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Corso Lubrificazione

ENAIP 2022
PROGRAMMA

 Il sistema tribologico
 Proprietà e formulazione dei lubrificanti
 Proprietà e formulazione dei grassi
 Lubrificanti trazione – Oli motore e trasmissione
 Lubrificanti idraulici
 Lubrificanti ingranaggi
 Lubrificanti per macchine utensili
 Lubrificanti per compressori
 Lubrificanti per l’ambiente

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Facciamo un po di storia…..

Primi utilizzi dei lubrificanti risalgono al 1400 B.C.


PROBLEMA
Durante le gare con le bighe ci sono problemi di carbonizzazione
dell’asse che collega le ruote del carro.
L’utilizzo di acqua a fine gara non era sufficiente a prevenire il
fenomeno.
SOLUZIONE
Gli egizi iniziano ad utilizzare oli vegetali e grassi animali per
lubrificare le ruote.
EFFETTO
Non si riscontrano più grossi problemi di usura dei carri, Le bighe
lubrificate risultano più veloci e vincenti

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Inizio dell’età industriale

Nel 1769, con l’introduzione delle macchine a vapore da parte di James Watt, inizia l’età industriale.
Si utilizzano oli provenienti da vegetali o grassi di origine animale.
Nel 1859 il primo pozzo petrolifero viene perforato a Titusville in Pennsylvania. L’evento, ben pubblicizzato, segna
l’alba dell’era del petrolio.
Nel XX secolo si ha un netto miglioramento delle tecniche di raffinazione e distillazione dei prodotti petroliferi.
Le due guerre mondiali portano ad un’ innovazione chimica e tecnologica che si riflette anche sulla formulazione
dei lubrificanti.
Nel 1949 i ricercatori di Exxonmobil, nel tentativo di sintetizzare dei nuovi additivi antiossidanti, ottengono un
composto viscoso che assomiglia molto ad un olio minerale; nasce così il primo lubrificante sintetico a base di
polialfaolefine (PAO).
Anni 2000 e oltre
L'evoluzione dei lubrificanti continua man mano che vengono sviluppati prodotti sempre più avanzati per
soddisfare le crescenti esigenze dei macchinari moderni per una migliore produttività, affidabilità delle
prestazioni, efficienza energetica e responsabilità ambientale.

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Compiti principali di un lubrificante

Il compito principale e la funzione più importante di un lubrificante è quella di ridurre l'attrito. Questo permette
di proteggere i componenti della macchina e prolungare i tempi di funzionamento.

Ma non solo….

 Raffreddamento – Mezzo di trasferimento di calore.


 Isolamento – Riempie gli spazi vuoti delle superfici della macchina.
 Pulizia – Mantiene i contaminanti in sospensione.
 Protezione – Da ossidazione e corrosione.

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Il sistema tribologico
La tribologia (derivata dal greco tribùin, o tribos che significa sfregamento) è la scienza dell'attrito, dell'usura e
della lubrificazione. Il sistema tribologico (comunemente indicato come il tribosistema) è costituito da quattro
elementi: il corpo di contatto, il corpo di contatto opposto (controcorpo), l'interfaccia tra i due e l'ambiente.

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L’attrito
L'attrito è la forza meccanica che resiste al movimento (attrito dinamico o cinetico) o ostacola il movimento
(attrito statico) tra superfici di scorrimento o di rotolamento. Questi tipi di attrito sono anche chiamati attriti
esterni.
Le cause dell'attrito esterno sono soprattutto i microscopici punti di contatto tra due superfici di
scorrimento. L'energia che si perde sotto forma di attrito può essere misurata come calore e/o vibrazione
meccanica. I lubrificanti dovrebbero ridurre o evitare il microcontatto che causa l'attrito esterno.

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Tipologie di attrito

Questa tipologia di attrito è Questa tipologia di attrito è


dovuta al puro movimento di generata da un moto detto
scorrimento senza che avvenga volvente
rotolamento o rotazione

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Tipologie di attrito
Il movimento di rotolamento e il movimento di scorrimento possono combinarsi in misura significativa,
come accade negli ingranaggi. Le situazioni in cui si verifica un elevato rapporto di scorrimento/rotolamento
richiedono una lubrificazione totalmente diversa rispetto allo scorrimento puro.

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Tipologie di attrito nel sistema tribologico
La curva di Stribeck è un grafico che mette in correlazione il coefficiente di attrito in relazione a determinati
parametri. Nello specifico mostra come l'attrito nei contatti lubrificati a fluido sia determinato da una
funzione non lineare calcolata valutando il carico di contatto, della viscosità del lubrificante e la velocità di
trascinamento del lubrificante.

numero di Stribeck 9
Attrito limite
Nell’attrito limite il film di lubrificante è quasi nullo.
Questo è dovuto principalmente a:
- Basse velocità di scorrimento
- Alti carichi
E causa un alto coefficiente di attrito che si traduce in
un innalzamento elevato delle temperature e usura
maggiore delle parti in contatto.

Lubrificanti con speciali additivi solidi che formano


uno strato protettivo tra le superfici quando non è
possibile creare una pellicola lubrificante.

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Attrito misto
Come dice il nome questo attrito è un misto tra un attrito
limite e un attrito fluido. Quest’ultimo si ottiene quando
si inizia a formare un film consistente di lubrificante che
separa parzialmente le superfici a contatto.

Lubrificanti con speciali additivi antiusura che


limitano l’attrito nelle zone dove lo strato di
lubrificante è insufficiente.

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Attrito idrodinamico

Si ottiene quando un film consistente di lubrificante che


separa completamente le superfici (zone prive di
lubrificante circa il 5 %).
Lo spazio tra le due superfici aumenta progressivamente
e il lubrificante è forzato ad entrare. Questo causa un
aumento di pressione che porta ad aumentare anche la
viscosità; diventa così difficile spremere l’olio fuori
dall’area di contatto che forma così il film lubrificante.

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La selezione del lubrificante in base al tipo di attrito è FONDAMENTALE !!

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Usura
L’attrito è una forza resistente, passiva, che si oppone al movimento. è dovuta al fatto che le superfici dei corpi a
contatto che si muovono l’una sull’altra presentano delle rugosità, spesso invisibili, che ne ostacolano il moto di
scorrimento.
Il contatto tra due corpi è localizzato in zone ristrette, dove sono presenti le asperità. l’usura è il processo che
porta alla rimozione non voluta e progressiva di materiale dalla superficie. ha anche degli aspetti positivi come
la riduzione della rugosità tramite la rimozione delle asperità.

Abrasione
L'usura abrasiva si verifica principalmente quando un corpo
è penetrato dalle caratteristiche della superficie più dura di
un controcorpo (abrasione a due corpi) o da terzi corpi che
possono essere detriti (abrasione a tre corpi).
L'abrasione a tre corpi può verificarsi anche dalla
contaminazione dei lubrificanti con mezzi abrasivi (come
particelle di quarzo taglienti).

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Adesione
L'adesione è uno dei due fattori principali che contribuiscono all'attrito tra superfici a contatto asciutte (senza
lubrificazione) in movimento. Il contatto tra due superfici ruvide inizialmente viene effettuato solo con alcune
zone di asperità locale.

1. Sotto carico normale, il materiale più morbido inizia a


deformarsi elasticamente. Le asperità si trovano così a
contatto con la superficie più dura e vengono saldate a
freddo, formando forti legami adesivi.
2. Per rompere questi legami, sia all'interfaccia di contatto
che all'interno delle asperità più morbide, è necessaria
una forza che provochi uno sforzo di taglio nell'area di
giunzione. Il taglio avviene provocando un’asportazione
del materiale dal materiale più morbido.

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Usura Corrosiva
L'usura corrosiva è detta anche «tribossidativa» nel caso di ossidazione. Ha luogo in presenza di metalli che si
ossidano o si corrodono. L’usura abrasiva rimuove l’ossido e/o i prodotti di corrosione lasciando libera parte della
superficie che si corrode/ossida di nuovo. E’ maggiore quando sono presenti componenti che aumentano la
corrosione come acqua (acqua di mare), acidi, ossigeno, composti chimici e a base di zolfo. Può essere ridotta
usando materiale meno soggetti a corrosione, riducendo gli inquinanti e tramite l’utilizzo di un lubrificante.

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Cavitazione
I materiali possono essere danneggiati dall'implosione di gas e bolle di vapore trascinate negli oli lubrificanti o
nei fluidi idraulici. Nei sistemi che trasportano lubrificanti, l'eliminazione dell'aria trascinata, le sostanze a basso
punto di ebollizione o l'uso di componenti tensioattivi riduce le bolle di gas e quindi riduce la cavitazione.

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Reologia dei lubrificanti
La reologia è la disciplina che studia lo scorrimento e la deformazione dei materiali in seguito all’azione di una
forza ed in relazione a:
•L’intensità della forza
•La durata di applicazione della forza
•La velocità di applicazione della forza

Molti prodotti che ci circondano devono possedere specifiche proprietà reologiche per poter svolgere la loro
azione in maniera ottimale, ad es:

Il dentifricio deve essere abbastanza viscoso da rimanere


Nelle penne a sfera l’inchiostro deve essere abbastanza sullo spazzolino e non “affondare” tra le spazzole, ma
liquido da poter essere applicato dalla sfera ma non deve anche essere abbastanza scorrevole da fuoriuscire
troppo da scorrere sul foglio. dal tubetto in seguito all’applicazione di una minima
pressione. 18
Forza di taglio
Affinché una materiale scorra o sia deformato è necessario che venga applicata una certa forza.
In reologia, la forza viene sempre convertita in pressione e definita sforzo, carico o stress (σ, unità di misura Pa).
Lo stress può essere applicato perpendicolarmente alla superficie del corpo (normal stress o sforzo normale) o
parallelamente (shear stress o sforzo di taglio).
Naturalmente, se viene applicato da qualsiasi altra direzione, sarà composto da entrambi le componenti:

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Flusso di taglio
La reologia applicata ai sistemi liquidi o semisolidi studia essenzialmente il flusso, mentre quella applicata ai
sistemi solidi (ed a semisolidi molto consistenti) si occupa della deformazione.
Se applichiamo una forza di taglio ad un liquido o ad un semisolido, genereremo un flusso di taglio. Tale flusso
può essere immaginato come una serie di piani paralleli che scorrono uno su l’altro, con gli strati più vicini alla
superficie dove è applicato lo sforzo che scorrono più velocemente di quelli sottostanti.

Nel caso più semplice la differenza di


velocità è proporzionale alla distanza, così se
mi allontano di una distanza doppia anche
la variazione di velocità sarà doppia. Tale
parametro è definito velocità di taglio
(shear rate).

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In generale, per lo studio dei vari materiali si procede nella sequenza seguente:

La costante di proporzionalità tra lo


shear stress e la shear rate è
definita viscosità ed è in relazione
con la resistenza di un materiale
allo scorrimento

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Viscosità
E’ una grandezza fisica che misura la resistenza di un fluido allo scorrimento.
Quella che abbiamo valutato finora è definita Viscosità Dinamica e misura la resistenza di un fluido a fluire
quando è applicato uno sforzo tangenziale. Essa è definita come il rapporto tra la forza di taglio (σ) e la velocità di
taglio (D):

La viscosità Dinamica si misura in Pa*S


Nel sistema internazionale si misura in centipoise:

1mPa*S = 1cP

La viscosità calcolata in laboratorio mediante apposita La viscosità cinematica si misura


strumentazione risulta influenzata dalla densità del fluido. η in centistokes:
Per tale motivo nella maggior parte dei casi troveremo la v=
viscosità cinematica che viene calcolata come il rapporto
𝜌 1 mm2*S-1 =1cSt
della viscosità dinamica e la densità del fluido.

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Non tutti i fluidi sono uguali…
I fluidi che mostrano costante di proporzionalità tra shear stress e shear rate sono indicati come fluidi newtoniani,
La viscosità dei fluidi newtoniani è indipendente dalla shear rate:

I lubrificanti che mostrano dipendenza dalla velocità di


taglio sono noti come fluidi non newtoniani o con viscosità
strutturale (vengono anche definiti fluidi pseudoplastici).
Gli oli contenenti additivi polimerici o addensanti specifici e
oli minerali a basse temperature presentano tale
comportamento struttura-viscosa.
La dipendenza della viscosità dalla velocità di taglio
solitamente è indesiderata tranne in alcuni casi particolari
(fuel economy, risparmio energetico).

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Comportamento Viscosità-Temperatura
La viscosità è direttamente influenzata dalla temperatura. All’aumentare della temperatura la viscosità cala in
maniera esponenziale:

Per valutare il comportamento viscosità-temperatura


è stato introdotto l’ Indice di viscosità.

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Indice di viscosità
Maggiore è l’indice di viscosità e più il lubrificante varia meno la sua viscosità al variare della temperatura.
Questo si traduce in viscosità più basse alle basse temperature e viscosità più alte alle alte temperature
rispetto ad un olio con indice di viscosità inferiore:

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