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PROGETTAZIONE AGLI STATI LIMITE DI

ELEMENTI STRUTTURALI IN CEMENTO


ARMATO
Giovanni Di Luzio

Indice
1

13
1.1

Descrizione dellopera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

13

1.2

Normativa di riferimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

16

2 I materiali

19

2.1

Calcestruzzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

19

2.2

Acciaio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

22

27
3.1

Schematizzazione della struttura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

27

3.2

Predimensionamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

28

3.3

Analisi dei carichi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

29

4 Solaio

35

4.1

Determinazione delle azioni interne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

40

4.2

Armatura longitudinale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

50

4.3

Veriche di resistenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

53

5 Travi

61

5.1

Determinazione delle azioni interne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

67

5.2

Armatura longitudinale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

79

5.3

Armatura trasversale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

83

5.4

Veriche di resistenza allo stato limite ultimo . . . . . . . . . . . . . .

87

5.5

Veriche agli stati limite di esercizio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

6 Pilastri

90
101

6.1

Analisi dei carichi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 101

6.2

Dimensionamento della sezione e delle armature . . . . . . . . . . . . . 102

6.3

Verica allo stato limite di tensioni in esercizio . . . . . . . . . . . . . . 106

7 Fondazioni

111

7.1

Veriche secondo NTC 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121

7.2

Terreno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124

7.3

Dimensionamento della base di appoggio e dellaltezza . . . . . . . . . . 125

7.4

Dimensionamento delle armature . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128

7.5

Veriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 129

7.6

Travi di collegamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 131

8 Dettagli costruttivi

133

Ad Antonella ed Antonio

Two roads diverged in a wood, and II took the one less travelled by,
And that has made the dierence.
ROBERT FROST

Prefazione

Il corso di Tecnica delle Costruzioni nellambito del Laboratorio di Costruzioni presso la Facolt`a di Architettura e Societ`a del Politecnico di Milano, prevede la redazione
di un elaborato progettuale, nella maggior parte dei casi, con elementi strutturali in
cemento armato. Al ne di fornire agli allievi un esempio di svolgimento di questo progetto, si `e deciso di prendere spunto dagli elaborati di Laurea triennale in Ingegneria
Civile svolti da Andrea Grandi e Giulia Bartoli e da Collenghi Claudio, De Amici Alberto e Roberta Forlani nel Settembre 2008, dei quali `e stata ampliata la parte teorica
ed inseriti alcuni commenti.
In questo esempio didattico si `e scelta una certa impostazione (soluzione), che in
numerosi casi non `e unica, ma sono possibili dierenti scelte tecniche o di calcolo,
comunque, ugualmente corrette. Utilizzarne una, come in questo esempio, non signica
che le altre siano sbagliate. Pertanto, lo studente deve valutare con spirito critico
il presente esempio cercando di leggerlo con un sano scetticismo valutando anche le
possibili alternative.
A causa della necessit`a di fornire in tempi brevi un prodotto nito, non posso
escludere che vi possano essere errori di calcolo (e sar`o grato a chiunque me li segnaler`a).
Giovanni Di Luzio

Introduzione
Nella presentazione di un progetto conviene preparate due distinte relazioni strutturali: 1) la prima, denominata relazione generale, in cui si riportano i criteri generali che sono stati seguiti nel progetto; 2) la seconda, denominata relazione di calcolo,
riporta invece in dettaglio tutte le elaborazioni numeriche eettuate secondo i criteri
indicati nella relazione generale. La relazione generale `e abbastanza breve (una o due
pagine per argomento) e, nel seguito, si riportano i criteri adottati per la sua stesura.
Invece, la relazione di calcolo `e sempre molto estesa, perche deve contenere tutte le
elaborazioni svolte.
La relazione generale deve essere prodotta secondo il seguente schema, in cui sono
riportati gli argomenti che essa deve contenere per il progetto di una struttura in
cemento armato.
1. Indicazioni generali
Caratteristiche principali del fabbricato (geometria, numero di piani, ubicazione,
destinazione duso, tipologia strutturale) e del terreno su cui esso `e edicato. Caratteristiche dei materiali utilizzati. Normativa cui si `e fatto riferimento nel calcolo.
2. Solaio
Criteri seguiti per dimensionarne lo spessore. Schemi e combinazioni di carico presi
in esame. Metodo utilizzato per la risoluzione degli schemi. Tipologia di armatura
prescelta e formule utilizzate per valutare larea di armatura necessaria a essione.
Motivazioni che possono rendere necessarie le fasce piene e semipiene (essione, taglio)
9

e formule utilizzate per determinarle. Sezioni nelle quali si `e eettuata la verica a


essione e procedura utilizzata per la verica.
3. Travi
Criteri utilizzati per valutare il carico sulla trave. Metodo usato per stimare il
momento massimo e per denire la sezione. Schemi e combinazioni di carico presi
in esame. Programma utilizzato per la determinazione delle azioni interne per i vari
schemi statici. Tipologia di armatura scelta per la essione e il taglio e formule utilizzate per valutare larea di armatura necessaria. Sezioni per le quali si `e eettuata
la verica a essione e procedura utilizzata per la verica. Criteri seguiti per valutare
carichi e caratteristiche di sollecitazione in esercizio e per eettuare le veriche per la
fessurazione, le tensioni di esercizio, e la deformabilit`a.
4. Pilastri
Criteri utilizzati per valutare i carichi sui pilastri a ciascun piano e lazione normale
conseguente. Criteri seguiti per dimensionarne la sezione e le armature. Criteri seguiti
per valutare le caratteristiche di sollecitazione in esercizio e per la verica allo stato
limite di tensioni.
5. Eetto del vento e del sisma
Modalit`a seguite nel calcolare la pressione del vento e le accellerazioni dovute allazione sisma, e le conseguenti forze orizzontali. Metodo usato per stimare i momenti
ettenti prodotti dalle forze orizzontali. Combinazioni di carico prese in esame. Programma di calcolo utilizzato per calolare le azioni interne. Considerazioni sullincremento di sollecitazioni provocato dal vento e sui conseguenti eetti su sezione e armature
necessarie per le travi. Modalit`a per la determinazioni dei domini limite M-N. Considerazioni sulleetto dellincremento di sollecitazioni su sezione e armature necessarie
per i pilastri. Criteri seguiti per valutare le caratteristiche di sollecitazione in esercizio
e per eettuare la verica allo stato limite di tensioni di esercizio.
6. Plinti di fondazione
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Modello utilizzato per rappresentare il comportamento del terreno. Criteri seguiti per il dimensionamento dei plinti di fondazione (dimensioni della sezione ed delle
armature). Criteri utilizzati per dimensionare le travi di collegamento tra i vari plinti.

Per questo esempio didattico, nel seguito non si far`a distinzione tra la relazione
generale e la relazione di calcolo, ma si riporter`a in ciascun capitolo la progettazione e
la verica dei vari elementi strutturali che appartengono ad una struttura in cemento
armato presa come esempio.

11

12

Capitolo 1

1.1

Descrizione dellopera

La progettazione di unopera di ingegneria civile `e un processo complesso, che si


svolge attraverso numerose fasi, ed `e, inoltre, un processo iterativo di perfezionamento
(ciclico), in cui la ricerca della migliore soluzione comporta un processo di continua
ridenizione dellopera. La parte pi
u delicata di questo processo `e quella della concezione dello schema strutturale ed il calcolo non puo condurre direttamente alla scelta
della soluzione strutturale. Inoltre, vi sono numerose decisioni da prendere che devono
tenere conto della natura del suolo, dei problemi esecutivi, di quelli estetici ed economici. Pertanto, lintreccio delle inuenze e dei condizionamenti su tali decisioni e tale da
rendere ogni progetto unico.
La progettazione richiede anche immaginazione ed intuizione, supportate dalla conoscenza della statica e della meccanica, in un processo continuo di cooordinamento e di
sintesi. Dalla concezione strutturale della struttura pi
u che da minuti perfezionamenti
del calcolo dipende alla ne il buon esito dellopera.
In questo volume si vuole presentare la progettazione della parte strutturale di un
edicio a destinazione abitativa e commerciale (Fig. 1.1). Lo sviluppo in pianta `e di
forma rettangolare con un asse di simmetrica coincidente con lasse verticale del rettangolo stesso. Il fabbricato `e costituito da due piani fuori terra: il primo `e destinato
ad ospitare due unit`a immobiliari di 90 m2 circa cadauna, mentre, il secondo piano
13

Figura 1.1: Viste delledicio da progettare.

14

Figura 1.2: Vista assonometrica degli elementi strutturali.

`e destinato a semplice copertura piana praticabile. Entrambi i piani sono accessibili


attraverso una scala situata allinterno della costruzione stessa. Il piano terreno delledicio `e destinato a diventare sede di attivit`a commerciali. La struttura portante
delledicio `e realizzata in cemento armato, in cui le travi ed i pilastri, connessi fra di
loro, sostengono i solai in latero-cemento che, orientati lungo la direzione di maggiore
luce in pianta, costituiscono la componente strutturale degli orizzontamenti (vedi Fig.
1.2).
La parte strutturale del solaio ha uno spessore di 20+4cm; considerando le niture
si raggiunge lo spessore complessivo di 34cm. Le travi sono a sezione rettangolare,
tutte di dimensioni 30x45 cm. I pilastri hanno dimensioni diverse a seconda della
posizione in pianta e dellimpalcato in cui si trovano con dimensioni massime di 30x35
cm e minime di 25x25cm. Lo sviluppo in senso verticale dei pilastri `e stato realizzato in
modo che non si vengano a creare momenti 1
parassiti dovuti ad eccentricit`a geometriche.

Il vano scala `e realizzato interamente in calcestruzzo armato, la cui struttura portante


verticale `e realizzata mediante setti in c.a. incastrati fra di loro. Tale conformazione
conferisce al vano scala una rigidezza sensibilmente maggiore rispetto al resto della
struttura. Eventuali azioni orizzontali, come quelle derivanti dal vento o da azioni
sismiche, saranno quindi competenza del vano scale, visto come nucleo irrigidente di
controventamento. Le rampe sono costituite da solette piene, poggianti su travi disposte
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in corrispondenza dei pianerottoli, inclinate secondo la pendenza della rampa. Le


solette hanno un intradosso piano, mentre la parte superiore `e sagomata secondo il
prolo dei gradini. Le murature perimetrali di tamponamento esterno, intonacate sia
internamente che esternamente, sono costituite da blocchi di laterizio alveolare con uno
spessore totale `e di 35cm.
La scelta delle tipologie costruttive `e derivata da precise scelte di carattere tecnico,
tecnologico ed economico. In particolare, `e stata posta particolare attenzione sulla
eettiva praticit`a di esecuzione in cantiere delle indicazioni progettuali. A volte, quindi,
la progettazione `e stata eseguita privilegiando la semplicit`a costruttiva rispetto ad
altri criteri, come ad esempio quello del minimo uso di materiale. Tale scelta, oltre a
migliorare in generale la sicurezza delledicio, riducendo le probabilit`a di una cattiva
esecuzione delle opere, presenta anche un sensibile vantaggio economico derivante dal
minore utilizzo di mano dopera.

1.2

Normativa di riferimento

Per la progettazione della struttura si `e fatto riferimento ad alla normativa tecnica


vigente: gli Eurocodici e le relative appendici nazionali. Gli Eurocodici sono norme europee, che aggiornano ed uniformano per i paesi membri della Unione Europea, i metodi
di calcolo per la progettazione delle strutture. Il loro obiettivo `e quello di armonizzare
le regole di progettazione e di calcolo vigenti nei paesi che aderiscono allUnione Europea contribuendo alla creazione di un mercato unico. Le norme nazionali (per lItalia,
le norme UNI) che recepiscono gli Eurocodici, ne contengono il testo completo cos`
come emanato dal CEN (comprese tutte le appendici), il quale pu`o essere preceduto da
una premessa nazionale e/o seguito da una appendice nazionale. Lappendice nazionale
pu`o contenere solo informazioni su quei parametri, noti come parametri determinati a
livello nazionale, che in ogni Eurocodice sono lasciati a libera scelta per ogni singolo
stato. Oggetto delle appendici nazionali sono:
valori e/o classi per i quali nellEurocodice sono fornite alternative;
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valori da impiegare, per i quali nellEurocodice `e fornito solo un simbolo;


coecienti inerenti la taratura di modelli o derivanti da prove sperimentali;
dati specici della singola nazione (geograci, climatici, ecc.), come, a titolo di
esempio, la mappa della neve;
la procedura da impiegare quando nellEurocodice ne sono proposte diverse in
alternativa.
Per meglio districarsi attraverso il complesso gruppo di norme tecniche, ogni Eurocodice tratta un preciso argomento. Quello utilizzato in questo lavoro `e il secondo,
che tratta le progettazione delle opere in cemento armato. Questo `e ulteriormente suddiviso in quattro parti, ognuna delle quali tratta specicatamente di alcuni tipi di opere
(edici, ulteriori prescrizioni per la progettazione contro lincendio, ponti, strutture di
contenimento dei liquidi). Viene quindi adottato il seguente codice: Eurocodice 2 UNI EN 1992-1-1:2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edici nel seguito
indicato come EC-2.
Le Appendici Nazionali dellEurocodice, emanate di recente per armonizzare le
nuove Norme Tecniche con lEurocodice stesso, sono state utilizzate ove necessario;
in generale, si `e notata una maggiore penalizzazione riguardo alle caratteristiche dei
materiali da parte delle appendici. Viceversa, non variano sensibilmente le procedure
di calcolo e di verica.
Nello studio dei carichi agenti sulla struttura `e di grande importanza la corretta valutazione dei carichi permanenti e dei sovraccarichi accidentali (o variabili). La natura
di questi ultimi, e soprattutto la loro valutazione numerica, risulta tanto pi`
u dicoltosa
tanto meno risultano prevedibili i futuri utilizzi dellopera e delle condizioni in cui questa si verr`a a trovare. La normativa di riferimento utilizzata per la determinazione dei
carichi e dei sovraccarichi `e rappresentata dalle Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con il DM 14 gennaio 2008 (di seguito indicate con NTC) specicatamente ai
Capitoli 2 e 3.

17

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Capitolo 2
I materiali
Nella progettazione della struttura la scelta dei materiali da utilizzare riveste un
ruolo fondamentale non solo nel garantire le caratteristiche meccaniche necessarie, ma
anche nel conferire allopera buone caratteristiche di durabilit`a e di comportamento in
esercizio. E inoltre necessario sottolineare che il calcolo delle strutture viene inuenzato
direttamente dalla scelta dei legami sforzi-deformazioni di progetto, i quali hanno il
dicile compito di essere il pi`
u possibile semplici da applicare senza per`o perdere
la dovuta adabilit`a. Vengono quindi analizzati nel dettaglio le caratteristiche dei
due principali materiali utilizzati nella realizzazione della struttura: il calcestruzzo e
lacciaio. Secondo lEC-2 (paragrafo 2.3.2), per la determinazione delle propriet`a dei
materiali e dei prodotti si rimanda alla norma EN 1990 (Sezione 3 e Sezione 4).

2.1

Calcestruzzo

Il calcestruzzo `e un materiale composto da aggregati, detti anche inerti, (sabbia e


ghiaia o pietrisco di varie dimensioni) legati tra loro dalla pasta di cemento che si forma
per idratazione del cemento stesso (formando pricipalmente il gel di silicato di calcio
idrato e cristalli di idrossido di calcio). Le propriet`a meccaniche di tale agglomerato
lapideo articiale dipendono da quelle dei singoli componenti e dal legame che si realizza
tra loro.
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LEC-2 raccomanda di considerare le propriet`a del calcestruzzo che dipendono dal


tempo come il ritiro e la viscosit`a nei seguenti casi
nella verica agli stati limite di esercizio;
nella verica agli stati limite ultimi solo se i loro eetti sono signicativi, per
esempio, nella verica agli stati limite ultimi di stabilit`a dove gli eetti del secondo
ordine sono importanti. Negli altri casi non `e necessario che siano tenuti in conto a
condizione che la duttilit`a e la capacit`a di rotazione degli elementi siano sucienti.
Nel caso si dovesse condiderare la viscosit`a, lEC-2 raccomanda di valutare i suoi
eetti sul progetto sotto la combinazione di azioni quasi-permanente (carichi permanenti e il valore medio della precompressione), indipendentemente dalla situazione di
progetto considerata. LEC-2 nel paragrafo 3.1.4 (insieme all Appendice B) presenta
un procedimento con cui determinare il coeciente di viscosit`a a tempo innito e la
deformazione da ritiro a tempo innito.
I calcestruzzi vengono classicati in base alla resistenza caratteristica cilindrica, fck ,
e cubica, fck,cube , a compressione (prove di compressione uniassiale eettuate su provini
di forma cilindrica e cubica, rispettivamente). Il termine carattestistica sta ad indicare
che si fa riferimento al frattile del 5%, cio`e, quel particolare valore che, con riferimento
ad una densit`a di probabilit`a ottenuta sperimentalmente, ha una probabilit`a del 5%
di essere minorato). LEC-2 rimanda alla norma EN 206-1 per la classicazione dei
calcestruzzi e per le propriet`a meccaniche da utilizzare nella progettazione.
La scelta della classe del calcestruzzo non viene eettuata solo in base alla resistenza meccanica richiesta in fase di progetto, ma anche in base ai requisiti di durabilit`a.
Infatti, lEC-2 nella Sezione 4 richiede che una struttura durevole deve soddisfare i
requisiti di attitudine al servizio, resistenza e stabilit`a durante la sua vita utile di progetto, senza presentare perdite signicative di funzionalit`a ne richiedere manutenzione
straordinaria eccessiva. Le condizioni ambientali sono classicate secondo il Prospetto
4.1 dellEC-2 (basato sulla EN 206-1), in cui la classe di esposizione `e stabilita in base
alle condizioni chimiche e siche alle quali la struttura `e esposta.
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Nel caso in esame, i requisiti di durabilit`a sono legati alla protezione dallattacco
corrosivo della armature metalliche in seguito alla carbonatazione del calcestruzzo, che
inducono alla necessit`a di utilizzare un calcestruzzo di buona qualit`a. Lambiente in cui
si trova la struttura `e caratterizzato da umidit`a moderata; inoltre, il calcestruzzo esposto allesterno `e protetto dalla pioggia. Secondo il Prospetto 4.1 dellEC-2, in conformit`a
alla EN 206-1, la classe di esposizione che si adatta al caso in esame `e la XC3. In riferimento al prospetto E.1N (Appendice E dellEC-2), che fornisce unindicazione sulle
classi di resistenza da impiegare in funzione delle classi di esposizione, si sceglie di impiegare per la realizzazione della struttura un calcestruzzo di classe C30/37. Una classe
di resistenza cos` elevata, che non sarebbe giusticata dalle esigenze di resistenza, riesce
a garantire, insieme ad altri specici provvedimenti (riguardanti i dettagli costruttivi,
lesecuzione, il controllo di qualit`a ed i copriferri), il requisito della durabilit`a nel tempo
di vita della struttura.
Le principali caratteristiche meccaniche del calcestruzzo da impegare nella progettazione sono legate alla resistenza caratteristica a compressione nel Prospetto 3.1
dellEC-2. Le caratteristiche meccaniche relative al calcestruzzo C30/37 sono di seguito riportate: , =37MPa, =30MPa, resistenza media a compressione a 28 giorni
di =38MPa, resistenza media a trazione assiale di =2.9MPa, resistenza caratteristica a trazione assiale (frattile 5%) di ,0.05 =2,0MPa, resistenza caratteristica
a trazione assiale (frattile 95%) di ctm,0.95 =3,8MPa, modulo di elasticit`a secante di
cm =33GPa, deformazione alla tensione di picco pari a 2 =0.2%, deformazione ultima (o di rottura) di 2 =0.35%. Le resistenze di progetto a compressione e trazione
vengono denite secondo il punto 3.1.6 dellEC-2, ottenendo
=

(2.1)

,0.05
(2.2)

dove `e un coeciente che tiene conto degli eetti a lungo termine sulla resistenza a
=

compressione e degli eetti sfavorevoli risultanti dal modo in cui il carico `e applicato,
il cui valore si pu`o reperire nellappendice nazionale ed `e pari a 0,85. Il coeciente
21

tiene conto degli eetti a lungo termine sulla resistenza a trazione e degli eetti
sfavorevoli risultanti dal modo in cui il carico `e applicato, il cui valore si pu`o reperire
nellappendice nazionale ed `e pari a 1. Il coeciente `e il coeciente di sicurezza parziale per il calcestruzzo, il cui valore, anchesso viene reperito nellappendice
nazionale, ed `e pari ad 1,5. Pertanto, le resistenze di progetto hanno i seguenti valori
= 17.0MPa

= 1.33MPa

(2.3)

Al punto 3.1.7 dellEC-2 sono indicati i vari legami costitutivi (relazione sforzodeformazione) per il calcestruzzo che possono essere utilizzati per la progettazione,
come, ad esempio, il legame denominato parabola-rettangolo riportato nella Fig. 2.1.
Per semplicare i calcoli (punto 3.1.7.3 dellEC-2), `e consentito adottare una distrubuzione rettangolare di tensioni su di una altezza compressa ridotta come mostrato in Fig. 2.2 in cui il coeciente , che denisce laltezza ecace della zona di
compressione e il coeciente , che denisce la resistenza eettiva, si deducono da:
= 0, 8
= 0, 8 ( 50)/400

= 1, 0
= 0, 8 ( 50)/200

per
per

per
per

50MPa
50 > 90MPa

(2.4)

50MPa
50 > 90MPa

(2.5)

Inoltre, se la larghezza della zona di compressione decresce nella direzione della bra
piu compressa, si raccomanda di ridurre del 10% il valore .

2.2

Acciaio

Nel cemento armato normale e precompresso si utilizzano, per le armature, solitamente, barre nervate di acciaio fornite in fasci di verghe dritte di lunghezza di 12m.
Le propriet`a delle barre di armatura ordinaria necessarie per lutilizzo con lEC-2 sono
22

Figura 2.1: Legame costitutivo parabola-rettangolo del calcestruzzo.

Figura 2.2: Legame costitutivo parabola-rettangolo del calcestruzzo.


fornite nellappendice C, in accordo con la EN 10080. Le regole applicative per la progettazione e i dettagli costruttivi dellEC-2 sono valide per acciai con tensioni di snervamento = da 400 MPa a 600 MPa e con supercie nervata in modo da assicurare
adeguata aderenza al calcestruzzo.
Si `e scelto di utilizzare barre di armatura ad aderenza miglorata del tipo B450C. In
Figura 2.3 sono mostrate alcune barre ad aderenza migliorata.
Le principali caratteristiche dellacciaio utilizzato vengono di seguito elencate:

11

=450MPa (tensione di snervamento caratteristica);


=391,3MPa (tensione di snervamento di progetto);
23


Figura 2.3: Tipiche barre di armatura ad aderenza migliorata.
=0.1957% (deformazione di progetto al limite elastico);
=1% (limite ultimo di deformazione dellacciaio);
=200GPa (modulo elastico dellacciaio, punto 3.2.7-(4) dellEC-2)
La tensione di snervamento di progetto viene cos` calcolata
=

(2.6)

essendo il coeciente di sicurezza parziale per lacciaio, reperito nellappendice


nazionale, pari ad 1,15.
Al punto 3.2.7 dellEC-2 vengono indicate le possibili relazioni sforzi deformazioni
per lacciaio da utilizzare in sede di progetto; viene scelto il legame elastico-perfettamente
plastico, con deformazione massima dellacciaio pari all1%, come schematizzato nella
Fig. 2.4.
La deformazione di progetto, , che identica il passaggio dal comportamento
elastico lineare a quello perfettamente plastico viene calcolata come:
=

(2.7)

24

Idealizzato

Calcolo

Figura 2.4: Legame costitutivo dellacciaio elastico-perfettamente plastico.

25

26

Capitolo 3

3.1

Schematizzazione della struttura

Al ne di trovare le azioni interne della struttura, necessarie per la successiva progettazione dei vari elementi strutturali, `e necessario ricondursi ad un ecace schema
statico ed eettuare una corretta analisi dei carichi. La struttura in esame `e costituita
da un complesso tridimensionale intelaiato. Si potrebbe pensare di eettuare unanalisi tridimensionale complessiva: essa per`o porterebbe ad un grande onere di calcolo a
causa dellelevato numero di gradi di libert`a della struttura. Inoltre, per valutare eettivamente in modo corretto le sollecitazioni si dovrebbe tenere conto anche delle varie
fasi esecutive della costruzione, in cui la struttura assume congurazioni diverse. Per
questo, si pu`o pensare di utilizzare schemi statici semplicati che forniscono ugualmente
soluzioni sucientemente sicure.
Una prima ipotesi porterebbe, considerata lorditura dei solai, a considerare la struttura portante composta da un telaio costituito da travi longitudinali incastrate ai pilastri. Si otterrebbe quindi un telaio a due piani, formato da un insieme di 10 travi e
12 pilasti; ipotizzando di voler risolvere la struttura mediante il metodo degli spostamenti e trascurando il contributo di taglio e azione assiale, si avrebbe un sistema di 14
equazioni in 14 incognite.
Una seconda ipotesi, utilizzata in questo esempio, consiste nel considerare i vari
elementi strutturali portanti distintamente gli uni dagli altri, imponendo, per questo,
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diverse condizioni di vincolo. Pertanto, lo schema di calcolo utilizzato in questo lavoro


consiste nello studiare indipendentemente (soltanto per quanto riguarda i vincoli) i
travetti del solaio, le travi, i pilastri e le fondazioni.

3.2

Predimensionamento

I carichi agenti sulla struttura dipendono, in parte, dalle dimensioni della struttura stessa, che, a loro volta, dipendono dai carchi. Pertanto, la progettazione degli
elementi strutturali `e un processo iterativo che necessita di un punto di partenza che
consiste nel predimensionare gli elementi strutturali. Nel caso in studio, gli elementi
da predimensionare sono il solaio e le travi di piano.
Solaio
La regola empirica vuole che lo spessore del solaio, , non risulti maggiore di 1/25
della luce massima. Seguendo, invece, le indicazioni dellEC-2 (punto 4.4.3), per mantenere limitate le inessioni in esercizio, nel caso di schemi di solaio a pi`
u campate, il
rapporto luce/altezza utile `e non superiore a 23 per calcestruzzo molto sollecitato o 32
per calcestruzzo poco sollecitato. Utilizzando queste indicazioni `e possibile eettuare
il dimensionamento imponendo:

25

(3.1)

Anche lo sbalzo, secondo lEC-2 (punto 4.4.3), per evitare la sua eccessiva deformabilit`a,
deve avere un rapporto luce/altezza utile dello sbalzo non superiore a 7 per calcestruzzo
molto sollecitato o 10 per calcestruzzo poco sollecitato.
La luce massima per il solaio delledicio in esame `e di 5.80 m; con riferimento alla
Eq. 3.1 laltezza del solaio deve essere di almeno 23.2cm. La luce massima degli sbalzi
`e 1.65 m; in base alle indicazioni dellEC-2 (punto 4.4.3) laltezza utile dello sbalzo deve
essere di almeno 16.5cm (o 23.6cm nel caso di elevate sollecitazioni). Si `e quindi deciso
di assegnare allo sia allo sbalzo che al solaio uno spessore costante di 24 cm.
Travi
28

Figura3.1

Figura 3.1: Sezione del solaio con evidenza della parte strutturale.

Si decide di utilizzare travi emergenti, cioe travi di altezza maggiore dello spessore
del solaio. La larghezza usuale delle travi emergenti `e compresa tra 15 e 40 cm. Si decide
di adottare travi emergenti di larghezza pari a 30 cm, che corrisponde alla larghezza
dei quasi tutti i pilastri. Mentre, laltezza viene calcolata pari a 1/(1012) la luce
massima, che corrisponde a 45cm (525/12=43.8cm).

3.3

Analisi dei carichi

Le azioni agenti sulla struttura oggetto di progettazione sono dovute principalmente ai carichi permanenti, cio`e quelli non rimovibili durante il normale esercizio
Figura3.3
della costruzione e costituiti dai pesi propri
dei vari elementi che la compongono, ed ai

sovraccarichi
variabili, cio`e quelli che variano durante la vita della costruzione come,

ad esempio, i carichi di esercizio, lazione del vento, il carico da neve, lazione sismica,
le azioni dovute alle variazioni termiche ambientali, etc. Per la determinazione delle
azioni sulla struttura si seguono le NTC del 14 gennaio 2008.
Gran parte dei carichi permanenti agenti sulla struttura sono dovuti al peso proprio
del solaio, la cui sezione `e rappresentata in Fig. 3.1 (quote in mm).
Considerando per ogni strato, il suo spessore moltiplicato per il suo peso specico,

si ottiene il peso per unit`a di supercie. Peso proprio della parte strutturale di una

16

29

porzione unitaria di solaio:


Peso specico [kN/m3 ] Spessore [mm]

Peso proprio [kN/m2 ]

Soletta

25

40

1.00

Travetti

25

200

1.00

Pignatte

20

200

0.8

Totale

2.8

Carichi permanenti del solaio di abitazione:


Peso specico [kN/m3 ] Spessore [mm]

Peso proprio [kN/m2 ]

Massetto

14

70

0.98

Pavimento

27

100

0.27

Intonaco

15

20

0.3

Tramezzi

1.2

Il carico dei divisori interni viene considerato come un carico permanente portato
uniformemente distribuito, poiche i solai sono in grado di assicurare una adeguata
ripartizione di tale carico. Essendo il peso proprio per unit`a di lunghezza delle partizioni
interne pari a 2,5kN/m il carico permanente uniformemente distribuito risulta pari a
1,20kN/m.
Carichi permanenti del solaio di copertura:

Peso specico [kN/m3 ] Spessore [mm]

Peso proprio [kN/m2 ]

Massetto

14

70

0.98

Pavimento

27

100

0.27

Intonaco

15

20

0.3

Coibentazione

0.1

Seguendo le indicazioni delle NTC del 14 gennaio 2008 (par. 2.6.1), i carichi
permanenti vengono distinti in:
carichi permanenti, che rappresentano i carichi dovuti ai pesi propri degli elementi
strutturali;
30

carichi permanenti non strutturali, che rappresentano i carichi dovuti ai pesi


propri degli elementi portati (non strutturali).
Nel caso in cui i carichi permanenti non strutturali siano compiutamente deniti,
essi possono essere considerati come carichi permanenti. Nel seguito si terr`a conto di
questa distinzione.
Essendo la struttura in esame destinata a civile abitazione, quindi non suscettibile
ad aollamento, si pu`o assumere, secondo le NTC del 14 gennaio 2008 che i sovraccarichi
variabili agenti sul piano di abitazione (primo piano) siano pari a 2.00 kN/m2 per i locali
di abitazione e relativi servizi e a 4.00 kN/m2 per i balconi, ballatoi e scale comuni.
Per quanto riguarda, invece, i sovraccarichi variabili gravanti sul solaio di copertura, si
deve in aggiunta considerare leventuale presenza del carico da neve, pari a:
= = 1.2kN/m2

(3.2)

dove il coeciente `e il coeciente di forma della copertura e `e il valore di riferimento del carico neve al suolo relativo il sito della costruzione. Essendo la copertura
dellabitazione praticabile, ne deriva un sovraccarico pari a 0.5kN/m2 ; questo per`o,
come da disposizioni normative, non deve essere cumulato con il sovraccarico dovuto
alla neve. Viene scelto quindi il maggiore tra i due.
Riassumendo, i carichi gravanti sul solaio sono i seguenti:
4.35 kN/m2 carico permanente piano di abitazione;
1.20 kN/m2 carico permanente non strutturale piano di abitazione;
4.45 kN/m2 carico permanente copertura;
0.0 kN/m2 carico permanente non strutturale copertura;
2.0 kN/m2 carico variabile abitazione;
1.2 kN/m2 carico variabile copertura.
31

Figura3.1

Figura3.1

Figura3.3

Figura3.3

Figura
3.2: Sezione di una tipica muratura esterna di chiusura.

16

Figura 3.3: Sezione di un muretto di parapetto.

16
La sezione del muro di tamponamento esterno `e riportata nella Fig. 3.2 ed il suo

peso per unit`a di lunghezza `e dato da

Peso specico [kN/m3 ] Spessore [m]

Altezza [m]

Peso proprio [kN/m]

Muratura

11.3

0.35

3.16

12.5

Intonaco interno

15

0.02

3.16

0.95

Intonaco esterno

19

0.03

3.16

1.81

Totale

15.26

La sezione del muretto parapetto `e riportata in Fig. 3.3 ed il proprio peso `e


32

Figura 3.4: Sezione tipo


della trave di solaio.

Figura 3.5: Sezione tipo del pilastro.

Peso specico [kN/m3 ] Spessore [m]

Altezza [m]

Peso proprio [kN/m]

Muratura

11

0.12

1.1

1.45

Intonaco interno

15

0.02

1.1

0.33

Intonaco esterno

19

0.03

1.1

0.63

Totale

2.4

La sezione delle travi, tutte di uguali dimensioni, `e riportata in Fig. 3.4 il cui peso
per unit`a di lunghezza `e di 3.375kN/m (25 0, 3 0, 45).
La sezione dei pilastri `e riportata in Fig. 3.5; le dimensioni variano a seconda
della posizione del pilastro in pianta ed in elevazione, il peso dei pilastri per unit`a di
33

17
17

lunghezza `e riporatato nella seguente tabella

Peso specico [kN/m3 ] Spessore [m]

Altezza [m]

Peso proprio [kN/m2 ]

Sezione 25x25

25

0.25

0.25

1.563

Sezione 25x30

25

0.25

0.25

1.875

Sezione 30x30

25

0.30

0.30

2.25

Sezione 30x35

25

0.30

0.35

2.625

34

Capitolo 4
Solaio
Le tipologie di solaio comumemente previste sono tre:
solai in getto pieno;
solai misti in c.a. e c.a.p. con elementi di alleggerimento;
solai con elementi prefabbricati in c.a. e c.a.p.
Alla prima categoria appartengono le solette piene e solette nervate. Mentre le
prime vengono solitamente impiegate per realizzare piccole porzioni di un impalcato
quali balconcini, pianerottoli ecc. ed hanno un funzionamento a piastra (elemento
bi-dimensionale), le seconde sono utilizzate solo per particolari esigenze architettoniche.
Alla seconda categoria appartengono i solai latero-cementizi gettati in opera che, in
passato, hanno rappresentato lunico tipo di solaio misto in laterizio e cemento armato,
mentre, attualmente, a causa dellonerosit`a della loro messa in opera, vengono utilizzati soltanto in situazione particolari come, ad esempio, quando la pianta del fabbricato
presenta irregolarit`a tali da impedire limpiego di elementi prefabbricati. Attualmente,
per ridurre lonere di realizzazione sono utilizzati i solai con travetti prefabbricati in
cemento armato (Fig.4.1) o cemento armato precompresso (Fig.4.2). Questi travetti
hanno capacit`a portanti pi`
u o meno elevate e sono in grado, quindi, di sostenere da
soli il peso dei laterizi e del getto di completamento in calcestruzzo, aiutati solo da
35

Figura 4.1: Solaio con travetti prefabbricati a traliccio.

Figura 4.2: Solaio con travetti prefabbricati precompressi.


elementi rompitratta situati ad intervalli regolari. I travetti a traliccio sono quelli pi`
u
in uso e sono composti da una piccola struttura reticolare spaziale con discrete capacit`a autoportanti (Fig.4.1). Oltre a unarmatura di base, gi`a inserita nellelemento,
possono essere annegati nella suola ulteriori ferri a seconda delle esigenze statiche del
solaio. Mentre, larmatura destinata ad assorbire i momenti ettenti negativi deve
essere posizionata in opera prima del getto nale. Con i travetti a traliccio gli elementi rompitratta devono essere posti a una distanza di circa 2.5m. I travetti in c.a.p.
(Fig.4.2) sono una valida alternativa ai travetti a traliccio soprattutto in presenza di luci o carichi elevati o quando `e dicoltosa la realizzazione di una puntellazione adeguata
e necessitano di travetti rompitratta posti ad una distanza di circa 2m. Le dimensioni
e larmatura di precompressione variano a seconda del campo di utilizzazione, mentre,
36

larmatura destinata ad assorbire i momenti ettenti negativi, anche in questo caso,


deve essere posizionata in opera prima del getto di completamento nale.
Inne, alla terza categoria appartengono i solai realizzati con elementi prefabbricati
generalmente in c.a.p. come, ad esempio, i solaio alveolari. Inoltre, sono anche utilizzati solai realizzati con lastre prefabbricate, dette anche predalles, e solai a pannelli
prefabbricati.
Pertanto, un solaio `e comunemente composto da unalternanza di travetti in cemento armato (precompresso o non) con elementi di alleggerimento in laterizio o polistirolo
e da una soletta di collegamento in cemento armato che copre tutta la supercie solidarizzando i vari elementi tra loro. La presenza della soletta fa s` che il solaio sia
assimilabile ad una piastra (elemento strutturale bidimensionale), soggetto ad uno stato tensionale piano e caricato in direzione perpendicolare al piano stesso. Per`o, la
piastra presenta una forte anisotropia dovuta al procedimento costruttivo per il quale
si hanno sezioni diverse al variare della direzione (ex. quantitativi diversi di armatura,
geometria diversa ecc.), e quindi, il carico si dionde privilegiando la direzione di maggiore rigidezza. Il solaio ha una composizione eterogenea (cemento armato e laterizio)
ed una geometria tale da rendere la rigidezza nella direzione parallela alla tessitura dei
travetti di gran lunga superiore a quella nella direzione perpendicolare. Questa notevole
dierenza consente di trascurare, nel calcolo, le sollecitazioni che si sviluppano perpendicolarmente alla direzione dei travetti e di approssimare il comportamento del solaio a
quello di una trave (elemento monodimensionale). Grazie a questassunzione, un solaio
di una o pi`
u campate pu`o essere staticamente modellato come una trave continua su
appoggi ssi. Tuttavia, `e necessario fare alcune precisazioni sulla scelta dei vincoli.
Infatti, gli appoggi del solaio, nella realt`a, sono costituiti dalle travi in cemento armato
che lo portano e che sono dotate di una certa rigidezza essionale. Quindi, il vincolo
dato dalla trave assomiglia ad una molla estensionale pi`
u che ad un appoggio sso.
Tuttavia, questa semplicazione del modello strutturale `e tale da rendere trascurabile
lerrore commesso. Inoltre, i vincoli alle estremit`a del solaio sono esercitati delle travi
di bordo che possiedono una propria rigidezza torsionale che impedisce, in parte, la
37

rotazione del solaio con conseguente sviluppo di un momento ettente negativo nel solaio. Pertanto, il vincolo esistente tra trave e solaio corrisponderebbe ad un semincastro
i cui eetti dipendono dalla rigidezza torsionale della trave (minore nella mezzeria e
maggiore in corrispondenza del pilastro). Per questo motivo, nella progettazione di un
solaio bisogna considerare diversi schemi di vincolo, come verr`a di seguito mostrato.
Nel presente progetto vengono utilizzati travetti prefabbricati a traliccio del tipo di
Fig. 4.1 e la tipologia di solaio la cui geometria `e illustrata in Fig. 3.1. I travetti che
costituiscono lossatura portante del solaio possone essere staticamente modellati, per
quanto detto in precedenza, attraverso i tre diversi schemi strutturali riportati in Fig.
4.3.

Schema 1

Schema 2

Schema 3

Figura 4.3: Schemi di calcolo.

Lo schema 1 di vincolo di Fig. 4.3, trave continua su pi`


u oppoggi, approssima meglio
il comportamento dei travetti situati in prossimit`a della mezzeria delle travi e/o per
travi di estremit`a poco rigide. Invece, lo schema 2 di vincolo di Fig. 4.3, travi separate
ed incatrate alle estremit`a, approssima il comportamento dei travetti in prossimit`a dei
pilastri. Lo schema 3 di vincolo di Fig. 4.3, trave incernierate agli estremi con carichi
38

Figura 4.4: Pianta del solaio del primo piano.

39

dimezzati, si utilizza per cautelarsi da eventuali interruzioni della continuit`a causata


da variazioni termiche o da eventuali cedimenti dei vincoli. La risoluzione dei diversi
schemi di vincolo produrr`a una serie di diagrammi delle azioni interne, il cui inviluppo
ci consente di progettare e vericare il solaio. Per i travetti dei solai il momento
ettente rappresenta la sollecitazione pi`
u gravosa, mentre, poiche i solai normali non
vengono armati a taglio salvo rispettare alcune prescrizioni costruttive, il taglio non
viene considerato.
Osservando la pianta strutturale del primo piano (di abitazione) in Fig. 4.4 e del
piano di copertura in Fig. 4.5, possiamo constatate come vi siano tre diverse tipologie
di solaio:
i travetti che si trovano fra le travi T 115-116 e T 117-118 sono continui con tre
appoggi e con due sbalzi laterali che costituiscono i balconi esterni; di seguito
indicato come travetto A.
I travetti posizionati fra le travi T 117-118 e T 119-120 sono, anche essi, continui
con tre appoggi, ma presentano un unico sbalzo incastrato nella campata pi`
u
corta; di seguito indicato come travetto B.
I restanti travetti del primo piano e tutti quelli del piano di copertura sono continui con due campate e tre appoggi senza sbalzi laterali; di seguito indicato come
travetto C.
Nel seguito si presenta lanalisi della prima tipologia di travetto (travetto A) essendo
le altre tipologie (travetto B e C) un caso particolare della prima.

4.1

Determinazione delle azioni interne

Schema 1
Nel caso di schema 1 di vincolo (Fig. 4.3), per determinare le azioni interne si utilizza
il metodo delle forze con riferimento alla generica trave continua su due campate di
40

Figura 4.5: Pianta del solaio del piano di copertura.

41

q1

qA

q1
L1

qB

qA
LA

qB
LB

q2

3
q2
L2

Figura 4.6: Generica geometria


3 travetto di solaio su tre
1 e condizione di2 carico di un
appoggi e con due sbalzi laterali.

Lq1 1

LqA A

LqB B

X
q1

R1

qA

R2

X
R1 R1

X
qB
R2

Lq2 2

q2
R3

R2 R2

R3 R3

Figura 4.7: Struttura di servizio del travetto di Fig. 4.6.

42

Fig. 4.6 la cui trave di servizio `e illustrata in Fig. 4.7. Pertanto, la condizione di
congruenza sullappoggio centrale si scrive come:
11 + 10 = 0

(4.1)

Sostituendo nellEq. 4.1 i valori delle rotazioni dovute alliperstatica ed ai carichi esterni
si ottiene lequazione che consente di calcolare lincognita iperstatica :
)
(
)
(

3
3
1 21 2 22

+
+

+
+
=0
3 3
24 24
12
12
Nel caso in cui la sezione del travetto sia costante ( = = ) sia ha:
(
)
(
)

3 3 1 21 2 22
+

+
+
+
=0
3
3
24
24
12
12

(4.2)

(4.3)

Noto il valore dellincognita iperstatica `e possibile calcolare le reazioni vincolari


(1 , 2 , 2 , 3 ) e i valori dei momenti ettenti in mezzeria delle campate ( , )
1 = 1 1

2 =

1 =

1
+
2

3 = 2 2

3 =

1
1 21

+
2
2

(4.4)

1
+
2

(4.5)

2 22

+
2
2

(4.6)

2 =

1 21 2

+
4
2
8

(4.7)

2 22 2

+
4
2
8

(4.8)

Al variare della posizione dei carichi accidentali si ottengono diversi diagrammi delle
azioni interne, in particolare, del momento ettente. In generale, si cerca il massimo
momento in campata ed il minimo sugli appoggi che conseguono dal carico disposto
sulla campata interssata ed in alternanza sulle altre e dal carico disposto sulle due
43

campate adiacenti lappoggio interessato, rispettivamente. Nel caso in considerazione


(Fig. 4.6) indichiamo i carichi uniformemente distribuiti su una striscia unitaria (fascia
di solaio di un metro) con i seguenti simboli: 1 carico permenente in camapata, 2
carico permenente non strutturale in camapata, 1 carico permenente sullo sbalzo, 2
carico permenente non strutturale sullo sbalzo, carico accidentale in camapata e
carico accidentale sullo sbalzo. Come mostrato nel Capitolo 3 i carichi e le luci delle
campate assumono, nel caso considerato, i seguenti valori:
1 = 4.35kN/m,

2 = 1.2kN/m,

1 = 4.35kN/m e 2 = 0.0kN/m
= 2.0kN/m e = 4.0kN/m

1 = 1.65m,

= 4.85m,

= 5.85m e 2 = 1.65m

(4.9)
(4.10)

Pertanto, i carichi della Fig. 4.6 assumeranno diversi valori a seconda della condizione di
carico considerata. Tali carichi devono essere amplicati attraverso i coecienti parziali
di sicurezza, 1 , 2 e , che sono applicati, rispettivamente, ai carichi permanenti,
carichi permanenti non strutturali ed accidentali ed assumono i valori di 1 = 1.3,
2 = 1.5 e = 1.5 nel caso sfavorevole oppure di 1 = 1.0, 2 = 0 e = 0 nel caso
favorevole. Questi valori portano a tre condizioni di carico dello schema 1 di vincolo
che sono rappresente in Fig. 4.8 e sono analizzate singolarmente nel seguito.

44

1-a)
g q qs
gg1 gs1+gg2 gs2
1

1-b)

g q qc
gg1 gs1+gg2 gs2

gg1 gc1+gg2 gc2


A

g q qc

gg1 gs1+gg2 gs2


1

g q qs
gg1 gs1+gg2 gs2

gg1 gc1+gg2 gc2


A

1-c)

g q qc

gg1 gs1+gg2 gs2


1

gg1 gs1+gg2 gs2

gg1 gc1+gg2 gc2


A

Figura 4.8: Condizioni di carico dello schema 1.

45

a)
X=M2=28.69kN/m

M1=15.9kN/m

A
1

M3=7.7kN/m

MA=-0.357kN/m

MB=26.53kN/m

b)
M1=7.7kN/m

X=M2=25.29kN/m
A

M3=15.9kN/m

B
2

MA=14.25kN/m

MB=11.31kN/m

c)
M1=7.7kN/m

X=M2=34.54kN/m
A

M3=7.7kN/m

B
2

MA=9.62kN/m

MB=23.61kN/m

Figura 4.9: Diagrammi del momento ettente per le condizioni di carico dello schema
1.

Schema 1-a Questa condizione di carico (Fig. 4.8 1-a) consente di determinare il
massimo momento sollecitante nella campata B a cui corrispondono i seguenti valori
dei carichi

1 = 1 1 + 2 2 + ,
= 1 1 + 2 2 +

= 1 1 + 2 2 ,
e

2 = 1 1 + 2 2

(4.11)
46

Sostituendo i valori dei carichi 4.11 nellequazione di congruenza 4.3, si ottine


= (
3

1
+

) (

(1 1 + 2 2 )3 (1 1 + 2 2 + )3
+

24
24

(1 1 + 2 2 + )21 (1 1 + 2 2 )22

)
12
12

(4.12)

e si ricava liperstatica = 26.3kN/m. Dalle Equazioni 4.7 e 4.8 si ottengono i momenti


nella mezzeria delle due campate: = 0.445kNm e = 27.73kNm. In Fig. 4.9a)
`e riportato il diagramma del momento ettente per questa condizione di carico.
Schema 1-b Questa condizione di carico (Fig. 4.8 1-b) consente di determinare il
massimo momento sollecitante nella campata A a cui corrispondono i seguenti valori
dei carichi
1 = 1 1 + 2 2 ,
= 1 1 + 2 2

= 1 1 + 2 2 + ,
e

2 = 1 1 + 2 2 +

(4.13)

Sostituendo i valori dei carichi 4.13 nellequazione di congruenza 4.3 si ottiene


= (
3

1
+

) (

(1 1 + 2 2 + )3 (1 1 + 2 2 )3
+

24
24

(1 1 + 2 2 )21 (1 1 + 2 2 + )22

)
12
12

(4.14)

e si ricava lincognita iperstatica = 21.1kN/m ed i momenti nella mezzeria delle due


campate: = 16.35kNm e = 5.72kNm. In Fig. 4.9b) `e riportato il diagramma
del momento ettente per questa condizione di carico.
Schema 1-c La condizione di carico in Fig. 4.8 1-c consente, invece, di determinare
il massimo (minimo se consideriamo positivi i momenti ettenti che tendono le bre inferiori) momento sollecitante in corrispondenza dellappoggio centrale (2) con i seguenti
valori dei carichi
1 = 1 1 + 2 2 ,

= 1 1 + 2 2 + ,

= 1 1 + 2 2 +

2 = 1 1 + 2 2

(4.15)
47

Sostituendo i valori dei carichi nellequazione di congruenza 4.3 si ottiene


= (
3

1
+

) (

(1 1 + 2 2 + )3 (1 1 + 2 2 + )3
+

24
24
(1 1 + 2 2 )21 (1 1 + 2 2 )22

) (4.16)
12
12

e si ricava lincognita iperstatica = 34.54kN/m ed i momenti ettenti = 9.62kNm


e = 23.61kNm. In Fig. 4.9b) `e riportato il diagramma del momento ettente per
questa condizione di carico.
Schema 2 Si considera il caso di campate separate, perfettamente incastrate agli
estremi e caricate come mostrato in Fig. 4.10a) insieme ai diagrammi del momento
ettente dincastro perfetto di Fig. 4.10b).

a)

g q qc

g q qc

gg2 gc2
gg 1gc1

gg2 gc2
gg1 gc1

b)
M1=20.5kN/m M2=20.5kN/m
1

MA=10.25kN/m

M2=29.82kN/m M3=29.82kN/m
2

MB=14.91kN/m

Figura 4.10: Condizioni di carico (a) e diagramma del momento ettente (b) per lo
schema 2.
Schema 3 Si considera, inne, il caso di travi incernierate agli estremi con carico
dimezzato come mostrato in Fig. 4.11a) insieme ai diagrammi del momento ettente
di Fig. 4.11b).
48

a)

gq qc/2

gq qc/2

gg2 gc2/2

gg2 gc2/2

gg1 gc1/2

gg1 gc1/2

b)
B

A
1

MA=15.37kN/m

MB=22.36kN/m

Figura 4.11: Condizioni di carico (a) e diagramma del momento ettente (b) per lo
schema 3.

Sovrapponendo i diagrammi dei momenti ettenti ricavati per i vari schemi di calcolo
si ottiene il diagramma inviluppo dei momenti, riportato in Fig. 4.12 che ci consente
di dimensionare e vericare i travetti del solaio. Il diagramma inviluppo deve per`o
prima essere traslato lungo lasse longitudinale nel verso sfavorevole (che per una certa
sezione da luogo ad un aumento, in valore assoluto, del momento ettente) per tenere
in conto linterazione tra taglio e momento ettente. La distanza con cui traslare il
diagramma inviluppo del momento ettente vale = , dove `e il braccio della coppia
interna con = 0.9, poiche si fa riferimento ad un travetto sprovvisto di armatura a
taglio.
49

INVILUPPO MOMENTI
45
40
35
30
25
20

- M [KNm]

15
10
5
0
0

10

11

12

13

14

-5
-10
-15
-20
-25
-30

LUNGHEZZA [m]

Figura 4.12: Diagramma di inviluppo dei momenti ettenti.

4.2

Armatura longitudinale

Noto il diagramma inviluppo del momento ettente si procede alla progettazione


delle armature ed alla successiva verica delle sezioni. Per determinare larmatura
del solaio e il suo posizionamento si utilizza la formula semplicata per le sezioni
rettangolari a semplice armatura:
=

0.9

(4.17)

o inversa
= 0.9

(4.18)

dove `e laltezza utile della sezione, `e larea dellarmatura in zona tesa, ,`e la tensione di snervamento di progetto dellarmatura `e il momento ettente sollecitante
della sezione, `e il momento ettente resistente dellarmatura . Per il dimen50

INVILUPPO MOMENTI

Mr(3f12)

45
40
20

Mr(2f12)

35

Mr(1f10+1f12)

30
15
25

Mr(1f12)

20
10

- M [KNm]

15
105
5
0
0

10

11

12

13

14

-5
-10
-5
-15
-20
-10

Mr(2f10)

-25

-15
-30

LUNGHEZZA [m]

Mr(2f12)

2f12 L=450 cm

1f10 - L=435 cm
215 cm
160 cm

1f12 L=500 cm
280 cm
160 cm

370 cm

1f12 L=920 cm
860 cm

1f12 L=340 cm
280 cm

2f10 L=560 cm
2f12 L=660 cm

Figura 4.13: Disposizione delle armature longitudinali del solaio con la verica del
momento resistente.

51

sionamento e il posizionamento dellarmatura si pu`o procedere attraverso le seguenti


fasi:
1. si calcola larmatura con la formula approssimata 4.17 nelle sezioni di mezzeria
e sugli appoggi e, successivamente, il numero di barre necessarie (per eccesso).
2. Si disegna larmatura calcolata nel punto 1 in genere costituita da: (1) un sagomato ed un dritto in campata; (2) un moncone aggiuntivo sugli appoggi; (3) una
molla per gli sbalzi.
3. Si calcola con la formula 4.18 il momento resistente dellarmatura presente in
ogni sezione e si verica che esso sia maggiore del momento ettente sollecitante.
Se, in alcune sezioni, tale verica non dovesse essere soddisfatta si modica il
posizionamento o la sagomatura o la lunghezza delle barra ipotizzata nella fase
2.
Nel caso considerato si determina larmatura , apprimando per eccesso il risultato
della formula 4.17, in mezzeria e sugli appoggi relativa ad una striscia di un metro (due
travetti) con d=22cm. I risultati sono riporati nella seguente tabella:
-

[mm2 ]
[kNm] Amin
s

n barre

As [mm2 ] [kNm]

Appoggio 1

-10.25

132.3

10 + 12

191

14.85

Campata A

7.13

91.95

210

157

12.17

Appoggio 2

-17.3

223.3

312

339

26.29

Campata B

13.3

171.22

212

226

17.53

Appoggio 3

-14.91

192.5

212

226

17.53

Si dispone larmatura calcolata come indicato nel punto (2)e si calcola con la formula
4.18 il corrispondente momento resistente in ogni sezione e si verica gracamente che
esso sia maggiore del momento ettente sollecitante come riportato nella Fig. 4.13. La
costruzione del graco del momento resistente deve essere eettuata considerando le
opportune lunghezze di ancoraggio delle armature metalliche.
52

4.3

Veriche di resistenza

Progettata larmatura longitudinale si procede alla verica delle sezioni inesse


maggiormente sollecitate (in mezzeria delle campate ed in corrispondenza degli appoggi). La verica a essione consente di avere una conferma della correttezza delle scelte
progettuali (altezza del solaio, fasce semipiene e piene, armatura dei travetti). Poiche
la sezione non `e stata dimensionata con formule di progetto appropriate, `e necessario
eettuare la verica della sezione a essione. La verica a taglio `e invece essenziale
per ottenere ulteriori indicazioni sullestensione delle fasce semipiene e piene. A rigore
la sezione del travetto andrebbe considerata a T poiche parte del getto di completamento viene a collaborare, in compressione, con il travetto nelle sezioni di campata. In
prossimit`a degli appoggi, dove si ha momento negativo, la parte di sezione compressa
`e quella inferiore e, quindi, con larghezza pari a quella del travetto. In queste sezioni,
particolarmente sollecitate, la sezione compressa potrebbe essere sottodimensionata e
per questo si pu`o aumetare la larghezza della sezione del travetto in prossimit`a dellappoggio eliminando una la di pignate, fascia piena, o eliminando una in modo alternato,
fascia semipiena. Nel caso in esame, si `e deciso di far riferimento sempre ad un travetto
di sezione rettangolare costante (di dimensioni h=24cm, b=10cm, c=c=2cm) ed, in
prima battuta, non si considera linserimento di fasce semipiene o piene.
La verica allo stato limite ultimo (S.L.U.) per sforzi normali si basa sulle seguenti
ipotesi: (1) le sezioni si conservano piane; (2) il calcestruzzo teso non fornisce contributo
alla resistenza; (3) perfetta aderenza tra acciaio e calcestruzzo; (4) i legami costitutivi
adottati sono quelli presentati nel Capitolo 2. Per la verica allo S.L.U. della sezione si
si fa ancora riferimento ad un singolo travetto. Le veriche a essione vengono eettuate
nelle sezioni maggiormente sollecitate sia da momento positivo sia da momento ettente
negativo. Il solaio `e un elemento soggetto a essione retta e la verica va quindi
eettuata calcolando la percentuale di armatura meccanica per la sezione in esame
e, successivamente, confrontando tale valore con i valori di , , , che sono
le percentuali di armatura meccanica relative rispettivamente ai diagrammi b, c, c
53

deformazioni
trazione
compressione

e=0

AS

2a
b

b
o

4
d

AS

2b

esu

eyd

eyd ecu

Figura 4.14: Campi di rottura in essione semplice.


Percentuale meccanica Campo di rottura
<

2a

< <

2b

< <

>

Tabella 4.1: Percentuale meccanica di armatura ed il corrispondente campo di rottura


di Fig. 4.14. In tal modo `e possibile individuare il campo di comportamento in cui
si trova il diagramma delle deformazioni della sezione analizzata, secondo la seguente
Tabella 4.3.

In Fig. 4.14 `e rappresentato il caso di una sezione rettangolare con doppia armatura sollecitata da momento ettente positivo con le possibili situazioni di rottura. In
particolare, si evidenziano tre diversi campi:
campo 2 caratterizzato dalla rottura convenzionale dellacciaio teso ( = )
mentre il calcestruzzo compresso non raggiunge il limite di rottura ( ).
Questo campo, per comodit`a, viene suddiviso nei due campi 2a e 2b, in cui,
54

rispettivamente, larmatura compressa risulta essere in fase elastica ( > )


oppure snervata ( ).
campo 3 caratterizzato dalla rottura del calcestruzzo compresso ( = )) con
acciaio teso e compresso snervato ( > e < ).
campo 4 caratterizzato dalla rottura del calcestruzzo compresso ( = )) con
acciaio teso in fase elastica ( < ) e acciaio compresso snervato ( < ).
Si far`a sempre nel seguito la convenzione di considerare positivi per il calcestruzzo
gli accorciamenti e le compressioni, mentre, per lacciao gli allungamenti e le trazioni.
Pertanto, solo lacciaio compresso presenta segni negativi. Le percentuali meccaniche
limite sono ottenute dallequilibrio alla traslazione della sezione semplicemente inessa
(N=0) per la quale indichiamo con la distanza dellasse neutro dal lembo compresso
e con = / la posizione dellasse nuetro adimensionalizzata rispetto allaltezza utile
. Deniamo i rapporti meccanici di armatura e come
=



, =

(4.19)

Per i materiali utilizzati (calcestruzzo con Rck = 37 MPa ed acciaio FeB44k) i valori
delle deformazioni limite sono: 1 = 0.002, = 0.0035, = / = 0.001957 e
= 0.01.
Diagramma b La posizione dellasse neutro associata al diagramma limite b si
ottiene dalla seguente similitutide

(4.20)

con < 0 essendo di contrazione, che porta a


=

(4.21)

da cui si ricava = 0.24 per / = 20/220.


Diagramma c La posizione dellasse neutro associata al diagramma limite c si
ottiene dalla equazione

(4.22)
55

dalla quale si ottene che


=

=
+

(4.23)

da cui si ricava = 0.259.


Diagramma c La posizione dellasse neutro associata al diagramma limite c si
ricava dalla seguente similitutide

(4.24)

dalla quale si ottene che


=

=
+

(4.25)

da cui si ottiene = 0.641.


Nella Fig. 4.15 sono rappresentati per i tre diversi diagrammi limite b, c e c le
corrispondenti distribuzioni di tensioni normali sulla sezione con le risultati distanziate
di . Con riferimento alla Fig. 4.15 si pone lequilibrio alla traslazione come
0 =

(4.26)

dove 0 rappresenta il coeciente di riempimento, `e la tensione nellacciaio compresso


e `e la tensione nellacciaio in zona tesa. Dividendo lEq. 4.26 per si ottiene
lequazione di equilibrio alla traslazione in forma adimensionalizzata:
0

(4.27)

dalla quale risolvendo per si ottiene il valore della percentuale meccanica limite, ,
corrispondente alla posizione dellasse neutro
=

0 /
/

(4.28)

Sostituendo nellEq. 4.27 i valori prima determinati ed assumendo =0 (sezione


semplicemente armata) e 0 =0.8 (stress block come legame costitutivo del calcestruzzo), si ottengono le percentuali meccaniche di armatura limite riportate nella seguente
Tabella 4.3.
56

ss=-fsd

a)

ec<ecu

AS

n
d

2a
b

es=eyd

ss=fsd

es=esu

zb

AS
y

fcd
0.8xb

xb
n

2b

eyd

eyd

b)

ec=ecu
c
n
d

AS

xc

2b

fcd

es<eyd

zc
4

ss=fsd

AS

es=esu

0.8xc

2a

ss=-fsd

eyd

eyd

c)

ec=ecu
c

AS
b

c
n

3
c

esu

es=eyd

0.8xc

es<eyd

zc

4
d

AS

2b

2a
xc

ss=-fsd
fcd

ss=fsd

eyd

Figura 4.15: Diagrammi limite di deformazione per la rottura in essione semplice.

57

diagramma limite

Posizione asse neutro

percentuali meccaniche limite

=0.259

= 0.207

=0.641

= 0.513

Tabella 4.2: Percentuali meccaniche di armatura limite


Noto il campo di deformazione si impone lequilibrio alla traslazione per determinare
la posizione dellasse neutro = /0 e, succesivamente, si calcola il valore del braccio
della coppia interna = (1 0.4 /0 ). Quindi, si calcola il momento resistente
= che va quindi confrontato con il momento sollecitante . La sezione
`e vericata se risulta . Nella Tabella 4.3 sono riportate le veriche nelle
sezioni critiche, cio`e quelle maggiormente sollecitate, per le quali sono stati determinati
il campo di rottura, la posizione dellasse neutro , il braccio della coppia interna , il
momento resistente di progetto ed il rapporto tra momento resistente e momento
sollecitante / .
Sezione

Campo di rottura

[mm]

[mm]

[kN] /

Appoggio 1

= 0.2 < 2

55.14

197.95

-14.84

1.45

Campata A

= 0.164 < 2

45.2

201.92

12.41

1.71

Appoggio 2

< = 0.355 < 3

97.62

180.95

-24.02

1.39

Campata B

< = 0.237 < 3

65.08

193.97

17.17

1.32

Appoggio 3

< = 0.237 < 3

65.08

193.97

-17.17

1.15

Tabella 4.3: Veriche nelle sezioni critiche.

La verica a taglio `e essenziale per ottenere ulteriori indicazioni sullestensione delle


fasce semipiene e/o piene. Essa viene eettuata nelle sezioni critiche, cioe nelle sezioni
di passaggio fra la fascia semipiena e quella alleggerita. Poiche il solaio `e sprovvisto
di armature trasversali, la verica al taglio riguarda soltanto il calcestruzzo, per il
quale deve risultare che , , essendo , la resistenza a taglio di progetto
dellelemento privo di armatura a taglio. Il valore di progetto della resistenza a taglio
58

, `e dato da (EC-2 6.2.2(1)):


[
]
, = , (100 )1/3 + 1

(4.29)

in ogni caso non minore di

,
= ( + 1 )

dove `e in MPa, , = 0.18/ , = 1 +

(4.30)

200/ 2 con in mm, = /( )

con =area longitudinale dellarmatura tesa, =larghezza minima della sezione in


zona tesa calcolata in mm, 1 = 0.15, = 0.0035 3/2 )1/2 , = / < 0.2
in MPa, con =forza assiale in N ( > 0 se di compressione).
Nel caso in esame, considerando un singolo travetto che si estende sino allappoggio,
quindi senza linserimento di fasce piene o semipiene, abbiamo: =100mm, =220mm,
=armatura in zona tesa sucientemente ancorata rispetto alla sezione considerarta
(per non meno di + ), =0.00714, =1.953, , =0.12. Da cui si ottene che il
taglio resistente riporato nella Tabella 4.3 e confrontato con il taglio sollecitante .
Sezione

, [kN] [kN]

Appoggio 1

210

14.32

10.96

Appoggio 2

312

18.51

18.27

Appoggio 3

212

14.32

12.62

Tabella 4.4: Verica al taglio


La verica `e soddisfatta e non `e richiesto linserimento di fascie piene e/o semipiene
cos` come si `e anche ottenuto nella verica in essione semplice, si decide, pertanto, di
inserire, per ragioni costruttive, una fascia piena di 5cm tra trave e pignate.

59

60

Capitolo 5
Travi
Analisi dei carichi
Per determinare i carichi che gravano sulle travi bisogna considerare:
il carico che il solaio trasmette alla trave;
il peso proprio della trave
i carichi direttamente applicati alla trave (come, ad esempio, la muratura di
chiusura esterna).
Nello schema di trave continua utilizzato per il calcolo del solaio la reazione di ogni
appoggio costituisce il carico trasmesso dal solaio al trave posizionata in corrispondenza
dellappoggio stesso. In assenza di continuit`a del solaio ogni campata trasmetterebbe
un carico corrispondente a met`a campata. Per tenere conto della continuit`a tra le
campate di solaio, questo carico viene incrementato attraverso un coeciente , detto
coeciente di continuit`a. Gli sbalzi non necessitano del coeciente di continuit`a in
quanto il carico viene direttamente calcolato imponendo lequilibrio. In realt`a, il valore
del carico potrebbe essere calcolato con precisione a partire dai risultati della risoluzione
dello schema di trave continua del solaio, prendendo in considerazione tutte le condizioni
di carico analizzate per il solaio. In pratica, risulta essere molto pi`
u semplice utilizzare
valori approssimati stimati in base allandamento del diagramma dei momenti ettenti
61

Trave

Larghezza

Perm. [kN/m]

dinuenza[m]
T1

1.0

4.85/2=2.425

T2

1.25 5.85/2+4.85/2=5.35

T3

1.0

T4

1.0

T5
T6

Perm. non

Accid.[kN/m]

strutt. [kN/m]
10.55+15.26+3.375

2.91

4.85

29.1+3.375

8.03

13.38

5.85/2=2.925

12.73+15.26+3.375

3.51

4.85

4.85/2=2.425

10.80+3.375

2.91

1.25 5.85/2+4.85/2=5.35

29.76+3.375

8.03

1.0

13.02+3.375

3.51

5.85/2=2.925

Tabella 5.1: Carichi uniformemente distrubuiti per le travi di solaio

del solaio. Si decide di utilizzare un valore di pari alla media dei due valori relativi alle
due campate considerate separatamente (adottando un valore minimo pari a 1 quando
il momento massimo sullappoggio in esame `e allincirca uguale al momento allaltro
estremo della campata; un valore massimo pari a 1.25 quando nellaltro estremo il
momento `e nullo). Nei calcoli, dellesempio in esame, si `e usato il valore di =1.25,
generalmente a favore di sicurezza, per lappoggio di continuit`a.
Per il calcolo delle sollecitazioni nelle travi portanti del primo piano (T1 tra i pilastri
P101 e P106, T2 tra i pilastri P107 e P112, T3 tra i pilastri P113 e P118) e del piano
copertura (T4 tra i pilastri P201 e P206, T5 tra i pilastri P207 e P212, T6 tra i pilastri
P213 e P218) bisogna, innanzitutto, determinare la larghezza dinuenza di ogni singola
trave che viene determinata suddividendo in corrispondenza della mezzeria le campate
del solaio che si appoggia su di essa.
Il peso proprio della trave `e stato stimato considerando la sezione della trave predimensionata nel Capitolo 3 pari a 3.375kN/m. La validit`a di queste sezioni verr`a
controllata immediatamente dopo aver calcolato il carico agente sulle campate.
Nellanalisi dei carichi (Capitolo 3) si sono valutati i carichi variabili separatamente
da quelli permanenti, in modo da poterli poi combinare nel modo pi`
u gravoso per la
trave e sono riportati nella Tabella 5.
62

ec=ecu
n
d

fcd
0.8x

C
z

ss=fsd

AS

0.4x

es

y
b

Figura 5.1: Sezione rettangolare a rottura.


Per la trave T1 nella campata tra i pilastri P101-P102 e nella prima met`a della
campata tra i pilastri P102-P103, cos` per la trave T3 nella campata tra i pilastri P113P114 i carichi devono essere incrementati per considerare anche gli sbalzi del solaio che
producono i seguenti carichi: carico permanente di 4.35 1.65 + 2.4 =9.58kN/m ed
un carico accidicentale di 4.0 1.65 =6.6kN/m. Nel seguito, per ragioni di sintesi,
si presenta la progettazione e verica della sola trave centrale, di spina, denominata,
in precedenza, T2 compresa tra i pilastri P107 e P112. Tale procedura pu`o essere
facilmente applicata per progettare e vericare le altre travi.

Controllo sezione trave


Vericato che le dimensioni adottate per la sezione della trave siano sucienti. Per
una trave su pi`
u di tre appoggi il massimo momento negativo in corrispondenza degli
appoggio pu`o essere stimato pari a
=

2
(1.3 32.47 + 1.5 8.03 + 1.5 13.38) 5.252
=
= 204.86kNm
10
10

(5.1)

Per controllare la correttezza delle dimensioni assunte, si fa riferimento alla seguente


situazione. Si consideri una sezione semplicemente armata sollecita in essione semplice
con rottura lato calcestruzzo come mostrato in Fig. 5.1. La posizione dellasse neutro
63

vale

=
=
=

(5.2)

dove, nel caso di rottura duttile con acciaio teso snervato, il valore di risulta compreso tra 0.259 e 0.641 (per acciaio B450C), come ricavato nel Capitolo 4. Si assume,
pertanto, un valore di compreso in questo intervallo e pari a = 0.3. Dallequilibrio
alla rotazione (vedere Fig. 5.1), si ottiene
= 0.8 ( 0.4)

(5.3)

Sostituendo nellEq. 5.3 il valore di = 0.3 si ricava la seguente espressione


= 0.21 2

(5.4)

Questa relazione pu`o essere utilizzata per ricavare una tra le seguenti grandezze: il
momento resistente della sezione per rottura lato calcestruzzo , laltezza utile della
sezione oppure la larghezza della sezione. Ricavando dallEq. 5.4 laltezza utile si
ottiene

1
0.21

(5.5)

dove `e un coeciente che dipende dal tipo di calcestruzzo utilizzato secondo quanto
riportato nella Tabella 5.

[MPa]

20

25

30

35

40

[mm/N1/2 ] 0.648 0.58 0.529 0.49 0.458


Tabella 5.2: Valori del coeciente

DallEq. 5.4 `e possibile ricavare il momento resistente oppure la larghezza della


sezione:
=

2
2

2
2

(5.6)

Utilizzando nellesempio considerato un calcestruzzo con =30MPa, si ha un valore


di = 0.529. DallEq. 5.5 si ottiene unaltezza utile = 43.7cm, alla quale va aggiunto
64

il copriferro c = 4 cm. Pertanto si ritiene accettabile la sezione 30x45 che `e stata


inizialmente considerata anche se leggermente sottodimensionata secondo questi calcoli
preliminari.
Dallequilibrio alla rotazione rispetto al baricentro delle compressioni, vedere Fig.
5.1, per = 0.3 , si ottiene
= ( 0.4) = 0.88

(5.7)

Per semplicit`a ed unifomit`a con le tensioni ammissibili si utilizza la seguente espressione


per il dimensionamento delle armature
=

0.9

(5.8)

La sollecitazione di taglio massima pu`o essere stimata per eccesso attraverso la


seguente formula
=

2 /2 + 2 /10
= 235.8kN

(5.9)

Il taglio resistente associato alla crisi del puntone compresso di parete nel traliccio
di Morsch (punto 6.2.3 (3), espressione 6.9 dellEC-2) vale
, =

1
+

(5.10)

dove rappresenta linclinazione dei puntoni compressi di calcestruzzo, `e un coeciente che tiene conto dellinterazione tra la tensione nel corrente compresso e qualsiasi
tensione di compressione assiale ( = 1 per strutture non precompresse), = 0.9
`e il braccio della coppia interna, `e la larghezza minina della sezione, 1 `e un coeciente di riduzione della resistenza del calcestruzzo fessurato calcolato con la seguente
espressione
(
)

1 = 0.6 1
250

(5.11)

in cui `e in MPa.
Secondo il modello a inclinazione variabile del traliccio di Morsch, al diminuire dellangolo vengono caricati maggiormente i puntoni compressi di parete che modellano
65

Sezione trave

Schema 1: trave continua

Schema 2: travi incastrate alle estremita

Schema 3: campate appoggiate con carico dimezzato

Figura 5.2: Schemi statici della trave.


il comportamento del calcestruzzo e scaricati i tiranti di parete in acciaio che rappresentano larmatura trasversale. LEC-2 nel punto 6.2.3(2) consente di adottare un
qualsiasi valore di cotg compreso tra 1 e 2.5. Il taglio resistente , conviene
inizialmente calcolarlo utilizzando il massimo valore consentito dalla normativa per
langolo (cotg=2.5), che fornisce la minima resistenza , . Pertanto, nel caso in
esame con = 0.526, = 30cm, = 16.31MPa, cotg=2.5, = 37.8cm si ha
, = 335.8kN

(5.12)

Questo valore risulta ben maggiore del taglio sollecitante stimato con lEq. 5.9.

66

5.1

Determinazione delle azioni interne

Come visto nel caso del solaio nel Capitolo 4, anche nel caso delle travi di solaio, lo
schema di funzionamento statico reale dipende dalla rigidezza dei vincoli. Per questo
motivo si considerano diversi schemi di vincolo, riporati in Fig. 5.2, che considerano le
diverse situazioni estreme di vincolo che la trave potrebbe avere:

schema 1 di trave continua approssima bene il comportamento della trave nel


caso di pilastri deformabili;

schema 2 di campate incastrate approssima bene il comportamento della trave in


presenza di pilastri molto rigidi;

schema 3 di campate separate ed appoggiate con carichi dimezzati considera il caso


in cui la trave perdesse la continuit`a a causa di fessurazione, variazioni termiche
o plasticizzazione in corrispondenza degli appoggi.

Schema 1 trave continua


La trave T2 in esame `e stata, dapprima, schematizzata come trave continua. Per
determinare le azioni interne si utilizza il metodo delle forze con riferimento alla generica
trave continua su sei appoggi di Fig. 5.3 la cui trave di servizio `e illustrata in Fig. 5.3.
Pertanto, le equazioni di congruenza sugli appoggi ci permettono di scrivere il seguente
sistema risolvente:
+ + + + 0 = 0
+ + + + 0 = 0

(5.13)

+ + + + 0 = 0
+ + + + 0 = 0
67

q1

q2

L2

q1

XB

L3

RB RB

XC

RC RC

L5

q4

XD

XD

RD RD

E
L4

q3

XC

q5

q2

XB

q4

B
L1

RA

q3

q5

XE

XE

RE RE

RF

Figura 5.3: Generica trave continua su sei appoggi e la sua struttura di servizio.

68

Dove i coecienti dinuenza rappresentano i valori delle rotazioni relative dovute


a valori unitari delle iperstatiche ed ai carichi esterni e sono di seguito riportati:
2
2
1
+ 3
; = = 6
; = = 0; = = 0;
31
2
2
1 31
2 32
2
3
3
24 24 ; = 3
+ 3
; = = 6
; = = 0;
2
3
3
2 32
3 33
3
4
4
0 = 24 24 ; = 3
+ 3
; = = 6
;
3
4
4
3
3
3
3




4
5
+ 3
; 0 = 424 4 524 5
0 = 324 3 424 4 ; = 3
4
5

=
0 =

(5.14)
Sostituendo nel sistema di Eq. 5.13 i valori dei coecienti di inuenza si ottengono
le quattro Eq. che consentono di calcolare le incognite iperstatiche , , e .
Per il caso in studio, il problema pu`o essere semplicato sfruttando la simmetria della
trave (simmetria geometrica, i.e. 1 = 5 e 2 = 4 , e simmetria dei carichi, i.e.
1 = 5 e 2 = 4 ) come illustrato in Fig. 5.4. In questo caso si hanno due equazioni di
congruenza (essendo = e = ) ed il seguente sistema risolvente:
+ + 0 = 0
+ + 0 = 0

(5.15)

Dove i coecienti dinuenza hanno gli stessi valori riportati in precedenza con la sola
eccezione di che vale

3
2
+
32 23
La soluzione del sistema di Eq. 5.15 consente di determinare le incognite iperstatiche
=

come di seguito mostrato.


+ 0
= 0

0 + 0
2

(5.16)

Sostituendo nelle Eq. 5.16 i valori dei coecienti di inuenza e considerando il caso di
una trave di sezione costante (i.e. (1 = 2 = 3 = 4 = 5 = )), si ottine
=
=

2 (2 32 +3 33 )2(2 +33 /2)(1 31 +2 32 )


422 16(2 +33 /2)(1 +2 )
1 31 +2 32
2)
2(1+

42
2

(5.17)

69

q1

L3/2

L2

q1

XB

RB RB

q2

D
L3/2

q1

E
L2

F
L1

q3

q2

XB

q3

B
L1

RA

q3

q2

XC

XC

RC RC

Figura 5.4: Trave continua su sei appoggi simmetrica e la sua struttura di servizio.

70

Noto il valore delle incognite iperstatiche `e possibile calcolare le reazioni vincolari e

lazione di taglio alle estremit`a delle campate ( ,


+
, + ,
+
,
+

, ) e i valori dei momenti ettenti in mezzeria delle campate (1 , 2 , 3 , 4 , 5 )

= = 21 1 1

=
= 12 1 1 +

=
= 12 2 2 +

=
= 12 2 2

(5.18)

(5.19)

=
= 12 3 3

1 = 5 =
2 = 4 =
3 =

3 23
8

1 21
2
8
2
2
8

Procediamo ora alla risoluzione dei vari schemi di carico per la determinazione dei
massimi e minimi momenti ettenti e delle azioni taglianti in corrispondenza degli
appoggi. Nel caso in esame si ha:
1 = 5 = 4.35,

2 = 4 = 5.25,

3 = 2.8

(5.20)

mentre i carichi di ciascuna campata 1 = 5 , 2 = 4 e 3 variano a seconda dello


schema di carico considerato. Nel caso in considerazione, il carico permenente 1 ,
il carico permenente non strutturale 2 e quello accidentale , come determinato in
precedenza (vedi Tab. 5), hanno i seguenti valori:
1 = 32.47kN/m,

2 = 8.03kN/m e = 13.38kN/m

(5.21)

Tali carichi devono essere amplicati attraverso i coecienti parziali di sicurezza 1 =


1.3 (oppure 1 se favorevole) e 2 = 1.5 (oppure 0 se favorevole) per i carichi permanenti
e = 1.5 (oppure 0 se favorevole) per i carichi accidentali. Le diverse condizioni di
carico dello schema 1 di vincolo sono analizzate singolarmente nel seguito.
Schema 1-a Questa condizione di carico consente di determinare il massimo momento sollecitante nella campata 1, 3 e 5 a cui corrispondono i seguenti valori dei
71

carichi
1 = 5 = 1 1 +2 2 + ,

2 = 4 = 1 1 +2 2 ,

3 = 1 1 +2 2 +
(5.22)

Sostituendo i valori dei carichi (Eq. 5.22) nellEq. 5.17, si ottiene


=
=

2 ((1 1 +2 2 )32 +(1 1 +2 2 + )33 )2(2 +33 /2)((1 1 +2 2 + )31 +(1 1 +2 2 )32 )
422 16(2 +33 /2)(1 +2 )
3
(1 1 +2 2 + )1 +(1 1 +2 2 )32
2)
2(1+

42
2

(5.23)
da cui si ricavano le incognite iperstatiche: = 159.7kN/m e = 81.06kN/m.
Dalle Eq. 5.19 si ottengono i momenti nella mezzeria delle due campate: 1 = 5 =
95.94kNm, 2 = 4 = 66.54kNm e 3 = 8.26kNm. In Fig. 5.5 `e riportato il
diagramma del momento ettente e del taglio per questa condizione di carico.
Schema 1-b Questa condizione di carico consente di determinare il massimo momento sollecitante nella campata 2 e 4 a cui corrispondono i seguenti valori dei carichi
1 = 5 = 1 1 +2 2 ,

2 = 4 = 1 1 +2 2 + ,

3 = 1 1 +2 2 (5.24)

Sostituendo i valori dei carichi (Eq. 5.24) nellEq. 5.17, si ottiene


=
=

2 ((1 1 +2 2 + )32 +(1 1 +2 2 )33 )2(2 +33 /2)((1 1 +2 2 )31 +(1 1 +2 2 + )32 )
422 16(2 +33 /2)(1 +2 )
3
(1 1 +2 2 )1 +(1 1 +2 2 + )32
2)
2(1+

42
2

(5.25)
da cui si ricavano le incognite iperstatiche: = 167.7kN/m e = 111.4kN/m.
Dalle Eq. 5.19 si ottengono i momenti nella mezzeria delle due campate: 1 = 5 =
44.47kNm, 2 = 4 = 116.5kNm e 3 = 58.26kNm. In Fig. 5.6 `e riportato il
diagramma del momento ettente e del taglio per questa condizione di carico.
Schema 1-c Questa condizione di carico consente di determinare il massimo momento sollecitante in corrispondenza dellappoggio B a cui corrispondono i seguenti valori
dei carichi
1 = 5 = 1 1 +2 2 + ,

2 = 4 = 1 1 +2 2 + ,

3 = 1 1 +2 2
(5.26)
72

q1=1.3g1+1.5(g2+q)

q3=1.3g1+1.5(g2+q)
q2=1.3g1+1.5g2

L3/2

L2

XB=159.7kN/m

M1=95.94kN/m

RA=125kN

B
L1

RB=198.4kN

D
L3/2

q5=1.3g1+1.5(g2+q)

E
L2

F
L1

XC=81.06kN/m

M2=66.54kN/m

RB=157.4kN

q4=1.3g1+1.5g2

M3=/8.26kN/m

RC=104.1kN

RC=127.4kN

Figura 5.5: Condizione di carico a dello schema 1.

73

q2=1.3g1+1.5(g2+q)
q1=1.3g1+1.5g2

B
L1

XB=167.7.8kN/m

RA=79.45kN

L3/2

L2

M1=44.47kN/m

RB=156.6kN

q4=1.3g1+1.5(g2+q)
q5=1.3g1+1.5g2

D
L3/2

E
L2

F
L1

XC=111.4kN/m

M2=116.5kN/m

RB=205.8kN

q3=1.3g1+1.5g2

M3=-58.26kN/m

RC=75.96kN

RC=188.4kN

Figura 5.6: Condizione di carico b dello schema 1.

74

q1=1.3g1+1.5(g2+q) q2=1.3g1+1.5(g2+q)
q4=1.3g1+1.5(g2+q) q5=1.3g1+1.5(g2+q)
q3=1.3g1+1.5g2

A
L1

L3/2

L2

XB=191kN/m

M1=80.3kN/m

RA=117.8kN

RB=205.6kN

L3/2

E
L2

F
L1

XC=105kN/m

M2=108.1kN/m

RB=211.5kN

M3=-51.79kN/m

RC=75.96kN

RC=178.7kN

Figura 5.7: Condizione di carico c dello schema 1.


Sostituendo i valori dei carichi (Eq. 5.26) nellEq. 5.17, si ottiene
=
=

2 ((1 1 +2 2 + )32 +(1 1 +2 2 )33 )2(2 +33 /2)((1 1 +2 2 + )31 +(1 1 +2 2 + )32 )
422 16(2 +33 /2)(1 +2 )
3
(1 1 +2 2 + )1 +(1 1 +2 2 + )32
2)
2(1+

42
2

(5.27)
da cui si ricavano le incognite iperstatiche: = 191kN/m e = 105kN/m. Dalle
Eq. 5.19 si ottengono i momenti nella mezzeria delle due campate: 1 = 5 =
80.3kNm, 2 = 4 = 108.1kNm e 3 = 51.79kNm. In Fig. 5.7 `e riportato il
diagramma del momento ettente e del taglio per questa condizione di carico.
75

Schema 1-d Questa condizione di carico consente di determinare il massimo momento sollecitante in corrispondenza dellappoggio C a cui corrispondono i seguenti
valori dei carichi

1 = 5 = 1 1 +2 2 ,

2 = 4 = 1 1 +2 2 + ,

3 = 1 1 +2 2 +
(5.28)

Sostituendo i valori dei carichi (Eq. 5.28) nellEq. 5.17, si ottiene

=
=

2 ((1 1 +2 2 + )32 +(1 1 +2 2 + )33 )2(2 +33 /2)((1 1 )31 +(1 1 +2 2 + )32 )
422 16(2 +33 /2)(1 +2 )
(1 1 +2 2 )31 +(1 1 +2 2 + )32
2)
2(1+

42
2

(5.29)
da cui si ricavano le incognite iperstatiche: = 166kN/m e = 117.7kN/m. Dalle
Eq. 5.19 si ottengono i momenti nella mezzeria delle due campate: 1 = 5 =
45.33kNm, 2 = 4 = 114.2kNm e 3 = 44.9kNm. In Fig. 5.8 `e riportato il
diagramma del momento ettente e del taglio per questa condizione di carico.
Schema 2 Si considera lo schema a campate separate e perfettamente incastrate
agli estremi. Le campate sono caricate come mostrato in Fig. 4.10 insieme ai diagrammi
del momento ettente e di taglio per lincastro perfetto.
Schema 3 Si considera, inne, il caso di travi incernierate agli estremi con carico
dimezzato come mostrato in Fig. 5.10 insieme ai diagrammi del momento ettente.
Sovrapponendo i diagrammi dei momenti ettenti e del taglio ricavati per i vari schemi di calcolo si ottengono i diagrammi inviluppo del momento ettente e del taglio,
riportato in Fig. 5.11 che ci consentono di dimensionare e vericare la trave di solaio.
Per tenere in considerazione linterazione tra il taglio e il momento ettente, il diagramma inviluppo del momento ettente deve per`o essere traslato lungo lasse longitudinale
nel verso sfavorevole (cio`e in modo tale da ottenere un aumento, in valore assoluto,
del momento ettente) di un distanza che, nel caso di trave provvista di armatura a
taglio, vale = ( )/2, dove = 0.9 `e il braccio della coppia interna. In
via cautelativa, si consiglia di utilizzare sempre il valore = .
76

q1=1.3g1+1.5g2

q2=1.3g1+1.5(g2+q)

XB=166kN/m

M1=45.33kN/m

RA=79.85kN

L3/2

L2

RB=156.2kN

D
L3/2

E
L2

F
L1

XC=117.7kN/m

M2=114.2kN/m

RB=204.3kN

q4=1.3g1+1.5(g2+q)
q5=1.3g1+1.5g2

B
L1

q3=1.3g1+1.5(g2+q)

M3=-44.9kN/m

RC=104.1kN

RC=185.9kN

Figura 5.8: Condizione di carico d dello schema 1.

77

q1=1.3g1+1.5(g2+q)

q3=1.3g1+1.5(g2+q)
q4=1.3g1+1.5(g2+q)

q2=1.3g1+1.5(g2+q)

B
L1

L3/2

L2

q5=1.3g1+1.5(g2+q)

D
L3/2

E
L2

F
L1

MB=MC=170.7kN/m
MC=MD=48.56kN/m
MA=MB=117.2kN/m

M1=58.6kN/m

RA=161.7kN

M2=85.4kN/m

RB=195.1kN

RB=161.7kN

M3=24.28kN/m

RC=104.1kN

RC=195.1kN

Figura 5.9: Condizioni di carico e diagrammi del momento ettente e del taglio per lo
schema 2.

78

q4=(1.3g1+1.5(g2+q))/2

q2=(1.3g1+1.5(g2+q))/2

B
L1

M1=87.9kN/m

q5=(1.3g1+1.5(g2+q))/2

q3=(1.3g1+1.5(g2+q))/2

q1=(1.3g1+1.5(g2+q))/2

L2

M2=128kN/m

L3/2

D
L3/2

E
L2

F
L1

M3=36.4kN/m

Figura 5.10: Condizioni di carico e diagramma del momento ettente per lo schema 3.

5.2

Armatura longitudinale

Cos` come per il solaio, anche per la trave larea delle armature da disporre `e
fornita dalla relazione 5.8 dove in questo caso = = 42cm. Come armature
si sono utilizzate barre di diverso diametro pari a 16mm ( = 1.54cm2 ) e 18mm
( = 2.01cm2 ), considerando come minimo di armatura due barre inferiori e due
superiori. Le aree di ferro necessarie e quelle eettivamente disposte sono indicate
nella tabella 5.2. Il diagramma del momento resistente, calcolato con linversa della
Eq. 5.8, `e riportato nella Figura 5.12. In ogni sezione si verica gracamente che il
momento resistente sia maggiore del momento ettente sollecitante. La costruzione del
graco del momento resistente e la corrispondente disposizione delle armature, deve
essere eettuata considerando le opportune lunghezze di ancoraggio delle armature
metalliche.
79

161.7kN

211.5kN

195.1kN

205.6kN

104.1kN

104.1kN
195.1kN

205.6kN

191kNm

161.7kN
211.5kN

170.7kNm 170.7kNm

191kNm

117.2kNm

117.2kNm

36.4kNm
95.94kNm

128kNm

128kNm

95.94kNm

Figura 5.11: Diagrammi inviluppo del momento ettente e del taglio.

80

Sezione

Mmax
[KNm] Amin
[mm2 ]
s
s

Armatura

As [mm2 ] Mr [KNm]

Appoggio A

-117.2

793

218 + 216

911

134.76

Campata 1

95.94

649

218 + 116

710

105.02

Appoggio B

-191.0

1291

418 + 216

1420

210.04

Campata 2

128

866

218 + 216

911

134.76

Appoggio C

-170.7

1154

418 + 116

1219

180.3

Campata 3

36.4

246

316

603

89.22

Appoggio D

-170.7

1154

418 + 116

1219

180.3

Campata 4

128

866

218 + 216

911

134.76

Appoggio E

-191.0

1291

418 + 216

1420

210.04

Campata 5

95.94

649

218 + 116

710

105.02

Appoggio F

-117.2

793

218 + 216

911

134.76

Si sono disposte (vedere Fig. 5.12) senza nessun calcolo delle armature di parete pari
a 2 14). Questa armatura fornisce un contributo resistente a taglio ma, soprattutto,
riduce i problemi di fessurazione e consente di assorbire eventuali trazioni dovute, ad
esempio, a ritiro o variazioni termiche.
Per completare la progettazione dellarmatura longitudinale occorre considerate le
indicazioni del capitolo 9 dellEC-2 sui dettagli costruttivi. Conformemente al punto
9.2.1.1 dellEC-2 debbono essere rispettati i seguenti quantitativi minimi, , , per
laramtura tesa e massimi, , , sia per larmatura tesa che per quella compressa:
, = 0.26
0.0013

(5.30)

, = 0.04
dove `e la larghezza media della zona tesa, `e la resistenza a trazione media
determinata dal prospetto 3.1 dellEC-2 in base alla classe di resistenza del calcestruzzo
e `e larea della sezione. Nel caso in esame si ha
, = 211.12mm2
, = 5040mm2

(5.31)

81

M[kNm]

x[m]

Figura 5.12: Ricoprimento del diagramma inviluppo del momento ettente.

82

Come si pu`o vericare dalla Fig. 5.12 in ogni sezione della trave vi `e un quatitativo di
armatura in zona tesa ed in zona compressa che rispettano addondantemente i limiti
dellEq. 5.31.

5.3

Armatura trasversale

Le armature a taglio sono costituite, nel caso in esame, da sole stae a due bracci. Per il calcolo delle armature a taglio si fa riferimento alle indicazioni dellEC-2
punto 6.2.3 in cui si utilizza il metodo del traliccio Morsch ad inclinazione variabile
come discusso in precedenza. Per determinare in quale zona `e necessario un calcolo
diretto dellarmatura a taglio, si calcola il valore di , (dallEC-2 punto 6.2.2(1)) che
rappresenta la resistenza a taglio della trave in assenza di armatura a taglio:
[
]
, = , (100 )1/3 + 1

(5.32)

in ogni caso non minore di

,
= ( + 1 )

(5.33)

dove `e la resistenza cilindrica caratteristica del calcestruzzo in MPa, , = 0.18/ ,

= 1 + 200/ 2 con in mm `e il coeciente che tiene conto dellingranamento


degli inerti, = /( ) con =area longitudinale dellarmatura tesa rispetto alla
sezione `e il coeciente che tiene conto delleetto spinotto, =larghezza minima della
sezione in zona tesa calcolata in mm; = / < 0.2 in MPa, con =forza
assiale in N ( > 0 se di compressione). Senza ripetere tale calcolo per tutte le
sezioni, lo si `e eettuato una volta sola utilizzando un valore di ottenuto considerando il minimo di armatura tesa pari a 603mm2 corrispondente a 316. Essendo nel
caso in studio fck=30MPa, =30cm, = 42cm, = 0.00479, = 1.690 si ottine
, =58.23kN.
Per vericare se la sezione `e suciente per sopportare il taglio sollecitante, si calcola
il valore di , , resistenza del puntone inclinato di calcestruzzo nel traliccio di
83

Morsch ad inclinazione variabile come riportato in Eq. 5.10. Assumendo cotg=2


e, nel caso in esame con = 0.526, = 30cm, = 17MPa e = 37.8cm, si ha
=381.7kN. Come si pu`o facilmente vericare dalla Fig. 5.11 tale valore risulta
essere abbondantemente maggiore del massimo taglio sollecitante.
Per vericare se in una trave armata a taglio il quantitativo di armatura sia sufciente per sopportare il taglio sollecitante, bisogna determinare il valore di , che
rappresenta la resistenza delle aste tese di parete nel traliccio di Morsch ad inclinazione
variabile. Il contributo resisetnte a taglio associato alla crisi delle armature trasversali
verticali (stae) pu`o essere determinato attraverso lespressione 6.8 del punto 6.2.3(3)
dellEC-2
, =

cotg

(5.34)

Occorre determinare dove `e necessario calcolare direttamente le armature a taglio


e il quantitativo di armatura da disporre. Per questo si pu`o procedere nel seguente
modo:
1. si determinano i punti di intersezione tra il valore costante di , ed il diagramma del taglio. Tali punti, che possono essere determinati sia gracamente che
analiticamente, individuano i due tratti della trave da armare a taglio e quello
(centrale) in cui `e richiesto solo il minimo di normativa.
2. Si suddividono i tratti da armare a taglio in segmenti di lungezza costante (ad
esempio di 100cm) e si determina in ciascun di essi il taglio massimo sollecitante.
3. In ciascun segmento, si calcola, ponendo il taglio sollecitante pari a , nellEq.
5.34, la densit`a delle stae /, da cui `e possibile ottenere il passo delle stae
avendo ssato a piacere larea della singola staa.
Nel denire larmatura a taglio si sono sempre considerate le indicazioni del capitolo
9 dellEC-2 sui dettagli costruttivi. Tali indicazioni rigurdano larmatura minima,
il massimo passo longitudinale delle stae , e la massima distanza trasversale
dei bracci delle stae , . Conformemente al punto 9.2.2 dellEC-2 debbono essere
84

vericate le seguenti relazioni


=

, =

0.08

, = 0.75

(5.35)

, = 0.75 600mm
Nel caso in studio si ha
, = 0.00102
, = 315mm

(5.36)

, = 315mm
Nella Fig. 5.13 si riporta linviluppo del diagramma del taglio ed il diagramma del
taglio resistente corrispondente alle armature disposte secondo il procedimento che `e
stato prima presentato. Dalla Fig. 5.13 si possono ricavare il passo massimo utilizzato
pari a 25cm e la densit`a minima pari a /( ) =0.00135 entrambi i valori soddisfano
quanto richiesto dallEC-2 in Eq. 5.36. La distanza trasversale tra i bracci delle stae
`e sicuramente minore di , di Eq. 5.36 poiche la larghezza della sezione `e minore
( = 30cm).

85

V[kNm]

x[m]

Figura 5.13: Ricoprimento del diagramma inviluppo del taglio.

86

5.4

Veriche di resistenza allo stato limite ultimo

Si eettuata la verica a essione retta allo stato limite ultimo delle sezioni pi`
u signicative. Il procedimento e le relative formule utilizzate nel seguito sono gi`a state
presentate nel capitolo relativo al solaio e non vengono quindi ripetute in questo
capitolo.
Verica della sezione in corrispondenza dellappoggio A
Per questa sezione si ha: =30cm, =42cm, =3cm, =9.11 cm2 , =7.1cm2
e =-117.2kNm. Come in tutte le altre sezioni sollecitate da momento ettente
negativo si assume che e rappresentino, rispettivamente, le armature tese e quelle
compresse. Quindi si possono ancora utilizzare le formule per la essione viste per
momento ettente positivo con laccortezza di ribaltare attorno ad un asse orizzontale
le sezioni quando sollecitate da momento negativo. Pertanto le percentuali meccaniche
darmatura risultano essere: = /// =0.13 e = /// =0.166.
Le , e , che corrispondono ai dierenti diagrammi limite, valgono: diagramma
b con = 0.223 =0.308, diagramma c con = 0.259 =0.337 e diagramma
c con = 0.641 =0.656. Essendo < lo stato di deformazione rientra
nel campo di rottura 2a. Il valore di si ottiene dallequilibrio alla traslazione con
= = ( )/( )
0 = = 59.205mm

(5.37)

Dallequilibrio alla rotazione rispetto al baricentro dellarmatura compressa si ricava il


valore del momento resistente
= 0 ( 0.4) + ( )

(5.38)

Nella sezione in esame `e pari a =-140.6kNm. Poiche < la sezione `e


vericata.
Verica della mezzeria della prima campata (campata 1)
Per questa sezione si ha: =30cm, =42cm, =3cm, =7.1 cm2 , =7.1cm2
e =95.94kNm. Quindi le percentuali meccaniche darmatura risultano essere:
87

=0.13 e =0.13. Le , e , che corrispondono ai dierenti diagrammi


limite, valgono: diagramma b con = 0.223 =0.308, diagramma c con = 0.259
=0.337 e diagramma c con = 0.641 =0.656. Essendo lo stato di deformazione rientra nel campo di rottura 2a. Il valore di si ottiene dallequilibrio alla
traslazione con = = ( )/( ) in Eq. 5.37 che vale =49.64cm. Il
momento resistente si ottiene dallequilibrio alla rotazione rispetto al baricentro dellarmatura compressa (Eq. 5.38) e, nella sezione in esame, vale =110.4kNm. Essendo
< la sezione `e vericata.
Verica della sezione in corrispondenza dellappoggio B
Per questa sezione si ha: =30cm, =42cm, =3cm, =14.2 cm2 , =7.1cm2
e =-191kNm.

Quindi le percentuali meccaniche darmatura risultano essere:

=0.13 e =0.26. Le , e , che corrispondono ai dierenti diagrammi limite, valgono: diagramma b =0.308, diagramma c =0.337 e diagramma c
=0.656. Essendo lo stato di deformazione rientra nel campo di rottura 2a. Il
valore di si ottiene dallequilibrio alla traslazione con = = ()/()
in Eq. 5.37 per il quale si ha 82.295cm. Dallequilibrio alla rotazione rispetto al baricentro dellarmatura compressa (Eq. 5.38) si ricava il valore del momento resistente
=-215.7kNm. Poiche < la sezione `e vericata.
Verica della mezzeria della seconda campata (campata 2)
Per questa sezione si ha: =30cm, =42cm, =3cm, =9.11 cm2 , =5.1cm2 e
=128kNm. Quindi le percentuali meccaniche darmatura risultano essere: =0.093
e =0.0166. Le , e , che corrispondono ai dierenti diagrammi limite,
valgono: diagramma b =0.272, diagramma c =0.3 e diagramma c =0.62.
Essendo lo stato di deformazione rientra nel campo di rottura 2a. Il valore di
si ottiene dallequilibrio alla traslazione con = = ( )/( ) in Eq.
5.37 che vale =63.75cm. Il momento resistente si ottiene dallequilibrio alla rotazione
rispetto al baricentro dellarmatura compressa (Eq. 5.38) e, nella sezione in esame, vale
=140.2kNm. Essendo < la sezione `e vericata.
Verica della sezione in corrispondenza dellappoggio C
88

Per questa sezione si ha: =30cm, =42cm, =3cm, =12.19 cm2 , =6.03cm2
e =-170.7kNm. Quindi le percentuali meccaniche darmatura risultano essere:
=0.11 e =0.186. Le , e , che corrispondono ai dierenti diagrammi
limite, valgono: diagramma b =0.289, diagramma c =0.317 e diagramma c
=0.637. Essendo lo stato di deformazione rientra nel campo di rottura
2a. Il valore di si ottiene dallequilibrio alla traslazione con = = (
)/( ) in Eq. 5.37 per il quale si ha 76.7cm. Dallequilibrio alla rotazione rispetto al
baricentro dellarmatura compressa (Eq. 5.38) si ricava il valore del momento resistente
=-185.8kNm. Poiche < la sezione `e vericata.
Verica della mezzeria della terza campata (campata 3)
Per questa sezione si ha: =30cm, =42cm, =3cm, =6.03 cm2 , =12.19cm2
e =36.4kNm.

Quindi le percentuali meccaniche darmatura risultano essere:

=0.186 e =0.11. Le , e , che corrispondono ai dierenti diagrammi limite, valgono: diagramma b =0.4, diagramma c =0.43 e diagramma c =0.749.
Essendo lo stato di deformazione rientra nel campo di rottura 2a. Il valore
di si ottiene dallequilibrio alla traslazione con = = ( )/( )
in Eq. 5.37 che vale =40.81cm. Il momento resistente si ottiene dallequilibrio alla
rotazione rispetto al baricentro dellarmatura compressa (Eq. 5.38) e, nella sezione in
esame, vale =94.33kNm. Essendo < la sezione `e vericata per il momento
ettente positivo. In realt`a, questa sezione `e anche sollecitata da un momemto ettente negativo pari a =-58.26kNm, per il quale la crisi avviene sempre nel campo
di rottura 2a. La posizione dellasse neutro vale =66.81cm ed il momento resistente
vale =-185.4kNm. Essendo < la sezione `e vericata anche per il momento
ettente negativo.
Le rimanenti sezioni risultato vericate per la simmetria della trave.

89

5.5

Veriche agli stati limite di esercizio

Gli stati limite di servizio sono condizioni al di l`a delle quali la struttura perde i suoi
requisiti di funzionalit`a. Il raggiungimento di uno stato limite di servizio `e, pertanto,
legato alle condizioni di impiego della struttura, e pu`o avere carattere reversibile od
irreversibile. Nel primo caso il danno o la deformazione cessa non appena si elimini la
causa che ha portato al superamento dello stato limite di servizio; nel secondo caso si
presentano danni o deformazioni non pi`
u eliminabili. I principali stati limite di esercizio
per strutture in cemento armato considerati dallEC-2 riguardano la limitazione delle
tensioni, il controllo della fessurazione e quello della deformazione.
Le veriche agli stati limite di servizio si basano su due distinte combinazioni di
carico: la combinazione quasi-permanente, meno gravosa, e quella caratteristica o rara,
maggiormente impegnativa. I valori del carico, nel caso di una sola azione variabile,
relativi alla combinazione rara sono forniti dalla relazione
= 1 + 2 +

(5.39)

I valori del carico, nel caso di una sola azione variabile, relativi alla combinazione
quasi-permanente sono forniti dalla relazione

= 1 + 2 + 2

(5.40)

dove 2 =0.2 per edici destinati a residenziale. I valori di 1 =32.47kN/m (valore


caratteristico dei carichi permanenti), 2 =8.03kN/m (valore caratteristico dei carichi
permanenti non strutturali) e =13.38kN/m (valore caratteristico dei carichi variabili)
per la trave in esame sono gi`a stati determinati in precedenza. Pertanto, il rapporto tra
la combinazione di carico per lo stato limite ultimo ed vale 0.725 per la combinazione
di carico rara e 0.58 per la combinazione di carico quasi-permanente.
I valori del momento ettente possono essere approssimativamente ricavati dai valori ottenuti per lo stato limite ultimo, moltiplicandoli per il coeciente 0.725 (per la
combinazione rara) e 0.58 (per la combinazione quasi-permanente). Ovviamente, questa `e solo una approssimazione, per essere precisi occorrerebbe ripetere la risoluzione
90

dei diversi schemi visti per lo stato limite ultimo, con i carichi permanenti e variabili
relativi allo stato di servizio considerato. Per la combinazione di carico rara, la differenza `e minima, perche i carichi, permanenti e variabili, mantengono sostanzialmente
le rispettive proporzioni. Le dierenze maggiori si hanno per la combinazione di carico
quasi-permanente, in cui si riducono molto di pi`
u i carichi variabili. Questo procedimento approssimato `e per`o sempre a favore della sicurezza. In Tab. 5.5 si riportano i
momenti ettenti sollecitanti per le diverse combinazioni di carico: stato limite ultimo,
MSLU
, combinazione caratteristica o rara, Mrs , e combinazione quasi-permanente, Mqp
.
s
s
Sezione

MSLU
[KNm] Mrs [KNm]
s

Mqp
[KNm]
s

Appoggio A

-117.2

84.97

68.09

Campata 1

95.94

69.56

55.74

Appoggio B

-191.0

138.5

111.0

Campata 2

128

92.8

74.37

Appoggio C

-170.7

123.8

99.18

Campata 3

36.4

26.4

21.15

Appoggio D

-170.7

123.8

99.18

Campata 4

128

92.8

74.37

Appoggio E

-191.0

138.5

111.0

Campata 5

95.94

69.56

55.74

Appoggio F

-117.2

84.97

68.09

Verica della deformabilit`


a
In una struttura `e sempre bene controllare le inessioni dei vari elementi, in modo
tale che questa non pregiudichi la funzionalit`a o laspetto estetico. LEC-2 raccomanda quindi di stabilire dei valori limite di inessione entro i quali ci si deve attenere;
questi tengono conto della natura della struttura, delle niture, del tipo dei tramezzi,
degli accessori e della funzione della struttura stessa. La norma propone due diversi
metodi per il controllo dellinessione: il primo (punto 7.4.3 dellEC-2) consiste con il
vero e proprio calcolo degli spostamenti massimi sotto le condizioni di carico utilizzate
91

per la verica. Il secondo (punto 7.4.2 dellEC-2), di natura empirica, `e basato sulla
limitazione del rapporto fra lo spessore degli elementi strutturali e le luci degli stessi.
Per la struttura in esame, considerata lordinariet`a della struttura e dei carichi, si
pu`o utilizzare il metodo semplicato. Secondo tale procedura, il massimo valore del
rapporto luce-altezza si ottiene dal prospetto 7.4N dellEC-2 in funzione dello schema
statico e del quantitativo di armatura che fornisce unindicazione di quanto lelemento
strutturale sia sollecitato. In particolare, lEC-2 considera poco sollecitato un elemento
che ha una percentuale di armatura minore di 0.5%, al contrario, se `e maggiore di
1.5%, per lEC-2, esso `e molto sollecitato.
Per la trave in studio con =30cm e =42cm si hanno le seguenti percentuali di
armatura:
campata 1 di rapporto luce/altezza di 10.36 e =0.0056
campata 2 di rapporto luce/altezza di 12.5 e =0.0072
campata 3 di rapporto luce/altezza di 6.67 e =0.0095
campata 4 di rapporto luce/altezza di 12.5 e =0.0072
campata 5 di rapporto luce/altezza di 10.36 e =0.0056
Come si vede tutte le sezione considerate hanno un rapporto geometrico di armatura intermedio tra 0.5% e 1.5%. Pertanto, interpolando linearmente tra i valori del
prospetto 7.4N con sistema struttrale di campata terminale di trave continua per le campate 1 e 7, mentre per tutte le altre campate con sistema strutturale relativo a campata
intermedia di trave si ottengono i seguenti valori limite del rapporto luce/altezza:
campata 1: 25.5;
campata 2: 27.7;
campata 3: 25.3;
campata 4: 27.7;
92

campata 5: 25.5.
Come si pu`o vedere i rapporti luce/altezza sono abbondantemente al di sotto dei valori
limite, pertanto la verica alla deformabilit`a `e soddisfatta.
Verica della fessurazione
La fessurazione `e un evento usuale nelle strutture in calcestruzzo armato soggette a
trazioni indotte da carichi diretti o da deformazioni impedite. Questa per`o deve essere
adeguatamente limitata ad un livello tale da non pregiudicare il corretto funzionamento
della struttura, la sua durabilit`a o da renderne inaccettabile il suo aspetto. LEC-2 non
considera le fessure derivanti da altre cause, come ritiro plastico o reazioni chimiche
espansive allinterno del calcestruzzo indurito.
LEC-2 consente, dopo aver vericato la presenza in zona tesa di un quantitativo
minimo di armatura (punto 7.3.2 dellEC-2), due diversi metodi per il controllo della
fessurazione: (punto 7.3.4 dellEC-2) il calcolo diretto dellampiezza delle fessure per
le condizioni di carico utilizzate per la verica; (punto 7.3.3 dellEC-2) procedimento
semplicato basato sulla limitazione del diametro e della spaziature delle armature.
Seguendo le indicazioni dellEC-2 (punto 7.3.2) si `e innanzitutto controllato se larmatura disposta `e suciente ad evitare che larmatura si snervi appena raggiunto il
limite di fessurazione del calcestruzzo teso. Larmatura minima deve essere superiore
al seguente valore:

0.9

(5.41)

dove =0.4 poiche la trave `e inessa, =1 coeciente che tiene conto degli eetti
delle auto-tensioni non uniformi, =3MPa resistenza del calcestruzzo a trazione, =
/2 area di calcestruzzo teso (parte della sezione tesa immediatamente prima della
fessurazione). Si ottiene come minima armatura da disporre =2.0cm2 . Poiche
larmatura tesa minima `e costituita da 316 =6.03cm2 tale limite `e abbondantemente
superato.
Per lEC-2, viene ssata unampiezza limite di progetto delle fessure, , i cui
valori sono funzione della classe di esposizione, della tecnologia costruttiva e del tipo
93

di acciaio utilizzato. Con riferimento al prospetto 7.1N dellEC-2, per il caso in studio,
si hanno i seguenti limiti:
= 0,4mm per la combinazione di carico caratteristica (rara);
= 0,3mm per la combinazione di carico quasi permanente.
Per la verica della fessurazione senza il calcolo diretto (punto 7.3.3 dellEC-2), nel
caso di fessurazione causata principalmente da carichi, occorre limitare il diametro delle
barre secondo il prospetto 7.2N e la spaziatura tra le barre secondo il prospetto 7.3N
che dipendono entrambi dalla tensione nellacciaio teso e dal per la combinazione
di carico considerata.
Per calcolare rigorosamente tale tensione occorre innanzitutto determinare la sezione
reagente considerando il calcestruzzo al II stadio di comportamento, lineare ma non
resistente a trazione, e con un coeciente di omogeneizzazione pari a 15. La posizione
dellasse neutro `e ottenuta ponendo uguale a zero il momento statico della sezione
omogeneizzato calcolato rispetto allasse neutro:

, = + ( ) ( ) = 0
2

(5.42)

Nota la sezione reagente, `e possibile calcolare il momemto dinerzia della sezione reagente
omogenizzata rispetto allasse neutro che vale
, =

3
+ ( )2 + ( )2
3

(5.43)

Le tensioni nella sezione possono essere determinate mediate la nota formula () =


/, , dove indica la distanza della bra nella quale si calcola la tensione dallasse
neutro. Pertanto gli sforzi massimi nel calcestruzzo compresso, , e quello nellacciaio
teso, , valgono

=
( )
(5.44)
,
,
Per la trave in esame si ha =30cm, =42cm e =3cm, mentre le armature dierisco
=

nella varia sezioni critiche. Pertanto nella tabella 5.5 si riportano le grandezze geometriche relative alle diverse sezioni critiche. Nella tabella 5.5 si riportano, invece, gli
94

sforzi massimi dellacciao nelle diverse sezioni critiche per le due condizioni di carico,
rara e quasi-permanente.

Sezione

[mm2 ] [mm2 ] [mm] , [cm4 ]

Appoggio A

710

911

135.7

147300

Campata 1

710

710

121.3

121700

Appoggio B

710

1420

163.9

202800

Campata 2

509

911

140.7

143800

Appoggio C

603

1219

156.5

179800

Campata 3

1219

603

102

111600

Appoggio D

603

1219

156.5

179800

Campata 4

509

911

140.7

143800

Appoggio E

710

1420

163.9

202800

Campata 5

710

710

121.3

121700

Appoggio F

710

911

135.7

147300

Tabella 5.3: Dati geometrici delle sezioni critiche

Si noti che le tensioni, con minime approssimazioni, si sarebbero potuto calcolare


assumendo a priori un valore del braccio della coppia interna pari a 0.9 = 42.0.
Il diametro massimo delle armature, , prescritto dallEC-2 (prospetto 7.2N)
vale:
per la combinazione di carico rara ( =280N/mm2 e = 0.4mm) =16mm
per la combinazione di carico quasi-permanente ( =220N/mm2 e = 0.3mm)
=20.5mm (per interpolazione lineare)
La spaziatura massima tra le armature, , , prescritta dallEC-2 (prospetto 7.3N)
vale
95

Combinazione rara Cominazione quasi-permanente


Sezione

[N/mm2 ]

[N/mm2 ]

Appoggio A

245.96

197.11

Campata 1

255.96

205.12

Appoggio B

262.3

210.19

Campata 2

270.3

216.61

Appoggio C

272.12

218.1

Campata 3

112.81

90.4

Appoggio D

272.12

218.1

Campata 4

270.3

216.61

Appoggio E

262.3

210.19

Campata 5

255.96

205.12

Appoggio F

245.96

197.11

Tabella 5.4: Tensioni massime dellacciaio nelle varie sezioni critiche


per la combinazione di carico rara ( =280N/mm2 e = 0.4mm) , =200mm
per la combinazione di carico quasi-permanente ( =220N/mm2 e = 0.3mm)
, =225mm (per interpolazione lineare)
Le armature disposte (vedere Fig. 5.12) superano il diametro massimo consentito
e, quindi, si deve eettuare il calcolo diretto dellampiezza delle fessure per vericare il
problema della fessurazione.
Seguendo le indicazioni del paragrafo 7.3.4 dellEC2, lampiezza caratteristica delle
fessure, , pu`o essere calcolata con la seguete espressione:
= , ( )

(5.45)

dove , `e la distanza massima tra le fessure, `e la deformazione media nellarmatura sotto la combinazione di carico pertinente, la deformazione media del
96

calcestruzzo tra le fessure. La dierenza pu`o essere calcolata con lespressione:

(1 + , )
,
,

(5.46)

dove `e la tensione nellarmatura tesa considerando la sezione fessurata, `e il rapporto / , `e un fattore dipendente dalla durata del carico ( = 0.6 per carichi
di breve durata e = 0.4 per carichi di lunga durata), , = /, per elementi
in cemento armato ordinario in cui , `e larea ecace di calcestruzzo teso attorno
allarmatura ordinaria o a quella di precompressione di altezza, , , dove , `e il
minore tra 2.5( ), ( )/3 o /2 (vedere gura 7.1 del punto 7.3.2), , `e il
valore medio della resistenza a trazione ecace del calcestruzzo al momento in cui si
suppone insorgano le prime fessure, si pu`o assumere , = .
La distanza massima tra le fessure pu`o essere calcolata con lespressione
, = 3 + 1 2 4 /,

(5.47)

dove `e il ricoprimento dellarmatura, 1 `e un coeciente che tiene conto delle proprieta di aderenza dellarmatura (0.8 per barre ad aderenza migliorata e 1.6 per barre
con una supercie eettivamente liscia), 2 `e un coeciente che tiene conto della distribuzione delle deformazioni (0.5 per essione, 1.0 per trazione pura ed in caso di
trazione eccentrica, o per singole parti di sezione, si raccomanda di utilizzare i valori
di 2 = (1 + 2 )/21 dove 1 ed 2 sono rispettivamente la piu grande e la piu piccola
deformazione di trazione alle estremita della sezione considerata, calcolate per sezione
fessurata), i valori raccomandati di 3 e 4 sono rispettivamente 3.4 e 0.425, `e il
diametro delle barre. Se in una sezione sono impiegate barre di diametro diverso, si
raccomanda di adottare un diametro equivalente, . Per una sezione con 1 barre di
diametro 1 e 2 barre di diametro 2 , il diametro equivalente vale
1 21 + 2 21
=
1 1 + 2 2

(5.48)

Nel caso in esame, si calcolano le ampiezze caratteristiche delle fessure, , nelle


varie sezioni assumendo che 1 = 0.8, 2 =0.5, 3 =3.4, 4 =0.425, =0.4, , =75mm,
97

, =225cm2 , =33000N/mm2 , =200000N/mm2 . Nella Tab. 5.5 si riportano i


risultati relativi alla trave in esame e come si pu`o vedere dalla Tab. 5.5 le ampiezze
delle fessure per le combinazioni di carico quasi permanente e rara sono inferiori ai
limiti consentiti, .

Sezione

Armatura tesa

[mm] , [mm]

Appoggio A

218 + 216

0.0405

17.06

143.02

Campata 1

218 + 116

0.0316

17.4

165.06

Appoggio B

418 + 216

0.0631

17.4

118.23

Campata 2

218 + 216

0.0405

17.06

143.02

Appoggio C

418 + 116

0.0542

17.64

126.74

Campata 3

316

0.0268

16.00

172.86

Appoggio D

418 + 116

0.0542

17.64

126.74

Campata 4

218 + 216

0.0405

17.06

143.02

Appoggio E

418 + 216

0.0631

17.4

118.23

Campata 5

218 + 116

0.0316

17.4

165.06

Appoggio F

218 + 216

0.0405

17.06

143.02

Tabella 5.5: Distanza massima tra le fessure

Verica delle tensioni di esercizio


Considerando il comportamento delle sezioni al II stadio, si verica che le massime
tensioni nei due materiali siano inferiori ai massimi valori consentiti, indicati dallEC-2
al punto 7.2. La tensione di compressione nel calcestruzzo deve essere limitata al ne
di evitare la fessurazione o elevati livelli di viscosit`a, che possono comportare eetti
inaccettabili per la funzionalit`a della struttura. I limiti sono:
< 0.60 =18[N/mm2 ] per la combinazione caratteristica (o rara);
< 0.80 =360[N/mm2 ] per la combinazione caratteristica (o rara)
98

Comb.

quasi permanente

Comb. rara

Sezione

[N/mm2 ]

[mm]

[N/mm2 ]

[mm]

Appoggio A

245.96

0.00105

0.15

197.11

0.000807

0.115

Campata 1

255.96

0.00105

0.177

205.12

0.000792

0.134

Appoggio B

262.3

0.00184

0.14

210.19

0.000924

0.109

Campata 2

270.3

0.00173

0.168

216.61

0.000905

0.129

Appoggio C

272.12

0.00122

0.154

218.1

0.000948

0.12

Campata 3

112.81

0.00031

0.054

90.4

0.0002

0.035

Appoggio D

272.12

0.00122

0.154

218.1

0.000948

0.12

Campata 4

270.3

0.00173

0.168

216.61

0.000905

0.129

Appoggio E

262.3

0.00184

0.14

210.19

0.000924

0.109

Campata 5

255.96

0.00105

0.177

205.12

0.000792

0.134

Appoggio F

245.96

0.00105

0.15

197.11

0.000807

0.115

Tabella 5.6: Ampiezza caratteristica delle fessure per le combinazioni di carico quasi
permanente e rara.
Inoltre nel caso in cui sia vericata la condizione < 0.45 =13.5[N/mm2 ] per la combinazione quasi-permanente `e possibile considerare un comportamento visco-elastico di
tipo lineare.
Sotto lazione dei carichi di esercizio per la combinazione di carico rara, occorre
quindi limitare il valore delle tensioni secondo i limiti appena presentati. La verica `e
stata eettuata per tutte le sezioni critiche considerando il comportamento al II stadio
e con coeciente di omegenizzazione pari a 15. Le massime tensioni nellarmatura
tesa e nel calcestruzzo compresso sono stati calcolati e riportati nella Tabella 5.5. La
verica `e quindi soddisfatta essendo tali sforzi sempre minori dei limiti richiesti (i.e.
< 18[N/mm2 ] e < 360[N/mm2 ]).

99

Sezione

[mm2 ] [mm2 ] [mm] , [cm4 ] [N/mm2 ] [N/mm2 ]

Appoggio A

710

911

135.7

147300

245.96

6.66

Campata 1

710

710

121.3

121700

255.96

5.45

Appoggio B

710

1420

163.9

202800

262.3

10.86

Campata 2

509

911

140.7

143800

270.3

7.3

Appoggio C

603

1219

156.5

179800

272.12

9.71

Campata 3

1219

603

102

111600

112.81

2.07

Appoggio D

603

1219

156.5

179800

272.12

9.71

Campata 4

509

911

140.7

143800

270.3

7.3

Appoggio E

710

1420

163.9

202800

262.3

10.86

Campata 5

710

710

121.3

121700

255.96

5.45

Appoggio F

710

911

135.7

147300

245.96

6.66

Tabella 5.7: Sforzi nelle sezioni critiche per la combinazione di carico rara

100

Capitolo 6
Pilastri
6.1

Analisi dei carichi

Considerando la modilit`a con cui i carichi si trasmettono dal solaio alla trave e da
essa al pilastro, `e possibile determinare i carichi che gravano su ciascun pilastro. Pertanto si procede allindividuazione dellarea di inuenza di ciascun pilastro, maggiorata
di un opportuno coeciente di continuit`a , cos` come per la trave. Larea di inuenza
`e individuata tagliando idealmente a met`a ciascun travetto delle campate di solaio,
eventualmente, i travetti degli sbalzi per intero, e tagliando idealmente sempre a met`a
ciascuna campata della trave. Tale area deve essere maggiorata mediante coecienti di
continuit`a che tengano conto sia della continuit`a del solaio sia della continuit`a della
trave. Sono stati assegnati valori di individualmente per ogni area di inuenza e
distinguendo la continuit`a del solaio da quella della trave considerando valori compresi
tra 1 e 1.2, come riportato in Fig. 6.1.
Per lesempio in esame, si procede alla determinazione dei carichi dei pilastri del
telaio centrale denominati P07, P08, P09, P10, P11 e P12, per i quali si tiene conto
sia dei carichi dovuti alle travi del telaio stesso che alle travi ad esso perpendicolari
(in questo caso costituito da peso proprio delle travi, peso del tamponamento esterno
e parte dello sbalzo laterale). Il peso proprio del pilastro viene considerato pari all1%
101

f=1.2

f=1.2

f=1.2

f=1.2

f=1

P07

P08

P09

P10

P11

P12

f=1.2

f=1.44

f=1.44

f=1.44

f=1.44

f=1.2

f=1

f=1.2

f=1.2

f=1.2

f=1.2

f=1

f=1

Figura 6.1: I coecienti di continuit`a e le aree di inuenza.


del carico assiale totale al piano considerato. Nelle Tabelle 6.1, 6.1 e 6.1 sono riportati
i caocoli dei carichi per i pilastri considerati. Per la simmetria della struttura e dei
carichi i pilastri P07, P08, P09, risultano essere uguali, rispettivamente, ai pilastri P12,
P10 e P11.

6.2

Dimensionamento della sezione e delle armature

Larea di calcestruzzo necessaria viene calcolata considerando che larmatura assorba il 10% dello sforzo normale (il minimo imposto dalla normativa) e con una riduzione
102

Area[m2 ] o lunghezza[m]
Solaio
I piano

Trave
Trave laterale

5.85
) 4.2
= 13.48
2
2
4.20
= 2.1
2
+ 5.85
) = 6.42
1.2( 4.85
2
2

+
1.2( 4.85
2

Carico[kN/m2 o kN/m]

N[kN]

1.3 4.45 + 1.5 1.2

102.3

1.3 3.375

9.22

1.3 3.375

28.2

Peso proprio

1.4

Totale

141.0
Solaio

Piano terra

Trave
Trave laterale

1.2( 4.85
+
2

5.85
) 4.2
= 13.48
2
2
4.20
) = 2.1
2
1.2( 4.85
+ 5.85
) = 6.42
2
2

1.3 4.35 + 1.5 (2 + 1.2)

141.0

1.3 3.375

9.22

1.3 (3.375 + 15.26)

155.6

Peso proprio

3.06

Totale

449.8
Tabella 6.1: Carichi dei pilastri P07 e P12

del 25% della resistenza del calcestruzzo (anche se non specicamente imposta dallEC2). Questa riduzione della resistenza consente al pilastro di sopportare un certo momento ettente non esplicitamente calcolato. Cos` facendo `e possibile omettere la valutazione del massimo momento ettente nel pilastro (considerando le combinazioni
peggiori dei carichi variabili e le inevitabili imperfezioni costruttive) e la successiva
verica in pressoessione. Pertanto, larea di calcestruzzo necessaria viene determinata
mediante la formula seguente
0.9
(6.1)
0.8
Secondo lEC-2 (punto 9.5.2), larea delle armature deve essere in grado di assorbire
, =

almeno il 10% dellazione assiale sollecitante , quindi:


, =

0.1
0.3%

(6.2)

Dove, per lEC-2 punto 9.5.2, larea dellarmatura deve, comunque, essere superiore allo
0.3% dellarea di calcestruzzo eettiva. Nel determinare larea delle armature conviene,
per facilitare la realizzazione e limitare le possibilit`a di errori, assegnare a tutti i pilastri
aventi la stessa sezione la stessa armatura.
103

Solaio
I piano

Trave
Trave laterale

Area[m2 ] o lunghezza[m]

Carico[kN/m2 o kN/m]

N[kN]

5.85
) 1.2( 4.2
+ 5.3
)
2
2
2
1.2( 4.2
+ 5.3
) = 5.7
2
2
+ 5.85
) = 6.42
1.2( 4.85
2
2

1.3 4.45 + 1.5 2

277.6

1.3 3.375

25.01

1.3 3.375

28.17

+
1.2( 4.85
2

= 36.6

Peso proprio

3.31

Totale

334.0
Solaio

Piano terra

Trave
Trave laterale

1.2( 4.85
+
2

5.85
) 1.2( 4.2
+ 5.3
)
2
2
2
1.2( 4.2
+ 5.3
= 5.7
2
2
1.2( 4.85
+ 5.85
) = 6.42
2
2

= 36.6

1.3 4.35 + 1.5 (3.2)

382.6

1.3 3.375

25.01

1.3 3.375

28.17

Peso proprio

4.36

Totale

774.2
Tabella 6.2: Carichi dei pilastri P08 e P11

Nella Tabella 6.2 sono riportati, per i pilastri del telaio analizzato, larea di calcestruzzo necessaria , , la sezione eettivamente adottata (sezione minima di 25cmx25cm),
larea minima delle armature , , le armature ettivamente adottate e lazione
assiale resistente, , calcolata come:
= 0.8 +

(6.3)

La scelta della quantit`a di armatura da disporre in ciascun pilastro `e abbastanza


soggettiva. E buona regola adottare diametri non troppo piccoli (maggiore di 16)
nei quattro spigoli, anche per i pilastri di dimensione minima. Le barre longitudinali
vengono prolungate rispetto allestradosso della trave per una lunghezza pari a quella
di sovrapposizione al ne di garantire un buon ancoraggio con le barre del pilastro
superiore. Tale lunghezza `e stata in questo caso ssata a 0.60 m, misura pi`
u che
suciente per le barre utilizzate (vedere Tabela 8).
104

Area[m2 ] o lunghezza[m]
Solaio
I piano

5.85
)
2
1.2( 5.3
2
4.85
1.2( 2

+
1.2( 4.85
2

Trave
Trave laterale

1.2( 5.3
+
2
+
+

2.8
)
2

= 31.2

Carico[kN/m2 o kN/m]

N[kN]

1.3 4.45 + 1.5 1.2

236.7

1.3 3.375

21.32

1.3 3.375

28.17

2.8
) = 4.86
2
5.85
) = 6.42
2

Peso proprio

2.86

Totale

289.0
Solaio

Piano terra

1.2( 4.85
+
2

Trave
Trave laterale

5.85
)
2
1.2( 5.3
2
4.85
1.2( 2

1.2( 5.3
+
2
+
+

2.8
)
2

= 31.2

1.3 4.35 + 1.5 (3.2)

326.2

1.3 3.375

21.32

1.3 3.375

28.17

2.8
) = 4.86
2
5.85
) = 6.42
2

Peso proprio

3.76

Totale

668.5
Tabella 6.3: Carichi dei pilastri P09 e P10

Le disposizioni costruttive riguardanti i pilastri sono contenute nel capitolo 9.5


dellEC-2. Per lEC-2 sono considerati pilastri tutti gli elementi struttirali verticali che
hanno un rapporto tra la dimensione maggiore e quella minore non maggiore di 4.
Le armature longitudinali devono avere un diametro maggiore di 12mm, un area
minima come da Eq 6.2 ed un area massima di 4% al di fuori delle zone di sovrapposizione che pu`o aumentare 0.08 nelle zone di sovrapposizione. Inoltre, per forme dei
pilastri poligonali si raccomanda di disporre almeno un barra in ogni angolo, mentre,
per sezioni circolari almeno 4 barre.
Oltre larmatura longitudinale devono essere disposte delle stae (secondo le prescrizioni dellEC-2 punto 9.5.3) di diametro non minore di 6mm ed adeguatamente
ancorate. Il loro passo deve essere minore del minore dei seguenti limiti:
21 volte il diametro minimo delle barre longitudinali
la dimensione minore del pilastro
25cm
105

Pilastro N[kN] , [cm2 ]

[cm2 ]

, [cm2 ] 0.2%

[cm2 ]

[kN]

P107

141

93.4

25x25=625

0.36

1.9

416=8.04

1165

P207

449.8

297.7

30x30=900

1.15

2.7

416=8.04

1539

P108

334.0

221.1

25x30=750

0.86

2.25

416=8.04

1335

P208

774.2

512.3

30x35=1050

1.98

3.15

416=8.04

1743

P109

289.0

191.3

25x25=625

0.84

1.9

416=8.04

1165

P209

668.5

442.4

30x30=900

1.81

2.7

416=8.04

1539

Tabella 6.4: Geometria ed armature dei pilastri


Il passo massimo consentito deve ridursi, di un fattore 0.6, in prossimit`a degli estremi
del pilastro per una lunghezza pari alla dimensione maggiore del pilastro. Per lesempio
in esame, il passo massimo consentito vale 19.2cm. Si `e quindi deciso di disporre una
staa ogni 10 cm agli estremi del pilastro ed una ogni 15 cm nella parte centrale. Nelle
Fig. 6.2 e 6.3 si riportano le disposizioni delle armature in precedenza determinate.

6.3

Verica allo stato limite di tensioni in esercizio

Le tensioni in esercizio devono risultare sucientemente contenute anche lentit`a della compressione non sia tale da indurre fessurazione parallela alla direzione di
compressione e tale da provocare eccessive deformazioni viscose. Si fa riferimento alla
combinazione di carico rara per la quale lo sforzo nel calcestruzzo, , deve risultare
minore di 0.60 =18[N/mm2 ]. Mentre, non `e necessaria lulteriore verica prevista
per armature tese, essendo i pilastro elementi compressi. Lazione normale relativa alla
condizione di carico rara viene determinata utilizzando il coeciente riduttivo ricavato
per la trave e pari al 70% di quello allo stato limite ultimo. Lo sforzo nel calcestruzzo
106

Figura 6.2: Disposizione delle armature per il pilastro 1.


107

Figura 6.3: Disposizione delle armature per il pilastro 2.


108

viene determinato con la seguente formula


=

0.725
+

(6.4)

Gli sforzi in esercizio per la combinazione di carico rara sono riporati nelle Tabella 6.3
dalla quale si pu`o osservare come la verica sia soddisfatta.

Pilastro [N/mm2 ]
P1-1

1.37

P1-1

3.2

P2-1

2.8

P2-1

4.8

P3-1

2.81

P3-1

4.75

Tabella 6.5: sforzi in esercizio per la combinazione di carico rara.

109

110

Capitolo 7
Fondazioni
La fondazione `e quella parte della struttura che il compito di diondere al terreno i
carichi e le azioni gravanti sulla struttura. Si considerano fondazioni di tipo diretto che,
cioe, trasmettono i carichi sul terreno attraverso il contatto della base di appoggio e
quindi, prevalentemente, con sforzi normali. Per garantire la funzionalit`a della struttura
in elevazione, il sistema di fondazioni deve soddisfare alcuni requisiti; in particolare, il
carico trasmesso in fondazione:
1. non deve portare a rottura il terreno sottostante;
2. non deve indurre nel terreno cedimenti eccessivi tali da compromettere la stabilit`a
e la funzionalit`a dellopera sovrastante;
3. non deve produrre fenomeni di instabilit`a generale (p. es. nel caso di strutture
realizzate su pendio);
4. non deve indurre stati di sollecitazione nella struttura di fondazione incompatibili
con la resistenza dei materiali.
La scelta del piano di posa deve essere tale da assicurare una suciente profondit`a
per: - superare lo strato superciale di terreno vegetale ed eventualmente di riporto;
- superare lo strato di terreno soggetto allazione del gelo o a variazioni stagionali del
111

Figura 7.1: Meccanismi di rottura.


contenuto dacqua (in Italia, questo strato `e stimabile in circa 1-2 metri);
- mettersi al sicuro dallazione delle acque superciali. La scelta del piano di posa
determina quindi la distanza che si viene a creare fra fondazione e il primo piano
calpestabile (piani interrati o piano terra), e quindi anche il sistema di protezione
dallumidit`a del solaio pi`
u basso.
Lapproccio progettuale generale per la determinazione del tipo di fondazione da
adottare si basa sul mettere le caratteristiche delledicio in relazione ai risultati di
una indagine geologica funzionale alla determinazione delle caratteristiche del terreno
stesso. In particolare, i parametri utilizzati per caratterizzzare il terreno sono: langolo
di attrito del terreno; la coesione; il peso di volume del terreno; la stratigraa e la
posizione della falda acquifera. Le analisi geologiche vengono condotte attraverso uno
studio della stratigraa del terreno, eseguendo sia delle prove in sito e sia prelevando
dei campioni da sottoporre a prove di laboratorio.
Nel progetto in esame, essendo la struttura di modeste dimensioni ed assumendo
il terreno non particolarmente scadente, si realizzata la fondazione mediante plinti
collegati da travi in modo da realizzare un reticolo, cos` come richiesto per le costruzioni
in zona sismica.
Il primo aspetto `e quello che riguarda la verica di stabilit`a dellinsieme terrenofondazione, ossia la determinazione della capacit`a portante (o carico limite, ) e che
rappresenta la pressione massima che una fondazione pu`o trasmettere al terreno prima
che questo raggiunga la rottura. Per introdurre il concetto di capacit`a portante immag112

iniamo di applicare ad un blocco di calcestruzzo appoggiato su un terreno omogeneo un


carico verticale centrato e di incrementarlo no al collasso, come mostrato in Fig. 7.1.
In relazione al diverso stato di addensamento (o alla consistenza, se si tratta di terreno
coesivo) del terreno si osservano diversi meccanismi di rottura che possono ricondursi
a tre schemi principali: rottura generale, rottura locale, punzonamento; per ciascuno
dei quali si sviluppano, nel terreno sottostante la fondazione, superci di rottura con
diverso andamento. Per quanto riguarda i tre meccanismi di rottura, `e possibile osservare che nel caso di terreno denso (o compatto) i piani di rottura si estendono no a
raggiungere la supercie del piano campagna (rottura generale), nel caso di materiale
sciolto (o poco consistente) le superci di rottura interessano solo la zona in prossimit`a
del cuneo sottostante la fondazione e non si estendono lateralmente (rottura locale); nel
caso di materiale molto sciolto (o molle) le superci di rottura coincidono praticamente
con le facce laterali del cuneo (punzonamento). Attualmente non si dispone di criteri
quantitativi per individuare a priori il tipo di meccanismo di rottura, anche se esistono
indicazioni a livello qualitativo per identicare il tipo di rottura pi`
u probabile. Ad oggi,
non sono reperibili in letteratura soluzioni analitiche per lo studio del meccanismo di
rottura locale, mentre esistono numerose soluzioni analitiche per la stima del carico
limite per lo schema di rottura generale, al quale si fa riferimento per il calcolo della
capacit`a portante.
I due principali studi teorici per il calcolo della capacit`a portante, dai quali deriva la
maggior parte delle soluzioni proposte successivamente, sono stati condotti da Prandtl
(1920) e Terzaghi (1943), per fondazione nastriforme (problema piano) utilizzando il
metodo dellequilibrio limite. Entrambi schematizzano il terreno come un mezzo continuo, omogeneo e isotropo, a comportamento rigido plastico e per il quale vale il criterio
di rottura di Mohr-Coulomb. Il meccanismo di rottura di Terzaghi ipotizza (secondo
uno schema piu aderente alle condizioni reali) la presenza di attrito tra fondazione e
terreno. In questo caso il cuneo sottostante la fondazione `e in condizioni di equilibrio
elastico, ha superci inclinate di un certo angolo rispetto allorizzontale, e penetra nel
terreno come se fosse parte della fondazione stessa. Con riferimento al meccanismo
113

di rottura di Terzaghi, relativo al caso di una fondazione nastriforme, `e possibile evidenziare che il carico limite dipende, oltre che dalla larghezza della fondazione, ;
dallangolo di resistenza al taglio, , del terreno; dalla coesione, ; dal peso proprio del
terreno, , interno alla supercie di scorrimento; dal sovraccarico presente ai lati della
fondazione, che, in assenza di carichi esterni sul piano campagna, e dato da = .
Non esistono metodi esatti per il calcolo della capacita portante di una fondazione
superciale su un terreno reale, ma solo formule approssimate trinomie ottenute, per
sovrapposizione di eetti, dalla somma di tre componenti da calcolare separatamente.
La soluzione, per fondazione nastriforme con carico verticale centrato, `e espressa nella
forma:
1
= + +
2

(7.1)

dove , , sono quantit`a adimensionali, detti fattori di capacit`a portante, funzioni


dellangolo di resistenza al taglio e della forma della supercie di rottura considerata.
Per i fattori ed , relativi rispettivamente alla coesione e al sovraccarico, esistono
equazioni teoriche, mentre per il fattore , che tiene conto dellinuenza del peso
del terreno, la cui determinazione richiede un procedimento numerico per successive
approssimazioni, esistono solo formule empiriche approssimanti.
Confrontando le equazioni proposte da vari Autori per il calcolo dei fattori di capacit`a portante si osserva un accordo quasi unanime per i fattori e di , mentre
per il fattore sono state proposte soluzioni diverse. Le equazioni pi`
u utilizzate per
la stima dei fattori di capacit`a portante sono le seguenti:

+ )
4
2
= ( 1)cotg

(7.3)

= 2( 1)tg

(7.4)

tg

tg2 (

(7.2)

Il valore dei fattori di capacit`a portante cresce molto rapidamente con langolo di
` pertanto molto pi`
resistenza al taglio o angolo di attrito interno. E
u importante, per
una stima corretta della capacit`a portante, la scelta dellangolo di resistenza al taglio
114

Tabella 7.1: Fattori di forma (Vesic, 1975).


Forma della fondazione

Rettangolare

1+

Circolare o quadrata

1+

tg

1 + tg

1 0.4
0.6

(o angolo di attrito interno) che non lutilizzo di una o laltra delle equazioni proposte
dai vari Autori.
Da una superciale osservazione della formula in Eq. 7.1 senza scomodare la teoria
della plasticit`a e lanalisi limite si possono ottenere utili indicazioni sul carico limite che
aumenta allaumentare della densit`a del terreno; dellangolo di attrito ; della quata
del piano di posa ; della larghezza della fondazione . Inoltre, va sottolineato che il
carico limite non `e una caratteristica del terreno, come spesso si ritiene.
Equazione generale di capacit`
a portante di fondazioni superciali
Per valutare la capacita portante di fondazioni superciali generiche, si utilizza la
seguente equazione generale, proposta da Vesic (1975):
1
= + +
2

(7.5)

In cui, si e indicato con: , , , i fattori di forma; , , , i fattori di profondita;


, , , i fattori di inclinazione del carico; , , , i fattori di inclinazione della base;
, , , i fattori di inclinazione del piano campagna; la larghezza equivalente per
carico eccentrico.
Fattori di forma Lequazione originale di Terzaghi `e ottenuta con riferimento ad
un striscia indenita di carico, in modo da poter considerare il problema piano. Le
fondazioni reali hanno invece, spesso, dimensioni in pianta confrontabili, e quindi la
capacit`a portante `e inuenzata dagli eetti di bordo. Si pu`o tener conto, in modo semi
empirico, della tridimensionalit`a del problema di capacit`a portante attraverso i fattori
di forma, il cui valore pu`o essere calcolato con le formule indicate in Tabella 7.1.
115

Fattori di profondit`
a Se si vuole mettere in conto anche la resistenza del terreno
sopra il piano di fondazione, ovvero considerare la supercie di scorrimento estesa no
al piano campagna, si possono utilizzare i fattori di profondit`a proposti da Vesic (1975).
Tuttavia, poiche il terreno sovrastante il piano di fondazione `e molto spesso un terreno
di riporto o comunque con caratteristiche meccaniche scadenti e inferiori a quelle del
terreno di fondazione, luso dei fattori di profondit`a deve essere fatto con cautela e si
consiglia in generale di assumere = = =1.
Eccentricit`
a del carico Molto spesso le fondazioni superciali devono sostenere
carichi eccentrici e/o inclinati. Per tenere conto della riduzione di capacit`a portante
dovuta alleccentricit`a del carico si assume che larea resistente a rottura sia quella
porzione dellarea totale per la quale il carico risulta centrato. In particolare, per una
fondazione a base rettangolare di dimensioni x , se la risultante dei carichi trasmessi
ha eccentricit`a nella direzione del lato minore ed eccentricit`a nella direzione
del lato maggiore , ai ni del calcolo della capacit`a portante si terr`a conto di una
fondazione rettangolare equivalente di dimensioni rispetto alla quale il carico `e
centrato, essendo:
= 2

(7.6)

= 2

(7.7)

Inclinazione del carico Anche linclinazione del carico riduce la resistenza a


rottura di una fondazione superciale. A seconda del rapporto fra le componenti,
orizzontale e verticale , del carico la rottura pu`o avvenire per slittamento o per
capacit`a portante. Le equazioni empiriche per fattori di inclinazione del carico ritenute
pi`
u adabili sono indicate in Tabella 7.2. Si osservi che data una fondazione con carico
inclinato si pu`o denire un dominio di rottura nel piano , e pervenire al collasso
per dierenti moltiplicatori del carico, e in particolare: 1) per aumento di ad
costante, 2) per aumento di a costante, 3) per aumento proporzionale di e di
(a / costante).
116

Tabella 7.2: Fattori di inclinazione del carico (Vesic, 1975).


Terreno

>0e>0

1
tg

=0

=0

[1

]+1
+ cotg
(1
)

[1

]+1
+ cotg
(1
)+1

dove
= cos2 + sin2
con
=

2 + /
1 + /

2 + /
1 + /

in cui e langolo fra la direzione del carico proiettata sul piano di fondazione e la
direzione di .
Inclinazione della base e del piano campagna Se la struttura trasmette carichi
permanenti sensibilmente inclinati pu`o essere talvolta conveniente realizzare il piano di
posa della fondazione con uninclinazione rispetto allorizzontale. In tal caso la capacita
portante nella direzione ortogonale al piano di posa pu`o essere valutata utilizzando i
fattori di inclinazione del piano di posa , , . In questo corso consideriamo solo
fondazioni non inclinate rispetto al piano di posa, per le quali = = = 1.
Se il piano campagna risulta inclinato rispetto allorizzontale, la capacita portante
pu`o essere valutata utilizzando i fattori di inclinazione del piano di campagna , ,
. In questo corso consideriamo solo fondazioni con piano campagna orizzontale, per
le quali = = = 1.
Resistenza del terreno
Il calcolo della capacita portante deve essere eettuato nelle condizioni pi`
u critiche
per la stabilit`a del sistema di fondazione, valutando con particolare attenzione le possibili condizioni di drenaggio. Tali condizioni dipendono noto dal tipo di terreno e dalla
velocit`a di applicazione del carico. Nel caso dei terreni a grana grossa (ghiaie e sabbie), caratterizzati da valori elevati della permeabilit`a ( 105 m/s), lapplicazione
117

di carichi statici non genera sovrapressioni interstiziali; pertanto, lanalisi e sempre


condotta con riferimento alle condizioni drenate, in termini di tensioni ecaci. Nel
caso di terreni a grana ne (limi e argille), a causa della loro bassa permeabilit`a, salvo
il caso di applicazione molto lenta del carico, si generano sovrapressioni interstiziali
che si dissipano lentamente nel tempo col procedere della consolidazione. Pertanto per
i terreni a grana ne `e necessario distinguere un comportamento a breve termine, in
condizioni non drenate, ed uno a lungo termine, in condizioni drenate.
Lanalisi (a lungo termine) in condizioni drenate pu`o essere eettuata in termini
di tensioni ecaci. Tale tipo di approccio pu`o essere impiegato anche nelle analisi (a
breve termine) in condizioni non drenate, ma per la sua applicazione `e richiesta la conoscenza delle sovrapressioni interstiziali, che si sviluppano durante la fase di carico.
Poich`e la denizione delle sovrapressioni in sito e un problema estremamente complesso, lanalisi in condizioni non drenate e generalmente eettuata, nelle applicazioni
pratiche, in termini di tensioni totali, con riferimento alla resistenza al taglio non drenata corrispondente alla pressione di consolidazione precedente lapplicazione del carico.
Le condizioni non drenate sono generalmente le piu sfavorevoli per la stabilita delle
fondazioni su terreni coesivi, poich`e al termine del processo di consolidazione lincremento delle tensioni ecaci avr`a prodotto un incremento della resistenza al taglio. In
questo esempio si far`a sempre e solo riferimento alle condizioni drenate.
Analisi in termini di tensioni efficaci (condizioni drenate). Nelle analisi di capacit`a portante in termini di tensioni ecaci, la resistenza del terreno e denita
mediante i parametri e e i vari termini e fattori della relazione generale (Eq.
7), devono essere calcolati con riferimento a questi parametri. In presenza di falda si
deve tener conto dellazione dellacqua, sia nella determinazione del carico eettivamente trasmesso dalla fondazione al terreno sia nel calcolo della . In particolare,
nel calcolo del carico trasmesso dalla fondazione al terreno deve essere considerata la
sottospinta dellacqua agente sulla porzione di fondazione immersa (quindi il carico di
esercizio deve essere diminuito della sottospinta idraulica) che a favore della sicurezza
pu`o essere trascurato, mentre il carico limite deve essere valutato in termini di pressioni
118

ecaci. In particolare, riferendosi per semplicit`a alla relazione di Terzaghi Eq. 7.1 (e
nel caso pi`
u generale alla Eq. 7), si ha:
1
= 2 + +
2

(7.8)

dove rappresenta il valore della pressione ecace agente alla profondit`a del piano
di posa della fondazione e 2 il peso di volume immerso del terreno presente sotto la
fondazione. Nel calcolo dei fattori di capacit`a portante viene utilizzato il valore di
del terreno presente sotto la fondazione.
Ipotizzando la presenza di falda in quiete, si possono presentare i seguenti 4 casi:
1. Il pelo libero della falda si trova a profondit`a maggiore di D+B. In questo caso
la presenza della falda pu`o essere trascurata.
2. Il pelo libero della falda coincide con il piano di posa della fondazione (Fig. 7.2a).
In questo caso = 1 , essendo 1 il peso umido (o saturo) del terreno al di
sopra del piano di posa della fondazione.
3. Il pelo libero della falda si trova a quota al di sopra del piano di posa della fondazione (Fig. 7.2b). In questo caso = 1 ( ) + 1 , essendo rispettivamente
1 il peso umido (o saturo) e 1 il peso immerso del terreno al di sopra del piano
di posa della fondazione.
4. Il pelo libero della falda si trova a quota < sotto il piano di posa della
fondazione (Fig. 7.2c). In questo caso = 1 , essendo 1 il peso umido
(o saturo) del terreno al di sopra del piano di posa della fondazione, mentre il
termine 2 diventa 2 + 2 ( ).

Interazione terreno-fondazione. Nel caso di fondazioni con carico eccentrico,


per il calcolo strutturale dellelemento di fondazione, si fa in genere lipotesi semplicativa che, in condizioni di esercizio e quindi per carico molto minore della capacit`a
119

Figura 7.2: Posizione della falda rispetto alla fondazione.

Figura 7.3: Pressioni di contatto per fondazioni molto rigide con carico eccentrico.

120

portante, la pressione di contatto struttura di fondazione- terreno sia lineare, e che il


terreno non abbia resistenza a trazione. Ne consegue che il diagramma delle tensioni
di contatto viene calcolato con le formule della presso essione per sezioni non reagenti
a trazione. Ad esempio, se per semplicit`a di esposizione si considera una fondazione
continua di larghezza soggetta ad un carico verticale per unit`a di lunghezza con
eccentricit`a (Fig. 7.3): - se la risultante ricade allinterno del nocciolo dinerzia,
ovvero se risulta < /6, il diagramma `e trapezio e le tensioni alle estremit`a valgono:
(
)
(
)
6

1+
e
=
1
(7.9)
=

- se invece la risultante `e esterna al nocciolo dinerzia, ovvero se risulta > /6,


la sezione `e parzializzata e il diagramma `e triangolare, con base = 3(/2 ) e
tensione massima allestremit`a compressa
=

4
3 2

(7.10)

` comunque, buona norma tuttavia progettare le fondazioni superciali in modo


E,
che la sezione sia interamente compressa, almeno per i carichi di lunga durata.

7.1

Veriche secondo NTC 2008

Veriche agli stati limite ultimi (SLU)


Per la progettazione e verica degli elementi di fondazione si far`a riferimento, nel
seguito, alla normativa italiana rappresentata dalle Norme Tecniche per le Costruzioni
emanate con il DM 14 gennaio 2008 (NTC) specicatamente ai Capitoli 2 e 6. Secondo
le NTC `e consentito lutilizzo di due diversi approcci progettuali nelle veriche nei
confronti degli stati limite ultimi strutturali (STR) e geotecnici (GEO). Per semplicit`a si
seguir`a lApproccio 2, in cui si impiega ununica combinazione dei gruppi di coecienti
parziali deniti per le Azioni (A), per la resistenza dei materiali (M) e, eventualmente,
per la resistenza globale (R). In tale approccio, per le azioni si impiegano i coecienti
riportati nella colonna A1 della Tabella 2.6.I delle NTC-2008 pag. 9. In questo
121

modo `e possibile utilizzare le combinazioni di carico gi`a adottate per le veriche agli
stati limite ultimi dei pilastri.
Le NTC raccomandano di eettuare veriche di sicurezza che comprendano tutti
i meccanismi di stato limite ultimo, sia a breve sia a lungo termine. Gli stati limite
ultimi delle fondazioni superciali si riferiscono allo sviluppo di meccanismi di collasso
determinati dalla mobilitazione della resistenza del terreno e al raggiungimento della
resistenza degli elementi strutturali che compongono la fondazione stessa. Nel caso
di fondazioni posizionate su o in prossimit`a di pendii naturali o articiali deve essere
eettuata la verica anche con riferimento alle condizioni di stabilit`a globale del pendio
includendo nelle veriche le azioni trasmesse dalle fondazioni.
Le NTC raccomandano di eettuare le veriche almeno nei confronti dei seguenti
stati limite:
SLU di tipo geotecnico (GEO)
- collasso per carico limite dellinsieme fondazione-terreno
- collasso per scorrimento sul piano di posa
- stabilit`a globale

SLU di tipo strutturale (STR)


- raggiungimento della resistenza negli elementi strutturali.
Sono, inoltre, deniti i coecienti parziali per i parametri geotecnici e i coecienti che operano direttamente sulla resistenza globale di opere e sistemi geotecnici
per le dierenti veriche. La verica di stabilit`a globale deve essere eettuata secondo lApproccio 1 con Combinazione 2: (A2+M2+R2); tenendo conto dei coecienti
parziali riportati nelle Tabelle 6.2.I e 6.2.II per le azioni e i parametri geotecnici e nella
Tabella 6.8.I per le resistenze globali.
La rimanenti veriche devono essere eettuate, tenendo conto dei valori dei coefcienti parziali riportati nelle Tab. 6.2.I, 6.2.II e 6.4.I, seguendo almeno uno dei due
approcci:
122

Approccio 1: Combinazione 1: (A1+M1+R1) e Combinazione 2: (A2+M2+R2)


Approccio 2: Combinazione (A1+M1+R3).
Nelle veriche eettuate con lapproccio 2 che siano nalizzate al dimensionamento
strutturale, il coeciente gR non deve essere portato in conto.
Nel seguito le veriche saranno eettuate seguendo lapproccio progettuale 2, in cui
le azioni di progetto in fondazione derivano da ununica analisi strutturale svolta impiegando i coecienti parziali del gruppo A1. Nelle veriche agli stati limite ultimi per il
dimensionamento geotecnico delle fondazioni (GEO), si considera lo sviluppo di meccanismi di collasso determinati dal raggiungimento della resistenza del terreno interagente
con le fondazioni. Lanalisi pu`o essere condotta con la Combinazione (A1+M1+R3),
nella quale i coecienti parziali sui parametri di resistenza del terreno (M1) sono unitari e la resistenza globale del sistema `e ridotta tramite i coecienti = 2.3 del
gruppo R3. Tali coecienti si applicano solo alla resistenza globale del terreno, che `e
costituita, a seconda dello stato limite considerato, dalla forza normale alla fondazione
che produce il collasso per carico limite, o dalla forza parallela al piano di scorrimento della fondazione che ne produce il collasso per scorrimento. Essi vengono quindi
utilizzati solo nellanalisi degli stati limite GEO. Nelle veriche agli stati limite ultimi
nalizzate al dimensionamento strutturale (STR), si considerano gli stati limite ultimi
per raggiungimento della resistenza negli elementi di fondazione. Per tale analisi non si
utilizza il coeciente (o meglio = 1) e si procede perci`o come nella Combinazione
1 dellApproccio 1.
Veriche agli stati limite di esercizio (SLE)
Per eetto delle azioni trasmesse in fondazione, i terreni subiscono deformazioni che
provocano spostamenti del piano di posa. Le componenti verticali degli spostamenti
(cedimenti) assumono in genere valori diversi sul piano di posa di un manufatto. Si
denisce cedimento dierenziale la dierenza dei cedimenti tra punti di una stessa fondazione, di fondazioni distinte con sovrastrutture comuni e di fondazioni distinte con
sovrastrutture staticamente indipendenti. In base alla evoluzione nel tempo si distin123

guono i cedimenti immediati e i cedimenti dieriti. Questi ultimi sono caratteristici dei
terreni a grana ne, poco permeabili, e dei terreni organici. I cedimenti e gli spostamenti delle fondazioni e del terreno circostante possono essere valutati con metodi empirici
o analitici. Nel caso di terreni a grana ne, i parametri che caratterizzano la deformabilit`a sono di regola ottenuti da prove di laboratorio su campioni indisturbati. Nel caso
di terreni a grana media o grossa, i parametri anzidetti possono essere valutati sulla
base dei risultati di indagini geotecniche in sito. I valori delle propriet`a meccaniche da
adoperare nellanalisi sono quelli caratteristici e i coecienti parziali sulle azioni e sui
parametri di resistenza sono sempre unitari. Sulla base della previsione dei cedimenti
deve esprimersi un giudizio sulla loro ammissibilit`a con riferimento ai limiti imposti
dal comportamento statico e dalla funzionalit`a del manufatto. Qualora il manufatto
in progetto possa inuire sul comportamento statico e sulla funzionalit`a di manufatti
adiacenti, il giudizio di ammissibilit`a deve essere esteso a questi ultimi.

7.2

Terreno

Supponiamo che il sito di costruzione sia situato in Pianura Padana. La sequenza


stratigraca del sottosuolo della Pianura Padana `e caratterizzata da una successione
di terreni semplicabile in due raggruppamenti principali: una serie sabbioso-argillosa
di et`a pi`
u recente, il cui spessore varia fra i 4 km a nord no a raggiungere i 12
km nel settore meridionale in corrispondenza del margine appenninico, e una serie
calcarea-dolomitica, profonda, di et`a pi`
u antica.
Essendo il livello di base delle fondazioni a quota -1.70m e la falda a -3m, le fondazioni appoggiano sullo strato di terreno sabbioso-argilloso le cui caratteristiche meccaniche risultano essere (da indagine geologica): peso specico = 20 kN/m3 , angolo
di attrito interno = 30 e coesione = 0.002 MPa.
I parametri di resistenza del terreno di base delle fondazioni, con lapplicazione dei
coecienti del gruppo M1 essendo unitari, non variano di valore.
124

B
D

g1

c, j, g2
Figura 7.4: Schema di riferimento per il calcolo del carico limite.
Per questo terreno applicando le formule in Eq. 7.2 si ottengono i seguenti valori
dei parametri :
= 18.4,

7.3

= 30.14

= 20.09

(7.11)

Dimensionamento della base di appoggio e dellaltezza

Consideriamo i pilastri maggiormente sollecitati, P08 e P11, come da analisi nel


capitolo precedente. In corrispondenza della base di questi pilastri abbiamo un carico
ultimo assiale = 774.2 kN ottenuto con il metodo approssimato. Si sottolinea
che lazione assiale `e calcolata allo stato limite ultimo quindi adoperando i coecienti
di applicazione dei carichi cos` come richiesto dallapproccio 2. Si poteva allo stesso
modo considerare i carichi ottenuti dalla risoluzione del telaio. Supponendo di utilizzare
plinti di fondazione di forma quadrata occorre calcolare i coecienti di forma in Eq.
7.1: = 1.611, = 1.577 e = 0.6, mentre assumiamo unitari tutti gli altri fattori.
Assumendo una larghezza della fondazione = 1m, con riferimento alla Fig. 7.4, il
125

Perimetro critico

Area caricata

h
h/2
h/2

h/2

Figura 7.5: Perimetro e sezione critica per punzonamento.


carico limite a rottura vale secondo lEq. 7
1
= 2 + + 1
2

(7.12)

da cui sostituendo i valori determinati nel paragrafo precedente si ottiene = 1.11


MPa. Larea della base di appoggio pu`o essere determinata come
=

1.05
/

(7.13)

in cui il peso del plinto `e stato considerato, in prima approssimazione, pari al 5% del
carico. DallEq. 7.13 `e possibile ricavare il lato della fondazione che risulta pari

a = = 129.94cm. Pertanto, essendo maggiore di 1m, possiamo assure


= 130cm.

Laltezza del plinto viene, invece, determinata considerando la rottura per punzonamento. Assumendo che il carico concentrato si dionda con un angolo di 45 no al
piano medio della sezione (vedi Fig. 7.5), si pu`o individuare la sezione resistente di
area 0.5 . Pertanto la resistenza a punzonamento, in assenza di apposita armatura,
`e quindi
1
=
2

(7.14)
126

Sezione di verifica

a
h

s*

l2
B
l1

L
Figura 7.6: .
Trascurando il contributo portante del terreno al di sotto dellarea critica e ponendo
= possiamo ricavare laltezza del plinto
1
= [2( + ) + 2( + )]
2

(7.15)

dove e rappresentano i lati del pilastro. LEq. 7.25 rappresenta unequazione di


secondo grado nellincognita la radice positiva `e
1
=
4

2 + 2 + 2 + 8 +

(7.16)

Per il caso in esame essendo = 30cm, = 35cm e = 1.33MPa, si ha = 40cm.

127

7.4

Dimensionamento delle armature

Essendo > il plinto si congura come un plinto basso (vedi Fig. 7.6), quindi
il calcolo viene condotto suddividendolo in pi`
u elementi indipendenti a sbalzo dal pilastro. In questo modo il problema tridimensionale ed iperstatico si trasforma in un
problema piano e isostatico. Per plinti di forma pressoch`e quadrata si esegue il calcolo
suddividendo il plinto in quattro mensole come indicato in Fig. 7.6. I carichi agenti
su ciascun coppia di mensole sono costituiti dalla pressione di contatto terreno-plinto
(diretta verso lalto) e dal peso proprio del plinto e da eventuali carichi presenti direttamente su di esso (diretti verso il basso). Questultimi a favore di sicurezza vengono
trascurati. In caso di pressioni di contatto uniformi i momenti ettenti nelle sezioni di
incastro risultano
1
1
e
2 = 22
(7.17)
1 = 12
2
2
A favore della sicurezza, la pressione limite pu`o essere presa pari alla , che
per la fondazione in esame vale = = 1.144MPa. Pertanto, il momento ettente massimo nella sezione di verica = 1 , 2 vale = 185.8kNm.
In questo caso si prende il massimo tra i due visto che non dierisco signicativamente, ma comunque, in generale, conviene considerare il maggiore per entraanbe le
direzioni. Applicando la formula approssimata per il progetto delle armature delle
sezioni rettangolari a semplice armatura si ha:
=

0.9

(7.18)

assumendo un copriferro di 4cm si ha = 4 = 36cm, quindi si ha = 1466mm2 .


Si utilizzano allora 10 barre 14 per unarea di 1539mm2 .
Inoltre, occorre vericare che vi sia un quantitativo minimo di armatura in zona tesa
(punto 7.3.2 dellEC-2) per vericare che larmatura disposta sia suciente ad evitare
che larmatura si snervi appena raggiunto il limite di fessurazione del calcestruzzo teso.
Larmatura minima deve essere superiore al seguente valore:

0.9

(7.19)
128

dove = 0.4 poiche il plinto `e inesso, = 1, =3MPa, = /2 area di calcestruzzo teso (parte della sezione tesa immediatamente prima della fessurazione). Si ot= 886mm2 . Poiche larmatura tesa, caltiene come minima armatura da disporre

colata per la essione, `e costituita da 1014 = 1539mm2 tale limite `e abbondantemente


superato.

7.5

Veriche

Verica terreno (SLU) Essendo il livello di base delle fondazioni a quota -1.70m e
la falda a -3m, le caratteristiche meccaniche sono: peso specico = 20 kN/m3 , angolo
di attrito interno = 30 e coesione = 0.0 MPa. Avendo una fondazione quadrata
di lato = = 1m e = 1.7m il carico limite a rottura vale secondo lEq. 7
1
= 2 + + 1
2

(7.20)

da cui sostituendo i valori determinati nel paragrafo precedente si ottiene =


1.144MPa. Lo sforzo massimo sul terreno `e pari a
=

+ 1.3
= 0.471MPa
2

(7.21)

dove = 16.22kN `e il peso proprio del plinto. Essendo < / la verica


risulta soddisfatta.
Verica a taglio (SLU) La verica a taglio, che si eettua in corrispondenza della
sezione critica (vedi Fig. 7.7), si controlla il valore del taglio sollecitante di progetto
rispetto al taglio resistente dellelemento in assenza di armature trasversali. Il taglio
sollecitante di progetto vale

[
]

1
( ) = 83.4kN
=
2
2

(7.22)

Il taglio resistente dellelemento in assenza di armature trasversali pu`o essere valutato

con la ,

(
)
1/2

,
= 0.035 3/2 + 1

(7.23)
129

Sezione di verifica

1.5 d

d
B

b
l

1.5 d

Taglio

Punzonamento

Figura 7.7: Sezioni critiche per le veriche a taglio e a punzonamento.

dove = 1 +

200/ 2 con in mm e 1 = 0, quindi la verica risulta soddisfatta

essendo ,
= 156.6kN.

Verica a essione (SLU) La verica a essione, che si eettua in corrispondenza


della sezione critica a lo del pilastro, si controlla il valore del momento sollecitante di
progetto rispetto a quello del momento resistente .
Verica a punzonamento (SLU) La verica a punzonamento si eettua in corrispondenza della sezione critica (vedi Fig. 7.7) di perimetro = 2( + 3) + 2( + 3)
e di area . In questa verica si `e presa la sezione di verica a 1.5 invece che a 2
come raccomandato dallEC2 per tener in conto delleetto diusivo del terreno al di
sotto della fondazione (par. 6.4.1 dellEC2). Si calcola il valore della tensione di taglio
di progetto provocata dal punzonamento e si verica che sia inferiore alla tensione
di taglio resistente dellelemento in assenza di armature trasversali , (par. 6.4.4
dellEC2). Se ci`o non fosse vericato si calcola , (par. 6.4.4 dellEC2) che rappresenta il valore di progetto del taglio-punzonamento resistente di una piastra dotata di
armature per il taglio-punzonamento, e si dispone larmatura calcolata lungo la sezione
130

di verica considerata. Inoltre, va vericato che , = 0.5 , il valore di progetto


del massimo taglio-punzonamento resistente lungo la sezione di verica considerata,
non superi in tale sezione.
Nel caso in esame, poich`e il perimetro critico eccede le dimensioni della fondazione
di assume la sezione critica ad una distanza pari a 1.25 dal pliastro. Pertanto, il
perimetro critico risulta = 2( + 2.5) + 2( + 2.5) = 4.9m. La tensione di taglio di
progetto risulta

= 0.439N/mm2
(7.24)

La tensione di taglio resistente dellelemento in assenza di armature trasversali


=

risulta
, = , (100 )1/3 + 1
(7.25)

dove , = 0.18/ , `e espresso in Megapascal, = 1 + 200/ 2 con in

mm, = 0.02 con e riferiti allacciaio teso aderente rispettivamente


nelle direzioni y e z, = ( )/2 con e le tensioni normali (in Megapascal,
positive se di compressione) nel calcestruzzo della sezione critica nelle direzioni y e z,
1 = 0.1. Sostituendo i valori per il progetto in esame, si ottiene , = 0.449MPa.
Inoltre, occorre vericare che lungo il perimetro del pilastro 0 = 2 + 2, o il
perimetro dellarea caricata, la massima tensione di taglio-punzonamento non sia superata, < , (punto 6.4.3 dellEC2).
, = 0.5 = 5.1MPa

(7.26)

con = 0.6. Il valore della tensione di taglio di progetto = /0 = 1.66MPa.


Verica cedimenti (SLE)

7.6

Travi di collegamento

Utilizzare plinti isolati pu`o non essere una buona soluzione. E consigliabile, ma
in zona sismica `e obbligatorio, collegare i plinti tra loro con travi anche di modesta
sezione. Le travi di collegamento sono utilizzate per: annullare eventuali spostamenti
131

orizzontali dei plinti, assorbire le forze orizzontali presenti alla base dei pilastri, realizzare lappoggio per eventuali muri perimetrali. Le travi di collegamento sono realizzate
alla quota del piano di appoggio delle fondazioni anche se sarebbe pi`
u razionale dal
punto di vista strutturale posizionarle alla base del pilastro. Il dimensionamento di
queste travi dipende dalla loro funzione. Per gli scopi sopraelencati possono bastare le
raccomandazioni previste delle norme sismiche secondo le quali le travi di collegamento
devono essere dimensionate per sopportare una forza assiale di trazione o compressione
pari a 1/10 del maggiore dei carichi verticali applicati ai due elementi che collega.

132

Capitolo 8
Dettagli costruttivi
Per garantire i requisiti relativi alla sicurezza, al comportamento in servizio e
alla durabilit`a, debbono essere seguite alcune disposizioni che riguardano i dettagli
costruttivi e le regole del buon costruire.
Copriferro
Gli Eurocodici, per garantire la durabilit`a delle strutture, oltre ad indicare le classi
minime di resistenza del calcestruzzo, che indirettamente sono correlate alla durabilit`a
dello stesso, prescrivono, sempre facendo riferimento a determinate classi di esposizione,
vita utile di progetto e condizioni ambientali standard, lo spessore minimo di copriferro
da adottare. Avendo scelto una classe di esposizione XC3 (Capito 2), si fara riferimento
al punto 4.4.1 dellEC-2 per la determinazione del copriferro nominale, , secondo
cui si ha:
= +

(8.1)

dove = copriferro minimo e = margine di progetto per gli scostamenti. Il


copriferro minimo `e dato dallespressione
= (, , , + , , , , 10)

(8.2)

dove le singole quantit`a rappresentano il minimo copriferro da utilizzare per garantire


laderenza delle barre e la durabilit`a dellopera nelle condizioni ambientali in cui `e posta.
133

In particolare si ha: , = [mm], , =25mm, , =0mm, , =0mm,


, =0mm. Pertanto, il copriferro minimo risulta:
= ( , 25mm, 10mm)

(8.3)

Nellipotesi di utilizzare barre di armatura con diametro inferiore a 25mm si ha =25mm.


Il copriferro minimo deve essere aumentato per tenere conto degli scostamenti in
fase di realizzazione dellopera con il valore di progetto; la determinazione di tale valore
aggiuntivo `e legata al livello di accuratezza nellesecuzione dei lavori ed alla presenza o
meno di controlli specici sul posizionamento delle armature. Ipotizzando di utilizzare
degli appositi distanziatori per garantire lo spessore di copriferro, in conformit`a col
punto 4.4.1.3(1) dellEC-2, si adotta
= 5mm

(8.4)

ottenendo, quindi, un copriferro nominale nale di:


= 30mm

(8.5)

Tale valore non rende necessario lutilizzo di armature di pelle per evitare uneccessiva
fessurazione superciale.
Interferro
La distanza fra le barre di armatura deve essere tale da consentire una messa in
opera ed una compattazione adeguate per lo sviluppo completo delladerenza fra acciaio
e calcestruzzo. Tale distanza viene calcolata seguendo le indicazioni del punto 8.2(2)
dellEC-2 come:
= (1 , + 2 , 20mm) .

(8.6)

Essendo nel caso in esame: 1 = 1, =20mm, = 25mm (massima dimensione


dellaggregato), 2 = 5mm; si ha:
= (20mm, 30mm, 20mm) .

(8.7)

Lunghezza di ancoraggio
134

Larmatura metallica longitudinale deve essere ancorata in modo tale da consentire


la trasmissione sicura delle forze di aderenza al calcestruzzo per evitare la fessurazione
longitudinale ed il distacco del calcestruzzo. Nellipotesi di tensione di aderenza uniforme, la lunghezza di ancoraggio di base, , , necessaria per ancorare la forza
risulta (punto 8.4.2(2) dellEC-2):
, =

.
4

(8.8)

dove `e il valore di progetto della tensione ultima di aderenza, che il punto 8.4.2 (2)
dellEC-2 determina come:
= 2.251 2 .

(8.9)

Essendo 1 `e un coeciente legato alla qualit`a della condizione di aderenza e alla


posizione della barra nel getto il cui valore risulta: 1 = 1 nel caso di buona aderenza,
1 = 0.7 nel caso di non buona aderenza (come descritto nella Figura 8.2 dellEC-2).
Il coeciente 2 `e, invece, legato al diametro della barra il cui valore risulta 2 = 1 nel
caso di diametro minore di 32mm. `e il valore di progetto della resistenza a trazione
del calcestruzzo, nel caso in esame = 1,33MPa per calcestruzzo di classe C30/37.
Pertanto, si ha, in denitiva:
= 3.0MPa e , = 31.67 .

(8.10)

La lunghezza di ancoraggio di progetto `e denita da (punto 8.4.4(1) dellEC-2):


= 1 2 3 4 5 , , .

(8.11)

Dove 1 tiene conto delleetto della forma delle barre nel tratto di ancoraggio; 2 tiene
conto delleetto del ricoprimento minimo di calcestruzzo; 3 tiene conto delleetto
del connamento dovuto ad armatura trasversale; 4 tiene conto dellinuenza di una
o piu barre trasversali saldate lungo la lunghezza di ancoraggio di progetto ; 5 tiene
conto delleetto della pressione trasversale al piano di spacco lungo la lunghezza di
ancoraggio. I valori dei coecienti 1 , 2 , 3 , 4 , 5 sono riportati nel prospetto 8.2
dellEC-2. La lunghezza minima di ancoraggio, , , vale per ancoraggi in trazione:
, = max (0.3, ; 10; 100) ;

(8.12)
135

mentre ancoraggi in compressione `e pari a:


, = max (0.6, ; 10; 100) ;

(8.13)

Nel caso in esame, considerando ancoraggi di barre tese dritti, con suciente copriferro,
e trascurando leetto di eventuali armature trasversali, si ha 1 = 1, 2 = 1, 3 = 1,
4 = 1 e 5 = 1.
Si ottengono quindi le lunghezze di ancoraggio di progetto per le barre tese e
compresse, come riportato in Tabella 8.
-

BARRA TESA

BARRA COMPRESSA

10

19

31.67

31.67

Vengono riportate, per il caso in esame, in Tabella 8 le lunghezze di ancoraggio per


diversi diametri commerciali delle barre di armatura.

10 32cm
12 39cm
14 45cm
16 51cm
18 58cm
20 64cm

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