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Jacopo Fo - Yoga Demenziale. Il Manuale Definitivo Della Rivoluzione Pigra (2009)
Jacopo Fo - Yoga Demenziale. Il Manuale Definitivo Della Rivoluzione Pigra (2009)
Yoga demenziale
Il manuale definitivo della rivoluzione pigra
Capitolo primo
Stai facendo una fatica boia per procurarti devastazioni permanenti.
Smettila.
C qualche cosa che non funziona nel mondo contemporaneo.
Basta accendere la televisione per accorgersene: pieno di defunti
che cercano di sembrare persone intelligenti.
La met del cibo prodotto ogni anno su questo pianeta viene buttata
via e 10 milioni di persone ogni anno muoiono di fame. Molti di pi
muoiono perch mangiano troppo.
Milioni di persone muoiono per la mancanza delle medicine pi
elementari e milioni di persone muoiono per troppe medicine.
Gli abitanti delle ricche citt industriali spendono miliardi per
comprare vestitini eleganti ai loro figli e poi, grazie a un modernissimo
sistema di inquinamento urbano, gli fanno respirare l'equivalente di 11
sigarette al giorno, privandoli cos di almeno 6 anni di vita.
Ci si scanna, con decine di migliaia di morti ogni anno, per
accaparrarsi le materie prime e i giacimenti di petrolio e poi non si fa
quasi niente per recuperare queste materie prime riciclando. E non si
realizza quasi nulla per risparmiare energia isolando le case e
ottimizzando motori, lampadine e caldaie.
Milioni di bambini e di donne vengono ogni anni stuprati ma nelle
scuole non si tengono corsi di educazione ai sentimenti, all'amore e al
sesso.
Potremmo limitare enormemente il potere devastante del terrorismo,
della criminalit organizzata, dell'evasione fiscale e delle truffe
finanziarie abolendo il segreto bancario e i paradisi fiscali ma non lo
facciamo.
La nostra societ un gioiello di demenza collettiva. (Patatine fritte
su per il culo!)
La collettivit umana non riesce neppure a esprimere una condanna
unanime per la tortura. Non riesce a difendersi dal crimine. E almeno la
Capitolo secondo
Per fortuna gli stronzi di una volta non ci sono pi
Sicuramente questo stato di cose ha ragioni antiche.
Ai tempi degli antichi romani per divertirsi andavano a vedere i leoni
che mangiavano prigionieri inermi. E stuprare donne e bambini era
considerato segno di buona educazione.
Sicuramente qualche cosa da allora migliorato.
Oggi l'umanit giunta faticosamente a credere che non sia bello
andare in giro con le teste dei nemici infilate nelle lance. E persino
grandi criminali di guerra internazionali evitano di impalare i
prigionieri davanti agli inviati del telegiornale.
E poi ci sono milioni di film d'amore che ci ripetono che i buoni
sentimenti e i baci dati con passione sono la cosa pi importante della
vita insieme ai bambini che corrono felici sui prati. E credo
sinceramente che la maggioranza dei viventi sul pianeta sia convinta
che amarsi sia una cosa positiva.
Questa una novit assoluta.
Non crediate che i crociati, dopo aver saccheggiato Gerusalemme e
aver massacrato tutti gli abitanti, avessero una particolare sensibilit per
il Dolce Stil Novo. Facevano solo finta.
Ma c' un'altra novit che ci consente di sognare un'impennata
planetaria delle quotazioni amorose.
Da sempre l'essere umano ha potuto credersi intelligente. E persino i
potenti potevano convincersi di possedere una certa quantit di materia
grigia interconnessa.
Difficilmente la gente comune ti dice che sei scemo se hai schierato
gli arcieri a distanza di tiro.
Oggi anche i buzzurri corazzati devono rendersi conto della loro
stupidit.
Al computer infatti la tua potenza di fuoco non interessa. Se schiacci
il tasto DELETE cancella tutto.
Non so se cogli la grandezza della situazione.
Capitolo terzo
Due cose che forse non ti hanno detto sulla felicit (tutto
estremamente interconnesso)
Forse ti stupir scoprire che, mentre difficilissimo descrivere un
solo comportamento che porti alla felicit, facilissimo raccontare cosa
fanno le persone che NON arriveranno neanche lontanamente a uno
stato minimo di benessere.
Dobbiamo questa scoperta a Milton Ericson ed particolarmente
entusiasmante perch riguarda un aspetto della nostra esistenza
semplice da comprendere (e da modificare). Ericson ha guardato
un'area dell'esperienza umana sulla quale, prima di lui, solo i poeti
avevano mosso lo sguardo. Egli arrivato a descriverci una realt che
noi tutti conosciamo senza rendercene conto.
Vorrei che tu assaporassi questo momento. Sto per dirti una banalit
nascosta. E questo dovrebbe crearti una gradevole sensazione di
ebbrezza come succede ogni volta che la mente prova stupore.
E ora ti pongo la domanda che ha permesso a Ericson di sintetizzare
la sua scoperta.
Cosa fai, la mattina, per prima cosa quando suona la sveglia?
Questa la domanda.
Sembra stupida, eh?
Preparati al piacere del tuffo rovesciato craniosacrale.
Qual stata la risposta mentale che hai dato istantaneamente a questa
domanda?
Qualche cosa tipo: "Quando mi sveglio, mi alzo, vado in bagno..."
Ma la domanda, e qui sta il salto quantico, si riferisce proprio alla prima
cosa che fai quando suona la sveglia.
La prima cosa che facciamo tutti: dobbiamo motivarci ad alzarci, a
uscire dal letto.
E come lo facciamo?
C qualche cosa di simile a una voce interiore che ci parla. Ci
motiva.
"Alzati! Dai!" Com' questa voce?
Le persone negative, pessimiste, depresse, sono spronate ad
affrontare la vita da una voce, un'identit, incazzosa, ansiosa. "Alzati,
senn finirai nella merda!" E si alzano male dal letto. Sono gi
affaticate.
Le persone pi positive e vitali invece sentono una voce pi gentile,
comprensiva: "Lo so che sei stanco, che ieri sera hai fatto tardi, per
dai, ormai hai sentito la sveglia... Su... Ce la puoi fare... E poi vedrai
che stasera sarai contento, perch tu sei una persona meravigliosa, hai
la luce dentro." A questo punto non vorrei essere frainteso, quando
parlo di voci non voglio dire che si sentono proprio le voci alla mattina
quando ci si sveglia. Uso il termine "voce" per semplificare. Dentro di
noi non avvengono esattamente delle discussioni "parlate" o almeno
non sempre. In realt difficile descrivere esattamente cosa succede
quando prendiamo la decisione di alzarci. Possiamo dire che non ci
sono delle vere e proprie voci ma solo due desideri o ipotesi che si
scontrano. E lo scontro pu avvenire attraverso il confronto tra
immagini, paure, ansie, desideri, sensazioni. E tutto pu essere anche
estremamente confuso.
Quel che voglio dire che quando ci alziamo facciamo una scelta, a
volte faticosa.
Ci sono persone che trovano la forza di alzarsi pensando alle cose
belle che incontreranno nella giornata e persone che ottengono gli stessi
risultati pensando a quel che potrebbe succedere di terribile se NON si
alzano.
Questa differenza di atteggiamento uno degli elementi che ci
permette di sapere se una persona vive mediamente bene o mediamente
male.
Chi inizia la giornata minacciandosi non sta mai molto bene.
Quelli che si alzano allettandosi con prospettive gradevoli invece, a
volte, riescono a essere soddisfatti della loro vita.
Insomma, alzarsi bene al mattino non d la certezza della vittoria.
Alzarsi male invece d la certezza della sconfitta.
E non solo Ericson scopre che esistono queste voci interiori, scopre
anche che le possiamo cambiarle in un modo straordinario:
Accettarsi.
Far regnare la discussione aperta e la collaborazione dentro di s.
Sorridere a tutte le parti del proprio essere.
Le persone che non accettano una parte di s, che non parlano
apertamente con se stessi hanno una vita molto dura, fanno meno sesso
con gli altri, scoreggiano di pi e campano meno.
Lo so che pensare di avere dentro un mezzo condominio di identit
schizzate pu darti ansia perch un chiaro sintomo di schizofrenia.
Ma io credo che, entro certi limiti, con la schizofrenia sia necessario
convivere. l'unica cosa che ci distingue veramente dalle scimmie.
A questo punto qualcuno sospetter che il resto di questo libro si
occupi di approfondire questo argomento. Assolutamente no. Questo
non uno di quei libri scritti pensando che tu sia idiota e che tu abbia
tempo da perdere. Lo so che hai un sacco di questioni urgentissime e
non ti far sprecare un solo minuto.
Questo non uno strafichissimo trattato universitario scritto da
grandi professoroni che si fanno le pippe con le citazioni. Questo un
fottuto bigino scritto da uno studente pluribocciato che riuscito a
uscire vivo dall'inferno dei pazzi. scritto per chi non ha voglia di
sentirsi ripetere le cose dodici volte.
Ogni pagina una sopravvissuta. Il tribunale della noia, quello che
condanna a morte le sillabe inutili, non ha piet. Quindi se vuoi andare
avanti a leggere lascia qui la grammatica e prendi il coltello d'assalto.
Le idee che veramente ti servono dovrai strappartele coi denti.
Nota
Devo il titolo di questo libro alle discussioni con Enzo Baldoni.
Abbiamo lavorato a lungo insieme cercando di raccontare questi
ragionamenti su un modo diverso di affrontare i nodi della vita senza
cedere alle fascinazioni dei maestri e dei guru, delle discipline
autopunitive e noiose, delle teorie pompose e autoritarie.
Ma poi le nostre vite presero strade diverse...
Capitolo quarto
Appena ci si accorge che le nostre scelte e il nostro umore dipendono
dal dialogo tra le nostre diverse identit si acquisisce uno straordinario
strumento per migliorare la propria vita. Ma prima di parlare di questo
ti devo descrivere una mirabolante scoperta del dottor Richard Bandler
che ha risposto in modo imprevedibile a un'altra domanda
insignificante: Come ricordi un bel ricordo?
Come rispondi a questa domanda?
Viene da prendere il ricordo e raccontarlo.
Ma la domanda COME ricordi non COSA ricordi.
Che significa?
Possiamo ricordare in un solo modo!
Sbagliato.
Anche qui non ci rendiamo conto di un aspetto minuscolo ma
essenziale del modo di ricordare.
Quando ricordiamo come se rivedessimo frammenti del film di
quanto accaduto.
E come in ogni film noi possiamo vedere la scena da diversi punti di
vista.
Rivediamo la scena dai nostri occhi, in prima persona (in soggettiva
direbbe un regista) oppure vediamo il ricordo come se fossimo al
cinema, da fuori.
Mi guardo mentre prendo dalle mani del preside la coppa del
vincitore della gara di corsa.
Ed evidente che ricordare in prima persona, rivedere il film
originale, dal punto di vista del vincente, molto pi piacevole ed
emozionante che rivederlo in terza persona, da spettatore della propria
vita.
Essere l'interprete di s stessi, in questo caso, meglio.
Tra quelli che si alzano male al mattino i pi depressi sono coloro che
non riescono a provare piacere ricordando gli episodi belli della loro
vita perch li ricordano in un modo che cancella le emozioni.
E alla fin fine la loro vita non sboccia e niente va mai come potrebbe
andare.
Possiamo affrontare questa situazione analizzando per anni il Grande
Problema di ognuno, andare a cercare nel suo passato cause e
giustificazioni, oppure possiamo limitarci a comprendere in modo
essenziale l'origine storica del suo disagio e poi osservare che mentre il
passato non lo posso cambiare posso smettere di compiere alcune
azioni faticose che hanno il risultato certo di sabotare la mia vita in
modo travolgente.
Ad esempio posso smettere di dedicarmi a rievocare continuamente
tutti gli episodi pi dolorosi del mio passato.
Io credo che la psicoanalisi sia molto utile nei primi sei mesi, spesso
disastrosa dopo tale periodo.
Non sto dicendo che "se pensi positivo tutto ti andr bene", non ho
nessuna baccheta magica e anche a me capita di essere incazzato nero,
depresso, musone o rissoso.
Per mi capita un po meno. Ed meglio.
Spero che fino a qui tu condivida quel che sto scrivendo.
Ma io vorrei fare un passo ulteriore azzardandomi a dire che non solo
ci si pu rovinare l'umore ricordando bene solo gli eventi negativi, si
pu anche riuscire, usando sistemi analoghi a rovinarsi anche il
matrimonio, far fallire la propria attivit commerciale, minare il
rapporto con i figli, con gli amici, con i parenti e con l'esercito degli
Stati Uniti.
E tutto questo dovremmo evitarlo. Continuare a nuocere alla nostra
esistenza negativo e molto faticoso.
Attraverso esperimenti apparentemente stravaganti si dimostrata la
connessione tra l'insieme dei nostri atteggiamenti e le nostre capacit, le
reazioni delle persone che incontriamo e il nostro grado di
soddisfazione. Una serie di ricerche scientifiche e di indagini statistiche
ha poi determinato che esprimere un insieme di atteggiamenti positivi
non solo determina una maggior probabilit di successo sociale ma
anche una minor probabilit di incorrere in gravi incidenti, disastri di
varia natura, aggressioni e simili. Infine, da questi fattori dipende in
Capitolo quinto
Suggestionami con un sorriso Esperimenti sconcertanti sul rapporto
tra mente, corpo, emozioni, godimento sessuale e successo
professionale.
Alcuni comportamenti apparentemente privi di importanza sono
essenziali.
Sperimentare che possiamo cambiare subito un piccolo aspetto della
nostra vita (tipo come mi sveglio la mattina) pu introdurci in un
particolare sistema di pensiero. Un punto di vista nuovo che possiamo
identificare chiaramente a partire da una domanda: il destino di una
persona dipende dalle sue azioni?
Parrebbe ovvio rispondere in modo affermativo.
Ma riflettendoci sopra possiamo ricordarci che la gran parte di quel
che accade fuori dal nostro controllo e quindi dipende pi che altro
dal fato.
Innanzi tutto il fato che mi ha permesso di mangiare tutti i giorni
fino ad oggi.
Un miliardo di persone non ci riesce per la sola sfortuna di essere
nato povero in paesi miserabili.
E proprio perch di fronte al destino puoi fare molto poco diventano
importanti le intenzioni.
Per intenzione intendo quell'insieme di stato d'animo-desideriolivello di speranza-autostima che determina la differenza di risultati di
azioni simili compiute da persone diverse.
La storia di Caino e Abele una grande parabola in grado di spiegare
esattamente come stanno le cose.
Abele pregava, anche Caino pregava. Ma Dio preferiva le preghiere
di Abele. Abele parlava agli uccelli che lo ascoltavano felici. Anche
Caino parlava agli uccelli ma i volatili fuggivano spaventati. Si
dedicavano alle stesse azioni e ottenevano risultati opposti.
Non importa cosa fai ma come lo fai, diceva il saggio.
Le azioni sono solo una parte del modo nel quale cerchiamo di
influenzare la realt. Le intenzioni sono, in alcuni casi, pi importanti.
Certamente se una persona sta annegando essenziale portarla fuori
dall'acqua e farla respirare. In questo frangente l'intenzione che ti
spinge ad agire irrilevante nel semplice conteggio vita/morte.
Ma se il mio matrimonio in crisi non ci sono molte azioni da
compiere, necessario un passo di tipo mentale che ti permetta di
ritrovare lo spirito giusto per parlare con il tuo amore, tornare a giocare
insieme, a sedursi reciprocamente. In questo caso sono importanti i toni
della voce quanto le parole e il modo di annusare conta pi di quello
che dici.
Per un attore questo scontato, basta un movimento impercettibile
dell'anca, uno spostamento privo di significato dal punto di vista
razionale, per raddoppiare o dimezzare una risata.
Ma per persone che praticano altre professioni pu essere pi
complesso notare questa connessione di causa effetto tra uno
spostamento di peso tra un piede e l'altro e l'effetto di un importante
discorso.
Per questo sono stati realizzati dei test molto curiosi.
Ad esempio nel libro "In un battito di ciglia" scritto da Malcom
Gladwell ed edito da Mondatori riportato un test dove veniva
ingaggiato un gruppo di intervistatori e per essere certi che non
avrebbero influenzato gli intervistati veniva loro dato un foglio da
leggere fin dall'inizio dell'incontro: "Buon giorno, sono qui per farle
un'intervista, sto leggendo questo foglio per non influenzarla
inavvertitamente sulle risposte alle domande che sto per porle...." A
met degli intervistatori era stato detto che avrebbero ottenuto un 70%
di risposte positive e un 30% di risposte negative. All'altra met era
stato detto il contrario.
Il risultato fu esattamente quello che era stato profetizzato.
Cio gli intervistatori erano riusciti a trasmettere un messaggio in
grado di influenzare gli intervistati solo con il tono e il ritmo delle
parole e con il linguaggio corporeo.
Molto curioso un esperimento ideato da John Bargh. Un gruppo di
studenti furono convocati per un test in un'aula per raggiungere la quale
era necessario percorrere un lungo corridoio. Il test consisteva nel
Capitolo sesto
Il crollo delle capacit dopo una domanda scortese
Una semplice parola pu non solo determinare variazioni nella
velocit di una persona che cammina ma anche modificare le capacit
di ragionamento e la memoria.
Claude Steel e Joshua Aronson, ricercatori statunitensi, sottoposero a
un test da scuola media superiore un gruppo di studenti universitari
neri.
A met di loro fu consegnato, insieme al test, anche un modulo da
compilare che richiedeva di specificare il colore della pelle.
Questi soggetti si sentirono forse irritati dalla domanda razzista del
questionario o discriminati o inferiori, comunque sia il risultato fu che
la maggioranza ebbe difficolt notevoli nel rispondere alle domande
mentre il gruppo di studenti ai quali non fu chiesto di specificare la loro
appartenenza etnica non ebbero problemi.
Tutti queste prove ci inducono a pensare che tra gli esseri umani ci
sia uno scambio intensissimo di segnali inconsci.
E ci induce anche a pensare che continuamente il nostro modo di
pensare e il nostro umore influenzino le nostre capacit e la nostra
salute.
In Svezia un gruppo di ricercatori ha condotto un'indagine
psicologica su un gruppo di settantenni cercando di dividerli in due
grandi categorie: gli ottimisti gioviali e i pessimisti incazzosi. Dopo
dieci anni i ricercatori tornarono al lavoro per verificare quanti erano
ancora vivi.
E scoprirono che i gioviali ottimisti erano sopravvissuti molto di pi
degli incazzosi. Un atteggiamento negativo fa male alla salute. E inoltre
chi simpatico e ottimista ha pi amici e pi aiuti dai propri cari e
questo fa bene.
Una ricerca statunitense ha invece mostrato un'anomalia statistica
scioccante: tra le anziane appartenenti a gruppi etnico religiosi
particolarmente attaccati alle tradizioni si verifica un arresto quasi
di un'impresa.
Quindi i manager pi accorti hanno investito somme considerevoli
per tentare di limitare questo tipo di danni.
E spesso le soluzioni escogitate con successo stupiscono. Fanno a
pugni con il modo corrente di immaginare la soluzione dei problemi.
Ad esempio, alcune aziende informatiche hanno raggiunto risultati
economici notevolissimi, distribuendo a tutti i dipendenti piccoli gadget
di cartoncino, simili ai dischi orari, i segnatempo che si espongono sul
cruscotto dell'auto nei parcheggi a tempo limitato. Ma non erano dischi
orari: sul davanti dei due cartoncini accoppiati, invece di un orologio
era stampata una faccia. Muovendo la rotellina sul dietro del cartoncino
cambia la bocca e cos la faccia ha un'altra espressione diventando via
via triste, incazzata, perplessa, allegra, ridente.
Come pu un simile aggeggio idiota aumentare gli utili e il fatturato
di una grande azienda?
Gli impiegati lo appendono sulla porta del loro ufficio o lo
posizionano sulla propria scrivania e lo usano per segnalare ai colleghi
il loro stato d'animo.
Cos, se vedi che il tuo collega si segnala come incazzato duro,
magari per rivolgerti a lui aspetti che sia di un umore migliore oppure,
se proprio non ne puoi fare a meno, gli parli con un atteggiamento
particolarmente gentile.
Questo semplice accorgimento porta le persone a una visione di s
pi gratificante (il mio umore importante e viene considerato come un
elemento essenziale per il buon funzionamento dell'azienda). Mi sento
meglio, mi vedo importante, aumenta la mia autostima e la mia
positivit e faccio meno errori, sono pi convincente con i clienti, trovo
soluzioni migliori ai problemi e collaboro con pi gusto con i miei
colleghi.
Non hanno importanza i cartoncini e le merendine in quanto tali ma
per il messaggio che sottintendono.
Capitolo settimo
Guadagna montagne di euro stupendo i tuoi dipendenti.
Un altro accorgimento che offre grandi risultati quello di dare
maggior importanza al luogo dove sono poste le macchinette per il
caff.
Avete presente i dispenser automatici? La macchinetta viene
generalmente piazzata in fondo a un corridoio (tipo "Camera caff").
Se volete fare i soldi dovete buttare via queste macchinette. Prendere
una bella sala riunioni, metterci comode poltrone, piante, dipinti alle
pareti, musica e offrire bevande gratuitamente. Inoltre conviene non
essere troppo fiscali sul tempo dedicato dagli impiegati alla pausa caff.
Si calcola che il lavoro veramente produttivo di un impiegato sia
comunque molto inferiore alle ore lavorate. Gli impiegati perdono
comunque un sacco di tempo: ore. Quindi se un dipendente passa dieci
minuti o mezzora in una pausa ristoratrice non fa differenza. Ma se
dopo aver sprecato mezzora, lavora con un minimo di impegno in pi,
l'azienda ci ha guadagnato. Inoltre, la stanza delle bevande calde, se
confortevole, diventa uno snodo informale delle comunicazioni tra i
dipendenti. Si incontrano colleghi di diversi settori ed possibile
avvicinare i capi direttamente. In questo modo si crea una via di
comunicazione parallela e magari si evita che alcuni messaggi prioritari
si perdano nel marasma delle e-mail di routine. E magari
un'informazione urgente riesce ad arrivare subito al dirigente saltando
le vie gerarchiche e permettendo di evitare un danno grave.
Sono ormai migliaia le grandi aziende che per aumentare la
produttivit utilizzano un insieme di tecniche che apparentemente non
hanno nessun nesso con la reale efficienza dell'azienda. Ciononostante i
risultati sono indiscutibili.
Concedere che in un giorno alla settimana si possa vestire casual o
portare i bambini in ufficio, dedicare porzioni di tempo retribuito alla
ginnastica collettiva, alla siesta pomeridiana, al volontariato, a gite
sociali, sono iniziative che vengono adottate sempre pi spesso dalle
aziende semplicemente perch consentono di guadagnare pi denaro.
Molto pi denaro.
A furia di osservare spasmodicamente l'influsso degli eventi pi
disparati sul funzionamento delle aziende sono state realizzate
osservazioni curiose che rovesciano il punto di vista dei luoghi comuni
su cosa determini il successo.
Ad esempio, alcuni sostengono che una sede produttiva che arrivi a
superare i 150 dipendenti affronta sempre una crisi di produttivit. Si
ipotizzato che ci dipenda dal fatto che una persona abbia difficolt di
riconoscere pi di 150 volti all'interno del contesto aziendale. Se ci
sono 151 dipendenti la nostra mente si arrende e non riesce pi ad
associare, a ogni faccia, compito e ruolo. Si perde quindi la capacit di
sviluppare linee di comunicazione trasversali e informali e inoltre si ha
un crollo dell'identificazione tra dipendenti e azienda. 150 persone sono
una famiglia. 151 persone sono una folla anonima e potenzialmente
ostile. I dipendenti si sentono insicuri, sbagliano maggiormente,
avvertono meno la responsabilit individuale, gli errori e gli sprechi
aumentano, crescono i costi e scendono i fatturati.
E il danno talmente notevole che ormai parecchie aziende si
sobbarcano i costi di sdoppiare un dipartimento anche fisicamente,
raddoppiando mense e ogni tipo di servizio, pur di non superare il
numero di 150 addetti per ogni sede.
Un'altra prova indiretta di questo rapporto tra immagine di s del
singolo lavoratore, immagine dell'azienda e risultati economici, ci viene
dall'osservazione dei risultati ottenuti grazie ai corsi aziendali.
L'aspetto strabiliante che tutti i corsi danno come risultato un
aumento della produttivit nei primi sei mesi a prescindere dalla qualit
dei corsi stessi.
Non importa cio cosa si insegna e se gli insegnanti sono capaci o no.
Il fatto stesso che un'azienda investa denaro ed energie
nell'organizzazione dei corsi d ai dipendenti una sensazione positiva,
un segnale di attenzione che induce il personale a lavorare con maggior
impegno. Inoltre i corsi sono un'ottima occasione di socializzazione e
tendono a creare una situazione emotiva migliore tra i colleghi, uno
spirito di squadra. E se l'insegnante particolarmente idiota
paradossalmente pu funzionare anche meglio perch tutti si coalizzano
contro di lui e questo galvanizza il senso di appartenenza.
Capitolo ottavo
L'uomo che i rapinatori adoravano
chiaro che capire come disinnescare questi meccanismi distruttivi
sarebbe una notevole scoperta, capace di migliorare la vita di chiunque,
visto che tutti pi o meno tendiamo a mettere in scena certi drammi pi
e pi volte nella nostra vita. E in quest'arte del ripetere le esperienze
negative siamo dei veri maestri disposti, per riuscirci, a qualunque
sacrificio.
Waslawich, grande precursore di questo tipo di ricerca
comportamentale, si imbatt in un uomo che aveva subito pi di 70
rapine. Un numero effettivamente enorme: alla maggioranza delle
persone non capita mai di subire una rapina. Alcuni molto sfortunati
vengono rapinati 3, 4 o 5 volte. Subire dieci rapine un fatto
eccezionale... Ma 70 rapine un numero esagerato.
Sembra addirittura impossibile incontrare 70 rapinatori, in una sola
vita, e tutti in luoghi dove sia pensabile eseguire una rapina...
La domanda che si posto Waslawich osservando questo super
depredato stata: come fa a farsi rapinare cos tanto?
Quali gesti compie? Che modo di camminare usa per indurre in ogni
rapinatore che gli passa nel raggio di 100 metri l'irresistibile impulso a
rapinarlo?
E se quest'uomo cambia il modo di vedere se stesso, smette di essere
rapinato costantemente? Esiste qualche cosa di impalpabile che emana
da ognuno e determina le reazioni altrui?
Kate Miner, una miliardaria americana, ha risposto in parte a questa
domanda con un esperimento sociale di grandi proporzioni che ha
coinvolto migliaia di donne che vivevano per strada dormendo sui
marciapiedi riparate da cenci e cartoni. Questa donna aveva guadagnato
miliardi gestendo una catena di boutique d'alta moda ed era convinta
che un abito firmato pu fare miracoli.
Compr un mega camper con rimorchio a due piani, lo attrezz come
un beauty center e inizi a girare gli Usa. Con l'aiuto di un gruppo di
Capitolo nono
Non puoi restare triste a lungo. troppo pericoloso!
Quando siamo disperati perch un grande amore finito, abbiamo
difficolt a credere che ci innamoreremo di nuovo.
In effetti alcuni riescono a rovinarsi la vita a causa di un unico grande
amore finito male. Generalmente sono persone che si incazzano e sono
pessimiste.
E indovina che tipo di voce usano per motivarsi al mattino? E come
ricordano i loro momenti migliori?
Ma anche quelli pi ottimisti quando si arrabbiano tendono a vedersi
in una situazione che almeno momentaneamente non ha via d'uscita.
Anche se si ottimisti impossibile essere sempre dell'umore
migliore vivendo in una societ cos ingiusta e schizofrenica.
La domanda a questo punto : si pu agire in modo tale da ridurre i
momenti incazzati, annoiati o tristi?
Quando sei in quello stato mentale pessimo tutto ti sembra nero. Hai
una visione diversa di te e del mondo.
A volte sai benissimo che basterebbe che una certa persona dicesse
una certa parola per sciogliere tutta la tua negativit e il tuo malessere.
Ma sei molto esigente a proposito dell'esatta natura di quel segnale.
Non fai sconti sulla password. Dev'essere esatta.
A volte proprio necessario essere tristi o incazzati. Prendere
coscienza di lutti, fallimenti o ingiustizie subite un passaggio
irrinunciabile della nostra vita. Ma oltre un certo punto di sofferenza si
entra nel territorio abitato dagli spiriti che si crogiolano nel dolore e
nella rabbia e in questo stato mentale. Sei nel regno delle seghe mentali
masochiste. E, come si detto, rotolarsi nel fango del dolore fa
malissimo alla salute, rende incapaci di superare test elementari e ci
trasforma in persone poco affascinanti.
Ma come faccio a superare questi stati depressivi?
Cosa succede se adotto verso questi momenti lo stesso atteggiamento
della miliardaria americana che veste lussuosamente le barbone?
Capitolo decimo
Reagisci alle situazioni! Se non ti muovi finisce che ti puzzano i
piedi.
Non voglio raccontarti storie di piccoli malesseri risolti con un
trucchetto. No, andiamo a prendere le esperienze pi dure a cui possa
essere sottoposto un individuo. Parliamo di campi di concentramento,
di carceri disumani. Quelli che mantengono l'equilibrio mentale ci
riescono perch evitano la spersonalizzazione.
A volte ci riescono grazie a piccoli giochi mentali apparentemente
insignificanti.
Non importa cosa fai. Importa che lo fai e che per te sia importante
farlo.
Se guardiamo tutte le persone che sono riuscite a sopravvivere
spiritualmente e mentalmente all'orrore dei campi di concentramento
nazisti vediamo che tutte hanno inventato qualche cosa che desse loro
la forza di resistere. E questo qualche cosa l'atto stesso di agire
opponendosi psicologicamente all'annientamento.
Scacciare la tristezza, la depressione e l'apatia che ci travolge quando
il destino ci colpisce di per s un atto capace di proteggerci.
Nei campi di sterminio c' chi salva la propria mente disegnando con
bastoncini di legno carbonizzati su minuscoli foglietti e chi compone
romanzi imparandoli a memoria perch non ha la carta.
Questo atteggiamento attivo non d la certezza di sopravvivere. Non
sappiamo quanti tra quelli che adottarono uno spirito reattivo morirono
nei campi. Per sappiamo di per certo che tutti quelli che ne uscirono
vivi e ancora pensanti fecero qualche cosa per riuscirci: non si
lasciarono travolgere dallo sconforto.
Tutti quelli che non reagirono alla disperazione furono annientati.
Uno dei prigionieri americani in Iran ai tempi della rivoluzione di
Khomeini, reag alla segregazione in una cella minuscola trasformando
l'idea di cella.
Capitolo undicesimo
Malati che reagiscono e medici ottimisti
Conosco persone stupende che hanno lottato contro la malattia ma
non ce l'hanno fatta e sono morte.
Conosco persone che hanno lottato e sono sopravvissute.
Ma non conosco persone che siano sopravvissute senza lottare, senza
diventare parte attiva nella cura.
Esistono molte ricerche su guarigioni inspiegabili clinicamente
documentate (Guarigioni straordinarie, quando il corpo guarisce se
stesso, di Marc Ian Barasch e Hirshberg Caryle, ed. Mondadori).
Alcuni ricercatori francesi hanno studiato pi di 3000 guarigioni
"impossibili" scoprendo che per ottenerle i malati erano ricorsi a 1500
terapie diverse.
L'aspetto pi interessante di queste guarigioni che un sistema di
cura funziona solo per due o tre persone al massimo. C'era chi era
guarito con la macrobiotica, chi grazie a un santone, chi si era gettato
nel fiume ghiacciato prima dell'alba, tutte le mattine per mesi, chi aveva
scalato le montagne, chi aveva pregato un Dio, chi si era semplicemente
affidato a un medico normale del quale aveva fiducia...
Ma non si conosce nessuno che abbia ottenuto una guarigione
inspiegabile senza coinvolgersi emotivamente nel desiderio di guarire. I
pazienti apatici, pessimisti, che non si amano, semplicemente muoiono.
E questo ragionamento comprovato da tutte le ricerche che ci
dicono che un medico simpatico guarisce mediamente un 30% in pi di
pazienti. Riesce a smuovere la fiducia nel malato e questo solo fatto ha
l'effetto
di
moltiplicare
l'efficacia
della
cura.
E anche la potenza dell'effetto placebo stupefacente.
Dal
libro
Guarire
( http://www.commercioetico.it/libri/jacopo-fo.html)
Ridendo
sull'incredibile interconnessione tra tutti gli aspetti della nostra vita, del
nostro modo di pensare, del nostro umore e della voglia di reagire e
vivere c una prova statistica colossale che dovrebbe toglierti ogni
dubbio. Se prendiamo i dati sulla durata della vita umana suddivisi per
categorie sociali scopriamo che ovunque le persone che hanno una
buona posizione economica vivono di pi. E questo lo potremmo anche
spiegare dicendo che i ricchi mangiano meglio, vanno di pi in
montagna a ossigenarsi i polmoni e spurgare lo smog e hanno accesso a
cure mediche migliori. Ma se andiamo a vedere le differenze di vita
media nelle categorie benestanti scopriamo che non sono i pi ricchi a
vivere di pi. I super manager da 200 milioni di dollari all'anno vivono
molto meno degli scrittori, dei professori universitari e degli attori. E
tra gli attori non vivono di pi quelli che incassano pi soldi ma quelli
che hanno preso l'Oscar.
Superata una certa soglia di reddito l'uso che si fa della mente e lo
stato d'animo determinano la durata della vita pi della ricchezza.
Vivono pi a lungo in fatti i professionisti che non vanno in pensione e
non smettono di utilizzare la creativit e quelli che battono tutti sono gli
scienziati che non sono certamente i pi danarosi. Sar perch
conducono una vita mediamente pi ordinata delle pop star e si
allenano maggiormente a capire il mondo?
Andando avanti a analizzare i dati sulla sopravvivenza umana
troviamo altri elementi che confermano il ruolo importante dei fattori
mentali ed emotivi.
Ad esempio le persone sposate vivono pi a lungo dei singoli.
In questo situazione gioca anche il fattore tranquillit. Chi sposato
si sente mediamente pi tranquillo, protetto.
I criminali, che non sono per niente tranquilli, soffrono di una serie di
malattie devastanti. In particolare sono colpiti in modo statisticamente
incredibile da gravi degenerazione della prostata, dei reni e del fegato.
Fanno eccezione i condannati all'ergastolo che, ad esempio negli Usa,
sono estremamente longevi.
In fondo il carcere un posto molto tranquillo dove la socializzazione
e il contatto umano non mancano mai.
Capitolo dodicesimo
Cosa fare con il dolore.
Credo di aver dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che c' modo
di sapere, in anticipo, quante probabilit ha una persona di vivere a
lungo semplicemente osservando aspetti apparentemente secondari
della sua vita.
Alzarsi bene al mattino, ricordare in modo emotivamente
vantaggioso, essere protagonisti del proprio benessere, essere socievoli
e ottimisti, svolgere un lavoro creativo e soddisfacente sono elementi
che contribuiscono tutti insieme a determinare la durata della vita.
Ne discende che la prima preoccupazione di una persona sensata
dovrebbe essere quella di impegnarsi per riuscire a svegliarsi in modo
gradevole, avere bei ricordi, essere di buon umore, dedicarsi all'amore,
alla convivialit, all'arte o alla scienza.
So che questa affermazione porter molti a sorridere: con tutti i casini
che abbiamo non sempre c il tempo di occuparci del progetto
complessivo della nostra esistenza. I fatti quotidiani, gli eventi
imprevisti, gli attacchi di panico, i disastri, le delusioni d'amore ci
travolgono e non viviamo seguendo un nostro progetto ma cercando di
rispondere colpo su colpo alle evenienze quotidiane.
Sostanzialmente viviamo occupandoci dei grandi problemi che ci
vengono addosso e cercando di affrontarli o almeno di non essere
stritolati.
Ma proprio qui sta il problema! Come sopravvivere agli incomodi
della vita?
Lasciare che il dolore o l'ansia ti travolgano ti costa duecentomila
chilotoni di energia vitale.
Rinunciare a inventarti una tua personale strategia alla Mandela uno
sperpero colossale di calore umano.
Non puoi permettertelo.
Anche perch se ti regali il tempo di studiare una strategia globale
rischi di scoprire che possibile farla finita con una parte considerevole
dei tuoi problemi.
uno squilibrio grave. Il dolore una lettera che una parte del corpo
invia al cervello per ottenere aiuto. Il dolore non la manifestazione
della malattia ma parte del meccanismo di autocura naturale. Quando
il dolore raggiunge pienamente la mente essa reagisce innanzi tutto
secernendo sostanze che arrestano il dolore. Quindi se invece di opporci
al dolore lo lasciamo viaggiare fino alla nostra mente otteniamo
inizialmente un rapido aumento della sensazione di dolore ma,
raggiunto un certo livello, questa inizia a diminuire perch ha esaurito
la sua funzione di messaggero e il cervello la spegne.
Questo modo di affrontare il dolore molto pi efficace del tentativo
di resistergli.
Ma esiste una terza procedura che ancora migliore. Non resistere
alla sofferenza. Non dedicarsi ad ascoltarla. un metodo che i Sik
dell'India propongono da secoli e ha effetti strabilianti: consentire al
dolore di esistere in tutta la sua grandezza ma contemporaneamente
consentire a tutte le altre sensazioni di essere completamente presenti
alla nostra attenzione. La differenza rispetto al semplice arrendersi al
dolore apparentemente minima ma in realt sostanziale. In questo
caso io non mi arrendo al dolore. Il concetto di semplice ascolto del
dolore prevede una mia posizione passiva. Ma io non devo essere
passivo di fronte alla sofferenza. Il male che provo, di per s, chiama
all'azione. Si tratta di un'emergenza. Quindi devo agire. Ma non devo
agire opponendomi al dolore. Guardo il dolore senza resistere, senza
contrarmi, senza chiudermi all'emozione negativa che scatena dentro di
me. Le fitte lancinanti mi fanno sobbalzare, mi scuotono, mi spingono a
scegliere tra azione e disperazione.
Il mio impegno, la mia intenzione non nell'ascoltare il male che
provo o nel resistergli. Il dolore il centro del problema ma io non me
ne occupo in nessun modo direttamente.
Non faccio niente per lui. Non gli do un grammo della mia energia.
Non ne ha bisogno.
Il dolore si impone da s con la sua orrenda sgradevolezza alla mia
attenzione quindi non ha bisogno che io gli dia altra energia. Resistere
alla sofferenza o ascoltare il dolore sono comunque due azioni che
prevedono di investire energia sul dolore, sul problema del dolore.
Questo investimento energetico d forza alla sofferenza, le permette di
dominarmi. Pi me ne occupo, la temo, la studio, la ascolto, pi essa
Capitolo tredicesimo
Quando il centro del problema troppo grosso meglio evitarlo
A questo punto mi chiedo se tu condividi questo punto di vista sul
dolore.
Il dolore meglio non affrontarlo dedicandosi a qualche cosa di pi
gradevole?
Dobbiamo affrontare il dolore non affrontandolo?
Se la tua risposta s ti comunico che sei in grave pericolo e rischi di
perdere per sempre la possibilit di entrare nel ristrettissimo cerchio dei
Membri Onorevoli del Club dei Soffritori Professionisti: non ti
inviteranno mai alle loro feste di fine d'anno durante le quali divorano
grandi quantit di ciliegie di granito rovinandosi la dentatura.
Mi hanno insegnato che un vero uomo affronta sempre, di petto, il
cuore del problema. Ma giunto a essere nonno e dopo una profonda
riflessione durata un decennio sono pronto ad affermare che affrontare
il centro del problema una stronzata pazzesca!
NON bisogna affrontare il centro del problema.
molto meglio spostare l'attenzione dai grandi progetti colossali,
complessi e lontani che vediamo in maniera confusa, alle azioni che
possiamo condurre immediatamente su aspetti della realt facili da
affrontare e che possono dare piccoli risultati subito.
la Teoria del Contesto ed un punto essenziale della nostra ricerca
di una vita migliore.
Se ti incaponisci a mettere al centro della tua esistenza il tuo grande
problema (il dolore ad esempio) la grandezza stessa della difficolt
annichilisce la tua fiducia e ti getta nello sconforto. Aumenta cos la
gravit del problema.
Questo modo di pensare contiene una totale rivoluzione.
Prova a ripercorrere i passaggi che compie la tua mente razionale
quando qualche cosa ti fa incazzare o ti minaccia.
Capitolo quattordicesimo
Perch discutere con la gente quando cos facile ucciderla?
Urge domandarsi: "Cosa sto facendo? Sto adottando la procedura del
guerriero neolitico o sto progettando una strategia efficiente per ridurre
il costo dell'esistenza?" Porsi questa semplice domanda, infatti, ci porta
a adottare scelte pi sensate e vivere meglio e pi a lungo.
E una volta che hai ragionato su questa questione e hai scelto di
seguire questa via (dopo attenta valutazione dei pro e dei contro) avrai
realizzato una mutazione permanente nel tuo modo di pensare. Una
volta che avrai sperimentato con successo l'effettiva convenienza di
questa procedura non ti verr pi in mente di seguire la via del
troglodita.
Ma attenzione: appena inizi a pensarla in questo modo ottieni una
incredibile ondata di benefici.
La semplice adozione di questo modo di pensare crea
spontaneamente e naturalmente, senza alcuno sforzo da parte tua,
l'emergere di una scala di valori diversa.
Quando si comprende l'interrelazione tra gli aspetti fisici, emotivi,
mentali e sociali si invertono automaticamente alcuni criteri di
valutazione che caratterizzano pesantemente il nostro modo di essere.
Dedicare energia a osservare i particolari che costituiscono il contesto
di ogni grosso problema significa innanzi tutto dare valore all'ascolto.
Ascolti di pi e agisci di meno. Invece di dedicarti a molte azioni
confuse cerchi di portare a termine un'iniziativa particolare.
Se ascolti veramente compi un'azione molto complessa.
Ancora una volta siamo arrivati a un comportamento apparentemente
insignificante che per in grado di fare una grande differenza nel
destino delle persone.
Capitolo quindicesimo
La mente mente in modo insistente.
Il nostro cervello dal punto di vista tecnico un organo di tipo
particolare che funziona secondo regole precise. Si evoluto durante
milioni di anni adattandosi alle esigenze umane. Ma nell'ultimo secolo i
mezzi di comunicazione hanno ottenuto un livello di crescita talmente
esplosivo che la quantit di ore che dedichiamo al lavoro mentale
razionale decuplicata.
L'umano moderno vive angosce esistenziali e ansie sconosciute ai
nostri antenati. La sofferenza psicologica dell'uomo moderno enorme.
L'animale prova dolore fisico ma incapace di un dolore spirituale
come lo intendiamo noi. Gli manca la capacit di arrovellarsi, di
compatirsi, di crogiolarsi nei propri ricordi peggiori scegliendo i pi
tremendi. E sopratutto l'animale non ha la capacit di temere il futuro,
di immaginare con dovizia di particolari masochisti tutti i modi nei
quali potremmo soffrire e morire, insieme a tutti i nostri cari.
L'essere umano ha elaborato un modo di soffrire che nessun animale
pu sperimentare. Noi soffriamo tutto il dolore che patiamo e tutto il
dolore che la nostra mente capace di inventarsi.
E tanto pi l'umanit cresce tanto pi crea nuovi sistemi per
aumentare il dolore mentale.
Quante volte in un anno un umano primitivo incontrava la morte e
sentiva risvegliarsi la coscienza della propria fine futura?
Certamente non gli capitava tutti i giorni.
L'umano moderno spende notevoli cifre di denaro per poter vedere
decine di volte al giorno omicidi e massacri veri e cinematografici.
Ci autobombardiamo con l'idea della morte. La morte fa parte della
nostra quotidianit. Anzi del nostro divertimento.
Siamo condannati morte che passano la vita a vedere immagini di
gente che muore o che appena morta. Decine di volte al giorno. E
decine di volte al giorno la nostra mente si focalizza su ogni sorta di
violenza e di disgrazia.
Capitolo sedicesimo
Voglio sposarti per fare un bel matrimonio che costi uno spavento.
Poi per non rompere che vuoi le coccole. Sono gratis. Sicuramente
non valgono niente.
Tutti sostengono di dedicare tempo alla persona che amano. Ma non
vero. Non c' ascolto. Non c' la ricerca del piacere reciproco.
una sorta di malattia. Sappiamo che massaggiarci l'un l'altro fa
bene alla salute, eroticizzante, d benessere psicologico, rinsalda la
solidariet di coppia e aumenta l'attrazione sessuale. Ma quanti mentre
guardano il televisore seduti sul divano a fianco del proprio amore, gli
prendono un piede in mano e gli fanno un massaggio?
Non costerebbe niente ma non in cima alle nostre priorit e ce lo
dimentichiamo.
Ma appena metti in discussine, tra te e te, questa scala di valori, ti
viene subito da dire: fermi tutti, ma io cosa vivo a fare?
una banalit abissale dire che di fronte alla morte poche cose hanno
un senso. Solo i momenti belli che hai vissuto fino in fondo, che hai
ascoltato pienamente, sono capaci di intenerirti il cuore anche di fronte
alla morte e darti la forza di lasciarti andare, di accettare che la tua
esistenza terrena debba finire, riuscendo a farti conservare la
soddisfazione di avere vissuto.
In quel momento il pallottoliere del punteggio della vita non registra
nient'altro che la somma dei piaceri incontaminati.
Tenere in braccio tuo figlio un piacere incontaminato.
Guardare il tramonto lasciando che le vibrazioni della persona che
ami, seduta a fianco a te, entrino nella tua anima un piacere
incontaminato.
Questo l'unico punteggio che vale.
Ed ecco che sono arrivato al punto pi difficile di tutto il libro.
Finora ho parlato solo di esperienze che sono patrimonio di chiunque
si trovi a leggermi. Ma ora devo parlare di qualche cosa che non
patrimonio di tutti.
E quindi qualche cosa che se lo conosci mi capisci al volo, se
invece non l'hai sperimentato non mi capisci proprio, anzi ti sembrer
che io stia dicendo la solita cazzata. Quel che dico infatti ancora una
volta una banalit addirittura solluccherosa e stantia per quanto
vecchia e logora.
La pratica del buon risveglio al mattino e della cura dei bei ricordi,
l'impegnarsi positivamente nella vita, l'uso di una procedura efficiente
nell'affrontare i problemi, l'ascolto che riposa la mente razionale e la
comprensione che nella vita l'essere pi importante dell'avere sono
cinque atteggiamenti che nel momento nel quale vengono adottati
generano una straordinaria sinergia.
Il primo effetto di questa sinergia che ti appassioni alla vita. La tue
esistenza inizia a essere una specie di film interattivo che ti appassiona,
ti incuriosisce e ti stupisce. Contestualmente inizi a diventare sensibile
alle coincidenze, ti capitano pi fatti strani, conosci pi persone. Non
un miracolo.
Appassionandoti alla tua vita diventi pi disponibile a guardare e ad
ascoltare e quindi prendi pi occasioni al volo, intrecci pi relazioni e la
tua vita si riempie di eventi e di storie, di casualit e di assonanze. Inizi
a sentirla come qualche cosa va da qualche parte.
C' suspance.
Ma succede un'altra cosa incredibile. Sperimenti uno stato superiore
della mente che altrimenti sarebbe irraggiungibile.
I mistici chiamano questo stato della mente illuminazione, nirvana,
satori, estasi mistica.
Se leggi attentamente le descrizioni di questa esperienza scoprirai che
si tratta di una totale apertura delle percezioni. Uno stato di beatitudine
nella quale sperimenti una diversa qualit di ogni esperienza. I colori
sono pi emozionanti, le forme pi definite, i sapori stupiscono la
mente, gli odori provocano delicate tempeste emotive.
Forse starai pensando a una situazione mitica della mente, quasi
irraggiungibile. Invece, scherzetto, ti sto parlando di un'esperienza che
hai vissuto pi volte.
Capitolo diciassettesimo
Arte: lo stato dell'estasi ha a che vedere con lo stato creativo.
Osservare cosa succede quando il nostro cervello lavora in modo
artistico ci permette di scoprire un altro aspetto poco conosciuto della
nostra mente.
Ancora una volta possiamo spiegare la natura di questo stato mentale
partendo da una semplice domanda apparentemente poco pertinente:
Chi uno scienziato?
Quale la sua dote essenziale?
Possiamo rispondere: un grande scienziato una persona che usa in
modo eccellente le sua mente razionale.
Ma questa risposta sbagliata.
Nessuno scienziato riesce a realizzare una scoperta importante
usando in modo eccellente la sua mente razionale.
Siamo abituati a pensare che le cose importanti che realizziamo
dipendano dalle capacit della nostra mente razionale. Si tratta di un
errore grossolano.
Dimostrarlo estremamente semplice perch tu lo sai gi. Ma anche
questa informazione censurata, nascosta, non affiora alla coscienza,
resta sepolta in un'area abbandonata della nostra mente.
Prova a realizzare un piccolo esperimento. Cerca di ricordare quando
hai scritto una lettera o una poesia che ti hanno dato emozione. Oppure
ripensa a quando hai parlato in modo appassionato a una persona:
mentre scrivevi o parlavi cosa succedeva nella tua mente?
Non stavi pensando alle parole, non stavi scegliendole. Quando
parliamo o scriviamo sospinti da un'emozione le frasi sgorgano perfette
e complete da un'area della nostra mente che non quella razionale.
La mente razionale, la mia identit, sta scrivendo (o parlando) sotto
dettatura. La razionalit ascolta le parole dettate dalla mente non
razionale e a volte resta persino stupita della bellezza dei vocaboli
scelti.
proprio impossibile.
Capitolo diciottesimo
Chi Superman?
Sei tu!
Quanto detto sull'arte e le idee geniali ha implicazioni a cascata sul
resto della nostra vita.
La mente non razionale generalmente considerata una piantagrane
da reprimere, senn chiss cosa ti combina.
colpa sua se mangiamo troppo, vogliamo masturbarci, copulare in
modo convulsivo, sbadigliare, grattarci, tirar su col naso, scoreggiare,
ruttare e mandare al diavolo la professoressa di matematica.
a causa della bestia incontrollata che dentro di noi che
combiniamo disastri e il nostro compito principale mantenerla sotto
controllo.
Senn le emozioni ti sfuggono di mano e sei finito.
Ecco: questo modo di pensare ha effetti disastrosi sulla tua vita. Tale
e quale svegliarti male al mattino.
Chi la pensa cos magari camper anche a lungo, se per il resto
socievole e ottimista, ma non riuscir mai a concludere un gran che.
E non solo dal punto di vista dell'arte, della scienza e del pollice
verde. Anche come persona non sboccer mai perch rester incapace
di lasciarsi andare alle emozioni e alla spontaneit.
Scoprire la nostra parte non razionale e le sue potenzialit
straordinario. Ti d la sensazione di poterti affidare, in certe situazioni,
all'altra parte di te, un'identit misteriosa che sei sempre tu ma che non
sai come funziona.
Succede. Arriva l'ispirazione e improvvisamente riesci a compiere
qualche cosa che ti sembrava impossibile. Michelangelo diceva di non
essere capace di creare statue ma di riuscire a vedere le forme nascoste
nel marmo.
Tutte le azioni che prevedono creativit, velocit di riflessi, forza
fisica, empatia, emozioni, meglio che siano vissute lasciando alla
E ci riuscii.
I due scienziati non si erano sbagliati, solo avevano parlato dei tempi
di reazione della mente razionale che molto pi lenta. Usando la
visualizzazione si commissiona il compito di prendere la banconota
alla parte non razionale: entrano cos in gioco i riflessi istintivi che sono
5 volte pi veloci.
E non dico 5 tanto per dire. Quando attivi completamente la parte non
razionale prendi la banconota entro il primo quinto della sua
lunghezza. Se usi la mente razionale casca per tutta la sua lunghezza e
tu non hai ancora stretto le dita. Questo succede perch la mente
razionale deve identificare i passaggi dell'azione: come se li
nominasse: la banconota cade! Dita chiudetevi! E questo percorso
troppo lungo. La mente non razionale vede l'immagine delle dita che
hanno preso la banconota e la realizza automaticamente, senza perdere
tempo a rielaborarla. Sono i riflessi della scimmia che guarda la banana
sull'albero, si immagina mentre la mette in bocca e si muove per
concretizzare questo istinto senza aver bisogno di pensare ai singoli
passi.
A questo punto decisi che dovevo capire come funzionasse il tiro con
l'arco giapponese.
Presi le Pagine Gialle e telefonai a un grosso negozio di attrezzature
per arti marziali e chiesi quanto costasse un arco giapponese.
Il commesso mi chiese di attendere e dopo un minuto arriv
all'apparecchio il proprietario del negozio. Desolato mi inform che per
motivi incomprensibili i giapponesi non volevano vendergli gli archi.
Telefonai ad un altro negozio e mi venne raccontata la stessa storia.
Pensai che fossero impazziti. Figurati! I giapponesi ti venderebbero
anche la mamma...
Telefonai alla sede nazionale dei tiratori d'arco giapponesi, a Milano,
e chiesi di comprare un arco.
Pensavo che gestissero loro il commercio in regime di monopolio. La
ragaza che mi rispose mi chiese: "Ma lei sa tirare con l'arco?" A questo
punto iniziavo a essere un po irritato: "Signorina vorrei comprare un
arco proprio per imparare a tirare, lei capisce che se non lo compro non
posso imparare?" "Forse meglio che parli con il Maestro..." Odio
quando fanno cos i militaristi...
dell'azione.
Questo difficile realizzarlo in una competizione fisica. Anche se sei
con un amico scattano meccanismi di gara: la mente razionale non
vuole abbandonare il controllo perch pensa di essere indispensabile. E
un conto aver capito che si tratta di un errore e un conto agire
altrimenti. Durante i corsi di Yoga Demenziale insegno questo esercizio
della spinta partendo dalla comprensione di quel che succede nella
creativit. Se una persona riesce a capire che mentre scrive qualche
cosa di appassionante la mente non razionale che inventa, riesce ad
avere pi fiducia nelle capacit dell'istinto. Poi propongo esperimenti di
pittura, sulle percezioni, il massaggio, la danza, il gioco. Alla fine le
persone hanno liberato la loro stima per la mente non razionale, si
fidano di lei, la amano e sono disposte a provare veramente la sua
abilit nel gioco di farsi spingere.
Se hai capito tutto questo discorso puoi certamente riuscirci senza
dover frequentare un mio corso. A me non l'ha insegnato nessuno. Per
fai attenzione allo stato d'animo col quale ti disponi alla prova. Devi
essere con l'energia e le emozioni molto alte e devi trovare tutta la tua
determinazione.
In effetti io ero avvantaggiato quando ci sono riuscito la prima volta
perch il mio maestro di kendo aveva liberato la mia parte animale (e la
mia fiducia in lei) attraverso un sistema molto antico e semplice: mi
picchiava selvaggiamente con un bastone di bamb tagliato in quattro
perch fosse flessibile e non provocasse fratture. Avevo addosso una
specie di armatura molto scenografica ma era una merda dal punto di
vista della protezione. Presi botte per 14 giorni. Tre ore di lezione al
giorno. Un incubo. Avevo il corpo coperto di lividi su lividi. Di tutti i
colori. Anche belli da un certo punto di vista.
Ma essere picchiati sui lividi del giorno prima era veramente
doloroso. Non riuscivo a fermare le lacrime. Il Maestro aveva un
metodo semplicissimo di insegnare, mi attaccava a bastonate
riducendomi nell'angolo della palestra e continuava a colpirmi urlando:
Tira fuori il Ki!!! Usa L'Har!!! (L'Har un punto energetico sotto
l'ombelico. Tre dita sotto l'ombelico. Una sfera immaginaria grande
quanto una mela che il centro dell'equilibrio e della forza istintiva.
Dal punto di vista occidentale una specie di succursale del cervello
dedita a compiti di bassa manovalanza. Se n' parlato recentemente su
Capitolo diciannovesimo
La scoperta dell'irrazionale.
Comprendere come funzionano riflessi e i muscoli non razionali
importante perch aumenta la fiducia in noi stessi, ci porta a credere
nelle nostre risorse naturali.
Spero che tu vorrai giocare con questi esperimenti elementari e che
verificherai strabilianti progressi nell'arte di centrare il cestino
dell'immondizia con un foglio accartocciato, prendere le chiavi di casa
che ti hanno lanciato al volo o giocare a ping pong.
Sapere che sei pi forte e veloce di quel che credevi aumenter la tua
autostima e tutto il resto.
Ma l'aspetto veramente rivoluzionario del rendersi conto di queste
capacit non razionali sta nel totale cambiamento dell'immagine che tu
hai di te.
Un conto affrontare il mondo da soli. Un conto sapere di
possedere un'identit segreta e selvaggia che all'occorrenza puoi
liberare.
Sei veramente come Superman, ti basta toglierti la camicia e far
apparire la tutina rossa per poter tentare l'impossibile.
E forse gi hai sperimentato nella tua vita questa opzione B senza
identificarla con sufficiente precisione.
importante conoscere queste tue possibilit fino in fondo. Solo cos
darai loro la fiducia che meritano.
E questa fiducia avr, per giunta, il potere di aumentare ancor di pi
queste capacit. Il tuo non razionale adora essere gratificato e quando lo
fai ti ricambia con entusiasmo.
Gli attori sono tra le categorie professionali che sperimentano queste
potenzialit nascoste.
Se vuoi recitare, infatti, non puoi permetterti di saltare uno spettacolo
solo perch stai molto male fisicamente. Perch tu non salga sul
palcoscenico non sufficiente che tu non sia del tutto vivo. Devi essere
Capitolo ventesimo
Vedere ci che non esiste.
Nessuna scuola normale contempla tra le sue materie un corso di
visualizzazione di un futuro migliore.
un vero peccato.
Ed ormai ovvio che sto per sostenere che la capacit di visualizzare
anch'essa una qualit indispensabile per vivere bene.
E ovviamente chi sprovvisto di questa qualit sta a pezzi, crepa
giovane, triste e solo e i cani fanno pip sulla sua tomba quando si
sentono malati.
E gi avrai capito che anche in questo caso non necessario che ti
sforzi per diventare un sognatore e salvare la tua anima.
Dobbiamo a Susan Parenti, grande amica e collaboratrice di Patch
Adams, l'idea che sognare a occhi aperti sia una delle capacit
essenziali di una persona.
Dalla capacit di sognare dipende la possibilit di realizzare
concretamente i desideri.
Susan Parenti inizi a interrogare i suoi pazienti chiedendo loro di
elencare e descrivere tutti i motivi di sofferenza e disagio. Lei ascoltava
senza interrompere o criticare, limitandosi a incoraggiare la persona a
parlare riempiendo i silenzi con domande aperte tipo cosa ti ricordi
d'altro oppure e poi?
I suoi pazienti riuscivano senza problemi a continuare a parlare di
tutto quello che non andava nella loro vita almeno per tre ore.
Quando avevano esaurito gli argomenti Susan chiedeva loro di
elencare e descrivere tutto quello che avrebbe potuto migliorare la loro
vita.
La maggioranza delle persone aveva difficolt a parlare per pi di
dieci minuti.
E Susan Parenti osserv che il rapporto tra il tempo che sappiamo
dedicare a descrivere i nostri disastri e il tempo che sappiamo impiegare
Capitolo ventunesimo
L'arte di consolare le vittime.
Ora vorrei permettermi un'osservazione di esagerata autostima nei
miei confronti.
Come sai, valorizzare l'autostima essenziale.
Probabilmente stai pensando che questo libro ti abbia gi comunicato
un numero sufficiente di informazioni e che non posso avere un gran
che d'altro da dirti. Generalmente la parte pi interessante dei libri la
prima met dove l'autore spara le cartucce migliori per poi dedicarsi a
rifinire i concetti.
Ma questo libro diverso.
Sto godendo mentre prefiguro lo stupore che ti coglier leggendo le
prossime pagine.
Quello che sto per dirti, non senza una vena leggermente sadica,
che il grosso del libro te lo sei scritto per conto tuo mentre leggevi.
Forse non ne hai avuto la sensazione ma qui abbiamo shekerato alcuni
elementi essenziali, alcuni cardini del modo di pensare arcaico.
In questo capitolo mi dedicher a cercare di dimostrarti che avendo
seguito fin qui il mio ragionamento tu hai dato un colpo tremendo alla
credibilit di un'intera montagna di vecchie idee. Se avrai voglia di
continuare a leggere ti accorgerai che sei disponibile a demolire alcune
architravi del pensiero dominante. E farlo ti regaler un piacevole
pizzicorino cerebrale e l'impressione che tutta la tua mente sia pi pulita
e tonica.
Ad esempio, molto probabilmente hai sempre pensato che se una
persona commette atti terribili contro l'umanit uccidendo, torturando e
derubando e se non vi nessun margine di possibile dubbio sulla sua
colpevolezza, sia giusto che questa persona venga punita (possibilmente
in modo drastico) o quanto meno sottoposta a un percorso rieducativo
che preveda la sua detenzione per molti, molti anni, visto che rieducare
un sadico maniaco criminale non cosa che si possa realizzare
velocemente. E a questo principio non ci sono possibili eccezioni.
Probabilmente sei anche del parere che una persona che aiuta un altro
Cos si ottiene che nessuno possa negare la verit di quei fatti. Non
esister mai nessuno in Sudafrica che potr mettere in dubbio la misura
dei crimini commessi perch vittime e carnefici hanno testimoniato, le
loro dichiarazioni sono state filmate e trasmesse in televisione. Ci sono
voluti anni per elencare, descrivere e comprovare l'enorme mole dei
crimini commessi.
Oggi c' chi nega i crimini nazisti, stalinisti, di Pinochet, dei
colonnelli greci o argentini. Questa situazione legata proprio al
tentativo di punire in modo vendicativo i colpevoli. Un procedimento
che genera automaticamente una difesa che cerca di negare le colpe.
E questa negazione degli orrori del passato, restando pi o meno
latente, semina odi e rancori inestinguibili.
Ma attenzione, non si tratta di rinunciare all'azione ma di sostituire
l'azione della vendetta con quella della presa di coscienza degli orrori.
Di fronte agli orrori non si pu non reagire.
In Jugoslavia, durante la seconda guerra mondiale il regime
filonazista croato realizz lo sterminio di pi di un milione di serbi.
Questo crimine fu censurato da Tito in nome della riconciliazione
nazionale. Non affrontare il bagaglio di dolore di un simile genocidio
ha avuto effetti pi devastanti dell'affrontarlo con lo spirito di vendetta.
Dopo qualche decennio il bubbone scoppiato. I giornalisti che
intervistavano i combattenti serbi della guerra etnica si stupivano di
sentir sommare i morti delle persecuzioni degli anni '40 insieme a quelli
degli anni '90. Per molti serbi la guerra non era mai finita, era restata
solamente congelata per 50 anni.
Ti ho convinto?
Step 2
Quanto saresti disposto a pagare per il lusso di poter lavare il sedere a
un moribondo?
Leggendo un racconto su Nigrizia, il giornale missionario dei frati
Comboniani, ho trovato la storia di una rete di assistenza sanitaria
autogestita dai contadini pi poveri del mondo. Una rete di solidariet
di villaggio: questi contadini si occupano di lavare e nutrire i malati
alleviando le loro sofferenze perlopi con qualche erba selvatica, vista
la quasi totale mancanza di medicine. La rivista pubblicava la lettera di
una ragazza che scriveva al comitato del villaggio. Pressappoco diceva:
e ansimando.
Chi vive solo, senza mai mischiarsi con molti altri suoi simili per
dedicarsi alle stesse attivit un povero desocializzato. una malattia
ed grave: corrode il gusto della vita.