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SDH

Gestione degli apparati SDH

FABRIZIO B ROCCOLINI
G IOVANNI C IMINARI
G IOVANNI P ICCIANO

Gli apparati SDH costituiscono forse uno dei primi esempi di nuove tecnologie per le
telecomunicazioni che, grazie soprattutto allelevato contenuto di software in esse presente, offrono agli operatori enormi potenzialit sia in termini di controllo delle funzionalit e delle prestazioni della rete sia in termini di nuovi servizi che possono essere offerti.
Gli aspetti di gestione di queste nuove tecnologie sono quindi tra i fattori chiave per rendere massimi i vantaggi che possono derivare dalla loro introduzione in rete.
Il presente articolo fornisce un quadro generale delle funzioni di gestione offerte dagli
apparati SDH, con particolare riferimento a quanto stato standardizzato a livello
internazionale allo scopo di consentire una gestione integrata di reti SDH multivendor,
costituite cio con apparati di costruttori differenti.
Questo articolo costituisce inoltre unintroduzione propedeutica al secondo articolo
sulla gestione SDH presente in questo numero, che invece dedicato allillustrazione
del sistema multivendor fatto sviluppare da Telecom Italia per la gestione della propria rete SDH.

1. Introduzione
I vantaggi che caratterizzano a livello di gestione
la nuova tecnologia di trasmissione sincrona, SDH
(Synchronous Digital Hierarchy), rispetto alla precedente tecnologia plesiocrona, PDH (Plesiochronous
Digital Hierarchy), possono essere sintetizzati in tre
punti principali: in primo luogo tutti gli apparati
SDH hanno integrate le funzioni che consentono la
configurazione, la supervisione e la raccolta dei dati
di qualit della rete da un punto di controllo centralizzato. In secondo luogo la remotizzazione del
controllo della rete SDH non richiede necessariamente lo sviluppo di una rete dedicata per le comunicazioni tra gli apparati ed i sistemi di gestione, in
quanto il trasporto dei comandi di gestione pu
avvenire sulla stessa rete SDH, negli appositi canali
della trama, indicati come DCC (Data Communication
Channel) della trama riservati a questo scopo. Infine,
la standardizzazione delle funzioni degli apparati
SDH rende possibile la gestione integrata di reti
multivendor, realizzate cio da apparati di diversi
costruttori.
Il presente articolo fornisce un quadro generale
delle funzioni di gestione offerte dagli apparati SDH,
con particolare riferimento a quanto standardizzato
nelle pi recenti normative internazionali.
Esso contiene innanzitutto una introduzione allarchitettura della rete di gestione SDH e ai principi

della TMN a cui questa architettura si ispira, con


particolare riferimento al ruolo svolto allinterno di
tale rete dai sistemi di controllo, dalla rete di comunicazione tra questi e gli apparati e dalle interfacce
informatiche standard (interfacce di gestione Q3)
definite per linterazione tra i vari componenti della
rete di gestione.
Successivamente, mediante la descrizione del
modello adottato per la rappresentazione di un apparato SDH a livello delle interfacce Q3, sono passate in
rassegna le principali funzioni di gestione offerte
dagli apparati SDH. In particolare sono indicate le
funzioni per il controllo della configurazione
hardware di ciascun apparato, delle sue principali
funzioni di trasporto e di protezione, del suo stato di
funzionamento (allarmistica) e delle prestazioni
offerte dalla rete (misura della qualit trasmissiva).
Infine viene fatto il punto sullo stato di recepimento a livello di prodotti commerciali di quanto
gi stato standardizzato per la gestione SDH.
2. La rete di gestione SDH
La rete di gestione SDH, SMN (SDH Management
Network) [1] la componente della rete TMN (Telecommunication Management Network) dedicata alla gestione
degli apparati SDH.
Come previsto dallarchitettura TMN, le funzioni

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di gestione, OSF (Operation Systems Functions),


possono essere suddivise in quattro livelli funzionali
(figura 1). Il primo livello, EM (Element Management),
comprende le funzioni per il controllo diretto dei
singoli apparati; il secondo livello, NM (Network

Figura 1

Architettura della rete TMN (Telecommunication


Management Network).

Management), fornisce le funzioni di controllo a livello


di rete; il terzo, SM (Service Management), include le
funzioni di supporto alla fornitura del servizio ai
clienti della rete e il quarto livello, infine, BM (Business Management), offre le funzioni di supporto ai
processi gestionali aziendali (quali, ad esempio, il
controllo degli investimenti, la pianificazione dei
servizi, la pianificazione della rete).
Lo scambio di informazioni tra i livelli funzionali
suddetti avviene attraverso punti di riferimento indicati convenzionalmente con la lettera q. A questi
punti di riferimento logici corrispondono interfacce
fisiche di gestione, indicate con la lettera Q, nel caso
in cui le funzioni di gestione sono distribuite su
elaboratori fisicamente distinti.
Per realizzare queste funzioni, pu infatti essere
impiegata una rete di elaboratori che svolgono il ruolo
di sistemi di controllo, OS (Operations System), e dialogano tra loro e con gli apparati da controllare, i NE
(Network Element), mediante interfacce informatiche
standard, denominate interfacce Q3.
Per lo scambio dei messaggi di gestione tra gli OS
ed i NE la TMN prevede lutilizzo di una apposita

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rete dati, DCN (Data Communication Network).


Una caratteristica di rilievo della rete di gestione
SDH consiste nella possibilit di realizzare la rete
DCN sfruttando in parte la stessa rete trasmissiva
SDH (figura 2).
La trama sincrona STM-N riserva infatti due appositi canali, DCC (Data Communication Channel), alle
comunicazioni tra gli apparati ed i sistemi di gestione.
Il primo canale DCC, al quale sono assegnati i
byte D1-D3 delloverhead della sezione di rigenerazione per una capacit di 192 kbit/s, accessibile da
tutti gli apparati SDH (anche dai semplici apparati
rigeneratori) ed riservato alla gestione SDH.
Il secondo canale DCC, al quale sono dedicati i
byte D4-D12 delloverhead della sezione di multiplazione per una capacit di 576 kbit/s, accessibile solo
nei punti di terminazione di una sezione di multiplazione SDH e pu essere impiegato come ausilio nella
gestione anche per applicazioni non SDH.
Il canale logico di gestione tra due apparati SDH,
che utilizza un canale DCC come supporto fisico,
chiamato canale ECC (Embedded Control Channel).
La rete di gestione SDH (SMN) pu essere suddivisa in pi sottoreti di gestione, SMS (SDH Management
Sub-network), ciascuna costituita da un insieme di NE
collegati tra loro mediante canali ECC (non si hanno
limitazioni nella topologia dei collegamenti ECC tra gli
NE di una SMS), e da almeno un NE, chiamato GNE
(Gateway Network Element), connesso allOS mediante

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Figura 2

Architettura della rete di gestione SDH.

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LA RETE DI GESTIONE SDH


La rete di gestione dei sistemi SDH, SMN (SDH Management Network) la
componente della rete TMN (Telecommunication Management Network) dedicata
alla gestione degli apparati SDH.
Essa pu essere costituita da pi elaboratori, nel ruolo di sistemi di controllo
(OS), che interoperano tra loro e con gli apparati da controllare (NE) attraverso
interfacce di gestione standard Q3, mediante il supporto di unapposita rete dati,
chiamata DCN (Data Communication Channel).
Una caratteristica di rilievo della rete di gestione SDH rappresentata dalla possibilit che la rete DCN possa essere realizzata in parte sfruttando la stessa rete
trasmissiva SDH e in particolare i canali DCC presenti allinterno delle trame
sincrone STM-N.
La rete SDH pu essere a questo scopo suddivisa in pi sottoreti (SMS), ciascuna
delle quali ha uno o due apparati (apparati gateway) che sono direttamente
connessi alla DCN esterna e fanno da tramite verso gli OS per tutti gli altri apparati della SMS raggiunti utilizzando i canali DCC allinterno degli stessi collegamenti trasmissivi SDH.

uninterfaccia di gestione Q esterna (figura 2). Le


interfacce di gestione degli NE che utilizzano i canali
ECC sono anche indicate come interfacce Qecc.
Ciascun NE di una SMS svolge sia le funzioni di
terminazione dei canali ECC - nella terminologia
OSI (Open System Interconnection) denominate funzioni
di ES (End System) - per i messaggi di gestione a esso
destinati, sia le funzioni di instradamento (routing) nella terminologia OSI denominate funzioni di
IS (Intermediate System) - dei messaggi di gestione
indirizzati ad altri apparati della SMS. Il GNE di una
SMS deve svolgere ad esempio funzioni di instradamento per tutti i messaggi tra il sistema di gestione e
qualunque altro apparato della SMS di appartenenza.
La rete di gestione SDH, come la stessa rete
TMN, prevede lutilizzo di interfacce di gestione
standard denominate interfacce Q3 per linteroperabilit degli OS con i NE e degli OS tra loro.
La definizione di uninterfaccia di gestione
richiede, in genere, di individuare
a. un insieme di funzioni di comunicazione per lo
scambio delle informazioni di gestione tra i due
sistemi da interconnettere;
b. una forma di rappresentazione comune ai sistemi
che colloquiano attraverso linterfaccia dellinformazione di gestione (modello informativo).
In particolare, le interfacce Q3 si basano sugli
standard di gestione dei sistemi OSI (si veda il
riquadro di pagina 63) che per le funzioni di comunicazione prevedono ladozione dei sette livelli della
pila OSI e del relativo protocollo di gestione CMIP
(Common Management Information Protocol) e per la
definizione del modello informativo lutilizzo dei
concetti legati alla progettazione orientata ad oggetti
(object-oriented design) e ladozione del linguaggio di
specifica GDMO (Generic Definition of Managed Objects)
(si veda il riquadro di pagina 62).
Le funzioni di comunicazione sono invarianti

rispetto al tipo di risorse gestite e costituiscono la


base comune di tutte le reti di gestione TMN,
mentre il modello informativo, che descrive le funzioni
delle risorse gestite, specializzato per ogni tecnologia (sono stati definiti, ad esempio, un modello
informativo SDH, un modello informativo ATM, un
modello informativo per le reti di accesso).
3. Modello informativo dei sistemi SDH
Il modello informativo standard per la gestione
degli apparati SDH definito nella Raccomandazione
ITU-T G.774 [2] e nel documento ETSI ETS
300304 [3].
Esso copre gli aspetti di gestione del generico
apparato SDH e pu essere applicato a una
qualunque delle tipologie di apparati SDH definite
nella Raccomandazione ITU-T G.782 [4], dai tradizionali multiplatori terminali, TM (Terminal Multiplexer), ai nuovi multiplatori inseritori/estrattori, ADM
(Add/Drop Multiplexer), fino ai pi complessi ripartitori
numerici, DXC (Digital Cross-Connect).
Il modello informativo SDH si basa sui requisiti e
sui modelli funzionali definiti nelle raccomandazioni
e negli standard relativi agli apparati e alla rete SDH
(raccomandazioni ITU-T G.783 [5] e G.803 [6]) e si
propone di rappresentare, in una modalit orientata
agli oggetti, tutte le risorse e le funzioni di un apparato SDH rilevanti ai fini della gestione di essa. In
questo modo, allinterfaccia di gestione, ogni apparato pu essere schematizzato mediante un insieme
strutturato di oggetti.
In generale un oggetto pu rappresentare una
qualunque risorsa, fisica o logica, da gestire ed individuato da un insieme di attributi, che illustrano le
principali caratteristiche della risorsa rappresentata, da
un comportamento (behaviour), che descrive la risposta

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alle operazioni di gestione che lOS pu richiedere


sulla risorsa che loggetto rappresenta, da un insieme
di operazioni specifiche (actions) che lOS pu richiedere
sulla risorsa, dalle notifiche spontanee che loggetto pu
emettere, per comunicare ad esempio allOS un
cambiamento dello stato della risorsa che rappresenta,
e infine dalle sue relazioni con gli altri oggetti.
Tutte le informazioni di un apparato relative agli
oggetti gestiti sono memorizzate in una Base Dati, MIB
(Management Information Base), presente in ogni apparato ed eventualmente replicate anche a livello di OS.
Un modello informativo pu essere suddiviso in
pi parti, chiamate frammenti, ciascuna delle quali
costituita da classi di oggetti che rappresentano
risorse e funzionalit fra loro correlate. Nei paragrafi
successivi sono presentati in dettaglio tutti i frammenti del modello informativo SDH e le rispettive
classi di oggetti in essi definite.
3.1 Frammento di trasporto
Il frammento di trasporto (transport fragment)
normalizza le funzioni trasmissive di un apparato
SDH: esso basato sullarchitettura funzionale di una
rete di trasporto definita nella Raccomandazione
ITU-T G.803.
Questa Raccomandazione descrive la rete in
termini delle funzioni di trasporto che permettono il
trasferimento dellinformazione da un punto allaltro
di una stessa rete introducendo i concetti di stratificazione e di partizione di rete.
Il concetto di stratificazione consente di scomporre
la rete in pi strati di rete sovrapposti, ciascuno dei
quali dotato di proprie funzioni di trasporto e di esercizio e manutenzione, OAM (Operations Administration
and Maintenance). Gli strati di rete adiacenti sono in
una relazione di tipo client-server (strato guida - asser-

vito): le funzioni di trasporto dello strato client, per


trasferire linformazione attraverso la rete, utilizzano
le funzioni dello strato server, che trasporta linformazione dello strato client in modo trasparente (a meno,
naturalmente, di eventuali errori di trasmissione).
Il concetto di partizione di rete consente di scomporre
ogni strato di rete, sulla base di un particolare criterio ad esempio geografico o amministrativo - in pi sottoreti
tra loro interconnesse. Applicando in maniera iterativa il
concetto di partizione di rete, ogni sottorete pu essere,
a sua volta, scomposta in sottoreti pi piccole, fino al
livello di dettaglio desiderato: il pi basso livello possibile quello in cui la sottorete coincide con la matrice
di permutazione di un singolo apparato.
Lentit che modella il trasporto trasparente
dellinformazione, fra il punto in cui questa viene affidata ad un particolare strato di rete e quello in cui
essa restituita, la cosiddetta connessione di rete
(network connection). Queste connessioni sono costituite e abbattute come parte del processo di gestione
dello strato di rete e forniscono cos un grado di flessibilit nellesercizio della rete.
Ogni connessione di rete costituita mediante la
concatenazione di pi connessioni di base che possono
essere di due tipi: il primo rappresentato dalla
connessione di sottorete (subnetwork connection), ossia, da
una connessione di tipo flessibile tra due punti di una
stessa sottorete. Le connessioni di sottorete sono
costituite o abbattute al momento della costituzione o
della cancellazione di una connessione di rete. Nel
caso in cui la sottorete la matrice di un apparato, la
connessione di sottorete coincide con una permuta
sulla matrice (matrix connection).
Un secondo tipo di connessione rappresentato
dalla link connection, ossia, da una connessione rigida
tra due punti di due sottoreti differenti. Le link
connection determinano la connettivit fra le sottoreti

IL MODELLO INFORMATIVO SDH


Il modello informativo SDH si basa sui requisiti e sui modelli funzionali definiti nelle
raccomandazioni e negli standard relativi agli apparati e alla rete SDH (raccomandazioni ITU-T G.783 e G.803).
Il modello informativo suddiviso in pi parti, dette frammenti, ciascuna delle quali
costituita da classi di oggetti che rappresentano risorse e funzionalit fra loro correlate.
I principali frammenti del modello informativo SDH sono:
Frammento di trasporto - transport fragment.
Frammento di riconfigurazione della capacit utile trasportata (payload) - payload
reconfiguration fragment.
Frammento di apparato - equipment fragment.
Frammento di permutazione - cross-connection fragment.
Frammento di protezione - protection fragment.
Frammento di prestazione - performance fragment.
Frammento di supporto - support fragment.
Frammento di oggetti generici - generic objects fragment.

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sistema pu assumere di volta in


volta il ruolo di
LA GESTIONE DEI
manager (gestore) o
quello di agent
SISTEMI OSI
(attuatore).
In uninterazione il
ruolo di manager
Il modello di gestione OSI assume assunto dal sistema
che ciascun sistema della rete di che svolge le fungestione (sia esso OS o NE) sia zioni di controllo
composto dagli elementi software mentre quello di
agent svolto da
riportati nella figura a:
un processo applicativo, costituito quello gestito: nelda un software locale che esegue l a r c h i t e t t u r a
le funzioni di gestione allinterno TMN, ad esempio,
dello stesso sistema, MAP (Mana- lOS svolge il ruolo
di manager mentre
gement Application Process);
le funzioni di comunicazione, il NE, oggetto della
MCF (Message Communications gestione, assume il
Function) che sono responsabili ruolo di agent.
Figura a
Componenti dellOSI systems managedello scambio di informazioni Il manager chiede
ment.
di gestione con gli altri sistemi al sistema gestito
informazioni
o
della rete;
larchivio delle informazioni rela- invia comandi da eseguire. Lagent sulla definizione di:
tive alle risorse da gestire, MIB esegue questi comandi e notifica al un insieme normalizzato di
funzioni di comunicazione per lo
manager tutti i cambiamenti anche
(Management Information Base).
scambio di informazioni di
spontanei relativi
gestione allinterfaccia (MCF)
alle risorse da
gestire ad esse una forma di rappresentazione
comune ai sistemi che colloassociate.
quiano attraverso linterfaccia
Le modalit con le
dellinformazione di gestione
quali un agent rap(MIB): il cosiddetto modello
presenta e memoinformativo.
rizza i dati relativi
alle risorse gestite Per quanto riguarda le funzioni di
una questione comunicazione, nellambito della
locale e non gestione dei sistemi OSI adottato
oggetto di standar- il modello di riferimento a sette
dizzazione. Per livelli, e per le interazioni di
interagire, neces- gestione, a livello applicativo (livello
sario, tuttavia, 7) stato definito uno specifico
adottare allinter- elemento a supporto dei servizi di
faccia di comunica- gestione denominato CMISE
zione tra manager (Common Management Information
e agent una forma Service Element) con il relativo protodi rappresentazio- collo CMIP (Common Management
ne comune ai due Information Protocol). I processi di
sistemi dellinfor- gestione (MAP) di un sistema
mazione relativa impiegano direttamente i servizi
alle risorse gestite. offerti da CMISE per la comunicaLa rappresentazio- zione verso altri sistemi.
ne locale dellinfor- Per la definizione del modello informazione di gestio- mativo nella gestione OSI si utilizne deve essere per- zano i concetti della progettazione
Figura b
Relazioni Manager-Agent.
ci riportata in un orientata ad oggetti (object-oriented
formato standar d design): ogni risorsa controllata allinLe interazioni che nascono tra due appositamente definito per la comuni- terfaccia rappresentata mediante
un oggetto gestito (managed object).
sistemi, legate alle attivit di gestione, cazione tra manager e agent.
La standardizzazione di una inter- La MIB un insieme strutturato di
sono rappresentate in figura b.
Il processo MAP allinterno di un faccia di gestione Q3 si basa dunque questi oggetti.

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Figura 3

Relazione client-server tra due strati di rete.

di uno strato di rete e di solito sono realizzate prima di


costituire le connessioni di rete.
Il passaggio dellinformazione da uno strato client a
quello server realizzato mediante la funzione di adattamento (client to server adaptation): questa funzione
consente di adattare linformazione caratteristica fra i
due strati e pu comprendere, ad esempio, azioni di
mapping (che consentono linserimento dellinformazione dello strato client nelle strutture dello strato
server) e di multiplazione.
Linsieme delle funzioni di trasporto dello strato
server utilizzate per realizzare una connessione dello
strato client detto trail (connessione con tracciamenti). Un trail costituito da una connessione di
rete e da due funzioni (funzioni di terminazione di trail)
che inseriscono ed estraggono loverhead necessario
per consentire di svolgere le funzioni di OAM (Operation Administration and Maintenance) proprie dello
strato server quali, ad esempio, la valutazione delle
prestazioni trasmissive, lindividuazione dei guasti.
La figura 3 presenta un esempio di relazione clientserver tra le funzioni di trasporto di due strati di rete
adiacenti. Il confine tra le entit e le funzioni di
trasporto degli strati di rete individuato mediante i
seguenti punti di riferimento :
1) Punto di Connessione, CP (Connection Point): il
punto di confine tra luscita di una connessione e
lingresso di unaltra connessione.
2) Punto di Terminazione di Connessione, TCP (Terminating Connection Point): il punto di confine tra la
funzione di terminazione di un trail e lingresso o
luscita di una connessione di rete.
3) Punto di Accesso, AP (Access Point): il punto di

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confine tra la funzione di adattamento e la


funzione di terminazione di un trail.
Applicando il concetto di stratificazione alla rete di
trasporto SDH si possono individuare i seguenti tre
strati principali (figura 4): lo strato di circuito, lo strato di

Figura 4

Stratificazione della rete SDH.

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MODELLO A
STRATI DI UN
COLLEGAMENTO
A 2 MBIT/S

Nella figura sotto riportato un


esempio di modellizzazione a strati di
un collegamento SDH per il trasporto
di un flusso PDH a 2 Mbit/s secondo
i principi della Raccomandazione
ITU-T G.803.
Le principali azioni svolte dalle
funzioni di adattamento e di terminazione di trail svolte in ciascuno strato
di rete sono:
LOPA (Lower Order Path Adaptation: Adattamento di Path di
Ordine Inferiore): svolge le
funzioni di adattamento del
segnale PDH alla rete sincrona.
In pratica inserisce il segnale
tributario PDH a 2 Mbit/s nel
contenitore sincrono C12 e attua
le opportune giustificazioni.

LOPT (Lower Order Path Termination: Terminazione di Path di


Ordine Inferiore): svolge le
funzioni di terminazione di trail di
LOP. In pratica inserisce ed estrae
i byte di overhead (POH) che,
associati al contenitore sincrono
C12, costituiscono il VC12.
LOPSN (Lower Order Path SubNetwork: Sotto-rete di Path di
Ordine Inferiore): rappresenta la
matrice di permutazione che
permette lassegnazione flessibile
dei path LOP (VC12 nellesempio presentato) allinterno di
un VC4.
HOPA (Higher Order Path Adaptation: Adattamento di Path di Ordine
Superiore): svolge le funzioni di
adattamento dei path LOP allinterno di un path HOP. In pratica
associa al VC12 un puntatore
creando il TU12 e provvede cos
alla multiplazione dei TU12, dei
TUG2 e dei TUG3.
HOPT (Higher Order Path Termination: Terminazione di Path di
Ordine Superiore): svolge le

funzione di terminazioni di trail


di HOP. In pratica inserisce ed
estrae i byte di overhead (POH)
che, associati ai TUG3, costituiscono il VC4.
HOPSN (Higher Order Path SubNetwork: Sotto-rete di Path di
Ordine Superiore): rappresenta la
matrice di permutazione che
permette lassegnazione flessibile
dei VC4 allinterno di un segnale
STM-N.
SA (Section Adaptation: Adattamento di Sezione): svolge le
funzioni di adattamento dei path
HOP allinterno di un segnale
STM-N. In pratica associa al VC4
il puntatore creando lAU4,
assembla lAUG e quindi provvede alla multiplazione degli
AUG.
ST (Section Termination: Terminazione di Sezione): svolge le
funzioni di terminazione di tra
relativi alle di sezione di multiplazione. In pratica genera e
termina i byte di overhead della
sezione di multiplazione (SOH).

Schema di un collegamento a 2 Mbit/s trasportato su rete SDH.

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path, suddiviso in path di ordine inferiore, LOP (Lower


Order Path), e path di ordine superiore, HOP (Higher
Order Path), e lo strato di trasmissione, suddiviso in
strato di sezione di multiplazione, MS (Multiplex
Section), strato di sezione di rigenerazione, RS (Regenerator Section), e strato fisico. Nel riquadro di pagina 65
riportato un esempio di rappresentazione a strati di
un collegamento a 2 Mbit/s.
La rappresentazione ai fini della gestione delle
funzioni di trasporto basata sulle classi di oggetti
Punto di Terminazione di Trail, TTP (Trail Termination
Point), e Punto di Terminazione di Connessione, CTP
(Connection Termination Point), definite nella Raccomandazione ITU-T M.3100 [7]. La classe di oggetti
CTP rappresenta i punti di connessione e di terminazione di connessione relativamente allarchitettura
indicata nella Raccomandazione ITU-T G.803 e
parte delle funzioni di adattamento; la classe TTP
rappresenta invece i punti di accesso e la funzione
associata di terminazione di trail (figura 5).
Il numero e la natura delle relazioni tra gli
oggetti delle classi CTP e TTP sono strettamente
legati allarchitettura della rete di trasporto da

Le relazioni client-server esistenti tra i CTP ed i


TTP di due strati di rete adiacenti sono rappresentate mediante relazioni del tipo padre-figlio (relazioni di contenimento) fra le varie istanze di CTP e
TTP (figura 6).
Per le relazioni pi complesse, come ad esempio
quelle di multiplazione fra gli strati LOP e HOP, sono
state introdotte la classe generica Adattatore Indiretto,
IA (Indirect Adaptor) e le sottoclassi specifiche AUG
(Admnistrative Unit Group) e TUG-n (Tributary Unit
Group-n con n= 2, 3) che permettono di modellare il
raggruppamento dei CTP secondo la struttura di
multiplazione SDH.
Di seguito si riporta una breve descrizione delle
classi di oggetti di trasporto utilizzate nel modello
informativo SDH per rappresentare le funzionalit di
ciascuno strato della rete SDH.
3.1.1 Strato fisico

Allo strato fisico sono associate due classi principali di oggetti di trasporto: Optical Synchronous
Physical Interface (Interfacce Fisiche Sincrone di tipo
Ottico) e Electrical Synchronous Physical Interface (Interfacce Fisiche Sincrone di tipo
Elettrico).
In particolare, la classe
Optical Synchronous Physical
Inter face (opticalSPITTP)
rappresenta le interfacce
sincrone ottiche dellapparato SDH, nelle quali effettuata la conversione fra il
segnale ottico della linea ed i
segnali elettrici interni
dellapparato. Lattributo
stmLevel fornisce il livello
gerarchico dellinterfaccia
(STM-1, STM-4, STM-16),
lattributo opticalReach d la
lunghezza della tratta di rigenerazione e lattributo opticalWavelength indica la
lunghezza donda utilizzata.
In caso di assenza del
segnale ottico allingresso
dellinterfaccia, loggetto
optical SPITTP che la rappresenta invia allOS lallarme di
Figura 5
Oggetti del frammento di trasporto e funzioni dellarchitettura indicata
mancanza di segnale, LOS
nella Raccomandazione ITU-T G803.
(Loss Of Signal), mentre nel
caso di rottura del laser
rappresentare. Una suddivisione importante quella
emette lallarme TF (Transmit Fail).
tra le relazioni tra oggetti che si trovano allinterno
La classe, Electrical Synchronous Physical Interface
di uno stesso apparato e quelle tra oggetti che appar(electricalSPITTP) rappresenta, invece, le interfacce
tengono ad apparati differenti. Questa suddivisione
sincrone elettriche dellapparato SDH, nelle quali
segna infatti il confine tra la gestione di apparato e
effettuata la conversione fra il segnale sincrono di
quella di rete.
linea e quelli interni allapparato. Lattributo
Il modello di trasporto per lSDH stato ottenuto
stmLevel fornisce il livello gerarchico dellinterfaccia
generando, a partire dalle classi generiche di CTP e
(STM-1, STM-4, STM-16). In caso di mancanza del
TTP della Raccomandazione ITU-T M.3100, le sottosegnale di linea sullingresso dellinterfaccia loggetto
classi di CTP e TTP specializzate per ogni strato di
electricalSPITTP che la rappresenta emette lallarme
rete SDH.
di mancanza di segnale, LOS.

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Figura 6

Oggetti del frammento di trasporto SDH.

3.1.2 Strato di Sezione di Rigenerazione


Lo strato di sezione di rigenerazione (RS) prevede
le classi di oggetti di trasporto che rappresentano le
funzioni disponibili negli apparati SDH nelle sezioni
di rigenerazione.
La classe Regenerator Section CTP (rsCTP) rappresenta il punto di terminazione di una connessione a
livello di sezione di rigenerazione
Gli oggetti della classe Regenerator Section TTP
(rsTTP) rappresentano il punto di terminazione di un
trail a livello di sezione di rigenerazione e include le
funzioni di trattamento (inserimento ed estrazione)
dei byte delloverhead per la sezione di rigenerazione
RSOH (Regeneration Section HoverHead) e la funzione di
riconoscimento della condizione di mancanza dellallineamento di trama: in questo caso emesso lallarme
per la perdita della trama, LOF (Loss Of Frame).
Le funzioni di generazione e di estrazione dei
byte D1-D3 dellOverHead di Sezione (SOH) per il
trasporto dei messaggi di gestione sulla sezione di
rigenerazione sono rappresentati dalla classe Regenerator Section DCC CTP (rsDatacomCTP).
Infine, le funzioni di generazione e di estrazione
del byte E1 (canale fonico per comunicazioni di
servizio nella RS) del SOH e le funzioni di generazione e di estrazione del byte F1 (servizi di utente
nella RS) del SOH sono rappresentate rispettivamente dalle classi di oggetti Regenerator Section
Orderwire CTP (rsOrderwireCTP) e Regenerator Section
User Channel CTP (rsUserChannelCTP).

In particolare, la classe Multiplex Section CTP


(msCTP) rappresenta il punto di terminazione di una
connessione a livello di sezione di multiplazione,
mentre la classe di oggetti Multiplex Section TTP
(msTTP) rappresenta il punto di terminazione di un
trail a livello di sezione di multiplazione e include le
funzioni di trattamento, e cio di inserimento e di
estrazione dei byte delloverhead della sezione di
multiplazione, MSOH (Multiplex Section HoverHead)
nonch le funzioni di riconoscimento e segnalazione
di alcune condizioni di allarme: excessive BER (Bit
Error Rate), quando il tasso derrore rilevato sulla MS
mediante il codice BIP-24 (byte B2) supera il valore
di 10-3 , Signal Degrade, quando il BER supera una
soglia configurabile da OS, FERF (Far End Reiceve
Failure), nei casi in cui il terminale remoto rileva e
segnala un problema in ricezione, e MS AIS, in
seguito a problemi trasmissivi a livello fisico o di
Sezione di Rigenerazione.
Per quanto riguarda poi le funzioni di terminazione di alcuni canali presenti nelloverhead di
Sezione di Multiplazione (MSOH) della trama STMN si distinguono la classe Multiplex Section DCC CTP
(msDatacomCTP) che rappresenta le funzioni di inserimento e di estrazione dei byte D4-D12 per il
trasporto dei messaggi di gestione sulla sezione di
multiplazione e la classe di oggetti Multiplex Section
Orderwire CTP (msOrderwireCTP) che rappresenta le
funzioni di inserimento ed estrazione del byte E2
(canale fonico per le comunicazioni di servizio della
sezione di multiplazione).

3.1.3 Strato di Sezione di Multiplazione

3.1.4 Strato di path

Le classi di oggetti associati allo strato di Sezione


di Multiplazione, MS (Multiplex Section) sono
analoghe a quelle descritte per lo strato di Sezione
di Rigenerazione.

Le classi di oggetti descritte di seguito, rappresentano le funzioni di trasporto associate agli strati di
path di ordine superiore, HOP (Higher Order Path), e
di ordine inferiore LOP (Lower Order Path).

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

67

Broccolini - Ciminari - Picciano Gestione degli apparati SDH

La classe Administrative Unit-4 CTP (au4CTP)


rappresenta il punto di terminazione di una connessione AU-4. Loggetto au4CTP rileva eventuali condizioni di mancanza delle informazioni relative al
puntatore e le segnala mediante lallarme LOP (Loss
Of Pointer); esso emette anche lallarme AU-AIS, nel
caso in cui la corrispondente terminazione di trail
dello strato MS su cui si poggia la connessione AU-4,
restituisca il segnale AIS.
La classe Administrative Unit Group (AUG) derivata dalla classe adattatore indiretto e rappresenta
lunit di multiplazione della trama STM-N; il

payload STM-N ottenuto multiplando N AUG. Un


AUG pu contenere un AU-4 o tre AU-3 (previsti solo
nella struttura di multiplazione americana).
Gli oggetti appartenenti alla classe Virtual
Container-n TTP (vcnTTP con n= 11, 12, 2, 3, 4)
rappresentano i punti di terminazione dei VC nei
quali elaborato loverhead di path, POH (Path
OverHead): gli oggetti vc4TTP e vc3TTP rilevano e
segnalano, in particolare, le seguenti condizioni di
allarme: path trace mismatch, quando il valore del byte
J1 ricevuto differisce da quello atteso (contenuto
nellattributo J1 path trace expected); signal label

DEFINIZIONI DEL MODELLO INFORMATIVO


Il modello informativo di una interfaccia di gestione OSI specificato utilizzando
il linguaggio standard ASN.1 (Abstract Sintax Notation nr.1) e il paradigma
object-oriented GDMO (Generic Definition of Managed Objects) definito nella
Raccomandazione ITU-T X.722 [13].
Il GDMO fornisce le maschere di specifica formale degli oggetti del modello, usate
per definire le propriet che caratterizzano gli oggetti e le relazioni che esistono
tra essi.
Ogni oggetto caratterizzato da un insieme di attributi, dalle operazioni che
possono essere eseguite su di esso (actions), dal comportamento (behaviour)
delloggetto come risposta ad operazioni di gestione, dalle notifiche che emette e
infine dalle relazioni con gli altri oggetti.
Per la definizione degli oggetti gestiti utilizzato il concetto di classe di oggetti.
Una classe di oggetti costituita dal modello relativo a tutti gli oggetti gestiti che
hanno le stesse caratteristiche (attributi, actions, behaviour, notifiche). Ogni
oggetto gestito unistanza di una determinata classe di oggetti.
Il concetto di classe - basato sul principio della generalizzazione - consente di
pervenire alla definizione di un tipo generale di oggetto che riutilizzata per tutte
le istanze di oggetti dello stesso tipo.
Un altro modo di riutilizzare la definizione delle classi, offerto dalla progettazione
a oggetti, basato sul principio della specializzazione e sulla propriet di ereditariet: una nuova classe di oggetti pu essere definita specializzando una classe
esistente pi generale. La nuova classe detta sottoclasse e la classe da cui essa
stata ricavata detta superclasse. La sottoclasse eredita - da questo termine nasce
la locuzione ereditariet - tutte le propriet della superclasse cui essa appartiene e
la specializzazione si ottiene definendo solo le nuove propriet che la caratterizzano rispetto alla superclasse.
Lo schema della gerarchia di ereditariet esistente tra le classi di un modello
informativo detto albero di ereditariet.
La MIB un insieme strutturato di istanze di classi di oggetti del modello informativo. La struttura della MIB nel modello informativo definita mediante le relazioni di contenimento (o Name Binding) che esistono tra le istanze delle classi di
oggetti.
Ogni oggetto pu essere contenuto in un solo oggetto padre e pu contenere pi
di un oggetto figlio. Lo schema di contenimento che cos risulta anche chiamato
albero di naming (naming tree) in quanto il nome di ogni istanza di oggetto
ottenuto concatenando i nomi degli oggetti che lo contengono.

68

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

Broccolini - Ciminari - Picciano Gestione degli apparati SDH

mismatch, quando il valore del byte C2 ricevuto differisce da quello atteso (contenuto nellattributo C2
signal label expected); LOM (Loss Of Multiframe),
quando il payload del VC richiede unindicazione di
multi-trama ma linformazione del byte H4 non
risulta corretta; FERF, quando nel byte G1 del
segnale ricevuto viene rilevata una condizione di
terminale remoto in allarme. Gli oggetti vcnTTP (con
n=11, 12 , 2) relativi a path LOP rilevano e segnalano
le seguenti condizioni di allarme: path trace mismatch,
quando il valore del byte J2 ricevuto differisce da
quello atteso (contenuto nellattributo J2 path trace
expected); signal label mismatch, quando il valore della
signal label contenuta nel byte V5 ricevuto differisce
da quello atteso (contenuto nellattributo V5 signal
label expected); FERF, quando nel byte V5 del segnale
ricevuto viene rilevata una condizione di terminale
remoto allarmato.
La classe Virtual Container-n User Channel CTP
(vcnUserChannelCTP con n= 3, 4) rappresenta le
funzioni di inserimento e di estrazione del byte F2
(servizi di utente) del POH del VC3 o del VC4
Gli oggetti della classe Path Adaptation CTP
(pnCTP con n= 11, 12, 2, 3, 4) rappresentano le
funzioni di adattamento di un flusso PDH (ad
esempio un flusso in accordo con la Raccomandazione
ITU-T G.702 [8] a 2 Mbit/s) per il trasporto mediante
un VC SDH.
Infine, allo strato di path sono associate la classe
Tributary Unit-n CTP (tunCTP con n= 11, 12, 2, 3),
che rappresenta il punto di terminazione di una
connessione dello strato di path di ordine inferiore
(LOP), e la classe Tributary Unit Group-n (TUG-n con
n= 2, 3), che deriva dalla classe adattatore indiretto e
rappresenta i gruppi omogenei di unit tributarie,
TU (Tributary Unit), previsti per la multiplazione dei
path LOP in un path HOP (VC4). In particolare, un
TUG-3 pu contenere o un TU3 (tu3CTP) o sette
TUG-2; un TUG-2 a sua volta pu contenere o un
TU2 (tu2CTP) o tre TU12 (tu12CTP) o quattro TU11
(tu11CTP).
3.2 Il frammento di riconfigurazione della capacit utile
trasportata (payload)
Questo frammento costituito da classi di oggetti,
derivate dalle corrispondenti classi del frammento di
trasporto, che prevedono alcuni appositi comandi
(azioni) per permettere allOS di modificare il
payload SDH.
Le nuove classi di oggetti definite da questo frammento e le azioni di modifica del payload associate
sono:
modifiableAug: defineAugStructure (definisce la
struttura dellAUG)
modifiableTugn (n=2,3): defineTugnStructure (definisce la struttura del TUG-n)
modifiableVCn (n=3,4): defineVCnStructure (definisce la struttura dei VC-4 e VC-3)
modifiableVCn (n=11, 12, 2): defineClientType
(definisce la struttura dei VC-11, VC-12 e VC-2)
Mediante il comando defineTug3Structure lOS pu
richiedere, ad esempio, di riconfigurare la struttura di
un modifiableTug3 dal trasporto di un singolo TU3 al

trasporto di sette TUG2, e successivamente mediante


il comando defineTug2 possibile strutturare ciascuno
dei sette modifiableTug2, cos realizzati, per il trasporto
di tre TU12.
3.3 Frammento di apparato
Il frammento di apparato rappresenta lapparato
SDH in termini di unit hardware (subtelai, schede
estraibili singolarmente) e di moduli software che lo
costituiscono.
Le classi di oggetti su cui si basa il frammento di
apparato sono: la classe SDH NE, la classe SDH
Equipment e quella Software.

Figura 7

Oggetti del frammento di Equipment.

Come mostrato in figura 7, un oggetto della classe


SDH NE, che di fatto costituito dallintero apparato,
pu contenere pi oggetti della classe SDH Equipment, che rappresentano le unit hardware che costituiscono lapparato. Ciascuna unit hardware (ad
esempio un subtelaio) pu essere a sua volta
composta da pi subunit (ad esempio schede estraibili singolarmente). Inoltre ogni oggetto della classe
SDH Equipment (unit hardware) pu contenere uno o
pi oggetti della classe software che rappresentano i
moduli software che controllano le funzionalit realizzate su ununit hardware.
La classe SDH Equipment prevede tra laltro lattributo affectedByObjectList che consente di associare ad
ogni unit hardware dellapparato (ad esempio ad
ununit singolarmente estraibile) la lista delle risorse
logiche ad essa associate (ad esempio il Termination
Point), il cui funzionamento compromesso in caso di
guasto dellunit.
3.4 Frammento di permutazione
Questo frammento include le classi di oggetti per
la gestione delle funzioni di permutazione (crossconnection) presenti allinterno di un apparato.

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

69

Broccolini - Ciminari - Picciano Gestione degli apparati SDH

Le principali classi del frammento di permutazione sono rappresentate dalle classi Fabric, CrossConnection e MultipointcrossConnection.
La classe Fabric, in particolare, rappresenta la
funzione di gestione delle permutazioni della
matrice di un apparato; essa svolge particolari azioni
che consentono allOS di comandare linstaurazione
o il rilascio di permutazioni tra i punti di terminazione dellapparato.
Le classi CrossConnection e MultipointcrossConnection invece rappresentano, rispettivamente, permutazioni punto-punto e permutazioni punto-multipunto
descrivendo lassociazione tra i punti di terminazione
oggetto delle stesse permutazioni.
3.5 Frammento di protezione
Le classi di oggetti contenute in questo frammento consentono di descrivere e gestire tutte le
opportunit di protezione offerte da un apparato
SDH, ossia la protezione delle singole unit hardware
che lo compongono (Equipment Protection) e la protezione dei flussi trasmissivi SDH, sia a livello di
sezione, MSP (Multiplex Section Protection), sia a livello
di path, SNCP (Subnetwork Connection Protection).
Il modello di protezione stato definito a partire
da uno schema di protezione generico dal quale sono
state poi derivate le classi di oggetti specializzate per
le varie esigenze di protezione.
Un generico schema di protezione rappresentato
mediante le due classi di oggetti Gruppo di protezione
e Unit di protezione.
La classe Gruppo di protezione (ProtectionGroup)
rappresenta la funzione di protezione che mette in
relazione le unit da proteggere (protected units) e le
unit con funzioni di protezione (protecting units). Le
caratteristiche del tipo di protezione sono definite
mediante i tre attributi fondamentali: protectionGroupType, revertive e waitToRestoreTime.
In particolare, lattributo protectionGroupType pu
assumere il valore 1+1 (il gruppo di protezione in
questo caso costituito da ununit da proteggere e
da unaltra con funzioni di protezione) o m:n (nel
caso in cui il gruppo di protezione costituito da n
unit da proteggere e m unit con funzioni di protezione).
Lattributo revertive invece un boolean che indica
se lo scambio o no reversibile (cio se stato o no
predisposto il ritorno automatico sullunit da proteggere dopo la riparazione del guasto che ha causato lo
scambio sullunit con funzione di protezione).
Lattributo waitToRestoreTime consente, infine, per
gli scambi reversibili, di programmare, il tempo
atteso, dal rientro del guasto, al momento del ripristino dello stato di protezione iniziale.
La classe Gruppo di Protezione invia spontaneamente allOS le notifiche degli scambi avvenuti e pu
anche ricevere comandi di controllo degli scambi
dallOS (comandi di scambio manuale, scambio
forzato e blocco dello scambio).
Gli oggetti appartenenti alla seconda classe,
Unit di Protezione (ProtectionUnit), sono contenuti
in un gruppo di protezione e rappresentano sia le
unit da proteggere sia quelle con funzione di

70

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

protezione. Questo modello pu essere direttamente impiegato per rappresentare gli schemi di
protezione delle singole unit di apparato e quelli
delle sorgenti di sincronismo per il generatore di
temporizzazione interno allapparato SDH.
Per le protezioni dei flussi trasmissivi SDH sono
state invece definite classi specializzate.
3.5.1 Protezione di Sezione di Multiplazione
(Multiplex Section Protection)
Per le sezioni di multiplazione SDH sono previsti,
come si gi detto, due differenti schemi di protezione denominati rispettivamente protezione del tipo
1+1 e protezione del tipo 1:n.
La prima protezione realizzata in modo che il
segnale sia trasportato contemporaneamente sia sul
canale principale che sul canale di protezione,
mentre, la protezione di tipo 1:n implica che n segnali
condividano un unico canale di protezione.
Le due classi del modello delle protezioni MSP
SDH (Multiplex Section Protection SDH) sono state ottenute specializzando le classi corrispondenti del
modello di protezione generico.
La classe Gruppo di Protezione di Sezione di Multiplazione SDH (sdhMSProtectionGroup), rispetto alla
generica classe Gruppo di Protezione (protectionGroup)
da cui deriva, caratterizzata da alcuni attributi specifici SDH quali ad esempio lattributo protectionSwitchMode che specifica se la protezione del tipo uni o
bidirezionale e lattributo protectionMismatchStatus
che, nel caso di utilizzo del protocollo per la protezione automatica APS (Automatic Protection System),
segnala eventuali incongruenze sul tipo di protezione
presenti ai due estremi della sezione.
La classe di oggetti Unit di Protezione di Sezione di
Multiplazione SDH (sdhMSProtectionUnit), rispetto alla
corrispondente classe generica Unit di Protezione
(protectionUnit), , infine, caratterizzata da alcuni attributi specifici: channelNumber (numero di identificazione del canale allinterno di un gruppo di protezione 1:n e pu assumere valori interi tra 0 e 15),
sdhPriority (indica la priorit di protezione del canale
in caso di protezione 1:n), extraTrafficControl ( utilizzato per abilitare il canale di protezione al trasporto di
extra traffico).
3.5.2 Protezione di connessione di sottorete
(Subnetwork Connection Protection)
Questo frammento consente di descrivere
subnetwork connection (connessioni di sottorete)
oppure permutazioni protette del livello di path. Le
principali classi di questo frammento, come quelle
della MSP, sono derivate per specializzazione da
quelle del modello di protezione generico: ConnectionProtectionGroup da ProtectionGroup e ConnectionProtection da ProtectionUnit. Per le connessioni punto-multipunto protette stata anche aggiunta la classe mpConnectionProtection.
Dalla classe Fabric del frammento di permutazione stata infine derivata la classe Sncpfabric che
fornisce le funzioni per costituire o disconnettere
permutazioni protette.

Broccolini - Ciminari - Picciano Gestione degli apparati SDH

MISURE DI QUALIT
In ogni punto di misura i dati prestazionali sono ricavati dal segnale in ricezione. Le
informazioni cosiddette di near-end sono ricavate misurando le violazioni dei bit di
parit del segnale ricevuto, mentre le informazioni di far-end sono ricavate dalla
lettura dell'apposito byte che riporta i risultati delle misue effettuate nell'altra direzione del collegamento dall'apparato posto all'altro estremo.
Per un trail bidirezionale da A a Z:
a) nel nodo A le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da Z ad A, mentre le informazioni di far-end rappresentano le prestazioni
del trail unidirezionale da A a Z;
b) nel nodo Z le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del trail
unidirezionali da A a Z, mentre le informazioni di far-end rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da Z ad A;
c) su uno dei nodi intermedi (I)
nella direzione da A a I le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del segmento di trail unidirezionale da A a I, mentre le informazioni di
far-end rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da Z ad A;
nella direzione da Z a I le informazioni di near-end rappresentano le prestazioni del segmento di trail unidirezionale da Z a I, mentre le informazioni di farend rappresentano le prestazioni del trail unidirezionale da A a Z.
Su entrambi i
nodi terminali
(A o Z) quindi
le prestazioni
relative alle
due direzioni
del trail sono
fornite dalle
informazioni
di near end e
di far end,
mentre su uno
qualunque dei
nodi intermedi
(I) attraversati
dal trail le
prestazioni
Punti di raccolta delle misure di near-end e far-end.
relative alle
due direzioni
sono fornite dalle informazioni di far end relative al segnale A-Z e dalle informazioni
di far end relative al segnale Z-A.

3.6 Il frammento di prestazione


Una caratteristica peculiare dei sistemi SDH
rappresentata dalla possibilit di monitorare le prestazioni della rete mediante la raccolta e il successivo
inoltro verso il sistema di gestione di dati di qualit
trasmissiva o di allarmi sulla qualit del servizio.
Il controllo delle prestazioni pu essere effettuato
in modo indipendente su ciascuno degli strati di rete
SDH.

I punti di monitoraggio delle prestazioni di un trail


di uno strato di rete SDH coincidono con i suoi punti
di terminazione.
In ciascun punto possono essere raccolte informazioni sulle prestazione relative alle due direzioni
di trasporto mediante i concetti di informazioni di
near-end (informazioni vicine) e informazioni di farend (informazioni a distanza). La definizione dettagliata di questi concetti precisata nel riquadro
riportato in questa pagina.

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

71

Broccolini - Ciminari - Picciano Gestione degli apparati SDH

La raccolta dei dati di prestazione consiste nel


contare i cosiddetti eventi di prestazione definiti nella
Raccomandazione ITU-T G.826 [9], secondi errorati
ES (Errored Seconds), secondi severamente errorati
SES (Severely Errored Seconds), blocchi errorati BBE
(Background Block Errors) e i secondi di indisponibilit, UAS (UnAvailable Seconds).
Sono previste due modalit di raccolta dei dati di
prestazione: la prima, unidirezionale, basata sulla
Raccomandazione ITU-T M.2120 [10] stata definita per la manutenzione della rete. Questa modalit
di raccolta si basa su informazioni completamente
indipendenti per ciascuna direzione del trasporto
dellinformazione: un eventuale periodo di indisponibilit su una direzione blocca infatti il conteggio
dei parametri di prestazione relativi alla sola direzione indisponibile.
La seconda modalit, bidirezionale, basata
sulla Raccomandazione ITU-T G.826 ed stata
definita per la documentazione e il controllo delle
prestazioni di qualit offerte dalla rete: questa
modalit di raccolta considera un trail bidirezionale indisponibile se almeno una delle direzioni
indisponibile e in questi casi blocca il conteggio
dei parametri di prestazione su entrambe le direzioni di trasmissione.
Il conteggio dei dati di prestazione effettuato
nei punti di monitoraggio del Network Element
mediante contatori, detti registri correnti: esso
pu essere impostato su intervalli di tempo fissi di
15 minuti o di 24 ore. Al termine di ogni intervallo
di tempo, i contenuti dei registri correnti sono
memorizzati temporaneamente su appositi registri
allinterno del Network Element detti registri
recenti (sedici registri per le misure di 15 minuti e
uno per le misure di 24 ore) e possono essere
inviati al sistema di gestione o su esplicita richiesta
di esso ovvero in via opzionale con cadenza periodica. Sono anche previsti dei meccanismi a soglia
che determinano linvio spontaneo di un allarme
nel caso in cui le prestazioni di un trail degradino
oltre un livello prefissato.
Per la gestione delle misure di prestazioni il
frammento di performance si basa essenzialmente su
due classi di oggetti, derivate dal modello generico
della Raccomandazione ITU-T Q.822 [11]: SdhCurrentData e HystoryData.
La classe SdhCurrentData rappresenta una generica misura di prestazione su un punto di controllo
SDH e contiene i valori correnti dei parametri di
prestazione (ES, SES, BBE ...), che sono modellati
come attributi di questa classe. Da essa traggono
origine tutte le sottoclassi specializzate per le
misure di prestazioni sui trail dei vari strati della
rete SDH: ciascun oggetto delle sottoclassi di
SdhCurrentData costituito allattivazione della
misura di prestazione associata ed contenuto
nelloggetto che rappresenta il punto di monitoraggio (ad esempio il Trail Termination Point). Lattributo granularityPeriod consente di definire la
risoluzione della misura (15 minuti o 24 ore). Nel
caso in cui venga superata una delle soglie predisposte sui parametri di prestazione controllati
attivato un allarme di qualit del servizio.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

HystoryData la classe generica dalla quale derivano tutte le sottoclassi specializzate per ogni strato
SDH. Gli oggetti HystoryData rappresentano i registri recenti utilizzati per memorizzare i valori dei
parametri di prestazione al termine di un intervallo
di misura. Gli attributi che rappresentano i parametri
di prestazione sono una copia esatta degli attributi
del corrispondente oggetto sdhCurrentData. Lattributo periodEndTime utilizzato per indicare listante
di tempo a cui si riferiscono i valori dei parametri di
prestazione.
3.7 I frammenti di supporto e degli oggetti generici
Il frammento di supporto include quattro principali classi di oggetti che rappresentano, tra laltro, le
funzioni di alimentazione, sincronizzazione e configurazione tramite accessi locali di un apparato SDH.
In particolare, le classi PowerSupply e TimingGenerator rappresentano rispettivamente le funzioni
di alimentazione e quelle di selezione delle
sorgenti di sincronizzazione dellapparato. Per
rappresentare le possibili opzioni previste per la
configurazione delle sorgenti di sincronismo si
utilizza il meccanismo di protezione 1:n gi
descritto nel frammento di protezione.
La classe ExternalPoint invece utilizzata per il
controllo di dispositivi che forniscono informazioni
relative allambiente esterno quali ad esempio
sensori antincendio.
La classe LocalAccessControl invece utilizzata
per consentire allOS di controllare gli accessi allarchivio delle informazioni delle risorse gestiste, MIB
(Management Information Base), del Network
Element tramite un terminale locale (craft terminal).
Il frammento degli oggetti generici raccoglie
infine le classi di oggetti non specifiche per la
gestione SDH ma necessarie per la gestione di una
qualunque rete di telecomunicazione. Le classi di
questo frammento rappresentano principalmente le
attivit di logging (memorizzazione) e di reporting
(inoltro verso il sistema di gestione) delle notifiche
e quindi degli allarmi o di altre segnalazioni spontanee generate dagli oggetti gestiti.
4. Conclusioni
SDH e ATM sono le prime tecnologie di telecomunicazione per le quali si pervenuti alla definizione quasi completa di uno standard di gestione
conforme ai principi della TMN (Telecommunication
Management Network).
Questo sforzo di normalizzazione non si
tuttavia subito tradotto nella disponibilit sul
mercato di prodotti commerciali rispondenti a questi
standard, che consentano una gestione integrata di
reti multivendor, costituite, cio, con apparati forniti
da costruttori differenti.
I motivi del ritardo finora registrato sono molteplici e in parte possono essere spiegati anzitutto con
la lentezza nella definizione degli standard di
gestione, che sempre a valle della normalizzazione
delle funzioni oggetto della gestione. Le societ

Broccolini - Ciminari - Picciano Gestione degli apparati SDH

manifatturiere preferiscono quindi rendere disponibile in anticipo nuove funzioni ricorrendo per la
gestione - in assenza di uno standard completamente
definito - a prime realizzazioni di tipo proprietario.
In secondo luogo, i protocolli OSI, adottati
nellambito della TMN, risultano piuttosto
complessi e onerosi e richiedono capacit elaborative
che non sempre sono facilmente disponibili sulle
singole unit di controllo di tutte le tipologie di
apparati.
Gli standard OSI sono stati poi impiegati quasi
esclusivamente dal mondo delle telecomunicazioni;
mentre nel pi ampio e diffuso mercato delle reti di
calcolatori di fatto si sono affermati gli standard
Internet (pila TCP/IP e protocollo SNMP per la
gestione). La condivisione di una piattaforma di
gestione comune tra questi due mondi avrebbe sicuramente portato a vantaggi sensibili grazie alla possibilit di realizzare maggiori economie di scala.
La maggior parte dei prodotti commerciali oggi
disponibili per la gestione SDH sono infine dei
puri gestori di apparato (OS con funzioni di EM) o
solo dei sistemi di gestione di sottorete (ad esempio
di anelli), mentre mancano degli effettivi sistemi di
gestione di rete.
Del resto anche a livello normativo la maggior
parte dellattivit di standardizzazione svolta inizialmente stata dedicata alla gestione di apparato
(interfaccia EM-NE), mentre la normalizzazione
della gestione di rete stata avviata solo successivamente.
Tuttavia, man mano che lintroduzione in rete di
apparati SDH si diffonde, cresce sempre pi, soprattutto presso i gestori delle reti pubbliche di telecomunicazione, linteresse per soluzioni di gestione in
grado di integrare il controllo di reti costituite da
apparati di pi fornitori di sistemi.
A tale scopo sono in corso diversi tentativi per
realizzare architetture di gestione che - pur partendo
da apparati non conformi agli standard e che richiedono perci un primo livello di OS con funzioni di
gestione di apparato (EM) di marca - punti ad ununificazione delle funzioni di gestione di rete (NM),
spostando il livello di integrazione dallinterfaccia
EM-NE (Q3en) allinterfaccia NM-EM (Q3ne) o
allinterfaccia tra due livelli di NM (Q3nn), e quindi
ad esempio tra un primo livello di gestione di rete
regionale ed un secondo di rete nazionale.
Telecom Italia, ha fin dallinizio optato per una
rete SDH multivendor: allo scopo di ottenere una
gestione integrata, ha scelto, come chiarito pi in
particolare in [12], di sviluppare un proprio sistema
di gestione di rete unificato (SGSDH-NM) basato su
uninterfaccia NM-EM (Q3ne) normalizzata dalla
stessa Telecom Italia e di prescrivere quindi come
requisito essenziale per laccettazione di un nuovo
fornitore la possibilit di integrare lOS di marca
(con funzioni di EM) con lOS di rete unificato
(SGSDH-NM) attraverso linterfaccia Q3ne normalizzata.
Il modello informativo adottato da Telecom Italia
per tale interfaccia stato definito, a partire dal
modello standard ([2] e [3]) descritto in questo articolo, apportando solo alcune modifiche, per tenere

conto delle semplificazioni possibili nella rappresentazione dellapparato SDH al livello NM rispetto al
livello EM.

ASN.1
ADM
AP
AIS
AU
AUG
BBE
BER
BM
CMIP

Abstract Sintax Notation nr.1


Add and Drop Multiplexer
Access Point
Alarm Indication Signal
Administrative Unit
Administrative Unit Group
Background Block Error
Bit Error Rate
Business Management
Common Management Information
Protocol
CMISE Common Management Information
Service Element
CP
Connection Point
CTP
Connection Termination Point
DCC
Data Communication Channel
DCN
Data Communication Network
DS
Defect Second
DXC
Digital Cross Connect
EBC
Errored Block Count
ECC
Embedded Control Channel
EM
Element Management
ES
Errored Second
ES
End System
FERF Far End Receive Failure
GDMO Generic Definition of Managed Objects
HOP
High Order Path
IA
Indirect Adapter
IS
Intermediate System
ITU-T International Telecommunication Union Transmission
LOF
Loss Of Frame
LOM
Los Of Multiframe
LOP
Loss Of Pointer
LOP
Lower Order Path
LOS
Loss Of Signal
MCF
Message Communications Function
MAP
Management Application Process
MIB
Management Information Base
MS
Mutiplex Section
MSOH Multipex Section Overhead
MSP
Multiplex Section Protection
NE
Network Element
NM
Network Management
OAM
Operations, Administration and Maintenance
OS
Operations System
OSF
Operations System Function
OSI
Open System Interconnection
PDH
Plesiochronous Digital Hierarchy
POH
Path OverHead

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

73

Broccolini - Ciminari - Picciano Gestione degli apparati SDH

RS
RSOH
SDH
SES
SM
SMN
SMS
SOH
SNCP
SPITTP
TCP
TF
TM
TMN
TP
TTP
TUG
UAS
VC

Regenerator Section
Regenerator Section OverHead
Synchronous Digital Hierarchy
Severely Errored Seconds
Service Management
SDH Management Network
SDH Management Sub-network
Section OverHead
Sub-Network Connection Point
Synchronous Physical Interface Trail
Termination Point
Terminating Connection Point
Transmit Fail
Terminal Multiplexer
Telecommunication Management Network
Termination point
Trail Termination Point
Tributary Unit Group
UnAvailable Seconds
Virtual Container

[1] SDH Management. ITU-T, Rec. G.784.


[2] SDH Management Information Model for the
Network Element view. 8-ITU-T, Rec. G.774.
[3] Transmission and Multiplexing SDH Information
Model for the Network Element view. 9-ETSI,
ETS 300 304.
[4] Types and General Characteristics of Synchronous
Digital Hierarchy (Sdh) Equipment. ITU-T, Rec.
G.782.
[5] Characteristics of SDH multiplexing equipment
functional blocks. ITU-T, Rec. G.783.
[6] Architectures of transport networks based on the
SDH. ITU-T, Rec. G.803.
[7] Generic Network Information Model. ITU-T, Rec.
M.3100.
[8] Digital Hierarchy Bit Rates. ITU-T, Rec. G.702.
[9] Error Performance Parameters and Objectives for
International costant bit rate digital paths at or
above primary rate. ITU-T, Rec. G.826.
[10] PDH Path, Section and Transmission System and
SDH Path and Multiplex Section Fault Detection
and Localization Procedures. ITU-T, Rec.
M.2120.
[11] Description For The Q3 Interface Performance
Management. ITU-T, Rec. Q.822.
[12] Broccolini, F.; Ciminari, G.; Picciano, G.: Il
sistema di gestione della rete SDH di Telecom Italia.
Su questo stesso numero del Notiziario
Tecnico Telecom Italia.
[13] Information Technology Open Systems Interconnection Structure of Management Information:
Guidelines for the Definition of Managed Objects.
ITU-T, Rec. X.722.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n.2 - Ottobre 1998

[14] Mariconda, A.; Misul, R.; Parente, F.;


Pietroiusti, R.: La nuova gerarchia di multiplazione sincrona (SDH). Notiziario Tecnico SIP
Anno 1, n. 1, luglio 1992, pp. 38-55.
[15] Mariconda, A.; Misul, R.; Parente, F.;
Pietroiusti, R.: Apparati per la rete SDH. Notiziario Tecnico SIP Anno 2, n. 1, aprile 1993,
pp. 49-63.

Fabrizio Broccolini si laureato nel 1990, presso


lUniversit degli Studi de LAquila, con una
Tesi di Laurea basata sul progetto di un sistema
di linea in fibra ottica a 155,520 Mbit/s e
realizzata presso i laboratori Italtel de LAquila.
Nel 1991 ha conseguito il Master in Ingegneria
delle Telecomunicazioni presso la Polytechnic
University di New York (USA).
stato assunto in Telecom Italia (allora SIP)
nel 1991 e fino al 1994 ha operato presso
lingegnerizzazione del Centro Gestione Rete,
il Sistema di Supervisione e Controllo della Rete Flessibile per
Trasmissione Dati di Telecom Italia. Dal 1994 fino a marzo del
1998 ha coordinato in Telecom Italia il progetto per lo sviluppo di
SGSDH, il Sistema di Supervisione e Controllo della nuova Rete
Trasmissiva SDH. Da aprile del 1998 passato in Telecom Italia
Mobile dove responsabile della pianificazione della rete di
trasporto SDH.

Giovanni Ciminari nel 1994 si laureato in


Ingegneria Elettronica, con indirizzo in
telecomunicazioni, presso luniversit degli
Studi di Ancona. Ha lavorato presso il centro
elaborazioni dati di unazienda manifatturiera
occupandosi dei problemi di Office Automation
e dello sviluppo di soluzioni per tematiche
gestionali. entrato in Telecom Italia nel 1996.
Presso la Direzione Generale si occupa dei
Sistemi di Supervisione e Controllo per la rete
trasmissiva in termini di definizione delle
specifiche, dello sviluppo e dei collaudi dei sistemi di gestione per
la rete SDH di trasporto. Si interessa anche alle soluzioni gestionali
sui sistemi ottici WDM per applicazioni sottomarine e terrestri.

Giovanni Picciano si laureato in Ingegneria


Elettronica, con indirizzo Telecomunicazioni,
presso lUniversit La Sapienza di Roma ed ha
lavorato dapprima presso il Dipartimento di
Informazione e Comunicazione della stessa
Universit partecipando a progetti di ricerca in
ambito ACTS riguardanti la definizione di aspetti
sistemistici per reti radiomobili cellulari di terza
generazione in collaborazione con diverse
Universit ed Aziende di telecomunicazioni
europee. Dal 1996 lavora presso la Direzione
Generale di Telecom Italia nel settore dei Sistemi di Supervisione e
Controllo per la rete trasmissiva. In particolare si occupa della
definizione delle specifiche, dello sviluppo e dei collaudi dei sistemi
di gestione per la rete SDH di trasporto (sistema unificato SGSDHNM e Element Manager proprietari) e della rete SDH di
distribuzione (sistema unificato SGSDH-ESM). autore di diverse
pubblicazioni tecniche in ambito internazionale.

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