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Francesco Biasioli
QUADERNO TECNICO 8
STRUTTURE DI CALCESTRUZZO
PROGETTO DI EDIFICIO
SEMINARIO TECNICO
LE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO - PROGETTO ED
ESECUZIONE ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA
Forl 22 giugno 2007
Riservati per tutti i paesi i diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica, traduzione e di adattamento
totale o parziale con qualsiasi mezzo.
Gli aggiornamenti di questo volume e i programmi citati nel testo sono disponibili sul sito
www.euroconcrete.it
Presentazione
Nella serie dei Quaderni Tecnici dedicata al calcolo strutturale agli stati limite, il Quaderno n. 8
occupa un ruolo particolare in quanto, oltre che sintesi e applicazione pratica dei metodi
presentati negli altri Quaderni, intende essere un esempio di applicazione della filosofia delle
Norme Tecniche del 14/09/2005 applicata al calcolo di un edificio multipiano in zona sismica.
Obiettivo della serie di Quaderni infatti fornire un esempio concreto di come si possano
applicare le Norme Tecniche basandosi sulla loro caratteristica di essere, diversamente dal
passato, essenzialmente norme prestazionali. Distinguendo ruoli e responsabilit, le Norme
Tecniche si occupano di ci che alla base del progetto i metodi di verifica della sicurezza, le
azioni e le loro combinazioni, le caratteristiche dei materiali e i loro tassi di lavoro, i criteri di
controllo dei materiali e delle strutture - ma non trattano pi, come nel passato, n potrebbero
trattare in quanto norme prestazionali, questioni di dettaglio o metodi specifici di progetto.
Per tali aspetti al Progettista chiesto di fare riferimento, sotto la sua responsabilit, a metodi
documentati e di comprovata affidabilit. Tra questi le Norme citano quelli trattati nella serie degli
Eurocodici e, parzialmente, nellOrdinanza 3274. Agli Eurocodici 2 e 8, oltre che allOrdinanza
3274 si fa pertanto riferimento nel testo che segue.
Particolare rilievo viene dato, nellesposizione, alla fase di predimensionamento degli elementi
strutturali e al controllo della disposizione planimetrica degli elementi resistenti verticali di
controvento. Solo un progetto correttamente impostato pu infatti portare a strutture affidabili e
sicure.
In sintonia con le indicazioni delle Norme, nel progetto sono utilizzati materiali strutturali con
caratteristiche tali da garantire nel tempo opere, oltre che affidabili e sicure, anche durabili ed
economiche. Sul presupposto di una garantita e accertata qualit dei materiali sia le Norme che
gli Eurocodici basano infatti i modelli di calcolo e la verifica della sicurezza.
Segnalazioni di errori, commenti e osservazioni sono ovviamente graditi.
Francesco Biasioli
Torino, gennaio 2007
RINGRAZIAMENTI
La serie dei Quaderni Tecnici stata messo a punto per una serie di corsi di aggiornamento
organizzati dalla FIOPA; la Federazione Interregionale degli Ordini degli Ingegneri del Piemonte e
della Valle dAosta, coordinati dalling. Ennio Nebiolo.
I Quaderni non esisterebbero senza la capacit, pazienza e disponibilit delling. Carlo Doimo a
cui va il mio pi sincero ringraziamento.
Per il calcolo delle sollecitazioni e per alcune verifiche si fatto uso di fogli di calcolo e di
programmi liberamente disponibili su Internet (www.euroconcrete.it). Si ringrazia lautore dei
programmi, il prof. Piero Gelfi, per la cortese disponibilit.
Il programma Ellisse delle rigidezze stato messo a punto nellambito del progetto auto-CA di
sviluppo di procedure in ambito Autocad per il il disegno della carpenteria ed armatura delle
strutture in calcestruzzo armato (www.auto-ca.it)
2007 F. Biasioli
2007 F. Biasioli
DEFINIZIONI E SIMBOLOGIA
Definizioni e simbologia
Termini e definizioni
Di seguito si elencano in ordine alfabetico alcuni termini comunemente adottati nel linguaggio tecnico:
Additivo
Componente del calcestruzzo aggiunto prima o durante il suo mescolamento della miscela per
modificarne le propriet allo stato fresco e indurito.
Aggregato
Materiale granulare naturale o di frantumazione (sabbia, ghiaia, pietra frantumata). E definito aggregato
fine (sabbia) se con diametro massimo convenzionale del grano dg 4 mm. Nei calcestruzzi strutturali
laggregato grosso in genere dg 32 mm, per calcestruzzi a facciavista o autocompattanti dg 20 mm.
Altezza h di un elemento inflesso
Dimensione verticale della sezione trasversale di un elemento orizzontale
Altezza utile d
Distanza tra la fibra estrema del calcestruzzo compresso e il baricentro delle armature tese
Ancoraggio
Estremit di una barra che garantisce mediante un meccanismo di aderenza la trasmissione delle forze di
trazione al calcestruzzo. Dispositivo usato per ancorare un elemento non strutturale alla struttura
Anima bw di una trave
Porzione verticale sottile, avente sezione ad I, che unisce la/e ali
Armatura
Barra dacciaio usate per rinforzare il calcestruzzo
Armatura a flessione
Armatura disposta per resistere alla forza di trazione indotta dal momento flettente
Armatura a taglio
Armatura disposta per resistere alle forze di taglio che collega le parti tesa e compressa di una sezione
Armatura di compressione
Armatura disposta per resistere alla forza di compressione indotta dalla forza assiale e/o dal momento
flettente
Armatura trasversale
Armatura con inclinazione da 45 a 90* sullasse longitudinale dellelemento
Azioni permanenti
Azioni dovute al peso proprio della struttura, alle murature, alle finiture e alle attrezzature fisse
Azioni variabili
Azioni dovute ai carichi di esercizio, al vento o alla neve
Capacit portante del terreno
Carico per unit di superficie su un terreno di fondazione che fornisce unadeguata sicurezza nei confronti
del collasso del terreno portante, o un cedimento della fondazione che non porta danno alla struttura.
Carichi gravitazionali
Carichi convenzionalmente agenti verso il basso, causati dallaccelerazione di gravit agente sulla massa
degli elementi.
Casseforme
Carpenteria temporanea che contiene il calcestruzzo allo stato plastico e d la forma finale allelemento.
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DEFINIZIONI E SIMBOLOGIA
Cedimento differenziale
Movimento di differente entit della fondazione e/o di parti diverse di una struttura.
Cemento
Legante idraulico che aggiunto ad acqua ha la propriet di indurire.
Calcestruzzo
Miscela di legante idraulico, aggregato fine, aggregato grosso, acqua, additivi ed eventuali aggiunte.
Classe di esposizione ambientale
Descrizione sintetica del livello di aggressivit dellazione chimico-fisica dovuta allambiente sul
calcestruzzo.
Combinazione dei carichi di progetto
Combinazione di carichi che tiene conto della ridotta probabilit che carichi variabili di diversa natura si
presentino simultaneamente.
Copriferro
Spessore di calcestruzzo tra la superficie esterna di qualsiasi armatura e la faccia esterna pi vicina
dellelemento di calcestruzzo.
Corrosione
Trasformazione della superficie di un metallo in ossido di ferro in presenza di umidit o ossigeno.
Diametro nominale
Diametro approssimato di una barra dacciaio ad aderenza migliorata, valutato sulla base della sezione
della barra piena equipesante
Elemento non strutturale
Componente architettonico, meccanico o elettrico non facente parte della struttura
Coefficiente di carico
Coefficiente che moltiplicano i carichi caratteristici per ottenere i carichi di progetto
Ala
Parte superiore o inferiore di una sezione a forma di T di spessore hf
Gancio
Tratto curvo allestremo di una barra darmatura, classificato in base allangolo ( 90, 135, 180).
Lunghezza teorica di campata
Distanza tra gli assi teorici degli appoggi di un elemento orizzontale, chiamata anche luce
Progetto della miscela del calcestruzzo
Scelta e proporzionamento degli ingredienti di un calcestruzzo
Malta
Miscela di pasta e sabbia (aggregato fine)
Modulo di elasticit (longitudinale/trasversale)
Rapporto tra la tensione di trazione o compressione, al di sotto del limite di proporzionalit del materiale, e
la corrispondente deformazione o tra la tensione di taglio e la corrispondente deformazione.
Momento flettente (positivo/negativo)
Effetto di una forza posta a una data distanza da un asse, che produce effetti di curvatura su un elemento
strutturale. Definito negativo quando produce tensioni nella parte superiore di una sezione di un
elemento orizzontale o quasi orizzontale, positivo quando produce tensioni nella parte inferiore di una
sezione di un elemento orizzontale o quasi orizzontale
Pasta di cemento
Miscela di acqua e cemento
ii
2007 F. Biasioli
DEFINIZIONI E SIMBOLOGIA
Pilastro
Elemento verticale in grado di portare forze di compressione o pressoflessione.
Plinti
Elementi che trasmettono al suolo direttamente (fondazioni dirette) o indirettamente (fondazioni su pali) i
carichi dei pilastri o dei muri strutturali in calcestruzzo.
Prodotti di maturazione
Prodotti intesi a mantenere il calcestruzzo umido per un certo periodo di tempo, solitamente alcuni giorni,
dal momento del getto in grado di garantire lumidit interna sufficiente a sviluppare il processo di
idratazione. Il momento di applicazione dipende dalla temperatura, dallumidit relativa dellaria, dal vento,
dallesposizione diretta ai raggi solari, dal tipo di miscela del calcestruzzo.
Protezione al fuoco dellarmatura
Spessore di calcestruzzo richiesto per isolare larmatura dalle alte temperature provocate da un incendio
Resistenza a compressione del calcestruzzo f c
Resistenza cilindrica del calcestruzzo a compressione, in N/mm2.
Resistenza allo snervamento dellacciaio f y
Resistenza minima allo snervamento, in N/mm2.
Soletta
Parte superiore di un solaio in calcestruzzo armato portata da travetti, travi o pilastri.
Staffe
Armatura disposta per assorbire le forze di taglio e/o torsione in un membro strutturale. Armatura che
racchiude larmatura longitudinale nelle travi o le barre verticali nei pilastri
Stato limite
Condizione superata la quale una struttura o una sua parte non pi idonea a svolgere le funzioni per cui
stata realizzata
Taglio
Forza interna perpendicolare allasse longitudinale dellelemento
Tensione
Forza per unit di area
Trave
Elemento strutturale, orizzontale o quasi orizzontale, sorretto da uno (nel caso di mensola) o pi punti, ma
non per tutta la sua lunghezza, che porta carichi trasversali al suo asse e sollecitato principalmente a
flessione.
Trave principale
Trave principale orizzontale, che pu portare altre travi secondarie
Travetto
Trave a forma di T disposta in serie parallele, che porta direttamente i carichi del pavimento o del soffitto,
a sua volta portata da travi principali, travi secondarie o muri portanti
Trave di fondazione
Trave che poggia sul suolo di fondazione e collega i pilastri o gli elementi verticali o i loro plinti
2007 F. Biasioli
iii
DEFINIZIONI E SIMBOLOGIA
Simbologia
Lettere greche
iv
cc ct
Coefficiente di riduzione della resistenza di progetto del calcestruzzo rispettivamente a compressione e trazione
Coefficiente di sicurezza parziali per le azioni permanenti, che tengono conto delle incertezze di modello
Coefficiente di sicurezza parziali per una propriet di un materiale, che tengono conto delle incertezze della
propriet stessa e del modello di calcolo utilizzato
Coefficiente di sicurezza parziali per una propriet di un materiale, che tengono conto solo delle incertezze
inerenti alla propriet del materiale
Rapporto tra momento residuo dopo la ridistribuzione e momento prima della redistribuzione
's
Taglio adimensionale
Momento adimensionale
'
2007 F. Biasioli
DEFINIZIONI E SIMBOLOGIA
Ac
As
As0
As
Ecm
Ec(28)
Modulo elastico tangente di un calcestruzzo di densit normale alla tensione c=0 e a 28 giorni
Es
MSd
MRd
NSd
NRd
Azioni variabili
TRd
VSd
VRd
beff
bf
bw
Distanza della fibra pi compressa o meno tesa dal baricentro dellarmatura pi compressa o meno tesa
fcd
fck
fyd
fyk
hf
leff
2007 F. Biasioli
DEFINIZIONI E SIMBOLOGIA
Bibliografia e riferimenti
Nel testo si fa riferimento ai documenti elencati nella tabella che segue indicando, a margine
di pagina, la sigla indicata nella prima colonna e il capitolo/paragrafo del documento a cui fare
riferimento.
Sigla
NT
D.M. 14/09/2005 Norme tecniche per le costruzioni, G.U. n. 222 del 23/09/2005.
OR
Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri 20/03/2003, n. 3274, allegati 2 e 4, aggiornata
allOPCM 3/05/2005, n. 3431.
3519
OPCM 28/04/2006, n. 3519, criteri generali per lindividuazione delle zone sismiche e per la
formazione e laggiornamento degli elenchi delle medesime zone (G.U. 11/05/2006).
EC2
EC8
206
11104
vi
Documento
ATE
QT1
Strutture di calcestruzzo: Le basi del progetto strutturale, Politeko Edizioni, Torino, 2007
QT2
Strutture di calcestruzzo: Durabilit, materiali, ritiro, viscosit, Politeko Edizioni, Torino, 2007
QT3
QT4
Strutture di calcestruzzo: Forza assiale, flessione, instabilit, Politeko Edizioni, Torino, 2007
QT5
QT6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 1
CAPITOLO 1
Riferimenti, basi del progetto, durabilit e materiali
Dopo una descrizione delle fasi della procedura di progetto, il Quaderno descrive i dati essenziali
dellopera e tratta la durabilit strutturale e le conseguenze che ne derivano in termini di criteri di
definizione dei copriferri e scelta dei materiali.
1.1
Procedura di progetto
Il progetto di un edificio multipiano in calcestruzzo armato pu essere articolato in una sequenza logica di
operazioni (figura 1.1):
1. Definizione in pianta e in altezza della struttura e disposizione in pianta degli elementi strutturali
(cap. 1)
2. Identificazione delle classi di esposizione ambientale, calcolo dei copriferri e scelta dei materiali
(cap. 1)
3. Calcolo della intensit delle azioni verticali (carichi gravitazionali - cap. 2)
4. Verifica agli stati limite di esercizio (tensioni, fessurazione, deformazione); definizione degli
spessori strutturali e predimensionamento di solai e travi (cap. 3)
5. Calcolo dei carichi verticali totali, predimensionamento agli stati limite ultimi degli elementi
verticali pilastri - e degli elementi di controvento setti e nuclei ascensore (cap. 4)
6. Analisi della distribuzione planimetrica degli elementi di controvento (cap. 5)
7. Calcolo delle azioni orizzontali (imperfezioni geometriche, vento e sisma), selezione e ripartizione
sugli elementi strutturali dellazione orizzontale di riferimento (cap. 6)
8. Progetto delle armature degli elementi verticali .- pilastri- e orizzontali - solai, travi cap. 7
9. Progetto delle armature degli elementi di controvento (nuclei e setti)
10. Progetto delle fondazioni
11. Disegni costruttivi.
Gli argomenti del punto 1 sono oggetto del presente capitolo, quelli dei punti da 2 a 8 dei capitoli che
seguono.
2007 F. Biasioli
1-1
CAPITOLO 1
3) AZIONI
4) PREDIMENSIONAMENTO SOLAI E
TRAVI - SLE
5) PREDIMENSIONAMENTO PILASTRI,
NUCLEI, SETTI - SLU
NO
DISTRIBUZIONE
PLANIMETRICA
ACCETTABILE?
SI
7) PROGETTO/VERIFICA ARMATURE
SOLAI , TRAVI, PILASTRI
8) PROGETTO/VERIFICA ARMATURE
NUCLEI, SETTI
9) PROGETTO FONDAZIONI
1-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 1
una griglia di assi secondo due direzioni principali in pianta: gli assi si incrociano in corrispondenza
dei fili fissi degli elementi verticali (pilastri, nuclei, setti);2
b)
la disposizione in pianta degli elementi verticali continui a ogni piano fino alle fondazioni;
c)
le distanze orizzontali tra le linee della griglia
d)
una tabella quotata contenente le distanze parziali e progressive dei centri degli elementi strutturali
e le coordinate (x,y) rispetto al riferimento (0,0).
Le piante dei pilastri e delle fondazioni contengono le informazioni relative a tutti gli elementi verticali e di
fondazione (posizione, dimensioni, distanze relative).
b)
c)
d)
il numero di piani;
b)
laltezza di interpiano di tutti i piani, definita come la distanza verticale dal piano del pavimento finito
del piano considerato fino allo stesso livello di un piano adiacente;
c)
d)
laltezza libera verticale tra il piano di pavimento finito e il soffitto del piano;
e)
lo spazio verticale (a pavimento o a soffitto) necessario ad alloggiare gli impianti tecnici relativi alla
distribuzione dellenergia elettrica, dellacqua (sia potabile che di scarico), al riscaldamento, alla
ventilazione o allaria condizionata;
f)
la quota e leventuale pendenza del terreno in relazione con il piano terreno del fabbricato o il piano
seminterrato, se presente.
1 Tutti
2
i disegni di carpenteria e armatura sono stati effettuati mediante la proceduta Auto-Ca (www.auto-ca.it).
I fili fissi sono segmenti che individuano punti notevoli di un elemento: centro o spigoli di un pilastro, asse o spigolo di un setto
ecc. e che, non cambiando di posizione ai piani, possono essere utilizzati per il tracciamento delle carpenterie di piano.
2007 F. Biasioli
1-3
CAPITOLO 1
Pilastro
ASC B 3
ASC B 10
C A 1
A 2
A 3
R
A 5
A 6
C A 7
A 8
A 9
R
A 11
A 12
C A 13
R C 1
C 2
C 6
Q C 7
C 8
C 12
R C 13
C D 1
D 2
D 3
D 5
D 6
R D 7
D 8
D 9
D 11
D 12
C D 13
[cm]
795
2585
0
360
795
1085
1400
1780
2160
2475
2765
3200
3560
0
360
1400
1780
2160
3200
3560
0
360
795
1085
1400
1780
2160
2475
2765
3200
3560
[cm]
450
450
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
650
650
650
650
650
650
650
1300
1300
1248
1247
1300
1300
1300
1248
1248
1300
1300
1-4
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 1
2007 F. Biasioli
1-5
CAPITOLO 1
Quote in cm
1-6
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CAPITOLO 1
Ledificio situato in una zona pianeggiante ubicata nell'area urbana di una localit del Piemonte a quota
350 m s.l.m.
DM05 2.5
La localit classificata in zona sismica 4. Ledificio, a uso residenziale, classificato come struttura di
classe 1. Per tale classe la vita utile di progetto Td pari a 50 anni e il periodo di ritorno delle azioni
naturali (vento, neve) a 10 x Td = (10x50) = 500 anni.
Ledificio costituito da sei piani fuori terra, un piano sottotetto e un interrato. La configurazione in pianta
di un corpo unico compatto rettangolare, senza giunti di dilatazione, con simmetrie longitudinale e
trasversale (fig. 1.5). La copertura inclinata di un angolo = 10,7.
Ciascun solaio ha superficie lorda pari a (36,10 x 13,70) = 490 m2 circa. Il volume fuori terra del fabbricato
(vuoto per pieno) pari a [36,10 x 13,70 x (20,83+19,30/2)] = 9924 m3 circa
altezze interne nette: interrato: 2,40 m; piani tipo: 2,70 m; sottotetto: variabile da 1,0 m in gronda) a
2,30 m al colmo;
altezze interne lorde: piano interrato, dallo spiccato delle fondazioni: plinti: 2,50 m, muri: 2,65 m;
piano tipo: 2,80 m; piano sottotetto variabile da 1,04 a 2,35 m;
spessore solaio: al rustico, a tutti i piani: (0,18 + 0,05) = 0,23 m; al finito: piano terreno 0,32 m; piani
tipo: 0,33 m; sottotetto: 0,28 m
2007 F. Biasioli
1-7
CAPITOLO 1
Le prove geognostiche definiscono un valore NSPT variabile tra 24 e 40. Poich 15 < NSPT < 50 si pu
classificare il terreno nella categoria C.
Per la zona non sono disponibili dati relativi a fenomeni di instabilit, subsidenza o erosione del suolo.
Le fondazioni sono dirette e costituite per i pilastri da plinti isolati di altezza 0,50 m con dimensioni in
pianta adeguate alle caratteristiche meccaniche del terreno. Al piano interrato una serie di muri di
calcestruzzo armato aventi fondazione di altezza 0,35 m forma un sistema scatolare di chiusura
perimetrale che contrasta la spinta del terreno.
1-8
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 1
La durabilit di una struttura di calcestruzzo dipende dallinterazione tra le caratteristiche del materiale con
cui la struttura costruita e le azioni di tipo chimico fisico, legate alle condizioni dellambiente in cui essa
si trova e alle quali soggetta nellarco della sua vita utile. Tali azioni, non prese in conto nellanalisi
strutturale, comportano unopportuna scelta del tipo di calcestruzzo, adeguate disposizioni costruttive delle
armature e unesecuzione curata.
Il requisito di durabilit si ritiene soddisfatto se la struttura, sottoposta alle azioni tipiche dellambiente e
soggetta a ordinaria manutenzione, in grado di continuare a fornire per tutta la vita utile di progetto le
prestazioni per la quale stata progettata e realizzata.
In base alle indicazioni delle norme EN206-1 e UNI 11104 le condizioni prevalenti della struttura di
elevazione delledificio possono essere classificate nelle classi di esposizione ambientale di tabella.3
Classe di
esposizione
Condizione di esposizione
Elementi strutturali
XC1
XC2
XC3
Umidit moderata
XA1
Per le diverse classi di esposizione e una durata di vita di 50 anni secondo lEC2 e la norma UNI 11104
per il copriferro e la classe di resistenza del calcestruzzo minimi valgono le seguenti prescrizioni:
-
classe XC1:
classe XC2
classe XC3:
classe XA1:
Per le fondazioni e i muri contro terra, classificati nelle classi (XC2 + XA1), per soddisfare le richieste di
entrambe le classi di esposizione la classe di resistenza minima per il calcestruzzo la C28/35,
In base ai dati di tabella per i solai di piano sarebbe necessario prescrivere due diversi tipi di calcestruzzo:
per le zone interne (classe ambientale XC1) un calcestruzzo C25/30, per le logge e i balconi (classe
ambientale XC3) un calcestruzzo C28/35. Ci evidentemente non agevole in cantiere, dato che il getto
avviene in contemporanea su tutta la superficie del solaio.
Peraltro gli elementi orizzontali delle logge sono a rischio di degrado in quanto direttamente esposti all
ambiente esterno. Una soluzione che ovvia alla minor durabilit intrinseca di tali parti ma tecnicamente
praticabile tiene conto del fatto che laggressione possibile - degrado da ossidazione delle armature
dovuto a carbonatazione del calcestruzzo - dipende sia dalle caratteristiche di permeabilit superficiale del
calcestruzzo che dallo spessore del copriferro. Si prescrive pertanto limpiego di una unica classe di
calcestruzzo C25/30, oltre che per le zone , anche per gli elementi orizzontali delle logge ma si impone di
aumentare per queste ultime il copriferro minimo previsto per la classe XC3 (25 mm) di ulteriori 5 mm.
3
2007 F. Biasioli
1-9
CAPITOLO 1
E sempre opportuno effettuare la valutazione economica delle soluzioni alternative stimando il rapporto
prezzo/prestazioni delle diverse classi di calcestruzzo. Per un calcestruzzo di riferimento con diametro
massimo dei grani dg = 32 mm e classe di consistenza S3 calcolato in tabella 1.2 per le classi di
esposizione pi significative il rapporto prezzo/prestazioni sulla base dei prezzi correnti nella localit,
assumendo come calcestruzzo di riferimento il calcestruzzo di classe C25/30.
Il minor costo teorico complessivo dellopera che si otterrebbe impiegando, al posto di un calcestruzzo
classe C20/25, un calcestruzzo classe C25/30 o C28/35 rispettivamente pari al 12 e 20%, a condizione
che le prestazioni di tali materiali siano utilizzate correttamente nel progetto strutturale.
Il vantaggio effettivo ovviamente minore del teorico, date le limitazioni poste dalle dimensioni minime
delle sezioni di pilastri, solai e travi e dalla configurazione geometrica delledificio, ma certamente la presa
in conto della durabilit attraverso la scelta di una classe di calcestruzzo adeguata non comporta
incrementi del costo totale di costruzione, mentre ne garantisce migliori prestazioni (ridotta deformabilit
degli elementi inflessi, resistenza addizionale per eventi non previsti nel calcolo ecc.).
Variabile
u.d.m.
Classe
C20/25
C25/30
C28/35
XC1
XC3
N/mm2
25
30
35
/m3
88
93
98,5
Prezzo relativo
100
105,7
111,9
Prestazione relativa
100
120
140
0,88
0,80
Classe di esposizione
Rck
Prezzo
Rapporto prezzo/prestazioni
classe di resistenza C28/35, rapporto a/c max 0,55, dosaggio minimo cemento 320 kg/m3
classe di esposizione (XC2 + XA1) o XC3
classe di consistenza S3
diametro massimo aggregato 32 mm
classe di resistenza C25/30 rapporto a/c max 0,60, dosaggio minimo cemento 300 kg/m3
classe di esposizione XC1
classe di consistenza S3 (per copertura, rampe scale ); S5 (per travi e solai)
diametro massimo aggregato 32 mm
1-10
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 1
EC2 4.4.1
Il copriferro MINIMO cmin che soddisfa sia i requisiti relativi alladerenza che alla durabilit vale:
cmin = max [cmin,b; (cmin,dur - c dur,add); 10 mm]
[1.1]
[1.2]
Per i getti del piano interrato (plinti e muri) in cui un lato contro terra, dunque non ispezionabile si deve
assumere cnom 40 mm.
Nellipotesi di utilizzare:
-
Classe di
esposizione
, cmin,b
cmin,dur
cdur,add
cdur
cmin
cnom
(mm)
(mm)
(mm)
(mm)
(mm)
(mm)
XC1
15
- 10
Solai
XC1
12
15
-20
12
XC3
12
12
XC3
12
25 + 5
-10
20
20
XC3
25
-10
15
25
XC2+XA1
16
25
25
25
20
30
40
2007 F. Biasioli
1-11
CAPITOLO 1
1.5 Materiali
1.5.1 Calcestruzzo
La classe del calcestruzzo identificata mediante la resistenza caratteristica a compressione (N/mm2)
misurata dopo 28 gg di maturazione. Nelle NT (Norme Tecniche) la resistenza misurata su cubi di lato
160 mm e ha sigla: Rck (es. Rck 25, Rck 30 ecc.), nellEC2 su cilindri di diametro 150 mm e altezza 300 mm
- sigla fck - o su cubi di lato 160 mm sigla fck,cu. Per lEC2 la denominazione C fck / fck,cu.
DM 11.1.10.1
Per entrambe le norme Rck = fck,cu, mentre la resistenza cilindrica fck, varia: secondo le NT si assume
fck, = 0,83 Rck , secondo lEC2 fck, 0,80 fck,cu. Adottando le indicazioni delle NT si ottengono:
Denominazione
C25/30
C28/35
Destinazione
solai/travi
Rck
30
35
N/mm2
fck
25
29
N/mm2
fctm
2,6
2,8
N/mm2
Ecm
31
32
kN/mm2
m,c
fcd
15,8
cc
1,9
18,4
N/mm2
1,2
N/mm2
1,8
1.5.2 Acciaio
DM 11 2 2 1
Gli acciai per armatura sono definiti dai valori caratteristici delle tensioni di snervamento fyk e di rottura ftk,
del rapporto (ft/fy)k e dal valore caratteristico della deformazione uk corrispondente alla tensione massima
sotto carico. Per le NT e lEC2 :
f
fyd = yk
s
f
Secondo le N.T s = 1,15. La deformazione di progetto al limite elastico vale syd = yd
Es
DM 5.1.2.1.1.4
Nel seguito sono riportati i valori caratteristici e di progetto di tensioni e deformazioni per acciaio laminato
a caldo B450C controllato in stabilimento. Per il calcolo di syd si assunto, come nellEC2,
Es = 200103 N/mm2.
resistenza a trazione caratteristica
ftk
540 N/mm2
EC2 2.4.2.4
1-12
fyk
450 N/mm2
uk
> 70
Es
200 kN/mm2
1,15
fyd
391 N/mm2
syd
1,96
ud
63
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 2
CAPITOLO 2
Analisi dei carichi
2.1
Stati limite
Gli stati limite ultimi sono quelli associati al collasso o ad altre forme di cedimento strutturale che possono
mettere in pericolo la sicurezza delle persone. Le situazioni che precedono il collasso sono trattate
anchesse come stati limite ultimi. Gli stati limite ultimi per cui richiesta la verifica riguardano:
b.
la perdita di equilibrio della struttura o di una parte di essa, considerata come corpo rigido;
il dissesto per deformazione eccessiva, rottura o perdita di stabilit della struttura o di una parte di
essa, compresi i vincoli e le fondazioni.
Stati limite di esercizio
Gli stati limite di esercizio corrispondono a stati al di l dei quali non risultano pi soddisfatti i requisiti di
uso richiesti. Gli stati limite di esercizio per cui richiesta la verifica riguardano:
Una struttura deve essere verificata per tutti gli stati limite considerati significativi, sia ultimi che di
esercizio. In genere le verifiche agli stati limite di esercizio vengono effettuate utilizzando modelli che
ipotizzano il comportamento elastico dei materiali, modificato per tener conto della fessurazione del
calcestruzzo (sezione parzializzata omogeneizzata). Si possono usare metodi tabellari semplificati, che
forniscono indicazioni utili in fase di predimensionamento degli elementi strutturali (vedere QT3).
Il progetto/verifica agli stati limite ultimi si basa su modelli plastici. I metodi di progetto/verifica delle
armature, diversi a seconda dei diversi stati limite (sollecitazioni di pressoflessione e flessione, taglio,
torsione e punzonamento), sono facilitati dalluso di tabelle e grafici basati su parametri adimensionali
(vedere QT 4-5-6).
Per tutti gli stati limite occorre preliminarmente cumulare le azioni permanenti (peso proprio e carichi
permanentemente portati) e variabili (carichi di esercizio, vento, neve) mediante idonee combinazioni di
carico e disporre i carichi variabili sulla struttura in modo da massimizzare leffetto sfavorevole
considerato.
2007 F. Biasioli
2-1
CAPITOLO 2
2.2 Azioni
2.2.1 Classificazione e variabilit nel tempo
DM 2.6.3
Le NT definiscono come azione ogni causa o insieme di cause capace di indurre stati limite in una struttura.
In genere per gli edifici si considerano azioni variabili di intensit convenzionale aventi la possibilit di
variare la posizione (disposizioni di carico). I carichi si classificano come:
-
carichi permanenti (G) che agiscono durante tutta la vita utile della struttura con variazioni di intensit
nel tempo cos piccole e lente da poter essere considerati con sufficiente approssimazione costanti nel
tempo: pesi propri della struttura e carichi permanentemente portati;
carichi variabili (Q) suddivisi in carichi di lunga durata - che agiscono, anche non continuativamente,
con intensit significativa per un tempo non trascurabile rispetto alla vita utile della struttura - e di
breve durata - che agiscono per un tempo breve rispetto alla vita utile della struttura.
carichi eccezionali (A), legati ad eventi fortuiti (incendi, esplosioni, urti, impatti, sisma ecc)1.
DM05 2.6.4.1
Di ciascun carico variabile nel tempo sono definiti una serie di valori rappresentativi (fig. 2.1):
Qk
0 Qk,
il valore di combinazione dellazione, in cui il coefficiente 0 < 1 tiene conto della ridotta
probabilit di occorrenza simultanea di due o pi azioni indipendenti entrambe di intensit pari al
valore caratteristico: utilizzato per gli SLU e SLE irreversibili (fessurazione);
1 Qk
il valore frequente dellazione, in cui 1 < 0 scelto in modo che il periodo di tempo in cui
il valore lintensit 1 Qk viene superata sia al pi una frazione, generalmente il 10%, del
periodo di riferimento Tu. E utilizzato per gli SLE reversibili (verifica di fessurazione di strutture
precompresse);
il valore quasi permanente dellazione k, in cui 2 < 1 scelto in modo che il periodo di
tempo in cui 2 Qk risulta superata sia al pi una frazione (generalmente il 50%) del periodo
di riferimento Tu: E utilizzato per il calcolo degli effetti a lungo termine negli SLE reversibili
(deformazione della struttura) e nelle condizioni che vedono dominante lazione sismica.
2 Q
QT1
Essendo tutti i coefficienti < 1 i valori che si ottengono corrispondono ad intensit dellazione via via
minori, pi facilmente superabili durante la vita utile della struttura e corrispondenti a periodi di ritorno T
minori del periodo associato al valore caratteristico dellazione stessa.
I valori dei fattori di combinazione adottati in Italia dipendono dal tipo di azione considerata, dalla
destinazione duso della struttura e dalla situazione di progetto.
Anche se le NT non classificano levento sismico come eccezionale, esso da intendersi come tale secondo le
indicazioni dellEC0, 4.1.2 (9).
2-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 2
Per le parti strutturali e non strutturali le azioni permanenti sono valutate in base alle masse volumiche dei
materiali di cui composta la costruzione e/o alle loro caratteristiche geometriche Per elementi strutturali
e di finitura per edifici si possono applicare i valori di tabella 2.1.
Materiali
massa volumica/
intensit
24 / 25
14 - 20
Intonaco di cemento
20
Mattoni semipieni
16
Mattoni forati
11
30
u.d.m.
kN/m3
0,75
h = 20 cm
0,82
h = 22 cm
0,89
h = 24 cm
1,00
0,70
0,40
kN/m2
2007 F. Biasioli
0,0816
0,0125
0,0120
0,75 kN/m2
2,33 kN/m2
gk0 = 3,08 kN/m2
1,28 kN/m2
0,25 kN/m2
0,20 kN/m2
gk1 = 1,73 kN/m2
2-3
CAPITOLO 2
SOLETTA SCALE- H = 15 cm
2-4
a) soletta in calcestruzzo h = 15 cm
0,1525
0,0518
90 kN/m2
0,25 kN/m2
0,20 kN/m2
gk7 = 1,35 kN/m2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 2
interno
c
quote in cm
1
12
12
35
0,1211
0,1216
0,0120
0,0120
0,080,9
1,32 kN/m2
1,92 kN/m2
0,20 kN/m2
0,20 kN/m2
0,06 kN/m2
Totale 3,70 kN/m2
Per ciascun piano di altezza a rustico h = 2,80 m il carico medio a metro lineare di muratura netto,
tenendo conto delle aperture esterne (finestre e porte finestre), risulta
(35,7 + 14,0) 2
1002,80
161,202,20
141,201,50
Totale
(67/280) 100
100 m
2,80 m
280 m2
42 m2
15 m2
67 m2
24%
interno
b
quote in cm
2007 F. Biasioli
0,0811
0,0220
0,88 kN/m2
0,40 kN/m2
Totale 1,28 kN/m2
2-5
CAPITOLO 2
Per ciascun piano di superficie netta 470 m2 circa il carico medio a metro quadrato di solaio,
tenendo conto delle aperture interne, risulta
sviluppo totale muratura interna
altezza interpiano al rustico
superficie muratura lorda totale edificio
superficie aperture: porte n. 30
incidenza aperture su totale muratura
1652,80
300,802,20
(53/462) 100
165 m
2,80 m
462 m2
53 m2
11,5%
1,28462 = 591 kN
(1-0,115)591= 523 kN
Per il calcolo dei solai degli edifici di civile abitazione in grado, come nel caso di esame, di avere
adeguata capacit di ripartizione trasversale dei carichi, il carico lineare costituito dai divisori pu
essere trasformato in un carico uniformemente, la cui intensit calcolata come rapporto tra il peso
complessivo della muratura e la superficie netta del solaio (462 m2 nel caso in esame).
Peso della muratura per unit di superficie di solaio
523/462
kN/m
kN/m
gk0 = 2,67 b
gk0 = 4,21 b
Ambiente
qk
Qk
(kN/m2)
(kN)
Hk
(kN/m)
2,00
2,00
1,00
4,00
3,00
2,00
1,00
2,00
1,00
2,50
2 x 10,00
1,00
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 2
il carico di neve qref(TR) che dipende da un carico di riferimento caratteristico qsk funzione dei parametri
che caratterizzano il sito (zona geografica ed effetti locali legati allubicazione) modificato per tener
conto del periodo di ritorno TR specifico per la costruzione considerata;
i parametri che caratterizzano la tipologia strutturale e il tipo di opera (coefficienti di forma, di
esposizione e termico).
Tutte le localit del Nord Italia (esclusa quelle della regione Liguria) a quota minore di 1500 m sono classificate
dalle NT nella zona geografica I. Per tale zona :
- qsk = 1,60 kN/m2
- qsk = 1,60 +
3,0 ( a s -200 )
se 200 < as 750 m
1000
3,0 ( 350-200 )
= . 2,05 kN/m2
1000
Il carico qsk va modificato in funzione del periodo di ritorno TR del fenomeno, variabile in base alla classe
strutturale dellopera,secondo la relazione:
qref (TR) = R (TR) qsk
Il coefficiente R (TR) dipende dal periodo di ritorno TR che viene assunto pari a 10 volte la vita di progetto
convenzionale dellopera Td. Per strutture con vita di progetto Td = 50 anni (classe 1) sono pertanto
TR = 10 x 50 = 500 anni e R (500) = 1,12 (+12%).
qref (500) = Rn (500) qsk = 1,12 x 2,05 = 2,30 kN/m2
B) Carico di neve qs
qs = i qref (TR) ce ct
coefficiente di forma della copertura, varabile per copertura a una falda da 0,80 a 0 in
funzione dellinclinazione sullorizzontale (delle inclinazioni i delle falde, se diverse, per
coperture a due falde) nellipotesi che non risulti impedito lo scivolamento della neve.
La presenza di un parapetto e/o di elementi fermaneve impongono il valore i = 0,80.
ce
coefficiente di esposizione, variabile tra 0,8 e 1,2, che tiene conto che la neve pu essere
asportata dal vento in misura variabile in funzione delle caratteristiche topografiche del sito
ove localizzato lopera.
In zona aperta senza ostacoli alleffetto del vento ce = 0,80; in zona in cui non si ha
rimozione significativa ce = 1,0; in zona riparata dalleffetto del vento (edifici bassi
contornati da edifici alti e/o da alberi alti) ce = 1,20. In assenza di indicazioni specifiche si
assume ce = 1,0.
2007 F. Biasioli
2-7
CAPITOLO 2
ct
coefficiente termico, che tiene conto della possibilit che la neve venga sciolta per effetto
di dispersioni termiche della struttura di copertura. In assenza di dati specifici o in
presenza di sottotetto non riscaldato si assume ct = 1,0.
Ledificio ha copertura a due falde di uguale inclinazione con cornicione ed elementi fermaneve (i =
0,80), in condizioni normali di esposizione e realizzato in zona edificata in cui non si ha rimozione della
neve (ce = 1,0) e ha un sottotetto non riscaldato (ct = 1,0). Pertanto:
qs = i qref (500) ce ct = 0,802,301,01,0 = 1,84 kN/m2
Intensit
Totale
peso proprio
3,08
Gk1 + Gk3
2,86
Qk1
carico variabile
5,94 kN/m2
2,00 kN/m2
peso proprio
7,88 kN/m
peso proprio
3,08
Gk4
carico permanente
0,93
Qk3
4,01 kN/m2
2,00 kN/m2
1d) Travi
Gk0
2,67 b kN/m
Gk0
4,21 b kN/m
2) SOTTOTETTO
Gk0
peso proprio
3,08
Gk4
carico permanente
0,93
Qk6
carico variabile
4,01 kN/m2
1,00 kN/m2
3) COPERTURA
Gk0
peso proprio2
3,14
Gk5
carico permanente2
1,16
Qk4
neve
4,30 kN/m2
1,84 kN/m2
4) SCALE
Gk6
peso proprio
3,75
Gk7
carico permanente
1,35
Qk7
carico folla
5,10 kN/m2
4,00 kN/m2
2-8
Dato che la copertura ha falde inclinate sullorizzontale di = 10,75, le intensit dei carichi permanenti in
proiezione orizzontale si ottengono dividendo per (cos ) i valori calcolati, nellanalisi dei carichi, considerando
una sezione perpendicolare alla falda. In proiezione orizzontale il carico permanente totale, somma del peso
proprio gk0 e del carico permanente portato gk5 , ha pertanto intensit pari a: (3,08 + 1,14)/0,982 = 4,30 kN/m2.
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 2
Ed = E
FONDAMENTALE
i>1
Il simbolo E significa effetto provocato dalla presenza dei carichi G e Q,, il simbolo + significa in
combinazione con. Tra i carichi variabili, il carico Qk,1 quello che massimizza leffetto nella sezione e
per la verifica in esame, i coefficienti moltiplicativi delle azioni sono indicati in tabella 2.4.
Nel caso di pi azioni variabili tutte peggiorative delleffetto di carico in esame, per tener conto della ridotta
probabilit che esse siano tutte contemporaneamente presenti con il valore caratteristico si assume il
valore caratteristico dellazione che fornisce il contributo pi significativo e, per le altre, valori ridotti (valori
di combinazione) ottenuti moltiplicando il valore caratteristico di ciascuna per il suo coefficiente di
combinazione 0.
Effetto
Favorevole
1.0
Sfavorevole
1.4
1.5
Ed = E
RARA
k,j +Q k,1 +
0,iQ k,i
i >1
Il carico variabile che fornisce il contributo pi significativo preso con il valore caratteristico, i
carichi che lo accompagnano con i valori di combinazione;
QUASI PERMANENTE
Ed = E Gk,j + 2,iQ k,i
i
i
Tutti i carichi variabili sono ridotti moltiplicandoli per il rispettivo coefficiente. I valori dei coefficienti
0 e 2 sono riportati in tabella 2.5.
Carico
0,70
0,30
Neve
0,60
0,10
2007 F. Biasioli
2-9
CAPITOLO 2
[PAGINA BIANCA]
2-10
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 3
CAPITOLO 3
Predimensionamento e verifiche agli stati limite di esercizio
Nel capitolo si esaminano le prescrizioni delle NT relative alla geometria degli elementi strutturali e viene
svolto il predimensionamento della geometria di solai e travi e la verifica agli stati limite di esercizio
(limitazione delle tensioni, fessurazione e deformazione).
La verifica allo stato limite di limitazione delle tensioni effettuata in modalit semplificata, sulla base dei
soli dati relativi allintensit e ai coefficienti di combinazione e di sicurezza dei carichi agenti.
La verifica allo stato limite di fessurazione definisce i diametri massimi delle barre di armatura e della loro
posizione nelle travi
La verifica allo stato limite di deformazione di solai e travi inflessi richiede il predimensionamento allo stato
limite ultimo delle loro sezioni (geometria e armatura): essa pertanto preceduta dallindividuazione delle
aree di carico di competenza di ciascun elemento strutturale.
Gli elementi strutturali sono classificati in base alla loro natura e funzione come travi, pilastri, piastre, muri
ecc. e in base alle loro caratteristiche geometriche come:
monodimensionali, se una dimensione prevalente rispetto alle altre: gli elementi, individuati dal loro
asse geometrico, possono essere analizzati con la teoria delle travi;
bidimensionali, se due dimensioni sono prevalenti rispetto alla terza, quest'ultima pari, in generale, allo
spessore: a tali elementi si d il nome di piastre o lastre;
tridimensionali, se le tre dimensioni sono dello stesso ordine di grandezza (elementi tozzi).
I solai in calcestruzzo gettato in opera con alleggerimenti in laterizio sono considerati diaframmi
infinitamente rigidi in grado di trasmettere le azioni orizzontali (vento, imperfezioni geometriche, eventuale
sisma) agli elementi verticali di controvento (nuclei ascensore, setti).1
I nuclei ascensore sono considerati come mensole incastrate in fondazione e vincolate ai piani dai solai di
piano. In particolare il solaio di piano terreno, collegato ai muri laterali in modo da formare una scatola
rigida, impedisce lo spostamento nel piano orizzontale di tutti gli elementi verticali.
Secondo la 3274 i solai possono essere considerati diaframmi rigidi se le aperture presenti non ne riducono
significativamente la rigidezza; se realizzati in laterocemento, devono avere una soletta di calcestruzzo di
spessore minimo 40 mm. Seguendo le indicazioni valide in zona sismica la rigidezza effettiva si pu valutare
considerando il solaio come una trave alta appoggiata agli elementi verticali, soggetta a un carico distribuito
ottenuto dividendo il peso del solaio incrementato del 30% per la lunghezza complessiva di trave.
2007 F. Biasioli
3-1
CAPITOLO 3
Condizioni
ambientali
Classe di
esposizione
Ordinarie
X0
0,45
Aggressive
XC
0,42
Acciaio s/ fyk
combinazione di carico
quasi permanente
rara
0,80
Tab. 3.1 - Rapporti limite di tensione per ambiente, materiale e combinazione di carico
QT2
Nel caso degli elementi inflessi una stima delle tensioni del calcestruzzo e dellacciaio in esercizio pu
essere effettuata ancor prima del dimensionamento delle sezioni utilizzando le relazioni approssimate:
c
M
0,68 ES
fck
MUL
QK
GK
0,68
Q
G + Q K
GK
[3.1]
s
M
0,93 ES
fyk
MUL
QK
GK
0,93
Q
G + Q K
GK
[3.2]
1+
1+
Tale possibilit importante perch dal livello delle tensioni dipendono sia alcune scelte di dettaglio
(diametro e interferro delle armature) che la verifica allo stato limite di deformazione.
Per i coefficienti G = 1,40, Q = 1,50 e 0 (combinazione rara) e 2 (combinazione quasi permanente)
fissati dalle NT per ciascun carico (cap. 2) si ottengono i valori di tabella 3.2.
COMBINAZIONE
RARA
0
0 Qk
s
Gk
fyk
Gk
kN/m2
Qk
kN/m2
Solaio p.tipo
5,94
2,00
0,34 0,30
0.10
0.39
0.54
0,70
0.24
0.60
Loggia
4,01
2,00
0,50 0,30
0.15
0.36
0.50
0,70
0.35
0.58
Sottotetto
4,01
1,00
0,25 0,30
0.08
0.41
0.56
0,70
0.18
0.62
Copertura
4,22
1,64
0,39 0,10
0.04
0.36
0.49
0,60
0.23
0.58
Scale
5,10
4,002
0,78 0,30
0.23
0.33
0.45
0,70
0.55
0.56
Elemento
Qk
Gk
COMBINAZIONE QUASI
PERMANENTE
2
2 Qk
c
s
Gk
fck
fyk
3-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 3
Classe di esposizione
(mm)
X0, XC1
0,4
XC2-3-4, XD, XS
0,3
Nelle travi inflesse, per evitare rotture repentine per strappo delle armature alla formazione della prima
fessura nel calcestruzzo, deve essere presente unarmatura longitudinale minima in quantit tale da
rispettare il rapporto geometrico (bt la larghezza media della zona tesa di calcestruzzo):
l =
EC2 7.3.3
As
0,15%
bt d
[3.3]
Se nella trave presente almeno larmatura minima possibile evitare fessure incontrollate e limitarne
lampiezza a valori minori di wk = 0,3 mm, dunque soddisfare sempre le condizioni di tabella 3.3 per tutte le
classi di esposizione, se:
- per fessurazione dovuta a deformazioni impresse, si limita il diametro max delle barre longitudinali;
- per fessurazione dovuta a carichi, si limita il diametro delle barre o, in alternativa, la distanza massima
imax tra due barre adiacenti (fig. 3.1 ).
I valori max e imax variano in funzione del tasso di lavoro s delle armature e sono riportati in tabella 3.4.
i max
i max
max
Fig. 3.1 Diametro e interferro massimi
max
imax
(N/mm2)
(mm)
(mm)
240
16
200
260
14
175
Nella combinazione di carico quasi permanente il tasso di lavoro massimo delle armature si verifica nei
solai del piano tipo e del sottotetto e vale s @ 0,56 fyk (tab. 3.2). Per acciaio B450C la tensione risulta
s @ 0,56 x 450 = 250 N/mm2, a cui corrisponde, in tabella 3.4, un diametro massimo delle barre
compreso tra 14 e 16 mm e una distanza massima pari a circa 185 mm. Dato che la stima approssimata
delle tensioni con le formule [2.2] e [2.3] a favore di sicurezza e il calcolo esatto fornirebbe valori minori
di quelli stimati, nel progetto si adottano ovunque barre di diametro 16 mm. Con tale scelta si pu
considerare verificato lo stato limite di fessurazione.
2007 F. Biasioli
3-3
CAPITOLO 3
3.4 Distanze d
Sulla base dei valori di copriferro dei diversi elementi strutturali riportati nel cap. 2 si calcolano le distanze
d del baricentro delle armature longitudinali dalla superficie esterna di calcestruzzo pi vicina ad esse.
Per travi e pilastri (fig. 3.2):
d' = c nom + st +
l
2
d'
long /2
staffe
h d
c nom
d'
d'
d' = c nom +
l
2
I solai in laterocemento hanno la sezione di figura 3.3.2 Lelemento di base del travetto tralicciato
prefabbricato, di altezza totale 37 mm, incorpora un fondello di laterizio di spessore 12 mm. Le armature
predisposte nel getto in stabilimento distano 12 mm dal bordo superiore del fondello di laterizio dunque,
nel caso di barre di diametro 12 mm, hanno baricentro a distanza (12 + 12 + 12/2) = 30 mm dal bordo
inferiore del travetto (fig. 3.3).
Se presente dellarmatura integrativa, questa viene appoggiata sul getto di calcestruzzo del travetto (fig.
3.3). Se anche larmatura integrativa ha diametro 12 mm il suo baricentro dista dal bordo inferiore del travetto
(37 + 12/2) = 43 mm. Per il sistema delle tre barre si pu assumere per d la posizione del baricentro complessivo
posto a distanza::
d = [2 30 + 1 43]/3 = 34 mm
Per le travi e i pilastri si assumono staffe diametro 8 mm e barre longitudinali diametro 16 mm.
Sulla base dei valori dei copriferri nominali cnom di tabella (1.3) si ottengono i valori di tabella 3.5. In base a
tali valori, in tabella sono anche riportate le altezze utili d, distanza del baricentro dellarmatura tesa dal
bordo del calcestruzzo compresso. Essendo i solai e le travi in spessore di solaio :
d = h d = 230 d
3-4
La soletta di completamento opportuno abbia spessore minimo 50 mm in quanto date le condizioni di scarsa accuratezza
del getto delle superfici dei solai lo spessore reale pu facilmente risultare minore del valore teorico. Il DM infatti penalizza i
getti di strutture armate di spessore minore di 50 mm aumentando il fattore parziale di sicurezza del 25% (DM05, 5.1.2.1.4.1.
e 5.1.2.1.4.2.). Tale limitazione rende di fatto antieconomica la realizzazione di getti di spessore minore di 50 mm.
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 3
Elemento
strutturale
st
cnom
d = h d
(mm)
(mm)
(mm)
(mm)
(mm)
Pilastri interni
16
20
36
Travi interne
16
20
36
194
12
20
30/34
200/196
14
20
27
202
14
30
37
193
14
20
35
195
14
30
45
185
16
30
45
16
45
53
Plinti e fondazioni
2007 F. Biasioli
per q = 1 z = R.
3-5
CAPITOLO 3
3-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 3
Per il calcolo i solai a travetti sono considerati piastre nervate con portanza monodirezionale poich, per
qualsiasi nervatura, il rapporto tra la luce minima lmin e lo spessore h risulta lmin/h 5. Le luci di calcolo dei
solai sono assunte pari alla distanza tra gli assi delle travi.
Per la verifica allo stato limite di esercizio di deformazione occorre stimare le quantit di armatura tesa per flessione
nelle sezioni di campata. Con riferimento alla carpenteria di piano si considerano:
-
le nervature S03 - S01 con schema statico di trave continua a due campate di luci teoriche pari a
l = (0,55/2 + 5,925 + 0,65/2) = 6,525 m non si considerano momenti di semi incastro alle estremit delle
nervature;
la nervatura S04 in corrispondenza del vano ascensore, con schema statico di trave semplicemente
appoggiata di luce teorica l = (0,55/2 + 4,15 +0,20/2) = 4,525 m
lI solaio del piano tipo sono soggetti ai carichi permanenti Gk = 5,94 kN/m2 e variabili Qk = 2,0 kN/m2 per metro di
larghezza (due nervature) descritti nella tabella 2.3. Il carico totale di progetto allo SLU vale:
Gd + Qd = (1,4 5,94 + 1,5 2) = (8,31 + 3,0) = 11,31 kN/m2.
Nervature S03 S01
Considerando le disposizioni del carico variabile Qk che forniscono le sollecitazioni massime in campata e
sullappoggio, le reazioni vincolari e i diagrammi di inviluppo sono riportati in figura 3.5.
Scala momenti 1:25 - Sollecitazioni SLU
M min
M max
R max
R min
0
29.88
12.34
39.45
-60.22
92.30
48.45
39.45
0
29.88
12.34
T maxs 0
T maxd 29.88
Luci
gk
qk
6.525
5.94
2
-46.15
46.15
6.525
5.94
2
-29.88
0
2007 F. Biasioli
3-7
CAPITOLO 3
Per il calcolo dellarmatura tesa si assume una coppia resistente calcestruzzo acciaio avente braccio di leva pari
alla distanza tra il baricentro delle soletta superiore e il baricentro dellarmatura inferiore, dunque con valore
z = 196 50/2 = 171 mm. Il tasso di lavoro dellarmatura allo SLU pari a fyd = 450/1,15 = 391 N/mm2
Per le sollecitazioni massime e per metro di larghezza di solaio si ottiene:
As = MSd / ( z fyd) = 39,45 106 / (171 391) = 590 mm2 /m
Si dispongono (2 + 1) 12 per nervatura con unarea complessiva pari a 2 (3 113) = 678 > 590 mm2/m e
A
6 113
100 = 0,34%
rapporto geometrico = s =
bd 1000 196
Nervatura S04
NSd
0,10
A c fcd
Ac
fcd
Laltezza utile d, identica per le tutte travi in spessore di solaio, vale d = h d = 194 mm (tab. 3.5).
Occorre definire, oltre che larmatura tesa As, la larghezza b delle travi. Un valore della larghezza minima
bmin pu essere ottenuta fissando un valore limite del momento ridotto :
=
QT4
MSd
bd2 fcd
Il valore lim legato al rapporto (x/d)li m allo SLU: se (x/d)lim = 0,450 lim = 0,296 (vedi QT4).
Nella carpenteria di piano sono previste travi con larghezza costante sia di bordo che centrali. In base
allanalisi delle aree di carico del punto 3.5 le travi pi caricate risultano:
-
per la travata centrale, la trave compresa tra i riferimenti C1-C2-B4 (vano ascensore)
2007 F. Biasioli
T009
l = 3,60 m
T010
CAPITOLO 3
Larea di carico (fig. 3.4) ha larghezza .8,13 m. In base allintensit del carico totale di progetto del solaio
(tab. 3.2) il carico di progetto per metro lineare di trave, trascurando la differenza tra il peso proprio della
trave e il peso proprio del solaio, risulta pari a:
11,31 8,13 = 92 kN/m
Considerando le disposizioni del carico variabile Q le sollecitazioni massime in campata e sullappoggio, le reazioni
vincolari e i diagrammi di inviluppo sono riportate in figura 3.6.
Il momento massimo in campata vale M = 98 kNm. Adottando lim = 0,296 si ottiene la larghezza minima:
bmin =
MSd
98 106
=
= 556 mm
limd2 fcd 0,296 1942 15,8
Si assume una trave di larghezza b = 650 mm. Il momento ridotto effettivo diventa
= 0,296 x 556/650 = 0,253
a cui corrisponde (QT4) il rapporto meccanico di armatura o = 0,300 e il rapporto geometrico
f
15,8
100 = 1,21%
= cd =0,300
fyd
391
Per la trave T010 la quantit di armatura dunque il rapporto geometrico varia in proporzione alla variazione
della sollecitazione. Risulta pertanto
= (78/98) x 1,21 = 0,96%
2007 F. Biasioli
3-9
CAPITOLO 3
Si considera la trave compresa tra i riferimenti D1 D2 D3, formata da due campate T001-T002 aventi
luci teoriche (assi pilastri) rispettivamente pari a 3,60 e 4,35 metri.
Larea di carico (fig. 3.4) ha larghezza .2,74 m. In base allintensit del carico totale di progetto del solaio
(tab. 3.2) il carico di progetto per metro lineare di trave, trascurando la differenza tra il peso proprio della
trave e il peso proprio del solaio, risulta pari a:
11,31 2,74 = 31 kN/m
a cui va sommato il carico sulla trave dovuto alla muratura esterna, con intensit (1,47,88) = 11 kN/m.
Si ottiene un carico totale pari a (31 + 11) = 42 kN/m.
Considerando le disposizioni del carico variabile Q le sollecitazioni massime in campata e sullappoggio, le reazioni
vincolari e i diagrammi di inviluppo sono riportate in figura 3.7.
MSd
67 106
=
= 381 mm
2
lim d fcd 0,296 194 2 15,8
3-10
o = 0,233
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 3
Per la verifica allo stato limite di esercizio di deformazione di elementi inflessi con luce fino a 7 metri il rapporto l/d
tra la luce e laltezza utile (la snellezza) della trave deve rispettare la relazione5:
l
310 l
310
1 l
sk
=sk
s d 0
d
fyk s / fyk d 0
con:
s
k
s
(l/d)0
[3.4]
fattore che dipende dalla forma della sezione: s = 1,0 per sezioni rettangolari o a T con rapporto tra le
larghezze dellala compressa beff e dellanima bw (beff / bw ) 3; s = 0,80 per sezioni a T con (beff / bw ) > 3
coefficiente che tiene in conto dello schema statico del sistema strutturale (tabella 3.6)
tensione dellarmatura tesa in esercizio (combinazione di carico quasi permanente).
rapporto luce/altezza utile di base
Sistema strutturale
Travi semplicemente appoggiate
Piastre semplicemente appoggiate mono o bidirezionali (in base alla luce
minore)
1,0
1,3
1,5
Piastre non nervate sorrette da pilastri senza travi (in base alla luce
maggiore)
1,2
Mensole
0,4
Tab. 3.6 - Valori k
Dalla tabella 3.2 il rapporto massimo s/ fyk dellarmatura nella combinazione quasi permanente, per 2 =
0,30 e Qk/Gk = 2,0/5,94 = 0,34, vale :
s/ fyk = 0,54
QT2 tab. 3.7
Per individuare il rapporto (l/d)0 si pu utilizzare o un metodo tabellare (QT2 tab. 3.7) o una delle formule
proposte dallEC2. La tabella o la formula da utilizzare dipende dal parametro
0 = 10-3 fck.
Per un calcestruzzo C25/30 con fck = 0,83 Rck = 0,8330 = 25 N/mm2 vale 0 = 10-3 25 = 0,50%.
Il valore (l/d)0 pu essere calcolato con lespressione dellEC2 valida per 0
Per il rapporto geometrico = 0,34% si ottiene:
0
0
l
= 11+ 1,5 fck + 3,2 fck -1
d 0
S03-S01
[3.5]
0,50
0,50
l
+ 3,2 25
-1 = 11 + 11 + 5 = 27
= 11+ 1,5 25
d
0,34
0
0,34
Per luci leff maggiori di 7 metri il risultato della [3.1] va moltiplicato per il rapporto 7/ leff
2007 F. Biasioli
3-11
CAPITOLO 3
Per un acciaio B450C con s = 0,80 e k = 1,3 considerando la nervatura di luce maggiore l = 6,525 m la
[3.3] diventa:
l
310
1 l
310
1
6525
27 = 36 >
=sk
= 33
= 0,8 1,3
d
fyk s /fyk d 0
450 0,54
196
La verifica allo stato limite di esercizio di deformazione soddisfatta e laltezza del solaio compatibile
con i valori limite di inflessione. Per confronto sovente utilizzato, anzich il rapporto l/d, il rapporto l/h
(h = altezza totale dellelemento inflesso). Risulta:6
l
l d
196
=
= 36
= 31
h d h
230
I campi di solaio compresi tra le travi dovrebbero avere, ove possibile, dimensioni multiple delle dimensioni
di ogni blocco (25 50 cm). Linterasse tra le nervature del solaio deve essere minore di 15 volte lo
spessore della soletta: in questo caso linterasse di 50 cm < (15 5 ) = 75 cm.
Per la larghezza minima delle nervature bw deve risultare bw 1/8 dellinterasse tra i travetti, e comunque
non inferiore a 80 mm: nel caso in esame con i = 500 mm bw = 120 mm > 500/8.
Per irrigidire il solaio e ripartire il peso delle murature delle logge vengono realizzate due nervature
trasversali, di larghezza bw = 22,5 e 20 cm.
3.7.2 Travi
QT3 4.2
Per la verifica allo stato limite di esercizio di deformazione vale la relazione [3.4] e il metodo di
progetto/verifica simile a quello adottato per i solai. Nel caso delle travi peraltro il rapporto geometrico
delle armature tese supera sempre il valore di riferimento 0 = 0,50% (le travi inflesse correttamente
dimensionate sono armate con rapporti geometrici dellarmatura tesa nellintorno dell1%).
Se 0 > 0,50% si pu tener conto, nel calcolo della snellezza (l/d)0, anche delleventuale contributo
positivo di una armatura As posta nella zona compressa della sezione, identificata dal rapporto As/As.
Per un calcestruzzo C25/30 valgono i valori di snellezza di base (l/d)0 di tabella 3.7.
C25/30
0 = 0,50%5
A
'/
A
s
s
16
17
17
18
20
21
1.00
15
15
16
17
18
19
1.25
14
15
15
16
16
17
1.50
13
14
14
15
16
16
[3.6]
Il valore (l/h) = 31 paragonato al valore 25 indicato per i solai nel DM 9/1/96 pu sembrare elevato, ma occorre
considerare che le formulazioni del DM facevano implicito riferimento a classi di resistenza del calcestruzzo minori
di quella adottata nel caso in esame. Con una classe C20/25 (Rck = 25N/mm2) risulterebbe (l/d)0 = 23, l/d = 31
e l/h = 26, cio un valore allineato a quello del DM.
3-12
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 3
I fattori k che tengono conto delle condizioni di vincolo sono sempre quelli di tabella 3.6. Anche in questo
caso per travi con sezione a T i valori (l/d)0 di tabella devono essere moltiplicati per 0,8, e nel caso di luci
leff > 7 m, per il rapporto 7/leff.
Travata centrale T09 T10
La trave T09 ha rapporto = 1,21%. Per tale valore la tabella 3.7 fornisce,per As = 0, rapporti (l/d)0 vicini
a 14. I valori esatti possono essere calcolati con la formula [3.6]. Per la trave T010 = 0,96%
Trascurando il contributo favorevole delle barre reggistaffe compresse e tenendo conto dei due diversi
schemi di vincolo per s = 1 (sezione rettangolare) k = 1,3 (trave T009) e k = 1,5 (trave T010) si ottiene
T009
0,50
l
= 11 + 3 = 14
= 11+ 1,5 25
1,21
d 0
l
310
1
3600
= 1,3
14 = 23 >
= 19
d
450 0,54
194
T010
0,50
l
= 11 + 4 = 15
= 11+ 1,5 25
0,96
d 0
l
310
1
4250
= 1,5
15 = 29 >
= 22
d
450
0,54
194
Per il valore = 0,94% la tabella 3.8 fornisce un rapporto (l/d)0 pari a 15 circa.
Il valore esatto pu essere calcolato con la [3.6] tenendo conto dello schema di vincolo per cui k = 1,3.
T002
0,50
l
= 11 + 4 = 15
= 11+ 1,5 25
0,94
d 0
l
310
1
4250
=1,3
= 22
15 = 25 >
d
450 0,54
194
quote in [cm]
2007 F. Biasioli
3-13
CAPITOLO 3
[PAGINA BIANCA]
3-14
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 4
CAPITOLO 4
Predimensionamento degli elementi verticali
Nel capitolo si calcolano, in base alle aree di competenza definite nel capitolo 3, i carichi verticali totali
sugli elementi verticali
Il predimensionamento viene effettuato sulla base di criteri che tendono ad evitare problemi di instabilit o
dei singoli pilastri o del sistema di controvento.
2007 F. Biasioli
4-1
CAPITOLO 4
4-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 4
2007 F. Biasioli
4-3
CAPITOLO 4
4-4
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 4
2007 F. Biasioli
4-5
CAPITOLO 4
4.2
NSd
> 0,10
A c fcd
Per non essere considerato una parete i rapporti geometrici tra le dimensioni
devono risultare (fig, 3.9) 1:
h/b 4
l/h 3
Predimensionamento
La geometria della sezione trasversale di un pilastro pu essere definita in modo da non dover prendere in
conto gli effetti del secondo ordine , che dipendono dalla snellezza:
=
con
EC2 5.8.3.1
l0
imin
l0
imin
[4.1]
lunghezza di libera inflessione (distanza tra i punti di flesso della linea elastica)
raggio dinerzia minimo della sezione di calcestruzzo non fessurata: per sezioni
rettangolari di lato minimo h imin = b/ 12 ; per sezioni circolari di diametro D imin = D/4
Nel caso di un pilastro isolato si possano trascurare gli effetti del secondo ordine se risulta lim .
La snellezza limite vale
lim =
20 A B C
[4.2]
Nella formula la forza assiale ridotta con espressione sopra indicata. I coefficienti ABC tengono conto:
A = 1/(1 +0,2ef)
B = 1 + 2
C = 1,7 - rm
A s fyd
;
A c fcd
delleccentricit delle forze assiali alle estremit del pilastro, espressa come rapporto
M
tra i momenti del primo ordine alle estremit rm = 01 con M02 M01 .
M02
Secondo lEC2 in prima approssimazione si possono assumere A = 0,7 (ef = 2,14) e B = 1,1 (cio
= 0,105). Il coefficiente C dipende dalla forma del diagramma del momento flettente che sollecita il
pilastro: momenti flettenti di ugual segno generano una deformata del pilastro avente lunghezza libera di
inflessione (distanza tra le sezioni di momento nullo) maggiore di quella dovuta a momenti flettenti di
segno opposto: in questultimo caso infatti la sezione di momento nullo suddivide il pilastro in due parti che
presentano curvature opposte e a cui corrispondono lunghezze di libera inflessione ridotte. (fig. 4.2)
4-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 4
Se, come nel caso in esame, ledificio controventato i momenti alle estremit dei pilastri sono dovuti ai
carichi verticali ed hanno segno opposto: si pu assumere M02 = - M01 dunque rm = - 1 e C = 2,7.
Con i valori suggeriti dallEC2 nel caso di pilastri per edifici la [4.2] risulta pertanto
lim =
[4.3]
Per una forza assiale centrata nel baricentro della sezione la relazione tra la forza assiale ridotta e il
rapporto geometrico di armatura vale:
=1+
Imponendo = 0,105 e sostituendo nella [4.3] si ottengono due CRITERI DI PREDIMENSIONAMENTO
= 1,105
lim = 40
[4.4]
in base ai quali possibile definire la geometria (area e dimensione minima) dei pilastri e setti.
Per dimensionare le sezioni la sequenza operativa la seguente:
1) si calcolano le forze assiali di progetto NSd allo SLU che sollecitano i pilastri in fondazione (per i
pilastri perimetrali, le forze assiali allo spiccato del muro del piano interrato);
2) si definiscono gli eventuali vincoli geometrici delle dimensioni legati al progetto architettonico;
3) dalla [4.4] per = 1,105 si ottiene larea Ac;
4) assumendo, a favore di sicurezza come lunghezza di libera inflessione l0 la distanza di interpiano;
dalla [4.1] per = lim = 40 si calcolano il raggio minimo di inerzia e, in base alla forma della
sezione, la dimensione minima della sezione
5) si fissano le dimensioni finali;
6) in base alla lunghezza totale di ciascun pilastro, valutata dallo spiccato di fondazione
allintradosso della copertura (dallo spiccato dei muri per i pilastri perimetrali) si calcola il peso
proprio che, moltiplicato per G = 1,40 e sommato alla forza assiale allo SLU NSd dovuta al carico
dei solai, fornisce la forza assiale totale NSd in fondazione.
Nel caso in esame:
-
i pilastri delle travate di bordo devono essere contenuti nella muratura esterna dunque avere
dimensione trasversale massima b = 25 cm
I valori ottenuti dal predimensionamento sono da considerare come valori di prima approssimazione e
possono non essere rispettati, tenendo presente che
- se larea totale di un pilastro risulta minore dellarea minima derivata dal criterio di predimensionamento,
lo stesso andr armato con un rapporto di armatura maggiore di = 0,105
- se la dimensione minima di un pilastro minore della dimensione minima del predimensionamento,
risulter > lim e il pilastro va verificato tenendo conto degli effetti del secondo ordine.
4.3
QT4
Se i pilastri sono elementi adibiti essenzialmente a portare carichi verticali, i setti sono chiamati ad
assorbite i carichi derivanti dalle azioni orizzontali: avendo schema di mensola incastrata al piede, sono
quindi sollecitati da momenti flettenti elevati. Di tale loro caratteristica si tiene conto nel criterio di
predimensionamento.
2007 F. Biasioli
4-7
CAPITOLO 4
OR 5.5.5.1
In
0,40
Le condizioni
= 0,40
lim = 40
[4.5]
forniscono il criterio di predimensionamento dei setti. Il procedimento lo stesso utilizzato per i pilastri. Si
considerano setti gli elementi D3, D5, D9, D11.
Adottando i criteri di predimensionamento per pilastri e setti, si ottengono i valori di tabella 4.3 In tabella la
tipologia di ciascun elemento indicata con i simboli R = Rettangolare; Q = Quadrato;
C = Circolare; il simbolo ASC indica i vani ascensore, S i setti.
In base ai valori di tabella i pilastri C2 e C12 non rispettano la prescrizione di progetto e devono pertanto
essere verificati anche per gli effetti del secondo ordine.
4-8
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 4
I telai delle strutture, sia controventate che non controventate, possono essere a nodi fissi o a nodi
mobili. Un telaio si definisce a nodi fissi se, nel calcolo dei pilastri, lecito trascurare gli effetti del II
ordine dovuti a non linearit geometrica (eccessiva deformabilit dellelemento) o meccanica
(comportamento non lineare dei materiali); in caso contrario classificata a nodi mobili.
Ove possibile, opportuno realizzare strutture a telaio a nodi fissi associandole ad adeguati elementi di
controvento, cos da contenere le dimensioni dei pilastri dei telai e disporre di due distinte strutture di
trasferimento dei carichi: i telai per i carichi verticali, i controventi per i carichi orizzontali.
In un edificio in cui gli elementi di controvento sono distribuiti in modo sostanzialmente simmetrico, in
modo da evitare effetti torsionali significativi sotto lazione delle forze orizzontali, i telai controventati
possono essere considerati a nodi fissi se la rigidezza flessionale (Ecd Ic/L) dei controventi soddisfa per
entrambe le direzioni principali (X, Y) la condizione
FV,Ed = k1
ns
ns +1,6
cdIc
[4.6]
ns
altezza totale (m) delledificio misurata dal vincolo flessionale degli elementi di controvento,
assunto, per il caso in esame, in corrispondenza dellimpalcato del piano terreno
FV,Ed
carico verticale (kN) totale allo SLU agente sugli elementi controventati e di controvento;
nella stima di FV,Ed i carichi vanno assunti fissi e senza riduzione ai piani
E
valore di progetto del modulo elastico (kN/m2) del calcestruzzo: Ecd = cm 2
1,20
4
momento dinerzia della sezione (m ) degli elementi di controvento.
Ecd
Ic
k1
coefficiente pari a 0,31 se allo stato limite ultimo gli elementi di controvento si assume che
siano fessurati, a 0,62 se si assume che siano non fessurati.
La formula [4.6] permette il calcolo del valore minimo dellinerzia flessionale (Ic) complessiva degli
elementi di controvento realizzati con un calcestruzzo di modulo elastico Ecd . Si ottiene:
Ic =
FV,Ed L2
1,6
1 +
k1 Ecd
ns
ns = 7
L = 20,83 m
FV,Ed = 47.673 kN
Ic =
2007 F. Biasioli
4-9
CAPITOLO 4
by
xi
yi
Sxi
Syi
[mm]
[mm]
[mm]
[mm]
[mm2]
[mm3]
[mm3]
1a
550
200
275
2100
110000
231000000
30250000
1b
550
200
1725
2100
110000
231000000
189750000
2a
200
1800
100
1100
360000
396000000
36000000
2b
200
1800
1900
1100
360000
396000000
684000000
2000
200
1000
100
400000
40000000
400000000
Elemento
Totale
xG =
Sy
A
1340000000
= 1000mm
1340000
yG =
S x 1294000000
=
= 966mm
A
1340000
I momenti di inerzi rispetto ai due assi passanti x y per il baricentro sono calcolati in tabella 4.5.
bx
by
xi
yi
Ixg
Ay2
Ixtot
Iyg
Ax2
Ixtot
[mm]
[mm]
[mm]
[mm]
[mm4]
[mm4]
[mm4]
[mm4]
[mm4]
[mm4]
1a
550
200
-725
1134
366666667
1.4154E+11
1.42E+11
2.8E+09 5.782E+10
6.06E+10
1b
550
200
725
1134
366666667
1.4154E+11
1.42E+11
2.8E+09 5.782E+10
6.06E+10
2a
200
1800
-900
134
97200000000 6495878815
1.04E+11
1.2E+09 2.916E+11
2.93E+11
2b
200
1800
900
134
97200000000 6495878815
1.04E+11
1.2E+09 2.916E+11
2.93E+11
2000
200
-866
1333333333
3.01E+11
1.3E+11
1.33E+11
Elemento
2.9975E+11
7.92E+11
8.40E+11
Con riferimento alla formula in appendice al capitolo 5. le coordinate del centro di taglio rispetto al sistema
di riferimento indicato in figura valgono:
xCT = 1000 mm per simmetria della sezione rispetto allasse y
y CT = 2100
Ix0
Iy0
[m4]
[m4]
B4
0,79
0,84
B10
0,79
0,84
1,58
1,68
Totale
Poich Imin = 1,58 > 1,52 m4 la verifica soddisfatta: il complesso di telai della struttura pu essere
considerato a nodi fissi e non sono rilevanti gli effetti del II ordine.
4-10
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 4
Incidenza
Cls
SLU
[kN/m2]
[kN/m2]
[%]
2,33
2.33
2.33
3.75
11.32
7.11
8.77
13.14
20.6
32.8
26.6
28.5
3207/25= 128 m3
Non sono state stimate le quantit di calcestruzzo destinate alle opere di fondazione e ai muri controterra
che formano la scatola di chiusura del piano interrato.
I volumi sopra indicati sono teorici e devono essere incrementati per tener conto delle tolleranze dovute a
imperfezione dei casseri, dimensioni geometriche delle travi diverse da quelle teoriche, calcestruzzo che
finisce negli elementi di alleggerimento in laterizio, calcestruzzo richiesto per lavviamento della pompa o
che rimane nelle tubazioni della medesima ecc. Una buona stima dei volumi effettivi si ottiene aumentando
le quantit teoriche di almeno il 10%.
Il volume di calcestruzzo degli elementi verticali (pilastri, setti e vani ascensore) a cui affidata la
sicurezza globale delledificio particolarmente contenuto e giustifica la scelta di una classe di resistenza
diversificata per tali elementi.
2007 F. Biasioli
4-11
CAPITOLO 4
[PAGINA BIANCA]
4-12
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
CAPITOLO 5
La ripartizione delle azioni orizzontali
5.1 Rigidezze e baricentro delle rigidezze
Per il calcolo dellinerzia degli elementi di controvento si fatta lipotesi (cap. 4.4) che gli stessi abbiano
disposizione planimetrica tale da minimizzare gli effetti torsionali delle forze orizzontali agenti sulledificio.
Perch il sistema di controventi risulti efficace le strutture di controvento, oltre che presenti in quantit
adeguata, devono dunque essere disposte planimetricamente in modo adeguato ed occorre valutare
lefficacia della loro disposizione.
Si adotta un modello semplificato che considera solo il primo solaio delledificio che pu presentare
spostamenti e rotazioni per effetto di un insieme di forze orizzontali applicate al complesso strutturale. Tale
solaio, assunto come infinitamente rigido nel suo piano dunque indeformabile, collega le estremit
superiori degli elementi verticali (pilastri, setti e nuclei - fig. 5.1) assunti come incastrati al piede.. Si
assume che tutti gli elementi verticali abbiano lati paralleli ai lati principali del solaio e siano indeformabili
assialmente: il piano deformato dunque non si sposta in direzione verticale.
La parte di edificio soprastante il solaio trattata come un unico corpo rigido che si muove seguendo il
movimento del primo solaio (fig. 5.2). A causa di tale approssimazione il modello fornisce indicazioni
sufficientemente precise solo per edifici regolari in pianta e in altezza1; nel caso di edifici alti o privi di
regolarit strutturale i risultati del modello possono essere fortemente approssimati ma il modello in
grado di evidenziare grossolane criticit nella disposizione dei controventi.
2007 F. Biasioli
5-1
CAPITOLO 5
Un solaio infinitamente rigido soggetto a un sistema di forze orizzontali agenti nel suo piano e comunque
orientate ruota e si sposta. Con riferimento a un sistema di riferimento (x,y) con origine in un punto O
qualsiasi, interno o esterno al solaio, gli spostamenti nelle direzioni x e y e la rotazione del solaio attorno
allorigine O sono individuati dallle tre grandezze: u0, v0 e , rispettivamente gli spostamenti dellorigine O
nelle direzioni x e y e la rotazione del piano rispetto allorigine del sistema di reiferimento (fig. 5.3).
Gli spostamenti del baricentro (per sezioni con due assi di simmetria) o del centro di taglio (per i nuclei)
delli-esimo elemento verticale di coordinate xi e yi valgono:
ui = u0 + xi = u0 - yi
vi = v0 +yi = v0 + xi
e fanno nascere allestremit dellelemento le forze di reazione Fxi e FYi, legate alle rigidezze a flessione e
taglio dellelemento secondo le direzioni x,y:
Fxi = kxi ui = kxi (u0 - yi)
[5.1a]
La rotazione fa nascere nellelemento i-esimo il momento torcente di reazione MTi legato alla rigidezza
torsionale k,i dell elemento dalla relazione
MTi = ki
[5.1.b]
Se X, Y e M sono le componenti della risultante F del sistema d forze e il momento risultante del sistema
rispetto allorigine O, il sistema delle forze reattive interne (Fxi Fyi MTi ), di cui una terna di componenti per
un generico elemento i-esimo rappresentato in figura 5.4, equilibra il sistema di forze esterne (X, Y, M).
Con riferimento a un sistema di coordinate ortogonali x,y con origine posta nel baricentro del pilastro A1
(fig. 1.2) nella tabella 5.1 sono riportati, per ciascun elemento:
- il tipo e il riferimento
- le coordinate x,y del baricentro o del centro di taglio
- le dimensioni in pianta della sezione trasversale, laltezza, larea e i momenti di inerzia rispetto a due
assi locali passanti per il baricentro o il centro di taglio
5-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
- il fattore di taglio t della sezione (t = 6/5 per sezioni rettangolari, t = 10/9 per sezione circolare, t =2 per i
vani ascensore)2
- il coefficiente di deformazione (vedi appendice)
- il coefficiente di forma per torsione (vedi appendice)
- le rigidezze a flessione e taglio kxi e kyi dei singoli elementi e la loro incidenza % sul totale
- i momenti statici delle rigidezze calcolati rispetto agli assi di riferimento x,y.
xk =
Sky
Ky
yk =
2007 F. Biasioli
5-3
CAPITOLO 5
Con riferimento a un sistema (x, y) la cui origine nel baricentro K delle rigidezze in tabella 5.2 sono
riportate per ciascun elemento:
- le coordinate xi,yi del baricentro o del centro di taglio,
- la rigidezza torsionale propria kt,i (vedi appendice)
- i momenti del secondo ordine delle rigidezze kx e ky
- la rigidezza torsionale specifica kT,i, somma della rigidezza propria kt,i e delle rigidezze torsionali di
posizionekx yi2 ,e ky xi2, nelle quali le distanze calcolate rispetto al baricentro delle rigidezze K
- lincidenza % della rigidezza torsionale dellelemento sulla rigidezza torsionale totale.
Lesame dei valori di tabella evidenzia che i vani ascensore forniscono, oltre che la massima parte della
rigidezza flessionale, anche il (37,1 + 37,1)= 74,2% della rigidezza torsionale totale KT.
Altri elementi che hanno rigidezza torsionale significativa sono i pilastri (riferimenti C1 e C13) agli angoli
del fabbricato e i setti (riferimenti D3 e D11) in corrispondenza del vano scale, che complessivamente
forniscono il 13,2% della rigidezza torsionale globale. Per tali elementi il valore della rigidezza torsionale di
posizione dello stesso ordine di grandezza della rigidezza propria.
5-4
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
u.d.m.
KX
kN/m 103
330
3339
3669
KY
kN/m 103
290
3600
KT
kNm/rad103
71
274
pilastri
controv.
totale
valori di confronto
per sistema
controv
totale
a telaio-pareti
a pareti
91%
> 50%
> 65%
3890
93%
> 50%
> 65%
345
80%
Dai vqlori di tabella secondo lEC8 il complesso strutturale pu essere classificato come controventato poich la maggioranza delle azioni orizzontali assorbita dalla struttura di controvento (setti e vani
ascensore) - e come sistema misto telaio pareti, in quanto le azioni orizzontali risultano assorbite in
quantit maggiore del 50% dagli elementi di controvento.
Per valutare la disposizione planimetrica degli elementi resistenti, si valutano i raggi torsionali (raggi di
rigidezza) del sistema di elementi verticali e li si confronta con le eccentricit delle forze agenti calcolate
rispetto al baricentro delle rigidezze K.
I raggi di rigidezza sono i semiassi dellellisse delle rigidezze, la figura geometrica con centro nel
baricentro delle rigidezze K che evidenzia come sono distribuite le rigidezze intorno al baricentro. 3 I raggi
di rigidezza nelle direzioni x,y hanno espressione:
rX =
KT
Kx
rY =
KT
KY
[5.2]
rY =
345 103
= 9,42 m
3890
[5.3]
rX =
345 103
= 9,70 m
3669
I raggi torsionali hanno significato affine a quello dei raggi giratori di un sistema di forze o ai raggi di inerzia polari
delle sezioni, entrambi calcolati come radice quadrata del quoziente tra il momento di secondo ordine delle forze o
delle aree elementari e la risultante delle forze o delle aree elementari.
2007 F. Biasioli
5-5
CAPITOLO 5
I due raggi hanno valore molto simile tra loro: lellisse delle rigidezze ha pertanto forma di cerchio,
evidenziando una struttura con elementi verticali disposti planimetricamente in modo da renderla
sostanzialmente indifferente alla direzione delle forze sollecitanti di piano (fig. 4.2): le superfici e la
disposizione planimetrica degli elementi verticali sono pertanto corrette, ma occorre ancora valutare se il
sistema degli elementi di controvento in grado di limitare gli effetti torsionali.
Secondo lEC8 la disposizione planimetrica degli elementi resistenti risulta accettabile e si pu assumere
che ledificio non subisca effetti torsionali significativi per effetto delle forze orizzontali se i rapporti tra le
eccentricit e0X e0y misurate tra il centro delle rigidezze e le rette di azione delle forze esterne e i rispettivi
raggi di rigidezza soddisfano le condizioni.4
e0X / rx 0,30
e0y / ry 0,30
[5.4]
In pratica il baricentro delle forze esterne deve risultare allinterno di un nocciolo, una zona di forma affine
alla forma dellellisse posta nellintorno del baricentro delle rigidezze ed estesa al 9% dellarea dellellisse.5
Per tracciare lellisse delle rigidezze si pu utilizzare un semplice programma di disegno/calcolo.6 Nel caso
specifico si ottiene lellisse di figura 5.2 , di forma quasi circolare. In base alla [5.4] la retta di azione delle
forze orizzontali deve essere compresa allinterno della zona evidenziata di figura.
Occorre inoltre considerare che la rigidezza torsionale KT stata calcolata, a favore di sicurezza, assumendo i
nuclei come costituiti da pareti isolate dunque pi deformabili di quanto non siano nella realt: un stima pi
accurata aumenterebbe il valore di KT e i raggi di rigidezza in maniera significativa.
5 Larea A di una ellisse di semiassi a,b vale A = a b
6 Il programma Ellisse delle rigidezze sviluppato nellambito del progetto Auto-CA pu essere scaricato liberamente
dal sito www.euroconcrete.it
4
5-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
In meccanica le rigidezza assiale Kz, flessionale K e torsionale KT di una molla sono rispettivamente la
forza Fz la coppia Mx e la coppia Mz da applicare alle estremit della molla per ottenere, rispettivamente un
loro spostamento relativo , o una loro rotazione relativa oppure di valore unitario.
Linverso di ciascuna rigidezza una flessibilit, definita come lo spostamento o la rotazione relativa
provocate da una forza o una coppia di valore unitario.
F
1
F = kz
RIGIDEZZA ASSIALE
kz = z
FLESSIBILITA' ASSIALE
fz = =
k z Fz
1
M
Mx = k
RIGIDEZZA FLESSIONALE k = x
FLESSIBILITA' FLESSIONALE f = =
k Mx
Mz = k
RIGIDEZZA TORSIONALE
k =
Mz
FLESSIBILITA' TORSIONALE
f =
1
=
k Mz
Le definizioni di rigidezza e flessibilit possono essere estese al comportamento degli elementi strutturali
soggetti alle sollecitazioni di forza assiale, flessione, taglio e torsione. Le formule che seguono sono valide
per materiali con comportamento elastico definito dalle tre costanti elastiche: modulo di elasticit
longitudinale E, modulo di elasticit tangenziale G e coefficiente di Poisson . Tra le costanti vale la
E
relazione G =
.
2 (1+)
FLESSIBILITA E RIGIDEZZA DI ASTE E NODI
Un elemento di forma prismatica di lunghezza lz non vincolato alle estremit sollecitato, nelle sezioni di
estremit, da una forza assiale Nz (fig. A2, sin.): le sezioni di estremit si avvicinano (o allontanano) della
quantit l, mentre tutte le sezioni sono soggette alla tensione costante Z = Nz /A. In campo elastico vale
la legge di Hooke z = E z pertanto:
z =
l Nz
=
lz EA
RIGIDEZZA ASSIALE
l =
fz =
lz
EA
kz =
1 EA
=
fz lz
Nz lz
EA
e di conseguenza la
Se lasta vincolata alle estremit la rigidezza dipende oltre che dalla rigidezza propria dellasta anche dal
tipo di vincolo, che definisce la possibilit di spostamento di ciascun nodo. La rigidezza di un nodo libero
pari alla rigidezza dellasta. Un nodo di cui impedito il movimento ha flessibilit nulla, dunque rigidezza
infinita (fig. A2, destra).
2007 F. Biasioli
5-7
CAPITOLO 5
Nz
Nz
Nz
Nz
Nz
kz
lz
lz
kz =
Nz
Nz
kz = EA
lz
Nz
z lz
l = N
EA
Nz
Nz
z lz
l = N
EA
kz = EA
lz
La presa in conto della rigidezza assiale utile nello studio dellequilibrio di strutture che possono essere
considerate come infinitamente rigide (cio non deformabili a flessione), portate da elementi deformabili
assialmente. Se la struttura rigida presenta simmetria geometrica e di carichi (includendo nei carichi
anche le rigidezze degli elementi portanti, considerati alla stregua delle reazioni vincolari) si ha solo una
traslazione verticale di tutta la struttura rigida.
E il caso ad esempio dei carichi trasmessi da plinti o platee rigide ai pali di fondazione. La struttura di
figura A3 vincolata ai pali di fondazione ha distribuzione delle rigidezze e dei carichi agenti simmetrica
rispetto allasse della struttura. La struttura si sposta solo in direzione verticale della quantit z e tutte le
estremit dei pali sono obbligate al medesimo accorciamento zi = z.
P1
kz
P2
= =
kz
P2
P1
kz
z
1
R1
R2
R1
Poich il carico che agisce su ogni palo dipende dalla rigidezza assiale kz,i del nodo di estremit secondo
la relazione:
Ri = kz,i zi
dallequilibrio alla traslazione in direzione verticale Ri = Pi sostituendo si ottiene:
kz,i zi = Pi
Poich zi = z = costante
zi = z = Pi / kz,i
pertanto
Ri = (kz,i/ kz,i) Pi
Nel caso di struttura simmetrica caricata simmetricamente la quota del carico totale ( Pi) che sollecita
ciascun palo pertanto proporzionale al peso della rigidezza assiale (kz,i) del palo sulla rigidezza totale
( kz,i). A parit di deformazione i pali pi flessibili (meno rigidi) portano una quota di carico minore dei pali
meno flessibili (pi rigidi - es. 1).
Se non si ha simmetria di carichi e di rigidezze, oltre allo spostamento verticale, la struttura soggetta a
una rotazione che comporta spostamenti zi delle estremit di ciascun palo diversi tra loro.
Per il calcolo della reazione fornita da ciascun palo si utilizza anche in questo caso lipotesi relativa alla
deformazione di insieme del corpo, cio che la struttura nel suo complesso si muova con un moto rigido.
5-8
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
Dato che le deformazioni spostamenti e rotazioni - sono piccole, confondendo inclinazioni e angoli gli
abbassamenti delle teste dei pali posti a distanza xi dallorigine sono legati dalla relazione (fig. A6)
zi = z0 + tg 0 xi z0 + 0 xi
in cui z0 labbassamento dellorigine O(x, z) del sistema di riferimento delle coordinate e 0 la rotazione
dellelemento rispetto allasse orizzontale x (fig. A4).
P1
P2
Pi
o
1
z
x1
P2
Pi
xi
x2
P1
o
z
k1
k2
k3
ki
R1
R2
R3
Ri
P2
Pi
P1
z0
z1
z2
z3
zi
Il carico sul palo la cui testa si abbassa della quantit zi dipende dalla sua rigidezza kz,i con la relazione:
Ri = kz,i zi = kz,i (z0 + 0 xi)
Essendo due le incognite del moto rigido (z0 e 0) occorre utilizzare due equazioni di equilibrio, una alla
traslazione verticale e una alla rotazione attorno allorigine O:
Ri = Pi
Ri xi = Pi xi
Sviluppando i termini delle equazioni si ottiene un sistema di due equazioni nelle incognite z0 e 0
( kz,i ) z0 + ( kz,i xi) 0 = Pi
( kz,i xi )z0 + ( kz,i xi 2) 0 = Pi xi
I coefficienti ( kz,ixi) delle incognite simmetrici rispetto alla diagonale, uguali tra loro, rappresentano i
momenti statici delle rigidezze rispetto allorigine del sistema: il sistema dunque si semplifica con una
opportuna scelta della posizione dellorigine O del sistema di coordinate,
Se si assume come origine O del sistema rispetto alla quale calcolare le distanze xi delle forze e delle
rigidezze il baricentro delle rigidezze di coordinata:
k x
xK = zi i
k zi
i coefficienti dei termini che non sono sulla diagonale principale - i momenti statici delle rigidezze nel
nuovo sistema di coordinate si annullano e il sistema si riduce a:
( kz,i ) z0 + 0 = Pi
0 + ( kz,i xi 2) 0 = Pi xi
Le distanze delle forze e delle rigidezze nel nuovo sistema di coordinate con origine nel baricentro delle
rigidezze sono indicate con xi . Ogni equazione pertanto fornisce unincognita:
2007 F. Biasioli
5-9
CAPITOLO 5
z0 =
Pi
k zi
0 =
Pi x i
k zi x i2
Noti z0 e 0 si calcola lo spostamento zi della testa di ciascun palo e la forza Ri che lo sollecita (es. 2 3 4)
FLESSIBILITA E RIGIDEZZA FLESSIONALE
Le sezioni di estremit di un asta libera di lunghezza lz soggetta a due coppie uguali Mx (fig. A5, sinistra)
in campo elastico ruotano, una rispetto allaltra, della quantit:
1
M
= lz = x lz
EJx
Nella formula il raggio di curvatura dellelemento.
Per Mx = 1 si ottiene la
FLESSIBILITA FLESSIONALE
e di conseguenza la
RIGIDEZZA FLESSIONALE
f =
lz
EJx
k =
1 EJx
=
f
lz
lz
lz
Mx
Mx
Mx
E, Jx
lz
Mx
Mx
x
k = 3EJ
lz
Mx
k =
x
k =4EJ
lz
Se lasta vincolata alle estremit si devono considerare sia dalla rigidezza dellasta che il tipo di vincolo,
cio le sue possibilit di spostamento e rotazione.
Se lasta appoggiata e in una delle sezioni di estremit applicata una coppia di momento flettente Mx
(fig. A5, centro) la rotazione della sezione e la rigidezza del nodo valgono:
=
M x lz
3EJx
k =
3EJx
lz
Se la trave incastrata allestremit opposta a quella dove applicata la coppia (fig. A5, destra), la
rotazione della sezione e la rigidezza del nodo libero valgono:
=
M x lz
4 EJx
k =
4 EJx
lz
La rigidezza pertanto aumenta se aumenta il grado di vincolo dellasta. Il nodo incastrato ha rotazione nulla
(flessibilit nulla) per qualsiasi valore di momento applicato: dalla relazione Mx = k la rigidezza
flessionale del nodo incastrato pertanto k = .
La conoscenza della rigidezza flessionale dei nodi di estremit delle aste permette la soluzione dei
problemi iperstatici. Nel caso degli edifici travi e pilastri convergono in uno stesso nodo e sono vincolati in
varia misura allestremit opposta (fig. A6). Se i nodi non si spostano (strutture a nodi fissi) la ripartizione
di un momento M applicato al nodo pu essere effettuata se si sa valutare la rigidezza flessionale del nodo
di estremit di ciascun elemento.
5-10
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
l1
k1
l2
lz
l3
Mi
k3
k2
ki
i
ki
Mi
k4
l4
Poich la struttura a nodi fissi, le estremit di tutte le aste che convergono nel nodo C ruotano di uno
stesso angolo i = (condizione di congruenza). Il momento nellestremit di unasta che ruota della
quantit i dipende dalla rigidezza flessionale del nodo k,i secondo la relazione Mi = k,i i.
Dato che tutte le estremit delle aste che convergono nel nodo sono obbligate alla rotazione comune ,
dalla condizione di congruenza e dallequazione di equilibrio alla rotazione: Mi = M si ottiene:
k,i i = M
i = = M/ k,i
La quota di momento che sollecita lestremit di ciascuna asta anche in questo caso pari al peso della
sua rigidezza flessionale sulla rigidezza flessionale totale: le aste pi flessibili sono sollecitate una quota
del momento M minore di quella che sollecita le aste pi flessibili (es. 5).
FLESSIBILITA E RIGIDEZZA A TAGLIO
lz
lz
Vylz
GA
y
ky = GA
t lz
ky =
V
Fig. A7 Flessibilit e rigidezza a taglio
Nella formula t il fattore di taglio il cui valore dipende dalla forma della sezione trasversale (t = 6/5 per
sezione rettangolare, t = 10/9 per sezioni circolari).
Per Vy = 1 si ottiene la
FLESSIBILITA A TAGLIO fy = t
lz
GA
e di conseguenza la
RIGIDEZZA A TAGLIO
1 GA
=
fy t lz
ky =
Se lasta incastrata a una delle estremit Il nodo incastrato ha spostamento nullo (flessibilit nulla) per
qualsiasi valore della forza applicata; dalla relazione Vy = ky y la rigidezza del nodo pertanto ky = .
2007 F. Biasioli
5-11
CAPITOLO 5
Tz lz
GJt
RIGIDEZZA TORSIONALE
lz
GJt
GJ
k = t
lz
f =
Jt = Jp = r4/2
a b3
3
tende al valore 3 se a >10 b
=
1 - 0,63 b/a
per sezioni che possono essere suddivise in rettangoli di dimensioni (ai bi) con ai > bi si
sommano i contributi dei rettangoli cercando la suddivisione che rende massimo il momento Jt:
a b3
3
i =
Jt = i i
i
1 - 0,63 bi /ai
Jt =
per sezioni anulari chiuse con pareti di spessore costante s la cui linea media posta a distanza
s
Jt = 4 2
s/2 dai bordi ha lunghezza u e racchiude larea :
u
l2
P
T
l1
T1
M=Pl=T
lz
i = = T/ k,i
La quota Ti del momento torcente T che sollecita ciascun tratto della trave proporzionale al peso della
sua rigidezza torsionale sulla rigidezza torsionale totale. Il tratto pi lungo (pi flessibile) sollecitato da
una quota del momento T minore del tratto di trave pi corto (meno flessibile - es. 6).
5-12
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
Per gli elementi con sezione a profilo aperto sia le caratteristiche di sollecitazione
che le caratteristiche geometriche delle sezione trasversali (momenti di inerzia
flessionali e torsionali, da cui dipendono le rigidezze) vanno riferite a un punto della
sezione diverso dal baricentro, detto centro di taglio. Per tale punto passa la
risultante delle tensioni tangenziali che si hanno sulla sezione quando una
sollecitazione di taglio ha retta dazione che passa per il baricentro della sezione.
Il centro di taglio, oltre che il punto rispetto al quale si devono calcolare tutte le
caratteristiche di sollecitazione, anche il punto attorno a cui la sezione ruota se
soggetta a torsione.
Fig. A:10 Centro di taglio
In una sezione a parete sottile a forma di C simmetrica rispetto a un asse orizzontale posto a met altezza
dellanima verticale, il centro di taglio dista dallasse dellanima della quantit (fig. A.10):
e=b
Allestremit di un elemento che subisce gli spostamenti ui e vi e la rotazione nascono delle forze e
coppie di reazione che, allannullarsi dellazione che ha provocato lo spostamento, tendono a riportare
lelemento nella sua posizione originale.
In figura A.11 sono evidenziate le forze reattive che nascono allestremit di due pilastri, proporzionali alla
rigidezza a flessione e taglio di ciascuno di essi. Eventuali coppie di reazione dovute a una rotazione del
piano sarebbero proporzionali alla loro rigidezza torsionale.
Negli edifici sono presenti elementi di controvento - i setti e i vani ascensore che si assumono come
incastrati in fondazione, e altri elementi - i pilastri di piano che sono collegati alle travi dei piani superiori
e inferiori dei telai: se tali travi sono considerate infinitamente rigide, le estremit dei pilastri non possono
ruotare.
In assenza di rotazione del solaio setti, vani ascensore e pilastri sono obbligati ad avere tutti gli stessi
spostamenti ma si deformano in modo diverso: i setti e i vani ascensore come mensole di altezza pari
allaltezza dedificio, i pilastri come elementi di altezza pari allinterpiano.
2007 F. Biasioli
5-13
CAPITOLO 5
Leffetto del solaio rigido simulato in figura A.12 dalla biella inestensibile che collega un generico setto
con un generico telaio, e dalle presenza delle travi di piano indeformate. Sia gli elementi di controvento
che i pilastri si deformano per flessione e taglio: la forza reattiva che sviluppano dipende dalla rigidezza a
flessione e taglio di ciascun elemento, che si pu ricavare a partire dalla sua deformabilit globale.
Con riferimento alla parte di struttura che comprende il primo impalcato evidenziata in fig. A.12, si
esaminano due elementi, un tratto di mensola e uno dei pilastri del telaio, entrambi con altezza pari
allaltezza l dellinterpiano. Il tratto di mensola soggetto a una generica forza F applicata a livello del primo
impalcato, presenta le sollecitazioni di fig. A.13. Lo spostamento dellestremit del tratto, somma degli
spostamenti per flessione M e taglio V, vale:
J, A, l
l3
l
= M + V =
+t
F
G A
3 E J
momento d'inerzia baricentrico, area della sezione trasversale e lunghezza dell'elemento
E, G
k=
5-14
1
l
t l
+
3 E J G A
3
EA
1
2
l 1 l
+ 2 t (1+)
3
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
Uno qualsiasi dei pilastri di piano avente la stessa lunghezza della mensola se soggetto a uno
spostamento relativo delle estremit presenta una deformata antisimmetrica (fig.A.14). In
corrispondenza dellasse di simmetria orizzontale posto a met altezza si trova il punto di inversione della
curvatura della linea elastica (punto di flesso). In tale punto il raggio di curvatura ha valore infinito: stante
la relazione, valida in campo elastico, (1/) = M/EJ tra curvatura 1/ e momento M il momento flettente M
ha dunque valore nullo.
Per lantisimmetria della deformazione lo spostamento orizzontale della sezione di mezzeria pari alla
met dello spostamento relativo delle estremit: tagliando il pilastro nella sezione di simmetria dato che
M = 0 lunica forza che si trasferisce il taglio V = F. che agisce su una mensola incastrata di luce l/2. Le
relazioni precedenti si scrivono:
l/2
(l/2)3
=
+t
F
2 3 E J
G A
k=
EA
1
2
l 1 l
+ 2 t (1+)
12
Le espressioni nei due casi differiscono solo per il coefficiente che, nella parentesi a denominatore,
moltiplica la snellezza (l/). In entrambi i casi la rigidezza a flessione e taglio pu pertanto essere espressa
con la formula:
k=
EA
1
l 1 l 2
+ 2 t (1+)
nella quale = 3 per gli elementi di controvento (nuclei ascensore e setti) e = 12 per i pilastri.
Per il coefficiente di Poisson si pu assumere = 0,20 se si considera che un elemento non sia fessurato
come pu avvenire per i nuclei e i setti - e = 0 se si considera che lelemento sia fessurato, come
risultano sempre essere i pilastri.
Nella formula la rigidezzaassiale [EA/l] risulta ridotta dalla presenza del termine entro parentesi a
denominatore della frazione. In tale termine il primo addendo dipende dalla snellezza (l/), il secondo per
una sezione geometricamente definita (fattore t) e un dato materiale (coefficiente ) ha valore costante.
Il peso relativo di ciascuno dei due addendi sul totale dipende pertanto dal valore del rapporto (l/).
Per sezioni rettangolari di lati bx, by nelle direzioni X e Y
A = bx by
x,y =
A = r2
b Y,X
r
2
12
t=
6
5
t=
10
9
Un elemento tozzo come un setto o un nucleo ascensore ha dimensione in pianta b significativa, dunque
raggio giratore dello stesso ordine di grandezza dellaltezza l: il primo addendo dello stesso ordine di
grandezza del secondo, entrambi sono relativamente piccoli e la rigidezza globale dellelemento risulta
molto elevata rispetto a quella del solaio. Dunque il solaio non riesce a impedire la rotazione del nodo di
2007 F. Biasioli
5-15
CAPITOLO 5
estremit dellelemento: risulta confermata lipotesi che prevede una deformata affine a quella di una
mensola (deformata bending type fig. A.13).
Un elemento snello quale pu essere considerato un pilastro ha altezza l >> : la snellezza (l/) molto
grande e il primo termine in parentesi prevale sul secondo: la rigidezza globale k dellelemento risulta
piccola rispetto alla rigidezza del solaio. Il nodo destremit che collega il pilastro alla trave non ruota e la
deformazione di tipo a taglio (deformata shear type - fig. A.14) 7.
CALCOLO DEGLI SPOSTAMENTI DI PIANO
Un solaio infinitamente rigido che collega una serie di elementi verticali (pilastri, setti, nuclei ascensore)
incastrati al piede, se soggetto a un sistema di forze orizzontali comunque dirette si sposta e ruota
rimanendo nel piano.
Con riferimento a un sistema di riferimento (x,y) con origine in un qualsiasi punto del piano (fig. A.15):
- le grandezze u0 , v0 e sono gli spostamenti dellorigine O secondo x e y e la rotazione del piano;
- le grandezze X, Y e M sono le componenti della risultante F del sistema d forze orizzontali e il momento
risultante del sistema rispetto allorigine O.
Si ammette che tutti gli elementi verticali abbiano lati paralleli alle direzioni degli assi coordinati e siano
indeformabili assialmente: il piano deformato dunque non presenta spostamenti in direzione verticale.
vi = v0 + xi
fanno nascere allestremit dellelemento le forze di reazione Fxi e FYi, legate alle rigidezze a flessione e
taglio dellelemento secondo le due direzioni x,y dalle relazioni:
Fxi = kxi ui = kxi (u0 - yi)
La rotazione fa nascere nellelemento i-esimo il momento torcente di reazione MTi legato alla rigidezza
torsionale k,i dell elemento dalla relazione
MTi = ki
Il sistema delle forze reattive interne (Fxi Fyi MTi ), di cui una terna di componenti per il generico elemento iesimo rappresentato in figura A.15, equilibra il sistema di forze esterne F (X, Y, M). Considerando le
direzioni positive delle forze e dei momenti come in figura si scrivono tre equazioni di equilibrio:
alla traslazione secondo X Fxi = kxi (u0 - yi) = X
alla traslazione secondo Y
alla rotazione risp. a O
Nei casi reali linterazione tra i molti telai e gli elementi di controvento fa si che i telai trattengano gli elementi di controvento
ai piani inferiori e siano trattenuti dalle mensole ai piani superiori. Linterazione tra gli elementi dunque complessa ma per
lo scopo di questo studio, tali effetti mutui possono essere trascurati.
5-16
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
Raccogliendo i termini ed esplicitando sempre nelle tre equazioni tutte le incognite, anche quelle i cui
coefficienti sono nulli, si ottiene un sistema di tre equazioni nelle tre incognite u0, v0 e :
( kxi )u0
[ + 0 v0]
( kxi yi ) = X
[ + 0 u0]
+ ( kyi ) v0
+ ( kyi xi ) = Y
- ( kxi yi)u0
Ponendo
Kx = kxi
Ky = kyi
Sky = kyi xi
Skx = kxi yi
KT = kyi xi2 + kxi yi2 + k,i
si ottiene8
Kx u0
[ + 0 u0]
Skx u0
[ + 0 v0]
+ Ky v0
+ Sky v0
Skx
+ Sky
+ KT
=X
=Y
=M
Le tre equazioni diventano disaccoppiate, cio ciascuna equazione fornisce unincognita, se tutti i termini
simmetrici rispetto alla diagonale principale si annullano. Tali termini sono i momenti statici Skx e Sky delle
rigidezze in direzione x e y rispetto agli assi coordinati: per annullarli dunque sufficiente che lorigine O
del sistema di riferimento sia posta nel BARICENTRO DELLE RIGIDEZZE o CENTRO DI TAGLIO K del
sistema, le cui coordinate nel sistema di coordinate iniziale sono:
xk =
Sky
Ky
k yi x i
k yi
yk =
Skx
k xi y i
=
Kx
k xi
A tale nuova origine vanno ovviamente digerite, oltre che le coordinate di tutti gli elementi, tutte le forze
agenti, modificando di conseguenza il momento di trasporto M che assume il valore M. In tale riferimento
le tre incognite valgono
u0 =
X
Kx
v0 =
Y
Ky
0 =
M
KT
Adottando le coordinate xi e yi riferite al nuovo sistema di riferimento, centrato sul baricentro delle rigidezze
K, le forze reattive su ciascun elemento risultano:
k x,i M
yi
Kx KT
k
M
Fy,i = k y,i (v 0 + 0 x i ) = Y y,i +
xi
Ky KT
Fx,i = k x,i (u0 - 0 y i ) = X
Le forze che sollecitano ciascun elemento hanno pertanto una componente proporzionale al peso delle
rigidezze nelle direzioni x,y rispetto alla rigidezza totale corrispondente, a cui si somma leffetto del
momento M. Tale effetto essendo direttamente proporzionale alla distanza di ciascun elemento dal
baricentro delle rigidezze, risulta massimo per gli elementi pi distanti dal baricentro delle rigidezze.
Se la risultante del sistema di forze F passa per il baricentro delle rigidezze M = 0 dunque = 0: i punti
del piano si spostano tutti nelle direzioni x,y delle quantit:
ui = u0 =
X
Kx
vi = v0 =
Y
Ky
La matrice dei coefficienti delle incognite ha i termini simmetrici rispetto alla diagonale principale uguali e i termini della
diagonale principale tutti positivi: tali condizioni garantiscono che per un assegnato sistema di forze (X,Y,M) esiste ununica
soluzione (u0 v0 ).
2007 F. Biasioli
5-17
CAPITOLO 5
Le forze reattive su ciascun elemento sono proporzionai al peso della sua rigidezza sulla rigidezza totale:
k x,i
Kx
k y,i
Fx,i = k x,i u0 = X
Fy,i = k y,i v 0 = Y
Ky
M
yi
KT
v i = 0 x i =
M
xi
KT
Il baricentro delle rigidezze ha coordinate (0,0) dunque per esso sono u = v = 0. Esso dunque il solo
punto che non si sposta quando il piano soggetto a un momento torcente M: il punto rispetto al quale
tutti gli altri punti del piano ruotano. Il baricentro delle rigidezze dunque anche il CENTRO DI TORSIONE
del sistema.9
Se X = Y = 0 e M 0 le forze reattive su ciascun elemento sono proporzionai alla distanza dellelemento
dal baricentro delle rigidezze:
Fx,i = - k x,i 0 y i = Fy,i = k y,i 0 x i =
M
yi
KT
M
xi
KT
Per il calcolo dellinerzia complessiva degli elementi di controvento si fa lipotesi che gli stessi abbiano
disposizione planimetrica tale da minimizzare, in presenza di forze orizzontali, gli effetti torsionali
sulledificio. Ci possibile solo se ledificio presenta regolarit strutturale in pianta. cio se il baricentro
delle forze orizzontali non dista in modo significativo dal baricentro delle rigidezze K degli elementi
verticali. In tal caso il momento torsionale M e i relativi spostamenti sono poco significativi dunque la
struttura si considera dotata di rigidezza torsionale adeguata.
Nella valutazione della rigidezza torsionale dei nuclei si considerano le sezioni aperte come formate da
pareti rettangolari sottili senza tenere conto di fenomeni quali lingobbamento impedito delle sezioni, che
ne aumentano notevolmente la rigidezza torsionale. Nel caso di nuclei aperti (sezioni a C. a L e a T o
comunque prive di due assi di simmetria) le rigidezze si considerano applicate nel centro di taglio della
sezione.
Calcolati i valori delle rigidezze di tutti gli elementi possibile classificare il sistema strutturale in base alla
suddivisione delle rigidezze tra i diversi elementi resistenti (tabella A.1) . Se il rapporto tra la rigidezza
flessionale degli elementi di controvento C e la rigidezza flessionale totale T supera i valori di tabella, il
sistema pu essere classificato come a telaio/pareti o a pareti.
rigidezze
KX e kY
u.d.m.
kN/m 103
pilastri
P
controv.
C
totale
P+ C = T
controv
totale
C/T %
valori di confronto
per sistema
a telaio-pareti
a pareti
> 50%
> 65%
La coincidenza tra centro di taglio e centro di torsione pu anche essere dimostrata con il teorema di Betti - Maxwell.
5-18
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
Per quanto riguarda la regolarit strutturale, un edificio pu essere classificato come regolare o non
regolare in verticale e in pianta. Una struttura regolare contrasta con efficacia lazione delle forze
orizzontali, presenta minor aleatoriet di comportamento e pu essere studiata con modelli di calcolo
semplificati. La verifica della regolarit strutturale (obbligatoria in zona sismica) permette dunque di
convalidare le ipotesi semplificative assunte nella modellazione della struttura e i procedimenti danalisi.
Per la valutazione della regolarit in verticale si pu fare riferimento alle prescrizioni dellOrdinanza 3274,
per quella della regolarit in pianta, non considerata nellOrdinanza, alle prescrizioni dellEC8. Per valutare
se una disposizione planimetrica degli elementi resistenti accettabile, secondo lEC8 si calcolano i raggi
di rigidezza del sistema strutturale e li si confronta con le eccentricit e0 delle forze agenti, calcolate
rispetto al baricentro delle rigidezze K. I raggi di rigidezza nelle direzioni x,y valgono
rX =
KT
Kx
rY =
KT
KY
sono i semiassi dellellisse delle rigidezze, la figura geometrica che evidenzia come sono distribuite le
rigidezze intorno al baricentro delle rigidezze10.
Se i raggi hanno valore molto simile tra loro, lellisse delle rigidezze ha forma circolare. Unellisse a forma
circolare di particolare interesse in quanto evidenzia un complesso strutturale in cui gli elementi di
controvento sono disposti in modo da renderla sostanzialmente indifferente alla direzione delle forze di
piano agenti. La geometria e la disposizione planimetrica degli elementi in tal caso ottimale.
Definiti i raggi delle rigidezze, secondo lEC8 le eccentricit e0X e0y tra il centro delle rigidezze e le rette di
azione delle forze esterne si considerano limitate se risultano verificate le due condizioni:
e0X / rx 0,30
e0y / ry 0,30]
cio se il baricentro delle forze cade allinterno di un nocciolo, una zona limitata nellintorno del baricentro
delle rigidezze estesa a circa il 9% della superficie di questa.11 Se ad esempio lellisse delle rigidezze ha la
forma circolare di fig. A.16, la retta dazione delle forze orizzontali dovrebbe passare allinterno del cerchio
tratteggiato. Il rispetto di tale condizione assicura che un edificio non subisce effetti torsionali significativi
per effetto delle forze orizzontali.
Lellisse delle rigidezze pertanto una figura geometrica di assoluto interesse per il progettista, in quanto
pu essere tracciata in base alle sole informazioni geometriche relative agli elementi verticali e alla loro
posizione in pianta.
I raggi di rigidezza, detti anche raggi torsionali, hanno significato affine a quello dei raggi giratori di un sistema di forze
o ai raggi di inerzia polari delle sezioni, in entrambi i casi calcolati come radice quadrata del quoziente tra il momento di secondo
ordine delle forze o delle aree elementari e la risultante delle forze o delle aree elementari.
11 Larea A di una ellisse di semiassi a,b vale A = a b
10
2007 F. Biasioli
5-19
CAPITOLO 5
Per un assegnato sistema di controventi, un definito baricentro delle rigidezze e un dato sistema di forze,
occorre dunque massimizzare i termini a denominatore dei due quozienti, cio i raggi di rigidezza.
Per massimizzare i raggi di rigidezza, a parit di rigidezza totale Kx e Ky occorre massimizzare la rigidezza
torsionale KT .
KT = kyi xi2 + kxi yi2 + k,i
A parit di sezione complessiva degli elementi di controvento, opportuno dunque che questi siano
disposti alle massime distanze xi yi possibili dal baricentro delle rigidezze K.
E opportuno ricordare che nel modello descritto la rigidezza torsionale dei nuclei stata calcolata, a
favore di sicurezza, assumendo gli stessi come costituiti da pareti isolate, dunque pi deformabili a
torsione di quanto non siano nella realt: un stima pi accurata tenendo conto dellingobbamento impedito
delle sezioni ne aumenterebbe la rigidezza torsionale k,i dunque il valore di KT. Lapproccio proposto
pertanto a favore di sicurezza.
5-20
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
ES1 Un plinto di fondazione sollecitato da un pilastro che trasmette il carico P1 = 1200 kN ed portato
da due pali di fondazione disposti simmetricamente come in figura. Ciascun palo ha rigidezza assiale
kz = 300 kN/mm. Nellipotesi che il plinto si comporti come un corpo rigido, calcolare labbassamento
della testa di ciascun palo e il relativo carico.
kz
kz
Ri = P = 1200 kN
R
kz,i = 300 + 300 = 600 kN/mm
ES2 Un plinto di fondazione con la geometria di figura caricato da due pilastri che trasmettono i carichi
P1 = 1000 kN e P2 = 1200 kN. I pilastri sono posti a distanza 1,36 m e 4,70 m dal bordo sinistro del
plinto. Il plinto portato da due pali di fondazione aventi rigidezza assiale kz1 = 200 kN/mm e
kz2 = 300 kN/mm posti a distanza 1,00 m e 5,00 m dallo stesso bordo. Nellipotesi che il plinto si
comporti come un corpo rigido, calcolare il carico e labbassamento della testa di ciascun palo.
4,70 m
1,36
1000
1200
x
kz2
kz1
z1
z2
R1
R2
1,00
5,00 m
Con origine del sistema di coordinate O(x,z) posta come in figura il sistema si scrive
(200 + 300) z0 + (200 x 1 + 300 x 5 ) 0 = 2200
(200 x 1 + 300 x 5 )z0 + (200 x 12 + 300 x 52) 0 = 1000 x 1,36 + 1200 x 4,70
500 z0 + 1700 0 = 2200
1700 z0 + 7700 0 = 7000
La soluzione
z0 = 5,25 mm
0 = - 0,25 rad
z2 = 5,25 0,25 x 5 = 4 mm
I carichi che porta ciascun palo sono R1 = 5 x 200 = 1000 kN e R2 = 4 x 300 = 1200 kN.
2007 F. Biasioli
5-21
CAPITOLO 5
ES3
Svolgere lesempio precedente adottando come origine del sistema di riferimento il baricentro
delle rigidezze K.
In base ai risultati precedenti tale punto si sposta della quantit zk = 5,25 0,25 x 3,40 = 4,40 mm.
Rispetto a un sistema di riferimento (x,z) avente lorigine nel baricentro delle rigidezze K si ottengono:
- il momento dei carichi esterni (momenti assunti positivi se antiorari)
M = 1000 (1,36 - 3,40 ) + 1200 (4,70 - 3,40) = - 480 kNm
- la rigidezza torsionale totale
KT = kzi (xi xK )2 = 200 (1-3,40)2 + 300 (5-3,40)2 = 1920 kNm
Lo spostamento verticale del baricentro delle rigidezze e la rotazione del plinto sono
zk =
R
2200
=
= 4,40 mm
Kz
500
0 =
M
- 480
=
= - 0,25 rad
K 1920
Tali risultati coincidono con i valori calcolati precedentemente: di conseguenza saranno uguali gli
spostamenti della testa e le reazioni dei pali.
ES4
Alla struttura dellesempio precedente viene aggiunto un terzo palo di rigidezza k3 = 250 kN/mm a
distanza d3 = 3,00 m dallorigine. Calcolare i carichi sui pali.
4,70 m
1,36
1000
1200 kN
x
kz1
kz3
k z2
z1
z3
z2
R1
R3
R2
1,00
3,00
5,00
5-22
0 = - 0,096 rad
R1 + R2 + R3 = 2200 kN
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 5
R
2200
=
= 2,94 mm
Kz
750
0 =
M
-194
=
= 0,096 rad
K 1947
coincidono con i valori precedentemente calcolati, cos come le reazioni sui pali.
ES5 Il nodo di figura sollecitato da una coppia di momento di intensit M = 200 kN/m. Calcolare la
quota di tale momento che sollecita ciascuna asta che converge nel nodo. Le aste orizzontali hanno
tutte sezione rettangolare di dimensioni (300 x 500) mm, i pilastri verticali hanno tutti sezione
quadrata di lato 300 mm. Materiale; calcestruzzo con Ecm = 32 kN/mm2
l1
k1
l2
lz
l3
Mi
k3
k2
M
ki
k4
l4
k =
3EJx
3 32 300 5003 -6
10 = 75 kNm /rad
==
lz
4000
12
Aste 3-4:
k =
4EJx
4 32 300 3003 -6
10 = 28,8 kNm /rad
==
lz
3000
12
75
= 72,6 kNm
(2 75 + 2 28,8)
M3,4 = 200
28,8
= 27,8 kNm
(2 75 + 2 28,8)
2007 F. Biasioli
5-23
CAPITOLO 5
ES6 Per la struttura di figura sono P = 10 kN lz = 2,50 m l1 = 2,50 m e l2 = 3,50 m. La trave portante ha
sezione rettangolare di dimensioni (300 x 500) mm. Calcestruzzo con Ecm = 32 kN/mm2 = 0,20
l2
P
T
l1
T1
M=Pl=T
lz
E
32
=
= 13,33 kN/mm2
2 (1+) 2 (1+0,2)
M = T = P lz = 10 x 2,5 = 25 kNm,
Per tutte le sezioni della trave portante di dimensioni a = 500 mm b = 300 mm
b/a = 0,60 = 3/(1-0,63 x 0,60) = 4,82
a b3
500 3003
Jt =
=
= 2799 106 mm4
4,823
k 1 =
GJt
13,33 2799 106 -6
10 = 14,9 kNm/rad
==
l1
2500
Parte 2:
k 2 =
GJt
13,33 2799 106 -6
10 = 10,7 kNm/rad
==
l2
3500
14,9
= 14,5 kNm
(14,9 + 10,7)
Mt,2 = 25
10,7
= 10,5 kNm
(14,9 + 10,7)
Le due semitravi sono sollecitate da una quota di T che, in campo elastico, proporzionale al peso della
rigidezza torsionale di ciascuna di esse rispetto alla somma delle rigidezze delle due parti.
5-24
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
CAPITOLO 6
Azioni orizzontali
Il capitolo confronta le diverse azioni orizzontali al fine di individuare le azioni pi gravose da utilizzare. Le
azioni prese in considerazione sono:
imperfezioni geometriche
6.1
EC2 5.2
Imperfezioni geometriche
Allo SLU si deve tenere conto degli effetti legati alle possibili imperfezioni non intenzionali della geometria
della struttura. Tali effetti si trascurano se minori degli effetti dovuti ad altre azioni orizzontali (vento o
sisma).
Le imperfezioni geometriche sono prese in conto assumendo che la struttura nel suo complesso, o un
singolo elemento, siano inclinati rispetto alla verticale di un angolo i (i = imperfections) fig- 6.1.
[6.1]
In cui:
0
h = 2 / l
2/3 h 1
m coefficiente riduttivo che tiene conto della ridotta probabilit che m elementi verticali siano tutti
contemporaneamente inclinati di uno stesso angolo
1
m = 0,5 1+
m
DM 3.2.2.1
3519
Le NT equiparano le azioni sismiche a unazione naturale in quanto, con la nuova zonazione, tutta lItalia
classificata come sismica.
2007 F. Biasioli
6-1
CAPITOLO 6
schematizzare la struttura con elementi verticali inclinati dellangolo (fig. 6.1, sinistra), oppure
assumere un sistema di forze orizzontali H agente sulla struttura indeformata (fig. 6.1, destra).
Nel secondo caso se Vi la risultante dei carichi verticali agenti sul piano i-esimo i cui elementi verticali
sono tutti inclinati di uno stesso angolo i, confondendo, per la piccolezza delle deformazioni, langolo di
inclinazione i con (sin i) la forza orizzontale equivalente al piano i-esimo vale:
Hi = sin i Vi i Vi
[6.2]
Per gli elementi di controvento leffetto delle imperfezioni geometriche si calcola applicando il peso totale
del controvento alla sommit dell'elemento.
Per stimare la forza globale orizzontale HI agente su tutto il complesso strutturale dovuta alle imperfezioni
geometriche ci si pu basare sul carico totale verticale Fv allo spiccato del piano terreno, somma dei
carichi agenti a tutti i piani fuori terra escluso il piano terreno e del peso proprio degli elementi verticali.
La forza globale orizzontale massima Him , applicata a livello del primo impalcato ha intensit:
Him = i FV = 0 h m FV
[6.3]
Il coefficiente h definito in base allaltezza della parte in elevazione del fabbricato a partire dalla quota
0,00. Assumendo, a favore di sicurezza, la quota media del baricentro della copertura (fig. 6.2) si ottiene:
h = 2 / 20,07 = 0,45 < 2/3 pertanto h = 2/3 = 0,667
Per il calcolo di m ci si basa sul numero totale dei pilastri. Le forze orizzontali dovute alle imperfezioni
geometriche sono infatti trasmesse agli elementi di controvento attraverso il comportamento a diaframma
del solaio, assunto infinitamente rigido nel suo piano.
Si ottengono i valori di tabella 6.1.
Direzione
x, y
1/200
l
[m]
20,07
0.667
25
0,72
Fv
Him
[kN]
[kN]
47673
115
6-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
per la velocit vp(z), dei parametri che caratterizzano il sito (zona geografica, periodo di ritorno, effetti
locali legati allubicazione del sito e allaltezza dal suolo degli elementi della costruzione);
per la pressione cinetica q(z), dei parametri che caratterizzano la tipologia strutturale e il tipo di opera
(coefficienti di pressione esterna e interna, coefficiente dinamico). Nel seguito sono sviluppati tutti i
passaggi per il calcolo di tale pressione.
[6.4]
Il periodo di ritorno TR assunto pari a 10 volte la vita di progetto convenzionale dellopera Td ,che varia
in base alla classe strutturale dellopera.
Le strutture in classe 1 devono essere progettate per una vita di progetto Td = 50 anni, pertanto TR = 500
anni. Per TR = 500 anni secondo le NT R (500) = 1,122 (+12,2%)2 pertanto:
vR(500) = R (500) vref,0 = 1,122 x 25 = 28,05 m/s
B) Velocit di di picco vP(z)
DM 3.3.7.1
Si definisce una classe di rugosit del terreno variabile in funzione della presenza, pi o meno diffusa,
di ostacoli che possano ridurre la velocit del vento in prossimit del suolo e nellintorno della struttura.
Per una costruzione in zona fortemente urbanizzata si adotta la classe di rugosit A.
In funzione della classe di rugosit, della zona geografica, della distanza dal mare e dellaltezza del sito
sul livello del mare si individua una categoria di esposizione del sito, classificata dalla I (pi severa)
alla V (meno severa).
La velocit di picco vP(z) vale:
vp (z) = cev(z) vR(TR)
[6.5]
cev (z) il coefficiente di esposizione, funzione della categoria di esposizione, che definisce il profilo
della velocit in funzione della distanza (z) dal suolo. Fino a una quota zmin in prossimit del suolo
la velocit costante, al di sopra della quota zmin la velocit cresce con z.
Per strutture in classe 2 sono Td = 100 anni, TR = 1000 anni, R (1000) = 1,156 (+15,6%).
2007 F. Biasioli
6-3
CAPITOLO 6
c ev ( z ) =kr c t ln
z
z
7+ln
z0
z0
[6.6]
Nelle formule
kr
ct
z0
zmin
Per ledificio in esame sono: classe di rugosit A, zona geografica I, h < 500 m s.l.m, distanza dal mare
> 30 km. In base a tali caratteristiche il sito classificato nella categoria di esposizione V per cui:
kr = 0,23
ctt =1
z0 = 0,70 m
zmin = 12 m
Per z 12 m
ln
z
z
7 + ln
28,05 = 6,45
0,70
0,70
ln
z
z
7 + ln
[m/s]
0,70
0,70
12
12
7 + ln
= 34,12 m/s costante
0,70
0,70
La velocit del vento sulle pareti sottovento3 si assume con valore costante, valutato per unaltezza
convenzionale z = h* pari alla quota altimetrica del baricentro della copertura. Nel caso in esame (fig. 6.2):
h* = (19,30 + 20,83) /2 = 20,07 > 12 m
vp (h*) = c ev ( 20,07 ) = 6,45 ln
33
20,07
20,07
7 + ln
= 38,03 m/s costante
0,70
0,70
Assimilando il vento a un fascio di luce sono sopravento gli elementi illuminati, sottovento quelli in ombra
6-4
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
La pressione cinetica di picco q(z) legata alla velocit del vento dalla legge di Bernoulli:
2
1
q ( z ) = v p ( z )
2
[6.7]
Assumendo per la densit dellaria = 1,25 kg/m3 se la velocit del vento in [m/s] la pressione cinetica
di picco q(z) risulta espressa in [N/m2]. Pertanto:
Pareti sopravento
Pareti sopravento
Pareti sottovento
z 12 m
costante
q (12) = 0,625 34,122 = 727 N/m2 = 0,73 kN/m2
z
z -3
7 + ln
10 [kN/m2]
z > 12 m
q (z) = 26,0 ln
0,70
0,70
z = h*= 20,07 m q (20.07) = 0,625 38,032 = 904 N/m2 = 0,90 kN/m2 costante
Il vento esercita in direzione perpendicolare agli elementi di parete o di copertura pressioni (positive) e
depressioni (negative) a seconda della posizione degli elementi (sopravento o sottovento, interni o esterni)
e della loro inclinazione rispetto allorizzontale (vento radente vedi figura):
Lintensit delle pressioni/depressioni varia in funzione della geometria dellelemento e della pressione
cinetica di picco q(z) secondo la relazione:
w(z) = cp cd q(z)
z
cp
cd
[6.8]
2007 F. Biasioli
6-5
CAPITOLO 6
Per il calcolo delleffetto globale del vento sulle pareti esterne verticali ( = 90) nelle due direzioni x e y
si cumulano gli effetti delle pressioni e depressioni sulle pareti sopravento e sottovento.4 La pressione
unitaria totale agente nelle direzioni rispettivamente X e Y vale pertanto
Per z 12 m
q (z) = 0,95 (0,80 0,73 + 0,40 0,90 ) = 0,95 (0,584 + 0,36) = 0,90 kN/m2
Per z > 12 m
z
z -3
7 + ln
q (z) = 0,95 0,80 26 ln
10 + 0,40 0,90
0,70
0,70
[kN/m2]
Nellipotesi che la struttura abbia solai infinitamente rigidi nel proprio piano, l'azione del vento pu essere
schematizzata con un sistema di forze orizzontali applicate a livello di ciascun solaio, considerate agenti
separatamente secondo gli assi principali x e y dell'edificio e, per ciascuna direzione, alternativamente nei
due versi opposti. Stante la modesta inclinazione delle falde ( = 10,7 < 15), sulla copertura si hanno
pressioni e depressioni le cui componenti orizzontali si annullano vicendevolmente.
Lintensit delle forze di piano il prodotto della pressione q(z) per la superficie di facciata di competenza
di ciascun impalcato (semialtezza di piano x larghezza facciata). La pressione q(z) si assume
convenzionalmente alle quote z di ciascun solaio indicate. Le rette d'azione delle forze risultanti sono
applicate a livello del solaio e passano per la linea dasse di ogni facciata, di coordinate (17,80; 5,96) m
vedi par 6.3.2.
Cumulando le pressioni e depressioni agenti sulle due pareti ortogonali alle direzioni x e y si ottengono le
forze di piano di tabella 6.2 e fig. 6.5.
Piano
quota di
piano
(m)
pressione
unitaria
(kN/m2)
altezza di
influenza
ST
18,26
1,00
2,79
P5
P4
P3
P2
P1
15,23
12,20
9,17
6,14
3,11
0,94
0,90
Vento in direzione X
profondit
(m)
area
(m2)
Fxi
(kN)
38,2
38,2
Vento in direzione Y
profondit
(m)
area
2
(m )
100,7
39,0
3,03
13,70
41,5
Totale Fx = 227 kN
100,7
102,8
36,10
37,4
Fyi
(kN)
109,4
98,8
Totale Fy = 599 kN
Il coefficiente cpi va preso in conto solo per la verifica dei singoli elementi e ha effetto nullo sulleffetto globale.
6-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
Per edifici, come quello in esame, aventi altezza maggiore di 18 m si devono considerare anche gli effetti
torsionali dovuto al vento agente in modo asimmetrico. Per edifici ordinari le NT individuano i 4 casi di
carico di figura 6.6. In figura il simbolo p significa pressione, e d depressione.
I casi 2 e 4 possono essere ridotti a una forza equivalente con la relativa eccentricit. Nel caso 2 definita ln
la lunghezza della parete normale alla direzione del vento sono:
Risultante delle forze di vento:
1x
Fx
ey
Fy
ex
[kN]
[m]
[kN]
[m]
227
6,50
599
17,80
1y
2x
0,875227 = 199
6,50+0,55 = 7,05
0,875599 = 524 17,80+1,44 =19,24
2y
3
0,75227 = 170
199
0,75599 = 449
7.05
524
19,24
6-7
CAPITOLO 6
Ledificio localizzato in zona sismica 4, una zona per la quale ciascuna Regione pu richiedere la
verifica sismica. Si assume una Classe di Duttilit (CD) bassa.
Lazione sismica in zona 4 definita da:
valori di accelerazione amax con una probabilit di superamento pari al 10% in 50 anni compresi tra il
2,5% e il 5% dellaccelerazione di gravit (0,025 g amax 0,05 g);
unaccelerazione di ancoraggio al suolo dello spettro di risposta elastico ag = 0,05g.
Per strutture regolari in altezza la verifica pu essere effettuata utilizzando lanalisi statica equivalente
anzich lanalisi dinamica modale. Se la struttura , come quella in esame, anche regolare in pianta
possibile scindere lazione sismica in due azioni separate, studiando un modello piano della struttura per
ciascuna direzione principale.5
In via semplificata la 3274 consente che non siano effettuare le verifiche allo stato limite di danno se si
assume, per la verifica allo SLU, un valore di accelerazione delle masse di intensit 0,05g. In alternativa
per una valutazione pi precisa si pu adottare lazione sismica di progetto Sd(T1) ricavata dallo spettro di
risposta in accelerazione.
Gli effetti di un terremoto su una struttura dipendono dallinterazione tra le caratteristiche della struttura e
le caratteristiche del sisma, cio laccelerazione a cui la struttura sottoposta. Tale interazione viene
definita attraverso lo spettro di risposta di progetto Sd (T), una funzione che ha in ascissa il periodo di
vibrazione T delloscillatore elastico equivalente al sistema strutturale specifico, in ordinata
laccelerazione Sd a cui soggetta la massa delloscillatore a seguito dellapplicazione, sul substrato rigido
del sedime di fondazione, dellaccelerazione di ancoraggio al suolo ag ( g = ground, terreno).
Un coefficiente S 1 amplifica laccelerazione di ancoraggio ag per tenere conto degli effetti di
risonanza/amplificazione dovuti alle caratteristiche stratigrafiche del terreno nella zona compresa tra il
substrato rigido e lopera di fondazione. Lo spettro formato da diverse parti individuate dalle equazioni:
0 T TB
Sd ( T ) = ( ag S )
T
2,5 T
+ 0,4q 1-
q TB
TB
TB T T C
Sd ( T ) = ( ag S )
2,5
q
TC T TD
Sd ( T ) = ( ag S )
2,5 TC
q T
TD T 4 s
Sd ( T ) = ( ag S )
2,5 TC TD
q T2
[6.9]
nelle quali:
ag
coefficiente che tiene conto degli effetti locali di amplificazione dovuti al terreno
TB, TC, TD valori dei periodi che identificano i diversi rami dello spettro, dipendenti anchessi dal
profilo stratigrafico del terreno di fondazione.
6-8
Per le strutture in zona 4 lanalisi statica equivalente separata secondo due direzioni sempre applicabile,
indipendentemente dalla regolarit strutturale, purch si adotti unaccelerazione di progetto convenzionale pari
a Sd(T1) = 0,05 g.
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
Per i terreni nei quali non sono presenti strati superficiali alluvionali di spessore compreso tra 5 e 20 m, i
parametri dello spettro di risposta allo stato limite ultimo che caratterizzano lazione applicata alla struttura
hanno i valori di tabella 6.4:
Tipo terreno
TB
[s]
TC
[s]
TD
[s]
B, C, D
1,25
0,15
0,50
2,0
[s]
[6.10]
Secondo lOrdinanza 3274 per edifici con struttura a telaio in calcestruzzo armato C1 = 0,075, per altri
tipi di edificio C1 = 0,050.
Nel caso specifico adottando laltezza H = 18,26 m a livello del sottotetto il periodo fondamentale di
vibrazione delledificio pari a
T1 = C1 H3/4 = 0,075 18,263/4 = 0,66 s.
In base ai valori di tabella 6.4 il periodo T1 identifica la parte di spettro compresa tra i limiti TC e TD e di
conseguenza la terza equazione delle [6.9].
Fattore di struttura q
DM 5.7
Il fattore di struttura q un valore adimensionale che individua indirettamente la duttilit della struttura.
Pu essere calcolato in via semplificata con la relazione
q = (K KD KR ) q0
[6.11]
qo
valore di base che dipende dal livello di duttilit attesa, pari a 4,0 per strutture miste telaio pareti.
fattore di duttilit della struttura, che dipende dal rapporto tra il valore u dellazione sismica per il
quale si verifica la formazione di un numero di cerniere plastiche tale da rendere labile la struttura e
1 per il quale il primo elemento strutturale raggiunge la sua resistenza flessionale; per strutture
classificabili come miste telaio pareti K = u/1 = 1,20.
KD
KR
fattore che dipende dalla regolarit dell'edificio; per edificio regolare in altezza KR = 1, per edificio
non regolare KR = 0,80.
S d ( T1 ) = a g S
2,5 TC
q T1
2,5 0,50
= 0,035 g
= 0,05 g 1,25
3,36 0,66
La presa in conto dello spettro elastico consente una riduzione delle forze sismiche del 30% rispetto alla
soluzione semplificata basata su una accelerazione convenzionale di intensit 0,05g. Gli effetti del sisma
delledificio si riducono dunque nello stesso rapporto. La scelta di adottare laccelerazione spettrale invece
della accelerazione convenzionale impone peraltro la verifica di stato limite di danno.
2007 F. Biasioli
6-9
CAPITOLO 6
TB T TC
TC T TD
TD T 4 s
T 0,4 T
Se ( T ) = ( a gd S ) 2,5 +
1-
TB
TB
S e ( T ) = ( a gd S ) 2,5
T
S e ( T ) = ( a gd S ) 2,5 C
T
T T
S e ( T ) = ( a gd S ) 2,5 C 2D
T
[6.12]
Per S, TB TC e TD continuano a valere i valori definiti per lo spettri di SLU (tab. 6.4). agd (d = danno)
laccelerazione di ancoraggio dello spettro per la quale la probabilit di superamento pari al 50% in 50
anni. Laccelerazione agd , essendo riferita a eventi caratterizzati da una frequenza di accadimento pi
elevata di quelli su cui si basa la verifica allo SLU, ha valore minore di ag.
Sulla base di quanto indicato nellOPCM 3519/2006 e nelle successive mappe di pericolosit6 possibile
assumere, per la maggior parte delle zone del nord Italia un valore di agd compreso tra 0,025g e 0,05g. In
base alle considerazioni sopra riportate nel caso in esame si assume agd = 0,025g.
Parametri dello spettro di risposta di SLD
Per tutti i terreni in cui non sono presenti strati superficiali alluvionali di spessore compreso tra 5 e 20 m, i
parametri di identificazione dello spettro di stato limite di danno hanno i valori di tabella:
Tipo terreno
TB
[s]
TC
[s]
TD
[s]
B, C, D
1,5
0,05
0,25
1,2
Il coefficiente percentuale di smorzamento viscoso equivalente dellazione sismica dipende dal tipo di
materiali utilizzati, dalla tipologia strutturale e dal terreno di fondazione. Le norme suggeriscono il valore
= 5%. Il fattore di correzione serve a tener conto di un coefficiente avente valore diverso dal 5%. Nel
caso in esame si assumono = 5% dunque = 1.
Il valore del periodo fondamentale delledificio T1 = 0,66s identifica la parte di spettro compresa tra i valori
TC e TD. In base ai parametri sopra indicati per TC T1 TD risulta pertanto:
T
Se ( T ) = ( a gd S ) 2,5 C
T
0,25
Dato che i tamponamenti presenti nella struttura possono ridurne la deformabilit, occorre inoltre verificare
che gli spostamenti relativi di interpiano non superino il valore dr 0,5%h, essendo h laltezza di
interpiano. Per tale verifica occorre dunque determinare gli spostamenti del solaio.
Le mappe di pericolosit relative a probabilit annuali di eccedenza diverse dalla probabilit su cui si basa la
verifica allo SLU (10% in 50 anni) sono state redatte dal medesimo gruppo di lavoro che ha definito la mappa
dellOPCM 3519/2006 e sono scaricabili dal sito www.ingv.mi.it.
6-10
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
[6.12]
W il peso complessivo del fabbricato (v. oltre) dunque W/g rappresenta la massa totale del fabbricato.
Il coefficiente tiene conto in modo forfetario della massa "modale" che realmente partecipa al modo di
vibrare fondamentale: per edifici a telaio in calcestruzzo armato con pi di tre piani per i quali T1 < 2TC,
= 0,85.
DM 3.2.3 Sia i pesi dei singoli piani Wi che il peso complessivo delledificio W sono calcolati per i carichi che sono
sempre mediamente presenti, cio nella combinazione di carico quasi permanente:
Gk + i (2i Qik)
SI assumono 2i = 0,30 per carichi di abitazione e sulle scale e 2i = 0,20 per i carichi su tetti e coperture.
Con tali ipotesi il carico totale della parte di fabbricato libera di oscillare W = 28968 kN (tabella 6.6).
Il tagliante alla base vale pertanto
Fh = 0,035g0,85 28968/g = 862 kN
allo SLU
Fh = 0,030g0,8528968/g = 739 kN
allo SLD
Esso si distribuisce sui vari piani in proporzione al momento statico delle masse del singolo piano zi Wi
rispetto al momento statico delle masse di tutto ledificio (zj Wj):
Fi = Fh zi Wi/ (zj Wj)
[6.13]
Ciascuna forza di piano agisce nel baricentro delle masse (centro di massa) di ciascun solaio.
La posizione del centro di massa pu essere calcolata con sufficiente precisione in base al valore dei
carichi agenti sui pilastri: dato che per la [6.12] la forza orizzontale sismica proporzionale al carico totale
verticale si pu assumere anche per ogni elemento verticale una forza orizzontale proporzionale al carico
verticale che gli compete. I
La tabella 6.6 riporta, per la combinazione di carico quasi permanente, il carico verticale agente su
ciascun elemento verticale. In base alla posizione di ciascun elemento il centro di massa ha coordinate:
xm = 17,80 m
ym = 5,96 m
Per tenere conto dellincertezza relativa alla distribuzione reale delle masse in condizioni di esercizio, la
retta dazione della forza sismica si considera possa passare non nel centro di massa, ma con eccentricit
eai pari al 5% della dimensione massima del solaio nella direzione perpendicolare alla direzione
dellazione sismica considerata. La retta dazione si trova dunque nella zona compresa tra le rette
xm = 17,80 36,10 0,05 = 17,80 1,81 m = (15,99 m; 19,61 m)
ym = 5.96 13,70 0,05 = 5,96 0,69 m = (5,25 m; 6,65 m)
Si dovr tenere conto della condizione che rende massima la distanza tra la retta dazione della forza
sismica e la posizione del baricentro delle rigidezze K, punto attorno a cui ruota il solaio.
2007 F. Biasioli
6-11
CAPITOLO 6
coordinate
tipo
rif.
ASC B 4
ASC B 10
C A 1
A 2
A 3
R
A 5
A 6
C A 7
A 8
A 9
R
A 11
A 12
C A 13
R C 1
C 2
C 6
Q C 7
C 8
C 12
R C 13
C D 1
D 2
D 3
D 5
D 6
R D 7
D 8
D 9
D 11
D 12
C D 13
Totale
xm =
forza
verticale
My
Mx
[m]
[m]
[kN]
[kNm]
[kNm]
7.95
25.85
0.00
3.60
7.95
10.85
14.00
17.80
21.60
24.75
27.65
32.00
35.60
0.00
3.60
14.00
17.80
21.60
32.00
35.60
0.00
3.60
7.95
10.85
14.00
17.80
21.60
24.75
27.65
32.00
35.60
4.50
4.50
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
6.50
6.50
6.50
6.50
6.50
6.50
6.50
13.00
13.00
12.48
12.48
13.00
13.00
13.00
12.48
12.48
13.00
13.00
2583
2583
437
818
663
491
730
725
730
491
663
818
437
995
1623
1462
1457
1462
1623
995
432
893
696
508
700
725
700
508
696
893
432
28968
22856
69085
0
2944
5268
5328
10218
12908
15766
12154
18321
26170
15562
0
5842
20468
25943
31580
51926
35431
0
3214
5532
5515
9806
12901
15129
12581
19239
28565
15383
515634
9073
9073
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
6469
10547
9503
9473
9503
10547
6469
5617
11605
8680
6341
9106
9422
9106
6341
8680
11605
5617
172780
515634
= 17,80 m
28968
ym =
172780
= 5,96 m
28968
6-12
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
la distanza ey o ex delle relative rette dazione dallorigine del sistema di riferimento globale
la distanze e = max (ex yK ; ey x ) tra le rette dazione delle forze orizzontali e il baricentro delle
rigidezze K avente coordinate (17,80; 3,82) m. Nel caso in cui ey o ex abbiano segno , la
distanza e calcolata assumendo il segno che ne rende massimo il valore
Tipo
Imp. geometriche
Vento
ex
ey
Mz
[kN]
[m]
[m]
[m]
[kNm]
x,y
115
17,80
5,96
2,14
248
1x
227
6,50
2,68
608
2x
199
7,05
3,23
643
1y
599
17,80
2y
524
19,24
1,44
755
3x
170
3y
449
Caso/
direzione
4
Sisma SLU
Sisma SLD
x
y
x
y
6,50
17,80
524
862
739
0
7,05
199
0
3,23
0
1398
19,24
1,44
6,65
2,83
2440
1,81
1560
2,83
2091
1,81
1338
19,61
6,65
19,61
la combinazione che cumula gli effetti del vento con i massimi carichi verticali
la combinazione sismica.
2007 F. Biasioli
6-13
CAPITOLO 6
Dalla tabella 6.7 il caso dominante per il vento risulta il n.4, che genera il maggior effetto torsionale.
Tale caso somma dei casi 2x e 2y: il vento in direzione x ha risultante Fx = 199 kN, e momento torcente
Mt = 1993,23 @ 643 kNm, il vento in direzione y ha risultante Fy = 524 kN, e momento torcente
Mt = 524 1,44 @ 755 kNm, dunque il momenti torcente totale vale Mt = 643 + 755 @ 1398 kNm. Dalla
ripartizione si ottengono su ciascun elemento le azioni di tab. 6.8.
I momenti Mz,i = (Mi + Fx,i yi2 + Fx,i xi2) tengono conto dei momenti torcenti Ti dovuti alla rotazione del
piano e del contributo dovuto allintensit delle forze reattive Fx,i Fx,i di ciascun elemento, considerate
passanti per il centro di taglio dellelemento.
La risultante delle forze interne di componenti (Fx,i Fx,i Mz,i) ha i valori evidenziati in grassetto alla fine delle
colonne relative ed in equilibrio con le forze sollecitanti.
6-14
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
Fx,i
Fy,i
Mi
Fx,i
Fy,i
Mi
[kN]
[kN]
[kNm]
[kN]
[kN]
[kNm]
91.25
91.25
0.24
0.24
0.24
0.24
183
199
1,09
157.11
272.84
9.69
10.89
16.64
17.84
485
524
1,08
0.36
0.36
0.07
0.07
0.07
0.07
0.99
1,70
1.72
99.0
99.0
0.3
0.3
0.3
0.3
169.7
294.8
10.5
11.8
18.0
19.3
0.6
0.6
0.1
0.1
0.1
0.1
199
524
1.70
rif.
B
4
B
10
D
3
D
5
S
D
9
D
11
Tot. controventi
Tot. generale
Rapporto
ASC
Gli elementi pi sollecitati risultano il vano ascensore B10 e il setto D11 evidenziali in tabella.
Per il calcolo delle sollecitazioni su tali elementi occorre
considerare che
-
rif.
ASC B 4
B 10
Fy,i
Fx,i
ey
Mi
MI,tot
[kN]
[kN]
[m]
[kNm]
[kNm]
169,7
294,8
99.0
99.0
1.95
1.95
0.6
0.6
194
194
2007 F. Biasioli
6-15
CAPITOLO 6
Piano
quota di
piano
forze di piano
Fxi
Fyi
vano ascensore
My
Mx
Fx
Fy
[m]
[kN]
[kN]
[kN]
[kN]
[kNm]
[kNm]
[kNm]
ST
18.26
P5
15.23
P4
12.2
P3
9.17
P2
6.14
P1
3.11
34
34
33
33
33
33
199
88
90
87
87
87
87
524
16.7
17.0
16.3
16.3
16.3
16.3
99.0
49.3
50.7
48.7
48.7
48.7
48.7
294.8
304.4
259.2
199.1
149.7
100.2
50.8
1064
900.1
771.7
594.2
446.6
299.0
151.5
3163
32.7
33.3
32.0
32.0
32.0
32.0
194
Totali
Mz
forze di piano
Fxi
Fyi
Fx
Mz
Piano
[m]
[kN]
[kN]
[kN]
[kN]
[kNm]
[kNm]
[kNm]
ST
18.26
P5
15.23
P4
12.2
P3
9.17
P2
6.14
P1
3.11
34
34
33
33
33
33
199
88
90
87
87
87
87
524
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.04
0.3
3.2
3.3
3.2
3.2
3.2
3.2
19.3
0.8
0.7
0.5
0.4
0.3
0.1
3
58.9
50.5
38.9
29.2
19.6
9.9
207
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.02
0.12
Totali
6-16
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
v0 = 0 mm
ui = u0 - yi
v0 = 0,22 mm
ui = u0 - yi
2007 F. Biasioli
6-17
CAPITOLO 6
6-18
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 6
tipo
rif.
Fx,i
Fy,i
Mz,i
Fx,i
Fy,i
Mz,i
[kN]
[kN]
[kNm]
[kN]
[kN]
[kNm]
0.63
0.63
0.12
0.12
0.12
0.12
1.7
426.2
426.2
2.3
2.3
2.3
2.3
-110.4
110.4
-7.8
-5.5
5.5
7.8
0.7
0.7
0.1
0.1
0.1
0.1
1.9
861.8
0.0
1.9
Fy,i
Mz,i
B 4 389.89 -100.99
B 10 389.89 100.99
D 3
2.14
-7.12
D 5
2.14
-5.02
S
D 9
2.14
5.02
7.12
D 11 2.14
Totale
788.3
0.0
Tot.
861.8
0.0
Generale
Rapporto
1.1
0.0
ASC
sisma x
tipo
sisma y
rif.
B 4
ASC
B 10
D 3
D 5
S
D 9
D 11
Totale
Tot.
Generale
Rapporto
Fx,i
1.1
Fy,i
Mz,i
Fx,i
[kN]
[kN]
[kNm]
[kN]
[kN]
[kNm]
2.28
2.28
-0.48
-0.48
-0.48
-0.48
2.6
288.97
418.16
18.09
19.43
25.85
27.19
797.7
0.40
0.40
0.08
0.08
0.08
0.08
1.1
2.5
2.5
-0.5
-0.5
-0.5
-0.5
312.2
451.8
19.5
21.0
27.9
29.4
0.4
0.4
0.1
0.1
0.1
0.1
2.9
861.8
1.2
2.9
861.8
1.2
1.1
1.1
1.1
Come per il vento, gli elementi pi sollecitati sono il vano ascensore B10 e il setto D11 evidenziali in
tabella. Anche in questo caso le azioni globali vanno distribuite tra i vari piani adottando la formula [6-13] e
riportate, nel caso dei vani ascensore, dal centro di taglio al baricentro.
Le tabelle 6.14 riportano i valori cos ottenuti.
2007 F. Biasioli
6-19
CAPITOLO 6
La combinazione degli effetti dovuti al sisma con quelli relativi ai carichi verticali avviene utilizzando una
regola di combinazione di SLU differente rispetto a quella che si usa nella condizione statica.
Si considerano i carichi verticali nella combinazione di carico quasi permanente e li si combina con leffetto
di progetto del sisma.
EX/Y + Gk + i 2i Qik
OR 4.6
Ciascuna azione sismica di progetto EX o EY ottenuta combinando gli effetti dellazione sismica secondo
una direzione con il 30% con gli effetti secondo laltra direzione
EX = EEdx + 0,30 EEdy
EY = EEdy + 0,30 EEdx
Le azioni sollecitanti di progetto su un elemento si ottengono dunque per sovrapposizione degli effetti.
6-20
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 7
CAPITOLO 7
Solai
Il comportamento dei solai in laterocemento, come in genere di tutte le strutture snelle in cui non sono
presenti armature trasversali per taglio, si basa su un meccanismo di trasferimento dei carichi agli appoggi
(travi e muri) di tipo arco-tirante: in tale schema le spinte di un arco di calcestruzzo compresso molto
ribassato sono equilibrate da un tirante realizzato dalle armature inferiori del solaio. Da qui limportanza
che almeno parte delle armature inferiori sia presente su tutta la lunghezza del solaio e sia ancorata in
modo adeguato alle due estremit, prolungando le barre allinterno delle travi di bordo.
Il dimensionamento delle armature viene effettuato considerando, a seconda della sollecitazione, sezioni a
forma di T (in campata) o a forma rettangolare estesa (sullasse delle travi) o ristretta (nelle zone di
collegamento tra le nervature e le travi, se soggette a momento negativo).
Data lampia zona di calcestruzzo compresso per la presenza della soletta le sezioni hanno in genere un
basso rapporto di armatura e la verifica delle tensioni nel calcestruzzo, almeno per i carichi e le luci comuni
negli edifici, non mai critica. Per il calcolo delle armature sono sufficienti metodi approssimati basati
sullequilibrio.
Nel seguito assunti come gi verificati (cap. 3) gli stati limite di esercizio di deformazione, fessurazione e
limitazione delle tensioni, si descrivono in sequenza:
- il diagramma di inviluppo delle sollecitazioni agenti, calcolate con modelli elastico-lineari;
- il calcolo dellarmatura teorica ed effettiva inferiore in campata;
- il calcolo della quantit darmatura inferiore che deve essere portata fino agli appoggi di estremit
- il calcolo dellarmatura superiore allappoggio centrale;
- le verifiche a taglio
- il calcolo delle lunghezze di ancoraggio.
Per tutte le nervature non si considerano, per il calcolo delle sollecitazioni, a favore di sicurezza momenti
di semi incastro agli appoggi di estremit.
Per le nervature S03-S01 la disposizione dei carichi variabili genera i diagrammi di inviluppo delle
sollecitazioni di momento e taglio di figura 7.1.1 Le reazioni massime sono dovute alla combinazione con
entrambe le campate caricate e G = 1,4 Q = 1,5.
Per la nervatura S04 la sollecitazione massima vale:
Mmax
EC2 5.3.2.4
kNm
Se un elemento continuo su un appoggio che non costituisce vincolo alla rotazione, come per le
nervature S03 S01 il vincolo rappresentato dalla trave centrale, il momento sullappoggio pu essere
1
I diagrammi di inviluppo sono calcolati con il programma TraveConDWG del prof. Gelfi, scaricabile liberamente
dal sito www.euroconcrete.it
2007 F. Biasioli
7-1
CAPITOLO 7
ridotto perch la reazione dappoggio R non risulta concentrata in un punto, ma uniformemente distribuita
sulla larghezza t dellappoggio. Da considerazioni di equilibrio la riduzione vale (fig. 7.2):
M = R t/8
La trave centrale ha larghezza t = 0,65 m ed R = 92,30 kN/m. Risulta M = 92,300,65/8 = 7,5 kNm/m
Scala momenti 1:25 - Sollecitazioni SLU
M min
M max
R max
R min
0
29.88
12.34
39.45
-60.22
92.30
48.45
39.45
29.88
12.34
T maxs 0
T maxd 29.88
Luci
gk
qk
6.525
5.94
2
-46.15
46.15
-29.88
0
6.525
5.94
2
S04:
7-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 7
I solai in laterocemento sono stati predimensionati (altezza e armatura) nel capitolo 3. Le sezioni di una
nervatura sono rappresentate in figura 7.3.
Il baricentro delle armature varia a seconda della luce e dello schema statico delle nervature. La distanza
del baricentro delle armature inferiori tese al bordo inferiore del solaio S03 S01 (intradosso laterizio) d = 34 mm,
laltezza utile di conseguenza: d = h - d = 230 34 = 196 mm (fig. 7.3, sinistra); per il solaio S04 d = 30 mm,
pertanto d = 230 28 = 202 mm. (fig. 7.3, destra).
La quantit di armatura tesa in campata, stimata nel paragrafo 3.4.1, fornisce i rapporti geometrici e meccanici:
S03 S01
3 12 per nervatura
As
6 113
=
100 = 0,35%
bd 1000 196
= 0,09
fcd 100 15,8
S04
fyd 0,22 391
As
4 113
= =
= 0,05
=
100 = 0,22%
fcd 100 15,8
bd 1000 202
Per una sezione a T con asse neutro nellanima ma molto vicino al bordo inferiore dellala, nellipotesi che la coppia
resistente interna sia realizzata dalle risultanti delle tensioni di compressione di intensit fcd nella soletta superiore
uniformemente compressa, e delle tensioni fyd delle armature inferiori, risulta::
2 12 per nervatura
QT4 6.5
lim =
hf 50
=
= 0,26
d 196
lim =
hf 50
=
= 0,25
d 202
Tale rapporto maggiore di entrambi i valori precedenti, pertanto lasse neutro taglia certamente lala e i travetti si
verificano, a momento positivo, come sezioni rettangolari di larghezza pari alla larghezza dellala.
QT4 STR 2
Dalla tabella QT4 STR 2 ai rapporti meccanici corrispondono le profondit dellasse neutro e i momenti resistenti :
S03 S01
0 = 0,09
= 1,235 0 = 0,105
x = d = 0,105 x 196 = 22 < 50 mm
= 0 (1 0,513 0) = 0,09 (1 0,513 0,09) = 0,086
MRd = bd2 fcd = 0,086 1000 1962 15,8 10-6 = 51,6 > 39,5 kNm/m
S04
0 = 0,05
= 1,235 0 = 0,062
x = d = 0,062 x 202 = 13 < 50 mm
= 0 (1 0,513 0) = 0,05 (1 0,513 0,05) = 0,049
MRd = bd2 fcd = 0,049 1000 2022 15,8 10-6 = 32,2 > 29,0 kNm/m
Per assicurare un'adeguata resistenza nei confronti di un eventuale vincolo di incastro parziale alle estremit delle
travi l'EC2 richiede che, anche se nellanalidi delle sollecitazioni si sono assunti alle estremit vincoli di appoggio
semplice, le sezioni d'estremit siano armate in modo da essere in grado di portare un momento negativo pari ad
almeno il 25% del momento in campata, dunque per il momento maggiore pari a:
2007 F. Biasioli
7-3
CAPITOLO 7
Nellipotesi che le armature lavorino tutte al tasso fyd la quantit minima di armatura longitudinale Asl richiesta per il
tirante risulta:
S03 S01
S04
Portando alle estremit del solaio una barra per nervatura : Asl = 2 113 = 226 > 191 mm2/m. Tali amature
devono ovviamente essere adeguatamente ancorate (v. oltre).
MSd
52,7 106
=
= 0,085
bd2 fcd 1000 1982 15,8
Si dispongono 314 per nervatura (6 barre per metro) con area As = 6 x 154 = 924 > 713 mm2/m.
Il momento nella prima sezione ristretta allattacco tra le nervature e la trave (b = 2 x 120 = 240 mm), vale
45,8 106
MSd = 45,8 kNm/m. =
= 0,975 1 - 1 - 2,05 0,335 = 0,429
= 0,335
240 1902 15,8
As =
7-4
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 7
le condizioni locali di aderenza (buona o mediocre): tutte le barre, sia inferiori che superiori, presenti in
getti di spessore minore di 250 mm sono considerate in condizioni di buona aderenza;
il valore di progetto fbd della tensione di aderenza che, per barre con diametro fino a 32 mm in
condizioni di buona aderenza vale2:
0,85 fctk,0,05
0,7 fctm
= 1,913
= 0,837 0,30 fck2/3 = 0,251 (0,83R ck )2/3 = 0,222 R 2/3
ck
c
1,60
[7.1]
Una barra di diametro , perimetro e area 2/4 che lavora alla tensione di trazione fyd trasmette al
calcestruzzo una forza pari a (2/4) fyd. Per evitare che la barra si sfili dal calcestruzzo, tale forza deve
essere equilibrata dalla risultante delle tensioni di aderenza fbd che si sviluppano sul perimetro della barra
per una lunghezza lbd0, detta lunghezza di ancoraggio di riferimento. Risulta:
lbd0 ( ) fbd =
2
fyd
4
lbd0 =
fyd
4 fbd
[7.2]
Se la barra lavora alla tensione sd < fyd la lunghezza di ancoraggio si riduce proporzionalmente: si ottiene
la lunghezza di ancoraggio di base lbd:
lbd = lbd0 sd
fyd
Tutte le barre che non si considerano pi collaboranti a partire da una data sezione devono essere
ancorate oltre la sezione per almeno la lunghezza lbd > lbmin. Per valutare la tensione sd si devono
considerare TUTTE le barre presenti nella sezione, sia quelle collaboranti che quelle non collaboranti.
In una sezione sollecitata da un momento MSd armata con barre di diametro e area As siano:
-n
il numero ESATTO di barre richiesto per assorbire il momento MSd lavorando al tasso fyd;
- n1 > n
lbd = lbd0
sd
n
= lbd0 > lbmin
fyd
n1
[7.3]
100 mm
2 La tensione di aderenza fbd della [8.1] va ridotta del 30% per condizioni di aderenza mediocri.
2007 F. Biasioli
7-5
CAPITOLO 7
fyd 14 391
=
= 640 mm
4 fbd 4 2,14
fyd 12 391
=
= 548 mm
4 fbd 4 2,14
S03 S01
M (+)
barre 12
M (-)
barre 14
2
= 365 mm
n/n1 = 0,67 > 0,30
3
1
n/n1 = 0,33 > 0,30
lbd = 640 = 213 mm
3
A s,req
191
lbd = lbd0 sd = lbd0
= 548
= 463 mm
fyd
A s,prov
226
lbd = 548
S04
lbd = 548
164
= 398 mm
226
Gli ulteriori requisiti relativi alla lunghezza minima di ancoraggio (> 10 , > 100 mm) sono rispettati.
Nel caso di barre soggette a trazione/compressione per flessione alla lunghezza lbd occorre SEMPRE
aggiungere unulteriore lunghezza al che tiene conto della traslazione del diagramma dei momenti dovuta
alla sollecitazione composte di flessione e taglio (fig. 8.5). Nel caso dei solai la lunghezza al non deve
essere aggiunta alle lunghezze di ancoraggio delle barre previste per assorbire le forze di trazione
allappoggio.
traslazione
Linea inviluppo
di Fs
traslazione
Nel caso dei solai a favore di sicurezza assumere al = d con d altezza utile del del solaio.
Con d = 202 mm le lunghezze di ancoraggio comprensive della lunghezza al risultano:
S03 S01
S03 S01
S03 S01
S03 S01
S03 S01
S04
7-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 7
si calcolano i momenti resistenti MRd delle sezioni ideali in cui risulta presente un numero di barre
esattamente pari al numero delle barre non interrotte; tali barre lavorano tutte al tasso fyd;
si cercano, sul diagramma di inviluppo dei momenti sollecitanti, le sezioni per le quali MSd = MRd.
Barre non interrotte (2+2) 12 inserite nei travetti con area totale AS = 4 x 113 = 452 mm2. La capacit
portante della sezione armata con tale armatura risulta pari a
MRd = 32,2 kNm/m
Per le nervature S01 e S03 la condizione MRd = MSd identifica due sezioni poste a distanza x = 1,5 m e x =
3,8 dallasse della trave di bordo.
S03 S01 momento M (-) su appoggio centrale
Barre non interrotte (1+1) 14 superiori con area totale AS = 2 x 154 = 308 mm2. La capacit portante della
sezione armata con tale armatura risulta pari a
MRd = 45,8 308/790 = 17,8 kNm/m
Per le nervature S01 e S03 la condizione MRd = MSd identifica due sezioni poste a distanza x = 1,15 m
dallasse della trave centrale (x = 0,91 m dal filo della trave).
La sezione di momento nullo dista x = 2,50 m dallasse della trave: a partire da tale sezione deve essere
predisposta solo la lunghezza di ancoraggio minima (10 = 140 mm).
La lunghezza di taglio delle barre in cm risultano pertanto:
armature inferiori
armature superiori
Alle estremit
214/ travetto
arrotondato a 350 cm
114/travetto
arrotondato a 600 cm
112/travetto
l = 1750 mm
arrotondato a 175 cm
S04
armature inferiori
In allegato riportato lo schema delle armature di entrambe le nervature. Le armature superiori alle
estremit sono piegate a 45, per avere lancoraggio delle barre nella zona compressa della sezione.
Le armature che entrano nelle travi hanno alle estremit ganci a 90. La parte di barra che si estende oltre
la piegatura deve avere lunghezza almeno pari a 5 volte il diametro. Nel caso in esame il piego di 100
mm > (5 x 12) = 60 mm .
La barra dovrebbe essere disposta con il piego preferibilmente disposto in orizzontale, in modo da risentire
delleffetto favorevole di compressione dovuto alla biella di calcestruzzo dellarco di scarico.
2007 F. Biasioli
7-7
CAPITOLO 7
VSd VRd,c,max
dove
VSd
VRd,c
VRd,c,max
forza di taglio resistente massima delle bielle di calcestruzzo compresse con valore:
VRd,c,max = 0,5 [0,6(1-fck/250)] fcd bw d
Il termine entro parentesi quadra un fattore di riduzione della resistenza del calcestruzzo
fessurato per taglio. Per i solai la condizione VSd VRd,c,max non mai determinante.
Nel caso di appoggio indiretto, come il caso dei solai portati da travi, la verifica a taglio va eseguita nella
sezione ristretta posta a distanza pari allaltezza utile d dal filo trave (fig. 7.5).
In tale ipotesi dato lo schema statico del solaio, la sezione pi sollecitata a taglio in prossimit della trave
centrale, a distanza (650/2 +196) = 521 mm dallasse della trave centrale. In tale sezione il taglio
sollecitante pari a
VSd = 46,2 11,32 x 0,521 = 40,3 kN/m
QT5
VRd,c = b w d =
k 100l fck b w d
c
> min b w d
k = 1+
200
2 per d = 190 mm
d
k =2
- delleffetto spinotto delle armature tese presenti e ancorate nella sezione posta a distanza h dalla
sezione considerata, (fig. 7.6 destra) e valutate come percentuale geometrica di armatura
A
l = sl < 0,02
bw d
3 154
= 0,024 > 0,02 l = 0,02
100 196
7-8
CAPITOLO 7
l bd
d
VSd
l bd
45 o
45 o
A sl
A sl
A sl
VSd
45 o
A
l bd
VSd
Nel calcolo della larghezza a taglio dellanima bw si pu tenere conto anche dello spessore del laterizio (0,8
cm) a diretto contatto con la nervatura: pertanto bw = 2 x (120 +8 +8) = 256 mm/m
Per un calcestruzzo C25/30 con fck = 0,83 Rck = 25,0 N/mm2 si ottiene:
=
0,18 3
k 100lfck = 0,113 2 3 100 0,02 25,0 = 0,83 N/mm2
c
La verifica a taglio nella sezione considerata soddisfatta. Lapproccio di calcolo evidenzia che, nel caso
di un solaio, risultano critiche:
- laltezza totale, che si riflette sul valore dellaltezza utile d
.- la scelta della tipologia di blocchi: a parit di altezza preferibile limpiego di blocchi senza aletta di
larghezza 38 cm portati da travetti con fondello in laterizio e in grado di realizzare nervature di
spessore (50 38) = 12 cm.
.- la scelta del calcestruzzo: utilizzando classi di resistenza minori di quella specificata per il caso in
esame (C25/30) la verifica non risulterebbe mai soddisfatta.
La forza di taglio resistente massima per fcd = 15,9 N/mm2 vale
V Rd,c,max = 0,3 (1-fck/250) fcd bw d = 0,3 (1- 25/250) 15,8 240 196 10-3 = 202 kN/m
2007 F. Biasioli
7-9
CAPITOLO 7
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 8
CAPITOLO 8
Travi
Si considera la travata centrale costituita dalle travi T09 - T010 comprese tra i pilastri C1, C2 e il vano
ascensore. Tutte le travi hanno sezione rettangolare di dimensioni (650 x 230) mm e altezza utile
d = h d = (230 36) = 194 mm.
SLU
1,40 1,71 = 2,43 kN/m
1,40 48,29 = 67,61 kN/m
70,0 kNm/m
1,5 (2,0 8,13) = 24,4 kN/m
94,4 kNm/m
l = 3,60 m
T010
I diagrammi di inviluppo delle sollecitazioni di momento M e di taglio V, calcolati in campo elastico lineare1,
per le combinazioni di carico di SLU e SLE e diverse disposizioni del carico variabile Qd sono riportati nelle
figure 8.1 e 8.2.
In base ai valori di momento taglio nella sezione di incastro e al carico totale si calcolano le sollecitazioni
nella sezione a filo setto posta a distanza 0,20 m dallincastro teorico):
SLU MSd = -168,3 + 236,1 0,20 = - 121,1 kNm
Tali sollecitazioni sono confrontabili con le corrispondenti sollecitazioni sulllappoggio centrale: queste
ultime vengono assunte come riferimento per il progetto.
Il programma utilizzato Telaio2D sviluppato dal prof. P. Gelfi, liberamente disponibile e scaricabile gratuitamente
dal sito www.euroconcrete.it.
2007 F. Biasioli
8-1
CAPITOLO 8
8-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 8
duttilit delle sezioni allo SLU: la sezione in cui viene ridotto il momento deve essere in grado di
garantire allo SLU una assegnata capacit di rotazione, definita in funzione della profondit
relativa dellasse neutro = x/d dalla relazione
M
= Sd,red = 0,44 + 1,25 0,70
MSd,el
la profondit relativa dellasse neutro nella sezione per il momento MSd,red = MSd,el.
limitazione delle tensioni in esercizio nelle sezioni: una ridistribuzione troppo elevata comporta
una significativa riduzione della quantit di armatura, dunqe possibili elevate tensioni delle
armature in condizioni in esercizio, quando le sollecitazioni dovute ai carichi di esercizio sono
valutate in assenza di ridistribuzione. Per evitare tale situazione cautelativo assumere una
ridistribuzione limitata al 15% circa ( = 0,85).
Per ridistribuire il momento MSd,el si applicare alle estremit di ciascuna trave un momento positivo
MSd,el = (MSd,el - Mred) = MSd,el (1 - )
Sul pilastro C1 per MSd,el = 92,9 kNm e = 0,85 si ottengono:
MSd,el = (1-0,85) 92,9 = 14 kNm
Non si ridistribuisce il momento a filo setto del vano ascensore in quanto la stessa combinazione di carico
che determina il massimo momento positivo determina anche il massimo momento di campata.
Applicando la coppia MSd,el per lequilibrio alle estremit di ciascuna trave di luce l, nascono forze di taglio
di intensit Vred = MSd,el/l . Tali forze riducono le sollecitazioni di taglio dovute ai carichi in prossimit
dellappoggio centrale (sollecitazioni massime nel caso di trave continua) e contemporaneamente
aumentano quelle allestremit di ciascuna trave. Risulta
- trave T09 - luce l = 3,60 m
- trave T010 - luce l = 4,25 m
2007 F. Biasioli
8-3
CAPITOLO 8
Perch sia sufficiente la presenza di sola armatura tesa la profondit relativa dellasse neturo dever
risultare essere 0,45. Al valore lim = 0,45 corrisponde il momento ridotto lim = 0,296.
83,85 106
= 0,216 < lim = 0,296
650 1942 15,9
Dato che la condizione rispettata sufficiente disporre solo armatura inferiore. Al valore = 0,216
corrisponde il rapporto meccanico di armatura = 0,247 e larea teorica di armatura in campata
As = 0,24765019415,9/391 = 1267 mm2
Si dispongono 6 barre 16 con area As = 1608 mm2.
Nellipotesi di estendere fino alle estremit delle travi 4 barre 16, nella sezione in cui le barre restanti
(216) non vengono considerate attive il momento resistente vale:
416
= 0,144
Sul diagramma di inviluppo delle sollecitazioni le sezioni in cui MSd = MRd = 56 kNm sono poste alle
distanze, misurate dagli assi dei pilastri C1 e C2:
T09
z = 1,30 m e z = 2,10 m
T010
z = 1,40 m e z = 2,80 m
CAPITOLO 8
La distanza dellasse neutro dal bordo compresso vale x = 48,5 mm dunque = x/d = 48,5/194 = 0,25,
per cui = 0,44 + 1,25 0,25 = 0,75 < 0,85. La ridistribuzione attuata quindi accettabile.
Si dispongono superiormente 7 barre 16, con As = 1407 mm2 di cui quattro interrotte e tre per lintera
lunghezza della trave. La sezione armata con 3 16 in zona tesa e 4 16 in zona compressa sviluppa il
momento resistente (negativo) MRd = 43,5 kNm. Sul diagramma di inviluppo delle sollecitazioni che tiene
conto della ridistribuzione tale valore si rileva nelle sezioni a distanza z = 0,50 m dallasse dellappoggio
centrale. Al di la di tale punto dovr essere garantita, per le barre interrotte, la lunghezza di ancoraggio.
CALCOLO DELLA CAPACIT PORTANTE IN ZONA SISMICA
DM 5.1.6.1.1
In zona sismica richiesto che il 50% dellarmatura tesa effettivamente disposta sia presente anche in
zona compressa e non possibile tenerne in conto il contributo nel calcolo di capacit portante.
Nella sezione al filo del pilastro centrale (C2) le armature presenti risultano 716, con As = 1407 mm2
superiori tesi e 416, con As = 804 mm2 inferiori compressi. La sezione equivalente in condizioni
sismiche risulta pertanto:
armatura tesa:
As = 1407 mm2
armatura compressa
Nei calcoli possibile tenere in conto la quota darmatura superiore che supera il 50% dellarmatura
disposta in zona tesa. Con tale disposizione il massimo momento negatvo sopportato dalla sezione risulta:
MRd,E = 92,3 kNm
= 0,320
As = 804 mm2
armatura compressa
da cui
MRd,E = 56,1 kNm
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= 0,188
8-5
CAPITOLO 8
VSd
191 103
=
= 0,136 < 0,310
b w d 1fcd 650 194 11,1
8-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 8
Utilizzando staffe 8 a due bracci Asw = 100 mm2 si ottiene il passo s = 89 mm. Le disposizioni per la zona
sismica richiedono di disporre la prima staffa a non pi di 5 cm dal filo del pilastro, mentre le successive ad
una distanza non superiore al minimo tra
- 0,25 d = 0,25 194 = 50 mm
- 150 mm
- 6l = 616 = 96 mm
Tale limitazione richiesta per una zona di lunghezza pari a d dal filo pilastro, ossia per i primi 200 mm. La
disposizione delle staffe riportata in figura 8.4.
Per linclinazione = 21.80 (cot = 2,5) le staffe con passo massimo smax = 150 mm forniscono la
capacit portante
VRd,s =
A sw
100
0,9 d fywd cot =
0,9 194 391 2,5 10-3 = 114 kN
s
150
Sul diagramma di inviluppo delle sollecitazioni di taglio le sezioni in cui si verifica tale sollecitazione sono
alle distanze, misurate rispettivamente dagli assi dei pilastri C1 e C2:
T09
z = 0,60 e 2,65 m
T010
z = 1,05 e 3,15 m
Allinterno di tali zone sufficiente disporre staffe con passo smax = 150 mm. Al di fuori di tali zone il passo
si riduce a s = 90 mm. E inoltre opportuno disporre due staffe in pi a sinistra e a destra degli appoggi, per
migliorare la zona di calcestruzzo confinata. La prima staffa dovrebbe essere posizionata entro 5 cm dal
filo del pilastro.
Tutte le staffe devono avere altezza tale da garantire il ricoprimento di 2 cm dunque con altezza della parte
verticale pari a (230 40) = 190 mm.
VRd,s = VSd =
A sw
100
177,2
0,9 d fywdcot =
0,9 194 391 cot cot =
= 1,30
100
s
50
0,9 194 391
50
Sono presenti 416 con As = 804 mm2 in grado di sviluppare una forza SRd = 804 x 391 x 10-3 = 314 kN.
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8-7
CAPITOLO 8
In zona sismica lentit delle azioni di progetto calcolata come somma del taglio dovuto ai carichi verticali
in condizioni quasi permanenti e del taglio dovuto ai momenti flettenti resistenti delle sezioni di estremit.
Per il calcolo dei momenti flettenti, in questo caso, si utilizzano le armature effettivamente presenti
allinterno della trave. Il taglio dovuto ai momenti resistenti risulta :
Trave
T009
T010
Cond.
sisma 1
sisma 2
sisma 1
sisma 2
MRd, sx
56,1
93,4
56,1
93,4
MRd,dx
93.4
56,1
93.4
56,1
VSd
41,5
41,5
35,2
35,2
1,71 kN/m
48,3 kN/m
4,9 kN/m
54,9 kN/m
Pertanto
54,9 3,60
= 98,8kN
2
Le sollecitazioni di progetto sono
VSd =
Trave
T009
T010
VSd =
54,9 4,25
= 116,7kN
2
VSd,sisma
140,3
151,9
In ogni caso lazione sismica minore di quella derivante dagli SLU statici, pertanto non si approfondiscono
ulteriormente le verifiche.
Le disposizioni per la zona sismica richiedono di disporre la prima staffa a non pi di 5 cm dal filo del pilastro,
mentre le successive ad una distanza non superiore al minimo tra
- 0,25 d = 0,25 194 = 50 mm
- 150 mm
- 6l = 616 = 96 mm
Tale limitazione richiesta per una zona di lunghezza pari a d dal filo pilastro, ossia per i primi 200 mm. La
disposizione delle staffe riportata in figura 8.4.
le condizioni locali di aderenza (buona o mediocre): tutte le barre, sia inferiori che superiori, presenti in
getti di spessore minore di 250 mm sono considerate in condizioni di buona aderenza;
il valore di progetto fbd della tensione di aderenza. Per un calcestruzzo Rck, per barre con diametro fino
a 32 mm e condizioni di buona aderenza:
fbd = 0,222 . 302/3 = 2,14 N/mm2
8-8
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 8
fyd
391
= 46 = 736 mm
=
4 fbd
4 2,14
Se la barra lavora alla tensione sd < fyd la lunghezza di ancoraggio si riduce proporzionalemente e si
ottiene la lunghezza di ancoraggio di base lbd:
lbd = lbd0
sd
fyd
il numero di barre di area As richieste per assorbire il momento MSd al tasso fyd;
- n1 > n
lbd = lbd0
n
> lbmin
n1
barre 16
lbd = 46 = 46 16 = 736 mm
lbd = lbd 0
A s,req
sd
230,2
= lbd0
= 736
= 540 mm = 60 cm
fyd
A s,prov
314
4
= 491 mm
n/n1 = 0,67 > 0,30
6
3
M (-) app. C2
barre 16
lbd = 736 = 315 mm
n/n1 = 0,43 > 0,30
7
Gli ulteriori requisiti relativi alla lunghezza minima di ancoraggio (> 10 = 160 mm , > 100 mm) sono
sempre rispettati.
M (+)
barre 16
lbd = 736
Nel caso di barre soggette a trazione/compressione per flessione alla lunghezza lbd occorre SEMPRE
aggiungere unulteriore lunghezza al che tiene conto della traslazione del diagramma dei momenti dovuta
alla sollecitazione composte di flessione e taglio (QT4). La lunghezza al non deve essere aggiunta alle
lunghezze di ancoraggio calcolate per assorbire le forze di trazione allappoggio.
Nel caso delle travi al = al = 0,9d ( cot - cot ) 2 con d altezza utile.
Per d = 194 mm, cot = 2,5, cot = 0 le lunghezze di ancoraggio, comprensive della lunghezza al,
risultano:
armature superiori appoggio C1
armature inferiori in campata
armature superiori appoggio C2
lunghezza di ancoraggio minima
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 8
si calcolano i momenti resistenti MRd delle sezioni ideali , sezioni in cui si considerano presenti barre
che lavorano tutte al tasso fyd in numero pari al numero delle barre non interrotte;
si individuano, sul diagramma di inviluppo dei momenti sollecitanti, le sezioni per le quali MSd = MRd.
T09
Le sezioni sono state individuate alle distanze z = 1,30 m e z = 2,10 m dallasse del pilastro C1.
Aggiungendo per entrambe le estremit la lunghezza di ancoraggio pari a 100 cm, risultano barre di
lunghezza totale l = (2,10 1,30 + 2 x 1,00) = 2,80 m arrotondata a 300 cm.
La posizione della barra a z = 0,30 m dallasse del pilastro C1 dunque a z = 0,125 + 0,30 = 0,43 cm dal
bordo esterno della stessa.
T09
momento M (-)pilastro C1
La barra posizionata a partire dal bordo esterno della trave, sempre garantendo il ricoprimento minimo
pari a 3 cm.
T09 - 010
Le sezioni sono state individuate alle distanze z = 0,50 m dallasse del pilastro C2.
Aggiungendo per entrambe le estremit la lunghezza di ancoraggio pari a 75 cm, risultano barre di
lunghezza totale l = (2 x 0,50 + 2 x 0,75) = 2,50 m arrotondate a 300 cm.
Setto ascensore
Viene trattato come lappoggio centrale, garantendo, dal filo setto e verso linterno dello stesso, la lunghezza di
ancoraggio di base pari a 75 cm. Risulta una lunghezza totale pari a (0,75 + 0,55 + 0,38) = 168 cm arrotondata a
175 cm.
La disposizione delle armature riportata in figura. 8.4.
8-10
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 9
CAPITOLO 9
Pilastri
9.1 Sollecitazioni di progetto
I pilastri, entrambi a livello di piano terreno, sono:
- il pilastro dangolo A1, con area di carico (fig.3.4) limitata ma, soggetto essendo ai vertici del fabbricato, a
significativi effetti torsionali legati alla rotazione di piano dovuta alle forze orizzontali;
- il pilastro della travata centrale C2 a cui corrisponde la massima area di carico (fig.3.6 e tabella 3.9).
Allo stato limite ultimo si considerano due combinazino di carico:
- statica: combinazione di carichi verticali e vento (par 2.3) Ed = E G,jGk,j + Q,1Qk,1 + Q,i 0,iQk,i
i>1
i
k, j
2, j Q k, j
Con riferimento alle convenzioni di figura in cui gli assi x,y di ciascun elemento
sono paralleli agli assi X,Y globali del fabbricato, le azioni al piede di ciascun
pilastro allo SLU sono:
CARICHI VERTICALI
In tabella 9.1 sono riporati:
- le forze assiali NSd e i momenti MSd nella combinazione specifica
(combinazione statica: G = 1,40 Q = 1,50; comb. sismica G = Q = 1,0).
I momenti non tengono conto di eventuali ridistribuzione nelle travi.
- tagli VSdx VSdy legati ai momenti MSd : possono essere calcolati, in base al
modello a semitelaio assunto per il calcolo dei momenti, imponendo un punto
di momento nullo a met di altezza del pilastro, dividendo per l/2
(l = 3,03 m altezza pilastro) i momenti MSd.
rif.
tipo
A1
C2
Comb.
allo SLU
statica
sismica
statica
sismica
NSd
MSd,y
VSd,x
[kN]
[kNm]
[kN]
671
23,74
15,93
437
16,49
11,02
2785
25,82
17,33
1623
9,01
6,05
2007 F. Biasioli
9-1
CAPITOLO 9
le forze orizzontali FX FY agenti nelle direzioni x,y e i relativi coefficienti di combinazione per cui
vanno moltiplicate rispettivamente nella combinazione statica e sismica
rif.
Comb.
tipo
C
sismica
statica
C 2
caso
Fx
[kN]
statica
A 1
forza orizzontale
R
sismica
1x
1y
2x
2y
4
x
y
1x
1y
2x
2y
4
x
y
0.42
0.00
0.37
0.05
0.42
1.59
0.1
1.36
0
1.17
0.14
1.31
5.15
0.29
0.6
0.6
Fy
[kN]
0.19
0.94
0.20
0.72
0.92
0.76
0.86
0.34
2.1
0.36
1.42
1.78
1.37
2.15
VSd
0.6
0.6
MSd
[kNm]
[kNm]
[kNm]
[kNm]
0.25
0.00
0.22
0.03
0.25
1.82
0.36
0.82
0.00
0.70
0.08
0.79
5.56
0.93
0.11
0.56
0.12
0.43
0.55
1,24
0.88
0.20
1.26
0.22
0.85
1.07
2,91
2.24
0.17
0.85
0.18
0.65
0.84
1.88
1.35
0.31
1.91
0.33
1.29
1.62
4,41
3.39
0.38
0.00
0.34
0.05
0.38
2.75
0.54
1.24
0.00
1.06
0.13
1.19
8,43
1,42
e = MSd/NSd = 0,036 m
2
2
VSd = VSd,x
+ VSd,y
= 16,182 + 0,552 = 16,19 kN
Combinazione sismica
Cumulando le azioni dovute ai carichi verticali (tabella 9.1) e a sisma (tabella 9.2) si ottiene
MSd,x = 1,88 kNm
MSd,y = 16,49 + 2,75 = 19,24 kNm
NSd = 437 kN
VSd,y = 1,24 kN
VSd,x = 11,02 + 1,82 = 12,84 kN
Le sollecitazioni risultanti sono
9-2
2007 F. Biasioli
2
2
MSd = MSd,x
+ MSd,y
= 1,882 +19,242 = 19,33 kNm
CAPITOLO 9
e = MSd/NSd = 0,044 m
2
2
VSd = VSd,x
+ VSd,y
= 12,842 +1,242 = 12,90 kN
Cumulando le azioni dovute ai carichi verticali (tabella 9.1) e al vento (tabella 9.2) si ottiene
MSd,x = 1,62 kNm
MSd,y = 25,82 + 1,19 = 27,01 kNm
NSd = 2785 kN
VSd,y = 1,07 kN
VSd,x = 17,33 + 0,79 = 18,12 kN
Le sollecitazioni risultanti sono
2
2
MSd = MSd,x
+ MSd,y
= 1,622 + 27,012 = 27,06 kNm
e = MSd/NSd = 0,01 m
2
2
VSd = VSd,x
+ VSd,y
= 18,122 +1,072 = 18,15 kN
Combinazione sismica
Cumulando le azioni dovute ai carichi verticali (tabella 9.1) e a sisma (tabella 9.2) si ottiene
MSd,x = 4,41 kNm
MSd,y = 9,01 + 8,43 = 17,44 kNm
NSd = 1623 kN
VSd,y = 2,91 kN
VSd,x = 6,05 + 5,56 = 11,61 kN
Le sollecitazioni risultanti sono
2
2
MSd = MSd,x
+ MSd,y
= 4,412 +17,442 = 18,0 kNm
e = MSd/NSd = 0,011 m
2
2
VSd = VSd,x
+ VSd,y
= 11,612 + 2,912 = 11,97 kN
Il pilastro circolare con diametro D = 300 mm in diretto contatto con lambiente esterno. La distanza del
baricentro delle armature longitudinali dalla superficie del calcestruzzo (tab. 3.5) vale d = 45 mm.
Per tener conto delle incertezze sulla posizione del punto di applicazione della forza assiale NSd = 671 kN, le
eccentricit dovute ai momenti flettenti devono in ogni caso essere almeno pari a ee = max (D/30; 20 mm) =
max(10 mm; 20 mm) = 20 mm.
Nel caso specifico leccentricit risulta ee = 0,036 m = 36 mm > 20 mm.
QT4
Per ottenere leccentricit totale del primo ordine alleccentricit dovuta ai carichi si somma leccentricit
dovuta alle imperfezioni geometriche
e1 = (ee + ei)
Leccentricit ei vale:
h =
ei = i
l0
l
= 0 h m 0
2
2
2
2
=
= 1,14 > 1 h = 1
l
3,03
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0 =
1
rad
200
1
m = 0,5 1 +
m
m = 1 m = 1
9-3
CAPITOLO 9
e i = 0 h m
l0
1
3030
=
1 1
= 8 mm .
2 200
2
Alleccentricit totale
Per valutare se sono da prendere in conto anche gli effetti del II ordine si deve stimare larmatura
longitudinale. Nel caso di sezioni circolari devono essere disposte barre di diametro minimo 12 mm in un
numero minimo di 6 con area As,min = (6113) = 678 mm2. A tale valore corrisponde il rapporto meccanico:
=
A s fyd
A c fcd
678 391
= 0,20
70685 18,4
20 A B C
i cui i termini sono:
N
671 103
= Sd =
= 0,52
A c fcd
70685 18,4
M
1
1
=
= 0,70 B = 1 + 2 = 1 + 2 0,20 = 1,18 C =1,7 - 01 = 1,7 + 1 = 2,7
1 + 0,2eff 1 + 0,2 2
M02
lim =
0,52
Per un pilastro circolare la pressoflessione sempre retta. Sul diagramma di interazione dimensionale
tracciato per una sezione circolare di calcestruzzo C28/35 armata con 6 12 il punto di coordinate
NSd = 671 kN, MSd = 29,5 kNm risulta allinterno del dominio resistente. La sezione verificata (fig. 9.2).
9-4
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 9
9.2.2 Pilastro C2
SLU STATICO
Eccentricit del I ordine
Il pilastro, di forma rettangolare e dimensioni (300 x 400) mm posto in ambiente interno. La distanza del
baricentro delle armature longitudinali dalla superficie del calcestruzzo d = 36 mm.
Le eccentricit della forza assiale NSd = 2785 kN deve in ogni caso risultare almeno pari a ee = max (b/30;
h/30; 20 mm) = max (13 mm; 20 mm) = 20 mm.
Nel caso specifico leccentricit risulta ee = 0,01 m = 10 mm < 20 mm. Si assume e = 20 mm. Leccentricit
ei dovuta alle imperfezioni geometriche uguale a quella del caso precedente (8 mm). Leccentricit totale
risulta pertanto etot = (ee + e1) = (20 + 8)= 28 mm e si considera presente in entrambe le direzioni x, y .
Pertanto MSd,x = MSd,y = NSd etot = 27852810-3 = 78 kNm
Effetti del II ordine
Per sezioni rettangolari di dimensioni (300 x 400) mm devono essere disposte barre di diametro minimo
= 12 mm in numero minimo di 6. Si dispongono 16 barre 18 con area totale As = (16 254) = 4064 mm2 a
cui corrisponde il rapporto geometrico
A f
4064 391
= s yd =
= 0,72
A c fcd 120000 18,4
Per la snellezza limite lim =
=
20 A B C
NSd
2785 103
=
= 1,26
A c fcd 120000 18,4
lim =
b
12
1,26
l0
3030 12
=
= 35 < lim
min
300
Per elementi soggetti a pressoflessione deviata possibile effettuare due verifiche a pressoflessioni rette)
secondo ciascuna delle due direzioni principali x,y se sono soddisfatte entrambe le condizioni:
e y /h
e x /b
0,5 y 2
0,20
oppure
0,20
x
e x /b
e y /h
La prima condizione y/x = h/b = 400/300= 1,33 < 2 soddisfatta, la seconda, essendo le due eccentricit
del primo ordine ey = ex = 28 mm uguali, non lo ed occorre effettuare la verifica in pressoflessione deviata.
Sul diagramma di interazione dimensionale di figura 9.3 per una sezione rettangolare di calcestruzzo C28/35
armata con 16 18, il punto di coordinate NSd = 2785 kN, MSdx = 78 kNm si trova sulla frontiera del dominio
resistente. La sezione verificata.
9-5
CAPITOLO 9
La verifica a taglio di un pilastro circolare pu essere condotta considerando la larghezza b di una sezione
rettangolare, inscritta allinterno della sezione (fig. 9.4) avente rapporto tra i lati b = 5/7 h, rapporto per cui
risulta massima linerzia della sezione.
2
5
Risulta D = b + h = h + h2 = 1,23 h da cui
7
2
b = (5/7) h = 174 mm
Con staffe circolari 8 disposte con passo s = smax = 80 mm Asw = 100 mm2. Utilizzando il metodo
tabellare a tale armatura corrispondono larmatura a taglio ridotta e il taglio adimensionale
w =
A sw fyd
b w s 1fcd
100 391
= 0,21
180 80 0,7 18,4
Di conseguenza
VRd = bw d 1 fcd = 0,370 180255 0,718,4 10-3 = 214 > 16,2 kN
Si mantiene la disposizione con passo 80mm fino a 450 mm dai fili superiore e inferiore del solaio.
Nelle zone intermedie del pilastro il passo delle staffe raddoppiato al valore s = 160 mm.
COMBINAZIONE SISMICA
Essendo le sollecitazioni minori di quelle in condizioni di SLU statico, la verifica si considera soddisfatta.
9.3.2 Pilastro C2
COMBINAZIONE STATICA
9-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 10
CAPITOLO 10
Elementi di controvento Nuclei e setti
10.1 Premessa
OR 5.5.1
Gli elementi di controvento, catalogati come pareti strutturali semplici o complesse, sono verificati nella
condizione di carico di SLU sismico. Possono essere considerate pareti gli elementi che sopportano le sole
azioni orizzontali per le quali la forza assiale ridotta
=
NSd
0,40
A c fcd
La condizione limite n = 0,40 rappresenta la condizione di momento resistente massimo per una forza
normale assegnata.
Le pareti devono avere uno spessore s 150 mm.
Gli elementi composti sono costituiti da elementi rettangolari disposti in modo da formare elementi a C, U,
ecc. come i vani ascensore. Nel seguito per le verifiche di flessione e taglio dei vani ascensore e dei setti
si utilizzano le prescrizioni contenute nellOPCM 3274 .
10.2 Nuclei
10.2.1 Sollecitazioni
Le azioni cui sono soggetti i controventi sono ottenute come combinazione degli effetti delle azioni veriticali
e orizzontali calcolate in tab. 4.3 per NSd (carichi verticali) e 6.10 (SLU) e 6.14a (sisma) per M e F (azioni
orizzontali).
vento
sisma lungo x
sisma lungo y
Nd
Mi,y
Mi,x
FiX
FiY
Mz,i
[kN]
4302
2583
2583
[kNm]
1064
5685
33
[kNm]
3163
1473
6026
[kN]
99
427
2,5
[kN]
294.8
111
452
[kNm]
194
833
5,2
vento
sisma lungo x
sisma lungo y
NSd
MSd,y
MSd,x
VSd,x
VSd,y
TSd
[kN]
4302
2583
2583
[kNm]
638,4
5695
1739
[kNm]
1898
3281
6468
[kN]
59,4
428
131
[kN]
177,9
246,6
485
[kNm]
116,4
835
255
2007 F. Biasioli
10-1
CAPITOLO 10
e y,1 =
e y,2 =
i2x
7,923 1011 1340000
=
= 479 mm
h - yG
2200 - 966
ex =
i2y
xG
Le eccentricit risultano:
ex = 638,4 103/4302 = 148 mm
ey = 1898 103/4302 = 441 mm
La struttura pu risultare non completamente compressa per alcune direzioni dellazione del vento, ma le
tazioni risultano di modestissima entit. La verifica approssimata eseguita con il programma di calcolo (fig.
10.1) conferma, infatti, che la deformazione di trazione non tale da pregiudicare lipotesi inziale, ossia
el 0,02
10-2
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 10
=
OR 5.4.5.2
NSd
2583 103
0,4 =
= 0,10 < 0,4
A c fcd
1340000 18,4
Una parete composta di pi elementi rettangolari tra loro collegati viene progettata considerando reagenti
sia gli elementi che si allungano nella direzione considerata del sisma sia le eventuali ali, con dimensioni di
calcolo massime definite come (H altezza del fabbricato):
sisma direzione x:
direzione y:
lf,eff = min {lf; i/2; 0,25 H} = min {2000; n.a.; 5208} = 2000 mm
lf,eff = min {lf; i/2; 0,25 H} = min {800; 900; 5208} = 800 mm
Nella zona di base della parete si individua una zona critica in cui si concentrano le deformazioni
anelastiche in condizioni di SLU (fig. 10.4) la cui altezza hcr vale
hcr = max { b; l; H/6} min { h; 2b; 2l} max { 2000, 2200; 3472} min { 3030; 4000; 4400} = 3030 mm
OR 5.5.5.2
Nella zona critica di base larmatura viene calcolata con criteri differenti a seconda che sia disposta in una
zona confinata o non confinata: le zone confinate sono in figura 10.3 e hanno spessore s e lunghezza
confinata lc pari a
lc = 0,20 l 1,5 s 0,20 2200 = 440 mm > 1,5 200 = 300 mm lc = 440 mm
comunque non superiori alla dimensioni effettive.
Allinterno di tali zone il rapporto geometrico di armatura deve
risultare
1% 4%
Pertanto As,min = 0,01 200 440 = 880 mm2
As,max = 0,04 200 440 = 3520 mm2
Nelle zone non non confinate il rapporto geometrico di armatura
> 0,2%, ossia
Fig. 10.3 Zona confinata
As,min = 0,002 200 (2200 - 2 440) = 528 mm2
Nelle otto zone confinate sono presenti 5816, con unarea totale As = 11658 mm2. In ogni
zona < 4%. Nelle zone esterne a quelle confinate si dispongono 1812, con area As =
2034 mm2 (fig. 10.6). Sfruttando un programma di calcolo1 si ottiene il diagramma di Fig. 10.4 Vano
interazione in figura 10.5, Nella figura a sinistra riportata la condizione di sisma in ascensore zona
critica
direzione x, in quella a destra lungo y.
Il programma utilizzato VcaSLU, sviluppato dal prof. P. Gelfi, liberamente disponibile sul sito www.euroconcrete.it.
2007 F. Biasioli
10-3
CAPITOLO 10
Armature trasversali
QT5 3.
La verifica a taglio del vano ascensore condotta allo SLU considerando un comportamento a traliccio,
con fomazione di bielle compresse (calcestruzzo) e bielle tese (acciaio).
Il progetto delle armature a taglio deve essere effettuato per due direzioni (x, y) tra loro ortogonali. Dalla
tabella 10.2 risulta VSd,x = 427 kN; VSd,y = 485 kN, TSd = 835 kNm.
possibile trattare i due tagli in maniera separata, attribuendo a ciascuna membratura che si allunga nella
direzione del taglio in esame la resistenza completa delle forze di taglio nella medesima direzione.
Sostanzialmente, per le forze di taglio agenti in direzione x si considera resistente la sola parete di fondo
del vano ascensore (lunica intercettata dallasse neutro nel caso di flessione reta attorno allasse y),
mentre per il taglio in direzione y si considera che entrambe le pareti resistano congiuntamente al taglio di
progetto.
Il momento torcente TSd = 835 kNm viene distribuito sui singoli elementi in maniera semplificata in base al
rapporto tra la rigidezza torsionale della singola parete e la rigidezza torsionale totale.
Sulla bese dele formule in appendice al cap. 5 si ha:
parete di fondo: k =
GJt,i
lz
10-4
vano ascensore k =
GJt
lz
2007 F. Biasioli
Jt,i =
2000 2003
= 5 109
3,20
CAPITOLO 10
1800 2000
550
9
Jt = 2003 2
+ 2
+
= 16,2 10
3,89
3,23
3,20
La condizione peggiore risulta quella relativa al solo taglio in direzione x. A tale sollecitazione si deve
sommare il contributo dovuto alla torsione (QT5).
La sezione tubolare equivalente ha spessore tef = (2000 200)/ 2 (2000 + 200) = 91 mm e comunque non
minore di tmin = 2 36 = 72 mm.
Per uno spessore di progetto td = 90 mm si ha
z1 = 2000- 2 90/2 = 1910 mm
da cui
Il taglio di progetto su ogni parete della sezione tubolare risulta VSd = 428 /2 + 1,17 = 215,2 kN
OR 5.4.5
braccio delle forze interne, valutabile come 0,8 l = 0,8 2000 = 1600 mm
viene
VRd,2 =0,4 (0,7 29/200) 18,4) 90 1600 10-3 = 588 kN > VSd,x = 215,2 kN
Per il calcolo dellarmatura trasversale si considerano staffe 8 mm a due braccia, per le quali su ogni
parete Asw = 50 mm2. Il passo a cui devono essere disposte risulta
A sw z fywd
VSd,x
Il passo risulta accettabile poich s < smax = min { 10l; 250 mm} = min { 10 16; 250} = 160 mm.
Assumendo il passo s = 140 mm nella direzione ortogonale (y) risulta
VRd,s =
A sw
2 50
z fywd =
( 0,8 2000 ) 391 10-3 = 447 kN > VSd = 215,2kN
s
140
Al di sopra della zona critica possibile aumentare il passo delle staffe e ridurre le armature longitudinali,
ricordando che per le barre la distanza massima 300 mm, mentre per le staffe le distanze da rispettare
sono le medesime previste per il caso non sismico. Pertanto
smax = 0,75 d (1 + cot ) = 0,75 (2000 - 308) = 1269 mm 3 staffe/metro s = 333 mm
per s = smax = 333 mm
VRd,s =
A sw
100
z fywd =
( 0,8 2000 ) 391= 188 kN
s
333
Poich il contributo alla foza di taglio costante per tutti i piani, e pari a 485 /5 = 97 kN/piano, la
disposizione minima delle armature pu essere prevista solamente per lultimo livello.
La disposizione delle armature riportata in figura 10.8
2007 F. Biasioli
10-5
CAPITOLO 10
10-6
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 10
10.3 Setti
10.3.1 Sollecitazioni di verifica
Le azioni di progetto, cumulate come descritto precedentemente sono
rif
sisma lungo x
sisma lungo y
11
NSd
Mi,y
Mi,x
FiX
FiY
[kN]
696
696
[kNm]
33
16
[kNm]
221
423
[kN]
2,50
1
[kN]
16,6
32
I momenti torcenti non vengono presi in considerazione per la loro modestissima entit.
NSd
696 103
0,4 =
= 0,16 < 0,4
A c fcd
200 1200 18,4
hcr = max { l; H/6} min { h; 2l} max { 1200; 3472} min { 3030; 2600} = 2600 mm.
lc = 0,20 l 1,5 s 0,20 1200 = 240 mm < 1,5 200 = 300 mm lc = 300 mm
Limiti darmatura
As,min = 0,01 200 300 = 600 mm2
As,max = 0,04 200 300 = 2400 mm2
Utilizzando 416 per ogni zona confinata si ha As = 804 mm2, cui corrisponde
= 100 804 /(200 300) = 1,34%.
La sezione del setto rettangolare.
QT4 7.7
Per sollecitazioni di presso flessione deviata possibile il calcolo in presso flessione retta se risulta
e y /h
e x /b
0,20 oppure
e x /b
0,20
e y /h
Sisma lungo x
ey = 221/696 = 0,31 m = 31 mm
ex = 33/696 = 0,05 m = 5 mm
Sisma lungo y
ey = 423/696 = 0,60 m = 60 mm
ex = 16/696 = 0,02 m = 2 mm
2007 F. Biasioli
10-7
CAPITOLO 10
La zona intermedia non viene considerata reagente; si dispongono barre 12 a distanza massima 300
mm, secondo lo schema riportato in fig. 10.8.
Armature trasversali
Il taglio sollecitante di progetto VSd = 32 kN
La verifica alla compressione della biella compressa al taglio risulta
VRd, max = 0,4 (0,7 fck/200) fcd bw z = 0,4 (0,7 29/200) 18,4 200 0,8 1200 10-3 = 784 kN > VSd
Le staffe devono avere diametro minimo = 8 mm e passo non maggiore di
smax = min { 10l; 250 mm} = min { 10 16; 250} = 160 mm.
Adottando staffe f8 a due bracci risulta Asw = 100 mm2 e la resistenza per smin
VRd,s =
100
0,8 1200 391 10-3 = 235 > VSd = 32 kN nella zona critica
160
Al di fuori della zona critica possibile aumentare il passo delle staffe fino al limite previsto per le zone non
sismiche con un limite di 3 staffe al metro: s = 333 mm.
VRd,s =
10-8
160
235 = 113 kN > VSd= 32 kN
333
2007 F. Biasioli
CAPITOLO 10
Il calcolo del rapporto = x/l tra la profondit x dellasse neutro e laltezza l della sezione del setto pu
essere effettuata attraverso un programma di calcolo che consideri la presenza dellarmatura in zona
compressa. Si ottiene l = 242 mm (fig. 10.9).
Larea Asi = 8 201 = 1608 mm2 quella delle barre verticali che attraversano il piano dellimpalcato e da
tale sezione risultano debitamente ancorate.
Larmatura inclinata in questo caso nulla.
Il contributo dei vari termini risulta
Vdd = 0,25 391 1608 10-3 = 157 kN
Vfd = 0,25 18,4 242 200 10-3 = 223 kN
Vid = 0
VRd,s = 157 + 223 = 360 kN > 32 kN.
La verifica soddisfatta.
2007 F. Biasioli
10-9
FRANCESCO BIASIOLI
CARLO DOIMO
QUADERNI TECNICI
STRUMENTI DI CALCOLO
SEMINARIO TECNICO
LE STRUTTURE IN CEMENTO ARMATO - PROGETTO ED
ESECUZIONE ALLA LUCE DELLA NUOVA NORMATIVA
Forl 22 giugno 2007
Riservati per tutti i paesi i diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica, traduzione e di adattamento
totale o parziale con qualsiasi mezzo.
Gli aggiornamenti di questo volume e i programmi citati nel testo sono disponibili sul sito
www.euroconcrete.it
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
DURABILIT
1 Nessun rischio di corrosione o di attacco
X0
XC2
XC3
Umidit moderata
XC4
Umidit moderata
XD2
XD3
XS2
XS3
Permanentemente sommerso
XF2
XF3
XF4
6. Attacco chimico
XA1
XA2
XA3
Descrizione
Classe di esposizione
Ordinarie
Aggressive
X0
XC
Molto aggressive
XD XS
ST 1
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
ST 2
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
DURABILIT - COPRIFERRI
Classe di
esposizione
ambientale
XC1
25
30
35
40
45
50
55
XC2
XC3
XC4
XD1
50 anni
XD2
100 anni
XD3
XS1
XS2
XS3
XF1
XF2 XF3
XF4
XA1
XA2
XA3
Tab. 3.1 - Copriferro cmin e caratteristiche di composizione del calcestruzzo (EN206-1 ed EC2)
d'
long /2
staffe
h d
c nom
d'
d'
Altezze d e d
ST 3
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
RITIRO
h0
kh
[mm]
100
150
200
250
300
350
400
28
90
180
300
500
1000
1.000
0.41
0.69
0.82
0.88
0.93
0.96
0.911
0.28
0.55
0.71
0.80
0.87
0.93
0.850
0.20
0.44
0.61
0.73
0.82
0.90
0.813
0.15
0.36
0.53
0.65
0.76
0.86
0.750
0.12
0.30
0.46
0.59
0.71
0.83
0.748
0.10
0.26
0.41
0.53
0.66
0.79
0.722
0.08
0.22
0.36
0.48
0.61
0.76
Classe
Rck
RH%
[N/mm2]
20
40
50
60
80
90
100
C20/25
25
-0.61
-0.58
-0.54
-0.48
-0.30
-0.17
0.00
C25/30
30
-0.58
-0.55
-0.51
-0.46
-0.29
-0.16
0.00
C28/35
35
-0.55
-0.52
-0.49
-0.44
-0.27
-0.15
0.00
C32/40
40
-0.53
-0.50
-0.46
-0.42
-0.26
-0.14
0.00
C35/45
45
-0.50
-0.47
-0.44
-0.40
-0.25
-0.14
0.00
C40/50
50
-0.48
-0.45
-0.42
-0.38
-0.23
-0.13
0.00
C45/55
55
-0.45
-0.43
-0.40
-0.36
-0.22
-0.12
0.00
Tab 5.2 Ritiro nominale cd,0 () per h0 = 100 mm per cementi di classe N
Nota: per cementi S moltiplicare i valori di tabella per 0,80; per cementi R per 1,40
Ecm(t)/Ecm(28)
[giorni]
7
14
28
90
180
300
1000
0.68
0.85
1.00
1.18
1.26
1.30
1.37
0.78
0.90
1.00
1.12
1.16
1.19
1.23
0.82
0.92
1.00
1.09
1.13
1.15
1.18
0.89
0.95
1.00
1.05
1.07
1.08
1.10
0.93
0.97
1.00
1.03
1.05
1.05
1.06
0.94
0.98
1.00
1.03
1.04
1.04
1.05
ST 4
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
VISCOSIT
C25/30 - Rck = 30 N/mm2
RH = 65%
h0
[mm]
RH = 45%
h0
[mm]
t0
[giorni]
RH = 85%
h0
[mm]
100
200
300
400
500
100
200
300
400
500
100
200
300
400
500
4.2
3.7
3.5
3.3
3.2
3.3
3.0
2.9
2.8
2.7
2.5
2.4
2.3
2.3
2.2
14
3.7
3.2
3.0
2.9
2.8
2.9
2.7
2.5
2.4
2.4
2.2
2.1
2.0
2.0
2.0
28
3.2
2.8
2.7
2.5
2.5
2.6
2.3
2.2
2.1
2.1
1.9
1.8
1.8
1.7
1.7
90
2.6
2.3
2.1
2.0
2.0
2.0
1.9
1.8
1.7
1.7
1.5
1.5
1.4
1.4
1.4
180
2.2
2.0
1.9
1.8
1.7
1.8
1.6
1.5
1.5
1.5
1.3
1.3
1.2
1.2
1.2
300
2.0
1.8
1.7
1.6
1.6
1.6
1.5
1.4
1.4
1.3
1.2
1.1
1.1
1.1
1.1
1000
1.6
1.4
1.3
1.3
1.2
1.3
1.2
1.1
1.1
1.0
1.0
0.9
0.9
0.9
0.9
RH = 45%
h0
[mm]
t0
[giorni]
RH = 85%
h0
[mm]
100
200
300
400
500
100
200
300
400
500
100
200
300
400
500
3.7
3.3
3.1
3.0
2.9
3.0
2.7
2.6
2.5
2.5
2.3
2.2
2.1
2.1
2.0
14
3.3
2.9
2.7
2.6
2.5
2.6
2.4
2.3
2.2
2.2
2.0
1.9
1.8
1.8
1.8
28
2.9
2.5
2.4
2.3
2.2
2.3
2.1
2.0
1.9
1.9
1.7
1.7
1.6
1.6
1.6
90
2.3
2.0
1.9
1.8
1.8
1.8
1.7
1.6
1.6
1.5
1.4
1.3
1.3
1.3
1.3
180
2.0
1.8
1.7
1.6
1.6
1.6
1.5
1.4
1.4
1.3
1.2
1.2
1.1
1.1
1.1
300
1.8
1.6
1.5
1.5
1.4
1.5
1.3
1.3
1.2
1.2
1.1
1.1
1.0
1.0
1.0
1000
1.4
1.3
1.2
1.1
1.1
1.2
1.1
1.0
1.0
1.0
0.9
0.8
0.8
0.8
0.8
RH = 45%
h0
[mm]
t0
[giorni]
RH = 85%
h0
[mm]
100
200
300
400
500
100
200
300
400
500
100
200
300
400
500
3.3
3.0
2.8
2.7
2.6
2.7
2.5
2.4
2.3
2.2
2.1
2.0
1.9
1.9
1.9
14
2.9
2.6
2.4
2.4
2.3
2.4
2.2
2.1
2.0
2.0
1.8
1.7
1.7
1.7
1.6
28
2.5
2.3
2.1
2.1
2.0
2.1
1.9
1.8
1.8
1.7
1.6
1.5
1.5
1.5
1.4
90
2.0
1.8
1.7
1.6
1.6
1.7
1.5
1.5
1.4
1.4
1.3
1.2
1.2
1.2
1.2
180
1.8
1.6
1.5
1.4
1.4
1.4
1.3
1.3
1.2
1.2
1.1
1.1
1.0
1.0
1.0
300
1.6
1.4
1.4
1.3
1.3
1.3
1.2
1.2
1.1
1.1
1.0
1.0
0.9
0.9
0.9
1000
1.3
1.1
1.1
1.0
1.0
1.0
1.0
0.9
0.9
0.9
0.8
0.8
0.7
0.7
0.7
ST 5
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
14
0.36
0.35
0.33
0.32
0.31
0.30
0.29
0.28
0.28
RH = 45%
(t-t0)
[giorni]
28
90
180
0.44
0.60
0.71
0.42
0.58
0.68
0.41
0.56
0.66
0.39
0.54
0.64
0.38
0.52
0.62
0.37
0.51
0.61
0.36
0.50
0.59
0.35
0.48
0.58
0.34
0.47
0.57
300
0.78
0.75
0.73
0.72
0.70
0.68
0.67
0.66
0.65
1000
0.91
0.89
0.88
0.87
0.85
0.84
0.83
0.82
0.81
14
0.36
0.35
0.33
0.32
0.31
0.30
0.29
0.28
0.28
RH = 65%
(t-t0)
[giorni]
28
90
180
0.44
0.60
0.71
0.42
0.58
0.68
0.40
0.56
0.66
0.39
0.54
0.64
0.38
0.52
0.62
0.37
0.51
0.61
0.36
0.50
0.59
0.35
0.48
0.58
0.34
0.47
0.57
300
0.78
0.75
0.73
0.71
0.70
0.68
0.67
0.66
0.64
1000
0.91
0.89
0.88
0.87
0.85
0.84
0.83
0.82
0.81
14
0.32
0.30
0.28
0.27
0.25
0.25
0.25
0.25
0.25
RH = 85%
(t-t0)
[giorni]
28
90
180
0.39
0.54
0.64
0.36
0.51
0.60
0.34
0.48
0.57
0.33
0.46
0.55
0.31
0.44
0.53
0.30
0.42
0.51
0.30
0.42
0.51
0.30
0.42
0.51
0.30
0.42
0.51
300
0.72
0.68
0.65
0.62
0.60
0.58
0.58
0.58
0.58
1000
0.87
0.84
0.82
0.79
0.78
0.76
0.76
0.76
0.76
h0
[mm]
100
150
200
250
300
350
400
450
500
7
0.30
0.28
0.27
0.26
0.25
0.24
0.24
0.23
0.23
h0
[mm]
100
150
200
250
300
350
400
450
500
7
0.30
0.28
0.27
0.26
0.25
0.24
0.24
0.23
0.23
h0
[mm]
100
150
200
250
300
350
400
450
500
7
0.26
0.24
0.23
0.22
0.21
0.20
0.20
0.20
0.20
ST 6
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
Classe di
esposizione
Ordinarie
Combinazione di carico
Calcestruzzo
Acciaio
Rara
Q. permanente
X0
0,57 fck
0,45 fck
Aggressive
XC
0,54 fck
0,42 fck
Molto aggressive
XD XS
0,50 fck
0,40 fck
Rara
0,80 fyk
Tab. 2.1 - Rapporti limite di tensione per ambiente, materiale e combinazione di carico
Destinazione duso
DM
0
NS
Abitazioni, uffici
0,50
0,20
0,30
0,60
0,30
0,60
0,70
0,60
0,20
0,00
0,20
0,00
0,00
0,00
n.d
n.d
1,00
0,80
0,70
Autorimesse
Tetti e coperture con neve
Vento
n.d
Magazzini, archivi
0,70
0,60
0,35
QUASI
PERMANENTE
RARA
0.10
0.20
0.30
Qk/Gk
0.35
0.40
0.50
0.10
0.48
0.44
0.41
0.38
0.36
0.35
0.33
0.26
0.18
0.13
0.30
0.48
0.45
0.42
0.40
0.39
0.38
0.36
0.30
0.25
0.20
0.60
0.48
0.46
0.45
0.43
0.43
0.42
0.41
0.37
0.34
0.31
0.80
0.48
0.47
0.46
0.45
0.45
0.45
0.44
0.42
0.40
0.38
1.00
0.48
0.48
0.48
0.48
0.47
0.47
0.47
0.47
0.46
0.46
0.50
QUASI
PERMANENTE
RARA
0.10
0.20
0.30
Qk/Gk
0.35
0.40
0.10
0.67
0.61
0.56
0.52
0.50
0.49
0.46
0.35
0.25
0.18
0.30
0.67
0.62
0.58
0.55
0.54
0.52
0.50
0.42
0.34
0.28
0.60
0.67
0.64
0.62
0.60
0.59
0.58
0.57
0.52
0.47
0.43
0.80
0.67
0.65
0.64
0.63
0.62
0.62
0.61
0.58
0.55
0.53
1.00
0.67
0.66
0.66
0.66
0.66
0.65
0.65
0.64
0.64
0.63
Q
1+ K
s
GK
0,93
Q
fyk
1,40 + 1,50 K
GK
ST-7
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
Classe di esposizione
(mm)
X0, XC1
0,4
XC2-3-4, XD, XS
0,3
max
imax
(N/mm2)
(mm)
(mm)
160
180
200
220
240
260
280
32
24
25
20
16
14
12
300
275
250
225
200
175
150
i max
i max
max
Interferro massimo imax
1,0
1,3
1,5
Piastre non nervate sorrette da pilastri senza travi (in base alla luce
maggiore)
1,2
Mensole
0,4
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
(%)
0 = 0,46%5
As'/ As
0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50
0.40
20
20
20
20
20
20
0.50
17
18
19
20
22
24
0.75
15
16
16
17
18
20
1.00
14
15
15
16
17
18
1.25
13
14
14
15
16
16
1.50
13
14
14
14
C28/35
15
16
0 = 0,54%5
0.40
As'/ As
0.00 0.10 0.20 0.30
25 25 25
25
0.40
25
0.50
25
0.50
20
20
20
20
20
20
0.75
17
18
18
20
21
23
1.00
15
16
17
18
19
20
1.25
14
15
16
16
17
18
1.50
14
14
15
16
16
17
(%)
C40/45
0 = 0,61%5
As'/ As
0.20 0.30
(%)
0.00
0.10
0.40
33
33
33
0.50
24
24
0.75
18
1.00
0.40
0.50
33
33
33
24
24
24
24
19
21
22
24
26
17
17
18
19
21
23
1.25
15
16
17
18
19
20
1.50
15
15
16
17
18
19
C25/30
(%)
As'/ As
0.00 0.10 0.20 0.30 0.40 0.50
0.40
22
22
22
22
22
22
0.50
18
19
21
22
24
26
0.75
16
17
17
18
20
21
1.00
15
15
16
17
18
19
1.25
14
15
15
16
16
17
1.50
13
14
14
15
16
16
C35/40
d'
As'/ As
0.20 0.30
0.00
0.10
0.40
29
29
29
0.50
22
22
0.75
18
1.00
0.40
0.50
29
29
29
22
22
22
22
19
20
21
22
25
16
17
18
18
20
21
1.25
15
16
16
17
18
19
1.50
14
15
15
16
17
18
C45/50
0 = 0,64%5
As'/ As
0.20 0.30
(%)
0.00
0.10
0.40
36
36
36
0.50
27
27
0.75
19
1.00
0.40
0.50
36
36
36
27
27
27
27
20
22
23
25
28
17
18
19
20
22
24
1.25
16
17
18
19
20
21
1.50
15
16
17
17
18
20
b
As
bw d
A's
As
A
= s
bw d
bw
b eff 3b w
0 = 0,58%5
(%)
b eff
hf
0 = 0,50%5
A's
d
d'
As
As
bd
As
bd
ST-9
STRUMENTI
[PAGINA BIANCA]
ST-10
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
COEFFICIENTI
2
c
()
C
A
M
P
O
2
3-4
4a
0
- 0,10
- 0,20
- 0,30
- 0,40
- 0,50
- 0,60
- 0,70
- 0,80
- 0,90
- 1,00
- 1,10
- 1,20
- 1,30
- 1,40
- 1,50
- 1,60
- 1,70
- 1,80
- 1,90
- 2,00
- 2,10
- 2,20
- 2,30
- 2,40
- 2,50
- 2,60
- 2,70
- 2,80
- 2,90
- 3,00
- 3,10
- 3,20
- 3,30
- 3,40
- 3,50
0
0,049
0,097
0,143
0,187
0,229
0,270
0,309
0,347
0,383
0,417
0,449
0,480
0,509
0,537
0,563
0,587
0,609
0,630
0,649
0,667
0,683
0,697
0,709
0,722
0,733
0,744
0,753
0,762
0,770
0,778
0,785
0,792
0,798
0,804
0,810
c
0
0,335
0,336
0,338
0,339
0,341
0,343
0,344
0,346
0,348
0,350
0,352
0,354
0,356
0,359
0,361
0,364
0,366
0,369
0,372
0,375
0,378
0,382
0,385
0,388
0,391
0,394
0,397
0,400
0,402
0,405
0,407
0,410
0,412
0,414
0,416
C
A
M
P
O
ci
()
()
- 3,50
- 3,45
- 3,40
- 3,35
- 3,30
- 3,25
- 3,20
- 3,15
- 3,10
- 3,05
- 3,00
- 2,95
- 2,90
- 2,80
- 2,70
- 2,60
- 2,50
- 2,40
- 2,30
-2,20
- 2,10
- 2,00
- 0,00
- 0,07
- 0,13
- 0,20
- 0,27
- 0,33
- 0,40
- 0,47
- 0,53
- 0,60
- 0,67
- 0,73
- 0,80
- 0,93
- 1,07
- 1,20
- 1,33
- 1,47
- 1,60
-1,73
-1,87
- 2,00
0,810
0,822
0,834
0,846
0,857
0,868
0,878
0,888
0,898
0,907
0,915
0,924
0,931
0,946
0,959
0,970
0,979
0,986
0,992
0,997
0,999
1,000
0,416
0,423
0,429
0,435
0,440
0,446
0,450
0,455
0,459
0,463
0,467
0,470
0,474
0,480
0,485
0,489
0,492
0,495
0,497
0,499
0,500
0,500
c
3h
7
h
c2 =-2
ci
2 c
fcd
A
c
x
h
1 =
A
f cd c
ST 11
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
C
A
M
P
O
3
ST 12
'(k' = 1)
0.056
0.062
0.070
0.075
0.079
0.091
0.110
0.117
0.124
0.131
0.138
0.145
0.152
0.159
0.166
0.173
0.180
0.188
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0.209
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0.400
0.409
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0.202
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0.03
0.03
0.03
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0.05
0.05
0.06
0.06
0.06
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0.07
0.07
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0.08
0.08
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0.09
0.09
0.10
0.10
0.10
0.11
0.11
0.11
0.11
0.12
0.12
0.12
0.13
0.13
0.13
0.14
0.14
0.15
0.15
0.15
0.15
0.16
0.16
0.16
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0.17
0.18
0.18
0.18
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0.19
0.20
0.20
C40/50
C35/45
C33/40
C30/37
C28/35
C25/30
C20/25
C
A
M
P
O
C
A
M
P
O
'(k' = 1)
0.458
0.468
0.478
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0.406
0.410
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0.420
0.424
0.370
0.379
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0.395
0.404
0.412
0.421
0.430
0.439
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0.477
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0.963
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1.190
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0.21
0.21
0.22
0.22
0.22
0.23
0.23
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0.24
0.25
0.25
0.26
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0.27
0.28
0.28
0.28
0.29
0.29
0.29
0.30
0.31
0.31
0.32
0.33
0.33
0.34
C40/50
C35/45
C30/37
C28/35
C25/30
C20/25
's
d'
A' s
As
=
x
d
o =
=
M Sd
b d 2 fcd
A so fyd
b d fcd
d'
d
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
ST 13
STRUMENTI
ST 14
VISTA PRECEDENTE
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
d'
ACCIAIO B450C
d'
A
d'
h
A
Nd
d'
x =
b
0.55
Nd
bhf cd
Mdx
2
bh f cd
=
y =
A tot f yd
bhfcd
M dy
2
hb f cd
0.60 y
= 0,2
0.50
0.10
A tot=4A
x, M dy
d'
b
0.10
= 0,3
0.55
0.45
0.50
0.40
0.45
0.40
0.35
=1
=1
0.35
0.30
0.30
0.25
0.25
0.20
= 0,5
0.15
0.10
0.05
0.10
=0
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50 0.55
0.60 y
0.05
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50 0.55 0.60
0.50
0.45
0.45
0.40
0.40
0.35
=1
0.30
0.30
0.25
0.25
= 0,5
0.20
=1
0.20
0.15
0.05
= 0,5
0.55
0.50
0.35
=0
0.60 y
= 0,4
0.55
0.10
= 0,5
0.20
0.15
= 0,5
0.15
0.10
=0
x
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50 0.55 0.60
0.05
=0
x
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50 0.55 0.60
ST 15
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
y, M dx
d'
d'
ACCIAIO B450C
d'
A
d'
h
A
x, M dy
h
Nd
A
x =
b
0.55
Nd
bhf cd
M dx
2
bh f cd
=
y =
A tot f yd
bhfcd
M dy
2
hb f cd
0.50
y
= 0,6
0.50
0.10
A tot=4A
d'
d'
b
0.10
= 0,8
0.45
0.45
0.40
0.40
0.35
=1
0.35
=1
0.30
0.30
0.25
0.25
0.20
= 0,5
0.20
= 0,5
0.15
0.15
0.10
0.10
=0
0.05
0.05
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50 0.55
ST 16
=0
x
0.00
0.00 0.05 0.10 0.15 0.20 0.25 0.30 0.35 0.40 0.45 0.50
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
= 60
= 45
cot
21.80
26,56
2.500
2,000
0.310
0,360
0.138
0,200
0.382
0,464
0.159
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0,540
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0,283
27,10
1,954
0,365
0,208
0,473
0,240
0,552
0,293
27,65
1,908
0,370
0,215
0,482
0,249
0,564
0,305
28,22
1,863
0,375
0,224
0,491
0,258
0,576
0,316
28,81
1,819
0,380
0,232
0,501
0,268
0,589
0,328
29,41
1,774
0,385
0,241
0,510
0,278
0,602
0,341
30,00
1,732
0,390
0,250
0,520
0,289
0,615
0,354
30,69
1,685
0,395
0,261
0,530
0,301
0,629
0,368
31,37
1,640
0,400
0,271
0,541
0,313
0,644
0,383
32,08
1,595
0,405
0,282
0,552
0,326
0,659
0,399
32,83
1,550
0,410
0,294
0,563
0,339
0,675
0,416
33,63
1,504
0,415
0,307
0,574
0,354
0,691
0,434
34,48
1,456
0,420
0,320
0,587
0,370
0,708
0,453
35,41
1,407
0,425
0,336
0,599
0,388
0,727
0,475
36,43
1,355
0,430
0,353
0,613
0,407
0,747
0,499
37,58
1,299
0,435
0,372
0,628
0,430
0,770
0,526
38,95
1,237
0,440
0,395
0,645
0,456
0,796
0,559
40,73
1,162
0,445
0,426
0,666
0,492
0,828
0,602
42,30
1,099
0,448
0,453
0,683
0,523
0,856
0,641
43,09
45,00
1,069
1,000
0,449
0,450
0,467
0,500
0,691
0,710
0,539
0,577
0,869
0,900
0,660
0,707
A sw
w =
Asl
bw
VSd
b w d 1 fcd
bw
A sw fywd
b w s 1 fcd
ST 17
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
cot
21.80
26,56
2.500
2,000
0.690
0,800
0.138
0,200
0.862
0,800
27,10
1,954
0,811
0,208
0,792
27,65
1,908
0,822
0,215
0,785
28,22
1,863
0,833
0,224
0,776
28,81
1,819
0,844
0,232
0,768
29,41
1,774
0,856
0,241
0,759
30,00
1,732
0,866
0,250
0,750
30,69
1,685
0,878
0,261
0,739
31,37
1,640
0,889
0,271
0,729
32,08
1,595
0,900
0,282
0,718
32,83
1,550
0,911
0,294
0,706
33,63
1,504
0,922
0,307
0,693
34,48
1,456
0,933
0,320
0,680
35,41
1,407
0,944
0,336
0,664
36,43
1,355
0,956
0,353
0,647
37,58
1,299
0,967
0,372
0,628
38,95
1,237
0,978
0,395
0,605
40,73
1,162
0,989
0,426
0,574
42,30
1,099
0,996
0,453
0,547
43,09
45,00
1,069
1,000
0,998
1,000
0,467
0,500
0,533
0,500
sl
d'
d'
tef,i
tef,i 2d'
tef,i 2d'
ST 18
A sl
TEd
t ef,i A k fcd
w =
T
A sw
l =
u
tef,i/2
At
A sw fywd
t ef,i s fcd
A sl fyld
A t fcd
= 0,7 1 ck
250
STRUMENTI
VISTA PRECEDENTE
Rck
Classe
fck
fctd
fcd
cls
(N/mm )
(N/mm )
(N/mm )
(N/mm )
C20/25
C25/30
C28/35
C32/40
C35/45
C40/50
25
30
35
40
45
50
20,8
24,9
29,1
33,2
37,4
41,5
13,1
15,8
18,4
21,0
23,7
26,3
1,0
1,2
1,2
1,3
1,4
1,5
vRd,max min
(N/mm2)
0,55
0,54
0,53
0,52
0,51
0,50
3,6
4,3
4,9
5,5
6,0
6,6
0,081%
0,089%
0,096%
0,102%
0,109%
0,115%
fck
Classe
cls
(N/mm )
(N/mm )
0,3%
0,6%
0,8%
1%
1,2%
1,4%
1,6%
1,8%
2,0%
C20/25
C25/30
C28/35
C32/40
C35/45
C40/50
20,8
24,9
29,1
33,2
37,4
41,5
7,2
8,5
9,8
11,0
12,1
13,2
1,16
1,24
1,30
1,36
1,42
1,47
1,47
1,56
1,64
1,72
1,78
1,85
1,61
1,72
1,81
1,89
1,96
2,03
1,74
1,85
1,95
2,03
2,12
2,19
1,85
1,96
2,07
2,16
2,25
2,33
1,95
2,07
2,18
2,28
2,37
2,45
2,03
2,16
2,28
2,38
2,47
2,56
2,12
2,25
2,37
2,47
2,57
2,67
2,19
2,33
2,45
2,56
2,67
2,76
fcd1
2
d (mm)
160
pc,max tab. 3a
fywd,ef
290
180
200
220
240
260
280
300
350
400
500
600
tab. 3a
0,360
0,352
0,344
0,338
0,332
0,327
0,316
0,307
0,294
0,284
295
300
305
310
315
320
325
338
350
375
391
Classe
cls
C20/25
C25/30
C28/35
C32/40
C35/45
C40/50
pc,max
0,4%
0,5%
0,387
0,399
0,410
0,419
0,427
0,435
0,360
0,363
0,372
0,381
0,388
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ST-19