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Jacopo Fo

Yoga demenziale
Il manuale definitivo della rivoluzione pigra

Capitolo primo
Stai facendo una fatica boia per procurarti devastazioni permanenti.
Smettila.
C qualche cosa che non funziona nel mondo contemporaneo.
Basta accendere la televisione per accorgersene: pieno di defunti
che cercano di sembrare persone intelligenti.
La met del cibo prodotto ogni anno su questo pianeta viene buttata
via e 10 milioni di persone ogni anno muoiono di fame. Molti di pi
muoiono perch mangiano troppo.
Milioni di persone muoiono per la mancanza delle medicine pi
elementari e milioni di persone muoiono per troppe medicine.
Gli abitanti delle ricche citt industriali spendono miliardi per
comprare vestitini eleganti ai loro figli e poi, grazie a un modernissimo
sistema di inquinamento urbano, gli fanno respirare l'equivalente di 11
sigarette al giorno, privandoli cos di almeno 6 anni di vita.
Ci si scanna, con decine di migliaia di morti ogni anno, per
accaparrarsi le materie prime e i giacimenti di petrolio e poi non si fa
quasi niente per recuperare queste materie prime riciclando. E non si
realizza quasi nulla per risparmiare energia isolando le case e
ottimizzando motori, lampadine e caldaie.
Milioni di bambini e di donne vengono ogni anni stuprati ma nelle
scuole non si tengono corsi di educazione ai sentimenti, all'amore e al
sesso.
Potremmo limitare enormemente il potere devastante del terrorismo,
della criminalit organizzata, dell'evasione fiscale e delle truffe
finanziarie abolendo il segreto bancario e i paradisi fiscali ma non lo
facciamo.
La nostra societ un gioiello di demenza collettiva. (Patatine fritte
su per il culo!)
La collettivit umana non riesce neppure a esprimere una condanna
unanime per la tortura. Non riesce a difendersi dal crimine. E almeno la

met degli esseri umani fa ricorso massiccio ad alcool, sonniferi,


eccitanti, droghe pesanti.
Insomma la situazione non ottimale. Per volerla dire tutta siamo un
po nella merda.

Capitolo secondo
Per fortuna gli stronzi di una volta non ci sono pi
Sicuramente questo stato di cose ha ragioni antiche.
Ai tempi degli antichi romani per divertirsi andavano a vedere i leoni
che mangiavano prigionieri inermi. E stuprare donne e bambini era
considerato segno di buona educazione.
Sicuramente qualche cosa da allora migliorato.
Oggi l'umanit giunta faticosamente a credere che non sia bello
andare in giro con le teste dei nemici infilate nelle lance. E persino
grandi criminali di guerra internazionali evitano di impalare i
prigionieri davanti agli inviati del telegiornale.
E poi ci sono milioni di film d'amore che ci ripetono che i buoni
sentimenti e i baci dati con passione sono la cosa pi importante della
vita insieme ai bambini che corrono felici sui prati. E credo
sinceramente che la maggioranza dei viventi sul pianeta sia convinta
che amarsi sia una cosa positiva.
Questa una novit assoluta.
Non crediate che i crociati, dopo aver saccheggiato Gerusalemme e
aver massacrato tutti gli abitanti, avessero una particolare sensibilit per
il Dolce Stil Novo. Facevano solo finta.
Ma c' un'altra novit che ci consente di sognare un'impennata
planetaria delle quotazioni amorose.
Da sempre l'essere umano ha potuto credersi intelligente. E persino i
potenti potevano convincersi di possedere una certa quantit di materia
grigia interconnessa.
Difficilmente la gente comune ti dice che sei scemo se hai schierato
gli arcieri a distanza di tiro.
Oggi anche i buzzurri corazzati devono rendersi conto della loro
stupidit.
Al computer infatti la tua potenza di fuoco non interessa. Se schiacci
il tasto DELETE cancella tutto.
Non so se cogli la grandezza della situazione.

Una macchina che tutti desiderano, si dedica sadicamente, e a tempo


pieno, a dimostrare agli umani i confini della loro misera intelligenza.
un processo culturale epocale e a volte violento: il 20% dei pc
vengono devastati dai loro proprietari che si mettono a torturarli a
martellate per ottenere la restituzione dei documenti inavvertitamente
distrutti.
Da questo processo epocale trae origine un nuovo approccio alle
questioni sociali e esistenziali che vede all'origine di tutti i terreni
disastri un errore nel nostro modo di pensare. Un odiosissimo bug di
programmazione. Cio un bruco vigliacco che si mangia i bit della tua
intelligenza e ti rovina le frasi d'amore.

Capitolo terzo
Due cose che forse non ti hanno detto sulla felicit (tutto
estremamente interconnesso)
Forse ti stupir scoprire che, mentre difficilissimo descrivere un
solo comportamento che porti alla felicit, facilissimo raccontare cosa
fanno le persone che NON arriveranno neanche lontanamente a uno
stato minimo di benessere.
Dobbiamo questa scoperta a Milton Ericson ed particolarmente
entusiasmante perch riguarda un aspetto della nostra esistenza
semplice da comprendere (e da modificare). Ericson ha guardato
un'area dell'esperienza umana sulla quale, prima di lui, solo i poeti
avevano mosso lo sguardo. Egli arrivato a descriverci una realt che
noi tutti conosciamo senza rendercene conto.
Vorrei che tu assaporassi questo momento. Sto per dirti una banalit
nascosta. E questo dovrebbe crearti una gradevole sensazione di
ebbrezza come succede ogni volta che la mente prova stupore.
E ora ti pongo la domanda che ha permesso a Ericson di sintetizzare
la sua scoperta.
Cosa fai, la mattina, per prima cosa quando suona la sveglia?
Questa la domanda.
Sembra stupida, eh?
Preparati al piacere del tuffo rovesciato craniosacrale.
Qual stata la risposta mentale che hai dato istantaneamente a questa
domanda?
Qualche cosa tipo: "Quando mi sveglio, mi alzo, vado in bagno..."
Ma la domanda, e qui sta il salto quantico, si riferisce proprio alla prima
cosa che fai quando suona la sveglia.
La prima cosa che facciamo tutti: dobbiamo motivarci ad alzarci, a
uscire dal letto.
E come lo facciamo?
C qualche cosa di simile a una voce interiore che ci parla. Ci

motiva.
"Alzati! Dai!" Com' questa voce?
Le persone negative, pessimiste, depresse, sono spronate ad
affrontare la vita da una voce, un'identit, incazzosa, ansiosa. "Alzati,
senn finirai nella merda!" E si alzano male dal letto. Sono gi
affaticate.
Le persone pi positive e vitali invece sentono una voce pi gentile,
comprensiva: "Lo so che sei stanco, che ieri sera hai fatto tardi, per
dai, ormai hai sentito la sveglia... Su... Ce la puoi fare... E poi vedrai
che stasera sarai contento, perch tu sei una persona meravigliosa, hai
la luce dentro." A questo punto non vorrei essere frainteso, quando
parlo di voci non voglio dire che si sentono proprio le voci alla mattina
quando ci si sveglia. Uso il termine "voce" per semplificare. Dentro di
noi non avvengono esattamente delle discussioni "parlate" o almeno
non sempre. In realt difficile descrivere esattamente cosa succede
quando prendiamo la decisione di alzarci. Possiamo dire che non ci
sono delle vere e proprie voci ma solo due desideri o ipotesi che si
scontrano. E lo scontro pu avvenire attraverso il confronto tra
immagini, paure, ansie, desideri, sensazioni. E tutto pu essere anche
estremamente confuso.
Quel che voglio dire che quando ci alziamo facciamo una scelta, a
volte faticosa.
Ci sono persone che trovano la forza di alzarsi pensando alle cose
belle che incontreranno nella giornata e persone che ottengono gli stessi
risultati pensando a quel che potrebbe succedere di terribile se NON si
alzano.
Questa differenza di atteggiamento uno degli elementi che ci
permette di sapere se una persona vive mediamente bene o mediamente
male.
Chi inizia la giornata minacciandosi non sta mai molto bene.
Quelli che si alzano allettandosi con prospettive gradevoli invece, a
volte, riescono a essere soddisfatti della loro vita.
Insomma, alzarsi bene al mattino non d la certezza della vittoria.
Alzarsi male invece d la certezza della sconfitta.
E non solo Ericson scopre che esistono queste voci interiori, scopre
anche che le possiamo cambiarle in un modo straordinario:

semplicemente rispondendo loro.


Se hai una voce stronza che ti minaccia con previsioni di tipo
sodomitico sul tuo destino sufficiente che tu ti accorga che questa
voce, questa tua identit esiste e che dice cazzate. Per cambiarla poi
basta che quando lei ti parla tu le rispondi: "Voce!?! Ma checcazzo fai?
Checcazzo dici? Ma lo sai che cos mi crei l'ulcera, il mal di testa e le
emorroidi deflagranti? Ma lo sai che esistono altre voci pi efficienti di
te che aiutano, incoraggiano, consigliano.
Tu rompi i coglioni e basta. Te non sei una voce te sei una merda di
ramarro!" La voce a questo punto sta male fisicamente e capisce che la
baldoria funerea finita.
E si adegua. E la mattina dopo ti sveglia con maggior tatto: "Scusa se
ti disturbo... volevo dirti, senza che t'incazzi, che ha suonato la
sveglia..." E quando succede questo, la tua vita cambiata. Di poco ma
cambiata in modo certo e permanente. E siccome ti svegli tutte le
mattine un cambiamento che agisce nel tempo permettendoti di
crescere in modo positivo.
Ora la questione se quanto ti ho detto finora per te ha un senso.
Ho cercato di spiegarmi chiaramente, ho raccontato un fatto molto
semplice.
Se fino a questo punto siamo d'accordo ti do il benvenuto nel
meraviglioso mondo della conoscenza delle discussioni interiori.
Che esistano, che quando si prende una decisione si conduca un
dibattito tra diversi punti di vista tutti interni al nostro s, risaputo.
Ma l'umanit non ha mai avuto il tempo di occuparsene con la dovuta
attenzione.
Beh, a essere precisi non tutta l'Umanit, per alcuni meravigliosi
popoli che vivono nelle piccole isole sperdute dell'Oceania questo
discorso la base della comprensione dell'arte di vivere. Abbiamo
molte identit dentro. Ognuna brava in qualche cosa, si tratta di
scoprire le capacit di ciascuna e impiegarle al meglio. E bisogna
imparare a coinvolgere tutte queste identit, accettarle. Anche la nostra
identit pi stupida essenziale per il nostro benessere. Non dobbiamo
disprezzarla. Alle feste riesce a far ridere tutti. Ha anche lei il suo
scopo.
Compenetrarsi.

Accettarsi.
Far regnare la discussione aperta e la collaborazione dentro di s.
Sorridere a tutte le parti del proprio essere.
Le persone che non accettano una parte di s, che non parlano
apertamente con se stessi hanno una vita molto dura, fanno meno sesso
con gli altri, scoreggiano di pi e campano meno.
Lo so che pensare di avere dentro un mezzo condominio di identit
schizzate pu darti ansia perch un chiaro sintomo di schizofrenia.
Ma io credo che, entro certi limiti, con la schizofrenia sia necessario
convivere. l'unica cosa che ci distingue veramente dalle scimmie.
A questo punto qualcuno sospetter che il resto di questo libro si
occupi di approfondire questo argomento. Assolutamente no. Questo
non uno di quei libri scritti pensando che tu sia idiota e che tu abbia
tempo da perdere. Lo so che hai un sacco di questioni urgentissime e
non ti far sprecare un solo minuto.
Questo non uno strafichissimo trattato universitario scritto da
grandi professoroni che si fanno le pippe con le citazioni. Questo un
fottuto bigino scritto da uno studente pluribocciato che riuscito a
uscire vivo dall'inferno dei pazzi. scritto per chi non ha voglia di
sentirsi ripetere le cose dodici volte.
Ogni pagina una sopravvissuta. Il tribunale della noia, quello che
condanna a morte le sillabe inutili, non ha piet. Quindi se vuoi andare
avanti a leggere lascia qui la grammatica e prendi il coltello d'assalto.
Le idee che veramente ti servono dovrai strappartele coi denti.
Nota
Devo il titolo di questo libro alle discussioni con Enzo Baldoni.
Abbiamo lavorato a lungo insieme cercando di raccontare questi
ragionamenti su un modo diverso di affrontare i nodi della vita senza
cedere alle fascinazioni dei maestri e dei guru, delle discipline
autopunitive e noiose, delle teorie pompose e autoritarie.
Ma poi le nostre vite presero strade diverse...

Capitolo quarto
Appena ci si accorge che le nostre scelte e il nostro umore dipendono
dal dialogo tra le nostre diverse identit si acquisisce uno straordinario
strumento per migliorare la propria vita. Ma prima di parlare di questo
ti devo descrivere una mirabolante scoperta del dottor Richard Bandler
che ha risposto in modo imprevedibile a un'altra domanda
insignificante: Come ricordi un bel ricordo?
Come rispondi a questa domanda?
Viene da prendere il ricordo e raccontarlo.
Ma la domanda COME ricordi non COSA ricordi.
Che significa?
Possiamo ricordare in un solo modo!
Sbagliato.
Anche qui non ci rendiamo conto di un aspetto minuscolo ma
essenziale del modo di ricordare.
Quando ricordiamo come se rivedessimo frammenti del film di
quanto accaduto.
E come in ogni film noi possiamo vedere la scena da diversi punti di
vista.
Rivediamo la scena dai nostri occhi, in prima persona (in soggettiva
direbbe un regista) oppure vediamo il ricordo come se fossimo al
cinema, da fuori.
Mi guardo mentre prendo dalle mani del preside la coppa del
vincitore della gara di corsa.
Ed evidente che ricordare in prima persona, rivedere il film
originale, dal punto di vista del vincente, molto pi piacevole ed
emozionante che rivederlo in terza persona, da spettatore della propria
vita.
Essere l'interprete di s stessi, in questo caso, meglio.
Tra quelli che si alzano male al mattino i pi depressi sono coloro che
non riescono a provare piacere ricordando gli episodi belli della loro
vita perch li ricordano in un modo che cancella le emozioni.

Al contrario chi si alza bene al mattino e poi ricorda con il massimo


delle emozioni le esperienze migliori della sua vita vive mediamente
molto meglio.
Seguendo questa pista possiamo perfino scoprire chi sono i super
depressi tra i depressi depressi.
Sono coloro che quando ricordano un'esperienza veramente di merda
si premurano di farlo utilizzando invece la visione soggettiva, cio
rivedono il peggio dai propri occhi, allo scopo di riprovare le emozioni
pi sgradevoli con la definizione dell'home theater.
Non vogliono perdersi nessuna delle scioccanti sfumature cromatiche
del proprio sangue e delle proprie carni lacerate.
Ed evidente che gli ottimisti pi estremi ricordano i bei momenti in
prima persona ma quelli fetenti li richiamano alla mente guadandoli da
lontano come fossero proiettati sullo schermo di un cinema.
Bandler utilizz questa scoperta per alleviare la sofferenza di persone
che avevano subito violenze.
Propose loro di giocare con i propri ricordi. Maneggiarli.
Provare a vedere lontani, in bianco e nero, senza audio quelli negativi
e in prima persona, con odori, suoni, sensazioni e colori quelli positivi.
Appena si fa questo esperimento con un paio di ricordi belli e un paio
di quelli brutti succede un fenomeno strabiliante. Il cervello capisce che
meglio cos e si dedica a risistemare tutti i ricordi di conseguenza.
Basta questo perch i tuoi incubi cambino comportamento.
Ovviamente non stai cancellando i tuoi ricordi negativi e neanche
falsificandoli. Il nastro con sopra incisa la registrazione del tuo ricordo
pessimo ancora l nel tuo cervello, intatta. Quando vorrai tornare a
dare un'occhiata a come si spezzavano le tue ossa non hai che da dare
un ordine mentale.
Questo gioco impedisce per che mentre stai tranquillamente facendo
l'amore irrompa nel tuo schermo visivo una sequenza di ricordi
deprimenti e angoscianti.
Ovviamente questo gioco non sar sufficiente in caso di ricordi
terribili. Bandler proponeva in questi casi di lavorare sul ricordo
facendo andare avanti e indietro il film, accelerando la velocit,
immaginando colonne sonore inappropriate...

Ma attenzione, il vero risultato di questi esperimenti mentali non


consiste tanto nel disinnescare certi ricordi quanto nel riuscire a vedere
che il nostro comportamento e la nostra vita sono in gran parte frutto
dalla nostra capacit di riconoscere e gestire queste dinamiche interiori.
Quel che cerco di dire che FARE QUALCHE COSA PER
MIGLIORARE IL MODO DI RICORDARE di per s un passo
positivo. Non sei pi vittima dei tuoi ricordi, fai qualche cosa. E per
quanto questa azione possa sembrare insignificante capace di darti
sollievo per il solo fatto che FAI QUALCHE COSA PER
CONTRASTARE
IL DOLORE (su questo tema torneremo tra poche pagine).
Inoltre importante comprendere l'importanza di queste microprocedure (Bandler le chiam sub-modalit). Attraverso questi
comportamenti minimali noi determinano le premesse del nostro modo
di essere. Sta in buona parte qui la nostra possibilit di essere
abbastanza soddisfatti della nostra vita.
Nessuno di quelli che ricordano in terza persona le esperienze
positive riesce a godersi minimamente la vita: come fai a essere
contento e ad avere speranze per il futuro se non ti ricordi niente di
buono del tuo passato? Avrai l'idea che la tua vita sia sempre stata una
merda e ti mancheranno le forze psicologiche per pensare di poterla
cambiare.
Ma perch sostengo che un aspetto cos microscopico della mia vita
ha effetti cos potenti?
Non determinano maggiormente la mia esistenza la ricchezza, la
cultura, la salute o la fortuna?
Certo tutti questi elementi sono importanti e hanno un influsso
determinante sulle esistenze umane.
Se nasci in India e muori di fame a due mesi, avere una voce positiva
nella testa non ti serve.
Ma oggi nel mondo ci sono almeno un miliardo di persone che hanno
cibo in abbondanza, una casa, l'auto, il cellulare e non gli manca
proprio niente. E buona parte di questo miliardo di persone sta pure
bene di salute e non ha recentemente vissuto drammi strazianti. Eppure
centinaia di milioni di queste persone, dotate di un livello di fortuna
esaltante, vivono malissimo, sono depresse e demotivate.

E alla fin fine la loro vita non sboccia e niente va mai come potrebbe
andare.
Possiamo affrontare questa situazione analizzando per anni il Grande
Problema di ognuno, andare a cercare nel suo passato cause e
giustificazioni, oppure possiamo limitarci a comprendere in modo
essenziale l'origine storica del suo disagio e poi osservare che mentre il
passato non lo posso cambiare posso smettere di compiere alcune
azioni faticose che hanno il risultato certo di sabotare la mia vita in
modo travolgente.
Ad esempio posso smettere di dedicarmi a rievocare continuamente
tutti gli episodi pi dolorosi del mio passato.
Io credo che la psicoanalisi sia molto utile nei primi sei mesi, spesso
disastrosa dopo tale periodo.
Non sto dicendo che "se pensi positivo tutto ti andr bene", non ho
nessuna baccheta magica e anche a me capita di essere incazzato nero,
depresso, musone o rissoso.
Per mi capita un po meno. Ed meglio.
Spero che fino a qui tu condivida quel che sto scrivendo.
Ma io vorrei fare un passo ulteriore azzardandomi a dire che non solo
ci si pu rovinare l'umore ricordando bene solo gli eventi negativi, si
pu anche riuscire, usando sistemi analoghi a rovinarsi anche il
matrimonio, far fallire la propria attivit commerciale, minare il
rapporto con i figli, con gli amici, con i parenti e con l'esercito degli
Stati Uniti.
E tutto questo dovremmo evitarlo. Continuare a nuocere alla nostra
esistenza negativo e molto faticoso.
Attraverso esperimenti apparentemente stravaganti si dimostrata la
connessione tra l'insieme dei nostri atteggiamenti e le nostre capacit, le
reazioni delle persone che incontriamo e il nostro grado di
soddisfazione. Una serie di ricerche scientifiche e di indagini statistiche
ha poi determinato che esprimere un insieme di atteggiamenti positivi
non solo determina una maggior probabilit di successo sociale ma
anche una minor probabilit di incorrere in gravi incidenti, disastri di
varia natura, aggressioni e simili. Infine, da questi fattori dipende in

buona parte la nostra salute fisica. Infatti, il nostro umore determina i


segnali cerebrali che attraversano la spina dorsale e, passando per
apposite sinapsi, influenzano l'efficienza del sistema immunitario.
ormai un fatto scientificamente appurato che dopo un bacio
appassionato della durata di qualche minuto le tue difese immunitarie si
verticalizzano!
Quindi il modo migliore di combattere le malattie baciare una
persona che ami per dieci minuti, ogni giorno, e dedicarti a qualunque
attivit capace di metterti di buon umore.
Prima, quando ho scritto che chi non ha un dialogo interiore decente
campa di meno e scoreggia di pi non lo dicevo solo tanto per dire.
proprio cos!
Semplicemente misurando quanto tempo e quanta passione metti nel
baciarti puoi determinare con decenni di anticipo quante probabilit
avrai di essere felice, avere successo e vivere a lungo. Infatti le persone
che ricordano in modo schifoso e si svegliano male al mattino sono le
stesse che baciano poco e, sinceramente, un po da schifo.
Ma come funziona tutto ci lo vedremo in dettaglio nel prossimo
capitolo.

Capitolo quinto
Suggestionami con un sorriso Esperimenti sconcertanti sul rapporto
tra mente, corpo, emozioni, godimento sessuale e successo
professionale.
Alcuni comportamenti apparentemente privi di importanza sono
essenziali.
Sperimentare che possiamo cambiare subito un piccolo aspetto della
nostra vita (tipo come mi sveglio la mattina) pu introdurci in un
particolare sistema di pensiero. Un punto di vista nuovo che possiamo
identificare chiaramente a partire da una domanda: il destino di una
persona dipende dalle sue azioni?
Parrebbe ovvio rispondere in modo affermativo.
Ma riflettendoci sopra possiamo ricordarci che la gran parte di quel
che accade fuori dal nostro controllo e quindi dipende pi che altro
dal fato.
Innanzi tutto il fato che mi ha permesso di mangiare tutti i giorni
fino ad oggi.
Un miliardo di persone non ci riesce per la sola sfortuna di essere
nato povero in paesi miserabili.
E proprio perch di fronte al destino puoi fare molto poco diventano
importanti le intenzioni.
Per intenzione intendo quell'insieme di stato d'animo-desideriolivello di speranza-autostima che determina la differenza di risultati di
azioni simili compiute da persone diverse.
La storia di Caino e Abele una grande parabola in grado di spiegare
esattamente come stanno le cose.
Abele pregava, anche Caino pregava. Ma Dio preferiva le preghiere
di Abele. Abele parlava agli uccelli che lo ascoltavano felici. Anche
Caino parlava agli uccelli ma i volatili fuggivano spaventati. Si
dedicavano alle stesse azioni e ottenevano risultati opposti.
Non importa cosa fai ma come lo fai, diceva il saggio.

Le azioni sono solo una parte del modo nel quale cerchiamo di
influenzare la realt. Le intenzioni sono, in alcuni casi, pi importanti.
Certamente se una persona sta annegando essenziale portarla fuori
dall'acqua e farla respirare. In questo frangente l'intenzione che ti
spinge ad agire irrilevante nel semplice conteggio vita/morte.
Ma se il mio matrimonio in crisi non ci sono molte azioni da
compiere, necessario un passo di tipo mentale che ti permetta di
ritrovare lo spirito giusto per parlare con il tuo amore, tornare a giocare
insieme, a sedursi reciprocamente. In questo caso sono importanti i toni
della voce quanto le parole e il modo di annusare conta pi di quello
che dici.
Per un attore questo scontato, basta un movimento impercettibile
dell'anca, uno spostamento privo di significato dal punto di vista
razionale, per raddoppiare o dimezzare una risata.
Ma per persone che praticano altre professioni pu essere pi
complesso notare questa connessione di causa effetto tra uno
spostamento di peso tra un piede e l'altro e l'effetto di un importante
discorso.
Per questo sono stati realizzati dei test molto curiosi.
Ad esempio nel libro "In un battito di ciglia" scritto da Malcom
Gladwell ed edito da Mondatori riportato un test dove veniva
ingaggiato un gruppo di intervistatori e per essere certi che non
avrebbero influenzato gli intervistati veniva loro dato un foglio da
leggere fin dall'inizio dell'incontro: "Buon giorno, sono qui per farle
un'intervista, sto leggendo questo foglio per non influenzarla
inavvertitamente sulle risposte alle domande che sto per porle...." A
met degli intervistatori era stato detto che avrebbero ottenuto un 70%
di risposte positive e un 30% di risposte negative. All'altra met era
stato detto il contrario.
Il risultato fu esattamente quello che era stato profetizzato.
Cio gli intervistatori erano riusciti a trasmettere un messaggio in
grado di influenzare gli intervistati solo con il tono e il ritmo delle
parole e con il linguaggio corporeo.
Molto curioso un esperimento ideato da John Bargh. Un gruppo di
studenti furono convocati per un test in un'aula per raggiungere la quale
era necessario percorrere un lungo corridoio. Il test consisteva nel

mettere in ordine logico un gruppo di parole: ad esempio la sequenza:


tavolo, rosso, il, dorme, sul, gatto, doveva diventare il gatto rosso
dorme sul tavolo.
Ma nel test sottoposto alla met degli studenti furono inserite parole
che contenevano un'idea di stanchezza come vecchio, malato, debole.
Questi giovani, una volta usciti dall'aula percorrevano il lungo
corridoio molto pi lentamente che all'andata.
Chi aveva affrontato i test che non contenevano parole che
richiamassero l'idea di stanchezza percorrevano invece il corridoio al
ritorno alla stessa velocit dell'andata.
La semplice evocazione di un concetto capace di influenzare la
velocit del passo.
Per chiarire questi meccanismi anche alla Libera Universit di
Alcatraz abbiamo realizzato alcuni esperimenti.
Esiste un test molto usato in alcune terapie new age che consiste nel
valutare i cibi negativi per un individuo mettendo in mano al paziente
varie sostanze e poi chiedendogli di stringere pollice e indice
prendendo tra queste dita un sensore in grado di misurare in
chilogrammi la forza della pressione.
Mi era sempre sembrato curioso che il semplice contatto con una
boccettina di vetro che contiene la sostanza fosse sufficiente al corpo
per leggere le caratteristiche chimiche del contenuto e valutarne la
bont per l'organismo.
Ripetendo l'esperimento centinaia di volte abbiamo per verificato
che le persone diventano pi forti se invece del tabacco hanno in mano
del riso integrale biologico. Sembra che funzioni.
Abbiamo allora provato a ripetere l'esperimento in una situazione
nella quale il paziente non potesse riconoscere il contenuto delle
boccette che gli venivano presentate. Le avevamo avvolte con carta
bianca e contrassegnate solo con un numero.
Ma anche in questo caso il test funzionava perfettamente. La boccetta
che conteneva il tabacco provocava una diminuzione della forza
muscolare notevole in quasi tutti i soggetti.
Ma perch non succedeva a tutti i soggetti?
C'erano differenze in un misterioso organo della sensibilit chimica?

La terza variante dell'esperimento ci lasci senza parole.


Provammo a realizzare il test in modo che n lo sperimentatore n il
paziente conoscessero il contenuto delle boccette.
Improvvisamente non si registravano pi variazioni nella forza
muscolare.
Cio in qualche modo lo sperimentatore riusciva a comunicare al
paziente cosa secondo lui gli faceva male.
Ma se lo sperimentatore non sapeva nulla del contenuto della
boccetta non poteva comunicare niente e quindi il paziente non era
influenzato in alcun modo.
Altri esperimenti sulla forza muscolare hanno mostrato che una
persona che sorride pi forte.
Ed sufficiente stare di fronte a una persona con l'aria triste per
registrare una diminuzione della forza muscolare. Verificarlo molto
semplice. Stendi il braccio e chiedi a una persona di spingerlo verso il
basso mentre entrambi fate una faccia triste. Poi ripetete la prova
sorridendo. Nel secondo caso riesci a resistere molto di pi. Ma anche
la semplice attenzione a una fascia muscolare piuttosto che a un'altra
modifica radicalmente la tua forza muscolare.
Prova a resistere a una persona che cerca di stendere il tuo braccio,
piegato, pensando alla parte del braccio che guarda verso il cielo. E ora
prova ascoltando la parte rivolta verso il terreno. Nel primo caso sei
molto pi forte. (Vedi disegno su www.jacopofo.com)
Altri studi hanno dimostrato che non solo un'emozione forte come
quella di un bacio pu far bene alla salute. Il semplice sorriso
meccanico, realizzato volontariamente e senza motivo, mentre sei in
una situazione di merda, capace di migliorare l'efficienza del sistema
immunitario.
Non devi far altro che startene l col sorriso pi ebete che hai per
alcuni minuti, tipo statua di cera, e ZAC il tuo sistema immunitario si
galvanizza e il tuo cervello (che non aspetta altro) manda in giro le
sostanze chimiche della felicit. S, le nostre droghe naturali. come
schiacciare il pulsante dei distributori automatici di merendine: pensi
che vuoi stare meglio, sorridi (che come mettere la monetina) e KCLAK viene fuori il dolcetto. E stai veramente meglio. Perch il

dolcetto drogato. Ma questo legale, l'ha voluto Dio che bastasse un


sorriso per farsi come bestie e vedere il mondo in rosa. Quindi non
rompere il cazzo e sorridi. Dio lo vuole ed bellissimo.
Tutto diventa una sostanza stupefacente. Specie fare passeggiare nei
boschi, ballare il fox-trot, buttarsi dai ponti legati con gli elastici ai
piedi, mangiare cornetti di notte davanti alle panetterie clandestine,
vincere le elezioni e costruire un socialismo dal volto umano che sappia
raccontare barzellette decenti. Ovviamente, se sorridi rombando tutto
ancora di pi.

Capitolo sesto
Il crollo delle capacit dopo una domanda scortese
Una semplice parola pu non solo determinare variazioni nella
velocit di una persona che cammina ma anche modificare le capacit
di ragionamento e la memoria.
Claude Steel e Joshua Aronson, ricercatori statunitensi, sottoposero a
un test da scuola media superiore un gruppo di studenti universitari
neri.
A met di loro fu consegnato, insieme al test, anche un modulo da
compilare che richiedeva di specificare il colore della pelle.
Questi soggetti si sentirono forse irritati dalla domanda razzista del
questionario o discriminati o inferiori, comunque sia il risultato fu che
la maggioranza ebbe difficolt notevoli nel rispondere alle domande
mentre il gruppo di studenti ai quali non fu chiesto di specificare la loro
appartenenza etnica non ebbero problemi.
Tutti queste prove ci inducono a pensare che tra gli esseri umani ci
sia uno scambio intensissimo di segnali inconsci.
E ci induce anche a pensare che continuamente il nostro modo di
pensare e il nostro umore influenzino le nostre capacit e la nostra
salute.
In Svezia un gruppo di ricercatori ha condotto un'indagine
psicologica su un gruppo di settantenni cercando di dividerli in due
grandi categorie: gli ottimisti gioviali e i pessimisti incazzosi. Dopo
dieci anni i ricercatori tornarono al lavoro per verificare quanti erano
ancora vivi.
E scoprirono che i gioviali ottimisti erano sopravvissuti molto di pi
degli incazzosi. Un atteggiamento negativo fa male alla salute. E inoltre
chi simpatico e ottimista ha pi amici e pi aiuti dai propri cari e
questo fa bene.
Una ricerca statunitense ha invece mostrato un'anomalia statistica
scioccante: tra le anziane appartenenti a gruppi etnico religiosi
particolarmente attaccati alle tradizioni si verifica un arresto quasi

totale dei decessi nei giorni immediatamente precedenti alle grandi


festivit durante le quali tutta la famiglia si ritrovava e le nonne hanno
la possibilit di rivedere tutti i figli e i nipoti.
Subito dopo le festivit si osserva un aumento secco della mortalit e
poi si ripristinano i valori medi. E questo accade a donne ebree,
cristiane, induiste, musulmane o buddiste.
Questi esperimenti, insieme a tanti altri, dimostrano che lo stato
emotivo e le capacit di relazione sono talmente potenti da aumentare le
aspettative di vita e sono addirittura capaci di fermare la morte per
qualche giorno.
Ma l'interrelazione tra corpo, mente, emotivit ed esperienze sociali
talmente stretta che a volte si verificano rapporti tra causa ed effetto
veramente stupefacenti.
Ad esempio, per porre un freno alla violenza nelle scuole Usa sono
stati sperimentati molti sistemi che hanno ottenuto solo risultati risibili
e provvisori: metal detector, guardie armate, corsi di educazione civica.
Ma Barbara Reed Stitt aveva un'idea del tutto personale delle cause
della criminalit.
Quando espose il suo progetto alla Central Alternative Higt School
di Appleton nel Wisconsin gli insegnanti e il preside pensarono che
fosse pazza. Ma in fondo quel che proponeva non avrebbe certo
provocato danni. Cos le merendine e le bevande gassate distribuite
all'interno della scuola furono sostituite con succhi naturali, dolci
biologici e frutta.
Nel giro di pochi giorni i casi di aggressione e violenza diminuirono
drasticamente.
Ma attenzione sarebbe riduttivo pensare che il crollo dei
comportamenti violenti sia dipeso solo dal cambiamento alimentare.
Infatti, certamente non ebbe effetto solo la chimica gastrica dei cibi
ma pure l'impatto psicologico del messaggio contenuto nel
cambiamento dietetico.
Di questo siamo certi perch l'esperienza nella lotta agli errori nelle
aziende ci fornisce parecchi esempi illuminanti.
Le aziende affrontano costi enormi per disguidi, comunicazioni
sbagliate, malintesi, incidenti, spreco di tempo e di materiali. Si calcola
che l'insieme di questi errori possa superare addirittura il 20% dei costi

di un'impresa.
Quindi i manager pi accorti hanno investito somme considerevoli
per tentare di limitare questo tipo di danni.
E spesso le soluzioni escogitate con successo stupiscono. Fanno a
pugni con il modo corrente di immaginare la soluzione dei problemi.
Ad esempio, alcune aziende informatiche hanno raggiunto risultati
economici notevolissimi, distribuendo a tutti i dipendenti piccoli gadget
di cartoncino, simili ai dischi orari, i segnatempo che si espongono sul
cruscotto dell'auto nei parcheggi a tempo limitato. Ma non erano dischi
orari: sul davanti dei due cartoncini accoppiati, invece di un orologio
era stampata una faccia. Muovendo la rotellina sul dietro del cartoncino
cambia la bocca e cos la faccia ha un'altra espressione diventando via
via triste, incazzata, perplessa, allegra, ridente.
Come pu un simile aggeggio idiota aumentare gli utili e il fatturato
di una grande azienda?
Gli impiegati lo appendono sulla porta del loro ufficio o lo
posizionano sulla propria scrivania e lo usano per segnalare ai colleghi
il loro stato d'animo.
Cos, se vedi che il tuo collega si segnala come incazzato duro,
magari per rivolgerti a lui aspetti che sia di un umore migliore oppure,
se proprio non ne puoi fare a meno, gli parli con un atteggiamento
particolarmente gentile.
Questo semplice accorgimento porta le persone a una visione di s
pi gratificante (il mio umore importante e viene considerato come un
elemento essenziale per il buon funzionamento dell'azienda). Mi sento
meglio, mi vedo importante, aumenta la mia autostima e la mia
positivit e faccio meno errori, sono pi convincente con i clienti, trovo
soluzioni migliori ai problemi e collaboro con pi gusto con i miei
colleghi.
Non hanno importanza i cartoncini e le merendine in quanto tali ma
per il messaggio che sottintendono.

Capitolo settimo
Guadagna montagne di euro stupendo i tuoi dipendenti.
Un altro accorgimento che offre grandi risultati quello di dare
maggior importanza al luogo dove sono poste le macchinette per il
caff.
Avete presente i dispenser automatici? La macchinetta viene
generalmente piazzata in fondo a un corridoio (tipo "Camera caff").
Se volete fare i soldi dovete buttare via queste macchinette. Prendere
una bella sala riunioni, metterci comode poltrone, piante, dipinti alle
pareti, musica e offrire bevande gratuitamente. Inoltre conviene non
essere troppo fiscali sul tempo dedicato dagli impiegati alla pausa caff.
Si calcola che il lavoro veramente produttivo di un impiegato sia
comunque molto inferiore alle ore lavorate. Gli impiegati perdono
comunque un sacco di tempo: ore. Quindi se un dipendente passa dieci
minuti o mezzora in una pausa ristoratrice non fa differenza. Ma se
dopo aver sprecato mezzora, lavora con un minimo di impegno in pi,
l'azienda ci ha guadagnato. Inoltre, la stanza delle bevande calde, se
confortevole, diventa uno snodo informale delle comunicazioni tra i
dipendenti. Si incontrano colleghi di diversi settori ed possibile
avvicinare i capi direttamente. In questo modo si crea una via di
comunicazione parallela e magari si evita che alcuni messaggi prioritari
si perdano nel marasma delle e-mail di routine. E magari
un'informazione urgente riesce ad arrivare subito al dirigente saltando
le vie gerarchiche e permettendo di evitare un danno grave.
Sono ormai migliaia le grandi aziende che per aumentare la
produttivit utilizzano un insieme di tecniche che apparentemente non
hanno nessun nesso con la reale efficienza dell'azienda. Ciononostante i
risultati sono indiscutibili.
Concedere che in un giorno alla settimana si possa vestire casual o
portare i bambini in ufficio, dedicare porzioni di tempo retribuito alla
ginnastica collettiva, alla siesta pomeridiana, al volontariato, a gite
sociali, sono iniziative che vengono adottate sempre pi spesso dalle
aziende semplicemente perch consentono di guadagnare pi denaro.

Molto pi denaro.
A furia di osservare spasmodicamente l'influsso degli eventi pi
disparati sul funzionamento delle aziende sono state realizzate
osservazioni curiose che rovesciano il punto di vista dei luoghi comuni
su cosa determini il successo.
Ad esempio, alcuni sostengono che una sede produttiva che arrivi a
superare i 150 dipendenti affronta sempre una crisi di produttivit. Si
ipotizzato che ci dipenda dal fatto che una persona abbia difficolt di
riconoscere pi di 150 volti all'interno del contesto aziendale. Se ci
sono 151 dipendenti la nostra mente si arrende e non riesce pi ad
associare, a ogni faccia, compito e ruolo. Si perde quindi la capacit di
sviluppare linee di comunicazione trasversali e informali e inoltre si ha
un crollo dell'identificazione tra dipendenti e azienda. 150 persone sono
una famiglia. 151 persone sono una folla anonima e potenzialmente
ostile. I dipendenti si sentono insicuri, sbagliano maggiormente,
avvertono meno la responsabilit individuale, gli errori e gli sprechi
aumentano, crescono i costi e scendono i fatturati.
E il danno talmente notevole che ormai parecchie aziende si
sobbarcano i costi di sdoppiare un dipartimento anche fisicamente,
raddoppiando mense e ogni tipo di servizio, pur di non superare il
numero di 150 addetti per ogni sede.
Un'altra prova indiretta di questo rapporto tra immagine di s del
singolo lavoratore, immagine dell'azienda e risultati economici, ci viene
dall'osservazione dei risultati ottenuti grazie ai corsi aziendali.
L'aspetto strabiliante che tutti i corsi danno come risultato un
aumento della produttivit nei primi sei mesi a prescindere dalla qualit
dei corsi stessi.
Non importa cio cosa si insegna e se gli insegnanti sono capaci o no.
Il fatto stesso che un'azienda investa denaro ed energie
nell'organizzazione dei corsi d ai dipendenti una sensazione positiva,
un segnale di attenzione che induce il personale a lavorare con maggior
impegno. Inoltre i corsi sono un'ottima occasione di socializzazione e
tendono a creare una situazione emotiva migliore tra i colleghi, uno
spirito di squadra. E se l'insegnante particolarmente idiota
paradossalmente pu funzionare anche meglio perch tutti si coalizzano
contro di lui e questo galvanizza il senso di appartenenza.

E tutto questo fa bene al fatturato.


Ritornando ora all'impatto che hanno comportamenti e linguaggi
inconsci sulla nostra vita quotidiana possiamo chiederci quanto di
quello che succeda sia frutto del caso, del destino o della volont delle
persone che ci stanno davanti e quanto dipenda da un complicatissimo
insieme di elementi che sfuggono alla nostra visione razionale, come il
linguaggio del corpo, gli atteggiamenti, l'idea che abbiamo di noi stessi
e degli altri, le nostre intenzioni e le nostre paure pi profonde.
Una donna che ha appena divorziato da un uomo perch lui la
picchiava come riesce a trovare a colpo sicuro, in mezzo a mille
persone, un altro uomo che la picchier e innamorarsene perdutamente?
Di certo non si tratta di una scelta volontaria ma di un insieme di
concause invisibili. Lei si trova in una condizione particolare: invia
precisi segnali che attraggono i maschi violenti in modo irresistibile. Ha
scritto in faccia che una vittima facile e cerca uomini che abbiano
addosso i segni di una sofferenza emotiva che li porta a odiare le
persone che li amano.
E questa donna continuer a innamorarsi di uomini stupidi e violenti
fino a quando non capir che agisce in modo preciso per ottenere quel
che consciamente rifiuta.
E per fare questo deve arrivare a vedere quali sono i faticosissimi,
disgustosi, micro-comportamenti che mette in atto, i piccoli, sgradevoli
pensieri che coltiva. Deve scoprire che esiste un linguaggio del corpo,
un potere delle intenzioni. Le persone si liberano facilmente di questa
zavorra se si rendono conto dell'importanza delle micro-azioni che
ripetiamo quotidianamente. Sono invece condannate alla ripetizione
ciclica dei loro drammi esistenziali se non arrivano a scorgere questo
sub livello della loro identit.

Capitolo ottavo
L'uomo che i rapinatori adoravano
chiaro che capire come disinnescare questi meccanismi distruttivi
sarebbe una notevole scoperta, capace di migliorare la vita di chiunque,
visto che tutti pi o meno tendiamo a mettere in scena certi drammi pi
e pi volte nella nostra vita. E in quest'arte del ripetere le esperienze
negative siamo dei veri maestri disposti, per riuscirci, a qualunque
sacrificio.
Waslawich, grande precursore di questo tipo di ricerca
comportamentale, si imbatt in un uomo che aveva subito pi di 70
rapine. Un numero effettivamente enorme: alla maggioranza delle
persone non capita mai di subire una rapina. Alcuni molto sfortunati
vengono rapinati 3, 4 o 5 volte. Subire dieci rapine un fatto
eccezionale... Ma 70 rapine un numero esagerato.
Sembra addirittura impossibile incontrare 70 rapinatori, in una sola
vita, e tutti in luoghi dove sia pensabile eseguire una rapina...
La domanda che si posto Waslawich osservando questo super
depredato stata: come fa a farsi rapinare cos tanto?
Quali gesti compie? Che modo di camminare usa per indurre in ogni
rapinatore che gli passa nel raggio di 100 metri l'irresistibile impulso a
rapinarlo?
E se quest'uomo cambia il modo di vedere se stesso, smette di essere
rapinato costantemente? Esiste qualche cosa di impalpabile che emana
da ognuno e determina le reazioni altrui?
Kate Miner, una miliardaria americana, ha risposto in parte a questa
domanda con un esperimento sociale di grandi proporzioni che ha
coinvolto migliaia di donne che vivevano per strada dormendo sui
marciapiedi riparate da cenci e cartoni. Questa donna aveva guadagnato
miliardi gestendo una catena di boutique d'alta moda ed era convinta
che un abito firmato pu fare miracoli.
Compr un mega camper con rimorchio a due piani, lo attrezz come
un beauty center e inizi a girare gli Usa. Con l'aiuto di un gruppo di

femministe e di psicologhe avvicina le barbone, le porta nel super


camper, offre loro un rapido restyling: pedicure, manicure, coiffeur,
massaggio, trucco. Fa loro indossare abiti lussuosi, corredati da
accessori di gran classe. Le mette di fronte a uno specchio e si
complimenta con loro per la metamorfosi che hanno compiuto, da
cumulo di croste e stracci a donna elegante. A questo punto le ex
barbone vanno a un colloquio per trovare lavoro e a un incontro per
affittare un appartamento.
E riescono a ottenere entrambe le cose: una casa e un lavoro.
Miracolo? No: potere delle apparenze.
Il grande cambiamento si compie in 24 ore grazie a un vestito nuovo
e a un po di attenzioni e incoraggiamenti.
Per una persona che non si considera nulla, assaporare la
soddisfazione provocata da una serie di piccole gratificazioni
un'esperienza sconvolgente in grado di ribaltare il punto di vista sulle
proprie capacit e quindi moltiplicarle per 100.
In questo modo sono uscite dalla miseria pi disperata 5.000 donne.
E la cosa straordinaria che solo 3 donne su 100 scappano con
addosso i vestiti e i gioielli che ricevono in prestito.
Cambiare il loro aspetto sufficiente per modificare l'idea che esse
hanno di s e la loro scala di valori, rendendole improvvisamente
capaci di affrontare nuovamente con successo le difficolt di una vita
normale.
Ovviamente poi necessario che queste donne vengano seguite, che
venga offerta loro la possibilit di condividere le nuove esperienze con
altre donne che stanno percorrendo lo stesso difficile percorso. Ma il
salto quantico essenziale avviene in modo fulmineo cambiando la loro
immagine interiore.
Questo approccio stato sperimentato nei contesti pi diversi e ha
mostrato la capacit di creare cambiamenti enormi e istantanei anche
rispetto a problemi sociali drammaticamente complessi come il livello
di criminalit in una grande citt.
C' una storia che pu chiarire quello che cerco di dire meglio di
molti discorsi. Pare inventata ma assolutamente vera.
Il professor Antanas Mockus, di origine lituana, insegnante di

matematica e filosofia, stava tenendo una lezione nell'aula magna


dell'Universit di Bogot a un pubblico distratto di studenti, figli di una
citt dove agli incroci ci si sparava addosso per stabilire chi avesse la
precedenza.
Il professore decise che voleva assolutamente farsi ascoltare.
Era convinto di avere cose importanti da dire.
Quindi sal in piedi sulla cattedra, si cal i calzoni e le mutande e
mostr il sedere agli studenti che ammutolirono.
Il professore concluse la sua lezione e lasci l'aula magna. Gli
studenti erano ancora paralizzati a bocca aperta. Il professore venne
espulso dall'universit per comportamento disdicevole.
E lui disse: Ma allora non vi interessa veramente insegnare a tutti i
costi, volete farlo solo se potete contemporaneamente conservare la
ritualit inutile che vi d autorit...
Poi si arrabbi e decise di presentarsi alle elezioni con un partito dal
nome assurdo: Partito visionario.
Vinse le elezioni.
Il suo programma di governo mir innanzitutto a dare ai cittadini la
sensazione che qualche cosa stesse cambiando. Bisognava far diminuire
la criminalit che aveva proporzioni spaventose: nel corso del 1997 a
Bogot si registrano 4.500 omicidi, pi di 12 morti al giorno, a fronte di
una popolazione di poco pi di 5 milioni di persone. fra le citt pi
pericolose del mondo.
Ma come fare?
Antanas Mockus inizi da un problema secondario, contiguo a quello
della criminalit, di grande visibilit e relativamente semplice da
affrontare con una terapia d'urto. La questione del traffico. E di questa
questione secondaria affront la parte pi semplice e visibile: i
semafori.
Nessuno si fermava ai semafori. L'idea fu che il rispetto delle
segnalazioni semaforiche sarebbe stato un micro shock positivo per la
citt. Si decise per un'azione molto comunicativa.
Il sindaco ag in modo inaspettato e stupefacente.
Vennero ingaggiati mille clown e una bella mattina gli automobilisti
di Bogot trovarono i semafori presidiati da gruppi di clown che

piangevano a spruzzo se non ci si fermava col rosso e invece danzavano


e offrivano fiori se si rispettavano le precedenze.
Contemporaneamente vennero distribuiti centinaia di migliaia di
cartoncini con disegnato sopra il pugno con il pollice in alto nel gesto di
OK!
Lo stesso cartoncino rovesciato, pollice verso, significa ovviamente
disapprovazione.
Ai semafori si vedevano i clown utilizzare questi cartoncini per
approvare o disapprovare il comportamento degli automobilisti.
E molti iniziarono a imitarli. E ben presto si scopr che i bogotesi
temevano pi le prese in giro dei clown e degli altri automobilisti delle
multe dei vigili.
Il traffico inizi a regolarizzarsi e nel giro di una settimana croll il
numero degli omicidi.
Intanto vennero prese misure strutturali, si raddoppi il numero dei
mezzi pubblici e vennero escogitati sistemi efficienti di sostegno alle
famiglie povere, dando loro la possibilit di costruirsi case decenti sui
terreni pubblici e trasformando la raccolta dell'immondizia in una
risorsa per i pi poveri: cibo, medicine e libri in cambio di rifiuti
suddivisi. Cos la macchina inefficiente di raccolta dell'immondizia,
grazie a sistemi di riciclo e di valorizzazione, forn lavoro per migliaia
di persone attraverso una micro-organizzazione del servizio. E la citt
inizi a essere pulita. E via di questo passo, semplificando la burocrazia
e razionalizzando il sistema.
Tra i provvedimenti presi per cambiare l'immagine della citt nella
mente dei cittadini c' l'invenzione della Notte delle donne. la notte
del venerd, ogni settimana: agli uomini addirittura vietato farsi
vedere per strada (salvo specifiche ovvie deroghe), la citt, in quella
sera, appartiene solo alle donne. Non basta: viene istituita anche la
Notte dell'aranciata, una sera alla settimana in cui vietato bere
alcolici. Radicali sono poi state le riforme sul territorio: grazie al POT
(Plan de Ordenamiento Territorial), un progetto di riqualificazione delle
zone degradate della citt, vengono costruiti nuovi parchi verdi - al
punto che la superficie di verde pubblico della citt si moltiplicata di
ben 4,5 volte in soli cinque anni, dal 1997 al 2002 - viene inoltre
sistemata la rete idrica e sono recuperati alcuni fiumi e canali della
zona, abbandonati a se stessi. Un occhio alla cultura: si costruiscono 4

grandi biblioteche e 16 pi piccole, e nei quartieri periferici della citt


trovano spazio 52 nuove scuole. Grazie al Plan Maestro de CicloRuta
nel giro di una decina d'anni viene realizzato un sistema di piste
ciclabili e pedonali di 297 km che attraversa la maggior parte del
tessuto urbano. la rete ciclabile pi grande dell'America Latina e nei
prossimi dieci anni ne previsto un ampliamento per ulteriori 300 km.
Campagne pubblicitarie promuovono ovviamente l'uso della
bicicletta e ogni giorno aumentano le persone che la utilizzano per gli
spostamenti. Dal 2000 al 2003 si passati dall'1 al 4% della
popolazione.
Sempre a proposito di spostamenti all'interno del tessuto cittadino va
menzionato anche il Sistema Integrato di Trasporto di Massa
TransMilenio. Si tratta di un sistema che integra due diverse tipologie
di autobus: uno ad alta capacit, che collega le zone centrali della citt e
viaggia su corsie preferenziali e uno a bassa capacit che collega i
quartieri periferici. Entro il 2015 la rete TransMilenio avr una
lunghezza di 388 km e coprir l'80% della superficie della citt. A 5
anni dall'inaugurazione del servizio, e con soli 60 km in funzione, i
primi risultati sono sorprendenti. Gi ora il risparmio in termini di
tempo impiegato dai cittadini negli spostamenti raggiunge il 25% e il
processo innesca tutta una serie di reazioni a catena: aumentano gli
spostamenti, l'economia della citt, il benessere degli abitanti. Fino a
qualche anno fa molti residenti al nord non si sognavano nemmeno di
recarsi nella zona sud della loro citt. Oggi si tratta di un tragitto che si
pu fare in breve tempo, spendendo poco e in tutta sicurezza.
L'aver cambiato volto alla citt ha infatti avuto un effetto
fondamentale: la diminuzione della criminalit. Il bilancio del governo
di Mockus, anche sul fronte della lotta al crimine strabiliante: tra il '97
e il 2002 da gli omicidi passano da 4.500 a 2.000.
Molto resta ancora da fare a Bogot, ad esempio il 50% della
popolazione resta sotto il limite di povert, ma indiscutibilmente la
qualit della vita e le opportunit offerte ai cittadini hanno fatto balzi
strepitosi.
Riassumendo: nelle situazioni nelle quali il risultato di un'azione
chiaro, sensato occuparsi solo di agire: quando un uomo sta
annegando, se non lo tiri fuori dall'acqua muore.

Ma quando ci troviamo di fronte a problemi che non sottintendono un


modo semplice e obbligato di reagire allora il caso di chiederci: qui
meglio affrontare il cuore del problema o agire sul contesto?
E chiaramente chi non si pone mai questa domanda incontrer
sicuramente una dose extra di grossi problemi esistenziali.
Se vuoi vivere a lungo puoi prendere molte medicine oppure
smetterla di incazzarti.
Puoi anche smettere di incazzarti e prendere molte medicine. In
nessun caso ti conviene continuare a dare gi di testa odiando il mondo.
un atteggiamento conflittuale.
Ti buca lo stomaco con la stessa efficienza di un colpo di pistola.
L'unica differenza che l'atteggiamento conflittuale ti fa un foro nella
pancia in modo pi lento e doloroso.

Capitolo nono
Non puoi restare triste a lungo. troppo pericoloso!
Quando siamo disperati perch un grande amore finito, abbiamo
difficolt a credere che ci innamoreremo di nuovo.
In effetti alcuni riescono a rovinarsi la vita a causa di un unico grande
amore finito male. Generalmente sono persone che si incazzano e sono
pessimiste.
E indovina che tipo di voce usano per motivarsi al mattino? E come
ricordano i loro momenti migliori?
Ma anche quelli pi ottimisti quando si arrabbiano tendono a vedersi
in una situazione che almeno momentaneamente non ha via d'uscita.
Anche se si ottimisti impossibile essere sempre dell'umore
migliore vivendo in una societ cos ingiusta e schizofrenica.
La domanda a questo punto : si pu agire in modo tale da ridurre i
momenti incazzati, annoiati o tristi?
Quando sei in quello stato mentale pessimo tutto ti sembra nero. Hai
una visione diversa di te e del mondo.
A volte sai benissimo che basterebbe che una certa persona dicesse
una certa parola per sciogliere tutta la tua negativit e il tuo malessere.
Ma sei molto esigente a proposito dell'esatta natura di quel segnale.
Non fai sconti sulla password. Dev'essere esatta.
A volte proprio necessario essere tristi o incazzati. Prendere
coscienza di lutti, fallimenti o ingiustizie subite un passaggio
irrinunciabile della nostra vita. Ma oltre un certo punto di sofferenza si
entra nel territorio abitato dagli spiriti che si crogiolano nel dolore e
nella rabbia e in questo stato mentale. Sei nel regno delle seghe mentali
masochiste. E, come si detto, rotolarsi nel fango del dolore fa
malissimo alla salute, rende incapaci di superare test elementari e ci
trasforma in persone poco affascinanti.
Ma come faccio a superare questi stati depressivi?
Cosa succede se adotto verso questi momenti lo stesso atteggiamento
della miliardaria americana che veste lussuosamente le barbone?

possibile smettere di essere depressi cambiando solo il vestito?


Cosa succede se io non mi arrendo a uno stato d'animo negativo e
provo a fargli lo sgambetto?
Non sto proponendoti di far finta di essere felice. Trovo che far finta
di essere felici sia la cosa pi triste (straziante) che esista.
Sto dicendo soltanto che possibile interrompere il circuito vizioso
dei musi lunghi (il Long Muse Tour).
Quel che ti fa arrabbiare, ti mortifica, la difficolt di vivere,
l'assurdit di questo mondo, la carenza che gli umani dimostrano
continuamente in settori essenziali come l'amore, il rispetto, l'ascolto, la
comprensione.
Avrai da star male e deprimerti fin che stai su questa terra perch non
sono problemi che risolveremo nei prossimi due anni.
Quindi se vuoi potrai deprimerti e avvilirti per tutta la tua vita. E
nessuno potr convincerti che hai torto perch hai proprio tutte le
ragioni per essere fuori di te dall'ira. Hai tutto il diritto di non rivolgere
la parola all'Universo fin che campi. Questo nella migliore delle ipotesi.
Se poi ti colpisce la sfiga cosmica e veramente la tua vita rasa a zero
potrai anche rotolarti per terra lasciandoti travolgere dai singhiozzi fino
alle convulsioni.
E si pu solo essere solidali con te. Siamo nati in un mondo dove
l'amore scarseggia. E non per colpa nostra. Quando siamo arrivati tutto
era gi abbondantemente nella merda e non si pu accusarci di niente.
Ci hanno separato alla nascita dalla mamma, da piccoli ci hanno lasciati
a dormire da soli con i nostri incubi, ci hanno represso sessualmente ed
emotivamente, non ci hanno ascoltati e a scuola ci hanno ucciso di noia
la fantasia.
Siamo vittime di imbrogli cosmici.
E se Dio esiste malvagio perch lo sapeva che mi stava creando
traumatizzato e un po pirla.
Se mi voleva santo subito gli bastava costruirmi un po pi alto,
biondo e intelligente, completamente mondo da stupidit e pulsioni
sessuali incontrollabili e misteriose.
Dio veramente onnipotente o no?
Insomma se credi di essere vittima di ogni sorta di ingiustizie e di
avere tutte le ragioni possibili di essere di pessimo umore posso solo

essere stradaccordo con te.


Se ragioni cos hai trovato un modo estremamente giusto e efficiente
di rovinarti la vita. Complimenti!
Nel caso che ti venga a noia di piangerti addosso e compatirti per le
orrende ingiustizie e assurdit che hai subito potresti provare a dare
un'occhiata al mondo, visto che tanto sei qua e finch non muori non
hai un cazzo d'altro da fare. Tanto vale provare a vedere se Dio, magari,
pur non essendo in grado di dotarti di perfezione assoluta, ti ha
comunque regalato una possibilit strabiliante di esplorare un pianeta
capace di darti emozioni talmente forti e a volte talmente dolci, da
ripagare con abbondanza l'incomodo di vivere.
E magari, se sei disponibile a comprendere come funziona il gioco,
puoi anche riuscire a limitare il costo della vita.
Questa idea parte proprio dalla constatazione che o Dio una carogna
o Dio NON onnipotente.
Io preferisco credere alla seconda ipotesi.
Il mondo non perfetto. in costruzione. E Dio, poverino, ha fatto il
massimo che poteva: crearci. Ha dovuto scegliere se non farci esistere o
farci esistere in maniera imperfetta (ma molto dinamica). (A questo
proposito vedi http://www.jacopofo.com/?q=node/1599)
Detto questo, e scaricato l'ovvio risentimento verso un creatore
pasticcione ma simpatico, passiamo alle questioni pratiche.
(Attenzione, per, che proprio necessario affrontare la questione
filosofica del riappacificarsi con l'Universo nonostante i dolori e le
ingiustizie subite.
Vivere odiando la Creazione non fa bene all'umore. Sia che tu faccia
una scelta religiosa, di fede, mistica, laica o quel che vuoi tu, DEVI
riuscire a dare un senso positivo al mondo oppure scegliere il suicidio.
Vivere in un posto che non stimi fonte di inutili infinite sofferenze.
l'essenza stessa del masochismo. Su questo tema vedi anche il libro:
"Dio c' e vi saluta tutti.")
Hai dei problemi?
Hai voglia di cercare di ridurre il loro potere dolorifico?

Il mondo talmente amorevole con te che ti basta solo provare a


affrontare quel che ti fa star male che gi ti senti meglio.
Se quando stai male fai qualche cosa, diventi l'autore di un tentativo
di cambiamento, questo solo fatto di per s stesso in grado di
modificare la tua situazione.
In altre parole se non reagisci alla tristezza sei morto.

Capitolo decimo
Reagisci alle situazioni! Se non ti muovi finisce che ti puzzano i
piedi.
Non voglio raccontarti storie di piccoli malesseri risolti con un
trucchetto. No, andiamo a prendere le esperienze pi dure a cui possa
essere sottoposto un individuo. Parliamo di campi di concentramento,
di carceri disumani. Quelli che mantengono l'equilibrio mentale ci
riescono perch evitano la spersonalizzazione.
A volte ci riescono grazie a piccoli giochi mentali apparentemente
insignificanti.
Non importa cosa fai. Importa che lo fai e che per te sia importante
farlo.
Se guardiamo tutte le persone che sono riuscite a sopravvivere
spiritualmente e mentalmente all'orrore dei campi di concentramento
nazisti vediamo che tutte hanno inventato qualche cosa che desse loro
la forza di resistere. E questo qualche cosa l'atto stesso di agire
opponendosi psicologicamente all'annientamento.
Scacciare la tristezza, la depressione e l'apatia che ci travolge quando
il destino ci colpisce di per s un atto capace di proteggerci.
Nei campi di sterminio c' chi salva la propria mente disegnando con
bastoncini di legno carbonizzati su minuscoli foglietti e chi compone
romanzi imparandoli a memoria perch non ha la carta.
Questo atteggiamento attivo non d la certezza di sopravvivere. Non
sappiamo quanti tra quelli che adottarono uno spirito reattivo morirono
nei campi. Per sappiamo di per certo che tutti quelli che ne uscirono
vivi e ancora pensanti fecero qualche cosa per riuscirci: non si
lasciarono travolgere dallo sconforto.
Tutti quelli che non reagirono alla disperazione furono annientati.
Uno dei prigionieri americani in Iran ai tempi della rivoluzione di
Khomeini, reag alla segregazione in una cella minuscola trasformando
l'idea di cella.

Si impose di considerarla l'unica sua propriet, la sua casa. Quindi


quando i carcerieri aprivano la porta di ferro invece di starsene buttato
come uno straccio in un angolo, lui li accoglieva in piedi, salutandoli
come ospiti.
Attenzione, questa scelta molto pericolosa e pu costarti una
razione supplementare di bastonate. Ma non importa. Il tuo scopo
salvarti l'anima.
Se leggi la biografia di Nelson Mandela ti rendi subito conto che lui
ha resistito in carcere per una vita mantenendosi sano di mente perch
ha continuato a combattere una battaglia estenuante contro la
burocrazia carceraria, lottando con mezzi inesistenti, come le richieste
formali alle autorit, per ottenere qualunque cosa fosse possibile
ottenere: libri, diritto a condurre corsi agli altri detenuti, spazi vitali.
andato avanti per anni a chiedere, appellarsi, protestare. stato
punito in ogni modo per questa sua resistenza ma lui ha continuato. La
vittoria in questo caso non stava nell'ottenere la soddisfazione delle
richieste ma nel sentirsi attivi, nel riuscire comunque a beffare il
sistema continuando a creargli microscopici fastidi. Per anni Mandela
ha costretto i suoi aguzzini a occuparsi di lui. Dovevano comunque
leggere le sue lettere, archiviarle, scrivere relazioni, chiedere pareri,
discutere, emettere sentenze, trascriverle, ricusare, vidimare, timbrare.
Mandela sentiva di essere ancora capace di provocare grattacapi e crisi
isteriche. E ogni volta che lo punivano si diceva: ma allora sono ancora
scomodo anche se mi hanno chiuso qui in un'isola fuori dal mondo. E
sorrideva.

Capitolo undicesimo
Malati che reagiscono e medici ottimisti
Conosco persone stupende che hanno lottato contro la malattia ma
non ce l'hanno fatta e sono morte.
Conosco persone che hanno lottato e sono sopravvissute.
Ma non conosco persone che siano sopravvissute senza lottare, senza
diventare parte attiva nella cura.
Esistono molte ricerche su guarigioni inspiegabili clinicamente
documentate (Guarigioni straordinarie, quando il corpo guarisce se
stesso, di Marc Ian Barasch e Hirshberg Caryle, ed. Mondadori).
Alcuni ricercatori francesi hanno studiato pi di 3000 guarigioni
"impossibili" scoprendo che per ottenerle i malati erano ricorsi a 1500
terapie diverse.
L'aspetto pi interessante di queste guarigioni che un sistema di
cura funziona solo per due o tre persone al massimo. C'era chi era
guarito con la macrobiotica, chi grazie a un santone, chi si era gettato
nel fiume ghiacciato prima dell'alba, tutte le mattine per mesi, chi aveva
scalato le montagne, chi aveva pregato un Dio, chi si era semplicemente
affidato a un medico normale del quale aveva fiducia...
Ma non si conosce nessuno che abbia ottenuto una guarigione
inspiegabile senza coinvolgersi emotivamente nel desiderio di guarire. I
pazienti apatici, pessimisti, che non si amano, semplicemente muoiono.
E questo ragionamento comprovato da tutte le ricerche che ci
dicono che un medico simpatico guarisce mediamente un 30% in pi di
pazienti. Riesce a smuovere la fiducia nel malato e questo solo fatto ha
l'effetto
di
moltiplicare
l'efficacia
della
cura.
E anche la potenza dell'effetto placebo stupefacente.
Dal
libro
Guarire
( http://www.commercioetico.it/libri/jacopo-fo.html)

Ridendo

Normalmente per verificare l'efficacia di un farmaco si procede


somministrandolo a un gruppo di 100 persone (il numero indicativo).
A un altro gruppo di pazienti, il pi possibile simili a quelli del primo,
per stato di salute e condizione sociale, viene somministrato un farmaco
fino (detto placebo), costituito da un po di zucchero (o da altra
sostanza neutra). Nessuno dei pazienti sa se prende la medicina vera o
quella falsa.
Il primo fenomeno strano osservato che gli effetti non sono molto
diversi nei due gruppi. Su 100 persone che prendono il farmaco, magari
88 sentono un qualche cambiamento ma anche molti del gruppo che
sperimenta il placebo subiscono il medesimo effetto.
Se gli effetti positivi osservati sul gruppo che prende la medicina vera
superano dell'8% gli effetti positivi osservati nel gruppo che ha preso
acqua e zucchero, si pu gi dire che la medicina funziona! Ovviamente
questa differenza aumenta nel caso di anestetici e sonniferi e di altri
medicinali che agiscono sulle funzioni fisiologiche fondamentali.
Per anche nella sperimentazione degli anestetici si verificano casi di
totale scomparsa del dolore, in pazienti gravemente sofferenti,
iniettando unicamente acqua distillata fatta passare per morfina (questo
discorso non contraddice il fatto che se somministro un chilo di cianuro
a 100 persone ottengo un'alta percentuale di decessi).
Ma un altro curioso fenomeno ha stupito i ricercatori: se alcuni
membri del gruppo che prende il medicamento vero soffre di effetti
collaterali (bolle, arrossamenti o altro), questi fenomeni colpiscono
anche una percentuale consistente, anche se minore, di pazienti che
prendono il placebo.
Fenomeni del genere hanno sempre suscitato l'interesse di molti
scienziati, inducendoli a interrogarsi sul rapporto tra mente e corpo.
Questo interesse ha portato a un'altra scoperta. C' uno stretto
rapporto tra la simpatia del dottore e l'effetto della cura. Il medico pi
comunicativo guarisce il 25% di malati in pi rispetto al terapeuta che
non entra in empatia con i pazienti.
................................................................................
La passera di tutte le filosofie Se ancora hai qualche dubbio

sull'incredibile interconnessione tra tutti gli aspetti della nostra vita, del
nostro modo di pensare, del nostro umore e della voglia di reagire e
vivere c una prova statistica colossale che dovrebbe toglierti ogni
dubbio. Se prendiamo i dati sulla durata della vita umana suddivisi per
categorie sociali scopriamo che ovunque le persone che hanno una
buona posizione economica vivono di pi. E questo lo potremmo anche
spiegare dicendo che i ricchi mangiano meglio, vanno di pi in
montagna a ossigenarsi i polmoni e spurgare lo smog e hanno accesso a
cure mediche migliori. Ma se andiamo a vedere le differenze di vita
media nelle categorie benestanti scopriamo che non sono i pi ricchi a
vivere di pi. I super manager da 200 milioni di dollari all'anno vivono
molto meno degli scrittori, dei professori universitari e degli attori. E
tra gli attori non vivono di pi quelli che incassano pi soldi ma quelli
che hanno preso l'Oscar.
Superata una certa soglia di reddito l'uso che si fa della mente e lo
stato d'animo determinano la durata della vita pi della ricchezza.
Vivono pi a lungo in fatti i professionisti che non vanno in pensione e
non smettono di utilizzare la creativit e quelli che battono tutti sono gli
scienziati che non sono certamente i pi danarosi. Sar perch
conducono una vita mediamente pi ordinata delle pop star e si
allenano maggiormente a capire il mondo?
Andando avanti a analizzare i dati sulla sopravvivenza umana
troviamo altri elementi che confermano il ruolo importante dei fattori
mentali ed emotivi.
Ad esempio le persone sposate vivono pi a lungo dei singoli.
In questo situazione gioca anche il fattore tranquillit. Chi sposato
si sente mediamente pi tranquillo, protetto.
I criminali, che non sono per niente tranquilli, soffrono di una serie di
malattie devastanti. In particolare sono colpiti in modo statisticamente
incredibile da gravi degenerazione della prostata, dei reni e del fegato.
Fanno eccezione i condannati all'ergastolo che, ad esempio negli Usa,
sono estremamente longevi.
In fondo il carcere un posto molto tranquillo dove la socializzazione
e il contatto umano non mancano mai.

Capitolo dodicesimo
Cosa fare con il dolore.
Credo di aver dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che c' modo
di sapere, in anticipo, quante probabilit ha una persona di vivere a
lungo semplicemente osservando aspetti apparentemente secondari
della sua vita.
Alzarsi bene al mattino, ricordare in modo emotivamente
vantaggioso, essere protagonisti del proprio benessere, essere socievoli
e ottimisti, svolgere un lavoro creativo e soddisfacente sono elementi
che contribuiscono tutti insieme a determinare la durata della vita.
Ne discende che la prima preoccupazione di una persona sensata
dovrebbe essere quella di impegnarsi per riuscire a svegliarsi in modo
gradevole, avere bei ricordi, essere di buon umore, dedicarsi all'amore,
alla convivialit, all'arte o alla scienza.
So che questa affermazione porter molti a sorridere: con tutti i casini
che abbiamo non sempre c il tempo di occuparci del progetto
complessivo della nostra esistenza. I fatti quotidiani, gli eventi
imprevisti, gli attacchi di panico, i disastri, le delusioni d'amore ci
travolgono e non viviamo seguendo un nostro progetto ma cercando di
rispondere colpo su colpo alle evenienze quotidiane.
Sostanzialmente viviamo occupandoci dei grandi problemi che ci
vengono addosso e cercando di affrontarli o almeno di non essere
stritolati.
Ma proprio qui sta il problema! Come sopravvivere agli incomodi
della vita?
Lasciare che il dolore o l'ansia ti travolgano ti costa duecentomila
chilotoni di energia vitale.
Rinunciare a inventarti una tua personale strategia alla Mandela uno
sperpero colossale di calore umano.
Non puoi permettertelo.
Anche perch se ti regali il tempo di studiare una strategia globale
rischi di scoprire che possibile farla finita con una parte considerevole
dei tuoi problemi.

E a questo punto siamo arrivati a un nodo focale. Al cuore del


discorso.
Tutte le storie che ti ho raccontato finora, nel loro insieme
contengono un'informazione in grado di rivoluzionare molto
piacevolmente la tua vita.
Quest'informazione riguarda proprio il modo nel quale si tende ad
affrontare i problemi.
Ci hanno insegnato che le persone coraggiose e vincenti sono quelle
che affrontano i problemi di petto, che rispondono colpo su colpo ai
disastri, che non perdono tempo a dormire sulle questioni. Ma le
persone che reagiscono cos non se la passano molto bene e
guardandole viene da pensare che sia meglio lasciarsi travolgere,
cercando di prenderne il meno possibile.
L'idea di affrontare i problemi di petto esprime un concetto positivo e
condivisibile: se non ti dai da fare non uscirai mai dalla merda!
Sicuramente chi non muove un dito per affrontare i rovesci
destinato a una vita di serie C.
Ma la semplice volont di attivismo guerriero nasconde la madre di
tutti gli errori esistenziali.
L'esempio pi semplice quello del dolore fisico.
Ci sono persone che non reagiscono al dolore e vengono travolte
dalla paura della malattia, del peggiorare del male, della morte.
Queste persone soffrono dieci volte di pi di chi reagisce al dolore, fa
qualche cosa, investe emotivamente nella speranza, nel desiderio.
Ma ci sono tre modi di reagire al dolore.
Il sistema pi diffuso quello di contrastare il dolore. Combatterlo.
Usare la mente razionale per concentrare l'attenzione sul non sentire il
dolore.
Si tratta di un atto della volont razionale. Potremmo dire che si
reagisce contraendosi.
Un secondo modo quello di abbandonarsi, di spegnere ogni
resistenza razionale e volontaria al dolore, lasciare che cresca,
ascoltarlo crescere, arrendersi.
Il dolore il modo attraverso il quale una parte del corpo reagisce a

uno squilibrio grave. Il dolore una lettera che una parte del corpo
invia al cervello per ottenere aiuto. Il dolore non la manifestazione
della malattia ma parte del meccanismo di autocura naturale. Quando
il dolore raggiunge pienamente la mente essa reagisce innanzi tutto
secernendo sostanze che arrestano il dolore. Quindi se invece di opporci
al dolore lo lasciamo viaggiare fino alla nostra mente otteniamo
inizialmente un rapido aumento della sensazione di dolore ma,
raggiunto un certo livello, questa inizia a diminuire perch ha esaurito
la sua funzione di messaggero e il cervello la spegne.
Questo modo di affrontare il dolore molto pi efficace del tentativo
di resistergli.
Ma esiste una terza procedura che ancora migliore. Non resistere
alla sofferenza. Non dedicarsi ad ascoltarla. un metodo che i Sik
dell'India propongono da secoli e ha effetti strabilianti: consentire al
dolore di esistere in tutta la sua grandezza ma contemporaneamente
consentire a tutte le altre sensazioni di essere completamente presenti
alla nostra attenzione. La differenza rispetto al semplice arrendersi al
dolore apparentemente minima ma in realt sostanziale. In questo
caso io non mi arrendo al dolore. Il concetto di semplice ascolto del
dolore prevede una mia posizione passiva. Ma io non devo essere
passivo di fronte alla sofferenza. Il male che provo, di per s, chiama
all'azione. Si tratta di un'emergenza. Quindi devo agire. Ma non devo
agire opponendomi al dolore. Guardo il dolore senza resistere, senza
contrarmi, senza chiudermi all'emozione negativa che scatena dentro di
me. Le fitte lancinanti mi fanno sobbalzare, mi scuotono, mi spingono a
scegliere tra azione e disperazione.
Il mio impegno, la mia intenzione non nell'ascoltare il male che
provo o nel resistergli. Il dolore il centro del problema ma io non me
ne occupo in nessun modo direttamente.
Non faccio niente per lui. Non gli do un grammo della mia energia.
Non ne ha bisogno.
Il dolore si impone da s con la sua orrenda sgradevolezza alla mia
attenzione quindi non ha bisogno che io gli dia altra energia. Resistere
alla sofferenza o ascoltare il dolore sono comunque due azioni che
prevedono di investire energia sul dolore, sul problema del dolore.
Questo investimento energetico d forza alla sofferenza, le permette di
dominarmi. Pi me ne occupo, la temo, la studio, la ascolto, pi essa

forte e pi mi fa male. E pi capace di abbattermi psicologicamente,


danneggiare i miei rapporti sociali, la mia immagine di me stesso e del
mondo che mi circonda. E tutto questo mi colpir ulteriormente e dar
una forza ancora maggiore alla malattia.
Se io invece non faccio niente rispetto al dolore, ma proprio niente, e
metto la mia intenzione, la mia energia, il mio ascolto in tutto quanto
continua a esistere intorno a me, al di l del male fisico, ottengo un
piccolo miracolo: entro pochi secondi il dolore diminuisce. E
soprattutto io cambio umore.
Continuo da un certo punto di vista a sentire la sofferenza ma non mi
interessa pi. Non sono pi complice del mio dolore.
Il cambiamento sostanziale. Cinquemila anni prima di Milton
Ericson i Sik avevano scoperto che la modifica in un meccanismo
microscopico del modo di gestire il panorama interiore aveva la
potenza di ridurre il costo della vita.
Prova a ricordare un momento di grande dolore fisico. Sai rivedere
quale era il tuo panorama mentale in quel momento? Il dolore tutto
ci che vedi e che senti. Dietro al dolore, a fianco al dolore non c
niente altro. Sei come di fronte a un muro bianco e cattivo e vedi solo
quello.
Cercare di spostare l'attenzione sulle altre sensazioni che vivi insieme
al dolore (odori, suoni, emozioni) vuol dire arretrare, allontanarsi dal
muro bianco fino a vederlo tutto, guardare la casa di cui il muro bianco
fa parte e arretrare ancora fino a vedere il cielo sopra la casa, gli alberi,
le colline sullo sfondo.
Cambi letteralmente il panorama di ci che vedi dentro di te con gli
occhi della mente.
Spero che questa trasposizione ti sia chiara. Ma forse per te varrebbe
di pi una descrizione meno visiva. Le persone rappresentano il mondo
anche in termini di suoni o sensazioni plastiche, spaziali. Forse
qualcuno vede dentro di s una rappresentazione della realt esterna
fatta di odori. Spero comunque di aver evocato l'idea che vorrei
esprimere.
Esiste nella nostra mente una rappresentazione della realt esterna e
della rete reciproca di connessioni. Quando proviamo un forte dolore
fisico questa rappresentazione globale salta e noi vediamo solamente il
centro del problema: il dolore.

Questo non va bene perch se identifichiamo solo il dolore gli diamo


forza e lo poniamo al centro delle nostre intenzioni e cos aumentiamo
la sua capacit di farci soffrire. Sensato invece cambiare la direzione
delle nostre intenzioni, della nostra attenzione lasciando che si
concentri su aspetti pi gradevoli della nostra esistenza.
Le nonne molto tradizionaliste che smettono di morire prima delle
feste durante le quali rincontreranno i loro nipotini fermano la morte
semplicemente non occupandosi in nessun modo della loro malattia.
Tutta la loro attenzione e intenzione emotiva focalizzata sulla
visualizzazione delle sensazioni gradevoli che proveranno quando
prenderanno in braccio i loro nipotini.
Non avendo una famiglia attaccata alle ritualit delle feste ho sempre
invidiato chi ha questa fortuna, cercando di creare anch'io qualche cosa
di simile con le mie figlie, mia moglie e i nostri amici. Proprio perch
l'emozione dell'imminenza dell'incontro con persone che ami,
l'elettricit dei preparativi, la dolcezza dell'attesa, sono stati della mente
piacevolissimi e capaci di curare le ferite del corpo e dello spirito.

Capitolo tredicesimo
Quando il centro del problema troppo grosso meglio evitarlo
A questo punto mi chiedo se tu condividi questo punto di vista sul
dolore.
Il dolore meglio non affrontarlo dedicandosi a qualche cosa di pi
gradevole?
Dobbiamo affrontare il dolore non affrontandolo?
Se la tua risposta s ti comunico che sei in grave pericolo e rischi di
perdere per sempre la possibilit di entrare nel ristrettissimo cerchio dei
Membri Onorevoli del Club dei Soffritori Professionisti: non ti
inviteranno mai alle loro feste di fine d'anno durante le quali divorano
grandi quantit di ciliegie di granito rovinandosi la dentatura.
Mi hanno insegnato che un vero uomo affronta sempre, di petto, il
cuore del problema. Ma giunto a essere nonno e dopo una profonda
riflessione durata un decennio sono pronto ad affermare che affrontare
il centro del problema una stronzata pazzesca!
NON bisogna affrontare il centro del problema.
molto meglio spostare l'attenzione dai grandi progetti colossali,
complessi e lontani che vediamo in maniera confusa, alle azioni che
possiamo condurre immediatamente su aspetti della realt facili da
affrontare e che possono dare piccoli risultati subito.
la Teoria del Contesto ed un punto essenziale della nostra ricerca
di una vita migliore.
Se ti incaponisci a mettere al centro della tua esistenza il tuo grande
problema (il dolore ad esempio) la grandezza stessa della difficolt
annichilisce la tua fiducia e ti getta nello sconforto. Aumenta cos la
gravit del problema.
Questo modo di pensare contiene una totale rivoluzione.
Prova a ripercorrere i passaggi che compie la tua mente razionale
quando qualche cosa ti fa incazzare o ti minaccia.

Dunque, grossomodo, si tende a seguire questo percorso: 1) Ti


accorgi che qualche cosa ti manda in bestia in modo vistoso perch hai
una violenta contrazione allo stomaco, sei rosso in faccia e provi una
specie di vertigine (beh... le varianti percettive possono essere
molteplici... sto semplificando...).
2) Individui la causa di questa incazzatura.
3) Affronti la causa sperando di distruggerla in modo possibilmente
doloroso per lei e innocuo per te.
Ok?
Bene. Questa procedura funziona solo se il problema di soluzione
elementare: se la casa brucia spegni il fuoco! In quasi tutte le situazioni
un pelo complesse questa procedura sbagliata.
Se la usi ti conviene abbandonarla perch ha effetti disastrosi sulla
tua vita, sulle tue capacit e sulla tua salute. Insistere nell'errore ti
costerebbe inoltre parecchi anni di vita.
Il percorso corretto il seguente 1) Ti accorgi che qualche cosa ti fa
incazzare in modo vistoso perch hai una violenta contrazione allo
stomaco, sei rosso in faccia e provi una specie di vertigine.
2) Individui la causa di questa incazzatura.
3) Osservi tutto ci che sta intorno alla causa della tua incazzatura
cercando di focalizzare l'attenzione sui particolari evitando cos di
prestare attenzione alla causa della tua incazzatura.
4) Individui un aspetto secondario della situazione sul quale hai
modo di agire ottenendo un risultato rapido e positivo anche se
microscopico.
5) Agisci in modo lucido ed efficiente concentrandoti soltanto su quel
particolare. Visto che hai attaccato il pi piccolo hai buone probabilit
di menargli.
Se non ci riesci cerchi un problema ancora pi piccolo da attaccare.
Questo finch ottieni il risultato. A questo punto, molto importante, ti
congratuli con te per la tua intelligenza, prontezza di spirito, sagacia,
forza morale, determinazione, abilit, astuzia, capacit di ascolto,
sensibilit d'animo.
6) Individui un secondo aspetto secondario della questione che puoi
affrontare in modo rapido ed efficace ottenendo un ulteriore vantaggio e
lo affronti subito.

La difficolt di questa procedura che strutturata su 6 azioni


piuttosto che in 3. Inoltre la sequenza pi corta anche pi attraente. In
soli tre passaggi arrivi all'eliminazione teorica del problema. una
soluzione banale, che non prevede di slogarsi il cervello a ragionare. E
bisogna anche ammettere che in alcuni casi funziona. Ti piace la
ragazza del tuo amico? Il problema il tuo amico. Lo ammazzi e poi
violenti la ragazza. Decisione semplice e rapida. Per questo motivo fu
la scelta dei guerrieri del neolitico.
Se il tuo problema ha una struttura elementare e tu hai un grosso
bastone pu essere un approccio di successo.
Inoltre, affrontare i problemi usando un percorso di soluzione in 6
passaggi ha una seconda implicazione con poche attrattive: non
promette la soluzione definitiva e tombale del problema in quanto ogni
volta che hai risolto un piccolo problema secondario ti devi occupare di
individuare un secondo problema e poi un terzo e cos via. Cio questa
metodologia poco seduttiva perch prevede di affrontare una rottura
di coglioni senza fine.
Se il tuo obiettivo soltanto quello di violentare la ragazza del tuo
amico, farlo fuori a bastonate ti pu soddisfare pienamente.
Ma se il tuo scopo quello di sperimentare un rapporto intimo e
dolce che ti porti alla compenetrazione dell'anima con un altro essere
umano che si emozioni e goda mentre si dedica con immensa passione
a darti e a ricevere da te sensazioni di piacere esagerato, allora hai un
problema complesso. Uccidere il tuo amico e violentare la sua ragazza
non ti permetter di raggiungere il tuo obiettivo.
Ma come puoi sopravvivere al desiderio che ti scatena vedere il tuo
amico che bacia la ragazza dei tuoi sogni?
Potresti accettare il nubifragio emotivo che ti sconvolge quando la
incontri oppure smettere di incontrarla e intanto focalizzare la tua
attenzione sulle donne restanti che sono pi di tre miliardi e tra queste
ci sono indiscutibilmente alcuni milioni di femmine che possiedono
tutte le caratteristiche essenziali per farti impazzire d'amore.
E forse potresti anche goderti pacificamente la malinconia che ti
assale quando guardi la ragazza del tuo amico e potresti anche sentire

un piccolo languore doloroso perdendoti con lo sguardo sulla superficie


delle sue labbra. Ma ti puoi anche consolare pensando che la loro storia
potrebbe non durare in eterno e poi... chiss...
E questo ti riuscirebbe particolarmente facile se appena due ore prima
tu ne fossi stato a letto con la squadra di softball femminile
dell'Arkansas. E non eravate a letto a causa di uno svenimento
collettivo. Le ragazze, anzi, erano molto energetiche mentre urlavano in
coro (completamente nude) iu are the best men in the worl (che sarebbe
a dire Tu sei il miglior maschio del mondo e vogliamo possederti in
tutte le posizioni del Kamasutra comprese quelle vietate dalla legge in
Arkansas).
Le nostre reazioni emotive dipendono dal contesto.
Se perdi mille euro e sei un disoccupato dell'Uganda sei nella merda.
Se perdi mille euro e sei Agnelli non te ne accorgi neanche.
Per mostrare le interrelazioni tra aspetti psicologici, fisiologici e
sociali ho raccontato come le barbone possano reinserirsi se hanno a
disposizione un parrucchiere decente e un abito di Prada. Gli impiegati
lavorano di pi e meglio se possono perdere tempo al bar e la
criminalit di una citt crolla se i claun si occupano di regolarizzare il
traffico. E gli adolescenti smettono di spararsi se mangiano merendine
biologiche. Il comune denominatore di queste azioni che NON
affrontano il Grande Problema ma modificano in modo drastico un
aspetto minimo del contesto.
Si interviene su una questione parallela apparentemente non connessa
con il risultato che si vuole ottenere.
Non c un nesso evidente tra la capacit di lavorare e il vestito che
indossi (l'abito non fa il monaco). Non diventi onesto e gentile se mangi
frutta.
Non smetti di uccidere se ti fermi ai semafori. Non ti va via il cancro
con un paio di sorrisi, non diventi un impiegato migliore se perdi pi
tempo durante la pausa per il the o se vai a lavorare in maglietta e
pantaloncini alla zuava.
Eppure, in alcuni casi specifici, come abbiamo visto, un'azione
apparentemente irrisoria e ininfluente in grado di rovesciare

positivamente una situazione negativa che non possibile affrontare


con nessun altro mezzo.
Spero di essermi spiegato in modo chiaro su questo punto perch ha
un'importanza assoluta per tutto il discorso che sto cercando di
condurre in porto.
Infatti, comprendere questa necessit di adottare un sistema di
controllo sulla procedura che adottiamo affrontando i problemi
essenziale.

Capitolo quattordicesimo
Perch discutere con la gente quando cos facile ucciderla?
Urge domandarsi: "Cosa sto facendo? Sto adottando la procedura del
guerriero neolitico o sto progettando una strategia efficiente per ridurre
il costo dell'esistenza?" Porsi questa semplice domanda, infatti, ci porta
a adottare scelte pi sensate e vivere meglio e pi a lungo.
E una volta che hai ragionato su questa questione e hai scelto di
seguire questa via (dopo attenta valutazione dei pro e dei contro) avrai
realizzato una mutazione permanente nel tuo modo di pensare. Una
volta che avrai sperimentato con successo l'effettiva convenienza di
questa procedura non ti verr pi in mente di seguire la via del
troglodita.
Ma attenzione: appena inizi a pensarla in questo modo ottieni una
incredibile ondata di benefici.
La semplice adozione di questo modo di pensare crea
spontaneamente e naturalmente, senza alcuno sforzo da parte tua,
l'emergere di una scala di valori diversa.
Quando si comprende l'interrelazione tra gli aspetti fisici, emotivi,
mentali e sociali si invertono automaticamente alcuni criteri di
valutazione che caratterizzano pesantemente il nostro modo di essere.
Dedicare energia a osservare i particolari che costituiscono il contesto
di ogni grosso problema significa innanzi tutto dare valore all'ascolto.
Ascolti di pi e agisci di meno. Invece di dedicarti a molte azioni
confuse cerchi di portare a termine un'iniziativa particolare.
Se ascolti veramente compi un'azione molto complessa.
Ancora una volta siamo arrivati a un comportamento apparentemente
insignificante che per in grado di fare una grande differenza nel
destino delle persone.

Per sapere se una persona negativa, depressa vivr di meno, avr


un'esistenza grama e solitaria puoi chiederle come si sveglia al mattino,
come ricorda, quanto partecipa con passione alla propria vita o che
procedura segue affrontando i problemi. Ma puoi anche chiederle
quanto tempo passa ascoltare. In realt tutti questi atteggiamenti sono
sfaccettature di un unico modo di vedere l'esistenza. Ognuna
sottintende l'altra. Sono come le ciliege. Se ne assaggi una finisce che le
mangi tutte.
Ascoltare semplicemente le sensazioni fisiche modifica
completamente e istantaneamente il modo di funzionare del nostro
cervello.
Prova ad ascoltare un sapore o un profumo o la sensazione del tuo
corpo. Per tutto il tempo che dedichi ad ascoltare ti impossibile
formulare un pensiero.
Nessuno capace di eseguire le due azioni contemporaneamente.
O pensi o ascolti le sensazioni.
Non possiamo impegnare queste due funzioni cerebrali in simultanea
perch entrambe richiedono l'impiego di tutta la nostra attenzione.
Ascoltare ci permette di spegnere il cervello razionale e farlo
riposare. E ci permette di goderci la spensieratezza della mente
animale, selvaggia.
E abbiamo un estremo bisogno di fare tutto questo.

Capitolo quindicesimo
La mente mente in modo insistente.
Il nostro cervello dal punto di vista tecnico un organo di tipo
particolare che funziona secondo regole precise. Si evoluto durante
milioni di anni adattandosi alle esigenze umane. Ma nell'ultimo secolo i
mezzi di comunicazione hanno ottenuto un livello di crescita talmente
esplosivo che la quantit di ore che dedichiamo al lavoro mentale
razionale decuplicata.
L'umano moderno vive angosce esistenziali e ansie sconosciute ai
nostri antenati. La sofferenza psicologica dell'uomo moderno enorme.
L'animale prova dolore fisico ma incapace di un dolore spirituale
come lo intendiamo noi. Gli manca la capacit di arrovellarsi, di
compatirsi, di crogiolarsi nei propri ricordi peggiori scegliendo i pi
tremendi. E sopratutto l'animale non ha la capacit di temere il futuro,
di immaginare con dovizia di particolari masochisti tutti i modi nei
quali potremmo soffrire e morire, insieme a tutti i nostri cari.
L'essere umano ha elaborato un modo di soffrire che nessun animale
pu sperimentare. Noi soffriamo tutto il dolore che patiamo e tutto il
dolore che la nostra mente capace di inventarsi.
E tanto pi l'umanit cresce tanto pi crea nuovi sistemi per
aumentare il dolore mentale.
Quante volte in un anno un umano primitivo incontrava la morte e
sentiva risvegliarsi la coscienza della propria fine futura?
Certamente non gli capitava tutti i giorni.
L'umano moderno spende notevoli cifre di denaro per poter vedere
decine di volte al giorno omicidi e massacri veri e cinematografici.
Ci autobombardiamo con l'idea della morte. La morte fa parte della
nostra quotidianit. Anzi del nostro divertimento.
Siamo condannati morte che passano la vita a vedere immagini di
gente che muore o che appena morta. Decine di volte al giorno. E
decine di volte al giorno la nostra mente si focalizza su ogni sorta di
violenza e di disgrazia.

E se la morte della tv normale non ci basta possiamo sempre


abbonarci a Sky.
Questa situazione assolutamente negativa.
Induce un'attivit ansiogena nella mente razionale.
Questo il centro del problema.
Ma ovviamente non ce ne occuperemo.
Se vivi nel moderno occidente non puoi sfuggire al bombardamento
mediatico e a tutte le sollecitazioni ad utilizzare la mente razionale.
Ma puoi limitare i danni in modo drastico se comprendi che hai
bisogno di ascoltare di pi le sensazioni perch questo induce il
cervello razionale a spegnersi e riposarsi.
E ti assicuro che ne ha bisogno.
Ci sono persone che comprendono che trarrebbero un beneficio se si
regalassero pi ore di riposo cerebrale ma sostengono di essere incapaci
di fermare la mente razionale. Ma sono in errore. Non esiste un solo
essere umano sul pianeta che possa annusare una violetta e
contemporaneamente formulare un pensiero.
Il problema piuttosto pu essere un altro: il mondo ti fa talmente
schifo che non hai nessuna voglia di sentire le sensazioni che provi
ascoltando il tuo corpo mentre vive.
E visto che ormai avrai capito come funziona il discorso concentrico
che ti sto facendo avrai anche intuito quello che sto per dirti: un altro
modo di scoprire se una persona avr la vita come le scalette dei pollai
(corta e coperta di merda) quello di sapere se prova gusto ad annusare
il profumo dei fiori.
E forse la tua mente star gi correndo avanti alle conclusioni di
questa premessa.
Infatti, dietro a questa questione apparentemente semplice in
agguato l'ennesimo Grande Problema apparentemente molto complesso.
La domanda : che cosa ha valore nella tua vita?
Se poniamo questa domanda ai nostri conoscenti scopriremo che
molti alla domanda cosa vuoi nella vita? ti rispondono con una serie di
richieste materiali (vogliono i soldi!).
La maggioranza dell'umanit indica per tra i suoi obiettivi

esistenziali molti buoni propositi di amore, fratellanza, gioia in


famiglia, pace e prosperit per il mondo. Ma visto che questa domanda
la stai ponendo a persone che conosci potrai facilmente renderti conto
che mentono. Molte persone dicono di commuoversi davanti a un'opera
d'arte o a un tramonto. Ma onestamente osservando quanto poco tempo
dedicano alla contemplazione rapita dei fenomeni naturali c da
dubitare delle loro parole. solo marketing. Molte persone sostengono
di essere interessate all'amore coniugale, al benessere del paese, alla
gioia dei figli, alla pace.
Ma se tutta questa gente lo fosse veramente sarebbe capace di agire
di conseguenza e il mondo smetterebbe subito di essere questo orrendo
canaio infernale.
Quanti padri dedicano veramente un'intera ora del loro tempo a
condividere un gioco con i propri figli? Ad ascoltarli raccontare, a
passeggiare indicandogli le cose belle di questo mondo, ad aiutarli a
realizzare un gioco che non riescono a costruire da soli?
Tutti dicono che giocano con i loro figli.
Ma se fosse vero quando nevica vedremmo i bordi delle strade e i
parchi delle citt pieni di igloo e pupazzi di neve. E d'estate le spiagge
sarebbero coperte di piste per le biglie e castelli di sabbia.

Capitolo sedicesimo
Voglio sposarti per fare un bel matrimonio che costi uno spavento.
Poi per non rompere che vuoi le coccole. Sono gratis. Sicuramente
non valgono niente.
Tutti sostengono di dedicare tempo alla persona che amano. Ma non
vero. Non c' ascolto. Non c' la ricerca del piacere reciproco.
una sorta di malattia. Sappiamo che massaggiarci l'un l'altro fa
bene alla salute, eroticizzante, d benessere psicologico, rinsalda la
solidariet di coppia e aumenta l'attrazione sessuale. Ma quanti mentre
guardano il televisore seduti sul divano a fianco del proprio amore, gli
prendono un piede in mano e gli fanno un massaggio?
Non costerebbe niente ma non in cima alle nostre priorit e ce lo
dimentichiamo.
Ma appena metti in discussine, tra te e te, questa scala di valori, ti
viene subito da dire: fermi tutti, ma io cosa vivo a fare?
una banalit abissale dire che di fronte alla morte poche cose hanno
un senso. Solo i momenti belli che hai vissuto fino in fondo, che hai
ascoltato pienamente, sono capaci di intenerirti il cuore anche di fronte
alla morte e darti la forza di lasciarti andare, di accettare che la tua
esistenza terrena debba finire, riuscendo a farti conservare la
soddisfazione di avere vissuto.
In quel momento il pallottoliere del punteggio della vita non registra
nient'altro che la somma dei piaceri incontaminati.
Tenere in braccio tuo figlio un piacere incontaminato.
Guardare il tramonto lasciando che le vibrazioni della persona che
ami, seduta a fianco a te, entrino nella tua anima un piacere
incontaminato.
Questo l'unico punteggio che vale.
Ed ecco che sono arrivato al punto pi difficile di tutto il libro.
Finora ho parlato solo di esperienze che sono patrimonio di chiunque
si trovi a leggermi. Ma ora devo parlare di qualche cosa che non

patrimonio di tutti.
E quindi qualche cosa che se lo conosci mi capisci al volo, se
invece non l'hai sperimentato non mi capisci proprio, anzi ti sembrer
che io stia dicendo la solita cazzata. Quel che dico infatti ancora una
volta una banalit addirittura solluccherosa e stantia per quanto
vecchia e logora.
La pratica del buon risveglio al mattino e della cura dei bei ricordi,
l'impegnarsi positivamente nella vita, l'uso di una procedura efficiente
nell'affrontare i problemi, l'ascolto che riposa la mente razionale e la
comprensione che nella vita l'essere pi importante dell'avere sono
cinque atteggiamenti che nel momento nel quale vengono adottati
generano una straordinaria sinergia.
Il primo effetto di questa sinergia che ti appassioni alla vita. La tue
esistenza inizia a essere una specie di film interattivo che ti appassiona,
ti incuriosisce e ti stupisce. Contestualmente inizi a diventare sensibile
alle coincidenze, ti capitano pi fatti strani, conosci pi persone. Non
un miracolo.
Appassionandoti alla tua vita diventi pi disponibile a guardare e ad
ascoltare e quindi prendi pi occasioni al volo, intrecci pi relazioni e la
tua vita si riempie di eventi e di storie, di casualit e di assonanze. Inizi
a sentirla come qualche cosa va da qualche parte.
C' suspance.
Ma succede un'altra cosa incredibile. Sperimenti uno stato superiore
della mente che altrimenti sarebbe irraggiungibile.
I mistici chiamano questo stato della mente illuminazione, nirvana,
satori, estasi mistica.
Se leggi attentamente le descrizioni di questa esperienza scoprirai che
si tratta di una totale apertura delle percezioni. Uno stato di beatitudine
nella quale sperimenti una diversa qualit di ogni esperienza. I colori
sono pi emozionanti, le forme pi definite, i sapori stupiscono la
mente, gli odori provocano delicate tempeste emotive.
Forse starai pensando a una situazione mitica della mente, quasi
irraggiungibile. Invece, scherzetto, ti sto parlando di un'esperienza che
hai vissuto pi volte.

Ripensa per un attimo alla qualit delle sensazioni che hai


sperimentato quando ti sei innamorato. Dico proprio la cotta selvaggia.
C' tutto ci che viene descritto a proposito dell'illuminazione,
compresa una diversa percezione dell'appartenenza a questo mondo.
Quando sei innamorato percepisci una sensazione fisica di empatia
verso qualunque aspetto del creato esattamente come quando ti
illumini.
E come la cotta amorosa anche l'illuminazione non uno stato
permanente ma un'esperienza momentanea. Sono gli stessi mistici a
raccontarcelo.
L'amore dallo stato di cotta si evolve verso una profonda intimit e
condivisione. L'estasi mistica della cotta si rinnova e riecheggia
nell'abbandono al piacere sessuale o nell'emozione delle tenerezze e
della solidariet familiare. Ugualmente, ci spiegano i mistici, dopo aver
sperimentato la totale apertura, la totale identit con il creato, inizia il
lungo e faticoso percorso della Consapevolezza.
L'esperienza dell'illuminazione pu essere rinnovata nel tempo
attraverso i riti e le pratiche religiose o psicofisiche e attraverso
l'ascolto. L'esperienza della cotta d'amore pu essere rinnovata nel
tempo grazie alla cura e all'attenzione reciproca.
Ma lo stato di estasi non una condizione che si pu possedere. Al
contrario un'esperienza che pu diventare il punto focale della nostra
vita, il vertice della nostra scala di valori proprio perch non possiamo
possederla con continuit. un punto del viaggio che possiamo
raggiungere ogni giorno e che ogni giorno dobbiamo abbandonare.
Esattamente come accade per il piacere sessuale. Avere un orgasmo che
duri 80 anni sarebbe imbarazzante. Soprattutto se continui a eiaculare
per tutto il tempo.
Nella vita, chiss perch, si segue un percorso ondulatorio. Alti e
bassi sono fisiologici. Si dorme e si sta svegli.
Ma se io ho individuato dove sta il barattolo del miele dell'esistenza,
cercher di darci una bella ditata dentro, almeno ogni tanto.
Giocare con un animale, curare i fiori, aggiustare una sedia, pulire la
casa, fare l'amore possono diventare tutti momenti nei quali ascoltiamo
le sensazioni e le emozioni che ci pervadono, riconoscendo dentro di
esse l'eco dell'estasi. E l'estasi totale un ricordo talmente appagante
che perfino la sua eco ci d la possibilit di dare valore a istanti

semplici e apparentemente insignificanti.


Essere presenti a s stessi, vivere l'istante, assaporare le sensazioni
piccole, godersi quel che c', sono i consigli saggi ripetuti da secoli da
tutti coloro che hanno raggiunto un minimo di saggezza. Sono quello
che ripetono sempre i vecchi. Nessuno arriva a essere vecchio se non
riesce a comprendere almeno un po questa idea.
Ma comprenderla fino in fondo ti spalanca a una dimensione diversa
della vita.
Sei incazzato ma riesci a goderti la sensazione di un bel bagno caldo.
Sei disperato perch lei ti ha lasciato ma riesci a ricordarti di quando
era bello stare assieme e rivedere nel cielo la bellezza che vedevi e che
contiene la promessa che amerai (anche se adesso questo ti sembra
impossibile).

Capitolo diciassettesimo
Arte: lo stato dell'estasi ha a che vedere con lo stato creativo.
Osservare cosa succede quando il nostro cervello lavora in modo
artistico ci permette di scoprire un altro aspetto poco conosciuto della
nostra mente.
Ancora una volta possiamo spiegare la natura di questo stato mentale
partendo da una semplice domanda apparentemente poco pertinente:
Chi uno scienziato?
Quale la sua dote essenziale?
Possiamo rispondere: un grande scienziato una persona che usa in
modo eccellente le sua mente razionale.
Ma questa risposta sbagliata.
Nessuno scienziato riesce a realizzare una scoperta importante
usando in modo eccellente la sua mente razionale.
Siamo abituati a pensare che le cose importanti che realizziamo
dipendano dalle capacit della nostra mente razionale. Si tratta di un
errore grossolano.
Dimostrarlo estremamente semplice perch tu lo sai gi. Ma anche
questa informazione censurata, nascosta, non affiora alla coscienza,
resta sepolta in un'area abbandonata della nostra mente.
Prova a realizzare un piccolo esperimento. Cerca di ricordare quando
hai scritto una lettera o una poesia che ti hanno dato emozione. Oppure
ripensa a quando hai parlato in modo appassionato a una persona:
mentre scrivevi o parlavi cosa succedeva nella tua mente?
Non stavi pensando alle parole, non stavi scegliendole. Quando
parliamo o scriviamo sospinti da un'emozione le frasi sgorgano perfette
e complete da un'area della nostra mente che non quella razionale.
La mente razionale, la mia identit, sta scrivendo (o parlando) sotto
dettatura. La razionalit ascolta le parole dettate dalla mente non
razionale e a volte resta persino stupita della bellezza dei vocaboli
scelti.

Non sei "TU" ad avere le idee su cosa dire.


Lo stesso accade quando balli. A volte non ci riesci a danzare bene.
Perch?
Se cerchi di controllare i movimenti decidendoli razionalmente vai
fuori tempo. E fai fatica. La mente razionale troppo lenta. Solo se ti
lasci andare, i movimenti fluiscono con naturalezza, balli in modo
aggraziato e piacevole.
E quando fai l'amore che succede se pensi a quel che vuoi fare? "Ho
fatto la posizione 43 del Kamasutra, adesso passo alla 21 e poi finisco
sulla 37...".
Se pensi ai movimenti mentre fai l'amore ti estranei e far l'amore
diventa noioso. Invece stupendo quando le emozioni ti travolgono e
non pensi pi a nulla, i movimenti sono spontanei e il piacere cresce.
E quando riesci ad avere un buon rapporto con i bambini, gli
animali, le piante? Quando agisci con spontaneit, ascoltando le
emozioni e gli impulsi della mente non razionale.
Questa particolare capacit della nostra mente non funziona solo per
gli artisti.
Ci sono molti scienziati che raccontano di come la soluzione di un
problema sia arrivata nella loro testa improvvisamente. Quando scocca
la scintilla lo scienziato grida Eureka! per lo stupore. Una nuova idea
apparsa misteriosamente e gi perfettamente formata nel suo schermo
mentale. Ogni grande scoperta contiene un salto logico che desta
stupore innanzi tutto nella coscienza razionale dello scopritore.
E ci sono poi molti scienziati che raccontano di aver realizzato questo
salto di conoscenza in momenti di totale distrazione e relax. Non
stavano per nulla riflettendo su questioni scientifiche quando
improvvisamente si trovano a contemplare la soluzione di anni di
ricerche.
Alcuni scienziati hanno addirittura raccontato di aver compiuto la
loro scoperta pi importante mentre erano completamente incoscienti:
stavano dormendo e l'invenzione stata rivelata da un sogno. Sono
state scoperte cos la formula del benzene e la penna biro.
Newton stava dormendo quando una mela gli cadde sulla testa e lo
svegli e lui, istantaneamente, comprese la legge di gravit.

Galilei stava pregando nel Duomo di Pavia, con lo sguardo perso


sull'ondeggiare di un incensiere, quando cap la natura dell'oscillazione
dei gravi.
La struttura del benzene apparve in sogno al suo scopritore, August
Friedrich Kekul, sotto forma di un serpente che si morde la coda e il
signor Biro sogn un pallone rotolare in una pozzanghera e lasciare una
striscia bagnata sull'asfalto: nacque cos la penna sfera.
La coscienza dei meccanismi creativi ha permesso di elaborare
sistemi funzionanti per moltiplicare la fantasia dei manager.
A partire da queste osservazioni stata elaborata un'idea
rivoluzionaria sulla creativit. Tutti possediamo la stessa quota di
creativit.
Quel che differenzia i creativi dai non creativi che questi ultimi
hanno un "ufficio censura" troppo invadente.
Le persone non creative davanti a un'idea si chiedono subito:
sbagliata?
Vogliono giudicare immediatamente.
Ma le idee geniali e le idee stupide a prima vista sono molto simili.
Se vuoi giudicarle appena ti arrivano alla mente finisce che butti via le
idee geniali insieme a quelle stupide e tieni solo le idee banali, che sono
le uniche che riconosci a colpo d'occhio come funzionanti (perch le
conosci gi).
La capacit creativa anch'essa essenzialmente una questione di
metodo: devi aspettare a decidere se l'idea che ti venuta in testa
stupida o geniale.
L'artista e lo scienziato non scartano nulla di quel che la mente non
razionale produce. Sono disposti ad archiviare e ridiscutere qualunque
ipotesi, anche la pi sciocca. A volte un'idea sembra balzana ma un
colpo di genio. A volte veramente idiota ma indispensabile
prenderla in seria considerazione perch contiene uno spunto
fondamentale. A volte solo stupida e non contiene niente di buono ma
devi comunque rispettarla. Infatti la nostra mente non razionale in
qualche modo una nostra identit. La sua capacit di produrre colpi di
genio va coltivata motivandola, gratificandola. Solo se avrai rispetto di
tutte le idee creative, anche le pi sceme, la mente non razionale si

sentir invogliata a produrne di pi.


I grandi scrittori scrivono per giorni, per settimane, senza buttare via
niente. Solo successivamente scarteranno quel che non funziona.
Si tratta di due fasi del lavoro che richiedono stati di coscienza
completamente diversi. Nella revisione necessario impegnare
razionalit e irrazionalit per riuscire a giudicare il materiale che la
mente non razionale ha prodotto. La difficolt sta proprio nel
distinguere ci che funziona veramente. L'autore che scrive in stato di
trance spesso ha difficolt a comprendere quali pezzi meglio buttare.
Stefano Benni ricopia completamente tutto quanto ha scritto, la noia
di questo lavoro lo aiuta a scartare i pezzi che non funzionano (e che
diventa quindi insopportabile ricopiare). Mio padre si affida alla grande
sensibilit teatrale di mia madre. Altri leggono le bozze in pubblico
oppure le recitano in solitudine cantandole ad alta voce.
Quindi se voglio aiutare a sviluppare la creativit NON devo
insegnare a essere creativi. Tutti siamo creativi. Devo insegnare a
smettere di buttare via le idee geniali.
Un gioco che si propone ai manager quello di inventare una
soluzione a un problema aziendale reale che sia stupida.
Poi si chiede agli altri alti dirigenti presenti di trovare un motivo
stupido per sostenere che l'idea stupida del loro collega intelligente.
A turno ognuno dice scemenze e tutti gli altri lo appoggiano
sparandone anche di peggiori. Dopo 8 ore di questo sfacelo del buon
senso si va a casa. Il mattino seguente, dopo aver dormito sulle idee
dementi, si torna a riunirsi. Si leggono gli appunti sulle idee stupide che
sono saltate fuori il giorno precedente e si verifica se qualche idea
stupida contiene le premesse di un colpo di genio.
incredibile ma questa procedura d quasi sempre risultati ottimi.
Ma sopratutto rivoluziona il modo di pensare delle persone. Giocare
con le proprie idee cambia il modo di far lavorare la mente.
Sostanzialmente accade quel che abbiamo raccontato a proposito
della possibilit di interagire con i propri ricordi.
Se provi a produrre qualsiasi azione artistica ponendoti l'obiettivo di
fare tutto quello che ti viene in mente senza chiederti perch, otterrai di
liberare progressivamente la tua creativit.

molto importante capire che solo QUESTO procedimento in


grado di regalarci la gioia della creazione artistica.
Leggete tutte le biografie di artisti e scienziati e scoprirete che la loro
principale preoccupazione trovare l'ispirazione.
Ad esempio la voglia di scrivere.
Com' uno scrittore quando inizia un nuovo romanzo?
Lo stereotipo quello di un uomo chino sulla macchina da scrivere
attorniato da fogli appallottolati, piattini stracarichi di cicche, piatti e
bicchieri sparsi.
Sta cercando l'inizio giusto.
Ecco quest'uomo non scriver mai niente di buono non perch gli
difetti la scintilla della creativit ma perch segue un procedimento che
non porta a nessun risultato.
Lo scrittore che avr successo parte scrivendo tutto quello che gli
viene in mente senza mai chiedersi se "va bene". Inizia corteggiando la
mente non razionale, mettendosi al suo servizio: giura che scriver tutto
quello che vuole lei e inizia a scrivere seguendo qualunque immagine
che gli venga in mente. L'importante non cosa inizi a scrivere ma il
dare inizio al processo che porta all'ascolto del non razionale. Una
ciliegia tira l'altra. Questo il gioco. Stai giocando con l'altra parte di
te.
Chi scrive si trova in una situazione paradossale: sa che sta scrivendo
qualche cosa di valore perch ne entusiasta, si emoziona a vedere le
idee che il suo non razionale spara fuori (la sua ispirazione). Scrive
mille pagine ma non sa quali di queste sono le 200 pagine che
compongono il suo capolavoro.
Tutti gli artisti si trovano di fronte a una grande difficolt: giudicare
quel che hanno creato e buttare via quello che non vale abbastanza.
Si parla di sintesi.
Stefano Benni scrive su una macchina elettrica "a carta" mille pagine.
Poi le ricopia sempre su carta. Poi trascrive tutto sul computer. Gli ho
chiesto se era pazzo a fare tutto 'sto lavoro. Mi ha mandato affanculo.
Poi ho capito. Lui usa la noia del ricopiare per scoprire quali sono i
pezzi non vanno.

C' chi legge i propri romanzi a un pubblico. Chi li canta a


squarciagola camminando nel bosco.
Mio padre ha sposato mia madre che ha debuttato come attrice a 18
giorni e ha un orecchio teatrale miracoloso.
Mio padre ha scritto il doppio delle commedie che ha messo in scena.
E molti tagli sono costati litigate furibonde.
Ma alla fine mia madre la spunta sempre.
Entrare in quest'ordine idee strano. Si gioca a buttare fuori
liberamente e senza giudizio tutto quel che viene solo per godersi il
piacere di vedere com'.
Magari non venderai 250 mila copie del tuo romanzo ma che
importa?
Sono molti i fattori che determinano un successo editoriale, ma
questo non diminuisce il piacere di lasciarsi andare a trascrivere le
storie che la tua mente non razionale sa raccontare.
Lasciare andare la creativit, giocare a fare i grandi artisti,
un'esperienza travolgente.
Ed un modo efficace per imparare ad ascoltare la tua intelligenza
emotiva e non razionale. Un vantaggio enorme quando la vita ti mette
davanti situazioni complesse che richiedono una botta potente di
creativit.
Ma l'arte non ci utile solo per capire come utilizzare la nostra
creativit.
L'arte di per s stessa uno strumento irrinunciabile per migliorare la
propria vita.
Dipingere, scolpire, danzare, cantare, tutte le forme d'arte ci portano
in uno stato di coscienza particolare.
E questo vale anche per le arti considerate "minori" come cucinare,
curare i fiori, allevare animali, giocare con i bambini. Il punto
essenziale di queste forme di espressione proprio che consentono alla
mente non razionale, alla parte emotiva di noi stessi, di prendere il
controllo e inventare.
Ovviamente dipingere copiando pedissequamente il quadro di un

altro pittore o cucinare attenendosi in modo maniacale a una ricetta


sono attivit che non hanno questa valenza proprio perch vengono
condotte negando l'aspetto essenziale di ogni attivit artistica: libert e
invenzione.
Quando conferisco il controllo alla mente non razionale e mi lascio
vivere dalle emozioni, nella mente si realizza un particolare stato di
coscienza.
Mi sento libero, elettrizzato, vitale, positivo e la mia mente razionale
gode della sorpresa che l'improvvisazione creativa provoca.
Questo stato della mente ci apre a una sorta di innamoramento per la
realt.
Ma contiene un'altra strepitosa qualit: ci permette di sperimentare la
magia della vita.
Non parlo di super poteri o di fenomeni paranormali. Parlo della
magia semplice e minuta che permea la nostra vita ma che abbiamo
difficolt a percepire quando siamo musoni.
Quando inizi a dedicare tempo all'arte scopri che il tuo intuito
straordinario. Il pittore si accorge di aver commesso un errore. Nel
tentativo di correggerlo egli costretto a modificare la sua opera e
quando l'ha finita nota che proprio quello che lui aveva valutato essere
un errore diventato l'elemento che gli ha permesso di migliorare
l'opera.
Lo scrittore si stupisce di accorgersi che un personaggio
insignificante all'inizio del romanzo diventa poi, improvvisamente,
centrale per la soluzione della storia. Addirittura succede di raccontare
storie fantastiche che poi in parte si realizzano realmente.
Questo fatto sempre stato un grosso problema per i comici, certe
storie fanno ridere se chiaro che si tratta di pure invenzioni. Ma poi,
se succedono veramente, non fanno pi ridere e le devi buttare via.
Ma renderti conto delle reali capacit della tua mente creativa di
elaborare ipotesi sullo sviluppo delle situazioni un'esperienza che fa
aumentare molto la stima per la tua mente non razionale. Essa coglie il
linguaggio corporeo, i toni della voce, la scelta dei vocaboli, i contesti,
archivia migliaia di informazioni impercettibili razionalmente, valuta
assonanze, estrapola dall'esperienza ipotesi e linee evolutive. E a volte

ci azzecca in modo impressionante.


Queste esperienze ci aiutano a percepire un diverso livello di
appartenenza, di corrispondenza al mondo. E questa sensazione di non
estraneit ulteriormente incrementata dalle sensazioni che l'atto
artistico ci regala.
Quando creiamo ci sentiamo dentro alla vita, completamente,
riconquistiamo quello stato di estasi che abbiamo sperimentato da
bambini quando ci perdevamo nella totale spontaneit del gioco.
Per questo credo che ogni essere umano debba sperimentare lo stato
artistico della mente.
Si tratta di un nutrimento essenziale. Irrinunciabile. Un essere umano
che non crea arte emotivamente e mentalmente menomato.
L'arte l'unico medicamento che resta se incontri il nero del mondo e
tutto il resto perduto.
Friedl Dikers-Brandeis era internata nel campo di sterminio di
Theresienstadt. Mentre aspettava di essere uccisa riusc a convincere il
direttore del campo a concederle la possibilit di tenere un corso di
pittura
ai
bambini
che
stavano
per
essere
uccisi.
Essa in mezzo a quell'orrore scrisse: "Oggi una sola cosa mi sembra
importante: risvegliare il desiderio verso il lavoro creativo, renderlo
un'abitudine e insegnare a superare le difficolt, che sono nulla a
paragone di questo obiettivo per il quale si lotta." Mor in quel campo
ma due sue allieve sopravvissero e diventarono meravigliose pittrici.
Friedl Dikers-Brandeis. Questo era il suo nome. un nome quasi
sconosciuto. Che merda di mondo un mondo dove una simile donna
non sopravvive sulle labbra della gente?
Quando cazzo ti trovi nella merda pensa a Friedl Dikers-Brandeis.
Cosa avrebbe fatto Friedl Dikers-Brandeis?
Avrebbe pianto? S, certamente. Ma poi avrebbe cercato qualcuno
con il quale dipingere. Dipingere insieme meglio.
L'arte e l'amore sono inscindibili e sono lo scopo del mondo.
Ti fanno ridere anche in mezzo alla Gestapo. A volte. Solo un istante.
Ma pi che sufficiente per trasformarti in qualche cosa di meglio di
un Dio. Lui non ha problemi. Noi dobbiamo resistere. E a volte

proprio impossibile.

Capitolo diciottesimo
Chi Superman?
Sei tu!
Quanto detto sull'arte e le idee geniali ha implicazioni a cascata sul
resto della nostra vita.
La mente non razionale generalmente considerata una piantagrane
da reprimere, senn chiss cosa ti combina.
colpa sua se mangiamo troppo, vogliamo masturbarci, copulare in
modo convulsivo, sbadigliare, grattarci, tirar su col naso, scoreggiare,
ruttare e mandare al diavolo la professoressa di matematica.
a causa della bestia incontrollata che dentro di noi che
combiniamo disastri e il nostro compito principale mantenerla sotto
controllo.
Senn le emozioni ti sfuggono di mano e sei finito.
Ecco: questo modo di pensare ha effetti disastrosi sulla tua vita. Tale
e quale svegliarti male al mattino.
Chi la pensa cos magari camper anche a lungo, se per il resto
socievole e ottimista, ma non riuscir mai a concludere un gran che.
E non solo dal punto di vista dell'arte, della scienza e del pollice
verde. Anche come persona non sboccer mai perch rester incapace
di lasciarsi andare alle emozioni e alla spontaneit.
Scoprire la nostra parte non razionale e le sue potenzialit
straordinario. Ti d la sensazione di poterti affidare, in certe situazioni,
all'altra parte di te, un'identit misteriosa che sei sempre tu ma che non
sai come funziona.
Succede. Arriva l'ispirazione e improvvisamente riesci a compiere
qualche cosa che ti sembrava impossibile. Michelangelo diceva di non
essere capace di creare statue ma di riuscire a vedere le forme nascoste
nel marmo.
Tutte le azioni che prevedono creativit, velocit di riflessi, forza
fisica, empatia, emozioni, meglio che siano vissute lasciando alla

mente non razionale il comando. La mente razionale per lo pi fa da


spettatrice. Ogni tanto pu dare un consiglio ma deve starsene in
disparte.
Chi ha esperienze di risse sa benissimo che nelle situazioni di lotta
riesci a cavartela solo liberando la Bestia. Non puoi fare a botte
ragionando. Ti devastano. La paura ti impedisce di pensare
lucidamente, devi usare un altro circuito cerebrale capace di lavorare
alle alte temperature del terrore. una funzione mentale che trae forza
dalla paura. La trasforma in energia.
La Bestia perfetta per questi compiti. Ha cento milioni di anni di
esperienza di lotta scritti nel dna e finch viva non si arrende.
Non vorrei sembrare troppo militarista dicendo queste cose. Odio la
violenza proprio perch ho avuto la sventura di conoscerla durante gli
scontri con la polizia e i fascisti negli anni settanta. E ho avuto modo di
osservare cosa ti succede nel cervello quando sei in mezzo alle fiamme
e ti stanno correndo dietro per massacrarti di botte e i tuoi compagni
hanno i vestiti che bruciano. una situazione veramente disgustosa ma
stupefacente quanto riesci a correre veloce.
Ricordo quelle esperienze con grande sofferenza e nessuna
giustificazione.
Ma il fatto di averle, disgraziatamente, vissute mi ha mostrato alcuni
aspetti del modo di funzionare della mente in condizioni estreme.
Chi pratica la violenza uccide innanzi tutto la propria sensibilit al
dolore degli altri. E non sto qui a ripeterti che la sensibilit nella vita
tutto.
Ciononostante vi sono casi nei quali devi difendere i tuoi cari e te
stesso da una minaccia contingente.
Se hai provato tutti i modi per evitare lo scontro (compreso chiedere
scusa in ginocchio e baciargli le scarpe) ma non c stato modo di
riuscirci, un vero peccato.
Forse non hai fatto tutto quel che potevi. Ma Dio non ti ha creato
perfetto e quindi non ha senso piangere sul latte versato. Quando si
combatte si combatte.
Se ne hai la possibilit combatti da molto lontano. Un televisore
lasciato cadere gi dal ventesimo piano ad esempio un ottimo stile di
combattimento.

E se hai modo di far intervenire l'aviazione non pensarci su due volte.


Non importa cosa gli racconti. Penserai poi a giustificarti.
Ecco queste tecniche di battaglia devono per forza prevedere una
forte partecipazione della mente razionale. Ma se devi combattere a
distanza ravvicinata non andare tanto per il sottile. Libera le scimmie.
Probabilmente pensi di avere un certo grado di forza muscolare e che
questa dipenda dalla quantit di muscoli a tua disposizione. Non cos
e puoi diventare molto pi forte e veloce solo comprendendo come
utilizzare appieno alcune particolari fasce muscolari e alcune funzioni
del cervello.
il segreto dei grandi atleti e dei maestri di arti marziali.
Ed anche il motivo per il quale si dice che siano necessari 7 sani per
tenere fermo un pazzo. E perch a volte capiti che una gracile
mammina con il bimbo in braccio, riesca a compiere azioni che
richiedono una forza mostruosa.
Per capire come avere accesso a questa forza ti serviranno meno di
dieci minuti.
Ma io ho impiegato anni per trovare una scorciatoia decente.
E spero che mi permetterai di raccontarti come sono arrivato a questa
scoperta clamorosa e da dove sono partito.
Tu impiegherai solo dieci minuti per comprendere tutto ma io ci ho
messo pi di dieci anni a trovare la soluzione dell'enigma.
Tutto iniziato con un evento accaduto 32 anni fa. Ed a causa di
quell'episodio della mia vita che ora sono qui a scrivere questo libro.
Avevo circa diciotto anni quando un mio amico ricompare a una festa
di compleanno dopo essere sparito per sei mesi.
Ci racconta di aver vissuto per tutto quel tempo in una baita in
montagna, di aver mangiato solo soia e riso integrale e di aver passato
le giornate a respirare con le mani e con i piedi. Era il 1973, non
sapevamo neanche cosa fosse la soia e la new age non l'avevano ancora
inventata. Eravamo un nucleo di giovani militanti comunisti dediti alla
rivoluzione e concludemmo che era pazzo. Allora lui decise di darci
una dimostrazione di cosa si ottiene respirando con i piedi. Si sedette
per terra a gambe incrociate e ci sfid a spostarlo spingendolo in due.
Era magrolino e la sfida mi sembr assurda. Ma non riuscimmo

spostarlo. Era come piantato per terra.


Restai sconvolto.
Come ci riusciva?
Era una cosa che dovevo assolutamente imparare ma non intendevo
mettermi a respirare con i piedi.
L'idea di finire in mano ad un santone buddista pazzo e giapponese
mi terrorizzava.
In effetti impiegai anni a scoprire cosa facesse il mio amico e come.
Per riuscirci ho dovuto prendere un sacco di botte e sperimentare molte
situazioni decisamente sgradevoli.
Una caccia al tesoro praticamente.
Il primo elemento del puzzle lo trovai in un libro: Lo zen e l'arte del
tiro con l'arco. Un libro che ha dato origine a un'intera genia di testi. In
realt un libro assurdo. La storia di un tedesco che va in Giappone
negli anni '30, come ambasciatore. Essendo un fottuto nazista si
appassiona ai samurai e inizia a studiare con impegno il tiro con l'arco
giapponese. Ma dopo 4 anni di lezioni estenuanti, tre ore al giorno, tre
volte alla settimana, non riesce a soddisfare il maestro. A lui sembra di
eseguire perfettamente i movimenti ma ogni volta che il maestro si
avvicina mentre lui sta tendendo l'arco, lo tocca e dice: "No." A un certo
punto il tedesco si incazza, e va di notte dal maestro a urlargli che un
razzista e ce l'ha con lui perch alto e biondo e ha gli occhi azzurri.
Allora il maestro lo porta nella palestra dove si tira, prende arco e
frecce, spegne la luce, lancia una freccia con l'arco e quando riaccende
la lampada la freccia piantata nel centro del bersaglio. Il Maestro poi
d il suo arco al tedesco, il che era considerato un onore pazzesco, e gli
dice: tira!
Lui tende l'arco, il maestro lo tocca con un dito e gli dice: "S!" E il
libro finisce cos.
Nessuna spiegazione.
Checcavolo era successo? Perch il maestro prima tocca e dice no e
poi dice s?
Poi un giorno mi ricordai di un gioco che facevo alle elementari.
Forse lo conosci anche tu: si appoggia il dorso della mano a un muro
e si spinge per 60 secondi, poi si smette di spingere, ci si allontana dalla
parete e si lascia il braccio rilassato e a questo punto succede una cosa

assurda: il braccio si alza da solo!


E senti una sensazione strana: il tuo braccio si sta muovendo e tu non
gli stai ordinando di farlo. una sensazione buffa e i bambini ridono.
Fai questo esperimento. Ti permette di verificare un particolare
meccanismo della tua mente.
Quando inizi a spingere l'ordine di azione parte dalla mente razionale
e la muscolatura razionale inizia a spingere. Ma dopo un poco questi
muscoli, che non sono adatti a sforzi prolungati, si stancano. Inizia cos
a lavorare la mente NON razionale che aziona la muscolatura NON
razionale. Dopo 60 secondi, quando dici basta spingere l'ordine
raggiunge la muscolatura razionale e non quella non razionale che
continua a spingere. La strana cosa che provi che la sensazione dello
sforzo non c. La muscolatura non razionale non invia al cervello una
sensazione di fatica. Si tratta di un meccanismo naturale noto agli
scienziati ma sconosciuto alle persone comuni. Succede a tutti.
Per questo esperimento, nella mia esperienza, non funziona con il 34% delle persone. Si tratta di individui con una grande capacit di
concentrazione: se durante i 60 secondi che dedichi a spingere non ti
distrai neanche per un istante non avviene il passaggio delle consegne
tra mente razionale e irrazionale.
Ma questo non vuol dire che queste persone funzionino in modo
diverso.
Se prendono la bicicletta e pedalano per dieci minuti azionano
comunque la mente non razionale. Nessuno riesce a mantenere la
concentrazione per pi di qualche minuto e appena si verifica un istante
di distrazione attacca a lavorare la mente non razionale: i primi giri di
pedale li controlli razionalmente ma poi i piedi cominciano ad andare
da soli e tu puoi pensare ad altro, fare i conti, cantare...
Qualche tempo dopo scoprii un altro strano esperimento che mi fu
presentato come un miracolo del ki (o Chi, l'energia vitale). Dopo una
serie di appropriati esercizi di meditazione ed energizzazione,
visualizzando un raggio di energia cosmica, riuscii a produrre una
incredibile rigidit del mio braccio, teso davanti a me. Una persona che
tentasse di piegarlo non ci riusciva. Ci lavorai un po su e scoprii che
tutta la messa in scena mistica non era necessaria: in venti anni di corsi
ho insegnato questo gioco a migliaia di persone. Bastano 30 secondi per

riuscirci e non ho mai trovato nessuno che non ne fosse capace.


Prova a farlo anche tu con un amico, se siete in tre meglio.
Stendi il braccio davanti a te, dritto, con le dita distese ma non
contratte (questo essenziale, le dita devono essere stese). Ora devi fare
una cosa che hai fatto migliaia di volte da bambino: giocare a fare finta
che... Fai finta di sentire che il tuo braccio non un braccio ma un tubo
dell'acqua.
Nel tuo braccio passa un getto di acqua fredda molto forte. La
persona che ti aiuta deve dirtelo: il tuo braccio non un braccio ma un
tubo che sta innaffiando davanti a te... Senti l'acqua fredda che scorre...
E mentre dice queste parole deve fare dei gesti con la mano lungo il tuo
braccio, senza toccarlo, come a rappresentare questo flusso d'acqua.
Per la riuscita dell'esperimento questa cazzata pazzesca deve essere
eseguita giocando a prendersi sul serio. Colui che interpreta il ruolo del
mago deve partecipare emotivamente alla sceneggiata, immedesimarsi
nella parte.... un gioco ma come tutti i giochi va fatto seriamente.
Ora, attenzione, sufficiente che tu faccia finta di sentire questa
sensazione assurda per un quinto di secondo. NON devi concentrarti: se
ti concentri attivi la mente razionale che non capace di farti ottenere il
risultato. Solo un istante sufficiente. Si tratta di inviare alla mente non
razionale una richiesta facendole vedere cosa desideri.
Tutta questa fase preparatoria deve durare almeno 20 secondi. Poi il
mago prova a piegare il braccio mettendo una mano sul polso e l'altra
all'altezza dell'incavo del gomito. Inizia a spingere delicatamente e via
via aumenta la forza fino a raggiungere il massimo della potenza. E il
braccio non si piega. Se c una terza persona pu provare a
palpeggiare il braccio manipolandolo in profondit tra la spalla e il
gomito: si accorger che le fasce muscolari superficiali sono rilassate
mentre quelle aderenti all'osso sono contratte al massimo.
Inoltre verificher che il tuo braccio non trema leggermente come
accade sempre quando la muscolatura sotto sforzo. Anzi il braccio
sembra aver acquisito una strana consistenza, sembra quasi inanimato.
Questo perch la muscolatura non razionale strutturalmente diversa
da quella razionale: composta da fasce pi lunghe che reagiscono a
impulsi meno frequenti. Anche se non uso le parole scientifiche difficili
i fisiatri moderni sanno perfettamente di cosa sto parlando. Ma anche
qui si tratta di conoscenze che sono restate appannaggio di una ristretta

setta di specialisti mentre sono informazioni essenziali per il benessere


di tutti.
Alcune persone non riescono subito a ottenere la rigidit del braccio
perch hanno difficolt a visualizzare la sensazione del getto d'acqua.
Con queste persone bisogna seguire un altro percorso: si inizia come
sopra col getto d'acqua. Quando si prova a piegare il braccio lo si fa con
uno sforzo minimo, lentamente fino a quando si incontra una resistenza
anche solo di mezzo grammo. Allora ci si ferma e si chiede alla persona
di fotografare la sensazione che sente nel braccio. Quindi si stende il
braccio nuovamente e si ripetono i gesti sciamanici chiedendo alla
persona di ricordare, di far finta di risentire nel braccio, per un solo
istante, la sensazione che ha fotografato mentalmente. Quindi si prova a
piegare nuovamente il braccio, si cerca la resistenza, che lievemente
aumentata e cos via fino a ottenere la totale rigidit del braccio. Anche
questo esperimento l'ho realizzato con migliaia di persone e non ho
ancora trovato nessuno che non ci sia riuscito. Solo una volta, con una
ragazza, ho dovuto ripetere la procedura 14 volte. Ma era molto carina.
Poi una sera guardando la tv vidi due professori che spigavano che i
tempi di reazione del cervello sono pi lenti di una banconota che cade
tra le dita.
Invitarono il pubblico a provare. Una persona tiene una banconota
(allora si usavano le mille lire, che sono lunghe come i 20 euro di oggi)
e l'altra persona mette l'indice e il pollice, aperti, alla base della
banconota. Quando la banconota viene lasciata cadere questa deve
chiudere le dita senza muovere la mano e afferrare la banconota. Un
centinaio di persone ci provarono ma nessuno riusc ad acchiappare la
banconota.
Visto che stavo studiando l'incredibile velocit dei movimenti nelle
arti marziali volli provare utilizzando la tecnica della visualizzazione
appena descritta: immaginai per un istante di aver gi preso la
banconota, di sentire la sensazione della carta sui polpastrelli con
relativa emozione soddisfatta per averla acchiappata.
Poi non feci nulla, semplicemente aspettai di vedere se i miei riflessi
istintivi prendevano veramente la banconota da soli, senza l'intervento
della mia mente razionale, esattamente come succede nell'esercizio del
braccio che si alza da solo e del braccio che non si piega.

E ci riuscii.
I due scienziati non si erano sbagliati, solo avevano parlato dei tempi
di reazione della mente razionale che molto pi lenta. Usando la
visualizzazione si commissiona il compito di prendere la banconota
alla parte non razionale: entrano cos in gioco i riflessi istintivi che sono
5 volte pi veloci.
E non dico 5 tanto per dire. Quando attivi completamente la parte non
razionale prendi la banconota entro il primo quinto della sua
lunghezza. Se usi la mente razionale casca per tutta la sua lunghezza e
tu non hai ancora stretto le dita. Questo succede perch la mente
razionale deve identificare i passaggi dell'azione: come se li
nominasse: la banconota cade! Dita chiudetevi! E questo percorso
troppo lungo. La mente non razionale vede l'immagine delle dita che
hanno preso la banconota e la realizza automaticamente, senza perdere
tempo a rielaborarla. Sono i riflessi della scimmia che guarda la banana
sull'albero, si immagina mentre la mette in bocca e si muove per
concretizzare questo istinto senza aver bisogno di pensare ai singoli
passi.
A questo punto decisi che dovevo capire come funzionasse il tiro con
l'arco giapponese.
Presi le Pagine Gialle e telefonai a un grosso negozio di attrezzature
per arti marziali e chiesi quanto costasse un arco giapponese.
Il commesso mi chiese di attendere e dopo un minuto arriv
all'apparecchio il proprietario del negozio. Desolato mi inform che per
motivi incomprensibili i giapponesi non volevano vendergli gli archi.
Telefonai ad un altro negozio e mi venne raccontata la stessa storia.
Pensai che fossero impazziti. Figurati! I giapponesi ti venderebbero
anche la mamma...
Telefonai alla sede nazionale dei tiratori d'arco giapponesi, a Milano,
e chiesi di comprare un arco.
Pensavo che gestissero loro il commercio in regime di monopolio. La
ragaza che mi rispose mi chiese: "Ma lei sa tirare con l'arco?" A questo
punto iniziavo a essere un po irritato: "Signorina vorrei comprare un
arco proprio per imparare a tirare, lei capisce che se non lo compro non
posso imparare?" "Forse meglio che parli con il Maestro..." Odio
quando fanno cos i militaristi...

Cos telefono al Maestro, il signor Rosemberg, e gli dico: "Vorrei


comprare un arco giapponese ma sembra sia impossibile, mi dicono che
solo lei mi pu permettere di comprarne uno..." Il Maestro mi disse
solo: "Forse meglio che lei mi venga a trovare..." Mi sembrava di
essere in un film sulla vita paranoica delle spie.
Ma sono un duro e cos mi trovo nella campagna dell'interland
milanese, un gruppo di palazzine in un parco. All'ultimo piano suono
alla porta di casa Rosemberg.
Mi apre un giapponese con barba lunga e bianca, vestito da samurai,
sandali infradito, gli mancavano solo gli occhi a mandorla e il colorito
giallino.
Mi porta sul terrazzo (enorme, sembra un giardino giapponese) c un
bersaglio, un paglione di un metro di diametro. Prende l'arco e tira una
freccia.
E (cazzo!) capisco che l'arco giapponese NON UN ARCO. UNA
CATAPULTA.
E non te lo vendono non perch siano cattivi. Se prendi un arco
giapponese e tiri una freccia come faresti con l'arco occidentale ti
decapiti il pollice della mano che impugna l'arco. Io non ci credevo e
adesso ho una bella cicatrice sul pollice. Per fortuna avevo tirato
appena la corda. Ora mi spiego.
Nel nostro modo di tirare, l'asta dell'arco sta ferma. I giapponesi
mentre schioccano la freccia fanno girare l'asta dell'arco sul proprio
asse. La corda gira, proprio come una catapulta, la freccia si stacca e la
corda conclude il suo giro battendo sul polso dell'arciere dopo aver
compiuto tre quarti di giro (questo accade in certe scuole, in altre si
ferma prima del polso ma il concetto uguale). E l'arciere, per
agevolare questo giro dell'asta su s stessa, si cosparge la mano che la
impugna con una polvere bianca che riduce l'attrito (e comunque hanno
tutti le palme delle mani bruciate, niente impronte digitali).
Inoltre per tirare con l'arco serve un guanto speciale, realizzato in
legno e cuoio, su misura. Lo si infila nella mano che tende la corda.
Serve perch, per ottenere un rilascio della corda particolarmente secco,
le dita non si limitano a agganciare la corda ma la piegano facendole
fare una Z.
un po complicato da capire, per il nostro scopo sufficiente sapere
che l'arciere giapponese per evitare di ferirsi deve compiere tre

movimenti iper veloci: togliere la testa dalla traiettoria della corda


evitando di perdere l'orecchio, far roteare l'arco su se stesso, e
trasformarlo in una catapulta per evitare di tagliarsi via un dito.
Questa tecnica sfrutta la schiena e le braccia dell'arciere per dare
forza alla freccia.
Per questo imparare la tecnica giapponese cos difficile.
Per formare un arciere occidentale da mandare in battaglia basta
qualche settimana di allenamento quotidiano. Per un samurai servono
anni.
Il primo vantaggio di questa tecnica che se i contadini rubano gli
archi ai samurai non riescono a usarli.
Il secondo vantaggio che per tendere un arco giapponese servono
20 libbre di sforzo. Un arciere occidentale per lanciare una freccia alla
stessa distanza ha bisogno di un arco da 50 libbre. Il che vuol dire che
un arciere nipponico riesce a scagliare anche 600 frecce mentre uno
europeo dopo 150 stramazzato per terra.
C per un problema: il nostro arciere mentre scaglia la freccia sta
immobile e quindi pu mirare.
L'arciere a catapulta no.
Ma se tiri contro uno schieramento nemico largo un chilometro e
profondo 200 metri in fondo della mira non ti importa un gran che.
Gli arcieri giapponesi riescono a volte a mirare d'istinto e centrare il
bersaglio.
Ma difficile quanto farlo con una fionda... Ti ricordi Davide e
Golia? Davide non usa un tirasassi (col ramo biforcuto e l'elastico si
mira). La fionda composta da due corde di cuoio unite da una
pezzuola nella quale si appoggia una pietra. Poi, impugnando le corde
dal lato opposto al proiettile, si fa roteare l'arma lasciando infine uno
dei capi delle due corde per rilasciare la pietra. Anche la fionda
un'arma a catapulta, buona per spaventare un branco di pecore o tirare
nel mucchio contro un esercito schierato. Ma colpire la fronte di Golia
o il centro di un bersaglio un'altra cosa. Per questo l'ambasciatore
tedesco resta stupito dalla precisione del tiro al buio fatto dal maestro.
Insomma per tirare con l'arco giapponese devi produrre dei
movimenti molto veloci e devi mirare in modo istintivo. La tecnica che
si usa quella di immaginare la freccia gi piantata nel bersaglio.

Indovina quale parte del cervello devi usare per riuscirci?


A questo punto scoprii che ero in grado di eseguire una versione
dell'esperimento del mio amico che restava ancorato al suolo, seduto
per terra.
L'avevo visto fare da un maestro di Aikido che stando in piedi
resisteva alla spinta di dieci persone.
Mettendo insieme quel che avevo scoperto sulla visualizzazione e la
muscolatura istintiva, non razionale, provai a farlo anch'io, ovviamente
con un solo avversario.
Assunsi la posizione di lotta, con i piedi ben piantati a terra,
ginocchia leggermente flesse, il pube in avanti (come durante la
penetrazione) la schiena arcuata, spalle e collo rilassati, mi spinsi in
avanti fino a essere sulla mia linea di caduta. Poi immaginai di avere le
radici e di essere una quercia, cercai una forte emozione dentro di me,
sorrisi e iniziai a respirare come durante un sospiro di sollievo,
lasciando uscire l'aria spontaneamente, senza spingerla fuori. Pochi lo
sanno ma questa la tecnica di respirazione che d pi forza alla
muscolatura non razionale. Molto pi delle grida dei film di kung fu.
Poi sorrisi perch il sorriso un'auto suggestione positiva.
Infine chiesi al mio cervello razionale di farsi da parte, di non
interferire e stare semplicemente a vedere quel che succedeva. Fare solo
da testimone.
Appoggiai le mani sui gomiti dell'amico che mi avrebbe spinto. Le
sue mani erano appoggiate alle mie spalle. Inizi a spingere e io mi
accorsi che non riusciva a spostarmi. Non sapevo cosa stessi facendo,
non percepivo nessuno sforzo da parte mia ma lo sentivo ansimare per
la fatica.
Ce l'avevo fatta!
E non mi ci volle molto a trovare il modo di insegnarlo. Sono
necessari solo due giorni, a volte meno. E anche in questo caso ci sono
riuscito con migliaia di persone senza mai incontrare qualcuno che non
ce l'abbia fatta. Si tratta di una capacit innata! Quindi anche in questo
caso non c' nulla di difficile.
Per per farcela necessario sentire una forte emozione e inoltre
bisogna essere capaci di far restare il nostro ego razionale spettatore

dell'azione.
Questo difficile realizzarlo in una competizione fisica. Anche se sei
con un amico scattano meccanismi di gara: la mente razionale non
vuole abbandonare il controllo perch pensa di essere indispensabile. E
un conto aver capito che si tratta di un errore e un conto agire
altrimenti. Durante i corsi di Yoga Demenziale insegno questo esercizio
della spinta partendo dalla comprensione di quel che succede nella
creativit. Se una persona riesce a capire che mentre scrive qualche
cosa di appassionante la mente non razionale che inventa, riesce ad
avere pi fiducia nelle capacit dell'istinto. Poi propongo esperimenti di
pittura, sulle percezioni, il massaggio, la danza, il gioco. Alla fine le
persone hanno liberato la loro stima per la mente non razionale, si
fidano di lei, la amano e sono disposte a provare veramente la sua
abilit nel gioco di farsi spingere.
Se hai capito tutto questo discorso puoi certamente riuscirci senza
dover frequentare un mio corso. A me non l'ha insegnato nessuno. Per
fai attenzione allo stato d'animo col quale ti disponi alla prova. Devi
essere con l'energia e le emozioni molto alte e devi trovare tutta la tua
determinazione.
In effetti io ero avvantaggiato quando ci sono riuscito la prima volta
perch il mio maestro di kendo aveva liberato la mia parte animale (e la
mia fiducia in lei) attraverso un sistema molto antico e semplice: mi
picchiava selvaggiamente con un bastone di bamb tagliato in quattro
perch fosse flessibile e non provocasse fratture. Avevo addosso una
specie di armatura molto scenografica ma era una merda dal punto di
vista della protezione. Presi botte per 14 giorni. Tre ore di lezione al
giorno. Un incubo. Avevo il corpo coperto di lividi su lividi. Di tutti i
colori. Anche belli da un certo punto di vista.
Ma essere picchiati sui lividi del giorno prima era veramente
doloroso. Non riuscivo a fermare le lacrime. Il Maestro aveva un
metodo semplicissimo di insegnare, mi attaccava a bastonate
riducendomi nell'angolo della palestra e continuava a colpirmi urlando:
Tira fuori il Ki!!! Usa L'Har!!! (L'Har un punto energetico sotto
l'ombelico. Tre dita sotto l'ombelico. Una sfera immaginaria grande
quanto una mela che il centro dell'equilibrio e della forza istintiva.
Dal punto di vista occidentale una specie di succursale del cervello
dedita a compiti di bassa manovalanza. Se n' parlato recentemente su

alcune riviste scientifiche...).


Il maestro urlava e colpiva ed era estremamente chiaro che avrebbe
continuato in eterno se tu non riuscivi a buttarti contro di lui e a uscire
dall'assedio d'impeto. E non ci riuscivi se non tiravi fuori la forza della
disperazione perch il maestro si era trasformato in un muro di cemento
armato: cozzavi contro di lui e finivi per terra! E lui continuava a
colpirti.
E quindi ringrazia che ho trovato un modo di spiegare come si fa che
non prevede che io venga a casa tua a picchiarti personalmente.
Quando misi insieme tutte le conoscenze che ti ho appena descritto
arrivai finalmente a svelare il segreto del mio amico che restava
cementato al suolo e a capire perch il maestro di tiro con l'arco toccava
il tedesco e poi diceva no!
Hai capito anche tu?
Se hai gi colto il nesso sei pi intelligente di me perch io ho
impiegato un bel po di mesi prima di arrivare a unire i puntini...
Una volta che hai capito semplicissimo.
Il maestro tocca l'allievo per sentire se trema. Se trema sta usando la
muscolatura razionale e quindi non potr mai tirare l'arco giapponese in
modo decente.
E l'esercizio di non farsi spostare funziona perch non si resiste con
la forza razionale ma sfruttando muscoli e riflessi non razionali, in
questo modo si cambiano le leve per opporsi alle spinte degli avversari
in modo talmente forte e veloce da non offrire una presa stabile e da
deviare verso il terreno quel che resta della spinta. Pi l'avversario si
sforza e pi tu resti ancorato al terreno: usi la sua forza deviandola
grazie alle leve negative che tu non conosci ma che il tuo istinto
capacissimo di usare.
Spero che tu voglia realmente sperimentare quanto ti ho proposto
perch solo cos la tua mente razionale si convincer che pu fidarsi
della tua parte non razionale. E quando succede, la tua vita cambia
perch sai che c Superman dentro di te.

Capitolo diciannovesimo
La scoperta dell'irrazionale.
Comprendere come funzionano riflessi e i muscoli non razionali
importante perch aumenta la fiducia in noi stessi, ci porta a credere
nelle nostre risorse naturali.
Spero che tu vorrai giocare con questi esperimenti elementari e che
verificherai strabilianti progressi nell'arte di centrare il cestino
dell'immondizia con un foglio accartocciato, prendere le chiavi di casa
che ti hanno lanciato al volo o giocare a ping pong.
Sapere che sei pi forte e veloce di quel che credevi aumenter la tua
autostima e tutto il resto.
Ma l'aspetto veramente rivoluzionario del rendersi conto di queste
capacit non razionali sta nel totale cambiamento dell'immagine che tu
hai di te.
Un conto affrontare il mondo da soli. Un conto sapere di
possedere un'identit segreta e selvaggia che all'occorrenza puoi
liberare.
Sei veramente come Superman, ti basta toglierti la camicia e far
apparire la tutina rossa per poter tentare l'impossibile.
E forse gi hai sperimentato nella tua vita questa opzione B senza
identificarla con sufficiente precisione.
importante conoscere queste tue possibilit fino in fondo. Solo cos
darai loro la fiducia che meritano.
E questa fiducia avr, per giunta, il potere di aumentare ancor di pi
queste capacit. Il tuo non razionale adora essere gratificato e quando lo
fai ti ricambia con entusiasmo.
Gli attori sono tra le categorie professionali che sperimentano queste
potenzialit nascoste.
Se vuoi recitare, infatti, non puoi permetterti di saltare uno spettacolo
solo perch stai molto male fisicamente. Perch tu non salga sul
palcoscenico non sufficiente che tu non sia del tutto vivo. Devi essere

assolutamente completamente morto. Gli organizzatori teatrali infatti


hanno un solo principio morale sul quale non sono disposti a transigere:
se il teatro pieno di gente, l'attore deve recitare.
Se non lo fai anche una sola volta in vita tua tutti gli organizzatori si
passano la voce e sei professionalmente finito.
Ho sempre visto i miei genitori andare in scena in qualunque
condizione e mi chiedevo come fosse possibile che un attimo prima di
iniziare lo spettacolo fossero incapaci di reggersi in piedi e un attimo
dopo riuscissero a saltare e ballare per due ore, salvo poi svenire
esattamente un secondo dopo che il sipario era stato calato.
Quando ho iniziato a recitare anch'io mi sono reso conto che riuscirci
non difficile.
Una volta sono addirittura svenuto prima di un monologo. C'erano
1300 persone in sala e la tv che riprendeva lo spettacolo.
Come ho fatto? Mi sono detto: "Ok, non ce la posso fare. Se
qualcuno vuole che succeda se ne occupi." Poi sono salito sul
palcoscenico.
Finito lo spettacolo tremavo e non ero assolutamente in grado di dire
cosa avessi fatto o detto e se il pubblico avesse riso e applaudito o no:
totale mancanza di coscienza su quanto era successo.
La situazione non avrebbe potuto essere diversa: la mia mente
razionale era crollata e aveva recitato la mia parte non razionale.
E proprio perch la mia mente razionale era in gran parte spenta non
ero in grado di ricordare cosa avessi fatto. Forse ti capitato qualche
cosa del genere in una situazione particolarmente pericolosa: se tutto
funziona, per evitare il camion che ti viene addosso spegni la
razionalit e metti tutta la forza nelle gambe. Anche registrare le azioni
che compi sarebbe uno spreco di energie indispensabili per salvarti.
Quindi la tua mente non attiva il servizio di memorizzazione e non ti
ricordi niente di quel che hai fatto.
Se invece il tuo cervello razionale si inceppa e non riesce a spegnersi
cadi in quella che viene chiamata crisi di panico. Il camion si avvicina e
tu continui a chiederti: cosa faccio? Cosa faccio? Sei paralizzato perch
ti chiedi cosa fare invece di farlo. Il camion ti travolge e tu sei
perfettamente in grado di ricordarti come successo. Ma non una
grande soddisfazione.

Ma torniamo alla storia del mio spettacolo. Dopo aver recitato in


condizione di decesso quasi totale ho avuto modo di vedere nella
ripresa televisiva cosa avessi realmente combinato in scena. E devo dire
che sono restato impressionato: non avevo mai recitato in quel modo in
vita mia. Non solo non avevo sbagliato una sola battuta ma la maniera
stessa di parlare e di muovermi era completamente diversa dal solito ed
estremamente pi efficace. Le risate e gli applausi nella registrazione si
sentivano benissimo ed erano entusiastici. Ho passato gli anni
successivi a cercare di recitare sempre a quel livello e l'unico modo per
riuscirci stato di imparare a spegnere il cervello razionale ogni volta
che salgo sul palcoscenico.
Esperienze molto simili sono pane quotidiano per gli atleti.
Quel che succede evidente se ascoltiamo la descrizione di una
maratona. Medici e sportivi sono unanimi nel testimoniare che arrivati
ai 34 chilometri c un crollo delle forze. Il corpo ha bruciato tutti gli
zuccheri e cade la capacit di ragionare razionalmente. A questo punto
molti marciatori non sono pi in grado di continuare perch la loro
mente razionale si arresa.
Ma se, oltre al ragionamento, lo sportivo spinto dall'emozione e
dalla passione continua a marciare sperimentando uno stato di
coscienza che molti definiscono estatico. Non si percepisce pi lo
sforzo, si pensa per immagini, le sensazioni sono pi forti e totali,
colori, suoni, odori rivelano una potenza sconosciuta.
Molte delle osservazioni che i mistici ci hanno proposto a proposito
dell'estasi sono descritte dai maratoneti.
Sperimentare questo stato animale, primordiale e superiore nello
stesso tempo un'esperienza essenziale per la crescita culturale, umana
e spirituale di una persona. Ed anche un grande salto di qualit per le
proprie capacit in tutti i campi: cambia la visione di se stessi, dei
propri limiti e si ha un senso di appartenenza al mondo.
uno stato intrinsecamente mistico: il tuo cervello razionale, il tuo
ego, spento e tu sei molto pi abile e forte.

Capitolo ventesimo
Vedere ci che non esiste.
Nessuna scuola normale contempla tra le sue materie un corso di
visualizzazione di un futuro migliore.
un vero peccato.
Ed ormai ovvio che sto per sostenere che la capacit di visualizzare
anch'essa una qualit indispensabile per vivere bene.
E ovviamente chi sprovvisto di questa qualit sta a pezzi, crepa
giovane, triste e solo e i cani fanno pip sulla sua tomba quando si
sentono malati.
E gi avrai capito che anche in questo caso non necessario che ti
sforzi per diventare un sognatore e salvare la tua anima.
Dobbiamo a Susan Parenti, grande amica e collaboratrice di Patch
Adams, l'idea che sognare a occhi aperti sia una delle capacit
essenziali di una persona.
Dalla capacit di sognare dipende la possibilit di realizzare
concretamente i desideri.
Susan Parenti inizi a interrogare i suoi pazienti chiedendo loro di
elencare e descrivere tutti i motivi di sofferenza e disagio. Lei ascoltava
senza interrompere o criticare, limitandosi a incoraggiare la persona a
parlare riempiendo i silenzi con domande aperte tipo cosa ti ricordi
d'altro oppure e poi?
I suoi pazienti riuscivano senza problemi a continuare a parlare di
tutto quello che non andava nella loro vita almeno per tre ore.
Quando avevano esaurito gli argomenti Susan chiedeva loro di
elencare e descrivere tutto quello che avrebbe potuto migliorare la loro
vita.
La maggioranza delle persone aveva difficolt a parlare per pi di
dieci minuti.
E Susan Parenti osserv che il rapporto tra il tempo che sappiamo
dedicare a descrivere i nostri disastri e il tempo che sappiamo impiegare

nel descrivere i nostri sogni un parametro certo per distinguere un


depresso fallito da una persona positiva e di successo.
E riusc ad argomentare talmente bene questa tesi che convinse
l'Universit di Chicago a ospitare un suo corso intitolato: "Sognare un
futuro positivo".
Questo accadeva parecchi anni fa e lasci di sasso molti eminenti
psicologi e commentatori. Oggi nelle universit Usa i corsi che hanno a
che fare con la capacit di visualizzare situazioni positive si sprecano e
sono frequentati persino da responsabili del marketing e da economisti.
Vite fantastiche sculettano nei tuoi sogni.
La dimensione mentale del sogno a occhi aperti, del giocare
immaginandoci mentre riusciamo a realizzare i nostri migliori desideri
utile perch ci fa muovere mentalmente verso la loro concreta
realizzazione. Ci spinge ad accumulare informazioni su ci che
desideriamo e questo aumenta le nostre possibilit di cogliere al volo
un'occasione appena essa si presenta. Se il tuo sogno andare in
Madagascar e sai tutto di quell'isola, dagli orari degli aerei all'indirizzo
dei ristoranti migliori, avrai pi possibilit di andarci. Magari trovi
qualcuno che sta partendo e che avrebbe bisogno di una guida...
Ma l'aspetto pi interessante del sogno che esso agisce sulle tue
intenzioni, sul modo di vederti e questa piccola modifica ha effetti
enormi. Chi sogna molto di andare in Madagascar accumula in qualche
modo il desiderio, lo fa crescere. Hai passato ore a sognare di essere l,
a guardare foto, a documentari, a farti raccontare com' da chi c
andato. Questo lavoro della fantasia non importante solo perch ti d
pi possibilit di realizzare il tuo sogno ma anche perch cambia il tuo
rapporto con i tuoi desideri, fa crescere la tua capacit di progettare, di
visualizzare i tuoi sogni. Ti porta a concentrare le energie razionali e
irrazionali su quell'idea. La quantit di energia mentale che hai
accumulato intorno a un progetto fa la differenza.
Se ne hai messa molta sentirai anche a dieci metri di distanza, in un
bar affollato, qualcuno che pronuncia la parola Madagascar. E non
potrai resistere alla tentazione di avvicinarti a quella persona e
chiedere: "Mi scusi, mi pare di avere inteso che lei parlasse del
Madagascar, un'isola che io adoro e per questo mi permetto di

chiederle se ha avuto la fortuna di visitarla..." Questa faccia tosta, ti


viene solo se ti sei concesso fino in fondo il lusso di andare in fissa per
un sogno...
E mentre un piacere irrealizzato e poco sognato crea solo frustrazioni,
sognare con passione e impegno regala comunque sensazioni gradevoli
e stimolanti.
una forma di amore e, come tutti sanno, l'amore fa miracoli. La
verit di questo discorso facilmente verificabile. Passa in rassegna le
persone che conosci e chiediti quali hanno realizzato nella loro vita un
grande sogno. Vedrai che tutte queste persone fanno parte della
categoria dei sognatori.
Certamente ci sono sognatori che non realizzano i loro sogni ma
nessuno dei non sognatori arriva a concretizzarli.
E anzi, attenzione, realizzare un sogno poco sognato pu provocare
danni enormi. Ci sono moltissimi esempi di persone che hanno avuto la
vita distrutta da un'enorme vincita alla lotteria. Se non hai passato ore a
sognare e a studiare come spendere quei soldi, quando arrivano
diventano i tuoi peggiori nemici.

Capitolo ventunesimo
L'arte di consolare le vittime.
Ora vorrei permettermi un'osservazione di esagerata autostima nei
miei confronti.
Come sai, valorizzare l'autostima essenziale.
Probabilmente stai pensando che questo libro ti abbia gi comunicato
un numero sufficiente di informazioni e che non posso avere un gran
che d'altro da dirti. Generalmente la parte pi interessante dei libri la
prima met dove l'autore spara le cartucce migliori per poi dedicarsi a
rifinire i concetti.
Ma questo libro diverso.
Sto godendo mentre prefiguro lo stupore che ti coglier leggendo le
prossime pagine.
Quello che sto per dirti, non senza una vena leggermente sadica,
che il grosso del libro te lo sei scritto per conto tuo mentre leggevi.
Forse non ne hai avuto la sensazione ma qui abbiamo shekerato alcuni
elementi essenziali, alcuni cardini del modo di pensare arcaico.
In questo capitolo mi dedicher a cercare di dimostrarti che avendo
seguito fin qui il mio ragionamento tu hai dato un colpo tremendo alla
credibilit di un'intera montagna di vecchie idee. Se avrai voglia di
continuare a leggere ti accorgerai che sei disponibile a demolire alcune
architravi del pensiero dominante. E farlo ti regaler un piacevole
pizzicorino cerebrale e l'impressione che tutta la tua mente sia pi pulita
e tonica.
Ad esempio, molto probabilmente hai sempre pensato che se una
persona commette atti terribili contro l'umanit uccidendo, torturando e
derubando e se non vi nessun margine di possibile dubbio sulla sua
colpevolezza, sia giusto che questa persona venga punita (possibilmente
in modo drastico) o quanto meno sottoposta a un percorso rieducativo
che preveda la sua detenzione per molti, molti anni, visto che rieducare
un sadico maniaco criminale non cosa che si possa realizzare
velocemente. E a questo principio non ci sono possibili eccezioni.
Probabilmente sei anche del parere che una persona che aiuta un altro

essere umano malato stia compiendo un atto di amore e carit e che


sarebbe ingiusto costringere chi vuole curare gratuitamente i malati a
pagare una tassa particolarmente pesante per ottenere il diritto di farlo.
Ok.
Se vai avanti a leggere lo fai a tuo rischio e pericolo.
Mentre eri connesso a questo libro ho scaricato nella tua mente un
programma libertario e pacifista. Se smetti ora il programma si
autodissolver nei prossimi tre giorni. Se continui a leggere darai l'input
per
la
completa
riformattazione
della
tua
mente.
3
2
1
ZERO!
Formattazione
Step 1
Vuoi vendicarti per i torti subiti?
Ne hai il diritto. Ma ti conviene?
Quando Nelson Mandela capitan l'ultima protesta contro l'apartheid
in Sudafrica e il regime razzista cadde egli cap che doveva porre ai
suoi connazionali una grande e difficile domanda.
Una domanda impossibile da porre a un popolo occidentale.
Incomprensibile addirittura per i nostri schemi mentali.
Egli chiese: cosa dobbiamo fare a chi ci ha torturato, ucciso, tenuto in
catene, umiliato? Cosa facciamo a chi ha ucciso i nostri padri,
violentato le nostri madri, le nostre mogli, le nostre figlie? Cosa
facciamo a quei cani che ci hanno azzannato per tutta la vita?
Siamo proprio sicuri che valga la pena di ucciderli, tenerli in
prigione, punirli?
Fu cos che inizi una grande discussione. Nessuno metteva in
dubbio che un ladro o un assassino dovessero essere messi in prigione
per impedir loro di compiere un altro reato e perch venissero sottoposti
a un percorso di rieducazione.
Ma nel caso dei carnefici e dei loro mandanti che avevano torturato il
popolo per decenni sembr che non si potesse usare la stessa logica

punitiva. Il crimine era troppo immenso perch potesse essere punito.


Quindi dopo moltissime discussioni si decise di non punire i colpevoli
delle pi tremende e barbariche violenze compiute in Sudafrica.
Non sono impazzito. cos che andata. E hanno fatto bene.
Questi neri hanno ancora una forte componente dell'antica cultura
matriarcale che riconosce al suo centro, come fulcro, l'idea del valore
spirituale dell'esperienza e l'interconnessione stretta tra tutti i fenomeni.
E questa cultura porta pi facilmente a identificarsi nelle vittime per
comprendere quale la loro esigenza pi forte e profonda.
Se hai subito l'abominio, una semplice vendetta non soddisfacente.
Non cambia l'orrore che hai vissuto, le stigmate dell'umiliazione il
tormento dei ricordi e dei rimpianti.
Anche se ammazzi il tuo torturatore e lo fai morire in modo lento e
doloroso, la tua percezione dell'orrore vissuto non cambia.
Nella cultura bant esiste un concetto che ha un valore maggiore
della vendetta: la consolazione della vittima. Cos essi si chiesero che
cosa potesse veramente modificare lo stato mentale delle vittime.
Riscattare almeno in parte l'ingiustizia subita.
E dissero: rinunciamo alla vendetta perch l'unico medicamento che
d sollievo al dolore delle vittime la comprensione.
Il dolore viene arginato solo dalla sua condivisione collettiva.
Quando il torturato torna nel villaggio e racconta di aver subito 100
frustate anche i suoi amici si chiedono se, magari, non stia esagerando
un po. Non mettono in dubbio che sia stato frustato ma si chiedono se
le frustate siano state proprio 100 oppure "solo" 70...
Il torturato invece desidera innanzitutto di essere creduto totalmente,
che la misura del suo dolore sia riconosciuta. Questa l'unica possibile,
piccola consolazione.
E allora il governo dei neri inventa un istituto legale incredibile: i
Tribunali del Perdono.
Per anni sono andati avanti a tenere udienze in questi tribunali
speciali. Le vittime si presentano e raccontano tutto quello che hanno
patito e fanno i nomi dei loro carnefici. I quali sono obbligati a
presentarsi e ha confessare raccontando per filo e per segno quali
crimini hanno commesso e come. Se ammettono le colpe non vengono
puniti in nessun modo.

Cos si ottiene che nessuno possa negare la verit di quei fatti. Non
esister mai nessuno in Sudafrica che potr mettere in dubbio la misura
dei crimini commessi perch vittime e carnefici hanno testimoniato, le
loro dichiarazioni sono state filmate e trasmesse in televisione. Ci sono
voluti anni per elencare, descrivere e comprovare l'enorme mole dei
crimini commessi.
Oggi c' chi nega i crimini nazisti, stalinisti, di Pinochet, dei
colonnelli greci o argentini. Questa situazione legata proprio al
tentativo di punire in modo vendicativo i colpevoli. Un procedimento
che genera automaticamente una difesa che cerca di negare le colpe.
E questa negazione degli orrori del passato, restando pi o meno
latente, semina odi e rancori inestinguibili.
Ma attenzione, non si tratta di rinunciare all'azione ma di sostituire
l'azione della vendetta con quella della presa di coscienza degli orrori.
Di fronte agli orrori non si pu non reagire.
In Jugoslavia, durante la seconda guerra mondiale il regime
filonazista croato realizz lo sterminio di pi di un milione di serbi.
Questo crimine fu censurato da Tito in nome della riconciliazione
nazionale. Non affrontare il bagaglio di dolore di un simile genocidio
ha avuto effetti pi devastanti dell'affrontarlo con lo spirito di vendetta.
Dopo qualche decennio il bubbone scoppiato. I giornalisti che
intervistavano i combattenti serbi della guerra etnica si stupivano di
sentir sommare i morti delle persecuzioni degli anni '40 insieme a quelli
degli anni '90. Per molti serbi la guerra non era mai finita, era restata
solamente congelata per 50 anni.
Ti ho convinto?
Step 2
Quanto saresti disposto a pagare per il lusso di poter lavare il sedere a
un moribondo?
Leggendo un racconto su Nigrizia, il giornale missionario dei frati
Comboniani, ho trovato la storia di una rete di assistenza sanitaria
autogestita dai contadini pi poveri del mondo. Una rete di solidariet
di villaggio: questi contadini si occupano di lavare e nutrire i malati
alleviando le loro sofferenze perlopi con qualche erba selvatica, vista
la quasi totale mancanza di medicine. La rivista pubblicava la lettera di
una ragazza che scriveva al comitato del villaggio. Pressappoco diceva:

voi mi conoscete, mi avete accolta insieme ai miei genitori malati e


quando loro sono morti vi siete occupati di me e ora io vivo
ricambiando la vostra ospitalit con i miei turni di lavoro nell'orto del
villaggio. Ora io vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per me ma
vorrei chiedervi un grande favore. Il mio sogno pi grande poter
curare i malati anch'io. Ma, voi lo sapete, il mio lavoro dell'orto non mi
permette di guadagnare denaro e quindi non ho modo di pagare per
poter curare i malati. Quindi vi chiedo se fosse possibile fare
un'eccezione per me alla regola e permettermi di pagare il diritto a
curare i malati facendo un turno supplementare di lavoro nell'orto della
comunit.
Signore Iddio! Quando ho letto questo ho fatto un balzo e ho dovuto
tornare indietro a leggere. Esiste un posto del mondo dove una ragazza
implora di poter pagare con una forma di baratto il diritto a curare un
malato perch non possiede denaro contante?
Ma che gente questa?
I contadini pi poveri del mondo pagano col denaro il lusso di curare
i malati?
Ma perch?
Semplicemente perch, grazie agli elementi di cultura matriarcale
sopravvissuti nella loro societ, credono sia veramente essenziale
occuparsi della paura della morte invece di censurarla. Sono convinti
che sia necessario fare qualche cosa per lenire questa paura della fine. E
sanno un'altra cosa che io ho scoperto, haim, molto tardi nella mia
vita. Ho sempre cercato di sfuggire i morti e le persone che stavano
morendo. Ero terrorizzato dalle emozioni che questi incontri avrebbero
potuto scatenare nella mia mente.
Poi il destino ha voluto che mi trovassi in una situazione nella quale
fuggire sarebbe stato pi doloroso che affrontare il mio terrore.
Ed ho avuto la fortuna di trovarmi vicino a persone di valore che
stavano morendo.
Le persone di valore non muoiono come le persone che non valgono
un cazzo. Se ti capitato di parlare con una persona di valore che sta
morendo e ne conscia lo sai. un'esperienza pazzesca. Mi ricordo
quando mor Matilde, una bisnonna stupenda. Io abbracciavo il suo
corpo ormai quasi inesistente e piangevo, non riuscendo a controllare in
nessuna maniera il dolore. E lei mi accarezzava la testa e mi consolava.

Mi diceva: ma dai, non cos grave, ho vissuto tanto, mi sono divertita


tanto, ho amato tanto le mie figlie, le mie nipoti, le mie dolcissime bis
nipoti. Ora muoio ma non importante. Anzi meglio cos. Sono un
po stanca.
E sono stato vicino anche a un'altra donna meravigliosa che sapeva di
avere davanti pochi giorni di vita, lasciava due figlie piccole che la
adoravano e pi di tutto la straziava la privazione che la sua morte
avrebbe lasciato dentro di loro. Eppure, pur con quella spada nel cuore,
Marina riusc a mostrarmi la capacit di continuare a essere presente
alla sua vita, contenta di esistere con intatto tutto lo stupore per la vita e
persino per l'incomprensibilit della morte.
Devo moltissimo a queste due persone che hanno condiviso con me
la sensazione che la vita stia per finire. Mi hanno insegnato che la vita
tanto dolce e potente che di fronte alla morte scopri di sapere come
affrontarla anche se non hai temuto nulla pi della fine della tua
esistenza.
Non posso non ringraziare coloro che mi hanno insegnato questo
coraggio. Mi danno la forza di sperare che anche io sar pervaso dal
Grande Spirito Coraggioso quando dovr compiere l'ultimo passo come
entit energetica coerente, unilocata e pensante.
L'ho visto fare. So che si pu fare. Cercher di farlo anch'io.
E ringrazio per lo stesso motivo tutte le persone che mi hanno
permesso di cercare di alleviare il loro dolore.
E se tu hai capito questo valore, se tu hai capito che l'essere umano ha
bisogno come il pane di entrare in contatto con i malati e i moribondi
alla ricerca dei maestri pi importanti della vita, allora, hai capito anche
che devi essere disposto a pagare una tassa salata per godere di questo
privilegio.
Chi sta morendo ha bisogno di denaro per far fronte a qualche
bisogno. Tu sei ben contento di darglielo perch quel che ricevi in
cambio non ha prezzo.
In occidente fuggiamo i moribondi e poi sediamo la nostra angoscia
di morte guardando in tv migliaia di morti veri o falsi, stupri, botte,
rapimenti...
Questo modo di vedere ci porta ad affrontare la questione della
solidariet da un punto di vista completamente diverso. Impegnarsi per

aiutare gli altri non solo moralmente utile ma anche vantaggioso.


Inoltre le persone che si dedicano al prossimo sono convinte che se
avranno bisogno di aiuto troveranno certamente qualcuno disposto a
soccorrerle. A volte questa idea si dimostra errata alla prova dei fatti.
Ma in effetti non importante. Vivere credendo di poter trovare
protezione nel prossimo regala una positiva grande fiducia che di per s
ha un enorme influsso benefico sulla vita. Gli egoisti soffrono di mille
paure e insicurezze proprio perch pensano che tutti siano come loro:
Andreotti convinto di vivere in un mondo di Andreotti. Non una
bella prospettiva.
Inoltre, chi generoso tende a investire energia e tempo nei rapporti
di amicizia, ha fiducia nel genere umano ed disponibile e curioso e
questo un sistema eccellente di essere che apre la possibilit di
scambi, conoscenze, momenti conviviali. Le persone generose inoltre
sono spesso gratificate, sentono stima e affetto intorno a loro. I malvagi
e gli egoisti vengono invitati meno spesso alle feste, vengono
abbandonati pi frequentemente da figli, amanti e amici e sovente
piangono da soli.
Ma tutti questi aspetti sono alla fin fine secondari. Il vero danno sta
altrove: chi non solidale basa la sua visione del mondo su un'idea
negativa della vita e dell'umanit e perde perci la possibilit di
cogliere la sacralit dell'esperienza umana. Uno stronzo non riesce a
commuoversi per un tramonto, non si gode le parole d'amore, non si
emoziona semplicemente tenendo per mano un bambino.
Nella sua testa l'unica cosa importante il punteggio: quanto ho
fregato, quanto mi hanno fregato.
Nel racconto dei giullari della resurrezione di Lazzaro contenuta
una satira brutale su queste persone.
Ges compie il miracolo pi grande regalando agli umani una nuova
speranza, ma il ladro che testimone di questo divino prodigio non ne
viene toccato perch l'unica cosa che gli importa rubare la borsa dei
soldi a chi restato sbalordito di fronte al manifestarsi di Dio. Chi ha
perso di pi: il ladro o il derubato?
Testa di cazzo! Dio ti sta mostrando una resurrezione e tu ti perdi la
scena per rubare un portafoglio?
E che cosa ti comprerai con quei soldi che abbia pi valore

dell'esperienza di vedere Dio che compie un miracolo?


La nostra societ filosoficamente ammalata e folle proprio perch
non considera la mancanza di solidariet una gravissima amputazione
emotiva.
E questo handicap primario ha un altro grave e poco conosciuto
disastroso effetto collaterale.
Il professor Nittamo Montecucco ha condotto numerosi esperimenti
misurando con opportune attrezzature, le onde cerebrali di persone
impegnate nelle stesse azioni ed ha dimostrato l'esattezza di un'idea
conosciuta da millenni presso molte culture.
Un gruppo di persone che cantano insieme o giocano, fanno sport o
pregano, sintonizzano inconsapevolmente le loro onde cerebrali in
modo talmente forte che i grafici che le rappresentano assumono forme
uguali.
Questo fenomeno impiega esattamente 31 minuti a verificarsi.
Questa sintonizzazione provoca una serie di reazioni fisiologiche che
ci danno una sensazione di grande benessere. Questo spiega perch
milioni di persone si dedichino agli sport di squadra, amino ballare,
cantare, marciare o pregare tutti insieme. E spiega anche perch, come
ha mostrato una statistica realizzata dal Corriere dello Sport, il maggior
numero di gol vengano realizzati intorno al trentatreesimo minuto: 31
minuti per sintonizzare mentalmente la squadra e poi due minuti per
andare a rete.
E spiega perch per sperimentare le delizie estatiche del sesso
tantrico sia necessario restare sessualmente uniti per pi di mezz'ora
(per
approfondire
vedi
"Il
sesso
tantrico"
su
http://www.sessosublime.it).
Questa sintonizzazione delle onde cerebrali non solo un evento
gradevole.
Sperimentare il piacere della socializzazione un bisogno naturale
primario, non a caso siamo animali da branco.
Non un'opportunit, un bisogno basilare. Se non soddisfiamo
questo istinto otteniamo effetti pessimi su salute e stato d'animo. Effetti
altrettanto gravi di quelli che sperimentiamo se rinunciamo al piacere
del sesso o a quello di muovere vigorosamente il nostro corpo sudando

e ansimando.
Chi vive solo, senza mai mischiarsi con molti altri suoi simili per
dedicarsi alle stesse attivit un povero desocializzato. una malattia
ed grave: corrode il gusto della vita.

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