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TLC 4^ - Commutazione
1. Sistemi di commutazione - Introduzione.
Si intende per commutazione l'insieme delle operazioni necessarie a collegare
simultaneamente a due a due pi punti di un sistema di TLC.
Una rete di telecomunicazione consiste infatti di utenti, linee di trasmissione e nodi o
centrali di commutazione. Queste ultime hanno lo scopo di connettere le linee entranti
con le linee uscenti per il tempo necessario alle informazioni per procedere
correttamente dalla sorgente alla destinazione.
Nelle reti di telecomunicazioni moderne tutte le centrali telefoniche sono di tipo
automatico.
Autocommutatore
Per autocommutatore si intende l'insieme delle apparecchiature di scambio che
concorrono alla realizzazione della commutazione.
Distinguiamo autocommutatori: - per reti private (PABX)
- per rete pubblica
E' possibile classificare gli autocommutatori da un punto di vista tecnologico, per come
sono costruiti, oppure da un punto di vista funzionale, per il compito che svolgono
all'interno della rete. Esamineremo in seguito queste classificazioni.
Centrale telefonica
Col termine Centrale ci si riferisce in genere ad un autocommutatore per rete pubblica,
e si intendono tutti gli impianti necessari per realizzare l'interconnessione tra le linee ad
esso attestate nonch le relative infrastrutture comprese quelle edili. Ad esempio nei
piani alti di un edificio di centrale sono spesso sistemati gli impianti di trasmissione per i
collegamenti in ponte radio. Talvolta nello stesso edificio sono ospitate centrali di
diverso livello gerarchico (ad esempio centrale urbana ed interurbana).
Spesso nel linguaggio corrente i termini autocommutatore e centrale vengono usati
come sinonimi.
La complessit del problema della commutazione
In una rete di TLC caratterizzata da n nodi possiamo chiederci quale sia il numero dei
possibili collegamenti diretti punto punto.
Se n il numero dei punti il numero dei collegamenti Nc vale:
N
c
= n ( n - 1 ) / 2
come si pu osservare il numero dei collegamenti possibili cresce molto rapidamente
con il numero dei punti, come evidenziato in tabella:
n = 5 25 50 100 500
N
c
= 10 300 1225 4.950 124.750
si tratta in pratica di una legge quadratica, infatti per n sufficientemente elevato, la
formula precedente pu essere approssimata dalla formula:
N
c
= n
2
/ 2
Questi numeri ci danno solo un'idea della complessit del problema. Si pensi che il
sistema telefonico mondiale costituito da 600 milioni di telefoni, e pertanto vi sono
circa 2 . 10
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collegamenti possibili, cio 200.0000.000.000.000.000.
N.B. 1. Le formule esaminate esprimono i collegamenti possibili, i collegamenti
simultanei possibili sono invece soltanto n/2 (collegamenti teorici, in pratica i
collegamenti saranno molti di meno in quanto non tutti gli utenti richiedono
simultaneamente il servizio).
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2. Il pi semplice autocommutatore - Un esempio didattico.
La centrale pi semplice che si possa immaginare illustrata in figura. Si tratta di un
autocommutatore a divisione di spazio a dieci linee, realizzata in tecnologia
elettromeccanica (selettori). Anche se un simile apparato non ha alcun interesse pratico,
pu essere utile analizzarne il funzionamento per meglio chiarire molti dei concetti che
verranno di seguito esposti.
[figura di autocommutatore didattico a 10 linee]
Questo semplice schema si presta ad una serie di osservazioni.
N.B.1. Lo schema solo apparentemente simmetrico. E' indispensabile definire le linee
entranti e le linee uscenti (anche se sono collegate allo stesso apparecchio).
N.B.2. La fonia bidirezionale, ma il traffico ha un verso ben preciso.
N.B.3. Una centrale non sta da sola, ma inserita in un ben preciso livello della rete,
pertanto non detto che esista un equilibrio tra linee entranti e linee uscenti.
Chiarite queste premesse, nella formazione del collegamento telefonico, possono essere
evidenziate tre operazioni fondamentali: la concentrazione, la distribuzione e
l'espansione del traffico.
Concentrazione (viene effettuata nella centrale di origine)
l'operazione di trasferimento del traffico telefonico da un elevato numero di linee di
utente a basso tasso di utilizzazione ad un numero minore di linee di giunzione ad alto
tasso di utilizzazione.
Distribuzione (viene effettuata nella centrale di origine, di transito, di destinazione)
l'operazione che consiste nello smistamento del traffico tra fasci di linee ad alta
utilizzazione.
Espansione (viene effettuata nella centrale di destinazione)
l'operazione inversa della concentrazione, e consiste nel trasferimento del traffico da
un basso numero di linee ad alta utilizzazione ad un numero maggiore di linee a bassa
utilizzazione (linee di utente).
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3. Compiti di una centrale telefonica automatica.
La centrale telefonica svolge le operazioni relative alla commutazione, che consistono
nel realizzare la opportuna connessione fra una linea entrante ed una linea uscente per
tutta la durata della conversazione. Le linee, sia entranti che uscenti, possono essere
linee di utente o di giunzione a seconda del livello gerarchico della centrale.
L'elenco dei compiti svolti da un autocommutatore ci d un'idea della complessit del
problema.
Le principali operazioni svolte in una centrale di commutazione sono, nell'ordine:
1. Riconoscere la richiesta di servizio (sgancio).
2. Ricevere e interpretare le cifre di selezione.
3. Realizzare la connessione con l'utente chiamato (oppure inoltrare la richiesta di
connesione ad altra centrale).
4. Riconoscere se l'utente chiamato libero oppure occupato, inviando i relativi
segnali al chiamante e al chiamato, se libero;
5. Registrare le informazioni necessarie per la tariffazione;
6. Riconoscere il segnale di fine conversazione (riaggancio) da parte di uno o di
entrambi gli utenti;
7. Abbattere il collegamento.
Tenendo conto anche delle operazioni ora esaminate, possiamo cos sintetizzare i
compiti di un autocommutatore:
1) Formazione del collegamento.
E' la funzione pi ovvia: l'autoccommutatore deve realizzare un collegamento
temporaneo tra una linea di ingresso e una linea di uscita.
2) Segnalazione.
L'autocommutatore deve interpretare l'informazione di selezione dell'utente chiamante,
deve fornire il segnale di chiamata all'utentechiamato, e deve inviare segnalazione ad
altre centrali, ed eventualmente riceverne da esse.
In altri termini l'autocommutatore deve essere in grado di collegarsi e di dialogare con
altri autocommutatori. Si ricordi che nel caso di centrale interurbana l'autocommutatore
deve gestire l'instradamento della chiamata.
3) Alimentazione.
L'autocommutatore deve provvedere all'alimentazione in corrente continua dei microfoni
degli apparecchi di utente.
4) Tassazione.
L'autocommutatore deve effettuare rilievi per l'addebito della comunicazione.
5) Misure.
L'autocommutatore deveeffettuare rilievi sul traffico telefonico. Tali rilievi sono utilizzati
per lo studio della qualit del servizio ai fini della manutenzione e dello sviluppo della
rete.
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4. Le tecniche di commutazione.
La commutazione pu essere realizzata ricorrendo a due diverse tecniche: divisione di
spazio e divisione di tempo.
Commutazione a divisione di spazio
La tecnica a divisione di spazio rappresenta la soluzione pi semplice del problema,
pertanto stata la prima ad essere utilizzata.
I canali di comunicazione sono costituiti da linee diverse che vengono interconnesse solo
all'atto della formazione del collegamento e che, al termine della conversazione,
vengono disconnesse.
In un sistema a divisione di spazio le linee possono essere collegate tra loro con tre
diversi mezzi:
- cordoni nella commutazione manuale, ora non pi utilizzata
- selettori negli autocommutatori elettromeccanici
- punti di accoppiamento negli autocommutatori elettronici
(crosspoint)
La commutazione a divisione di spazio non una tecnica obsoleta in quanto anche nei
pi moderni autocommutatori numerici vi possono essere stadi di commutazione a
divisione di spazio.
Comutazione a divisione di tempo
La tecnica a divisione di tempo rappresenta la soluzione attualmente pi interessante
del problema della commutazione, ovviamente realizzabile solo in tecnologia
elettronica.
Analogamente alla trasmissione TDM la tecnica dicommutazione a divisione di tempo
non utilizza diversi percorsi fisici, ma intervalli temporali ( time slot ) effettuando lo
scambio tra segnali di un multiplo TDM appartenenti ad intervalli di tempo diversi.
La tecnica a divisione di tempo analogica, nelle quale cio la commutazione viene
effettuata tra campioni analogici PAM, si sviluppata alla fine degli anni '70, ma non
pi attualmente utilizzata ( stata impiegata per la realizzazione di centrali terminali,
come la CT Proteo della Italtel).
La tecnica a divisione di tempo numerica realizza l'interconnessione tra due canali PCM
scambiando i pacchetti di bit relativi a due canali per mezzo di memorie temporanee.
Tale tecnica, utilizzata dapprima solo negli stadi di transito, si diffusa a tutti i tipi di
autocommutatori oggi costruiti (compresi i PABX) che sono pertanto detti
autocommutatori numerici.
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5. Struttura di un autocommutatore.
Comunque sia realizzato, possiamo schematizzare ogni autocommutatore con una
struttura semplificata del tipo indicato in figura.
Possiamo distinguere:
a) un insieme di terminazioni, attraverso cui le linee della rete, di utente o di
giunzione, accedono alla centrale e dalle quali viene estratta o sulle quali viene inviata
la segnalazione;
b) una rete di connessione (RC), che costituisce il supporto fisico attraverso cui sono
realizzati volta per volta i collegamenti richiesti;
c) una unit di comando (UC) che, sulla base delle informazioni di segnalazione,
gestisce la rete di connessione.
[figura: architettura di autocommutatore numerico]
Si osservi che i percorsi indicati sono da considerare bidirezionali per la trasmissione dei
segnali vocali e monodirezionali dal punto di vista del traffico telefonico.
In linea di principio, se la centrale deve connettere N linee entranti con N linee uscenti,
possiamo pensare ad una rete di connessione ad N ingressi ed N uscite. Tuttavia, da
rilievi statistici sul traffico telefonico, il numero di chiamate simultanee si aggira su una
percentuale del 10 - 12 % del numero di utenti collegati alla centrale. Di conseguenza le
dimensioni della Rete di Connessione nella centrale di origine possono essere molto
ridotte.
L'economicit di realizzazione e, in misura maggiore, di gestione della rete richiede che
le risorse (linee e centrali) siano dimensionate sulla base del flusso medio delle
richieste, in modo da garantire un accettabile grado di servizio. Quindi in generale il
numero delle possibili vie di connessione verso la centrale di destinazione sempre
molto minore del numero delle linee di abbonato connesse alla centrale di origine.
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6. Classificazione degli autocommutatori.
Sono possibili diverse classificazioni degli autocommutatori a seconda dell'ottica di
analisi.
Distinguiamo anzitutto una classificazione dal punto di vista funzionale (cio delle
applicazioni) ed una dal punto di vista costruttivo (cio dell'architettura e delle
tecnologie impiegate).
Classificazione funzionale.
Oltre alle generiche distinzioni gi introdotte tra Centrale Terminale e Centrale di
Transito, possiamo distinguere:
UCR o unit di concentrazione remota, o pi semplicemente "concentratore".
Il concentratore un armadio che raggruppa un certo numero di attacchi di
utente, ed collegato in fibra ottica, a 2Mb/s oppure a 8 Mb/s , alla pi vicina
centrale.
SGU Stadio di gruppo urbano.
Serve un'area di commutazione di 60-80 mila numeri.
All'SGU sono collegati direttamente CU o CRU.
SGT Stadio di gruppo di transito.
Corrisponde ad un capoluogo di regione (sostituisce in pratica gli attuali Centri
di Compartimento).
Classificazione costruttiva.
Nelle reti telefoniche di tutti i paesi industrializzati convivono impianti estremamente
diversi in termini di architettura, funzionamento, prestazioni, tecnologia. Questa
situazione determinata da due fattori:
1) la complessit ed il costo delle centrali telefoniche automatiche ne determinano
tempi di ammortamento, e quindi di vita in opera, molto lunghi (anche maggiori di 20
anni).
2) la rapidit dell'evoluzione tecnologica nel campo dell'elettronica e dell'informatica
spinge esercenti e costruttori allo studio ed alla realizzazione di autocommutatori
sempre pi economici (in termini impiantistici e gestionali) e con prestazioni sempre pi
elevate.
In una classificazione tecnica-costruttiva gli autocommutatori possono essere cos
suddivisi:
- a seconda del tipo di tecnologia utilizzata
(elettromeccanici - semielettronici - elettronici)
- a seconda del tipo di tecnica di commutazione utilizzata
(a divisione di spazio - a divisione di tempo)
- a seconda del tipo di segnale commutato
(continuo analogico - discreto analogico - numerico)
- a seconda della strategia di comando
(a comando diretto o indiretto, centralizzato o distribuito).
Anzich ricorrere ad una classificazione sistematica compilando schemi e tabelle
riteniamo preferibile analizzare questi concetti attraverso un esame della evoluzione
tecnologica degli autocommutatori.
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7. Evoluzione tecnologica degli autocommutatori.
Si posono individuare tre successive fasi dell'evoluzione tecnologica degli auto-
commutatori.
1. Autocommutatori elettromeccanici (fino all'inizio degli anni '60)
La componentistica costituita da rel e da selettori passo-passo.
Possiamo distinguere:
a comando diretto (unit di comando e rete di connessione non sono nettamente
distinti)
gli impulsi di selezione provenienti dal disco combinatore dell'apparecchio chiamante
comandano direttamente gli organi di commutazione della rete di connessione,
costituita da stadi di selezione connessi in cascata.
a comando indiretto (con registri centralizzati)
la selezione memorizzata in appositi registri centralizzati a disposizione di pi organi di
commutazione e impegnati per il solo tempo necessario alla formazione della
connessione.
2. Autocommutatori semielettronici (anni '60 - '70)
- La rete di connessione elettromeccanica (matrici di contatti)
- L'unit di comando costituita da uno pi elaboratori specializzati.
Possiamo distinguere:
a programma cablato (WPC = Wired Program Control )
le istruzioni costituenti i programmi di lavoro del comando sono realizzate mediante
opportuni cablaggi (hardware).
a programma memorizzato (SPC = Stored Program Control )
le istruzioni dei comandi sono realizzate mediante programmi (software) residenti in
memorie di lettura-scrittura; ci consente, rispetto alla soluzione precedente, maggiore
flessibilit d'impienato (per esempio per modifiche alla struttura della centrale,
introduzione di nuove funzioni per l'utente o l'esercente, trattamento di nuovi sistemi di
segnalazione).
3. Autocommutatori elettronici (anni '80 in poi)
La rete di connessione in tecnologia elettronica
- crosspoint (divisione di spazio)
- memorie W/R (divisione di tempo)
L' unit di comando realizzata con elaboratori SPC. Possiamo distinguere:
a comando centralizzato
tutte le funzioni sono realizzate in un unico elaboratore.
a comando distribuito
le funzioni di comando sono distribuite su una rete di elaboratori (microprocessori) con il
vantaggio di assicurare una elevata affidabilit.
4. Autocommutatori numerici (anni '90)
Autocommutatori elettronici che lavorano su segnali digitali.
La rete di connessione in tecnologia elettronica (matrici S o matrici T).
Unit di comando a comando distribuito.
Utilizzo si segnalazione a canale comune CCSS n7.
Centrali ISDN.
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Lettura 1:
Cenni storici sulla commutazione:
Il disco combinatore applicato all'apparecchio telefonico fu inventato nel 1896 da A. E.
Keith e C. J. Erickson.
Le prime apparecchiature di commutazione impiegavano selettori elettromeccanici a
contatti striscianti ed a comando diretto (messi cio in funzione direttamente dai segnali
generati dal disco combinatore dell'utente). Sono detti anche selettori passo-passo.
Verso la met degli anni quaranta vengono introdotti nuovi tipi di selettori a motore (pi
veloci) e con contatti appoggiati in metallo nobile, nasce cos il metodo di commutazione
detto a comando indiretto, che port ad un aumento assai notevole della qualit e della
affidabilit della commutazione ed alla riduzione degli oneri di esercizio e manutenzione.
Lo sviluppo della commutazione negli anni sessanta e nei decenni successivi in gran
parte dipendente dall'utilizzo delle nuove tecnologie messe a disposizione dall'elettronica
e dall'informatica.
Negli anni sessanta, dapprima negli Stati Uniti e poi in Europa, entrano in funzione
centrali di commutazione nelle quali la funzione di connessione ancora affidata ad
organi elettromeccanici, mentre la funzione di comando e controllo sono svolte da un
elaboratore elettronico.
Nel corso degli anni settanta anche la funzione di connessione stata gradualmente
realizzata dapprima con tecnologie elettroniche analogiche e, recentemente, attraverso
un processo di innovazione in parte ancora in fase di attuazione, con sistemi numerici
basati sul calcolatore.
Lettura 2:
Commutazione elettromeccanica a divisione di spazio: i selettori.
Il selettore presenta una linea entrante a cui allacciato l'abbonato chiamante, e pi
linee uscenti, ciascuna delle quali fa capo agli abbonati che possono essere chiamati, o a
un successivo stadio di selezione.
La posizione del braccio rotante comandata direttamente dagli impulsi di selezione
dell'abbonato chiamante (comando diretto).
Selettore rotativo Simbolo
Nel selettore rotativo si distingue:
- un banco di contatti;
- un equipaggio mobile;
- un dispositivo di movimento.
E' detto del tipo passo a passo perch si muove di una posizione alla volta.
Il bando di contatti ha 10, 15 o 25 passi.
L'equipaggio mobile ha 3 o pi bracci (3 o pi fili).
Il dispositivo di movimento formato da: magnete - ancora - nottolino - ruota dentata
(v. fig.).
- velocit: un selettore rotativo pu compiere al massimo 50 passi al secondo.
- impiego: sono usati prevalentemente come preselettori.
Selettore a sollevamento e rotazione Simbolo
Questo selettore ha due libert di movimento: prima si solleva e in un secondo tempo
ruota.
Ha 100 passi, cio un bando ci contatti a 100 uscite disposte in 10 livelli (sollevamento)
ciascuno a 10 passi (rotazione).
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Il selettore comandato da due serie di impulsi, ed ha un movimento rapido di ritorno
nella posizione di riposo.
- velocit: 40 passi/secondo in rotazione, molto inferiore in sollevamento.
- impiego: Come selettore di gruppo (SG): si solleva in base alla cifra ricevuta, poi
ruota in ricerca libera.
Come selettore di linea (SL): si solleva e ruota in base alle due cifre
ricevute.
Selettore a motorecon contatti in metallo nobile ( SMN) Simbolo
(Siemens, 1930)
Viene per lo pi costruito con 50, 100 e 200 passi.
Un piccolo motore in c.c. fa ruotare i 4 bracci (i due destinati ai fili di conversazione non
strisciano sulle lamelle del banco dei contatti).
Presenta, rispetto ai precedenti tipi, notevoli vantaggi, quali:
- assenza di rumore (i contatti strisciano)
- ridotta manutenzione (i contatti strisciano)
- facilit di multiplazione
- grande numero di linee di uscita (con posibilit di realizzare fasci di buon rendimento)
- flessibilit
- velocit: elevata: 150 passi/secondo.
- impiego: come SG o SL.
Nel selettore a sollevamento e rotazione la discriminazione tra le decadi stabilita in
maniera fissa dalla struttura meccanica del selettore (10 x 10).
Nel selettore SMN le decadi ed il numero dei passi entro le decadi possono essere fissati
a piacere e facilmente modificati con provvedimenti di natura elettrica, variando il
marcaggio elettrico dei passi.
Nasce col selettore SMN la distinzione tracomando diretto e comando indiretto.
Comando diretto
L'informazione di posizionamento data da una serie di impulsi che vengono inviati
direttamente all'organo di movimento del selettore, ed ogni impulso fa avanzare il
braccio di un passo.
Comando indiretto
L'informazione di posizionamento non viene inviata all'organo di movimento del
selettore, bens a un organo di marcaggio (piccolo selettore marcatore
comandatodirettamente dalla selezione dell'abbonato; oppure registro di rel).
In questo caso i bracci del selettore suotano automaticamente (come in ricerca libera)
finch trovano l'uscita marcata.
Il comando indiretto di un selettore mediante marcaggio della posizione di arresto si
rivela particolarmente adatto quando si vogliono ripartire a piacimento le uscite del
selettore sui singoli fasci, indipendentemente dalla struttura del selettore.
I complessi di marcaggio sono centralizzati e ognuno serve un certo numero di selettori.
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Riassunto degli argomenti relativi alla Commutazione
La commutazione costituisce la parte intelligente della rete telefonica. La funzione di
commutazione consiste nell'effettuare dei collegamenti temporanei tra coppie di utenti,
ed svolta in centrale da apparati automatici detti autocommutatori, comandati da
appositi segnali inviati direttamente dall'utente chiamante o da un altro
autocommutatore.
Schematicamente un autocommutatore costituito da:
- terminazioni, attraverso cui i canali trasmissivi accedono alle centrali e
dove sono inserite / estratte le segnalazioni;
- rete di connessione: collega terminazioni di ingresso e uscita;
- unit di comando: gestisce la formazione del collegamento attraverso:
a) identificazione delle terminazioni d'ingresso
b) ricezione della numerazione
c) identificazione delle terminazioni d'uscita
d) connessione
e) supervisione (conversazione)
f ) abbattimento del collegamento.
Nel collegamento tra due utenti possiamo distinguere:
- segnali scambiati tra i due utenti, che costituiscono l'informazione fonica
(bidirezionale)
- segnali ausiliari, atti a gestire il collegamento (individuazione dell'utente chiamato,
instradamento, tassazione). Questi segnali possono essere scambiati tra utente e
centrale (selezione), tra centrale e utente (chiamata), oppure tra centrali
(instradamento, tassazione).
Possiamo quindi distinguere:
- informazione fonica (bidirezionale: chiamante <==> chiamato)
- senso del traffico (unidirezionale: chiamante ==> chiamato)
nella formazione del collegamento possiamo quindi stabilire quale sia la terminazione di
ingresso e la terminazione di uscita
Dal punto di vista del traffico possiamo individuare nella rete funzioni di concentrazione,
distribuzione, espansione.
- concentrazione Si effettua nella centrale d'origine: da bassi valori specifici del
traffico di utente a linee di giunzione (connesse ad altre centrali) ad
alta utilizzazione.
- espansione: Si effettua nella centrale di destinazione: l'operazione opposta.
- distribuzione: Si effettua nelle centrali di transito e, localmente, anche nelle
centrali di origine e di destinazione, e consiste nello smistamento del
traffico ad alto valore specifico tra giunzioni entranti ed uscenti.

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