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Egregio Signor Sindaco, Egregio Presidente Del Consiglio Comunale Egregi Assessori e consiglieri tutti

con la presente sono a rassegnare formalmente le mie dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Tante sono le motivazioni che mi supportano in questa scelta, prima tra tutte la convinzione di essere assolutamente inadeguata rispetto ad un modo di fare politica che non condivido e non comprendo. Per cominciare, non ho pi il coraggio di andare fino in fondo a falsi sorrisi e saluti forzati. Le mie idee politiche non sono etichettabili, il buon senso e la misura hanno colori diversi: il verde per il rispetto dellambiente, il nero per la giustizia contro chi fa del male al prossimo consapevolmente, il bianco per un cattolicesimo di compromesso e di perdono, lazzurro della giustizia per tutti e il rosso della vergogna quando prendo una multa perch non ho messo il disco orario, ecco perch non mi riconosco pi in questa politica e in questa istituzione. I partiti, in consiglio comunale, ormai non sono rappresentativi di nulla; la classe dirigente, in rissa continua, avvitata su questioni pi personali che politiche; lazione amministrativa come frenata, bloccata. La citt aspetta segnali, risposte. Sono a disagio, credetemi! anche perch riconosco i miei fallimenti e le mie colpe. Lentusiasmo politico e la mia caparbiet di un tempo, non voglio si perdano nellinsoddisfazione, nellimpossibilit di fare, di agire davvero per il bene comune. Il mio desiderio misto ad ostinazione nel raggiungere degli obiettivi, seppur piccoli, sono evaporati tra l'indifferenza. La logica del rimandare a domani i problemi di oggi davvero non mi appartiene, cos come non mi appartiene il discutere all'infinito di cose semplici che diventano complesse a piacimento. Ma, nonostante tutto, evidentemente bisogna fare altro, bisognerebbe che da pi parti si facesse altro. Bisognerebbe costruire, pi che demolire, rinnovare, ridare speranza, magari cambiando anche le istituzioni, rendendole pi moderne e meno gravi come l'istituzione consigliare, che cos com' serve a poco o a niente. (Ma questo lo decideranno altri, a Roma, non io) Non mi permetto di giudicare il passato e il presente, n voglio indugiare oltre con le mediazioni, pur sapendo di aver commesso degli errori, so anche di avere fatto anche cose positive. Secondo coscienza compio questa scelta di distinguo dallattuale vicenda amministrativa. Non sarebbe giusto continuare ad occupare una postazione di visibilit, una postazione comunque remunerata, non condividendo pi nulla. In ultimo, per me, lo stare in questo consiglio comunale anche solo per qualche ora, mi provoca forte disagio. Disagio che ho cercato sempre di mascherare con sorrisi di circostanza, ma che ora non bastano pi.

Ci che ho fatto e ci che ancora avrei potuto realizzare, di pi e meglio, lo rimetto al giudizio altrui. Approfitto di questa lettera per ringraziare Lei Signor Sindaco, gli assessori e i colleghi consiglieri, che nonostante le diversit di vedute, mi hanno comunque insegnato tanto per la vita. Ringrazio i dirigenti, i dipendenti pubblici che ho avuto modo di incontrare, soprattutto i tanti che hanno fatto dellumilt e dello spirito collaborativo unarma vincente, lavorando nel silenzio e concretamente. Infine, mi sento in dovere di ringraziare i cittadini tutti. Ora desidero cambiare pagina. Voglio continuare a spendermi per questo territorio, in altro modo, senza continuare ad abbracciare croci che non mi appartengono, infatti una sola croce cercher di seguire e non di certo quella politica. Senza rancore alcuno e con rispetto, auguro a tutti voi e alle vostre famiglie una serena vita e un sereno proseguo nelle vostre attivit, con l'augurio che un politico per essere un buon politico (in questa Italia in cui non si sa pi se l'essere onesti sia un bene) non debba mai rinunciare alla propria indipendenza intellettuale e alla propria onest. Cordialmente Federica Forcolin

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