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El ingenioso hidalgo don Quijote de la Mancha

di Miguel de Cervantes Saavedra.

Il problema della genesi e la confluenza degli stili

Cristaldi Luigi Matricola: 76148 I Anno Filosofie e Scienze della Comunicazione e della Conoscenza

Indice

1. Introduzione 2. Formazione culturale di Cervantes 3. Impostazione filosofica del romanzo 4. Genesi del Personaggio e la confluenza degli stili nel romanzo 5. Prospettivismo nel Don Quijote Bibliografia

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1. Introduzione

Sullo sfondo della crisi attraversata dalla Spagna negli anni fra il 1598 e il 1620, si colloca la lunga elaborazione del Don Chisciotte, esattamente nella fase tra tardo Rinascimento e Barocco, in quellarea culturale che si soliti chiamare Manierismo. Il Don Chisciotte un'opera di una complessit straordinaria, sia a livello tematico che stilistico, e di conseguenza molte sono state le interpretazioni datene, anche di segno opposto tra loro. Si riconosce subito il contrasto fra una visione rinascimentale e una barocca. Possiamo dedurne che Don Chisciotte stato un tramite per giungere al di l delle barriere estetiche innalzate dal gusto del Rinascimento, gusto condiviso anche dal Cavaliere che nelle sue performance sviluppa temi che vi rientrano bene: let delloro, il buon governo, la concordia delle qualit fisiche, morali e intellettuali, salvo che poi la follia scinde tutto ci, spezza le premesse istituzionali cui esso richiama. Il barocchismo del romanzo un prodotto della follia di Don Chisciotte. Sin dallinizio e anche allinterno delle due parti abbondano le prove che la stesura del romanzo coincise con la sua strutturazione. Si pu notare, infatti, che Don Chisciotte non ancora affiancato dal suo deuteragonista e doppio, Sancio; infine, egli d limpressione di oscillare tra due stereotipi culturali: i romanzi di cavalleria (che poi domineranno incontrastati) e i romances popolari in versi, che adatta alle sue vicende o con i cui personaggi si identifica. Resta da verificare, per, che coscienza avesse Cervantes dello sfasamento tra la sua teoria e la sua pratica letteraria, a vantaggio della seconda, della sua straordinaria modernit. Pi che in affermazioni esplicite, questa coscienza pu essere colta dando uno sguardo al complesso sistema di mediazioni posto tra lautore e la sua opera. Colui che firma le dediche delle due parti, e che si 3

pronuncia come autori nei rispettivi prologhi, si presenta come un compilatore di tradizioni contrastanti, per poi diventare il secondo autore di un racconto che il primo autore anonimo pare aver raccolto a sua volta da scritti precedenti. E questo il caso dellinserimento di Cide Hamete Benengeli, che compare sia nella prima che nella seconda parte. Lespediente di una fonte fittizia, ora usata come (falsa) testimonianza di veridicit, ora caricata scherzosamente dalla responsabilit di affermazioni incredibili, ha una lunga tradizione nei romanzi cavallereschi (es. il Turpino dellOrlando Furioso). Abbiamo dunque uno scrittore (Cervantes) che inventa un personaggio (Don Chisciotte), il quale a sua volta inventa lautore (Cide Hamete) che servir come fonte dellopera dello scrittore (Cervantes). Questo sdoppiamento dello scrittore adombra la crisi tra Rinascimento e Barocco: in prima persona Cervantes portavoce della poetica rinascimentale; travestito da Cide Hamete, crea personaggi e vicende barocchi nel gusto dei contrasti, nella voluta disarmonia, nel senso della labilit del reale. A grandi linee, il Don Chisciotte un romanzo a schidionata (Slovskij), spesso interrotto da inserti narrativi che a volte restano estranei alla trama, altre volte vi si innestano e presenta la struttura del racconto alla Decamerone, ripreso da Boccaccio (Vladimir Nabokov). Ma per comprendere in toto la genesi del romanzo e la confluenza degli stili non possiamo tralasciare la formazione culturale e filosofica di Cervantes.

2. Formazione culturale di Cervantes

Cervantes soggiorn in Italia nel periodo in cui lintero clima letterario vagava tra i miti cavallereschi e lelegia pastorale. Ma il pensiero filosofico racchiudeva in s gi i tempi moderni attraverso le meditazioni del calabrese Bernardino Telesio e del napoletano Giordano Bruno.
A Napoli la cultura spagnola era familiare. Era lepoca dellAccademia platonica di Firenze, nella quale Giorgio Gemisto, prima, e Marsilio Ficino, dopo, avevano iniziato le anime elette alla conoscenza di Platone (e lo stesso cominci a fare Erasmo da Rotterdam nel suo

Elogio della follia). Lesistenza di due

mondi, uno terreno e laltro ideale, doveva essere familiare ad ogni uomo colto; il mondo terreno copia di quello celeste, le cose che riproducono tra noi gli esemplari eterni, gli ideali archetipi, dovevano essere costantemente il tema delle conversazioni della Corte di Urbino. Cervantes, pi che un erudito era, per natura, uno spirito umanistico ed erasmico. Capitato, nel fiore della giovent, nel clima del Rinascimento italiano, sopra il quale galleggiava ancora la lezione dellAccademia platonica di Ficino e Pico della Mirandola; di quella Romana di Pomponio Leto e Lorenzo Valla e dellAccademia napoletana di Giovanni Pontano e Jacopo Sannazzaro, venne a trovarsi, inconsapevolmente, al centro del mondo che aveva sognato. Mondo pastorale, mondo cavalleresco, mondo platonico, con accenti erasmici, brividi riformistici e barlumi di nuova filosofia e di nuova storiografia. Nel Chisciotte stesso ci imbattiamo in innumerevoli ricordi di citt e costumi italiani, come in un permanente profumo di giovent e di nostalgia. Soprattutto sono palpabili i ricordi di Napoli dove trascorse i quattro anni pi felici e gloriosi della sua vita. Allusioni di cui pullulano tutte le opere, per esempio nel Chisciotte, Sancio dice: Dio mi aiuti, e la santissima trinit di Gaeta; e inoltre, 5

sempre nella medesima opera, troviamo la leggenda di Nicola Pesce, che unantica leggenda napoletana, come i racconti del capraio svolti su temi di origine partenopea. In questo senso innumerevoli studi sono stati condotti in Italia da Croce, De Lollis, Farinelli, Giannini, Papini, Mele e altri, i quali tutti hanno segnalato le posizioni dellopera di Cervantes che traggono origine da motivi di una cultura e di una maturit spirituale formatasi attraverso la familiarit con la civilt italiana che egli prefer ed am. Non oseremmo affermare che ad essi debba farsi risalire la paternit del suo capolavoro, perch la ricerca delle fonti ha solo un significato estrinseco ed informativo, mentre il valore di ogni opera darte deve cercarsi proprio nella trasfigurazione dei suoi elementi materiali. Le innumerevoli tracce, infatti, di riprese da Boiardo, Ariosto, Folengo, Bandello, Sannazzaro, Boccaccio, e da altri ancora, non rappresentano in lui solo la decantazione di una cultura umanistica acquistata in Italia, ma, piuttosto, costituiscono lindice di una sua orientazione spirituale che era giunta a tramutarsi in una vocazione. Questa osservazione non vuol essere una menomazione della purezza spagnola dellopera di Cervantes, ma, piuttosto, un approfondimento della sua universalit. Il nazionalismo non ha senso nella repubblica della poesia, dove ogni creatore cittadino del mondo e delleterno. Analizzando il testo, si pu vedere questa chiara impronta culturale italiana. Al principio della seconda parte dir: Codesta Angelica, signor Curato, fu una donzella svagata [] capricciosa [] disprezz mille cavalieri [] per contentarsi poi di un paggerello batuccio, senza altra fortuna []. Il gran cantore della sua bellezza, il famoso Ariosto, per non osare, o non voler cantare quel che capit a questa signora dopo la sua spregevole resa, che non dov 6

essere di cose troppo oneste, labbandono []. Sono questi i ricordi che non possono sfuggire a nessuno, perch si riferiscono ad autori, opere o personaggi dichiarati con nomi ed attributi. Il personaggio di Angelica fu inventato dal Boiardo, quasi a dispetto della donna amata che lo aveva tradito, essa quindi portava in s tutti i difetti delle donne, aggravati dal rancore dellorgoglio e dellamore offesi del poeta. Ariosto riprese questo personaggio dal Boiardo e, poich non le portava rancore, la rese un personaggio di amore e fedelt. Di modo che lAngelica dellAriosto personaggio pi profondo, perch, incurante dellamore di mille cavalieri, si d, per puro amore, al giovinetto Medoro. Ma le parole di Don Chisciotte non riflettono fedelmente il pensiero di Cervantes, che ben doveva sapere queste cose, quanto quello della cavalleria. Egli sta dallaltro lato della saggezza e ragiona secondo le leggi formali dellerrante cavalleria che si svolgono sopra un piano diverso da quello dellumanit e della gentilezza, e quindi ha ragione a deplorare lamore di Angelica che, scegliendo il fante, ha offeso Orlando e quindi tutta la cavalleria.

3. Impostazione filosofica del romanzo

Cervantes, si trova in Italia nel momento in cui, con la sostituzione di Platone ad Aristotele, si dava allEuropa una nuova filosofia e un nuovo senso di civilt. Egli, col suo genio aveva intuito che il grande problema dellepoca era stato suscitato dalla scoperta di Platone. Egli sente di non potersi gettare nella mischia accanto a Marsilio Ficino, Lorenzo Valla e Pico della Mirandola, ferrati di filosofia. Ma avverte che qualche cosa si matura nel suo spirito poetico, che la filosofia e la erudizione, che forse sfuggono al suo temperamento fantastico, si sono trasformate in lui in un sentimento, e allora, in un colpo di genio, gli appare la possibilit di un poema nel quale il grande problema della Rinascenza sia trasformato in creature vive, in personaggi vitali, i quali, sia pure in forma grottesca, per essere pi accessibili al volgo e meno esposti alle persecuzioni politiche ed ecclesiastiche, rappresentino i due poli della grande polemica italiana. Da una parte un matto allucinato e frenetico di azione, che rappresenter lo spirito del nuovo tempo (cio Platone e le nuove idee); e dallaltro la vecchia e cieca gena dei ciechi, dei barbieri, dei duchi, che cercheranno di imprigionarlo e dominarlo (cio rappresentando la ridicola erudizione, lAccademia, la Scolastica, Aristotele). Egli un poeta, non un filosofo e quindi, per mettersi in condizione di comprendere i problemi del suo tempo, deve trasferirli sul piano della poesia. I filosofi per, lo infastidiscono e per temperamento, riporta tutte le questioni sopra uno schermo di beffa. Quando le questioni si pongono nel romanzo, Don Chisciotte parla sul serio, come un teorico del Cinquecento italiano, ma lo stesso aspetto del personaggio, la sua stessa seriet in contrasto con la situazione, in definitiva, inducono al sorriso. Per, dallanalisi del testo, si evince facilmente che Don Chisciotte la personificazione 8

delleroico furore, del combattente contro i mulini a vento della scolastica, contro la pedanteria delle regole pseudo-aristoteliche dei vari baccellieri, curati e canonici che ingombrano il procedere del suo cammino trionfale bruciando i suoi libri e murando il suo scrittoio. Questa la grandezza di Don Chisciotte. Per essa egli diventa contemporaneo di tutte le generazioni, perch lui stesso rinnova di generazione in generazione, lantico conflitto tra conservazione e rivoluzione, che luomo deve di continuo superare per acquistare la propria libert.

4. Genesi del Personaggio e la confluenza degli stili nel romanzo

Quel che ci interessa anche la genesi del personaggio e soprattutto della sua situazione e su questo ci pu aiutare il fatto che nella prima parte si narra del rapimento di Don Chisciotte che, chiuso poi in un gabbia, riportato dal Curato, come in stato di incantesimo, al suo villaggio. Allo stesso modo, anche Orlando fu imprigionato e rapito, poi nel poema di Ariosto, ma gi prima nel Morgante di Luigi Pulci. La conoscenza del Morgante, infatti, ci aiuta a immaginare che lidea del doppio personaggio sia venuta lentamente in Cervantes durante la composizione stessa del Don Chisciotte, che dapprima era nato come un personaggio solo. Morgante e Margotte rappresentano anche essi due poli della visone di una vita che era familiare in Italia e che si gloriava di ascendenze illustri. Anche nel viaggio attraverso i tre regni dellal di l, Dante ha avuto bisogno di due personaggi che adunassero in s i due poli dellanima sua, la sua educazione pagana e il suo fervore cristiano, classicismo e cattolicesimo, pensiero aristotelico e teologia tomistica, il mondo classico e il mondo moderno, che entrano nella barca di Caronte per intraprendere il fatale viaggio. Durante lUmanesimo e il Rinascimento codesta duplicit di situazioni sera arricchita di elementi platonici: il mondo degli archetipi e il mondo della realt, le idee e le cose, che gi abbiamo trovate rappresentate nelle pagine estatiche e vibranti del Cortigiano di Castiglione e nella Scuola dAtene di Raffaello. Lo scopo che perseguiva Cervantes era la trascrizione, su un registro parodistico, dellideale cavalleresco. Il ciclo carolingio e quello di Art gli servivano di sfondo e paesaggio per intessere la sua tela pi che ironica, critica. Era come una reazione al suo tempo e una ritorsione ai suoi detrattori. Ma 10

fin con lessere non solo un atto di baldanza, quanto una intuizione felice di arte e di pensiero. Pi che lInnamorato di Boiardo ed il Furioso di Ariosto, quindi, gli debbono essere piaciuti due poemi cavallereschi, dove per la prima volta le sacre leggi della cavalleria sono umiliate sul piano plebeo della beffa e della irriverenza. E codesti due poemi che possiamo (vedi autore) considerare come i diretti antenati di Don Chisciotte, sono il Morgante di Luigi Pulci e il Baldus di Teofilo Folengo, detto Merlin Cocai. La materia carolingia passa in un secondo piano nel poema del Pulci. In questopera, pi che il grottesco e la parodia, prevale la simpatia, e i personaggi inventati, insieme al nostro riso, finiscono col cattivarsi la nostra solidariet. Pulci ha, inoltre, molte affinit di vita col Cervantes, soprattutto per quanto riguarda linfluenza che ricevette dallambiente culturale italiano di quel periodo. Tutti questi accenni non dovettero sfuggire al Cervantes che, con avido ingegno, assorbiva allora la cultura umanistica dItalia. Allo stesso modo dovette avvertire subito il Baldus di Teofilo Folengo che, con maggiore ironia del Pulci, rappresenta e simbolizza la grande parodia della cultura umanistica, non solo nella materia della favola, quanto nella scelta della lingua, che una collusione di latino accademico e volgare plebeo. Di modo che la cavalleria si deforma subito nella coscienza di Baldo in una grossolana giostra degli istinti e delle fantasie e lo spinge a intraprendere il suo viaggio di avventure. Anche Baldo parte accompagnato non da uno scudiero, ma da tre compagni di ribalderie. Sono questi senza dubbio i progenitori dellimmortale Don Chisciotte, quelli che hanno suggerito a Cervantes lidea della beffa dei romanzi cavallereschi, che poi and arricchendo di altri elementi. S discusso sugli eventuali rapporti del Don Chisciotte con i romanzi picareschi; la risposta, assai dubbia se si cercano riprese contenutistiche, deve essere affermativa se si fa riferimento alla 11

struttura. Il Don Chisciotte rassomiglia al romanzo picaresco: per la serialit virtualmente aperta allinfinito degli episodi data dalla struttura a schidionata; per il suo atteggiarsi a itinerario attraverso la societ contemporanea, specie negli strati pi bassi; per il tema ricerca di impiego, che nel Don Chisciotte si trasforma in ricerca di imprese eroiche. Quello che ci interessa , inoltre, stabilire perch Cervantes si indusse a comporre il suo romanzo pastorale, quando in Italia erano apparsi lArcadia, il Pastor fido e lAminta e, in Spagna, il Pastor Filida di Glvez di Montalvo e la Diana di Montemayor. La sensazione che lui lo abbia fatto per dare una prova di bravura, per reagire a contro laccusa di Tamayo de Vargas e, quindi, abbia composto un libro di cultura. Egli vuol dimostrare che, tornato dallItalia, ormai un uomo di alta cultura e pu comporre opere classiche come il Sannazzaro, il Guarino e come il Tasso. La novella pastorale una derivazione dei poemi cavallereschi. Questi, infatti, pullulano di elementi pastorali, in cui lamore prevale su lavventura e la missione del cavaliere distogliendolo dal suo compito. Queste cose sapeva perfettamente Cervantes, al punto che i contemporanei lo chiamarono il Boccaccio spagnolo per la forma del suo periodo, derivante dal vasto dettato del narratore toscano. Superata la prima esperienza pastorale, egli intraprende la seconda pi vasta, in cui tutte le leggi della cavalleria, e non gi solo quelle dellamore, sono messe alla prova. Partendo da questa premessa, la seconda parte della nostra analisi ci porta a dire che la folla delle imitazioni fu mietuta a piene mani dal poema dellAriosto. Nella seconda parte, Don Chisciotte racconta lavventura della grotta di Montesino. E la descrizione del palazzo in cui entr Montesino ne corrisponde ad unaltra fatta nel Furioso a proposito della tomba di Merlino, mostrata a Bradamante dalla maga Melissa. 12

Inoltre, ripresa dal Furioso la novella del Curioso impertinente che interamente tratta dallAriosto. E fece la stessa cosa dal Bembo, del quale un madrigale del primo libro degli Asolani stato letteralmente tradotto e fatto cantare a Don Chisciotte come proprio; come il Domenichi di cui la Novella del bracco e del matto del prologo della seconda parte del Chisciotte; ed una delle poesie della seconda parte tradotta da Serafino Aquilano, mentre la storia de La sfida del grasso e del magro, tratta da Andrea Alciato. Nella trama di avventure, Cervantes inserisce anche riprese dal romanzo La morte di Art di Malory e dal Roman de la Charrete di Chrtien de Troyes; e un racconto bucolico, la storia di Marcela e Grisstomo, genere da lui coltivato nella sua prima opera, La Galatea. Le storie raccontate da altri personaggi, spesso sincrociano grazie alla tecnica dellentrelacement, di cui fatta buon uso. Viceversa questo procedimento degli inserti di origine cavalleresca (es. il racconto dellIndagatore indiscreto, preso dal Furioso). I racconti inseriti sono funzionali per la tematica. Elemento comune lamore (in cui per si esclude con rigore quasi monastico qualsiasi cedimento alla galanteria per tendere solo alla gloria) e appartengono quasi elusivamente al genere pastorale o sentimentale. E questo uso del genere pastorale ci mostra come esso rispondesse agli ideali letterari della Rinascenza. Era la proposta di una felice utopia di vita agreste, di affetti, di poesia vissuta; ed era la proposta pi organica di attualizzazione delle concezioni cortesi elaborate dai trovatori, dal Petrarca, dai cinquecentisti. Ma la realt degli inserti ha ancora unaltra funzione. Il Don Chisciotte una specie di galleria dei generi letterari del suoi tempo: il romanzo cavalleresco, anche se in accezione parodistica, 13

consistente in parte nel ricorso agli schemi del romanzo picaresco; e poi il genere pastorale, il romanzo di avventura, la novella, il dialogo letterario; e non va dimenticata la poesia damore, elemento comune agli inserti e alle avventure del Don Chisciotte (mentre questultime documentano il genere popolare dei romances). Romanzo pu essere visto come una serie di tentativi di mescolare i vari tipi di romanzi: prima il ciclo arturiano con quello carolingio, poi il romanzo cavalleresco e il romanzo bizantino con quello sentimentale o quello arcadico. Nel Don Chisciotte questa mescolanza , invece, una soluzione, una sospensione che lascia le sue componenti immutate; Cervantes ha distribuito accortamente le sequenze appartenenti ai vari generi, senza che i tratti che li caratterizzano fossero contaminati o conciliati. la definizione di Don Chisciotte che esigeva la combinazione, invece che la fusione dei generi letterari (C. Segre). Questa moda dei romanzi di cavalleria in Spagna stata descritta come una specie di piaga sociale, che andava combattuta e che Cervantes combatt e distrusse una volta per tutte. Per, secondo quanto afferma Vladimir Nabokov in Lezioni sul Don Chisciotte, tutto questo stato spaventosamente esagerato e che Cervantes non distrusse un bel nulla; di fatto, ancora oggi fanciulle in pericolo vengono salvate e mostri uccisi, nella letteratura di consumo e al cinema, col medesimo gusto di secoli fa. E naturalmente i grandi romanzi dellOttocento, traboccanti di adulteri e duelli, discendono da quei libri. Latteggiamento critico di Cervantes verso i romanzi fantastici, deriva da ci che egli riteneva la loro mancanza di verit storica. Purtroppo egli smentisce lassunto nel suo romanzo stesso commettendo almeno tre errori. Il primo: sinventa il cronista (lo storico arabo), trucco a cui erano gi ricorsi gli autori dei romances 14

per fornire credibilit; secondo: lascia che il curato salvi dalla distruzione alcuni libri di cavalleria tra cui il famoso Amadigi de Gaula che ricorre spesso nelle avventure del Don Chisciotte tanto da essere ritenuto la causa fondamentale della sua follia; infine, terzo punto: egli si smentisce commettendo lerrore pi clamoroso, proprio lerrore di cui Cervantes critico era solito farsi beffe discutendo di libri cavallereschi, poich proprio come i personaggi di quei libri, i suoi stessi personaggi perdono il senno nella Sierra Morena e cominciano a comporre poemi nello stile pi artificiale e ornato del mondo, che stomaca il lettore. E da ci Nabokov deduce che Cervantes scelse questo soggetto perch in quei tempi moralmente utilitaristici (periodo di Riforma/Controriforma) locchio severo della Chiesa richiedeva una qualsiasi morale, e soprattutto perch la satira dei romanzi incentrati sui cavalieri erranti rappresentava un gadget comodo e innocente per mandare avanti il suo romanzo picaresco. I motivi della disapprovazione di Cervantes per i romanzi cavallereschi si possono riportare al fatto che essi offendessero la realt dei fatti e dei discorsi. E la colpa di Don Chisciotte non quella di leggere i romanzi cavallereschi, bens di crederci e di credere che le avventure narrate siano possibili. Si anche detto che il Don Chisciotte, parodia dei romanzi cavallereschi, finisce per essere un romanzo cavalleresco. Questo secondo Cesare Segre, invece, non una contraddizione, ma una conseguenza dellassunto: don Chisciotte ha in mente tutti i principali stereotipi dellazione cavalleresca : gli basta che la realt gliene offra un tratto, per dichiarare intero il presente stereotipo, e comportarsi di conseguenza. Di qui latteggiamento bivalente di Cervantes verso il suo eroe: egli non pu non condividere il sogno eroico e generoso di Don Chisciotte; considera per follia il demandare la pura realt a modelli letterari fantastici rendendoli, a 15

loro volta, reali. Questa follia, caratteristica di Don Chisciotte, sembra derivi dallEntrems de los romances, dove un povero contadino a forza di leggere romances si metta in testa di essere cavaliere, e abbandonando la propria sposa, parte per avventure fantasiose da cui esce sempre ridicolizzato e umiliato. Ma questa follia del protagonista da dove nasce? Oltre lesempio di Baldo, portato alle avventure della smoderata lettura dei romanzi di cavalleria, non troviamo ancora tracce specifiche di questa felice situazione. Inequivoci segni appaiono negli scrittori italiani, che Cervantes aveva familiari: in una novella di Franco Sacchetti si parla, infatti, di un Coppo Domenichi che, leggendo un sabato sera nel Tito Livio, venne talmente preso dalla lettura che lo fa uscire di senno (lo stesso avviene a Don Chisciotte). Abbiamo quindi tutti gli elementi che concorrono a formare il capolavoro: la beffa contro i romanzi cavallereschi gi anticipata dal Pulci e dal Folengo, la reazione contro la cultura dominante, la pazzia derivante da una lettura cavalleresca, la intuizione del doppio personaggio, il contrasto fra lideale e lutile, fra il mondo della fantasia e quello plebeo. Se a ci aggiungiamo i numerosi riferimenti a episodi di origine italiana, potremo affermare che Cervantes nella formazione del Chisciotte ha tratto dallItalia e dalla cultura del Rinascimento, non tanto le forme accessorie ed ornamentali, quanto lo stesso cuore e la stessa anima. Pulci era vissuto nella corte di Lorenzo il Magnifico, a fianco a Marsilio Ficino e a Pico della Mirandola, ed aveva udito il favellare di Platone e dei due mondi, quello delle idee e quello delle cose. Folengo era stato discepolo di Pomponazzi, il filosofo della doppia verit, anche Don Chisciotte e Sancio sono i simboli contrastanti di due verit. Infatti Sancio il secondo termine di paragone di quella segreta dialettica degli opposti che Giordano Bruno ha scoperta come necessaria per

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raggiungere la suprema libert dellessere: la radice stessa della vita e della creazione. Non bisogna dimenticare che Giordano Bruno napoletano e Tommaso Campanella visse a Napoli per molto tempo. Questi grandi filosofi coi quali Cervantes pot avere perfino contatto negli anni della sua vita napoletana dovettero colpire laccesa fantasia del giovane Cervantes che poi rivers la loro influenza e i loro insegnamenti nella costruzione di Sancio. Cervantes, con pi genio di Folengo e Pulci, ha preso tutta questa storia di poesia e di pensiero e l ha saldata in uninscindibile unit, trasfigurandola nei cieli dellillusione e della fede. Tuttavia se Cervantes avesse solo le poetiche rinascimentali e ai dettami della sua speculazione critica non avrebbe scritto il Don Chisciotte. Ci che caratterizza il modo di procedere di Cervantes la dialettica di intuizioni geniali e di calcoli attenti, di libera invenzione e di controllo critico. Calcoli e controlli appartengono allambito del Rinascimento al tramonto; intuizioni e invenzioni puntano con sicurezza verso lincombente Barocco.

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5. Prospettivismo nel Don Quijote

Il lettore del Quijote viene anche colpito dalla instabilit dei nomi attribuiti ai personaggi principali del romanzo: lo stesso protagonista, come si afferma nel primo capitolo stato chiamato tanto Quixada quanto Quesada o Quixana e fra questi nomi lingegnoso hidalgo sceglie di chiamarsi Quijote. E poi si autoattribuir lappellativo di Don, cos come verr attribuito a tutte le persone che avranno rapporti con il cavaliere Don Quijote, poich, evidentemente, la dignit cavalleresca esige che ogni persona che ha a che fare con il cavaliere debba anche cambiare il nome (es. la contadina Aldonza Lorenza diventa Dulcinea del Toboso e lanonimo ronzino riceve il nome di Rocinante). Alcuni commentatori, intendono generalmente sottolineare lo scopo satirico di Cervantes, dimostrano che la variet dei nomi, attribuita da Cervantes al protagonista, semplicemente unimitazione delle tendenze pseudostoriche degli autori di romanzi cavallereschi, che, per poter manifestare la propria scrupolosit di storiografi, pretendono di aver attinto a fonti diverse. Nel caso dei nomi della moglie di Sancio, certi commentatori sostengono di aver considerata la polinomasia come dovuta a consuetudini onomastiche dellepoca. Ma di fatto deve esistere una base comune di pensiero su cui simpostano tutti questi casi, il che spiegherebbe: 1, limportanza data al nome o al cambiamento di nome (es. Quijote); 2, il riferimento etimologico coi nomi (es. Rocinante, secondo Spitzer, il cavallo era cio, un rocin antes, il che pu significare che fin da prima era un ronzino, oppure era pi ronzino di tutti i ronzini; invece secondo Moro Pini, Rocinante deriva da Rocn ronzino con laggiunta del suffisso nobile e letterario ante che ricorreva in nomi epici come Balingant e Tarvagant); 3, la polinomasia in se stessa. Con ci vogliamo mettere in risalto il fatto che egli si valeva pure di alcuni 18

modelli

medioevali

correnti.

analizzando

altri

piccoli

accorgimenti possiamo concludere affermando che Cervantes usa i procedimenti di polinomasia (ripresa anche da Dostojevski, in Delitto e Castigo in particolare nei personaggi di Raskolnikov e Razumichin) e polietimologia per poter rivelare la plurivalenza assoluta delle parole nelle diverse menti: egli, che ha coniato i nomi, annette ad essi significati diversi da quelli intesi dai personaggi stessi (es. un Trifaldin, che, per Cervantes un truffatore, viene considerato da Quijote e Sancio come il servo di una Contessa Trifaldi, dalla sottana con tre strascichi). Questo procedimento rivela qualcosa di fondamentale per spiegare la struttura del romanzo, in altre parole, sulla base di questa polinomasia e del prospettivismo, le cose vengono rappresentate nel romanzo non come sono, ma come ne parlano i personaggi che entrano in contatto con esse; le parole non sono pi ci che erano state nel Medioevo, cio depositarie di verit, n, come nel Rinascimento, una manifestazione di vita: esse rappresentano, come i libri nei quali sono contenute, motivi di esitazione, errori, inganni e sogni. Grazie a questo procedimento, Cervantes ci ha rappresentato la variegata fantasmagoria dei contatti umani con la realt. Dietro, il narratore regista, che tiene in pugno ogni personaggio, controlla ogni mossa e pensiero, e celebra cos la propria onnipotenza di creatore. E questo prospettivismo esiste anche a livello dello scrittore, che sdoppiandosi con la sua pretesa fonte trasferisce a un livello ulteriore (quello del lettore) i dilemmi fiducia/sfiducia, verit/fantasia e li correda di dubbi.

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Bibliografia
Cervantes Saavedra Miguel de, La Piccola Treccani (Dizionario Enciclopedico), Tomo II, 1995, Roma, Marchesi Grafiche Editoriali S.p.A. Spitzer Leo, Cinque saggi di Ispanistica, 1962, Giapichelli editore, Torino, in particolare stato consultato il saggio Prospettivismo nel Don Quijote, Universit di Torino, pubblicazioni della facolt di magistero. Luperini R., Castaldi P., Marchiani L., Marchese F., La scrittura e linterpretazione, Volume I, tomo IV, 1997, Firenze, G. B. Palombo editore. Alvar C., Mainer J-C., Navarro R., Storia della letteratura spagnola, Volume primo Il Medioevo e lEt dOro, 2000, Torino, Piccola biblioteca Einaudi. Cervantes Miguel de, Don Chisciotte della Mancia, Collana di traduzioni I grandi scrittori stranieri, Volume primo, introduzione di Gherardo Marone, 1954, Torino, Utet, Unione tipografico-editrice torinese. Nabokov, Vladimir a cura di Fredson Bowers, Lezioni sul Don Chisciotte, 1989,Garzanti editore. Cervantes Miguel de, Don Chisciotte della Mancia, Collezione I Meridiani, introduzione e commento a cura di Cesare Segre, 1974, Milano, Arnoldo Mondadori Editore. "Cervantes Saavedra, Miguel de," Enciclopedia Microsoft Encarta 2000. 1993-1999 Microsoft Corporation. Tutti i diritti riservati. 20

Miguel De Cervantes, Don Chisciotte della Mancia, 2001, Milano, classici BUR (Biblioteca Universale Rizzoli). Appunti delle lezioni di Letteratura Spagnola della prof.ssa Eleonor Londero, Unical 2002 2003.

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