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Lautore
] Il saggio di Giuseppe Marcenaro, Testamenti. Eredit di matresse, vampiri e adescatori, edito da Bruno Mondadori ( pp. 210, e 19) ] Nel libro vengono ricordati anche Mario Luzi, Giuseppe Pontiggia, Luciano Fo, Carlo Bo. Fra le numerose muse ispiratrici di Eugenio Montale: Arletta, Esterina, Gerti, la Mosca, la Volpe e Dora Markus, alle cui gambe viste solo in fotografia il poeta ligure dedic una famosa lirica ] Giuseppe Marcenaro, 60 anni, genovese, scrittore e saggista, collaboratore di numerosi giornali. Dal 1975 al 1984, cio per per tutta la durata della pubblicazione, ha diretto la rivista di letteratura, storia e filosofia Pietre. Tra i suoi libri, Vita di Eugenio Montale, Cimiteri. Storie di rimpianti e di follie e Bistecca alla Maroncelli
monio incolore che gli consentisse il decoro. In effetti, nonostante le promesse, Eusebio non raggiunse mai Irma in America. A pagina 69, c un delicato ritratto di Esterina Rossi, sbarazzina ottantenne: Minuta, sembrava quasi sparire nel sof fiorato del salottino della sua casa, alle cui pareti stavano i lari di una vita: i pastelli di Montale. A proposito di muse, Marcenaro rievoca la polemica scatenata sul Corriere nel 1997 da un intervento di Dante Isella sullinautenticit del Diario postumo allestito da An-
nalisa Cima e considerato un fendente tirato a se stesso dal poeta medesimo. I rapporti complicati con Giovanni Ansaldo, il caporedattore del Lavoro, punto di riferimento della Genova gobettiana, celebre per il sarcasmo, ruvido come una carta vetrata, vengono narrati con ironia. C un aneddoto dei primi anni Venti che illustra al meglio il carattere dei due. Lo raccont Emilio Servadio: Un giorno Montale mi fece leggere un manoscritto di due o tre delle sue poesie, estratte furti-
Profili letterari
Eugenio Montale (18961981) stato poeta e giornalista, premio Nobel per la letteratura nel 1975
Irma Brandeis (19051990), la Clizia di Eugenio Montale, stata una critica letteraria americana
vamente da una tasca, e messe sotto i miei occhi con un anticipato commento deprecativo, nella maniera semiburbera e bofonchiante ben nota a chi conosce il poeta. Rimasi molto colpito, e gli dissi semplicemente che a me quei versi sembravano bellissimi. La mia dichiarazione fu accolta con un "bah!" e una mezza alzata di spalle (). Quando usc Ossi di seppia ebbi il coraggio di portare un articolo sul libro a Giovanni Ansaldo, per "Il Lavoro". Ansaldo me lo restitu subito, strepitando con la sua voce nasale che io ero matto a elogiare in tal modo un libretto di versi. "Lei ne scrive come si trattasse di un nuovo Leopardi", aggiunse indignatissimo. Nel 29 Ansaldo descrisse il poeta come uno cui pare che il mondo lo disgusti e lo spaventi. Ancora Lucia, ad Arenzano. Ma questa volta con Carlo Emilio Gadda. A pagina 88 troviamo la stilografica Omas con la quale lIngegnere scrisse La cognizione del dolore: un omaggio offerto alla Rodocanachi. Gadda aveva concepito le pagine satiriche sullarchitettura razionalistica proprio nella casa di Lucia. Ma poi fu preso da uno dei suoi scrupoli paranoici quando si ricord che quella casa era stata progettata dal marito della Rodocanachi, architetto la page. Non fosse mai che loro pensassero Scrisse scusandosi, a prescindere: Il mio bersaglio la stupidit: non le cose ben fatte. E, se avessi dei soldi, mi farei una casa pressa poco come la loro. Inutile aggiungere che la Omas, reperto silente e arcano, fu regalata dalla vecchia Lucia allo stesso Marcenaro per diventare uno dei concreti fantasmi della concupiscente erraticit della memoria. La memoria erratica di Marcenaro ci porta ad altri testamenti con rispettivi legati: a Genova una conferenza dantesca di Luzi, interrotta dal rumoreggiare del pubblico, irritato dalleccessivo dilungarsi delloratore; lottantenne Carlo Betocchi, che si prodigava per passare il testimone con naturalezza, come se cercasse la continuit della sua opera in quella delle generazioni future; Giorgio Voghera incontrato a Trieste. Sbarbaro, il poeta cercatore di licheni, lo vediamo in fotografia a pagina 134, su un terrazzino dietro vasi di gerani in fiore: Depresso? Quando mai? scrisse la sorella Clelia Millo era allegro e spiritoso. Luciano Fo, che solo dopo 25 anni di amicizia dice a Marcenaro: Potremmo cominciare a darci del tu. Parlava lentamente, Fo, ma con chiarezza: Montale, secondo lui, fingeva di ignorare lAdelphi. Come mai? Ha sempre pensato che ci fossimo appropriati dellamicizia di Bobi (Bazlen) che lui riteneva esclusiva. Infine, a pagina 178, c un uomo in tuta, biondiccio, occhi azzurri e naso da pugile, spalle imponenti, enorme. Sente suonare alla porta. Apre. una ragazza che vuole proporgli uninchiesta sulla lettura. Forse scambia luomo enorme per un metalmeccanico in pensione. Quanti libri acquista pi o meno?. Risposta: Cento. Sorpresa: Cento libri lanno!?. Replica calma: No, in un mese. Luomo in tuta era Giuseppe Pontiggia, il sommo Peppo. Le eredit raccolte da Marcenaro sono ora eredit per tutti.
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