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SECOLO DITALIA

MERCOLED 21 MARZO 2012

QUEL GELO CADUTO SU GIUSEPPE BERTO, SCRITTORE SCOMODO


COMPIE 65 ANNI IL CIELO ROSSO, CHE FU UN CASO LETTERARIO
Alberto Samon
ono trascorsi sessantacinque anni dalluscita del romanzo Il cielo rosso di Giuseppe Berto, eppure, nonostante lapprezzamento internazionale seguito alla sua pubblicazione, questo scrittore oggi pu essere annoverato nella folta schiera degli autori dimenticati o volutamente rimossi dalla cultura ufciale. S, perch in pochi conoscono lopera di Berto, che comprende una vasta produzione letteraria e collaborazioni cinematograche di alto livello. Il cielo rosso, che si sarebbe dovuto intitolare La perduta gente, viene pubblicato nel 47 da Longanesi e diventa subito un caso letterario internazionale. Il romanzo narra la vicenda di un gruppo di ragazzi che vivono in un paesino al tempo della seconda guerra mondiale e che le bombe americane costringono a darsi ai lavori pi umilianti pur di sopravvivere. Il libro traccia anche la possibilit di trovare una solidariet generazionale fra le macerie della guerra, perch i protagonisti si aiutano lun laltro per non cedere. Berto, per, un autore pessimista e alla ne anche lultimo fra i ragazzi che danno corpo al libro cede, sentendosi estraneo rispetto al mondo e alla nuova societ italiana nata dalle bombe e concedendosi inne alla morte: un nale, che con molta probabilit sottolinea anche il senso di estraneit provato dallo stesso autore verso lItalia glia delle devastazioni e delle macerie. Il romanzo viene lodato da Ernest Hemingway e nel 1948 vince anche il Premio Firenze per la letteratura, assegnato da una giuria composta da grandi autori italiani, fra cui Eugenio Montale e Aldo Palazzeschi. Ma non tutto, perch dopo il successo riscosso con Il cielo rosso, Berto si aggiudica per ben due volte il Premio Campiello: la prima nel 1964 con Il male oscuro, che in precedenza era stato riutato da diverse case editrici, ma con cui vince anche il Premio Viareggio e nel 1978 con La gloria, il suo ultimo libro, nelle cui pagine lo scrittore trevigiano riabilita la controversa gura di Giuda Iscariota. Il male oscuro, peraltro, lo consacra fra i grandi della letteratura e nel 1989 dal libro viene tratto anche un lm diretto da Mario Monicelli. Nonostante questi successi letterari, dalla morte di Berto in pochi si sono ricordati di lui, se non in rare occasioni ufciali, e una soffocante cappa di silenzio avvolge ancora oggi questo autore. Per spiegarne le ragioni si pu forse dare credito alla tesi di una critica letteraria n troppo distratta e identicata nei nuovi e luccicanti miti della contemporaneit, ma con una certa probabilit la spiegazione ben pi subdola e di natura politico-ideologica: durante il Ventennio, infatti, lo scrittore aderisce convintamene al Fascismo e negli anni successivi non rinnega mai le ragioni della propria scelta politica, che diviene anche motivo esistenziale. Loblio forzato, dunque, non sarebbe causato dallimprovvisa perdita di memoria dei critici letterari, ma dallodio ideologico che continua ad animare una certa parte dellestablishment pseudo-culturale italiano. Nel 1929, Berto entra a far parte degli Avanguardisti, quindi nel periodo universitario aderisce ai Guf, per poi vestire la camicia nera con la Giovent Italiana del Littorio, di cui diviene dirigente. Le sue idee lo spingono anche a combattere per la patria in varie occasioni: nel 1934 parte volontario per lAfrica Orientale, dove partecipa alla Guerra dAbissinia e al termine della quale viene decorato con due medaglie al valore. Si laurea nel 1940, ma allo scoppio del secondo conitto mondiale torna in armi. In quello stesso anno pubblica il racconto intitolato La colonna Feletti, dedicato a quattro suoi camerati caduti in Africa. Dopo una breve parentesi dedicata allinsegnamento, Berto capisce che

Lo scrittore Giuseppe Berto. Il suo Il cielo rosso fu pubblicato 65 anni fa

la propria strada unaltra, perch se lItalia in guerra, compito dei suoi gli di combattere per la Patria: si arruola cos nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e combatte in Africa Settentrionale, distinguendosi coraggiosamente in Libia e Tunisia. Nello stesso periodo entra a far parte del X Battaglione M

Un romanzo lodato da Hemingway, Montale, Palazzeschi. Ma non gli perdonarono il passato in camicia nera che mai rinneg
delle Camicie Nere e nel 1943 viene fatto prigioniero. Sullesperienza della seconda guerra mondiale, nel 1955 scriver anche il libro Guerra in camicia nera. A seguito della cattura lo scrittore viene internato in diversi campi di

concentramento alleati riservati ai prigionieri delle forze dellAsse che non avevano tradito lItalia accettando di scendere a patti con il nemico. Viene quindi spedito nel celebre campo di Hereforod nel Texas, uno dei pi noti fascists criminal camps, di cui ancora oggi abilmente la storiograa ufciale preferisce non parlare. Nel periodo della detenzione, incontra diversi altri combattenti che non si erano allineati con il nemico scegliendo la galera, piuttosto che tradire. La prigionia fa rinascere in lui il desiderio di tornare a scrivere: qui che d vita a un lavoro in prosa in stile dannunziano, nel quale sostanzialmente esalta lItalia, e sempre nel campo di concentramento americano scrive vari racconti che molti anni dopo vengono pubblicati da Longanesi nella raccolta Un po di successo. Nel 1944 pubblica il libro Le opere di Dio e in quello stesso periodo incomincia a elaborare il romanzo destinato a diventare un successo con il titolo Il cielo rosso.

UN GIOCO TEATRALE PER URLARE A TUTTI LA PROPRIA SOLITUDINE


Mario Scaffidi Abbate
n un mondo in cui si rappresenta di tutto, in cui tutto diventa spettacolo, persino la politica e la giustizia, lautore, stanco di stare dietro le quinte, viene alla ribalta, presentandosi al pubblico direttamente: nasce cos il Teatro dautore di Antonio Sacc (Edizioni Artescrittura, pagg. 127, euro 20), espressione che va intesa nel senso di rappresentazione che lautore fa di se stesso. Non una rappresentazione fine a se stessa, cio non puro esibizionismo, ma un omaggio allarte.

Il volume raccoglie tre testi, di cui i primi due sono stati gi pubblicati una quarantina danni fa, mentre il terzo costituisce la novit di questa idea di rappresentare lautore nelle vesti di attore. Unidea pirandelliana, che intende richiamarsi ai Sei personaggi in cerca di autore, a parti rovesciate, visto che qui lautore che va in cerca del personaggio, cio di se stesso. Lo scrittore entra subito in medias res, con una forza dirompente che grida tutta la sua solitudine e la sua disperazione. Perci esce dalla sua casa, in cui sinora se ne stato come

rintanato a scrivere i suoi libri, e si presenta al pubblico. La casa una metafora, lopera, ma anche labito, il passato dellautore, anche la sua maschera, perch, per quanto nei suoi scritti possa essere aperto e sincero, un autore non lo mai sino in fondo. Come in genere tutta la pro-

duzione letteraria di Sacc, in prosa e in versi, cos anche il suo Teatro dautore un gioco dialettico, in cui la parola trova la sua espressione pi piena. da qui che inizia il gioco. Lautore-attore si sdoppia e assistiamo a un continuo scambio di ruoli. Lattore 1 siede sul divano (come il paziente dallo psicanalista); lattore 2 siede su una sedia (come il regista). C un continuo andare e venire dellautore dalla sedia al divano e viceversa, con un effetto comico di grande intelligenza e sapienza descrittiva. Di l a poco il dramma esplode: Tutta la pi grande e maestosa giuria dei pi grandi giurati serano messi insieme per favorire al nostro paese scritture di teatro degne di rappresentazione. Ciascuno di loro spandeva voci accorate che esclamavano, piangenti: non c teatro, non vi sono autori, la parola da rappresentare morta, nessuno sa

pi scrivere, oh, noi grandi giurati preoccupati delle sorti del teatro, quanto vorremmo scoprire autori, oh, noi cosa daremmo per i nuovi autori, ahim, ahim, non li troviamo, non vi sono autori, noi li cerchiamo, noi daremmo corone auree e tesori perch un autore, almeno uno, ci rendesse la speranza che la parola teatrale non perita. Ohi, ohi, ohi, ohim, non vi pi teatro in questo paese!. Il gioco prosegue sino allesasperazione, finch a un certo punto lautore (Attore 1) si rende conto che lattore che d voce allattore indubbiamente suscita qualche disastro allintera configurazione della manifestazione teatrale, e si ritira nella sua casa, nella sua stanza, dove apre pacchi di carte, li guarda, ne trae fogli, quaderni, e comincia a leggere, quindi siede in silenzio, sempre leggendo, mentre il sipario, lentissimamente, si chiude.

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REPORTAGE DAI LUOGHI DELL ACCOGLIENZA


LA CASA DEI FRATELLI DI S. FRANCESCO OSPITA OLTRE 700 PERSONE AL GIORNO
Stefano Bini
n via vai di persone attraversa ogni giorno il cancello della struttura caritatevole I fratelli di San Francesco, tra cui un uomo, che ci rivela solo il nome, Ermanno, che ci racconta la sua vita e come si avvicinato alla casa di accoglienza ecclesiastica. Ho convissuto con la mia compagna per sette bellissimi anni, quando il 12 ottobre 2011 venuta a mancare. Dopo di che, ho cercato di resistere e di sopportare la situazione, ma non ce lho fatta. Sono voluto tornare nella mia terra, a casa mia, a Catania. Ermanno, fino allultimo giorno stato accanto alla sua compagna, affetta da una brutta malattia. Costretto a vendere la casa in cui vivevano, per pagare cure costosissime, si dato da fare per trovare qualsiasi tipo di lavoro. Capitava la giornata in cui cera da raccogliere le olive, frutta o verdura, in campagna. Di quello che trovavi, ti dovevi accontentare e adeguare. La situazione quella che . Allinizio ho alloggiato in un ostello, mentre ero in cerca di una normale abitazione. Appena lho trovata, mi ci sono fiondato. Ho pagato fino al trenta del mese, ma il mese successivo non ce lho fatta pi, e il proprietario mi ha detto che avrei dovuto lasciare immediatamente la casa, e mi ha sfrattato. Mi sono ritrovato sulla strada. La prima cosa che mi sono domandato cosa far della mia vita. Mi sono sentito smarrito. Per, alla fine, devi andare avanti perch la vita continua. I sogni che avevo con lei, volevo continuarli, perch lei non c materialmente, per sempre dentro di me. Per continuare i suoi sogni, Ermanno deve ripartire dal dormitorio de I frattelli di San Francesco in Via Saponaro a Milano, che ogni giorno accoglie pi di settecento persone. Padre Clemente, responsabile dellalloggio, ci mostra la grande cucina e le stanze da letto, e commenta: Noi prepariamo tutti i giorni mille e settecento pasti, per il mezzogiorno e per la sera. Vengono tantissime persone, molte di queste dormono nelle nostre strutture. Il trentacinque per cento sono italiani, tra cui ex carcerati, ammalati mentali, mogli o padri separati, e molti anziani. Ermanno continua a raccontarci della sua venuta nella casa daccoglienza: Io dovr dire sempre grazie a loro. Se no, a questo punto della mia vita, dove sarei andato? Ho trovato un sostegno che mi tiene a galla, e che mi ha permesso di non andare a fondo. Non c da vergognarsi di niente, perch le disgrazie posso capitare a tutti. Sono sempre dietro langolo. Simile esperienza stata quella di Antonio, fratello laico, che dopo ventanni vissuti in un convento di religiosi, ha chiesto la dispensa dai voti e si ritrovato a sessantanni senza pi nulla. Chi per un motivo, chi per un altro, chi per la fame, chi per divorzio, o per fatti suoi, dice si sono ritrovati in questa struttura, che d una fantastica accoglienza, e ti solleva dalle pene e dalle sofferenze. Padre Clemente ha sfatato un po la mia storia, e laiuto di cui io avevo bisogno, dicendomi di aprire il mio quaderno personale e di girare pagina perch quella era bianca, e

Nella dimora dei Fratelli di S.Francesco c la vera solidariet

lavrei dovuta scrivere io. Questo quello che sto facendo. Suor Liliana, dirigente della struttura, ci ferma sussurrandoci che laiutare le persone un lavoro che

La struttura religiosa di Milano d ospitalit a malati, padri separati, anziani senza una fissa dimora e fornisce vestiti, farmaci, alimenti
d grosse soddisfazioni e che i senzatetto, negli ultimi anni, sono aumentati a dismisura. La suora di occupa anche del settore distribuzione dove, insieme alle coperte, vengono elargiti anche vestiti, farmaci e consigli medici gratuiti. Nellambulatorio aggiunge Suor Liliana

accedono ogni giorno dalle centro trenta alle centro cinquanta persone. Vengono qua anche le persone che non stanno mai in alloggio con noi, perch se vanno in ospedale per le medicazioni gli chiedono trentacinque euro. Io sono una suora di Maria Bambina e avevo fatto la scelta, a suo tempo, di andare in missione. Io, per, la mia missione lho trovata qua, ed tutto bellissimo, anche se difficile. Latmosfera che si respira quella della solidariet e ti fa dimenticare totalmente ci che stato detto e scritto sulla Chiesa, e le sue associazioni di volontariato, negli ultimi anni. Una collaborazione attenta, meticolosa, volontaria e sentita, lega ogni persona di questa struttura. Preti e suore aiutano i poveri, questi aiutano i disabili, che a loro volta, senza dire una parola, ti fanno capire cosa sono davvero la carit, la sofferenza e limportanza dellaiutare il prossimo.

LEONARDO, RESTAURO VAN GOGH, SOTTO LE ROSE PER L AUTORITRATTO SI CELAVANO I LOTTATORI
Giorgio Sigona
autoritratto di Leonardo, il disegno a sanguigna della Biblioteca Reale di Torino, un malato grave e sar restaurato in autunno dagli esperti dellIstituto Centrale per il Restauro del Libro di Roma, dove stato oggetto di approfondite indagini diagnostiche. A giorni, ha detto la direttrice Maria Cristina Misiti, torner a Torino dove rester a riposo per due anni, mentre un congresso internazionale il 26-27 giugno metter a confronto gli esperti anche sullautograa dellopera ancora dubbia. Sono stati anticipati ieri, nel corso di una conferenza stampa, alcuni dei risultati delle indagini . Lo studio ha puntato a individuare lo stato di salute di questopera, considerata tanto dagli storici dellarte quanto dal grande pubblico uno dei capolavori di tutti i tempi. Il lavoro di Leonardo presenta diffuse macchie di foxing, che rappresentano la principale ipoteca sulla sua conservazione. Ci sono anche tante curiosit. Forse proprio per fornire allopera un rinforzo, la supercie del capolavoro era stata spennellata su entrambi i lati con un composto di colla damido. Il microscopio ha anche permesso di osservare che la carta sulla quale ritratta lefge del Maestro

in veneranda et compatibile con una datazione compresa tra la ne del 400 e linizio del 500 e che stata fabbricata con bre di canapa e lino e con alcuni frammenti di lana colorata. Questo fa pensare che non si tratti di un prodotto di prima qualit cosa tuttaltro che anomala per il Maestro, che era solito disegnare su carte di vario tipo e, quindi, che il colore originario del foglio non potesse essere il bianco nitido. Gli esami hanno anche evidenziato, su tutto il perimetro del verso del foglio, la presenza di adesivo con il quale il lavoro era ssato al passepartout. Potrebbe essere stato il Volpato stesso, nel suo ruolo di conservatore dei disegni, a curarne il montaggio e linserimento in cornici doro zecchino. La decisione nale spetta a questo punto alla comunit di scienziati, restauratori, storici dellarte e conservatori delle pi importanti raccolte grache del mondo chiamati a dire la propria di fronte a questi e ad altri dati il 25 e il 26 giugno prossimi. Sar insomma soltanto nel workshop internazionale organizzato dallIstituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (Icrcpal) e dal Centro Universitario Europeo per i beni culturali, e a cui la conferenza stampa odierna fa da diapason, che si scriver la parola ne sullAutoritratto di Leonardo.

Liliana Giobbi
na natura morta, che sotto un vaso di ori cela due lottatori, stata denitivamente attribuita a Vincent Van Gogh (18531890). Il quadro intitolato Natura morta con ori di campo e rose, custodito al Kroller-Muller Museum di Otterlo, nel centro dellOlanda, stato autenticato da un gruppo di esperti internazionali tra cui Louis van Tilborgh, uno dei principali specialisti del Van Gogh Museum di Amsterdam come opera del celebre pittore olandese al termine di una lunga vicenda attribuitiva e una serie di analisi scientiche iniziate quasi 15 anni fa. La nuova tecnica di ricerca Ma-Xrf (Macro Scanning X-ray Fluorescence Spectrometry), che utilizza i raggi X, ha rivelato che i due lottatori sotto la supercie della natura morta furono dipinti secondo i canoni della Scuola di Belle arti di Anversa, dove Van Gogh studi, ovvero con i modelli maschili che posavano seminudi, in contrasto con altre accademie europee dellepoca; cos come stato possibile riconoscere le pennellate tipiche del tormentato pittore olandese. Altre analisi scientiche hanno accertato che i pigmenti utilizzati corrispondono interamente alla tavolozza di Van Gogh in quel periodo. Vincent Van Gogh realizz il quadro con i lottatori nel 1886 durante la sua permanenza ad Anversa, ma una volta arrivato Parigi decise di dipingervi sopra il vaso di ori. Il Kroller-Muller

Van Gogh visto da Gauguin

Museum, che ospita la seconda pi grande collezione olandese di dipinti e disegni di Van Gogh, acquist il quadro nel 1974 ma poi la sua autenticit fu messa in dubbio e quindi riclassicato come opera di anonimo. Dal 1997 la tela stata al centro di varie indagini, che lanno dopo portatono alla scoperta sotto la natura morta degli atleti descritti in una lettera da Vincent al fratello Theo. Adesso arrivato il verdetto denitivo dei ricercatori, che hanno convenuto sullautenticit del Van Gogh. Lattribuzione si deve al gruppo di esperti che dal 2003 ha lavorato al progetto, che fanno capo alla Delft Technology University (Olanda), allUniversit di Anversa (Belgio) e al Deutsches Elektronen-Synchrotron di Amburgo (Germania).

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