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malato a scrivere una lettera di riconciliazione. Principalmente, significa [...] restare presenti nel territorio del mistero e delle domande senza risposta" (pp. 3-8).
mutevoli dell'altro e al tempo stesso prestando ascolto alla nostra voce interiore. [...] In certe circostanze, la disponibilit a non sapere la risorsa pi importante. La capacit di essere realmente di aiuto agli altri proporzionale alla capacit di vivere il presente come qualcosa di sempre nuovo. Coltiva una mente che non sa" (pp. 23-28).
incontro, che vanno dalla possibilit di sentirsi in imbarazzo al possibile rifiuto da parte dell'altro. Ma qual l'alternativa? Il non toccare? La solitudine che regna nelle case di cura parla da s. Sono innumerevoli le occasioni per offrire al malato che assistiamo un contatto fisico che esprima compassione e rassicurazione e al tempo stesso arricchisca la qualit del rapporto, senza bisogno di avere pi tempo a disposizione. Per esempio, poggiare con delicatezza la mano sul petto di una persona che fa fatica a respirare pu avere un effetto tranquillizzante. Per sentire il polso ci vogliono almeno trenta secondi: perch non approfittarne per stabilire un sincero contatto umano? Voltare il paziente nel letto pu essere una buona occasione per massaggiargli la schiena e applicare una lozione. Mettere una salvietta rinfrescante su una fronte sudata pu essere un gesto di gentilezza che rinfranca. A volte basta solo tenere la persona per mano. In ultima analisi, la consapevolezza che guarisce. Toccare solo il veicolo. Se il gesto esprime consapevolezza, ogni forma di contatto fisico avr effetti trasformativi. qualcosa che chiunque di noi pu fare" (pp. 39-42).