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Dante presenta il proprio viaggio come analogo a quello di Enea e di san Paolo e quello
avventuroso dell'eroe greco Ulisse, cioè inserito in una prospettiva provvidenziale guidata da
Dio e non animato da desiderio umano di conoscere . Quando nel canto II dell'Inferno, appena
dopo essersi dichiarato disposto a seguire Virgilio nell'avventuroso viaggio, è colto da dubbio e
da timore, Dante ricorda a se stesso e al maestro i due unici esempi a lui noti di viaggi
nell'oltretomba: quello di Enea e quello di san Paolo.
Un tale significato Dante invece non riesce ad attribuire alla propria eventuale avventura oltre i
confini della terra dei vivi. Dante troverà risposta ai propri dubbi solo nel XVII canto del
Paradiso quando ormai il suo viaggio si avvicina alla felice conclusione: il beato avo
Cacciaguida andrà incontro a Dante, secondo quanto affermato nella descrizione dell'episodio,
così come Anchise andò incontro a Enea.
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Dante Autore e Dante Protagonista
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Il cammino verso la salvezza.
Dante scrisse la Divina Commedia per liberare l'uomo dal peccato attraverso la
conoscenza di quest'ultimo. In particolare, vuole punire l'eccessiva avidità che porta
alla condanna degli innocenti.
Ma questo viaggio non serve solo da "guida" a Dante, perché deve anche purificare il
proprio peccato: l'orgoglio intellettuale.
Le due guide di Dante sono Virgilio all'inferno e al purgatorio (simbolo della
classicità) e Beatrice al cielo (simbolo della teologia e della filosofia).Dante
simpatizzava con il peccatore: a suo avviso, l'uomo deve essere distinto dal suo
peccato, perché in fondo è sempre solo, condannato per sempre.
Nella Divina Commedia si nota la forte presenza di elementi femminili. Non è tanto
il numero, è più che non ci sono molte donne presenti, ma dal valore che hanno, le
donne infatti crearono una catena di risparmio che portò Dante alla redenzione
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L’allegoria
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Metrica, lingua e stile
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