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Direttore responsabile: P. Ottavio Sassu o.p. Direttore esecutivo: P. Lorenzo Fatichi o.p. Capo redattore: Franca Piccini Redazione: P. Michele Corvelli, o. p. P. Giuseppe Di Ciaccia, o. p. P. Reinaldo Sanchez, o.p. P. Alfredo Scarciglia, o.p. P. Alfred White, o.p. Prof.ssa Nara Coradossi
II e III di copertina:
Veduta di Siena, foto di F. Muzzi
Sommario
Nella Chiesa si persegue il servizio non il prestigio La santit, chiamata di Dio (6) Lamore di Santa Caterina per la Chiesa (7) Santa Caterina da Siena gioiosa via della fede Offerta dellolio Le allocuzioni nel Portico dei Comuni Siena, alcuni momenti delle Feste Cateriniane 2012 Firenze - Concerto per Caterina Concerto a Bologna Scambio di visite Siena-Trieste Le tre virt teologali: la Carit La Santa dItalia alla LUBiT Insieme per lEuropa Manifesto di Bruxelles 2012 Santa Caterina da Siena e il mondo dei desideri (4) pag. 4 6 8 11 15 17 19 20 21 22 23 26 27 28 29
Artista prossimo a Neroccio di Bartolomeo De Landi, Santa Caterina da Siena, legno policromato - Rapolano Terme, Siena, chiesa del Corpus Domini. Immagine tratta da: Caterina libri, immagini, reliquie. Sinalunga novembre 2011
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NELLA CHIESA SI PERSEGUE IL SERVIZIO NON IL PRESTIGIO
ari Lettori e affezionati a Santa Caterina da Siena Madre e Maestra di vita cristiana. Santa Caterina nella Lettera 338, inviata al senatore di Siena Andreasso Cavalcabuoi nel 1379, scrive: Il servizio che si compie nella santa Chiesa graditissimo a Dio. Dio stesso lo manifesta alla santa: Mi tanto gradevole la fatica e il servizio che si rende alla santa Chiesa che non solo lo rimunero nei miei Ministri che agiscono con diritta e santa intenzione come, al contrario, non lascer impunita la colpa di chi danneggia la mia sposa (Lettera 282, a Niccol da Osimo segretario di Urbano V e di Gregorio XI). Per questo motivo Caterina chiede al Papa Urbano VI di ben scegliere un gruppo di uomini santissimi, pieni di virt che non temano la morte. Insiste nel consigliarlo affinch nella scelta dei prelati non guardi alla grandezza umana ma alla loro sollecitudine verso i loro fedeli. Altrettanto gli raccomanda di fare nella scelta dei nuovi cardinali.Mi pare che la Chiesa abbia bisogno di buoni Ministri scegliete un gruppo di buoni cardinali che vi aiutino a soste-
nere il peso del vostro gravoso impegno e non cerchino il loro tornaconto ma solo la gloria di Dio (Lettera 291). I sapienti suggerimenti di Santa Caterina richiamano, purtroppo, i recenti deplorevoli accadimenti dei quali si nutrita la carta stampata anche con intento scandalistico. Laccaduto riguarda il fatto biasimevole che siano stati fatti pervenire allesterno numerosi documenti riservati della Santa Sede con levidente intento di screditare loperato ai vertici del Vaticano. Il portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi, intervenendo su questa oscura operazione ha affermato: C qualcosa di triste nel fatto che vengano passati slealmente documenti dallinterno (del Vaticano) allesterno (Stampa italiana), in modo da creare confusione. La responsabilit c dalluna e dallaltra parte. Anzitutto da parte di chi fornisce questo tipo di documenti, come anche di chi si d da fare per usarli per scopi che non sono certo lamore puro della verit (13 febbraio 2012). Nei risvolti della questione si intuiscono manovre in riferimento al prestigio ecclesiastico del quale il Papa Benedetto XVI, rivolgendosi ai nuovi cardinali se ne cos rammaricato: Non facile entrare nella logica del Vangelo e lasciare quella del potere e della gloria (Allocuzione dellundici febbraio 2012 per linvestitura dei nuovi cardinali). Queste parole suscitano il ricordo del
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memorabile incontro a Gerusalemme tra Paolo VI e Atenagora Patriarca di Costantinopoli il 5 gennaio 1964. Paolo VI riferendosi al Primato Romano confid al Patriarca: Nessuna questione di prestigio di primatoassolutamente nulla che si tratti di onori, di privilegisenza alcuna umana ambizione di prevalere, daver gloria, vantaggi. Ma di servire. Al che Atenagora ammirato, rispose: Quanto lei mi caro nel profondo del cuore! (Cfr, A Pizzuto, Paolo VI in Terra Santa,Ed. Terra Santa, 2012, p. 29). In ogni modo Benedetto XVI ha convenientemente istituito una commissione Cardinalizia insediatasi il 24 aprile 2012 affinch sia impedito il ripetersi di tali abusi. Al riguardo Santa Caterina nel suo tempo si sent costretta a biasimare certi Ministri della Chiesa perch erano gonfi di superbia arrivistica. Dice: La superbia gonfia tanto i ministri di Dio e si lasciano possedere da essa (Lettera 59 a don Pietro prete di Seminano, presso Siena). Altrove la santa aggiunge: Maledetta superbia fondata sullamor proprio credendo di guadagnare in grande altezza (tali ministri)sono discesi alla bassezza non rispettando il loro stato e la dignit nella quale sono costituiti (Dialogo, n. 128). Benedetto XVI, avendo certamente presente la pubblicazione scandalistica dei documenti vaticani trafugati, di cui sopra detto, ancora rivolto ai nuovi cardinali (11 febbraio 2012) nella Basilica Vaticana, si richiama la Vangelo di Marco (10,37), allorch i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, inseguono dietro a Cristo carriere di umano prestigio e Ges alla loro richiesta risponde: Voi non sapete quello che chiedete, lamentando che anzich perseguire il servizio di Dio e dei fratelli col dono di se stessi, cercano lo stile mondano del potere e della gloria. Il Papa sottolinea come dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuit, siano logiche profondamente contrastanti e si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. E nuovamente rivolto ai neo cardinali, specifica: Cari Fratellila vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo in Cristo, risponda alla sua logica e non a quella del mondo. Infine, nella Concelebrazione con i nuovi porporati in San Pietro (12/2/2012), cos conclude: La creazione dei nuovi cardinali occasione per riflettere sulla universale missione della Chiesa nella storia degli uomini, nelle vicende umane spesso cos convulse e contrastanti essere sereni di fronte ad ogni avvenimento. Anche Santa Caterina, sebbene rattristata dal comportamento di certi Ministri che aspiravano umanamente ad esaltarsi, pur biasimando il loro sventurato comportamento, ascolta edificata le serene espressioni di Dio nei loro confronti: Figlia mia vedi quanta pazienza essi mi fanno sopportareIo (per) trattengo la mia divina giustizia per vincerli con la forza della misericordia (Dialogo, n. 128). P. Lorenzo Fatichi O.P.
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za la vita del credente in quanto pellegrino. Tendete alla perfezione (2 Cor. 13,11) limperativo apostolico che segna il cuore del credente, che attende la venuta del suo Signore nella gloria: una attesa non certo passiva, ma caratterizzata da unattiva collocazione con la grazia, che ci spinge a un progresso nella verit dellamore di carit. Gi gli evangelisti parlavano di discepolato e il seguire Ges proprio del discepolo, di quanti cio si mettono alla scuola del Maestro e da Lui apprendono, non categorie accademiche, ma il medesimo stile di vita del Maestro, che diviene cos il Signore della propria vita. Quindi, tendiamo alla perfezione! E poich il vincolo della perfezione la carit (cf. Col. 3,14), allora questa deve essere inverata attraverso le fasi purificative, come loro nel crogiolo (cf. 1 Pt. 1,67), affinch possa in noi divenire se stessa, autentica, perch compiutamente in noi amore di Dio. La carit lamore di Dio presente ed operante in noi - ci conduce alla beatitudine eterna, che consiste nellunione con Dio, nella perfetta visione, nella contemplazione di Dio stesso, faccia a faccia (1 Cor. 13,12): Dio dona se stesso al beato che si dona a Dio. E la beatitudine eterna promessa soltanto a coloro che possiedono lamore di Dio, senza il quale tutti gli altri doni sono un nulla ai fini della propria santificazione (cf. 1 Cor. 13,13). inoltre da tenere presente che solo
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secondo il grado di carit si misura il diverso grado di beatitudine eterna e di conoscenza della intimit di Dio. Si pu dunque veramente dire che le membra della Chiesa pellegrina, perch vivificate dal Risorto, sono veramente sante. Ma detta santit nel presente in germe. Attende il suo compimento, sollecitato dalla medesima carit che a questo tende, nellunione indefettibile con Cristo-Capo che le membra del suo corpo, la Chiesa, vivificate dalla stessa carit, sono chiamate a fruire nella Gerusalemme celeste. Propongo la seguente sintesi tratta dalle Conferenze di San Tommaso dAquino. La prima cosa che si compie nella vita eterna (per quanti sono nella grazia, la vita eterna inizia ora e si compie nella Gerusalemme celeste) lunione delluomo con Dio. Dio stesso il premio e il fine di tutte le nostre fatiche. Questa unione consiste nella perfetta visione: Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia (1 Cor. 13, 12). La vita eterna inoltre consiste nella somma lode. Consiste ancora nella perfetta soddisfazione del desiderio. Ivi, infatti, ogni beato possiede pi di quanto ha desiderato e sperato. La ragione che nessuno pu in questa vita (terrena) appagare pienamente i suoi desideri, n alcuna cosa creata in grado di colmare le aspirazioni delluomo. Solo Dio pu saziarlo, anzi, andare molto al di l, fino allinfinito. Per questo ogni desiderio delluomo si appaga solo in Dio, secondo quanto dice Agostino: Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore senza pace fino a quando non riposa in te. I santi, nella patria, possiedono perfettamente Dio. Ne segue che giungono allapice di ogni loro desiderio e che la loro gloria superiore a quanto speravano. Per questo dice il Signore: Prendi parte alla gioia del tuo padrone (Mt. 25, 21); e Agostino aggiunge: Tutta la gioia non entra nei beati, ma tutti i beati entrano nella gioia. Mi sazier quando apparir la tua gloria. La vita eterna, infine, consiste nella gioiosa fraternit tra tutti i santi. una comunione di spiriti estremamente deliziosa, perch ognuno ha tutti i beni di tutti gli altri beati. Ognuno ama laltro come se stesso e perci gode del bene altrui come proprio. Cos il gaudio di uno beato tanto maggiore quanto pi grande la gioia di tutti gli altri beati. Da queste riflessioni possiamo cogliere la nobilt del tempo che la Provvidenza ci concede: in esso infatti si attua il nostro cammino di santificazione, che, per essere tale, , al tempo stesso, cammino di conversione e purificazione, cos che il tempo che ci viene donato provvidenza in ordine alla misericordia di Dio (cf. 2 Pt. 3,9), come la nostra santa, Caterina da Siena, ripetutamente insegna, specie nel suo epistolario (1) (1) Lettera 49 82 85 89 94 104 106 - 130 - 131 - 138 - 149 - 161 162 - 181 - 199 - 202 - 213 - 237 - 279 282 - 306 - 310 - 313 - 317 - 318 - 328 330 - 331 - 348 350. P. Giuseppe Di Ciaccia O.P.
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LAMORE DI S. CATERINA PER LA CHIESA (7)
aterina non la sola a pregare e operare per la riforma della Chiesa, anzi lei stessa dopo lo scisma, raccoglier intorno ad Urbano VI vari servi di Dio che avrebbero dovuto sostenerlo moralmente con la loro preghiera, i loro consigli, i loro sacrifici, ma chi potr mai ponderare quale parte vi abbia preso Caterina con le sue suppliche accorate e il suo profondo dolore? Durante il dialogo con il Padre iniziano per lei, insieme alla gioia per gli albori della riforma i due anni pi intensi di amarezza dellanimo e di tribolazione del corpo e dello spirito, proprio nel cuore della Chiesa stessa, a Roma, dove il papa lha sollecitata a raggiungerlo, inviandole quelle lettere di convocazione che lei prudentemente lo aveva sollecitato a scriverle, per mettere a tacere le male lingue di coloro che mormoravano per i suoi viaggi. A Roma, dove si stabilisce con la sua famiglia dal novembre del 1378, Caterina lavora di nuovo nella navicella della santa Chiesa come scrive al suo confessore nella Lettere 373. La novit del modo non tanto nel fare esteriore, ma nella consumazione e nel martirio, che tuttavia non disdegna anche tutti quei mezzi umani: incontri, gesti, parole, consigli, lettere, che possono soste-
nere il progetto della riforma e della fedelt al vero papa. Fin dallinizio del suo soggiorno romano Caterina sincontra con il Papa e i nuovi cardinali riuniti in concistoro, fatto nuovo e inaudito per quei tempi e per una donna, inoltre analfabeta e di giovane et, e che non si pi ripetuto nei secoli successivi. Nei nuovi cardinali eletti Urbano VI cerca un appoggio per il suo piano di riforma, gi da lui iniziato, ma che lo scoppio dello scisma sembra vanificare. La risposta ai tentativi del papa di spazzare il ventre della sanata Chiesa, levandovi i fiori puzzolenti e piantandovi fiori odoriferi, secondo il suggerimento di Caterina, sembra finire in un totale fallimento: i Cardinali francesi gli hanno opposto Roberto di Ginevra, antipapa con il nome di Clemente VIII. Anche i cardinali italiani propendono per lui, passeranno poi decisamente dalla sua parte. La cristianit lacerata e divisa: il re di Francia e la regina Giovanna di Napoli si schierano subito con lantipapa. I nemici sono vicini, le nazioni che appoggiano il papa sono pi lontane, le citt toscane appena riconciliate con Urbano VI sono poco sicure, il papa si sente alle strette anche il popolo romano gli si rivolter contro. In tanta tenebra Caterina dovette sembrargli un raggio di luce, un angelo inviato da Dio a confortarlo. Gli effetti che le parole di
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lei ebbero sui cardinali dovettero essere subito evidenti e visibilmente costruttivi, se il papa si sent il dovere di rendergliene pubblica testimonianza davanti ad unassemblea di tanta autorevolezza: questa povera donnetta ci fa vergogna, io la chiamo cos non per lei, ma per la debolezza del sesso, lei ci fa coraggio (Vita, 333-334). Il coraggio di Caterina era la forza di chi si appoggia solo su Dio e osa attendere dalla sua bont quellaiuto che gli uomini non possono dare, di chi spera contro ogni speranza che la giustizia e la verit prima o poi si faranno strada, perch Dio abbassa i superbi e innalza gli umili. Caterina esorta il Pontefice a percorrere la via dellumilt, lasciando cadere i mezzi troppo umani, quei suoi moti subiti le reazioni immediate che la natura gli porgeva, latteggiamento duro ed aspro che gli alienava anche gli animi di chi pure avrebbe voluto parteggiare per lui o di chi era incerto o comunque recuperabile, lo invita a sentimenti di bont a gesti di mitezza, i soli che avrebbero aperto una via di riconciliazione e una efficace e duratura opera di edificazione ecclessiastica. Gli scrive: Mitigate un poco per lamore di Cristo crocifisso quei movimenti subiti che la natura vi porge con la virt santa date il botto alla natura. Come Dio vi ha dato il cuore grande naturalmente, cos vi prego e voglio che vingegniate di averlo grande soprannaturalmente, cio che con zelo e desiderio della virt e della riforma della santa Chiesa acquistiate cuore virile fondato in vera umilt. In questo modo avrete il naturale e il soprannaturale, perch il naturale senza laltro poco otterrebbe, ma darebbe piuttosto movimento dira e di superbia ma quando vi si aggiunge la fame delle virt, cos che luomo attenda solo allonore di Dio, senza nessun riguardo a s, egli riceve lume, forza, costanza e perseveranza soprannaturale Di questo ho pregato e prego continuamente il sommo ed eterno Padre che ne vesta voi padre santissimo di tutti i fedeli cristiani; infatti mi pare che nei tempi nei quali ci troviamo, ne abbiate grandissimo bisogno (Lett. 364). In questo modo Caterina, ormai quasi al termine della sua vita si fa consigliera e guida del Pontefice, maestra di saggezza, moderatrice di passioni, sostegno e modello di come si pu e si deve agire nella Chiesa affinch possa fiorire di santit. Caterina non lo ammaestra soltanto con le parole, ma con intuito e praticit tutta femminile glielo fa capire, in modo cortese ma evidente, anche tramite un gesto simbolico, che gli dimostri come egli dovrebbe operare sul piano spirituale: gli fa recapitare come suo dono natalizio cinque arance agre addolcite dal miele e accompagna il dono con una chiara spiegazione: Fate le cose vostre segrete con modo e non senza modo, perch il fare senza
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modo piuttosto guasta che non acconcia, e con benevolenza e con cuore tranquillo (Lett. 364) Purtroppo il papa non era n benevolo, n tranquillo e questo fin dallinizio del pontificato egli aveva alienato anche gli animi di coloro che pur erano ben disposti verso di lui. Pur essendo retto il suo proposito di riforma della Chiesa era troppo impetuoso e duro con coloro che doveva correggere, e spesso neppure quelli che volevano sostenerlo ricevevano un trattamento migliore. Perci la santa prosegue: ascoltate coloro che temono Dio e vi dicono quello che bisogna e si deve fare, manifestandovi le mancanze che si commettono intorno alla S. V. Babbo mio dolce, vi dovete considerare grandissima grazia di avere quelli che vi aiutano a vedere e a procurare il rimedio di quelle cose che fossero vituperio e danno delle anime (id) Infatti, se un vero servo di Dio faceva presente ad Urbano VI la necessit di un richiamo ad un pastore indegno, egli si alterava e si spazientiva, forse per lintemperanza del carattere o forse perch gli pareva che questo diminuisse la sua autorit, dato che liniziativa della correzione non era partita da lui. Ecco perch Caterina lo esorta ad ascoltare coloro che vogliono consigliarlo per il bene, come se ricevesse da loro grandissima grazia. In una lettera precedente la Santa aveva osato perfino esortarlo ad aprire gli occhi e prendere coscienza dei suoi limiti: ad autorit potete tutto gli scriveva ma a vedere non pi che uno e concludeva con abilit persuasiva: io so che la Santit vostra ha grande desiderio di avere degli aiutatori ma vi conviene avere pazienza nelludire (Lett. 302): O santissimo Padre, abbiate pazienza quando di queste cose vi fosse detto, perch non vi sono dette se non per lonore di Dio e vostra salvezza, come deve fare il figlio che ha tenerezza e amore verso suo padre, che non pu sopportare che si faccia cosa che torni a vergogna di suo padre, ma come sollecito sempre se ne sta inteso perch vede bene che il padre, che ha da governare una grande famiglia, non pu vedere pi che un uomo (per volta), perci se i figli legittimi non fossero solleciti di tenere in considerazione lonore e lutilit del padre, questi spesse volte sarebbe ingannato. E cos avviene santissimo Padre. Voi siete padre e signore delluniversale corpo della religione cristiana, tutti siamo sotto le ali della santit vostra: ad autorit potete tutto, ma a vedere non pi che uno, perci necessario che i vostri figlioli vedano procurino con schiettezza di cuore, senza timore servile, quello che sia ad onore di Dio e salvezza e onore vostro e delle pecorelle che stanno sotto la vostra verga (id). Gabriella Anodal
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importanza della fede nella vita della santa, Compatrona dEuropa e prima donna Dottore della Chiesa Senza la fede nessuno pu essere gradito a Dio (cos S. Paolo in Eb. 11,6). S. Caterina da Siena, la cui vita stata un inno continuo alla fede, era certamente molto gradita a Ges, suo divino Sposo e con gioia sosteneva che la fede d letizia ai fortunati che la possiedono: O fede dolce, che ci dai la vita! Se voi starete in questa santa fede giammai nel vostro cuore non cader tristizia, che non procede da altro se non dalla fede che poniamo nelle creature, che vengono meno,
Affresco fine 400 - Chiesa S. Maria del sasso Morcote (Canton Ticino, Svizzera)
mentre il cuore nostro non si pu mai riposare se non in cosa stabile e ferma; convienci dunque che noi riposiamo il cuore e lanima in Cristo crocifisso: allora troveremo lanima nostra piena di letizia, scrive Caterina in una delle sue numerose lettere (lett. 31). Tutto nella Chiesa poggia sulla fede: lamore e lautorit, levangelizzazione e la carit, i sacramenti e la liturgia: cos ha ribadito questa verit il Santo Padre Benedetto XVI ai nuovi Cardinali nel Concistoro del 18 febbraio 2012. Anche del Santo Padre il messaggio: Siate sempre lieti nel Signore, (Fil 4,4) per la XXVII Giornata Mondiale della Giovent 2012 ed ancora nel nostro tempo la gioia rimane un elemento centrale dellesperienza cristiana che la Chiesa ha la vocazione di portare al mondo: la gioia intensa e duratura, la gioia della comunione, la gioia della fede che non ci abbandona mai e che solo in Dio possiamo trovare. Anche oggi quindi il Papa ci fa riscoprire quella genuina gioia della fede che Caterina aveva praticato ed insegnato nel lontano Trecento. Nata nel 1347 a Siena da una famiglia numerosa e di umili origini, penultima di 25 figli, Caterina visse per soli 33 anni (let di Cristo) e non facile comprendere come ella abbia potuto svolgere risolutive azioni di portata storica di riconciliazione e di pace presso sovrani, capi di stato, politici, Cardinali e Papi, se si tiene conto sia della sua condizione di donna, in quei tempi limitata alle man-
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Chiesa nel suo insieme, ed i pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso lamicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza. La straordinaria amicizia con Dio aveva portato Caterina a trascorrere diversi anni di vita contemplativa nel nascondimento, in un continuo colloquio con il suo Sposo, perch Ges parlava spesso con lei, ricambiandole la sua amicizia divina. Ella meditava le sacre scritture ascoltate nelle chiese o discusse con i teologi che frequentavano la sua casa: il suo intelletto sostenuto da ferrea volont e la dottrina miracolosamente infusa la portarono ad insegnare lessenza stessa del cristianesimo, con quella semplicit, chiarezza ed efficacia che caratterizzano le sue opere e che le hanno meritato, prima tra le donne, il titolo di Dottore della Chiesa. Dopo essere uscita, come richiestole dallo Sposo divino, dalla sua cella interiore, Caterina inizi lazione apostolica e la sua mente riusciva a trovare la risposta adatta a problemi anche di grande portata, stupendo i contemporanei che la conoscevano quale umile popolana, priva di istruzione scolastica. La fama della indiscutibile santit di Caterina, della sua eccezionale intelligenza, intuito, conoscenza profonda dei problemi degli individui e della collettivit, della sua forza di persuasione, infine dello spirito divino che la guida, si diffonde nei vari paesi dEuropa. Aumenta il numero dei suoi discepoli ed
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l Comune di Castelnuovo Berardenga ha offerto lolio per la lampada votiva a Santa Caterina da Siena che rester accesa, presso il santuario-casa, per tutti i giorni dellanno. Il territorio di Castelnuovo fu molto familiare a Caterina Benincasa, in quanto ella frequentava la certosa di Pontignano; andava spesso a recitare il mattutino con i monaci certosini. Uno dei suoi pi famosi discepoli, Stefano Maconi (1347-1424), dopo la morte di Caterina, si fece monaco certosino, proprio come lei gli aveva predetto. Lui, uomo di vita spensierata, avrebbe intrapreso la carriera ecclesiastica proprio in un ordine religioso la cui regola tra le pi rigide. Maconi era il rampollo di una importante famiglia senese, avvezzo ad una vita libertina e piena di divertimenti, fu presentato a Caterina dal suo amico Neri Pagliaresi e Stefano si rivolse a lei affinch intercedesse con una famiglia che in quel momento era rivale della sua famiglia, per mettere pace tra di esse. Lincontro con Caterina cambi decisamente la sua vita e divenne suo devoto discepolo. Questo fece s che il Maconi fosse un po preso in giro dai suoi compagni di divertimenti, tanto che lo chiamavano caterinato, in senso dispregiativo; aggettivo che poi ha dato il nome ai discepoli di Caterina di ieri e di oggi. Alla morte di lei, egli era a Roma ad assistere la Mamma nei suoi ultimi mo-
menti di vita terrena e sembra sia stato proprio lui a dar inizio al culto delle sue reliquie, in quanto, quando lei era morta ed esposta, lui le stacc un dente, dente che poi il Papa Gregorio XII port al collo rilegato in oro in segno di devozione. Dopo la morte di Caterina Stefano entr come novizio nella certosa di Pontignano, nella quale fu Priore dal 1383 al 1389, ma la sua brillante intelligenza, lo port a fare una importante carriera ecclesiastica; divenne priore nelle certose di Pavia e di Milano, dove ebbe modo di stringere amicizia con Bernab Visconti, signore di questa citt. Dopo alcuni anni arriv allapice fino a diventare Priore generale dellOrdine certosino. Il Comune di Castelnuovo ha sempre avuto una devozione particolare per
Lorcio in terracotta contenente lolio per la lampada votiva offerto dal comune di Castelnuovo Berardenga
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Santa Caterina, tanto che durante la grande festa che si tenne a Siena il 29 giugno 1861, dove si solennizzava per la prima volta la festa centenaria della canonizzazione della mantellata senese, la banda di Castelnuovo Berardenga ebbe lonore di suonare insieme alla banda della Milizia nazionale italiana appena costituitasi, visto che si era a pochi mesi dalla avvenuta proclamazione dellUnit Nazionale. E fra le offerte per quella solenne cerimonia del 1861, il Comune di Castelnuovo offr una cifra in denaro tra le pi alte. Caterina scrisse una decina di lettere ai monaci certosini e significativa la Lettera LV rivolta al venerabile religioso Guglielmo Rainaudo, che nel 1367 divenne venticinquesimo Priore genera-
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l rapporto tra fede e ragione in Santa Caterina stato il tema principale del discorso dellarcivescovo monsignor Antonio Buoncristiani pronunciato nel Portico votivo dei Comuni dItalia. Larcivescovo, dopo aver dato il benvenuto alle autorit civili e al cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi, ha posto laccento sullinizio dellanno della fede, e sullimportanza di seguire linsegnamento di Santa Caterina che ci aiuter ad aprire la porta della fede che presente in tutti noi. Proprio la mantellata senese, nel Dialogo, ci spiega come ragione e fede siano inscindibili nelluomo e luomo sarebbe ingannato se si avvalesse solo della ragione nel vedere le cose del mon-
do. La fede ci illumina locchio dellintelletto e solo se viviamo nella luce della fede possiamo ritrovare la giusta strada da percorrere. Larcivescovo ha fatto cenno anche alla difficile situazione che la citt di Siena sta attraversando e le parole di Caterina sul potere politico ci invitano a riflettere, ma si fanno anche preghiera in questi momenti difficili non solo per Siena, ma per lItalia intera. Inoltre monsignor Buoncristiani ha invitato tutti a riflettere sul fatto che proprio qui al santuario, la sua stanzetta e di sopra la basilica di San Domenico, sono i luoghi della penitenza di Caterina e proprio da qui Caterina ci invita ad essere figli del Signore. Anche il sindaco di Siena Franco Ceccuzzi ha sottolineato come Caterina, patrona dItalia, dEuropa e dottore della Chiesa, sia simbolo della spiritualit del suo tempo ispirata da amore e carit. La grandezza di Caterina sta nel suo coraggio. Caterina una Santa che, anche oggi, continua a pungolare la coscienza cristiana, perch nonostante la sua condizione caratterizzata da poca istruzione, fu maestra di teologi e uomini importanti; questa la sua grande eredit che ci ha lasciato. Il sindaco di Castelnuovo Berardenga R. Bozzi accende lolio della Il comune che ha offerto lolio lampada votiva
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LArcivescovo Mons. Buoncristiani, il sindaco di Castelnuovo B.ga R. Bozzi, P. A. Scarciglia e il Prof. P. Nardi rispettivamente ass. ecclesiastico e priore generale dei Caterinati
Offerta del cero votivo da parte della Venerabile Compagnia di Maria Santissima del Patrocinio e di San Sebastiano martire di Castelnuovo Berardenga
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abato 28 aprile 2012 il Gruppo Caterinati di Firenze ha organizzato in Sala Chiostrini (Convento di San Marco) un incontro speciale in memoria del Dies Natalis di santa Caterina da Siena (29 aprile 1380). La professoressa Nara Coradossi, presidente del Gruppo Fiorentino dei Caterinati, ha tenuto una conferenza su S. Caterina, illustrandone la vita e le opere in modo chiaro e facilmente comprensibile anche da chi, tra il pubblico, si avvicinava per la prima volta alla grande santa senese. La Sala, infatti era gremita di un folto pubblico costituito non solo da caternati e da una rappresentanza del terzOrdine Domenicano fiorentino, ma anche da simpatizzanti cattolici ed avangelici, giunti da Firenze, Calenzano, Bagno a Ripoli e Prato appositamente per assistere a questo incontro in onore di santa Caterina da Siena. Dopo aver recitato tutti insieme la preghiera a S. Caterina, composta da monsignor Mario Ismaele Castellano, la professoressa Coradossi ha tratteggiato laffresco storico-sociale del tempo in cui ha vissuto la Santa, presentando poi la gene-
si degli scritti cateriniani: Dialogo della Divina Provvidenza, Epistolario, Orazioni. Per quanto concerne lEpistolario, ha letto e commentato la Lettera 185, scritta a Papa Gregorio XI e la Lettera 240 indirizzata alla madre Lapa; mentre per quanto concerne le Orazioni ha letto parte dellOrazione XI. Tra una lettura cateriniana e unaltra Alessandro Muscillo (baritono) e laura Molteni (pianoforte) hanno eseguito varie laudi del XIII-XIV secolo dedicate a nostro Signore Ges Cristo e alla B.V. Maria e due celebri arie religiose di Caccini e di Haendel. stato molto emozionante e gradita gioia vedere la generale commozione alla lettura della lettera di Caterina alla madre Lapa e alla narrazione della vita della Santa, donna gracile, ma virile di animo; donna semplice, ma che stupisce ed avvince con la sua scienza misteriosa, ma soprattutto con lesempio delle sue virt e della sua santit; e tutto questo condensato nei soli trentatr anni della sua vita terrena. Donna infiammata dal grande desiderio di unione con Dio, della diffusione del Vangelo e del bene di tutti gli uomini come ha illustrato la presidente Nara Coradossi. Molti dei presenti al termine dellincontro hanno chiesto delucidazioni e informazioni bibliografiche relative agli scritti cateriniani e hanno lasciato il proprio indirizzo per essere avvisati delle prossime iniziative del Gruppo Fiorentino. Laura Molteni La Prof.ssa N. Caradossi, seconda da sinistra insieme ad alcuni intervenuti alla serata
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e Feste in onore di Santa Caterina da Siena sono state precedute da un triduo di preparazione nei giorni 25, 26 e 27 aprile 2012. Padre Roberto Viglino O.P. ha guidato il rosario e la meditazione. Sabato 28 aprile alle ore 18 la santa messa solenne stata celebrata da Padre Fausto Arici O.P., Priore del convento di san Domenico e la liturgia stata animata dal coro di san Domenico. Il 29 aprile 2012 alle ore 16,30 si tenuto un concerto con il coro di voci bianche del Teatro comunale di Bologna, diretto da Alhambra Superchi, al piano Cristina Landuzzi, per la direzione artistica Alberto Becca. Le iniziative in onore di Santa Caterina sono state organizzate dai Reverendi Padri Domenicani di Bologna, dalla locale sezione della Croce Rossa Italiana, dallAssociazione Internazionale dei Caterinati.
La Domenica delle Palme i Caterinati di Bologna hanno distribuito 1200 mazzetti di olivo. Nella foto la Prof.ssa Anna Simonini, segretaria del gruppo
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ei giorni 13, 14 e 15 aprile 2012 la parrocchia di SantAntonio Abate in San Domenico si recata in gita-pellegrinaggio ad Aquileia, Trieste e Treviso. Del gruppo facevano parte anche alcuni caterinati di Siena e il Priore di San Domenico e assistente ecclesiastico dellAssociazione dei Caterinati, padre Alfredo Scarciglia O.P. A Trieste la comitiva stata accolta dal locale gruppo di caterinati, presieduto dalla professoressa Gianna Fumo e dal parroco don Lorenzo, nella chiesa di Santa Caterina da Siena, inaugurata nel 2005. Padre Alfredo ha presieduto la concelebrazione nel pomeriggio e la domenica successiva ricordando nellomelia il messaggio di Santa Caterina. Alla celebrazione della domenica mattina seguito un momento conviviale tutti insieme nei locali parrocchiali. Alcuni caterinati del gruppo di Trieste hanno ricambiato la visita il 24 maggio, come tappa di un pellegrinaggio diocesano eucaristico che li ha visti venire a Siena per pregare dinanzi al miracolo eucaristico delle Sacre Particole, custodite nella basilica di San Francesco. Il gruppo triestino, accompagnato da don Mario De Stefano, segretario dellarcivescovo di Trieste, monsignor Gianpaolo Crepaldi, si soffermato anche nella basilica di San Domenico e alla Casa Santuario di Santa Caterina.
Trieste. La Prof.ssa Gianna Fumo, Presidenti dei Caterinati di Trieste distribuisce un libro omaggio ai componeni il gruppo di Siena
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io d alluomo virtuoso afferma Caterina da Siena il mezzo per superare di continuo il suo limite, introducendolo alla sua stessa natura divina. Il mezzo della grazia per andare oltre lumano la fede che ha sede nellintelletto. Sono per noi ormai pi illuminanti le espressioni di Caterina riguardo alla fede, vista come un nuovo modo di vedere simile al vedere di Dio. un innesto fecondo nellintelletto poich d alluomo la capacit visiva e intellettiva verso linfinito. Qui sta il progresso della carit che in Caterina esperienza del Cristo-ponte. Lintelletto locchio dellanima, e la fede la pupilla senza la quale lintelletto rimarrebbe incapace di vedere bene. Il naturale non pu raggiungere il soprannaturale con le sue sole forze. Di Dio bisogna conoscere prima di tutto la carit. Allora si leva laffetto (volont), e corre allamore che locchio dellintelletto ha veduto in Dio (Lettera 259). Questo amore stato manifestato da Cristo redentore e crocifisso. Il valore del sangue sparso per amore il segno dellafflato supremo con cui Caterina soleva chiudere le sue missive. La conoscenza di s unintrospezione dinamica in cui lanima viene a trovarsi simultaneamente il soggetto conoscente e loggetto conosciuto. Lanima prima cognosce s non essere (momento negativo), poi conosce s essere immagine di Dio (momento positivo). Conoscendo s, luomo indotto a odiare i suoi limiti e le sue insolvenze cos da divenire nel tempo sempre pi docile verso la carit di Dio. Lanima poi, contemplando
la sua dignit prima e dopo la colpa, sprofonda nella vera conoscenza dei veri motivi divini, la sua stessa misericordia. Per Caterina, il Cristo-ponte la via ascendente del superamento di s verso lunione con Dio, dove lanima deve camminare spedita. Cammino arduo, ma gioioso perch si compie nella luce e culmina nella pienezza dellamore. Luomo perci deve impostare la sua vita interiore su questa duplice conoscenza, se vuole definire i rapporti con Dio Essere-VeritAmore (valore metafisico e teologico), avviarsi verso la perfezione spirituale (valore ascetico), raggiungere lunione con Dio nel Cristo (valore mistico), amare il prossimo (valore sociale). Il contemplari (lorazione, fine prossimo della spiritualit domenicana), non pu non sgorgare che nel contemplata aliis tradere, dove il tradere il prolungamento ad extra del conteplari (amore per il prossimo salvezza delle anime, fine ultimo). La visione, dunque, della nostra povert contemperata dalla visione di quello che Dio e ha fatto, suscita nella volont lamore per Dio e il prossimo. Siamo nellamore perfetto, nella carit. Il sentimento della presenza divina fa sentire pi vivamente la distanza infinita che separa lunione dellumanit dal suo Creatore. Viene cos ad esistere la pena dellinsaziabilit, il desiderio della piena conoscenza e del pieno amore che si esprime nellamore continuo verso Dio. Nella mistica cateriniana lamore perfetto ha quattro caratteri: aspira alla visione faccia a faccia di Dio per essere finalmente soddi-
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virt donata dallalto. unamore ineffabile che lanima ha tratto dal suo Creatore, con tutto laffetto e con tutte le sue forze un vestimento nuziale che ricopre ogni nostra nudit e nasconde le nostre vergogne, cio il peccato, il quale germina vergogna; lo spegne e lo consuma nel suo calore. E senza questo vestimento non possiamo entrare nella vita durabile, alla quale siamo invitati (L. 113). una fornace ardente; una luce e un cibo dilettevole, una virt nuziale, una madre che concepisce e parturisce le virt (L. 214). Nella Lettera 7, inviata al Cardinale Pietro dOstia, Caterina innalza un vero inno alla carit simile allinno paolino del cap. 13 della 1 Lettera ai Corinzi. La carit quello dolce e santo legame, che lega lanima al suo creatore; ella lega Dio nelluomo e luomo in Dio. Questa carit inestimabile tenne confitto e chiavellato Dio e uomo sul legno della santissima croce; costei accorda i discordi; questa unisce i separati; ella arricchisce coloro che sono poveri della virt, perocch d vita a tutte le virt; ella dona pace, e tolle guerra; dona pazienza, fortezza e lunga perseveranza in ogni buona e santa operazione; e non si stanca mai; e non si tolle mai dellamore di Dio e del prossimo suo, n per pena, n per strazio, n per ingiuria, n per scherni, n per villania. Ella non si muove per impazienza n a delizie n a piacimenti che il mondo gli potesse dare con tutte le lusinghe sue. Chi lha, perseverante e giammai non si muove, perocch egli fondato sopra la viva pietra, Cristo dolce Ges. Dunque la carit vera e perfetta unisce
sfatta (e qui agisce la virt della speranza sulla memoria); magnanimo, prodigandosi solo nel servizio a Dio; amore di sangue poich aspira al sacrificio; amore di fuoco perch desideroso della gloria di Dio. Lamore imperfetto, invece, cerca ancora se stesso rimanendo debole e spaventato. Dopo la notte del cognoscimento di s e del proprio niente, nel cognoscimento di Dio il cristiano trova le verit dellamore, dunque una luce infinita che scrive la Santa dopo una visione un mare sconfinato e profondo. La carit cos genera la virt della preghiera, ossia lardente desiderio della vita eterna per s e per i fratelli. Per Caterina, come per ogni santo, lorazione sgorga da un fervido desiderio di carit, dove lamore di carit il fine delluomo giacch unisce a Dio. Alla domanda che cosa la carit Caterina prima di tutto risponde con lesempio di una vita infiammata dellamore divino. Lei stessa poi ci racconta di questa ineffabile esperienza, di questa
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lamante con lamato a tal punto da unire in certo modo le due rispettive volont: quella di Dio e quella delluomo. Sicch lanima non desidera, non ama e non vuole altro che quello che desidera, ama e vuole Dio. Contrariamente, ci dice la Santa mistica, se la carit non in noi, lanima come un cane randagio che va dietro ad ogni persona che incontra: privi della carit siamo in balia di noi stessi e insicuri nellagire, non distinguendo pi cosa il bene e cosa il male. Solo la carit produce frutti meravigliosi di bene sia nellordine naturale che in quello soprannaturale. Quali sono questi frutti? La concordia tra i discorsi, lunione tra i separati, la pace dove c guerra; e poi la pazienza, la fortezza e la perseveranza nel bene. Questi frutti della carit ci legano a tal punto a Dio, da dire come dice san Paolo Chi potr strapparci allamore di Cristo? Quale tribolazione, angustia, persecuzione, fame, nudit, pericolo, spada?... Certamente n la morte, n la vita, n gli angeli, n i principati, n il presente, n il futuro, n le potenze, n le cose alte o profonde, n alcun altra creatura ci potranno separare dallamore di Dio, in Cristo Ges, nostro Signore (Rm 8, 35-39). In breve lanima si riveste di Dio; e come dice s. Caterina: di tanta virt lamore, che di colui che ama e della cosa amata fa un cuore e uno affetto (L. 101). Cristo pazzo damore si fece appendere sulla croce germinando cos la carit, la quale continua a trarre innumerevoli seguaci, che inebriati dal sangue dellAgnello, testimoniano la grande misericordia di Dio sullumanit. Quanto grande la carit!, ripete a s e ai suoi figli spirituali, Caterina. Se siamo sordi di cos tanto amore, Ella ci propone di porre la bocca al costato del Figlio di Dio, in quanto bocca che getta continuamente fuoco di carit e versa sangue per lavare le nostre iniquit; in questo modo il nostro cuore non potr fare a meno di accendersi a tanto fuoco damore. Infine, il binomio Dio-prossimo, come oggetto della carit, un richiamo costante nella dottrina di santa Caterina. Ella non disgiunge quasi mai lamore di Dio dallamore del prossimo. Tra luno e laltro vi ununione cos forte e stabile che nessun evento, di qualsivoglia genere sia, pu minimamente scalfirla. La ragione di questa indissolubilit sta nel fatto che entrambi sono fondati sopra la viva pietra: Cristo dolce Ges. E allora, vengano pure le ingiurie, gli scherni, le invidie o le villanie, in quanto la carit verso Dio e il prossimo resta perseverante e non si muove mai. In una parola essa sar sempre uguale a se stessa. La carit dar a Dio quel che di Dio e al prossimo quel che del prossimo sempre e dovunque. La meta ultima della carit tuttavia esclusivamente Dio. Infatti, essa ogni cosa vede nella fonte della bont divina, e per Dio ama ci che ama e senza Dio nulla (L. 164). Il che vuol dire senza alcun equivoco che la carit nessuna cosa ama fuori di Dio, n creatura n cosa creata n spiritualmente n temporalmente (Ibid.). Caterina visse, oper e mor in questa carit che nasce da Dio, si riversa sul prossimo e ritorna a Dio.
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n occasione del 550 anniversario della canonizzazione di S. Caterina e del 150 dellunit dItalia, la Dott.ssa Franca Piccini Falorni ha illustrato in una conferenza la ricerca La Santa dItalia. Lincontro avvenuto il 27 aprile 2012 a Chiusi su invito della LUBiT, Libera Universit BiblicoTeologica Pio II.
La LUBiT nasce con lo scopo di sostenere lapprofondimento culturale della dottrina cristiana in un momento storico in cui si avverte decisiva limportanza di una solida preparazione teologica anche dei laici. La LUBiT si pone al servizio della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e si propone di collaborare e coinvolgere il mondo del lavoro, della cultura, della scuola e delluniversit. Con specifica attenzione cura il settore biblico, teologico e pastorale. Per conseguire le sue finalit la LUBiT organizza le seguenti attivit didattiche: -Corsi annuali progressivi su varie materie; -Corsi monografici, conferenze tematiche, approfondimenti vari; -Corsi per la formazione degli operatori della pastorale; -Varie attivit per linculturazione della fede; -Corsi di aggiornamento per insegnanti e professionisti. Liscrizione alla LUBiT e la partecipazione alle varie attivit annuali sono aperte a tutti gli interessati
Per informazioni ed iscrizioni possibile contattare la segreteria al numero 347 9490166, oppure visitare il sito www.lubit.it
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l 12 maggio scorso lAssociazione Internazionale dei Caterinati insieme ad altri 13 organismi cattolici (Azione Cattolica, Comunit di S. Egidio, Comunit Ges Risorto, Nuovi Orizzonti, Comunit quinta Dimensione, Comunit Vittoria di Dio, Equipes Notre-Dame, Istituzione Teresiana, Movimento dei Focolari, Movimento Per Un Mondo Migliore, Regnum Christi, Rinnovamento nello Spirito Santo, Turris Eburnea), ha dato vita a Roma, in piazza del Campidoglio, ad una manifestazione, denominata Insieme per lEuropa, allo scopo di sottolineare le radici cristiane dEuropa e testimoniare che unEuropa della fraternit e possibile. Tale evento a cui hanno partecipato pi di un migliaio di persone, in larga maggioranza giovani, avvenuto in contemporanea con un evento centrale a Bruxelles e altre 150 manifestazioni analoghe in 150 citt europee collegate tra loro via internet. Insieme per lEuropa un cammino condiviso da oltre 300 movimenti e comunit di diverse confessioni cristiane che gettano ponti tra culture e Paesi in tutto il continente europeo. Levento del 2012 fa seguito a due eventi analoghi svoltisi entrambi a Stoccarda nel 2004 e nel 2007 e incontri nazionali nel 2009. Lassociazione Internazionale dei Caterinati stata sollecitata a partecipare alla manifestazione in considerazione soprattutto del lavoro svolto negli ultimi dieci anni nellambito del movimento Anima E uro pa e (www.animaeuropae.org); insieme allArciconfraternita di S. Caterina ha contribuito alle spese comuni e, in particolare, si impegnata nella redazio-
ne del discorso introduttivo: Roma e lEuropa di cui si riporta il paragrafo che fa esplicito riferimento ai Santi Patroni: LEuropa giunta ad un momento decisivo per la sua esistenza e per il suo progetto futuro: non pu infatti limitarsi ad essere un mercato o ununione per la sicurezza dei suoi cittadini; si avverte che un nuovo soffio dellamore di Dio su tutti i suoi popoli spinge lEuropa ad essere molto di pi. Siamo convinti che al di l della sofferenza e del male operi nel mondo in modo misterioso una Forza rivolta al Bene e allAmore. Per quanto riguarda il nostro continente, simbolo di questo amore sono, per la nostra fede cristiana, i Santi e le Sante che in questi due millenni hanno inculturato il Vangelo nella storia culturale e politica dei popoli europei. Tra loro, in particolare, additiamo i sei Compatroni dEuropa che, per la loro origine, la loro collocazione nel tempo e la loro opera, tracciano quasi una croce ideale sul continente che unisce simbolicamente tutti i suoi popoli: nel primo millennio, a occidente, S. Benedetto, Patriarca
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Cronaca
del monachesimo occidentale; a oriente Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi, ai quali hanno offerto anche lalfabeto scritto; nel secondo millennio, nel 1300, a settentrione, S. Brigida di Svezia, a meridione, S. Caterina da Siena, e, nel secolo scorso, al centro dellEuropa e della croce, S.Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein. Tre S allEuropa hanno fatto da filo conduttore del programma della manifestazione: -S ad uneconomia equa, al servizio di ogni persona e di tutta lumanit; -S alla responsabilit verso tutta la societ lavorando affinch le citt, con la partecipazione di tutti,divengano luoghi di solidariet e di accoglienza per persone di origini e culture diverse; -S alla famiglia legata da un patto idissolubile di amore fra uomo e donna, fondamento per una societ solidale e aperta al futuro. La manifestazione si conclusa con la lettura di un messaggio conclusivo, in contemporanea con Bruxelles e con tutte le citt collegate via internet. Aldo Bernabei
Manifesto di Bruxelles 2012 Siamo cittadine e cittadini europei, rappresentanti di numerosi movimenti e comunit, che vogliono vivere il Vangelo di Ges Cristo. Siamo cristiani, cattolici, evangelici, anglicani, membri delle Chiese libere e ortodossi, che provengono da diversi Paesi e Regioni dEuropa. Nonostante le grandi differenze di provenienza e di storia siamo diventati amici e siamo legati da una collaborazione fraterna. Abbiamo sperimentato che la nostra diversit non un motivo di divisione, ma rappresenta una molteplicit di doni e una risorsa. Insieme abbiamo visto che lunit possibile, ununit che non annulla le identit, ma al contrario le rafforza. Lo avevano immaginato anche i padri fondatori dellEuropa, cristiani che ebbero il coraggio di un grande sogno, di una visione di unit dopo la tragedia dei totalitarismi, lorrore della guerra e del colonialismo, labisso della Shoah e dei campi di sterminio. Davanti alla crisi che colpisce il nostro Continente, come cristiani e come europei, sentiamo che la risposta non chiudersi nelle rivendicazioni nazionali, nellantagonismo e nella contrapposizione, nel localismo, neppure proteggere se stessi dietro i nuovi muri dallegoismo politico ed economico, che ci dividono gli uni dagli altri, sia allinterno del nostro Continente che tra Nord e Sud del mondo. LEuropa ha bisogno di pi unit. Se i nostri Paesi, i nostri popoli, affronteranno da soli le sfide di un mondo globalizzato saranno destinati allirrilevanza. LEuropa un destino e una necessit per ogni nostro Paese. Un futuro di pace, di prosperit e di giustizia si ottiene solo insieme, nello scambio e nella collaborazione. LEuropa, unita in una diversit riconciliata, realizza la civilt del vivere insieme di cui il mondo ha bisogno. Oggi vogliamo affermare con decisione che la nostra fraternit al servizio dellunit e della pace dellEuropa e di tutta la famiglia umana. Insieme ci impegniamo, qui a Bruxelles, culla del sogno europeo, per unEuropa unita, solidale e accogliente. Il nostro vivere insieme tra europei sia segno di libert, giustizia e solidariet. Insieme vogliamo costruire unEuropa aperta con generosit alle sfide del mondo povero, che metta la ricerca della pace e del vivere insieme al centro delle proprie preoccupazioni e del proprio impegno.
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Cultura
S. CATERINA DA SIENA E IL MONDO DEI DESIDERI
enendo presente questa struttura, alla base di ogni decisione cristiana c la consapevolezza della grazia: Dio trascendente che manifesta se stesso in Ges. Luomo individua lorigine della propria risposta in questa consapevolezza di essere stato provocato da Dio a desiderare come lui desidera. Da qui deriva la risposta delluomo: la sua decisione di fede non mai solo un assenso intellettuale, ma si svolge in un incontro personale la cui principale caratteristica di essere un incontro altamente provocatorio; luomo si lascia provocare quando nella dipendenza volontaria esprime la propria prontezza incondizionata a rispondere. Latto concreto lesplicitazione di tutto questo; contiene perci due elementi: di ricordo e di speranza. Lelemento di ricordo: ogni gesto compiuto dalluomo sta a ricordargli liniziativa di Dio avvenuta in Ges Cristo. Cos, un atto di carit cristiano, e non solo filantropico, quando la schematizzazione secondaria di unesperienza precedente dovuta alliniziativa divina. Questo ricordo d allazione uno stile narrativo: un esercizio che fa ripassare alla mente, rievocare, le grandi opere di Dio. Questa caratteristica di ricordo espressa molto bene da San Basilio Magno: scopo del mattutino quello di consacrare a Dio i primi atti della nostra mente e del nostro spirito in modo da non intraprendere nulla prima di essersi ricreati con il pensiero di Dio, come fu scritto: mi sono
ricordato di Dio e ne ho avuto letizia. Lelemento di speranza. Dal ricordo deriva il dono di una nuova capacit: anchio sono capace, anchio adesso posso... Il problema del fino a che punto non ha pi senso. Il ricordo apre a una prospettiva di intensit di vita nuova prima impossibile: desiderare appunto secondo i desideri di Dio, poter compiere la volont divina. Il ripasso della metodologia di intervento usata da Dio abilita luomo a rispondere: da ora in poi egli sa che la sua capacit-incapacit non pi un problema, lo sar semmai il lasciarsi coinvolgere da questo ricordo. Cos, lamore cristiano non mai semplice rapporto interumano per quanto perfetto, ma riceve il suo orientamento e il suo senso da Dio: noi amiamo perch egli per primo ci ha amati. La preghiera (uno degli atti cristiani) deve tenere conto di questi due elementi di ricordo e speranza. Pregare significa pertanto fare memoria dellevento storico-salvifico di Cristo ed prendere posizione dichiarandosi disponibili. La preghiera il luogo della decisione. Di qui la centralit della preghiera di lode o come preferisco chiamarla, di ringraziamento provocatorio. La lode, come ricordo, pensare a Dio e trarne letizia; come speranza, decisione anticipatoria: dichiararsi disponibili a desiderare secondo i desideri di Dio. La preghiera di richiesta la conseguenza: anche essa rigorosamente condizionata dalla propria prontezza a lasciarsi trascinare dalla
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Cultura
logica di Cristo. Che cosa allora posso chiedere? Innanzitutto chiedo Dio stesso nel Cristo (e quindi non chiedo che Dio mi faccia vincere al Totocalcio, oppure...); chiedo Dio non nel senso che lui si volga a me, che si faccia sentire..., ma nel senso che io mi ricordo di chi si gi rivolto e fatto sentire a me. In secondo luogo chiedo la mia speranza: che io mi ricordi di rimanere allaltezza della sua provocazione. Non si prega che Dio intervenga in modo puntuale, miracolistico, concedendo certi beni particolari o raddrizzando situazioni irreparabili; si prega piuttosto che Dio intervenga nella nostra volont come guida e sostegno: che nella nostra vita la volont di Dio sia fatta in modo incondizionato. Si chiede che intervenga in noi per renderci capaci di ubbidire, qualunque cosa capiti. Scavare il desiderio Il cammino educativo al desiderio, Caterina ce lo propone in una duplice direzione: un primo momento scavare il desiderio; il secondo momento scalare il desiderio Scavare identificare la storia, in qualche modo, di un desiderio, coglierne lorigine andando indietro nellesperienza di vita del soggetto. E rispondere alla domanda: che cosa c dietro questo desiderio? Che cosa dice della nostra vita? davvero ci che ci sta a cuore o copre qualcosaltro di cui neppure noi stessi siamo consapevoli? Caterina chiama questo scavo la cella del cognoscimento di s. questo il desiderio che in modo costante, possiamo dire, ossessivo, rivolge a persone di ogni stato sociale (sacerdoti, monache, madri di famiglia) a cui scrive. Oppure, stando alla Legenda Maior, del suo confessore il B. Raimondo da Capua, il desiderio che Dio stesso rivolge a Caterina: Sai, figliuola, che sei tu e chi sono io? Se saprai queste due cose, sarai beata. Tu sei quella che non ; io invece, Colui che sono. Se avrai nellanima tua tale cognizione acquisterai senza difficolt ogni grazia, ogni verit e ogni lume7 . Caterina categorica: non pu essere che senza questo cognoscimento noi potiamo participare la divina grazia8. Quanto Caterina propone molto pi che un semplice raccoglimento interiore o momento o un atto di riflessione: qualcosa di abituale, di costante, una mentalit, una impostazione di vita. Tutte le nostre esperienze, infatti, hanno inizio dal di dentro di noi, e quando sono provocate dal di fuori finiscono dentro di noi. Lessenziale della vita, in definitiva, dentro di noi: qui che si convogliano i nostri problemi esistenziali, qui che soprattutto abbiamo bisogno di riposo (il termine cateriniano) e di sicurezza. (4 - continua) P. Vincenzo Caprara O.P.
NOTE
7. Legenda Maior par. 92 8. Lettera 145 / Lettera 73
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