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Note
1. dell’alma mia ecc.: La stessa frase, ma detta alla figlia, è ne’ versi Chieggon le Muse ecc. (ed. Card.,
p. 425).
2. L’eccesso de’ miei mali: Il 9 aprile di quell’anno era stato percosso da una forte emiplegia, tanto da
perderne il lato sinistro: piú, lo tormentava (senza dire de’ molti e gravissimi affanni morali), una
lunga malattia d’occhi. Cfr. il son. a p. 197.
3. La stella ecc.: Morí, di fatti, nel 13 ottobre del ’28.
4. Che tutto lo non morrò: È l’oraziano (Od. III. xxx, 6): non omnis moriar. Cfr. anche, per il concetto
della fama immortale dei poeti e della poesia, Pindaro Pizia III, 108; Ovidio Metam. XV, 871, Amor.
I, x, 62 e I, xv, 7 e 32; Properzio III, n. 23; Petrarca P. I. canz. vi, 94; Parini Od. VIII, 27; Manzoni Il
cinq. mag., 23 e seg. ecc. ecc.
5. Non oscuro: illustre. Litote attica: cfr. la nota al v. 3. p. 2.
6. che di care ecc.: Accenna, com’è manifesto, alla sua maravigliosa traduzione dell’Iliade, che
pubblicò nel 1810, e poi, riveduta e corretta, nel ’12.
7. Che ogni ecc.: Vuol dire de’ molti amici che gli furono larghi di cortesie e d’ospitalità negli ultimi
anni, quali il Londonio, il Trivulzio, l’Aureggi ecc.
8. Insubri: cfr. la nota al v. 17, p. 182.
9. Mia figlia!: cfr. la nota d’introd. a p. 108.
10. Che nell’eterno sonno ecc.: Tien qualcosa del petrarchesco (P. I, canz. xi, 16): «Ch’Amor
quest’occhi lagrimando chiuda».
11. L’uscirne: Ariosto XLIII, 171: «Di questo fango uscir».
12. Cigno: cfr. la nota al v. 260, p. 18.
13. mio generoso ospite: Luigi Aureggi, che nella sua villa di Caraverio in Brianza ospitava allora il
poeta e la famiglia di lui.
Fonte:
Vincenzo Monti. Poesie, scelte, illustrate e commentate da Alfonso Bertoldi. A cura di Alfonso
Bertoldi. Firenze, Sansoni, 1891. Fonte: Internet Archive