Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PIANOSOLO.IT
LEZIONI A CURA DI CHRISTIAN SALERNO
Le lezioni presenti in questa raccolta sono lezioni presenti sul sito Pianosolo.it, in particolare a questo indirizzo: http://www.pianosolo.it/2012/12/09/corso-introduttivo-allo-studio-delpianoforte-0-presentazione/ Sono lezioni tratte da un corso introduttivo di Pianoforte. Ogni lezione corredata da un video in grado di rendere esplicito ogni dettagli spiegato nellarticolo. Dove puoi seguirci? Sul Sito Sul Forum Sulla pagina Facebook Sul canale Youtube Su Twitter Su Google Plus
su e gi per la tastiera. Una posizione centrale consente inoltre di avere un pieno controllo su tutta la tastiera.
Hai appena visto quali sono i principi generali per una buona postura al pianoforte. Ci tengo a ribadire il fatto che questi sono dei principi generali che ritengo utili per una corretta impostazione al pianoforte. Ci significa riuscire a stare al pianoforte col minor dispendio di energie e il minor numero di tensioni possibili.
In ogni campo per ci sono le eccezioni. Anche quella di sedersi al centro non una regola ma solo un buon consiglio. Per suonare alcuni brani ad esempio necessario spostarsi totalmente con lo sgabello pi a sinistra (come nello Studio Op.10 n.1 di Chopin) o pi a destra (come nei brani in cui entrambe le mani suonano in chiave di violino).
Ecco qui di seguito i consigli per una buona postura. Potrai vedere, andando ai concerti di grandi pianisti (oppure guardandoli in rete), che non sempre questi principi vengono rispettati alla lettera. Questo perch esistono tanti modi per suonare il pianoforte, e questi pianisti ne sono la testimonianza. Non esiste una postura universale, esiste piuttosto una postura consigliata. E giusto che ogni pianista trovi il proprio approccio con lo strumento.
Inoltre bisogna sedersi sulla punta dello sgabello piuttosto che al centro per favorire una movimento completo e libero delle gambe, e per favorire la caduta del baricentro, e quindi del peso, sulla tastiera.
Il braccio troppo basso non ti permette di sfruttare tutto il peso del corpo, poich il peso si fermerebbe proprio allinizio del polso. Viceversa, un braccio troppo alto corrisponde anche ad un polso troppo alto, rendendo difficoltoso suonare forte con le dita.
Pag. 2
Su questo argomento ci sono davvero due scuole di pensiero nettamente opposte. La prima scuola sostiene la teoria delle dita raccolta e annulla la possibilit di avere le dita distese. La seconda invece sostiene la teoria delle dita distese ed annulla la possibilit di avere le dita raccolte. Il mio modesto parere che talvolta necessario utilizzare le dita raccolte ed altre invece le dita distese, tutto dipende dal passaggio che si sta affrontando. In pi non esiste un solo modo per risolvere un passaggio ma pi di uno, perci le possibilit diventano davvero molte.
Christian Salerno
Pag. 3
il nostro corpo in grado di darci, indicandoci che in quel momento c' qualcosa che non va. Dobbiamo ascoltare il nostro corpo! Quando avvertiamo un dolore dobbiamo fermarci e riposare. Ci sono tantissimi muscoli e movimenti in gioco mentre suoniamo e tante sono le contrazioni che andiamo a compiere (quelle statiche o isometriche oppure quelle dinamiche o isotoniche). Queste contrazioni sono necessarie per compiere i movimenti. Tuttavia non c' niente da temere quando si alternano a tali contrazioni alcuni movimenti di distensione. Se invece la contrazione presente per un lungo periodo (come accade in molti esercizi di tecnica, per esempio quelli in cui la mano rimane aperta a lungo) allora si pu rischiare l'infortunio se non si sa quando fermarsi e riposare. Riporto da "Come suonare il Pianoforte" di Gyorgy Sandor Ed. BUR Biblioteca Univ. Rizzoli: "Nessun muscolo dovrebbe mai rimanere in stato di estrema contrazione per troppo tempo, e questo va particolarmente tenuto presente quando la mano aperta. Bisogna permettere alle dita di ritornare o riavvicinarsi alla loro posizione normale quanto pi possibile." Ecco qui di seguito una serie di errori posturali comuni assolutamente da evitare.
Abbiamo parlato della nostra posizione al pianoforte. Ci tengo a insistere su questo concetto perch davvero la base di tutto. Una buona postura consente dei movimenti pi fluidi, privi di tensioni inutili e quindi un maggior risparmio di energie. Una postura errata pu danneggiare l'esecuzione e l'esecutore. Non sono pochi i casi di infortuni al pianoforte e la maggior parte delle volte si verificano perch si ha un'impostazione errata per un prolungato lasso di tempo. Non dimentichiamoci mai che suonare il pianoforte deve essere un piacere e non un'esperienza da dimenticare per la troppa fatica o i troppi dolori. I dolori li avvertiamo solo quando lavoriamo male o non siamo completamente rilassati. Se sentiamo un dolore alla schiena allora dobbiamo modificare la nostra postura. Se sentiamo dei dolori all'avambraccio allora dobbiamo modificare la nostra postura. Talvolta i dolori si possono percepire anche lavorando correttamente ma per un lungo arco di tempo. Ricordiamoci sempre che i dolori sono l'unico campanello d'allarme che
Ci sono degli errori di postura ricorrenti negli allievi che spesso possono portare a vivere il pianoforte come un'esperienza negativa. I dolori derivano da delle tensioni eccessive e talvolta inutili. Vediamo quali sono le posizioni assolutamente da evitare per avere un perfetto rilassamento al pianoforte.
Spalle alzate
Tenere le spalle alzate uno degli errori pi comuni. Quando si in tensione spesso si tende a compiere quest'azione. Le spalle alzate in un allievo indicano mancanza di rilassamento. molto complicato riuscire ad accorgersene da soli, dato che quando si suona si hanno molto cose a cui badare (posizione del corpo, delle mani, diteggiatura, altezza e valore delle note, dinamiche ecc..), perci in questo caso il compito del maestro fondamentale, cio quello di riuscire a rilevare le tensioni nell'allievo, facendogliele notare e insegnandogli a percepirle da solo. Anche un'altezza dello sgabello errata pu portare a dei dolori alla schiena, ma questo gi stato trattato nella lezione precedente (http://www.pianosolo.it/2013/01/04/corsointroduttivo-allo-studio-del-pianoforte-1impostazione-al-pianoforte/).
Unghie lunghe
Un fattore assolutamente da non sottovalutare la lunghezza delle unghie. La parte del dito che entra a contatto col tasto la punta pi estrema del polpastrello. Dato che questo ci arriva picchiando dall'alto, se si
Schiena curva
Abbiamo detto pi volte che il pianista suona su uno sgabello e non su una sedia. Non essendoci lo schienale sar nostro compito tenere la schiena dritta. Bisogna fare inoltre molta attenzione nel tenere la parte lombare ben spinta in dentro, onde evitare di avere nel giro di poco tempo forti dolori.
Pag. 2
hanno le unghie troppo lunghe, il dito rischia di scivolare poich non vi pi aderenza fra polpastrello e tasto. Perci necessario curare le unghie in modo tale che queste non superino la punta pi estrema del polpastrello. Attenzione per a non tagliarle troppo corte poich pi sono corte e pi sono fragili e in alcuni casi pu capitare che cadano.
Pag. 3
La mano si deve adattare alle situazioni. Talvolta ha bisogno delle dita distese e talvolta di quelle ricurve, delle volte necessario spingersi fin dentro ai tasti ed altre volte meglio uscire fuori dai tasti neri. Tutto dipende da ogni singolo caso e non esiste una posizione universale che pu andar bene per tutti, anche perch ognuno di noi ha un tipo differente di mano, sia per grandezza che per conformazione.
Christian Salerno
Pag. 4
La caduta PIANOSOLO.IT
maestro se l'allievo in completo rilassamento oppure no. Certo, ci sono degli indicatori inconfutabili come le spalle alzate, la respirazione poco regolare, i gomiti all'esterno, le gambe molto divaricate e cos via, ma la tensione in eccesso pu esserci anche quando tutte le componenti sono al proprio posto. La musica abbraccia spesso diverse materie come la Matematica. Molto spesso si sente parlare di frazioni numeriche o di somme di valori. Ma nella musica, soprattutto dal punto di vista esecutivo c' anche un po' di Fisica. Eh s, sto parlando della forza di gravit. Ricordiamoci sempre perci che tutto ci che libero di muoversi tende a muoversi verso il centro della terra, una legge fisica. Tale forza trasforma la massa in peso e dobbiamo sempre tenerlo presente, qualsiasi cosa facciamo.
Hai appena visto quali sono i consigli principali per effettuare una buona caduta al pianoforte. La caduta uno degli elementi pi essenziali per il pianista poich questa verr adottata sia all'inizio, come hai appena visto, ma anche di continuo nel corso del proprio cammino di studi. E' importante prendere sin da subito confidenza con questo elemento, anche perch alla base del rilassamento che abbiamo ormai capito essere a sua volta alla base di una buona tecnica pianista. Personalmente ritengo che in questo caso, pi che mai, la calma sia la virt dei forti. La voglia di iniziare a mettere la mani sul pianoforte, la voglia di suonare la prima melodia, la voglia di far sentire agli altri il frutto del nostro lavoro, devono essere contenute. Dobbiamo avvicinarci al pianoforte per piccoli passi graduali, ma soprattutto corretti. Saltare un passo potrebbe significare perdere un aspetto essenziale della tecnica che potrebbe ripercuotersi per tutto il resto dei nostri studi. Il concetto di rilassamento uno dei concetti pi difficili da apprendere, proprio perch anche difficile verificare per il
Ma a cosa serve conoscere la forza di gravit? Risposta: "Ci serve perch in molti casi pu essere una potente alleata". Non dobbiamo combattere contro di essa, ma piuttosto dobbiamo farci trasportare, dobbiamo assecondare la sua forza, risparmiando cos nostre forze.
Pag. 1
La caduta PIANOSOLO.IT
La forza di gravit pu giocare a nostro favore soprattutto nella fase di caduta. Questo termine sta ad indicare la caduta quasi a peso morto della mano sulla tastiera. Si tratta di un movimento che consente di prendere piena coscienza del proprio braccio e delle proprie forze e pesi in azione. Per effettuare una caduta, occorrono tre fasi: sollevamento, caduta, impatto.
ammortizzare elasticamente l'impatto stesso trasferendo l'energia al tasto nel modo pi corretto possibile.
Ed eccoci al momento pi cruciale, ovvero quando le dita entrano in contatto con i tasti del pianoforte. In questo caso si verifica un leggero irrigidimento in tutte le articolazioni. Tale irrigidimento permette di conferire energia ai tasti e permette alla mano di rimbalzare. importantissimo che l'irrigidimento sia solamente per quella fase e che non si protragga a lungo. Come puoi vedere in figura sopra, il polso
Pag. 2
La caduta PIANOSOLO.IT
evidentemente sotto il piano della tastiera, in questo modo pi facile ammortizzare il colpo. Viceversa se il polso troppo alto, non sar in grado di effettuare il rimbalzo sui tasti. Se non disponi di un pianoforte acustico questo rimbalzo potrebbe essere difficile da ottenere. Nelle tastiere solitamente i tasti oppongono meno resistenza all'impatto e ritornano su, una volta abbassati, con minor spinta, cosa che invece accade sui pianoforti acustici e meglio ancora nei pianoforti a coda.
1) Lasciar cadere la mano sulla tastiera senza alcuna precisione. 2) Ora si sceglie una nota precisa. Prima di lasciar cadere consigliabile cantare la nota prescelta. 3) Ripetere gli esercizi precedenti mirando uno o pi tasti neri. 4) Nel momento dellimpatto della mano con i tasti, bisogna far ammortizzare la caduta con un abbassamento del polso. 5) Ripetere tutti gli esercizi precedenti partendo con il braccio inerte e la mano appoggiata sul ginocchio, e alzando il braccio per poi lasciarlo ricadere con un movimento continuato ed omogeneo. 6) Dopo la caduta, tenere abbassato il tasto premuto e avvicinare e allontanare dal fianco il gomito, tenendo il polso e la mano fermi. 7) Dopo la caduta, tenere abbassato il tasto e portare il gomito in avanti e indietro. 8) Dopo la caduta, tenere abbassato il tasto e spostare lateralmente il polso verso destra e verso sinistra, senza per coinvolgere avambraccio e gomito. 9) Uguale a prima, ma facendo un movimento di rotazione completo del polso. 10) Cadere col giusto allineamento del dito rispetto al proprio tendine. 11) Esercitarsi a cadere su tasti diversi, abituandosi a cantare il tasto che si sta per
Esercizi
Perch la caduta cos difficile? Perch cos difficile raggiungere il completo rilassamento? Lo per via del sistema extrapiramidale, un insieme di centri nervosi che hanno lo scopo di controllare le reazioni istintive orientate e adattarle al movimento volontario. Lunico modo per superare questo ostacolo quello di avere piena coscienza e controllo di quello che si vuole fare. Abbiamo detto che la caduta altro non che lasciar cadere la mano a peso morto sulla tastiera. Ecco in che modo devi realizzare una caduta: 1. pre-esecuzione mentale 2. esecuzione reale con piena coscienza 3. inspirazione nel momento di tensione ed espirazione durante il rilassamento 4. uso della comune sedia prima e uso dello sgabello dopo.
Pag. 3
La caduta PIANOSOLO.IT
abbassare prima che il movimento venga effettuato. 12) Ripetere gli esercizi con le due mani. 13) Esercitare la caduta del solo avambraccio, tenendo fermi: braccio, spalla e gomito. 14) Esercitare la caduta della sola mano, tenendo fermo tutto il braccio, dalla spalla al polso.
Christian Salerno
Pag. 4
L'esercizio dunque diviso in due parti: la prima parte ascendente (dal pollice al mignolo) e la seconda parte discendente (dal mignolo al pollice
Come puoi notare si tratta di un esercizio piuttosto semplice ma che non deve essere per nessuna ragione semplificata. Ripeto ancora che quello che premier l'allievo sar sempre la costanza e la pazienza. Cercare di fare il passo pi lungo della gamba non far altro che distruggere tutto ci che di buono stato creato sino ad ora. L'esercizio consente nel suonare a mani separate una successione di tasti bianchi congiunti (che non debbano essere obbligatoriamente le note Do, Re, Mi, Fa, Sol), a mani separate, prima una e poi l'altra.
La stessa cosa vale per la mano sinistra. In questo caso si parte a suonare dal mignolo (nota pi bassa) fino ad andare al pollice (nota pi alta) e poi si ritorna al mignolo. In questo esercizio ci sono diverse cose da tenere bene in considerazione. Buon suono: il pianoforte deve emettere un buon suono. Uno degli errori principali quello di premere i tasti troppo forte, andando a martellare ogni nota pensando che la tastiera sia una macchina da scrivere. Oppure un altro errore comune quello di sfiorare i tasti. Il suono del pianoforte deve essere pieno e deciso, ma non metallico e pesante. In ogni modo sono tutte cose che col tempo vanno a svilupparsi. L'orecchio diventer sempre pi musicale e sensibile, e avr sempre pi esigenze che dovranno essere soddisfatte mediante un buon tocco che lo si pu acquisire solo con tanto esercizio, ricerca e ascolto di buone registrazioni di brani classici.
Pag. 1
Se iniziamo ad esercitarsi con la mano destra, posizioniamo ogni dito della mano su di un tasto bianco qualsiasi. A questo punto dobbiamo suonare lentamente la successione di note che va dalla nota pi bassa (suonata col pollice) a quella pi alta (suonata col mignolo) e una volta arrivati al mignolo si ritorna al pollice sempre mantenendo la stessa velocit.
Regolarit: importantissimo mantenere il tempo con estremo rigore. Ogni nota deve avere la stessa identica durata di tutte le altre e non si devono sentire scatti o accenti che non sono stati inclusi nell'esercizio. Tutte le note devono avere eguale velocit e intensit. Preparazione delle note: prima che ogni dito vada a toccare il tasto, ricordati sempre di prepararlo. Preparare un dito significo renderlo pronto ad emettere un buon suono. Un suono energico e pulito lo si ottiene con una buona percussione del dito sul tasto. Per avere questa percussione necessario (per ora) sollevare il dito che si intende suonare prima che questo suoni. In questo modo si riesce a dare pi corsa al dito con un evidente volume di suono maggiore. Compattezza: le dita della mano devono sempre stare tutte al proprio posto, sia le dita che stanno suonando sia quelle che non devono suonare. Come sempre, se senti dolori non continuare a sforzarti, riposati e riprendi dopo qualche minuto. Lo stesso esercizio appena effettuato ora va traslato su di una nuova posizione che quella che Chopin faceva adottare ai suoi allievi poich riteneva che quest'ultima era la posizione migliore per poter cominciare dato che era anche la pi comoda per la mano. Come si ottiene questa posizione? Il pianoforte formato da tasti bianchi e neri. I tasti neri sono raggruppati in sezioni di due e tre che si alternano. Chopin riteneva che le tre dita pi lunghe della nostra mano, ovvero l'indice, il medio e l'anulare, dovevano essere posizionati sul gruppo dei tre tasti neri. Le dita resta, pollice e mignolo, dovevano
posizionarsi sui tasti bianchi non immediatamente successivi. In pratica abbiamo questa posizione: Pollice = Mi Indice = Fa# Medio = Sol# Anulare = La# Mignolo = Do
Ci tengo a precisare che non ci sono posizioni predefinite per cominciare a suonare il pianoforte. La mano non deve posizionarsi sempre su dei determinati tasti (anche se i primi esercizi hanno quasi sempre la mano sui medesimi tasti), ma a seconda dellesercizio, dello studio o del brano, la mano dovr posizionarsi su dei tasti rispetto ad altri.
Christian Salerno
Pag. 2
Corso introduttivo allo studio del Pianoforte 5. Riconoscere le note sulla tastiera del pianoforte
Bene, questa scala si sviluppa per tutta la tastiera che formata da 88 tasti nei pianoforti (anche se alcuni antichi ne possono avere anche alcuni meno e altri moderni anche di pi). Ora c una domanda che pu sorgere spontanea: se ho 88 tasti e solo 7 note musicali, come faccio a dare un nome ad ogni tasto?? I tasti si chiamano sempre Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, ma a seconda della loro altezza, sono seguiti da un numero che sta a indicare precisamente la loro posizione sul pianoforte.
Benvenuto in questa quinta lezione del corso. Oggi iniziamo a riconoscere le note sulla tastiera del pianoforte. Nel video che troverai di seguito potrai vedere in che modo possibile riconoscere le note sui tasti:
http://www.youtube.com/watch?v=KADubTW0r 44
A partire da sinistra verso destra del pianoforte abbiamo Do1, Re1, Mi1, Fa1, Sol1, La1, Si1.
Come puoi notare si tratta di memorizzare poche semplici cose per riuscire a individuare qualsiasi nota. Ci sono diversi metodi per farlo, e adesso andiamo a elencarli. Abbiamo un metodo accademico (quello corretto), e due metodi non accademici che spesso si utilizzano con i bambini. Partiamo prima da quello corretto. Per riconoscere qualsiasi tasto del pianoforte ci necessario conoscerne almeno uno, dopodich sar possibile individuare gli altri per logica. Hai presente la scala musicale? Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si?
Una volta finita una scala musicale, si dice che abbiamo concluso unottava. Ne segue quindi unaltra: Do2, Re2, Mi2, Fa2, Sol2, La2, Si2. Poi ancora unaltra: Do3, Re3, Mi3, Fa3, Sol3, La3, Si3, cos fino al Do8. Per ora stiamo parlando esclusivamente dei tasti bianchi, nella pagine che seguono troverai la spiegazione riguardante i tasti neri. Se hai a casa un pianoforte fai molta attenzione a non confonderti. C una cosa che devi assolutamente ricordarti: Il primo tasto a sinistra non un Do. Il primo tasto un La. Impariamo ora a riconoscere i Do in modo tale da non poterci pi sbagliare.
Pag. 1
Riconoscere il Do
Quando uno studente inizia a orientarsi sulla tastiera, prende come riferimento il Do, mentre il tasto di riferimento degli accordatori il La. Il Do apparentemente un tasto bianco simile agli altri e distinguerlo sembra impossibile. In realt c un semplice trucchetto per riconoscerlo. Guarda i tasti neri del pianoforte, noti qualcosa? Sono raggruppati a gruppi di due e di tre. Il Do quel tasto bianco posizionato immediatamente alla sinistra del gruppo dei due tasti neri, sempre. Conoscendo un tasto (il Do), possiamo riconoscere tutti gli altri. Infatti, se ci muoviamo verso destra dal Do otterremo i suoni che compongono la scala musicale ascendente (Re, Mi, Fa, Sol, La, Si, Do ecc..), viceversa muovendoci verso sinistra abbiamo la scala musicale discendente (Si, La, Sol, Fa, Mi, Re, Do ecc..).
ma ci possono essere alcuni escamotage che possono risultare molto utili,. Alcuni pianoforti hanno un buco per la serratura sotto la tastiera per poterli chiudere a chiave. Questa serratura quasi allaltezza del Do centrale, perci non possiamo confonderci. Un altro trucco che spesso si utilizza quello di guardare laltezza della marca del pianoforte. In genere questa sempre scritta nella parte centrale del pianoforte, di conseguenza la marca ci indicher lottava centrale ovvero lottava del Do centrale. Sono piccoli trucchi che possono rendere pi veloce lindividuazione del Do centrale, ma ripeto che non si tratta di metodi convenzionali e didattici.
Pag. 2
Il primo tasto a sinistra che vedi in figura bianco un Do, subito a destra trovi il Re, poi il Mi e cos via. Ma, come si chiama invece il primo tasto nero a sinistra, per intenderci quello subito alla destra del Do? Quel tasto pu essere un Do# (si pronuncia Do diesis) oppure un Reb (si pronuncia Re bemolle). Si tratta di un Do# se io guardo questo tasto in senso ascendente (ovvero dal Do verso destra). Si chiamer invece Reb se io guardo questo tasto in senso discendente (ovvero dal Re verso sinistra). Si tratta, come vedi, dello stesso tasto, eppure a seconda di come noi lo vediamo, questo prende una denominazione piuttosto che unaltra.
Christian Salerno
Pag. 3
Corso introduttivo allo studio del pianoforte 6. Le tre fasi del suono
Benvenuto in questa sesta lezione del corso. Oggi vediamo in che modo lesecutore pu controllare il suono. Qui di seguito esplicativo. trovi un video
semplice da suonare e questo per alcuni aspetti vero. il pi immediato per un principiante. A premere un tasto sono capaci tutti, emettere un bel suono da un flauto, un violino o un clarinetto una cosa un po pi complicata.
http://www.youtube.com/watch?v= tLZaWRug9pE .
Il suono non nasce nelle mani, bens nel cervello. proprio il tuo pensiero che crea il suono, le mani sono solo un mezzo. Se a monte il pensiero non chiaro, allora neanche il suono che verr fuori lo sar. Nel nostro pensiero dobbiamo gi sapere se vogliamo ottenere un suono debole o forte, un suono dolce o graffiato e cos via. Ovviamente tutte queste sfumature di suono si riescono ad ottenere con tanta pratica ed esperienza, tuttavia bene iniziare a esplorare questo immenso, direi infinito, mondo sonoro. Spesso il pianoforte viene considerato come lo strumento pi
Tuttavia, andando un po pi in profondit, ci rendiamo conto che pur essendo semplice premere dei tasti e ottenere un suono, non altrettanto scontato che questo sia un bel suono ed qui che entra in gioco labilit del musicista. Il pianoforte dispone di moltissime sonorit ed nostro compito andare a scoprirle. Qui di seguito trovi le tre fasi del suono.
Il suono nasce dal pensiero. In questa prima fase dobbiamo gi avere ben chiaro in mente che tipo di suono vogliamo ottenere. Non possibile ottenere un suono particolare se non si ha ben chiaro in mente quel tipo di suono. Sulla base del suono che abbiamo in mente dobbiamo adeguare la nostra mano, il nostro polso e il nostro braccio per far s che quella data sonorit venga fuori.
un brutto vizio di noi pianisti quello di concentrarci troppo sulle note che vengono dopo, perdendo cos linteresse per le note appena suonate.
Christian Salerno
In questa seconda fase ti consiglio caldamente di goderti i suoni che hai appena prodotto.
Il Pentagramma PIANOSOLO.IT
Lezione n.7
Introduzione
Per suonare il pianoforte anche la necessario conoscere teoria musicale. Infatti, se il pianista ha la necessit di riprodurre un brano attraverso la lettura di uno spartito, necessita di determinate conoscenze. In questa lezione inizieremo ad
appartiene, se un tasto bianco oppure nero e la sua durata. Ricordiamoci sempre che anche la durata anche delle se note agli questo essenziale del parametro esordi
Pentagramma
composto da 4 righe e 3 spazi. Oggi il pentagramma (penta = cinque) formato da 5 linee che formano al loro interno 4 spazi.
introdurre alcune nozioni, a partire dal pentagramma: (VIDEO) Facciamo ora un breve riassunto di ci che hai appena ascoltato. Allinterno del pentagramma
vengono inserite le note musicali, che per ora analizzeremo solo dal puto di vista dellaltezza, e solo in un secondo momento anche dei loro valori. Nei libri, una nota priva di valore musicale spesso rappresentata come un ovale nero privo di gambette.
Il Pentagramma
Il Pentagramma un sistema che stato inventato e modellato nel corso della storia della musica e ha la funzione di riuscire a far decifrare al musicista con estrema esattezza laltezza e la durata delle note. In pratica quando un pianista legge delle note allinterno di un pentagramma, riesce a capire di che nota si tratta, a quale ottava
Le note musicali vengono inserite allinterno di questo pentagramma, o sulle linee o negli spazi.
Il Pentagramma PIANOSOLO.IT
bene sapere, senza approfondire per ora, che possibile trovare talvolta le note anche al di fuori del pentagramma, poi capiremo anche come fare per riconoscerle.
lettura che ci indichi con precisione quali note leggere. La prima chiave musicale (in totale sono sette) che si incontra nei propri studi di pianoforte la chiave di Violino (o di Sol o di Canto).
Le note
Abbiamo detto che le note sono questi ovali che vengono inseriti nel pentagramma. Un errore comune quello di sul
pensare che una nota messa in una determinata allo stesso suono. Mi spiego meglio: spesso ci viene detto che sulla prima riga in basso del pentagramma abbiamo un MI. Questo parzialmente vero. In posizione pentagramma corrisponda sempre Come vedi la chiave collocata allinterno del pentagramma perch non esiste chiave senza pentagramma e viceversa. La Chiave viene posizionata subito allinizio del pentagramma, in modo tale da stabilire in che modo leggere le note. Qui di seguito segue uno schema in grado di farti capire la posizione delle note nel pentagramma ma
chiave di Violino questaffermazione vera, ma in chiave di Basso o in qualsiasi altra chiave questa affermazione e scorretta.
La Chiave
Dato che su una stessa linea o spazio possono esserci note diverse, abbiamo bisogno di una chiave di
Il Pentagramma PIANOSOLO.IT
Puoi vedere che la prima nota nellimmagine (che si trova sotto il pentagramma) un Do. La seconda nota sotto il pentagramma un Re, la prima nota sulla riga un Mi e cos via. Impara a memoria questo schema che fondamentale. Ci tengo a sottolineare che questo discorso valido solamente per la chiave di Violino che quella che stiamo lezioni. Per un apprendimento pi facile delle note spesso queste vengono suddivise in note negli spazi (Fa La Do Mi) e note sulle righe (Mi Sol Si Re esaminando ed esamineremo anche nelle prossime Qui di seguito trovi due esercizi di lettura che ho preparato per te. Tutto quello che devi fare leggere le note cercando di rispettare il tempo iniziale che hai scelto. Cerca di non fare pause e di non singhiozzare. Ti conviene partire dalle note negli spazi che sono solo quando 4 e successivamente sulle righe: http:/www.pianosolo.it/multimedia/e sercizi/eserciziodilettura.pdf avrai
Lezione n.9
Introduzione
Benvenuto in un nuova lezione del corso introduttivo allo studio del Pianoforte. Nella lezione di oggi vedremo come riconoscere la durata delle note, ovvero come individuare il valore musicale di ogni nota. Per approfondimenti, guarda questo
considerazione. I canti venivano scritti allinterno di un pentagramma attraverso note aventi tutte la stessa figurazione, cio note nere e prive di gambette.
video: http://www.youtube.com/watch?v=n3xRG YRGaZI Come puoi vedere dallimmagine sopra, c solo una serie di note nere disposte una dopo laltra, senza riferimenti di tempo, senza battute e senza pause. Probabilmente ti starai chiedendo:
Un po di storia
Per leggere uno spartito scritto in una qualsiasi epoca musicale occorre saper riconoscere non solo laltezza delle note ma anche il loro valore. Non possiamo per esempio suonare lo spartito di un brano che non conosciamo solo suonando le note giuste senza rispettare i valori delle note. Viceversa, impensabile rispettare solo i valori delle note e suonare note diverse da quelle scritte in partitura. Ai tempi del canto gregoriano i valori musicali non erano stati presi in
perch scrivevano senza tempo? La risposta semplice. Non scrivevano e non indicavano il tempo non perch ancora non ci avessero pensato, ma per motivazioni religioso-filosofiche. Luomo del Medioevo non era padrone del tempo. Il tempo non apparteneva delluomo ma a Dio. Dunque luomo non si poneva il problema di gestire il tempo. Ti ricordo inoltre che le giornate delluomo del medioevo erano scandite in base alle ore canoniche, ovvero le ore della preghiera.
Con levoluzione del pensiero luomo inizia a prendere possesso del tempo e ad avvertire lesigenza di gestire il tempo anche nella musica. Cos nascono i valori musicali.
semibreve). Essa dura 4/4, ovvero lintero, e viene raffigurata in questo modo:
Le figurazioni
Come faresti a scrivere una nota sul pentagramma e al contempo specificarne sia laltezza che la durata? Per laltezza basta solamente disporre la nota in uno spazio o rigo differente del pentagramma, mentre per la durata serve una notazione grafica relativa alla durata. Le figurazioni principali che esaminiamo in questa lezione sono solo 4, le principali, quelle che incontrerai spesso nei primi esercizi di pianoforte. Specifichiamo per che in totale le figure dei valori musicali sono 9 (comprese la breve e la fusa). Vediamo come sono convenzionalmente riconosciute queste figure.
Pu
essere
posizionato
ovunque
nel
pentagramma. Cosa significa che una nota dura 4/4? Per chiarezza di esposizione, ma soprattutto per semplificazione, possiamo dare una definizione molto approssimativa. Perci diciamo che per ora una nota da 4/4 dura allincirca 4 secondi.
Minima
La minima unaltra nota molto utilizzata e vale la met della nota vista in precedenza. Ti voglio ricordare inoltre che ogni valore musicale multiplo dellaltro. Quindi la minima varr 2/4, che per ora possiamo semplificare come due secondi.
Semibreve
La semibreve la nota pi lunga che abbiamo nel nostro sistema musicale attuale (non lasciarti ingannare dal nome
Come notazione musicale molto simile alla semibreve, con la differenza che a questa nota stata aggiunta una gambetta. La gamba della nota puoi trovarla
Aggiunta la gambetta allovale vuoto, colorato lovale di nero, ora non ci resta che aggiungerci una coda alla gambetta.
indifferentemente in alto (posizionata alla destra della nota) o in basso (posizionata a sinistra della nota). Ed ecco come viene raffigurata la croma dal valore di 1/8, e cio mezzo secondo.
Semiminima
La semiminima solitamente lunit di misura. Vale met della minima, di conseguenza dura 1/4. Ci vuol dire che questa nota dura allincirca un secondo.
Le crome, a differenza degli altri valori, hanno una particolarit. di due o queste Se pi c una successione consecutive, crome essere
possono
La semiminima simile alle minima, con la sola differenza che lovale nero anzich essere bianco (e quindi vuoto).
Si tratta sempre di 4 note dal valore singolo di 1/8, con la differenza che sono cambiate graficamente.
Croma
In questa lezione ci fermiamo alla croma anche se bene sapere che esistono valori ancora pi piccoli per poter scrivere note ancora pi veloci.
Perplessit
Qualche dubbio ora potrebbe risultare spontaneo. Per esempio potremmo porci questa domanda:
Ma se vero che la semibreve dura 4/4 e quindi 4 secondi i 4 secondi contati da me possono essere differenti dai 4 secondi contati da unaltra persona. Come fa il pianista a stabilire quanto lautore voleva che durasse realmente la nota? Proprio per questo stato inventato il metronomo, uno strumento in grado di stabilire esattamente la velocit di un brano e quindi i valori musicali (in uso tuttora).
Proprio a casaccio no. Cerano delle convenzioni musicali. Per esempio si sapeva perfettamente che landatura di una sarabanda era differente da quella di una giga, ed era molto presente il fattore umano. Per esempio quando il direttore di coro doveva dare il tempo ai coristi, si toccava il polso per poter sentire le proprie pulsazioni e dare quindi il tempo in base a queste.
Nelle prossime lezioni parleremo ancora di durate, valori, tempo, ritmo, pause e frazioni musicali per entrare pi nel vivo del concetto. Per qualsiasi dubbio non esitare a lasciare un commento sotto larticolo sul sito Pianosolo.it
Christian Salerno
Grazie a questo strumento possibile rispettare dellautore. Ma allora prima dellinvenzione di questo strumento, si andava un po a casaccio? perfettamente la volont
Lezione n.10
Introduzione
Benvenuto in questa nuova lezione del Corso introduttivo allo studio del pianoforte. Nella lezione di oggi vediamo che cosa sono le dinamiche e come queste possono portare un contributo artistico significativo alla nostra esecuzione. Per approfondimenti, guarda questo video: http://www.youtube.com/watch?v=W s3xFAlgoDc
bada a rinnovare spesso il pedale di risonanza, bada a tenere la mano che suona la linea melodica ad un livello sonoro superiore rispetto allaltra, bada a rispettare il legato e lo staccato, bada ad inserire ritenuti, accelerazioni e rallentamenti laddove la partitura lo richiede e tanto altro. Come vedi non poi cos semplice. Un errore spesso commesso dai
principianti quello di non suonare con la variazioni di dinamica. La dinamica, che altro non che la gestione delle intensit sonore (suono forte, suono piano ecc..), non da confondere assolutamente col movimento e la velocit. In ambiti extramusicali questa pu darci lidea di qualcosa che si muova
Le dinamiche
C una frase che riesce sempre a rendere bene lidea di quanto sia complesso il pianoforte: tutti sanno suonare il pianoforte, ma in pochi sanno suonarlo bene. In effetti davvero cos. Cosa ci vuole a mettere le mani sulla tastiera ed abbassare i tasti? Niente! Tuttavia, fortunatamente, il pianista non si limita solo a questo. Il pianista bada alluguaglianza del tocco, bada a non dare accenti laddove non ci sono, bada a cambiare spesso il colore per non rendere il brano troppo piatto,
CORSO INTRODUTTIVO ALLO STUDIO DEL PIANOFORTE LE DINAMICHE
allinterno di un dato tempo. Qui invece non si parla assolutamente di tempo ma bens di volumi sonori. bene iniziare subito a usare le
dinamiche! Non esistono note senza dinamiche. Certo, per un allievo che alle prime armi gi tanto riuscire a suonare guardando mantenendo le le note mani sullo in spartito posizione
corretta, ma personalmente ritengo che occorra riuscire sin da subito a buttare locchio sulle dinamiche altrimenti si pu prendere labitudine di metterle sempre in secondo piano dopo la lettura delle
note, mentre dovrebbe essere una cosa simultanea. Il rischio che corriamo noi pianisti quello di risultare monotoni. A differenza degli altri strumenti noi non abbiamo bisogno di respiri forzati. Non suoniamo un clarinetto dove prima o poi dovremo prendere fiato, non suoniamo un violino dove prima o poi dovremo cambiare arcata. Di conseguenza, poich il pianoforte non richiede questo, dobbiamo e renderlo noi uno strumento vivo
partitura la propria intenzione espressiva, cos abbiamo gi tutte le indicazioni degli autori su come suonare tutti i passaggi del pezzo in questione. Le indicazioni di dinamica fra i sono due
solitamente
inserite
pentagrammi, quello della mano destra (solitamente chiave di Sol), e quello della mano sinistra (solitamente chiave di Fa). In questo caso la modulazione di dinamica da intendere per entrambe le mani (quasi mai una mano ha unintensit diversa dallaltra). Il suono pu partire da un pianissimo sino ad andare ad un fortissimo (anche se possiamo trovare il piano pianissimo o il forte fortissimo). Ecco qui di seguito le principali
dinamico, andando, per esempio, a chiudere le frasi in modo elegante con un leggero sfumare del suono. Questa la difficolt del pianista. Rendere il proprio strumento, uno strumento cantabile ed molto difficile dato. Meccanicamente abbiamo dei martelletti che battono su delle corde ed difficilissimo ottenere un legato perfetto come avviene con gli altri strumenti. Tuttavia possiamo cercare di simularli. Ci possibile solo con un lavoro di cambiamento di intensit del suono, passando dal suono piano a quello forte tramite delle gradazioni intermedie oppure di colpo, come avviene in diversi casi.
abbreviazioni che puoi trovare su di uno spartito: pp: pianissimo p: piano mp: mezzopiano mf: mezzoforte f: forte ff: fortissimo A seconda delle abbreviazioni che troviamo, dobbiamo regolare il nostro volume di suono. Per esempio in questa figura
Bisogna suonare tutte queste note con unintensit sonora che non superi mai il piano. Ovviamente piano soggettivo. Non esistono indicazioni internazionali che indicano quanti decibel di suono deve avere un piano o un mezzoforte.
Christian Salerno