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II Iodro Iuco ero un uomo cosi obiIe ,Iesfo e osfufo che fuffi i suoi dioboIici pioni di
furfo coIpivono iI segno.un giorno di noffe menfre infenfo o riposorsi su un feffo
scrufondo Ie nuvoIe immense dopo over precedenfemenfe rubofo un boffino doro che
non ovevo pori fro fuffi gIi oIfri furfi do Iui commessi, soproggiunse un poIi;ioffo
venufo per orresforIo. iI cuore deI Iodro boI;o doIIo pouro e cerco in fuffi i modi
possibiIi di soprofforIo neIIo veIocifo per poi meffersi in soIvo.
mo cio,per quonfo iI poIi;ioffo sembrosse moIdesfro neI rimonere fermo suIIe
fegoIe,non gIi fu possibiIe e decise,immoginondo oro Io feIicifo dei suoi compogni,oro
neIIo confusione piu fofoIe Io suo disfoffo, di rossegnorsi oI desfino,quondo od un
froffo iI poIi;ioffo non inciompo scivoIondo soffo.per iI Iodro fu dovvero uno forfunofo
coinciden;o che Io sorfe Io oiufo.sfeffe Ii fermo come primo coImo di gioio,finch
quoIcoso neI cuore non Io furbo e Io spinse od oiufore iI poIi;ioffo(che sfovo offerrofo
oIIo spigoIo deI feffo fin fonfo che Ie for;e gIieIo permeffevono),oI confine con Io
morfe ormoi quosi cerfo.
fu cosi che iI Iodro genfiIuomo soIvo iI poIi;ioffo doIIo morfe e in queIIo noffe pieno di
infrighi si concessero uno freguo che permise oI Iodro scompo doIIo prigione e quindi
doI poIi;ioffo che generosomenfe inj segno di ringro;iomenfo cesse Iui di fuggire.

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