert s'impappinava: stava per dire delle sciocchezze.
Non parliamone pi signora concluse. Sono felice per
ci che accaduto, e non vorrei (parola spaventosamente egoista)
che ci non fosse mai accaduto. Se ne fosse il caso, mi riterrei
ripagato dalla gioia che ci mi ha procurato. Onestamente, potete
considerarvi disobbligata nei miei confronti.
E per tagliar corto ad altri eventuali intenerimenti si affrett a
portare i suoi compagni verso l'impavesata per far loro ammirare le
isole che sorgevano sempre pi all'orizzonte.
Come vedete, signore, ci avviciniamo alla fine del nostro
viaggio disse speditamente. Ecco dinanzi a voi la prima delle
isole Canarie: Allegranza. un'isola arida, incolta e disabitata, tranne
all'epoca del raccolto dell'oricello. Questa pianta utile in tintoria
costituisce una delle ricchezze dell'arcipelago. Pi a sud, si vede
l'isola di Rio, separata da un braccio di mare, il Monta Clara, da un
isolotto ugualmente deserto chiamato Lanzarote, e Graciosa, roccia
sperduta
Robert non riusc a completare la sua fantasiosa descrizione. Una
risata fragorosa da parte di Roger gli tronc la parola.
Che pasticcio, perbacco! esclam l'ufficiale nellascoltare
quella libera traduzione della sua conferenza.
Senza dubbio disse Robert unendosi al coro ho bisogno
di studiare ancora un po' le Canarie.
Verso le 10, giunto a 5 miglia dall'Allegranza, il Seamew fece
rotta quasi esattamente a sud. Un'ora dopo passava dinanzi alle rocce
di Monta Clara, quando la campana richiam i passeggeri.
Il pasto proseguiva nella sua marcia discendente. La maggior
parte dei viaggiatori, ricaduti in una rabbiosa rassegnazione, parvero
non prestarvi attenzione. Ma Alice, che non aveva potuto beneficiare
dell'esperienza del giorno precedente, ne fu sorpresa e a un certo
momento fece senza volerlo una lieve smorfia.
E il sistema delle compensazioni le grid audacemente
Saunders attraverso la tavola. Lungo viaggio, cattiva tavola.
Alice sorrise senza dire nulla. Thompson fece mostra di non avere
udito. Si limit a far schioccare la lingua con aria soddisfatta.
Apprezzava la sua cucina, lui!
Quando risalirono sul ponte, la nave aveva gi superato l'isola di
Graciosa e cominciava a seguire, con velocit sempre pi ridotta, le
rive di Lanzarote.
Per commentare lo spettacolo offerto agli occhi dei passeggeri,
Robert Morgan non avrebbe dovuto essere al suo posto, pronto a
rispondere alle loro domande? Senza dubbio, eppure il cicerone del
Seamew non si fece vedere fino a sera.
Del resto, che cosa avrebbe dovuto dire? La costa occidentale di
Lanzarote si sviluppava con uniformit, mostrando uno stato
selvaggio che, dopo le Azzorre, cominciava a diventare monotono.
Da prima, un'alta rupe, il Risco de Famara, poi la riva pi bassa
ricoperta di ceneri vulcaniche dalle quali emergeva un gran numero
di coni neri, per terminare alla fine alla Playa Quemada, spiaggia
riarsa, il cui nome rivelava a sufficienza l'irrimediabile sterilit. La
desolazione regnava ovunque; ovunque rocce tristi con le quali si
confondevano le azzurrine piante grasse, le uniche che riuscivano a
mettere radice. Su quella costa occidentale, a parte qualche raro e
misero villaggio del quale il cicerone meglio informato aveva il
diritto d'ignorare il nome, non c'era neppure una citt di modesta
importanza.
Dei due centri commerciali dell'isola, Thnise si trovava
nell'interno; l'altro, Arrecife, offriva sulla costa orientale il riparo di
un eccellente ormeggio. Soltanto in queste regioni e in altre
analoghe, esposte agli alisei di nord-est saturi di benefica umidit, la
vita si era potuta sviluppare: il resto dell'isola, e in particolare la
parte costeggiata dal Seamew era stata trasformata dall'aridit in una
steppa.
Ecco ci che Robert Morgand avrebbe potuto dire se lo avesse
saputo e se fosse stato presente. Poich nessuna delle due condizioni
si era realizzata, i turisti furono costretti a fare a meno del cicerone,
della qual cosa peraltro essi non parvero accorgersi. Con l'occhio
spento e l'aria stanca lasciavano trascorrere il tempo e la nave senza
mostrare alcuna curiosit. Hamilton e Saunders erano i soli a
possedere ancora un po' del loro ardore bellicoso. Anche Blockhead
sembrava, sin dal giorno precedente, sensibilmente depresso.
Nel corso del pomeriggio Roger fece compagnia, come di
consueto, alle passeggere americane; queste ultime si meravigliarono
ripetutamente dell'assenza di Robert, che il compatriota giustific
con la necessit di studiare la sua guida. E Dio sa se quella necessit
non fosse esatta!
Avviata su tale argomento, la conversazione non fin presto e le
orecchie del cicerone-interprete del Seamew ebbero buoni motivi per
fischiare piacevolmente. Dolly diceva che a lei piaceva e Roger
acconsentiva con entusiasmo.
Ci che ha fatto per la signora Lindsay concluse Roger
gi un po' eroico. Ma Robert Morgand uomo che fa sempre con
semplicit ci che dev'essere fatto. E uomo nel vero senso della
parola.
Pensierosa, Alice ascoltava gli elogi con lo sguardo rivolto verso
l'orizzonte vago come i pensieri che agitavano la sua mente.
Buon giorno, Alice! Sono lieto di vedere che siete nuovamente
in buona salute disse a un tratto un personaggio di cui i tre amici
non avevano notato l'approssimarsi.
La signora Lindsay trasal ma si controll subito.
Vi ringrazio, J ack rispose con voce pacata. La mia salute
va benissimo, infatti.
Nessuna notizia potrebbe farmi maggior piacere rispose
J ack, con un sospiro di sollievo, suo malgrado.
Da quel primo incontro, da lui tanto temuto, egli usciva con onore.
Fino allora, se non altro, sua cognata non sapeva nulla.
Quella certezza lo rese felice; il suo carattere, solitamente tetro, si
rianim. Invece di tenersi in disparte, si un alla conversazione e,
fatto ancora pi sorprendente, si mostr quasi allegro. Dolly e Roger,
stupiti, gli rispondevano distrattamente, mentre Alice, spiritualmente
lontana, sembrava non udire ci che si diceva intorno a lei.
Verso le 4, il Seamew si lasci dietro l'isola di Lanzarote e
cominci a costeggiare le rive quasi identiche di Fuerteventura. Se
non fosse stato per i 10 chilometri di larghezza del canale Bocaina
che separa le due isole, nessuno si sarebbe accorto del cambiamento.
Robert era sempre assente. Inutilmente Roger, incuriosito per la
sua scomparsa, cerc di scovare l'amico. Il professore Morgand non
si trovava neppure nella sua cabina.
Fu visto soltanto a cena, la quale non fu meno triste della
colazione; poi, terminato il pasto, egli spar nuovamente, e Alice,
risalita sullo spardeck, pot vedere al cader della notte accendersi
l'obl della cabina del suo salvatore.
Anche nel corso della sera Robert rimase invisibile; quando fu
l'ora del riposo le passeggere americane videro che la luce della sua
cabina era ancora accesa.
E arrabbiato! disse Roger ridendo nel ricondurre le due
sorelle.
Quando fu nella sua cabina Alice non si mise a letto con l'abituale
serenit. Le sue mani si attardavano pigramente. Pi volte si
sorprese, seduta e sognante; aveva interrotto senza saperlo la toeletta
della notte. Qualcosa di cui non sapeva rendersi conto era mutato in
lei. Il suo cuore era oppresso da un'angoscia indefinibile.
Un rumore di pagine spiegazzate, proveniente dalla cabina vicina,
le aveva fatto capire che il signor Morgand lavorava realmente. Ma
presto Alice trasal: le pagine non venivano pi voltate. Il libro fu
chiuso con un colpo secco, la sedia respinta e subito il rumore della
porta che si richiudeva fece capire all'indiscreta ascoltatrice che il
signor Morgand era salito sul ponte.
Forse va sul ponte perch sa che noi non ci siamo pi? si chiese
Alice senza volerlo.
Allontan l'idea con un movimento del capo e deliberatamente
termin la sua toeletta. Cinque minuti dopo, distesa sulla sua
cuccetta, cercava di prendere sonno. Ma il sonno non veniva con la
consueta sollecitudine.
Dopo una giornata di rigorosa clausura, Robert era risalito sul
ponte: provava il bisogno di prendere una boccata d'aria.
L'abitacolo illuminato dello spardeck lo attir. Con un colpo
d'occhio egli not che la rotta era a sud-ovest e ne dedusse che il
Seamew si dirigeva verso la Gran Canaria. Non avendo nulla da fare,
torn verso la poppa e si lasci cadere sopra una seggiola accanto a
un fumatore della cui presenza non si accorse. Per alcuni istanti, il
suo sguardo vag sul mare invisibile, poi lo abbass e in breve, con
la fronte sulla mano, si smarr in profondi pensieri.
Perbacco! disse a un tratto il fumatore questa sera,
professore, siete proprio tenebroso!
Robert trasal e si alz di colpo. Anche il fumatore si era alzato:
alla luce dei fanali Robert riconobbe in lui Roger de Sorgues, il quale
gli tendeva cordialmente la mano con un sorriso di benvenuto sulle
labbra.
E vero disse. Sono un po' sofferente.
Malato? chiese Roger con interesse.
Non precisamente. Stanco, forse.
Conseguenza del tuffo dell'altro giorno? Robert fece un gesto
evasivo.
Che idea avete avuto di restare chiuso tutto il giorno!
prosegu Roger. Robert ripet il gesto, evidentemente buono per ogni
risposta.
Avrete certamente lavorato insistette Roger.
Sapete bene che ne ho bisogno! rispose Robert.
Ma dove diavolo vi siete sistemato per consultare le vostre
stupide guide? Ho bussato alla porta della vostra cabina senza
ottenere risposta.
Sarete venuto quando sono andato un po' a riposarmi all'aria
aperta.
Non con noi, per! disse Roger con tono di rimprovero.
Robert non disse nulla.
Non sono stato il solo a stupirmi della vostra scomparsa. Le
signore mi hanno espresso ripetutamente il loro rincrescimento.
Anche su richiesta della signora Lindsay sono venuto a cercarvi nella
vostra tana
Dite davvero? esclam Robert.
Siate sincero con me insistette amichevolmente Roger la
vostra assenza dovuta soltanto al vostro attaccamento al lavoro?
Precisamente.
In tal caso avete il torto di abusarne disse Roger. La
vostra assenza ci ha guastato la giornata. Eravamo malinconici,
soprattutto la signora Lindsay.
Che idea! esclam Robert.
L'osservazione fatta da Roger senza alcuna particolare intenzione,
a proposito dello scontento della signora Lindsay, non aveva nulla di
straordinario. Il francese fu perci stupito dell'impressione prodotta
da quelle semplici parole. Dopo aver lanciato un'esclamazione con
una strana voce, Robert si era subito voltato. Sembrava imbarazzato;
il suo viso manifestava gioia e imbarazzo insieme.
Oh! disse Roger a se stesso, subitamente interessato.
Dopo tutto riprese dopo un breve silenzio forse esagero
attribuendo alla vostra assenza la tristezza della signora Lindsay. Vi
basti sapere che abbiamo dovuto subire, durante l'intero pomeriggio,
quell'uccello di malaugurio che J ack Lindsay, di solito meno
prodigo delle sue antipatiche cortesie. Cosa strana, il personaggio
oggi era piuttosto gioviale. Ma la sua allegria pi penosa della sua
freddezza: non sarei stupito se la sua compagnia avesse contribuito a
rendere pi triste la signora Lindsay.
Roger guard Robert, il quale non si scompose. Poi prosegu:
Tanto pi che la povera donna ha dovuto contare sulle sue sole
forze per sostenere quell'interminabile assalto. Miss Dolly e io
l'abbiamo vilmente abbandonata, dimentichi del resto del mondo,
compreso il cognato.
Questa volta Robert gir lo sguardo sul suo compatriota. Questi,
del resto, non si fece pregare per completare la confidenza.
Che ve ne sembra di miss Dolly? chiese all'amico,
accostando la sedia con uno strattone.
E adorabile rispose Robert con sincero slancio.
Sono d'accordo! disse Roger. Ebbene, amico mio, voglio
che siate il primo ad essere informato. Questa ragazza adorabile,
siete voi che lo avete detto, io l'amo e penso di sposarla al nostro
ritorno.
Robert non parve sorpreso della notizia.
Mi aspettavo gi questa vostra confidenza confess
sorridendo. A dire il vero il vostro segreto , a bordo, un po' come
il segreto di Pulcinella. Mi permettete tuttavia di farvi una domanda?
Voi conoscete poco le signore Lindsay; avete pensato che l'unione
con la loro famiglia potrebbe incontrare qualche difficolt da parte
della vostra?
La mia? rispose Roger, stringendo la mano del benevolo
consigliere. -Non ho famiglia. Al massimo, ho alcuni lontani cugini,
ai quali i miei affari non interessano affatto. E poi amare alla ussaro
non vuol dire amare da pazzo. In questa circostanza ho agito,
sappiatelo, con la prudenza di un vecchio notaio. Sin dal nostro
arrivo alle Azzorre, quando la tarantola del matrimonio mi aveva gi
morso, ho chiesto telegraficamente qualche informazione sul conto
della famiglia Lindsay. A Madeira mi pervenuta la risposta. Le
informazioni, eccetto forse per ci che riguarda J ack (a questo
riguardo il telegrafo non mi ha detto nulla che gi non avessi
immaginato) sono state tali che qualsiasi uomo d'onore deve
considerarsi fiero di sposare miss Dolly o sua sorella aggiunse
dopo una breve pausa.
Robert sospir lievemente senza dire nulla.
Eccovi muto, mio caro! riprese Roger dopo pochi istanti di
silenzio. Avreste forse da formulare qualche obiezione?
Nulla, se non degli incoraggiamenti! esclam con vivacit
Robert. Miss Dolly una ragazza incantevole e voi siete un uomo
fortunato. Ma, lo confesso, nell'ascoltarvi ho pensato egoisticamente
a me stesso; per un attimo sono stato geloso di voi. Perdonatemi.
Geloso? E perch mai? Quale donna avrebbe mai il cattivo
gusto di rifiutare il marchese di Gramond?
Cicerone-interprete a bordo del Seamew e possessore di 150
franchi, molto in forse per chi conosca Thompson complet
Robert con amarezza.
Roger respinse l'obiezione con gesto noncurante.
Bella faccenda! disse con leggerezza. L'amore si misura
forse con gli scudi? Si visto pi volte, specialmente fra le
americane
Non dite altro! lo interruppe Robert, prendendo la mano
dell'amico. Confidenza per confidenza, tanto vale che ascoltiate la
mia: capirete perch non posso scherzare su questo argomento.
Ascolto disse Roger.
Mi chiedevate poco fa se avevo qualche motivo di tenermi in
disparte. Ebbene, ne avevo uno!
Eccoci pens Roger.
Voi potete abbandonarvi liberamente alla simpatia che vi
spinge verso miss Dolly. Voi non nascondete la vostra felicit di
amare. Io sono paralizzato invece dal timore di amare.
Il timore di amare! Uno strano timore che io non conoscer
mai.
Proprio cos: il timore. L'avvenimento imprevisto, nel corso del
quale ho avuto la fortuna di portare il mio aiuto alla signora Lindsay,
mi ha naturalmente innalzato ai suoi occhi
Non avevate bisogno, siatene certo, di crescere di pi agli
occhi della signora Lindsay lo interruppe nettamente Roger.
L'avvenimento ha creato un po' pi di intimit nei nostri
rapporti; li ha resi meno subordinati, quasi amichevoli prosegu
Robert. Ma nello stesso tempo mi ha permesso di vedere
chiaramente, troppo chiaramente, in me stesso. Ahim! Avrei fatto
ci che ho fatto, se non avessi amato?
Robert tacque per un istante; poi riprese:
Poich ho preso coscienza del fatto, non ho voluto
approfittarne e non approfitter mai in avvenire della mia nuova
intimit con la signora Lindsay.
Che strano tipo d'innamorato siete, dunque? disse Roger
con affettuosa ironia.
Per me una questione d'onore rispose Robert. Non so
quali siano le ricchezze della signora Lindsay, ma a ci che posso
credere esse devono essere considerevoli, per la prova che me ne
hanno fornita alcuni fatti di cui sono stato testimone.
Quali fatti? chiese Roger.
Non intendo comunque prosegu Robert, senza spiegarsi pi
chiaramente essere creduto anch'io un aspirante alla ricchezza; la
mia penosa situazione autorizzerebbe qualsiasi supposizione al
riguardo.
Mio caro disse Roger ci vi onora; ma avete pensato che
il rigore dei vostri sentimenti fa un po' il processo ai miei? Quando
penso a miss Dolly io ragiono meno di voi.
La nostra situazione non identica. Voi siete ricco
Se paragonato a voi rispose Roger. Sono povero se
paragonato a miss Dolly; i miei beni sono nulla se paragonati ai suoi.
Bastano, se non altro, a garantire la vostra indipendenza
disse Robert. E poi, miss Dolly vi ama senza ombra di dubbio.
Lo credo anch'io disse Roger. E se la signora Lindsay vi
amasse?
Se la signora Lindsay mi amasse ripet Robert sottovoce.
Scosse subito il capo, quasi volesse allontanare da s quell'ipotesi
insensata; appoggiatosi poi all'impavesata lasci errare nuovamente
lo sguardo sul mare. Anche Roger si era appoggiato all'impavesata,
accanto all'amico. Il silenzio regn a lungo fra i due amici.
Le ore trascorsero tranquillamente: da un pezzo il timoniere aveva
battuto la mezzanotte ed essi inseguivano ancora i loro sogni, tristi o
lieti che fossero, in una danza romantica lungo la scia della nave.
CAPITOLO III
IL SEAMEW SI FERMA
IL 4 GIUGNO, nel salire all'alba sullo spardeck, i passeggeri
avrebbero potuto vedere, ancora lontane, le rive superbe della Gran
Canaria, ove il Seamew avrebbe fatto il primo scalo nell'arcipelago.
Tenerife sarebbe stato il secondo, ultimo del viaggio.
L'arcipelago delle Canarie composto di 11 isole o isolotti
disposti a semicerchio, con la cavit rivolta verso nord. A cominciare
dall'estremit nord-orientale per finire a quella nord-occidentale si
incontrano successivamente: Allegranza, Monta Clara, Graciosa,
Lanzarote, Lobos, Fuerteventura, la Gran Canaria, Tenerife, Gomera,
l'isola di Hierro e La Palma. Abitate da una popolazione di circa
280.000 anime, queste isole, delle quali le pi orientali sono separate
dall'Africa da un braccio di mare largo un centinaio di chilometri,
costituiscono nell'insieme una superficie di oltre 265 leghe quadrate.
Governate da un comandante residente a Santa Cruz de Tenerife e
da due alcaldes mayores,
21
le Canarie costituiscono una provincia
della Spagna. Provincia lontana, vero, e quindi un po' abbandonata.
Bisogna convenire su tale negligenza da parte della metropoli per
comprendere la mediocre entit del commercio di questo arcipelago
che, a motivo della sua situazione geografica, dovrebbe essere scalo
importantissimo sulla grande via dell'Oceano.
Di varia grandezza, le Canarie si somigliano tutte per il loro
aspetto inospitale. Sono rupi di basalto a picco, appena orlate da una
spiaggetta. Nel vedere quelle muraglie di ferro ci si potrebbe stupire
dell'epiteto di Fortunate dato un tempo a queste isole di cos aspro
aspetto. Ma lo stupore cambia, o meglio muta natura quando si

21
Il termine alcalde, o alcade, designa, nei paesi di lingua o dominazione
spagnola, il sindaco o il funzionario di giustizia. Qui sta a indicare due alti
funzionari affiancati al governatore. (N.d.T.)
penetra nel loro interno. Di uguale origine vulcanica, esse sono
tagliate sullo stesso modello. Quasi sempre un cerchio di vulcani
secondari circonda il vulcano principale. E nel cratere di questi
vulcani, oggi spenti, riparati dai venti torridi dell'Africa dalle loro
pareti circolari; nelle valli che separano le cime e nelle piattaforme
concave che coronano certe cime che trova giustificazione l'epiteto
riferito. L regna una perpetua primavera e la terra, quasi senza
essere coltivata, d all'uomo persino tre raccolti all'anno.
Delle isole che compongono l'arcipelago la Gran Canaria non la
pi vasta. Il coraggio dimostrato dai suoi primi abitanti, al tempo
della conquista da parte di J ean de Bthencourt,
22
le soltanto valso
di essere indicata con quel nome. E invero, non anche quello un
modo di essere grande che ne vale bene un altro?
L'Agenzia Thompson aveva dimostrato un certo discernimento
scegliendola come punto di sosta. La Gran Canaria il riassunto
delle altre isole. Se non possiede una vetta cos ardita come quella di
Tenerife, essa occupa al riguardo una buona posizione e il primo
posto nei confronti delle altre. E l'isola che possiede le rive pi
inaccessibili al punto che i pesci non possono depositarvi le loro
uova, le valli meglio riparate, le barranques
23
pi profonde e, in
genere, le pi strane particolarit naturali.
Tuttavia, si sarebbe potuto fare all'Agenzia Thompson un appunto.
Per vedere le cose pi interessanti della Gran Canaria, o per averne
almeno un'idea, non sarebbe stato utile visitare l'interno dell'isola,
spingendosi almeno un poco nella campagna? L'Agenzia Thompson
aveva del tutto ignorato questo particolare.
Il 2 giugno, arrivo a Las Palmas alle 4 del mattino. Alle 8, visita
della citt. Partenza per Tenerife: lo stesso giorno, a mezzanotte.
Ecco che cosa annunciava il programma.
Si sarebbe arrivati il 4 giugno, vero, ma tale ritardo non
modificava i piani dell'agenzia nel senso di una larghezza eccessiva.
Che l'arrivo fosse avvenuto il 2 o il 4, si sarebbe ripartiti per Tenerife
sempre alla sera dello stesso giorno. Peggio per i passeggeri se della

22
J ean de Bthencourt, morto nel 1425. Navigatore normanno. Nel 1402 fond
nelle Canarie un primo insediamento europeo. (N.d.T.)
23
La parola ha il significato di burroni. (N.d.T.)
Gran Canaria non avrebbero visto quasi nulla! Del resto, essi
accettavano senza difficolt quella prospettiva. La loro scontrosa
apatia non avrebbe lasciato manifestare a nessuno il proprio
scontento. Quello scontento, peraltro, non avrebbe avuto alcun
fondamento: l'agenzia non faceva, dopo tutto, che mantenere i propri
impegni. Del resto, si era l, e poich si doveva partire la stessa sera,
perch non partire lo stesso giorno? Se Thompson avesse proposto di
prolungare la sosta, la maggior parte dei viaggiatori si sarebbe
rifiutata: il viaggio cominciava a essere loro di peso.
Verso le 11 il Seamew si trovava dinanzi alla capitale: Las
Palmas, o Le palme. Tutti ebbero il tempo di contemplarla
comodamente, perch la nave, sbuffando e gemendo, non avanzava
molto pi di una boa.
Per la prima volta dalla loro partenza da Londra i passeggeri
parvero assaporare una schietta sensazione di atmosfera esotica.
Costruita allo sbocco del burrone di Guiniguanda, su terreni
digradanti con bruschi sbalzi, la citt appariva di aspetto orientale. Le
vie strette e le case bianche dai tetti piatti giustificavano in qualche
modo l'epiteto di kasbah di cui Roger ritenne di doverla
gratificare.
Verso mezzogiorno il Seamew si ferm alla fine nel porto di La
Luz, lontano dalla citt circa 3 chilometri.
Quei 3 chilometri ora bisognava rifarli in senso inverso. Non
appena effettuato l'ormeggio, Thompson era sceso quindi sul molo,
dove cercava di mettere in colonna i passeggeri a mano a mano che
toccavano terra. Era la ripetizione di quella manovra alla quale i
turisti erano ormai abituati da tempo.
Ma, ahim, dov'era la disciplina di allora? Questi coscritti, cos
docili ai primi scali, ora si ammutinavano, brontolando. I movimenti
indicati da Thompson venivano compiuti con evidente malavoglia: la
truppa non faceva che mormorare. Le file si disunivano non appena
formate. Dopo un quarto d'ora di sforzi Thompson riusc a riunire
una dozzina di fedeli, tra i quali erano il tranquillo Piperboom, di
Rotterdam, e il signor Absyrthus Blockhead, tornato all'abituale buon
umore dopo che non si era pi parlato dell'et del rampollo.
La maggior parte dei turisti erano rimasti indietro. Raccolti in
gruppo compatto, opponevano un'invincibile inerzia agli sforzi
dell'Amministratore generale.
Su, signori! Signori, su! gridava timidamente
Thompson ai recalcitranti.
Abbiamo visto tutto rispose sgarbatamente Saunders,
prendendo autorevolmente la parola a nome dei compagni.
Aspettiamo con pazienza i veicoli e i portatori promessi dal
programma.
E Saunders nel dire ci brandiva lo stampato nel quale quelle false
promesse si leggevano a chiare lettere.
Ma, signori, dove volete che li prenda? chiese Thompson
pietosamente.
Benissimo! rispose Saunders con voce stridula. Cercher
allora di noleggiare una vettura.
Trasse di tasca il fedele taccuino.
Ma la prender a vostre spese. Il conto lo regoleremo a Londra
aggiunse, mettendosi in cammino, mentre dalle sue articolazioni
provenivano bellicosi suoni di ferraglia.
Vi seguo, signore, vi seguo! esclam subito sir George
Hamilton, il quale, seguito a sua volta da lady Hamilton e da miss
Margaret, and dietro al capofila.
Poich quell'adesione fu seguita da altre, poco dopo i due terzi dei
turisti si erano separati dal resto dei compagni.
Vicino al porto di La Luz una piccola citt offriva ci che occorre
alle navi in sosta. Saunders vi avrebbe certamente trovato, senza
troppa fatica, quel che cercava. A breve distanza dalle case pi vicine
stazionavano infatti tre o quattro vetture in attesa di clienti. Saunders
non ebbe che da fare un segno perch esse gli andassero incontro.
Quattro vetture non erano per sufficienti per accogliere tutti.
Quando, prese d'assalto, si furono allontanate, la maggioranza dei
dissidenti dovette tornare indietro, apportando cos un insperato
contributo alla truppa del comandante supremo.
In quel momento la signora Lindsay, accompagnata dalla sorella e
da Roger, lasciava a sua volta il Seamew. Nel vederla, Thompson
batt le mani per riattivare il movimento.
Su, signori, prendiamo posto, per favore! esclam.
Tenete presente che il tempo passa.
La signora Lindsay era di consueto una viaggiatrice tranquilla e
ben diversa dell'antipatico Saunders. Tuttavia, o per suggerimento
dei compagni o perch riteneva di avere gustato abbastanza il fascino
della passeggiata in quel ridicolo allineamento, ella non sembr
accogliere con la solita buona grazia la proposta che indirettamente
le era stata fatta.
Possibile? mormor misurando con un'occhiata la lunga
strada polverosa, priva di case e d'ombra. Bisogna farla a piedi?
Sarei felice, signora, di andare a cercarvi una vettura in citt, se
lo desiderate le propose Robert.
Se era rimasto indifferente alle proteste precedenti e al movimento
separatista che ne era seguito, ritenendo che tutto sommato ci non lo
riguardasse, ora per non poteva non dare grande importanza alle
parole della signora Lindsay! Con la spontaneit con la quale l'offerta
era sorta sulle sue labbra cos egli fu immediatamente ripagato del
gentile pensiero: senza mercanteggiare il soccorso offertole, la
signora Lindsay lo accett come cosa a lei dovuta.
Se volete avere questa cortesia diss'ella rivolgendo un
sorriso al cortese commissionario.
Robert stava per muoversi quando una nuova richiesta lo ferm.
Poich il professore va in citt disse lady Heilbuth
vorrebbe avere la cortesia di procurare anche a me una vettura?
La forma cortese della richiesta non imped a Robert di pensare
che lady Heilbuth avrebbe potuto incaricare della faccenda il lacch
spilungone che, alle sue spalle, teneva fra le braccia un avanese
attualmente promosso alla condizione di favorito. Tuttavia, s'inchin
rispettosamente dinanzi alla vecchia passeggera e l'assicur che era
interamente ai suoi ordini.
Dovette subito rimpiangere di aver dato quella cortese risposta.
Tutti avevano cominciato a parlare e a gesticolare per incaricarlo di
rendere loro lo stesso servigio offerto alla signora Lindsay e
accordato a lady Heilbuth.
Robert fece una smorfia. Fare il corriere per la signora Lindsay
era un piacere; eseguire una commissione per lady Heilbuth, passi!
Ma farsi carico delle commissioni di tutti mutava l'aspetto della
faccenda. Non poteva rifiutarsi tuttavia. Roger de Sorgues gli and
generosamente in aiuto.
Verr con voi, caro amico gli grid. Porteremo tutte le
vetture della citt.
Fu un coro di bravo, mentre Robert stringeva la mano del
compatriota, del quale non era pi possibile tenere il conto delle
numerose manifestazioni di affettuosa comprensione.
Percorsa la strada con passo affrettato, i due francesi non fecero
fatica a procurarsi un sufficiente numero di vetture. Tornavano
indietro in una di esse, quando a mezza strada incontrarono
Thompson alla testa di una modesta colonna composta appena da
quindici soldati, i pi poveri o i pi avari del suo reggimento, un
tempo cos numeroso. Robert lasci al compagno la cura di portare a
termine la commissione, e si un alla piccola truppa, presso la quale
le sue funzioni lo chiamavano.
Sarebbe esagerato dire che egli fosse soddisfatto di quella
combinazione; ma poich, dopo tutto, non aveva altra scelta, prese
posto senza entusiasmo accanto a Thompson, alla testa della sparuta
colonna.
L'arrivo alle prime case della citt gli riservava una sorpresa.
Quella sorpresa la prov anche Thompson, quando ebbe dato
un'occhiata alle sue spalle. Dov'era la colonna? Liquefatta, dispersa,
svanita! Ogni gomito della strada, ogni cespuglio fiorito, ogni
macchia d'alberi ombrosi erano stati il pretesto per qualche
defezione; a poco a poco i turisti si erano dispersi fino all'ultimo.
Dietro Thompson non c'era pi nessuno, tranne il monumentale Van
Piperboom, di Rotterdam, che placidamente attendeva senza
impazienza.
Robert e Thompson scambiarono un'occhiata non priva di ironia.
Dio mio, professore disse infine quest'ultimo con un mezzo
sorriso -in queste condizioni io non posso che restituirvi la libert. A
me Las Palmas non interessa affatto; io torno a bordo, se me lo
permettete.
E Thompson torn indietro, ostinatamente seguito
dall'impenetrabile olandese, al quale evidentemente Las Palmas non
interessava affatto.
Robert, divertito, pensava ancora alla buffa avventura quando si
ud chiamare da una voce allegra.
Che diavolo fate qui? Che ne stato del vostro reggimento?
chiedeva Roger dalla vettura in cui era seduto di fronte alle
americane.
Il mio reggimento? rispose Robert sullo stesso tono.
Sarei curioso di averne notizia. Il colonnello tornato a bordo nella
speranza di ritrovarvi i suoi soldati.
Vi trover soltanto l'impagabile J ohnson disse Roger
ridendo che si ostina a non voler mettere piede a terra. Ma voi,
che cosa fate?
Nulla, come vedete.
Venite con noi, allora concluse Roger, facendogli posto.
Ci farete da guida.
Il fiume di Guiniguanda separa Las Palmas in due parti ineguali:
la citt alta, abitata da nobilt e funzionari, e la citt bassa, dedita al
commercio, che ha termine sul promontorio occidentale, all'estremit
del quale si innalza la fortezza del Castillo del Rey.
Nel corso di tre ore, i quattro turisti percorsero a piedi e in vettura
le vie della capitale; poi, colti da stanchezza, si fecero condurre a
bordo del Seamew. Se qualcuno li avesse interrogati, ecco che cosa
avrebbero potuto rispondere:
Las Palmas una citt ben costruita, dalle vie strette e
ombreggiate, ma dove la natura del suolo trasforma la passeggiata in
un continuo salire e discendere. Oltre alla cattedrale di stile
rinascimento spagnolo, essa possiede pochi monumenti interessanti.
Per quanto riguarda l'aspetto moresco della citt vista dal mare, esso
vi induce a false speranze. Da vicino l'incanto sparisce. Non c' nulla
di meno moresco delle sue vie, delle case e degli abitanti, i quali
offrono alla pubblica ammirazione eleganze esclusivamente europee,
e cio francesi.
Le loro impressioni di viaggio si limitavano a ci. Come avrebbe
potuto essere altrimenti? Avevano forse partecipato alla vita della
gente per poterne apprezzare la gentilezza e la cortesia corrette da
una vivacit che troppo spesso faceva uscire il coltello dalla guaina?
Erano forse entrati in quelle dimore dalle facciate regolari, ma che
racchiudevano stanzette ridicole perch lo spazio era riservato in
gran parte al salone di ricevimento, nelle dimensioni del quale
rivaleggiava l'orgoglio degli abitanti? Potevano forse conoscere
l'animo di quella popolazione, nel quale all'orgogliosa ingenuit del
Guanche,
24
antenato sconfessato, si univa la fierezza dell'antenato
Hidalgo?
questa la carenza che si nota nei viaggi affrettati. L'uomo,
troppo complicato, non fa parte del loro programma; perch soltanto
la natura si lascia conoscere con uno sguardo.
E occorre che la si guardi! Ma il programma dell'Agenzia
Thompson vi si opponeva formalmente.
Le vaghe nozioni che i turisti riportarono dalla loro passeggiata
attraverso Las Palmas Robert non le possedeva neppure. Non aveva
visto nulla nel corso del pomeriggio trascorso accanto alla signora
Lindsay. I suoi occhi conservavano una sola immagine: quella della
giovane donna che saliva e discendeva la china delle vie, che lo
interrogava e alla quale egli rispondeva con sorridente semplicit.
Dimentico dei suoi proponimenti, si era abbandonato alla felicit
del momento. Ma non appena rimesso piede sul ponte del Seamew, le
preoccupazioni per un istante scomparse lo ripresero. Perch
ingannare la propria coscienza? Perch imboccare una strada che non
voleva percorrere sino in fondo? Quel felice pomeriggio gli lasciava
la bocca amara; gli lasciava l'angoscia di non aver saputo
dissimulare. Se si era tradito con qualche sguardo o con qualche
gesto, quali sentimenti, quali inconfessabili bramosie non avrebbe
potuto supporre la ricca americana in quel povero innamorato?
Quei pensieri lo facevano arrossire di vergogna ed egli si
riprometteva di controllarsi meglio in avvenire, a costo di perdere
l'amichevole simpatia che era riuscito a guadagnarsi. Ma il destino
aveva deciso che il suo generoso proponimento sarebbe rimasto

24
Guanche equivale al termine aborigeno. Hidalgo ha il significato di nobile e di
gentiluomo. (NAT.)
lettera morta. La sua storia era scritta lass e la catena degli
avvenimenti la realizzava inesorabilmente.
Quando i quattro turisti giunsero a bordo, Thompson e il capitano
Pip parlavano animatamente. Si trattava certamente di una faccenda
assai grave; Thompson, rosso in volto, si agitava febbrilmente
com'era sua abitudine. Placido e calmo, il capitano gli rispondeva a
monosillabi, o pi spesso con gesti energici, evidenti manifestazioni
di rifiuto assoluto. Interessati, la signora Lindsay e i suoi compagni si
fermarono a pochi passi dai due interlocutori. Non erano i soli, del
resto, a interessarsi a quella discussione. Sulla spardeck, allineati su
tre file serrate, i passeggeri gi rientrati ne seguivano con gli occhi
l'andamento.
Il fatto che contribuiva ad accrescere la curiosit generale era
l'assenza di qualsiasi fumo dal fumaiolo del Seamew. Sembrava che
nulla fosse stato predisposto per la partenza della nave, stabilita
tuttavia per la mezzanotte. Si facevano molte congetture e si
attendeva con impazienza che la discussione fra il capitano e
Thompson avesse termine per ottenere dall'uno o dall'altro qualche
spiegazione.
Quando son la campana della cena, la discussione non era ancora
terminata. I passeggeri raggiunsero in fretta il proprio posto, sicuri di
conoscere a tavola la chiave dell'enigma.
La cena prosegu ed ebbe termine senza che Thompson ritenesse
di soddisfare la curiosit dei convitati. Quella curiosit del resto si
attenuava temporaneamente dominata da una preoccupazione pi
grave.
Il pasto aveva fatto un passo enorme sul cammino discendente che
seguiva da vari giorni. Incoraggiato dall'impunit, Thompson
sembrava credere di potersi permettere qualsiasi cosa. Quella volta
per egli aveva superato ogni limite. La cena, degna di una taverna,
peccava anche nella quantit. L'appetito dei convitati cominciava a
svegliarsi quando fu servita la frutta.
Tutti si guardarono in viso e poi guardarono Thompson, il quale
sembrava perfettamente a suo agio. Nessuno tuttavia aveva ancora
osato formulare qualche reclamo, quando Saunders, secondo il solito,
sollev decisamente la questione.
Steward! chiam con voce stridula.
Sir? rispose il signor Roastbeaf, accorrendo.
Steward, prender ancora un po' di questo esecrabile pollo.
Tutto considerato meglio morire avvelenato che di fame.
Il signor Roastbeaf non parve gradire tutto il sapore di quella
innocente facezia.
Non ce n' pi rispose con semplicit.
Tanto meglio! esclam Saunders. In tal caso, datemi
un'altra cosa. Non potr essere certamente pi cattiva del pollo.
Un'altra cosa! esclam Roastbeaf. Il signore non sa che a
bordo non c' pi tanto da colmare un dente cariato? I signori
passeggeri non hanno lasciato neppure la cena del personale di
cucina!
Con quale amarezza Roastbeaf aveva detto quelle parole!
Signor Roastbeaf, vorreste per caso prendermi in giro?
chiese Saunders con indignazione.
Io, signore! implor Roastbeaf.
Che significa allora questo scherzo? Siamo forse sulla zattera
della Medusa?
25

Roastbeaf spalanc le braccia in segno di ignoranza. Il suo gesto
declinava ogni responsabilit per rigettarla interamente su
Thompson, il quale si stuzzicava i denti con aria indifferente. Ferito
da quell'atteggiamento, Saunders batt un pugno sulla tavola facendo
traballare i bicchieri.
Dico a voi disse con voce corrucciata.
A me, signor Saunders? rispose Thompson con finta
ingenuit.
A voi. Avete stabilito di farci morire di fame? Questo sarebbe
il solo modo di soffocare le nostre lagnanze.
Thompson spalanc gli occhi, meravigliato.

25
La Medusa, nave inviata dal Governo francese per riprendere possesso della
colonia del Senegal, si aren il 2 luglio 1816 su un banco di sabbia, a 40 leghe
dalla costa occidentale africana. Costruita in fretta una zattera, vi presero posto 149
naufraghi. Dopo dodici giorni di sofferenze, il galleggiante venne avvistato dal
brigantino Argus, il quale raccolse i quindici moribondi che erano rimasti. Gli altri
naufraghi giacevano in fondo al mare o erano stati in parte divorati dai sopravvis-
suti. (NAT.)
Sono tre giorni prosegu Saunders con collera che il cibo
diventato indegno del cane di un povero diavolo. Abbiamo
pazientato finora; oggi troppo, faccio appello a questi signori.
La domanda di Saunders ottenne un successo che i giornali
parlamentari avrebbero qualificato con le parole: vive
approvazioni oppure applausi frenetici. Tutti si misero a parlare,
approvando rumorosamente. I perfettamente!, e gli avete
ragione! si incrociavano. Per cinque minuti regn un gran chiasso.
In mezzo a quel chiasso Roger rideva di cuore. Il viaggio
diventava di una comicit irresistibile. Alice, Dolly e Robert
condividevano l'ilarit dell'allegro ufficiale. Nessuno di essi avrebbe
voluto rinunciare a quella cattiva ma divertentissima cena.
Nel frattempo Thompson, senza manifestare altre emozioni,
cercava di ottenere un po' di silenzio. Forse aveva in serbo qualche
buon motivo.
Convengo disse, quando riusc a ottenere un relativo
silenzio che questa cena stata meno buona delle precedenti
Un grido di indignazione generale gli tolse la parola.
delle precedenti riprese Thompson, tranquillamente
ma l'Agenzia non ne ha colpa, e il signor Saunders far ammenda per
le sue critiche quando conoscer la verit.
Parole! rispose brutalmente Saunders. Non mi faccio
pagare con tale moneta. Ne occorre un'altra aggiunse, traendo
dalla tasca il solito taccuino -un'altra che mi sar fornita, quando
saremo a Londra, da questo taccuino sul quale annoto dinanzi a tutti
il nuovo affronto che oggi abbiamo subito.
Questi signori sappiano, dunque riprese Thompson, senza
dare importanza all'interruzione che ci di cui abbiamo sofferto a
Madeira, si fatto sentire anche qui, in modo molto pi violento a
causa della posizione geografica di queste isole e della vicinanza
dell'Africa. Per colmo di sventura il vento ha portato una nuvola di
cavallette venute dal continente. L'invasione, qui assai rara, si
verificata proprio al nostro arrivo. I due flagelli hanno bruciato tutto,
saccheggiato e devastato ogni cosa. Se l'agenzia si mostrata un po'
gretta sui cibi, il motivo che essi sono diventati in effetti molto rari
nella Gran Canaria.
Dite invece che sono cari! replic implacabilmente
Saunders.
Non forse la stessa cosa? chiese ingenuamente Thompson,
lasciando cos intravedere il vero fondo del suo animo.
Quella ingenuit stup i passeggeri.
Davvero? replic Saunders. Regoleremo ci a Londra;
nell'attesa, non c' da far altro che partire immediatamente. Poich
non possibile fare colazione alla Gran Canaria, andiamo a cenare a
Tenerife.
Bravo! si grid da ogni parte.
Con un gesto Thompson chiese di parlare.
Su questo punto disse vi risponder il nostro
comandante.
Egli vi dir che non possibile partire disse il capitano Pip
e ci con suo vivissimo rammarico. La macchina ha bisogno di
essere ripulita e i giunti sono da rifare; il lavoro, iniziato oggi,
richieder almeno tre giorni. Potremo quindi abbandonare La Luz
soltanto il 7 giugno, verso mezzogiorno.
La comunicazione del capitano aveva raggelato gli animi. Furono
scambiati sguardi di costernazione: ancora tre giorni senza fare una
gita o una passeggiata! E con questo cibo! aggiungeva
Saunders.
In breve la tristezza subentr alla collera. Era ammissibile che
l'Agenzia Thompson si prendesse gioco fino a quel punto dei suoi
sottoscrittori? Un mormorio minaccioso corse tra i passeggeri
quando lasciarono la tavola per risalire sullo spardeck.
Nello stesso istante un grande steamer entrava nel porto. Il
piroscafo prestava regolare servizio tra l'Inghilterra e la colonia del
Capo: ora faceva ritorno a Londra. La notizia fu subito nota a tutti, a
bordo del Seamew.
Cinque o sei passeggeri si valsero di questa occasione inaspettata
e sbarcarono risolutamente con i propri bagagli. Tra i delusi appariva
lady Heilbuth, seguita dalla sua cara muta. Costoro ne avevano
abbastanza e lo dimostravano.
Thompson non fece mostra di accorgersi delle defezioni, del resto
poco numerose. Per ragioni economiche o per altro motivo la
maggior parte dei passeggeri rimase fedele al Seamew. Tra i fedeli
c'era Saunders, anche se i motivi di economia non costituivano il
motivo della sua decisione. Abbandonare Thompson? Nemmeno per
idea! Lo teneva in pugno e lo avrebbe tenuto sino alla fine. Era
dunque odio quello che riempiva il cuore dell'inquietante
passeggero?
Ma non tutti avevano i motivi, senza dubbio eccellenti, di
Saunders, o quelli ancora migliori della gente di mediocre fortuna.
La signora Lindsay, per esempio. Perch si sarebbe intestardita a
finire quel viaggio cos ricco di scomodit di ogni genere? Quale
motivo poteva trattenerla sotto l'amministrazione dell'Agenzia
Thompson? A pochi passi da Alice che egli contemplava nel buio,
Robert si poneva quelle domande con angoscia.
La signora Lindsay non si moveva; aveva guardato passare il
grande piroscafo senza prestare ad esso la minima attenzione. No,
non sarebbe partita. Robert ne ebbe conferma quando ud ci che ella
disse a Roger:
Immagino che non continueremo a restare a bordo durante
questi due giorni.
Evidentemente rispose Roger, ridendo.
Il ritardo riprese Alice avr almeno qualcosa di buono: ci
consentir di conoscere un po' meglio il paese, se volete dedicarlo,
come me, a qualche gita.
Certamente rispose Roger. Il signor Morgand e io
possiamo questa sera stessa metterci alla ricerca dei mezzi di
trasporto. Vediamo: siamo in cinque, se non erro
Robert attendeva quel momento; non intendeva lasciarsi trascinare
dall'amicizia servizievole del compatriota. Con vivissimo dispiacere
egli non si sarebbe unito al gruppetto: sarebbe rimasto al suo posto.
Permettete cominci a dire.
No, soltanto in quattro lo interruppe Alice con voce
tranquilla. Mio cognato non verr.
Robert sent il suo cuore battere fortemente. Era dunque la signora
Lindsay che decideva personalmente della sua presenza, che gli
assegnava la sua parte e che voleva che egli le fosse accanto.
La gioia spazz via i suoi scrupoli; mille pensieri confusi si
agitarono nella sua mente.
Rinunci alla sua protesta, e aspir a pieni polmoni l'aria della
sera; poi alz gli occhi al cielo ove gli parve che le stelle si fossero
accese.
CAPITOLO IV
IL SECONDO DENTE DELL'INGRANAGGIO
IL GIORNO seguente, alle 6 del mattino, i quattro turisti mettevano
piede sulla banchina, ove avrebbero dovuto trovare la guida e alcuni
cavalli ad attenderli in seguito all'interessamento di Robert e di
Roger. Ma una sorpresa li aspettava.
Non che i cavalli mancassero all'appuntamento: essi erano l, in
numero assolutamente imprevisto. Se ne potevano contare quindici,
oltre quello della guida gi sotto il peso del suo cavaliere.
La faccenda trov subito spiegazione. Poco dopo, la signora
Lindsay e i suoi compagni videro giungere Saunders e la famiglia
Hamilton, seguita da alcuni passeggeri fra cui c'era Tigg, del quale,
da pi giorni, erano stati dimenticati i sinistri progetti.
Non tutti per facevano mostra di tanta leggerezza di spirito. Le
misses Blockhead, almeno, persistevano nella loro caritatevole
sorveglianza. Chiunque vedesse Tigg era sempre certo di vedere
anche loro.
Anche quella volta, infatti, esse apparvero a dieci passi
dall'oggetto delle loro premure, precedendo il padre; il quale,
costretto di buona o di cattiva voglia a sottomettersi ai capricci delle
figlie, guardava ora con inquietudine i cavalli fra i quali avrebbe fatto
tra poco una scelta temeraria.
Appariva chiaro che il segreto della gita era trapelato e che la
passeggiata intima si sarebbe trasformata in cavalcata, con dispiacere
delle due americane e dei due francesi.
Ma il destino preparava per loro un altro dispiacere: sotto le
sembianze di J ack Lindsay, giungeva solo e per ultimo il
quindicesimo cavaliere. Se nel vederlo Dolly e Roger fecero una
smorfia, Alice e Robert, per motivi simili, che nessuno dei due
confid all'altro, si fecero rossi di indignazione.
Senza preoccuparsi della freddezza o dell'ostilit che lo
accoglievano, J ack mont in sella, imitato quasi subito dagli altri. In
breve, la carovana fu pronta a partire.
Un cavaliere tuttavia faceva ancora fatica per montare in sella.
Invano si aggrappava alla criniera o alla sella: ricadeva
costantemente, vinto in questa lotta ineguale contro il suo peso.
Sudando e sbuffando faceva sforzi grotteschi; lo spettacolo,
altamente comico, sembrava molto apprezzato dagli spettatori.
Su, pap! disse miss Mary Blockhead, con tono di
incoraggiante rimprovero.
Sei brava tu rispose il signor Absyrthus Blockhead con voce
burbera. Credi che io pesi poco? E poi, dico, forse questo il mio
mestiere? Non sono una guardia a cavallo, e ho in orrore questi
animalacci, lo dico francamente; sono sincero come l'oro, ragazza
mia!
Blockhead rimise definitivamente entrambi i piedi a terra e si
asciug la fronte gocciolante. Non avrebbe pi fatto altri tentativi
inutili.
A un cenno di Robert, la guida and in aiuto del turista in
imbarazzo. Con il suo ausilio il signor Blockhead riusc a issarsi sulla
cima che si era sforzato inutilmente di scalare. Un po' troppo
vivacemente forse, perch manc poco che non ricadesse dall'altro
lato del cavallo. Per fortuna la caduta gli fu risparmiata e la cavalcata
si mise in cammino.
La guida marciava in testa alla colonna, seguita da Robert e da
Alice; venivano poi Roger e Dolly. La terza fila si gloriava di sir e di
lady Hamilton, nella quinta, Tigg cavalcava accanto a miss Margaret.
Se le misses Blockhead non avevano potuto impedire questa
scandalosa sistemazione, esse avevano fatto in modo, se non altro, di
attenuarne le conseguenze circondando la coppia sacrilega. Nella
quarta fila miss Bess s'imponeva infatti alla compagnia di Saunders,
mentre nella sesta miss Mary dava conforto all'infelice padre, il
quale, con occhio smarrito e le dita strette alla criniera del cavallo, si
lasciava docilmente condurre, rimpiangendo amaramente il giorno in
cui era nato. In quel modo Tigg non sarebbe sfuggito a un'incessante
sorveglianza; orecchie avide avrebbero raccolto le sue parole e occhi
acuti avrebbero saputo approfittare della minima debolezza
dell'avversario. Il posto temporaneamente perduto sarebbe stato
presto riconquistato.
J ack Lindsay avanzava per ultimo, solo e in silenzio com'era sua
abitudine. Ogni tanto il suo sguardo seguiva la colonna dei compagni
fermandosi per un attimo sulla giovane coppia della prima fila. Una
luce brillava allora nei suoi occhi, subito rivolti altrove.
Quegli sguardi Robert li intuiva senza vederli. Era stata la
presenza di J ack a suscitare in lui una sorda inquietudine e a
deciderlo a prendere possesso del posto che occupava. Se J ack non
fosse stato presente, Robert si sarebbe posto nell'ultima fila del
gruppetto.
Un altro motivo Io aveva anche indotto a porsi alla sua testa:
l'istinto gli suggeriva di tenere d'occhio la guida, della quale
vagamente diffidava. Non perch la condotta di quest'ultima si fosse
prestata fino allora alla critica, ma per il fatto che Robert riteneva che
avesse un'aria sospetta, l'aria di un vero sacripante, per parlare
chiaramente; aveva deciso perci di non perderla d'occhio per essere
pronto a intervenire, se un gesto di quell'occasionale servitore avesse
confermato, nel corso della gita, la sua impressione.
Del resto, egli non abusava della situazione che le circostanze gli
avevano imposte. Senza alcun motivo, diceva soltanto il necessario.
Per il momento, dopo poche parole sulla bellezza del tempo, egli era
diventato taciturno e Alice aveva imitato il suo silenzio, che
sembrava essere di suo gradimento. Gli occhi di Robert, vero,
meno schiavi della lingua, parlavano per essa e si volgevano spesso a
guardare il delicato profilo della compagna.
Ma l'intimit, anche se tacita, compie ugualmente il suo
misterioso lavorio nel profondo dei cuori. Nel cavalcare l'uno
accanto all'altra nell'aria tiepida del mattino, scambiando rapidi e
involontari sguardi, i due giovani si sentivano pervadere di dolcezza.
Una calamita immateriale attirava i loro cuori. Essi imparavano il
meraviglioso linguaggio del silenzio e, a ogni passo, comprendevano
un po' meglio le parole che non avevano detto.
Uscirono in fretta dalla parte nord-ovest di Las Palmas ancora
sonnolenta. Poco meno di un'ora dopo la partenza gli zoccoli dei
cavalli battevano il suolo di una di quelle eccellenti strade che
s'irraggiano intorno alla capitale. Quella ora seguita iniziava come un
viale, tra due file di ville nascoste nel verde. Alberi di ogni specie
crescevano nei loro ubertosi giardini, ove i palmizi agitavano le loro
fronde.
Su quella strada molto frequentata, numerosi contadini
incrociavano i viaggiatori. Appollaiati sui cammelli, il cui
allevamento si perfettamente sviluppato alle Canarie, essi
portavano in citt i prodotti della loro terra. Magri, di statura media,
con grandi occhi neri che illuminavano il viso dai tratti regolari, essi
non mancavano di vera e naturale distinzione.
Pi si andava innanzi e pi la cavalcata si allungava. Intervalli
irregolari si formavano tra le file. In breve, pi di 200 metri
separarono Alice e Robert da J ack, sempre solo in coda alla colonna.
Dal suo posto quest'ultimo continuava a sorvegliare la coppia di
testa e un po' per volta la collera cresceva nel suo cuore. L'odio
dotato di spirito profetico e J ack era ricco di odio. Non una delle
attenzioni di Robert per la sua compagna sfuggiva alla vigile spia.
Non gli sfuggiva il minimo colpo d'occhio e ne analizzava
l'impalpabile e istintiva dolcezza; quasi indovinava le parole e a poco
a poco scopriva la verit.
Era dunque per i suoi secondi fini che quel miserabile interprete
faceva cos buona guardia! e la signora Lindsay sembrava lasciarsi
prendere all'amo di quel volgare adescamento. Lontana da lui gi
quando il suo cuore era libero, gli sarebbe stata sempre pi ostile
amandone un altro.
Con quei pensieri per la testa si sentiva soffocare di rabbia. Con la
sua ottusit non aveva forse levato le castagne dal fuoco per conto
dell'intrigante che lo soppiantava? Costui, infatti, avrebbe ottenuto la
vittoria cos facilmente se J ack, allungando la mano alla cognata in
pericolo, avesse reso inutile l'intervento di una devozione
interessata?
Era stato proprio lui a crearsi quel rivale! A conoscenza di ci che
era accaduto al Curral das Freias, Robert Morgand, cosciente della
sua forza, aveva osato persino minacciarlo!
A dire il vero, quasi certamente quelle minacce non sarebbero
state mai messe in atto. Nel comportamento di Alice nulla finora
autorizzava J ack Lindsay a credere che fosse meglio informata di
quanto non lo era il giorno successivo alla scena del torrente. Ma ci
che non era stato fatto poteva ancora essere fatto; forse in quel
momento stesso Alice ascoltava la temuta confidenza.
Era un pericolo permanente sospeso sul capo di J ack; contro quel
pericolo non c'era altro rimedio che la soppressione dell'unico
pericoloso testimone.
Purtroppo Robert Morgand non era il tipo che potesse essere
attaccato con leggerezza. J ack non poteva disconoscere che in una
lotta aperta egli aveva poche probabilit di uscirne vittorioso.
Doveva agire in altro modo e fare assegnamento pi sull'astuzia che
non sull'audacia e il coraggio. Ma anche se deciso a un atto di
tortuoso tradimento, l'occasione appariva di dubbia realizzazione in
mezzo a una quindicina di turisti.
A poco a poco, perci, l'odio di J ack si rivolse altrove: abbandon
momentaneamente Alice per prendersi cura interamente di Robert,
secondo dente dell'ingranaggio. Assassino passivo della cognata, ora
giungeva persino a premeditare la morte di Robert.
Nel frattempo, i due giovani che egli detestava con tanto furore,
seguivano una via opposta, dimentichi della sua esistenza. Mentre in
lui cresceva la collera, l'amore cominciava a nascere nel loro cuore.
Se nell'uscire da Las Palmas la colonna dei gitanti si era un po'
sgranata, tre file almeno rimanevano in plotone serrato: Tigg,
accerchiato da ogni parte, non avrebbe potuto concepire il modo di
sfuggire alla vigilanza delle sue guardiane. In preda a sorda collera,
le misses Blockhead non lo lasciavano allontanare neppure di uno
zoccolo di cavallo. Nella sua premurosa sollecitudine miss Mary
spinse pi volte il proprio animale fino a urtare quello di miss
Margaret. Si era giunti allora alle frasi Fate dunque attenzione,
signorina e Ma io faccio attenzione!: frasi che venivano
scambiate con voce pungente, senza che le rispettive posizioni delle
belligeranti fossero comunque modificate.
La campagna che la colonna attraversava era fertile e ben
coltivata; i campi si succedevano ai campi, offrendo allo sguardo
prodotti europei e tropicali, in particolare vaste piantagioni di
nopals.
26

Se gli abitanti delle Canarie non erano grandi ammiratori di quel
Minotauro chiamato progresso, non bisognava affatto stupirsene.
Dedicatisi un tempo esclusivamente alla coltivazione della canna da
zucchero, l'invenzione dello zucchero di barbabietola li aveva privati
del frutto della loro fatica. Coraggiosamente, essi ricoprirono allora il
loro paese di vigne; ma il flagello contro il quale le dotte facolt non
avevano ancora trovato rimedio, la fillossera, le assal dopo poco
tempo. In gran parte rovinati, essi sostituirono allora la pianta cara a
Bacco con piantagioni di nopals a cocciniglia e, in breve,
diventarono i principali fornitori del prezioso insetto usato in tintoria.
Ma la scienza che aveva deprezzato la loro canna da zucchero, la
scienza che non aveva saputo difenderli contro il microscopico
nemico della vite attacc immediatamente il loro nuovo tentativo,
creando i colori chimici derivati dall'anilina e minacciando cos di un
ultimo e prossimo disastro i disgraziati allevatori di cocciniglie.
Le numerose trasformazioni subite dalle loro coltivazioni
mostravano in ogni caso lo spirito di iniziativa degli abitanti. Ma
nulla avrebbe certamente resistito alla loro paziente fatica se non
avessero dovuto lottare contro la siccit. In quelle contrade bruciate
dal sole, ove pi settimane, pi mesi, pi anni trascorrevano a volte
senza che il cielo concedesse loro una goccia di pioggia, la siccit era
la reale calamit. Quanti ingegnosi sforzi, quindi, per difendersene!
per creare una fitta rete di acquedotti atti a convogliare nelle valli le
acque delle cime; per scavare cisterne ai piedi dei neopals e degli
aloe, le cui larghe foglie raccolgono l'umidit della notte sotto forma
di brina bianca pronta a sciogliersi ai primi raggi del sole!
Verso le 8, la cavalcata penetr in un vasto bosco di euforbie. La
strada continuava a salire regolarmente fra due siepi di tali piante
spinose, dall'aspetto strano e cattivo, ma la cui linfa costituisce un
veleno mortale. Ma a mano a mano che si procedeva nella salita
leuphorbia canariensis fece posto all'euphorbia bakamifera di
forma meno arcigna, la cui pelle luccicante e tesa nasconde un latte

26
Fichi d'India. (N.d.T.)
inoffensivo, che essa sprizza fino a tre metri di distanza al minimo
urto.
Mezz'ora dopo giungevano sulla vetta della Caldera de Bandana,
cratere esattamente rotondo profondo 200 metri, in fondo al quale si
vedevano una fattoria e i suoi campi.
Visitarono poi la Cima di Giramar, altro cratere colmo di cui non
esiste pi che un camino senza fondo, nel quale i turisti si divertono a
gettare sassi facendo svegliare molti echi; verso le 11 giunsero
finalmente a San Lorenzo, borgo di 2000 abitanti, nel quale la guida
assicurava che si sarebbe trovato da fare colazione.
Vi si trov, infatti, a condizione per di non fare troppo gli
schizzinosi. Il borgo San Lorenzo abbonda di frutta deliziosa, ma
manca in parte di altre risorse. Poich l'aria aperta aveva aguzzato
l'appetito dei gitanti, ci permise loro di scoprire qualche sapidit nel
gofio, che costitu il piatto forte: una specie di bollito di farina d'orzo
o di grano fortemente torrefatta diluita dal latte; questo piatto
nazionale in realt di sapore discutibile. Con l'aiuto della fame, tutti
comunque lo accolsero con piacere, eccetto il solito Sauiiders, il
quale scrisse severamente gofio sul proprio taccuino. Imporgli il
gofio! Soltanto ci valeva un indennizzo di almeno 100 sterline!
Terminata la colazione, tutti si rimisero in sella. Ma l'ordine di
marcia aveva subito qualche inevitabile modifica: una fila, tra le
altre, contava ora tre cavalieri: Tigg e le sue due vigili guardiane.
Proprio cos, grazie a un'accorta manovra, miss Margaret
Hamilton aveva perduto il suo posto e ora trottava sola come il
signor Absyrthus Blockhead, mentre le rivali vittoriose covavano la
loro conquista con occhio geloso.
Quella rivoluzione del resto non era stata compiuta senza
discussioni.
Quando Margaret, risalita a cavallo, aveva visto il suo posto
occupato, una protesta era sorta nel suo animo irritato.
Ma signorina aveva detto, rivolgendosi alle due sorelle
il mio posto, credo.
A quale di noi fate l'onore aveva cominciato a dire miss
Bess con voce aspra.
di rivolgervi, signorina? aveva completato miss Mary,
non meno acida.
Il vostro posto non
numerato, immagino!
Tigg non aveva udito nulla di quel dialogo svoltosi sottovoce.
Ignorando la guerra scatenatasi a causa sua, egli lasciava fare come
al solito con garbata indifferenza, felice dopo tutto di essere
coccolato.
Un altro cambiamento era anche avvenuto nella iniziale
disposizione dei gitanti. J ack Lindsay era passato dalla retroguardia
all'estrema avanguardia. Precedendo la cognata, sempre scortata da
Robert Morgand, ora cavalcava accanto alla guida con la quale
sembrava avere un'animata conversazione.
La circostanza non manc di suscitare la curiosit di Robert. La
guida conosceva dunque l'inglese? Poich la conversazione si
prolungava, alla curiosit di Robert non manc di mescolarsi un vago
senso di inquietudine. J ack Lindsay sembrava temere infatti le
orecchie indiscrete e si manteneva con la guida a circa cento metri
dal primo turista.
Che cosa potevano complottare quel passeggero, sul conto del
quale nutriva fondati sospetti, e quell'indigeno dall'aspetto poco
rassicurante? Ecco ci che Robert si chiedeva senza poter trovare
risposta soddisfacente.
Egli fu sul punto di confidare i suoi sospetti alla compagna; come
J ack aveva perfettamente capito, Robert non aveva ancora deciso di
dare corso alle sue minacce. La signora Lindsay non sapeva nulla.
Egli aveva esitato a turbare l'animo della giovane con confidenze del
genere e a confessarle di essere a conoscenza di una faccenda cos
delicata; fiducioso nell'efficacia della sua vigilanza, aveva mantenuto
il silenzio. Nel momento di avviare quello scottante argomento, egli
indietreggi ancora una volta e decise soltanto di vigilare con
maggiore attenzione.
In meno di tre ore i turisti raggiunsero Gualdar, residenza degli
antichi re berberi posta sulla costa nord-occidentale dell'isola; poi,
dopo avere attraversato al ritorno il piccolo borgo di Agaete,
giunsero verso le 5 ad Artenara.
Situato sul pendio interno della caldaia di Tejeda, a oltre 1200
metri di altezza, il villaggio di Artenara il pi alto dell'isola. Vi si
gode uno splendido colpo d'occhio. Il cerchio, senza scoscendimenti
e senza spaccature, svolge dinanzi allo sguardo stupito la sua
circonferenza ellittica di 35 chilometri, dalla quale convergono verso
il centro ruscelli e piccole catene di colline boscose, al riparo delle
quali sono sorti alcuni casali.
Lo stesso villaggio dei pi bizzarri. Abitato soltanto da carbonai
i quali, se non saranno presi provvedimenti, faranno presto a privare
l'isola degli ultimi resti di vegetazione, Artenara un paesino di
trogloditi. Soltanto la chiesa innalza il suo campanile nell'aria libera;
le abitazioni degli uomini sono scavate nella muraglia dell'anfiteatro.
Esse sono disposte a ripiani, l'una sopra l'altra, rischiarate da aperture
che fanno da finestre. Il pavimento di quelle case coperto di stuoie,
sulle quali si prende posto per mangiare. Sedie e letti sono stati fatti a
spese della natura, poich gli ingegnosi abitanti li hanno ricavati
dallo stesso tufo.
Non era il caso di parlare di trascorrere la notte ad Artenara:
l'ospitalit di quei trogloditi sarebbe stata troppo primitiva. Fu
necessaria quindi un'altra ora di marcia prima di mettere piede a
terra, verso le 6, a Tejeda, piccolo borgo al quale la caldaia aveva
dato il proprio nome.
Era tempo; alcuni turisti non ne potevano proprio pi. Per i tre
Blockhead in particolare fare ancora un po' pi di strada sarebbe
stato assolutamente impossibile. Di volta in volta di color giallo,
verde e bianco, a miss Mary e a miss Bess era stato necessario
l'intervento di un'anima eroica per svolgere sino alla fine il compito
che era stato loro imposto. Quante piccole grida, delle quali avevano
dovuto soffocare la differente tonalit a seconda degli scossoni ai
quali le costringevano i loro cavalli! Ma anche quale sospiro di
sollievo esse cacciarono quando giunsero in porto, e cio all'albergo,
il cui proprietario guardava sgomento l'insolito arrivo!
Era un albergo, infatti, nient'altro che un albergo quello in cui la
guida condusse i turisti. Pi che adatto alle sue abitudini, egli lo
aveva ritenuto adatto anche per gli altri, e non afferr per nulla il
significato dell'aspetto accigliato con cui fu accolto il segnale della
sosta. Comunque, era troppo tardi per recriminare. Poich Tejeda
non aveva nulla di meglio, bisognava accontentarsi.
La realt, del resto, era superiore all'apparenza; i quindici turisti e
la loro guida riuscirono a cenare accontentandosi di un nuovo gofio,
che serv di pretesto per una nuova nota sul taccuino di Saunders. Le
cose per si complicarono quando si tratt dell'alloggio.
Se a furia di ingegnosi accorgimenti fu possibile trovare un riparo
per le signore, gli uomini invece, avvolti in mantelli o in coperte, e
cio in sacchi, dovettero accontentarsi del pavimento delle stanze o
dell'erba dei prati.
Bench il clima delle isole Canarie sia dolce, il levar del sole non
manca di apportare aria fresca, molto favorevole ai reumatismi. Sir
Hamilton impar a sue spese questa particolarit geografica.
Svegliato sul far del giorno da lancinanti dolori agli arti, dovette
frizionarsi energicamente non senza imprecare contro il dannato
Thompson che gli procurava quei malanni.
Saunders, da parte sua, lo guardava con invidia. Che cosa non
avrebbe mai dato se fosse stato colpito anche lui da qualche dolore
insolito! Quale argomento da far valere a tempo debito! Esaminava
le proprie giunture, le faceva scricchiolare, si piegava e si inarcava
sino a farsi male. Fatica inutile. In quel corpo nodoso come una
quercia il male non aveva presa ed egli dovette riconoscerlo a
malincuore.
Non dimentic tuttavia di notare sul suo taccuino il malanno di
cui soffriva il compagno. Non si era buscato i reumatismi, d'accordo!
ma avrebbe potuto buscarseli, come era capitato al baronetto!
Ritenne che il rischio corso non sarebbe stato da poco se affidato a
un abile avvocato.
Il sonno delle misses Blockhead era stato accuratamente protetto;
al loro alzarsi esse parvero tuttavia molto sofferenti. Intirizzite, con
una smorfia dolorosa sulle labbra, venivano avanti penosamente,
sorreggendosi a ci che si trovava a portata delle loro mani: mobili,
muri o persone. Tigg, informatosi per primo della loro salute,
conobbe la triste verit: le misses Blockhead avevano la lombaggine!
Bisognava partire, comunque. A costo di molte sofferenze e non
senza penosi gemiti, le due vittime della carit furono issate sui loro
cavalli e la cavalcata si rimise in cammino.
Fu allora che Robert fece una strana osservazione. Mentre gli altri
cavalli della carovana, spazzolati e strigliati a cura dell'albergatore,
sembravano, dopo il riposo della notte, rimessi della fatica del giorno
prima, il cavallo della guida indigena e quello di J ack Lindsay
sembravano, al contrario, stanchissimi. Dall'insieme di polvere e di
sudore che ricopriva il pelo delle due bestie si sarebbe detto che
durante la notte esse avessero compiuto una lunga corsa.
Poich la faccenda non poteva essere chiarita senza chiederne la
spiegazione direttamente agli interessati, cosa che a Robert
ripugnava, il francese chiuse in cuore il sospetto maturato.
Del resto, se J ack Lindsay aveva ordito qualche complotto con la
complicit della guida, era troppo tardi per intervenire efficacemente.
I due presunti complici ormai non avevano pi nulla da dirsi; mentre
il primo, infatti, era come sempre in testa alla colonna, l'altro aveva
ripreso il suo posto favorito, all'estremit opposta del gruppo.
Ma non ne costituiva pi l'estrema retroguardia, dove ora lo
avevano sostituito il signor Absyrthus Blockhead e le sue simpatiche
figlie.
Amara situazione quella delle misses Blockhead! L'amore del
prossimo le sospingeva innanzi, mentre un lancinante dolore le
costringeva a rallentare a qualsiasi costo la marcia. A poco a poco,
nonostante coraggio ed energia non venissero loro meno, Tigg sfugg
alla loro sorveglianza, cosicch presto le due sorelle, da cento metri
dietro l'ultimo turista, dovettero assistere, aggrappate alle selle
crudeli, al trionfo dell'aborrita rivale.
Partito all'alba, il gruppo giunse di buon'ora alla voragine di
Tirjana. Il sentiero penetrava in quell'antico cratere attraverso una
stretta spaccatura della muraglia occidentale per poi risalire a zig-zag
lungo la parete orientale.
Gi da un pezzo se ne proseguiva penosamente l'ascensione
quando la strada present una biforcazione ad angolo acuto.
Alice e Robert, che marciavano in testa, si fermarono e cercarono
con gli occhi la guida indigena.
La guida era scomparsa.
In breve i turisti si raccolsero all'incrocio delle due strade, e
cominciarono a commentare ad alta voce, vivacemente, lo strano
incidente.
Mentre i suoi compagni si perdevano in parole inutili, Robert
rifletteva in silenzio. Quella scomparsa non era forse l'inizio del
supposto complotto? Osservava da lontano J ack Lindsay, il quale
sembrava condividere con apparente sincerit la sorpresa dei
compagni. Nulla nel suo atteggiamento giustificava i timori che
crescevano sempre pi nell'animo dell'interprete del Seamew.
Prima di pronunciarsi bisognava attendere, comunque. L'assenza
della guida poteva essere dovuta a cause molto semplici: forse tra
breve sarebbe stata di ritorno.
Trascorse mezz'ora senza che la guida tornasse; i turisti
cominciarono a perdere la pazienza. Diamine! Non si poteva
rimanere eternamente in quel posto! Nell'incertezza, non rimaneva
che proseguire lungo una delle due strade. Si sarebbe giunti,
comunque, da qualche parte.
Forse sarebbe meglio disse J ack Lindsay con buon senso
che uno di noi andasse a esplorare per un migliaio di metri una delle
due strade. Si potrebbe capirne cos la direzione. Gli altri
resterebbero qui, in attesa della guida che, dopo tutto, potrebbe
ancora fare ritorno.
Avete ragione rispose Robert, al quale spettava la parte di
esploratore, guardando fissamente J ack Lindsay. Quale strada
consigliate di scegliere?
J ack fece un gesto evasivo.
Questa, ad esempio? insinu Robert, indicando la strada che
era alla sua destra.
Quella che voi preferite rispose J ack con aria indifferente.
Vada per questa concluse Robert, mentre J ack volgeva
altrove gli occhi, nei quali suo malgrado pass un lampo di
soddisfazione.
Prima di partire Robert prese in disparte Roger de Sorgues e gli
raccomand la massima vigilanza.
Certi fatti gli disse e in particolare questa inspiegabile
scomparsa della guida mi fanno temere qualche tranello. Vogliate
vigilare, quindi, scrupolosamente.
E voi? disse Roger.
Oh! rispose Robert se capiter un'aggressione,
verosimilmente non sar diretta contro di me. Del resto, agir con
prudenza.
Fatte a mezza voce quelle raccomandazioni, Robert si avventur
sulla strada da lui scelta, lasciando i turisti ad attendere il suo ritorno.
I primi dieci minuti trascorsero in fretta: non ci sarebbe voluto
meno tempo per esplorare un chilometro di strada al trotto lungo del
cavallo. I dieci minuti successivi parvero pi lunghi: ciascuno di essi
fece apparire pi incomprensibile il ritardo di Robert. Al ventesimo
minuto Roger non pot pi resistere.
Non possiamo attendere oltre dichiar. La scomparsa
della guida non mi dice nulla di buono e perci sono persuaso che
capitato qualcosa al signor Morgand. Per conto mio gli vado incontro
senza perdere altro tempo.
Mia sorella e io verremo con voi disse Alice con voce
ferma.
Andiamo tutti esclamarono i turisti senza alcuna esitazione.
Quali che fossero i suoi pensieri, J ack Lindsay non fece
opposizione al progetto; come gli altri spinse il cavallo a vivace
andatura.
La strada seguita in fretta dal gruppetto si svolgeva fra due
muraglie cretacee, tagliate perpendicolarmente.
Un vero posto per assassini! borbott Roger.
Tuttavia, non appariva nulla di anormale. In cinque minuti fu
percorso un chilometro senza incontrare anima viva.
A un gomito della strada i turisti si fermarono di colpo ad
ascoltare: un chiasso confuso, simile al mormorio della folla,
giungeva alle loro orecchie.
Sbrighiamoci! grid Roger, mettendo il cavallo al galoppo.
In pochi secondi giunsero all'ingresso di un villaggio, dal quale
giungeva il chiasso che aveva richiamato la loro attenzione.
Il villaggio, stranissimo, era privo di case; era un'altra edizione di
Artenara. I suoi abitanti alloggiavano a spese delle muraglie cretacee
che fiancheggiavano la strada.
In quel momento quelle abitazioni di trogloditi apparivano vuote.
L'intera popolazione, composta esclusivamente di negri di un nero
bellissimo, aveva invaso la strada e vi si agitava facendo un
incredibile chiasso.
Era evidente che il villaggio era in ebollizione. Per quale motivo?
I turisti non pensarono a chiederselo; la loro attenzione era
interamente attratta dallo spettacolo imprevisto che si offriva ai loro
occhi.
A meno di 50 metri vedevano Robert Morgand, sul quale
sembrava convergere l'ira di tutti. Robert aveva messo piede a terra;
addossato alla muraglia trasformata in arnia umana, si difendeva alla
meglio facendosi riparo del cavallo. L'animale si dimenava
furiosamente e le sgroppate che lanciava da ogni parte mantenevano
sgombro un ampio spazio intorno al padrone.
Non sembrava che i negri possedessero armi da fuoco. Tuttavia,
quando i turisti giunsero sul teatro della lotta, questa giungeva alla
conclusione. Robert era allo stremo delle forze; aveva scaricato la
rivoltella per sbarazzarsi di due negri che apparivano stesi a terra, e
ora non possedeva altra arma che il frustino, il pesante pomo del
quale era bastato fino allora a salvarlo. Ma, assalito da tre parti,
lapidato con accanimento da una turba di uomini, di donne e di
ragazzi, non avrebbe potuto resistere a lungo. Gi alcune pietre ben
dirette avevano raggiunto il bersaglio. Il sangue gli macchiava la
fronte.
L'arrivo dei turisti gli portava aiuto, vero, ma non la salvezza.
Tra il gruppo e Robert, infatti, c'erano alcune centinaia di negri, i
quali gridavano e urlavano con tanta animosit da non essersi
neppure accorti della presenza dei nuovi venuti.
Come al reggimento, Roger stava per ordinare la carica quando un
compagno lo prevenne.
Partito dalla coda dei gitanti, un cavaliere si slanci a un tratto,
tempestosamente, e piomb come la folgore sui negri.
Con stupore, i turisti avevano potuto riconoscere in lui il signor
Blockhead. Livido, cacciando penose grida d'angoscia, il poveruomo
si aggrappava al collo del cavallo imbizzarrito dalle urla dei negri.
A quelle grida, i negri risposero con esclamazioni di terrore. Il
cavallo saltava, incalzava calpestando ci che gli si trovava vicino. In
un attimo la strada fu sgombra. Tutti i negri erano fuggiti dinanzi a
quella folgore di guerra per cercare rifugio in fondo alle loro
abitazioni.
Non tutti; uno di essi era rimasto.
In mezzo alla strada, vero gigante dalle spalle erculee, sembrava
disprezzare il panico dei suoi concittadini. Piantatosi dinanzi a
Robert, brandiva con orgoglio una specie di vecchio fucile, forse un
trombone spagnolo, che da un quarto d'ora stava riempiendo di
polvere.
Il negro port alla spalla quell'arma, che senza dubbio gli sarebbe
scoppiata fra le mani, e la diresse contro Robert.
Seguito dai compagni, Roger si era slanciato nello spazio reso
sgombro dalla brillante fantasia dell'inestimabile droghiere onorario.
Avrebbe fatto in tempo a fermare il colpo che stava per partire?
Per fortuna un eroe lo precedette: il signor Absyrthus Blockhead
con il suo cavallo inebriato dalla libert!
All'improvviso, quest'ultimo si trov a due passi dal gigantesco
negro, assorto nel maneggio insolito del vecchio fucile. L'ostacolo
imprevisto intimid il cavallo imbizzarrito, il quale, puntando a terra i
suoi quattro ferri, si ferm di colpo.
Il signor Blockhead, invece, prosegu la corsa. Trasportato dalla
foga e un po' anche, bisogna riconoscerlo, dalla velocit acquisita,
salt oltre il collo del suo nobile corsiero e, descrivendo una curva
armoniosa e sapiente, and a colpire come un obice il negro in pieno
petto.
Proiettile e bombardato rotolarono insieme a terra.
Nello stesso istante Roger e i suoi compagni giungevano sul luogo
del memorabile combattimento.
In un attimo Blockhead fu raccolto e gettato attraverso una sella,
mentre un altro turista si impadroniva del cavallo del cavaliere
disarcionato. Poich Robert era risalito in sella, il gruppetto lasci al
galoppo il villaggio dalla parte opposta a quella da cui era entrato.
Un minuto dopo il momento in cui Robert era stato scorto, tutti
erano in salvo. Quel brevissimo spazio di tempo era bastato al signor
Blockhead per rendersi illustre per sempre nei fasti della cavalleria,
inventando una nuova arma da lancio e, per giunta, salvando un suo
simile.
Il valoroso guerriero non sembrava per, per il momento, in
brillanti condizioni. Un violento colpo alla testa gli aveva causato
uno svenimento che non riusciva a risolversi facilmente.
Non appena si furono allontanati abbastanza dal villaggio tanto da
non dover pi temere un ritorno offensivo dei negri, tutti misero
piede a terra. Allora alcune spruzzatine d'acqua fredda bastarono a
restituire i sensi al signor Blockhead, il quale poco dopo si disse
pronto a ripartire.
Prima per dovette accettare i ringraziamenti di Robert, che lo
stimato droghiere onorario, forse per eccesso di modestia, non
mostr di capire.
Al passo dei cavalli, ci volle un'ora per fare il giro del picco
centrale dell'isola, il Pozzo de la Nieve, o Pozzo della Neve, cos
chiamato a causa delle ghiacciaie che gli abitanti avevano
predisposto nei suoi fianchi; poi si attravers un vasto altopiano
cosparso di numerosi picchi, chiamati rocs nel linguaggio del paese.
In seguito si pass fra quelli di Saucillo del Hublo, blocco monolitico
di 112 metri di altezza, di Rentaigo e della Cuimbre.
Sar stato a causa dell'emozione provocata dai negri, oppure a
motivo della fatica, il fatto che poche parole vennero scambiate nel
corso della traversata dell'altopiano. La maggior parte dei turisti
avanzava in silenzio, quasi nello stesso ordine della partenza.
Soltanto poche file avevano subito una lieve modifica:
Saunders seguiva i passi del valoroso Blockhead, Robert
cavalcava accanto a Roger; Alice e Dolly costituivano la seconda
fila.
I due francesi parlavano dell'inspiegabile avvenimento che, per
poco, sarebbe costato la vita a uno di loro.
Avevate indovinato disse Roger nel sospettare il tranello;
il pericolo per era dinanzi a noi e non dietro di noi.
E vero conferm Robert. Ma potevo mai immaginare di
esserne io il bersaglio? Del resto, sono persuaso che il caso ha fatto
tutto, e che voi avreste ricevuto la stessa accoglienza se vi foste
arrischiato al posto mio a mettere piede in quel villaggio di moretti.
A proposito chiese Roger come mai una colonia di negri
si trova in un Paese di razza bianca?
Si tratta di un'antica repubblica di schiavi negri rispose
Robert. Abolita la schiavit in ogni Paese dipendente da governi
civilizzati, oggi questa repubblica ha perduto ogni ragion d'essere.
Ma i negri hanno cervelli caparbi e i discendenti persistono nel
seguire i costumi degli antenati. Essi continuano, nascosti nelle loro
caverne, a vivere in un isolamento quasi assoluto, a volte senza farsi
vedere nelle citt vicine per un intero anno.
E non sono affatto ospitali osserv Roger ridendo. Che
cosa diavolo avete fatto loro per metterli in rivoluzione?
Assolutamente nulla disse Robert. La rivoluzione era
scoppiata prima del mio arrivo.
E per quale motivo?
Non me lo hanno confidato, ma l'ho indovinato facilmente
dalle insolenze che mi gridavano. Per comprendere tale ragione
occorre sapere che molti abitanti delle Canarie vedono di malocchio
gli stranieri che qui giungono ogni anno in sempre maggior numero.
Essi dicono che i malati lasciano nelle loro isole qualcosa della loro
malattia e che finiranno per renderne il soggiorno mortale. Ora i
nostri negri credevano che noi andassimo nel loro villaggio con
l'intento di fondarvi un ospedale di lebbrosi e di tisici. Da ci era nata
la loro rabbia.
Un ospedale! esclam Roger. Come mai una tale idea
potuta nascere nella loro testa ricciuta?
Qualcuno pu averla loro suggerita rispose Robert.
Potete immaginare il risultato di una tale minaccia in quei cervelli
pieni di pregiudizi.
Qualcuno? ripet Roger. Di chi sospettate?
Della guida.
Ma a che scopo?
A scopo di lucro, superfluo dirlo. Il furbo contava di prendere
la sua parte delle nostre spoglie.
Quella spiegazione era abbastanza plausibile e non c'era da
dubitare che le cose si fossero svolte in quel modo. Nel corso della
notte precedente la guida aveva dovuto predisporre il tranello e
seminare l'ira in quei cervelli facili a infiammarsi e da ingannare.
Robert taceva la parte che J ack aveva certamente avuta in quel
complotto, e per tutt'altro scopo che non quello dell'immediato
saccheggio. Dopo matura riflessione, egli aveva deciso di non
rivelare i suoi sospetti. Per un'accusa del genere occorrono prove e
Robert non ne aveva. Sospetti, certamente, ma, in assenza della
guida, egli non aveva la possibilit di fornire la minima prova. In tali
condizioni era meglio mantenere il silenzio.
Anche se meglio armato, del resto, forse egli si sarebbe
comportato allo stesso modo. Anche allora avrebbe preferito lasciare
impunito l'attacco subito, piuttosto che farne vendetta: vendetta che
sarebbe poi ricaduta non soltanto sul suo vero autore, ma anche sulla
signora Lindsay.
Mentre i due francesi discutevano sull'interessante argomento,
Saunders si era attaccato a Blockhead.
I miei complimenti! gli disse, poco dopo che si erano
rimessi in cammino.
Blockhead rimase in silenzio.
Che tuffo! disse Saunders con un armonioso sogghigno.
Blockhead non disse nulla. Saunders gli si fece vicino, manifestando
vivo
interesse.
Vediamo, caro signore, come state ora?
Molto male sospir Blockhead.
Capisco disse Saunders la testa
Non la testa!
Che cosa, dunque?
Dall'altra parte! gemette Blockhead, disteso a pancia sotto
sul cavallo.
Dall'altra parte? ripet Saunders. Ah, gi! aggiunse
mostrando di avere capito perfettamente la stessa cosa.
No mormor Blockhead.
Perbacco! rispose Saunders per colpa comunque
dell'Agenzia Thompson. Se fossimo stati cento, invece di quindici,
saremmo stati forse attaccati? Avreste avuto male al capo? Se invece
di essere a cavallo avessimo avuto i portatori annunciati dal suo
spudorato programma, avreste avuto male altrove? Capisco che
siate indignato e arrabbiato
Blockhead ebbe la forza di protestare.
Ne sono felice! dite pure, incantato! mormor con voce
dolente, trascinato dalla forza dell'abitudine.
Felice? ripet Saunders, stupito.
S, felice ripet Blockhead con maggior vigore. Cavalli,
isole con negri tutto ci straordinario, proprio straordinario!
Nella sua esuberante ammirazione Blockhead dimenticava i propri
dolori. Si raddrizz imprudentemente sulla sella e stese la mano, con
solennit.
Sono puro come l'oro, signore; Blockhead sincero Ahi!
grid ricadendo di colpo sulla pancia, riportato alla realt da una viva
fitta, mentre Saunders si allontanava dall'incorreggibile ottimista.
Verso le 11 il gruppetto raggiunse uno dei numerosi villaggi
rannicchiati nei contrafforti della Cuimbre. La comitiva lo
attraversava chiacchierando, quando la strada sbocc bruscamente su
una piazzetta senza altra uscita oltre quella dalla quale erano entrati.
Tutti si fermarono imbarazzati.
Dovevano necessariamente essersi sbagliati due ore prima,
all'incrocio delle due strade; non c'era da fare altro che tornare
indietro.
Prima di ripartire Robert volle chiedere informazioni agli abitanti
del villaggio. Si present allora una grave difficolt: lo spagnolo di
Robert risultava incomprensibile ai contadini interrogati, mentre lo
spagnolo dei contadini appariva misterioso per Robert.
Quest'ultimo non se ne mostr sorpreso: non ignorava l'incredibile
diversit dei dialetti dell'interno dell'isola.
Con l'aiuto di una vivace pantomima e a furia di ripetere la parola
Tedde nome della citt che si voleva raggiungere e dove si
sperava di fare colazione -Robert fin per ottenere un risultato
soddisfacente. L'indigeno si batt la fronte e, chiamato in aiuto un
ragazzino, gli fece un lungo e incomprensibile discorso; poi, con il
gesto, invit la cavalcata a seguire la nuova guida.
Si marci per due ore sulle orme del ragazzo che fischiettava
qualche motivetto. Si risal dietro di lui un sentiero, se ne discese un
altro, si attravers una strada, si riprese un altro sentiero,
interminabilmente. Gi da tempo si sarebbe dovuto essere a
destinazione. Non sapendo pi che cosa fare, Robert stava per
cercare di tirare fuori, a qualunque costo, qualche delucidazione dalla
giovanissima guida, allorch, nel momento in cui si giungeva su una
nuova strada, il ragazzo agit allegramente il berretto, indic la
direzione del sud e percorrendo in fretta un sentiero da capre
scomparve in un batter d'occhio.
Grande stupore dei turisti. Che cosa aveva dunque capito il
contadino? Era per inutile lagnarsi. Non rimaneva che ripartire e si
riparti infatti, non verso il sud ma verso il nord, unica direzione in cui
sarebbe stato possibile incontrare la citt di Tedde.
Le ore intanto passavano senza che il campanile del villaggio
apparisse ai viaggiatori affamati e stanchi. La giornata trascorse con
la cavalcata che proseguiva sempre la sua penosa marcia. Le misses
Blockhead facevano piet. Abbracciate al collo del cavallo si
lasciavano trasportare senza avere nemmeno la forza di lamentarsi.
Verso le 6 i turisti pi coraggiosi parlarono di non andare oltre e
di accamparsi all'aria aperta; fu proprio allora che si scorsero alcune
case. L'andatura dei cavalli fu subito stimolata. Sorpresa! era Las
Palmas!
Un'ora dopo, attraversata in fretta la citt, il gruppo raggiungeva il
Seamew senza che nessuno comprendesse come vi si era arrivati.
I viaggiatori si affrettarono a prendere posto a tavola, dove si
cominciava gi a servire la cena, e attaccarono con entusiasmo la
minestra. Disgraziatamente, le norme cui ci si atteneva da due giorni
nella preparazione dei pasti erano sempre in vigore a bordo del
Seamew e la cena risult pertanto insufficiente per gli stomachi
affamati.
L'inconveniente sembr lieve. Una questione primeggiava sulle
altre. A che punto era la riparazione della macchina? Certamente non
era ancora terminata. I colpi di martello ne facevano fede pi che a
sufficienza. Quel rumore infernale penetrava dappertutto; nella sala
da pranzo, ove scandiva deplorevolmente la conversazione; nelle
cabine, ove teneva lontano il sonno. Dur tutta la notte portando al
massimo l'esasperazione dei passeggeri.
A causa della stanchezza, Robert era riuscito tuttavia ad
addormentarsi. Alle 5 del mattino il silenzio lo risvegli. A bordo
della nave tutto taceva.
Vestitosi in fretta sal sul ponte deserto. Ai piedi dello spardeck il
capitano Pip e il signor Bishop chiacchieravano. Robert stava per
raggiungerli, per chiedere loro qualche informazione allorch la voce
del capitano giunse fino a lui.
Allora, siete pronto? diceva.
S, comandante rispondeva il signor Bishop.
Siete soddisfatto delle riparazioni?
Eh! fece il signor Bishop.
Segu un silenzio; poi il signor Bishop disse:
Artimon vi direbbe, comandante, che non si pu fare del nuovo
con ci che vecchio.
Giusto! approv il capitano. Possiamo partire,
immagino?
Certamente, comandante rispose il signor Bishop. Ma in
quanto ad arrivare
Segu un altro silenzio, pi lungo del precedente. Robert si chin e
vide che il capitano guardava quanto mai di traverso, com'era sua
abitudine quando l'emozione lo agitava. Poi si gratt la punta del
naso e prendendo la mano del primo macchinista:
un rischio, signore! disse con aria solenne, lasciando
l'ufficiale.
Robert ritenne inutile riferire ai compagni gli spiacevoli pronostici
che, senza volerlo, gli erano stati confidati. Riguardo all'ora della
partenza egli non ebbe bisogno di farla conoscere: le volute di fumo
che poco dopo coronarono il camino della nave la resero nota a tutti i
passeggeri.
Non ci volle nulla di meno della certezza dell'imminente partenza
per salvare l'Amministratore generale dalla rabbia dei suoi
amministrati, esasperati dalla pessima colazione. Nessuno tuttavia
protest. Tutti si limitarono a tenere in quarantena rigorosa il
colpevole direttore dell'agenzia. I visi si rischiararono soltanto
quando, verso la fine della colazione, si udirono i primi ordini per la
partenza che lasciavano sperare una tollerabile cena.
CAPITOLO V
SULLA VETTA DEL TEIDE
APPENA una cinquantina di miglia separavano Las Palmas da
Santa Cruz. Tornato alla sua velocit normale di 12 nodi, il Seamew
impieg quattro ore per percorrere quella distanza. Alle 3,30 si
ormeggiava, infatti, nel porto della capitale dell'isola di Tenerife.
Fra questa citt, che rivaleggiava per importanza con Las Palmas,
e l'Europa le comunicazioni erano frequenti e facili. Numerose linee
di steamers la univano a Liverpool, Amburgo, Le Havre, Marsiglia e
Genova, senza contare la compagnia locale che assicurava un
passaggio bimensile tra le isole dell'arcipelago.
Situata ad anfiteatro in un cerchio di montagne, Santa Cruz era di
seducente accesso e poteva anche, a questo riguardo, sostenere il
raffronto con Las Palmas.
La sua bellezza non fu sufficiente tuttavia a scuotere l'indifferenza
dei passeggeri. Nel corso della traversata, essi avevano dato appena
qualche occhiata alle sue rive grandiose e selvagge e alle nude rocce
verso le quali erano sospinti dall'elica del Seamew. Quando
raggiunsero il porto, la maggior parte dei turisti si limit a dare uno
sguardo alla terra e la loro curiosit sembr soddisfatta.
Che cosa importavano quello spettacolo, certamente meraviglioso,
ma reso banale dall'abitudine, e quella citt, certamente piacevole,
ma indubbiamente troppo simile alle citt gi visitate? Loro unica
preoccupazione era il celebre Pico de Teide, meglio noto con il nome
di Pico di Tenerife, la cui ascensione, promessa dal programma,
costituiva la parte pi bella della visita. Ecco ci che era nuovo e
originale! L'approssimarsi di quella ascensione faceva gi risalire
notevolmente il valore delle azioni di Thompson.
Ma a dire il vero i turisti del Seamew non avevano fortuna. Quella
vetta, verso la quale durante la traversata dalla Gran Canaria a
Tenerife avevano teso lo sguardo, si era ostinatamente nascosta
dietro uno spesso strato di nuvole che i migliori binocoli non erano
riusciti a penetrare. Ora, anche se il cielo fosse stato sgombro di
nuvole, era troppo tardi: la costa ne limitava la vista.
Il contrattempo veniva sopportato, tuttavia, con filosofia. Si
sarebbe detto che il picco avesse accresciuto la curiosit dei suoi
futuri vincitori rimanendo avvolto nel mistero. Non si parlava che del
picco; l'ossessione si era fatta tale che Thompson riusc a persuadere
facilmente la maggior parte dei passeggeri a rinunciare a calpestare il
selciato di Santa Cruz.
I due giovani sposi non vi presero parte. Prima ancora che l'ancora
avesse toccato il fondo si erano fatti condurre a terra con la solita
discrezione, e in breve erano scomparsi. Sarebbero riapparsi al
momento della partenza.
I compagni li avrebbero probabilmente seguiti se Thompson,
rilevata l'indifferenza generale per la capitale di Tenerife, non avesse
proposto con poca speranza di andare, via mare, alla citt di Orotava
punto di partenza delle ascensioni situata sulla costa settentrionale
invece di andarvi via terra, come diceva il programma. Egli
riteneva in tal modo di economizzare un oneroso trasporto.
Con sua grande sorpresa quella proposta non incontr alcuna
difficolt; e poich la partenza del Seamew era stata stabilita per il
giorno dopo, la maggior parte dei turisti decise di rimanere a bordo.
Alcuni viaggiatori non imitarono per quella esagerata
indifferenza. Costoro sempre i soliti: Alice Lindsay e sua sorella,
Roger de Sorgues loro inseparabile compagno, Saunders con il suo
taccuino, sir Hamilton con la sua famiglia, seguaci rigorosi del
programma costoro, dicevamo, si fecero portare a terra non
appena il Seamew si fu ormeggiato, decisi a raggiungere Orotava via
terra. Poich J ack Lindsay non aveva ritenuto di unirsi alla gita,
anche Robert aveva preferito rimanere a bordo. Ma Roger de
Sorgues, di parere opposto, si era fatto dare da Thompson in
esclusiva l'uso dell'interprete, il cui aiuto, asseriva, sarebbe stato
indispensabile nell'interno del paese. Robert faceva parte, dunque,
del gruppetto dei dissidenti, privo, ahim! dei suoi fiori pi belli.
Poteva essere altrimenti? Come avrebbe potuto il signor
Absyrthus Blockhead mettere in esercizio attraverso l'isola le sue
meravigliose facolt di ammirazione, se da ventiquattr'ore dormiva
tanto da far credere che non si sarebbe svegliato mai pi? Potevano
le sue graziose figlie sostituirlo, se giacevano sopra un letto di dolore
con la preoccupazione costante di non potersi sdraiare sul dorso?
Tigg approfitt vilmente di quella penosa situazione per lasciare
anch'egli il Seamew; nel corso di quella gita, si sarebbe certamente
allontanato poco da miss Margaret.
Poich a terra il caldo era opprimente, si decise su consiglio di
Robert di andare a dormire quella sera a La Laguna, antica capitale
dell'isola. L'interprete era certo che vi avrebbero trovato una
temperatura pi clemente e, per giunta, avrebbero evitato quelle
zanzare che a Santa Cruz erano un vero flagello.
I turisti si limitarono quindi a fare un rapido giro per la citt.
Seguirono le vie pi ampie, costeggiarono le case provviste in genere
di eleganti balconi e spesso ricoperte di pitture alla moda italiana, e
attraversarono infine la bella piazza della Costituzione, nel mezzo
della quale s'innalzava un obelisco di marmo bianco, circondato dalle
statue di quattro antichi re delle Canarie: alle 5, due comode vetture
trasportavano gli otto turisti al galoppo dei loro cavalli.
I dieci chilometri che separavano La Laguna dalla capitale furono
percorsi in un'ora e mezzo. Dislocata a 520 metri di altezza, la citt
godeva di una temperatura piacevole; le zanzare, come Robert aveva
detto, vi erano del tutto sconosciute. Questi vantaggi facevano di essa
un luogo di villeggiatura degli abitanti di Santa Cruz, i quali
andavano a cercare riposo sotto i suoi grandi alberi, fra i quali
dominava leucaliptus.
Nonostante tali vantaggi, La Laguna era una citt in decadenza. Se
vi si incontravano due belle chiese, vi si vedevano anche molti
monumenti in rovina. L'erba cresceva sulle sue strade, e persino sul
tetto delle case.
Non era il caso di trattenersi a lungo in quella citt silenziosa, ove
la tristezza era contagiosa. Sin dal mattino del giorno seguente i
turisti lasciarono questa regina decaduta con la diligenza che, tra La
Laguna e Orotava, effettuava in ogni senso due viaggi quotidiani. Al
trotto asmatico di cinque rozze che la trascinavano penosamente, la
diligenza impieg quattro lunghe ore a superare i 30 chilometri che
separavano La Laguna da Orotava. Senza che nessuno dei viaggiatori
si degnasse di scendere, essa attravers Tacoronte, ove si trovava un
museo che custodiva una strana collezione di mummie aborigene, di
armi e di strumenti di quel popolo scomparso; Sanzal, con la sua
cava di lave; la Matanza, e cio la carneficina, il cui nome evoca il
ricordo di un sanguinoso combattimento; Victoria, teatro di un'altra
antica battaglia; e infine Santa Ursula.
Alla fine di quest'ultima borgata la strada sbocca nella Valle
d'Orotava, che l'illustre viaggiatore tedesco Humboldt ha asserito
essere la pi bella del mondo.
Il fatto che sarebbe stato difficile immaginare spettacolo pi
armonioso. A destra c'era l'immensa distesa del mare; a sinistra, un
cumulo di picchi neri e selvaggi, ultimi contrafforti del vulcano: i
suoi figli, nel pittoresco linguaggio popolare, mentre il padre, il
Teide, s'innalzava maestoso sullo sfondo. Fra queste due grandiose
estremit, la Valle di Orotava si stendeva in un'incredibile orgia di
verde.
A mano a mano che si avanzava, la vetta del Teide sembrava
abbassarsi, finch non scomparve del tutto nel momento in cui si
cominciarono a vedere fra gli alberi le case delle due Orotava: la
citt, a 5 chilometri dal mare, e il porto, 380 metri pi in basso. Nel
momento in cui la diligenza giungeva nella prima, un punto avvolto
nel fumo si fermava nel porto. Quel punto era il Seamew, con il suo
carico di passeggeri.
La diligenza si era fermata dinanzi a un albergo di bella
apparenza: l'Albergo delle Esperidi, come indicavano le lettere d'oro
della facciata. Robert, saltato a terra per primo, ebbe la piacevole
sorpresa di sentirsi dare il benvenuto nella sua lingua materna.
L'albergo era gestito infatti da un francese, il quale non si mostr
meno soddisfatto quando seppe che fra i nuovi arrivati c'erano due
suoi compatrioti. Con quale sollecitudine si mise allora a loro
disposizione! Quante cure prest alla loro colazione! Abituati ai pasti
del Seamew, ai turisti non sembr vero. Ancora una volta la cucina
francese trionf.
Subito dopo il pasto, Robert si rec al porto allo scopo di
conoscere le intenzioni di Thompson riguardo alla gita del giorno
dopo. Ricevute le istruzioni e indirizzato il suo capo gerarchico verso
l'Albergo delle Esperidi, egli torn indietro conducendo con s due
vetture cariche di coperte e di pacchi.
Bench fossero appena le 4 del pomeriggio, il tempo non era per
sufficiente per organizzare una gita con cos numerosi partecipanti. Il
suo compito fu notevolmente facilitato dalla cortesia dell'albergatore,
il quale, perfettamente al corrente delle risorse locali, gli diede le
necessarie indicazioni. Robert non ebbe che da seguire alla lettera le
sue istruzioni. Ma la giornata non bast; gli occorse anche la serata.
Occupato nello svolgimento dei suoi compiti, Robert non pot
prendere parte alla cena.
Questa fu degna della colazione; i passeggeri del Seamew si
chiedevano se stessero sognando, e guardavano di sfuggita
Thompson con inquietudine. Era proprio lui? aveva forse perduto la
testa? Ancora un po' e, dimenticando le passate miserie, lo si sarebbe,
a dire il vero, applaudito!
Un passeggero per non disarmava.
Bisogna credere che le cavallette non siano giunte sino a
Tenerife disse Saunders con voce cavernosa.
Le cavallette non vanno oltre la Gran Canaria rispose
l'albergatore senza malizia, facendo agli ospiti l'onore di servirli
personalmente.
Saunders gli lanci un'occhiata furiosa. Nessuno aveva bisogno
delle sue informazioni geografiche! Nondimeno, giustificando
Thompson in buona parte, la risposta era stata efficace. Alcuni turisti
rivolsero all'Amministratore generale uno sguardo nel quale si
leggeva un inizio di intenerimento.
La notte conferm quelle felici disposizioni: dopo l'ottimo pasto, i
passeggeri dormirono con soddisfazione. L'alba dell'8 giugno li trov
pronti a partire e di ottimo umore.
Fin dalle 6 del mattino un vero esercito, costituito da fanteria e
cavalleria, era ad attenderli.
La defezione di alcuni disertori, avvenuta nel porto di La Luz,
aveva lasciato la Seamew con soltanto 59 passeggeri, cicerone-
interprete e Amministratore generale compresi. Con il nuovo calo
dettato dalla circostanza, tale numero ora si era ridotto a 51.
Degli otto dissidenti tre erano tali per consuetudine: i due giovani
sposi scomparvero subito, come al solito, poco dopo l'arrivo a Santa
Cruz. Sarebbero riapparsi senza ombra di dubbio al momento preciso
della partenza. Il terzo era J ohnson. Era sempre la paura del
terremoto o delle inondazioni che lo aveva trattenuto a bordo?
Nessuno avrebbe potuto rispondere a tale domanda. J ohnson non
aveva dato alcuna spiegazione del suo comportamento, ammesso che
fosse stato in condizione di darne una: era rimasto a bordo e basta.
Forse ignorava persino che il Seamew fosse all'ancora. In mare, nel
porto o sulla terra, non era forse per lui un dondolio continuo?
Gli altri cinque, invece, erano assenti involontari: la lombaggine
non perdona e la signora Georgina Blockhead, con il giovane Abel
attaccato alla gonnella, aveva dovuto trasformarsi in infermiera del
marito e delle figlie, rigidi come pali.
Robert perci si era dovuto preoccupare soltanto di 51 turisti, cifra
comunque sempre rispettabile perch le persone e le cavalcature di
cui esse necessitavano bastavano a provocare un chiasso infernale
sotto le finestre dell'albergo.
C'erano quindi 51 mule, una per viaggiatore. Questi animali dalle
zampe sicure sono preziosi sui sentieri ripidi e incerti che conducono
al Teide. C'erano poi 20 cavalli che portavano coperte e viveri. Quei
71 quadrupedi costituivano la cavalleria.
La fanteria, non meno imponente, comprendeva 40 arrieros
27
e
cio 20 per badare ai cavalli da basto e 20 per aiutare le donne, in
caso di necessit; pi 13 guide agli ordini di Ignacio Dorta, che
assunse, non appena costituita, il comando della carovana.
Dietro la guida si pavoneggiava Thompson, seguito da Robert, al
quale il numero delle persone presenti assicurava una certa
tranquillit per permettersi di restare lontano da Alice. Lo seguivano
i passeggeri in lunga fila, sorvegliati dalle guide e dai 20 arrieros. I
cavalli chiudevano la marcia, condotti dagli altri 20 arrieros.
Gli abitanti di Orotava avevano un bell'essere abituati alle
ascensioni; quella per era troppo insolita per non suscitare vivo

27
Mulattieri. (N.d.T.)
successo di curiosit. Fu perci tra molta folla di popolo che la
cavalcata si mosse e, a un segnale, guide, turisti e arrieros
attaccarono le prime pendici del Monte Verde.
A dire il vero, Robert aveva fatto le cose molto bene; ma, com'era
giusto, l'onore sarebbe spettato unicamente a Thompson, che alla fine
avrebbe pagato il conto. Alcuni passeggeri tornavano ad essergli
nuovamente amici; la perfetta organizzazione di quell'ultima gita
rasserenava i suoi amministrati. Se il ricordo dei passati malumori
non era scomparso, se non altro cominciava a sbiadire. Del resto,
ogni cosa cospirava per far sbollire le animosit: il tempo era
delizioso, il vento lieve, il sentiero facile. Anche Saunders era
perplesso.
Con un violento sforzo reag a quella debolezza. Che! avrebbe
stupidamente disarmato e si sarebbe riconosciuto vinto? Una gita
riuscita avrebbe potuto mai annullare le altre dieci venute meno del
tutto? E poi, quella gita sarebbe veramente riuscita? Occorreva
attenderne la fine, per dirlo! Certamente qualche cosa non sarebbe
andata bene prima del ritorno a Orotava. Chi vivr, vedr!
A mo' di conclusione, Saunders fece scricchiolare con aria decisa
le giunture e diede al proprio viso un'espressione spiacevolissima.
Il Monte Verde doveva il proprio nome agli abeti che un tempo lo
ricoprivano. Di tali abeti gi tanto se rimanevano alcuni campioni.
All'ombra dei castagni prima e poi a quella dei residui abeti la
cavalcata avanzava lungo un incantevole sentiero orlato di gerani
fioriti e di agavi dalle foglie appuntite. Pi in su c'erano vigneti,
campi di cereali e di fichi d'India, dove qualche povera capanna
metteva qua e l una nota di vita.
A 1000 metri di altezza si penetr in un bosco di eriche
arborescenti. Quattrocento metri pi su Ignacio Dorta diede il
segnale della sosta e ci si sedette, per fare colazione, all'ombra chiara
dei citisi: erano le 10 del mattino.
Saunders non pot fare a meno di constatare che la colazione si
manteneva all'altezza dei due pasti precedenti. Con l'aiuto
dell'appetito la gioia regnava fra tutti i convitati, nonostante un po' di
fatica. Nessuno per intendeva preoccuparsene. Persuasi che la vetta
non fosse lontana, tutti si estasiavano per la facilit dell'ascensione.
Saunders ascoltava con amarezza gli elogi, implorando dal destino
clemente la comparsa delle prime difficolt.
Le sue malevole invocazioni erano state forse esaudite da colui
che presiede al destino delle agenzie? Comunque sia, la loro
realizzazione non si fece attendere a lungo.
Appena finito di fare colazione, tutti si erano messi in cammino,
nell'allegria generale suscitata dalla facile digestione, allorch la
strada mut le proprie caratteristiche. Penetrati nella gola del
Portillo, i turisti cominciarono a trovare l'ascensione meno agevole.
Divenuto pessimo e svolgendosi in numerosi meandri, il sentiero,
interrotto da profondi burroni, era cosparso di scorie e di pietra
pomice sulle quali le mule incespicavano spesso.
Dopo alcuni minuti la salita fu ritenuta estenuante. Un quarto
d'ora dopo le ultime risate si erano spente. Dopo meno di mezz'ora di
cammino lungo la gola, le lagnanze cominciarono timidamente a
farsi udire. L'infernale sentiero non sarebbe dunque finito mai?
Ma meandri e burroni si susseguivano continuamente, senza che
la meta sembrasse vicina. Alcune cadute, anche se non gravi,
raffreddarono lo zelo dei turisti pi audaci. Alcuni di costoro
pensarono persino di non andare oltre; ma nessuno voleva essere il
primo a manifestare la propria rinuncia.
Il pastore Cooley fu il primo a decidersi. A un tratto volse
coraggiosamente le briglie e, senza guardarsi indietro, riprese
tranquillamente il cammino per Orotava.
L'esempio fu funesto! Vecchie signore e vecchi gentiluomini
sentirono venir meno, di colpo, ci che rimaneva del loro coraggio.
Da un minuto all'altro il numero dei timorosi crebbe. Un buon terzo
della carovana aveva gi disertato, quando, dopo due ore di faticosa
salita, il Pico di Tenerife, fino allora celato dall'andamento del suolo,
apparve all'improvviso. Superato alla fine il Portillo, si giungeva al
piccolo pianoro dell'Estancia de la Cera.
Sotto la bianca veste di pietra pomice striata di nera lava, con la
cima avvolta di nubi, il Pico innalzava, solitario, il suo cono regolare
in mezzo a una pianura della quale l'occhio non poteva valutare
l'estensione. Tutte rivolte verso il Pico, quasi a venerare il padrone, le
montagne segnavano la frontiera circolare del vasto pianoro. Soltanto
a ovest la barriera di montagne si spezzava, per abbassarsi e
terminare in un suolo caotico e convulso, un Mal Pais, al di l del
quale il mare lontano scintillava sotto il sole.
Quello spettacolo, unico e sublime, decise del successo della gita:
si elevarono molti evviva.
Thompson salut con modestia. Poteva ritenere di essere tornato
ai bei giorni di Faial allorch la colonna ben addestrata obbediva al
minimo segnale. E in realt, non l'aveva forse riconquistata?
Egli parl.
Signori disse, e la sua mano parve offrire familiarmente il
colossale cono come un delicato regalo potete vedere ancora una
volta che l'agenzia non indietreggia di fronte a nulla, oso dirlo, per la
soddisfazione dei suoi sottoscrittori. Se vi fa piacere, uniremo l'utile
al dilettevole: il professor Morgand ci dir poche parole sul
panorama che abbiamo la fortuna di contemplare.
Sorpreso dell'insolita proposta, Robert riprese subito l'aria
distaccata adatta alla circostanza: l'aria ciceroniana, come egli stesso
la chiamava.
Signore e signori disse, mentre il solito cerchio si formava
intorno a lui dinanzi a voi avete la piana di Las Caiiadas, cratere
primitivo colmato dai detriti rigettati dal vulcano. A poco a poco, al
centro di questo cratere diventato pianura, le scorie si sono
ammucchiate al punto da formare il Pico di Teide e di portarlo fino a
1700 metri di altezza. L'attivit vulcanica, un tempo prodigiosa,
oggi assopita, ma non spenta. Potrete vedere fra poco, alla base del
cono, le fumarole che servono di valvola alle forze plutoniche, alle
quali gli indigeni hanno dato il nome espressivo di narizes e cio
narici del vulcano.
Il Pico di Tenerife raggiunge l'altezza di 3800 metri. il pi alto
vulcano del globo.
Le sue imponenti proporzioni non potevano mancare di colpire
la fantasia. I primi viaggiatori europei ritenevano che fosse la
montagna pi alta del mondo e che misurasse pi di 15 leghe di
altezza. I Guanches, popolazione autoctona di queste isole, ne
avevano fatto una divinit: lo adoravano, giuravano su di esso,
votavano a Guayata, genio del male stabilito nel fondo del cratere,
chiunque fosse venuto meno alla propria parola.
Il signor Thompson non dovrebbe voler salire fin lass lo
interruppe una voce aspra, nella quale tutti riconobbero quella
seducente di Saunders.
L'osservazione raffredd l'atmosfera del gruppo. Robert rimase
zitto e Thompson non ritenne opportuno invitarlo a riprendere il
discorso. A un suo cenno, Ignacio Dorta ordin la partenza e i turisti
lo seguirono.
L'attraversamento del pianoro di Las Canadas veniva iniziato a
cuor leggero. Le proporzioni dell'anfiteatro sembravano abbastanza
ristrette e nessuno dubitava che in meno di mezz'ora fosse possibile
raggiungere la base del cono.
La mezz'ora trascorse senza che nessuno avesse l'impressione di
essersi avvicinato sensibilmente alla meta. Eppure alla partenza tutti
avevano creduto di poterla toccare con mano! Lo potevano credere
ancora, ma non la si toccava.
Il terreno inoltre si era fatto peggiore forse di quello della
traversata del Portillo. Non c'erano che gobbe e crepacci, senz'altra
vegetazione che rari e miseri ciuffi di retamas.
28

Scusate, professore chiese un turista a Robert quanto
tempo ci vuole per attraversare questo orribile pianoro?
Circa tre ore rispose Robert.
Quella risposta parve far riflettere il turista e coloro che gli erano
vicini.
E dopo la traversata del pianoro riprese il turista, inquieto
quale distanza ci separer dalla vetta?
Circa 1500 metri, seguendo la verticale disse laconicamente
Robert.
Il turista parve riflettere con molta ponderazione e borbott alcune
male parole all'indirizzo degli ostacoli della strada.
La passeggiata ovviamente non aveva proprio nulla di piacevole.
A quell'altezza il freddo cominciava a diventare sensibile, mentre i
raggi del sole, insufficientemente smorzati dall'aria rarefatta,

28
Ginestre. (N.d.T.)
bruciavano sempre pi. Arrostiti dinanzi e gelati alle spalle, i turisti
apprezzavano poco quel sistema di compensazione.
D'altra parte, ad avanzare in quel modo in direzione del
mezzogiorno, non si tard ad avvertire inconvenienti pi gravi. Su
quel suolo di pomice, di un bianco pi scintillante di quello della
neve, i raggi del sole rimbalzavano come su uno specchio, con grave
danno anche per gli occhi. Roger, il quale per consiglio di Robert si
era munito di un piccolo numero di occhiali azzurri, pot mettere se
stesso e i suoi amici al riparo di quell'inconveniente. Ma erano assai
pochi i turisti che avevano avuto quella precauzione; presto infatti fu
avvertito qualche disturbo agli occhi, che obblig parecchi turisti a
battere in ritirata. Ci fece riflettere gli altri; poich la traversata del
pianoro si prolungava senza che la meta apparisse meno lontana, la
maggior parte dei cavalieri, sia per timore dei disturbi agli occhi, sia
a causa della stanchezza, riprese a poco a poco, con discrezione, la
via di Orotava.
Robert avanzava in testa alla carovana, seguendo passo passo
Ignacio Dorta. Immerso nei suoi pensieri, durante le tre ore
impiegate per la traversata del pianoro, egli non apr bocca. Soltanto
quando raggiunse la vetta della Montagna Bianca, ultimo contrafforte
del Pico, a 2400 metri d'altezza, lanci uno sguardo dietro di s. Vide
allora, non senza sorpresa, che il numero dei componenti la carovana
era notevolmente diminuito.
Essa ormai era composta soltanto da una quindicina di turisti.
Anche il numero degli arrieros aveva subito un'adeguata riduzione.
Il resto della colonna si era disperso: era svanito!
La carovana inglese and a mormorare Roger all'orecchio
dell'amico - senza dubbio il corpo che ha la pi bassa temperatura di
fusione.
Proprio cos! rispose Robert, ridendo. Ma credo che il
fenomeno sia cessato: la soluzione dev'essere giunta a saturazione.
Gli eventi per gli avrebbero dimostrato il contrario. Si trattava
ora di risalire il cono lungo un sentiero cos ripido da sembrare
impossibile che cavalli e mule potessero arrampicarvisi. Gli ultimi
intrepidi turisti indietreggiarono a quella vista; adducendo la grande
stanchezza, dissero risolutamente che volevano fare ritorno a Orotava
per la via pi breve. Thompson insistette inutilmente; mobilit
persino l'arsenale delle sue seduzioni: ne ricav energici rifiuti,
formulati con un tono di voce che non aveva pi nulla di cortese.
Come poteva avere immaginato una simile gita? Era pazzia!
Com'era possibile che un uomo in possesso del proprio buon senso
avesse potuto proporla a persone che non erano scalatori di
professione? Perch allora non scalare subito il Monte Bianco?
Ecco ci che si diceva, con l'aggiunta di altre riflessioni assai poco
benevole. Ci si pentiva ad alta voce di essere stati sul punto, tre ore
prima, di credere al successo finale del viaggio. Si ironizzava sul
fatto di avere creduto per un solo istante che qualsiasi progetto di
Thompson potesse essere frutto di buon senso.
Fu necessario lasciar partire i delusi e, con loro, parte delle guide
e 15 dei 20 cavalli che portavano le provviste. Poi Thompson inizi
la salita, senza dare tempo ai suoi ultimi fedeli di ravvedersi.
Tra costoro, appariva in prima fila Van Piperboom, di Rotterdam;
ombra del suo amministratore, da quindici giorni non si era
allontanato da lui di un solo passo. Forse era questa la sua vendetta.
Thompson, infastidito, non riusciva a sbarazzarsi di quel rimorso
vivente. Camminava: Piperboom era sui suoi passi; parlava,
l'olandese pendeva dalle sue labbra; aveva tregua soltanto durante le
ore della notte.
Questa volta, come sempre, Piperboom era al suo posto. La sua
mula avrebbe potuto mordere la coda di quella di Thompson.
Se un cavaliere e la sua cavalcatura non fanno necessariamente
due bestie, come invece dice un vecchio proverbio, fanno per due
teste, e cio due volont distinte e a volte opposte. Se Piperboom
intendeva ora attaccarsi ai passi del suo capofila, se voleva
arrampicarsi sino alla cima del cono, la sua mula era di parere
opposto. Dopo dieci passi essa si rifiut energicamente di fare
l'undicesimo. L'animale riteneva il suo carico troppo pesante!
Ogni argomento fisico e morale fu impiegato senza risultato; le
guide si attaccarono inutilmente al morso della recalcitrante. La
mula, che sembrava avere preso una decisione irrevocabile, non si
lasci convincere. Alla fine, seccata per le molestie che si
permettevano nei suoi confronti, manifest chiaramente il suo cattivo
umore rovesciando a terra il suo fardello.
Piperboom si vide costretto, dunque, di buona o di cattiva voglia,
ad abbandonare il suo amministratore e di prendere, prima del tempo
stabilito, la strada del ritorno, in compagnia di una guida, di due
arrieros e di un cavallo, con i quali condivise la sua solitudine,
mentre i suoi compagni pi fortunati proseguivano l'ascensione.
Erano 19 in tutto: tre guide, otto arrieros, che conducevano i
quattro cavalli rimasti, e otto viaggiatori; e cio: Thompson, che la
carica rivestita costringeva alla perseveranza, Robert, Roger de
Sorgues, Alice e sua sorella, J ack Lindsay, Saunders e Hamilton.
Lady Hamilton e miss Margaret gi da molto tempo dovevano essere
giunte a Orotava, sotto la guida di Tigg, il quale si era galantemente
offerto di fare loro da scorta. Oh, se miss Mary e miss Bess
Blockhead fossero state l! Come avrebbero preferito vedere l'ingrato
salire fino alla sommit del Pico e precipitare nel suo cratere,
piuttosto che vederlo trasformarsi in cortigiano della rivale!
In quella esigua colonna Robert era stato assalito immediatamente
dalle sue solite preoccupazioni. Tra Alice e J ack Lindsay, che il caso
aveva posto dietro alla bella cognata nella salita, egli aveva spinto la
propria mula con vivacit, non senza urtare lievemente la giovane
americana. Quest'ultima, del resto, quasi avesse intuito lo scopo
dell'interprete del Seamew, non si era formalizzata per quella
premura un po' nervosa. Aveva ceduto tranquillamente il suo posto e
si era collocata dietro il fedele protettore.
Anche J ack Lindsay aveva notato la manovra di Robert ma, come
sua cognata, non mostr di essersene accorto. Soltanto una lieve
increspatura delle labbra rivel l'intima collera, ed egli continu ad
avanzare senza voltarsi verso il nemico che sapeva essere alle sue
spalle.
La salita fu estenuante. Ogni passo fatto su quel suolo friabile
richiedeva un vero lavoro. Quando alle 6 della sera, dopo due ore di
sforzi, fu dato l'ordine di fermarsi, persone e bestie non ne potevano
pi.
Si era giunti ad Alta Vista, una specie di rigonfiamento del cono,
sul quale era stato costruito un rifugio per gli operai che estraevano
lo zolfo. Era l che bisognava passare la notte.
Per prima cosa si fece festa a un'eccellente cena, abbondante
anche a causa del ridotto numero di convitati; poi ci si occup della
sistemazione per la notte. Il freddo era pungente. Il termometro
indicava 3 gradi sopra lo zero. Un tetto era indispensabile.
Alice e Dolly, nonostante il loro entusiasmo di viaggiatrici, non
avrebbero certamente accettato quello del rifugio, gi invaso dagli
operai della solfatara. Forse avrebbero preferito trascorrere la notte al
freddo, invece che in quella poco allettante promiscuit.
Robert aveva previsto, per fortuna, il modo di evitare loro
quell'inconveniente. Per suo interessamento i cavalli furono
alleggeriti del loro carico e, in breve, una comoda tenda fu innalzata,
nella quale, in virt di una stufetta e di un'adeguata provvista di
combustibile, il fuoco si accese in pochi minuti.
Il giorno intanto declinava rapidamente. Alle 8 il mare fu invaso
dall'ombra, la quale fu vista crescere con la velocit di un treno
espresso che corra all'assalto delle coste, delle scarpate e delle
montagne circostanti. In un paio di minuti l'altopiano era piombato
nella notte. Soltanto il Pico scintillava ancora, come se emergesse da
un invisibile abisso.
Il globo del sole raggiunse l'Oceano, la linea dell'orizzonte lo
logor, mentre l'immenso cono d'ombra proiettato dal Pico, passando
in un attimo attraverso tutti i colori immaginabili, si allungava sino
alla Gran Canaria: l'ultimo raggio pass, come freccia luminosa,
nell'atmosfera oscuratasi.
Alice e Dolly si ritirarono subito nella loro tenda. Gli uomini,
ospiti del rifugio, non riuscirono a trovare sonno a causa delle nuvole
di parassiti di cui sembravano preoccuparsi assai poco gli operai, loro
compagni di letto. Poterono per combattere il freddo mediante
l'aiuto di un fuoco di retamas.
Verso le 2 del mattino, quando gli odiosi insetti si furono pasciuti
a sufficienza, essi riuscirono faticosamente a prendere sonno. Il
segnale della partenza li risvegli poco dopo. Non c'era tempo da
perdere se si voleva essere sulla vetta per assistere al sorgere del sole.
Il rispetto della verit ci obbliga a confessare che due turisti si
turarono ostinatamente le orecchie.
Uno dei due, il baronetto George Hamilton, poteva addurre a
giustificazione l'impossibilit di fare altrimenti. E in effetti non ci
voleva meno di un motivo di tale importanza per indurre il
puntiglioso passeggero a fare uno strappo al programma. Questa
volta, per, egli non era veramente in condizione di rispettarlo. Come
avrebbe potuto arrampicarsi fino alla vetta se qualsiasi movimento
gli procurava dolori crudeli? Il freddo della notte era evidentemente
dannoso alle sue nobili articolazioni. Semplice prologo alla Gran
Canaria, i reumatismi erano diventati un dramma a Tenerife.
L'altro recalcitrante non avrebbe potuto dare una scusa altrettanto
valida. La sua salute era perfetta e, circostanza aggravante,
importanti motivi gli consigliavano il coraggio. Ma non esistono
motivi importanti per un uomo sfinito, e Thompson lo era al di l del
sopportabile. Agli inviti di Ignacio Dorta egli rispose perci con
grugniti inarticolati e rinunci a partire insieme con i suoi
amministrati. Secondo lui, aveva gi fatto abbastanza per la loro
felicit.
Soltanto gli altri sei gitanti ebbero il coraggio dunque di
percorrere i 535 metri che separano la vetta dal rifugio di Alta Vista.
Quei 535 metri che occorre fare a piedi sono in realt i pi penosi.
Nella notte buia, appena rischiarata dalle torce di pino portate dalle
guide, la marcia era incerta su quel terreno mobile, la cui ripidit si
accentuava a ogni passo. Il freddo, inoltre, non cessava di farsi pi
pungente; presto il termometro discese al disotto dello zero. I
coraggiosi turisti lottavano penosamente contro il vento gelato che
tagliava loro il viso.
Dopo due ore di penosa salita, raggiunsero la Rambleta, il piccolo
pianoro circolare che orlava la base del picco terminale. Rimanevano
ancora 150 metri da salire.
Fu subito chiaro che questi ultimi metri Saunders non li avrebbe
percorsi. Appena giunto sulla Rambleta, si era disteso per terra ed era
rimasto immobile. Nonostante il suo vigore e le esortazioni delle
guide, quel gran corpo era abbattuto. Ai suoi ampi polmoni mancava
l'aria; livido, ansava penosamente. Ignacio Dorta tranquillizz i suoi
compagni, inquieti.
Si tratta del mal di montagna disse. Il signore guarir
non appena potr ridiscendere.
Dopo quella assicurazione, i cinque sopravvissuti al massacro
ripresero l'ascensione, lasciando una guida in compagnia
dell'ammalato. Ma il termine del percorso era anche la parte che
sfiniva maggiormente. Il terreno aveva un'inclinazione di 45 gradi e
ogni passo richiedeva studio. Occorrevano tempo e fatica per
avanzare di pochi centimetri. A tale eccessivo dispendio di forze,
difficilmente l'aria rarefatta consente di resistere.
Dopo avere percorso appena un terzo del cammino, J ack dovette a
sua volta darsi per vinto. Quasi svenuto, scosso da orribili nausee,
cadde pesantemente sul sentiero. I compagni che lo precedevano non
si accorsero della sua indisposizione e, senza fermarsi, continuarono
ad avanzare mentre l'ultima guida rimaneva accanto al turista ormai
fuori combattimento.
Cinquanta metri pi su fu la volta di Dolly; Roger, con un sorriso
beffardo, le consigli subito il riposo e il suo sguardo divertito segu
Alice e Robert, i quali, sotto la guida di Ignacio Dorta,
raggiungevano la vetta.
Era ancora buio; un po' di luce, tuttavia, rompeva l'ombra e
permetteva di scorgere confusamente il suolo che i piedi
calpestavano.
Sotto la condotta della guida, subito ritiratasi, Alice e Robert
erano andati a rannicchiarsi in un anfratto delle rocce: di colpo la
temperatura, fino allora glaciale, si era fatta sorprendentemente mite.
Presto la luce consent loro di constatare che avevano trovato
riparo nel cratere del vulcano, che si apriva dinanzi a loro a 40 metri
di profondit. Da molte parti s'innalzavano fumarole. Il suolo
spugnoso e scottante era crivellato di piccole buche, dalle quali
sfuggivano vapori solforosi.
La periferia del cratere segnava un limite di notevole nitidezza.
Fin l era la morte assoluta, senza ombra di vita, senza una pianta.
Sotto l'efficacia del suo benefico calore, la vita invece rinasceva sulla
vetta.
In piedi, a tre passi l'uno dall'altra, Alice e Robert contemplavano
l'orizzonte che l'alba infiammava. Commossi, con religiosa
emozione, colmavano gli occhi e il cuore dello spettacolo grandioso
che cominciava ad apparire al loro sguardo.
Intorno ronzavano mosche e api; i veloci fringilles
29
del Pico
s'incrociavano in rapido volo. Ai suoi piedi, Robert vide una viola
nascosta freddolosamente sotto le sue ampie foglie vellutate. Si
chin, colse quel fiore paradossale fiorito ad altezza ove nessun altro
rappresentante del regno vegetale sarebbe potuto vivere, e l'offr alla
sua compagna, la quale, in silenzio, l'appunt al corsetto.
La luce del giorno esplose all'improvviso. Come una sfera di
metallo incandescente, ardente e senza raggi, il sole spuntava
all'orizzonte. La vetta avvamp per prima nel chiarore; poi, con la
stessa rapidit con cui era cresciuta il giorno precedente, l'ombra
scomparve. Alta Vista e l'anfiteatro di Las Cafiadas apparvero. Di
colpo, come se un velo si fosse squarciato, il mare immenso
splendette sotto l'immensit azzurra.
L'ombra del Pico si disegnava su quel mare in forma di cono
regolare, la cui cima andava a sfiorare, a occidente, l'isola di
Gomera. Pi lontano e pi a sud, Hierro e La Palma si vedevano
distintamente, nonostante fossero a 150 chilometri di distanza. A est,
la Gran Canaria s'innalzava nella gloria dell'alba. Se Las Palmas, sua
capitale, si celava sulla costa opposta, si distingueva per contro la
Isleta e il porto di La Luz, ove tre giorni prima il Seamew era stato
ormeggiato.
Alla base del Teide, l'isola di Tenerife si spiegava come una vasta
pianura. La luce radente del mattino faceva risaltare rilievi e
dislivelli, mettendo in chiara evidenza gli innumerevoli picchi, i
selvaggi burroni e le dolci vallate, in fondo alle quali, a quell'ora,
cominciavano a svegliarsi i villaggi.
Com' bello! disse Alice con un sospiro, dopo lunga
contemplazione.
Com' bello! ripete Robert come un'eco.

29
Fringuelli. (N.d.T.)
Quelle poche parole dette nel silenzio che li circondava bastarono
a rompere l'incanto. Con identico movimento entrambi si volsero
l'una verso l'altro. Alice not allora l'assenza di Dolly.
Dov' mia sorella? chiese, come se uscisse da un sogno.
Miss Dolly lievemente sofferente disse Robert. Si
fermata un po' pi in basso, con il signor de Sorgues. Se lo desiderate
posso andare in loro aiuto.
Robert aveva fatto l'atto di ritirarsi. Alice lo ferm con un gesto.
No disse. Restate.
Dopo alcuni istanti di silenzio aggiunse, con nella voce una specie
di sorda esitazione poco abituale al suo carattere risoluto:
Giacch siamo soli, debbo parlarvi, o meglio, debbo
ringraziarvi.
Ringraziare me, signora! esclam Robert.
S disse Alice. Ho notato la protezione discreta di cui mi
circondate da quando siamo partiti da Madeira: ne ho compreso il
motivo. La vostra protezione mi preziosa, credetelo, ma voglio
tranquillizzarvi. Non sono disarmata. Non ignoro nulla di ci che
capitato a Madeira.
Robert stava per rispondere, ma Alice lo prevenne.
Non rispondetemi. Ho detto ci che occorreva dire, ma
meglio non insistere su un argomento cos penoso. un segreto
vergognoso che entrambi possediamo. So che sar da voi
gelosamente custodito.
Dopo un attimo di silenzio, riprese con voce dolce:
Volevo tranquillizzare la vostra preoccupata amicizia! Non
debbo forse un po' a voi la vita?
Robert fece un gesto di protesta.
Non tenete in alcun conto la mia amicizia, dunque? chiese
Alice con l'ombra di un sorriso.
Amicizia di breve durata rispose Robert con malinconia.
Tra pochi giorni la nave che ci trasporta sar ormeggiata nel Tamigi
e ciascuno di noi seguir il proprio destino.
E vero disse Alice, commossa. Le nostre esistenze si
separeranno forse; ma il ricordo rimarr.
La nebbia del tempo lo canceller assai presto!
Con lo sguardo smarrito rivolto all'orizzonte, Alice lasci per un
istante senza risposta l'amara esclamazione.
La vita dev'essere stata per voi assai crudele disse alla fine
se le vostre parole traducono fedelmente i vostri pensieri. Siete
dunque solo per avere in essa cos poca fiducia? Non avete parenti?
Robert scosse il capo.
Amici?
Un tempo ne avevo rispose con amarezza.
Oggi non ne avete pi? chiese Alice. Sareste dunque cos
cieco da non concedere tale titolo al signor de Sorgues, per non dire
di mia sorella e di me?
Di voi, signora! esclam Robert con voce soffocata.
certo comunque prosegu Alice trascurando l'interruzione
che non incoraggiate l'amicizia che vi si offre. Io mi chiedo se,
senza volerlo, non mi sia resa colpevole di qualcosa verso di voi.
Come sarebbe stato mai possibile? chiese Robert,
sinceramente sorpreso.
Lo ignoro rispose Alice. Ma evidente che dal giorno
dell'accaduto al quale mi richiamavo poco fa, vi siete allontanato da
noi. Mia sorella e io ne siamo rimaste stupite; il signor de Sorgues
non si fa scrupolo di biasimare la vostra condotta, per la quale non sa
trovare, dice, alcuna spiegazione. Qualcuno di noi vi avrebbe dunque
offeso senza volerlo?
Oh, signora! protest Robert, confuso.
Allora, non riesco a capire.
Non c' nulla da capire rispose vivamente Robert.
Nonostante ci che voi supponete, io sono rimasto quello che ero.
L'unica differenza dal passato al presente sta nell'interesse che mi
valso una circostanza fortuita e che non poteva dare alcuna
ambizione all'umile interprete del Seamew.
Voi non siete per me l'interprete del Seamew rispose Alice,
le cui gote si tinsero lievemente di rosa. La vostra spiegazione non
valida; il vostro cavillo non degno n di voi n di me.
Convenitene: voi evitate me, mia sorella e finanche il signor de
Sorgues!
vero disse Robert.
Allora, torno a chiedervi, perch?
Robert sent che una folla di pensieri faceva ressa nel suo cervello.
Riusc tuttavia a riprendersi e, costringendosi al silenzio, disse
soltanto:
Perch la mia e la vostra condizione sociale mi suggeriscono il
mio comportamento e mi impongono un grande riserbo. Posso forse
trascurare la distanza che ci separa a bordo di questa nave, nella
quale viviamo a titoli cos opposti?
Cattiva scusa rispose Alice con impazienza perch
conviene a tutti e tre ignorare la distanza di cui parlate.
E mio dovere ricordarmene dichiar Robert con fermezza
e non abusare di un generoso sentimento di riconoscenza al punto
da prendermi qualche libert che potrebbe essere diversamente
interpretata.
Alice arross e il suo cuore cominci a battere. Ella ebbe
coscienza di procedere su un terreno scottante. Ma qualcosa pi forte
di lei la costringeva a spingere sino alla conclusione una
conversazione che cominciava a diventare pericolosa.
Non comprendo chiaramente ci che volete dire disse con
un po' di alterigia e ignoro quali siano i giudizi che ritenete di
dover temere.
E se fosse soltanto quello vostro, signora? esclam senza
volerlo Robert.
Il mio!
Il vostro, signora. Anche lontane dal Seamew, le nostre vite
sono troppo differenti perch possano mescolarsi senza destare
sospetti. Che cosa si penserebbe di me, che cosa ne pensereste voi
stessa se io vi autorizzassi mai a supporre che io abbia osato, che io
osi
Robert tacque di colpo, richiudendo in se stesso, con un ultimo
sforzo, la parola irreparabile che aveva giurato a se stesso di non
pronunciare. Ma non aveva taciuto troppo tardi? non aveva gi detto
abbastanza perch la signora Lindsay comprendesse?
Se ci era realmente accaduto, se Alice aveva indovinato la parola
che stava per essere detta, bisogna ritenere che non la paventasse.
Avviata per colpa sua in una situazione senza via di uscita, ella gli
teneva testa senza cercare di sottrarvisi con puerili scappatoie.
Coraggiosamente si era voltata verso Robert.
Ebbene? disse risolutamente. Completate!
A Robert parve che gli venisse meno il terreno sotto i piedi. Le
sue ultime risoluzioni crollarono. Cess di lottare, smarrito. Ancora
un secondo e il suo cuore traboccante avrebbe gridato il suo
segreto
Una pietra rotol a dieci passi da lui, mentre una tosse violenta
faceva vibrare l'aria rarefatta. Quasi subito comparve Roger:
sosteneva Dolly, debolissima. Lo seguiva Ignacio Dorta, ridisceso
per aiutarli a completare l'ascensione.
Con un'occhiata Roger rilev l'imbarazzo degli amici e immagin
facilmente la scena. Fece finta di niente, ma un invisibile sorriso gli
affior sotto i baffi mentre il dito compiacente cominciava a indicare
a Dolly i particolari dell'immenso panorama che si spiegava sotto i
suoi occhi.
CAPITOLO VI
UN ACCIDENTE CHE CAPITA AL MOMENTO GIUSTO
ALLE 10 del mattino del giorno 11 il Seamew lasci il porto di
Orotava. Il programma stabiliva quella partenza per il giorno 7, alle
ore 6 del mattino. Ma avendo gi il Seamew un ritardo di quattro
giorni, Thompson non vedeva alcun inconveniente nellaccrescerlo
di quattro ore. In realt, ci non aveva alcuna importanza dal
momento che ci si metteva sulla via del ritorno e rimaneva lecito ai
passeggeri prolungare il riposo ristoratore.
Thompson, come si vede, faceva ritorno al sistema del
comportamento cortese. Ora che ogni giro d'elica lo avrebbe
avvicinato al molo del Tamigi, considerava utile ammorbidire con la
dolcezza i sottoscrittori, parecchi dei quali erano diventati suoi
nemici. In sette giorni di traversata un uomo abile capace di fare
molte cose e di far cambiare opinione a molta gente. Del resto, a che
cosa ormai gli sarebbe servita la freddezza? Non ci sarebbero state
altre soste e non c'era da temere che a bordo del Seamew si
presentassero nuovi nemici.
Le delicate attenzioni del loro amministratore furono apprezzate
dai passeggeri. Tutti quel giorno ebbero una mattinata distensiva.
Quando il Seamew era salpato, nessuno aveva lasciato la propria
cabina.
Altra delicata attenzione: per ordine di Thompson, il capitano
aveva iniziato un viaggio di circumnavigazione: prima di mettere
prua sull'Inghilterra, la nave sarebbe passata tra Tenerife e Gomera,
poi avrebbe girato intorno all'isola di Fer; la qual cosa avrebbe
costituito una passeggiata incantevole. In seguito si sarebbe
proseguito verso La Palma, vicino alla quale si sarebbe stati, vero,
durante la notte. Ma ci era un particolare insignificante dato che il
pi esigente passeggero non poteva obbligare Thompson a rallentare
il corso del sole. Dopo quell'ultima occhiata all'arcipelago delle
Canarie, i turisti il mattino del giorno dopo avrebbero provato un
piacere pi vivo nell'avere dinanzi a loro il mare libero.
Nel seguire quel programma riveduto e corretto, il Seamew
costeggiava alla velocit regolamentare di 12 nodi le coste
occidentali di Tenerife quando la campana annunci la colazione.
I convitati non furono molti. A causa della stanchezza o per altro
motivo, molti di essi rimasero nella propria cabina.
La discesa del Pico era stata pi sollecita e pi facile della salita.
Soltanto coloro che ne avevano conquistato la vetta suprema avevano
dovuto superare alcune difficolt. Se fino ad Alta Vista non si era
trattato che di una vera scivolata sul suolo inclinato, a partire da quel
punto essi avevano dovuto risalire sulla propria mula e seguire
nuovamente il pericoloso sentiero, pi faticoso a discendere che a
risalire. Non appena raggiunto l'altopiano di Las Cafiadas, il ritorno
si era rivelato uguale all'andata. Verso le 7 della sera gli otto intrepidi
turisti si erano ritrovati finalmente a bordo del Seamew, in eccellenti
condizioni di salute.
Che gli otto turisti avessero bisogno di riposo, ci era
perfettamente comprensibile. Gli altri, per, avrebbero dovuto essere
ben riposati dopo due notti di sonno.
Il capitano Pip li aveva visti tornare a bordo il giorno precedente.
Alcuni erano arrivati prima di mezzogiorno; poi erano giunti gli altri,
a gruppetti. Piperboom era giunto per ultimo, alle 7 di sera, senza
altro malanno che un appetito formidabile.
I vuoti non mancavano tuttavia fra i viaggiatori: la fatica infatti si
misura meno con il lavoro compiuto che non con lo sforzo fatto.
Tutti soffrivano pi o meno di un male particolare. Qualcuno era
spossato, altri soffrivano di oftalmia provocata dalla bianca steppa di
Las Cafiadas; altri ancora avevano un violento raffreddore, prodotto
dal vento gelato della montagna.
Mali poco gravi, tutto sommato, se si considera che prima che
passasse un'ora gli invalidi cominciarono a uscire dal loro ritiro. In
quel momento il Seamew doppiava la punta Teno, con la quale, a
occidente, ha termine l'isola di Tenerife.
A poca distanza appariva Gomera. Il Seamew vi si avvicin
rapidamente e segu la riva a meno di 3 miglia.
Verso le 2, si pass al largo di San Sebastin, capitale dell'isola,
borgo di mediocre importanza, ma grande per il ricordo che evoca.
Da quel borgo, infatti, il 7 settembre 1492 Cristoforo Colombo si
lanci definitivamente nell'ignoto. Trentaquattro giorni dopo
l'immortale viaggiatore scopriva l'America.
Dopo alcuni giri d'elica, ecco apparire a sua volta l'isola di Fer,
separata da Gomera da uno stretto di 22 miglia, che il Seamew
attravers in un paio d'ore.
Erano le 4,30 quando si cominci a costeggiare l'isola, la pi
meridionale dell'arcipelago. Situata a circa 28 e 30' di latitudine
nord e a 20 di longitudine ovest, essa non ha alcuna importanza
commerciale e deve la sua relativa celebrit a una particolarit
geografica: per molto tempo il suo meridiano fu adottato quale
origine di tutti gli altri e la longitudine dei diversi punti della Terra si
espresse in gradi a est o a ovest dell'isola di Fer.
Per fortuna dei passeggeri del Seamew, l'isola offriva alla curiosit
del viaggiatore altre attrattive, a parte questo interesse un po'
particolare. Il suo aspetto terribile e selvaggio giustificava il lungo
giro imposto da Thompson alla nave. Meno alta di Tenerife, di La
Palma e della stessa Gran Canaria, questa sentinella avanzata
dell'arcipelago si mostrava pi arcigna delle sue terre, gi assai poco
accoglienti. La circondava da ogni parte una rupe verticale alta pi di
1000 metri al disopra del mare, che la rendeva quasi inaccessibile.
Quella muraglia di bronzo non aveva n spaccature n cala.
Nell'impossibilit di soggiornare sulle sue rive, gli isolani si erano
stabiliti in grande maggioranza nell'interno, vivendovi separati dal
resto del mondo perch poche navi correvano il rischio di affrontare
gli scogli sparsi al largo dell'isola a causa delle fortissime correnti e
dei venti pericolosi che rendevano difficilissima la navigazione nei
suoi paraggi.
Venti e correnti non preoccupavano le navi a vapore. Il Seamew
pot dunque seguire imperturbabilmente quella costa desolata, della
quale non una casa e non un albero vennero, nel corso di tre ore, ad
allietare la selvaggia maest.
' A nord-est il Pico di Tenerife, oltre l'isola di Gomera, s'innalzava
oscurato dalle nuvole, mostrando ai passeggeri la vetta che solo
pochi erano riusciti a raggiungere. Verso le 6,30 esso scomparve,
nascosto dal Capo Restinga che il Seamew doppiava. Gli sguardi dei
turisti salutarono allora per l'ultima volta il monte prodigioso, mentre
il capitano faceva mettere progressivamente la rotta verso nord. Ora
si procedeva definitivamente sulla via del ritorno.
Alle 7 la tavola si present al completo, con Thompson che la
presiedeva, il capitano di fronte a lui e i passeggeri al loro posto
consueto. Il mare era calmo, il pasto buono; tutto sembrava cospirare
perch quella cena inaugurasse l'era della riconciliazione. Ma inizi
male, in un silenzio pregno di minacce.
Tra Alice e Robert esisteva un evidente imbarazzo. Sulla vetta del
Teide essi avevano detto troppo e troppo poco: nessuno dei due
osava riprendere il discorso. Robert, al quale le vacanze ormai
illimitate non fornivano pi pretesti per sparire, aveva mantenuto per
tutto il pomeriggio un ostinato silenzio, mentre Alice era rimasta
pensierosa. Roger, il quale li osservava con la coda dell'occhio, fu
spiacevolmente sorpreso del risultato della sua diplomazia.
Ecco come sono gli innamorati! ripeteva a se stesso con
ironia.
Eppure il loro imbarazzo era evidente quando Dolly e lui erano
giunti sulla vetta del Pico. Non c'era da farsi illusione a tale riguardo.
Ma il riserbo attuale non era meno certo e Roger ne concludeva, con
dispetto, che aveva interrotto troppo presto il loro colloquio.
Pur non avendo gli stessi motivi, gli altri turisti avevano fatto
come loro. Un'atmosfera impacciata avvolgeva l'intera nave.
Che J ack Lindsay fosse scuro in volto non c'era da stupirsene.
Non era forse il suo solito stato d'animo? Solo e in disparte egli
riesaminava con rabbia gli incidenti del giorno precedente. Che cosa
era accaduto, quando nonostante il suo odio aveva dovuto, vinto
dalla fatica, fermarsi a mezza strada? Non soddisfatto di indovinarlo
avrebbe voluto vedere e sapere.
La collera lo possedeva. Oh, se avesse potuto con un solo colpo
sventrare quella maledetta nave! Con quale gioia avrebbe gettato i
suoi compagni e se stesso in mare, pur di vedervi perire con piacere,
nello stesso tempo, la bella cognata e il suo maledetto salvatore!
Ma se il cattivo umore di J ack si comprendeva facilmente, da che
cosa proveniva la tristezza degli altri? Perch non si erano raccolti in
gruppo, nel corso del pomeriggio, come erano soliti fare all'inizio del
viaggio? Perch non avevano scambiato le loro impressioni nel
costeggiare l'arcigna isola di Fer, invece di tenersi in disparte e
silenziosi?
Il fatto che essi avevano perduto il bene pi necessario: la
speranza, che in caso di necessit pu prendere il posto di ogni altro
bene. Fino allora, l'avvenire aveva fatto loro sopportare il presente.
Era mai possibile che una gita riuscita, un comodo albergo e una
piacevole passeggiata potessero compensare una gita venuta meno,
un albergo lurido e una passeggiata massacrante? Oggi il libro era
chiuso. La fine del viaggio non avrebbe riserbato pi alcuna sorpresa.
Ecco perch i viaggiatori trascorrevano il tempo a ricapitolare nel
loro intimo i fastidi sofferti; ed ecco perch, al colmo dello scontento
suscitato dalla loro ultima delusione, ora mantenevano il silenzio,
vergognandosi reciprocamente di essersi lasciati prendere in quella
trappola.
Saunders si rallegrava profondamente del persistente silenzio;
presentiva l'elettricit latente: senza alcun dubbio il temporale
covava. Dipendeva da lui farlo scoppiare alla prima occasione
favorevole. Il caso gliela forn.
Egli aveva gi arrischiato varie punzecchiature spiacevoli senza
incontrare alcuna eco quando i suoi occhi da ficcanaso rilevarono che
due posti vicini, solitamente occupati, erano rimasti vuoti.
Due passeggeri intelligenti che a Las Palmas se ne sono andati
senza salutare, pens in un primo momento.
Un esame pi attento lo persuase dell'errore. I posti vuoti erano
quelli dei due giovani sposi, i quali, come al solito, erano sbarcati
sino dall'arrivo a Santa Cruz.
Saunders fece subito la sua osservazione ad alta voce e chiese dei
passeggeri assenti. Nessuno li aveva visti.
Forse non stanno bene disse Thompson.
Perch non dovrebbero stare bene? replic con stizza
Saunders. Ieri non erano con voi.
Dove volete che siano? osserv Thompson con tono
mansueto.
Che cosa posso saperne io? rispose Saunders. Li avrete
dimenticati a Tenerife, senza dubbio.
Saunders aveva detto ci come avrebbe detto qualsiasi altra cosa.
Thompson alz le spalle.
Come volete che si possa averli dimenticati? Avevano il loro
programma! A quelle parole intervenne il baronetto.
Un programma che annuncia che il Seamew partir il 4 giugno
e non il 7, da Santa Cruz e non da Orotava! Se sul programma che
contate!
Dovevano essere perfettamente informati del cambiamento
rispose Thompson. Del resto, non c' da far altro che andare a
bussare alla porta della loro cabina.
Due minuti dopo, il signor Roastbeaf annunciava che la loro
cabina era vuota.
Nonostante l'abituale disinvoltura, Thompson era lievemente
impallidito; la faccenda era grave. Incassare dalla gente il prezzo di
un viaggio e poi abbandonarla tranquillamente lungo la strada I
tribunali inglesi avrebbero apprezzato malissimo, senza dubbio,
quella fantasia.
Non c' da far altro che una cosa disse dopo un attimo di
riflessione. Se questi signori lo vogliono, possiamo fare ritorno a
Santa Cruz di Tenerife. A causa del giro che abbiamo fatto, ci non
ci allontaner molto dalla nostra strada, e fin da domattina
Un grido generale di indignazione gli tolse la parola; i passeggeri
parlavano tutti insieme. Allungare di una notte, o di un'ora sola il
viaggio in compagnia dell'Amministratore generale, mai!
Decisamente, la scintilla era scaturita e il temporale scoppiava. In
quanto alla folgore, Saunders si assunse l'incarico di farla cadere.
Da solo, parlava pi forte di tutti gli altri. Gesticolava con un
formidabile rumore di bielle arrugginite.
Fermarci! gridava. Diamine, colpa nostra se
dimenticate i passeggeri come un fazzoletto da naso? Vi aggiusterete
con loro. Dovremmo percorrere un cammino molto lungo se
dovessimo andare a cercare tutto ci che avete dimenticato lungo la
strada! I vostri impegni, ad esempio, smarriti un po' dappertutto: alle
Canarie, alle Azzorre, a Madeira! Ma li ritroveremo a Londra!
aggiunse con voce terribile, battendo sul suo taccuino.
Thompson si alz e lasci la tavola.
Mi parlate, signore, con un tono che a me non piace! disse,
sforzandosi di assumere un atteggiamento dignitoso. Permettete
che io tronchi la discussione e che mi ritiri.
Che le offese avessero sfiorato l'epidermide di Thompson era, a
dire il vero, assai poco probabile. La sua pelle, del resto normale, si
faceva corazza per quel genere di punture. Ma egli aveva giudicato
deplorevole l'efficacia di quella sfuriata, avvenuta nel momento in
cui suo primo scopo era la conciliazione. Meglio lasciar tornare la
calma; avrebbe ripreso allora la sua opera di pace. Qualche buona
cena sarebbe bastata per far tornare dalla sua parte i sottoscrittori.
Ma Thompson conosceva male il suo nemico. Saunders lo segu
passo passo sullo spardeck dove si era rifugiato, e dietro di lui erano
tutti i passeggeri, senza eccezione: alcuni irritati, altri soltanto
divertiti, come Roger e le americane, ma tutti approvando lo spirito,
se non la forma, della strapazzata di Saunders.
S, signore riprese quest'ultimo, bloccando in un angolo il
disgraziato Amministratore generale e mettendogli sotto il naso il
taccuino ritroveremo a Londra i vostri impegni e i tribunali
giudicheranno ci che valgono i vostri magnifici scherzi. Io far il
mio conto. Prover che mi avete costretto, con la vostra taccagneria,
a spendere di tasca mia, oltre il prezzo pagato per il mio posto, una
somma complessiva di 21 sterline, 9 scellini e 5 denari.
30
Dir della
signora Lindsay che stava per annegare, parler della valanga di So
Miguel, della colazione di Horta, dei reumatismi di sir Hamilton,
della lombaggine del signor Blockhead
Scusate! scusate! reclam debolmente Blockhead.
Degli alberghi infetti, di ogni nostra gita, di ogni nostra
passeggiata cos bene organizzata, senza trascurare l'ultima: la
pazzesca ascensione al Pico di Tenerife, dalla quale la maggior parte

30
Pari a Fr. 686,80 di allora. (N.d.T.)
dei vostri passeggeri hanno fatto ritorno malati e dalla quale i pi
perseveranti non hanno riportato altro che pulci.
Bravo! gridarono coloro che stavano ad ascoltare, con voce
soffocata da una risata vendicativa.
Perfettamente, signore continu Saunders senza fermarsi.
Far ci che dico. Ma, nell'attesa, vi dir apertamente la verit:
noi siamo stati derubati, signore; come vedete, non ve lo mando a
dire.
La scena assumeva decisamente una cattiva piega. Alla violenza
dell'avversario e alle sue parole Thompson comprese che doveva
protestare. E protest.
A dire il vero, signore disse ci intollerabile. Poich
dovete, come dite, rivolgervi ai tribunali, vogliate attendere che essi
si siano pronunciati risparmiandomi scenate di questo genere. Fino
dalla partenza, ho avuto a che fare solo con voi. Se non ci foste voi,
tutti si dichiarerebbero soddisfatti. Che cosa volete da me, dunque?
Io non vi conosco, dopo tutto, signor Saunders!
Al contrario, voi mi conoscete perfettamente rispose
Saunders.
Io?
Voi!
L'irreconciliabile passeggero si piant dinanzi all'Amministratore
generale.
Il mio nome non Saunders disse chiaramente.
Bah! disse Thompson stupito, guardando il suo nemico.
Il mio nome Baker grid, alzando il lungo braccio verso il
cielo.
Baker!
Baker, direttore di un'agenzia di viaggi che, per fortuna, non ha
rapporti con la vostra.
Nulla aveva lasciato prevedere quel colpo di scena. Dopo avere
lanciato un'esclamazione di sorpresa, i passeggeri tacquero con gli
occhi fissi su Baker, il quale attendeva, in atteggiamento aggressivo,
il risultato della sua rivelazione.
Quella rivelazione, che nelle intenzioni del suo autore avrebbe
dovuto abbattere Thompson, aveva dato, al contrario, l'impressione
di metterlo a suo agio.
Baker! ripet con voce beffarda. Tutto chiaro! E io che
ho prestato qualche attenzione alle vostre recriminazioni! Si tratta
soltanto di volgare concorrenza!
E Thompson agit la mano con sdegnosa noncuranza. Non l'agit
a lungo, per. Baker gli daremo ormai il suo vero nome aveva
assunto un aspetto veramente feroce; la nascente allegria
dell'imprudente Amministratore generale ne fu raggelata.
Qui disse Baker con freddezza sono un passeggero come
gli altri e, come gli altri, ho il diritto di considerarmi derubato.
Ma perch siete qui? disse Thompson esasperato. Chi vi
obbligava a venirvi?
Ah! rispose Baker credete che vi permetteremo
tranquillamente di rovinarci? Perch sono qui? Per vedere: ho visto!
Ora so che cosa nascondono i ribassi insensati che concedono i
burloni della vostra specie. Poi ho fatto assegnamento su un altro
piacere. Voi conoscete, senza dubbio, la storia di quell'inglese che
seguiva un domatore nella speranza di vederlo divorare dalle sue
bestie feroci? Ebbene, per me la stessa cosa.
Thompson fece una smorfia.
Fra l'inglese e me c' una differenza: io ho voglia di metterci
personalmente i denti! Se non mi trattenessi vi prenderei a pugni!
Intorno ai due campioni si lev un uragano di evviva. Incitato
dalle grida, Baker assunse la posizione classica di chi sta per fare a
pugni e fece un passo innanzi.
Thompson, da parte sua, avrebbe voluto farne uno indietro. Ma
come attraversare la barriera umana che lo circondava da ogni parte?
Signori! signori! pregava inutilmente.
Baker avanzava sempre: stava forse per passare dalle parole ai
fatti?
Un violento tremito scosse a un tratto la nave e un fischio
assordante rison nella sala delle macchine.
Tutti, compresi i belligeranti, rimasero colpiti da stupore. Al
fischio avevano fatto coro molte grida di angoscia: dalle maniche a
vento della macchina e dalla cappa usciva una spessa nuvola di
vapore. L'elica si ferm!
Che cosa era accaduto?
Il capitano Pip era corso per primo sul luogo del pericolo. Stava
per scendere la scaletta quando un fochista salt sul ponte e scapp
gridando. Un altro lo segu: entrambi per fortuna sani e salvi.
Ne mancava uno, per: fu visto apparire un attimo dopo sostenuto,
o meglio, trasportato dal signor Bishop. Sembrava che quest'ultimo
stesse molto male. Gravemente ustionato in tutto il corpo emetteva
penosi gemiti.
Quando l'uomo venne disteso sul ponte, lontano dal pericolo del
vapore che continuava a spandersi con grande fracasso, il signor
Bishop si raddrizz e si pot allora vedere che anch'egli era ustionato
al petto e al viso. Non sembrava tuttavia che si preoccupasse delle
proprie ustioni; si volse verso il capitano e ne attese le domande.
Che cosa successo? chiese quest'ultimo con voce pacata.
Un accidente. Come vi avevo detto, comandante, non si pu
fare il nuovo con il vecchio. La caldaia ha ceduto, per fortuna verso
la base, e ha spento i fuochi
possibile ripararla?
No, comandante.
Benissimo! disse il capitano, il quale, mentre i passeggeri
sotto la direzione del signor Flyship si affollavano premurosi intorno
ai feriti, risal al banco di guardia e ordin con voce tranquilla:
Mollate la grande vela! mollate il gran fiocco! mollate tutto!
Poi, data un'occhiata al signor Bishop e al fochista che venivano
trasportati svenuti nelle cabine, si volse verso Artimon, che nessun
avvenimento avrebbe potuto allontanare dal proprio posto.
Il capitano guard Artimon, e Artimon guard il capitano.
Scambiato quello sguardo di simpatia, il primo guard a
sghimbescio, nel modo usato in occasione delle pi memorabili
circostanze, e dopo avere sputato in mare con circospezione disse:
Per la barba di mia madre, master, siamo in un bell'impiccio!
CAPITOLO VII
ALLA DERIVA
IL 12 GIUGNO, il capitano Pip discese alle 8 del mattino dal banco
di guardia, dove aveva trascorso la notte, e and a trovare il signor
Bishop e i fochisti ustionati dallo scoppio. Entrambi stavano meglio.
Tranquillizzato, si rec nella sua cabina ove, con mano ferma, scrisse
sul libro di bordo: Oggi, 11 giugno. Partito alle 10 del mattino.
Lasciata Orotava di Tenerife (Canarie); destinazione Londra
(Inghilterra). Cambiata rotta diretta in seguito a istruzioni
dell'armatore. Prua a occidente. A mezzogiorno doppiata Punta Teno.
Avvistata l'isola di Gomera. Fatto rotta verso sud. All'1,30 fatto rotta
a sud-ovest; lasciata Gomera a destra. Alle 5 costeggiata l'isola di
Fer. Rotta a sud un quarto ovest. Alle 6,30 doppiata la punta
Restinga dell'isola di Fer (Canarie). Fatto cenare l'equipaggio Alle 7,
cena del quadrato. Alle 8, dinanzi al porto Naos, a 5 miglia dalla
costa, la caldaia ha ceduto a tre pollici al disopra del fondo,
provocando lo spegnimento dei fuochi. Il signor Bishop, capo
macchinista, nel trasportare sul ponte un fochista svenuto e
gravemente ferito rimasto ustionato al viso e al petto. Afferma che
l'accidente non riparabile. Mollate tutte le vele, navigato di bolina
mure a destra, con alisei da nord-est. Fatto segnalazioni
regolamentari. Alle 8,30, virato di bordo. Scesa la notte, lanciato
razzi senza risultato. Alle 9, virato di bordo. A mezzanotte, virato di
bordo.
Oggi, 12 giugno. Alle 2, virato di bordo. Alle 4, virato di bordo.
All'alba avvistata l'isola di Fer a 20 miglia circa, a nord. Messo
bandiera a mezz'asta. Scandagliato senza toccare il fondo. Si
continua ad andare alla deriva spinti dagli alisei di nord-est. Alle 9, a
circa 30 miglia dall'isola di Fer, mi lascio trasportare. Messo capo a
sud un quarto ovest, facendo rotta mure a sinistra verso le isole del
Capo Verde.
Messo il punto finale, il capitano si allung sul lettino e si
addorment tranquillamente.
I passeggeri del Seamew non possedevano, purtroppo, la forza
d'animo che consentiva al capitano Pip di dare notizia, con s poche
parole, di quegli strani avvenimenti. La sera del giorno precedente
era mancato poco che il panico non si manifestasse e che le
imbarcazioni non fossero prese d'assalto come se il naufragio fosse
stato imminente. Il sangue freddo mostrato dal comandante, nel quale
tutti avevano istintiva fiducia, aveva poi riportato la calma.
Per una buona parte della notte un grandissimo numero di
passeggeri era rimasto per sullo spardeck a commentare le
circostanze dell'accidente e a discuterne le probabili conseguenze. In
quei gruppi e in quei discorsi Thompson non era certamente in odore
di santit. Non soltanto egli aveva attaccato i suoi sottoscrittori nella
borsa, ma ora metteva in pericolo anche la loro vita. Con
imperdonabile incoscienza, li aveva ammassati per motivi di
economia le parole del signor Bishop erano sin troppo chiare al
riguardo sopra una vecchia nave quasi fuori servizio che si
sarebbe azzoppata prima della fine del viaggio. Ora tutti
comprendevano il perch dei vari ribassi consentiti dall'agenzia sul
prezzo della gita, ai quali tanti sciocchi avevano abboccato.
Ecco un incidente che Baker poteva annotare sul suo taccuino e
che senza dubbio gli sarebbe valso un buon indennizzo se si fosse
mai trovato in condizione di appellarsi ai giudici inglesi.
Per il momento quei giudici erano lontani e l'Oceano, insensibile
agli argomenti pi persuasivi, circondava da ogni parte lo
sgangherato bastimento. Che sarebbe stato di loro? Verso quali mari
sarebbe stato trasportato quello steamer privo di macchina che
andava alla deriva?
Ma quando tutti videro il capitano Pip comandare la manovra con
calma dal banco di guardia; quando a vele spiegate il Seamew ebbe
preso l'abbrivo e messo la prua sulla costa meridionale dell'isola di
Fer, scomparsa nella notte, tutti cominciarono a sentirsi pi
tranquilli. Il giorno dopo sarebbero stati certamente al sicuro, in
un'insenatura dell'isola, e i turisti avrebbero potuto imbarcarsi su una
nave di linea.
A poco a poco lo spardeck si vuot. Quando il timoniere batt la
mezzanotte, a poppa del Seamew tutti dormivano.
Dopo un sonno agitato, i passeggeri riapparvero sul ponte allo
spuntare del giorno. Ma quale fu la loro delusione nello scorgere a
circa 20 miglia a nord le rive dell'isola di Fer, ove avevano creduto di
prendere terra!
Ci volle la vista del capitano che continuava senza interruzione,
come se nulla fosse accaduto, la sua passeggiata sulla passerella, per
dare loro un po' di coraggio. Ma tutti furono ripresi dall'angoscia nel
constatare che la terra, col passare del tempo, si allontanava sempre
pi.
I passeggeri cominciarono allora a chiedersi che cosa ci
significasse; e fu per tutti un vero sollievo quando il capitano fece
pregare i turisti di raccogliersi nel salone per ascoltare una sua
comunicazione.
In un batter d'occhio il salone si riemp e si anim di concitate
conversazioni, subito interrotte al suo arrivo.
In poche parole il capitano espose con chiarezza la situazione.
Privo della macchina, il Seamew poteva ora contare soltanto sulle
sue vele. Ma lo steamer non possedeva l'alberatura adatta a questo
genere di navigazione e non poteva offrire al vento che
un'insufficiente superficie di tela. La forma della sua carena, inoltre,
non si prestava a ogni andatura. Se un veliero guadagnava facilmente
stringendo il vento, uno steamer galleggiava alla deriva a causa della
minore altezza del suo scafo e avanzava tanto di traverse quanto
procedeva innanzi.
Pur senza farsi troppe illusioni, il capitano aveva tentato di
accostarsi all'arcipelago delle Canarie con tale andatura, la sola
adatta allo scopo, bordeggiando durante la notte nella speranza di
guadagnare terreno contro gli alisei di nordest. Come aveva previsto,
la nave era andata molto alla deriva, tanto pi che nel contempo era
stata trascinata via da una corrente di circa due nodi all'ora che,
essendo un ramo staccato del Gulf-Stream, segue da nord a sud la
costa occidentale dell'Africa.
In tali condizioni sarebbe stato pazzesco ostinarvisi: meglio
approfittare della corrente e del vento per cercare di raggiungere al
pi presto un porto qualsiasi.
Due mete gli si erano offerte: i possedimenti francesi del Senegal
o le isole del Capo Verde. Il capitano aveva scelto queste ultime.
Come ebbe a spiegare agli ascoltatori, la distanza che li separava da
entrambi era uguale, ma ci facendo egli evitava la costa africana,
della quale temeva la vicinanza a motivo degli insufficienti mezzi
d'azione di cui il bastimento disponeva.
Per il resto, non c'era motivo di preoccuparsi: il vento persisteva e,
poich si era nella zona degli alisei, si doveva ritenere probabile che
si sarebbe mantenuto a lungo. La durata del viaggio, tutto sommato,
sarebbe stata pi lunga senza che i rischi ne fossero notevolmente
accresciuti.
Terminato il discorso, il capitano salut; poi, dopo avere
manovrato in modo da mettere la nave sulla nuova rotta, raggiunse la
sua cabina e prima di andare a dormire fece nel giornale di bordo il
necessario racconto di ci che era accaduto.
Le sue parole avevano lasciato nei passeggeri un senso di
costernazione; il salone, poco prima cos rumoroso, era rimasto
immerso nel silenzio.
Thompson aveva ricevuto la comunicazione del comandante
insieme con i suoi amministrati. La responsabilit di ci che
accadeva era sua, senza ombra di dubbio: tutti ne erano persuasi. Ma
Thompson aveva l'aspetto cos desolato e sembrava talmente
annientato che nessuno ebbe il coraggio di fargli il minimo
rimprovero. Che cosa era egli ora se non un naufrago come gli altri?
Nel profondo silenzio che regnava nel salone scoppi
all'improvviso un'allegra risata. Tutti alzarono il capo e guardarono
con stupore colui che aveva manifestato l'intempestiva ilarit: Roger
de Sorgues, divertito dalla comparsa di nuovi pericoli, non bad alla
sorpresa dei suoi compagni di viaggio.
Buon Dio! disse con un amichevole colpetto sulla spalla di
Thompson che viaggi divertenti si fanno con le agenzie inglesi! Si
parte per le Canarie su una nave a vapore e si finisce alle isole del
Capo Verde su una nave a vela! Sembra uno scherzo come non se ne
sono mai visti!
E Roger, la cui ilarit si era comunicata alle due passeggere
americane, sal con loro sullo spardeck, mentre nel salone le lingue
cominciavano a sciogliersi. La sua risata aveva disteso i nervi dei
turisti meglio di qualsiasi energica esortazione; meglio di ogni saggio
consiglio, egli aveva ridato coraggio a tutti. Si cominci allora a
guardare con cuore pi leggero il supplemento di traversata, senza
tuttavia giungere fino all'ottimismo dell'arguto ufficiale francese.
Bisogna dire per che la situazione giustificava largamente
qualche residuo di inquietudine; non era una passeggiata quella che il
Seamew iniziava. Tra l'isola di Fer e l'isola pi vicina del Capo Verde
intercorrevano circa 720 miglia marine che, alla velocit di 5 nodi
consentita dalla corrente e dall'esigua velatura, avrebbero richiesto
almeno otto giorni di navigazione. Che cosa non sarebbe potuto
accadere, in otto giorni, nel capriccioso impero di Nettuno?
Tuttavia, poich la disperazione non sarebbe servita a nulla, tutti
si rassegnarono; a poco a poco ogni cosa a bordo riprese l'abituale
fisionomia e la vita continu il suo corso, del quale l'ora fissa dei
pasti interrompeva la monotonia.
La faccenda dei pasti aveva ora acquistato nuova importanza; i
turisti li moltiplicavano, come di solito si fa in treno, pi perch non
sapevano che cosa fare che per appetito. Thompson lasciava fare;
all'insaputa del capitano Pip e nella chimerica speranza di ottenerne il
perdono, favoriva anzi quella distrazione per una vilt la cui
imprudenza sarebbe presto venuta a galla.
Piperboom apprezzava moltissimo quella distrazione. Sempre
appiccicato all'Amministratore generale, aveva udito l'esplosione e
aveva ascoltato la comunicazione del capitano. Aveva compreso che
era stato necessario cambiare rotta? I suoi sguardi, che in varie
riprese si erano rivolti al sole e alla bussola, lo lasciavano supporre.
In ogni caso l'inquietudine, se ne nutriva, gli lasciava intatto
l'appetito, consentendogli di manifestare molto apprezzamento per le
specialit culinarie. I pasti avevano un bel moltiplicarsi e
suddividersi in breakfasts, dinners, teas, luncheons:
31
egli li onorava
tutti, prodigiosamente; il suo stomaco era indubbiamente senza
fondo.
In simmetria con quella voragine, il bevitore J ohnson nuotava in
una beatitudine forse maggiore. Con incessanti sforzi era alla fine
pervenuto al punto in cui l'ebbrezza totale stava per diventare
malattia e ivi si manteneva con sapienti combinazioni. Aveva
rinunciato alle sue energiche passeggiate sullo spardeck e lo si
vedeva di rado. Ora dormiva quasi sempre e si svegliava soltanto per
bere ci che gli occorreva per riaddormentarsi. Dell'accidente che
aveva trasformato il Seamew in veliero e della nuova rotta che la
nave aveva dovuto adottare non sapeva assolutamente nulla. Del
resto, se lo avesse saputo, non avrebbe provato alcuna emozione;
avrebbe potuto, a terra, essere pi ubriaco di quanto non fosse su
quella nave ben fornita di alcolici di ogni genere? E tale fatto non gli
dava forse la deliziosa sensazione di vivere in una bettola?
Il pi felice a bordo era, come sempre, il signor Absyrthus
Blockhead, il droghiere al quale natura aveva donato un cos bel
carattere. Quando era avvenuto lo scoppio della caldaia, egli aveva
provato poco prima una grande gioia: per la prima volta, da pi
giorni, le sue figlie e lui erano riusciti a iniziare rapporti con una
sedia senza emettere grida di dolore. Tutti e tre si rallegravano del
piacevole cambiamento quando il sibilo del vapore fece loro
abbandonare subito una posizione della quale avevano perduto un
pochino l'abitudine.
Il signor Blockhead compianse certamente i due feriti tornati alla
luce l'uno sostenendo l'altro, e non manc di provare qualche
inquietudine riguardo alle conseguenze dell'accaduto. Ma una specie
di soddisfazione vanitosa per il pericolo corso si mescol assai presto
alla sua angoscia. Quando il capitano Pip ebbe mutato
definitivamente rotta, fu un'altra faccenda. L'idea di visitare un capo
verde costrinse Blockhead a un oceano di ipotesi.

31
I quattro pasti principali: prima colazione, pasto di mezzogiorno, t, pranzo.
(N.d.T.)

Fino allora, se non altro, egli non aveva fatto venir meno alla
comune sfortuna l'aiuto delle sue teorie. Egli avrebbe fatto il
possibile per favorire la marcia della nave. Per prima cosa sugger al
capitano di accrescere la velatura esponendo al vento le lenzuola e i
tovaglioli del Seamew. Poich la proposta non ebbe successo, il
signor Blockhead non si consider battuto e mise in pratica
personalmente quanto aveva suggerito.
Dal mattino alla sera lo si pot vedere, infatti, seduto a poppa con
moglie, figlio e figlie, spiegare al vento pazientemente i loro
fazzoletti come piccole vele. Poi, quando erano stanchi di quel
monotono esercizio, si alzavano e mettendosi correttamente in fila
soffiavano a perdifiato sulla velatura del Seamew.
Se il signor Blockhead avesse avuto le cognizioni di Archimede,
avrebbe saputo che per agire utilmente su qualsiasi corpo bisogna
disporre di un punto d'appoggio esterno al corpo stesso. Ma il signor
Blockhead non era Archimede e non dubitava che il viaggio non
risultasse sensibilmente abbreviato da quegli sforzi meritori che
costituivano lo spasso dei suoi compagni di gita.
A forza di gonfiare le gote o per altra causa, tre giorni dopo un
terribile mal di denti costrinse il signor Blockhead a smettere quella
sleale concorrenza a Borea.
32
In meno di due ore la sua gota destra si
gonfi in modo sorprendente, dando al suo proprietario un aspetto
buffissimo. In seguito all'insolito gonfiore, il signor Blockhead
divent lo spasso di tutti e i suoi compagni, privi dello spettacolo
delle sue esperienze nautiche, dovettero dedicarsi a un'altra
distrazione.
Ma come mai miss Mary e miss Bess si erano prestate a dare il
loro aiuto al padre? Avevano forse dimenticato il loro compito?
Avevano forse rinunciato a strappare Tigg alla morte?
Proprio cos; dobbiamo confessare, infatti, che vi avevano
rinunciato.
Non senza dolore e senza lotta, quei due caritatevoli angeli
avevano rinnegato la missione che l'amore per il prossimo aveva loro
imposto! Erano state costrette ad ammettere che una nuova guardiana
aveva definitivamente assunto il compito di trattenere sulla terra

32
Nella mitologia classica, personificazione del vento del nord. (N.d.T.)
quell'anima che voleva cos presto abbandonarla. Che cosa era
accaduto nel corso dell'ascensione del Teide, alla quale una crudele
lombaggine aveva impedito loro di partecipare? Miss Mary e miss
Bess lo ignoravano, ma avevano potuto constatare i risultati della
passeggiata. Da quel giorno miss Margaret Hamilton aveva
decisamente la meglio e, dopo molti inutili tentativi, le due graziose
sorelle avevano dovuto dichiararsi vinte.
Non mancavano per di mostrare interesse per il povero disperato,
sul quale avevano fatto piovere inutilmente la manna della loro
devozione, e ora pronosticavano che Tigg, privo del loro aiuto,
sarebbe stato in breve preda di crudeli avvenimenti.
Vedrete, mia cara diceva miss Mary con aria lugubre che
gli capiter qualche disgrazia!
Si uccider, mia cara diceva miss Bess con un brivido.
La realizzazione di quella lugubre profezia non sembrava per
imminente. Adottato dalla famiglia Hamilton, Tigg faceva mostra per
il momento di vergognosa ingratitudine verso i suoi due angeli
guardiani e miss Margaret, da parte sua, non sembrava affatto
dispiaciuta della sua poca memoria.
Il padre di quest'ultima appariva meno soddisfatto. Qualcosa
mancava all'equilibrio della sua vita. Da quando il Seamew si era
definitivamente svincolato dal programma del viaggio, non aveva pi
la possibilit di avanzare reclami, cosa che affliggeva l'amabile
baronetto.
Ne aveva parlato a Baker, ma senza risultato; avendo bruciato i
suoi vascelli, Baker non poteva pi fare nulla. I due cospiratori non
potevano fare altro che serbare il proprio rancore per il giorno ancora
lontano in cui, di ritorno a Londra, sarebbe stato loro possibile
iniziare, per vendetta, procedure contro Thompson per le quali
avrebbero trovato certamente numerosi alleati fra i passeggeri
maltrattati.
Nell'attesa, il tempo passava e la rassegnazione faceva posto, a
poco a poco, a una cupa tristezza. Col prolungarsi della traversata
l'inquietudine un po' per volta rinasceva.
A bordo non mancavano tuttavia i temperamenti felici, dei quali
nulla sarebbe riuscito ad abbattere la sana virile allegria, n le indoli
forti che nessun pericolo sarebbe riuscito a far vacillare. Roger e
Dolly non facevano parte forse dei primi? Alice e Robert non
avrebbero potuto forse essere annoverati fra i secondi?
Ma anche su di loro sembrava che la fatalit si fosse abbattuta; la
cupa tristezza del quartetto risaltava anche nella generale tristezza.
Fra Alice e Robert cresceva di giorno in giorno un malinteso che
non si sarebbe presto chiarito, per il fatto che n l'uno n l'altra
volevano parlarne. Imbrigliato dall'eccessiva fierezza, Robert non
aveva messo in atto nulla per approfondire l'argomento appena
sfiorato sulla vetta del Teide. Alice, ritenendo di avere detto troppo,
si rifiutava di dire dell'altro. Ciascuno credeva di non avere capito
bene l'altro; per orgoglio rimanevano chiusi in una penosa situazione
che appariva senza via di uscita.
I loro rapporti risentivano del malessere che li affliggeva. Robert,
prendendo di proposito alla lettera i rimproveri che Alice gli aveva
mossi, la lasciava di rado. Per contro, evitava di restare solo con lei;
se Roger si allontanava, egli non tardava a fare altrettanto, senza che
Alice facesse un gesto per trattenerlo.
Roger soffriva per quella freddezza; nonostante il fatto che il suo
amore per Dolly di giorno in giorno fiorisse meravigliosamente alla
luce del sole, la sua spontanea allegrezza ne soffriva.
Quelle quattro persone che, ciascuno a suo modo, avrebbero
potuto apportare ai loro compagni un prezioso aiuto morale erano
invece pi infelici degli altri.
Non proprio pi di tutti, per; il pi infelice di tutti era Thompson.
Si ha un bell'essere superficiali e incoscienti: vi sono circostanze la
cui gravit non pu lasciare indifferenti. Ora Thompson si trovava in
una di tali circostanze. Quanto tempo sarebbero rimasti fermi alle
isole del Capo Verde? Quanto tempo sarebbe stato necessario per
riparare quella maledetta macchina? Durante quella sosta imprevista
sarebbe spettato a lui nutrire e ospitare passeggeri ed equipaggio:
quasi cento persone in tutto. Era un disastro, la rovina delle sue
speranze, una perdita enorme invece dell'utile sperato.
E tutto ci senza contare il processo che avrebbe subito al ritorno,
che non sarebbe stato pi una facezia di Baker. Quell'accidente
comprometteva la vita dei suoi passeggeri; quel considerevole ritardo
ne comprometteva gli interessi: tutto ci avrebbe fornito ai suoi
nemici una solida base. Thompson vedeva gi profilarsi dinanzi a s
lo spettro del fallimento.
Tuttavia, se non si poteva fare nulla contro i fatti compiuti, si
poteva tentare almeno di rendere migliore l'avvenire. Perch non
cercare di ammansire i passeggeri per evitare, se non altro, qualche
minacciato reclamo?
Ma quella speranza naufragava nella tristezza che regnava a
bordo. Gli scontenti si sarebbero trasformati in rivoltosi non appena
al sicuro sulla terraferma. Per scongiurare quel pericolo Thompson
cerc di fare qualsiasi cosa. Invit Robert a tenere una conferenza.
Nessuno venne. Organizz un ballo, con dolci e champagne. Il
pianoforte era scordato e una disputa violenta scoppi fra coloro che
volevano dormire e quelli che volevano ballare.
Gi Thompson si apprestava a rinunciare a quell'idea allorch un
nuovo colpo fin per abbatterlo.
La nave, che nel lasciare Tenerife doveva andare a Londra, a
vapore, e non alle isole del Capo Verde a vela, aveva imbarcato
viveri soltanto per sette giorni. Nessuno pi se ne rammentava;
Thompson fu perci colto dalla disperazione quando, il 17 giugno,
alle 10 del mattino, il signor Roastbeaf venne ad annunciargli che, se
il regime attuale dei pasti non fosse stato modificato, da quella stessa
sera non ci sarebbe stato pi un pezzo di pane a bordo.
CAPITOLO VIII
COME UNA LAMPADA CHE SI SPEGNE
ERA QUELLA una grave complicazione per passeggeri e marinai
che ora si sarebbe potuto cominciare a chiamare naufraghi.
Che ne sarebbe stato di loro se la traversata fosse durata ancora a
lungo? Ci sarebbe stata una nuova zattera della Medusa? Avrebbero
finito per mangiarsi gli uni con gli altri? Questa ipotesi non era da
escludersi. Dagli sguardi di desiderio che a volte seguivano il
corpulento Piperboom era evidente che un'idea del genere fosse gi
germogliata in alcuni cervelli.
Disgraziato olandese! Essere divorato era certamente cosa assai
spiacevole, ma doveva risultare molto pi penoso esserlo senza
conoscerne il motivo.
Piperboom doveva avere, per, una vaga idea della situazione.
Negli occhietti che bucavano il disco lunare del suo viso passavano
lampi d'inquietudine quando lasciava la tavola diventata di colpo
meno abbondante.
Anche se meglio informati, i suoi compagni di viaggio non per
questo tolleravano meglio il nuovo frugale regime.
Quando il capitano Pip, messo al corrente da Thompson, ebbe
riferito ai passeggeri la spiacevole notizia, un coro di disperazione
era subito scoppiato. Con poche parole calme e precise egli cerc di
tranquillizzare il gregge impaurito.
La situazione era chiara: rimanevano viveri per un pasto
abbondante. Ebbene, se invece di un pasto abbondante se ne fossero
fatti quattro molto meno abbondanti si sarebbe potuto giungere fino
alla sera del 18 giugno. Per allora la terra sarebbe stata certamente
avvistata e forse anche raggiunta.
L'energia del capo diede un po' di coraggio alla truppa. Venne
deciso di armarsi di pazienza. Ma quanta tristezza era sui visi!
Com'erano malinconici quei turisti, partiti un tempo con allegra
spensieratezza!
Soltanto Baker era pienamente soddisfatto. Vedeva con
grandissimo piacere il viaggio dell'Agenzia Thompson piombare
ogni giorno di pi nel disastro. Far morire di fame i passeggeri! Era
una delizia. Se un paio di passeggeri fossero morti, la sua felicit
sarebbe stata completa. Ecco che cosa sarebbe stato decisivo!
Tuttavia, anche se le cose non fossero ancora giunte a tanto, egli gi
considerava il suo avversario definitivamente atterrato, e con un
gesto brusco che ne scandiva i frequenti e taciti soliloqui cancellava
il nome di Thompson dall'elenco inglese delle agenzie economiche di
viaggio.
Per quanto riguarda il rischio che personalmente correva, Baker
non sembrava preoccuparsene. Possedeva forse un talismano contro
la fame quell'inglese vendicativo, collerico e stizzoso?
La giornata del 17 trascorse all'insegna del nuovo regime che,
dopo tutto, non parve troppo crudele. Ma lo stomaco semivuoto
rende il cervello semisolido; la demoralizzazione, quindi, continu a
svolgere il proprio lavoro tra i passeggeri.
Il 18, la giornata ebbe inizio in modo piuttosto lugubre. Nessuno
rivolgeva la parola ad altri; tutti si evitavano o si sfuggivano: la vita
era concentrata negli occhi rivolti verso il sud, dove nessuna terra
appariva all'orizzonte.
A colazione si mangi l'ultimo pezzo di pane; se la terra non fosse
stata avvistata prima di sera la situazione si sarebbe fatta gravissima.
Nel corso della giornata capit una distrazione che interruppe la
noia generale; la distrazione forse un po' crudele venne fornita,
come sempre, dal signor Blockhead.
Il disgraziato droghiere onorario non aveva proprio fortuna.
Quando i viveri non erano ancora venuti a mancare, egli non aveva
potuto godere neppure della sua parte perch lo strumento necessario
per masticare gli si spezzava in mano, o meglio, in bocca.
Che idea era stata la sua di volersi trasformare in Aquilone! Il
gonfiore prodottogli da quella sua dabbenaggine non guariva, anzi
aumentava di giorno in giorno sino ad assumere proporzioni
fenomenali.
A furia di soffrire Blockhead non resse pi. Si rec da Thompson
e con voce esasperata dal dolore gli ingiunse di procurargli un
rimedio. Non avrebbe dovuto esserci un medico a bordo?
Thompson guard con aria triste il nuovo nemico. Ci si metteva
anche quello, ora! Quali altri calci gli riserbava ancora l'avvenire?
Le sofferenze di Blockhead erano per troppo evidenti perch
Thompson non cercasse di accontentarlo. Dopo tutto, non occorre
essere medico per strappare un dente: chiunque sappia maneggiare
una pinza, o anche una tenaglia, a rigor di termini, pu essere atto
alla bisogna. Non c'era forse a bordo una categoria di persone a cui
quegli strumenti erano familiari? E Thompson, per bont d'animo,
condusse il malato dai meccanici inoperosi.
Uno di essi si fece avanti senza esitare e disse di poter eseguire il
lavoro desiderato. Era un uomo alto e forte, rosso di pelo e di pelle e
dall'aspetto erculeo. Aveva senza dubbio alcuno il polso adatto per
sbarazzare in un attimo Blockhead del suo dente.
Ma un dado da avvitare o da svitare una cosa e il dente da
togliere un'altra. L'improvvisato terapeuta ne fece l'esperienza.
Armato di una enorme tenaglia da fucina, dovette ricominciare
l'operazione per ben tre volte fra gli urli assordanti del paziente,
installato sul ponte in pieno sole, e saldamente tenuto fermo da due
marinai assai divertiti della faccenda.
Le numerose contorsioni dello sventurato droghiere onorario non
avrebbero mancato, in qualsiasi altra circostanza, di far ridere i suoi
poco caritatevoli compagni. L'uomo fatto cos. Il senso del comico
in lui pi forte di quello della piet. Il riso nasce prima che si desti
la compassione. Ma nella situazione attuale il signor Blockhead pot
essere grottesco sino alla fine. Soltanto l'ombra di qualche sorriso
accompagn l'operazione fino a quando il passeggero, liberatosi del
dente, corse verso la sua cabina tenendosi la guancia con la mano.
Nonostante il male, le sue facolt di ammirazione non erano per
del tutto venute meno. Essere operato da un meccanico con l'aiuto di
una tenaglia da fucina, a bordo di una nave sgangherata, ecco una
cosa certamente insolita! Ora che tutto era finito, il signor Blockhead
non si mostrava affatto dispiaciuto di essere stato l'eroe di tale
avventura. Trov persino la forza di reclamare il suo dente: sarebbe
stato un ricordo palpabile di quello straordinario viaggio. Il superbo
molare gli fu subito consegnato e Blockhead, dopo averlo
contemplato con emozione, lo mise in tasca.
Lo conserver come testimonianza contro di voi disse
amabilmente Baker a Thompson, che accompagnava a poppa il
passeggero non pi dolorante.
Blockhead ormai poteva mangiare.
Era troppo tardi, purtroppo: a bordo del Seamew non c'era pi
nulla da mangiare.
La sera del memorabile giorno nel quale fu completata la rovina
della cambusa, si riusc ancora a scoprire, frugando negli angoli pi
celati, un po' di cibo in virt del quale fu possibile nutrirsi. Ma fu
proprio l'ultima volta. La nave era stata frugata da cima a fondo,
perquisita e ripunta: se la terra non fosse stata avvistata entro breve
tempo, nulla avrebbe potuto salvare passeggeri ed equipaggio dagli
orrori della fame.
Immaginate perci con quali sguardi ansiosi era scrutato
l'orizzonte meridionale, anche se inutilmente!
Il 18, nel declinare, il sole continu a disegnare un'impeccabile
circonferenza non interrotta da alcun profilo solido.
Non era possibile, peraltro, essere ancora lontani dalle isole del
Capo Vede. Un errore da parte del capitano Pip non era ammissibile:
si trattava dunque di ritardo; nel corso della notte, senza dubbio, la
terra sarebbe stata avvistata.
Ma il destino aveva deciso altrimenti. Per colmo di sfortuna al
tramonto il vento cedette e continu a diminuire da un'ora all'altra.
Prima di mezzanotte era cessato del tutto. Non pi governato, il
Seamew non poteva fare altro, per raggiungere terra, che contare
sulla debole corrente che lo trasportava.
Nella zona degli alisei i cambiamenti di direzione del vento sono
assai rari. A furia di procedere verso il sud, il Seamew doveva essersi
notevolmente avvicinato al punto in cui il vento cessa di essere
costante. Bisognava supporre, quindi, che avesse raggiunto quel
limite; ma alle isole del Capo Verde la vicinanza del continente falsa
il regime degli alisei. Un po' a sud-est dell'arcipelago essi vengono
meno del tutto, mentre persistono alla stessa latitudine in mezzo
all'Oceano. In quella zona essi soffiano, con una certa regolarit, da
ottobre a maggio; in dicembre e gennaio subentrano i venti dell'est, il
cui soffio ardente dissecca e brucia tutto. I mesi di giugno, luglio e
agosto costituiscono la stagione delle piogge; ci si doveva ritenere
fortunati, quindi, se fino allora il ponte del Seamew era rimasto
asciutto.
A quella nuova batosta che il destino gli infliggeva Thompson
ebbe la velleit di strapparsi i capelli. Per quanto concerne il capitano
Pip, sarebbe stato assai furbo colui che avesse potuto conoscere le
sue impressioni. Era gi tanto se, con un semplice aggrottamento
della fronte, autorizzasse Artimon a credere che provasse qualche
rincrescimento per il contrattempo.
Anche se celata, l'inquietudine del capitano era per ugualmente
reale. Trascorse la notte sul ponte chiedendosi: quali mezzi avrebbe
avuto per raggiungere la terra, quando fosse stata avvistata? con
quella nave priva di caldaia e non pi in condizione di essere
governata?
Il problema tuttavia ancora non si poneva; l'alba del 19 rischiar
infatti un'immensa pianura liquida, senza neppure un isolotto o uno
scoglio.
La giornata trascorse penosamente. Sin dal mattino gli stomachi,
mal soddisfatti del pasto della sera precedente, cominciarono a
gridare fame. Se i magri e i deboli sopportavano abbastanza bene
l'iniziato digiuno, per gli altri passeggeri era una vera sofferenza. Fra
questi ultimi Piperboom si faceva notare per il viso disfatto. Il giorno
prima aveva manifestato il suo rincrescimento con uno sguardo
indefinibile nel constatare il mutismo della campana e la mancanza
di preparativi per la cena. Ma quando le ore trascorsero senza che
fossero sonate l'ora della colazione e quella della cena, non ne pot
pi. And a trovare Thompson e, servendosi di una energica
pantomima, gli fece capire che moriva di fame. Quando Thompson
gli ebbe dimostrato con i gesti la sua impotenza, l'olandese precipit
in un grave stato di disperazione.
Quanto meno sfortunato era invece lo spugnoso J ohnson!
L'alcool non mancava a bordo del Seamew: che importava non poter
mangiare se si poteva bere? E J ohnson beveva in modo cos smodato
che lo stato di abbrutimento in cui viveva lo rendeva inaccessibile
alla paura.
Baker non aveva rimedi del genere a sua disposizione, e tuttavia
appariva di buon umore. Mostrava per di pi florido aspetto, tanto
che Robert, verso mezzogiorno, non pot fare a meno di
manifestargli il proprio stupore.
Non avete fame, dunque? gli disse.
Scusate! rispose Baker non ho pi fame. C' una lieve
sfumatura.
Certamente! approv Robert. Volete essere cos gentile
da farmi conoscere quale rimedio avete adottato?
Il rimedio pi semplice disse Baker. Mangiare come al
solito.
Mangiare? Che cosa mangiate?
Ve lo faccio vedere subito rispose Baker, conducendo
Robert nella propria cabina. Del resto, ce n' abbastanza per due.
Non ce n'era per due, ma per dieci. Due enormi valigie piene di
viveri di vario genere, ecco ci che Robert pot vedere dopo avere
giurato di non dire nulla.
Possibile! esclam, ammirando tanta previdenza. Ci
avevate gi pensato!
Quando si viaggia sotto la bandiera dell'Agenzia Thompson
occorre pensare a tutto rispose Baker con aria misteriosa offrendo
generosamente a Robert di attingere dalle sue ricchezze.
Robert accett al solo scopo di recare il suo bottino alle due
passeggere americane, le quali gli fecero grande onore dopo avere
avuto assicurazione che il loro provvidenziale fornitore ne avesse
preso la sua parte.
Privi di tale aiuto, agli altri passeggeri il tempo sembrava
stranamente lungo. Quale sospiro di sollievo trassero tutti, perci,
quando, verso l'una del pomeriggio, il grido di Terra! rison sulle
sbarre dell'albero di trinchetto!
Tutti si credettero salvi e ogni sguardo si volse verso la passerella.
Il capitano non era per al suo posto.
Bisognava informarlo subito che la terra era stata avvistata. Un
passeggero and a bussare alla porta della cabina del comandante: il
capitano non c'era e non era neppure a poppa.
La cosa cominci ad apparire inquietante. Altri passeggeri
andarono a cercarlo dappertutto, chiamandolo ad alta voce, senza
rintracciarlo. Nel contempo, non si sa come, corse voce a bordo che
un marinaio, mandato nella stiva, vi aveva trovato tre piedi d'acqua.
Ne segu confusione e preoccupazione; moltissimi corsero verso
le imbarcazioni, peraltro insufficienti ad accogliere tutti. Ma il
capitano aveva lasciato alcuni ordini prima di allontanarsi, e i
marinai che montavano la guardia intorno alle lance di salvataggio
ricacciarono i passeggeri sullo spardeck, dove essi ebbero il tempo di
maledire sia Thompson sia il capitano Pip, la cui caparbiet li
privava degli ultimi mezzi di salvezza.
Anche Thompson era sparito; nel vedere come le cose andavano,
si era prudentemente nascosto in qualche angolo, ove attendeva
tranquillamente la fine della tempesta.
Il capitano, da parte sua, mentre tutti non gli lesinavano gli
improperi, faceva come sempre il proprio dovere.
Non appena a conoscenza della nuova complicazione, si era subito
calato nella stiva e, in quel momento, procedeva a minuziosi esami il
cui risultato non aveva nulla di incoraggiante.
Dopo averla esplorata accuratamente da cima a fondo, non era
riuscito a scoprire nello scafo nessuna falla. Propriamente parlando,
non c'era alcun buco che fosse stato possibile turare con maggiore o
minore difficolt; o meglio, ce n'erano a centinaia. Se da nessuna
parte il mare penetrava abbondantemente nell'interno della nave, esso
per vi trasudava a goccia a goccia da mille parti. Era evidente che a
causa degli incessanti colpi delle ondate i chiodi si erano allentati e le
giunture sconnesse: il Seamew non faceva che morire di vecchiaia.
Per una faccenda del genere non c'era nulla da fare; con l'orecchio
appoggiato al fasciame della nave, il capitano ascolt il sordo
sciacquio dell'acqua omicida e si rese conto che per la nave era finita.
Poco dopo, nel risalire sullo spardeck, egli aveva per il solito
aspetto e fu con voce tranquilla che ordin all'equipaggio di mettersi
alle pompe.
Dopo tutto, la situazione non era disperata; la terra era vicina e si
aveva il diritto di ritenere che le pompe, coraggiosamente manovrate,
sarebbero riuscite a prosciugare la stiva.
Bisogn rinunciare a quella speranza; frequenti scandagli
rivelarono che il mare aveva la meglio: nonostante gli sforzi fatti,
l'acqua cresceva nella stiva di cinque centimetri all'ora.
La terra, sempre visibile, non sembrava peraltro farsi pi vicina. Il
sole tramont prima ancora che la lontana nuvoletta avesse cessato di
apparire una nuvola.
Quella notte nessuno chiuse occhio: tutti attesero febbrilmente lo
spuntar del sole che, per fortuna, nel mese di giugno si leva di
buon'ora.
Prima delle 4, fu possibile distinguere una riva bassa e sabbiosa,
sormontata da una collinetta di mediocre altezza, a una decina di
miglia in direzione di sud-ovest. In considerazione della poca
elevazione del suo punto culminante il Picco Martines
quell'isola, che il capitano indic con il nome di isola del Sale, non
avrebbe potuto essere scorta il giorno precedente che da 20 o da 25
miglia al pi. Bisognava dunque che la corrente che trascinava il
Seamew fosse notevolmente diminuita.
In ogni caso quella corrente, per quanto debole, conduceva
direttamente alla costa; a poco a poco, alla media di circa un nodo
all'ora, verso mezzogiorno la nave giungeva a un miglio da una punta
che il capitano chiam Punta Martines quando la corrente,
cambiando improvvisamente direzione, corse da nord a sud,
raddoppiando la propria velocit.
Era tempo che la nave si fosse avvicinata alla terra, perch l'acqua
nella stiva aveva raggiunto nel frattempo i 2 metri e 20 centimetri.
Senza dubbio, per le stesse cause che l'avevano condotta fino l, la
nave non avrebbe tardato ad arenarsi dinanzi a qualche sporgenza
della costa; senza alcun rischio, peraltro, perch il tempo era bello e
il mare calmo come l'olio.
Invece no; il Seamew, inerte come un rottame, correva lungo la
costa ma senza avvicinarvisi. Seguendo il capriccio della corrente
che lo trascinava, girava attorno alle sinuosit e ne doppiava le punte,
mantenendosi costantemente a un miglio di distanza.
Lo scandaglio, gettato continuamente, diceva sempre la stessa
cosa: mancava il fondo. Ormeggiare la nave sarebbe stato
impossibile, quindi. Il capitano si mordicchiava i baffi in preda alla
sorda rabbia dell'impotenza.
Vero e proprio supplizio di Cantalo:
33
la salvezza era a portata di
mano e tuttavia irraggiungibile.
E ci, non perch l'aspetto dell'isola fosse allettante: priva di
alberi e di cespugli, ovunque lo sguardo riusciva a posarsi non c'era
che sabbia.
A mano a mano che si procedeva verso il sud, la costa si
abbassava con regolarit: l'isola si faceva piana con qualche lieve
ondulazione, pur rimanendo priva di qualsiasi vegetazione.
Verso le 3,30, la nave pass al largo del Pedra de Lume, un buon
ancoraggio ove si dondolavano alcune barche da pesca. Furono fatte
segnalazioni di aiuto, ma nessuno rispose. Il Pedra de Lume fin poi
per scomparire.
Due ore dopo, si doppiava la Punta Est e qui un soffio di speranza
colm il cuore di coloro che erano a bordo: con il favore di un
risucchio la nave aveva fatto un gran passo in direzione della costa,
dalla quale ora era lontana appena 500 metri.
L'accostamento alla terra cess, purtroppo, cos com'era
cominciato, senza che nessuno ne sapesse il perch, e il Seamew
continu a costeggiare l'isola del Sale, i cui rilievi ora apparivano
chiaramente.
A quella breve distanza, sarebbe stato possibile farsi udire da terra
se un essere umano si fosse fatto vedere. Ma in quel deserto non
cresceva nulla. Sotto gli occhi dei passeggeri c'era una steppa, che
giustificava pienamente l'espressione del viaggiatore inglese che
aveva chiamato l'isola del Sale tomba di sabbia. Bassa, grigia,

33
Supplizio di chi costretto a non poter godere di qualcosa che desidera e che
sotto i suoi occhi e a portata di mano. Da Tantalo, un personaggio della mitologia
classica: per avere sottratto l'ambrosia e il nettare dal banchetto degli dei fu
condannato a un castigo eterno: immerso fino al collo nell'acqua limpida, questa
spariva quando si chinava per bere. Sul suo capo pendevano rami carichi di frutti,
ma egli non riusciva mai a coglierli. (N.d.T.)
sinistra, quella terra si stendeva quasi al livello del mare, difesa da un
cerchio di scogli dall'assalto della risacca.
Seguendo a velocit costante la sua rotta, il Seamew circond la
baia che si apre dopo la Punta Est: in meno di un'ora avrebbe
doppiato la Punta del Naufragio e, dopo, avrebbe incontrato
nuovamente il mare profondo nel quale la nave sarebbe affondata
lentamente.
L'uomo dello scandaglio a un tratto grid:
Venticinque braccia! Fondo sabbioso!
Sulla passerella il capitano trasal di soddisfazione: il fondo
marino tendeva evidentemente ad alzarsi. Se ancora per poco fosse
continuato a sollevarsi l'ormeggio sarebbe diventato possibile.
Far pennello dell'ancora, signor Flyship! ordin con calma
al secondo. Per un quarto d'ora il Seamew segu la corrente, mentre lo
scandaglio non
cessava di accusare profondit in costante diminuzione.
Dieci braccia! Fondo sabbioso! grid alla fine l'uomo dello
scandaglio.
Ormeggia! ordin il capitano.
La catena discese con fracasso attraverso la cubia e il Seamew
rimase immobile, evitando di mettere la prua a nord.
Rimase immobile senza ombra di dubbio, senza il pi piccolo
movimento di rullio o di beccheggio su quel mare di cui nessuna
ruga appannava lo specchio: un lago sarebbe stato meno calmo.
Ma un altro pericolo, che non era quello della tempesta,
minacciava i turisti dell'Agenzia Thompson: la nave che li ospitava
veniva meno sotto i loro piedi. L'acqua che riempiva una met della
stiva montava a poco a poco e presto il ponte sarebbe stato al livello
dell'Oceano.
Bisognava andare a cercare scampo sulla terraferma senza perdere
tempo.
In seguito all'aiuto delle pompe il Seamew, tuttavia, sarebbe stato
nella possibilit di galleggiare ancora per parecchie ore; l'urgenza
non era perci immediata.
Senza confusione e senza fretta si pot procedere quindi allo
sbarco, vuotando metodicamente le cabine senza dimenticare
neppure gli oggetti pi trascurabili. Ancor prima di salvare le
persone, ci si prese il lusso di salvare le cose.
Verso le 7,30, tutti i passeggeri erano sulla riva, sani e salvi. In
fila, accanto ai propri bagagli, un po' spauriti dall'avventura,
contemplavano un po' stupidamente il mare senza dire nulla.
Dopo avere lasciato la nave per ultimo, come prescritto dai
regolamenti marittimi, il capitano Pip, con Artimon alle calcagna, era
disceso a terra con i suoi marinai, divenuti ora suoi pari dopo
l'abbandono del galleggiante. Anch'egli contemplava il mare,
sebbene un osservatore superficiale potesse facilmente sbagliarsi.
Mai infatti il capitano aveva guardato in passato con occhio cos
strabico e mai il suo naso aveva attraversato un cos brutto quarto
d'ora.
Da quando le pompe erano state abbandonate la nave affondava
pi in fretta. Nel giro di mezz'ora l'acqua invase gli obl delle cabine,
continuando sempre a salire.
Fu esattamente alle 8,20, nel preciso istante in cui il sole
raggiungeva l'orizzonte occidentale, che il Seamew affond; senza
dramma e senza agonia, scomparve tranquillamente nell'acqua, che si
richiuse mollemente su di esso. Un istante prima era l, poi non lo si
vide pi: ecco tutto!
Dalla riva i turisti guardavano, immobili, senza riuscire a prendere
sul serio l'accaduto: come dice il poeta, erano istupiditi.
Erano partiti festosamente per le Canarie ed erano finiti sopra un
banco di sabbia, nell'arcipelago del Capo Verde: non c'era proprio da
vantarsene! Se almeno avessero dovuto lottare contro la tempesta, se
almeno la loro nave si fosse sventrata sugli scogli! Ma nulla di tutto
ci era accaduto. La natura aveva continuato a mostrarsi benigna:
cielo azzurro, vento lieve, mare calmo; nessuna briscola era venuta
meno al loro giuoco. In quel momento, poi, il tempo era
particolarmente splendido.
Nondimeno, essi erano l.
Si era mai sentito parlare di naufragi del genere? Era possibile
immaginare qualcosa di pi assurdo?
I turisti continuavano a guardare il mare a bocca aperta e, non
senza ragione, si consideravano un po' ridicoli.
CAPITOLO IX
THOMPSON SI TRASFORMA IN AMMIRAGLIO
LA NOTTE trascorse abbastanza bene per gli ex passeggeri del
Seamew. In mancanza di cuccette la sabbia soffice si rivel molto
favorevole al sonno.
I primi chiarori dell'alba svegliarono persino i pi indolenti; tutti
si alzarono in fretta, desiderosi di conoscere ci che avrebbero
dovuto temere o sperare.
La verit apparve subito ai loro occhi: la solitudine era assoluta da
ogni parte.
Dinanzi a loro era il mare senza una vela. Al disopra dell'acqua si
vedeva la parte pi alta degli alberi del Seamew, le cui spoglie
giacevano 20 metri pi in basso, nella sua umida tomba.
Dall'altro lato era il deserto, la cui tristezza stringeva il cuore. Nel
luogo dove avevano messo piede a terra, l'isola si assottigliava fino a
terminare in una punta ristretta. Congiunta a settentrione a una terra
desolata, circondata dal mare dagli altri tre lati, non era che una
lingua di sabbia larga appena un miglio, afflitta dalla sinistra aridit
del sale e cosparsa dalla lebbra delle sue scaglie.
Quali aiuti era lecito sperare da un paese del genere? Tutti se lo
chiedevano con angoscia, senza trovare soddisfacente risposta alla
domanda.
Per fortuna il capitano Pip vigilava per tutti.
Non appena vide i passeggeri in piedi, li riun intorno a s e in
poche parole espose loro la situazione in cui si trovavano.
Quella situazione era molto semplice.
In seguito a circostanze intorno alle quali il capitano non ritenne
di insistere, essi si trovavano in grave difficolt sulla costa sud-
orientale dell'isola del Sale, quasi all'estremit della Punta del
Naufragio. Poich l'isola del Sale non offriva risorse di alcun genere,
si trattava di studiare al pi presto il modo di abbandonarla.
Il capitano aveva provveduto, per il momento, alla cosa pi
urgente: a seguito delle sue istruzioni il signor Morgand e il
nostromo erano partiti gi da un'ora per raggiungere il faro che
sorgeva all'estremit della Punta del Sud, a poca distanza dal luogo
della catastrofe. I due inviati vi si sarebbero documentati e avrebbero
cercato di procurarsi un po' di viveri. Non c'era che da attendere il
loro ritorno.
Le parole del capitano fecero venire in mente all'uditorio che tutti
avevano fame. Nel disordine morale in cui l'avventura li aveva gettati
essi se ne erano un po' dimenticati. Bast la parola viveri per
risvegliare in tutti un appetito che da cinquanta ore nulla era riuscito
a calmare.
Nell'attesa occorreva fare buon viso a cattiva sorte, dato che non
c'era altro da fare. I turisti si rassegnarono quindi a passeggiare sulla
spiaggia mentre le ore trascorrevano lentamente. Per fortuna, il
tempo continuava ad essere bello; il cielo si manteneva puro sotto
l'azione della fresca brezza di nord-ovest, che rinforzava da un'ora
all'altra.
Robert e il nostromo fecero ritorno dalla loro spedizione verso le
8: scortavano una carretta tirata da una mula e guidata da un negro. Il
carico della carretta, composto di vettovaglie di vario genere, attrasse
subito l'attenzione di tutti.
I passeggeri fecero ressa intorno ad essa e Thompson dovette
intervenire perch la distribuzione dei viveri venisse fatta
ordinatamente. Ciascuno alla fine ebbe la propria parte e per lungo
tempo segu un assoluto silenzio, turbato soltanto dal rumore delle
mascelle.
Piperboom era particolarmente superbo; con una pagnotta di
quattro libbre in una mano e un cosciotto di montone nell'altra,
sollevava e abbassava i gomiti con la regolarit di una macchina a
vapore. Nonostante il loro formidabile appetito, i compagni
dell'olandese rimasero paralizzati dallo stupore nel contemplare quel
modo meccanico di ingoiare. Finir col sentirsi male, pensarono
alcuni.
Ma Piperboom si preoccupava assai poco dell'impressione che
produceva sui suoi compagni: le sue mani continuarono il loro
imperturbabile e cadenzato movimento finch pane e cosciotto
diminuirono contemporaneamente fino a sparire. Piperboom si freg
allora le mani e accese l'enorme pipa, senza sembrare minimamente
infastidito.
Mentre passeggeri ed equipaggio soddisfacevano il loro appetito,
il capitano, valendosi dell'opera di Robert, parlava con l'indigeno
proprietario della carretta. Le informazioni avute non risultarono
molto incoraggianti.
L'isola del Sale era una specie di steppa di 233 chilometri quadrati
sulla quale, meno di un secolo prima, non viveva essere umano. Per
fortuna dei naufraghi, un portoghese aveva avuto l'idea, una
cinquantina d'anni prima, di sfruttare le saline alle quali l'isola
doveva il suo nome; quella industria vi aveva attirato circa un
migliaio di abitanti. In parte pescatori, ma per la maggior parte operai
delle saline, quegli abitanti non avevano formato da nessuna parte un
agglomerato tale da meritare il nome di citt o di borgo. Ai margini
della baia di Mordeira, eccellente ancoraggio della costa occidentale
dell'isola, alcune case tuttavia avevano gi costituito una specie di
borgata nel punto in cui terminavano i binari sui quali i carri a vela
trasportavano al mare il prodotto delle saline. In quel villaggio,
distante una quindicina di chilometri appena, avrebbero trovato aiuto,
forse.
Avute quelle informazioni, Thompson parti immediatamente con
l'indigeno nell'intento di raccogliere un adeguato numero di veicoli
per condurvi persone e bagagli. Nell'attesa, i passeggeri avrebbero
potuto ricominciare la passeggiata del mattino. Gli stomachi
soddisfatti sciolsero le lingue e ciascuno diede libero sfogo ai propri
pensieri.
Alcuni lo fecero con calma, altri con tristezza, altri ancora con
rabbia. Fatto eccezionale: il viso del signor Absyrthus Blockhead non
espresse, come di consueto, la solita smisurata soddisfazione. Proprio
cos, il nostro droghiere onorario era malinconico o, quanto meno,
preoccupato. Sembrava che non stesse bene e si guardava intorno
come se avesse smarrito qualcosa. Alla fine non ne pot pi; si
rivolse a Roger de Sorgues, che gli ispirava particolare fiducia, e gli
chiese:
Siamo proprio nell'arcipelago del Capo Verde, non vero?
S rispose Roger, senza sapere a che cosa il richiedente
mirasse.
Allora, signore, dov' il capo? esclam Blockhead,
indignato.
Quale capo? chiese Roger, stupito.
Il Capo Verde, perbacco! Non capita tutti i giorni l'occasione di
vedere un capo verde! e io voglio farlo vedere a mio figlio!
Roger represse una voglia matta di ridere.
Ahim! bisogna che ne facciate a meno disse assumendo un
aspetto desolato. Il signorino Abel non vedr il Capo Verde.
Perch mai? chiese Blockhead, deluso.
E in riparazione disse Roger con freddezza.
In riparazione?
Il suo colore cominciava a sbiadire. stato trasportato in
Inghilterra per essere ridipinto.
Blockhead guard Roger con aria perplessa, ma Roger mantenne
eroicamente l'aspetto serio e il droghiere rimase persuaso.
Non abbiamo fortuna! si limit a dire con rincrescimento.
Proprio cos! approv Roger soffocando le risa, mentre
Blockhead andava a raggiungere i suoi.
Nel gruppetto degli arrabbiati, Baker e Hamilton si facevano
particolarmente notare. Ad essere sinceri, ci che accadeva non
sembrava loro vero. Da dove erano nate quelle disgrazie se non
dall'avarizia e dalla superficialit di Thompson? Ci era
incontestabile. Il gruppo che circondava Baker contava, perci, la
maggioranza dei passeggeri. Ai compagni egli predicava la guerra
per il giorno in cui sarebbero stati finalmente in Inghilterra, e i suoi
argomenti bellicosi trovavano eco nell'animo di coloro che lo
ascoltavano.
Egli aveva trovato in J ohnson un alleato inatteso. Fino allora poco
fastidioso, quel passeggero sembrava ora in preda a grande furore.
Urlava pi di Baker, non lesinava gli insulti a Thompson e alla sua
agenzia e ripeteva a non finire il giuramento di portarlo dinanzi a
tutta la magistratura inglese.
Quell'ubriacone idrofilo e geofobo esasperato per essere stato
costretto, contro sua voglia, a mettere piede a terra disse Roger,
osservando da lontano il gruppo in fermento.
N tristezza n collera potevano fare presa su Roger. Il suo buon
umore aveva la meglio su tutto. Sarebbe stato allegro anche nel corso
di una battaglia, lo sarebbe stato anche in punto di morte; lo era
anche in quell'isola spoglia, ove il destino lo aveva condotto.
La sua osservazione aveva fatto ridere Dolly.
Poveruomo! sospir la giovane. Come deve soffrire del
disordine dei servizi!
E l'unico che abbia il diritto di lagnarsi disse Roger con
seriet. Per lui, almeno, ci si pu capire; ma per gli altri? Che
cosa ci potrebbe far loro? Per parte mia, questo viaggio
semplicemente delizioso. Ecco il nostro vapore a vela diventato
sottomarino; ora aspetto con impazienza il momento in cui diventi un
pallone sonda.
Viva il pallone sonda! disse Dolly battendo le mani.
Il pallone sonda mi sembra poco probabile disse Robert non
senza malinconia. La fine del Seamew segna la fine del nostro
viaggio. Finiremo col disperderci secondo la possibilit che si sar
offerta di raggiungere l'Inghilterra.
Perch disperderci? rispose Alice. Immagino che il
signor Thompson rimpatrier i passeggeri e che imbarcher tutti sul
primo piroscafo in partenza.
I passeggeri, certamente rispose Robert. Ma per
l'equipaggio e per me un'altra faccenda.
Bah! concluse allegramente Roger prima di crearci delle
preoccupazioni aspettiamo che ci sia il piroscafo in partenza. Si tratta
di un piroscafo nel quale credo poco. Sarebbe troppo semplice. Io
sono per il pallone sonda, che mi sembra molto pi probabile.
Thompson fece ritorno verso l'una del pomeriggio: conduceva una
ventina di carrette di vario tipo, ma tutte ugualmente tirate da mule e
guidate da negri. Si cominci subito a caricare i bagagli.
L'Amministratore generale appariva meno preoccupato di quanto
si sarebbe potuto supporre in quelle circostanze. La nave perduta e il
rimpatrio di circa un centinaio di persone da pagare di tasca propria
erano cose che avrebbero reso inquieto l'uomo pi gioviale di questo
mondo. Ma Thompson non sembrava per nulla preoccupato.
Il fatto che la disgrazia non mancava di adeguati compensi. Se la
necessit di pagare un centinaio di passaggi rappresentava una
sensibile spesa, la perdita del Seamew era per contro un vero colpo di
fortuna. Assicurata assai bene da compagnie solvibili, la vecchia
nave sarebbe stata rimborsata come nuova: Thompson avrebbe fatto
il possibile per riuscirvi. Il naufragio si sarebbe rivelato, quindi,
un'ottima operazione; l'Amministratore generale non dubitava che il
conto, alla fine, si sarebbe chiuso con grande beneficio.
Quell'utile l'agenzia lo avrebbe incassato senza rimorsi. Sarebbe
venuto ad aggiungersi al gruzzolo, gi rotondetto, che un'instancabile
economia aveva permesso di accumulare in quella sacca che
Thompson portava a tracolla da quando era sull'isola. In quella sacca
erano andati a prendere posto, sin dalla partenza, i 62.500 franchi
pagati dai passeggeri, tenuto conto del mezzo biglietto del
giovanissimo Abel. Da allora, vero, alcune banconote poche,
dopo tutto ne erano uscite per il carbone, le gite dei passeggeri e i
viveri di bordo. Restava da pagare l'equipaggio e gli impiegati, fra i
quali Robert Morgand. Ma Thompson avrebbe dato corso a quella
formalit non appena raggiunta la borgata, dove, per quanto povera,
sarebbe stato sempre possibile trovare inchiostro e penna. La somma
allora gli sarebbe rimasta netta e liquida e ad essa sarebbe stato
necessario aggiungere poi il ricavo dell'assicurazione. Thompson si
divertiva a calcolare la cifra che il totale avrebbe complessivamente
raggiunto.
Poco dopo le 2, i turisti si misero in marcia, alcuni in vettura e il
resto a piedi. A causa del terreno sabbioso, ci vollero tre ore per
raggiungere la baia di Mordeira. Pochissime case, il cui insieme
meritava appena il nome di villaggio, s'innalzavano sulla riva
settentrionale.
In quella parte dell'isola la natura rivelava un aspetto meno
sinistramente sterile. Il suolo era lievemente ondulato e alcune rocce
mostravano la loro sommit nerastra attraverso il lieve strato di
sabbia che una timida vegetazione qua e l rallegrava.
Sistematosi appena giunto in un miserabile albergo, Thompson
procedette al gi deciso regolamento dei conti. Ciascuno ricevette ci
che gli spettava, n di pi n di meno, e pochi minuti dopo Robert si
riconobbe possessore di 150 franchi.
I passeggeri che vagavano sulla spiaggia nel frattempo
esaminavano il mare con inquietudine. Aveva forse Roger avuto
ragione quando si era permesso di avanzare qualche dubbio riguardo
al piroscafo in partenza? Nessuna nave era all'ancora nella baia di
Mordeira, ove si dondolavano soltanto alcune barche da pesca. Che
sarebbe stato di loro, in quella miserabile borgata, se fosse stato
necessario soggiornarvi a lungo, in mezzo a quella popolazione
negra, fra la quale non era stato ancora visto un solo rappresentante
della razza bianca?
Quando Thompson si fece nuovamente vedere tutti provarono un
senso di sollievo: gli si fecero subito intorno e gli chiesero con
impazienza che cosa avesse deciso di fare.
Thompson non aveva deciso nulla e lo confess candidamente.
Gli mancavano le basi necessarie per prendere una decisione. Dopo
avere consultato la guida, Robert pot fornirgli alcune sommarie
indicazioni, che egli ascolt con un piacere che gli era nuovo per il
solo fatto che esse non gli costavano nulla.
Come Robert rifer all'Amministratore generale, l'arcipelago del
Capo Verde comprendeva un grandissimo numero di isole o isolotti
divisi in due gruppi ben distinti. Le isole di So Antonio, di So
Vicente, di So Nicolao, gli isolotti di Santa Lucia, di Branco e di
Raza, disposti secondo una linea quasi diritta che andava, press'a
poco, da nord-ovest a sud-est, costituivano il primo gruppo, detto
Barlovento,
34
con le due isole del Sale e di Boavista. Queste due
ultime, che continuavano con il secondo gruppo, detto Sotavento,
costituivano con esso un arco di cerchio la cui convessit era rivolta
verso la costa africana, sul quale s'incontravano successivamente, a
sud di Boavista, le isole di Maio, di So Tiago, di Fogo e di Brava,
oltre agli isolotti Rombos.

34
Sopravvento. (N.d.T.)
Poich un soggiorno di non breve durata sarebbe stato impossibile
sulla poverissima isola del Sale, occorreva sapere per prima cosa se
qualche piroscafo non fosse venuto presto a farvi scalo. Nel caso di
risposta negativa, non ci sarebbe stato altro da fare che raggiungere,
servendosi delle barche da pesca ormeggiate nella baia, un'isola
meglio servita dalle navi. Non c'era che da scegliere con un po' di
discernimento tale isola.
Andremo a So Vicente disse Robert senza esitare.
So Vicente non era l'isola pi grande dell'arcipelago, ma era
quella che ne aveva monopolizzato e ne monopolizzava sempre pi il
commercio. Centinaia di navi andavano a sostare a Porto Grande, sua
capitale, la cui popolazione in transito superava di venti volte quella
stabile. Nel suo magnifico e frequentatissimo porto non sarebbe
certamente trascorso neppure un giorno senza che si presentasse
l'occasione di rientrare in Inghilterra.
Il capitano Pip conferm ci che Robert aveva detto.
Avete ragione disse. Temo per che il vento di nord-
ovest non ci consentir di raggiungere So Vicente. Ci vorrebbero
giorni e giorni. Secondo me, l'impresa irrealizzabile con le barche
che ci sono qui. Credo che bisogner cercare di raggiungere un'isola
sottovento.
So Tiago, allora disse Robert.
Per quanto centro commerciale meno importante di So Vicente,
So Tiago era tuttavia la pi grande isola dell'arcipelago; il suo
capoluogo, la Praia, ne era la capitale. La Praia era inoltre un
eccellente porto, il cui movimento marittimo superava annualmente
le 140.000 tonnellate. Sarebbe stato facile anche l trovare il modo di
rimpatriare. Riguardo alla distanza, non esisteva alcuna differenza.
Unica obiezione: l'insalubrit dell'isola che, per tale motivo, era stata
soprannominata la mortifera.
Bah! disse Thompson non pensiamo di passarci la vita!
Ci staremo un paio di giorni, al pi, e se nessuno di parere
contrario
Prima di tutto bisognava decidere la faccenda del piroscafo. Ma in
quel paese, in gran parte allo stato selvaggio, in cui non c'era
parvenza di governatore o di sindaco, non si sapeva a chi chiedere
informazioni. Su consiglio del capitano, Thompson, accompagnato
dai suoi compagni di sventura, si rivolse a un gruppo di indigeni che
osservavano con curiosit i naufraghi.
Non erano negri, ma mulatti, nati dall'incrocio di coloni
portoghesi e di schiave di un tempo. Dal modo di vestire sembravano
marinai.
Robert prese la parola a nome di Thompson e chiese a un mulatto
se esisteva nell'isola del Sale un mezzo per raggiungere l'Inghilterra.
Il marinaio fece un cenno con il capo: quel mezzo non esisteva. I
piroscafi non toccavano l'isola del Sale ed era poco probabile che vi
si trovasse qualche nave. Durante la stagione degli alisei, da ottobre a
maggio, i bastimenti, per la maggior parte a vela, non mancavano
nella baia. Ma in quel periodo dell'anno l'ultima nave era partita con
il suo carico di sale, e molto probabilmente nessuna di esse sarebbe
tornata prima del prossimo ottobre.
Risolto formalmente tale punto, non c'era pi da esitare. I marinai,
del resto, parvero considerare normale il progetto di raggiungere
un'altra isola. Le loro barche erano solide e avrebbero fatto, se
necessario, crociere pi lunghe. Per ci che riguardava l'isola So
Vicente, essi furono del parere del capitano. Non si poteva fare
assegnamento sul vento.
E So Tiago? sugger Robert.
Nell'udire quel nome i marinai si guardarono negli occhi. Vollero
riflettere prima di rispondere; evidentemente c'era qualcosa che li
preoccupava e che non volevano dire.
E perch no? disse alla fine uno di loro. Dipende dal
prezzo.
Ci riguarda il signor Thompson disse Robert indicandolo.
D'accordo dichiar Thompson, quando la risposta del
mulatto gli fu tradotta. Se il capitano e voi volete accompagnarmi,
questo marinaio vi far vedere le barche che vi saranno proposte e
nel frattempo discuteremo le condizioni del viaggio.
Meno di un'ora dopo ogni cosa era stata stabilita. Per il trasporto
dei naufraghi e dei loro bagagli il capitano aveva scelto sei barche
sulle quali riteneva che ci si potesse arrischiare a compiere il viaggio,
senza troppo pericolo per la vita di tutti. Di comune accordo la
partenza venne fissata per le 3 del mattino, nell'intento di viaggiare il
pi possibile alla luce del giorno. Si trattava, infatti, di percorrere
non meno di 110 miglia e occorreva prevedere un minimo di
diciassette ore di traversata.
Nessuno protest: tutti avevano fretta di abbandonare l'isola.
I bagagli furono caricati immediatamente e i passeggeri, dopo un
modestissimo pasto, impiegarono il tempo a loro piacimento. Alcuni
passeggiarono sulla spiaggia, altri tentarono, sdraiandovisi, di
dormire. Nessuno di loro os accettare l'ospitalit troppo rustica
offerta dalle capanne del villaggio.
All'ora della partenza tutti erano pronti; dopo che ciascuno ebbe
preso posto, le sei barche issarono le vele e, poco dopo, doppiavano
la Punta delle Tartarughe. Come si vede, Thompson era salito di
grado: il commodoro era diventato ammiraglio.
Un'ora dopo la partenza le barche si lasciavano a sinistra la punta
meridionale dell'isola del Sale e ai raggi del sole nascente appariva,
lontano, Boavista.
Per fortuna, rara in quel periodo dell'anno, il cielo si manteneva
ostinatamente puro. Un vento piuttosto forte soffiava da nord-ovest,
favorendo la corsa delle sei imbarcazioni verso sud.
Alle 8 del mattino, le barche passarono al largo di Boavista.
L'isola era bassa e di aspetto non meno arido di quello dell'isola del
Sale: si trattava di un banco di sabbia, in mezzo al quale alcuni picchi
di basalto circondavano un rilievo longitudinale che non raggiungeva
i 100 metri di altezza.
Dinanzi alle barche si apriva la rada Inglese, in fondo alla quale
s'innalzavano le capanne e le pochissime case di Rabil, villaggio che
fungeva da capoluogo. Forse alcune navi erano all'ancora nella rada,
ma la distanza non permise di esserne certi.
Alcune ore dopo, la vetta del So Antonio, la cima pi alta
dell'isola di So Tiago, cominci ad apparire all'orizzonte. Alta 2250
metri, la vetta fu salutata dagli evviva dei naufraghi, ai quali indicava
la meta ancora lontana del viaggio.
Bench pi vicina, l'isola di Maio, molto pi bassa di So Tiago,
apparve all'orizzonte soltanto poco dopo. Erano le 2 del pomeriggio
quando furono avvistate le sue rive sabbiose. Alle 5, le barche erano
alla sua altezza.
Era un'altra copia delle isole del Sale e di Boavista: steppa
sabbiosa, senza ruscelli, senza sorgenti e senza alberi, sulla quale
macchie di sale riflettevano a tratti i raggi del sole. Sarebbe stato
difficile credere che pi di 3000 creature umane vivessero su quella
landa assolutamente sterile.
Stanco di tanta triste monotonia, l'occhio vagava con piacere verso
l'orizzonte meridionale, ove So Tiago ingrandiva rapidamente. I
suoi massi, le sue rupi di basalto, i suoi burroni colmi di folta
vegetazione ricordavano in piccola parte l'aspetto delle Azzorre; a
paragone con la desolazione delle sabbie, appariva piacevole la loro
selvatichezza gi ritenuta fastidiosa.
Alle 8 di sera si doppi la Punta Est, nel momento in cui si
accendeva il faro che la domina. Un'ora dopo, nella notte crescente,
fu possibile distinguere il fuoco segnalatore della Punta di Tamaro,
che chiude a ovest il porto di Praia. Un'ora dopo, doppiata la Punta
delle Biscadas, le barche solcavano in fila indiana l'acqua tranquilla
della baia, in fondo alla quale brillavano le luci della citt.
Ma i marinai non diressero le barche verso quelle luci: non appena
oltrepassata la punta, essi avevano orzato alla banda sforzandosi di
seguire la costa. Poco dopo si ormeggiavano a notevole distanza
dalla citt.
La manovra meravigli Robert, il quale aveva appreso dalla sua
guida che sulla riva occidentale esisteva un pontile. Ma ci che egli
disse risult inutile: senza spiegarne le ragioni, i mulatti persistettero
nel loro proposito e cominciarono a trasportare a terra uomini e cose,
servendosi delle lance di salvataggio trainate dai due battelli sui quali
erano stati caricati i bagagli.
I passeggeri furono poi condotti ai piedi della rupe che chiudeva
la punta orientale della baia. Come Robert pot constatare, sulla
scorta delle indicazioni del suo Baedeker, quella era l'antica localit
di sbarco, ormai del tutto abbandonata; perch mai vi fossero stati
condotti non manc di lasciare perplesso l'interprete del Seamew.
La risacca si frangeva contro la rupe, rendendo poco agevole
l'approdo nel buio della notte. Qualche passeggero scivol, infatti,
sulla superficie sdrucciolevole del granito che l'onda levigava da
secoli: parecchi fecero il bagno senza volerlo. Ogni cosa fin tuttavia
senza gravi incidenti e, poco dopo le 11, tutti i naufraghi avevano
messo piede sull'isola.
Con una sollecitudine che non manc di impensierire, le lance di
salvataggio fecero ritorno ai rispettivi battelli e, dieci minuti dopo, le
sei imbarcazioni ripartivano, sparendo quasi subito nell'oscurit della
notte.
Se quella sollecitudine celava un mistero, non era quello il
momento e il luogo per cercare di comprenderlo. La situazione dei
viaggiatori richiedeva la loro immediata attenzione. Non era
possibile dormire all'aperto; d'altra parte, non era neppure possibile
trasportare in citt le casse, i bauli e le valigie che ingombravano la
riva. Si rese necessario l'intervento del capitano e, in conformit alla
sua decisione, i bagagli furono lasciati dov'erano, sotto la
sorveglianza di due marinai. Il resto dei naufraghi si mise in
cammino per raggiungere la citt.
Com'era cambiata ora la brillante colonna che Thompson aveva
guidato, in passato, con perfetta maestria! Era un gregge disordinato,
depresso e scoraggiato quello che si faceva penosamente strada su
quella costa sconosciuta, disseminata di massi, e resa maggiormente
pericolosa dall'oscurit.
Quella marcia avrebbe sfinito anche camminatori assai validi. Per
pi di un'ora tutti seguirono l'incerta traccia di un sentiero,
affondando i piedi fino alla caviglia nella sabbia profonda e soffice
come il cotone; poi cominciarono l'ascesa di un erto sentiero.
Mezzanotte era trascorsa da un pezzo quando i turisti, stremati dalla
fatica, si videro circondati da soccorrevoli case.
La citt dormiva; le vie erano deserte e non brillava alcuna luce.
In quel deserto d'ombra e di silenzio trovare alloggio per un cos gran
numero di persone sarebbe stato un vero problema.
Fu deciso di dividersi in tre gruppi. Il primo, agli ordini del
capitano, comprendeva l'equipaggio della nave naufragata. Il
secondo, agli ordini di Thompson, contava fra i suoi membri Baker,
naturalmente. Il terzo venne affidato al poliglotta Robert.
Quest'ultimo, al quale si erano uniti Roger e le due americane, non
fece fatica a trovare un albergo, alla porta del quale buss subito in
modo da svegliare i pi ostinati dormiglioni.
Quando l'albergatore dischiuse la porta rimase stupito nel vedere
una schiera cos numerosa di clienti.
Avete camere per ospitarci? chiese Robert.
Camere? ripet l'albergatore, come in sogno. Da dove
siete venuti fuori? esclam stupito prima di rispondere. Come
siete venuti fino qui?
Come si viene solitamente, credo; in battello! disse Robert,
con impazienza.
In battello! ripet il portoghese, al colmo dello stupore.
In battello, proprio cos, ripet Robert, irritato. Che c'
d'insolito?
In battello! ripet l'albergatore. Ma la quarantena non
stata ancora tolta!
Quale quarantena?
Diamine! quella dell'isola: da un mese qui non si vede pi una
nave! Tocc a Robert questa volta stupirsi.
Che cosa capita qui? Perch la quarantena? chiese.
Per un'epidemia di febbre perniciosa.
Grave?
Certamente. In citt muoiono pi di venti persone al giorno, su
una popolazione di 4000 abitanti.
Diamine! esclam Robert bisogna dire che non ho avuto
un'idea brillante suggerendo di venire qui. Per fortuna non ci
resteremo molto tempo.
Non per molto? chiese l'albergatore.
Certamente!
Il portoghese scosse il capo in modo poco rassicurante.
Per il momento, se volete, vi faccio vedere le camere disse
con ironia. Credo che non le lascerete presto. Del resto, domani vi
renderete conto che quando si a So Tiago ci si rimane!
CAPITOLO X
IN QUARANTENA
A DIRE il vero, agli sfortunati turisti dell'Agenzia Thompson non
ne andava mai bene una! Proprio cos, una micidiale epidemia
infieriva a So Tiago e da un mese aveva soppresso ogni contatto con
il resto del mondo. L'insalubrit era infatti lo stato normale dell'isola,
chiamata a ragione mortifera, come Robert aveva detto ai suoi
compagni prima di lasciare l'isola del Sale. La febbre vi era endemica
e mieteva regolarmente numerose vittime.
Ma la malattia locale aveva rivelato questa volta un'insolita
virulenza e assunto un carattere pernicioso che non le era consueto.
Impensierito dal numero dei morti che essa provocava, il Governo
aveva operato un drastico taglio per distruggere le radici del male.
Per ordine superiore l'isola subiva una rigorosa interdizione. Le
navi avevano conservato, ovviamente, il diritto di ormeggiarvisi, a
condizione per di non lasciare pi l'isola sino alla fine, impossibile
da prevedere, della quarantena e dell'epidemia. Si capiva
perfettamente quindi perch le navi di linea e quelle di lungo corso si
fossero tenute lontane da inconvenienti del genere. Prima dell'arrivo
dei turisti di Thompson nessun bastimento infatti era penetrato da
trenta giorni nella baia.
Si comprendeva in tal modo l'esitazione manifestata dai pescatori
dell'isola del Sale quando era stato fatto loro il nome di So Tiago, e
si spiegava in tal modo anche la loro fuga immediata dopo lo sbarco
notturno in un punto insolito della costa, lontano dalla citt. Al
corrente della situazione, essi non avevano voluto perdere per
eccesso di scrupoli i vantaggi del viaggio, n rimanere per molti
giorni lontani dalle loro famiglie e dalla loro isola.
I passeggeri erano rimasti annichiliti: quante settimane avrebbero
dovuto trascorrere in quella maledetta isola?
Nell'impossibilit di fare altrimenti, bisognava fare comunque
buon viso a cattivo giuoco. Non c'era che da aspettare; e ciascuno
attese, trascorrendo il tempo a suo modo.
J ohnson e Piperboom avevano ripreso la vita di sempre e ne
sembravano felicissimi. Un ristorante per l'uno e un'osteria per l'altro
bastavano alla loro felicit: a La Praia osterie e ristoranti non
mancavano.
Gli altri turisti, per, non erano soddisfatti come loro della
prigione che il capriccioso destino aveva loro imposto. Paralizzati dal
terrore del contagio, rimanevano per la maggior parte chiusi notte e
giorno nelle loro camere, senza neppure avere il coraggio di aprire la
finestra. Quelle precauzioni, peraltro, sembravano avere buon
successo: dopo otto giorni, infatti, nessuno di loro era stato colpito
dal male. Per contro, si annoiavano mortalmente nell'attesa di una
liberazione che nulla lasciava presagire.
Altri passeggeri si mostravano pi fiduciosi e, ignorando di
proposito la mortale epidemia, vivevano senza tenerne conto. Fra
questi coraggiosi apparivano i due francesi e le loro amiche
americane. Essi pensavano, non senza motivo, che la paura fosse da
temere pi del male. Insieme con Baker, che forse si sarebbe
augurato una bella malattia nell'intento di avere un altro pretesto per
recriminare contro il rivale, essi uscivano dall'albergo e andavano e
venivano come avrebbero fatto a Londra o a Parigi.
Dopo l'arrivo a So Tiago avevano a malapena intravisto J ack
Lindsay, il quale persisteva ora pi che mai nel condurre vita furtiva
e solitaria. Assorta in altre preoccupazioni, Alice non pensava affatto
al cognato; se a volte il suo pensiero andava senza volerlo a lui, ella
cercava di allontanarne subito l'immagine gi con meno irritazione e
quasi propensa a dimenticare ogni cosa. Ci che era accaduto al
Curral das Freiras sbiadiva con il passare dei giorni e perdeva
importanza. Quel senso di sicurezza che nutriva per merito della
protezione di Robert, non le consentiva di concepire l'ipotesi di un
altro scellerato tentativo contro di lei.
Robert, invece, dopo l'imboscata della Gran Canaria, pensava
spesso al nemico, dal quale era intimamente persuaso di essere stato
gi attaccato. L'inazione dell'avversario lo tranquillizzava soltanto in
parte; vigilava perci con lo stesso scrupolo di prima, conservando
un'oscura inquietudine.
Nel frattempo, J ack proseguiva il suo fatale cammino. Non
premeditata, la malvagia azione del Curral das Freiras era stata un
gesto suggerito all'improvviso da un'occasione inattesa. Il fallimento
di quel primo tentativo aveva per mutato, nel suo animo, il dispetto
in odio. Dopo l'indignato intervento di Robert, la paura aveva
raddoppiato quell'odio; dimenticata per un istante la cognata, J ack
Lindsay aveva rivolto il suo rancore contro l'interprete del Seamew,
fino al punto di tendergli un'imboscata, alla quale quest'ultimo non
sarebbe sfuggito neppure se avesse preso l'altra strada.
La resistenza ostinata di Robert e l'eroico intervento del signor
Blockhead avevano fatto fallire ancora una volta i suoi progetti.
Da allora, J ack Lindsay non faceva pi alcuna differenza tra i suoi
due nemici; esasperato dagli scacchi subiti, accomunava Alice e
Robert nello stesso odio.
L'assidua vigilanza di Robert lo rendeva inattivo; ma se
l'occasione favorevole si fosse presentata, J ack, tralasciato ormai
ogni scrupolo e deciso a non accettare la sua disfatta, non avrebbe
esitato a sbarazzarsi di quelle due persone, la cui morte gli avrebbe
assicurato vendetta e fortuna. Ma incontrava ovunque la sorveglianza
ostinata di Robert; di giorno in giorno perdeva, perci, la speranza di
trovare l'occasione favorevole in quella citt piena di gente che i due
francesi e le due americane percorrevano con una tranquillit che lo
esasperava.
La citt di La Praia non poteva offrire, purtroppo, molti svaghi al
turista inoperoso. Chiusa fra due valli che facevano capo a due
spiagge marine la Spiaggia Nera a ovest e la Grande Spiaggia a
est, sulla quale erano sbarcati -essa era stata costruita sopra una
archada, e cio sopra un pianoro di lave, un tempo fuoruscite dai
vulcani, di circa 500 metri di altezza che chiudevano a nord il suo
orizzonte. Lo sperone del pianoro terminava bruscamente in una rupe
di circa 80 metri e separava, giungendo al mare, le due spiagge che
alcuni sentieri assai ripidi congiungevano alla citt.
Il carattere africano che Villa da Praia possedeva con molta pi
evidenza degli altri centri dell'arcipelago era, agli occhi del
viaggiatore europeo, la sua sola caratteristica. Le sue vie erano
ingombre di maiali, di volatili e di scimmie; le sue case basse e
dipinte a colori vivaci; le capanne della periferia; la sua popolazione
negra, in mezzo alla quale si era costituita un'importante colonia
bianca, composta in gran parte di funzionari, costituivano uno
spettacolo nuovo e originale.
Ma dopo qualche giorno, stufo di quell'atmosfera un po' esotica, il
turista non avrebbe trovato che rare distrazioni in quella citt di 4000
anime.
Dopo avere percorso il quartiere europeo, dalle vie ampie e ben
tracciate che si irradiavano intorno alla vasta piazza di O
Pelorinho; dopo avere contemplato la chiesa e il palazzo del
Governo, situati l'una di fronte all'altro in una piazzetta vicino al
mare; dopo aver visto il municipio, la prigione, il tribunale e infine
l'ospedale, il ciclo era compiuto. Il turista avrebbe potuto chiudere gli
occhi senza alcun inconveniente: a quella svolta lo aspettava la noia.
Quella svolta, i due francesi e le loro compagne non tardarono a
raggiungerla; vi trovarono, se non la noia, disarmata contro cuori e
cervelli occupati, una relativa inoperosit. Le passeggiate furono
sostituite a poco a poco da lunghe soste sulla sabbia della riva,
dinanzi al mare, con lo sciacquio regolare delle onde che cullavano i
silenzi di Alice e di Robert, e scandivano a volte le allegre
chiacchiere di Roger e di Dolly.
Su queste due persone, se non altro, la malinconia non aveva
presa, evidentemente. L'accidente, la scomparsa del Seamew e la
quarantena attuale non avevano potuto intaccare il loro buon umore.
Che volete diceva a volte Roger mi diverte essere
capoverdiano: che strano nome! Miss Dolly e io cominciamo ad
abituarci all'idea di diventare negri.
E la febbre? chiedeva Alice.
E uno scherzo! rispondeva Roger.
E il vostro congedo che sta per terminare? diceva Robert.
Causa di forza maggiore rispondeva l'ufficiale.
E la vostra famiglia che vi attende in Francia?
La mia famiglia tutta qui!
In fondo al cuore, per, Roger era meno tranquillo di quanto
volesse apparire. Come avrebbe potuto non pensare con angoscia al
rischio corso ogni giorno dai suoi compagni e dalla sua persona, in
quel paese insidiato dall'epidemia, in quella cittadina dalla
popolazione decimata? Ma egli possedeva quel felice temperamento
che soprattutto evita di rovinare il presente per paura dell'avvenire. Il
presente, tutto sommato, non mancava ai suoi occhi di attrattive.
Vivere a So Tiago non gli sarebbe affatto dispiaciuto, purch fosse
vissuto, come ora, nell'intimit di Dolly. Fra loro due non era stata
detta nessuna parola precisa, ma entrambi erano sicuri l'uno dell'altra.
Senza esserselo mai detto si sapevano fidanzati.
Nel loro comportamento non c'era nulla di misterioso; si poteva
leggere nel loro cuore come in un libro. Nessuno poteva ignorare
sentimenti cos evidenti che essi stessi avevano ritenuto superfluo di
esternarsi reciprocamente.
Spettatrice maggiormente interessata, la signora Lindsay non
sembrava preoccuparsi di quella situazione. Ella permetteva alla
sorella di avvalersi di quella libert americana della quale ella stessa
aveva goduto da giovinetta. Aveva fiducia nella natura sincera e
verginale di Dolly; Roger, d'altra parte, apparteneva a quel tipo
d'uomo che emana fiducia con la stessa naturalezza con la quale
respira. Alice lasciava quindi che l'idillio seguisse il suo corso, certa
che il matrimonio, al ritorno, sarebbe stato la conclusione logica e
prevista di una storia d'amore assai semplice.
Fosse piaciuto al Cielo che ella avesse posseduto nel suo cuore la
stessa tranquillit e la stessa certezza! Fra lei e Robert il malinteso
persisteva; un falso ritegno gelava le parole sulle loro labbra e col
trascorrere dei giorni essi si allontanavano sempre pi dalla
spiegazione chiara e sincera che, sola, avrebbe potuto restituire loro
la pace del cuore.
Anche i reciproci rapporti non tardarono a soffrire del loro
turbamento morale. Se non si sfuggivano l'un l'altra, ci era dovuto al
fatto che non sarebbe stato loro possibile. Ma continuamente sospinti
l'uno verso l'altra da un'invincibile forza, essi avvertivano, non
appena a faccia a faccia, che fra di loro s'innalzava una barriera di
orgoglio, per l'uno, e di diffidenza per l'altra. I loro cuori allora si
restringevano e le fredde parole che si scambiavano non facevano
che prolungare il meschino equivoco.
Roger assisteva molto scoraggiato a quella guerra sorda. Aveva
sperato molto dal risultato del loro colloquio a quattr'occhi, sulla
cima del Teide. Come mai non erano riusciti a esternare una volta per
tutte ci che c'era in fondo al loro cuore, in quell'attimo di emozione,
dinanzi all'immensit della natura la cui grandiosit avrebbe dovuto,
al paragone, rimpicciolire il pudore sentimentale dell'una e la
fierezza eccessiva dell'altro? Quelle difficolt che egli riteneva
alquanto puerili e quei conflitti interiori non potevano trovare
accoglienza nell'animo schietto dell'ufficiale che, da parte sua, da re
avrebbe amato una povera, e da povero una regina con uguale
tranquilla semplicit.
Dopo otto giorni di silenziosa e oscura contesa, egli credette di
non riuscire pi a fare da spettatore e decise di non avere pi
riguardi. Con un pretesto, una mattina condusse il suo compatriota
sulla Grande Spiaggia, a quell'ora deserta, e seduto sulle rocce cerc
di ottenere una spiegazione definitiva.
Quella mattina la signora Lindsay era uscita sola. Il chiarimento
che Roger intendeva ottenere dal suo compatriota, ella lo voleva
ottenere da se stessa; con quell'indolenza che si prova nel girovagare
senza volont, la signora si era diretta, un po' prima dei due amici,
verso la Grande Spiaggia, la cui solitudine l'attirava. Stanca di
passeggiare sulla sabbia, sedette a caso e con il mento nella mano
cominci a sognare a occhi aperti, guardando il mare.
Un suono di voci interruppe la sua meditazione. Due persone
parlavano dall'altro lato della roccia alla quale si era istintivamente
appoggiata; nei due interlocutori, la signora Lindsay riconobbe Roger
de Sorgues e Robert Morgand.
Il suo primo pensiero fu quello di farsi vedere, ma ci che ud non
glielo consenti: la curiosit la indusse a rimanere in ascolto.
Robert aveva seguito il compatriota con l'indifferenza che
mostrava, senza volerlo, per molte cose. Aveva camminato fino a
quando Roger aveva voluto camminare e si era seduto quando Roger
ne aveva manifestato il desiderio. Ma quest'ultimo conosceva il
mezzo di svegliare l'attenzione del suo indolente compagno.
Uffa! disse l'ufficiale, fermandosi. Fa caldo in questo
dannato paese! Un po' di dolce far niente
35
mi sembra ci che ci
vuole. Che ne dite, caro Gramond?
Gramond? ripet Alice, stupita, dall'altra parte della roccia.
Robert fece un gesto di assenso e obbed all'invito senza dire nulla.
Credete che resteremo qui ancora per molto? chiese
all'improvviso Roger.
Non a me che bisogna domandarlo rispose Robert con un
lieve sorriso.
Non sono del vostro parere disse Roger. Se la
permanenza in quest'isola capoverdiana (Dio mio, che buffo nome!)
non ha nulla di attraente per nessuno, dev'essere particolarmente
spiacevole per la signora Lindsay e per voi.
Perch mai?
Rinneghereste forse le confidenze fattemi una certa sera?
Affatto rispose Robert ma non vedo
In tal caso, la cosa chiarissima lo interruppe Roger.
Poich amate la signora Lindsay perch l'amate, non vero?
Certamente conferm Robert.
Benissimo! Ripeto: poich amate la signora Lindsay e siete
fermamente deciso a non dirglielo, confermo ci che ho detto, e cio
che il soggiorno su questa roccia africana non deve avere, per lei e
per voi, che attrattive assai discutibili. Del resto, non c' che da
guardarvi entrambi. Siete immusoniti. E gi tanto se schiudete un po'
la bocca. Parlando rispettosamente, sembrate due gatti che non osino
ritirare le castagne dal fuoco. possibile che non vediate ci che
salta agli occhi di tutti, e cio che la signora Lindsay si annoia
mortalmente e che apprezzerebbe molto la distrazione di scottanti
confessioni?
Caro de Sorgues disse Robert con un po' di emozione nella
voce non capisco come possiate scherzare su questo argomento.
Voi sapete ci che penso; conoscete la mia situazione e gli scrupoli
che essa mi impone
Ta, ta, ta! lo interruppe Roger, che sembr non dare peso
all'osservazione. Ci non impedisce che appaia intollerabile

35
In italiano nel testo. (N.d.T.)
vedervi rendere infelice voi stesso e gli altri; tutto ci in fondo, lo
sapete anche voi, semplicissimo!
Che cosa vorreste che facessi? chiese Robert.
Caro amico, io non posso darvi alcun consiglio. In casi del
genere ciascuno agisce secondo il proprio temperamento. Perch non
cercate di essere ci che siete? e cio, allegro, gentile, innamorato,
poich amate? Il resto verrebbe da s; guardate Dolly e me. Abbiamo
forse l'aria di innamorati da melodramma?
Voi ne parlate come se fosse facile fece notare Robert
con amarezza.
D'accordo! consent Roger. Andate allora direttamente
allo scopo. Tagliate i ponti dietro di voi. Al nostro rientro recatevi
dalla signora Lindsay come se andaste all'assalto di una fortezza e
ditele ogni cosa senza reticenze. Diamine, non vi ammazzer!
Vedrete che vi risponder.
La risposta non mi spaventerebbe, qualunque essa fosse, se mi
ritenessi in diritto di porre la domanda.
Perch? Per la sciocchezza del patrimonio? Ma fra il
patrimonio e questo esclam Roger, facendo tinnire un'unghia fra
i denti non c' alcuna differenza! Del resto, voi siete in condizione
di offrirle l'equivalente. Avete voluto darvi un altro nome
inutilmente, perch tornerete ad essere marchese di Gramond in
qualsiasi momento ne abbiate voglia; e i marchesi di Gramond non
s'incontrano a ogni passo, a quel ch'io sappia!
Robert prese la mano del compatriota.
Ci che mi dite, caro de Sorgues disse mi conferma
sempre pi fino a qual punto mi siate amico. Ma, credetemi, meglio
non parlare di queste cose: non otterreste nulla da me. Non ignoro
che lo scambio di cui parlate sia generalmente ammesso: ma a me i
mercati di questo genere non piacciono.
229
Mercato! presto detto borbott Roger senza lasciarsi
convincere. -Dov' il mercato dal momento che non siete spinto a ci
dall'interesse?
vero, ma la signora Lindsay non lo sa. E questo il problema
rispose Robert.
Per mille carabine! assumetevi allora la briga di dirglielo!
Qualunque cosa accada, sar sempre meglio che continuare ad essere
infelice, per non parlare della stessa signora Lindsay.
La signora Lindsay? Non capisco ripet Robert.
E se lei vi amasse? lo interruppe Roger. Ci avete mai
pensato? Dopo tutto, non spetta a lei parlare per prima.
la seconda volta che mi fate questo appunto rispose
Robert con un po' di tristezza. Devo credere che lo consideriate di
grande importanza. Se la signora Lindsay mi amasse, ci farebbe
cambiare effettivamente molte cose. Ma la signora Lindsay non mi
ama e non ho la presunzione di credere che mi amer mai, anche
perch, dopo tutto, non faccio nulla per ottenere il suo amore.
Forse proprio per questo motivo mormor Roger.
Che cosa dite?
Nulla o meglio, dico che siete proprio cieco, a meno che non
siate voi stesso a non voler vedere. La signora Lindsay, del resto, non
mi ha dato l'incarico di rivelarvi come lei vede le cose. Ammettete
per un istante che i sentimenti che io suppongo che nutra per voi
siano effettivamente questi. Sarebbe dunque necessario, perch ne
siate persuaso, che venisse a manifestarveli?
Forse ci non basterebbe rispose tranquillamente Robert.
Anche allora avreste forse il coraggio di dubitarne? disse
Roger.
Apertamente ci mi sarebbe impossibile disse Robert con
malinconia. In fondo al cuore, per, mi rimarrebbe un'angoscia
crudele. La signora Lindsay mi obbligata e, per le persone sensibili
come lei, debiti del genere sono pi sacri degli altri. Potrei
immaginare che l'amore potesse essere la maschera gentile di una
riconoscenza troppo pesante.
Siete incorreggibilmente ostinato! esclam Roger,
guardando l'amico con occhi pieni di stupore. Confesso che non
saprei sottilizzare fino a questo punto su ci che mi fa piacere. Per
dare leggerezza alla vostra lingua di piombo bisogner aspettare la
fine del viaggio. Forse allora il dolore di perdere per sempre la
signora Lindsay sar pi forte del vostro orgoglio.
Non credo disse Robert.
Vedremo concluse Roger, alzandosi. Per ora dico che
questa situazione non potr durare. Andr a trovare il capitano Pip e
voglio sperare di poter escogitare con lui il modo di filarcela
all'inglese. Diamine! Nella rada vi sono alcuni battelli, e i fortini
portoghesi possono considerarsi un comunissimo scherzo!
I due francesi si allontanarono in direzione della citt, seguiti
dallo sguardo di Alice. Ogni traccia di tormento era scomparsa dal
viso della signora Lindsay: conosceva la verit e quella verit non le
dispiaceva affatto. Ora non aveva pi dubbi: sapeva di essere amata,
amata come ogni donna vorrebbe esserlo, per se stessa, senza che un
pensiero estraneo alterasse la purezza di quel sentimento.
Gioia ancora pi grande, ora poteva allontanare da s il riserbo
che da tanto tempo le paralizzava l'animo. Non aveva certamente
atteso le rivelazioni appena ascoltate per sentirsi attratta verso Robert
Morgand e per sapere, anche se soltanto dall'aspetto, che egli celava
un mistero del genere di quello appreso poco prima. I pregiudizi del
mondo sono per cos forti che l'attrazione che lei sentiva per lui le
aveva dato, fino allora, meno felicit che tristezza. Amare l'interprete
del Seamew, fosse stato cento volte professore, sarebbe parso alla
ricca americana una crudele degradazione sociale; dopo la partenza
da Madeira, la lotta che il suo cuore sosteneva contro l'orgoglio
l'aveva mantenuta in un perpetuo stato di scontentezza di s e degli
altri.
Ora la situazione si era semplificata. Tutti e due appartenevano
alla stessa classe sociale.
Rimaneva per ancora un punto delicato: occorreva vincere gli
scrupoli un po' eccessivi di Robert. Ma di essi Alice non si
preoccupava; non ignorava quale forza di persuasione possegga
naturalmente la donna che ama e che sa di essere amata. Del resto,
non era su quell'isola che bisognava pronunciare le parole decisive.
Prima di quel giorno, Alice avrebbe potuto avere l'occasione di
pagare, in un modo o nell'altro, il suo debito di riconoscenza e
riconquistare in tal modo, agli occhi di Robert, l'indipendenza del
proprio cuore.
Roger fece come aveva detto: comunic subito il suo progetto di
fuga al capitano, ed superfluo dire che il vecchio lupo di mare
afferr con bramosia l'idea. Qualsiasi cosa sarebbe stata certamente
meglio che marcire su quell'isola maledetta, ove c'era, com'egli
diceva, il mal di terra. Volle soltanto comunicare l'idea a
Thompson e ai passeggeri; e ci sembrava troppo giusto perch
Roger potesse pensare di opporvisi.
Il consenso fu unanime e generale. Gli uni, perch stanchi di
quella citt troppe volte visitata, gli altri, perch terrorizzati dai
numerosi convogli funebri che vedevano passare dalla loro finestra:
tutti erano allo stremo del coraggio e della pazienza.
A due passeggeri fu comunque considerato superfluo dare notizia
del progetto: si sarebbe avuto cura di portare a bordo della futura
nave da mangiare e da bere in abbondanza. Perch mai consultare
allora J ohnson e Piperboom?
Decisa la partenza, si trattava di metterla in pratica.
Come Roger aveva fatto rilevare, alcune navi erano effettivamente
ormeggiate nella rada: si trattava, tutto sommato, di tre velieri da 700
a 1000 tonnellate che, fra l'altro, apparivano assai malconci anche ad
occhi poco esperti. Tutte le navi in condizioni di navigare avevano,
evidentemente, preso il mare prima che la quarantena venisse
dichiarata; erano rimaste in rada, quindi, soltanto quelle fuori
servizio.
Bisognava tenere conto, inoltre, che la partenza, se fosse stata
possibile, sarebbe dovuta avvenire di nascosto. Come sarebbe stato
possibile tenere nascosto l'imbarco di un centinaio di persone e
quello dei viveri, dei bagagli e del materiale occorrente a un si gran
numero di passeggeri?
Era, quello, un problema difficile da risolvere. Il capitano Pip se
ne assunse l'incarico e gli venne data carta bianca.
Come fece? Non lo disse; il fatto che la mattina del giorno
seguente egli era in possesso di una larga messe d'informazioni, che
comunic ai naufraghi raccolti sulla Spiaggia Nera e, in particolare, a
Thompson, al quale competeva la parte principale nell'opera di
rimpatrio.
Dei tre battelli ormeggiati in rada, due erano buoni al pi per
essere trasformati in legna da ardere; in pessima legna da ardere per
giunta, diceva il capitano. Il terzo, chiamato la Santa Maria, era
certamente molto sciupato ma forse ancora in condizione di navigare.
Ci si poteva fidare, con molta buona volont, per un viaggio
brevissimo.
Dopo avere visitato la nave da cima a fondo, il capitano aveva
osato tastare il terreno con l'armatore e aveva trovato il compito
facile. Poich la quarantena aveva bloccato il commercio dell'isola
per un tempo indeterminato, l'armatore aveva accolto con entusiasmo
le proposte fattegli. Era possibile sperare quindi di ottenere da lui
condizioni relativamente buone.
Riguardo alla decisione da prendere, il capitano dichiar di volersi
astenere dal dare consigli. Non voleva neppure nascondere che si
sarebbe corso qualche rischio, in caso di cattivo tempo, a navigare su
una nave in quelle condizioni. Spettava a ogni passeggero scegliere il
rischio che gli sarebbe parso meno pericoloso: la malattia o il mare.
Il capitano si limit a far notare, al riguardo, che l'imprudenza
sarebbe stata minima se gli fosse stato consentito di evitare il golfo di
Guascogna, disarmando in un porto spagnolo o portoghese. In tal
modo la traversata sarebbe stata fatta nella zona degli alisei, ove il
cattivo tempo s'incontra raramente. Alla fine il capitano vot
personalmente per l'immediata partenza e disse che preferiva morire
annegato alla certezza di morire di febbre o di noia.
La votazione non richiese molto tempo. La partenza venne decisa
all'unanimit, seduta stante, e il capitano ebbe l'incarico di
provvedere ai preparativi. Egli accett il mandato e s'impegn a
preparare ogni cosa entro quattro giorni senza dare nell'occhio.
Per prima cosa occorreva ovviamente trattare con il proprietario
del battello: ci spettava a Thompson. L'Amministratore generale fu
cercato da ogni parte, ma non si riusc a trovarlo: poco prima
presente, Thompson era scomparso.
Dopo avere dato libero sfogo alla loro indignazione, i turisti
decisero di affidare i poteri del generale transfuga a uno di loro per
trattare con l'armatore il noleggio della nave alle migliori condizioni
possibili. Fu scelto Baker per la sua esperienza in materia di affari,
particolarmente in quelli di tal genere.
Baker accett senza difficolt l'incarico e parti subito in
compagnia del capitano.
Due ore dopo era di ritorno.
Ogni cosa era stata stabilita e l'accordo firmato e registrato. Dopo
un po' di discussione, si era convenuto che mediante pagamento di
6000 franchi si sarebbe avuto diritto alla nave fino all'Europa.
L'armatore avrebbe preso in seguito le iniziative ritenute pi
convenienti per disfarsi della nave, del ritorno della quale non ci
sarebbe stato motivo, dunque, di preoccuparsi. Non ci sarebbe stato
motivo di preoccuparsi neppure dell'equipaggio, poich lo stato
maggiore e gli uomini del Seamew avevano convenuto di riprendere
il loro servizio senza altro compenso che il vitto e il passaggio, e
tanto meno dell'attrezzatura della Santa Maria, le cui vele erano
inferite. Occorreva procedere soltanto a qualche riparazione, allo
scopo di poter alloggiare un s gran numero di persone nel quadrato e
nell'interponte, e imbarcare viveri sufficienti per un mese di
navigazione. Per aiutarli il pi possibile, l'armatore della Santa
Maria avrebbe fatto iniziare, con qualche pretesto, le riparazioni dai
suoi stessi operai, e preparato segretamente i viveri che i marinai
inglesi, nel corso della notte, avrebbero trasportato a bordo.
Dopo l'approvazione di quelle disposizioni, la riunione si sciolse e
il capitano si mise subito al lavoro.
Bisognava avere pazienza, dunque, ancora per quattro giorni. Di
solito ci non sembrava molto, ma quattro giorni possono apparire
un'eternit quando vengono dopo altri otto giorni di paura e di noia.
I turisti trascorsero quei quattro giorni come gli otto precedenti; e
cio, gli uni chiusi nella propria camera (alcuni, facile indovinare
quali, gozzovigliando), gli altri in passeggiate che cercarono di
variare.
Senza essere infastidita, come in passato, da J ack Lindsay, sempre
invisibile, la signora Lindsay e i suoi amici gironzolarono intorno
alla Villa da Praia. Alice sembrava avere riacquistato il felice
equilibrio che aveva agli inizi del viaggio e ci trasform quelle
passeggiate in vere gite di piacere.
Non furono vere e proprie gite all'interno dell'isola, che era
attraversata da pochissime e pessime strade; ma furono visitati in
ogni senso gli accessibili immediati dintorni della citt.
I turisti dedicarono un'intera giornata alla citt di Ribeira Grande,
un tempo capitale dell'isola e dell'arcipelago, distrutta dai francesi nel
1712. Ribeira Grande, che era pi insalubre di La Praia, d'allora non
si era mai pi rialzata perfettamente dalle sue rovine e la sua
popolazione era sempre diminuita, fino a ridursi a una cifra
insignificante. I turisti ebbero una stretta al cuore nell'attraversare le
vie deserte della citt decaduta.
Nel corso degli altri giorni i nostri amici percorsero le valli che
circondavano la capitale. Nelle campagne, coltivate solo in parte,
viveva esclusivamente una popolazione negra, di fede cattolica e
pagana insieme, tra vegetazioni del proprio Paese d'origine costituite
da palme, banani, peri indiani, cocchi, papaie, tamarindi, all'ombra
dei quali s'innalzavano moltissime capanne africane, cos sparse da
non riuscire a formare un misero villaggio.
Durante quei quattro giorni la fortuna che aveva fino allora
protetto i viaggiatori dall'epidemia parve abbandonarli; il 2 luglio, il
signor Blockhead e sir George Hamilton si svegliarono con il capo
pesante e la bocca pastosa, accusando dolorose vertigini. Subito
venne chiamato il medico, il quale diagnostic i disturbi come un
caso grave dell'epidemia che regnava in citt. Il fatto costitu per gli
altri nuovo motivo di terrore. Ciascuno disse a se stesso: Quando
toccher a me?.
Il giorno seguente era quello stabilito per la partenza. Sin dal
mattino e con loro grande sorpresa i turisti fecero fatica a riconoscere
il paese nel quale si erano svegliati. Il cielo era gialliccio, gli oggetti
dai contorni incerti si indovinavano appena attraverso una nebbia di
genere particolare che vibrava nell'aria surriscaldata.
Si tratta di sabbia portata dal vento dell'est risposero gli
indigeni consultati.
Nel corso della notte, infatti, il vento aveva cambiato radicalmente
direzione passando da nord-ovest a est.
Quel salto di vento avrebbe forse modificato i piani del capitano?
Niente affatto: la sera dello stesso giorno egli annunci infatti il
completamento dei preparativi e disse che ogni cosa era pronta per la
partenza. Anche i passeggeri erano pronti, da parte loro. Da quando
la partenza era stata decisa, ogni giorno essi avevano portato via dal
proprio albergo un po' del loro bagaglio: durante la notte i marinai
avevano poi trasportato quel bagaglio a bordo della Santa Maria.
Soltanto le valigie vuote erano rimaste nelle loro camere quando
queste erano state abbandonate: non sarebbe stato possibile portarle
via. La cosa peraltro non aveva importanza.
D'altronde aveva detto Baker ci saranno pagate da
Thompson insieme con il resto.
Pur ammettendo che Thompson dovesse effettivamente subire le
molteplici condanne delle quali Baker lo minacciava, bisognava
presumere che quelle condanne sarebbero state pronunciate in
assenza del reo. Che ne era stato di Thompson? Nessuno avrebbe
saputo dirlo; nessuno lo aveva pi visto da quando si era sottratto con
la fuga all'obbligo oneroso di rimpatriare tutti.
Del resto, nessuno si occupava pi di lui: se preferiva rimanere a
So Tiago ve lo avrebbero lasciato, ecco tutto!
L'imbarco sarebbe avvenuto furtivamente, durante la notte. Alle
11 di sera, ora stabilita dal capitano, tutti, nessuno escluso, si
raccolsero sulla Spiaggia Nera, in una piccola insenatura ove la
sinuosit delle rocce attenuava la risacca. L'imbarco ebbe subito
inizio.
Hamilton e Blockhead furono condotti a bordo per primi, dopo
avere corso il rischio di essere abbandonati a So Tiago. Molti dei
loro compagni si erano infatti apertamente ribellati all'idea di
imbarcare i due malati, che sarebbero potuti diventare veicoli di
infezione per i sani. Roger e le due americane avevano fatto,
inutilmente, il possibile perch non fossero lasciati sull'isola; e ci
fino al momento in cui il capitano Pip aveva gettato sulla bilancia il
peso della sua autorit, dichiarando che non si sarebbe incaricato
della guida della nave se un solo naufrago fosse stato lasciato a terra.
Hamilton e Blockhead lasciarono quindi le isole del Capo Verde
insieme con gli altri, senza neppure averne coscienza. Sin dal giorno
precedente le loro condizioni di salute erano peggiorate. La loro
mente si ottenebrava in un incessante delirio, tanto da far ritenere
poco probabile che potessero raggiungere l'Inghilterra.
Pi viaggi si resero necessari per imbarcare tutti con i due soli
canotti della Santa Maria. Baker era sul ponte; prendendo sul serio le
sue funzioni di amministratore, indicava a ciascuno il posto che gli
era stato assegnato.
C'era certamente motivo di rimpiangere il Seamew: la
sistemazione, frettolosamente improvvisata, era rudimentale. Se le
signore alloggiate nel quadrato, sotto il cassero, non ebbero motivo
di lagnarsi troppo delle loro minuscole ma comode cabine, gli
uomini dovettero accontentarsi invece di un vasto dormitorio
ricavato nella stiva, con l'aiuto di un tavolato di assi e di un
pavimento di legno posto sulle sbarre dell'interponte.
I vari convogli si succedettero senza incidenti e nessun abitante
dell'isola parve accorgersi dell'esodo. Senza incontrare difficolt i
canotti lasciarono la riva per l'ultimo viaggio e raggiunsero la Santa
Maria. Baker, al barcarizzo, ebbe a un tratto un balzo per la sorpresa:
confuso tra i passeggeri, cercando di farsi piccolo per passare
inosservato, Thompson, il transfuga Thompson, era saltato sul ponte.
CAPITOLO XI
NEL QUALE THOMPSON NON RICEVE, A SUA VOLTA, IL
CORRISPETTIVO DEL SUO DENARO
IL SIGNOR Thompson! esclam Baker con gioia feroce.
Era proprio Thompson, un po' umiliato, non si pu negare,
nonostante la sua straordinaria disinvoltura. Nella lotta fra paura e
avarizia, quest'ultima era stata vinta, alla fine, e Thompson scendeva
ora a patti. Aveva spiato pazientemente la partenza della nave e
approfittando dell'oscurit si era unito all'ultimo convoglio.
Il signor Thompson! ripet Baker, covando con gli occhi il
nemico come il gatto fa con il topo. Non speravamo pi di avere il
dispiacere di rivedervi! Avremo dunque il fastidio di fare ritorno con
voi in Inghilterra?
Proprio cos rispose Thompson, il quale, se fosse stato
necessario, avrebbe ingoiato ben altri rospi. Sappiate per che
intendo pagare il mio passaggio aggiunse in fretta, nella speranza
di disarmare con quelle parole l'implacabile avversario.
Davvero! disse Baker. Ci ha del soprannaturale!
Perch del soprannaturale? chiese Thompson.
Perch finora non ci avevate abituati a comportamenti del
genere. Comunque, non mai troppo tardi per cominciare ad agire
correttamente. Vediamo: che prezzo dovremmo farvi pagare, caro
signore?
Ci che pagano gli altri, immagino disse Thompson con
angoscia.
La difficolt proprio questa disse Baker con bonomia.
Non abbiamo tariffe; cos come ci vedete, noi siamo una societ di
mutuo soccorso, una cooperativa come si dice, nella quale ciascuno
ha versato la propria quota. Voi siete un estraneo; bisogna perci
stabilire per voi una tariffa speciale, personale. La faccenda molto
delicata!
Tuttavia mormor Thompson credo che sei sterline (150
franchi)
Troppo poco! rispose Baker con aria sognante.
Dieci sterline (250 franchi)
Um! fece Baker.
Venti sterline (500 franchi) trenta sterline (750 franchi)
Baker continuava a scuotere il capo: sembrava realmente
dispiaciuto di essere costretto a rifiutare offerte cos allettanti.
Facciamo quaranta sterline (1000 franchi) disse alla fine
Thompson con amarezza. quanto io vi ho chiesto per
condurvi
Al Capo Verde! e contro la mia volont complet la frase
Baker, negli occhi del quale brillava una malizia infernale.
Credete dunque che quaranta sterline? Vada allora per quaranta
sterline! Non sono abbastanza, evidente. Faccio male; ma, mi
porti via il diavolo, non posso rifiutarvi nulla. Vi dispiace allora
versarmi la somma?
Thompson trasse fuori con un sospiro dal fondo della sua sacca il
denaro richiesto e glielo diede. Baker cont e ricont i biglietti con
studiata insolenza.
La somma giusta e mi affretto a darvene conferma; del resto,
in ci non c' nulla di straordinario disse volgendo le spalle al
passeggero, il quale si affrett ad andare a scegliersi il posto nel
dormitorio comune.
Durante la discussione la Santa Maria aveva mollato le vele e
issato l'ancora a bordo; all'una del mattino, con una forte brezza
proveniente da est, la nave usc dalla baia di La Praia senza
incontrare difficolt. Dinanzi alla sua ruota di prua si stendeva il
mare aperto; non le rimaneva che tracciarvi la sua scia.
I passeggeri raggiunsero allora le loro cuccette. Giunto fra i primi,
Thompson si era disteso sul materasso che si era scelto e gi stava
per addormentarsi allorch si sent toccare la spalla. Apr gli occhi
con un soprassalto e vide Baker chino su di lui.
Che cosa volete? chiese Thompson, mezzo addormentato.
C' un errore, o meglio, un malinteso, caro signore. Mi
dispiace disturbarvi, ma non ho potuto farne a meno quando ho visto
che, senza averne il diritto, vi siete coricato su questo materasso.
Ritengo di avere pagato il mio posto! esclam Thompson,
di cattivo umore.
Avete pagato il passaggio, caro signore! rettific Baker.
Soltanto il passaggio: sono state queste le vostre parole. Non
facciamo confusione, per favore. Passaggio non vuol dire posto; io
debbo soltanto trasportarvi, e vi trasporto. Non debbo affatto darvi da
dormire. I materassi costano molto cari a La Praia; se volete
usufruire di questo sar costretto a chiedervi un modesto
supplemento.
Ma un furto! Sono in una trappola, qui! esclam
Thompson, arrabbiato, mettendosi a sedere e girando intorno lo
sguardo smarrito. Che somma avreste la pretesa di estorcermi per
darmi il permesso di dormire?
Non posso fare a meno di rispondere disse
sentenziosamente Baker -a una domanda formulata in termini cos
garbati. Vediamo! S a conti fatti per due sterline (50 franchi)
mi possibile concedervi in affitto il materasso. un po' caro,
vero, ma a So Tiago i materassi
Thompson alz le spalle.
Questo non vale affatto due sterline; ma non importa. Vi dar
le due sterline a condizione, bene inteso, che non sar pi disturbato
durante tutta la traversata.
Per tutta la traversata! Come potete credere una cosa simile?
Per tutta la traversata! Parola mia, signori, questo gentiluomo
matto! esclam Baker, alzando le braccia al cielo e prendendo a
testimoni i passeggeri che assistevano alla scena dalle loro cuccette
con irresistibili scoppi di risa. Si tratta di due sterline per notte,
caro signore; rimanga bene inteso!
Per notte! e cio sessanta sterline se il viaggio dovesse durare
un mese? Sappiate, signore, che non pagher mai una somma del
genere. Lo scherzo non attacca rispose Thompson con rabbia,
allungandosi nuovamente sulla cuccetta.
In tal caso dichiar Baker con flemma avr il piacere di
cacciarvi fuori.
Thompson guard l'avversario e comprese che non scherzava.
Baker, infatti, stava gi per allungare le braccia.
Sperare in un aiuto da parte degli spettatori sarebbe stato assurdo.
Felici per quella insperata vendetta gli spettatori si sbellicavano dalle
risa.
Thompson prefer cedere per evitare una lotta il cui esito non
sarebbe stato dubbio. Si alz senza dire nulla e si diresse verso la
scala del casotto. Prima di mettere piede sul primo gradino si ritenne
in dovere tuttavia di protestare.
Cedo alla forza disse con dignit ma protesto
energicamente contro il trattamento che mi stato inflitto. Avrei
dovuto essere avvertito in anticipo che le mie quaranta sterline non
mi assicuravano la libert di dormire tranquillamente.
Ma la cosa era implicita! replic Baker, mostrando di
cadere dalle nuvole. Certamente no; le vostre quaranta sterline
non vi danno il diritto di dormire sui materassi della societ.
Immagino che passaggio non voglia dire materasso, poltrona, vino e
bistecca! Se volete queste cose bisogner pagarle, e sono tutte
carissime, al giorno d'oggi!
E Baker si allung con noncuranza sul conquistato materasso,
mentre Thompson, lentamente, saliva a tentoni i gradini della
scaletta.
Il poveruomo aveva capito.
Sar facile capire che dorm malissimo; trascorse la notte a
cercare il modo di sfuggire al destino che lo minacciava, ma
nonostante il suo spirito inventivo non venne a capo di nulla. Si era
lasciato attirare in un tranello che non gli consentiva alcuna
scappatoia.
Thompson fin tuttavia per tranquillizzarsi pensando che fosse
poco probabile che Baker mettesse in pratica le sue minacce sino in
fondo. Si trattava evidentemente di uno scherzo, spiacevole
certamente, ma di un semplice scherzo che sarebbe cessato
automaticamente entro breve tempo.
Quelle ottimistiche previsioni non diedero per a Thompson la
calma necessaria per consentirgli di prendere sonno: soppesando le
possibilit che aveva di salvare la vita e il denaro, passeggi fino al
mattino sul ponte, ove vegliavano a turno gli uomini di guardia.
Mentre Thompson vegliava, i passeggeri della Santa Maria
dormivano saporitamente. Il tempo si manteneva sempre al bello,
nonostante il fatto che il vento dell'est che gonfiava le vele della nave
fosse secco. A quella andatura il battello filava rapidamente: all'alba
So Tiago era lontana pi di 20 miglia.
Si passava in quel momento a breve distanza dall'isola di Maio,
ma nessuno, tranne Thompson, era l per contemplare quella terra
desolata.
Quattro ore dopo, quando si costeggiava da lontano l'isola di
Boavista, non era pi cos. Tutti erano allora in piedi e il ponte della
Santa Maria rigurgitava di gente che passeggiava. Lo sguardo dei
passeggeri si rivolse verso la citt di Rabil, dinanzi alla quale si
scorgevano chiaramente alcune navi all'ancora. Boa-vista gi
cominciava ad abbassarsi all'orizzonte allorch la campana annunci
la colazione.
Promosso amministratore per il viaggio di ritorno, Baker aveva
dato libero sfogo al suo amore per l'ordine e per il metodo. Egli
voleva che a bordo della Santa Maria le cose procedessero come a
bordo del bastimento pi regolare; la puntualit dei pasti era, ai suoi
occhi, di capitale importanza. Bench fossero contrarie ai suoi gusti e
alle consuetudini della marina, egli aveva adottato le ore stabilite dal
suo predecessore: per sua disposizione la campana sarebbe sonata,
come in passato, alle 8, alle Ile alle 7 della sera.
Mancava comunque la possibilit di avere, nonostante il suo
desiderio, una tavola regolare. Il quadrato poteva appena accogliere
una dozzina di persone. Fu convenuto, quindi, che ciascuno si
sarebbe aggiustato alla meglio sul cassero o sul ponte, in gruppetti,
fra i quali sarebbe passato il vecchio personale del Sea-mew,
diventato ora quello della Santa Maria. L'inconveniente aveva il suo
lato piacevole, del resto: quei pasti all'aria aperta avrebbero assunto
l'apparenza di scampagnate; in caso di cattivo tempo i turisti si
sarebbero rifugiati nel dormitorio. Ma la pioggia non sarebbe stata
pi da temere non appena lasciati i paraggi delle isole del Capo
Verde.
Nel corso di quella prima colazione, alla quale Thompson non
prese parte, il capitano Pip fece una proposta inattesa.
Dopo avere chiesto di parlare, ricord a tutti, per prima cosa, le
sue riserve riguardanti i pericoli del viaggio su una nave del genere
della Santa Maria. Poi confess che, conscio dell'enorme
responsabilit che gravava sulle sue spalle, aveva pensato per un
attimo di costeggiare, non le rive spagnole o quelle portoghesi, ma di
accostarsi alla citt di Saint-Louis, nel Senegal. Non aveva ritenuto,
tuttavia, di dover proporre quella combinazione a causa del vento
dell'est, il quale, avendo ripreso a soffiare, avrebbe consentito di
raggiungere quel porto in tanti giorni quanti ne sarebbero occorsi per
andare alle isole Canarie oppure per toccare un porto europeo. Ma
non sarebbe stato preferibile andare a So Vicente invece che a
Saint-Louis? In tal caso, il capitano non aveva che da lasciarsi
portare di due quarti dal vento; prima di sera tutti avrebbero messo
piede a terra, al sicuro, con la certezza di prendere posto sulla prima
nave in partenza per l'Inghilterra.
La comunicazione del capitano suscit molto interesse, anche
perch egli non aveva mai detto in passato parole inutili. Bisognava
credere che egli giudicasse il pericolo molto grave per decidersi a
fare un discorso cos lungo.
Fu Baker, quale amministratore delegato, che prese la parola.
Comandante disse le vostre parole sono gravi. Siate
chiaro; diteci francamente se considerate pazzesco il viaggio che
abbiamo intrapreso.
Se tale fosse stato il mio pensiero rispose il capitano ve
lo avrei detto sin dal primo momento. No, il viaggio possibile, ma
con tanta gente a bordo
Insomma lo interruppe Baker se a bordo ci fossero stati
soltanto i marinai sareste stato ugualmente preoccupato?
Certamente no rispose il capitano. Ma non la stessa
cosa. Navigare il nostro mestiere e abbiamo i nostri buoni motivi
Anche noi abbiamo i nostri disse Baker non fossero altro
che i fondi che le ruberie di colui che avrebbe dovuto pagare per tutti
ci hanno costretto a investire su questa nave. C' anche un altro
motivo pi grave: la quarantena che ha colpito l'isola di So Tiago,
ora lasciata. A quest'ora la Santa Maria stata probabilmente
segnalata a tutte le isole dell'arcipelago; sono persuaso che si farebbe
formale opposizione a un nostro eventuale sbarco perch non
possediamo alcuna patente netta e abbiamo, per di pi, due malati a
bordo. Se riuscissimo a toccare terra, quindi, ci avverrebbe per
andare a finire in galera, in una prigione cio molto pi rigorosa di
quella di cui siamo stati vittime a So Tiago. Mi si potr dire che in
Portogallo e in Spagna sarebbe la stessa cosa: possibile, ma non
certo. Ma allora noi saremmo arrivati e ci ci darebbe coraggio.
Tutto considerato, io voto per la continuazione del viaggio. Credo
che tutti saranno del mio parere.
Il discorso di Baker ottenne in effetti l'assenso di tutti e il capitano
Pip si limit a rispondere con un gesto di condiscendenza. La
soluzione per lo soddisfaceva soltanto in parte; se qualcuno lo
avesse ascoltato la sera di quel giorno avrebbe potuto udirlo
mormorare al fedele Artimon, con aria preoccupata:
Volete conoscere il mio pensiero, master? Ebbene! un rischio
signor mio, un vero rischio!
Del resto, il problema non venne pi posto. Verso le 2 del
pomeriggio il vento gir, un po' per volta, al sud e la Santa Maria
cominci a procedere con il vento in poppa. La possibilit di tornare
indietro veniva meno: la sola strada aperta alla nave era quella delle
Canarie e dell'Europa.
Fu a quella andatura che, verso le 4,30, si costeggi l'isola del
Sale, che nessuno pot guardare senza commozione. Tutti i
cannocchiali si volsero verso quella terra in riva alla quale il
Seamew, sfinito, era andato a morire.
Poco prima di sera quest'ultima isola dell'arcipelago del Capo
Verde venne perduta di vista. Nulla pi avrebbe ormai interrotto il
cerchio dell'orizzonte, fino al momento in cui fossero state avvistate
le isole Canarie. Era una faccenda di tre o quattro giorni se il vento
non fosse venuto meno. Tutto sommato, non c'era motivo di
lamentarsi di quel primo giorno di navigazione. Ogni cosa era andata
bene ed era lecito sperare che quella felice circostanza persistesse.
Un solo passeggero aveva il diritto di essere poco soddisfatto; per
indicarlo non sarebbe necessario neppure farne il nome: Thompson.
Nel corso del pranzo di mezzogiorno si era procurato un piatto e lo
aveva arditamente presentato alla distribuzione generale. Ma Baker
vigilava e il piatto era rimasto vuoto. Nel corso del pomeriggio
Thompson aveva cercato di parlare con Roastbeaf, nella speranza che
quest'ultimo non avesse il coraggio di resistere a un ordine del suo
vecchio capo; ma aveva inciampato nuovamente in Baker, il quale lo
sorvegliava con incredibile zelo. La faccenda ora si faceva seria.
Affamato, Thompson si rese conto che bisognava cedere, e decise
di andare a cercare il suo impassibile carnefice.
Muoio di fame gli disse.
Me ne rallegro gli rispose Baker, con flemma. Ci
depone in favore del vostro stomaco.
Finiamola con gli scherzi, se non vi dispiace disse
brutalmente Thompson, che la sofferenza mandava in bestia.
Favorite dirmi sino a qual punto contate spingere quello di cui mi
rendete vittima.
Di quali scherzi volete parlare? chiese Baker, fingendo di
indagare scrupolosamente. Non credo di avervi fatto scherzi di
alcun genere.
Volete allora farmi morire veramente di fame? grid
Thompson.
Diamine! disse Baker perch non volete pagare?
Bene, pagher decise Thompson. Regoleremo i conti pi
tardi.
Con il resto approv Baker con gentilezza.
Ditemi dunque a quale prezzo mi sar concessa la libert di
dormire e di mangiare sino alla fine del viaggio.
Poich si tratta di fissare un prezzo complessivo disse Baker
con importanza la cosa si fa pi semplice.
Trasse fuori il taccuino e ne sfogli le pagine.
Vediamo uhm Avete gi versato 40 sterline proprio
cos Uhm! Perfettamente! Ora si tratta di pagare un modesto
supplemento di 572 sterline, uno scellino e due pence
36
per avere
diritto a tutti i servizi di bordo, senza eccezione alcuna.
Cinquecentosettantadue sterline! esclam Thompson.
Questa pazzia! Prima di subire una tale imposizione far appello a
tutti i passeggeri! Diamine! Ci sar un galantuomo fra di loro!
Potr chiederlo a loro stessi propose Baker, gentilmente.
Vi consiglierei, per, di esaminare prima come questo importo sia
stato ottenuto. Il noleggio della Santa Maria ci costato esattamente
240 sterline; abbiamo dovuto spendere 290 sterline e 19 scellini per
l'acquisto dei viveri occorrenti per la traversata; la sistemazione della
nave ha richiesto, infine, la spesa di 81 sterline, 2 scellini e 2 pence.
In totale, abbiamo speso 612 sterline, 1 scellino e 2 pence, dalla
quale somma ho dedotto le 40 sterline da voi gi versate. Non credo
che per una richiesta cos giusta possiate ottenere l'appoggio di
coloro che avete gi spogliato. Tuttavia, se il cuore vi suggerisce
No, il cuore non suggeriva nulla a Thompson, ed egli lo fece
comprendere con un gesto. Senza cercare di opporre un'inutile
resistenza, egli apr la preziosa sacca e ne trasse fuori un pacchetto di
banconote, che rimise poi accuratamente allo stesso posto dopo avere
prelevato la somma richiesta.
Ne rimangono disse Baker, indicando la sacca. Thompson
rispose con un pallido e indefinibile sorriso.
Ma non per molto! aggiunse il feroce amministratore,
mentre il lieve sorriso svaniva sulle labbra di Thompson.
Regoleremo presto anche i conticini personali.
Prima di lasciare l'implacabile avversario Thompson volle almeno
ricavare qualcosa da ci che aveva pagato. A bordo della Santa
Maria egli aveva ritrovato il fedele Piperboom; e come se la cosa
fosse stata chiaramente legittima l'olandese si era nuovamente
appiccicato alle costole di colui che egli continuava a considerare
governatore della colonia errante. Thompson si trascinava dietro
dappertutto quell'ombra tripla di se stesso, ma ora l'ostinazione
dell'enorme passeggero cominciava a dargli troppo fastidio.
Allora disse resta inteso che io sono un passeggero come
gli altri e che ho gli stessi diritti degli altri.

36
La somma corrispondeva allora a Fr. 14.301,14. (N. del Testo)
Perfettamente.
Mi fareste dunque la cortesia di sbarazzarmi dell'insopportabile
Piperboom, del quale non riesco pi a liberarmi? Finch ero
Amministratore generale ero costretto a subirlo; ora proprio il
minimo che
Certamente lo interruppe Baker. Purtroppo, neppure io
sono amministratore. Del resto, ritengo che vi sar facile aggiunse
l'implacabile schernitore sottolineando le parole far capire al
signor Van Piperboom che vi infastidisce.
Pallido di collera Thompson dovette ritirarsi con quel viatico; a
cominciare da quel momento, Baker cess dal prestargli la minima
attenzione.
Il 6 luglio, i passeggeri ebbero la sorpresa, alzandosi, di vedere la
Santa Maria quasi immobile. Nel corso della notte il vento era
caduto a poco a poco; al levar del sole una calma assoluta si era
distesa sul mare senza rughe, appena solcato dall'onda lunga.
Sballottata da quell'onda proveniente da occidente, la Santa Maria
batteva le vele contro gli alberi, gemendo e rollando in modo da far
venire il mal di mare.
Nonostante la sincera soddisfazione provata da tutti nel constatare
fino a qual punto l'aria pura del mare aveva fatto migliorare la salute
di Hamilton e di Blockhead, quella fu una giornata assai triste.
L'imprevista calma significava il prolungamento del viaggio. Era
meglio per che vi fosse troppo poco vento anzich troppo vento;
quella seccatura, che peraltro non costituiva motivo di inquietudine,
venne affrontata con pazienza.
Si sarebbe potuto credere che il capitano Pip non fosse dello
stesso parere, notando con quale frequenza il suo strabismo delle
grandi occasioni gli faceva divergere le pupille e con quale crudelt
si maltrattava la punta del naso. Era evidente che qualcosa d'insolito
preoccupava il bravo capitano, i cui sguardi si volgevano
continuamente verso l'orizzonte occidentale da dove provenivano le
lunghe ondulazioni che scotevano la Santa Maria.
Perfettamente al corrente dei tic e delle manie del loro
comandante per non comprenderne il misterioso linguaggio, i
passeggeri guardavano anch'essi l'orizzonte occidentale senza
riuscire a vedervi qualcosa di particolare. Anche l, come altrove, il
cielo era di un azzurro purissimo, senza ombra di nuvole.
Soltanto verso le 2 del pomeriggio vi fece la sua apparizione una
lieve nebbiolina, che poi si dilat lentamente passando dal bianco al
grigio e dal grigio al nero.
Verso le 5, nel declinare, il sole si immerse in quella nebbiolina e
il mare assunse subito il sinistro colore del rame. Alle 6, la nube
fuligginosa aveva gi invaso la met del cielo; fu allora che i primi
ordini del capitano si fecero udire.
Imbrogliate il controfiocco! Imbrogliate il controvelaccino!
Imbrogliate la freccia! Imbrogliate il controvelaccio!
Un quarto d'ora dopo venivano ammainati il grande fiocco, i
velacci e i velaccini e, venti minuti dopo, il volantino, la trinchettina
e la brigantina in sostituzione della quale si manteneva una vela
maestra. Al termine di tale lavoro il capitano faceva ammainare la
vela grande, la mezzana e la gabbia, lasciando fuori il piccolo fiocco,
i terzaruoli e una vela di cappa all'albero di mezzana.
L'atmosfera era calma, tuttavia; ma quella calma troppo profonda
non aveva nulla di rassicurante.
Alle 8 precise, infatti, la raffica giunse come un fulmine,
accompagnata da un diluvio di pioggia. La Santa Maria si pieg
tanto da far credere che stesse per capovolgersi; poi, presentando al
mare la ruota di prora, cominci a balzare sulle onde che si erano
formate di colpo.
Il capitano invit allora i passeggeri ad andare a dormire: non
c'era altro da fare che attendere.
Fino al mattino, infatti, la Santa Maria rimase alla cappa e i turisti
furono duramente scossi nelle loro cuccette. La tempesta, purtroppo,
non mostr nel corso della notte alcuna tendenza a decrescere; al
contrario, al levar del sole parve raddoppiare di violenza.
Il capitano Pip, del resto, non mostr di essere troppo scontento
del modo in cui la Santa Maria teneva la cappa: la nave risaliva
lievemente l'onda e soltanto il ponte era bagnato dagli spruzzi. Era
meno soddisfatto, invece, dell'alberatura e constatava con rammarico
la pessima qualit del cavo acquistato a So Tiago. Le sartie e i
paterazzi, sotto le scosse impresse dal mare, avevano subito un
allungamento considerevole; gli alberi maggiori si muovevano
liberamente alla base.
Nel corso della giornata la rabbia dell'uragano non cess dal
crescere; senza alcun dubbio la nave lottava contro uno di quei
cicloni che devastano intere contrade. Prima di mezzogiorno le onde,
divenute mostruose, cominciarono a frangersi con furore. La Santa
Maria ricevette alcune ondate che la cosparsero abbondantemente
d'acqua.
Il capitano continuava ci nonostante a tenere la cappa. Ma verso
le 7 della sera lo stato del vento e del mare si aggrav a tal punto che
l'alberatura cominci a oscillare in modo cos minaccioso da fargli
ritenere impossibile conservare quell'andatura. Comprese allora che
sarebbe stata follia ostinarsi e decise di fuggire la tempesta con il
vento in poppa.
Nella situazione in cui si trovava la nave, passare dalla cappa al
vento in poppa o viceversa era sempre una manovra delicata. Fra
l'istante in cui la nave presenta la ruota di prua alle onde scatenate e
quello in cui ha acquistato abbastanza velocit perch esse scivolino
sotto il suo coronamento, c' immancabilmente un momento in cui
essa le riceve di fianco. Una nave colpita in quell'istante da un'ondata
abbastanza forte potrebbe rotolare come un turacciolo. Occorre
tenere d'occhio il mare, quindi, e approfittare di una pausa di calma:
la scelta del momento adatto di grande importanza.
Il capitano Pip aveva preso personalmente la barra, mentre
l'equipaggio si teneva pronto ad alare sulle braccia di sinistra della
bassa gabbia.
Bracciare in croce a poppa! ordin il capitano, scegliendo
abilmente l'istante favorevole e girando in fretta la ruota del timone.
La nave pieg di colpo sulla destra e cadde nel letto del vento. Ma
tutto non era stato ancora detto. Non bastava che la nave presentasse
la poppa alle onde, occorreva anche che essa avesse acquistato una
velocit piuttosto notevole per attenuare la violenza degli assalti.
Bracciare in croce a prua! ordin il capitano non appena la
nave ebbe compiuto il giro. Mollare il trinchetto! Imbrogliare la
trinchettina e il fiocco di mezzana!
La manovra era felicemente riuscita. Sotto l'impulso della vela di
trinchetto, che offriva al vento la sua vasta superficie, la Santa Maria
cominci in pochi secondi a fendere le onde con la velocit di un
cavallo al galoppo. Per maggior precauzione essa si trascinava dietro
una rete da pesca trovata nel deposito delle vele, la cui parte
consisteva nell'impedire alle onde di frangersi sul cassero.
Il procedere con il vento in poppa, dopo quello alla cappa, fu per i
passeggeri un relativo sollievo; essi ne apprezzarono molto la
dolcezza e ritennero che il pericolo fosse notevolmente diminuito.
Il capitano era di parere contrario; correre a quella velocit verso
est significava raggiungere la costa africana ancora prima di avere
percorso 350 miglia, distanza che si superava presto alla velocit
impressa dal vento alla Santa Maria.
Egli vegli tutta la notte, ma l'8 luglio il sole sorse senza che i
suoi timori fossero divenuti realt. L'orizzonte era sgombro da ogni
parte e il capitano sper di essersi sbagliato, augurandosi che il vento
soffiasse verso nord per poter andare, a qualsiasi costo, a fare sosta a
Saint-Louis nel Senegal.
Ma il vento non mut direzione, purtroppo; rimase stabile in
direzione ovest-nord-ovest e la Santa Maria continu a filare come
un espresso verso la costa africana.
Messi al corrente della situazione da qualche indiscrezione
dell'equipaggio, i passeggeri ora condividevano le preoccupazioni del
capitano cercando con lo sguardo rivolto a oriente la costa verso la
quale la nave filava.
Fu soltanto verso le 5 della sera che essa fu scorta a sinistra della
prua. La riva senza dubbio si scavava in quel punto in una specie di
golfo, che la Santa Maria costeggiava come una freccia invece di
dirigersi regolarmente su di essa. A poco a poco per la costa pieg
verso sud e la distanza che la separava dalla nave diminu
rapidamente.
Dal cassero il capitano esaminava attentamente la costa bassa e
sabbiosa, chiusa in secondo piano da dune e difesa da una barriera di
scogli.
A un tratto il comandante si raddrizz e, dopo avere sputato
energicamente in mare, disse ad Artimon:
Fra una mezz'ora saremo nel pieno della lotta, master; ma, per
la barba di mia madre, ci difenderemo!
Dopo le vivaci approvazioni di Artimon, il capitano, fra gli urli
del mare e del vento, ordin:
Barra tutta a sinistra! Mollare il fiocco di mezzana, ragazzi!
L'equipaggio si affrett ad eseguire l'ordine e due minuti dopo la
nave, tornata all'andatura della cappa, cercava penosamente di
allontanarsi dalla costa; balzava nuovamente sulle onde, le quali,
rovesciandosi sul castello di prua, spazzavano il ponte da
un'estremit all'altra.
Il capitano giocava la sua ultima carta: sarebbe stata quella buona?
gli avrebbe fatto vincere la partita? Si pot crederlo, in un primo
momento.
Infatti, pochi istanti dopo quello in cui la nave aveva cessato di
correre con il vento in poppa, il vento e il mare mostrarono di volersi
placare. Il capitano fece subito issare la gabbia alta e si lasci portare
di un quarto. In tali condizioni non sarebbe stato impossibile
riprendere campo.
Il vento, purtroppo, cadendo nell'eccesso opposto, non cess dal
diminuire gradualmente; in poche ore la Santa Maria,
spaventosamente scossa dal mare sconvolto, si vide immobilizzata
dalla calma assoluta dell'atmosfera.
Dall'improvviso cambiamento il capitano dedusse che la nave si
trovava nel cuore della tempesta, la quale avrebbe certamente ripreso
in un lasso di tempo pi o meno lungo. Nell'attesa, la calma rendeva
inutili le vele: la Santa Maria non poteva pi essere governata. Era
come un rottame che il mare sospingeva a poco a poco verso la riva.
Verso le 7 della sera, la terra era a meno di 5 gomene. A 300 metri
dal coronamento le onde si frangevano rabbiosamente contro la
barriera degli scogli.
Rare volte la terra africana consentiva di essere accostata molto da
vicino; di solito gli alti fondali lo impedivano, a volte fino a 15
chilometri al largo. Tutto sommato si doveva ringraziare il caso che,
per quanto malevolo, aveva condotto se non altro la Santa Maria in
uno di quei rari punti in cui l'immensa successione di banchi di
sabbia era stata intaccata dalle correnti e dai risucchi.
Non si poteva andare oltre, comunque; il fondo marino si
sollevava rapidamente: lo scandaglio, gettato continuamente,
accusava appena una ventina di braccia. Il capitano decise di gettare
l'ancora a qualunque costo.
Forse ormeggiandosi a barba di gatto su tre ancore, le due di posta
e quella di speranza, e lasciando cadere su ciascuna di esse 100
braccia di catena, sarebbe riuscito a tenere testa all'uragano, al suo
atteso arrivo.
Era improbabile, certamente; le possibilit di vedere le catene o le
ancore arare il fondo erano moltissime. Rimaneva tuttavia la
speranza; l'uomo energico non doveva rinunciare a quell'ultima
speranza!
Il capitano fece dunque fare pennello alle ancore di posta e
preparare sul ponte la catena dell'ancora. Stava per dare l'ordine di
ancorare quando un incidente inatteso mut l'aspetto delle cose.
All'improvviso, senza che nulla lasciasse prevedere lo strano
fenomeno, il mare si era messo a ribollire intorno alla Santa Maria:
non si trattava pi di ondate; l'acqua si agitava rumorosamente in una
specie di sciacquio mostruoso.
A bordo della nave si alz un grido generale di terrore. Soltanto il
capitano, rimasto impassibile, osserv con occhio esperto il nuovo
attacco della natura. Senza perdere tempo nella ricerca delle cause
del fenomeno, cerc invece di trarne profitto. Il risucchio spingeva la
Santa Maria verso la costa e, circostanza favorevole, grazie a una
lieve brezza di ovest essa ora poteva essere governata. Forse sarebbe
stato possibile accostarsi alla riva e gettare l'ancora in migliore
situazione.
Esattamente dinanzi alla ruota di prua uno stretto canale si apriva
nella barriera formata dagli scogli, oltre la quale uno specchio
d'acqua tranquilla appariva dinanzi a una seconda fila di scogli. Se
fosse stato possibile raggiungerlo si sarebbe potuto ritenere la
salvezza come assai probabile. In quel porto naturale, aggrappata al
suolo per mezzo delle sue ancore, la Santa Maria avrebbe certamente
resistito al previsto ritorno dell'uragano. Al ritorno definitivo del bel
tempo avrebbe poi ripreso il largo, rifacendo la stessa rotta.
Il capitano prese la barra e mise la prua verso la costa. L'aspetto
insolito del mare lo preoccupava. Per prima cosa fece sgombrare il
ponte e il cassero dai passeggeri che vi sostavano; tutti dovettero
lasciare il posto e rifugiarsi nell'interno della nave. Ci fatto, il
capitano si sent pi tranquillo.
Sotto la mano del padrone la Santa Maria penetr nel canale e lo
attravers.
Il capitano stava per gridare: Ormeggia!.
Non ne ebbe il tempo.
All'improvviso, un'ondata enorme, gigantesca si era sollevata dal
mare e come un corsiero dell'Oceano correva al galoppo sull'arena
liquida. In tre secondi raggiunse la nave.
Se questa l'avesse ricevuta sul fianco sarebbe stata travolta,
distrutta, dispersa in impalpabili briciole. In seguito alla manovra del
capitano la nave presentava la poppa all'ondata prodigiosa e tale
circostanza fu la sua salvezza. La Santa Maria venne sollevata come
una piuma mentre una tromba d'acqua si abbatteva sul ponte; poi,
trasportata dalla cresta tumultuosa, fil verso terra con la velocit di
una palla di cannone.
A bordo regn il finimondo; gli uni aggrappati alle manovre, gli
altri immersi nell'acqua fino nel quadrato: marinai e passeggeri
avevano perduto la testa.
Il capitano Pip aveva per mantenuto il controllo della sua.
Fermo al suo posto, sorvegliava la nave; la mano non aveva
abbandonato la barra, alla quale si teneva attaccato, nel disordine
degli elementi. Uomo, per quanto piccolo a paragone del furore
grandioso della natura, il suo animo continuava a dominarla: era la
sua volont che, sovrana, guidava verso la morte la nave ribelle.
Nulla sfugg al suo sguardo che nessuno strabismo in quel momento
indeboliva. Vide l'onda abbattersi sugli scogli, schiacciarsi contro di
essi, piegarsi in un'immensa voluta e correre all'assalto della costa,
mentre le cateratte del cielo, spalancatesi di colpo, univano il diluvio
delle loro acque a quello della terra.
Da brava nave, la Santa Maria si era sollevata come una piuma
sulla cresta della spirale di schiuma. Era salita con essa e con essa
ridiscese. Un urto spaventoso ne arrest la corsa.
Segu un orribile scricchiolio: a bordo, ogni cosa venne
rovesciata, spezzata. Una formidabile ondata spazz il ponte da un
capo all'altro. Strappato dal timone, il capitano fu gettato lontano dal
cassero, e gli alberi caddero di colpo sul ponte insieme con la loro
attrezzatura.
La catastrofe si era compiuta in un attimo: la Santa Maria, o
meglio, ci che di essa restava, rimase immobile nella notte, sotto un
diluvio di pioggia, mentre le ululava intorno la tempesta che
riprendeva ad infuriare.
CAPITOLO XII
IN CUI SI CAMBIA IL CARCERIERE
Si ERA AL 9 luglio; da pi di un mese i turisti avrebbero dovuto
passeggiare per le vie di Londra secondo il programma dell'Agenzia
Thompson. Invece delle vie affollate e delle solide case della vecchia
capitale dell'Inghilterra che cosa vedevano?
Chiusa da un lato da un Oceano in tempesta e dall'altro da una
catena ininterrotta di dune sterili e tristi, essi vedevano una striscia di
sabbia che si allungava all'infinito verso nord e verso sud. Su questa
striscia di sabbia, quasi al centro della sua larghezza, giaceva una
nave: mucchio informe di rottami, portato da una forza
incommensurabile a 200 metri dal mare.
La notte era stata tremenda per i naufraghi. Brancolando nel buio
fitto si erano difesi a stento dalla pioggia, dalla quale il ponte
sconnesso li riparava soltanto in parte. Il vento, per fortuna, non
aveva tardato a spazzare via le nubi ed essi avevano potuto dormire
qualche ora, cullati dai suoi sibili che andavano sempre pi
scemando.
Soltanto all'alba fu possibile rendersi conto dell'estensione del
disastro, che apparve a tutti immenso e irreparabile.
Tra il mare e la nave la distanza era di oltre 200 metri. Quella
distanza, che il mare aveva potuto far superare alla nave in qualche
secondo, quale possanza umana avrebbe potuto fargliela ripercorrere
in senso inverso? Coloro che non capivano nulla di meccanica e di
navigazione perdettero subito ogni speranza di rimettere in mare la
Santa Maria.
La Santa Maria, del resto, non esisteva pi: non era pi una nave,
ma un povero relitto.
L'urto l'aveva spezzata in due. Un'enorme ferita lacerava i suoi
fianchi; sul ponte, spezzato quasi a met, non rimaneva pi nulla.
Ogni cosa era stata spazzata via: sedie, lance di salvataggio,
canotti; persino l'alberatura, alcuni resti della quale pendevano
ancora dalle sartie spezzate.
Tale era lo spettacolo che si offr agli occhi dei passeggeri e che li
lasci in una prostrazione desolata.
Come di consueto fu l'impassibilit del capitano a ridare loro un
po' di coraggio e di speranza. Insieme con il signor Bishop, ormai
guarito dalle scottature, passeggiava lentamente sulla sabbia quando
spunt il sole. Poco dopo i due furono circondati silenziosamente dai
naufraghi.
Non appena tutti gli furono intorno, il capitano procedette per
prima cosa all'appello generale. Un lampo di soddisfazione pass nei
suoi occhi quando ebbe certezza che nessun passeggero mancava. La
casa era stata distrutta, ma gli abitanti erano salvi: il felice risultato
era dovuto in gran parte alla sua preveggenza. Se avesse tollerato la
loro presenza sul ponte quante vittime non avrebbe fatto la caduta
dell'alberatura?
Al termine dell'appello il capitano parl brevemente della
situazione.
In seguito al maremoto suscitato, come spesso accade, dal ciclone,
la Santa Maria era stata gettata sulle coste dell'Africa in modo tale da
non rendere neppur pensabile l'idea di rimetterla in mare. Si era
costretti, quindi, ad abbandonarla e a iniziare via terra un viaggio
quanto mai incerto.
La costa africana godeva infatti pessima reputazione e occorre
dire che tale reputazione era quanto mai meritata.
Fra il Marocco e il Senegal si stendevano 1200 chilometri di coste
sahariane. Colui che aveva la sfortuna di approdare in un punto
qualsiasi di quella distesa sabbiosa, priva d'acqua e di vita e cosparsa
di rara e sterile vegetazione, doveva temere anche gli uomini; i quali
non mancavano di aggiungere la loro crudelt a quella della natura.
Lungo le sue rive inospitali vagavano, infatti, bande di mauritani, il
cui incontro sarebbe stato pi pericoloso di quello con animali feroci.
Occorreva sapere, innanzitutto, a quale distanza da un paese
civilizzato il vento aveva sospinto la Santa Maria; dalla risposta a
quella domanda dipendeva la salvezza dei naufraghi.
Per cercare di saperlo bisognava che il capitano procedesse ad
alcune osservazioni solari; ma non era forse da temere che quel
giorno il sole fosse rimasto nascosto dietro una cortina di nuvole?
Per fortuna l'intensit dell'uragano era in costante diminuzione e il
cielo da un'ora all'altra si faceva pi sereno. Alle 9, il capitano riusc
a prendere una buona osservazione; a mezzogiorno ne prese un'altra.
Il risultato dei suoi calcoli fu immediatamente portato a
conoscenza di tutti. Fu allora che i passeggeri appresero che la Santa
Maria era andata a spezzarsi a sud del Capo Mirik, a 18 37 ' di
longitudine ovest e a 19 15 ' di latitudine nord, a pi di 340
chilometri dalla riva settentrionale del Senegal!
Un fulmine a ciel sereno non avrebbe prodotto maggiore stupore.
Un silenzio lungo e opprimente si fece nel gruppo dei naufraghi.
Anche le donne si astennero dal lanciare grida di disperazione.
Annientate, rivolsero lo sguardo verso gli uomini, dai quali padri,
fratelli e mariti attendevano ogni speranza di salvezza.
Ma la parola di speranza non veniva. La situazione appariva
troppo chiara, nella sua drammatica semplicit, perch qualcuno
potesse farsi illusioni sulla sorte che gli era riservata: 340 chilometri
erano tanti! Ci sarebbero voluti almeno diciassette giorni,
ammettendo che la carovana, della quale facevano parte donne,
ragazzi e malati, riuscisse a percorrere ogni giorno 20 chilometri
sulla sabbia. Era poco probabile, dunque, che quella gente potesse
seguire per diciassette giorni, senza fare spiacevoli incontri, un
litorale solitamente attraversato da bande di ladri.
Nella costernazione generale qualcuno disse a un tratto:
Dove cento persone non passano, un uomo passa.
Robert aveva rivolto quelle parole direttamente al capitano, i cui
occhi scintillarono sollevandosi in uno sguardo interrogativo.
Uno di noi prosegu Robert potrebbe partire come
esploratore. Siamo a 340 chilometri da Saint-Louis, ma prima di
Saint-Louis c' Portendick, e tra il Senegal e questa agenzia si
estendono boschi di acacie gommifere nei quali truppe francesi fanno
frequenti perlustrazioni. Da qui a Portendick non vi sono pi di 120
chilometri, che un uomo solo, sospinto dalla necessit, potrebbe
percorrere in due giorni portandosi dietro viveri per due soli giorni.
Nel frattempo i passeggeri potrebbero cominciare a seguire
lentamente il litorale. Con un po' di fortuna, nel giro di quattro
giorni, il vostro esploratore potrebbe condurre una scorta sotto la
protezione della quale non ci sarebbe pi nulla da temere. Se
d'accordo, sono pronto a partire immediatamente.
Per la barba di mia madre! ecco come parla un gentiluomo!
esclam il capitano Pip, stringendo la mano di Robert con
entusiasmo. Ho una sola obiezione da fare: il viaggio riguarda me
ed mio di diritto!
Siete in errore, comandante disse Robert.
Perch mai? chiese il capitano aggrottando le ciglia.
Per prima cosa rispose Robert tranquillamente c' la
faccenda dell'et: dove io potrei resistere, voi cadreste.
Il capitano approv con un cenno del capo.
Il vostro posto fra coloro dei quali siete guida e sostegno. Un
generale non combatte in trincea!
Avete ragione disse il capitano, stringendogli nuovamente
la mano. -Manda a combattere i migliori soldati. Andrete voi,
dunque.
Fra un'ora sar in cammino disse Robert, cominciando
subito i preparativi.
La protesta del capitano era rimasta isolata. Fra i passeggeri, che
peraltro non facevano professione di eroismo, nessuno aveva ritenuto
di contendere a Robert il pericoloso onore che egli si era attribuito.
Roger, da parte sua, considerava perfettamente normale la decisione
dell'amico. Anche lui avrebbe messo in esecuzione quel progetto se
lo avesse concepito. Un altro lo aveva preceduto; il suo turno sarebbe
venuto in altra occasione, ecco tutto! Tuttavia, propose a Robert di
accompagnarlo; ma Robert rifiut e preg il compatriota, senza
spiegarsi chiaramente, di vegliare sulla vita di Alice, che egli
continuava a ritenere in pericolo, e dalla quale si allontanava a
malincuore.
Roger accett l'incarico e promise di eseguirlo fedelmente.
Prov tuttavia una sincera commozione quando Robert, bene
armato e provvisto di munizioni e di viveri per tre giorni, prese
congedo. I due giovani si strinsero la mano in silenzio.
Ma Robert doveva fare altri addii pi strazianti. La signora
Lindsay era a pochi passi da lui e il cuore di Robert era colmo di
tristezza. Se si era offerto in olocausto non era perch ignorasse i
rischi dell'impresa; quante probabilit aveva, infatti, di rivedere colei
che in quel momento lo guardava con occhi appassionati? Fece
appello al suo coraggio per trovare la forza di sorridere, mentre si
inchinava rispettosamente dinanzi alla passeggera americana.
Alice evit qualsiasi parola di timore e di rincrescimento. Pallida
e tremante, tese la mano a colui che forse andava a morire per la
salvezza degli altri.
Grazie! gli disse. A presto!
Nella sua voce c'era pi di una speranza; c'era volont, quasi un
ordine.
A presto! rispose Robert raddrizzandosi, con la certezza
improvvisa di obbedire.
I naufraghi rimasti accanto alla Santa Maria seguirono a lungo
con lo sguardo il coraggioso corriere; lo videro allontanarsi sulla
spiaggia, salutare un'ultima volta con la mano Pochi minuti dopo
Robert spariva dietro le dune della riva.
Sar di ritorno fra quattro giorni aveva detto Robert. Si sarebbe
giunti cos al 13 luglio. Ma non era possibile attendere il 13 luglio
entro la nave arenata, resa inabitabile dalla pericolosa inclinazione
sul fianco. Il capitano improvvis quindi una specie di
accampamento sulla spiaggia con l'aiuto di vele e di pertiche. Prima
di notte ogni cosa era terminata e i naufraghi poterono prender sonno
sotto la guardia di marinai armati, che si davano il cambio ai quarti,
in terra come in mare.
Il sonno per si fece attendere a lungo quella notte, su quella riva
cosparsa di insidie. Non pochi naufraghi rimasero fino all'alba con
gli occhi spalancati nell'ombra e l'orecchio teso ad ascoltare i fremiti
delle tende.
Per la signora Lindsay in particolare la notte trascorse
nell'angoscia; al dolore che le opprimeva il cuore, era venuta ad
aggiungersi una nuova inquietudine, della quale era causa
l'inspiegabile assenza del cognato. In un primo momento non aveva
dato importanza a quella scomparsa, assai strana tuttavia; poi, col
trascorrere del tempo, se ne era stupita. Aveva allora cercato
inutilmente J ack fra i passeggeri e i domestici: J ack era introvabile.
Nell'ombra e nel silenzio della notte Alice non poteva non pensare
a quella sorprendente sparizione. Per quanto cercasse di non
pensarvi, quella strana coincidenza s'imponeva alla sua attenzione,
costringendola ad associare nel suo timore i nomi di J ack e di Robert.
La notte trascorse senza incidenti: all'alba tutti erano in piedi.
Alzatasi per prima, Alice pot subito verificare l'esattezza dei suoi
sospetti: a uno a uno cont i passeggeri.
J ack Lindsay non c'era.
Alice mantenne il silenzio su quell'assenza che la torturava. A che
sarebbe servito parlarne? Il male, se tale doveva essere, a quell'ora
era stato gi fatto, diceva a se stessa, con l'animo raggelato da quel
pensiero.
J ack era sempre vissuto da solo; dall'inizio del viaggio si era
sempre comportato con riserbo e tetraggine: la sua assenza perci
non sarebbe stata notata. All'infuori di Alice, nessuno dei naufraghi
vi fece caso, preoccupati com'erano tutti di quella pericolosa
situazione.
Quel giorno si procedette allo scarico di ci che conteneva la
Santa Maria: a poco a poco le casse di biscotti e di conserva furono
deposte sulla spiaggia in modo da formare una specie di trincea.
Il capitano Pip aveva deciso, infatti, che avrebbero atteso in quel
luogo il ritorno di Robert Morgand. Pur ammettendo che sarebbe
stato possibile portare con s viveri a sufficienza per compiere il
percorso, egli non era riuscito a risolvere il problema dell'acqua: tale
insormontabile difficolt aveva dettato la sua decisione. Non c'era un
sufficiente numero di zucche e di otri per premunire contro la sete un
s gran numero di persone. N sarebbe stato possibile trascinarsi
dietro tonnellate d'acqua in botti e barili. Rimanendo sul posto,
invece, non avrebbero dovuto fare altro che attingere da quelle botti;
e avrebbero potuto farlo almeno per un mese senza timore di
prosciugarle. Non si commetteva quindi alcuna imprudenza se si
ritardava la partenza di qualche giorno. Trascorso il lasso di tempo
che Robert Morgand aveva di sua iniziativa stabilito, se egli non
fosse stato di ritorno allora sarebbe stato necessario prendere, a
qualunque costo, una drastica decisione. Fino allora le casse dei
viveri e le botti piene d'acqua o di alcool avrebbero formato un
baluardo, appoggiato al mare alle due estremit, al riparo del quale
una truppa cos numerosa non avrebbe dovuto temere sorprese.
L'intera giornata trascorse nelle operazioni di scarico e nei
preparativi di difesa. L'inclinazione della Santa Maria aveva
complicato notevolmente il lavoro, raddoppiando la fatica di coloro
che lo eseguivano. Il sole tramont nel momento in cui l'ultima tenda
veniva innalzata in mezzo a un trinceramento che non aveva
soluzione di continuit.
A motivo della sicurezza suggerita dalla tranquillit della notte
precedente, accresciuta dalle modifiche apportate all'accampamento,
il capitano Pip autorizz nella guardia notturna un cambiamento reso
indispensabile dall'eccessiva fatica sopportata dall'equipaggio. Invece
di alternarsi nella guardia, soltanto due uomini avrebbero vegliato,
sostituendosi di ora in ora. In tal modo sarebbero diminuite le
probabilit di vedere soccombere al sonno coloro che facevano il
turno di guardia: due uomini, in seguito alle nuove disposizioni
adottate, sarebbero stati sufficienti a dare l'allarme.
Alle 9, il capitano Pip assunse personalmente la guardia, in
compagnia del fedele Artimon. Un'ora dopo, il secondo veniva a
sostituirlo; il nostromo, a sua volta, avrebbe sostituito quest'ultimo,
un'ora pi tardi.
Prima di ritirarsi al riparo del baluardo costituito dalle casse, il
capitano si guard intorno un'ultima volta: non sembrava che ci fosse
qualcosa d'insolito; il deserto era tranquillo e silenzioso e Artimon
non manifestava segni di inquietudine.
Dopo avere raccomandato all'uomo che lo sostituiva di fare
attenta guardia, il capitano si rifugi sotto la tenda ove gi riposava
un gran numero di passeggeri. Sfinito dalla fatica si addorment
subito.
Dormiva da qualche tempo allorch un sogno venne a turbare il
suo sonno.
Gli sembrava di vedere, senza comprenderne il motivo, Artimon
agitarsi in modo inconsueto. Dopo avere cercato inutilmente di
svegliare il padrone, il cane, mugolando sordamente, andava a
mettere il naso fuori della tenda per poi tornare a tirare una falda
dell'abito del capitano. Ma il capitano continuava a dormire.
Allora Artimon non esitava pi: saltava sul corpo dell'amico, gli
leccava il viso, e poich anche questo accorgimento risultava
inadeguato, aveva provato a mordergli l'orecchio.
Fu allora che il capitano apr gli occhi e si rese conto che il sogno
era realt. Si alz di colpo e and rapidamente verso l'uscita della
tenda, tiratovi pi che condottovi da Artimon.
Non ebbe il tempo di raggiungerla.
Artimon cominci a un tratto ad abbaiare furiosamente e, senza
avere avuto il tempo di capire ci che accadeva, il capitano, gettato a
terra, vide nel cadere i suoi compagni, svegliati di soprassalto, in
balia di una banda di mori che i loro barracani facevano
rassomigliare, nel buio della notte, a un grandissimo numero di
fantasmi.
CAPITOLO XIII
IN CUI LA GITA DELL'AGENZIA THOMPSON MINACCIA DI
PRENDERE PROPORZIONI DEL TUTTO IMPREVISTE
LUNGO IL MARGINE liquido di cui il mare orla la riva, aggirando le
dune pi alte e superando le altre, Robert Morgand segu con passo
agile e svelto la strada del sud. Nell'intento di tenere alto il loro
coraggio, egli aveva fatto sembrare un po' rosea per i suoi compagni
la reale situazione. Ma nella realt non volle ingannare se stesso:
doveva percorrere non meno di 160 chilometri prima di raggiungere
il territorio che era sotto la protezione della Francia.
Se riusciva a mantenere la media di 6 chilometri all'ora, 160
chilometri rappresentavano tre giorni di viaggio e di fatica,
camminando dieci ore al giorno.
Quelle dieci ore di cammino Robert decise di cominciare a farle
quel giorno stesso: partito alle 3 del pomeriggio, si sarebbe fermato
soltanto all'una del mattino, per ripartire all'alba. In tal modo sarebbe
riuscito a guadagnare ventiquattr'ore.
Il sole gi declinava all'orizzonte, ma era ancora giorno chiaro e
dal mare giungeva una frescura che stimolava il coraggio di colui che
era in cammino da quasi cinque ore, seguendo con ostinazione la sua
strada. Tra meno di un'ora sarebbe sopravvenuta la notte, e allora la
marcia sarebbe divenuta meno faticosa su quella sabbia spessa che
offriva al piede un elastico punto d'appoggio.
Intorno a Robert c'era la desolata tristezza del deserto;
nell'immensit che il suo sguardo ogni tanto abbracciava, secondo il
capriccioso disegno delle dune, non si vedeva uccello n altra
creatura vivente. Su quella triste distesa sabbiosa alcune rare macchie
di palme nane rivelavano la vita latente della terra.
La tempesta era cessata e dal cielo discendeva la maest della
sera. Ovunque era calma e silenzio; non si udiva rumore di sorta,
tranne il canto del mare che frangeva le sue onde sulla spiaggia.
Di colpo Robert arrest la sua marcia: illusione o realt, il fischio
di un proiettile aveva fatto vibrare l'aria a due centimetri dal suo
orecchio, subito seguito da una secca detonazione, soffocata
dall'immensit di quella spiaggia senza eco.
Robert si volt con un salto: a meno di dieci passi da lui, ove era
giunto con il favore della sabbia che aveva reso silenziosi i suoi
passi, c'era J ack Lindsay che, con un ginocchio a terra, lo stava
prendendo di mira.
Con rabbia e angoscia insieme, ma senza un attimo di esitazione,
Robert si lanci sul vile assassino. Un colpo blocc il suo slancio;
avvert un dolore folgorante alla spalla e, inerte, croll a terra con il
viso sulla sabbia.
Compiuta l'opera, J ack Lindsay si allontan rapidamente, senza
neppure assicurarsi della morte del nemico. Non era inutile, del
resto? In quel deserto, morto o ferito non era forse la stessa cosa? In
nessun caso il corriere sarebbe giunto alla meta e l'aiuto ai naufraghi
non sarebbe mai arrivato.
L'avere fermato la marcia del corriere dei turisti era gi qualcosa,
ma non era tutto. Perch J ack Lindsay diventasse padrone di uno di
essi occorreva che tutto il gruppo cadesse in suo potere.
J ack Lindsay spar dietro le dune, perseguendo il compimento
dell'opera gi cominciata.
Morto o ferito, Robert giaceva sulla sabbia. Dal momento della
sua caduta era trascorsa la notte, il sole aveva descritto nel cielo la
sua curva quotidiana fino a sparire oltre l'orizzonte e la seconda notte
stava gi per avere termine. Un vago chiarore rossastro apparve
infatti a oriente.
Durante quelle lunghe ore nessun movimento aveva rivelato se
Robert fosse vivo o morto. Del resto, se ancora vivo, il sole
riversando su di lui per la seconda volta i suoi raggi di fuoco avrebbe
certamente segnato il suo ultimo giorno.
Ma qualcosa ora si moveva accanto al corpo immobile. Un
animale, del quale non era possibile conoscere la specie nell'ombra
ancora fitta, si agitava e grattava la sabbia sulla quale il viso era
riverso. L'aria ora poteva raggiungere liberamente i suoi polmoni, se
essi avevano ancora la possibilit di respirare.
Il risultato del cambiamento non si fece attendere: Robert emise
alcuni gemiti e poi cerc di sollevarsi, ma un dolore acuto al braccio
sinistro lo fece ricadere ansante sulla sabbia.
Ebbe per il tempo di riconoscere il suo salvatore.
Artimoni sospir mentre stava per svenire nuovamente.
Al suono del suo nome Artimon rispose con latrati deliranti. Si
fece in quattro, premuroso. La sua lingua umida e tiepida pass e
ripass sul viso del ferito per liberarlo dell'insieme di sabbia e sudore
accumulativisi.
Nel cuore di Robert la vita riprese a rifluire. Il sangue incominci
di nuovo a scorrere nelle sue arterie, le tempie ripresero a battere, le
forze ritornarono in fretta. Nel contempo la memoria aveva ripreso a
funzionare ed egli cominciava a ricordare le circostanze della sua
caduta.
Rinnov cautamente il tentativo per alzarsi ed eccolo ora sulle
ginocchia. Si trascin poi sino in riva al mare, ove la freschezza
dell'acqua fin per rianimarlo.
Era giorno fatto. Con pena e sofferenza egli riusc a togliersi
qualche indumento ed esamin la ferita. Non era grave: il proiettile si
era schiacciato sulla clavicola senza spezzarla e cos fu in grado di
toglierlo al primo tentativo. Lo schiacciamento di un nervo aveva
provocato l'insopportabile dolore; lo svenimento prolungato era
dovuto alla perdita di sangue e alla inadeguata respirazione dovuta
alla sabbia. Compreso ci con lucidit, Robert fasci la ferita
servendosi del fazzoletto bagnato nell'acqua salata. L'arto ferito
aveva ora riacquistato una relativa elasticit. Robert avrebbe voluto
riprendere il cammino se l'estrema debolezza non glielo avesse
impedito.
Occorreva vincere in qualche modo la debolezza, ed egli si
preoccup subito di consumare il suo primo pasto che voleva
condividere con Artimon.
Ma sembrava che Artimon accettasse malvolentieri il cibo
offertogli. Andava avanti e indietro, agitato da evidente inquietudine.
Il suo compagno not alla fine l'insolito comportamento; prese allora
il cane tra le braccia, gli parl, lo accarezz E a un tratto vide un
pezzo di carta legato al collare dell'animale.
Campo invaso. Fatti prigionieri dai mori. Pip. Ecco l'orribile
notizia appresa da Robert non appena ebbe aperto febbrilmente il
biglietto.
Prigionieri dei mori! Anche Alice prigioniera, quindi. Anche
Roger! E anche Dolly! In un attimo, Robert impacchett i viveri e si
rimise in piedi: non c'era tempo da perdere, doveva camminare! E
avrebbe camminato. Il cibo gli aveva restituite le forze che la volont
moltiplicava per dieci.
Artimon! ordin Robert si parte!
Ma Artimon non era pi l; Robert si guard intorno e vide un
punto impercettibile che si allontanava sempre pi, lungo la riva. Era
il cane: compiuta la sua missione, correva a renderne conto al
padrone. Con la testa bassa, la coda fra le gambe e il dorso curvo,
correva verso il padrone senza fermarsi e senza distrarsi, con la
velocit consentitagli dalle zampe.
Brava bestia! mormor Robert mettendosi in cammino.
Senza volerlo diede un'occhiata all'orologio; vide, con sorpresa,
che era fermo all'1,35. Della sera o del mattino? Ricord benissimo
tuttavia di averlo caricato poco prima del proditorio attacco di J ack
Lindsay. Il suo piccolo cuore d'acciaio aveva dovuto battere una
notte e un intero giorno ed era soltanto alla notte seguente che era
cessato il suo regolare tic-tac. A quel pensiero, si sent imperlare la
fronte di alcune gocce di sudore. Era rimasto immobilizzato quasi
una trentina di ore! Caduto a terra la sera del 9 luglio, si era svegliato
al mattino del giorno 11. Che sarebbe accaduto a quelli che
speravano in lui?
Ragione di pi per affrettarsi; e Robert allung il passo dopo
avere regolato l'orologio sul sole, il quale indicava all'incirca le 5 del
mattino.
Cammin fino alle 11, poi si concesse un breve riposo e dormi
con il capo all'ombra di un gruppetto di palme nane. Quando si
svegli, alle 4, si sent forte come un tempo. Riparti e cammin fino
alle 10 della sera senza mai fermarsi.
Con ci erano dodici ore di cammino, durante le quali aveva
dovuto percorrere almeno una settantina di chilometri.
Il giorno dopo ricominci la sua marcia e procedette senza
stancarsi. Ma la giornata era pi faticosa della precedente. La fatica
incominciava a spossare il coraggioso marciatore. Era colpito da
violenti accessi di febbre e la ferita lo faceva soffrire.
Dopo la siesta meridiana riusc con gran pena a rimettersi in
cammino. Qualche capogiro lo faceva vacillare, ma egli procedeva
lasciandosi dietro i chilometri, ciascuno dei quali aggiungeva un altro
supplizio ai precedenti.
Sul far della sera, infine, apparvero certe masse scure. Era la
regione delle acacie gommifere. Robert raggiunse quegli alberi e
cadde spossato ai piedi di uno di essi ove pot addormentarsi di un
sonno profondo.
Quando si svegli il sole era gi alto sull'orizzonte. Si era al 13
luglio e Robert si rimproverava di avere dormito per tanto tempo.
Tempo sprecato, che avrebbe dovuto riguadagnare.
Ma come riguadagnarlo con la debolezza che lo stroncava? Le
gambe non lo reggevano, la lingua era secca, la testa pesante. La
febbre lo stava divorando e il braccio era immobilizzato
nell'enfiatura della spalla. Ma che importa? Egli sarebbe andato
innanzi anche se avesse dovuto farlo con le ginocchia.
All'ombra dell'acacia, ai piedi della quale si era disteso il giorno
prima, Robert obblig il suo stomaco in rivolta ad accettare il cibo.
Bisognava mangiare per essere forti; con estrema decisione divor
l'ultimo pezzo di biscotto e mand gi l'ultima goccia d'acqua.
Ormai non si sarebbe fermato pi prima di avere raggiunto la
meta.
Erano le 2 del pomeriggio. Partito alle 6 del mattino, Robert ha
proseguito instancabilmente l'interminabile cammino. Da un pezzo
capiva che si stava trascinando, che percorreva appena un chilometro
all'ora. Non importa! Procedeva sempre, deciso a lottare finch
avrebbe avuto un soffio di vita.
Ma ecco che la lotta stava diventando impossibile. Gli occhi
dell'infelice avevano lampi di luce e una fantasmagoria di colori
danzava dinanzi alle sue pupille dilatate. I battiti del cuore
diminuivano di forza e stavano rallentando. Robert sentiva che gli
mancava l'aria e a poco a poco incominci a scivolare lungo il tronco
dell'acacia al quale si era disperatamente appoggiato.
In quel momento ma era certamente un'allucinazione prodotta
dalla febbre credette di veder passare sotto gli alberi una truppa
numerosa. I fucili brillavano al sole. Il candore dei caschi di sughero
rifletteva i raggi.
Aiuto! grid Robert.
Ahim, la voce gli venne meno. Se la truppa che egli credeva di
vedere esisteva, nessuno dei suoi componenti ud il suo grido ed essa
prosegu tranquillamente il proprio cammino.
Aiuto! mormor ancora una volta Robert, crollando a terra,
definitivamente vinto.
Il momento in cui Robert soccombeva sull'ardente terra africana
era esattamente quello da lui scelto, all'atto della partenza, per il
ritorno. I naufraghi non avevano dimenticato l'appuntamento che egli
aveva loro dato e contavano le ore in attesa della salvezza.
Nessun cambiamento di rilievo era avvenuto nella loro situazione
da quando erano caduti nelle mani dei mori. L'accampamento era
sempre al suo posto, accanto alla Santa Maria.
Non appena comprese quale nuova disgrazia si era abbattuta sul
gregge umano del quale aveva assunto la tutela, il capitano Pip non
tent alcuna inutile resistenza. Si lasci docilmente aggregare agli
altri, folla confusa circondata da un triplice cerchio di africani armati.
Non fu neppure in collera con i due marinai di guardia, che all'atto
della sorpresa avevano compiuto cos malamente il loro dovere. Il
male era fatto: a che sarebbe servito recriminare?
Il capitano Pip si chiese soltanto, in quella situazione disperata, se
poteva fare qualcosa di utile per la salvezza di tutti. Gli parve subito
una buona cosa cercare di far conoscere a Robert gli ultimi
avvenimenti, se avesse trovato il modo di fargli giungere la notizia.
Quel mezzo il capitano lo aveva a sua disposizione e decise di
servirsene immediatamente.
Scrisse di nascosto un biglietto e lo leg al collare di Artimon, sul
muso del quale depose gravemente un grosso bacio. Poi, dopo
avergli fatto annusare un oggetto appartenente a Robert, mise il cane
a terra e gli indic la direzione del sud, incitandolo con la voce.
Artimon parti come una freccia e in breve spar nella notte.
Era un grande sacrificio quello che il povero capitano aveva fatto.
Esporre al pericolo il suo cane! Avrebbe preferito esporre se stesso.
Ma non aveva esitato un istante: riteneva indispensabile portare a
conoscenza di Robert gli avvenimenti che probabilmente avrebbero
modificato i suoi progetti.
Le ultime ore della notte furono penose per il capitano, il cui
pensiero andava al suo cane che correva lungo le rive battute
dall'Atlantico.
La luce del mattino rivel l'entit del disastro. L'accampamento
era stato saccheggiato e le tende rovesciate; le casse del
trinceramento, sventrate, lasciavano vedere il loro contenuto. Ci che
apparteneva ai naufraghi, raccolto in mucchio, costituiva ormai il
bottino del vincitore.
Al di l dell'accampamento lo spettacolo era ancora pi triste.
Sulla sabbia, che la luce dell'alba sfiorava, due corpi scuri
spiccavano; nei due cadaveri il capitano riconobbe sospirando i due
marinai: fu felice allora, in cuor suo, di non averli accusati. In mezzo
al petto di entrambi, quasi allo stesso posto, era conficcato un
pugnale fino al manico.
Non appena fu giorno chiaro si verific una certa agitazione tra gli
africani. Uno di essi, certamente lo sceicco, si stacc dagli altri e si
diresse verso il gruppo dei naufraghi. Il capitano gli and subito
incontro.
Chi sei? chiese lo sceicco in cattivo inglese.
Il capitano.
Sei tu che comandi questa gente?
Comando i marinai. Gli altri sono passeggeri.
Passeggeri? ripet il moro con aria indecisa Conduci
con te coloro che ti obbediscono. Voglio parlare agli altri disse
dopo una pausa.
Il capitano non si mosse.
Che cosa vuoi fare di noi? os chiedere, con calma. Il moro
fece un gesto evasivo.
Lo saprai tra poco disse. Va'.
Senza insistere oltre il capitano esegu l'ordine. In breve, i suoi
uomini si raccolsero intorno a lui formando un gruppo separato da
quello dei turisti.
Lo sceicco pass lentamente in mezzo ai passeggeri e a uno a uno
li interrog con strana insistenza. Chi era? Come si chiamava? La sua
ricchezza? Aveva famiglia? Era un vero interrogatorio che egli
ripeteva senza stancarsi e al quale ciascuno rispondeva a suo
piacimento: alcuni dicendo francamente la verit, altri accrescendo
l'importanza della loro condizione sociale, altri ancora facendosi pi
poveri del necessario.
Quando fu la volta delle passeggere americane, Roger rispose per
esse e ritenne di fare bene accrescendo il pi possibile la loro
importanza. Secondo lui, quello era il modo migliore di salvare la
loro esistenza. Ma lo sceicco lo interruppe quasi immediatamente.
Non a te che parlo disse senza scortesia. Queste donne
sono forse mute?
Roger rimase per un attimo senza parola.
Sei il fratello? il padre? il marito?
Questa mia moglie ritenne di permettersi di dire,
indicando Dolly. Il moro fece un gesto di soddisfazione.
Bene! disse. E quella?
E sua sorella rispose Roger. Sono entrambe grandi dame
nel loro Paese.
Grandi dame? ripet il moro, al quale quelle parole parvero
prive di significato.
S, grandi dame, regine.
Regine? ripet ancora lo sceicco.
Insomma, il loro padre un grande capo spieg Roger, non
sapendo pi quale immagine adoperare.
Quest'ultima peraltro parve ottenere l'efficacia desiderata.
S! Generale tradusse liberamente il moro con aria
soddisfatta. Qual il nome della figlia del grande capo?
Lindsay rispose Roger.
Lindsay! ripet il moro, il quale per misteriosi motivi
sembrava assaporare il piacere del suono di quelle sillabe.
Lindsay! Bene aggiunse, passando al prigioniero seguente, non
senza rivolgere un gesto gentile a Roger de Sorgues e alle sue
protette.
Il prigioniero seguente era Thompson. Lo sfortunato
Amministratore generale aveva perduto ogni importanza: tanto
timido quanto in passato era stato esuberante, ora si faceva
piccolissimo.
Che cosa porti l? gli chiese lo sceicco.
L? balbett Thompson sconcertato.
Nella sacca Dai! ordin il moro, mettendo la mano sulla
preziosa sacca che Thompson portava sempre a bandoliera.
L'Amministratore generale fece istintivamente un passo indietro.
Due africani gli furono subito accanto e Thompson si vide alleggerito
in un batter d'occhio del caro fardello, senza osare opporre oltre
un'inutile resistenza.
Lo sceicco apr la sacca conquistata. I suoi occhi brillarono di
piacere.
Bene! Molto bene! esclam.
Annientato, il suo prigioniero era ben lontano dall'essere dello
stesso parere.
Dopo Thompson, fece seguito, com'era ovvio, Van Piperboom, di
Rotterdam. Aveva arrotondata l'ampia corpulenza ma non sembrava
emozionato. Tranquillamente riduceva in fumo enormi quantit di
tabacco, con gli occhietti curiosamente spalancati su ci che lo
circondava.
Per un lungo istante lo sceicco esamin il gigante biondo con
evidente ammirazione.
Come ti chiami? chiese alla fine.
Ik begryp niet wat. U van m wilt, Mynheer de Cheik, maar ik
verondenstel dat u wenscht te weten welke mn naam is en uit welk
land ik ben. Ik ben de Heer Van Piperboom, en woom te Rotterdam,
een der voomaamste steden van Nederland
37

Lo sceicco tese l'orecchio.

37
Non capisco che cosa vogliate da me, signor sceicco; credo che desideriate
conoscere il mio nome e di quale Paese io sia. Sono il signor Van Piperboom e
vivo a Rotterdam, citt olandese molto importante. (N.d.T.)
Come ti chiami? chiese nuovamente.
Ik ben de Heer Van Piperboom nit Rotterdam
38
ripet Van
Piperboom, il quale aggiunse malinconicamente:
Overigens, waartoe dient het, u dit te zeggen? Het is blykbaar,
dat ik toch maar Hebreenwsch voor u spreek, zooals ik dit voor
anderen ook doe.
39

Lo sceicco alz le spalle e prosegu il suo giro senza degnarsi di
rispondere al grazioso saluto dell'incomprensibile olandese.
Il fatto di ripetere le stesse domande non lo stancava; le rivolgeva
a tutti e ne ascoltava attentamente la risposta. Nessuno sfugg alla sua
paziente inchiesta.
Fosse per inspiegabile distrazione o per deliberato proposito, una
sola persona egli tralasci di interrogare: J ack Lindsay.
Nel seguire con lo sguardo la fila dei naufraghi, Alice aveva avuto
la sorpresa di vedere il cognato in mezzo agli altri. Da quel momento
non lo aveva pi abbandonato con gli occhi; ebbe modo cos di
rilevare con inquietudine che egli non era stato interrogato.
L'indubbia assenza di J ack Lindsay, il suo ritorno, e la noncuranza
dello sceicco fecero nascere nell'animo di Alice una preoccupazione
che la sua forza di volont riusc a malapena a dominare.
Terminato l'interrogatorio, lo sceicco si ritrasse; fu allora che il
capitano Pip gli si fece nuovamente incontro.
Vuoi dirmi ora che cosa conti di fare di noi? gli chiese
ancora una volta, con la flemma che gli era caratteristica.
Lo sceicco aggrott le sopracciglia; dopo avere riflettuto scosse il
capo con noncuranza.
S disse. A coloro che potranno pagare il riscatto sar
accordata la libert.
E per gli altri?
Gli altri? ripet il moro.
Con un ampio gesto mostr l'orizzonte.
La terra africana ha bisogno di schiavi disse. I giovani
hanno la forza; i vecchi la saggezza.

38
Sono il signor Van Piperboom di Rotterdam. (N.d.T.)
39
Perch volete sapere queste cose? Forse parlo in ebraico anche con voi, come
faccio con gli altri? (N.d.T.)
I naufraghi accolsero quelle parole con manifestazioni di
disperazione. Ecco che cosa li attendeva: la morte o la rovina!
Nella generale e grave depressione morale Alice manteneva
intatto il coraggio attinto dalla fiducia che riponeva in Robert. Egli
avrebbe raggiunto gli avamposti francesi e, all'ora stabilita, avrebbe
liberato i suoi compagni di naufragio. Su questo punto non nutriva
alcun dubbio.
La certezza possiede indubbiamente una grande forza di
persuasione: la sua fiducia caparbia fece rinascere un po' di speranza
negli animi oppressi.
Quale sarebbe stata la sua fiducia, gi cos assoluta, se fosse stata
al posto del capitano Pip? Verso le 8 del mattino quest'ultimo, con
una gioia che aveva avuto cura di celare, aveva visto tornare Artimon
la cui partenza, come l'arrivo, erano passati inosservati.
Del resto Artimon non era affatto una bestia. Invece di correre dal
padrone come un matto, aveva a lungo vagato intorno
all'accampamento con indifferenza prima di sgusciarvi dentro con
cautela. I mori non si sarebbero certamente preoccupati di un cane
che fa nelle vicinanze la sua passeggiata mattutina.
Il capitano prese affettuosamente il cane tra le braccia e per
l'emozione che gli gonfiava il cuore, fece all'intelligente animale la
stessa carezza con cui lo aveva confortato al momento della partenza
e alla quale fino allora non lo aveva mai abituato. Al primo sguardo
aveva notato la scomparsa del biglietto, pervenuto evidentemente al
destinatario, e ne aveva tratto favorevoli conclusioni riguardo
all'esito dell'avventura.
Una riflessione per gli rovin presto la gioia. Partito all'una e
tornato alle 8 del mattino, Artimon aveva impiegato, dunque, sette
ore per superare la distanza che separava i naufraghi da Robert
Morgand. Dopo un giorno e mezzo di cammino costui aveva dunque
percorso appena una trentina di chilometri! C'era qualcosa di
misterioso nella faccenda. Il capitano decise di non parlarne ai
compagni.
Tranquillizzati, i naufraghi ricominciavano a nutrire a poco a poco
quella speranza che il cuore umano non abbandona mai se non con la
vita, e le giornate del 12 e del 13 luglio trascorsero tranquillamente.
I mori impiegarono due giorni nello spogliare completamente la
Santa Maria e nello smontare dalla nave tutto quello che poteva
essere smontato. I pezzi di ferro, gli utensili, le viti e i bulloni
rappresentavano per loro tesori inestimabili, che depositavano sulla
spiaggia facendone mucchi sempre pi alti prima di essere
ulteriormente suddivisi e caricati sui dromedari della truppa.
Il 14 luglio il lavoro ebbe termine e i mori cominciarono i
preparativi che annunciavano la loro prossima partenza. Era evidente
che il giorno seguente sarebbe stato necessario abbandonare la
spiaggia, se nel frattempo i prigionieri non fossero stati liberati.
Quel 14 luglio parve ai naufraghi una giornata interminabile. Sin
dal giorno prima Robert, secondo la sua promessa, avrebbe dovuto
essere di ritorno. Pur tenendo conto delle difficolt presentate da un
tale viaggio, il ritardo cominciava ad apparire preoccupante. Se si
eccettua il capitano, che si guardava bene dal fornire spiegazioni e
lasciava che i compagni aguzzassero inutilmente la vista per spiare
l'orizzonte meridionale, tutti apparivano sorpresi. Presto
manifestarono anche la loro irritazione e non si fecero scrupolo
persino di rivolgere generiche accuse a Robert. Perch dopo tutto
avrebbe dovuto fare ritorno? Ora che molto probabilmente era al
sicuro, sarebbe stato sciocco da parte sua esporsi nuovamente al
pericolo.
Il cuore di Alice non conosceva per n ingratitudine n
debolezza: il sospetto che Robert avesse tradito i compagni non era
neppure da prendere in considerazione. Era morto, allora? Forse
Ma subito qualcosa protestava in lei contro la possibilit di una tale
ipotesi; per il solo fatto di averla ammessa per un attimo, ella
ritrovava pi consolidata la sua fiducia incrollabile e superba nella
felicit e nella vita.
La giornata del 14 luglio trascorse tuttavia senza dare ragione al
suo ottimismo; ugualmente la notte che segu. Il sole del 15 luglio
apparve all'orizzonte senza che nessun cambiamento fosse
sopravvenuto nella situazione dei naufraghi.
All'alba, i mori avevano caricato i cammelli; alle 7 del mattino lo
sceicco diede il segnale della partenza. Un plotone di cavalieri prese
la testa della colonna, gli altri seguirono su due file: i naufraghi si
rassegnarono ad obbedire.
Tra la doppia fila dei loro guardiani, prigionieri e prigioniere
andavano a piedi, in unica fila, legati gli uni agli altri da una lunga
corda che circondava loro il collo e ne stringeva i polsi. La fuga, in
quelle condizioni, era impossibile, pur ammettendo che il deserto dal
quale erano circondati non fosse stato ostacolo sufficiente.
Il capitano che era in testa alla colonna si ferm risolutamente, sin
dai primi passi; rivolgendosi allo sceicco, subito accorso, gli chiese:
Dove ci conduci?
A mo' di risposta, lo sceicco alz lo staffile e colp il prigioniero
sul viso.
Cammina, cane! gli grid.
Nonostante il sangue che gli colava dal viso, il capitano non si
scompose. Con la flemma che gli era abituale rifece la domanda.
Lo staffile si alz nuovamente. Ma guardando il viso energico di
colui che lo interrogava e la lunga fila di prigionieri che bisognava
condurre via e la cui rivolta avrebbe potuto procurargli gravi fastidi,
lo sceicco abbass l'arma minacciosa.
A Tombuct! rispose, mentre il capitano, soddisfatto, si
apprestava a rimettersi in cammino.
CAPITOLO XIV
SALVI!
A TOMBUCT! E cio in quella citt in cui sembrava che si
accentrassero tutti i misteri dell'Africa misteriosa; in quella citt le
cui porte, invalicate da secoli, pochi mesi pi tardi si sarebbero
aperte dinanzi ai soldati francesi.
Ma lo sceicco non aveva la possibilit di prevedere l'avvenire e
conduceva i suoi prigionieri al leggendario centro di tutte le
transazioni commerciali del deserto, al grande mercato degli schiavi.
In realt, era poco probabile che li conducesse personalmente a
destinazione. I predoni delle navi naufragate che infestavano le coste
dell'Atlantico di rado si allontanavano a tanta distanza dal mare.
Seguendo la consuetudine la banda dei mori avrebbe certamente
venduto a met strada i suoi prigionieri a qualche carovana di tuareg,
sotto la sorveglianza dei quali il viaggio sarebbe poi terminato.
Questo particolare non aveva, del resto, la minima importanza per
i poveri naufraghi. Che fosse a guidarli uno sceicco moro o uno
sceicco targui
40
erano, in ogni caso, pi di 1500 chilometri quelli che
bisognava percorrere; un percorso del genere avrebbe richiesto
almeno due mesi e mezzo. Di coloro che partivano, quanti sarebbero
giunti alla meta? Quanti avrebbero lasciato le loro ossa a imbiancare
il lungo sentiero che ne era gi cos spesso cosparso?
Il primo giorno non sembr, ovviamente, troppo faticoso. Erano
riposati e l'acqua parve abbondante e sana. Ma non sarebbe stata la
stessa cosa quando i molti chilometri avrebbero fatto sanguinare i
piedi affaticati e doloranti, quando per placare la sete causata dal sole
infocato si avrebbe avuto un'acqua malsana e, per giunta,
parsimoniosamente distribuita.

40
Targui il singolare di tuareg. (N.d.T.)
Hamilton e Blockhead, se non altro, non avrebbero sofferto quelle
torture alle quali sarebbero sfuggiti con la morte. Non perfettamente
guariti dalla febbre e ancora agli inizi della convalescenza, la forza
venne loro meno sin dal principio. Avevano fatto molta fatica per
condurre a termine la tappa del mattino e si erano lasciati cadere
come sassi al momento del riposo. Nel pomeriggio, fu ben altra cosa.
Gli arti intorpiditi si rifiutarono di servirli e dopo pochi chilometri fu
loro impossibile fare un passo di pi.
A partire da quel momento, ebbe inizio un continuo martirio per
loro e per i loro compagni. Cadendo quasi a ogni passo, rialzandosi
per ricadere nuovamente, essi venivano trasportati dal resto dei
compagni. Alla sera, quando fu dato l'alt definitivo, sembravano
cadaveri pi che creature viventi. Nessuno dubit che il giorno
seguente sarebbe stato l'ultimo della loro vita.
Per fortuna, gli altri naufraghi sopportavano meglio la fatica.
Come gi detto, il capitano Pip era alla testa della colonna, un po'
disorientato da quelle dune che sembravano onde che nessuna nave
avrebbe potuto solcare con la sua ruota di prora. Il capitano nutriva
ancora qualche speranza? Era probabile: un carattere di quella tempra
non si abbandona alla disperazione in nessuna circostanza. Il suo
viso, chiuso e freddo come di consueto, non forniva alcuna
indicazione a tale riguardo. Non ce n'era bisogno, del resto. Il suo
aspetto sarebbe bastato a ridare coraggio ai cuori pi pusillanimi.
La piaga prodotta dal colpo di staffile si era disseccata, sotto il
sole. A causa del sangue inizialmente colato gi, baffi, petto e spalla
erano diventati rossastri. Ad altri ci avrebbe potuto dare un'aria di
uomo vinto, ma non al capitano, la cui persona rivelava senza alcun
dubbio l'invincibile volont. Primo dei suoi marinai, egli marciava
con passo non meno fermo del suo animo; soltanto a vederlo ci si
sentiva conquistati dalla sua energia e dalla sua tenace speranza.
Dopo l'ultimo colloquio con lo sceicco non aveva detto venti
parole; per di pi, tali parole erano state confidenzialmente rivolte al
fedele Artimon, il quale, con la lingua di fuori, trotterellava accanto
al padrone.
Master! aveva cominciato col dire il capitano. La tenerezza
che era nella sua voce era stata perfettamente compresa dal cane.
Mezz'ora dopo, il capitano si era mostrato pi esplicito. Dopo
avere inizialmente fatto gli occhi storti in modo spaventoso e sputato
sprezzantemente nella direzione dello sceicco, aveva detto:
Master! per la barba di mia madre, siamo in un bel pasticcio!
E Artimon aveva scosso le lunghe orecchie, come se non potesse
esimersi dal dare con rincrescimento la sua approvazione.
Dopo, il capitano non aveva pi aperto bocca. Ogni tanto dava
un'occhiata al cane e il cane faceva la stessa cosa con il padrone,
ecco tutto. Ma quelle occhiate contavano pi di lunghi discorsi.
Alla tappa, Artimon si era seduto sulle zampe posteriori, non
appena il padrone si era disteso sulla sabbia. Poi padrone e cane
avevano diviso il poco cibo e l'acqua parsimoniosamente distribuita.
Dopo il capitano venivano lo stato maggiore, l'equipaggio e i vari
domestici del naufragato Seamew, seguendo una classificazione che
non aveva nulla di gerarchico. Che cosa pensavano quelle persone?
In ogni caso, esse sottomettevano la loro opinione personale a quella
del comandante, il quale aveva il grave onere di pensare per tutti.
Finch il comandante avesse avuto fiducia, esse non avrebbero
disperato. L'ordine di agire, se fosse stato mai dato, le avrebbe
trovate pronte in qualsiasi momento.
All'ultimo marinaio veniva dietro il primo passeggero, al quale
faceva seguito la lunga fila dei compagni.
La maggior parte delle donne piangeva o si lamentava a mezza
voce; facevano ci soprattutto le mogli e le figlie dei due ammalati:
Hamilton e Blockhead, le quali assistevano, impotenti, all'agonia dei
rispettivi padri e mariti.
Gli uomini si mostravano, in genere, pi coraggiosi, ciascuno
traducendo la propria energia nella forma particolare al proprio
carattere. Se Piperboom aveva fame, J ohnson aveva sete. Se il
pastore Cooley attingeva dalla preghiera un aiuto efficace, Baker,
invece, non calmava la sua collera e non cessava dal biascicare
terribili minacce. Con l'animo sconvolto, Thompson pensava invece
alla sacca che gli era stata sottratta.
Roger aveva ancora l'animo di fare dell'ironia. Posto accanto a
Dolly, cercava di tenere su il morale della giovinetta col farla ridere
con il contagio di un'allegria simulata.
Per prima cosa, cominciando con un argomento che gli era
consueto, aveva scherzato a lungo sugli imprevisti di
quell'incredibile viaggio. Non c'era nulla di pi buffo, infatti, dello
spettacolo di quella gente che, partita per fare una gita a Madeira, era
in procinto di trasformarsi in una comitiva di esploratori del Sahara.
Ma Dolly non sembr apprezzare la sottigliezza di quel tipo di
comicit. Un po' risentito, volendo far dimenticare alla giovane le
tristezze della strada, Roger era allora coraggiosamente penetrato nel
vasto campo dei giochi di parole e delle freddure. Da quel momento,
era stato un fuoco di fila di sproloqui, di discorsi senza capo n coda
pi o meno divertenti, di parole capitate pi o meno a proposito per
le quali tutto gli era utile: lo sceicco, i mori, il Sahara, il cielo e la
terra; fece tanto che alla fine un allegro scoppio di risa giunse a
ricompensare i suoi sforzi. Roger concluse allora che tutto ci non
era serio, che il colpo di mano di quei moretti, a cos breve distanza
dal Senegal, rappresentava una follia, che il giorno seguente
sarebbero stati liberati certamente, e che in caso di necessit si
sarebbero, comunque, liberati da soli.
Avrebbe potuto Dolly non avere fiducia in affermazioni cos
consolanti? Poteva la situazione essere realmente grave se Roger
riusciva a scherzare a cuor leggero? Del resto, non doveva fare altro
che guardare sua sorella perch le sue ultime inquietudini svanissero.
Alice non scherzava perch lo scherzo non era nel suo
temperamento, ma sul suo viso brillava la serenit dell'animo.
Nonostante il fatto che la carovana fosse in viaggio, nonostante il
trascorrere del tempo, nonostante tutto, ella non dubitava affatto della
liberazione. La salvezza sarebbe certamente venuta. Roger aveva
ragione di affermarlo: tutto ci era soltanto una triste esperienza
senza conseguenze e di breve durata.
Confortata e sostenuta da quelle due volont, Dolly ignor lo
scoraggiamento; quando, alla sera, si addorment al riparo di una
tenda, che lo sceicco, per motivi a lui noti, aveva fatto innalzare per
le due prigioniere, ella ebbe certezza che il giorno dopo si sarebbe
risvegliata libera.
L'alba per la risvegli ancora prigioniera. L'attesa salvezza non
era giunta durante la notte: era cominciata invece un'altra giornata
che avrebbe aggiunto altri chilometri di sabbia alla distanza che
separava i naufraghi dal mare.
Con sorpresa di tutti, il segnale della partenza non venne dato
all'ora del giorno precedente. Il sole si lev sull'orizzonte, raggiunse
lo zenit senza che la scorta mostrasse di fare alcun preparativo.
Quale motivo provocava l'imprevisto prolungamento della sosta?
Ogni congettura era consentita, ma soltanto Alice era in possesso
degli elementi di una ipotesi plausibile.
Svegliatasi in anticipo, quella mattina aveva visto J ack Lindsay e
lo sceicco chiacchierare insieme. Ascoltato con la calma particolare
degli orientali, J ack parlava trasferendo nelle sue parole tutta la
vivacit di cui il suo carattere tetro era capace. Cercava di provare
qualcosa, evidentemente perorava la causa di qualcuno. Per il resto,
lo sceicco e lui sembravano i migliori amici del mondo; per
incredibile che fosse, Alice ebbe il sospetto che essi avessero avuto
altri rapporti prima di allora.
E a dire il vero la sua perspicacia non la ingannava. Proprio cos:
lo sceicco e J ack Lindsay gi si conoscevano.
Dopo avere visto cadere Robert, J ack aveva considerato il suo
nemico morto; nell'impossibilit di prevedere l'intervento di
Artimon, si era affrettato perci a proseguire la realizzazione del suo
piano.
Il piano era mostruosamente semplice.
Poich non gli era possibile trovare la cognata da sola, troppo ben
protetta dai compagni, senza esporsi a rappresaglie, avrebbe colpito
tutti. Aveva cominciato quindi col sopprimere Robert; poi, avendo in
tal modo reso impossibile l'arrivo di soccorsi, si era avventurato nel
deserto in cerca di alleati. Su quella costa percorsa da predoni, che i
naufraghi attirano come i campi di battaglia attirano i corvi, egli ne
avrebbe certamente incontrato qualche banda anche a costo di vagare
per pi giorni nel deserto.
Non aveva dovuto aspettare a lungo. Prima della fine del giorno
dopo, assalito all'improvviso da una dozzina di mori Ulad-Delim, si
era visto trascinare dinanzi allo sceicco con il quale ora conversava, e
ridotto a una prigionia che esaudiva ogni suo voto.
Ulad-Delim, il quale capiva un po' l'inglese, aveva cercato subito
di interrogare il prigioniero in quella lingua e costui aveva risposto
alle domande con molto garbo. Aveva detto il suo nome: J ack
Lindsay, aggiungendo che poco lontano c'era un gran numero di
europei, tra i quali sua moglie, la quale, ricchissima, avrebbe pagato
volentieri un forte riscatto per la liberazione sua e del marito.
Messi sulla pista, i mori avevano invaso l'accampamento, e Roger,
con le migliori intenzioni del mondo, non aveva fatto altro che
confermare le prime informazioni date da J ack Lindsay. Si
comprendeva in tal modo la soddisfazione dello sceicco nell'udire il
nome di una delle sue prigioniere e la conferma avutane riguardo alle
ricchezze della sua famiglia. Si spiegava anche in questo modo il
fatto che egli avesse nutrito abbastanza fiducia nelle affermazioni del
preteso marito di Alice, per sentirsi scosso dalle osservazioni che il
furbo aveva osato fargli sin dal secondo giorno del viaggio, al punto
di prolungare la sosta per un'intera giornata.
Con pazienza, J ack Lindsay andava direttamente allo scopo.
L'aver fatto cadere la carovana nelle mani dei mori poteva essergli
utile soltanto nel caso in cui fosse riuscito ad ottenere la propria
libert personale.
Aveva anche osato dimostrare allo sceicco l'illogicit della sua
condotta. Gli aveva fatto presente che se avesse condotto tutti a
Tombuct nessuno avrebbe mai avuto la possibilit di pagargli il
riscatto al prezzo del quale sarebbe stata valutata la loro libert. Per
ci che riguardava sua moglie in particolare, J ack Lindsay ripeteva
che era in condizione di pagare da sola una somma considerevole,
ma come avrebbe potuto procurarsela se non fosse stata nella
possibilit di comunicare con l'America e l'Europa? Non era logico
che un passeggero, preferibilmente J ack Lindsay, fosse subito
condotto, accompagnato da una scorta, fino ai possedimenti francesi
dove gli sarebbe stato facile prendere imbarco? Egli si sarebbe
affrettato allora a raccogliere il denaro del riscatto della moglie e, nel
contempo, anche quello del riscatto degli altri naufraghi; avrebbe poi
fatto ritorno in un luogo convenuto, in Tripolitania eventualmente,
oppure a Tombuct o in altro posto, per versargli le somme fissate
per il riscatto dei prigionieri.
J ack Lindsay era in procinto di raggiungere il suo scopo. Quei
riscatti, che diceva di andare a cercare, egli si sarebbe ben guardato
dal raccoglierli realmente. I naufraghi se la sarebbero cavata come
meglio avrebbero potuto; a lui importava soltanto raggiungere
l'America, ove prima o poi sarebbe riuscito ad ottenere ufficialmente
il riconoscimento del decesso della cognata e a farsene riconoscere
erede, anche a costo, se necessario, di qualche irregolarit che la
sua abilit, si lusingava, avrebbe saputo rendere inoffensiva.
L'idea di lasciarsi dietro molti eventuali accusatori, che sarebbero
potuti diventare terribili accusatori se per caso qualcuno di essi fosse
riuscito a tornare libero, lo preoccupava soltanto in parte. Non aveva
la scelta dei mezzi. Peraltro, sorvegliato da feroci africani e
circondato dal deserto, pi feroce degli africani, un prigioniero
sarebbe mai riuscito a sopravvivere?
Ma un'altra difficolt J ack avrebbe dovuto superare per partire
senza alcuna preoccupazione: ottenere il consenso di tutti. Lo
sceicco, infatti, avrebbe comunicato ai passeggeri la somma da lui
fissata per il riscatto di ciascuno di essi e il nome del fiduciario
prescelto. J ack avrebbe dovuto recitare, dunque, sino alla fine, la
commedia della devozione alla causa comune, fare le promesse del
caso e accettare le lettere di tutti, pronto a gettare in mare alla prima
occasione quella inutile corrispondenza. In ci J ack non ravvisava
alcuna difficolt; riteneva, non senza fondamento, che i suoi
compagni non avessero alcun motivo per sospettare di lui pi che di
un altro.
Ma se pensava alla cognata egli riteneva tutto ci, purtroppo,
molto meno semplice. Ma anche da parte della cognata il consenso
sarebbe stato necessario: rappresentava infatti il consenso pi
importante. Sarebbe riuscito J ack a ottenerlo?
Perch non dovrei ottenerlo? diceva a se stesso. Tuttavia,
pensando al modo in cui Alice aveva rifiutato di sposarlo,
richiamando alla memoria ci che era accaduto al Curral das Freias,
l'inquietudine lo turbava.
Tra la cognata e lui una spiegazione sarebbe stata comunque
necessaria. La sua indecisione era tale, per, che nel corso dell'intera
giornata di riposo egli rimand l'incontro da un'ora all'altra. Al cader
della sera si decise all'improvviso a farla finita e varc la soglia della
tenda in cui Alice aveva trovato rifugio.
Alice era sola; seduta per terra, con il mento nella mano, pensava.
Il fumoso chiarore di una rudimentale lampada a olio non
raggiungeva neppure le pareti della tenda.
Nell'udire la voce di J ack ella si alz di scatto e attese che le desse
la spiegazione dell'inattesa visita. Ma J ack era imbarazzato e non
sapeva da che parte cominciare. Rimase per qualche tempo in
silenzio, senza che Alice facesse qualcosa per aiutarlo a vincere
l'imbarazzo.
Buona sera, Alice disse alla fine. Vorrete scusarmi se vi
importuno a quest'ora. Debbo farvi una comunicazione che non
ammette ritardi.
Alice rimase in silenzio, senza manifestare alcuna curiosit.
Avrete notato che oggi la carovana non ha proseguito per la
sua strada riprese J ack, con crescente imbarazzo. Ve ne sarete
certamente stupita. Lo ero anch'io; questa sera lo sceicco mi ha
spiegato il motivo del suo comportamento.
J ack fece a questo punto una pausa, sperando inutilmente in una
parola di incoraggiamento.
Come gi sapete prosegu i mori hanno invaso il nostro
accampamento al solo scopo di fare soldi. Pi che pensare a ridurci
in schiavit, essi vogliono ottenere forti riscatti da coloro che sono in
condizioni di pagarli. Occorre per che tali riscatti i prigionieri se li
possano procurare, ed per questo motivo che lo sceicco ha deciso di
rimanere qui per il tempo che occorre a uno di noi, a nostra scelta,
per raggiungere i possedimenti francesi, ove per conto proprio e per
conto degli altri naufraghi possa raccogliere le somme richieste e
versarle in un luogo stabilito dietro consegna dei prigionieri.
J ack fece inutilmente un'altra pausa nell'intento di ottenere
un'interruzione.
Non mi chiedete sugger qual la persona che lo sceicco
ha scelto e alla quale intende affidare tale missione?
Aspetto che me lo diciate rispose Alice con voce tranquilla
che non rassicur il cognato.
Infatti rispose J ack con un sorriso sforzato.
Gli parve, comunque, che alcune perifrasi supplementari non
sarebbero state superflue.
Dovete pensare che lo sceicco ha rivolto particolarmente la
propria attenzione su Dolly e su voi, dopo ci che gli ha detto il
signor de Sorgues. Il fatto stesso di avere messo a vostra disposizione
questa tenda dovrebbe convincervene, se ci fosse necessario. E
perci il vostro riscatto, che sar certamente il pi cospicuo, quello al
quale lo sceicco tiene maggiormente. D'altra parte egli ha notato che
portiamo lo stesso nome e mi ha interrogato a lungo su questo fatto.
Ho creduto di fare bene permettendomi una menzogna analoga a
quella detta dal signor de Sorgues. In breve, Alice, nell'intento di
acquistare maggior potere per meglio difendervi, anche se ci,
purtroppo, non risponde affatto alla verit, ho detto allo sceicco che
ero vostro marito.
Dopo avere detto quelle parole J ack spi un cenno di
approvazione o di disapprovazione da parte di Alice. Costei non fece
n l'uno n l'altro: aveva soltanto ascoltato, in attesa della
conclusione, che occorreva alla fine formulare.
Sono stato certamente sorpreso del risultato della mia
menzogna. Non appena conosciuto il preteso legame che ci unisce, lo
sceicco pens (e in ci non s'inganna) che io avrei posto alla vostra
liberazione pi devozione di qualsiasi altro dei nostri compagni, e mi
ha affidato su due piedi l'incarico di raccogliere i riscatti richiesti.
Rotti gli indugi, J ack emise un grosso sospiro di sollievo. Alice
non si scompose.
A quel che pareva la faccenda procedeva da s.
Spero prosegu J ack con voce pi sicura che non
disapproverete la scelta fatta dallo sceicco e che non avrete difficolt
ad affidarmi le lettere e le autorizzazioni necessarie per procurarmi la
somma che dovr pagargli.
Non vi dar n lettere n autorizzazioni disse Alice con
freddezza, fissando il cognato con maggiore attenzione.
Perch mai?
Per due motivi.
Abbiate la bont di farmeli conoscere rispose J ack con
vivacit e discutiamoli da buoni parenti, se credete.
Per prima cosa dichiar Alice tranquillamente sappiate
che io sono contraria all'invio di qualsiasi messaggero in questo
momento. Mi sembra che dimentichiate che il signor Morgand
andato alla ricerca di aiuti.
E partito, ma non pi tornato fece osservare J ack.
Torner disse Alice con tono di assoluta certezza.
Non lo credo disse J ack, con un'ironia che non riusc a
padroneggiare. Alice ebbe un'improvvisa stretta al cuore. Domin
con uno sforzo la propria debolezza e, in piedi, guardando bene in
viso il cognato, disse:
Che ne sapete voi?
Allarmato dal cambiamento J ack batt prudentemente in ritirata.
Nulla, evidentemente, nulla Si tratta di presentimenti Per
parte mia sono persuaso che il signor Morgand non ritorner pi, sia
che il suo tentativo sia fallito oppure riuscito. Non abbiamo pi
tempo da perdere per cercare di riacquistare la libert con i nostri soli
mezzi.
Alice aveva riacquistato la propria calma.
Non sono lontana dal credere disse lentamente che voi
possediate in realt informazioni particolari sull'eroico viaggio
intrapreso dal signor Morgand per la comune salvezza.
Che volete dire? chiese J ack con voce tremante.
possibile che abbiate ragione prosegu Alice, impassibile
e che il signor Morgand abbia trovato la morte nel corso del suo
tentativo. Vorrete consentirmi, tuttavia, di non essere del vostro
parere. Da parte mia, sino a quando la lunghezza del tempo trascorso
non mi avr persuasa del mio errore, io avr incrollabile fiducia nel
suo ritorno.
Il fervore con il quale Alice aveva detto le ultime parole
dimostrava che, su quel punto, sarebbe stata irremovibile.
Sia come volete concedette J ack ma io non capisco in
che cosa l'eventuale ritorno del signor Morgand possa essere di
ostacolo a ci che mi stato proposto. Quale inconveniente pu
esservi nel porre due possibilit a nostro favore?
Credo di avervi detto rispose Alice che avevo due motivi
da opporre alla vostra proposta. Vi ho detto soltanto il primo.
Qual dunque l'altro?
Il secondo motivo disse Alice, raddrizzandosi in tutta la sua
statura che io non approvo la scelta del messaggero. Non soltanto
non favorir la vostra partenza consegnandovi le lettere che mi
chiedete, ma mi opporr ad essa con ogni mia energia, cominciando
con lo smascherare la vostra menzogna.
Quale motivo avete, Alice, per comportarvi in questo modo?
insistette J ack, fattosi livido nel veder crollare i suoi progetti.
Il migliore di tutti disse Alice. Sono sicura che non
fareste pi ritorno.
Atterrito, J ack indietreggi fino alla parete della tenda. Scoperte le
sue intenzioni il suo piano diveniva irrealizzabile. Fece tuttavia un
ultimo tentativo.
Quale orribile accusa, Alice! esclam, cercando di dare un
tono doloroso alla sua voce. Che cosa vi ho fatto perch
sospettiate di me?
Ahim! rispose Alice con tristezza il mio pensiero corre
al Curral das Freias
Il Curral das Freias! Alice dunque aveva visto e, avendo
compreso, aveva potuto leggere nella mente malata del cognato come
in un libro.
J ack comprese subito che la partita era perduta. Non cerc
neppure una giustificazione che gi sapeva inutile. Il fango che aveva
nel cuore gli sal alle labbra.
Sia come volete! sibil. Ma non capisco come possiate
avere il coraggio di rimproverarmi. Senza il mio intervento, sareste
stata mai salvata al Curral das Freias da un bel giovanotto, come nei
romanzi?
Indignata, Alice non volle rispondere; si limitava a congedarlo
con un gesto quando una voce si fece udire all'improvviso dalla
soglia della tenda, che la luce della lampada lasciava in un'ombra
incerta.
Non abbiate timore, signora disse la voce io sono qua.
Alice e J ack si erano voltati, tremando, verso la soglia della tenda
ed entrambi lanciarono un grido: un grido di gioia l'una, un ruggito di
furore l'altro non appena l'inatteso visitatore penetr nel cerchio di
luce.
Robert Morgand stava loro dinanzi.
Robert Morgand vivo! L'eccesso di rabbia fece smarrire la ragione
a J ack.
Ecco il bel giovanotto in persona! balbett, con la lingua
paralizzata dalla rabbia. Quale interesse pu avere il cicerone
Morgand in una discussione di famiglia?
Sempre calmo, Robert fece un passo verso J ack Lindsay; ma fra i
due uomini si mise di mezzo Alice. Con un gesto altero ottenne il
silenzio.
Il signor marchese di Gramond ha il diritto di conoscere tutto
ci che riguarda sua moglie disse la giovane donna guardando con
occhio brillante l'impotente cognato.
Ecco un marchesato del tutto inatteso! schern quest'ultimo.
Senza dubbio sperate di sposarvi a Tombuctu!
Un pensiero improvviso gli attravers la mente. Se Robert era l
non doveva certamente essere solo: l'accampamento senza dubbio era
gi in mano ai francesi condotti da lui; ci che aveva detto Alice
cessava quindi di essere una chimera per diventare realt. Quel
pensiero sollev nel suo animo un'onda di rabbia e di collera. Port
la mano alla cintura e la ritir armata di quella rivoltella con la quale
aveva gi cercato di diventare un assassino.
Non siete ancora marchesa! grid, rivolgendo l'arma contro
Robert. Ma Alice ne spiava le mosse.
Con un balzo si era aggrappata al braccio di J ack Lindsay e con
grandi sforzi era riuscita a disarmarlo.
Il colpo parti, ma la pallottola si perdette oltre il tetto della tenda.
Siamo pari! disse Alice, con un sorriso di trionfo, gettando
la rivoltella fumante ai piedi di Robert.
Allo sparo di J ack altri spari risposero immediatamente. Un
uragano di proiettili lacer l'aria e si udirono grida e bestemmie in
varie lingue.
J ack Lindsay era caduto a terra. Francese o araba, una pallottola
era penetrata nella tenda colpendo mortalmente il miserabile, il quale
ebbe appena il tempo di portare le mani al petto prima di cadere a
terra.
Alice, che non riusciva a comprendere nulla di ci che accadeva,
si volse verso Robert. Voleva chiedergli qualcosa ma gli avvenimenti
non gliene diedero il tempo.
La tenda venne portata via da una specie di tromba d'aria e un
turbine di uomini pass urlando; trascinata via da Robert, che si era
subito mosso, Alice si ritrov fra le altre donne della carovana.
C'erano tutte; c'era anche Dolly, la quale strinse la sorella fra le
braccia.
Del resto, Robert fece ritorno quasi subito, seguito dal capitano,
da Roger de Sorgues e dagli altri naufraghi. Ne mancavano? Soltanto
il giorno dopo sarebbe stato possibile saperlo.
Mezz'ora pi tardi, dopo avere radunato i suoi uomini, collocate le
sentinelle a custodia dell'accampamento e prese le precauzioni del
caso contro un ritorno offensivo del nemico, un ufficiale francese
giungeva per ultimo. Con il felice sorriso della vittoria sulle labbra,
ben in vista nel chiarore lunare, egli salut le signore con un ampio
gesto circolare e poi si rivolse a Robert:
I predoni sono dispersi, caro signore disse allegramente.
Poi, senza attendere i dovuti ringraziamenti, corse verso un altro
uomo.
Toh! de Sorgues! esclam nel vedere Roger. Ci siete
anche voi?
Come va, caro Beaudoin? rispose Roger. E perch non
avrei dovuto esserci?
Questa buona! consenti filosoficamente l'ufficiale francese
accendendo una sigaretta.
CAPITOLO XV
CONCLUSIONE
CON IL VITTORIOSO assalto dei soldati francesi termina realmente
la storia del viaggio cos bene organizzato dall'Agenzia Thompson &
C. Il percorso fino a Saint-Louis fu certamente duro e penoso, ma il
bottino conquistato ai mori permise di alleviarlo non poco. Sui
cammelli rimasti in possesso dei vincitori fu possibile trasportare
l'acqua della Santa Maria e, a mano a mano che l'acqua scemava,
farvi riposare le donne e i malati. In quelle condizioni di relativo
riposo, Hamilton e Blockhead non tardarono a guarire e a riprendere
i rispettivi caratteri: brontolone l'uno, ottimista l'altro.
J ack Lindsay rimase per fortuna, tra gli europei, l'unica vittima
della rapida scaramuccia. Poich le circostanze della sua morte erano
rimaste sconosciute, le condoglianze presentate alla signora Lindsay,
quali unanimi manifestazioni di simpatia, furono accolte in modo che
quel triste dramma familiare rimanesse segreto.
Nessun altro viaggiatore era stato raggiunto dai proiettili dei mori;
il danno si limit a un paio di soldati feriti lievemente, tanto che fu
loro possibile riprendere servizio tre giorni dopo la scaramuccia.
E ci, non gi perch ciascuno non avesse fatto il proprio dovere;
la carovana dei naufraghi, armata a malapena, aveva invece
apportato, sotto la guida del capitano Pip, il suo bravo contributo
all'azione della piccola truppa di soldati francesi. Tutti si erano
lanciati nel folto della mischia: Robert, Roger de Sorgues, Baker,
Piperboom, il reverendo Cooley, e persino il malinconico Tigg, la cui
combattivit era stata particolarmente notata. Perch difendere con
accanimento una vita ritenuta odiosa?
Diamine! non pot fare a meno di dirgli Baker, il giorno
seguente -bisogna convenire che picchiate sodo per essere uno che
non tiene alla vita! Eppure era una bella occasione!
Perch non dovrei tenere alla vita? chiese Tigg con vivo
stupore.
E che ne so io? rispose Baker. Non conosco i vostri
motivi. Voglio credere che ne avevate dei buoni il giorno in cui siete
entrato a far parte del Circolo dei suicidi.
Io?
Sorpreso a sua volta, Baker guard il suo interlocutore con
maggiore attenzione del solito e fu costretto a riconoscere che quelle
labbra carnose, quegli occhi ridenti, quel viso dai lineamenti
tranquilli e pensosi non avevano nulla di lugubre.
Questa, poi! riprese. vero che pensavate di uccidervi?
Affatto!
Non siete forse socio del Circolo dei suicidi?
Ma questa pura pazzia! esclam Tigg, guardando con aria
preoccupata il suo interlocutore, che egli ritenne in preda ad
alienazione mentale.
Quest'ultimo lo tranquillizz raccontandogli in quale modo e in
seguito a quali circostanze la supposizione che gli aveva test
manifestata si era diffusa tra i compagni di viaggio. Tigg si divert
immensamente.
Ignoro disse alla fine dove il giornale abbia attinto le sue
informazioni e quale persona la lettera T potesse indicare. E certo
comunque che non si trattava di me, poich il mio scopo principale
quello di raggiungere i centodieci anni e anche pi.
La spiegazione, divulgata da Baker, divert moltissimo la
carovana. Soltanto miss Mary e miss Bess Blockhead parvero
prendere la cosa dal lato inverso.
Sapevamo benissimo che quel gentiluomo rispose miss
Mary a sua madre che le comunicava la notizia.
era un impostore complet miss Bess, piegando
sdegnosamente le labbra.
E le due ragazze rivolsero uno sguardo privo di benevolenza verso
l'antico oggetto del loro affetto; il quale, nello stesso istante, era
impegnato in un animato colloquio con miss Margaret Hamilton, nel
corso del quale le dava certamente assicurazioni che non avrebbe
avuto mai in odio la vita tranne nel caso che non avesse potuto
dedicarla a lei. Ma era assai improbabile che miss Margaret lo
conducesse a tale estremo rimedio. Nessun dubbio sarebbe stato
possibile: bastava vedere il modo incoraggiante con il quale ella lo
ascoltava.
Fatta eccezione, dunque, per le signorine Blockhead, tutti i
componenti della carovana erano felici, come ovvio che ci accada
quando si sfiorato un'orribile tragedia. Robert viveva accanto ad
Alice, Roger rideva dal mattino alla sera con Dolly, Baker faceva
scricchiolare allegramente le sue articolazioni, il reverendo Cooley
rivolgeva al cielo preghiere di ringraziamento, Van Piperboom, di
Rotterdam, mangiava. Fra i moltissimi visi lieti soltanto due
rimanevano tristi.
L'uno mostrava la fronte preoccupata al pensiero della scomparsa
di una certa sacca che sarebbe stata rimpianta eternamente. L'altro,
privo della consueta razione, si stupiva di non essere brillo e riteneva
che qualcosa si fosse guastata nell'universo, dove la Terra aveva
forse smesso di girare.
Per Thompson c'era un colpo di fortuna da tentare. J ohnson
avrebbe dato certamente una sacca piena di soldi, tale da rimpiazzare
quella perduta, se avesse potuto avere una provvista di quei liquidi
che gli erano cari. Purtroppo la merce era venuta meno al mercante,
poich il comandante della scorta francese non aveva compreso gli
alcolici fra le cose delle quali aveva ritenuto necessario il trasporto.
J ohnson dovette fare a meno, quindi, delle sue bevande preferite
durante i venti giorni impiegati per raggiungere Saint-Louis, dove si
rifece abbondantemente. Non appena fu tra le case della citt, egli
lasci i compagni e, sin dalla sera, coloro che lo incontrarono
riconobbero che cercava coscienziosamente di riguadagnare il tempo
perduto.
Se non senza fatica, il viaggio di ritorno era stato compiuto senza
pericoli, sotto la protezione delle baionette francesi. Nessun
accidente di rilievo turb quella marcia di 350 chilometri, attraverso
il Sahara.
A Saint-Louis i soccorsi non mancavano e tutti cercarono di
rifocillare e di dare conforto a quei turisti cos crudelmente colpiti
dalle avversit. Ma essi avevano fretta di tornare al proprio Paese e
alla propria casa; assai presto una comoda nave prese a bordo gli
amministrati dall'Agenzia Thompson e il loro sfortunato
Amministratore generale.
Poco meno di un mese dopo essere felicemente sfuggiti ai mori e
ai tuareg, essi sbarcavano al sicuro sulla banchina del Tamigi.
Thompson ebbe in quel momento una grande soddisfazione: si
sbarazz, finalmente, di Piperboom. Il tranquillo olandese, di cui
nessuno poteva vantarsi di avere mai conosciuto le impressioni,
abbandon il suo amministratore non appena mise piede sul
selciato di Londra. Con la valigia in mano scomparve nella prima
via, portando con s il suo mistero.
Gli altri turisti seguirono il suo esempio e in breve si dispersero
per fare ritorno ai loro passatempi o alle loro faccende.
Il reverendo Cooley ritrov intatto il suo gregge di fedeli, il quale
gi piangeva il proprio pastore.
Il capitano Pip, immancabilmente seguito da Artimon al suo posto
regolamentare, il signor Bishop, il signor Flyship e gli altri marinai
non toccarono terra che per riprendere quasi subito l'incerto mare,
ove il signor Roastbeaf e il signor Sandwich non tardarono a
rimettersi al servizio di passeggeri ora contenti e ora scontenti.
Prima di riacquistare la sua libert, il capitano Pip dovette
accettare suo malgrado i ringraziamenti dei turisti del Seamew, i
quali non vollero separarsi dal loro comandante senza avergli
espresso la loro riconoscenza per ci che dovevano alla sua pacata
energia. Terribilmente impacciato, il capitano accentu sensibilmente
il suo strabismo, giurando e spergiurando per la barba di sua madre
che Artimon si sarebbe comportato come lui. Nel dare l'addio a
Robert Morgand, tuttavia, mise da parte un po' del suo riserbo: gli
strinse la mano calorosamente, mostrando cos, pi che con un lungo
discorso, quale particolare considerazione egli nutrisse per
l'interprete del Seamew. Robert accolse con profonda commozione la
vibrante simpatia dimostratagli da un cos buon giudice in fatto di
onore e di coraggio.
La famiglia Hamilton, da parte sua, aveva riacquistato la sua boria
ora che si sapeva definitivamente al sicuro. Senza dire parola alcuna
a quelle persone che il caso aveva reso di pari grado a loro, unendole
per un istante alla loro aristocratica esistenza, sir George Hamilton,
lady Evangelina e miss Margaret si diressero in fretta verso la loro
comoda abitazione in una lussuosa vettura, nella quale Tigg fu
pregato di occupare un posto che parve accettato di buona voglia. Il
futuro di costoro era chiaramente stabilito.
Quando sbarc a sua volta, dopo che il suo capo esultante ebbe
stretto tutte le mani che erano a portata della sua, la famiglia
Blockhead si ritrov sola. Nessun rappresentante del sesso forte, in
et adatta al matrimonio, prese posto nella vettura che la trasport,
con i bagagli, nella casetta di campagna dove l'interessante famiglia
giunse sola e sola vi visse. Il signor Absyrthus vi trascorse il suo
tempo narrando ai suoi conoscenti il viaggio straordinario,
signore! al quale aveva partecipato. La signora Georgina si dedic
all'educazione del figlio Abel; miss Bess e miss Mary si diedero
invece alla ricerca accanita di un favoloso marito. Ma la selvaggina
si era fatta rara: miss Bess e miss Mary sono sempre tornate finora
con le pive nel sacco da questa difficile caccia: della loro sfortuna
esse accusano acerbamente le spudorate cacciatrici di frodo.
Richiamato in Francia dalla necessit di fornire spiegazioni
sull'irregolare prolungamento del suo congedo, Roger de Sorgues
fece appena una brevissima sosta in Inghilterra. Ripart da Londra il
giorno stesso dello sbarco e in fretta raggiunse Parigi.
Regolata la sua posizione militare, egli chiese e ottenne un altro
congedo per i validi motivi con i quali pot appoggiare la sua
richiesta. Sarebbe forse stato possibile rifiutare un congedo a chi
stava per sposarsi? Roger, infatti, si sposava; ci era stato convenuto
in poche parole tra miss Dolly e lui, come cosa perfettamente
naturale e che non richiedeva alcun preambolo.
La cerimonia ebbe luogo il 3 settembre; lo stesso giorno Alice
cambiava il proprio cognome con quello di Robert.
Da quel momento, quei quattro cuori felici non hanno pi storia. Il
tempo segue per essi il suo pacifico corso e il giorno che segue
apporta una felicit identica a quella del giorno precedente.
La marchesa di Gramond e la contessa de Sorgues hanno
acquistato due palazzi identici nel viale del Bois de Boulogne ed l
che crescono i loro figli: le due vicine sono rimaste buone amiche e
sorelle affettuose.
Spesso esse rivivono nel ricordo gli avvenimenti che hanno
preceduto il loro matrimonio e spesso ne parlano a quattr'occhi,
attingendovi nuovi motivi per amare i mariti prescelti. In quelle
chiacchierate, a volte riaffiorano i nomi dei compagni di viaggio e di
sventura; non possibile dimenticare completamente le persone in
compagnia delle quali si sofferto e con alcune delle quali si
mantengono ancora rapporti amichevoli.
Quattro anni dopo la fine del viaggio dell'Agenzia Thompson, due
di quei privilegiati sonavano contemporaneamente, all'ora del
pranzo, alla porta dell'abitazione della marchesa di Gramond.
Per la barba di mia madre, sono felice di vedervi, signor
Saunders! esclam un visitatore.
Il signor Baker non meno felice di incontrare il capitano Pip
rettific l'altro visitatore, stendendo amichevolmente la mano al
coraggioso comandante del defunto Seamew.
Era il giorno della riunione di famiglia presso la signora di
Gramond, e il signore e la signora de Sorgues presero posto a tavola,
insieme con il capitano e con Baker.
Entrambi al corrente della storia del loro anfitrione e della sua
incantevole sposa, non erano affatto stupiti del lusso che circondava
l'ex interprete dell'Agenzia Thompson & C. Del resto, ne avevano
viste troppe nel corso della loro vita per stupirsi facilmente, e il
capitano Pip, che in fatto di uomini sapeva il fatto suo, riteneva il suo
ospite meritevole del favore della fortuna.
Era evidente che non era la prima volta che prendevano posto a
quella tavola ospitale, servita in silenzio dai domestici. Non c'era
imbarazzo nel loro comportamento, ma la franca libert che si addice
a veri amici.
Dietro la sedia del capitano, Artimon si era tranquillamente seduto
sulle zampe posteriori. Il posto gli apparteneva di diritto e nessun
cataclisma avrebbe potuto allontanarlo. Del resto, nessuno pensava di
farlo e il capitano non esitava a passargli qualche buon boccone, che
Artimon accettava con dignit. Era invecchiato, ma il suo cuore era
rimasto giovane. I suoi occhi, ancora intelligenti e vivaci, si
fissavano su quelli del padrone, dal quale continuava a ricevere le
confidenze agitando le lunghe orecchie con aria di profondo
interesse. Anche lui conosceva bene la casa in cui quella sera era
stato invitato. Coccolato dalla padrona di casa, la quale non
dimenticava il salvatore del marito; rispettato dai domestici, i quali lo
veneravano come una potenza, apprezzava quelle visite e approvava
energicamente il suo padrone e amico quando gli confidava il
proposito di andare a fare una scappata a Parigi.
Da quale Paese venite? chiese Robert durante il pranzo.
Da New York rispose il capitano, il quale, al servizio della
linea Cunard, era stanco della monotonia di quelle continue
traversate fra l'Inghilterra e l'America. Sono viaggi
maledettamente noiosi!
Un giorno o l'altro ci incontrerete disse Robert. La
signora de Sorgues e la signora de Gramond desiderano riprendere il
mare, dimentiche dei suoi brutti tiri. In un cantiere di Le Havre si sta
costruendo per loro uno yacht di un migliaio di tonnellate. A tale
proposito volevo chiedervi di indicarci, se vi possibile, un capitano
sul quale poter fare affidamento.
Non ne conosco che uno rispose Pip bonariamente. Si
chiama Pip: come marinaio non troppo cattivo, a quel che si dice.
C' per un inconveniente. Questo Pip ha trovato il mezzo di sposarsi
senza prendere moglie: bisogna assumere un cane, insieme con lui.
La povera bestia vecchia e non ne ha pi per molto. Sono quindici
anni che gira il mondo, ed una bella et per un cane aggiunse
rivolgendo ad Artimon uno sguardo pieno di malinconica tenerezza.
Davvero, capitano? Acconsentireste? chiese Robert.
Certo che acconsento! disse il capitano. Ne ho fin sopra i
capelli delle navi passeggeri. merce troppo ingombrante. E poi,
andare continuamente da Liverpool a New York e da New York a
Liverpool una faccenda del diavolo!
Eccoci d'accordo dissero insieme Robert e Roger.
Perfettamente dichiar il capitano. Artimon godr presso
di voi del meritato pensionamento a bordo del A proposito! avete
dato un nome al vostro futuro yacht!
In ricordo del Seamew disse Dolly mia sorella e io lo
abbiamo chiamato la Mouette.
41

Buona idea! approv ironicamente Baker. Vi vedo gi
sulla strada di Tombuctu!
Cercheremo di evitare tale disgrazia rispose il capitano.
Ma, a proposito del Seamew, indovinate chi ho incontrato a Londra,
non pi tardi di ieri.
Thompson! esclamarono in coro tutti i convitati.
Precisamente! Thompson. Bello come il giorno, elegante,
allegro, ricoperto di gioielli come in passato. Aveva dunque un'altra
sacca rimasta celata allo sceicco? Oppure avete rinunciato alle vostre
minacce? chiese il capitano, rivolgendosi a Baker.
Non me ne parlate! disse quest'ultimo di cattivo umore.
Thompson un uomo infernale; mi far morire. Alle mie minacce
non ho certamente rinunciato. Io e altri venti passeggeri abbiamo
sommerso questo burlone di processi che abbiamo vinti su tutta la
linea. Nell'impossibilit di pagare, Thompson stato dichiarato
fallito; ha dovuto chiudere bottega e il suo nome stato cancellato
dall'elenco delle agenzie di viaggi. La mia soddisfazione non stata
per completa. A ogni istante mi trovo il personaggio fra i piedi. Non
fa nulla, che io sappia, e tuttavia ha l'aspetto di uno che navighi
nell'oro. Si fa beffe di me, l'animale! Sono persuaso che avesse
qualche tesoro nascosto e che io sia stato preso in giro.
Nel corso della diatriba di Baker le due sorelle si erano guardate
sorridendo.
State tranquillo, caro signor Baker disse infine Alice. Il
signor Thompson proprio rovinato e non potr pi farvi
concorrenza.
Come fa a vivere, dunque? insistette Baker con incredulit.
Chiss! rispose Dolly sorridendo. Un passeggero
riconoscente potrebbe averlo aiutato.
Baker si mise a ridere.
Ecco un passeggero che vorrei conoscere!
Chiedete ad Alice insinu Dolly.
Chiedete a Dolly sugger Alice.

41
Mouette la traduzione francese di Seamew, e cio di Gabbiano. (N.d.T.)
Siete state voi! esclam Baker al colmo dello stupore.
Voi! Quale motivo avevate per venire in aiuto di un tale buffone?
Non ha forse preso in giro voi e gli altri? Non venuto meno
vergognosamente alle sue promesse? Non stava forse per farci
morire, annegati un po' ovunque, schiacciati a So Miguel, di febbre
a So Tiago, bruciati dal sole oppure fucilati dai mori in Africa?
Cerco inutilmente di immaginare che cosa potevate credere di
dovergli.
La felicit dissero insieme le due sorelle.
Se il suo viaggio fosse stato meglio organizzato, sarei forse
contessa? -chiese Dolly ridendo e guardando Roger, il quale rispose
con un cenno del capo energicamente affermativo.
E io marchesa? aggiunse Alice, rivolgendo a Robert uno
sguardo significativo, subito ricambiato.
Baker non seppe che cosa rispondere; ma nonostante le
spiegazioni dategli il suo scontento perdurava visibilmente. Non
riusciva a perdonare ai suoi amici di alleviare, con la loro carit
sentimentale, una vendetta che egli avrebbe voluto pi completa.
Ecco come sono le donne! brontol alla fine.
Rimase in silenzio ancora per qualche istante, biascicando
confusamente qualche parola. Era evidente che non riusciva a
mandar gi, come si dice, ci che aveva appreso.
Non importa! concluse alla fine ecco una strana
avventura. Che ne pensate, comandante?
Interpellato bruscamente, il capitano si turb. L'emozione rese
strabici i suoi occhi; lievemente, ma incontestabilmente.
Un'abitudine ne richiama un'altra, e questa una terza; dopo avere
guardato di traverso, il capitano si palp delicatamente la punta del
naso. Poi, dopo avere soddisfatto quest'altra mania, la terza s'impose
a sua volta ed egli si volt con l'idea di sputare in mare con
destrezza. Ma il mare era lontano e uno spesso tappeto spiegava, al
posto del mare, i suoi fiori dai colori vivaci su un fondo bianco. La
vista del tappeto sconcert il capitano, il quale fin col perdere la
nozione delle cose. Invece di rispondere a Baker, ritenne prudente
comunicare i suoi sentimenti ad Artimon. Si chin dunque verso il
cane sotto lo sguardo divertito dei suoi amici.
Per la barba di mia madre, master, una faccenda diabolica!
disse sentenziosamente al suo buon amico, il quale gi scoteva le
lunghe orecchie in segno di approvazione.

Potrebbero piacerti anche